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Sommario del 16/06/2012

Il Papa e la Santa Sede

  • Udienze
  • Congresso eucaristico di Dublino. Domani chiusura con l’atteso videomessaggio del Papa
  • Nomine Sinodo maronita
  • Dieci anni fa la canonizzazione di San Pio da Pietrelcina. Il cardinale Bertone: si lasciò riempire dall'amore di Cristo
  • Siria. A che punto è la notte? L’editoriale di padre Lombardi
  • Rinnovo della pagina web della Commissione Teologica Internazionale
  • Oggi su "L'Osservatore Romano"
  • Oggi in Primo Piano

  • Elezioni cruciali in Grecia: in gioco la permanenza nell'area Euro
  • Il CdM approva il decreto sviluppo: incentivi all'occupazione e bonus edilizia, ma anche giustizia civile più veloce
  • Lievi scosse in Emilia. Il parroco di Medolla: vicini ai bisogni della nostra gente
  • Mauritius: approvata la depenalizzazione dell’aborto. Inascoltati gli appelli della Chiesa a favore della vita
  • Sant’Egidio e l’arcidiocesi di Napoli uniti contro povertà e crisi.
  • Gino Bartali: il figlio Andrea racconta la storia del campione, in pista e fuori
  • Il commento di padre Bruno Secondin al Vangelo della Domenica
  • Nella Chiesa e nel mondo

  • Aung San Suu Kyi ritira ad Oslo il premio Nobel per la Pace del 1991
  • Egitto: alta affluenza nelle elezioni presidenziali del dopo Mubarak
  • Cile: istituite “case condivise” per oltre 12 mila senzatetto
  • Congresso missionario in Brasile: la missio ad Gentes impegno principale della Chiesa
  • Inaugurato il XXI Cammino nazionale delle Confraternite delle diocesi d’Italia
  • Il Papa e la Santa Sede



    Udienze

    ◊   Benedetto XVI ha ricevuto nel corso della mattinata, in successive udienze, il cardinale Fernando Filoni, prefetto della Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli, l’arcivescovo Lorenzo Baldisseri, segretario della Congregazione per i Vescovi, e un gruppo di presuli della Conferenza Episcopale della Colombia, in Visita ad Limina. Nel pomeriggio, alle 18, è in programma l’udienza del Papa ai cardinali Julián Herranz, Jozef Tomko e Salvatore De Giorgi.

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    Congresso eucaristico di Dublino. Domani chiusura con l’atteso videomessaggio del Papa

    ◊   Si avvia alla conclusione il 50.mo Congresso eucaristico internazionale di Dublino. Grande attesa tra i partecipanti per il videomessaggio di Benedetto XVI, che verrà trasmesso domani pomeriggio durante la Messa “Statio Orbis”, presieduta dal Legato Pontificio, il cardinale Marc Ouellet, prefetto della Congregazione per i Vescovi. Alessandro Gisotti ha chiesto alla nostra inviata in Irlanda, Emer McCarthy, di raccontare il clima che si respira alla vigilia della conclusione del Congresso:

    R. – Forse sarà perché finalmente è uscito il sole, forse sarà perché è sabato o forse perché durante la settimana questo Congresso è andato avanti, crescendo sempre di più. Ma oggi c’è un grande via vai di persone: già dalla mattina presto erano presenti numerosi pellegrini fuori. Si è sparsa la voce e le persone, gli irlandesi sono venuti qui all’Rds per partecipare al penultimo giorno di lavori del Congresso eucaristico internazionale.

    D. – Il tema di oggi è legato alla Parola di Dio e a Maria…

    R. – Certamente. Dobbiamo ricordare che oggi è la ricorrenza liturgica del Cuore Immacolato di Maria e sappiamo che gli irlandesi – anche attraverso le Legioni di Maria – hanno una devozione particolare alla Madonna, molto importante nel percorso e nella storia della loro fede. Questa mattina, nell’Arena Centrale abbiamo avuto, forse, il momento più toccante di tutto questo Congresso: quando l’arcivescovo di Manila – per la seconda volta questa settimana – ha preso la parola e ha parlato della comunione nella parola grazie a Maria. A un certo punto si è emozionato, commuovendo così anche tutta l’assemblea: parlando delle conseguenze di quando questa comunione umana, che ci viene data da Dio anche tramite la Madonna, viene interrotta e ha parlato di come la conseguenza di questa rottura di comunione possa portare anche sino alla schiavitù delle persone, degli esseri umani, riferendosi particolarmente al traffico disumano dei bambini e delle donne, soprattutto nel suo Paese. L’arcivescovo di Manila è riuscito a portare le lacrime agli occhi di tutti coloro che lo ascoltavano.

    D. – Domani, la chiusura con il messaggio di Benedetto XVI: c’è attesa tra i fedeli per le parole del Santo Padre?

    R. – Non parlano d’altro. Da giorni i pellegrini intorno all’Rds si chiedono quale messaggio avrà per loro il Papa Benedetto XVI. Dobbiamo anche sottolineare che loro hanno fame di sentire le parole del Papa e che sperano di ricevere qualche indicazione per il futuro della fede in questo Paese.

    Uno dei momenti forti in questa settimana di Congresso eucaristico è stata la processione eucaristica per le strade di Dublino avvenuta mercoledì scorso con la partecipazione di oltre 10 mila fedeli. Sull’importanza di questo evento, ecco la testimonianza di padre Kevin Doran, segretario generale del comitato organizzatore del Congresso, al microfono di Emer McCarthy:

    R. – Io sono abituato alla processione del Santissimo a Roma, in via Merulana. Non c’è stato niente di simile a Dublino per tantissimi anni. In questa processione, ben 13 mila persone al seguito del Santissimo, in un’atmosfera di preghiera e con la gioia di essere in comunione l’uno con l’altro.

    D. – Cantando per le strade di Dublino, fermando il traffico e soprattutto camminando con Dio...

    R. – Sono due i motivi per la processione: estendere l’adorazione dell’Eucaristia al di fuori della Messa e dare un segno della nostra volontà di camminare con Gesù.

    D. – Anche un segno della multiculturalità della Chiesa in Irlanda...

    R. – Esatto. Ci sono i siro-malabaresi, i vietnamiti, i nigeriani, i polacchi, gli sloveni e tanti che vengono da fuori. L’altro giorno ho incontrato la Chiesa del Turkmenistan.

    D. – Abbiamo visto in questi giorni la grande fame per la catechesi che hanno gli irlandesi: vi ha un po’ sorpreso, vero?

    R. – Sì, perché normalmente in parrocchia, quando si cerca di organizzare qualcosa, vengono sei-sette persone. Qui, però, c’è una grande varietà di conferenzieri – siamo rimasti davvero sorpresi – e ci sono le file fuori. Anche l’arcivescovo di Dublino ha detto: “Voglio tornare a parlare qui anche domani”.

