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Sommario del 28/10/2012

Il Papa e la Santa Sede

  • Il Papa presiede la Messa di chiusura del Sinodo. Angelus: nuova evangelizzazione è figlia del Concilio
  • Angelus. Il Papa chiede solidarietà per le vittime dell'uragano nei Caraibi e ricorda i terremotati in Sud Italia
  • Sinodo. Mons. Eterovic: si evangelizza ripartendo da famiglie e parrocchie
  • Sinodo: anche oggi l'annuncio del Vangelo ha bisogno della bellezza dell'arte
  • Oggi in Primo Piano

  • Nigeria, attacco contro una chiesa a Kaduna: 8 morti accertati, scontri in città
  • Ucraina, legislative. Sondaggi danno in vantaggio l'uscente Janukovich. Timore per possibili brogli
  • Mons. Toso: mondo finanzario utile al bene comune, ma va riformato
  • Brasile, quando edificare una chiesa vuol dire costruire una comunità
  • Sla, malati in sciopero della fame contro l'indifferenza della politica. L'appello di Salvatore Usala
  • Trento, chiuso il Festival della Famiglia. Testimonianze da Riva del Garda
  • Convegno di Radio Vaticana su creazione musicale di bimbi e adolescenti nell’era digitale
  • Il 28 ottobre di 1700 anni fa la battaglia di Ponte Milvio cambiava la storia cristiana
  • Cinque anni fa moriva lo storico Pietro Scoppola
  • Nella Chiesa e nel mondo

  • Siria, ancora ignorata la tregua: bombardamenti e scontri a Damasco
  • Gaza, un morto e un ferito in raid israeliano. Razzi colpiscono Beer Sheva
  • Iraq, attacchi contro la comunità sciita: oltre 40 morti in due giorni
  • Hawaii revocato l'allarme tsunami lanciato dopo il terremoto in Canada
  • Panama: Chiesa unico mediatore nel conflitto sociale per la legge sui terreni statali
  • Il cardinale Alencherry: tutti sono chiamati ad essere testimoni della fede
  • Paraguay. Incontro dei responsabili della Pastorale giovanile in America Latina
  • Cambogia, mons. Schmitthaeusler: “Un nuovo slancio missionario anima i giovani”
  • Taiwan: Congresso sul rapporto tra usanze matrimoniali indigene e teologia cattolica
  • Hong Kong: nasce il Vangelo di Marco a fumetti per i ragazzi cinesi
  • Sicilia. Si vota per le elezioni regionali, incognita astensione
  • Inaugurato dall’economista Zamagni l’Anno accademico della Pontificia Facoltà Auxilium di Roma
  • Il Papa e la Santa Sede



    Il Papa presiede la Messa di chiusura del Sinodo. Angelus: nuova evangelizzazione è figlia del Concilio

    ◊   La luce della fede è una ricchezza preziosa per la vita dell’uomo: così Benedetto XVI in San Pietro nella Messa conclusiva del 13.mo Sinodo generale dedicato alla nuova evangelizzazione. Nella sua omelia, il Papa ha ribadito che la Chiesa ha il compito di evangelizzare e che è dovere di tutti i cristiani annunciare il Vangelo con gioia. Tra le preghiere dei fedeli, anche una in arabo per la pace in Siria e in Medio Oriente. Il sevizio di Isabella Piro:

    È Bartimeo il modello che Benedetto XVI indica all’uomo contemporaneo che ha perso la speranza e il senso dell’esistenza. Bartimeo, il cieco narrato dal Vangelo di Marco, è colui che ha perso la vista, ovvero la luce della fede, ma ne è consapevole e si affida al Signore, riacquistando “la pienezza della propria dignità” e divenendo discepolo di Gesù:

    "Bartimeo rappresenta l’uomo che ha bisogno della luce di Dio, la luce della fede, per conoscere veramente la realtà e camminare nella via della vita. Essenziale è riconoscersi ciechi, bisognosi di questa luce, altrimenti si rimane ciechi per sempre".

    Ma Bartimeo non è solo cieco: è anche un mendicante, una persona che ha perduto una grande ricchezza. La sua condizione “ci fa pensare – dice il Papa – ci invita a riflettere sul fatto che ci sono ricchezze preziose per la nostra vita che possiamo perdere, e che non sono materiali”:

    "Bartimeo potrebbe rappresentare quanti vivono in regioni di antica evangelizzazione, dove la luce della fede si è affievolita, e si sono allontanati da Dio, non lo ritengono più rilevante per la vita: persone che perciò hanno perso una grande ricchezza, sono 'decadute' da un’alta dignità - non quella economica o di potere terreno, ma quella cristiana - hanno perso l’orientamento sicuro e solido della vita e sono diventati, spesso inconsciamente, mendicanti del senso dell’esistenza. Sono le tante persone che hanno bisogno di una nuova evangelizzazione.

    “La nuova evangelizzazione riguarda tutta la vita della Chiesa”, evidenzia Benedetto XVI guardando al Sinodo appena concluso. Tre, dunque, sono le linee pastorali suggerite dal Papa: la prima riguarda l’importanza dei sacramenti e il richiamo alla santità:

    "I veri protagonisti della nuova evangelizzazione sono i Santi: essi parlano un linguaggio a tutti comprensibile con l’esempio della vita e con le opere della carità".

    In secondo luogo, la nuova evangelizzazione deve connettersi con la missio ad gentes, con “un rinnovato dinamismo missionario i cui protagonisti sono soprattutto gli operatori pastorali e i fedeli laici”:

    "Tutti gli uomini hanno il diritto di conoscere Gesù Cristo e il suo Vangelo; e a ciò corrisponde il dovere dei cristiani, di tutti i cristiani – sacerdoti, religiosi e laici –, di annunciare la Buona Notizia".

    Infine, sottolinea Benedetto XVI, “la Chiesa ha un’attenzione particolare” verso i battezzati non praticanti, affinché “riscoprano la gioia della fede”:

    "La Chiesa cerca di adoperare anche metodi nuovi, curando pure nuovi linguaggi, appropriati alle differenti culture del mondo, proponendo la verità di Cristo con un atteggiamento di dialogo e di amicizia che ha fondamento in Dio che è Amore".

    D’altronde, conclude il Santo Padre, i nuovi evangelizzatori hanno una caratteristica: la gioia del cuore, che deriva dall’incontro con Cristo. Di qui, l’invito – sulla scia di San Clemente di Alessandria – a “cancellare l’oblio della verità; l’ignoranza”, per “contemplare il vero Dio”.

    All’Angelus, poi, Benedetto XVI torna a riflettere sul Sinodo come “momento forte di comunione ecclesiale” che permette di “sperimentare la bellezza di essere Chiesa” nel mondo attuale, “con le sue fatiche e le sue speranze”. Ribadendo l’esigenza di “un annuncio rinnovato del Vangelo nelle società secolarizzate” e l’impegno “per il rinnovamento spirituale della Chiesa stessa”, il Papa spiega che cercherà di elaborare “una sintesi organica e indicazioni coerenti” di tutte le proposte del Sinodo.

    Quindi, il richiamo all’Anno della Fede, inaugurato l’11 ottobre a cinquant’anni dal Concilio Vaticano II:

    “Ripensare (…) alla stagione conciliare, è stato quanto mai favorevole, perché ci ha aiutato a riconoscere che la nuova evangelizzazione non è una nostra invenzione, ma è un dinamismo che si è sviluppato nella Chiesa in modo particolare dagli anni ‘50 del secolo scorso, quando apparve evidente che anche i Paesi di antica tradizione cristiana erano diventati, come si suol dire, 'terra di missione'".

