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Sommario del 08/08/2013

Il Papa e la Santa Sede

  • “Motu Proprio” del Papa sul contrasto del riciclaggio, istituito un Comitato di sicurezza finanziaria
  • Motu Proprio. P. Lombardi: con la vigilanza prudenziale si rafforza l’Autorità d’Informazione Finanziaria
  • Il Papa ai Cavalieri di Colombo: difendete il patrimonio di verità del Vangelo
  • Campagna “Mas por Menos”. Papa Francesco: impegnarsi con tutte le forze per i più poveri
  • La solidarietà del Papa per la tragedia di Rosario: palazzo esplode, 12 morti e 60 feriti
  • Papa Francesco: superare le tentazioni nella Chiesa, dalle ideologie al clericalismo
  • Rinuncia episcopale in Francia
  • La compassione vinca disumanità e indifferenza nel mondo: così il card. Turkson a Nagasaki
  • Oggi su "L'Osservatore Romano"
  • Oggi in Primo Piano

  • Obama andrà al G20 ma non incontra Putin, dopo l’asilo di Mosca a Snowden
  • I vescovi del Libano: subito un governo per far fronte all'instabilità e all'accoglienza dei profughi
  • Egitto. Sostenitori di Morsi protestano e annunciano “una nuova rivoluzione”
  • Medici senza frontiere: gravissima situazione umanitaria in Darfur
  • Approvato il Decreto lavoro in Italia: il commento di Giacomo Vaciago
  • Senato: sì all'urgenza della riforma elettorale. Il prof. Baggio: pensare a una classe dirigente collaborativa
  • La storia d'amore e di fede di Chiara Corbella Petrillo in un libro ad un anno dalla sua morte
  • Nella Chiesa e nel mondo

  • I musulmani d’Italia rispondono al Papa: grazie per il messaggio e la gentilezza
  • Messaggio dei vescovi del Niger per la fine del Ramádan
  • Afghanistan. Esplode bomba in cimitero, 10 morti
  • Pakistan. Monsoni e alluvioni fanno oltre 80 morti e migliaia di sfollati
  • Pakistan. Attentato kamikaze a un funerale a Quetta, 38 morti
  • Sri Lanka. Militari attaccano manifestanti fuggiti in una chiesa, vittime
  • Iraq. Attacco contro casa di un poliziotto a Tikrit
  • Guatemala. La Chiesa in aiuto ai villaggi colpiti dalle alluvioni
  • Bce: in Eurozona lenta ripresa, ma mercato del lavoro ancora debole
  • Immigrazione. Nuovi sbarchi al sud, l’Acnur loda comportamento italiano
  • India. Libro sacro induista obbligatorio in tutte le scuole del Madhya Pradesh
  • Iniziative positive in America Latina per migliorare il diritto all’infanzia
  • Usa. Strage in due case di Dallas, almeno 4 i morti
  • Il Papa e la Santa Sede



    “Motu Proprio” del Papa sul contrasto del riciclaggio, istituito un Comitato di sicurezza finanziaria

    ◊   Papa Francesco ha firmato, oggi, un Motu Proprio per la prevenzione ed il contrasto del riciclaggio che istituisce un Comitato di Sicurezza Finanziaria. Il documento entrerà in vigore il prossimo 10 agosto. Questa iniziativa, scrive il Papa, è volta alla “promozione dell’integrità, stabilità e trasparenza dei settori economico finanziario” e alla “prevenzione e contrasto delle attività criminali”. Il Pontefice sottolinea inoltre che la pubblicazione di questo documento prosegue l’azione intrapresa dal suo predecessore Benedetto XVI con il Motu Proprio del 2010. Il servizio di Alessandro Gisotti:

    In continuità con “l’azione già intrapresa” da Benedetto XVI, rinnovo “l’impegno della Santa Sede” per la prevenzione e il contrasto del riciclaggio. E’ quanto scrive Papa Francesco nel suo Motu Proprio che istituisce un Comitato di Sicurezza Finanziaria con il fine di coordinare le Autorità competenti della Santa Sede in materia di prevenzione e di contrasto del riciclaggio, del finanziamento del terrorismo e della proliferazione di armi di distruzioni di massa. Il Comitato, costituito da 7 persone, è presieduto dall'Assessore per gli Affari Generali della Segretario di Stato. Il documento stabilisce l’estensione dell’applicazione delle leggi vaticane in materia ai dicasteri della Curia Romana e agli altri organismi ed enti dipendenti dalla Santa Sede come anche alle organizzazioni senza scopo di lucro aventi personalità giuridica canonica e sede nello Stato vaticano. Il Motu Proprio stabilisce inoltre la funzione di vigilanza e di regolamentazione dell’Aif, l’Autorità di Informazione Finanziaria. Infine, elemento importante - rispondendo ad una raccomandazione del Comitato “Moneyval” del Consiglio d’Europa - si istituisce la funzione di vigilanza prudenziale degli enti che svolgono professionalmente un’attività di natura finanziaria, attribuendola all’Aif.

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    Motu Proprio. P. Lombardi: con la vigilanza prudenziale si rafforza l’Autorità d’Informazione Finanziaria

    ◊   Il Motu Proprio, pubblicato oggi, è l’ultimo di una serie di provvedimenti adottati da Papa Francesco in materia economico-finanziaria nel segno della trasparenza. Al microfono di Alessandro Gisotti, il direttore della Sala Stampa vaticana, padre Federico Lombardi, si sofferma sui contenuti più importanti di questo documento:

    R. – Qui si tratta di portare avanti e perfezionare e allargare tutto quel lavoro di inserimento dello Stato della Città del Vaticano e della Santa Sede nel sistema internazionale di controlli e di sicurezza per quanto riguarda tutte le attività di carattere economico-finanziario in cui nel mondo di oggi ci potrebbero essere rischi di criminalità che utilizza gli strumenti del mondo finanziario. Si parla, appunto, della lotta contro il riciclaggio del denaro frutto di attività criminali e di lotta contro il finanziamento del terrorismo o di altre attività criminali. Il Motu proprio è un po’ lo strumento-quadro con cui poi le singole normative, le singole leggi che vengono elaborate e pubblicate per quanto riguarda lo Stato della Città del Vaticano, valgono per tutti gli organismi della Santa Sede e anche per organizzazioni o le istituzioni non a fini di lucro che hanno una personalità canonica e giuridica che abbia sede nello Stato della Città del Vaticano. Tutto questo ambito, anche se non è collocato giuridicamente all’interno degli stretti confini dello Stato, ma fa capo alla Santa Sede, rientra in questa normativa che garantisce gli standard di tutela della legalità, della sicurezza nel campo economico e finanziario.

    D. – Si evidenzia, in questo Motu proprio, una volontà di maggiore coordinamento: viene anche istituito un Comitato di sicurezza finanziaria, al riguardo …

    R. – Sì. Il Comitato ha funzioni di coordinamento. Di per sé, la costituzione di un comitato di coordinamento è una questione abbastanza naturale e funzionale, non è che come tale stabilisca nuove funzioni di controllo o di attività: queste sono già attribuite alle istituzioni competenti. Però, anche tutti gli enti vaticani che per diversa natura hanno a che fare con questo campo, hanno adesso un luogo, un comitato in cui – incontrandosi con loro rappresentanti – possono coordinare la loro attività, le loro funzioni in questo campo. Ma la novità principale, dal punto di vista del contenuto di questo Motu proprio è il rafforzamento e l’estensione delle competenze dell’Autorità di Informazione Finanziaria, a cui viene attribuito anche un compito che viene chiamato “la vigilanza prudenziale” degli enti che svolgono professionalmente un’attività di natura finanziaria. Ecco, questo era un tipo di vigilanza che era stato richiesto nel corso degli esami compiuto da "Moneyval" sul sistema in atto in Vaticano, e che era ritenuto quindi una nuova funzione da stabilire e da esercitare, proprio in modo tale che tutti gli enti che hanno questo tipo di attività siano oggetto di approvazione per quanto riguarda le formule delle loro stesse attività.