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    Nomine Sinodo maronita

    ◊   Sua Beatitudine, il Patriarca della Chiesa di Antiochia dei Maroniti, con il consenso del Sinodo dei Vescovi Maroniti richiesto a norma del Codice dei Canoni delle Chiese Orientali (CCEO) can. 85 § 2,2°, ha trasferito:

    - S.E. Mons. Camille Zaidan, Vescovo titolare di Tolemaide di Fenicia dei Maroniti, da Vescovo della Curia Patriarcale ad Arcivescovo della sede di Antélias dei Maroniti (Libano), vacante per la rinuncia di S.E. Mons. Joseph Bechara. S.E. Mons. Camille Zaidan è nato il 9 marzo 1944 a Kassaibé nell’Arcieparchia di Antélias. Ha compiuto gli studi secondari al Seminario di Saint Maron di Ghazir frequentando poi l’Università Saint Joseph di Beirut e l’Università Cattolica di Washington, dove ha conseguito il Dottorato in Filosofia e in Teologia. E’ stato ordinato sacerdote il 23 ottobre 1971 a Beirut. Dopo gli studi negli Stati Uniti d’America, ha ricoperto vari incarichi nel campo dell’insegnamento a partire dal 1989: professore universitario, vice-rettore e poi rettore della St. Joseph School di Kornet Chehwan, responsabile del Segretariato Generale dell’insegnamento cattolico in Libano e membro di alcune associazioni nel campo scolastico. E’ stato vice-parroco di Broumana e parroco della "Resurrezione" di Rabieh. Dal 1997 ha ricoperto l’ufficio di Protosincello dell’Arcieparchia di Antélias. Oltre l’arabo, parla il francese e l’inglese e conosce il siriaco e il latino. Nel Sinodo Maronita del giugno 2011 è stato eletto Vescovo di Curia e il Santo Padre ha concesso il Suo Assenso all’elezione sinodale, assegnandogli la sede titolare di Tolemaide di Fenicia dei Maroniti. Nel Sinodo Maronita del giugno 2012 è stato canonicamente trasferito alla Sede Arcieparchiale di Antélias dei Maroniti.

    - S.E. Mons. Francois Eid, O.M.M., da Vescovo eparchiale del Cairo (Egitto) e del Sudan dei Maroniti a Procuratore Patriarcale presso la Santa Sede, avendo avuto per tale ufficio il Previo Assenso Pontificio; il Presule ottiene il titolo di Vescovo emerito dell’Eparchia finora governata a norma del CCEO ca. 211 § 1.

    Il Sinodo dei Vescovi Maroniti ha eletto a norma del CCEO cc. 180-184 i seguenti Arcivescovi e Vescovi, che avevano ottenuto dal Santo Padre il Previo Assenso:

    - Rev.do P. Abate Moussa El-Hage, O.A.M., al presente Superiore dei Conventi Saints Sarkis et Bacchus di Ehden e Zghorta, ad Arcivescovo della sede di Haifa e Terra Santa dei Maroniti (Israele) e ad Esarca Patriarcale di Gerusalemme, Palestina e Giordania, vacanti per la rinuncia di S.E. Mons. Paul Nabil El-Sayah, a suo tempo trasferito a Vescovo della Curia Patriarcale. Il Rev.do Padre Abate Moussa El-Hage, O.A.M., è nato ad Antoura (Metn), il 19 febbraio 1954. Ha compiuto gli studi primari e secondari alla scuola dei Padri Antoniani di Baabda. Ha emesso la professione semplice nell’Ordine Antoniano Maronita nel 1972 e quella perpetua nel 1979. Ha conseguito il baccalaureato in filosofia e teologia all’Università Pontificia "San Tommaso d’Aquino" di Roma; la licenza in Teologia Biblica allo "Studium Biblicum Franciscanum" di Gerusalemme; il dottorato in Studi Orientali e Liturgia al "Pontificio Istituto Orientale" di Roma. Ha conseguito anche un diploma in patrologia ed un altro in solfeggio. Padre El-Hage è stato ordinato il 14 agosto 1980. Ha svolto diversi incarichi: Superiore del Collegio "Saint Isaïe" a Roma e responsabile degli studenti (1988-1991); Economo del Convento "Saint Elie" di Antélias (1991-1993); Maestro dei novizi (1993-1994); Assistente Generale, nominato dall’allora Visitatore Apostolico dell’Ordine (1993-1999); Decano della Facoltà di Scienze Bibliche (1997-2000) e della Facoltà di Scienze Religiose e Pastorali dell’Università Antoniana (a partire dal 1999); Assistente Generale (2005-2011); attualmente è Abate dei Conventi "Saints Sarkis et Bacchus" di Ehden e Zghorta. Oltre ai compiti nell’Ordine, ha ricoperto vari incarichi pastorali nella missione di Marjayoun nel Sud del Libano (1980-1985); è stato Economo della Parrocchia "Saint Elie" ad Antélias; Rettore del Seminario "Saint Antoine de Padoue" di Karm-Saddeh; Amministratore Patriarcale dell’Eparchia di Lattaquié dei Maroniti (2011-2012). E’ membro della Lega e della Commissione Biblica del Patriarcato Maronita (dal 1993) e della Commissione Liturgica del Patriarcato Maronita (dal 2011). Padre El-Hage ha pubblicato la tesi di dottorato e una guida turistico-spirituale alla Terra Santa, nonché numerosi articoli di liturgia e pastorale. Oltre all’arabo, parla l’inglese, il francese e l’italiano e conosce il siriaco, il greco, l’ebraico e l’aramaico.

    - Rev.do P. Paul Rouhana, O.L.M., al presente Segretario del Consiglio delle Chiese del Medio Oriente, a Vescovo del Vicariato Patriarcale di Sarba (Libano), vacante per la rinuncia di S.E. Mons. Guy Paul Noujeim; al nuovo Presule il Santo Padre ha assegnato la sede titolare vescovile di Antarado. Padre Paul Rouhana, O.L.M., è nato ad Amchit nell’Eparchia di Jbeil-Byblos il 13 novembre 1954. Entrato nell’Ordine Libanese Maronita nel 1966, ha emesso la professione temporanea nel 1971 e quella perpetua il 17 gennaio 1978. Dopo gli studi istituzionali di Filosofia e Teologia e il conseguimento di una "licenza d’insegnamento" (baccalaureato) in filosofia a Kaslik (1981), è stato ordinato sacerdote il 27 giugno 1982. Ha studiato Scienze ecclesiastiche a Lovanio e si è specializzato a Parigi, dove ha conseguito una licenza (1997) ed un dottorato in Teologia all’ "Institut Catholique" nel 1998. E’ stato Direttore degli studi alla facoltà di Teologia dell’Università Saint Esprit di Kaslik (1992-1993; 1997-2005); Decano della facoltà di Teologia dell’USEK (2005-2011); Professore associato e straordinario di Teologia all’USEK (1989-1993 e 1998-2012); Segretario aggiunto dell’Assemblea dei Patriarchi e Vescovi Cattolici del Libano (1990-1992); Segretario aggiunto del Consiglio delle Chiese del Medio Oriente (1999-2000); ha lavorato in alcune Commissioni Episcopali dell’A.P.E.C.L. ed è stato membro del Sinodo dei Vescovi per il Libano e del recente Sinodo dei Vescovi per il Medio Oriente. Attualmente, è membro della Commissione Teologica Internazionale (dal 2004) e Segretario Generale del Consiglio delle Chiese del Medio Oriente (dal 2011). Oltre all’arabo, parla il francese, l’inglese, l’italiano e conosce il siriaco e il greco.

