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Sommario del 23/10/2011

Il Papa e la Santa Sede

  • Benedetto XVI proclama Santi mons. Conforti, don Guanella e suor Bonifacia de Castro. All'Angelus il Papa prega per l'incontro di Assisi
  • Il Papa al concerto in Aula Paolo VI: la musica di Bruckner sonda con l'arte il mistero della fede
  • Oggi in Primo Piano

  • La prima memoria del Beato Wojtyla celebrata alla presenza di molti giovani in San Giovanni in Laterano
  • Concluso il Forum di Greenaccord su media, democrazia e sostenibilità
  • L’impegno della “Fondazione Francesca Rava” per i bambini di Haiti mutilati dal sisma del 2009
  • Campagna di solidarietà a sostegno del Centro Dino Ferrari che si occupa di malattie neuromuscolari
  • Chiesa e Società

  • Comece: assemblea plenaria vescovi Ue su crisi finanziaria e integrazione europea
  • Usa: la libertà religiosa al centro della prossima riunione dei vescovi a Baltimora
  • Terra Santa: il mondo dello sport italiano a sostegno della "Corsa della pace"
  • Una Messa a Roma per padre Fausto Tentorio, il missionario ucciso nelle Filippine
  • Romania: a Oradea incontro dei vescovi delle Chiese orientali
  • Indonesia: Flores esempio di pluralismo e libertà religiosa
  • Cattolici pakistani: bisogna partire dalla scuola per costruire una nuova società
  • Il Meeting di Rimini in Giappone all'insegna dell'incontro tra le culture
  • Brasile: seminario dei Gesuiti sulla creazione di un Osservatorio panamazzonico
  • "Primavera araba", contadini colombiani e un cronista bielorusso finalisti al Premio Sakharov
  • 24 Ore nel Mondo

  • Grave sisma in Turchia: numerosi morti, centinaia i feriti
  • Il Papa e la Santa Sede



    Benedetto XVI proclama Santi mons. Conforti, don Guanella e suor Bonifacia de Castro. All'Angelus il Papa prega per l'incontro di Assisi

    ◊   Trasformati in modelli da imitare dalla più grande legge del Vangelo: quella dell’amore a Dio e ai fratelli. Così questa mattina – nel giorno in cui la Chiesa ricorda i missionari in tutto il mondo – Benedetto XVI ha presentato alle circa 50 mila persone giunte in Piazza San Pietro i tre nuovi Santi canonizzati durante una solenne liturgia eucaristica: mons. Guido Maria Conforti, don Luigi Guanella e suor Bonifacia Rodríguez de Castro. Al termine della Messa, il Papa ha invocato all’Angelus preghiere per il raduno interconfessionale e interreligioso convocato ad Assisi per il prossimo 27 ottobre. Il servizio di Alessandro De Carolis:

    (musica)

    La santità non ha una forma uguale per tutti, ma quelle mille che l’amore di Dio suggerisce a un cuore capace di amare gli altri. Può avere la creatività di un fine intelletto o i calli alle mani di un umile lavoratore. Può manifestarsi tra gli operai di una fabbrica o creare oasi di accoglienza per gente in miseria o gravemente malata. È questo che raccontano le storie della donna e dei due uomini i cui volti sereni – perché la carità è sacrificio ma non tristezza – hanno giganteggiato dal balcone della loggia centrale della Basilica vaticana davanti alle decine di migliaia di persone presenti alla Messa in Piazza San Pietro. Prima di tratteggiare all’omelia qualcosa delle vite di Guido Maria Conforti, Luigi Guanella e Bonifacia Rodríguez de Castro, di come la loro umanità sia giunta alla santità, Benedetto XVI è partito dalla risposta, riferita dal Vangelo appena letto, che Gesù indirizza al suo insidioso interlocutore: qual è il più grande comandamento? L’amore pieno e totale a Dio, quello di cui sono capaci i Santi:

    “L’esigenza principale per ognuno di noi è che Dio sia presente nella nostra vita. Egli deve, come dice la Scrittura, penetrare tutti gli strati del nostro essere e riempirli completamente: il cuore deve sapere di Lui e lasciarsi toccare da Lui; e così anche l’anima, le energie del nostro volere e decidere, come pure l’intelligenza e il pensiero”.

