Logo 50Radiogiornale Radio Vaticana
Redazione +390669883674 | +390669883998 | e-mail: sicsegre@vatiradio.va

Sommario del 28/10/2011

Il Papa e la Santa Sede

  • Il Papa ai leader religiosi il giorno dopo Assisi: il cammino dello spirito è sempre un cammino di pace
  • "Mai più violenza, mai più guerra, mai più terrorismo, ogni religione porti pace e giustizia": così il Papa ad Assisi
  • Julia Kristeva: l’incontro di Assisi, evento storico; costruire ponti tra credenti e non credenti
  • Incontro di Assisi: le riflessioni di Marco Impagliazzo e padre Giuseppe Piemontese
  • Altre udienze
  • Oggi su "L'Osservatore Romano"
  • Oggi in Primo Piano

  • Riesplode la violenza in Tunisia dopo la cancellazione delle liste vicine all'ex presidente Ben Ali
  • Berlino: il governo italiano segua gli appelli di Napolitano attuando con risolutezza le misure annunciate
  • Il presidente dello Ior, Gotti Tedeschi: ridare senso all’agire economico per uscire dalla crisi
  • Il vescovo della Spezia tra gli alluvionati: c'è tanta sofferenza ma anche grande coraggio
  • "The Lady" di Luc Besson, biografia di Aung San Suu Kyi, inaugura il Festival del Film di Roma
  • Chiesa e Società

  • Indonesia: incontri tra cristiani e musulmani per vivere lo "spirito di Assisi"
  • Lo "spirito di Assisi" in Francia: i leader religiosi in dialogo per la pace
  • Emergenza denutrizione in Guatemala
  • Myanmar: al vaglio una legge per "legalizzare" le proteste di piazza
  • Sud Sudan: pronte politiche per lo sviluppo contro inflazione e crisi alimentare
  • Vietnam: conferenza pubblica su materialismo e bene comune
  • Incontro all’Università Europea di Roma sul Beato Giovanni Paolo II
  • Polonia: sostegno alle missioni dai lettori del settimanale cattolico “Niedziela”
  • Fiuggi Family Festival: “Il Bello della famiglia” è il tema per il 2012
  • Austria: genitori cattolici contro il consumo di alcol nelle gite scolastiche
  • Inaugurato a Roma il progetto “Per un web sicuro”
  • 24 Ore nel Mondo

  • Nuovo venerdì di protesta in Siria: almeno 16 morti
  • Il Papa e la Santa Sede



    Il Papa ai leader religiosi il giorno dopo Assisi: il cammino dello spirito è sempre un cammino di pace

    ◊   Ventiquattr’ore dopo il grande raduno di Assisi, i circa 300 rappresentanti di tutte le religioni sono tornati a riunirsi insieme questa mattina in Vaticano. Benedetto XVI li ha accolti in udienza per ringraziarli dei momenti condivisi durante la “Giornata di riflessione, dialogo e preghiera per la giustizia e la pace nel mondo”, celebrata ieri nella città francescana. La mattinata si è poi conclusa con un pranzo in Vaticano, offerto alle delegazioni dal cardinale segretario di Stato, Tarcisio Bertone. Il servizio di Alessandro De Carolis:

    Un uomo lungimirante con una proposta e un gruppo di interlocutori attenti a coglierla e ad accoglierla. Così è potuto accadere che Assisi diventasse la casa comune di chi è convinto che fede faccia rima con pace e valori e non con odio e pregiudizi. Un uomo come Giovanni Paolo II e interlocutori come coloro che, 25 anni fa, avevano a cuore, al pari di Papa Wojtyla, le sorti di un mondo irrequieto. Il giorno dopo il grande raduno, è la Sala Clementina del Palazzo Apostolico a contenere le impressioni e i sentimenti ancora “caldi” di chi è stato da poco protagonista con il Papa di un importante momento di dialogo. Benedetto XVI ha avuto parole di gratitudine per tutti: per la “presenza fraterna” dei fratelli e sorelle cristiani e per i rappresentanti del popolo ebraico, a noi – ha detto – “particolarmente vicini”, come pure per tutti gli “illustri rappresentanti delle religioni del mondo” e per coloro, ha aggiunto, che non "seguono alcuna tradizione religiosa ma sono impegnati nella ricerca della verità" e hanno voluto "condividere questo pellegrinaggio" come segno della loro volontà di collaborare alla costruzione "di un mondo migliore":

    “Looking back, we can appreciate the foresight…
    Guardando indietro, possiamo apprezzare la lungimiranza del compianto Papa Giovanni Paolo II nell’aver convocato il primo incontro di Assisi, e il bisogno di uomini e donne di diverse religioni di testimoniare insieme che il cammino dello spirito è sempre un cammino di pace”.

    Incontri di questo tipo, ha osservato il Papa, sono per forza di cose “eccezionali e poco frequenti”, ma sono pure “una vivida espressione del fatto che ogni giorno, in tutto il nostro mondo, persone di differenti tradizioni religiose vivono e lavorano insieme in armonia”. Ed è “certamente significativo per la causa della pace”, ha aggiunto, che tanti uomini e donne, ispirati dalle loro più profonde convinzioni, siano impegnati a lavorare per il bene della famiglia umana”. Benedetto XVI si è detto “sicuro” che l’incontro di ieri ad Assisi abbia mostrato un “genuino” e comune desiderio “di contribuire al bene di tutti gli esseri umani” e di quanto questo debba essere condiviso con gli altri:

    “In a certain sense, this gathering…
    In un certo senso, questo incontro è rappresentativo dei miliardi di uomini e donne in tutto il mondo che sono attivamente impegnati nella promozione della giustizia e della pace. È anche un segno dell’amicizia e della fraternità che è fiorita come frutto degli sforzi di così tanti pionieri in questo tipo di dialogo. Possa questa amicizia continuare a crescere tra tutti i seguaci delle religioni del mondo e con gli uomini e le donne di buona volontà”.

    inizio pagina

    "Mai più violenza, mai più guerra, mai più terrorismo, ogni religione porti pace e giustizia": così il Papa ad Assisi

    ◊   La Giornata di Assisi si era conclusa ieri pomeriggio con il rinnovo dell'impegno di pace da parte di tutti i rappresentanti delle religioni. Da Assisi, la nostra inviata Francesca Sabatinelli:

    “Il Signore ti dia pace”: con le parole di San Francesco il Papa si è congedato ieri sera da Assisi e dai partecipanti alla giornata di preghiera. Benedetto XVI ha spiegato il senso del pellegrinaggio: è l’immagine, ha detto, “di come la dimensione spirituale sia l’elemento chiave nella costruzione della pace”. “Dopo aver rinnovato il nostro impegno per la pace ed esserci scambiati il segno di pace, ci sentiamo ancor più coinvolti, ha detto il Papa, insieme a tutti gli uomini e le donne delle comunità che rappresentiamo nel nostro comune pellegrinaggio umano”:

    “We are not being separated; we will continue to meet …
    “Non ci stiamo separando, continueremo ad incontrarci, continueremo ad essere uniti in questo viaggio, in dialogo, nella quotidiana costruzione della pace e nel nostro impegno per un mondo migliore” .

    Nel primo pomeriggio silenzio e preghiera personale avevano impegnato i partecipanti, poi l’incontro conclusivo, quando i capi delegazione hanno ricevuto una lampada accesa e hanno solennemente rinnovato il comune impegno per la pace. Prima di ripartire alla volta di Roma, il Papa e i capi-delegazione sono scesi nella Cripta per una visita in silenzio alla Tomba di San Francesco. A tutti i partecipanti e alla moltitudine di giovani presenti nella piazza inferiore di San Francesco, Benedetto XVI ha ripetuto il triplice “mai più”, pronunciato da Giovanni Paolo II nel 2002 sempre qui ad Assisi, dopo l’11 settembre e la guerra in Afghanistan:

    “Mai più violenza! mai più guerra! mai più terrorismo! In nome di Dio, ogni religione porti sulla terra Giustizia e Pace, Perdono e Vita, Amore”.