    D. – Siamo in pieno agosto: questo Motu proprio fa anche un po’ capire quanto il Santo Padre ritenga importante la risoluzione di alcuni problemi. D’altronde, proprio nella conferenza stampa in aereo aveva parlato anche di questo: insomma, non è certo in vacanza, il Papa …

    R. – No, certamente. Questo è un aspetto della sua grande attività... Però, mi pare che molto realisticamente le questioni siano connesse a tempistiche, a impegni assunti a livello internazionale per l’adeguamento del sistema, e ci sono quindi scadenze da rispettare che richiedono di camminare con decisione e con tempestività, senza ritardi, in modo tale da andare incontro adeguatamente anche nella sede delle verifiche che ci possano essere da parte di organismi competenti … Anche quando "Moneyval" aveva fatto la sua prima valutazione sistematica, aveva notato come la Santa Sede e lo Stato della Città del Vaticano si fossero mossi con tempestività. E qui si sta continuando, in modo tale da adeguare pienamente – in tempi anche brevi – il sistema economico-finanziario che fa capo alla Santa Sede e allo Stato della Città del Vaticano, a tutte queste richieste di standard internazionali, per essere veramente all’altezza delle esigenze della comunità internazionale, nel suo impegno di tutela della legalità, della pace nel campo specifico delle attività economico-finanziarie.

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    Il Papa ai Cavalieri di Colombo: difendete il patrimonio di verità del Vangelo

    ◊   Nell’Anno della Fede, ogni Cavaliere di Colombo riaccenda “la luce della fede” con “la preghiera personale, la catechesi e le opere di carità”. L’auspicio di Papa Francesco è contenuto nel Messaggio a firma del cardinale segretario di Stato, Tarcisio Bertone, rivolto all’antica organizzazione cattolica statunitense, fondata alla fine del 19.mo secolo e che attualmente conta oltre un milione e 800 mila membri. Il Messaggio si riferisce alla 131.ma convention dei Cavalieri – che si è conclusa oggi dopo due giorni di lavori a San Antonio, in Texas – e ispirata a una affermazione pronunciata dal Papa nella Messa di inaugurazione del Pontificato: “Siate Protettori dei doni di Dio”. Consapevole della responsabilità specifica che i laici hanno per la missione della Chiesa, il Papa – si legge nel Messaggio – “invita ogni cavaliere e ogni Consiglio, a testimoniare la natura autentica del matrimonio e della famiglia, la santità e la dignità inviolabile della vita umana, e la bellezza e la verità della sessualità umana”. In questo tempo di cambiamenti sociali e culturali rapidi, prosegue il testo, “la protezione dei doni di Dio non può non includere l'affermazione e la difesa del grande patrimonio di verità morali insegnate dal Vangelo e confermate dalla retta ragione, che servono come il fondamento di una giusta e ben società ordinata”.

    Per questo motivo, il Papa esprime una volta di più il proprio apprezzamento “per la chiara testimonianza pubblica offerta dai Cavalieri di Colombo nel proteggere il diritto e il dovere dei credenti di partecipare in modo responsabile, sulla base delle loro convinzioni più profonde, nella vita della società”. Nell’Anno della Fede, conclude il Messaggio, Papa Francesco “chiede ogni Cavaliere di riaccendere con la preghiera personale, la catechesi e le opere di carità, la luce della fede – lumen fidei – che amplia i nostri orizzonti, apre i nostri cuori all'amore e guida i nostri passi come individui, famiglie e nazioni lungo il cammino della speranza alla quale Dio continuamente guida noi e tutta la storia umana”. (A cura di Alessandro De Carolis)

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    Campagna “Mas por Menos”. Papa Francesco: impegnarsi con tutte le forze per i più poveri

    ◊   Papa Francesco saluta con affetto i cattolici argentini che prenderanno parte alla colletta nazionale “Más por Menos”, promossa dall’episcopato locale, che si svolgerà l’8 settembre prossimo. Quest’anno il motto è “Confidiamo nel tuo aiuto”. In un messaggio a firma del cardinale segretario di Stato, Tarcisio Bertone, il Papa incoraggia quanti cercano “di assumere un impegno cristiano solidale ispirato nella fede in Dio che ha donato tutto per noi”. In occasione di questa iniziativa, dunque, Papa Francesco invita tutti gli argentini “ad identificarsi sempre di più con Cristo, coltivando la sua amicizia con la preghiera e la celebrazione dei Sacramenti, per trovare le forze con le quali dare - senza fermarsi - un prezioso servizio di sostegno alle persone bisognose, in particolare i più poveri”. Nella colletta dell'anno scorso sono stati raccolti quasi 2,9 milioni di dollari. I fondi sono serviti a finanziare numerosi progetti e iniziative nelle diocesi più povere dell'Argentina. (A.G.)

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    La solidarietà del Papa per la tragedia di Rosario: palazzo esplode, 12 morti e 60 feriti

    ◊   Tre persone estratte vive dalle macerie hanno alleviato in parte il dolore per la tragedia che due giorni fa ha scosso la città argentina di Rosario, dove una fuga di gas ha provocato un'esplosione in un palazzo, con un bilancio che a tutt'ora parla di 12 morti, 60 feriti e 12 dispersi. Papa Francesco ha inviato un messaggio di cordoglio all'arcivescovo di Rosario, José Luis Mollaghan, per esprimere la sua vicinanza ai familiari delle vittime. Nel messaggio, trasmesso dalla Segreteria di Stato, il Papa assicura preghiere “per il riposo eterno delle vittime” ed esprime “paterna vicinanza e sollecitudine” per i feriti. La lettura pubblica del messaggio del Papa è avvenuta a Rosario nel corso della processione e Messa per la festa di San Cayetano.

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    Papa Francesco: superare le tentazioni nella Chiesa, dalle ideologie al clericalismo

    ◊   Una Chiesa in stato di missione permanente: è quello che ha chiesto Papa Francesco ai vescovi del Celam, il Consiglio episcopale latinoamericano, nell’ultimo giorno del suo viaggio a Rio de Janeiro. In quell’occasione, il Papa ha elencato una serie di tentazioni che possono far fallire la missione della Chiesa. Parole riecheggiate più volte nei discorsi di Papa Francesco in questi primi 5 mesi di pontificato e che interpellano le Chiese di tutti i continenti. Ce ne parla Sergio Centofanti:

    Servono “lucidità ed astuzia evangelica” per smascherare le tante tentazioni che si mimetizzano nelle dinamiche missionarie della Chiesa e che rischiano di far fallire l’annuncio della Buona Novella. Il Papa ne elenca alcune: le prime quattro sono ideologizzazioni del messaggio evangelico.

    A questo livello – spiega - c’è innanzitutto la tentazione di ridurre la fede ad una dimensione “socializzante”: sono quei cristiani che interpretano il Vangelo secondo le ideologie più varie, che vanno dall’ottica liberista a quella marxista. “Ogni interpretazione ideologica, da qualsiasi parte venga – ha rilevato il Pontefice in un’omelia a Santa Marta – è una falsificazione del Vangelo”. Gli ideologi parlano solo con la testa, non sanno arrivare all’amore, non sanno nulla della bellezza di Dio perché trattano con le idee non con le persone: eppure – sottolinea - “la missione nasce proprio da questo fascino divino, da questo stupore dell’incontro”, perché “la via di Dio è l’incanto che attrae”.

    C’è poi l’ideologizzazione psicologica che riduce l’incontro con Gesù a una dinamica di autoconoscenza. La fede abbandona la sua dimensione spirituale in cerca di un semplice benessere psichico: al centro non c‘è Gesù ma la propria psiche che non esce da se stessa. Sono i cristiani senza la Croce di Cristo.

    Legata a questa c’è la tentazione gnostica: “è solita verificarsi in gruppi di élites – afferma il Papa - con una proposta di spiritualità superiore, abbastanza disincarnata”, propria dei cosiddetti “cattolici illuminati”: oggi – sottolinea - sono gli “eredi della cultura illuminista”, “cristiani satelliti che hanno una piccola Chiesa a propria misura”, cristiani che seguono le mode del tempo.

    La quarta e ultima tentazione ideologica è la “proposta pelagiana”: appartiene a quanti, di fronte ai mali della Chiesa, cercano “una soluzione solo disciplinare, nella restaurazione di condotte e forme superate” con “tendenze esagerate alla ‘sicurezza’ dottrinale”. Qui si “cerca di ‘recuperare’ il passato perduto”. “Lo Spirito Santo – ha affermato il Papa in un’altra omelia a Santa Marta – ci dà fastidio perché ci muove, ci fa camminare, spinge la Chiesa ad andare avanti”. Il Concilio Vaticano II è “un’opera bella dello Spirito Santo”; ma c’è chi non vuole cambiare, “di più: ci sono voci che vogliono andare indietro. Questo si chiama essere testardi”.