    Nei saluti in varie lingue, infine, il Santo Padre si è rivolto con affetto ai circa mille fedeli del Perù riuniti nella Confraternita del “Señor de los Milagros”, che hanno sfilato in processione con l’immagine di Cristo da Via della Conciliazione a Piazza San Pietro.

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    Angelus. Il Papa chiede solidarietà per le vittime dell'uragano nei Caraibi e ricorda i terremotati in Sud Italia

    ◊   Aiutiamo la gente dei Caraibi, vittima di un nuovo e devastante uragano. Benedetto XVI ha voluto terminare con questo appello l’Angelus di questa mattina da Piazza San Pietro, in larga parte dedicato a una ulteriore e conclusiva riflessione sul Sinodo appena concluso. Il Papa ha anche espresso vicinanza alle popolazioni di Basilicata e Calabria colpite nei giorni scorsi dal terremoto. Il servizio di Alessandro De Carolis:

    Campagne elettorali bruscamente interrotte e una megalopoli che si prepara a reggere al violento urto di “Sandy”. È questo il quadro delineato dall’ultimo uragano che sta dirigendosi in queste ore verso la costa orientale statunitense. Il presidente Barack Obama ha cancellato i comizi in Virginia, mentre il governatore di New York, Andrew Cuomo, ha proclamato lo stato di emergenza per l’arrivo di quella che i meteorologi temono possa trasformarsi, grazie al concorso di venti freddi da nord, in una “super-tempesta”. Ma intanto, l’uragano “Sandy” ha lasciato dietro di sé una scia di lutti e distruzioni, spazzando con i suoi venti a 175 Km orari ampie aree di Cuba – che conta una ventina di morti – e poi di Haiti e della Giamaica, per un totale di 40 persone rimaste senza vita. Per loro, i loro familiari e i superstiti – gli sfollati in generale si contano a centinaia di migliaia – Benedetto XVI si è fatto portavoce all'Angelus con la preghiera e invocando solidarietà dal resto del mondo:

    “Desidero assicurare la mia vicinanza e il mio ricordo a coloro che sono stati colpiti da questo disastro naturale, mentre invito tutti alla preghiera e alla solidarietà, per alleviare il dolore dei familiari delle vittime e offrire aiuto alle migliaia di danneggiati”.

    Al termine dei saluti post-Angelus in sette lingue, Benedetto XVI ha ricordato anche gli abitanti delle località calabresi e lucane nei pressi del massiccio del Pollino, colpite venerdì scorso da una forte scossa di terremoto che ha provocato numerosi danni. Scossa seguita da molte altre in una serie praticamente ininterrotta. La punta toccata la notte scorsa è stata di magnitudo 3.2, secondo i rilievi dell’Istituto di Geofisica. Anche in questo caso, il Papa ha promesso la propria solidarietà spirituale:

    “Assicuro un ricordo nella preghiera per le popolazioni della Basilicata e della Calabria che hanno subito un terremoto nei giorni scorsi. A tutti auguro una buona domenica e anche una buona festa di Tutti i Santi”.

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    Sinodo. Mons. Eterovic: si evangelizza ripartendo da famiglie e parrocchie

    ◊   Le tre settimane di lavori sinodali - come ricordato stamani all'Angelus dallo stesso Benedetto XVI - permetteranno di trarre nel prossimo futuro indicazioni organiche per tutta la Chiesa in tema di nuova evangelizzazione. Ma intanto, un primo bilancio dell'Assise è possibile nelle parole di mons. Nikola Eterović, segretario generale dell’Assise. Paolo Ondarza l'ha intervistato:

    R. - È troppo presto per fare un bilancio esaustivo. Però, penso che tutti i Padri sinodali siano grati al Signore per la bella e positiva esperienza di comunione della Chiesa. Molti mi hanno detto di avere sperimentato che cosa voglia dire essere cattolico. Infatti, sotto la presidenza del Santo Padre, si sono riuniti i rappresentanti di tutti i continenti, di tante Chiese particolari. Abbiamo potuto partecipare alle loro gioie, ma abbiamo anche condiviso i dolori di altre Chiese che sono in difficoltà.

    D. - Crede che questo Sinodo abbia contribuito all’ecumenismo?

    R. - Senz’altro. Noi abbiamo avuto la grazia di ascoltare le parole del Patriarca ecumenico, Bartolomeo I, e anche dell’arcivescovo di Canterbury, Rowan Williams, primate della Chiesa anglicana, come pure quelle dei degni rappresentanti che sono venuti qui in qualità di delegati fraterni di tante Chiese e comunità ecclesiali. Anche loro hanno ascoltato gli interventi del Santo Padre e dei Padri sinodali. Certo, ci sono ancora delle difficoltà, ma ognuno deve cercare di andare avanti secondo lo Spirito Santo che ci guida per conoscere sempre meglio Gesù e per essere sempre di più una sola cosa.

    D. - Si può provare a tracciare concretamente un’esempio di nuova evangelizzazione proposto?

    R. – Nell’Aula del Sinodo, è stato sottolineato l’influsso e l’importanza della famiglia e della parrocchia. Mantenendo i valori tradizionali di entrambe, bisogna cercare modi nuovi per aiutare la famiglia che, in questo momento, si trova sotto attacco da diverse parti. Ma bisogna cercare nuovi modi per evangelizzare la gente nelle parrocchie, non accontentandosi solo di quelli che le frequentano, ma anche andando alla ricerca di altre persone, che magari hanno ricevuto il sacramento del Battesimo, ma che non sono praticanti.

    D. - Il Papa ha espresso soddisfazione, ha ringraziato per lo svolgimento di questo Sinodo, per tutto ciò che ne è emerso e per come esso è stato organizzato…

    R. - Il Santo Padre è veramente il Pastore universale della Chiesa. Ha potuto sperimentare l’amore, il rispetto, la vicinanza dei vescovi del mondo, in qualità di vescovo di Roma. Lui stesso ha potuto incoraggiare i Pastori, soprattutto quelli che si trovano nei Paesi in cui i cristiani sono in difficoltà, a continuare ad annunciare la Buona Notizia anche in mezzo alle sofferenze, alle persecuzioni, perché la Croce, per noi cristiani, è la via della Risurrezione.

    D. - Tre settimane di lavori per un Sinodo largamente partecipato, visto anche il numero dei Padri sinodali presenti. Dietro tutto questo c’è un lavoro “silenzioso” di preparazione, di assistenza. Vogliamo spendere qualche parola su questo?

    R. - C’è una grande preparazione soprattutto spirituale attraverso la preghiera. Poi, c’è l’aspetto tecnico che dipende in buona parte da noi, dalla Segreteria generale del Sinodo dei vescovi. È un lavoro molto esigente, delicato, che abbiamo potuto fare grazie all’ausilio di buoni collaboratori e come sento dire, sembra lo abbiamo fatto abbastanza bene. Questo è importante, perché in questo Sinodo in tutto eravamo circa 450. Ringrazio anche tutti i gli addetti alla logistica, grazie ai quali i Padri sinodali si sono sentiti come a casa. Si è creato un ambiente squisito di comunione, di partecipazione, di amicizia. E questo si percepiva in ogni momento, anche in questi aspetti tecnici non così essenziali, ma importanti per il buono svolgimento dell’Assemblea sinodale.

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    Sinodo: anche oggi l'annuncio del Vangelo ha bisogno della bellezza dell'arte

    ◊   La bellezza è una dimensione speciale della nuova evangelizzazione: è quanto si legge nelle Proposizioni finali del Sinodo, che invitano la Chiesa ad essere presente in tutti i campi dell’arte per supportare spiritualmente la creatività degli artisti. Al microfono di Paolo Ondarza, ascoltiamo il prof. Rodolfo Papa, presente al Sinodo in veste di esperto e docente di Storia dell’arte presso la Pontificia Università Urbaniana:

    R. – Noi abbiamo come compito una rieducazione alla bellezza, perché la via della bellezza – la via pulchritudinis – è una strada maestra, non secondaria. Poi, abbiamo il problema interno all’arte, che deve riacquisire il concetto di bellezza per poter essere capace di esprimere il volto di Dio.

