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Sommario del 30/06/2012
Il Papa agli arcivescovi metropoliti: sostenete le vostre comunità con fede e carità
◊ Benedetto XVI ha ricevuto, stamani in Aula Paolo VI, gli arcivescovi metropoliti, a cui ha imposto ieri il Pallio, assieme ai familiari e ai fedeli delle proprie diocesi. In un discorso in più lingue, il Papa ha sottolineato l’importanza del legame tra i vescovi e il Successore di Pietro. Quindi, ha esortato i nuovi metropoliti a sostenere le loro comunità “lasciando tracce di bene” in tutta la società. Il servizio di Alessandro Gisotti:
Un’occasione gioiosa per simboleggiare, in modo visibile, l’universalità della Chiesa e la profonda comunione dei vescovi con Cristo e con il Papa. E’ quanto sottolineato da Benedetto XVI che, rivolgendosi ai nuovi metropoliti, li ha innanzitutto invitati a far tesoro delle giornate passate a Roma:
"Portate nelle vostre comunità l’esperienza di intensa spiritualità e di autentica unità evangelica di queste giornate, affinché essa tocchi il cuore dei credenti e si riverberi nell’intera società, lasciando tracce di bene”.
Il Papa si è soffermato proprio sull’importanza del sostegno che i pastori devono offrire alle proprie comunità di fedeli:
“Vi assicuro la mia costante preghiera, affinché possiate svolgere con gioia e fedeltà il vostro ministero episcopale, per edificare nella carità le vostre comunità diocesane, sostenendole nella testimonianza della fede e aiutandole ad evidenziare sempre più il rinnovato entusiasmo dell’incontro con la persona di Cristo”.
Soffermandosi quindi sul significato del Pallio imposto ai nuovi metropoliti, il Papa ha ricordato, in polacco, che è “segno di particolare unità con Cristo e di comunione con il Successore di Pietro”, auspicando che questa “comunione pervada anche i cuori dei fedeli” di ogni diocesi. Quindi, ha aggiunto una riflessione sul Pallio, in lingua francese:
“Il rappelle aussi aux pasteurs …”
“Ricorda ai pastori – ha detto – la loro responsabilità di essere esemplari”, ricchi di amore per tutti “al fine di guidare il popolo di Dio, affidato alla propria sollecitudine pastorale”. E in spagnolo, ha ribadito l’auspicio che si incrementi “la vicinanza spirituale e i vincoli di comunione” tra le chiese particolari e la Sede Apostolica.
Il Papa dal 3 luglio a Castel Gandolfo, sospese le udienze private nel periodo estivo
◊ Dal pomeriggio di martedì 3 luglio, Benedetto XVI si trasferirà nel Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo. Nel periodo estivo – si legge in un comunicato della Prefettura della Casa Pontificia - sono sospese tutte le udienze private. Le udienze generali del mercoledì - sospese nel mese di luglio - riprenderanno da mercoledì primo agosto a Castel Gandolfo. Nelle domeniche e nelle solennità durante il periodo estivo la preghiera mariana dell’Angelus avrà luogo nel Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo.
Padre Ayuso Guixot nuovo segretario del dicastero per il Dialogo Interreligioso
◊ Il Papa ha nominato segretario del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso padre Miguel Ángel Ayuso Guixot, preside del Pontificio Istituto di Studi Arabi e d'Islamistica. Nato a Siviglia nel 1952, è stato ordinato sacerdote nel 1982 ed ha esercitato il ministero missionario in Egitto e Sudan fino al 2002. Dal 1989, padre Ayuso Guixot è stato professore di islamologia prima a Khartoum, poi al Cairo e, quindi, al Pontificio Istituto di Studi Arabi e d'Islamistica, dove ha in seguito ricoperto, fino ad oggi, l’incarico di preside.
I cardinali Tong Hon, Robles Ortega e Monsengwo Pasinya presidenti delegati al Sinodo dei vescovi
◊ Benedetto XVI ha nominato presidenti delegati della XIII Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi, che si terrà in Vaticano dal 7 al 28 ottobre 2012, sul tema "La nuova evangelizzazione per la trasmissione della fede cristiana", i cardinali John Tong Hon, vescovo di Hong Kong (Cina), Francisco Robles Ortega, arcivescovo di Guadalajara (Messico), e Laurent Monsengwo Pasinya, arcivescovo di Kinshasa (Rep. Democratica del Congo).
◊ In Scozia, il Santo Padre ha accettato la rinuncia al governo pastorale della diocesi di Dunkeld, presentata da Sua Eccellenza Reverendissima Monsignor Vincent Paul Logan, in conformità al canone 401 § 2 del Codice di Diritto Canonico.
In Vietnam, il Papa ha accettato la rinuncia al governo pastorale della Diocesi di Phú Cuong in Vietnam, presentata dall’Ecc.mo Mons. Pierre Trân Dinh Tu, in conformità al canone 401 § 1 del Codice di Diritto Canonico. Gli succede S.E. Mons. Joseph Nguyên Tân Tuóc, Coadiutore della medesima Diocesi.
Sempre in Vietnam, il Santo Padre ha accettato la rinuncia al governo pastorale della Diocesi di Quy Nhon in Vietnam, presentata dall’Ecc.mo Mons. Pierre Nguyên Soan, in conformità al canone 401 § 1 del Codice di Diritto Canonico. Gli succede S.E. Mons. Matthieu Nguyên Van Khôi, Coadiutore della medesima Diocesi.
In Polonia, il Papa ha nominato Vescovo di Zamość-Lubaczów (Polonia), il Reverendo Monsignore Marian Rojek, trasferendolo dall’ufficio di Ausiliare di Przemyśl dei Latini.