    Il cuore di un cristiano vero “deve sapere” di Cristo, averne quasi l’odore e il sapore: un’immagine forte e perfettamente calzante per il primo dei tre nuovi Santi ricordati dal Papa. Guido Maria Conforti fonda a soli trent’anni una famiglia religiosa ed è a 37 vescovo di Ravenna e poi di Parma. Una sorta di enfant prodige del servizio al Vangelo, al quale dedica anche le forze che il suo fisico debole non avrebbe. Vive nella sua città facendo il bene e intanto forma missionari da inviare nelle Chiese di frontiera:

    “In ogni circostanza, anche nelle sconfitte più mortificanti, seppe riconoscere il disegno di Dio, che lo guidava ad edificare il suo Regno soprattutto nella rinuncia a sé stesso e nell’accettazione quotidiana della sua volontà, con un abbandono confidente sempre più pieno (...) San Guido Maria Conforti tenne fisso il suo sguardo interiore sulla Croce, che dolcemente lo attirava a sé; nel contemplarla (…) scorgeva l’’urgente’ desiderio, nascosto nel cuore di ogni uomo, di ricevere e di accogliere l’annuncio dell’unico amore che salva”.

    Don Luigi Guanella è stato un monumento di generosità verso il prossimo. Benedetto XVI lo ha definito “compagno e maestro, conforto e sollievo dei più poveri e dei più deboli”. Credette con “coraggio e determinazione” a quel “grande comandamento” ribadito e ampliato da Gesù nella sua risposta al dottore della legge, quando afferma che il secondo comandamento, l’amore al prossimo, è simile al primo:

    “Vogliamo oggi lodare e ringraziare il Signore perché in San Luigi Guanella ci ha dato un profeta e un apostolo della carità. Nella sua testimonianza, così carica di umanità e di attenzione agli ultimi, riconosciamo un segno luminoso della presenza e dell’azione benefica di Dio (…) Questo nuovo Santo della carità sia per tutti, in particolare per i membri delle Congregazioni da lui fondate, modello di profonda e feconda sintesi tra contemplazione e azione, così come egli stesso l’ha vissuta e messa in atto”.

    Luminosa è anche la storia di suor Bonifacia Rodríguez de Castro, spagnola di Salamanca. La sua è una santità che nasce dal lavoro manuale di cordonaia. Una semplice artigiana all’esterno con il fuoco di Dio dentro, che sceglie di portare Cristo tra i telai e le macchine da cucire, tra donne che potrebbero essere vittime di sfruttamento e che con lei e le suore dell’Istituto che fonda, trovano invece lavoro, sicurezza e fede. Afferma, in spagnolo, il Papa:

    “La nueva Santa se non presenta…
    La nuova Santa si presenta a noi come un modello perfetto nel quale risuona il lavoro di Dio, un'eco che chiama le sue figlie, le Suore di San Giuseppe e tutti noi, ad accettare la sua testimonianza con la gioia dello Spirito Santo, senza la paura della delusione, diffondendo ovunque la buona novella del Regno dei Cieli”.

    All’Angelus che ha concluso la celebrazione, Benedetto XVI ha voluto salutare in cinque lingue i pellegrini che hanno gremito Piazza San Pietro, ricordando al termine l’atteso appuntamento di giovedì prossimo ad Assisi e affidandolo alla protezione della Vergine:

    “Alla sua intercessione affidiamo anche la Giornata di riflessione, dialogo e preghiera per la pace e la giustizia nel mondo: un pellegrinaggio ad Assisi, a 25 anni da quello convocato dal Beato Giovanni Paolo II”.

    (musica)

    E c’è una nota di cronaca da riferire a margine della celebrazione di questa mattina. Mentre la cerimonia era ancora in corso di svolgimento, un uomo è riuscito a raggiungere il cornicione della Loggia delle Dame, situato a destra per chi guarda la facciata di San Pietro, fermandosi all’esterno della balaustrata. In quella posizione – ha informato il direttore della Sala Stampa Vaticana, padre Federico Lombardi – “è rimasto per più di mezz’ora fino al termine della celebrazione. Ha attirato l’attenzione su di sé e ha bruciato una Bibbia. Si tratta evidentemente di una persona squilibrata. Parlando con i responsabili della Gendarmeria vaticana e con un funzionario dell’ambasciata rumena, che erano accorsi, ha detto di avere dei messaggi da comunicare al mondo, in particolare per la lotta contro il terrorismo. E’ stato identificato: si tratta di un cittadino rumeno, Iulian Jugarean. Dopo il fatto è stato trattenuto in arresto presso la Gendarmeria Vaticana”.