    D. – In passato, l’arte è stata veicolo di trasmissione della fede: pensiamo alle epoche in cui era diffuso l’analfabetismo e la gente non sapeva leggere. Oggi, questa missione dell’arte veicolo della fede è ancora attuale?

    R. – L’analfabetismo antico si verificava all’interno di una popolazione che non sapeva né leggere né scrivere, ma che conosceva molto bene le basi del Catechismo. Noi oggi, invece, abbiamo l’alfabetizzazione, sappiamo leggere i giornali, ma non conosciamo la dottrina della Chiesa. Tanto più oggi, nella civiltà delle immagini, c’è bisogno di proporre immagini che veicolino alla gente i contenuti della fede.

    D. – Molto spesso, oggi, l’arte è autoreferenziale: per capirla occorre entrare nel mondo psichico dell’artista. Forse si è perso qualcosa di quella semplicità dell’arte, intesa come veicolo di un messaggio oggettivamente chiaro e intellegibile da tutti?

    R. – Una serie di teorie dell’arte, che hanno costituito movimenti della modernità e della post-modernità, pongono il soggetto operante al centro dell’opera artistica. Quindi io, artista, esprimo me stesso. Invece, nella tradizione della Chiesa, l’artista è servo della sana dottrina. Quindi, se l’artista non mette al primo posto Cristo, se non mette al primo posto il Vangelo, se non si mette a servizio di Cristo e della Chiesa e pone invece solo se stesso come centro della rappresentazione artistica o addirittura dell’espressione artistica, di fatto non crea un’arte universale, cioè comprensibile da tutti, ma crea un’arte esoterica, comprensibile da sé e da pochi altri. L’arte sacra deve fare esattamente l’opposto: l’artista non sta al centro, l’artista sta di lato. Si fa piccolo, come nelle rappresentazioni medievali, rispetto alla figura gigantesca che è Cristo.

    D. – L’arte è dunque un servizio alla Verità. Potrebbe essere questo un concetto su cui riflettere all’inizio di quest’Anno della Fede?

    R. – Sì, credo che sia nelle intenzioni di tutti che l’Anno della Fede sia un anno dedicato all’esaltazione della Verità che è Cristo. Il compito dell’artista è un compito quasi “sacerdotale”, cioè quello di custode della bellezza, e quindi per certi versi è il custode della verità. Per questo, si richiede a un artista veramente cristiano di avere anche una formazione teologica compiuta. In questo modo, si riesce a svolgere un servizio veramente molto alto: l’arte diviene formativa: in primis per l’artista e in seconda battuta per il popolo, che attraverso un’opera riesce a contemplare verità di fede, ma anche la Verità in sé, cioè il Volto di Cristo.

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    Oggi in Primo Piano



    Nigeria, attacco contro una chiesa a Kaduna: 8 morti accertati, scontri in città

    ◊   La violenza è tornata a insanguinare il nord della Nigeria: un attentato ha colpito la chiesa cattolica di santa Rita nella città di Kaduna, provocando almeno 8 morti e 145 feriti. Altre due persone hanno perso la vita in disordini successivi all’attacco. In assenza di una rivendicazione, i sospetti delle autorità si concentrano sulla setta Boko Haram. Il servizio di Davide Maggiore:

    Secondo uno dei sopravvissuti all’attacco, sarebbero stati due uomini – a bordo di autobomba – a farsi esplodere su diversi lati della chiesa. Le autorità nigeriane e altri testimoni hanno finora confermato la presenza di un solo attentatore. Organi di stampa locali hanno anche riportato un più drammatico conteggio delle vittime: 15 persone sarebbero rimaste uccise secondo questa ricostruzione. Insieme con i soccorsi, anche soldati e agenti di polizia sono arrivati sul posto dopo l’esplosione, mentre l’attacco ha provocato la reazione rabbiosa di parte della popolazione. Nelle strade della città, sono avvenuti scontri in cui si contano già due morti. Già nello scorso giugno, si erano verificate violenze nella regione di Kaduna: diverse decine di persone erano morte nei disordini seguiti ad un attacco dei fondamentalisti di Boko Haram. La setta islamista è responsabile di attentati in tutto il nord della Nigeria, che hanno colpito cristiani e musulmani moderati. L’emergenza sicurezza nelle regioni centrali e settentrionali del Paese ha provocato più di 2800 morti dal 2009.

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    Ucraina, legislative. Sondaggi danno in vantaggio l'uscente Janukovich. Timore per possibili brogli

    ◊   Non ci sono stati finora incidenti rilevanti o segnalazioni di irregolarità. A Kiev i seggi hanno aperto in ritardo. Alle 19 ora centrale europea saranno resi pubblici i primi exit polls. Sono 21 i partiti in lizza. Devono superare la barriera del 5% per poter avere una rappresentanza alla Rada. Il servizio di Giuseppe D'Amato:

    I sondaggi assegnano la vittoria alla formazione del presidente Janukovich, il partito delle Regioni. Non staccati di molto seguono le due compagini dell’opposizione: il sorprendente Udar dell’ex pugile Klitschko e Patria dell’ex premier Timoshenko. Tra gli altri partecipanti alle legislative soltanto i comunisti ed i neonazionalisti di Svoboda dovrebbero entrare in Parlamento. Il voto sarà “trasparente”, ha promesso il presidente Janukovich. Ma l’atmosfera è tesa. Si temono brogli. Solo circa il 9% degli elettori ritiene che queste elezioni saranno pulite. Migliaia sono comunque gli osservatori presenti ed ai seggi sono state montate delle web cam. L’ex premier Timoshenko, condannata ad una pena detentiva, ha invitato gli ucraini ad andare alle urne. Solo un’alta affluenza potrebbe garantire il successo dell’opposizione complicato però dall’assegnazione degli altri 225 seggi su 450 con il maggioritario. L’Unione europea considera queste consultazioni fondamentali dopo che le riforme democratiche paiano segnare il passo. Il patto di Associazione tra Bruxelles e Kiev è pronto, ma la sua firma è stata rimandata a tempi migliori. Un’eventuale affermazione di Klitschko potrebbe portare nuovo entusiasmo, dopo le ultime delusioni seguite all’interminabile scontro tra Janukovich e la Timoshenko. Anche la Russia osserva attentamente gli eventi. Mosca ha invitato Kiev ad aderire nell’Unione doganale, una mini-Urss economica, simile alla Cee.

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    Mons. Toso: mondo finanzario utile al bene comune, ma va riformato

    ◊   C’è bisogno di una buona finanza che sia al servizio del bene comune. Lo ha affermato mons. Mario Toso, segretario del Pontificio Consiglio di Giustizia e Pace, intervenendo a Pordenone alla manifestazione: “Ascoltare, leggere, crescere”, che ha visto tra i protagonisti anche la Libreria Editrice Vaticana. Il nostro inviato Federico Piana lo ha intervistato:

    R. – Non è immaginabile una vita buona e felice per tutti senza un’economia che crea posti di lavoro, ricchezza, nuovi prodotti e servizi, allargando la frontiera delle opportunità e della libertà effettive per le persone. Per questa ragione, la Chiesa guarda al mondo dell’economia, del lavoro, dell’impresa, con uno sguardo essenzialmente positivo, come a una dimensione fondamentale della vita, come a un luogo di creatività, di passioni civili. Proprio per questo, per la Dottrina sociale della Chiesa non c’è bene comune senza un’economia al servizio del bene comune e senza imprenditori che producano buoni prodotti e servizi che innovano, creano posti di lavoro, e che pagano anche le giuste tasse.