Il Papa a Loreto. Mons. Tonucci: nei momenti importanti la Chiesa si rivolge a Maria
◊ Affidare alla Madonna i buoni esiti del sinodo della Nuova Evangelizzazione e dell’Anno della fede. La volontà di Benedetto XVI, resa nota ieri, di recarsi al Santuario di Loreto, il prossimo 4 ottobre, richiama alla mente la scena del Cenacolo quando la Vergine prega accanto agli Apostoli che si apprestano a iniziare la loro missione. L’arcivescovo prelato del Santuario lauretano, mons. Giovanni Tonucci, riflette sul valore di questa visita, a 50 anni da quella che Giovanni XXIII fece alla vigilia del Vaticano II. L’intervista è di Alessandro De Carolis:
R. – Lo vedo come un gesto profetico, quindi un grande annuncio per la Chiesa intera: nei momenti fondamentali la Chiesa si rivolge a Maria e chiede a Lei di accompagnarci in questo cammino. Il Sinodo, l’Anno della fede, sono momenti importanti per il cammino della nostra Chiesa e quindi come allora fece Papa Giovanni, ora Papa Benedetto ripete lo stesso gesto in qualche modo ripercorrendo lo stesso itinerario e guardando verso lo stesso Santuario come punto di riferimento più tradizionale più vero della devozione mariana della Chiesa. Io l’ho sentito come un grande incoraggiamento verso una dimensione teologica della dimensione mariana della Chiesa che è estremamente incoraggiante ed è già di per se stessa una grossa lezione.
D. – Come pastore responsabile di un luogo di preghiera tra i più frequentati della cristianità, cosa crede porterà alla Chiesa l’Anno della fede?
R. – Io credo che dovrà portare una grande attenzione alla riflessione sul lavoro fatto ai tempi del Concilio in questi 50 anni. Il Concilio ha aperto dimensioni importantissime, vorrei soltanto ricordare la maggiore attenzione nell’ascolto delle Scritture. Quello che una volta si diceva, cioè che i cattolici sono quelli che rispettano tanto la Bibbia da non aprirla mai, ormai non è più vero. C’è un grande contatto di ogni fedele con la Sacra Scrittura, attraverso la liturgia e attraverso anche la lettura personale. Io credo che durante l’Anno della fede dovremo proprio fare questo: che tutte le famiglie e gli individui che vivono la fede si rendano sempre più familiari con la Scrittura e quindi, attraverso una conoscenza biblica, sappiano interpretare meglio e capire meglio quello che è l’insegnamento della Chiesa.
D. – Il Papa sarà con voi tra poco più di tre mesi. State pensando a qualcosa di particolare in questo luogo mariano per incontrare Benedetto XVI?
R. – Io ho avuto l’informazione che il Papa celebrerà una messa in Basilica e quindi siamo ancora nel momento di esaltazione per la notizia della sua visita. Di qui, in avanti dovremo cominciare a scendere al concreto e fare in modo che questa visita e questo incontro, anche se è un incontro breve, sia il più bello e piacevole per tutti. Penso soprattutto a qualcosa - e voglio che sia così - che deve grande gioia al Santo Padre. Il Papa è amatissimo qui a Loreto, come è amatissimo in tutta la Chiesa, ma vorrei che questa sensazione di vicinanza e di amore la sentisse forte.
Oggi su "L'Osservatore Romano"
◊ La fraternità cristiana: in prima pagina, un editoriale del direttore sull'omelia con la quale Benedetto XVI ha celebrato la festa degli apostoli Pietro e Paolo.
Nell'informazione internazionale, Francesco Citterich su Cipro che assume la presidenza di turno dell'Unione europea e Pierluigi Natalia sulle elezioni generali in Messico.
Roma, non basta una vita: in cultura, l'omelia dell'arcivescovo emerito di Westminster nella festa dei Santi patroni.
Un articolo di Vicente Carcel Orti dal titolo "Il rischio di essere 'cani muti' davanti a una strage": la lettera collettiva scritta dall'episcopato spagnolo il primo luglio 1937 sulla guerra civile e sulla persecuzione religiosa.
La luce sulla strada da seguire: nell'informazione religiosa, il cardinale Giovanni Battista Re su preghiera e azione nel Beato Giovanni Paolo II.
Quando il martirio è segno di unità della Chiesa: all'Angelus il Papa saluta la delegazione del Patriarcato di Costantinopoli.
"Letali per la Siria le divisioni sul piano di pace": così, Kofi Annan alla riunone di Ginevra
◊ Aleggia il pessimismo sulla riunione del cosiddetto “Gruppo d’azione” per la Siria che si è aperta a Ginevra. Un vertice convocato per rilanciare il piano di pace del mediatore Onu-Unione Africana, Kofi Annan, ma sulla quale pesano le divergenze tra Stati Uniti e Russia. “Le vostre divisioni sono letali per il popolo siriano”: ha detto l’ex segretario generale dell’Onu aprendo la riunione. Il servizio di Benedetta Capelli:
E’ una strada tutta in salita per i ministri degli Esteri dei Paesi membri del Consiglio di Sicurezza Onu più Turchia, Kuwait e Qatar. Lo si è capito anche dal ritardo di due ore e mezza con il quale il vertice sulla Siria si è aperto a Ginevra: segno che le riunioni preliminari tra le varie delegazioni non hanno dato il risultato sperato. Nel suo intervento Annan ha affermato che si sta profilando una crisi internazionale di seria gravità. Da qui l’appello all’unità e l’esortazione a cercare un’intesa sulle linee-guida indicate dal suo piano. Sono sei i punti che lo compongono: stop alle violenze, rispetto delle libertà individuali, aiuti umanitari nelle zone più colpite. Centrale l’ipotesi di una missione internazionale, sotto l’egida dell’Onu, con il compito di controllare l’operato di un governo di unità nazionale formato dai lealisti di Assad e dall’opposizione. Di “interferenza straniera” ha parlato la Russia che, insieme alla Cina, spinge perché questa proposta non sia accolta e perché sia Damasco stessa a decidere il suo destino. Posizione ribadita ieri a San Pietroburgo dal segretario di Stato americano Clinton. Intanto, però, le violenze continuano, una decina le vittime di oggi in gran parte a Douma, nei pressi della capitale Damasco, dove – riferiscono gli attivisti – la situazione è catastrofica, si vive sotto assedio, almeno 100 famiglie sarebbero costrette in rifugi di fortuna, impossibilitati a fuggire.