    Dopo le tentazioni ideologiche, il Papa parla di quelle legate al cosiddetto “funzionalismo”, la cui azione nella Chiesa – afferma – “è paralizzante”. In questo caso il cammino di fede diventa fede nella “tabella di marcia del cammino”. “La concezione funzionalista non tollera il mistero, va alla efficacia”, è efficientista. “Riduce la realtà della Chiesa alla struttura di una Ong. Ciò che vale è il risultato constatabile e le statistiche”, i numeri, secondo “modalità imprenditoriali”: è una sorta di “teologia della prosperità” che riduce la pastorale all’aspetto organizzativo. Invece “Dio – ha detto il Papa all’Episcopato brasiliano - vuole manifestarsi proprio attraverso i nostri mezzi, mezzi poveri, perché sempre è Lui che agisce”.

    Infine, c’è la tentazione del clericalismo, che spesso – sottolinea il Papa - è “una complicità peccatrice: il parroco clericalizza e il laico gli chiede per favore che lo clericalizzi, perché in fondo gli risulta più comodo”. Si tratta di un fenomeno che impedisce la “crescita della responsabilità laicale”. E’ una Chiesa che cade nell’immobilismo. Papa Francesco ha parlato di una “Chiesa babysitter” che addormenta invece di svegliare. Ma la Chiesa – afferma il Papa - è madre e genera figli che sono protagonisti, credenti con il coraggio e la passione di annunciare il Vangelo in tutto il mondo.

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    Rinuncia episcopale in Francia

    ◊   In Francia, Papa Francesco ha accettato la rinuncia al governo pastorale della diocesi di Nice, presentata da mons. Louis Sankalé, in conformità al canone 401 - par. 2 del Codice di Diritto Canonico.

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    La compassione vinca disumanità e indifferenza nel mondo: così il card. Turkson a Nagasaki

    ◊   Una preghiera a “Dio misericordioso” affinché aiuti l’uomo a guardare “con compassione ai tanti problemi dell’umanità”. A recitarla è stato il cardinale Peter Turkson a Nagasaki, in Giappone. Il presidente del Pontificio Consiglio Giustizia e Pace è intervenuto ad una cerimonia interreligiosa svoltasi presso il Ground-Zero Park della città, in memoria delle vittime del bombardamento atomico del 9 agosto 1945. Il servizio di Isabella Piro:

    Ha ricordato le tante sofferenze dell’umanità il card. Turkson nel corso della cerimonia interreligiosa a Nagasaki: ha citato “le guerre, i milioni di persone che soffrono la fame, gli innumerevoli rifugiati, i disastri naturali, i conflitti crudeli e inutili, la disumanità reciproca”. Soprattutto, il porporato ha evidenziato quella “globalizzazione dell’indifferenza”, già stigmatizzata da Papa Francesco l’8 luglio scorso, durante la visita a Lampedusa. Pregando anche per coloro che soffrono ancora a causa gli effetti della radioattività scaturita dalle bombe atomiche, il presidente del dicastero vaticano ha auspicato un tempo in cui “le nazioni potranno vivere in pace e le popolazioni potranno essere libere dalla paura e dal bisogno”, grazie “alla luce della verità di Dio e nella certezza del suo amore, senza più violenza, sofferenza e lacrime”. Infine, il porporato si è rivolto a “Maria, Regina della Pace e del Giappone”, implorando il suo aiuto affinché gli uomini comprendano che “la prima pace da raggiungere è quella di un cuore libero dal peccato”. Arrivato in Giappone il 5 agosto scorso, il presidente del Pontificio Consiglio Giustizia e Pace ha reso omaggio, nei giorni scorsi, alle vittime della bomba atomica di Hiroshima. Domani, invece, sempre a Nagasaki, il card. Turkson presiederà la Santa Messa per la pace nel mondo. La visita del porporato si inserisce nell’iniziativa “Dieci giorni per la pace”, promossa dalla Conferenza episcopale giapponese, in memoria delle vittime dei bombardamenti atomici ed in programma fino al 15 agosto. Da ricordare che il Ground-Zero Park di Nagasaki si trova nei pressi dell’ipocentro dell’esplosione atomica e ospita la statua-simbolo della pace, opera dello scultore locale Seibo Kitamura: si tratta di un uomo raffigurato con la mano alzata al cielo verso il punto in cui cadde la bomba; il braccio sinistro esteso in segno di pace eterna; gli occhi chiusi per una preghiera per le vittime; una gamba piegata in segno di meditazione e riflessione per il futuro e l’altra gamba con il piede sul suolo che rappresenta la necessità di alzarsi e protestare contro le bombe nucleari.

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    Oggi su "L'Osservatore Romano"

    ◊   Il Papa istituisce il comitato di sicurezza finanziaria: Motu proprio per contrastare il riciclaggio, il finanziamento del terrorismo e la proliferazione di armi di distruzione di massa.

    Per comunicare la novità dello Spirito: Dario Edoardo Viganò sul viaggio di Papa Francesco in Brasile raccontato dalle telecamere del Centro televisivo vaticano.

    Accanto a chi ha bisogno: in un messaggio per l’annuale convention la stima del Papa per i Cavalieri di Colombo.

    Londra, svolta in stile Fed: nel servizio internazionale, in rilievo la nuova strategia della Banca centrale britannica.

    I nostri giorni nel Regno di Op: in cultura, Giulia Galeotti sull'oncologia pediatrica.

    Ucciso a 17 anni per una maldicenza: Cristian Martini Grimaldi su Pedro Calungsod il secondo santo delle Filippine.

    La risorsa di non avere risorse: Carla Bettinelli sulla filosofa Edith Stein nel giorno della memoria liturgica.

    Quanto cinema in quei dipinti: Antonio Paolucci sul restauro del «Martire fra le tigri» di Franz Floris di Anversa.

    Una visione che cambiò il mondo: Vladislav Tzypin sul culto di san Costantino e santa Elena in Russia.

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    Oggi in Primo Piano



    Obama andrà al G20 ma non incontra Putin, dopo l’asilo di Mosca a Snowden

    ◊   Si discute delle relazioni tra Russia e Stati Uniti dopo che Obama ha annullato l'incontro bilaterale con Putin, previsto in occasione della sua trasferta per il G20 di San Pietroburgo il 5 e 6 settembre, in segno di protesta per la vicenda Snowden. La Casa Bianca ricorda “la deludente decisione” della Russia di concedere asilo temporaneo all’ex-contractor di un'agenzia di intelligence americana ricercato per spionaggio, rifiutando la richiesta Usa di estradizione. Il Cremlino ha risposto che “gli Usa non sono pronti a costruire relazioni con la Russia su basi paritarie". Obama parla di richiami alla Guerra Fredda. Fausta Speranza ne ha parlato con Daniele De Luca, docente di Storia delle relazioni internazionali all’Università del Salento:

    R. – Due cose sono importanti: primo, domani ci sarà comunque un incontro tra i ministri degli Esteri russo e americano e anche della Difesa. Naturalmente, si discuterà della questione di Snowden, si discuterà delle altre questioni. Però, il fatto che questo non sia stato annullato è già un fatto estremamente importante. Poi, è stato annullato, sì, il rapporto bilaterale privato tra Putin e Obama, ma non è stato assolutamente annullato direttamente – perché così non si poteva – l’incontro del G20 a settembre a San Pietroburgo, a cui saranno presenti i presidenti, i ministri degli Esteri, i ministri della Difesa. Quindi, è una mossa, sì, a sorpresa, ma molto più di forma che di sostanza.

    D. – Dal 2009, era partito il progetto “Reset”, con le migliori intenzioni da una parte della Clinton, Segretario di Stato Usa, dall’altra di Lavrov, ministro degli Esteri russo. Ma a che punto siamo? Si è tutto arenato?

    R. – Ma, io non credo. Certo, mi ha sorpreso l’affermazione del presidente Obama quando dice: “La Russia è tornata ai tempi della guerra fredda”. In un modo o nell’altro, la guerra fredda tra le due grandi potenze c’è sempre stata. In un modo o in un altro, continua a esserci. Bisogna dire che il caso Snowden è un caso particolare, che ha anche del paradosso, nel senso che Snowden – che si è presentato come paladino della libertà denunciando le “malefatte” del sistema di difesa nazionale americano – poi alla fine ricevuto questo asilo temporaneo da una nazione che, negli ultimi tempi, non è che si sia dimostrata essa stessa paladina della libertà... Altre questioni sono al momento sospese – la Siria, per esempio – e questo rallenta i rapporti di definitiva pacificazione tra Russia e Stati Uniti.