    - Rev.do Corepiscopo Maroun Ammar, al presente Rettore del Seminario Maggiore di Ghazir, a Vescovo del Vicariato Patriarcale di Joubbé (Libano), vacante per la rinuncia di S.E. Mons. Francis Baissari; al nuovo Presule il Santo Padre ha assegnato la sede titolare vescovile di Canata. Il vCorepiscopo Maroun Ammar è nato a Hajé, nel sud del Libano, il 10 febbraio 1956. Dopo aver compiuto gli studi secondari al Seminario Minore di Ghazir, ha continuato la formazione filosofica e teologica all’Università "Saint Esprit" di Kaslik, conseguendo la licenza in teologia (1982). È stato ordinato sacerdote il 17 settembre del 1983 per l’Eparchia di Tiro dei Maroniti. Ha conseguito la licenza in lingua e letteratura araba all’Università Libanese (1986); il dottorato in diritto canonico all’Institut Catholique di Parigi nel 1994 ed un diploma sulla legislazione europea e fino al 1986 è stato uno degli animatori del Seminario Minore di Ghazir. In tale periodo, ha prestato servizio domenicale nella parrocchia "Saint Georges" di Sarba. Dal 1986 al 1991 è stato parroco di "Notre Dame" ad Alma Chaab nella diocesi di Tiro; dal 1991 al 1995 collaboratore nella parrocchia "Saint Médard" di Parigi. Nel 1996 è stato nominato Presidente del Tribunale Maronita di Haifa in Israele. Dal 1997 al 2007 è stato responsabile dell’anno propedeutico al Seminario Maggiore di Ghazir, dove dal 2007 è divenuto Rettore. È giudice della Corte d’Appello del Tribunale Maronita del Libano dal 1997. Nel 2008 è stato insignito del titolo di Corepiscopo. Parla l’arabo ed il francese e conosce l’inglese.

    - Rev.do Corepiscopo Joseph Mouawad, al presente Protosincello dell’Eparchia di Jbeil-Byblos (Libano), a Vescovo della Curia Patriarcale, al quale il Santo Padre ha assegnato la sede titolare vescovile di Tolemaide di Fenicia dei Maroniti. Il Corepiscopo Joseph Mouawad è nato a Mayfouq il 26 marzo 1970. Dopo gli studi istituzionali all’USEK, è stato ordinato sacerdote il 13 agosto 1995 per Jbeil-Byblos, sua Eparchia di origine. Ha conseguito la licenza ed il dottorato in teologia dogmatica all’Università Gregoriana di Roma (2004). Ha ricoperto diversi incarichi: Parroco di Mastita (1995-1997); Parroco di "Mar Abda" di Blat (2003 ad oggi); Cancelliere della Curia (2003-2008); Protosincello (2008-2011); Amministratore Patriarcale dell’Eparchia (2011-2012) e, infine, nuovamente Protosincello (2012), ma anche Cappellano della Caritas di Jbeil e del Consiglio eparchiale del Movimento Apostolico Mariano sezione giovani (2003-2008). Insegna teologia all’Università "La Sagesse" di Beirut e all’Università "Saint-Esprit" di Kaslik. È Corepiscopo dal luglio 2011. Conosce oltre all’arabo, il francese, l’inglese e l’italiano.

    - Rev.do Corepiscopo Georges Chihane, al presente Amministratore Patriarcale dell’Arcieparchia di Haifa e Terra Santa dei Maroniti (Israele) e dell’Esarcato Patriarcale di Gerusalemme, Palestina e Giordania, a Vescovo eparchiale del Cairo (Egitto) e del Sudan dei Maroniti. Il Corepiscopo Georges Chihane è nato il 31 maggio 1953 a Haret Sakhr, nella regione di Jounieh. Ha compiuto gli studi secondari al Seminario Patriarcale di Ghazir e quelli di filosofia e teologia all’Università "Saint Esprit" di Kaslik. E’ stato ordinato sacerdote il 12 agosto 1979 per l’Eparchia Patriarcale e il Vicariato di Jounieh. Dopo alcuni anni di servizio pastorale nella parrocchia di "Notre Dame du Secours" di Haret Sakhr, è stato inviato a Parigi per la specializzazione all’ "Institut Catholique", dove ha conseguito un diploma in pastorale catechetica, svolgendo nel contempo il ministero nella parrocchia di "Notre-Dame de Compassion". Ritornato in Libano, è stato assegnato come Parroco alla Chiesa "Saint Nohra" a Sahel Alma (1991-1997); per otto anni è stato responsabile della Caritas di Kesrouan e per quindici incaricato delle vocazioni del Vicariato di Jounieh. Nel 1997 è stato trasferito in Giordania, dove è stato fino ad ora Parroco di "Saint Charbel" di Amman. È cappellano del Cammino Neocatecumenale in Giordania. Da qualche mese è Amministratore Patriarcale di Haifa e Terra Santa dei Maroniti. Oltre all’arabo, il francese e l’inglese, conosce il siriaco ed il latino.

    La rinuncia dei Presuli sopracitati è stata presentata ed accettata in conformità al CCEO can 210 §§ 1-2 con informazione data alla Santa Sede.

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    Dieci anni fa la canonizzazione di San Pio da Pietrelcina. Il cardinale Bertone: si lasciò riempire dall'amore di Cristo

    ◊   Un grande educatore, una guida spirituale, ma anche un grande servitore di un laicato pronto, disponibile e maturo. Il cardinale segretario di Stato, Tarcisio Bertone, ha ricordato così, oggi a San Giovanni Rotondo, San Pio da Pietrelcina, nella celebrazione per il decennale della sua canonizzazione, a Roma il 16 giugno 2002. Nel pomeriggio il porporato benedirà la prima pietra del nuovo Centro di ricerca di "Casa Sollievo della Sofferenza". Il servizio di Roberta Barbi:

    “La vita e la missione di Padre Pio testimoniano che difficoltà e dolori, se accettati per amore, si trasformano in un cammino privilegiato di santità che apre verso prospettive di un Bene più grande, noto soltanto al Signore”. Con queste parole di Giovanni Paolo II, pronunciate durante la canonizzazione del frate cappuccino di Pietrelcina, il cardinale segretario di Stato Tarcisio Bertone ha ricordato quell’importante momento di dieci anni fa durante l’omelia della celebrazione per il decennale, a San Giovanni Rotondo. Padre Pio ha avuto il merito di aver ripresentato al mondo “il vanto della Croce” che può diventare segno di speranza, “perché la Croce è passaggio indispensabile verso la nuova vita in Cristo”, ha detto il porporato. Prendendo spunto dal Vangelo di oggi, in cui Gesù loda il Padre che ha tenuto nascoste ai potenti cose che ha rivelato solo ai piccoli e ha invitato ognuno a condividere con Lui il Suo giogo, il cardinale Bertone ha sottolineato la capacità di Padre Pio di lasciarsi riempire dall’amore di Cristo e di mettersi sempre in ascolto della Parola. Nel suo ministero sacerdotale, condusse verso Gesù coloro che erano affaticati nel corpo e oppressi nello spirito perché sapeva che solo in Cristo il giogo della schiavitù del peccato è spezzato. La necessità della sequela e del discepolato è stata da Padre Pio più volte ribadita nell’inaugurazione e negli anniversari della "Casa del Sollievo": per essa non poté fare a meno dei laici, le sue braccia per l’attuazione del progetto della Provvidenza. Con loro lavorò fianco a fianco nella Vigna del Signore facendo in modo che ognuno percepisse, nella propria esistenza, la chiamata a servire Gesù.