Borse in positivo dopo il vertice Ue. L'esperto: ora bisogna consolidare
◊ La reazione dei mercati ai risultati del vertice Ue sono stati entusiasmanti, con Piazza Affari che ha guadagnato oltre il 6%. Tuttavia, il vero test per i mercati sarà l'apertura delle contrattazioni di lunedì. L'agenzia di rating Fitch ha promosso le decisioni di Bruxelles che “allentano le tensioni sui rating dei Paesi euro nel breve termine” ed ha parlato di esito superiore alle attese. Sentiamo Carlo Dell’Aringa, docente di economia politica all’Università cattolica di Milano. L’intervista è di Stefano Leszczynski:
R. – Credo che questa volta potremmo avere un filo di speranza in più perché ci sono le premesse perché i risultati raggiunti sul fronte della borsa e dello spread possono essere definitivi per quello che abbiamo già raggiunto ma possono addirittura migliorare se nel prosieguo degli accordi che si svolgeranno a livello europeo saranno confermate le buone intenzioni che sono emerse ieri, ma soprattutto le intenzioni manifestate - ricordiamo - da un gruppo di Paesi consistente. Quindi certamente quello che è stato raggiunto ci fa sperare, molto più di quanto non sia successo in circostanze analoghe in passato, che molto sia stato fatto ma che molto anche possa essere consolidato.
D. – Quando noi parliamo di speculazione pensiamo spesso ai mercati finanziari. Non è che questa volta magari si è fatta aleggiare un po’ l’idea che la speculazione potesse venire anche da alcuni Stati partner?
R. – Distinguerei le cose. Da un lato abbiamo la speculazione che talvolta in modo eccessivo è essa stessa che crea il problema più che reagire a un problema. Poi vi sono Paesi che possono trarre anche vantaggio da questa attività dei mercati ma in modo indiretto. Per esempio la Germania trae vantaggio dalla speculazione in una situazione in cui i tassi di interesse che gli investitori pagano in Germania per fare i loro investimenti sono infinitamente più bassi di quelli pagati in Italia.
D. – Il ruolo della Bce risulterebbe molto rafforzato se questi accordi venissero effettivamente implementati. Questo è un bene?
R. – Certamente perché sappiamo che la Bce è un’istituzione che fino ad ora ha dato buona prova di se stessa. Ha al comando una persona di grande prestigio internazionale ed è una delle istituzioni più efficienti esistenti a livello europeo. Ed è vero che alla Bce è stato dato un compito molto importante. Primo, perché le attività dei fondi salva-Stato devono passare attraverso la Bce. Secondo, alla Bce verrà chiesto di svolgere un ruolo di sorveglianza sulle banche dell’area monetaria e questo è un ruolo fondamentale. Questo certamente significa una cessione di sovranità delle singole banche centrali, dei singoli Paesi, perché sarà la Bce a svolgere una sorveglianza nei confronti delle banche per vedere se queste banche meritano di essere ricapitalizzate - cioè di essere aiutate, sempre con le risorse dei fondi salva-Stato - e soprattutto se danno le garanzie di utilizzare questi capitali per mettere a posto i loro bilanci e aprire una stagione anche per loro di crescita. Uno dei problemi da risolvere è se queste risorse di cui dispongono i fondi salva-Stato sono sufficienti per fare quella barriera di fuoco che può scoraggiare i mercati dalla loro attività di speculazione.
La Basilica della Natività a Betlemme dichiarata patrimonio dell'umanità dell'Unesco
◊ L'Unesco ha incluso ieri, con una procedura d'urgenza, la chiesa della Natività a Betlemme tra i siti patrimonio dell'umanità. La decisione presa a San Pietroburgo con 13 sì, 6 no e 2 astenuti è stata accolta da un lungo applauso della delegazione palestinese, ma anche dalle critiche israeliane che la definiscono “totalmente politica”. Profonda delusione è stata espressa dagli Usa. E’ il primo sito dell’Anp, entrata nell’Unesco dal 2011, a essere dichiarato patrimonio dell’Umanità. Al microfono di Paolo Ondarza il custode di Terra Santa padre Pierbattista Pizzaballa:
R. – Devo chiarire che non è solo la Basilica ma è tutta la città vecchia di Betlemme, che comprende anche la Basilica della Natività ad essere stato dichiarato patrimonio dell’Unesco. Il presidente palestinese, Abu Mazen, a suo tempo, aveva espresso le garanzie che non sarebbero stati toccati i diritti delle Chiese, i diritti di proprietà come anche di gestione. Come Chiese ortodosse, cattoliche e armene avevamo espresso qualche preoccupazione. Adesso, esprimiamo il nostro apprezzamento all’Autorità palestinese e ci auguriamo che i luoghi santi restino comunque un’isola esclusa da qualsiasi attività che non sia legata al luogo di culto e al luogo santo.
D. – I luoghi santi, quindi, continueranno ad essere gestiti esclusivamente dalle comunità religiose, oppure cambierà qualcosa?
R. – Non deve cambiare assolutamente nulla. Abbiamo avuto delle garanzie, in questo senso, e ci auguriamo che così resti.