    D. – Ecco, parliamo proprio delle questioni in cui Stati Uniti e Russia non possono non avere le mani in pasta insieme. Parliamo della Siria ma parliamo anche del previsto ritiro degli Stati Uniti dall’Afghanistan…

    R. – Forse, la questione più seria è la questione della Siria, perché l’Afghanistan è una questione più personale degli Stati Uniti: gli Stati Uniti dovranno sbrigarsela un po’ da soli, perché lì la Russia è rimasta un po’ a guardare, anche per un’alleanza storica con l’Iran e per gli interessi che l’Iran ha verso quell’area. La questione siriana è più complicata, perché non c’è solo la Russia: c’è l’Iran, c’è Israele…

    D. – Professore, è davvero la prima volta che un leader americano cancella un incontro già fissato? Davvero non ci sono stati altri momenti simili da dopo la Guerra Fredda?

    R. – Sì, ci sono state forti tensioni, ma si è sempre evitata una cosa del genere, e forse ora è come cogliere un po’ la palla al balzo per una presa di posizione. Cioè: il fatto che una nazione come la Russia accolga una persona come Snowden a questo punto gioca forse più a favore degli Stati Uniti che della Russia stessa.

    D. – Che cosa possiamo dire della società civile russa e di quella americana: hanno davvero superato la mentalità da Guerra fredda? Nella sensibilità diffusa ci sono atteggiamenti che in qualche modo "supportano" gli atteggiamenti rispettivamente di Putin e di Obama ed emergono eventualmente in questa vicenda?

    R. – Io ho difficoltà a parlare dell’opinione pubblica russa, perché non so come identificarla. Mentre è abbastanza chiaro che ci siano delle lobby di pressione nella società americana che possono essere gli intellettuali, i giornalisti, le lobby etniche... Nel caso della Russia, ho qualche difficoltà a individuarle perché la società russa è terribilmente spaccata a metà tra chi ha molto e chi non ha nulla che sicuramente chi non ha nulla certo non sta a preoccuparsi della questione di spionaggio o altro. Sicuramente, la Russia ha problemi diversi e forse un’idea di libertà e di opinione pubblica completamente diversa dalla società occidentale.

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    I vescovi del Libano: subito un governo per far fronte all'instabilità e all'accoglienza dei profughi

    ◊   Il Libano, a stretto contatto con la crisi siriana, vive un momento di forte instabilità interna, alla quale si deve far fronte superando lo stallo istituzionale con la formazione di un governo. Lo affermano in un documento i vescovi maroniti a conclusione di un incontro tenutosi ieri, presieduto dal card. Bechara Raï. Si auspica anche il controllo della circolazione delle armi e la fine degli attacchi ai danni dell’esercito. Infine, i vescovi parlano del dovere umanitario nazionale di accoglienza nei confronti degli sfollati sia siriani, che palestinesi, il cui numero supera di gran lunga il milione a fronte di una popolazione di quattro milioni di abitanti. Della situazione libanese Giancarlo La Vella ha parlato con Camille Eid, esperto di Medio Oriente del quotidiano Avvenire:

    R. – In Libano, il premier incaricato, Tammam Salam, fatica a formare il governo. Adesso ci sono nuove speranze di formare un governo neutrale, pur sapendo che trovare persone neutrali in Libano è una missione difficile. Sembra che le grandi potenze vogliano congelare la situazione libanese, in attesa di capire l’andamento della guerra in Siria. Questo non giova sicuramente alla vita politica libanese, soprattutto quando poi, in più, ci sono incidenti che coinvolgono l’esercito o le forze di sicurezza.

    D. – Questa fase di stallo istituzionale che sta vivendo il Libano, com’è condizionata dalla crisi siriana?

    R. – E’ condizionata dal coinvolgimento delle parti libanesi nel conflitto. Se inizialmente si poteva parlare di una simpatia per gli oppositori o le forze del regime siriano, adesso invece si parla di un coinvolgimento proprio fisico, militare. Sappiamo che Hezbollah ha messo il suo coinvolgimento nella battaglia di Qusair, attualmente, di Homs e di Aleppo, al fianco delle forze del’Esercito siriano, e accusa chiaramente i suoi rivali politici di sostenere finanziariamente, quando non militarmente, i gruppi dell’opposizione siriana. Abbiamo, quindi, un coinvolgimento che rischia di passare all’interno del confine libanese. Per questo i vescovi maroniti lamentano che il Libano non può, a distanza di pochi anni, rivivere un clima di guerra.

    D. – I vescovi pongono l’accento sulla presenza degli sfollati siriani, ma ancor prima di quelli palestinesi, e auspicano che si rispetti questo dovere umanitario nazionale...

    R. – Chiaramente, ponendo comunque l’accento sul rispetto della giustizia, perché sappiamo che con la ripresa dei negoziati tra israeliani e palestinesi, la questione dei rifugiati palestinesi è posta tra le questioni importanti da risolvere, e sappiamo che ci saranno dei compromessi. Se questo compromesso sottintende l’obbligo per il Libano di mantenere da 300 a 400 mila palestinesi sui suoi territori, allora sappiamo che il Libano sarà forzato ad accettare una cosa, che non gradisce affatto.

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    Egitto. Sostenitori di Morsi protestano e annunciano “una nuova rivoluzione”

    ◊   La fine del Ramadan segna il ritorno in piazza al Cairo dei sostenitori di Morsi, mentre Stati Uniti e Unione Europea restano a disposizione per una soluzione pacifica del conflitto nel Paese. In un colloquio telefonico tra Obama e il premier turco Erdogan, manifestata preoccupazione per lo stallo politico in Egitto e in Siria. Il servizio di Roberta Barbi:

    È una manifestazione a metà tra la protesta e la festa di Eid al-Fitr, che segna la fine del digiuno del Ramádan, quella che ha fatto tornare in piazza oggi i sostenitori di Morsi, nonostante l’ultimatum del governo ad interim e la promessa di sgomberare i sit-in quanto prima nella piazza simbolo davanti a Rabaa al-Adawiya, mentre piazza Tahrir, luogo simbolo della fazione opposta dei Tamarod, resta ancora deserta. Scontri si sono invece registrati nel governatorato di Beni Suef, a sud del Cairo, dove almeno un manifestante è rimasto ferito. E secondo indiscrezioni potrebbero esserci segnali di distensione tra le forze armate e i Fratelli musulmani, che però hanno annunciato, dopo la festa una “nuova rivoluzione”: intanto, oggi la Procura ha ritirato il capo d’imputazione più grave – istigazione alla violenza – per Saad el-Katatni, il presidente del partito per la Libertà e la Giustizia considerato il braccio politico della Fratellanza, fatto che potrebbe costituire un preludio alla sua scarcerazione. Dal canto loro, gli islamisti hanno autorizzato un sopralluogo a Rabaa al-Adawiya da parte di una delegazione del parlamento europeo e di un gruppo di operatori umanitari, anche per dimostrare di non nascondere né armi né munizioni.

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    Medici senza frontiere: gravissima situazione umanitaria in Darfur

    ◊   Sempre gravissima la situazione umanitaria in Darfur. Un’indagine di Medici senza Frontiere conferma che decine di migliaia di persone, tra rifugiati del Darfur e ciadiani rimpatriati, sono fuggite dai violenti scontri nel Darfur nel periodo compreso fra gennaio e maggio 2013 e hanno cercato rifugio nella zona di Tissi, nel sud-est del Ciad. Il 93% delle morti tra gli sfollati è avvenuto in Darfur, prima di raggiungere il Ciad, ed è stato causato principalmente dalla violenza. Salvatore Sabatino ne ha parlato con Stella Egidi, coordinatore medico di Msf Italia:

    R. – Stiamo intervenendo nella zona di Tissi nel sud-est del Ciad dall’aprile scorso; zona dove si è riscontrata un'imponente ondata di afflussi provenienti dal vicino Darfur. Si tratta di rifugiati provenienti dal Darfur e, addirittura, cittadini ciadiani precedentemente spostatisi in Darfur che ora rientrano nel loro Paese. Le condizioni che abbiamo riscontrato sono ovviamente gravissime; la maggioranza delle morti riportate da questa popolazione è appunto legata a fenomeni di violenza.

    D. – Nelle testimonianze che voi avete raccolto, i rifugiati parlano di molte persone che sono state colpite da armi da fuoco, di villaggi dati alle fiamme, rasi al suolo e saccheggiati. Insomma, una situazione davvero drammatica…

    R. – Esattamente. Le testimonianze sono molto toccanti. Abbiamo in prima persona assistito, nelle ultime settimane, circa 80 persone – 30 soltanto nella scorsa settimana – 13 delle quali tra l’altro hanno necessitato il trasferimento in una struttura di più alto livello, a causa delle conseguenze riportate a seguito delle ferite.