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    Siria. A che punto è la notte? L’editoriale di padre Lombardi

    ◊   Non abbandonare la Siria travolta da violenze che non sembrano avere fine. E’ l’appello pressante che viene dalla popolazione e, in particolare, dai cristiani in Siria, mentre gli osservatori Onu sospendono la loro attività nel Paese. Un grido di dolore a cui si richiama padre Federico Lombardi nel suo editoriale per “Octava Dies”, il settimanale d’informazione del centro Televisivo Vaticano:

    Da diverse località della Siria continuano ad arrivare ogni giorno notizie di una strage di persone innocenti di ogni età e credo religioso, con un crescendo sempre maggiore da ormai almeno 15 mesi. Ormai sono sempre più quelli che affermano che si debba parlare di una vera situazione di guerra civile. Un Paese caratterizzato dalla convivenza fra componenti diverse del mondo musulmano, e dove anche i rapporti ecumenici fra i cristiani di diverse confessioni e riti e i rapporti interreligiosi fra cristiani e musulmani erano tradizionalmente sereni – indimenticabile il viaggio di Giovanni Paolo II nel 2001 – precipita ora nella violenza, nel caos, nel rischio di disintegrazione, senza che si veda una via d’uscita: una “lenta discesa agli inferi”, ha detto il nunzio apostolico, mons. Zenari.

    Le attese di libertà e di maggior partecipazione nella vita politica presenti in tanti giovani siriani come in altri Paesi coinvolti dal vento di cambiamento della regione non sono state dovutamente ascoltate da parte dei governanti, mentre nel campo degli oppositori si sono inserite e hanno preso piede componenti violente.

    Nonostante gli appelli ripetuti del Papa come di tanti leader religiosi e civili, la comunità internazionale appare finora incapace di agire efficacemente. Influisce certo il fatto che la Siria si trovi proprio in un’area particolarmente delicata per gli equilibri politici internazionali. Il piano di Kofi Annan non ha trovato spazio, e l’ipotesi di un intervento internazionale armato è immensamente preoccupante. Fino a quando dunque la dinamica della violenza continuerà a crescere e la gente a morire e a fuggire dalle sue case? Per i credenti è tempo di compassione, di preghiera, di soccorso ai sofferenti per quanto possibile, di invito e di sostegno alle iniziative di dialogo ad ogni livello, barlumi di speranza. Non dimentichiamo né abbandoniamo la Siria.

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    Rinnovo della pagina web della Commissione Teologica Internazionale

    ◊   Negli ultimi mesi è stata rinnovata, riorganizzata ed aggiornata la pagina Internet della Commissione Teologica Internazionale, consultabile sul sito vaticano (www.vatican.va), tra le altre sezioni delle Commissioni collegate alla Congregazione per la Dottrina della Fede. La rinnovata pagina Internet della Commissione – informa una nota della Sala Stampa vaticana – si apre con una breve descrizione storica ed istituzionale (Profilo). Segue poi la raccolta di varie versioni linguistiche degli Statuti: quelli provvisori, risalenti al 12 luglio 1969, e quelli definitivi del 6 agosto 1982 (Statuti). La pagina contiene anche gli elenchi ragionati dei presidenti, segretari e membri della Commissione (Elenco dei Membri).

    La parte principale della pagina Internet costituisce la raccolta dei 25 documenti pubblicati dalla Commissione, che sono presenti generalmente in sette lingue: francese, inglese, spagnolo, tedesco, italiano, latino e polacco. Alcuni sono consultabili anche in portoghese, olandese, ungherese, russo e ceco. Tale raccolta è destinata a crescere ulteriormente con nuove versioni linguistiche dei testi (Documenti pubblicati). Inoltre, prosegue la nota, si raccolgono i discorsi pontifici rivolti ai membri della Commissione (Discorsi pontifici). Infine, si propone una rubrica Documentazione, in cui si offrono diversi contributi relativi all'operato e alle pubblicazioni della Commissione, in particolare commenti e contributi illustrativi.

    “È viva speranza della Commissione – si legge nel comunicato – che la rinnovata pagina Internet possa essere uno strumento di aiuto e di stimolo per la consultazione dei documenti da parte delle persone interessate, in primo luogo, dei Pastori, dei teologi e teologhe, dei sacerdoti e delle persone consacrate, nonché degli studenti e degli altri fedeli in tutto il mondo, anche là dove non è facile accedere alle pubblicazioni ditali testi”. La Commissione Teologica Internazionale, istituita dal Servo di Dio Paolo VI in data 11 aprile 1969, è chiamata ad aiutare la Santa Sede ed in particolare la Congregazione per la Dottrina della Fede nell'esaminare le questioni dottrinali di maggior importanza ed attualità.

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    Oggi su "L'Osservatore Romano"

    ◊   Atene ultima fermata: nell'informazione internazionale, Luca M. Possati sulle elezioni politiche in Grecia.

    Il professore che difendeva la persona: in cultura, Giovanni Cerro sul contributo di Pietro Pavan allo sviluppo della dottrina sociale della Chiesa.

    Riconciliazione: Jean-Pierre de Rycke sulla presentazione di una nuova ricerca sulla "Flagellazione di Cristo" di Piero della Francesca.

    Tanto bella da star bene anche in Paradiso: Timothy Verdon sul completamento del restauro della Porta est realizzata da Ghiberti per il Battistero di Firenze.

    Un articolo di Colin Mawby dal titolo: "Un viaggio musicale attraverso l'anno liturgico": la Cappella Pontificia Sistina a Westminster.

    Quando l'atipico entra nel tipico: Isabella Farinelli su passaparola e premi per la pellicola "Io sono Li".

    Da Dublino al mondo: nell'informazione religiosa, l'inviato Mary Nolan sul Congresso eucaristico internazionale.

    Padre Pio guida spirituale del laicato: nell'informazione vaticana, il cardinale segretario di Stato a San Giovanni Rotondo per i dieci anni della canonizzazione del santo di Pietrelcina.

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    Oggi in Primo Piano



    Elezioni cruciali in Grecia: in gioco la permanenza nell'area Euro

    ◊   Cruciali elezioni politiche domani in Grecia, le seconde in poche settimane. Ieri la chiusura della campagna elettorale, fortemente condizionata dalla crisi economica che ha messo in ginocchio il Paese ellenico. Il risultato che uscirà dalle urne sarà determinante per la permanenza di Atene nell’area Euro. Nell'ultimo comizio elettorale, il leader conservatore Antonis Samaras ha affermato che il voto di domani sarà una scelta "tra l'euro e la dracma". Dal canto suo, il cancelliere tedesco, Angela Merkel, ha affermato che i greci sono chiamati al rispetto degli impegni presi in sede europea. Sull’importanza di questa tornata elettorale, Salvatore Sabatino ha intervistato Franco Rizzi, docente di Storia dell’Europa presso l’Università "Roma Tre" e direttore dell’Università del Mediterraneo:

    R. – L’importanza è capire che i greci hanno davanti a sé la possibilità di fare delle scelte che saranno condizionanti anche rispetto al futuro. Però, il problema vero è che bisogna posizionarsi verso le difficoltà che ha la gente. Difficoltà che si sono espresse anche nella frantumazione dei partiti politici, nella risorgenza anche di rigurgiti neonazisti, in un’esasperazione che è dovuta anche al fatto che la politica, in Grecia, ha sbagliato.

