Logo 50Radiogiornale Radio Vaticana
Redazione +390669883674 | +390669883998 | e-mail: sicsegre@vatiradio.va

Sommario del 09/12/2012

Il Papa e la Santa Sede

  • Benedetto XVI all’Angelus: il Natale non è una festa esteriore! Accogliamo la Parola che salva
  • Il Papa a Piazza di Spagna: "Dio parla nel silenzio e libera l'uomo dal peccato"
  • Il cardinale Bertone inaugura a Lecce la Casa della carità
  • E' morto mons. Madtha, nunzio in Costa D'Avorio
  • Oggi in Primo Piano

  • Egitto, Mursi ritira decreto sui poteri speciali, non il referendum: continuano le proteste
  • Italia, Monti annuncia dimissioni dopo approvazione legge di stabilità. Elezioni più vicine
  • Elezioni in Romania: favorita la coalizione del premier Ponta ai danni del presidente Basescu
  • Stelle di Natale Ail nelle piazze italiane per i malati di leucemia
  • Magia dell'Opera per i bambini: Falstaff nel centenario di Tito Gobbi
  • "Eccessi di città": urbanizzazione selvaggia e bararaccopoli in Africa
  • Nella Chiesa e nel mondo

  • Siria, continuano scontri, nella notte bombe su Damasco e Aleppo
  • Somalia, gli shabaab perdono il controllo della cità di Jowhar
  • Cina, altri due tibetani si immolano per invocare libertà al loro Paese
  • "I magi e la loro stella" in un libro delle edizioni San Paolo
  • Il Papa e la Santa Sede



    Benedetto XVI all’Angelus: il Natale non è una festa esteriore! Accogliamo la Parola che salva

    ◊   Il Natale non è una festa esteriore: il richiamo all’Angelus di Benedetto XVI, in preparazione della venuta di Gesù. Nel tempo di Avvento il pensiero del Papa è corso a tutti i migranti lontani dalle proprie case, cosi spesso incompresi nelle loro sofferenze. Il servizio di Roberta Gisotti:

    Si è soffermato Benedetto XVI sulla figura di Giovanni Battista, al centro del Vangelo odierno di san Luca, che racconta la sua vita e quindi offre il “quadro storico” del “vero grande avvenimento, la nascita di Cristo, che i contemporanei - ha sottolineato il Papa - non noteranno neppure”.

    “Per Dio i grandi della storia fanno da cornice ai piccoli!”

    Giovanni Battisti – ha poi spiegato - si definisce “la voce di uno che grida nel deserto”. La voce che proclama la Parola di Dio che precede.

    “Giovanni è la voce che passa, Cristo è il Verbo eterno che era in principio. Se alla voce togli la parola, che cosa resta? Un vago suono”.

    “La voce senza parola colpisce bensì l’udito, ma non edifica il cuore”

    A noi il compito di dare oggi ascolto a quella voce per concedere spazio e accoglienza nel cuore a Gesù, Parola che ci salva.

    Allora “in questo Tempo di Avvento, – l’invito di Benedetto XVI - prepariamoci a vedere, con gli occhi della fede, nell’umile Grotta di Betlemme, la salvezza di Dio”.

    “Nella società dei consumi, in cui si è tentati di cercare la gioia nelle cose, il Battista ci insegna a vivere in maniera essenziale, affinché il Natale sia vissuto non solo come una festa esteriore, ma come la festa del Figlio di Dio che è venuto a portare agli uomini la pace, la vita e la gioia vera”.

    Quindi l’affidamento a Maria, Vergine dell’Avvento:

    “..affidiamo il nostro cammino incontro al Signore che viene, per essere pronti ad accogliere, nel cuore e in tutta la vita, l’Emmanuele, il Dio-con-noi”.

    E tra quanti sono in cammino, sovente nella sofferenza e nell’incomprensione sono i migranti in tutto il mondo, che abbandonano le loro case per la guerra o la povertà. A loro è corso il pensiero del Papa, dopo la preghiera mariana, nei saluti finali ai pellegrini di lingua francese.