    D. - Quale finanza servirebbe alla luce di questa crisi?

    R. – C’è finanza e finanza. C’è una finanza buona, c’è una finanza che è autoreferenziale, pensa prevalentemente a se stessa, e non certo si pone a servizio dell’economia reale delle imprese e delle famiglie, delle comunità locali. In effetti, noi vediamo che c’è una finanza interessata che intende trarre profitto nel più breve tempo possibile da tutto, anche dai beni collettivi come l’acqua, la salvaguardia dell’ambiente. Allora la Dottrina sociale della Chiesa invita la finanza a ritornare ad essere in tutti i suoi comparti uno strumento funzionale alla miglior produzione della ricchezza e dallo sviluppo. Bisogna evitare che l’unico motivo per l’impiego delle risorse finanziarie sia speculativo e ceda alla tentazione di ricercare solo profitto di breve termine e non anche la sostenibilità delle imprese a lungo termine.

    D. - Serve la riforma del sistema monetario e finanziario mondiale secondo lei?

    R. – Certo, è una cosa indispensabile. Di questo ha parlato Benedetto XVI, di questo si è interessato anche il Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace e si è visto che in alcune proposte c’è stato un certo ascolto. Pochi giorni fa, 11 Stati europei hanno deciso di incamminarsi verso la tassazione di alcune transazioni finanziarie. In realtà, il Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace propone una tassazione delle transazioni, in modo particolare di certe transazioni, per motivi di giustizia sociale. Non si riesce a capire perché gran parte del mondo economico, gran parte dell’economia reale, subiscano una forte tassazione mentre notevoli aree del mercato finanziario - in modo particolare quello che si dedica alle speculazioni finanziarie sregolate - non debba essere toccato dalla tassazione e non debba, anche questo mondo, contribuire alla realizzazione del bene comune.

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    Brasile, quando edificare una chiesa vuol dire costruire una comunità

    ◊   Un nuovo progetto di costruzione per una chiesa cattolica a Pedro do Rosario, uno degli Stati più poveri del Brasile. L’obiettivo è quello di rilanciare nell’area l’evangelizzazione e creare un’attività pastorale e sociale per un’intera comunità. Ne parliamo con un uno dei promotori, don Paolo Boumis, rientrato dal Brasile dopo tre anni di missione, intervistato da Lucia Fiore:

    R. – Il contesto è veramente di grande povertà e di grande degrado. Quindi, l’idea è di avere una grande sala, nel contesto liturgico, per l'incontro della comunità cristiana, per un grande momento di aggregazione. Il contesto, innanzitutto, è quello di fare un grande servizio al popolo per potersi incontrare, per poter pregare insieme e rinsaldare i vincoli molto degradati dalla povertà, dall’abbandono da parte delle istituzioni, da parte dell’economia locale. L’idea, dunque, di una parrocchia, di un centro dove la gente si possa incontrare e pregare insieme aiuta a sognare una comunità nella quale tutto questo possa essere affrontato e vissuto insieme.

    D. – Nell’Anno della Fede quali sono i modi per evangelizzare?

    R. – I modi per evangelizzare sono quelli tipici delle diocesi brasiliane del Nord-Est, quindi le comunità ecclesiali di base: l’incontro e la visita alle comunità in vari quartieri della città. Il parroco ora sta organizzando cinque comunità, prima c’era solo il centro parrocchiale della vecchia Chiesa. Adesso, stiamo cercando di valorizzare le comunità sparse nel territorio della città, anche perché stanno sorgendo nuovi quartieri. Grazie alla strada che ci collega ai centri vicini e che finalmente è stata asfaltata, la città sta crescendo anche economicamente e si sta riempiendo di attività che prima non c’erano. Probabilmente, quindi, si sogna uno sviluppo maggiore.

    D. – So che in questa regione ci sono molte sette protestanti...

    R. – C’è l’Assemblea di Dio, soprattutto, che ha una diffusione capillare in tutto il Brasile, soprattutto nel Nord-Est. Nella città di Pedro do Rosario, almeno fino all’anno scorso, c’erano circa sei comunità non cattoliche e alcune di nuovissima generazione, visto che nel Brasile queste comunità si generano a una velocità spaventosa - l’una genera l’altra - soprattutto per scissione. Quando avviene una disputa tra i pastori, infatti, si separano e fondano nuove chiese protestanti. La loro caratteristica, soprattutto delle ultime, le neopentecostali, è che partono da zero: aprono un negozio, comprano dieci sedie e si mettono a predicare anche se non c’è nessuno. Piano, piano poi si riempiono. Purtroppo, la prospettiva miracolistica della teologia della prosperità - che portano avanti in un contesto di miseria di quel genere, alimentando l’illusione che la religione risolva tutto, che Dio possa fare miracoli economici, anche senza fare niente - è la grande leva che permette questa diffusione. Anche se, alla fine, le persone si rendono conto ed emigrano verso altre Chiese. C’è una migrazione molto forte.

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    Sla, malati in sciopero della fame contro l'indifferenza della politica. L'appello di Salvatore Usala

    ◊   Sono ormai 70 i malati gravi che da giorni stanno attuando lo sciopero della fame contro i tagli contenuti nella spending review. Il prossimo 31 ottobre è prevista una manifestazione nazionale contro la stretta sui permessi lavorativi per i familiari di disabili e le riduzioni della spesa sanitaria. Sul web, Salvatore Usala, cagliaritano malato di Sla, ha lanciato un appello perché il governo torni indietro. Benedetta Capelli lo ha intervistato: la sua voce giunge attraverso un’ elaborazione al computer:

    R. - Sono in sciopero della fame da domenica 21 con riduzione progressiva. Da lunedì 29 ottobre, non mi alimenterò più, solo acqua. Tutto questo perchè il governo è di un silenzio assordante.

    D. - C’è un progetto che avete messo a punto, un progetto che si chiama “Restare a casa”, di che si tratta?

    R. - Si tratta di dare un assegno di cura di 20 mila euro l'anno direttamente alle famiglie. L'alternativa sono le residenze sanitarie, che costano il quadruplo. In Sardegna, funziona da sei anni.

    D. - Recentemente, una ricerca del Censis ha messo in luce un’Italia poco attenta ai bisogni dei disabili, evidenziando poi il grave peso che ricade sulle famiglie. Cosa cambiare anche nell’approccio alla disabilità?

    R. - L'Italia ha governanti ipocriti: chi si è schierato per salvare Eluana ha azzerato i fondi sociali, le persone gravi muoiono abbandonate dalle istituzioni. Bisogna investire nella disabilità, un servizio virtuoso che genera crescita e occupazione.

    D. - Nel suo appello, ha scritto che andrà fino in fondo perché non ci tiene a vivere in uno Stato che definisce “ipocrita e incivile”. Un gesto estremo?

    R. - Una sfida ai nostri governanti, vediamo se loro hanno il coraggio di farmi morire. Non è un gesto estremo, ma un atto finalizzato a smuovere l'immobilismo del governo. Uno Stato civile deve avere un piano sulla non autosufficienza.