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    Il Papa al concerto in Aula Paolo VI: la musica di Bruckner sonda con l'arte il mistero della fede

    ◊   “Un’opera grandiosa che sintetizza la fede di un grande musicista, ma anche un richiamo a noi ad aprire gli orizzonti e pensare alla vita eterna”. E’ in sintesi la riflessione che il Papa ha lasciato ai presenti al termine del concerto di questo pomeriggio nell’Aula Paolo VI che ha visto in programma il "Te Deum" e la "Sinfonia n.9 in re minore" di Anton Bruckner. Protagonisti l’Orchestra dell’Opera di Stato della Baviera, diretta da Ken Nagano, e la Audi Jugendchorakademie, diretta da Martin Steidler. Il servizio di Gabriella Ceraso:

    Una pagina di raffianata analisi musicale illuminata dalla luce della fede, nelle parole di ieri sera di Benedetto XVI. Ascoltare la musica di Bruckner, dice, è come trovarsi all’interno di una grande cattedrale con le strutture portanti che ci spingono in alto e creano emozione. Ma il fondamento di tutto, aggiunge, è la fede semplice, solida, genuina, conservata dal compositore austriaco tutta la vita. E in quest’ultima sinfonia, la dedica al buon Dio, tradisce un deisderio:

    “Quasi egli avesse voluto dedicare e affidare l’ultimo maturo frutto della sua arte a Colui nel quale aveva sempre creduto, ormai l’unico e vero interlocutore a cui rivolgersi, giunto all’ultimo tratto dell’esistenza”.

    E proprio a una dimensione misteriosa, quasi atemporale, ci aprono e ci guidano i tre movimenti sinfonici. Il senso, prosegue il Papa, è quello di una continua attesa, dal misterioso iniziale all’adagio finale, col suo moto di ascesa progressiva, i suoi chiaroscuri, le sue significative reminiscenze dal materiale musicale delle messe. Bruckner chiedeva la buon Dio di entrare nel suo mistero, di poterlo lodare in cielo come aveva fatto in terra con la sua musica e in questo un atto di fede, sottolinea il Papa, ma non solo:

    “Un richiamo anche a noi ad aprire gli orizzonti e pensare alla vita eterna, non per sfuggire dal presente, anche se segnato da problemi e difficoltà, ma piuttosto per viverlo ancora più intensamente, portando nella realtà in cui viviamo un po’ di luce, di speranza, di amore”.

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    Oggi in Primo Piano



    La prima memoria del Beato Wojtyla celebrata alla presenza di molti giovani in San Giovanni in Laterano

    ◊   Ieri la Chiesa ha celebrato per la prima volta la memoria liturgica del Beato Giovanni Paolo II. A Roma il Servizio diocesano per la pastorale giovanile e quello per le vocazioni hanno proposto ai giovani una veglia di preghiera sul sagrato della Basilica di San Giovanni in Laterano. L’incontro è cominciato nel pomeriggio ed è proseguito alle 19 con la Messa dedicata al nuovo Beato celebrata dal cardinale vicario, Agostino Vallini. Ma come Beato, quali insegnamenti offre oggi Giovanni Paolo II? Tiziana Campisi lo ha chiesto a don Fabio Rosini, direttore del Servizio per le vocazioni della diocesi di Roma, che ha tenuto le meditazioni della veglia di ieri:

    R. - La celebrazione della prima memoria del Beato Giovanni Paolo II ha avuto il senso di una presa di possesso della sua eredità. Tre tematiche hanno fondamentalmente animato questa riflessione: il parlare dell’uomo per Giovanni Paolo II, come è apparso nella sua visione altamente positiva, il parlare della missione di quest’uomo redento e di tutto quello che di bello può fare, il lasciarci toccare dalla luce che il suo dolore e la fine della sua vita così debole e, allo stesso tempo, così possente nell’illuminare la nostra vita, nella luce e con l’aiuto della Beata Vergine Maria, ha sempre guidato Giovanni Paolo II.