    “Puissent-ils être accueillis et avoir une existence digne!...... ”

    “Possano essere accolti ed avere un’esistenza degna”, il richiamo del Papa perché “in questo tempo di preparazione al Natale una solidarietà fraterna e gioiosa venga in aiuto ai loro bisogni e a sostegno delle loro speranze”

    Un indirizzo particolare è andato infine ai partecipanti al Congresso dell’Unione Giuristi Cattolici, accompagnati dal cardinale Coccopalmerio.

    inizio pagina

    Il Papa a Piazza di Spagna: "Dio parla nel silenzio e libera l'uomo dal peccato"

    ◊   Dio parla nel silenzio, la sua grazia libera l’uomo dal peccato e da ogni egoismo e fa gustare la vera gioia. Così in sintesi Benedetto XVI ieri pomeriggio nell’atto di venerazione all’Immacolata Concezione in Piazza di Spagna a Roma. La voce di Dio – ha detto il Papa – non si riconosce nel frastuono o rimanendo in superficie, ma scendendo ad un livello più profondo dove le forze che agiscono non sono quelle economiche e politiche, ma quelle morali e spirituali”. Il servizio è di Paolo Ondarza:

    “Ciò che è veramente grande passa spesso inosservato e il quieto silenzio si rivela più fecondo del frenetico agitarsi che caratterizza le nostre città”. E’ una delle riflessioni suggerite al Papa dal Vangelo della solennità dell’Immacolata Concezione in un freddo, ma assolato pomeriggio romano al cospetto della statua della Vergine in Piazza di Spagna. Benedetto XVI riflette sul grande silenzio che avvolge il momento in cui Dio si fa uomo, l’incontro tra il messaggero divino e Maria, "un incontro di cui nessuno sa o parla":

    "E’ un avvenimento che, se accadesse ai nostri tempi, non lascerebbe traccia nei giornali e nelle riviste, perché è un mistero che accade nel silenzio".

    La voce di Dio – spiega il Santo Padre - non si riconosce nel frastuono e nell’agitazione, neanche nell'attivismo che caratterizza i nostri giorni:

    "Quell’attivismo che ci rende incapaci di fermarci, di stare tranquilli, di ascoltare il silenzio in cui il Signore fa sentire la sua voce discreta".

    Nel giorno in cui ricevette l’annuncio Maria era raccolta e allo stesso tempo aperta all’ascolto di Dio, in lei – constata il Successore di Pietro – non c’è ostacolo che la separi da Dio, è infatti senza peccato originale:

    "Non c’è separazione, non c’è ombra di egoismo, ma una perfetta sintonia: il suo piccolo cuore umano è perfettamente «centrato» nel grande cuore di Dio".

    La voce di Dio, il suo disegno sulla nostra vita personale e sociale infatti non si riconosce nell’agitazione o rimanendo in superficie...

    ..."ma scendendo ad un livello più profondo, dove le forze che agiscono non sono quelle economiche e politiche, ma quelle morali e spirituali. E’ lì che Maria ci invita a scendere e a sintonizzarci con l’azione di Dio".

    La solennità dell’Immacolata suggerisce anche che la salvezza del mondo non è opera dell’uomo, ma viene dalla Grazia, cioè da Dio stesso, di cui Maria è “piena”. L’Amore di Dio – spiega Benedetto XVI – è più forte del male, colma i vuoti che l’egoismo provoca nella storia, quei vuoti che l’uomo invano tenta di riempire con rimedi, come la droga, che poi finiscono per farlo cadere ancora più in basso.

    "Maria ci dice che, per quanto l’uomo possa cadere in basso, non è mai troppo in basso per Dio, il quale è disceso fino agli inferi; per quanto il nostro cuore sia sviato, Dio è sempre «più grande del nostro cuore». Il soffio mite della Grazia può disperdere le nubi più nere, può rendere la vita bella e ricca di significato anche nelle situazioni più disumane".

    La vittoria della Grazia sul peccato, della vita sulla morte: questo l’annuncio di gioia del cristianesimo, quella gioia autentica di cui Maria Immacolata – aggiunge il Pontefice – è piena e di cui è pieno il cuore liberato dal peccato. Il cristianesimo infatti – ricorda il Papa – è una lieta notizia, non un ostacolo alla gioia o un insieme di divieti e regole: "se comporta rinunce e una disciplina della mente è perché nell’uomo c’è la radice velenosa dell’egoismo, che fa male a se stessi e agli altri".