D. – Esprimete perciò il vostro apprezzamento, con l’augurio che la decisione non venga strumentalizzata a livello politico. C’è da dire che alla soddisfazione da parte palestinese ha fatto subito eco la reazione negativa di Israele, che parla di “decisione politica”…
R. – Sì, tutto diventa politica. Noi vogliamo essere lasciati fuori da questi discorsi. I luoghi santi e di culto devono avere dinamiche diverse ed estranee alle questioni politiche locali. Non posso che ribadire quanto già detto.
D. – Ma allora che cosa cambia con l’inclusione della Chiesa della Natività di Betlemme tra i siti patrimonio dell’umanità dell’Unesco?
R. – E’ sicuramente una nomina di prestigio ed è un primo conseguimento dell’autorità palestinese, come è anche un riconoscimento internazionale di un luogo che comunque era già internazionalmente riconosciuto. Dal punto di vista pratico, non cambierà tantissimo se non, forse, una procedura un po’ più burocratica per eventuali interventi. E’ più una questione di prestigio che altro.
D. – Da un punto di vista della conservazione di questo importante sito, che cosa cambia?
R. – Per quanto riguarda la conservazione, la Basilica al momento ha bisogno di una grande opera di ristrutturazione e di conservazione. In ogni caso, con o senza l’Unesco, sarebbe stata eseguita ugualmente con i migliori criteri possibili.
Aggiornato il 30 giugno 2012
Elezioni generali in Messico. Favorito il Partito Rivoluzionario Istituzionale
◊ Domani, il Messico alle urne per eleggere il nuovo capo dello Stato, successore del presidente uscente Calderon, esponente della destra, e tutti i deputati del Congresso. Quasi 80 milioni i cittadini chiamati alle urne. Secondo i sondaggi si profila un clamoroso ritorno al potere del Partito rivoluzionario istituzionale, che in passato ha già guidato il Paese. Quasi mille gli osservatori stranieri che controlleranno la regolarità delle consultazioni. Ma quali sono le sfide che il prossimo presidente dovrà affrontare? Giancarlo La Vella lo ha chiesto a Jorge Gutierrez, corrispondente in Italia per varie testate giornalistiche messicane:
R. - Le sfide sono molto grandi e molto difficili. Stiamo parlando del narcotraffico, della povertà, della corruzione, della crisi economica e della dipendenza, forse eccessiva, che ha il Messico dagli Stati Uniti in materia di interscambi commerciali, che arrivano circa all’80 per cento. Un problema grandissimo poi è soprattutto quello della sicurezza del Paese. Chiunque vinca, sono queste le sfide che dovrà affrontare il nuovo governo, di qualunque colore esso sia.
D. - I sondaggi prevedono un clamoroso ritorno al potere del Partito Rivoluzionario Istituzionale (Pri). E’ possibile che si verifichi un evento del genere?
R. - E’ possibile. Il Paese è molto deluso dalla gestione del Pan - il partito di destra della signora Josefina Vázquez Mota e del presidente uscente, non rieleggibile, Felipe Calderon - ma ha avuto sempre una grande paura dei partiti della sinistra, e questo potrebbe portare ad un ritorno del Pri, che ha governato per più di 70 anni, fino al 2000. Comunque sia, anche per questo partito la sfida sarà davvero enorme.
D. - La gente messicana, spesso, esprime l’auspicio che il Paese imbocchi, in modo deciso, la strada verso la modernizzazione e il progresso…
R. - E’ proprio questo il grande problema e il grande dilemma di tutti i candidati più importanti. Hanno detto sì allo sviluppo, alla modernizzazione del Messico, alla lotta al narcotraffico e all’insicurezza, ma è mancata una cosa: nessuno ha spiegato come pensa di poter arrivare a questi risultati.
D. - E’ pensabile uno sganciamento del Messico dalla dipendenza con gli Stati Uniti, per avvicinarsi invece agli altri Paesi latinoamericani?
R. - Non è pensabile che il Messico tagli totalmente i ponti con gli Stati Uniti, però ci sarà certamente un avvicinamento all’America Latina. Il Messico, storicamente, ha un particolare vincolo, molto stretto, con l’America Latina, che con gli ultimi 12 anni di governo da parte della destra si è perso e, adesso, bisogna tornare a creare legami con l’America Latina. Questo è un dato di fatto.
D. - Quali auspici ha espresso la Chiesa locale durante la campagna elettorale?
R. - La Chiesa ha sottolineato l’esigenza di tutelare la vita: il "no" all’aborto e all’eutanasia, come anche il rispetto in generale per i diritti umani e l’aiuto verso i poveri. Si tratta di quei principi che la Chiesa sta chiedendo a qualsiasi sia il partito vincitore o che voglia partecipare a questo processo.
Cristiani nello spazio pubblico: se ne parla all’incontro dell’Istituto Dignitatis Humanae
◊ “Il ruolo dei cristiani nello spazio pubblico”: è il titolo dell’incontro promosso ieri pomeriggio e stamani a Roma, presso la Rappresentanza del parlamento europeo, dall’Istituto per la Dignità Umana, di cui è presidente onorario il cardinale Renato Raffaele Martino, presidente emerito del Pontificio Consiglio Giustizia e Pace. Dal 2009 in collaborazione con l’Istituto è nato all’interno dell’Europarlamento a Strasburgo l’International Committee on Human Dignity, di cui è presidente l’europarlamentare Nirj Deva. E ora stanno nascendo gruppi di lavoro all’interno dei vari parlamenti nazionali. Con l’incontro di ieri e oggi, viene annunciata la nascita del working group in Italia. Fausta Speranza ha seguito l’incontro ieri pomeriggio:
Dignità di ogni persona umana nata a immagine e somiglianza di Dio: questo il presupposto per una riflessione costante su tutti gli ambiti e i modi in cui difendere la vita umana. Il cardinale Martino sottolinea la centralità negli insegnamenti della Chiesa:
“Come presidente del Consiglio della giustizia e della pace, ho promosso ed elaborato il Compendio della dottrina sociale della Chiesa. Il perno fondamentale di tutta la dottrina è la persona umana e la sua dignità”.