    D. – Adesso ci troviamo di fronte ad un bivio, ovviamente, essendo questa un’elezione importante, a livello europeo: si costruirà l’Europa unita, andando avanti verso un percorso politico, oppure si sfascerà tutto …

    R. – Io penso che il grosso problema sta proprio in questo passaggio, nel fatto che l’Europa non può andare avanti soltanto con un’unità economica e finanziaria; l’Europa può andare avanti nella misura in cui riuscirà ad arrivare ad un’unità politica. Credo che vada inserito in un processo lungo. Non ci dimentichiamo che non è che stiamo parlando di secoli: stiamo parlando di un periodo che va dalla fine della Seconda Guerra mondiale, quando si è innescato con un processo in Europa che, secondo me, con tutte le limitazioni, è un processo virtuoso. E’ iniziato con l’unificazione delle dogane e con gli aspetti economici, ma che deve assolutamente toccare anche questi aspetti politici, risolvere questo problema in termini politici.

    D. – Questa estrema frammentazione politica all’interno del panorama politico greco, aiuta o peggiora la situazione?

    R. – In questo momento, certamente la situazione greca – con questa frantumazione – non aiuta. Però, questa situazione dovrà pure cristallizzarsi in un assetto politico dei partiti politici, forse diverso da quello che esiste. Quindi, bisogna avere sempre un occhio e non confondere la cronaca con la storia.

    D. – Se la Grecia uscisse dall’area Euro – tutti gli analisti sono concordi – sarebbe un disastro per il Paese; però, sarebbe un segnale forte e preoccupante per l’intera Europa …

    R. – Questo è indubbio. Però, tutto questo – ancora una volta – va inserito in questo processo di crescita dell’Europa. Non è vero che oggi siamo di fronte ad un processo di arresto; apparentemente, tutta una serie di segnali che noi abbiamo ci fanno pensare a situazioni di disgregazione, mentre è compito dei politici, compito dei dirigenti, della società riaffermare la priorità di questa unione politica.

    D. – Come si può, comunque, iniziare questo percorso verso l’unione politica? Mi fare, infatti, che i singoli Stati in questo momento siano più concentrati sulle singole situazioni …

    R. – Questo avviene già, perché fa parte del dibattito. Quando scoccherà l’ "ora x" è difficile poterlo dire, ma tutto questo è in una situazione in progress per cui, mentre si sta parlando di economia, di come salvare l’Euro, di come salvare alcune situazioni più esposte, già si sta parlando di politica; si sta parlando se accettare una certa via anziché un’altra. Quindi, il fatto economico non è solamente un fatto tecnico: è anche un fatto di carattere politico...

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    Il CdM approva il decreto sviluppo: incentivi all'occupazione e bonus edilizia, ma anche giustizia civile più veloce

    ◊   Via libera del Consiglio dei ministri al decreto sviluppo. Il testo è stato approvato con la formula ''salvo intese'', utilizzata quando il provvedimento è suscettibile di possibili modifiche. “Corposo e organico” lo ha definito il presidente del consiglio, Mario Monti. Tra le misure previste, bonus per l’edilizia, incentivi alle assunzioni qualificate , interventi per favorire lo sviluppo del settore energetico e dei progetti “verdi”. Il servizio di Adriana Masotti:

    Nel provvedimento approvato ieri che mobiliterà risorse per ottanta miliardi di euro, sono confluiti "svariati interventi" e altri ne verranno", ha precisato il ministro dello Sviluppo economico, Corrado Passera, in conferenza stampa. E precisa che si tratta di interventi strutturali rivolti in particolare a favorire l'occupazione. Ampio nel decreto il capitolo sulla casa, che riguarda sia le famiglie che le imprese che attendono il riavvio dei cantieri. Ci sarà la possibilità di dedurre il 50% delle spese sino a 96 mila euro". E niente IMU per un periodo non superiore a tre anni dall'ultimazione dei lavori, degli immobili delle imprese, il cosiddetto magazzino, fabbricati costruiti e destinati alla vendita. Per quanto riguarda il contenimento della spesa pubblica annunciati dallo stesso presidente del Consiglio, Mario Monti, tagli per dirigenti e personale del ministero dell'Economia e per quelli di palazzo Chigi. Così come la dimissione di parte del patrimonio immobiliare statale e lo snellimento di strutture, anche di componenti storiche di attività dello Stato, soppresse come tali e con funzioni accorpate ad altre agenzie. Il decreto contiene anche provvedimenti in materia di giustizia per accelerare i processi civili. Il filtro al processo d'appello, in cui un singolo giudice valuta se questo è palesemente inammissibile, ''e' una ricetta che coniuga la necessità di assicurare garanzie con quella di snellire i processi'' ha evidenziato il ministro della Giustizia, Paola Severino.

    Ma le norme approvate oggi dal governo vanno nella direzione della crescita da tutti auspicata? Adriana Masotti ha raccolto il parere dell’economista, Giacomo Vaciago:

    R. - Lo schema del Decreto legge è molto ambizioso. Contiene una serie d’interventi che tengono conto di tutto ciò che, da anni, diciamo che è necessario fare, perché questo Paese - complessivamente - funzioni meglio. I settori comprendono cose come l’elemento della giustizia civile. E’ una cosa che la Banca d’Italia dice da dieci anni: se non c’è certezza di giustizia civile, le attività economiche non si possono svolgere bene. E poi ci sono molti incentivi e provvedimenti volti ad attirare capitali privati per realizzare infrastrutture, per interventi nel campo dell’edilizia e dei trasporti. Per attuare tutte queste cose ci vuole un enorme lavoro di buona amministrazione, non bastano le leggi. Ci vuole un governo che nel suo insieme, perché sono molti i ministeri coinvolti, lavori per dare priorità a tutte queste cose, e allora, già a fine anno, potremmo cominciare a vedere che il Paese incomincia a reagire a questi stimoli.

    D. –Un commento sul provvedimento che prevede la dismissione di parte del patrimonio immobiliare statale: anche questa è una cosa di cui si parla da tempo…

    R. - Anche qui, io l’ho detto tante volte che ci hanno provato tutti i governi. E’ stata una cosa ricorrente, ma anche qui attenzione, perché non basta fare una legge in base alla quale da domani si vendono gli immobili. E questo perché? Prendiamo l’esempio di una caserma: come si fa a vendere un edificio che non esiste? Perché le caserme non sono accatastate, non esistono nei piani regolatori e non c’è scritto cosa si può farne e questo perché erano impianti militari. E’ chiaro allora che per poterla vendere è necessario dire che esiste, si deve accatastarla, si deve dargli una destinazione d’uso. Se no uno per cosa la compra a fare una caserma? Non è un esercito che la compra. Quindi c’è tutto un lavoro che coinvolge molte amministrazioni: l’edilizia comunale, l’urbanistica regionale. I piani regolatori li fa il Comune, ma glieli deve approvare la Regione o per sua delega la Provincia. Questo è un Paese maledettamente complicato… Quindi anche lì per riuscire a vendere - cosa saggia e utile al Paese, perché sono vuote, perché così l’edilizia riparte, etc - c’è molto lavoro di buona e onesta amministrazione da fare.