    "Bisogna dunque imparare a dire no alla voce dell’egoismo e a dire sì a quella dell’amore autentico. La gioia di Maria è piena, perché nel suo cuore non c’è ombra di peccato".

    Particolarmente calorosa l’accoglienza manifestata al Papa dai fedeli che gremivano Piazza di Spagna. Presenti anche il sindaco Alemanno e il cardinale vicario Vallini. Come da tradizione prima della preghiera al cospetto della Vergine Benedetto XVI si è soffermato davanti alla chiesa della Santissima Trinità in via Condotti, per l’omaggio dell’Associazione Commercianti.

    inizio pagina

    Il cardinale Bertone inaugura a Lecce la Casa della carità

    ◊   Questa mattina a Lecce solenne inaugurazione alla presenza del Segretario di Stato Vaticano, cardinale Tarcisio Bertone, della “Casa della Solidarietà”, una nuova struttura cittadina dedicata all’assistenza dei più poveri. Gestita dalla Caritas diocesana e ricavata in un immobile completamente ristrutturato, la “Casa della solidarietà'” nasce dal desiderio dell’arcivescovo metropolita di Lecce, mons. Domenico Umberto D’Ambrosio, di stringersi ancora di più accanto ai fratelli bisognosi. Federico Piana lo ha intervistato:

    R. - Ci sarà un servizio di prima accoglienza, con una disponibilità di circa 24 posti letto per tutti i nostri fratelli che arrivano qui; ci sarà poi un servizio mensa e distribuiremo non solo il pranzo, ma anche la cena; ci sarà un servizio docce e un centro di distribuzione di viveri e anche di vestiario; ci sarà un piccolo ambulatorio medico e forniremo anche una consulenza legale. Questi, più o meno, saranno i servizi che offriremo. La Casa sarà gestita dalla Caritas diocesana, alla quale aderiscono già tantissimi volontari pronti a dare la loro disponibilità, il loro tempo, la loro professionalità. Abbiamo anche una convenzione, un comodato, con l’Asl di Lecce e di questo sono grato al direttore generale dell’Asl, che ha messo a disposizione servizi e specializzazioni, che ci permetteranno di cogliere ogni evenienza, ogni bisogno, ogni richiesta di specializzazione.

    D. - Perché è importante la carità, soprattutto in questo momento storico particolare, e quando la crisi economica 'morde' anche il bilancio delle famiglie?

    R. - Credo che la carità sia importante sempre! E’ il fiore all’occhiello del nostro essere cristiani: “Amatevi come io vi ho amato”. Non c’è amore più grande di chi dà la vita. Certamente oggi, in una situazione in cui si assottigliano - sempre più - i fili della speranza e di garanzie per le famiglie, i gesti di carità - come questi, ma come tantissimi altri - vanno a sottolineare la delicatezza dell’amore con cui i cristiani si fanno 'prossimo', si fanno 'buon samaritano' per i tanti che giacciono ai lati delle strade, vivendo magari anche una povertà nascosta, che non vogliono manifestare, ma che morde la loro esistenza, la vita delle loro famiglie: bussano al cuore della Chiesa che, come fosse un porto, accoglie fra le sue braccia tutti coloro che hanno bisogno.

    D. - A Lecce, qual è la situazione dal punto di vista anche della crisi?

    R. - Anche Lecce sta soffrendo. Non siamo diversi dagli altri, anche se per certi aspetti - anche se solo apparentemente - potrebbe sembrare che la crisi qui non abbia le dimensioni che ha assunto altrove. Noi riusciamo ad avere il termometro della situazione reale, vedendo quanti afferiscono alle nostre mense, ai nostri servizi. E questo è anche quanto emerge da uno studio sulle povertà realizzato lo scorso anno dalla Caritas e che presenta anche per questo anno. Due anni fa, il 30 per cento dei poveri che si rivolgevano a noi erano italiani, salentini o leccesi, mentre il restante 70 per cento erano immigrati ed extracomunitari; adesso, invece, il 40 per cento di quanti vengono a tendere la mano a noi è composto da italiani e il 60 per cento da immigrati e extracomunitari.