    Ancora una volta dunque è lo Spirito di Assisi, acceso 25 anni fa da Giovanni Paolo II, che deve contrapporsi alla violenza.

    inizio pagina

    Julia Kristeva: l’incontro di Assisi, evento storico; costruire ponti tra credenti e non credenti

    ◊   Una delle principali novità di questo incontro di Assisi è stato l’invito a partecipare, per la prima volta, rivolto a non credenti. Tra questi la nota psicanalista e filosofa francese di origine bulgara Julia Kristeva, che si è detta affascinata dal discorso di Benedetto XVI. Fabio Colagrande l’ha intervistata:

    R. – C’est une invitation qui fait un événement; …
    E’ un invito che, secondo me, rappresenta un evento, un grande momento della storia della Chiesa e delle culture europee. Io penso che tutti si rendano conto che nella crisi finanziaria, economica e morale bisogna inviare un messaggio forte, un messaggio forte sulle promesse delle culture europee. Noi siamo forse in difficoltà economiche; ci vorrà tempo per trovare soluzioni finanziarie. Tuttavia, c’è una cultura europea che è eterogenea, che ha vissuto guerre a volte sanguinose, ma che può ritrovare – come dire – ponti tra le varie percezioni e le varie comunità. Ed è questo che Benedetto XVI ha fatto di recente a Berlino quando è andato a ricercare le fonti dell’umanesimo cristiano nel diritto greco-latino della persona e quando ha molto insistito sulla Dichiarazione dei diritti umani. Io ritengo che sia in questa ottica che si colloca l’invito rivolto ad alcuni umanisti a partecipare a questo incontro. Dobbiamo porre fine alle guerre tra credenti e non credenti e, pur mantenendo le nostre differenze, bisogna cercare di costruire ponti. Non è solo ora che si dice che esiste una diversità culturale, non possiamo dire che non ci siano differenze tra credenti e non credenti. La diversità va coltivata, ma come? Nel dialogo, nell’inculturazione reciproca. (gf)

    inizio pagina

    Incontro di Assisi: le riflessioni di Marco Impagliazzo e padre Giuseppe Piemontese

    ◊   Per un bilancio della Giornata di riflessione e di preghiera per la pace nella città di San Francesco, Fabio Colagrande ha sentito Marco Impagliazzo, presidente della Comunità di Sant’Egidio, che in questi 25 anni ha continuato a promuovere nel mondo lo spirito di Assisi:

    R. – Per noi di Sant’Egidio è stata una grande emozione, l’emozione di rivedere la preghiera di 25 anni fa in un nuovo mondo, in un nuovo contesto internazionale ed anche con un interlocutore in più: il mondo degli umanisti, dei non credenti. Quindi, la grande emozione di rivedere le religioni e gli umanisti insieme a cercare la pace per questo mondo.

    D. – In questo nuovo contesto storico, che importanza ha avuto questa Giornata di Assisi?

    R. – Ha avuto un’importanza fondamentale. Perché? Per il fatto che, come diceva ieri il Santo Padre, questo mondo sta perdendo il suo orientamento, i valori spirituali di fondo – penso particolarmente al mondo occidentale, all’Europa – e l’incontro di ieri vuole aiutare a dare uno spirito nuovo ad un mondo che è destinato a vivere insieme, perché nella globalizzazione ci siamo mischiati – popoli, culture, religioni ed etnie – e non sappiamo sempre vivere insieme, anzi la globalizzazione spesso ha portato dei fenomeni di rigetto di altri popoli, di altre culture, di altre religioni all’interno della stessa società. Quindi, l’incontro di ieri ha aperto una strada nuova, fondamentalmente spirituale, di riconoscimento dell’altro nel profondo, nel suo volto, nel suo cuore, nella sua storia per costruire una nuova società del vivere insieme.

    D. – Ha colpito molti il “mea culpa” di Benedetto XVI, che ha riconosciuto che, in nome della fede cristiana, sono state commesse delle violenze. Ha detto: “Lo ammettiamo, pieni di vergogna”...

    R. – Sì, io ho risentito i toni e gli accenti di quel “mea culpa” così commovente del grande Giubileo del 2000 di Giovanni Paolo II. Se non si parte da una purificazione interiore, personale, se non si parte da se stessi – e qui il Papa è stato un maestro ieri di questo per tutti noi – è difficile dire agli altri come cambiare il mondo. E allora la purificazione di cui il Papa ha parlato, a partire dalla vita della Chiesa, della storia della Chiesa cattolica, è fondamentale, perché possiamo essere esemplari anche per gli altri. Ogni nostro cambiamento personale, della nostra Chiesa, avrà un’influenza sul mondo intero.

    D. – Per molti la vera novità di Assisi 2011 è stata la presenza dei non credenti. Ma Benedetto XVI ha parlato anche della negazione di Dio, come una delle cause della violenza...

    R. – Il grande richiamo che viene da Assisi è che se proprio non si riparte da Dio l’uomo è disorientato e nel disorientamento nascono anche tanti fenomeni di contrapposizione, di violenze. Io penso al grande tema della violenza diffusa che sta attanagliando tante società in America Latina e anche in Africa. Di fronte a tutto questo ci vuole un soprassalto di spiritualità, ma assieme a tanti uomini e donne di buona volontà che vogliono unirsi per quest’opera di pace. (ap)

    Infine, per una riflessione su questo evento, ascoltiamo padre Giuseppe Piemontese, custode del Sacro Convento di Assisi, al microfono di Luca Collodi:

    R. – Abbiamo visto il Santo Padre giungere in Assisi con i capi delle grandi religioni mondiali, farsi pellegrino; pellegrino della verità e pellegrino della pace. Il richiamo a una disponibilità maggiore al dialogo, a costruire la pace e la giusta convivenza tra i popoli è uno degli aspetti fondamentali di questa giornata. Ma insieme, viene sottolineato il cammino verso la verità. E’ una novità rispetto al 1986: tutti gli uomini di buona volontà sono chiamati a guardarsi dentro, a guardare in alto, a guardarsi intorno, per cercare le ragioni della verità, per avvicinarsi il più possibile alla verità. E’ la verità di chi siamo, da dove veniamo e dove andiamo. Ecco, l’invito di Benedetto XVI a questa riflessione porterà certamente e di conseguenza ad una dimensione di pace più grande, perché la verità è nello stesso tempo bene e bellezza, convivenza pacifica e gioia. E San Francesco sembra quasi dirci che, unendo insieme la ricerca della verità e la ricerca della pace si raggiunge la perfetta letizia.

    D. – Padre Piemontese, perché oggi realizzare la pace è così difficile, soprattutto nei rapporti tra Stati e tra popoli?

    R. – Nella storia dell’umanità abbiamo assistito sempre a rapporti di frizione, di competizione e di conseguenza anche di guerra per la supremazia. Oggi siamo diventati tutti un po’ più egoisti e individualisti a livello personale, ma anche a livello di gruppo, di Paesi, di Stati e di Nazioni. Ognuno vuole raggiungere una supremazia che sì, forse compete anche, ma non può essere vissuta a scapito e a prezzo di altre persone, di altre nazioni. Io credo che se ritornassimo ad una considerazione della fraternità del genere umano, del rispetto di coloro che ci sono accanto, che anche loro hanno diritto ad una fetta di serenità, di buon vivere, credo che si potrebbe arrivare ad attenuare tensioni e conflitti tra le nazioni, tra i popoli e tra le persone. (gf)

    inizio pagina

    Altre udienze

    ◊   Benedetto XVI ha ricevuto questa mattina il cardinale Nicolás de Jesús López Rodríguez, arcivescovo di Santo Domingo (Repubblica Dominicana). Nel pomeriggio riceve il cardinale William Joseph Levada, prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede.

    inizio pagina

    Oggi su "L'Osservatore Romano"

    ◊   Insieme verso la verità: in prima pagina, un editoriale del direttore a conclusione dell’incontro di Assisi.