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    Lievi scosse in Emilia. Il parroco di Medolla: vicini ai bisogni della nostra gente

    ◊   Sembra non riuscire più a ritrovare un assetto stabile la terra in Emilia Romagna. Anche la scorsa notte e di primo mattino una serie di scosse – sia pure di magnitudo non superiore a 2.4 – hanno tenuto desta l’attenzione degli esperti sull’aera già duramente colpita dal doppio sisma di maggio. Ancora una volta, uno dei luoghi più vicini all’epicentro, oltre a Finale Emilia, è stato il comune di Medolla. Antonella Palermo ha chiesto al parroco, don Davide Sighinolfi, di descrivere i disagi patiti dalla gente, che non hanno risparmiato nemmeno la parrocchia:

    R. – Mi trovo come tante famiglie a pranzare all’aperto, sotto una tettoia o tende o simili, perché si ha sempre paura di nuove scosse, che ci impediscono anche di dormire tranquillamente. Sono per il momento alloggiato presso il cortile della scuola materna, che è rimasto illeso e tra pochi giorni riprenderà servizio, anche se solo nella mattinata.

    D. – Chi sta prestando aiuto a Medolla?
    R. – E’ tutto un correre a destra e a sinistra, secondo le varie necessità. Per fortuna abbiamo la Protezione Civile. Tante persone preferiscono rivolgersi alla Protezione Civile, specie quelle di campagna, quelle più distanti, a cui provvediamo per quello che siamo in grado di conoscere o di poter fare o di sapere. La vita parrocchiale cerca di andare avanti, anche se le chiese sono distrutte o inagibili. Qui è stata montata una tensostruttura. La domenica abbiamo un’unica Messa alle 10, mentre il sabato sera la celebriamo nella mensa della tensostruttura allestita dalla Regione Molise. Domenica abbiamo celebrato anche il primo Battesimo del primo bimbo “terremotato”. Siamo a livello di diocesi, anche cercando di rendere agibile almeno una chiesa per paese e di riuscire a partire il prima possibile con qualche chiesa in legno, in muratura, o struttura leggera, prevedendo che in quattro, cinque mesi arriverà l’inverno.

    D. – Quanti abitanti conta Medolla?
    R. – Medolla conterebbe poco più di seimila abitanti, ma adesso è difficile sapere quanti sono rimasti, perché c’è chi è stato evacuato, soprattutto gli anziani che sono stati portati in strutture più sicure e distanti; tanti si sono allontanati presso familiari o in montagna o al mare. Diventa difficile quantificare quante gente è rimasta, perché nessuno ne ha la percezione.

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    Mauritius: approvata la depenalizzazione dell’aborto. Inascoltati gli appelli della Chiesa a favore della vita

    ◊   È stata approvata, nelle Mauritius, la legge sulla depenalizzazione dell’aborto. La normativa, che ha visto 50 voti favorevoli e 14 contrari, permette l’interruzione volontaria di gravidanza in alcuni casi specifici. Inascoltati gli appelli della Chiesa locale a favore della vita. Il servizio di Isabella Piro:

    “La Chiesa rispetta il risultato di un processo democratico, ma continuerà a promuovere la formazione delle coscienze sul dovere civico di proteggere la vita umana”: è quanto afferma mons. Maurice Piat, vescovo di Port-Louis, nelle Mauritius, dopo che, martedì scorso, il Parlamento locale ha approvato la depenalizzazione dell’aborto in alcune circostanze: quando la gravidanza comporta, per la donna, il rischio della vita o di conseguenze gravi e permanenti sulla sua salute fisica e mentale; in caso di malformazioni del feto; se la donna resta incinta dopo un’aggressione sessuale, oppure ad un’età inferiore ai 16 anni o, ancora, in caso di incesto. “Il nostro rispetto della democrazia non mina affatto la nostra responsabilità civica – sottolinea mons. Piat – anche se la legge dà ora alle donne il diritto di eliminare, in determinati casi, una vita umana già iniziata, la Chiesa cattolica auspica che ciò non diminuisca il dovere di tutti di proteggere la vita umana in ogni occasione”.

    Di qui, l’appello che il presule lancia affinché si “rafforzi la solidarietà necessaria perché la protezione della vita umana sia efficace”. Per quanto concerne la Chiesa, garantisce il vescovo di Port-Louis, “si continuerà a sviluppare una rete di solidarietà per aiutare le donne in difficoltà e a portare avanti tra i giovani l’educazione ad una sessualità responsabile”. “La tutela della vita – conclude mons. Piat – rimarrà sempre la pietra angolare della costruzione dell’intera società”. Sulla specifica vicenda, queste del vescovo di Port-Louis non sono le prime parole che la Chiesa locale pronuncia a favore della vita e contro l’aborto: da più di un mese, infatti, ovvero da quando il progetto di legge sull’interruzione volontaria di gravidanza era stato presentato ufficialmente, il 4 maggio, i vescovi delle Mauritius avevano più volte fatto sentire la propria voce. Non solo: a metà del mese scorso, anche gli anglicani erano scesi in campo per ribadire l’importanza della vita umana e in una lettera firmata assieme a mons. Piat, il vescovo anglicano Ian Ernest scriveva: “Nessuno ha alcun diritto sulla vita umana, ma soltanto una responsabilità nei confronti di essa” e concludeva: “L’aborto non è una soluzione; è essenziale, invece, sostenere le donne incinte in difficoltà”.

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    Sant’Egidio e l’arcidiocesi di Napoli uniti contro povertà e crisi.

    ◊   Per due giorni Napoli è la città della testimonianza e della solidarietà. Oggi e domani infatti si riuniscono gli "Amici dei poveri in convegno". Un appuntamento voluto dalla Comunità di Sant'Egidio e dall'arcidiocesi. Una risposta alla crisi sociale ed economica che attraverso la solidarietà può superare anche il pessimismo verso il futuro e ritrovare l'umanità del Paese. Il servizio da Napoli di Ersilia Gillio:

    Dopo il Convegno tenuto lo scorso anno su "Il dono e la speranza", amici dei poveri, associazioni, gruppi di volontariato, realtà ecclesiali si incontrano a Napoli oggi e domani su iniziativa della comunità di Sant'Egidio e l'arcidiocesi per raccogliere gli uni la testimonianza degli altri, dare voce alle inquietudini e ai problemi delle persone, soprattutto dei poveri. Un appuntamento che quest'anno si arricchisce di un significato ulteriore: Il 50.mo anniversario dell’inizio del Concilio Vaticano II. E infatti il titolo “la Chiesa di tutti e particolarmente dei poveri” è stato scelto dalla parole di Papa Giovanni XXIII che le pronunciò prima dell’inizio del Concilio. In un tempo di profonda crisi, vivere senza paura e senza cedere al pessimismo verso il futuro: il Concilio ebbe questo sogno che può aiutare anche oggi. Un periodo di crisi economica, sociale e della solidarietà. Solidarietà che può essere la chiave per uscire dal pessimismo di questo periodo.