    inizio pagina

    E' morto mons. Madtha, nunzio in Costa D'Avorio

    ◊   Lutto nella Chiesa: è morto sabato sera in un incidente automobilistico mons. Ambrose Madtha, nunzio apostolico in Costa d’Avorio. Secondo le prime informazioni, il grave infortunio sarebbe avvenuto a Biankouma, ad ovest della capitale Abidjan, e in esso sarebbe morto anche l’autista, mentre il segretario e una religiosa sono rimasti feriti. Mons. Madtha, nato a Belthangady, in India, nel 1955, era nunzio in Costa d’Avorio dal 2008, e si era segnalato per il suo impegno di pacificazione e il superamento delle recenti tensioni nel Paese africano, oltre che per lo sviluppo socio culturale dell’intero continente.

    inizio pagina

    Oggi in Primo Piano



    Egitto, Mursi ritira decreto sui poteri speciali, non il referendum: continuano le proteste

    ◊   In Egitto, il presidente Mohamed Mursi, da giorni oggetto di contestazioni di piazza da parte dell’opposizione, ha deciso di ritirare il decreto con cui, alla fine di novembre, si era attribuito poteri straordinari. Il capo dello Stato egiziano, esponente dei Fratelli musulmani, ha però finora rifiutato di rinviare il referendum sulla Costituzione previsto per il 15 dicembre, come invece chiedono i manifestanti. Il servizio di Davide Maggiore:

    L’annuncio è arrivato nella notte: un nuovo decreto presidenziale ha cancellato il provvedimento con cui Mursi rendeva inappellabili le sue decisioni. Il presidente ha fatto anche altre aperture in seguito al vertice definito “di dialogo nazionale”, ma a cui ha partecipato, oltre agli esponenti dei movimenti islamici, solo un piccolo partito d’opposizione. Alcune proposte di modifica alla Costituzione potranno essere prese in esame, ma dopo che si sarà insediato un nuovo Parlamento. Questo passaggio, a sua volta, richiede che si svolga il referendum costituzionale: secondo le autorità, ragioni legali ne rendono impossibile il rinvio. Una scelta simile “peggiora la situazione”, è stato il primo commento di uno dei portavoce del Fronte di Salvezza Nazionale, la coalizione formata dai principali oppositori. Il Fronte ha inoltre invitato i suoi sostenitori a continuare oggi le proteste contro il progetto di Costituzione che, secondo il leader del movimento Mohamed El Baradei, “limita i diritti e le libertà”. Intanto, i militari continuano a presidiare il Palazzo presidenziale, e alcuni aerei caccia hanno sorvolato a bassa quota Il Cairo nella mattinata. Ieri l’Esercito aveva invitato tutte le parti al dialogo, sottolineando come l’alternativa per il Paese fosse “un disastro”.

    inizio pagina

    Italia, Monti annuncia dimissioni dopo approvazione legge di stabilità. Elezioni più vicine

    ◊   In Italia scenario politico radicalmente trasformato nelle ultime ore. Il premier Monti ha annunciato ieri sera al Capo dello Stato Napolitano che si dimetterà dopo l’approvazione della legge di stabilità. Una decisione presa in seguito all’uscita del Pdl dalla maggioranza. Si apre, di fatto, la campagna elettorale che porterà alle elezioni politiche anticipate, probabilmente a febbraio. Il servizio di Giampiero Guadagni:

    Prima le parole in aula a Montecitorio del segretario del Pdl Alfano, poi l’affondo, ieri, di Berlusconi sui danni prodotti dal governo tecnico. Il premier Monti ha preso atto: ieri sera al Quirinale, ha spiegato al Capo dello Stato che non è più possibile l’ulteriore espletamento del suo mandato. Dunque, dimissioni irrevocabili che saranno formalizzate dopo l’approvazione della legge di stabilità, l’ex Finanziaria. Senza approvazione ci sarebbe l’esercizio provvisorio che, sottolinea Monti, renderebbe ancora più gravi le conseguenze della crisi. Ma il Pdl ha fatto subito sapere di essere pronto a un rapido sì al provvedimento. Anche Pd e Udc voteranno a favore. Bersani e Casini accusano Berlusconi di irresponsabilità e demagogia: il suo ritorno in campo come candidato premier, dicono, riporta l’Italia indietro. Bersani e Casini definiscono la decisione di Monti un atto di dignità e ieri, da Cannes, lo stesso Monti aveva sottolineato la necessità di non ricadere nella situazione precedente, quando l’Italia ha rischiato di essere il detonatore che poteva far saltare l’Eurozona. Monti, in un colloquio col direttore del Corriere della sera, De Bortoli, non ha escluso un suo impegno diretto in politica e ha poi riferito dello sbalordimento dei giornalisti stranieri per l’evolversi della situazione politica italiana. C’è naturalmente preoccupazione tra i partner europei e domani è attesa la reazione dei mercati finanziari.