    La comune meraviglia di fronte al mistero: nell’informazione religiosa, Massimo Camisasca, superiore generale della Fraternità sacerdotale dei missionari di San Carlo Borromeo, sull’incontro, in Giappone, tra cristiani e buddhisti del monte Koya.

    Nell’informazione internazionale, un articolo di Luca M. Possati dal titolo “Quale Europa uscirà dalla crisi”.

    Quella corsa disperata tra i ghiacci: in cultura, Maria Maggi ricorda la conquista del Polo sud, avvenuta un secolo fa.

    L’eredità di Caterina da Siena: Alessandra Bartolomei Romagnoli su un convegno per il centocinquantenario della canonizzazione.

    Scolastico ritratto di signora: Gaetano Vallini recensisce “The Lady” di Luc Besson (su Aung San Suu Kyi), che ha aperto il Festival internazionale del film di Roma.

    inizio pagina

    Oggi in Primo Piano



    Riesplode la violenza in Tunisia dopo la cancellazione delle liste vicine all'ex presidente Ben Ali

    ◊   Nelle ultime ore la violenza è tornata per le strade della Tunisia, in particolare a Sidi Bouzid, dov'è stato incendiato il tribunale e il governo ha imposto il coprifuoco notturno. Ad innescare le tensioni, dopo il voto di domenica scorsa che ha visto l’affermazione del partito islamico Ennahdha, la decisione della commissione elettorale di Tunisi di cancellare le liste proposte da Pétition Populaire, il partito del miliardario Hachmi Hamdi, accusato di aver presentato candidati un tempo inquadrati nello schieramento dell’ex presidente Ben Ali. L’Unione Europea rivolge un appello “alla calma ed alla moderazione”, si legge in una nota congiunta dell’Alto rappresentante per la politica estera e di sicurezza Ue, Catherine Ashton, e del commissario all’Allargamento, Stefan Fuele, che si sono pure “congratulati” con il partito Ennhahda per la vittoria con il 41,47% dei suffragi. Sentiamo il collega Cristiano Tinazzi, raggiunto telefonicamente a Tunisi da Giada Aquilino:

    R. – La commissione elettorale, quando si è riunita ieri, ha subito detto che alcune liste erano state cancellate perché c’erano evidenti irregolarità riguardo a candidati che erano stati inseriti all’interno di queste liste e che erano probabilmente legati all’ex regime. Già nel pomeriggio c’era stata una manifestazione a Sidi Bouzid da parte del movimento Pétition populaire, con connotazione - si dice - anti Ennhahda. Alla sera, quando è stata data questa notizia, dentro il palazzo dei congressi di Tunisi tutti si sono alzati in piedi cantando l’inno nazionale, però evidentemente a Sidi Bouzid e a Kasserine questa cosa è stata recepita in maniera opposta, perché ci sono stati scontri, sono state assaltate le sedi di partito, soprattutto contro Ennhahda e il partito di Marzouki, il Congresso per la Repubblica; la polizia è intervenuta e ci sono stati scontri molto duri. E’ evidente che c’è qualcosa che non è chiaro. Si parla di compravendite di voti o di situazioni particolari in quella regione. Io sono stato a Sidi Bouzid la settimana prima del voto e molta gente aveva detto che non avrebbe votato perché non era cambiato niente, non c’era lavoro e la polizia si comportava nello stesso modo, pestando le persone e facendo finta di nulla davanti alle ingiustizie. Qualcosa è successo in quella zona, ma la situazione è ancora da chiarire.

    D. – Proprio a Sidi Bouzid, Ennhahda – pure vittoriosa alle consultazioni - ha conosciuto una dura sconfitta. E’ un caso che poi ci siano state queste nuove rivolte?

    R. – Ennhahda ha vinto dappertutto tranne che in quella zona. E’ strano perché quella è un’area con forti sacche di povertà, dove si pensava che i partiti di sinistra avrebbero fatto un pieno di voti, però Ennhahda in quella zona non ha sfondato: lì ci sono forti legami con Hachmi Hamdi, un miliardario che è nato a Sidi Bouzid; ed è venuto naturale a molti pensare che il suo movimento avesse comprato i voti nella zona e che anche queste manifestazioni fossero “pilotate”. Però forse è prematuro dire che c’è un legame diretto tra compravendita di voti e violenza nelle strade; probabilmente c’è un legame, ma c’è anche qualcosa di più profondo.

    D. – In qualche modo, questi scontri possono preannunciare altre tensioni in futuro?

    R. – La parte più intellettuale, più progressista e anche più filo occidentale aveva timore di Ennhahda e aveva avuto paura del partito islamista. In realtà, credo che se Ennhahda si comporterà come ha preconizzato - quindi portando avanti una linea di intangibilità dei diritti delle donne, dei diritti dei tunisini in generale, e se porterà avanti questo discorso di governo di “ coalizione”, più che altro di unità nazionale, coinvolgendo i partiti che sono arrivati dopo il movimento islamista - non dovrebbero esserci conflitti forti. Invece, in queste zone dove c’è molto disagio, dove c’è povertà, dove c’è disoccupazione, si potrebbero verificare ancora scontri e forti manifestazioni. (bf)

    inizio pagina

    Berlino: il governo italiano segua gli appelli di Napolitano attuando con risolutezza le misure annunciate

    ◊   Borse altalenanti stamani dopo l’euforia di ieri grazie all’accordo europeo per far fronte alla crisi del debito sovrano. Oggi il portavoce dell'esecutivo tedesco ha citato il presidente Napolitano invitando il governo italiano ad attuare "con risolutezza" le misure anti-crisi annunciate. Nel Vecchio continente resta teso il dibattito tra i partner dell’eurozona sulle riforme proposte dal governo a Bruxelles. Al centro del piano europeo c’è il fondo salva-Stati, il cui valore è stato portato a mille miliardi di euro. Ma si tratta di soluzioni realmente efficaci contro il rischio di bancarotta? Giancarlo La Vella ne ha parlato con Carlo Altomonte, docente di Economia dell’Integrazione europea all’Università Bocconi di Milano:

    R. – Le soluzioni che sono state messe in campo sono in realtà un palliativo rispetto alla soluzione ideale che sarebbe quella di coinvolgere direttamente la Banca centrale europea nel sostegno sui mercati secondari dei titoli del debito pubblico. Tuttavia la Germania si oppone fermamente a questa soluzione e quindi bisogna trovare modalità alternative e una di queste modalità alternative è quella di creare un fondo che poi possa usare le risorse per garantire una parte del debito che viene emesso dagli Stati e quindi diminuirne la rischiosità.

    D. – Un fondo salva-Stati che è andato gradualmente crescendo: ci sono realmente questi soldi?

    R. – No, evidentemente no, nel senso che è un po’ come il discorso delle banche. Abbiamo un capitale bancario che è quello che rappresenta la garanzia per i creditori e poi le banche lavorano col cosiddetto effetto “leva”: cioè, sostanzialmente, se io devo garantire il 20 per cento di una cosa, poi posso in qualche modo impegnarmi sul totale del debito ma in realtà dovrò mettere i soldi per l’eventualità di un default del 20 per cento in realtà perché tutto il resto verrebbe finanziato dal mercato.

    D. - Secondo lei la difficile situazione economica attuale sta evidenziando una sorta di crisi di idee negli operatori economici, nel senso che non si va oltre misure nel breve termine e non si pensa a misure per un rilancio alla lunga della crescita?