    D. – A peggiorare la situazione ci sono anche i fattori climatici: le piogge che interessano quell’area, da giugno a settembre, e questo ovviamente complica la vostra azione…

    R. – Ovviamente. Come sempre ad una catastrofe se ne aggiunge un’altra: questo è il periodo delle piogge che non solo complicano i trasporti e i trasferimenti rendendo estremamente difficoltoso portare farmaci e attrezzature, l’occorrente per assistere adeguatamente queste persone; ma portano con sé anche un aggravarsi delle condizioni sanitarie. Quindi, rischio di epidemie: epatite E, colera e la malaria soprattutto su cui già stiamo avviando interventi di prevenzione nella popolazione che stiamo assistendo.

    D. – Qual è la situazione per quanto riguarda i bambini?

    R. – I bambini ovviamente, come sempre, sono le prime vittime di queste situazioni. Sono tra le categorie più vulnerabili, sono le categorie che per prime soffrono stati di malnutrizione e soffrono le più gravi conseguenze delle patologie che ho menzionato. Sono le principali vittime della malaria in particolare, per cui sicuramente necessitano in queste situazioni un’attenzione specifica e molto alta.

    D. – Di cosa hanno bisogno maggiormente queste persone. Vuole lanciare un appello?

    R. – Hanno bisogno veramente di tutto: hanno bisogno dell’assistenza internazionale, dell’assistenza delle organizzazioni governative e non. Noi interveniamo anche nel centro di Ab Gadam - nei pressi di Tissi - dove sono state trasferite 17 mila persone dal primo campo, per alleviare le condizioni di vita. Anche qui in realtà la situazione è catastrofica: l’approvvigionamento di acqua - per le condizioni climatiche attuali - è estremamente difficoltoso e si calcola che le persone in questo momento possano disporre soltanto di un litro di acqua al giorno per persona; lo standard internazionale è quantomeno di 20 litri di acqua al giorno per persona.

    D. – Il suo, insomma, è un appello soprattutto alla Comunità internazionale per far sì che questa crisi non vada a finire nel solito "dimenticatoio"…

    R. – Assolutamente. Mantenere alta l’attenzione è sempre il primo passo per poter poi aiutare adeguatamente chi ne ha bisogno.

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    Approvato il Decreto lavoro in Italia: il commento di Giacomo Vaciago

    ◊   Sgravi contributivi per assumere gli under 29, rinvio dell’aumento dell’Iva al primo ottobre e un ulteriore sblocco per i pagamenti dei debiti della Pubblica Amministrazione. Sono alcune delle misure previste nel Decreto lavoro, approvato ieri dalla Camera. Il ministero del Lavoro rende noto che sono oltre 190 mila, di cui 54 mila operanti nel Mezzogiorno, le imprese orientate ad utilizzare gli incentivi previsti dal decreto. Il servizio di Amedeo Lomonaco:

    Il decreto prevede sgravi per assumere giovani under 29 e, in particolare, per le imprese che assumono con contratti a tempo indeterminato giovani tra i 18 e i 29 anni. Stanziati per il periodo 2013 - 2016 oltre 500 milioni per stabilizzare l’occupazione nelle regioni del Sud e altri 294 milioni nel resto del Paese. L’economista Giacomo Vaciago:

    “É chiaro che se l’economia riparte e c’è ripresa, questi provvedimenti che tutelano singole classi di lavoratori - stiamo parlando della classe dei più giovani che sono quelli sui quali si è concentrato il costo della crisi - sono utili. Non lo sarebbero stati un anno fa quando tutti licenziavano. Se la ripresa è confermata nei prossimi mesi, questi provvedimenti nel corso del 2014 faranno sicuramente del bene”.

    Un'altra misura riguarda il rinvio dell’aumento dell’Iva: slitta dal primo luglio al primo ottobre il termine dell’aumento dell’aliquota ordinaria dal 21% al 22%.

    “Era nella logica con la quale il governo si è formato qualche mese fa. In altre parole, eravamo nel momento di massima caduta dei consumi e un aumento dell’Iva, che interveniva qualche mese fa proprio nel momento della massima contrazione della spesa delle famiglie, sarebbe stato micidiale. Non sono sicuro che basti un rinvio al primo ottobre. Forse, se si riuscisse a fare una seria spending review, si potrebbe concentrare la riduzione del deficit su altre voci di spesa inutile - che pure ci sono - però è anche chiaro che se si aspetta sempre, poi dopo all’ultimo l’unica cosa che si riesce a fare è aumentare le tasse”.

    Nel decreto si prevede inoltre lo sblocco di altri 20-25 miliardi di pagamenti dei debiti della Pubblica Amministrazione. Introdotta anche la garanzia dello Stato per la cessione alle banche e alla Cassa deposito e prestiti dei crediti certificati delle imprese verso la Pubblica Amministrazione con un tasso di sconto del 2%. Ancora l’economista Giacomo Vaciago:

    “Ci hanno anche spiegato, nei mesi passati, che una parte del debito non emergeva perché veniva messa sotto il tappeto: non si facevano più i pagamenti, cioè si allungavano moltissimo i termini di pagamento. In pratica, il settore pubblico comprava ma non pagava, cosa che non succede negli altri Paesi dell’Europa. Questo a conferma che nel nostro Paese, il rispetto della legge è ancora molto opinabile e il settore pubblico, che dovrebbe dare il buon esempio, spesso fa il contrario”.

    II decreto prevede poi maggiori finanziamenti in diversi ambiti. Il fondo per il diritto al lavoro dei disabili viene incrementato con 10 milioni di euro nel 2013 e 20 milioni nel 2014. La sperimentazione della social card, attualmente in corso in 12 città, viene estesa a tutto il Sud e finanziata con 167 milioni di euro nel biennio 2014-2015. Il fondo per il servizio civile è incrementato di 1,5 milioni di euro per il 2013 e di 10 milioni per il 2014. Stanziato anche 1 milione di euro per il Fondo straordinario “Mille giovani per la cultura”. Arrivano poi 5,5 milioni di euro in più l’anno, a partire dal 2014, per favorire l’attività lavorativa dei detenuti. Si tratta di capitoli di spesa significativi, per i peculiari ambiti in cui sono previsti, ma non rilevanti da un punto di vista economico:

    “Diciamo che sono più simbolici che rilevanti sul piano quantitativo. Danno un segnale di importanza attribuita a voci di spesa che hanno un forte valore nel sociale. Ho seri dubbi sul fatto che cambino abbastanza la situazione; pensiamo alle carceri e a quante volte l’Italia è stata ammonita da Bruxelles perché abbiamo penitenziari indegni di un Paese civile ... È chiaro che poi qualche voce di spesa in opere di carità o di buona convivenza sono utili, ma forse dovremmo tutti cominciare a far funzionare meglio le cose fondamentali di un Paese civile”.

    Anche per le sigarette elettroniche scattano, infine, il divieto di pubblicità e le norme a tutela della salute dei non fumatori.

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    Senato: sì all'urgenza della riforma elettorale. Il prof. Baggio: pensare a una classe dirigente collaborativa

    ◊   La situazione politica italiana continua a rimanere in bilico dopo la conferma della condanna di Berlusconi in Cassazione per la sentenza Mediaset. Pd e Pdl continuano a confrontarsi sulle prospettive del governo e sulle responsabilità di un’eventuale crisi. Il Senato ha detto sì alla richiesta di esaminare con urgenza la riforma della legge elettorale, mentre alla Camera è in corso l’esame del Decreto legge del Fare. Sulla situazione, Luca Collodi ha intervistato il prof. Antonio Maria Baggio, docente di filosofia politica all’Università Sophia di Loppiano:

    R. – Noi abbiamo un governo che vede messe insieme per forza, perché non si poteva fare diversamente, due componenti politiche che per venti anni si sono combattute in una maniera distruttiva. Per distruttiva intendo il fatto che ogni governo dedicava buona parte del tempo a distruggere quello che aveva fatto il governo precedente. E al centro del dibattito, come anche oggi c’è stato, c’è il ruolo di Berlusconi e dei suoi oppositori. Quindi, in sostanza, sono venti anni che in questo Paese non si fanno riforme serie e non si fa un dibattito politico serio. Quello che sarebbe necessario adesso è presentare al Paese, nel più breve tempo possibile, due forze politiche liberate dai loro rispettivi condizionamenti.

    D. – Che tipo di crisi stiamo vivendo?

    R. – È crisi di equilibrio tra i poteri, è crisi economica ed è certamente crisi di partiti. Quindi una crisi generale di tutti gli aspetti della classe dirigente.