    inizio pagina

    Elezioni in Romania: favorita la coalizione del premier Ponta ai danni del presidente Basescu

    ◊   Romania. Si sono aperte stamattina i seggi elettorali per rinnovare il Parlamento nazionale. La consultazione terminerà alle 21 locali, le 20 in Italia. Dall’esito di queste elezioni dipenderà il futuro percorso politico ed economico del Paese, membro dell’Unione europea dal 2007. Il servizio di Giuseppe D’Amato:

    L’anno difficile della politica romena si conclude con queste legislative. Il grande interrogativo, rilanciato da tutti gli osservatori, è se le presenti consultazioni serviranno a riportare un po’ di tranquillità sulla scena politica nazionale o se esse incendieranno nuovamente gli animi. I favoriti per la vittoria sono raggruppati nella coalizione vicina al premier Victor Ponta. L’Unione social liberale, i liberali di Crin e i conservatori sono dati dai sondaggi tra il 48 ed il 60% delle preferenze. Lontanissimi appaiono i sostenitori del presidente Traian Basescu, riuniti nell’Alleanza per una Romania Giusta, con un po’ più del 20%. Terzo incomodo è il Partito del Popolo del magnate dei media Dan Diaconescu, accreditato del 15% delle intenzioni di voto. Nella scorsa primavera la guida del governo è passata al socialdemocratico Ponta, che ha iniziato la procedura di impeachment contro il presidente Basescu. Soltanto il mancato raggiungimento del quorum per pochi punti in un referendum popolare ha evitato la destituzione del capo di Stato alla fine di giugno. Adesso, come impone la Costituzione, il presidente Basescu dovrà assegnare il mandato di formare il nuovo Esecutivo. A chi si affiderà? All’uomo che ha tentato di destituirlo? Secondo gli osservatori, dipenderà se la coalizione di Ponta otterrà la maggioranza assoluta oppure no.

    inizio pagina

    Stelle di Natale Ail nelle piazze italiane per i malati di leucemia

    ◊   “Ogni malato di leucemia ha la sua buona stella”: questo il titolo della XXIV edizione della manifestazione “Stelle di Natale Ail”, il tradizionale appuntamento di solidarietà promosso dall’Associazione Italiana contro le leucemie i linfomi e i mielomi. Migliaia di volontari saranno fino a questa sera nelle piazze italiane per offrire una piantina in cambio di un contributo minimo associativo di 12 euro. “Un gesto che aiuta tanti”: non smette di ripeterlo il presidente Ail, l’ematologo Franco Mandelli. L’intervista è di Eliana Astorri:

    R. - Senza le Stelle di Natale non riusciremmo ad assistere a domicilio i malati, non riusciremmo a finanziare le nostre case-alloggio e, ovviamente, non potremmo finanziare i progetti di ricerca. Quest’anno, però, voglio fare una precisazione perché ci tengo veramente molto: purtroppo ci sono tante associazioni che vendono Stelle di Natale, facendo finta che siano le Stelle dell’Ail. Questa è una cosa non giusta e non onesta, anche perché le Stelle di Natale sono dell’Ail: sono nate più di 20 anni or sono, su un’iniziativa di Reggio di Calabria e sono le stelle di tutte le 82 sezioni provinciali dell’Ail. Un’altra cosa che va detta: i nostri volontari che sono in piazza, anche con il freddo e anche con la pioggia, non hanno alcun compenso, a differenza di queste altre associazioni che pagano coloro che vendono le stelle. Questa è una cosa che mi dà veramente fastidio! L’ho detto anche in televisione che delle onlus si permettano di utilizzare gli stessi nostri gadget senza dire niente: non è onesto! E’ un falso che fanno: vendono come se fossero Ail e questo non è giusto!