L’europarlamentare irlandese Gay Mitchell ricorda che la difesa della vita dal concepimento fino alla morte naturale è il primo pensiero del gruppo di lavoro. Ma poi sottolinea che i vescovi europei, nell’attuale contesto di crisi, richiamano anche a una visione nuova dell’economia:
"In relation to the social market economy, I think the bishops of Europe…
Per quanto riguarda l’economia sociale dei mercati, credo che i vescovi d’Europa abbiano reso un grande servizio pubblico con il documento sull’economia sociale dei mercati. Quello che affermano i vescovi è che un mercato unicamente fondato sul capitale non rappresenta un’economia sociale di mercato: è la gente che dev’essere al centro del mercato. Io penso che abbiano ragione e che diamo troppo peso alle agenzie di rating, ai revisori dei conti, alla mancanza di regolamentazione e di legiferazione, ma anche alle speculazioni, perché le persone manipolano i mercati per i loro propri interessi. Loro sono stati i primi a parlare di questo e sicuramente hanno influenzato e possono influenzare il lavoro di politici come me. E io credo che l’Europa abbia bisogno di questo tipo di leadership".
Sul bisogno di solidarietà, ancora il cardinal Martino:
“Papa Giovanni Paolo II a proposito della globalizzazione diceva: ‘Che cosa dev’essere globalizzato? La solidarietà’. E’ fondamentale per mettere in pratica quell’amore al prossimo”.
All’incontro è intervenuto l’accademico e politico on. Rocco Buttiglione. Ha parlato, tra l’altro, di “società liquida” in cui prevale l’individualismo e trova sempre meno spazio lo spirito. In questa società – ha detto – c’è una minoranza che ancora si pone degli interrogativi. Di questa minoranza, la maggioranza è rappresentata da cristiani. Anche solo per questo – ha detto – non si può negare spazio pubblico ai cristiani.
In migliaia ad Assisi per la prima Marcia per la sicurezza del lavoro dell'Anmil
◊ Circa tremila persone - cittadini, esponenti istituzionali e sindacali, organizzazioni provenienti da tutta Italia - hanno preso parte oggi ad Assisi alla prima Marcia per la sicurezza del lavoro promossa dall’Anmil, associazione nazionale lavoratori mutilati e invalidi del lavoro. Al termine del percorso, nella Basilica di Santa Maria degli Angeli, il vescovo di Assisi, mons. Domenico Sorrentino, ha celebrato una Messa per commemorare le vittime degli infortuni in ambito lavorativo. Al microfono di Adriana Masotti, le parole di Franco Bettoni, presidente nazionale dell’Anmil:
R. – Sicuramente, è importante portare l’attenzione ai temi della sicurezza e la marcia fa proprio questo: portare l’attenzione non soltanto tra di noi, vittime di incidenti sul lavoro, ma tra la gente comune, tra i giovani. Si tratta di temi che non riguardano solo alcune persone, ma l’intera comunità.
D. – In un momento di crisi economica come quello attuale, forse si fa avanti la tentazione di tagliare sulla sicurezza, di chiudere un occhio. E’ corretto dire, invece, che un imprenditore che investe sulla sicurezza ci guadagna?
R. – Innanzitutto, rispettare le norme di sicurezza è un obbligo. Ma sicuramente quelle aziende che rispettano la sicurezza hanno anche un guadagno e, soprattutto, riescono meglio a portare sul mercato i propri prodotti. Prima di tutto, però, rispettare le norme di sicurezza è una forma di rispetto verso i lavoratori e le lavoratrici. La paura è che, in un momento di ritenzione dei costi, in cui li si vuole abbassare, qualcuno lo faccia proprio a danno della sicurezza. Noi siamo convinti che la maggioranza degli imprenditori sia seria e dobbiamo invece combattere chi non rispetta queste norme.
D. – La sicurezza è anche questione di legalità, e quindi “no” al lavoro nero. Ma è anche una questione di norme precise, di formazione dei lavoratori e di controlli. Quali aspetti, tra questi, sono ancora carenti in Italia?
R. – La legge che abbiamo è buona e va rispettata. Bisogna rispettare i controlli, riuscire ad arrivare in quelle aziende dove i dati statistici dell’Inail ci aiutano a capire avvengono gli infortuni, nelle piccole e medie imprese. Ma prima di tutte queste cose, che comunque servono e vanno fatte, bisogna formare una cultura della sicurezza nei giovani, nei futuri lavoratori e nei futuri imprenditori, come anche nei lavoratori odierni, i quali devono capire che gli incidenti non succedono agli altri ma potrebbero accadere anche a loro.
D. – Come è nata quest’idea di fare, per la prima volta, una marcia nazionale su queste tematiche?
R. – L’idea è nata per portare in piazza la gente comune non per protestare, ma per sensibilizzare le persone su un tema importante, che tocca tutti da vicino. Partendo dalle nostre esperienze, dalle nostre storie, dal nostro vissuto e dalle nostre ferite visibili e non, vogliamo portare al centro dell’attenzione il tema della sicurezza, con l’aiuto di tutti e anche con l’aiuto della stampa.
D. – C’è qualcosa in particolare che chiederete, su questo, al governo?
R. – Noi non chiediamo nulla, noi siamo vicini al capo dello Stato. Egli chiede la sicurezza e noi, come Associazione, la chiediamo da quando siamo nati, perché siamo vittime di incidenti sul lavoro, e il nostro compito è quello di sensibilizzare, far sì che agli non succeda quello che è successo a noi.