    D. – È una crisi dovuta anche ad un disordine istituzionale e alla mancanza di una valida classe dirigente?

    R. – Abbiamo le leggi, abbiamo una Costituzione, abbiamo le regole per vivere politicamente. Il problema è che indebolendosi uno dei poteri - la politica - sono altri i poteri che prendono il suo spazio. Questo dura - appunto - da Tangentopoli in poi, da quando cioè non c’è un ruolo forte da parte della politica. La politica nel nostro Paese è debole, e uno dei nostri problemi principali è creare una classe dirigenziale politica diversa e di spessore. Adesso - forse - bisogna iniziare a pensare ad una classe dirigente plurale, diffusa, collaborativa che si stende come una rete; e questo implica una partecipazione molto più forte da parte dei cittadini.

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    La storia d'amore e di fede di Chiara Corbella Petrillo in un libro ad un anno dalla sua morte

    ◊   Semplice, vero, intenso: è il libro, edito da Porziuncola intitolato “Siamo nati e non moriremo mai più. Storia di Chiara Corbella Petrillo” scritto a quattro mani da Simone Troisi e Cristiana Paccini. E’ una pubblicazione nella quale si racconta la vita di una ragazza romana scomparsa a 28 anni dopo aver scelto di non curare un tumore per dare alla luce il figlio. Una vicenda che ha commosso il mondo. Ce ne parla Benedetta Capelli:

    E’ la storia di un “sì”, di un “eccomi” detto con gioia, con determinazione e vissuto nel completo affidamento al Signore. La vita di Chiara Corbella è nell’essenzialità: quella di una ragazza innamorata di Enrico ma soprattutto di un cuore innamorato di Dio. E’ la storia di una sposa che ha voglia di normalità, ma quando ci si lascia plasmare dalle mani del Signore la normalità diventa qualcosa di diverso. E allora Chiara sperimenta il suo "sì" in Maria Grazia Letizia: la bimba passa in 40 minuti dalle “loro braccia a quelle del Padre”. Con lei – scrive Chiara – abbiamo fatto “un’esperienza di eternità unica”. Poi arriva Davide Giovanni, un bambino imperfetto – direbbe qualcuno – ma per questa coppia è l’ennesima prova della Croce che il Signore dona. “Io me la devo prendere – dice Enrico – perché in quella Croce scoprirò qualcosa che il Signore mi vuole dire”. Enrico Petrillo:

    “Non siamo noi ad aver creato la vita di nessuno. Nelle testimonianze dico sempre questa cosa: noi mettiamo degli ingredienti, ma di fatto tante persone li mettono ma i figli non vengono e non è scontato un figlio sano come non è scontato un figlio malato. Ma il fatto straordinario della storia è proprio Francesco che, invece di essere malato, è sano. Noi abbiamo sempre chiesto al Signore di meravigliarci: cioè, il fatto che il Signore ci chiedesse delle cose un po’ al di là delle nostre capacità – un po’ tanto, direi – noi abbiamo detto sì: ed è lì che sperimenti che un Altro ti porta, è lì che fai un incontro ed entri proprio in questa logica dell’incontro”.

    E’ Francesco il terzo figlio di Chiara che arriva quando lei scopre di avere un carcinoma alla lingua. Questa giovane mamma sceglie di sospendere le cure fino a quando il suo bimbo non verrà alla luce. Qui comincia un’altra storia, il Calvario, che – nel disegno del Signore – inizia nella Settimana Santa. “La sofferenza è una danza – dicono – Dio ti invita a danzare con Lui e se dici di sì, scopri che insieme al dolore c’è anche la pace e la gioia”. Simone Troisi e Cristiana Paccini sono gli amici – i fratelli, così si definiscono – che hanno raccontato questa storia di fede, di dedizione e di amore. Simone Troisi:

    “Il libro cerca di rispondere ad un desiderio fortissimo di conoscere la storia di Chiara che c’è stato da subito, sin da quando si è saputo che stava male: già nella parrocchia si cominciava a diffondere la voce, a fare richieste di preghiere… Nel momento in cui è morta poi, il 13 giugno 2012, il funerale ha raccolto un numero enorme di persone e da lì in poi da tutto il mondo sono arrivate richieste, soprattutto a Enrico, di conoscere questa storia perché è una storia che parla veramente al cuore: parla di speranza e di una speranza che non può morire, cioè può continuare a esserci sempre, anche di fronte alle difficoltà, nelle tenebre più oscure… La storia di Chiara insegna che si può essere, come dice lei anche nella lettera a Francesco, si può essere felici sempre, si può pretendere la felicità in ogni situazione”.

    Sua moglie, Cristiana Paccini, descrive così la sua esperienza di scrivere un libro su Chiara:

    “Da una parte, è stato molto bello per noi, perché è stata l’occasione per andare un po’ alle fonti della vita: nel nostro oggi, nelle nostre gioie, nelle difficoltà … E’ stato bello vedere lo stile di Dio, che ti dice – appunto – che puoi essere felice in ogni situazione. Era importante raccontare solo quello che il Signore aveva compiuto, attraverso Chiara”.

    “Impossibile percorre la stessa strada di Enrico e Chiara? – si legge nel libro - No se si conosce il segreto: dire il proprio sì ogni giorno, accogliere quotidianamente la propria prova, la propria storia. Fidarsi di Gesù che ti dice ‘Non temere’. Diventare figli di Dio. In realtà, già lo siamo, il problema è che non lo sappiamo”. Ancora Cristiana Paccini:

    “Chiara si arrabbiava tantissimo quando qualcuno le diceva che tutto quello che viveva – appunto, questa gioia, questa speranza che viveva – era riservata solo a lei perché lei ormai era brava, era disponibile, era ‘santa’. E invece, lei non è meno, anzi, è più figlia degli altri. Il Signore ha riservato a ognuno questa grazia e quindi la Buona Notizia che volevo dire in questo libro è proprio che il Signore ha pensato per ognuno di noi questa gioia, questa possibilità di vivere il Cielo, ma proprio concretamente, non per forza in una malattia: a ognuno, nella propria storia, nella propria croce, anche – piccola o grande che sia – il Signore ha riservato questo progetto di bene. La cosa bella bellissima è che Chiara era – è! – una sposa semplice, che ha vissuto profondamente le cose quotidiane – la cucina, il fatto di prendersi cura di Francesco… Era bello che tutto era ‘alla portata’: si parlava del giardino come della vita eterna, come di un bimbo che vivrà pochi minuti… Veramente, una gioia e una semplicità che ti facevano toccare la vita eterna con un dito!”.

    Una storia che può sembrare straordinaria, fuori dal comune, non “alla portata” ma per Enrico è esattamente il contrario:

    “Secondo noi, non avevamo molte alternative. C’era una strada dritta che ci metteva davanti il Signore, ci dovevamo fidare. E, se vuoi, è la scelta più intelligente per soffrire di meno. Infatti, sfido a vedere Chiara morire felice. Io mi sento un marito, un padre sicuramente con tanto dolore dentro, però anche con tanta gioia. E quindi, sono contento di questa storia che il Signore sta scrivendo nella mia vita”.

    “Il miracolo che raccontiamo – scrivono Simone e Cristiana – non è quello di una guarigione fisica ma è una gioia disarmante, semplice e schietta, la perfetta letizia di Francesco d’Assisi che cambia il male in bene”. Ed è in una lettera che Chiara scrisse al suo Francesco, nel giorno del suo primo compleanno, in cui si legge un segreto – il segreto – che lei rivela semplicemente: “Posso solo dirti che l’Amore è il centro della nostra vita, perché nasciamo da un atto d’amore, viviamo per amare e per essere amati, e moriamo per conoscere l’amore vero di Dio”.