    D. - Ricordiamo allora, oltre ovviamente i sostenitori Ail, il ruolo fondamentale delle migliaia di volontari che aiutano con il loro lavoro l’Ail?

    R. - Questo loro lavoro è importantissimo, perché i volontari non percepiscono niente: lo fanno unicamente per quel cuore che hanno, per quell’amore che hanno per tutti i malati e per la ricerca. Io dico sempre: “Già solo un malato salvato, varrebbe la pena di investire tantissimo”. I malati che noi riusciamo a curare, e spesso a guarire, sono migliaia in tutta l’Italia. Questo è possibile grazie proprio ai nostri volontari!

    D. - Prof. Mandelli, ricordiamo - come facciamo sempre - in chiusura delle nostre interviste, l’invito alla dotazione del sangue…

    R. - Io la ringrazio, perché lei se ne ricorda sempre. Senza le donazioni di sangue non si potrebbero curare le malattie del sangue; senza le donazioni di sangue non si potrebbero curare neanche quei pazienti che devono fare interventi chirurgici importanti; senza le donazioni di sangue non potrebbero guarire o risolvere il loro problema quei pazienti o quei soggetti normalissimi che vengono portati in Pronto Soccorso per un incidente di macchina e hanno bisogno immediatamente di sangue… Donare il sangue vi fa sentire sicuramente meglio!

    inizio pagina

    Magia dell'Opera per i bambini: Falstaff nel centenario di Tito Gobbi

    ◊   Torna anche per il 2013 l’appuntamento con Magia dell’Opera il progetto che da nove anni l’Associazione musicale Tito Gobbi destina ad allievi di scuole materne e dell’obbligo, accompagnandoli attraverso un percorso didattico preliminare all’apprezzamento di un capolavoro. Per l’edizione 2013 è stato scelto il Falstaff: l’occasione è il bicentenario della nascita di Giuseppe Verdi e il centenario di Tito Gobbi suo celebre interprete, ma la scelta deriva anche dal carattere specifico del Falstaff. Come spiega al microfono di Gabriella Ceraso, Cecilia Gobbi presidente dell’Associazione che porta il nome di suo padre:

    R. - Una delle grandi motivazioni della scelta è onorare questa duplice ricorrenza, ma l’altra motivazione è che il Falstaff è un’opera straordinaria e, nell’ambito del repertorio verdiano, quella a cui si possono far avvicinare i bambini con maggiore facilità. Con questa straordinaria leggerezza e l’ironia delle situazioni della vita può far sorridere i bambini e non solo: c’è una grandissima umanità, c’è un portato filosofico straordinario che i bambini non apprezzeranno nella sua interezza oggi, ma è un seme che si butta.

    D. - Il parlare ai bambini attraverso l’opera, significa anche far conoscere loro qualcosa della lingua italiana che, forse, oggi non è più parlata nella maniera più corretta…

    R. - Nella parte introduttiva al percorso didattico, ogni anno, facciamo una piccola panoramica sull’opera, sotto forma di pillole adatte ai ragazzi, e in quel contesto spieghiamo che cosa l’Opera ha significato, perché le storie che racconta e i sentimenti che esprime fanno parte della nostra identità. Certo c’è anche un recupero del linguaggio, ma più in generale credo che l’Opera possa dare un contributo alla crescita e allo sviluppo di un giovane, possa aprire finestre sui sentimenti, sulla vita e sui valori. Non abbiamo infatti adottato un approccio didattico serioso, non vogliamo che i bambini diventino degli storici della musica: noi vogliamo solo offrire l’opportunità di avvicinare questo mondo e farlo diventare una cosa nostra.

    D. - Suo padre le ha mai spiegato l’opera, la bellezza di questo mondo, come voi fate con i ragazzi?

    R. - Mi viene da dire che non c’è stato bisogno: a sei anni sapevo a memoria tutto il Rigoletto e non perché qualcuno mi avesse detto di impararlo, ma perché vedevo le prove, vedevo le recite, mi appassionavo e le imparavo a memoria. A me ha dato una ricchezza enorme nella vita.

    D. - A chi dice - per quanto riguarda l’opera - che è un linguaggio che non funziona più, perché oggi c’è bisogno di altro cosa si sente di rispondere?