Aggiornato il 30 giugno 2012
Il commento di padre Bruno Secondin al Vangelo della Domenica
◊ In questa 13.ma Domenica del Tempo ordinario, la liturgia ci presenta il passo del Vangelo in cui ci sono raccontati due segni: Gesù guarisce una donna che aveva perdite di sangue e riporta alla vita la figlia di Giàiro, che tutti dicevano morta:
“E subito la fanciulla si alzò e camminava; aveva infatti dodici anni. Essi furono presi da grande stupore. E raccomandò loro con insistenza che nessuno venisse a saperlo e disse di darle da mangiare”.
Su questo brano evangelico, ascoltiamo il commento del carmelitano, padre Bruno Secondin, docente emerito di Teologia spirituale alla Pontificia Università Gregoriana:
Un inno al Dio della vita le due guarigioni raccontate da Marco, quasi incastonandole l’una dentro l’altra. Sono due esperienze di fede tenace, contro ogni evidenza, contro ogni buon senso: eppure proprio in quelle situazioni estreme ci sono mani che si protendono a toccare, suppliche silenziose e audaci, gesti di tenerezza e di bontà senza calcoli. La donna che non riusciva a liberarsi dall’emorragia cronica era considerata non degna di stare con gli altri, cioè impura. Eppure si fa audace, almeno toccare la frangia di quelle vesti che coprono il Maestro. Non aveva possibilità e forse neppure coraggio di supplicare, di farsi largo fra quella ressa. Ma quel gesto poteva farlo, toccare, implorare senza parole, ma col cuore in lacrime. “Figlia”, la chiama Gesù: un titolo bello, bellissimo, di tenerezza. È rinata alla vita, è stata rigenerata dalla sua audacia, è di nuovo nella pace di una vita sana. E poi quell’altro gesto: prendere la bimba per mano: “Talità, kum!”. Giovane vita, alzati, torna a danzare, ritorna alla gioia dei tuoi genitori! E poi si aggiunge: “Disse di darle da mangiare”. Quanta umanità, quanta tenerezza! Fiducia tenace e tenerezza si sostengono e si completano. Siano compagne della nostra fede.
Continuano le proteste nel Sudan afflitto dalla crisi economica
◊ Continuano da due settimane ininterrottamente le proteste a Khartoum, in Sudan, dove molti da ieri sono scesi in piazza contro la politica d’austerità varata dal presidente, Omar Al Beshir. Il Paese, infatti, sta attraversando una grave crisi economica e deve affrontare un deficit di bilancio pari a circa 2,4 miliardi di dollari, cui si aggiunge una riduzione del 75% della produzione petrolifera da quando, quasi un anno fa, si è staccato il sud andando a costituire lo Stato autonomo del Sud Sudan con capitale Juba. I manifestanti, che chiedono la caduta del governo, hanno iniziato protestando contro il carovita e oggi di nuovo contro il presidente, nel giorno in cui ricorre l’anniversario del colpo di Stato che portò Beshir al potere. Ieri, la polizia ha bloccato con il lancio di lacrimogeni duemila persone che, uscite dalla moschea di Omdurman, città gemella della capitale, tentavano di raggiungere Khartoum, In proposito, è intervenuto l’Alto commissario Onu per i Diritti umani, Navi Pillay, che ha denunciato come “mezzi pesanti di repressione non risolveranno le frustrazioni e le sofferenze del popolo”. (R.B.)
Domani le elezioni legislative in Senegal
◊ Domani in Senegal i cittadini saranno chiamati a votare per le elezioni legislative, che cadono in un periodo in cui la gente è piuttosto sfiduciata nei confronti della politica. Questa l’analisi che fa alla Misna il segretario generale della Caritas locale, padre Ambroise Tine, commentando la scarsa partecipazione dei cittadini ai comizi elettorali. L’auspicio di molti è che l’attuale presidente Macky Sall possa ottenere una salda maggioranza in parlamento così da attuare più agevolmente il suo programma di governo, che include una strenua lotta alla corruzione. La tornata elettorale, però, coincide anche con l’inizio della stagione delle piogge e il periodo della semina di miglio, arachidi e altri cereali: un momento cruciale per il 70% della popolazione che vive nelle campagne e sul quale incombe la minaccia dell’insicurezza alimentare. Tra gli altri problemi che affliggono il Paese, poi, ci sono l’alto tasso di disoccupazione, la crisi del settore industriale e della pesca, oltre - fenomeno emergente - la concorrenza a basso costo dei cinesi e l’allarme terrorismo da parte dell’organizzazione al Qaeda nel Maghreb islamico, tornata in auge da quando il capo dello Stato ha autorizzato la partecipazione di un contingente di soldati senegalesi a un eventuale intervento militare nella regione del nord del Mali. In questo contesto, quindi, si svolgono le elezioni che comporranno i 150 deputati chiamati ad affrontare la prossima legislatura: gli aventi diritto al voto sono 5 milioni e 100mila, oltre ai circa 200mila che potranno votare dall’estero. A scontrarsi saranno la coalizione Benno Bokk, che alle Presidenziali ha sostenuto Sall, il Partito democratico senegalese guidato da Oumar Sarr e l’alleanza Bokk Guiss del presidente del Senato Pape Diop, che rappresenta l’ala più liberale del Paese. (R.B.)