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    Nella Chiesa e nel mondo



    I musulmani d’Italia rispondono al Papa: grazie per il messaggio e la gentilezza

    ◊   Con “straordinario piacere” i musulmani d’Italia hanno ricevuto il messaggio autografo inviato da Papa Francesco in occasione della fine del Ramádan e della festa dell’Id al-Fitr, per la quale è invocato “rispetto reciproco”. Lo scrive oggi, in una lettera di risposta al Pontefice, l’Unione delle Comunità e Organizzazioni Islamiche in Italia (Ucoii) che ha voluto sottolineare la “gentilezza” di Papa Francesco: un atteggiamento - si afferma - che, assieme a educazione e rispetto, deve "far parte della nostra prassi quotidiana, ognuno per quello che può e sa, spesso un sorriso vale più di mille parole”. L’Ucoii ricorda, poi, gli anni difficili in cui ha sofferto per “colpe che non avevamo commesso”, continuando a tenere fermo il timone “verso il dialogo e la condivisione etica”. “Rafforzati dal periodo di purificazione appena trascorso – concludono – vogliamo esprimerle Santità i sensi della nostra gratitudine per il messaggio che ha voluto sottoscrivere personalmente, unitamente all’impegno indefettibile alla realizzazione di una maggiore e coesa unità d’intenti a favore del creato di cui i figli di Adamo ed Eva sono stati scelti come custodi”. (A cura di Roberta Barbi)

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    Messaggio dei vescovi del Niger per la fine del Ramádan

    ◊   La collaborazione tra credenti di fedi diverse per la salvaguardia del Creato è il tema scelto quest’anno dai vescovi del Niger per il loro messaggio alla comunità musulmana del Paese, in occasione della fine del Ramádan: “Dio ci invita a collaborare strettamente alla sua creazione rispettando la natura e proteggendola dai devastatori che non hanno altro interesse che il loro guadagno egoista – scrivono i vescovi, le cui parole sono riportate dall’agenzia Fides – salutiamo ogni iniziativa per riparare la creazione degradata dalla mano dell’uomo e incoraggiamo tutte le opere di sensibilizzazione nei confronti delle nuove generazioni per la protezione dell’ambiente”. La festa della fine del mese sacro del digiuno, infatti, in Niger, coincide con l’inverno, stagione in cui numerosi nigerini lavorano con ardore nei campi confidando in un raccolto fruttuoso e generoso: “Che Dio conceda a ogni famiglia il frutto del proprio duro lavoro e doni una pioggia regolare e benefica”, concludono i presuli. (R.B.)

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    Afghanistan. Esplode bomba in cimitero, 10 morti

    ◊   La festa di Eid al-Fitr che segna la fine del Ramadan è stata segnata dalla violenza in Afghanistan, dove l’esplosione di un ordigno in un cimitero ha causato la morte di una decina di donne e il ferimento di altre due donne e di un bambino. L’episodio è avvenuto a Jalalabad, nella provincia orientale di Nangarhar, già teatro pochi giorni fa di un grave attentato al consolato indiano che ha causato una decina di vittime. Secondo le fonti di polizia che hanno informato del fatto, le donne stavano visitando le tombe di familiari membri delle forze di sicurezza afghane morti nel corso dell’anno appena trascorso. Al momento, nessuna sigla del terrore ha rivendicato l’attacco. (R.B.)

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    Pakistan. Monsoni e alluvioni fanno oltre 80 morti e migliaia di sfollati

    ◊   È di almeno 84 morti, 44 feriti e migliaia di sfollati il bilancio – purtroppo ancora provvisorio secondo AsiaNews - delle alluvioni causate dalle forti piogge monsoniche che in questi ultimi giorni hanno colpito il Pakistan. La National Disaster Management Authority riferisce di almeno 22 vittime nella provincia meridionale di Sindh, altre 18 nel Beluchistan, 15 nel Punjab e 14 nella provincia di Khyber-Pakhtunkhwa, oltre a una dozzina nel Kashmir packstano. Sono oltre duemila, inoltre, le abitazioni seriamente danneggiate, tanto che a Karachi e Peshawar, è dovuto intervenire l’esercito, ma anche alcune strade della capitale Islamabad fino a ieri erano invase dall’acqua. Ma in Pakistan, purtroppo, si continua a morire anche a causa del terrorismo: sull’attentato di ieri a Karachi, dove un’autobomba ha ucciso 11 persone, tra cui diversi bambini, e ne ha ferite 26, è tornato a parlare il vescovo di Islamabad-Rawalpindi, mons. Rufin Anthony, che ha fortemente condannato il fatto, accaduto in una città “la cui popolazione ha già sofferto molto”. Il presule ha definito tali episodi “atti cospiratori per minare la pace in un Paese sempre più vittima del terrorismo e che da anni paga un prezzo altissimo alla guerra contro il terrore”. Infine, il vescovo ha rivolto un appello al governo, chiamato ad affrontare “sfide enormi quali il terrorismo, violenze confessionali e questioni economiche. Sono tempi duri e la nazione deve essere unita contro il terrore”. (R.B.)

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    Pakistan. Attentato kamikaze a un funerale a Quetta, 38 morti

    ◊   Un kamikaze si è fatto esplodere tra la folla radunata per il funerale di un alto esponente della polizia, a Quetta, nella regione pakistana del Beluchistan. L’attacco è avvenuto davanti una moschea dove una folla di 3-400 persone era riunita per la cerimonia funebre di Muhib Ullah, alto funzionario della polizia locale. Il bilancio dell’attentato è di almeno 38 vittime, mentre i feriti sarebbero oltre 50, alcuni dei quali in gravi condizioni. Muhib Ullah era stato ucciso di giorno mentre girava per la città in macchina con i suoi due figli, rimasti feriti nella sparatoria, e l’autista. Ancora nessuno ha rivendicato l’azione terrorista ma i sospetti si concentrano sui gruppi islamici talebani o sulla minoranza sciita. Altro possibile mandante potrebbero essere i gruppi separatisti del Beluchistan. (D.P.)

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    Sri Lanka. Militari attaccano manifestanti fuggiti in una chiesa, vittime

    ◊   È stata repressa nel sangue dall’esercito la protesta pacifica che da una settimana stavano portando avanti gli abitanti dell’area di Weliwriya, nello Sri Lanka, per chiedere acqua potabile e la fine dell’inquinamento ambientale, dovuto anche alla presenza di una fabbrica tessile che inquina i corsi d’acqua. Il bilancio finale è di tre morti e 45 feriti. Secondo le testimonianze raccolte da AsiaNews, il primo agosto scorso i militari avrebbero inseguito i manifestanti fin dentro la chiesa di Sant’Antonio, dove stavano cercando rifugio, e al vicino convento del Buon Pastore, arrivando perfino a puntare un mitra contro la madre superiora, suor Kanthi, che ricorda così quei momenti: “Urlavano dalla paura e dal dolore mentre i soldati continuavano a picchiarli – racconta – non abbiamo mai visto cose del genere, sembrava una piccola guerra, non so più quanti rosari abbiamo recitato per cercare di far fermare quella tragica notte”. Anche il parroco di sant’Antonio la rievoca con orrore: “Condanniamo con forza tutte queste uccisioni e questi assalti compiuti da uomini contro altri uomini – ha detto – in particolare fa effetto che siano stati braccati fin dentro la chiesa, dove cercavano rifugio. Dio ha dato a tutti gli esseri umani la stessa vita”. Secondo le prime ricostruzioni, i soldati avrebbero iniziato a sparare ad altezza uomo per fermare le proteste e dentro la chiesa hanno continuato a sparare contro il muro in segno d’intimidazione: tra gli assalitori c’erano anche poliziotti e la task force speciale creata dal governo e di stanza nel nord del Paese durante la guerra contro i ribelli tamil. Una netta condanna all'attacco è venuta anche dalla Chiesa locale, attraverso il presidente dei vescovi e arcivescovo di Colombo, cardinale Malcom Ranjith, che ha partecipato ai funerali di una delle vittime: "Bisogna sempre preservare la santità dei luoghi sacri di qualsiasi religione e rispettare le persone che vi entrano in cerca di protezione - ha detto annunciando anche risarcimenti per le vittime - chiediamo che i colpevoli siano puniti". (R.B.)

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    Iraq. Attacco contro casa di un poliziotto a Tikrit

    ◊   Violento attacco, ieri sera a Tikrit, in Iraq, il primo firmato da un membro di al Qaeda tra i detenuti fuggiti dalla prigione di Abu Ghraib il 21 luglio scorso, nel corso di un’evasione notturna di massa da alcune carceri irachene in cui fecero perdere le tracce circa 500 reclusi. Prima un poliziotto è stato ucciso all’interno di casa sua, che è poi stata fatta saltare in aria con mine antiuomo e un’autobomba, che hanno causato la morte di una ventina di persone che erano accorse in suo aiuto e il ferimento di una cinquantina. La vittima era il capo del reparto anticrimine della polizia locale della provincia di Salahuddin, di cui Tikrit è il capoluogo. (R.B.)