    R. - La cultura dell’uomo si costruisce nella progressione e determinati valori ritornano. Sì, si può vivere benissimo avendo un buon lavoro, comprandosi dei bei vestiti, guardando la televisione e andando in vacanza al mare. La vita, però, non è solo consumi materiali: la vita dovrebbe essere anche vita dell’anima; godere della bellezza può dare molta più felicità, ma costruire una sensibilità ai valori e all’arte, significa anche lavorare in direzione di una società migliore.

    inizio pagina

    "Eccessi di città": urbanizzazione selvaggia e bararaccopoli in Africa

    ◊   Molti commentatori hanno sottolineato negli ultimi anni la forte crescita economica vissuta da alcuni Paesi dell’Africa. Questo fenomeno si è però accompagnato in molti casi ad un’urbanizzazione selvaggia e all’espansione delle baraccopoli. Paradossalmente, queste hanno avuto un ruolo importante nei progressi economici. E’ quanto spiega, al microfono di Davide Maggiore, Fabrizio Floris, antropologo e sociologo, autore, sull’argomento, del libro “Eccessi di città”:

    R. – La crescita di questi luoghi rappresenta il 70 per cento della crescita urbana dell’Africa, ma anche dal punto di vista economico rappresentano, attraverso la loro economia di tipo informale, tra il 20 e il 40 per cento del Pil dei Paesi. Quindi, non sono solo luoghi di assoluto degrado, di deprivazione e di ‘assenza’, ma sono anche luoghi di produzione di ricchezza, che però non si può trasformare in sviluppo per l’assenza di diritti – prima di tutto, il diritto di proprietà – che connota questi luoghi. Per cui, se una persona ha un surplus economico, essenzialmente non ha un luogo dover poterlo investire. L’unico luogo che ha per poterlo investire è altrove.

    D. – A quale prezzo sociale avviene questa produzione di ricchezza?

    R. – Il prezzo è altissimo perché sostanzialmente c’è un’assenza completa delle istituzioni, anzi, meglio: sono presenti quando si tratta eventualmente di ricevere soldi dal piccolo commercio locale, sono assenti quando si tratta di far rispettare i diritti. Quindi le persone sono un po’ in balia degli eventi, di una quotidianità molto faticosa ed il prezzo è il rischio di un travolgimento di generazioni di giovani, che vivono senza prospettive e per i quali il futuro non è una promessa ma una minaccia. Il cambiamento a livello culturale, forse è quello più significativo, nel senso che non ci sono più le tradizioni. Tendenzialmente sparisce la solidarietà, tipica del villaggio, e si mantengono aspetti negativi all’interno della città. Cioè: il cercare di rispettare forzatamente certe tradizioni in un contesto diverso implica problematiche a volte psicologiche, a volte economiche.

    D. – Ciò nonostante, molte persone scelgono di trasferirsi dalla campagna alla città pur sapendo che il loro destino probabilmente sarà la baraccopoli: in un certo senso, vedono la baraccopoli come un possibile trampolino di lancio. E’ una prospettiva realistica?

    R. – Stando ai dati, solo il 2 per cento delle persone che vivono nelle baraccopoli hanno una probabilità di uscirne. Il problema è che l’alternativa è non avere neanche questo 2 per cento, perché c’è un’assenza completa di investimenti nei confronti delle aree rurali: tutto si concentra nelle città e quindi è normale che la popolazione si diriga dove c’è una qualche possibilità di avere un posto di lavoro. Normalmente, il 60-70 per cento dei posti di lavoro di un Paese si concentrano in due-tre grandi città, perché non c’è – tra l’altro – una gerarchia urbana con piccoli centri, medi centri e grandi centri. Tendenzialmente, ci sono dei villaggi e poi c’è la grande città. La città è il luogo delle opportunità, ma queste opportunità bisogna cercarle passando prima attraverso una baracca di fango in affitto, dentro ad una baraccopoli …