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    Trento, chiuso il Festival della Famiglia. Testimonianze da Riva del Garda

    ◊   “Il valore famiglia trova riconoscimento indiscusso. Le famiglie cambiano fisionomia, evolvono rispetto al passato. Ma il desiderio di relazione e la volontà di un progetto in comune rimangono un progetto forte e vitale per lo sviluppo della nostra società”. Così ieri, a Riva del Garda, il presidente del Cconsiglio, Mario Monti, ha concluso il Festival della famiglia. L’iniziativa, promossa dalla provincia autonoma di Trento e iniziata lo scorso giovedì, ha visto la partecipazione e il confronto di nuclei famigliari ed esperti, sul futuro di questa istituzione. Ascoltiamo Lorenzo Dellai presidente della Provincia di Trento, al microfono di Marina Tomarro:

    R. – Mi sembra, prima di tutto, che il Festival abbia riportato al centro dell’attenzione la famiglia, non dal punto di vista dei puri principi astratti, ma dal punto di vista della vita concreta di ogni giorno. Mi pare un approccio importante, non solo per chi ha una visione ispirata dai principi cristiani, ma è importante per tutte le persone di buona volontà, che sanno che una società fondata solo sull’individualismo non va da nessuna parte. E la famiglia è la prima risposta a una grande domanda di coesione e di solidarietà, in una società che è alla ricerca forte di questi valori.

    D. – In che modo la famiglia oggi può essere aiutata maggiormente?

    R. – Ci sono principalmente due modi. Il primo è un modo che costa poco, e cioè mettere in campo tante piccole attenzioni, ma che ciascuna insieme all’altra dia un senso di prospettiva nell’organizzare la vita delle pubbliche istituzioni, nell’organizzare la vita delle aziende, nel tirar fuori dalla società tutte le possibilità di intervento che ci sono per favorire la famiglia. E poi c’è un secondo modo, che sarebbe quello finalmente di impostare anche in Italia una radicale riforma fiscale, che privilegi chi ha degli obblighi, dei doveri familiari. Capiamo che questo costa. Oggi è molto difficile che lo si possa fare. Però, almeno prepariamo il terreno, perché superata questa emergenza finanziaria del nostro Paese, non si perda l’occasione per fare questa riforma, che, come è stato dimostrato anche in tanti altri Paesi europei, sa dare dei buoni frutti.

    Ma ascoltiamo le vere protagoniste del Festival: le famiglie...

    R. – La famiglia è importante, perché è il nucleo centrale di questa società. Una famiglia sostenuta rende migliore la società futura.

    R. – Una cosa che mi piace molto è lo slogan, che ho sentito la prima volta: in famiglia, e quindi anche in questa occasione, si fa quel che si può, quando si può, come si può. Sono convinta che se riuscissimo davvero d essere così e a relazionarci così, ognuno riuscirebbe davvero a fare il proprio “pezzettino” e le cose andrebbero meglio.

    R. – La bellezza della famiglia sta nell’indicare il futuro della nostra società. La nostra presenza qui vuole testimoniare questo: tanti bambini, tanto futuro. Noi vogliamo dare questo segnale a tutta la nazione.

    R. – Per me, è importante la famiglia, perché è lì che si vive la vita, è lì che c’è la nuova vita che va avanti e c’è anche la vivacità di vivere insieme, ognuno crescendo con le proprie idee e cercando di condividere la vita giorno per giorno, con diverse persone.

    D. – Quanti figli ha?

    R. – Cinque.

    D. – Cosa vuol dire avere una famiglia numerosa?

    R. – Vuol dire, prima di tutto, non annoiarsi mai e ogni giorno dialogare su varie problematiche: su come va la giornata, su come ognuno sta vivendo i propri sogni, i propri progetti. Vuol dire, comunque, avere sempre qualcosa da fare.

    D. – E ai figli cosa piace delle loro famiglie?

    R. – Quando siamo tutti. Non c’è un momento in cui sei da solo: c’è sempre qualcuno con cui parlare, fare qualcosa.

    R. – Secondo me, un bel momento è quando la sera ci ritroviamo tutti insieme a cena. Papà, ad esempio, è via per lavoro, un fratello non si trova a cena, ma due o tre volte alla settimana siamo tutti insieme e c’è spazio per chiacchierare e stare insieme.

    D. – Mi piace giocare insieme. Quando siamo a tavola e siamo in tanti, c’è quella confusione che ci rende speciali.

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    Convegno di Radio Vaticana su creazione musicale di bimbi e adolescenti nell’era digitale

    ◊   I mezzi dell’era digitale capaci di catturare i suoni e di trasformarli possono essere messi a servizio della creazione musicale di bambini e adolescenti. E’ la nuova frontiera della didattica musicale dalle enormi potenzialità, indagate in un Convegno internazionale appena concluso nella sede della nostra emittente. Presenti studiosi e insegnanti da diversi Paesi del mondo, sotto la direzione scientifica di François Delalande, che al microfono di Gabriella Ceraso racconta l’importanza della creazione musicale nell’era digitale e i destinatari di questa “nuova via”:

    R. - La creazione sonora è qualcosa di molto naturale. Già il piccolo bebè inizia a produrre dei suoni. Poi, si possono iniziare ad utilizzare dei mezzi un po’ più sofisticati, più ricchi come i dispositivi numerici, i computer. Anche l’amplificazione e il tavolo del mixaggio possono essere degli strumenti molto ricchi per permettere ai bambini - e più tardi ai ragazzi - di inventare la loro musica.

    D. - Quali sono le nuove opportunità che questi mezzi offrono?

    R. - Direi che sono meno costosi, sono strumenti disponibili e che tutti hanno a casa. Ma la novità maggiore è che non c’è bisogno di conoscere il solfeggio, perché è una musica fatta direttamente con i suoni senza la scrittura.

    D. - Quali sono invece i mezzi? Lei ha parlato di computer, e poi?

    R. - Adesso, il nuovo problema è quello di trovare dei software semplici da utilizzare anche da parte di un bambino di cinque-sei anni, in modo che possa comporre facilmente sul computer, che resta il mezzo più usato. Il computer può trasformare il suono, filtrarlo, trasformare le frequenze… Tuttavia, esistono già dei mezzi più semplici: anche in analogico si può catturare il suono con il microfono, modificarlo, ad esempio aggiungendo l’eco, farlo viaggiare per la stanza… E’ questa già una forma di elaborazione possibile anche con bambini delle elementari, per esempio..

    D. - È educativa?

    R. - La creazione digitale può essere vista come un’attività a sé, ma anche come una preparazione alla musica colta: è semplicemente un’altra via.

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    Il 28 ottobre di 1700 anni fa la battaglia di Ponte Milvio cambiava la storia cristiana

    ◊   Il 28 ottobre di 1700 anni fa avveniva la battaglia di Ponte Milvio in cui si scontrarono le truppe di Costantino e quelle di Massenzio. La vittoria di Costantino, che rimase padrone assoluto dell’Impero romano in Occidente come in Oriente, segnò l'inizio di una nuova era, segnata quasi subito dalla fine delle persecuzioni contro i cristiani. Negli ultimi anni, si sono moltiplicati gli studi sulla figura di Costantino per fare il punto tra storia e leggenda. Proprio in vista di questo anniversario, alcuni mesi fa il Pontificio Comitato di Scienze Storiche ha promosso un importante Simposio intitolato "Costantino il Grande alle radici dell’Europa". Fausta Speranza ha intervistato il prof. padre Angelo Di Berardino, studioso collaboratore del Comitato:

    R. – Costantino ha cambiato la storia dell’Occidente, del Medio Oriente e successivamente. anche del mondo slavo. Punto di partenza di tutto questo è stata la cosiddetta conversione, la sua conversione, avvenuta intorno alla battaglia di Ponte Milvio, il 28 ottobre del 312. Soprattutto nella Chiesa orientale, nel mondo orientale, si è venerata molto la figura di San Costantino. La ricerca di questi ultimi anni ha visto questa conversione di Costantino sotto prospettive nuove. Anzitutto, Costantino, subito dopo la battaglia di Ponte Milvio, comincia a favorire i cristiani – ed è un fatto – con le leggi e così via. Ma lui è ancora un pontefice della religione ufficiale pagana. Quindi, concilia in qualche modo le sue simpatie, il suo appoggio alla religione cristiana, e nello stesso tempo segue la stragrande maggioranza della popolazione, che è ancora pagana.