    Dalla Caritas Italiana alla Comunità di Sant’Egidio, dalla Comunità Giovanni XXIII ai Francescani e alle centinaia di esperienze sul territorio che ogni giorno sono a contatto con le vecchie e nuove povertà, un appello è stato levato al Paese che ce la può fare. Una risposta che arriva proprio da una città, Napoli, ogni giorno alle prese con i tanti problemi della povertà. A relazionare sul tema, il presidente della comunità di Sant'Egidio, Marco Impagliazzo. Nel pomeriggio, le chiese partenopee accoglieranno i Gruppi di studio. Alle 19, appuntamento in piazza del Gesù con le testimonianze di chi è al fianco dei poveri. Domani dalle 9,30 - Assemblea plenaria presso il Duomo con il saluto del Ministro per la Cooperazione Internazionale e l’Integrazione, Andrea Riccardi.

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    Gino Bartali: il figlio Andrea racconta la storia del campione, in pista e fuori

    ◊   Molta curiosità sta suscitando, negli Stati Uniti, la pubblicazione di un libro: “Road to valor” dedicato a Gino Bartali, illustre campione del ciclismo. Fu vincitore di 3 Giri d’Italia e di 2 Tour de France negli anni ’30-’40 ma di lui si conosce anche l’impegno in favore degli ebrei che, durante la Seconda Guerra Mondiale, contribuì a salvare. Pedalando tra Toscana e Umbria, consegnava documenti falsi alle famiglie destinate alla deportazione: un compito che gli affidò il servo di Dio, cardinale Elia Dalla Costa, arcivescovo di Firenze. Lo Yad Vashem sta vagliando la possibilità di riconoscerlo come “Giusto tra le nazioni” e pertanto si stanno cercando nuove testimonianze. Benedetta Capelli ha intervistato Andrea Bartali, autore del libro “Gino Bartali, mio papà” che così descrive il campione:

    R. – Un uomo pulito, per il quale il doping era la sua bistecca alla fiorentina! Un uomo di profonda fede cristiana, che non capiva perché si dovessero fare le guerre, perché si dovessero ammazzare delle persone; e che, non potendo fermare una guerra, cercava di portare aiuto - come meglio credeva - alle persone perseguitate sia da un punto di vista religioso, sia da un punto di vista anche personale.

    D. – Ci sono degli aspetti della storia di Gino Bartali che sono meno conosciuti?

    R. – Mio padre, la sua vita particolare, non l'ha mai raccontata. L’ho raccontata io nel libro “Gino Bartali, mio papà”, delle Edizioni Limina, perché si capisse veramente chi fosse quest’uomo: era un grande uomo, che non raccontava niente e che si teneva tutto dentro; lo raccontava a me. Tanto è vero che a un certo punto gli chiesi: “Papà, ma tu mi racconti tutte queste cose, poi mi dici di non dirle. Allora che me le racconti a fare?”. Mi disse una frase che mi è rimasta sempre un po’ impressa: “Te ne accorgerai da solo, quando verrà il momento di raccontarle”. A 12-13 anni dalla sua scomparsa è venuto il momento di raccontarle e quindi le ho raccontate.

    D. – Come mai questa riservatezza?

    R. – C’è un’altra storia da raccontare per capire un po’ la sua mentalità. Mio padre ha fatto più di un milione di chilometri in bicicletta e non sono pochi, non li fa nemmeno un camion… Ma a un certo momento, una sera, mi disse: “Fermiamoci a 700 mila chilometri, perché altrimenti la gente non ci crede!”. Forse sta lì il segreto di questa sua domanda. La sua riservatezza probabilmente parte anche da questo concetto qui: avendo avuto una vita molto intensa, nessuno avrebbe creduto a tutto quello che ha fatto...

    D. – Un talento, quello di essere un campione in bici, messo a servizio della comunità: trasportava i documenti che consegnava alle famiglie ebree. Come era nata questa sua missione?

    R. – E’ nata un po’ dalle circostanze di quel momento storico: durante la guerra noi eravamo alleati dei tedeschi e ci fu un ebreo polacco, un certo Alexander Ramadi, che fuggì, andò in India e si arruolò nell’esercito alleato e entrò ad Assisi, nel ’44, insieme alle truppe alleate. E lì cominciò a sentire la storia di chi si era salvato, di come si fosse salvato, di chi invece non si era riuscito a salvare e venne fuori anche il nome di Gino Bartali. Nome che fu ripreso poi dalla Rai, in una fiction – mi sembra - dell’82: il regista carinamente telefonò a mio padre e gli disse: “Gino, noi abbiamo saputo queste cose da questo Ramadi che ha scritto un libro – “Assisi underground”, “Assisi clandestina” – e noi stiamo realizzando un fiction e se tu vuoi aggiungere qualcosa a quello che ha già detto lui, ti prego incontriamoci…..”. Io mio padre l'ho visto arrabbiato, un po’ col mugugno – e questo faceva anche un po’ parte del suo carattere – ma non l'ho mai visto adirato come quella volta! E disse: “Queste sono cose che si fanno e non si dicono, perché il bene si fa, ma non si dice”. Approfittarsi delle disgrazie degli altri per farsi pubblicità non è bello, anzi – secondo lui – era una vigliaccheria.

    D. – Quante persone – si può dire – furono salvate da suo padre?

    R. – Nel 2005, ha ricevuto alla memoria una medaglia d’oro per merito civile. Nella menzione di questa medaglia d’oro c’è scritto: “Per aver contribuito a salvare più di 800 ebrei”.

    D. – Avere un padre così importante - prima di tutto - come campione dello sport, ma poi scoprire anche come sia stato un campione nella vita, un uomo di grande valori è un peso per lei oppure una ricchezza?

    R. – E’ un impegno! E’ un impegno portare avanti il suo nome come voleva lui: in modo pulito, in modo garbato, in modo semplice perché fondamentalmente mio padre era un uomo semplice. Quello che mi diceva sempre era: “Io sono un uomo libero”.

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    Il commento di padre Bruno Secondin al Vangelo della Domenica

    ◊   In questa 11.ma Domenica del Tempo ordinario, la liturgia ci presenta il passo del Vangelo in cui Gesù spiega il regno di Dio con due parabole: è come un uomo che getta il seme sul terreno, e questo seme germoglia e cresce. Ed è come un granello di senape:

    “E’ il più piccolo di tutti i semi … ma, quando viene seminato, cresce e diventa più grande di tutte le piante dell’orto e fa rami così grandi che gli uccelli del cielo possono fare il nido alla sua ombra”.