    R. – Evidentemente questa è una parte del percorso di uscita dalla crisi, quella che riguarda la stabilità: tappare le falle della barca e quindi evitare di affondare. Dopodiché dobbiamo anche iniziare a mettere mano al timone e iniziare a navigare. Da questo punto di vista il rilancio di misure per la crescita è evidentemente fondamentale.

    D. – Avrebbe senso, secondo lei, andare a guardare altrove, per esempio, l’Argentina che dopo la crisi dei bond era in una situazione difficilissima e ora la sua economia è tornata più che florida…

    R. – Il primo anno dopo il default, il pil argentino è caduto del 30 per cento. L’Argentina si è tirata fuori dai suoi guai perché mentre ha fatto il default, contemporaneamente il prezzo della sua principale esportazione, i germogli di soia, è quadruplicato e il suo principale mercato di destinazione, il Brasile, ha iniziato a crescere del 10 per cento. Se lei mi dice che il prezzo dei beni che l’Italia esporta quadruplica e che la Germania cresce del 10 per cento, allora io le dico che possiamo fare il default; se lei non mi dà questa ipotesi allora il default italiano costerebbe tantissimo… A parte che il default italiano manderebbe a carte all’aria tutto il resto del mondo perché salterebbero le banche francesi, poi quelle tedesche, poi quelle americane e poi la Cina. (bf)

    inizio pagina

    Il presidente dello Ior, Gotti Tedeschi: ridare senso all’agire economico per uscire dalla crisi

    ◊   La finanza è uno strumento al servizio dell’uomo, che non può mai avere un’autonomia morale. E’ quanto affermato dal presidente dello Ior, Ettore Gotti Tedeschi, intervenuto - ieri - al Seminario “Persona, governance, mercato”, presso la Pontificia Università Lateranense. Intervistato da Alessandro Gisotti, il prof. Gotti Tedeschi si sofferma sul contributo che la Dottrina sociale della Chiesa può offrire in questo periodo contrassegnato da una profonda crisi economica:

    R. - Nella seconda metà dell’Ottocento la Chiesa veniva attaccata, perché - secondo i detrattori - "non si occupava di giustizia sociale", e la Dottrina sociale della Chiesa propose quella che Luigi Einaudi definì la “terza via”, quindi tra capitalismo e socialismo. Luigi Einaudi disse: “La Dottrina sociale della Chiesa potrebbe essere la vera grande soluzione, che coniuga le esigenze di libertà di mercato e quelle di sussidiarietà". Perché non è mai stata applicata come noi vorremmo la Dottrina sociale della Chiesa? Perché è evidente che non basta il senso di responsabilità: alle cose bisogna credere e per credere alle cose e quindi a quella che è l’etica del convincimento, bisogna saper ascoltare e voler ascoltare il magistero della Chiesa. Se noi non accettiamo il magistero e l’insegnamento del Papa, noi non possiamo applicare la Dottrina sociale della Chiesa, perché questa si fonda su delle leggi naturali che noi riconosciamo essere oggetto della creazione di un Creatore. Il tutto circola intorno al problema antropologico e noi diamo senso alle nostre azioni perché crediamo che la vita abbia un senso; se la vita non ha senso, perché le mie azioni dovrebbero avere senso? Quindi perché l’economista o il banchiere dovrebbero dar senso alle loro azioni se la vita non ha senso? Intorno a questo gira tutto quello che è il modello culturale della nostra cosiddetta cultura occidentale.

    D. - Dunque questo magistero della Chiesa, che è un magistero della persona, si può applicare anche al settore finanziario?

    R. - Non "si può", "si deve"! Come si potrebbe prescindere da quella che è la volontà di un Creatore di dare ordine alle cose che ha creato? Certo noi possiamo prescinderne e ragionare come se Dio non esistesse, però abbiamo visto dove va a finire il mondo e l’uomo, quando pensa e ragiona come se Dio non esistesse…

    D. - C’è, secondo lei, questa consapevolezza crescente anche nei cosiddetti operatori, responsabili dell’economia e della finanza?

    R. - Io non lo quanto ci sia. Io vedo soltanto che Papa Benedetto XVI non fa altro che cercare di svegliare, sollecitare, illuminare le nostre menti esattamente riguardo a questi fatti. (mg)

    inizio pagina

    Il vescovo della Spezia tra gli alluvionati: c'è tanta sofferenza ma anche grande coraggio

    ◊   In Italia è salito a 7 il numero delle vittime provocate dall’alluvione che martedì scorso ha colpito Toscana e Liguria. Il Consiglio dei ministri ha dichiarato lo stato di emergenza e stanziato 65 milioni di euro per i primi interventi. Prosegue, intanto, la ricerca dei dispersi. In molte zone delle Cinque Terre mancano acqua, gas, luce e il comune più colpito è quello di Monterosso, dove si è recato in visita il vescovo di La Spezia – Sarzana – Brugnato, mons. Francesco Moraglia. Ascoltiamo il presule intervistato da Amedeo Lomonaco:

    R. - Sono andato a Monterosso e nella parte centrale non si riconosce il Paese… L’idea che si ha è quella di un terremoto. C’è una grande sofferenza ma c’è anche un grande coraggio. Ed emerge - direi - il meglio dell’uomo in queste circostanze: in questa situazione ci sono persone che si aiutano reciprocamente e che vogliono farcela insieme; persone che malgrado abbiano perso tutto incoraggiano altre persone che, magari psicologicamente più fragili, sono nella loro stessa situazione…

    D. - Eccellenza, sta incontrando le comunità colpite da questa gravissima emergenza. Ha incontrato anche sacerdoti e parroci, che condividono questi momenti drammatici con la popolazione…

    R. - Ho chiesto ai parroci di essere soprattutto in mezzo alla loro gente e ho chiesto ai seminaristi di essere presenti, perché sono dislocati nelle zone più colpite della diocesi. Spero che oltre ad aiutare, imparino a loro volta.

    D. - La macchina dei soccorsi si è subito messa in moto. Sono previste anche iniziative di solidarietà da parte della Chiesa e della Caritas...

    R. - Nelle prossime due domeniche, la diocesi devolverà le raccolte nelle parrocchie alle comunità e alla gente in disagio. Il cardinale Bagnasco mi ha detto che tutte le diocesi liguri destineranno la raccolta di domenica 6 novembre proprio alle necessità più urgenti. La Caritas, poi, provvede con i suoi mezzi e le sue strutture ad andare incontro alla popolazione, soprattutto nei luoghi dove ci sono gli anziani e persone non autosufficienti. Si rendono presenti, con le loro strutture, in tempi brevi di intervento. (mg)

    Il vescovo di Savona-Noli, mons. Vittorio Lupi, incaricato regionale per la pastorale della carità, ha contattato tutti i presuli della Liguria per concordare azioni a sostegno delle comunità colpite. Anche la diocesi di Massa Carrara-Pontremoli si è attivata. La Caritas italiana, esprimendo vicinanza nella preghiera, si è resa disponibile ad intervenire per sostenere le azioni delle Chiese locali e ha aperto una colletta. Per maggiori informazioni si può consultare il sito: www.caritasitaliana.it

    inizio pagina

    "The Lady" di Luc Besson, biografia di Aung San Suu Kyi, inaugura il Festival del Film di Roma

    ◊   Si è inaugurato ieri sera con il film "The Lady" del regista francese Luc Besson il Festival Internazionale del Film di Roma giunto alla sesta edizione: una biografia del Premio Nobel per la Pace Aung San Suu Kyi, eroina vivente che nel Myanmar di oggi, l'antica Birmania, donna dolce e coraggiosa che combatte pacificamente a fianco del suo popolo per il ritorno della democrazia e della pace nel suo Paese. Il servizio di Luca Pellegrini:

    Stella della Birmania, orchidea d'acciaio: la chiamano così per la luminosità della fede nella pace e nella democrazia, per la strenua forza che la rende capace di resistere e affrontare un regime militare. Questa è Aung San Suu Kyi, l'eroina vivente del popolo birmano, premio Nobel per la Pace nel 1991, ancora lì, a calpestare la sua terra violata e violentata, in mezzo al suo popolo per condurlo con passi leggeri e non violenti, con un sorriso e assoluta determinatezza, alle soglie di una nuova convivenza. Luc Besson se ne è innamorato da subito, del personaggio, forse troppo, pur nella difficoltà di non averlo mai potuto incontrare direttamente: donna, madre, fiera lottatrice e tenera idealista, il film - con un prologo breve ambientato nel 1947 quando il padre, acclamato eroe dell'indipendenza, viene assassinato - la segue a partire dal suo ritorno a Rangoon nel 1988 per essere al capezzale della madre, diventando da subito attivista per i diritti umani, alfiere della democrazia, confinata poi agli arresti domiciliari, isolata dal mondo e solo da un anno parzialmente libera. Nuoce al film, che pure ha il lodevole merito di raccontare una storia vera e necessaria, mantenendone alto il profilo morale e, all'opposto, immorale dei suoi protagonisti, la tendenza ad infilarsi troppo nelle vicende familiari, decisamente lacrimevoli, sfilandosi dai lati più crudi degli avvenimenti, come abbozzati in una storia rosa, più che raccontati con il piglio della denuncia. L'attrice cinese Michelle Yeoh, assai brava, è la fragile Suu Kyi, e ci commuove e ci rinfranca che sia il coraggio di una donna disarmata e debole e sola, violentata e umiliata negli affetti, a far fronte a un regime militare. Accompagna l'uscita del film una sua frase: "Usate la vostra libertà per promuovere la nostra". Le responsabilità del nostro mondo le sono ben presenti. Ma a noi, lo sono?

    inizio pagina

    Chiesa e Società



    Indonesia: incontri tra cristiani e musulmani per vivere lo "spirito di Assisi"

    ◊   In diverse zone dell’Indonesia si terranno incontri interreligiosi fra cristiani e musulmani per celebrare lo “spirito di Assisi”. A Yoyakarata, nell’arcidiocesi di Semarang, i leader e le comunità cristiane locali stano organizzando, insieme con esponenti delle maggiori organizzazioni musulmane, un incontro sul modello di quello vissuto dal Papa ieri ad Assisi, per ribadire un messaggio di pace e di convivenza. All’incontro, voluto da mons. Johannes Maria Trilaksyanta Pujasumarta, arcivescovo di Semarang e segretario generale della Conferenza episcopale locale, parteciperanno anche leader buddisti e induisti. “In Indonesia – sottolinea il presule – il dialogo è determinante, è parte integrante della vita quotidiana”. “Il nostro programma è di promuovere un dialogo su tre livelli: con le religioni, con le culture e con la società”. Ne derivano, spiega l’arcivescovo di Semarang, "tre parole chiave: inculturazione, fraternità e sviluppo”. “Vi sono molte esperienze – osserva ancora il presule le cui parole sono state riprese dall’agenzia Fides – in cui questo triplo dialogo si realizza: ad esempio, nella solidarietà alla popolazione colpita dall’eruzione del vulcano Merapi; ma anche negli incontri come quelli ispirati allo Spirito di Assisi”. Nell’arcidiocesi di Medan, sull’isola di Sumatra, in un’area a larga maggioranza islamica dove sono presenti anche movimenti islamici favorevoli alla sharia, la commissione locale di Giustizia e Pace organizzerà un grande meeting interreligioso nel gennaio del 2012. In altre diocesi, come Larantuka, sull’isola di Flores, si sono tenuti incontri in contemporanea con l’incontro di Assisi, organizzati specialmente da movimenti cattolici come la Comunità di Sant’Egidio e il Movimento dei Focolari. (A.L.)

    inizio pagina

    Lo "spirito di Assisi" in Francia: i leader religiosi in dialogo per la pace

    ◊   Parigi come Assisi, unite da un anelito di pace a dalla promozione del dialogo interreligioso. Ieri, mentre Papa Benedetto XVI incontrava 300 responsabili religiosi del mondo intero, si svolgeva l’incontro degli esponenti delle grandi religioni in Francia (cattolici, protestanti, ortodossi, ebrei, musulmani, buddisti), membri tutti della Conferenza dei rappresentanti dei Culti francese. Nel suo intervento introduttivo, riferito dal Sir, il cardinale arcivescovo di Parigi, André Vingt-Trois, ha sottolineato il pericolo che corre la pace “se le religioni sono emarginate dallo spazio sociale”. “Le religioni esistono – ha detto l’arcivescovo – si rapportano le une con le altre e hanno qualcosa da dire a tutti. L’incontro di oggi è la parte visibile di un dialogo reale tra le religioni nel nostro Paese. Siamo fieri che questo dialogo sia vissuto anche dalle comunità locali”. Dopo il porporato, hanno preso la parola il pastore Claude Baty, presidente della Federazione protestante di Francia, e il Gran Rabbino Gilles Bernheim, che ha affermato: “Permettetemi di dire che il dialogo interreligioso è esso stesso un atto religioso. L’esperienza che noi facciamo nella nostra religione ci apre ad un mistero di cui non abbiamo proprietà esclusiva”. Articolato l’intervento di Anouar Kbibech, a nome dei musulmani di Francia, che ha ricordato lo storico incontro ad Assisi nel 1986 e le parole pronunciate da Giovanni Paolo II ai giovani di Casablanca nel 1985: “Questa apertura verso l’altro nel rispetto delle diversità è e deve essere alla base di ogni relazione umana”. Dopo l’esponente del buddismo francese, ha preso la parola Mario Giro della Comunità di San’Egidio, che insieme all’arcidiocesi parigina ha promosso l’evento. Assisi, ha osservato, "rappresenta un gesto assolutamente profetico che ha fatto delle religioni gli araldi della coscienza morale dell’umanità che aspira alla pace”. “Ma la guerra e la violenza – ha aggiunto Giro – non hanno ancora abbandonato la storia”. “Oggi qui a Parigi – ha concluso – una Francia plurale si è riunita attorno ai suoi responsabili religiosi per parlare con audacia al cuore dell’uomo di una via nuova e possibile per uscire dalla paura e vivere insieme”. (M.G.)

    inizio pagina

    Emergenza denutrizione in Guatemala

    ◊   Migliaia di famiglie del Guatemala sopravvivono con una dieta alimentare molto precaria a base di farine e cereali, non potendo economicamente permettersi cibi proteici come carne e latticini, indispensabili per la crescita e lo sviluppo. Questo fenomeno si ripete in tutto il Paese, in particolare nelle aree rurali. I medici – riferisce l’agenzia Fides – riscontrano spesso casi di denutrizione cronica che segna la salute delle persone. In Guatemala, vivono 14 milioni di persone e si registra il tasso più alto di denutrizione cronica infantile dell’America Latina, con il 49,3% dei bambini e delle bambine con meno di cinque anni, uno dei più alti del mondo. I dati riportati dal Programma delle Nazioni Unite per lo Sviluppo sono allarmanti. La denutrizione cronica riduce il coefficiente intellettuale e la mancanza di vitamina A compromette per il 40% il sistema inmunologico dei bambini con meno di cinque anni di età. Secondo gli esperti, la denutrizione cronica si manifesta durante i primi 1000 giorni di vita e provoca danni irreversibili. Tra il 2002 e il 2008, l’anemia tra i minori di 5 anni è salita dal 42 al 48%. Il sovrappeso e l’obesità sono aumentati dell’87% negli ultimi 43 anni. Sono urgenti immediati e adeguati in vari ambiti. La denutrizione, infatti, si elimina con la riduzione della povertà, il miglioramento dell’istruzione, della salute e l’accesso al lavoro delle donne. (A.L.)