    D. – E ci sono invece altri avvenimenti, altri momenti particolarmente importanti nella vita di Costantino?

    R. – Si tratta di avvenimenti con conseguenze lente: la vittoria su Licinio e, poi, altro momento fondante in qualche modo, è quando la città di Bisanzio diventa la città di Costantinopoli, rifondata proprio con il nome di Costantino. E ancora il Battesimo: ricevuto poco prima di morire. Non è stato battezzato, infatti, quando è entrato a Roma, nel 313, o in quel periodo, come è scritto sull’obelisco di Piazza San Giovanni. La scritta è legata alla leggenda, emersa in età posteriore per salvare Costantino dall’eresia ariana. Cercavano di sostenere che era stato battezzato in quel periodo da Papa Silvestro per evitargli l’eventuale accusa di implicazioni con l’arianesimo. La verità è che è stato battezzato in punto di morte nella città di Nicomedia.

    D. – Parliamo anche della famosa "Donazione". E' ormai smentita...

    R. – Si è chiarito che la famosa "Donazione", che ha avuto una grande fioritura di leggende attorno, non riguarda Costantino, ma è di secoli posteriore. Non ha quindi niente a che vedere con lui. Costantino ha appoggiato la Chiesa, le ha dato benefici, ha costruito basiliche, ma non ha fatto nessuna donazione.

    D. – Qual è la verità storica su Costantino, in particolare sulla sua conversione al cristianesimo?

    R. – Costantino veniva visto da alcuni come un santo, da altri veniva visto come qualcuno che aveva usato la religione, in particolare il cristianesimo, come uno strumento del regno e questo portava a vedere Costantino semplicemente come uno scaltro politico. In realtà, in tema di conversione bisogna considerare la complessità della mente di una persona, in cui noi non possiamo entrare, e quindi il senso della religione. Fra l’altro, per loro il senso religioso era molto diverso dal nostro. Si è discusso quindi sul fatto se Costantino si fosse convertito o non convertito. La prima domanda che è stata posta è proprio questa: che s’intende per conversione? Certamente, Costantino non ha smesso di essere imperatore per fare l’eremita, lui ha continuato a fare l’imperatore. Lo storico non può penetrare nella coscienza di una persona e quindi la giudica dagli atti. Costantino – da quanto emerge dagli atti – ha favorito la religione cristiana cattolica e nel frattempo non ha favorito allo stesso modo la religione pagana tradizionale. Questa è la verità che emerge. Qualcuno arriva a dire che abbiamo allora un Costantino pagano e cristiano. In un certo modo, lui fa l’imperatore, quindi resta sacerdote del culto pagano, anche se appoggia e parla a favore della religione cristiana.

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    Cinque anni fa moriva lo storico Pietro Scoppola

    ◊   Il 25 ottobre di 5 anni fa moriva lo storico Pietro Scoppola, uno intellettuali di area cattolica più importanti del secondo dopoguerra. Professore di storia contemporanea all’Università La Sapienza di Roma, focalizzò i suoi studi soprattutto sulla storia della Chiesa e sui rapporti tra Chiesa e Stato, sulla figura di De Gasperi, fino alla storia della democrazia in Italia e dei partiti. Negli ultimi tempi, Scoppola esprimeva amarezza per la degenerazione della politica. Quale la sua lettura degli anni più recenti? Adriana Masotti lo ha chiesto a Agostino Giovagnoli, ordinario di Storia contemporanea all’Università Cattolica di Milano e suo ex allievo:

    R. - Pietro Scoppola ha vissuto, prima ancora che pensato e scritto, intorno al problema del rapporto fra Chiesa e democrazia. Ha creduto che questo rapporto fosse fondamentale per entrambe. Naturalmente, questo implica una visione della storia molto diversa da quella che poi i fatti degli ultimi anni della sua vita hanno mostrato, anni in cui invece la politica ha sembrato perdere sempre di più il riferimento a un’ispirazione cristiana, a valori più profondi, e semmai la politica italiana ha cercato specialmente un rapporto strumentale nei confronti della Chiesa, che però è tutta un’altra cosa.

    D. - Scoppola aveva fatto della Costituzione il suo punto di riferimento fondamentale. C’era di che preoccuparsi, secondo lui, negli ultimi tempi per un qualche appannamento dei valori costituzionali?

    R. - Scoppola si è sentito molto estraneo a quella vicenda che è iniziata in Italia nel 1994 con la cosiddetta "Seconda Repubblica". Si è sentito molto estraneo a una politica che non aveva più la Costituzione come orizzonte e che, anzi, spesso l’ha anche disattesa se non contraddetta. La Costituzione infatti è qualcosa di molto diverso: è proprio una proiezione in avanti che non solo fissa i cardini, i fondamenti della vita politica e istituzionale, ma in qualche modo dà anche una prospettiva della promozione degli ultimi, della pace, della solidarietà e prima di tutto del rispetto della persona. Principi, questi, che sono profondamente iscritti nella Costituzione italiana e che la politica italiana dopo il ’94 ha certamente perso di vista.

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    Nella Chiesa e nel mondo



    Siria, ancora ignorata la tregua: bombardamenti e scontri a Damasco

    ◊   Nonostante la tregua formalmente dichiarata due giorni fa, continuano i combattimenti in Siria. Secondo l’opposizione, le forze governative hanno bombardato la zona est di Damasco, a maggioranza sunnita, con aerei caccia. Gli stessi dissidenti parlando di scontri anche in alcuni quartieri periferici della capitale, mentre nella stessa provincia i ribelli hanno preso il controllo di alcune postazioni militari prima tenute dall’esercito lealista. Malgrado l'evidente fallimento della tregua – per la cui rottura le due parti si accusano a vicenda – l’inviato speciale di Onu e Lega Araba, Lakhdar Brahimi, continua la sua missione diplomatica: in settimana, dovrebbe essere a Mosca e Pechino nel tentativo di ottenere il via libera di Russia e Cina per un’azione dell’Onu nel Paese.

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    Gaza, un morto e un ferito in raid israeliano. Razzi colpiscono Beer Sheva

    ◊   Ancora tensioni nella Striscia di Gaza: un miliziano palestinese del movimento Hamas è morto, e un secondo è rimasto ferito in un raid aereo israeliano avvenuto nella notte. Nella mattinata, invece, da Gaza sono stati sparati per due volte razzi contro la città israeliana di Beer Sheva, senza fare vittime. Tra Hamas e Israele, era in vigore da mercoledì scorso a mezzanotte una tregua ottenuta grazie alla mediazione egiziana. (D.M.)

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    Iraq, attacchi contro la comunità sciita: oltre 40 morti in due giorni

    ◊   Sono oltre 40 i morti negli attacchi terroristici che hanno colpito l’Iraq negli ultimi due giorni. Oggi, tre persone hanno perso la vita in una doppia esplosione in un mercato poco a sud di Baghdad. La stessa capitale era stata teatro, ieri, di attentati rivolti soprattutto contro la locale comunità sciita in cui erano rimaste uccise oltre 30 persone. Bombe erano esplose anche a Tuz Khormato, 210 chilometri più a nord, mentre a Mosul, nelle regioni settentrionali, sei persone sono morte dopo attacchi contro le loro case. Gli attentati sono avvenuti in corrispondenza della festa islamica del sacrifico, nonostante le autorità avessero aumentato le misure di sicurezza in occasione delle celebrazioni. (D. M.)