Etiopia: niente acqua potabile e servizi igienico sanitari per almeno 40 milioni di persone
◊ È ancora proibitivo l’accesso all’acqua potabile e ai servizi igienico sanitari per la metà della popolazione etiope, secondo quanto riferisce l’agenzia Fides. La World Bank’s Ethiopia sostiene che il numero di persone che non ne usufruiscono è tra i più alti in tutto il mondo. In base all’Universal Access Plan II, il Paese dovrebbe adeguarsi entro il 2015 agli obiettivi di sviluppo previsti dall’Onu, espandendo l’accesso all’acqua potabile al 98,5% della popolazione e quello alla sanità al 100% degli abitanti. Nel 2010, sono morti in Etiopia 271 mila bambini sotto i 5 anni a causa di malattie legate a questo problema. Al momento, il 54% delle famiglie etiopi si serve di una fonte di acqua potabile, anche se il dato varia di molto tra le aree urbane e quelle rurali dove vivono oltre 65 milioni di persone. Un problema grave delle zone rurali è quello delle infezioni batteriche agli occhi: attualmente, più del 75% delle malattie alla vista sono dovute alla mancanza di acqua potabile e servizi igienico sanitari. (A.C.)
Sri Lanka: allarme siccità, migliaia di coltivazioni a rischio
◊ Lo Sri Lanka è sempre più afflitto dalla siccità che – riferisce l’agenzia AsiaNews – sta mettendo a dura prova migliaia di ettari di coltivazioni. Ritardano le piogge monsoniche da nordovest, provocando lo svuotamento dei serbatoi delle centrali idroelettriche e mettendo in ginocchio il settore agricolo. Le aree più colpite sono la North Central Province, la Northern Province e la North Western Province. Il ministro dell’Agricoltura Mahinda Yapa Abeywardena ha dichiarato che “molti serbatoi si sono già prosciugati, e le coltivazioni sono distrutte. Lo Stato – ha proseguito – farà il massimo per aiutare i poveri contadini”. Il ministro ha poi ricordato che 60.700 ettari di terreni coltivabili rischiano di essere distrutti. Nelle zone della Eastern Province, i contadini sono riusciti, invece, a gestire meglio le risorse idriche e a far fronte alle difficoltà ricorrendo a colture diverse dal riso, che richiede elevate quantità di acqua. Per affrontare il problema della carenza di energia proveniente dalle centrali idroelettriche, il governo sta ricorrendo sempre più all’energia termica, la cui produzione è salita dell’88,3%. (A.C.)
I vescovi croati: l’ora di religione nelle scuole pubbliche è discriminata
◊ L’ora di religione nelle scuole pubbliche della Croazia viene “spesso presentata come inutile” e “messa in discussione”, divenendo oggetto di “varie forme di discriminazione”: è la denuncia dei vescovi croati, resa nota due giorni fa, in un messaggio alle famiglie in occasione del 20.mo anniversario dell’istruzione religiosa negli istituti pubblici del Paese. Un simile atteggiamento discriminatorio, si legge nel testo, “rappresenta un chiaro disprezzo del diritto sia dei genitori a educare i figli secondo il proprio credo, sia dei figli a manifestare liberamente la fede cristiana, scegliendo di frequentare l’ora di religione”. Purtroppo, sottolinea la Chiesa di Zagabria, tale violazione del diritto “spesso porta i genitori a ritirarsi nell’anonimato della maggioranza silenziosa, così che quelle rare richieste individuali di abbandonare l’ora di religione vengono invece presentate come episodi normali ed interpretati come se la religione non fosse una materia interessante”. Di qui, l’esortazione che i vescovi lanciano a genitori affinché siano “araldi del Vangelo all’interno della famiglia” e facciano “tutto il possibile perché i figli approfondiscano la fede cristiana, anche attraverso l’ora di religione a scuola”. Inoltre, in previsione dell’Anno della Fede, indetto da Benedetto XVI per celebrare i 50 anni del Concilio Vaticano II e che verrà inaugurato ufficialmente l’11 ottobre, la Chiesa croata chiede ai genitori di “continuare a iscrivere i figli all’ora di religione, senza aver paura e chiedendo il pieno rispetto dei propri diritti”. Ai giovani, infine, i presuli ricordano di “riscoprire ogni giorno la gioia della fede” e di rendere l’ora di religione “un momento di vera e duratura conversione al Signore”, poiché “la fede cresce quando è vissuta come amore ricevuto e quando è trasmessa come esperienza di grazia”. (I.P.)
Euro 2012: in campo anche i bambini della casa-famiglia salesiana di Lviv
◊ Calciatori speciali quelli scesi in campo nei giorni scorsi in Ucraina: in occasione del campionato europeo “Euro 2012”, è stata organizzata una partita tra i bambini ospitati dalla casa-famiglia salesiana “Pokrova” (Riparo) di Lviv ed altri bimbi provenienti da Germania e Portogallo. Come riporta l’agenzia salesiana Ans, inoltre, due ospiti del Centro salesiani hanno partecipato, in qualità di mascotte, alla fase iniziale della sfida Danimarca-Germania del 17 giugno. “I ragazzi sono stati molto contenti di aver potuto prendere parte a questi eventi, perché questo era il loro sogno”, afferma don Myhajlo Chaban, direttore della casa-famiglia. Avviato nel 2007, il centro accoglieva, all’inizio, tre ragazzi orfani, ospitandoli nelle strutture adiacenti alla Chiesa dell’opera “Beato Filippo Rinaldi” di Lviv. In poco tempo, però, il numero dei ragazzi bisognosi è cresciuto, arrivando fino a 38 minori, spesso orfani e per lo più figli di genitori tossicodipendenti o alcolizzati. Attualmente, quindi, è in costruzione una nuova casa per 120 bambini, che accoglierà anche studenti. “Il comune di Lviv - conclude l’agenzia Ans - ha grande fiducia nei Salesiani e nel loro lavoro per i poveri. Lo scorso maggio, il direttore della casa-famiglia è stato proclamato ‘cittadino dell’anno’, proprio per il lavoro che i Salesiani compiono con i ragazzi più bisognosi”. (I.P.)