    Su questo brano evangelico ascoltiamo il commento del carmelitano, padre Bruno Secondin, docente emerito di Teologia spirituale alla Pontificia Università Gregoriana:

    Due piccole parabole, in questo Vangelo, con riferimento al mondo del contadino e alla laboriosità paziente e modesta. È come se l’anno liturgico, dopo averci portato per le alte vette delle grandi feste teologiche (Pentecoste, Trinità, Corpus Domini), ora ci riportasse alla pianura, alla vita semplice, con le sue stagioni e le sue ritualità quotidiane. Un contadino che semina con gesto largo e generoso, ma che non sa se poi quel seme germoglierà e soprattutto quale percorso misterioso c’è tra seme gettato e spiga turgida e matura. Eppure getta il seme e attende.

    E poi quell’altra immagine, dei semi di senape, veramente piccini, quasi invisibili: eppure da lì poi si sviluppa in arbusto rigoglioso, tanto che perfino gli uccelli possono nidificare fra i suoi rami. Ecco, “così è il regno di Dio: come un uomo che getta il seme”, dice Gesù, sfidando i discepoli e le loro attese di cose grandi e spettacolari. Pensare le cose di Dio in termini di potenza e spettacolo, grandiosità roboante e fosforescenze mondane: riguarda forse più noi che loro. Non riusciamo a vederci minoranza senza voce, fermento invisibile, prostrati a terra: ci pensiamo sempre gloriosi e sapienti. E anche Dio e il suo regno dovrebbero essere così. Cosa ci vuole per tornare al Vangelo?

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    Nella Chiesa e nel mondo



    Aung San Suu Kyi ritira ad Oslo il premio Nobel per la Pace del 1991

    ◊   Questo pomeriggio Aung San Suu Kyi ha ricevuto ad Oslo il premio Nobel per la Pace, che le era stato conferito 21 anni fa e che non aveva potuto ritirare perché costretta agli arresti domiciliari. Durante la cerimonia l’attivista birmana, accolta da un lunghissimo applauso ha lanciato un appello alla democrazia, domandando la liberazione dei prigionieri politici nel suo Paese e s’è detta pronta a giocare “qualsiasi ruolo necessario” alla riconciliazione del Myanmar. (M.R.)

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    Egitto: alta affluenza nelle elezioni presidenziali del dopo Mubarak

    ◊   Egitto da questa mattina al voto per eleggere il successore di Hosni Mubarak alla presidenza del Paese. A contendersi il voto dei 50 milioni di aventi diritto, Ahmed Shafiq, ultimo premier del regime, e Mohamed Mursi, candidato dei Fratelli Musulmani. Lunghe code si sono formate questa mattina davanti ai seggi, presidiati da poliziotti e militari. Alta l’affluenza alle urne tanto che la Commissione elettorale ha prorogato di un’ora la durata delle consultazioni, fino alle 21.00 ora locale. Il voto avviene in un clima di tensione, dopo la decisione della Suprema Corte egiziana di sciogliere il parlamento, recentemente eletto e dominato dai partiti islamici. Si voterà per tutta la giornata di domani, mentre i risultati sono attesi per giovedì prossimo. (M.R)


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    Cile: istituite “case condivise” per oltre 12 mila senzatetto

    ◊   In Cile, 12.255 persone vivono per strada, tra cui 725 bambini. Questi i risultati di una ricerca effettuata dal Ministero per lo Sviluppo Sociale cileno e riportata dall’Agenzia Fides. Dai dati, relativi al 2011, emerge che il 77% di queste persone lavorano come venditori ambulanti e parcheggiatori o fanno le pulizie nelle fabbriche. Mangiano due volte al giorno e subiscono discriminazioni: da parte di gruppi armati (22%), della polizia (16%) e dai passanti (13%). Per far fronte a questa emergenza è stato appena lanciato un progetto di “Case Condivise”, dove le persone che vivono in strada usufruiscono di un’abitazione affittata dal Ministero per lo Sviluppo Sociale, condividendo le spese comuni. Nel centro di Santiago, dove in questi giorni si registrano temperature molto basse, centinaia di persone aspettano studenti volontari che la sera portano loro cibo, pane e uova, e fanno la fila per avere un piatto caldo di pasta o legumi. (M.R.)

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    Congresso missionario in Brasile: la missio ad Gentes impegno principale della Chiesa

    ◊   Dal 12 al 15 luglio si terrà a Palmas, in Brasile, il terzo Congresso missionario nazionale, che avrà come tema “Discepoli Missionari: dal Brasile per un mondo secolarizzato e pluriculturale, alla luce del Vaticano II”. Il direttore della rivista Missőes, Jaime Carlos Patias, incaricato delle comunicazioni per il Congresso, ha affermato all’agenzia Fides che se non si prendono impegni per la missione equivale a vivere la fede a metà. “È vero che si ha il diritto di essere assistiti spiritualmente", ha proseguitp Patias, ma questo lavoro di evangelizzazione, viene rilevato, non raggiunge che una percentuale relativa di cristiani, "in un mondo di sette miliardi di esseri umani". Si potrebbe pensare, si legge ancora, "a ministeri in grado di raggiungere il 27% dei battezzati che non partecipano attivamente alla vita della Chiesa e hanno bisogno di una ‘nuova evangelizzazione’ o ‘ri-evangelizzazione’”. Il direttore a poi sottolineato che la missione "ad Gentes" è la missione principale della Chiesa perché riguarda il 70% della popolazione mondiale. “Oltre ad amare Dio nel culto del tempio – ha infine concluso – siamo chiamati a uscire dalle sacrestie e dal presbiterio e ad amare Dio nel prossimo, con una spiritualità che abbraccia tutte le espressioni della vita umana. La vita piena è donazione totale e condivisione, e questo è la missione, quindi la nostra vita è missione, che è allo stesso tempo la nostra vocazione”. (A.C.)

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    Inaugurato il XXI Cammino nazionale delle Confraternite delle diocesi d’Italia

    ◊   È stato presentato ieri in conferenza stampa il XXI Cammino nazionale delle Confraternite delle diocesi d’Italia, che si terrà domani a Monreale, a partire dalle ore 9, lungo le strade principali del paese. A culmine del percorso sarà celebrata l’Eucaristia, presieduta da mons. Salvatore Di Cristina, arcivescovo di Monreale, e concelebrata da mons. Mauro Parmegiani, nuovo assistente ecclesiastico delle Confraternite. Alcuni dei più importante eventi collaterali previsti sono la “Calata dei Veli” e il convegno sulla “Confraternita come risorsa della Chiesa nella società attuale”. Mons. Di Cristina ha sottolineato che “la Confraternita rappresenta un’istanza centripeta nella vita della Chiesa che incarna il valore ‘cattolico’ della ‘fratellanza’”. Il presidente della Confederazione delle Confraternite delle Diocesi d’Italia, Francesco Antonetti, ha specificato che “la scelta di Monreale dipende anche dall’esempio che la Confraternita del Santissimo Crocifisso offre a tutte le altre realtà italiane con la sua media anagrafica molto giovane”. Alla conferenza stampa sono intervenuti, inoltre, il sindaco Filippo Di Matteo, il presidente della Confraternita del SS. Crocifisso Valentino Mirto e alcuni tecnici comunali. Alla manifestazione sono attese più di 10 mila persone. (A.C.)

    Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LVI no. 168

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    Segreteria di redazione: Gloria Fontana, Mara Gentili, Anna Poce e Beatrice Filibeck, con la collaborazione di Vera Viselli e Barbara Innocenti.