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    Hawaii revocato l'allarme tsunami lanciato dopo il terremoto in Canada

    ◊   Alle isole Hawaii è stato revocato l'allarme tsunami lanciato dopo il terremoto di magnitudo 7.7 avvenuto al largo del Canada. Le autorità scientifiche hanno dichiarato che la minaccia di uno tsunami è passata a un livello inferiore e che non ci si aspetta che possa aumentare di nuovo. Le prime onde anomale avevano raggiunto questa mattina l'arcipelago, e oltre 100 mila persone avevano ricevuto l’ordine di lasciare le loro case, sulla costa, nonostante le ondate sembrassero più basse di quanto previsto. (D.M.)

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    Panama: Chiesa unico mediatore nel conflitto sociale per la legge sui terreni statali

    ◊   La Chiesa cattolica a Panama esprime “preoccupazione” per la violenza in corso fra cittadini e forze dell’ordine, ma anche “fiducia nell’atteggiamento del governo”: lo afferma padre Eusebio Muñoz, portavoce della Chiesa nel Paese, in una nota inviata all’agenzia Fides. La Chiesa, si legge nella nota, invita “la popolazione a ritrovare la pace e la calma, come popolo”, invocando su ciascuno “la saggezza dello Spirito Santo”. La vicenda che sta agitando il Paese riguarda l’approvazione della “Legge 72”, che permette la vendita di terreni statali ai privati nella cosiddetta “Zona commerciale franca” (Zlc), nei pressi del Canale di Panama. La popolazione locale, sindacati e gruppi di attivisti protestano perchè tale provvedimento dà la possibilità a imprenditori stranieri di acquistare quei terreni e di sconvolgere la vita delle comunità locali. Da mercoledì scorso, si sono registrate molte manifestazioni di protesta, sfociate in violenti scontri con le forze dell'ordine e in atti di vandalismo, con un bilancio di otto feriti gravi e 240 fermati dalla polizia. Secondo i media locali, la Chiesa Cattolica sarebbe l'unico mediatore a promuovere un dialogo fra le parti. Mentre il governo ha manifestato l’intenzione di modificare in alcuni punti la Legge 72, la popolazione chiede la revoca completa della legge. Secondo gli osservatori, il presidente di Panama potrebbe annunciare “una marcia indietro”. La Zlc è la sede di oltre tremila aziende, che creano 30 mila posti di lavoro e dà contributi al fisco per 100 milioni di dollari all'anno. (M.R.)

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    Il cardinale Alencherry: tutti sono chiamati ad essere testimoni della fede

    ◊   Testimonianza coerente, adozione di nuovi linguaggi e stili comunicativi, dialogo: passa attraverso questi principi cardine la nuova evangelizzazione secondo il cardinale George Alencherry, arcivescovo maggiore di Ernakulam-Angamaly dei Siro-Malabaresi. Il porporato, impegnato nei lavori dell’assemblea sinodale, nell’intervista rilasciata all'Osservatore Romano sottolinea come soprattutto le società occidentali “di fronte a uno stato di confusione” abbiano bisogno di buoni esempi di religiosi e laici fedeli ai valori cristiani, che sappiano “spiegare e trasmettere la fede con un linguaggio adatto ai tempi moderni”. Il cardinale spiega anche che la comunità siro-malabarese intende rafforzare la partecipazione attiva dei fedeli, curando in particolare la pastorale nei confronti delle famiglie e dei giovani, e continuare a promuovere lo strumento indispensabile del dialogo. Di fronte alle tendenze secolariste in atto in Occidente – sottolinea il porporato - la Chiesa deve “adottare nuovi metodi di evangelizzazione e di cura pastorale. La fede deve essere spiegata nel linguaggio dei tempi moderni”. “Occorre, in questa realtà secolarizzata, trovare un nuovo linguaggio affinché il popolo capisca il messaggio della Chiesa, creda maggiormente in Cristo e nei valori della Parola”. “L’opera dei vescovi, dei sacerdoti, dei religiosi e delle religiose e dei laici deve essere un’ispirazione per il popolo e una testimonianza della loro vita.” Tutti sono chiamati a essere testimoni della loro fede e della loro vita”. “La cura pastorale – conclude il cardinale George Alencherry - richiede un approccio amichevole e soprattutto va incentrata sulla famiglia. La famiglia deve diventare oggetto di particolare cura pastorale”. (A.L.)

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    Paraguay. Incontro dei responsabili della Pastorale giovanile in America Latina

    ◊   “La condizione giovanile nell’attuale contesto del Continente latinoamericano, dove processi economici e socio-culturali imponenti stanno modificando il vissuto dei singoli e delle moltitudini”. È il tema al centro del XVII Incontro Latino Americano di Responsabili Nazionali della Pastorale Giovanile, che si ha avuto inizio Domenica scorsa e si è conclusa ieri nella Casa Famiglia dei Salesiani a Ypacaraí, nel Paraguay, alla presenza di oltre 150 ragazzi delle varie delegazioni nazionali. “Noi siamo bravi quando si tratta di chiedere o protestare, ma a volte non siamo così bravi a generare alternative per il cambiamento sociale”, ha detto alla Fides Michelle Rojas, responsabile della pastorale giovanile in Paraguay. In particolare l'incontro ha riproposto alcune parole-chiave che rappresentano punti di riferimento imprescindibili per ogni autentica pastorale giovanile: la formazione continua, personale e comunitaria; la testimonianza della fede resa attraverso una vita trasfigurata dall'incontro con Cristo; l'impegno a sostenere in ogni forma i desideri di una società più giusta; il dialogo, inteso anche come partecipazione al dibattito sulle questioni politiche che interpellano l'opinione pubblica e le organizzazioni sociali; la missione come orizzonte permanente dell'azione e della presenza della Chiesa nei diversi contesti; l'opzione preferenziale per i poveri e gli esclusi come segno potente dell'amore di Dio per tutti gli uomini. (M.G.)

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    Cambogia, mons. Schmitthaeusler: “Un nuovo slancio missionario anima i giovani”

    ◊   “I giovani cambogiani si rendono conto di essere apostoli e sono consapevoli che l’evangelizzazione non è una prerogativa riservata a sacerdoti e religiosi. E’ la speranza di Cristo in noi e che noi vogliamo dare al mondo”: lo afferma in una nota inviata all’agenzia Fides mons. Olivier Schmitthaeusler, vicario apostolico di Phnom Penh, fra i partecipanti al Sinodo. Parlando della “nuova evangelizzazione”, nel contesto cambogiano, mons. Schmitthaeusler sottolinea che “il Vangelo non si diffonde attraverso il proselitismo, ma per contagio”. La Cambogia – spiega il presule – ha vissuto nella sua storia recente, dopo la stagione dei Khmer rossi, una “situazione di prima evangelizzazione”. La cosa più importante, ricorda, è “toccare il cuore”. Infatti, “per i cambogiani, come per molti popoli asiatici, la parola cuore è ovunque nel linguaggio usato per esprimere i sentimenti. Questo è ciò che Gesù ha fatto: ha toccato il cuore”. Mons. Schmitthaeusler è convinto che bisogna “tornare all’esperienza delle prime comunità cristiane, che vivevano la semplicità del Vangelo”. E ricorda che, quando arrivò nella sua prima parrocchia, c’era solo un cristiano. Iniziando a leggere e condividere regolarmente il Vangelo con un piccolo gruppo, dopo dieci anni i fedeli battezzati sono divenuti 140 e continuano ad aumentare. Anche se i cristiani in Cambogia sono “un piccolo gregge” (circa il 2% della popolazione), sono comunque “molto dinamici e felici di essere nella Chiesa”. Nel Paese, ci sono oltre 50 fra Congregazioni e movimenti ecclesiali diversi, e questo, per il vicario, è un buon segno: “La Chiesa permette a tutti di esprimere il proprio carisma, nell'unità”. Ed è una ricchezza anche per l’evangelizzazione. (A.L.)