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    Guatemala. La Chiesa in aiuto ai villaggi colpiti dalle alluvioni

    ◊   È grave la situazione in Guatemala, e precisamente nell’area di Santa Catalina La Tinta, dove da giorni si abbattono piogge torrenziali che hanno causato frane e inondazioni. Lo riferisce l’agenzia Fides, specificando che la Chiesa - attraverso la missione salesiana presente nell’area che da anni lavora con la comunità indigena Q’eqchi, anche nella parrocchia della zona montagnosa La Tinta - è in prima linea nel portare aiuto alle famiglie colpite che hanno perso tutto, a partire dalla casa. La missione di Altaverapaz, infatti, comprende anche una parrocchia in un’area con circa 250 mila abitanti e proprio qui ci sono quattro villaggi rimasti completamente isolati. Il vescovo di Verapaz Cobán, Rodolfo Valenzuela, ha invitato tutti i fedeli della diocesi a prestare soccorso alla popolazione come possono, anche se la situazione, a causa del maltempo, resta molto difficile e tante zone rimangono isolate, inaccessibili ai mezzi e sono raggiungibili solo a piedi, ma dopo 3-4 ore di cammino. (R.B.)

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    Bce: in Eurozona lenta ripresa, ma mercato del lavoro ancora debole

    ◊   Timidi segnali di ripresa dalla crisi, ma una situazione ancora negativa per quanto riguarda il mercato del lavoro nell’Eurozona: è questo il contenuto del bollettino mensile emesso ad agosto dalla Banca centrale europea (Bce). Dopo sei trimestri consecutivi di contrazione dell’attività, la Bce dà cauta conferma all’aspettativa dello stabilizzarsi dell’attività economica su livelli contenuti. “Non bisogna vanificare gli sforzi compiuti verso il risanamento e proseguire con le riforme economiche”, ammonisce però la Bce, che conferma che l’orientamento di politica monetaria resterà accomodante finché sarà necessario e si attende “che i tassi d’interesse di riferimento rimangano su livelli pari o inferiori a quelli attuali per un prolungato periodo di tempo”. Quello che dovrebbero, dunque, fare ora i Paesi dell’Eurozona, secondo l’istituto, è proseguire nello sforzo di ridurre i disavanzi pubblici attraverso “strategie di bilancio favorevoli alla crescita” e “la riduzione al minimo degli effetti distorsivi dell’imposizione fiscale”. Anche le esportazioni – si legge – tra il 2013 e il 2014 dovrebbero beneficiare di “una progressiva ripresa”, mentre restano deboli le condizioni del mercato del lavoro: “La rimozione delle rigidità, la riduzione degli oneri amministrativi e il rafforzamento della concorrenza nei mercati di beni e servizi saranno di particolare giovamento per le piccole e medie imprese”, scrive la Bce. Promuovere competitività, crescita e creazione di posti di lavoro, dunque, le ricette da seguire secondo la Banca centrale, che registra una spiccata debolezza dei prestiti degli istituti bancari alle famiglie, mentre “resta invariato per le società non finanziarie”. Infine, uno sguardo alla disoccupazione: la Bce rivede al ribasso le stime per il 2014: il 12.4% rispetto al 12.2 atteso in precedenza, mentre per quest’anno si conferma il 12.3. (R.B.)

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    Immigrazione. Nuovi sbarchi al sud, l’Acnur loda comportamento italiano

    ◊   Continuano gli sbarchi sulle coste italiane: oggi sono 153 i migranti eritrei sbarcati a Siracusa, 96 i siriani a Roccella Ionica, in provincia di Reggio Calabria, 103 i migranti arrivati a Lampedusa. Ogni imbarcazione porta a terra storie terribili: quelle di guerra, di carestia e schiavitù che gli emigranti hanno vissuto nella loro terra e quelle di morte e maltrattamenti che hanno vissuto in mare. La gestione coordinata dei flussi migratori da parte di tutti gli Stati membri dell’Unione Europea è una soluzione al sovraccarico dei Paesi di confine, come anche ha espresso il commissario Ue degli Interni, Cecilia Malmstrom: “Sarebbe ottimo se tutti e 28 gli Stati membri aiutassero e non solo sempre gli stessi'', ha dichiarato. Dopo quanto accaduto ieri a Malta, che aveva rifiutato l’attracco alla nave cisterna Salamis con a bordo 102 migranti sudanesi e somali poi soccorsi dalla Marina italiana, il viceministro degli Esteri italiano, Marta Dassù, ha dichiarato: “Esiste un diritto umanitario che noi abbiamo applicato in questo caso, esiste però anche un problema di migliore coordinamento europeo che per ora non c’è, ed è per questa ragione che il commissario Ue, Malmstrom, ha ringraziato l’Italia per aver voluto accogliere questi 102 immigrati”. L’Italia è al sesto posto tra i Paesi europei che ospitano immigrati e secondo le stime dell’Alto Commissariato dell’Onu per i Rifugiati – che ieri ha lodato l’Italia per il comportamento tenuto - sono oltre 7.800 gli immigrati sbarcati in Italia negli ultimi sei mesi. (D.P.)

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    India. Libro sacro induista obbligatorio in tutte le scuole del Madhya Pradesh

    ◊   Nello stato indiano del Madhya Pradesh, riporta l’agenzia Asianews, è stato reso obbligatorio lo studio del poema epico-religioso “Bhagavad Gita”. Il testo è un pilastro della spiritualità induista e uno dei più apprezzati e conosciuti in Occidente della letteratura indiana. La "Bhagavad Gita" verrà studiata in tutte le scuole statali e sarà obbligatoria anche nelle scuole islamiche. Dei 18 capitoli dell’intero poema, ne verrà reso obbligatorio solamente uno, che verrà suddiviso e studiato durante l’ora di “general Hindi”. Immediata la reazione delle minoranze musulmane, che accusano il partito di governo - il Bharatiya Janata Party degli ultranazionalisti indù - di voler “induizzare” l’istruzione. Serena la risposta del ministro dell’Istruzione locale, Archana Chitnis: “Non si tratta di induizzazione, nelle nostre scuole sono riportati insegnamenti anche dal sikhismo, dal cristianesimo e da altre religioni”. Il vescovo di Bhopal, mons. Leo Cornelio, interpreta la decisione come una mossa politica: “Con le elezioni statali e generali sempre più vicine, il Bjp fa di tutto per ingraziarsi gli elementi indiani più radicali, così da assicurarsi un elettorato più solido”. In questo clima di tensione con le minoranze, s’inserisce anche l’emendamento, in attesa di firma, sulla legge anti-conversione, che ha lo scopo di impedire conversioni forzate le quali, secondo il presule, "vengono sfruttate per perseguitare le minoranze”, proprio sulla base della falsa accusa di conversione forzata. (D.P.)

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    Iniziative positive in America Latina per migliorare il diritto all’infanzia

    ◊   Il fenomeno dei bambini di strada e dei minori che abbandonano le scuole è molto presente in America Latina e per rispondere a questo dramma, una ong cilena – riporta l’agenzia Fides – ha preso salvato 25 bambini tra i 5 e i 17 anni e li ha reinseriti nel Comune di San Antonio, importante porto cileno. L’esperienza ha avuto un esito molto positivo sulla popolazione, portando all’attenzione del pubblico la dura realtà di questi minori. Il successo dell’operazione ha permesso che sia replicata anche per il prossimo anno scolastico con altri 26 bambini. Novità anche per i giovani messicani per i quali il problema dell’abbandono scolastico raggiunge quote molto alte: oltre il 60% degli studenti-lavoratori lasciano gli studi, per un totale stimato di 1,8 milioni di minori. In questo senso è stata proposta una legge per fissare l’età in cui possono iniziare a lavorare, in modo che gli studenti abbiano completato almeno la scuola secondaria. Secondo gli studi del IV Incontro internazionale contro il lavoro minorile, dare un’istruzione perfezionata ai ragazzi, aumenterà le loro prospettive di uscire dalla povertà e permetterà una maggiore realizzazione in ambito professionale e familiare. (D.P.)

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    Usa. Strage in due case di Dallas, almeno 4 i morti

    ◊   Strage della follia oggi a Dallas, in Texas, dove almeno quattro persone sono morte – ma le vittime potrebbero essere il doppio – e quattro sono rimaste ferite in una doppia sparatoria avvenuta in città e nel sobborgo di De Soto. Stando alle prime ricostruzioni degli inquirenti, un ex militare in cerca di vendetta contro la sua ex fidanzata è prima andato a cercarla nella casa di lei a Dallas, dove ha sparato sui presenti, poi l’ha trovata in un’abitazione a De Soto, dove ha prima gettato una bomba a mano e ha terminato sparando all’impazzata. Alla fine l’uomo, che è rimasto senza munizioni, ha cercato di spacciarsi per un familiare delle vittime, ma è stato arrestato dalla polizia. (R.B.)


    Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LVII no. 220

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