    inizio pagina

    Myanmar: al vaglio una legge per "legalizzare" le proteste di piazza

    ◊   La legge che rende legali le "pacifiche dimostrazioni di piazza" è al vaglio della Camera alta del parlamento birmano. Se approvata – e ratificata dal Comitato di revisione – la norma avrebbe una portata storica per il Myanmar: dopo decenni di regime militare, autorizzerebbe le manifestazioni pubbliche di protesta. L'ultima volta in cui l'opposizione democratica e i monaci sono scesi per le strade, nel settembre 2007 contro il caro-benzina, l'esercito ha represso nel sangue la cosiddetta "Rivoluzione zafferano". A fine settembre, il ministro degli Interni, Ko Ko, ha promosso una proposta di legge chiamata "Manifestazioni e riunioni pacifiche", approvata il 3 ottobre dalla Camera bassa. Ora la norma è al vaglio del secondo ramo del parlamento nazionale birmano, ma deve vincere le resistenze di un gruppo di deputati. Dal fronte dell'opposizione parlamentare – ricorda AsiaNews – emergono richieste di ulteriori allentamenti alle restrizioni. Diversi osservatori ricordano che, nonostante le recenti aperture dell'esecutivo birmano, fra cui la liberazione di una parte dei prigionieri politici la scorsa settimana, restano critiche le condizioni di quanti sono tuttora in prigione (almeno 1700) per "reati di opinione". Fra questi, desta particolare preoccupazione la salute del monaco buddista, Ashin Gambira, uno dei leader della rivolta del 2007. (A.L.)

    inizio pagina

    Sud Sudan: pronte politiche per lo sviluppo contro inflazione e crisi alimentare

    ◊   Il governo del Sud Sudan sta per varare una serie di misure volte a scongiurare una crisi alimentare. In pochi mesi, i prezzi degli alimenti hanno subito un’impennata e l’inflazione è lievitata al 60%. Ad annunciare le misure è il ministro del Commercio, Garang Diing Akouong, che in una conferenza stampa da Juba ha parlato di calmieramento dei prezzi dei generi di base come zucchero, frutta e farina, nell’ambito di un più ampio progetto volto a promuovere l’agricoltura, l’industria e a diversificare l’economia, dipendente per il 98% dai proventi petroliferi. “In Sud Sudan non abbiamo mai prodotto abbastanza cibo per sfamarci – ha detto il ministro – e quello che stiamo importando dalla Comunità dell’Africa Orientale non è sufficiente ad alleviare un’insufficienza causata da diversi fattori: scarsa produzione, chiusura delle frontiere col Nord e alti costi di produzione e commercializzazione”. L’aumento dei prezzi nei mesi scorsi – ricorda l’agenzia Misna – è stato acuito dai rincari del carburante e dalla grave siccità che ha investito tutto il Corno D’Africa. Nel corso di una recente visita a Khartoum, ha aggiunto il ministro, “ci hanno detto che non intendono riaprire le frontiere fino a che i problemi in Sud Kordofan e nel Nilo Blu non saranno risolti”. Il governo sudanese teme, infatti, che una riapertura dei confini meridionali finisca col rafforzare le ribellioni delle comunità locali, che hanno combattuto al fianco degli ex-ribelli nel corso della lunga guerra civile sudanese. In una situazione di scarsità dei prodotti, che si sta rapidamente deteriorando, il mercato nero – mettono in allarme gli operatori umanitari presenti in Sud Sudan – sta proliferando, con evidenti conseguenze negative per l’inflazione e la stabilità della sterlina sud-sudanese. (A.L.)

    inizio pagina

    Vietnam: conferenza pubblica su materialismo e bene comune

    ◊   Aiutare i vescovi a promuovere “l’interesse pubblico”, per contrastare un materialismo crescente. E’ l’obiettivo della “conferenza pubblica” indetta dal cardinale Phạm Minh Mẫn, che si terrà in novembre a Ho Chi Minh City, in Vietnam. Sarà un’occasione – riferisce l’agenzia AsiaNews – per raccogliere indicazioni di sacerdoti e laici, per aiutare i vescovi della Chiesa vietnamita a promuovere il bene comune facendo leva su diocesi e parrocchie. Il porporato, arcivescovo di Ho Chi Minh City, invita i fedeli a “cambiare dal profondo”, a servire “l’interesse pubblico” senza fermarsi solo al tornaconto personale. Alla conferenza, intitolata “Innovazione e rinnovamento per i cattolici vietnamiti”, prenderanno parte sacerdoti, suore, e laici. Bisogna fare "del nostro meglio – spiega il cardinale Phạm Minh Mẫn – per aiutare gli altri, fuggire l’egoismo ed edificare comunità improntate all’amore, alla comunione, e portare a termine il compito di annuncio della Buona Novella e permettere a tutti di incontrare Cristo”. Alla conferenza, che proporrà diversi e variegati contributi, parteciperanno sacerdoti, leader religiosi, membri di comitati pastorali, catechisti, laici, imprenditori cattolici e semplici fedeli. La signora Hoa, della parrocchia di Tam Ha, sottolinea che è crescente il pericolo di una virata dei cattolici “verso il consumismo”. Chiede in particolare di “affrontare con decisione la realtà dei fatti” ed invita “ogni famiglia cattolica” ad educare i bambini alla fede. Il signor Duy, docente all’università di Ho Chi Minh City, aggiunge che il mancato rispetto della natura umana spinge il singolo individuo “all’egoismo”, soprattutto fra i giovani. “Attraverso l’educazione all’uomo nelle parrocchie e nelle famiglie – conclude il professore – possiamo contribuire allo sviluppo delle giovani generazioni della Chiesa e nella società”. (A.L.)

    inizio pagina

    Incontro all’Università Europea di Roma sul Beato Giovanni Paolo II

    ◊   L’intera vita di Giovanni Paolo II può essere considerata un inno alla solidarietà, alla giustizia, alla pace, al rispetto dei diritti di ogni essere umano. Ogni parola, ogni gesto di questo Pontefice ha rappresentato un segno d’amore, un invito ad agire sempre con spirito di fratellanza, di donazione e di condivisione con gli altri. Per riflettere su questi temi ieri, nell’Università Europea di Roma, si è tenuto l’incontro “Il Beato Giovanni Paolo II e lo sviluppo della famiglia umana”, organizzato dal Circolo Culturale “Giovanni Paolo II” della Fondazione Universitaria Europea. In questa occasione, è stata inaugurata anche la mostra “Amazzonia una diversa prospettiva”, realizzata dall’Associazione Impegnarsi Serve Onlus, che ha lo scopo di offrire un percorso di sensibilizzazione alle tematiche dell’ambiente in un’ottica interculturale, ispirandosi ai principi di solidarietà e di sviluppo integrale dell’uomo. Sono intervenuti, fra gli altri, mons. Slawomir Oder, postulatore della causa di Beatificazione di Giovanni Paolo II, il prof. Carlo Jovine e il medico chirurgo e membro della Consulta medica di specialisti internazionali per la Beatificazione di Papa Wojtyla. “Uno dei capisaldi su cui Giovanni Paolo II fonda il suo pensiero – ha spiegato mons. Slawomir Oder – è senza dubbio il tema della responsabilità che l’uomo porta sulle sue spalle nei confronti dell’eredità che Dio gli ha affidato insieme al testamento di Adamo. La risposta passa attraverso la comprensione della grandezza della vocazione divina”. “Lo sviluppo della famiglia umana – ha ricordato il postulatore – avviene attraverso la fatica dell’uomo di vivere la verità su se stesso, secondo il modello rivelato nell’Incarnazione di Cristo. Il prof. Carlo Jovine ha parlato della sua esperienza nella consulta medica che ha stabilito la “inspiegabilità scientifica” della guarigione di suor Marie Simon Pierre Normand dal morbo di Parkinson. “Nella mia relazione medica – ha spiegato il neurologo – ho analizzato in dettaglio la complessità delle motivazioni, condivise dagli illustri colleghi della Consulta, che mi hanno indotto a ritenere inspiegabili la guarigione di suor Normand e le modalità con cui questa si è manifestata: risolutiva, istantanea, duratura e totale”. Ma al di là delle conclusioni della scienza, esistono degli aspetti di natura umana, psicologica ed etica che ritengo non meno importanti. “Merita ricordare, ad esempio, che suor Normand è guarita dal morbo di Parkinson: la stessa malattia di Papa Wojtyla. La religiosa, inoltre, ha dedicato la sua vita al servizio della vita nascente, che è sempre stato uno dei temi centrali dell’insegnamento di Giovanni Paolo II”. (A.L.)