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    Taiwan: Congresso sul rapporto tra usanze matrimoniali indigene e teologia cattolica

    ◊   “Il costume matrimoniale e la pastorale cattolica” è il tema del settimo Congresso pastorale delle popolazioni indigene di Taiwan, in programma dal 7 al 9 novembre prossimi. Nel testo di presentazione dell’iniziativa, presentato da mons. J.B. Lee, vescovo di Hsinchu e da mons J.B. Tseng Chien-Tsi, vescovo ausilare di Hwa Lien, si legge - secondo quanto riferito dalla Fides - che “negli ultimi anni il tasso delle convivenze, dei divorzi e degli aborti è sempre più alto, arrivando perfino a negare il valore del matrimonio e della famiglia, causando tantissimi problemi sociali”. Il Congresso si concentra quindi sul “costume matrimoniale e la pastorale cattolica”, cercando “di dare una risposta adeguata al conflitto e alle contraddizioni esistenti tra costume matrimoniale indigeno e diritto canonico della Chiesa”. Secondo i dati del Ministero dell’interno, nel 2010 la popolazione indigena di Taiwan ha raggiunto 512.701 unità, con un netto aumento rispetto al resto della popolazione dell’isola. La maggiore parte della popolazione indigena si trova nelle diocesi di Hwa Lien e Tai Dong. Questa realtà costituisce una grande sfida per la missione della Chiesa, che ha sempre dato la massima attenzione a queste popolazioni attraverso il Congresso annuale e la Giornata di Preghiera per le popolazioni indigene. (M.R.)

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    Hong Kong: nasce il Vangelo di Marco a fumetti per i ragazzi cinesi

    ◊   Una nuova versione del Vangelo di Marco a fumetti è a disposizione dei fedeli di Hong Kong. L’iniziativa, nata in occasione dell’apertura dell’Anno della Fede, è promossa dai Salesiani dell’Ispettoria cinese, che pubblicheranno il testo in lingua inglese, prendendo spunto dalla versione originale del libro, pubblicata in mandarino. Riferisce l’Agenzia Fides che la nuova edizione era già stata completata tempo addietro sotto la guida del salesiano, don Dennis Martin, scomparso nel 2006. Con quest’opera, che sarà pubblicata in due volumi, i Salesiani cinesi intendono in primo luogo, “offrire ai giovani lettori l’opportunità di conoscere la figura di Gesù, attraverso le forme semplici ed accattivanti del fumetto” e, secondariamente, “rendere onore alla vita missionaria salesiana di don Dennis, valorizzando un pezzo della sua eredità”. I due volumi narrano la vita di Gesù con una grande fedeltà al racconto evangelico. Sfogliando le pagine, appare inoltre un personaggio speciale, “Little Priest”, che ha il compito di guidare i lettori nel viaggio di comprensione della Buona Novella. Il libro è in vendita nelle principali librerie cattoliche di Hong Kong. (M.R.)

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    Sicilia. Si vota per le elezioni regionali, incognita astensione

    ◊   Seggi aperti in Sicilia per le elezioni regionali: quasi 4 milioni e mezzo di elettori sono chiamati, oggi fino alle 22, a scegliere il presidente della Regione e i 90 componenti dell’Assemblea. Sono dieci i candidati alle consultazioni, che non prevedono ballottaggio. Nello Musumeci è sostenuto da Pdl e La Destra, Rosario Crocetta da Pd, Udc Api e Psi. L’ex sottosegretario, Gianfranco Micciché, è il candidato di Movimento per l’Autonomia, Fli e altre liste, mentre Sinistra e Libertà, Idv e Federazione della sinistra presentano Giovanna Marano. In campo, anche il Movimento Cinque Stelle di Beppe Grillo, con il candidato Giancarlo Cancellieri: le vere incognite di questa elezione sono però l’astensionismo (previsto dai sondaggi oltre il 40%) e la possibilità per il futuro presidente di avere una maggioranza forte nell’Assemblea. (D.M.)

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    Inaugurato dall’economista Zamagni l’Anno accademico della Pontificia Facoltà Auxilium di Roma

    ◊   Con un forte richiamo perché l’Università torni ad essere luogo di educazione e non solo di formazione, Stefano Zamagni, ordinario di Economia Politica all’Università di Bologna, ha inaugurato il nuovo Anno accademico alla Pontificia Facoltà di Scienze dell’Educazione “Auxilium” di Roma. La prolusione di Zamagni, dal titolo “Economia, lavoro, educazione: tra crisi e nuove opportunità”, ha cercato di chiarire perché la cosiddetta “emergenza educativa” sia diventata centrale in quest’ultimo quarto di secolo. Ripercorrendo la storia dell’istituzione universitaria, Zamagni ha evidenziato come l’attuale crisi di educazione affondi le radici in un rapporto scuola-lavoro che non si basa più sulla separazione tra “studio” e “potere”, ma su una relazione sempre più stretta tra i due poli, perché si formino persone competenti, capaci di vincere la gara del mercato. Zamagni ha sottolineato l’importanza di mettere al centro uno spirito di cooperazione e non di competizione, per preparare persone che rispondano a un criterio di “occupabilità” e non solo “di produzione e di prodotto”. L’educazione, secondo Zamagni, “dovrebbe occuparsi non solo delle norme e dei mezzi, ma anche dei valori e dei fini”, per fornire “a una generazione giovane, e non solo, sempre più smarrita gli strumenti per scegliere”. “Un progetto educativo non deve separare la verità dal bene, in quanto la ricerca della verità ha come obiettivo la conoscenza del bene. Per cui, dovremmo arrivare a educare persone buone e non solo formare i bravi”. Ha poi concluso, con l’invito a scorgere nelle incertezze del tempo presente uno spiraglio di opportunità per un domani migliore”, citando il detto di Sant’Ambrogio "Felice è il crollo, se la ricostruzione renderà più bello l’edificio". Nella sua relazione annuale, la preside della Facoltà, Pina Del Core, si è chiesta che “Cosa fare, quali strategie mettere in atto e quali sinergie realizzare in rete con altre istituzioni per ripartire dalla centralità di alcune questioni di fondo, dalla centralità della persona e dei suoi bisogni formativi, come la ricerca di senso della vita, la domanda di realizzazione e di felicità, la sete di verità e di sapienza della vita? Cosa fare per non continuare a sprecare risorse, intelligenze, opportunità e insieme una buona parte del futuro delle giovani generazioni?”. La vera sfida, ha osservato la prof. Del Core, è quella di continuare a credere in una missione culturale che Benedetto XVI ha chiamato “servizio di carità intellettuale”, perché non si tratta tanto di comunicare contenuti, di trasmettere saperi o sviluppare competenze e abilità, ma di formare la persona, “l’uomo nuovo”, il professionista competente, il cittadino attivo, il credente impegnato. (R.G.)


    Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LVI no. 302

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    E' possibile ricevere gratuitamente, via posta elettronica, l'edizione quotidiana del Bollettino del Radiogiornale. La richiesta può essere effettuata sul sito http://it.radiovaticana.va

    Segreteria di redazione: Gloria Fontana, Mara Gentili, Anna Poce e Beatrice Filibeck, con la collaborazione di Barbara Innocenti e Chiara Pileri.