Brasile. Cristiani, ebrei e musulmani uniti nella salvaguardia del Creato
◊ Dieci impegni da rispettare per salvaguardare il Creato, in nome di uno sviluppo sostenibile: a metterli nero su bianco sono diversi rappresentanti religiosi del Brasile in una lettera aperta diffusa a pochi giorni dalla conclusione di Rio+20, la conferenza Onu sullo sviluppo sostenibile. “Religioni, società e ambiente non sono realtà distinte, ma estremamente correlate – si legge nella missiva – e le tradizioni religiose contribuiscono ad ampliare la consapevolezza dei fedeli sui valori fondamentali della vita, orientando a una convivenza pacifica e rispettosa tra i popoli, le culture e le fedi”. Per questo, i firmatari della lettera si ripropongono, innanzitutto, di “mostrare al mondo il senso dell’esistenza umana”, affermando “in modo concreto il valore della vita di ciascuno, indipendentemente dalle condizioni sociali, religiose, culturali, etniche o sessuali”. Di qui, l’impegno che gli esponenti religiosi si assumono nel diffondere “l’educazione e la pratica del rispetto reciproco, del dialogo, della convivenza pacifica e della cooperazione tra le diversità, tanto più importante nel mondo pluralista attuale”. Ma tale cooperazione, continua la lettera, parte anche dalle stesse tradizioni religiose, che devono “spiegare di più e meglio ciò che hanno in comune, condividendo quelle ricchezze che possono rafforzare le relazioni interreligiose, in nome di una cooperazione capace di risolvere i problemi che affliggono il mondo”. Ribadendo, inoltre, che “la pace non è la semplice assenza della guerra, ma è frutto della giustizia e della pratica della carità”, i firmatari della missiva si impegnano a “vivere la compassione con i più bisognosi, i poveri, gli emarginati”. Centrale anche l’esortazione alla “costruzione e promozione della cittadinanza”, così come “l’affermazione della tolleranza e della libertà religiosa” e “la promozione del valore e della cura del Creato, minacciato dagli interessi economici che costruiscono una cultura utilitaristica e consumistica”. Infine, i leader religiosi si impegnano pubblicamente ad assumere un atteggiamento in cui “prevalga l’etica della tolleranza, della libertà, del rispetto, della dignità, dei diritti umani, della convivenza tra le diversità religiose e culturali”. “Si tratta di elementi – si legge nelle ultime righe della missiva – che vanno affermati sia dal punto di vista laico che da quello religioso”. A siglare la lettera, tra gli altri, mons. Francisco Biasin, presidente della Commissione episcopale brasiliana per l’Ecumenismo e il dialogo interreligioso, padre Peter Hughes, segretario del dipartimento Giustizia e solidarietà del Consiglio episcopale latinoamericano, mons. Francisco de Assis da Silva, vicepresidente del Consiglio nazionale delle Chiese cristiane del Brasile, il rabbino Sergio Margulies, rappresentante della Federazione israelita dello Stato di Rio de Janeiro, e Sami Armed Isbelle, direttore del Dipartimento educativo musulmano di Rio de Janeiro. (I.P.)
Torino: seminario di studi “Unità pastorali a confronto”
◊ Si è aperto ieri a Torino, con il saluto del cardinale arcivescovo della città, Cesare Nosiglia, il Seminario di studio dal titolo “Unità pastorali a confronto”, che si chiuderà oggi con l’intervento di mons. Domenico Sigalini, vescovo di Palestrina e presidente del Centro di orientamento pastorale (Cop). L’evento, organizzato proprio dal Cop e dal Centro studi e documentazione dell’arcidiocesi del capoluogo piemontese, mira a dare risposte ad alcune fondamentali domande sulle attività delle unità pastorali, nuove forme di unità tra parrocchie, e sul loro contributo alla nuova evangelizzazione. Su queste tematiche, si stanno confrontando diocesi molto diverse tra loro come Assisi, Bergamo, Brescia, Bolzano-Bressanone, Concordia-Pordenone, Forlì-Bertinoro, Milano, Padova, Piacenza-Bobbio, Torino e Vicenza, nel tentativo di tracciare un primo bilancio a livello nazionale su un’esperienza avviata nel 1992. Le unità pastorali nascono per essere comunioni di valori e non solo di persone e si pongono l’obiettivo di ricercare nuove forme di aggregazione tra parrocchie per condividere risorse e finalità, “un motore della nuova evangelizzazione”, secondo il responsabile del Centro studi, don Giovanni Villata. (R.B.)
Da ieri on line il nuovo sito agenti.eu per un’informazione sempre più europea
◊ È attivo da ieri all’indirizzo internet www.agensir.eu il nuovo sito d’informazione di Sir Europa, l’agenzia d’informazione nata nel 2001 che ora rafforza la sua vocazione europea. L’iniziativa, che verrà presentata ufficialmente in questi giorni nella prestigiosa sede dell’incontro del Consiglio delle Conferenze episcopali europee in corso a Edimburgo, è resa possibile anche grazie alla collaborazione con la Commissione degli episcopati della Comunità europea (Comece) e con la rete dei corrispondenti delle Chiese cattoliche dei Paesi europei. In particolare, il nuovo servizio si avvarrà della sinergia con le agenzie cattoliche di dieci Paesi europei e della coordinazione delle tre sedi di Roma, Bruxelles e Bratislava. Il sito presenta in italiano e in inglese lanci, articoli, reportage e approfondimenti sulla vita politica e legislativa delle istituzioni europee, in particolare con un occhio attento alle realtà sociale, culturale ed economica. La prospettiva, infine, è quella tracciata dal “Cortile dei gentili”, in cui s’incontrano il dibattito culturale, il dibattito ecumenico e il dialogo interreligioso. (R.B.)
Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LVI no. 182