    inizio pagina

    Nella Chiesa e nel mondo



    Siria, continuano scontri, nella notte bombe su Damasco e Aleppo

    ◊   Non si placa il conflitto in Siria: nella notte le forze governative hanno bombardato le postazioni dei ribelli nella città di Aleppo e alla periferia di Damasco. Secondo l’opposizione, inoltre, i combattimenti sono ripresi a sud e ad est della capitale, oltre che nella città stessa. E, sempre secondo l’opposizione, un’autobomba è esplosa questa mattina nella capitale, in un parco del quartiere Al Fahama, provocando “diversi feriti”. Intanto, sul piano diplomatico, il ministro degli Esteri russo Lavrov ha comunicato alla stampa che oggi a Ginevra è in programma un incontro tra diplomatici di Mosca e Washington e l'inviato delle Nazioni Unite per la crisi siriana Lakhdar Brahimi. I colloqui, ha specificato però Lavrov, non riguardano il futuro del presidente Assad. Sale infine a quattro morti e una quarantina di feriti il bilancio degli scontri nella città libanese di Tripoli, dove sabato si sono affrontati gruppi di sunniti, oppositori del regime di Damasco, e componenti del gruppo alawita, lo stesso a cui appartiene il presidente siriano Assad. (D.M.)

    inizio pagina

    Somalia, gli shabaab perdono il controllo della cità di Jowhar

    ◊   Nuova pesante sconfitta militare per i fondamentalisti di Al-Shabaab in Somalia: i miliziani integralisti hanno perso il controllo della città di Jowhar, uno dei loro ultimi bastioni, 90 chilometri a nord di Mogadiscio. Ad entrare in città, ha dichiarato un portavoce militare, sono state truppe dell’Esercito nazionale somalo da poco ricostituito e soldati della missione internazionale dell’Unione Africana nel Paese. Dopo alcuni brevi combattimenti, ha spiegato il portavoce “gli shabab sono fuggiti in massa”. Il movimento integralista, da parte sua, ha confermato la ritirata, atribuendola a “ragioni strategiche” e assicurando che i miliziani resteranno “nelle vicinanze” di Jowhar. La perdita della città è però solo l’ultima di una serie di sconfitte militari subite in tutto il Paese dai fondamentalisti, dopo che, nell’agosto dello scorso anno, avevano dovuto abbandonare le loro posizioni nella stessa capitale Mogadiscio. (D.M.)

    inizio pagina

    Cina, altri due tibetani si immolano per invocare libertà al loro Paese

    ◊   Due tibetani si sono dati fuoco in Cina per chiedere la libertà del loro Paese e il ritorno del leader spirituale oggi in esilio, il Dalai Lama: il primo degli uomini, Kunchok Pelgye, 24 anni, si è tolto la vita sabato, in un monastero nella provincia centrale di Sichuan, dove già in passato erano avvenuti episodi simili. L’altro, Perma Dorjee, 23 anni, si è ucciso nella zona settentrionale di Gansu. Le immolazioni di tibetani in Cina salgono dunque a 32 in un mese, mentre dall’inizio dell’anno se ne contano 80. Sabato i tibetani celebravano la ricorrenza della morte di un importante religioso buddista del XIV secolo. Intanto, oggi l’agenzia ufficiale cinese Xinuha ha reso noto che le autorità cinesi hanno arrestato un terzo monaco tibetano e suo nipote, con l’accusa di aver incitato otto persone a darsi fuoco a partire dal 2009. (D.M.)

    inizio pagina

    "I magi e la loro stella" in un libro delle edizioni San Paolo

    ◊   Antonio Panaino, studioso di filologia classica e iraniana è l’autore di “I magi e la loro stella” un libro pubblicato dalle edizioni San Paolo che espone, come recita il sottotitolo, “storia scienza e teologia di un racconto evangelico”. Il libro traccia un percorso attraverso l’ambiente religioso e politico in cui ha avuto origine la figura dei magi e spiega i motivi simbolici e teologici che li hanno portati al centro dell’attenzione tanto in Oriente quanto in Occidente. “Da anni – spiega l’autore – inseguo il cammino dei magi e i temi connessi a questi figure che, ricorda ancora Panaino, “hanno ispirato narratori e artisti di secoli e Paesi diversi”. (D.M.)

    Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LVI no. 344

    inizio pagina
    E' possibile ricevere gratuitamente, via posta elettronica, l'edizione quotidiana del Bollettino del Radiogiornale. La richiesta può essere effettuata sul sito http://it.radiovaticana.va

    Segreteria di redazione: Gloria Fontana, Mara Gentili, Anna Poce e Beatrice Filibeck, con la collaborazione di Barbara Innocenti e Chiara Pileri.