    inizio pagina

    Polonia: sostegno alle missioni dai lettori del settimanale cattolico “Niedziela”

    ◊   Il 44,68% dei fedeli polacchi sostiene le missioni e l’azione missionaria della Chiesa con la preghiera e il 42,55% con l’aiuto finanziario. Soltanto l’1,7% sostiene le missioni essendo in contatto epistolare con i missionari. È quanto emerge dal sondaggio lanciato dal più diffuso settimanale cattolico della Polonia, “Niedziela”, con sede a Czestochowa, in occasione della Settimana Missionaria. I risultati, pubblicati sul suo sito www.niedziela.pl, evidenziano anche un 1,27% di fedeli che paga l’abbonamento al settimanale per i missionari. Infine, sempre secondo i risultati del sondaggio, il 9,78% degli intervistati sostiene in altro modo le missioni. “Si vede bene dai risultati del sondaggio che per i lettori del settimanale cattolico le missioni della Chiesa sono una cosa tra le più importanti e fondamentali della vita religiosa. L’attività missionaria della Chiesa, da un certo punto di vista, fa quindi parte della vita dei lettori di Niedziela”, ha commentato a Fides don Mariusz Frukacz, sociologo, redattore di “Niedziela” e membro della Pontificia Unione Missionaria. (M.G.)

    inizio pagina

    Fiuggi Family Festival: “Il Bello della famiglia” è il tema per il 2012

    ◊   “Di famiglia non si può parlare solo in un posto e una volta all’anno. Bisogna essere presenti con eventi ‘Family Festival’ in tutta Italia e durante tutto l’anno per unire le famiglie in modo continuativo sia nel tempo che nello spazio”. E’ quanto sottolinea, Antonella Bevere Astrei, presidente del Fiuggi Family Festival, annunciando alcune novità della prossima edizione: “Dal 2012 – spiega – le attività del Festival si moltiplicheranno in eventi satelliti nei luoghi dove verremo chiamati a realizzare momenti di festa e di incontro per famiglie all’insegna dell’arte audiovisiva”. “Stiamo vagliando, con soddisfazione, molte richieste che ci gratificano e già sono in corso trattative con diversi comuni e provincie, tra cui anche l’Umbria, regione da sempre particolarmente attiva nell’entertainment culturale di livello. Già è in programma un evento collaterale che si svolgerà a Bergamo”. La prossima edizione 2012 del Fiuggi Family Festival ha già un titolo: “Il Bello della Famiglia”. “Lo abbiamo scelto – sottolinea Antonella Bevere Astrei – perché rispecchia il nostro stile e richiama alla positività che dovrebbe caratterizzare sempre la famiglia anche nelle difficoltà”. Una novità – ricorda il Sir – è l’istituzione di un bollino di garanzia del "Fff", il “Family Approved”. “Un nostro giudizio – conclude – dei film in uscita nelle sale sui contenuti che riterremo maggiormente validi”. (A.L.)

    inizio pagina

    Austria: genitori cattolici contro il consumo di alcol nelle gite scolastiche

    ◊   L’abuso di bevande alcoliche tra i giovanissimi è una piaga sempre più diffusa. In diversi Paesi europei, il consumo inizia in età scolastica tanto che le gite di classe si trasformano in occasioni di sballo, sulle quali lucrano diversi tour operator che propongono offerte di viaggio in cui è prevista la disponibilità costante di bibite alcoliche per i partecipanti. Per arginare questo drammatico fenomeno, in Austria l'Associazione per le informazioni ai consumatori ha intentato una causa nei confronti di svariati organizzatori di gite scolastiche per gli studenti all’ultimo anno delle scuole superiori. L’iniziativa ha subito raccolto il plauso della Federazione delle Associazioni di genitori cattolici di Vienna, che in un comunicato diffuso ieri, ripreso dal Sir, ha inoltre chiesto alle autorità pubbliche un controllo più severo sul divieto di pubblicità di alcolici nelle scuole e maggiori misure legislative per la tutela dei giovani. “Non si può rendere appetibile a minorenni delle gite con la motivazione ‘sono disponibili bibite alcoliche gratis 24 ore su 24’”, ha dichiarato Christian Hafner della Federazione: “In questa maniera, i tour operator sfuggono a tutti gli sforzi per una prevenzione delle dipendenze”. Le Associazioni dei genitori cattolici hanno pertanto auspicato che il mondo politico intervenga con un divieto nei confronti della pubblicità indiretta di sostanze che creano dipendenza in ambienti scolastici, oltre che con una normativa unitaria a livello federale che tuteli i giovani e riduca il consumo di superalcolici. (M.G.)

    inizio pagina

    Inaugurato a Roma il progetto “Per un web sicuro”

    ◊   E’ stato inaugurato ieri a Roma il progetto “Per un web sicuro”, promosso da Moige, il Movimento genitori, in collaborazione con Trend Micro, Cisco, Polizia postale e delle comunicazioni, con il patrocinio di Anp, l’Associazione nazionale dirigenti e alte professionalità della scuola. L’obiettivo è di sensibilizzare ragazzi, genitori e insegnanti su un uso corretto e responsabile della rete. Il progetto – ricorda “RomaSette”, settimanale della diocesi di Roma – prevede la realizzazione in scuole selezionate di incontri con studenti e docenti, nel corso dei quali dei volontari discuteranno con i ragazzi sull’uso corretto di Internet. Saranno anche organizzati incontri per i genitori. La campagna coinvolgerà 30 scuole medie in cinque regioni italiane. Saranno coinvolti oltre 10 mila studenti e 21 mila adulti fra genitori e docenti. In base a una ricerca condotta per il Movimento dei genitori, 7 minori su 10 ogni giorno usano Internet, trascorrendovi mediamente 52 minuti. Si passa, in particolare, da poco più di mezz’ora al giorno tra i 6 e i 7 anni, a un’ora e mezza tra i 10 e i 13 anni. Il 44% lo usa per gioco, mentre il 40% come come aiuto nello studio. Per i più grandi, invece, la rete diventa uno strumento di socializzazione: il 58% dei genitori di bambini dai 12 ai 13 anni sostiene che i figli visitano solitamente i siti dei social network e dei motori di ricerca. Facebook la fa da padrone: quasi 9 ragazzi su 10 preferiscono questo social network. Il 40% dei genitori controlla periodicamente i siti visitati e le attività on line, mentre pochissimi, solo 8 su 100 (7,8%), utilizzano le funzioni di parental control messe a disposizione dai software di sicurezza. Inoltre, 6 genitori su 10 (61%), pur consentendo la navigazione su Internet, non nascondono una forte preoccupazione. La pedofilia (44%), gli incontri pericolosi (39%), la pornografia (35%) e la perdita di contatto con la realtà (35%) sono i principali motivi di preoccupazione. Dai dati forniti dalla Polizia postale e delle comunicazioni, la pedofilia on line è l’emergenza maggiore per ciò che concerne il web: dal primo gennaio al 30 settembre 2011, sono stati effettuati ben 16.142 monitoraggi e 554 perquisizioni. I denunciati sono stati 685 e gli arrestati 39. Per maggiori informazioni si può consultare il sito www.genitori.it (A.L.)

    inizio pagina

    24 Ore nel Mondo



    Nuovo venerdì di protesta in Siria: almeno 16 morti

    ◊   In Siria nuova giornata di repressione delle proteste antigovernative. Attivisti riferiscono che le forze di sicurezza hanno ucciso almeno 16 persone in diverse località del Paese. I manifestanti hanno indetto l’ennesimo venerdì di protesta per chiedere il sostegno del mondo arabo in vista dell'istituzione del divieto dello spazio aereo siriano in modo da limitare le operazioni militari di Damasco contro i civili.

    Libia: la Nato conferma la fine della sua missione
    La missione Nato in Libia terminerà il prossimo 31 ottobre. Lo ha deciso l’Alleanza Atlantica riunitasi oggi a Bruxelles, all’indomani della risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell’Onu che prevede anche la cessazione della 'no-fly zone' nello spazio aereo libico. Intanto, sul terreno, il Consiglio di Transizione ritiene che il secondogenito di Gheddafi, Saif al islam, si sia spostato in Niger e che starebbe cercando di trattare per consegnarsi alla Corte Penale Internazionale con il sostegno del Mali e del Sudafrica.

    Scontri in Somalia
    Proseguono gli scontri nel sud della Somalia tra le truppe del Kenya e i miliziani locali di Al Shabaab legati ad al Qaeda. Si contano almeno 9 vittime tra i ribelli che avrebbero opposto forte resistenza all’avanzata dei soldati di Nairobi. Ieri l’appello ad attaccare sul suolo keniano, lanciato da un leader della guerriglia.

    Duplice attentato in Iraq
    In Iraq è di almeno 32 morti il bilancio delle vittime di un duplice attentato avvenuto ieri a Baghdad. Si tratta dell’episodio più sanguinoso dalla metà di agosto. Due le bombe esplose nella zona nordorientale della capitale irachena: la prima nei pressi di un posto di blocco della polizia, la seconda è deflagrata quando sono arrivati i soccorsi.

    Terremoto in Turchia: estratte altre persone vive dalle macerie
    Si aggrava il bilancio delle vittime per il terremoto che domenica scorsa ha devastato la Turchia Sud - Orientale. Le autorità locali parlano di almeno 570 morti, mentre continuano le ricerche di eventuali superstiti. Il servizio è di Eugenio Bonanata:

    E’ il forte freddo il nemico principale di queste ore. Le operazioni di soccorso proseguono senza sosta, nonostante la neve e le basse temperature, nel tentativo di estrarre dalle macerie persone ancora in vita. Sono 187 i salvataggi fino ad ora. L’ultimo è avvenuto ieri sera. Si tratta di un ragazzo che ha trascorso 5 lunghi giorni sotto i resti del palazzo dove abitava: “ho fame” ha detto ai suoi soccorritori, che lo hanno portato immediatamente nell’ospedale da campo più vicino. I media locali dicono che è in buone condizioni di salute, sebbene sia ferito. La notizia di oggi, però, è anche il nuovo bilancio fornito dall’agenzia della protezione civile, che riferisce di 570 morti e di 2 mila e 555 feriti. Ancora imprecisato il numero di senzatetto, anche se si parla di oltre 3.000 abitazioni inagibili. Tra la disperazione della popolazione e le polemiche per la distribuzione delle tende, sono arrivati aiuti da parte di Paesi notoriamente poco in sintonia con la Turchia, come Israele e Armenia. L’Italia stamattina ha fatto sapere di essere pronta all’invio immediato di beni di prima necessità.

    Alluvioni in Thailandia
    Popolazione in fuga da Bangkok, la capitale della Thailandia, nel timore di un’alluvione ormai imminente. Molti dei 12 milioni di abitanti, raccogliendo l’invito del Governo, in queste ore hanno lasciato le proprie case per mettersi al riparo in luoghi più sicuri. Da giorni la città è sotto la minaccia di questo evento che ha già provocato oltre 370 vittime. L'Organizzazione meteorologica mondiale (Omm) prevede forti precipitazioni e venti sulle coste orientali a partire da oggi. Secondo le autorità locali, l’emergenza potrebbe prolungarsi per tutto il mese di novembre. Oltre ai danni per l’agricoltura, la crisi costerà al Paese oltre mezzo milione di turisti in meno.

    Cina
    La Cina ha chiesto chiarimenti tecnici all’Europa prima di decidere di investire nel fondo salva Stati, che ieri i vertici europei hanno deciso di rafforzare. Intanto, tiene banco il taglio del debito greco. Il premier ellenico Papandreu ha detto che la manovra non intaccherà la liquidità, le pensioni o la sovranità del Paese. Tuttavia, oggi a Salonicco migliaia di manifestanti hanno protestato contro le misure di austerità decise dal governo bloccando il percorso della parata militare in corso in città. Il presidente Papoulias è stato costretto ad abbandonare il corteo.

    Afghanistan
    In Afganistan attacco dei talebani contro una base Nato sotto comando Usa a Kandahar, che ospita un Gruppo di ricostruzione provinciale (Prt). Il bilancio dello scontro, avvenuto ieri, è di un civile afghano morto e otto feriti, di cui cinque membri dell'Isaf.

    Pakistan
    Gli Stati Uniti hanno accusato il Pakistan di consentire il lancio di razzi da parte dei talebani sulle truppe americane che si trovano oltre il confine con l'Afghanistan. Per il portavoce dell’esercito pachistano sono accuse prive di fondamento. Intanto, nelle ultime 24 ore, due attacchi di aerei senza pilota americani nel Pakistan nordoccidentale hanno causato la morte di 10 militanti islamici. E proprio oggi ad Islamabad è in programma una manifestazione di protesta contro i raid Usa.

    Brasile-diritti umani
    In Brasile via libera del Senato alla creazione di una 'Commissione della Verità' per indagare sulle violazioni dei diritti umani commesse durante la dittatura militare brasiliana (1964-1985). Il progetto è stato approvato ieri in forma simbolica e dovrà ora essere sanzionato dalla presidente Dilma Rousseff.

    Brasile-narcotraffico
    Operazione contro il narcotraffico in sette Stati brasiliani. In manette 36 persone, tra le quali due imprenditori di San Paolo. Tutti sono accusati di far parte di un gruppo di trafficanti di droga in contatto con organizzazioni criminali di altri Paesi, tra cui la Sacra corona unita che opera in Puglia.

    Premio Sakharov
    Sono cinque attivisti della primavera araba i vincitori del Premio Sakharov 2011, assegnato dal Parlamento europeo per la difesa dei diritti umani. Il 14 dicembre, giorno della consegna dei premi, una sedia resterà vuota, perché il primo dei premiati è il tunisino Mohamed Bouazizi, l'uomo che il 18 dicembre 2010 s’immolò nel fuoco dando il via alla rivolta che sta cambiando il mondo arabo. Gli altri sono la blogger egiziana Asmaa Mahfouz, l’ex ‘prigioniero di coscienza’ libico al-Sanus, il vignettista siriano Ali Farzat e l'avvocatessa e blogger siriana Razan Zaitouneh. (Panoramica internazionale a cura di Eugenio Bonanata e Giovanni Cossu)

    Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LV no. 301

    inizio pagina
    E' possibile ricevere gratuitamente, via posta elettronica, l'edizione quotidiana del Bollettino del Radiogiornale. La richiesta può essere effettuata sulla home page del sito www.radiovaticana.va/italiano.

    Segreteria di redazione: Gloria Fontana, Mara Gentili, Anna Poce e Beatrice Filibeck, con la collaborazione di Vera Viselli.