    D. - Parliamo della prima tematica: l’uomo…

    R. - Il messaggio è quello di una grande fiducia che l’uomo può avere in Dio riguardo a se stesso. Il messaggio fondamentale è che Cristo ha riportato l’uomo a Dio e che l’uomo è veramente capace di Dio: è capace di grande dignità, di grande nobiltà. La relazione con Dio non deturpa, non impoverisce, non mette in secondo piano l’uomo, ma lo innalza, gli dà una bellezza completa e autentica, lo riporta a se stesso. Questo Giovanni Paolo II ci ha detto con forza, con calore, con gioia.

    D. - Questo è un po’ il punto di partenza: ogni uomo rifletta per riscoprire se stesso, per partire verso dove? Qui arriviamo alla missione…

    R. - La missione dell’uomo è coincidente con la missione di Cristo: scoprendo in Cristo la nostra immensa bellezza, noi scopriamo la nostra immensa potenzialità e quindi “Come il Padre ha mandato me, anch’io mando voi”, dice Gesù. Ecco allora che noi abbiamo una analogia con la sua missione: essere mandati dal Padre. Questo ci apre al poter interpretare ogni fatto della nostra vita come un’avventura, in cui siamo inviati da Dio. Ogni fatto, ogni esperienza - trasformare il lavoro, lo studio, l’avventura della propria sfida affettiva, il bene dell’amicizia e tutte le cose, più piccole e più grandi, che ci possono essere nella vita - possa dunque essere una missione, un compito importante con uno scopo fondamentale: quello di mostrare, vivere, raggiungere, "assaggiare" la gloria di Dio in ogni fatto della nostra vita. (mg)

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    Concluso il Forum di Greenaccord su media, democrazia e sostenibilità

    ◊   Pronti ad accettare la responsabilità di diffondere informazioni corrette, per dare alle persone la possibilità di prendere coscienza degli effetti globali delle decisioni politiche e di scegliere il proprio futuro. Con questo obiettivo si è concluso ieri a Cuneo il nono Forum internazionale dell’informazione per la salvaguardia della natura, organizzato dall’Associazione culturale Greenaccord. Tema del meeting “People building future. Media, democrazia e sostenibilità”. Il servizio di Marina Tomarro:

    Promuovere le energie rinnovabili, favorire una produzione ecostenibile, diffondere un’informazione corretta sulla salvaguardia della natura, e soprattutto educare le giovani generazioni al rispetto del Creato, perché sono loro la speranza per un futuro migliore. E’ questo il messaggio finale del IX Forum internazionale per la salvaguardia della natura, che ha visto riuniti oltre 100 giornalisti provenienti da tutto il pianeta. Una richiesta di un futuro più sostenibile rivolta a chi governa, ma anche un invito a tutta la società attuale. E tra i protagonisti della giornata finale dell’incontro il tredicenne tedesco, Felix Finkbeiner, fondatore della campagna mondiale “Basta parlare iniziamo a piantare”, che favorisce la piantagione di nuovi alberi in tutto il pianeta. Ecco la sua testimonianza:

    R. - Il progetto è cominciato cinque anni fa nella mia classe. Nella mia scuola si è rapidamente diffuso, contagiando altre scuole della zona: ora ci sono migliaia di progetti di bambini in giro per il mondo che piantano alberi.

    D. – Che cosa state facendo in questo momento e qual è il tuo sogno, in che modo speri che il tuo progetto prosegua in futuro?

    R. - Ci sono già centinaia di bambini in tutto il mondo che partecipano, che piantano alberi, che tengono presentazioni, che lottano per il loro futuro. Se tutto questo continua, e se i bambini continuano a lottare per il loro futuro, vedo molti cambiamenti positivi all’orizzonte.

    I giornalisti in questi giorni hanno avuto anche l’opportunità di un confronto reciproco, per cercare di capire come poter sensibilizzare in maniera concreta l’opinione pubblica sui problemi dell’ambiente. l'opinione di Lucia Martinez, del magazine "Living city" di Washington:

    R. - Prima di tutto è stato un grandissimo arricchimento, perché il fatto di essere qui insieme a persone che vengono da tutto il mondo - dall’Africa, dall’America… - si è rivelata una grandissima possibilità di scambio: non solo delle conquiste, ma anche delle sfide che ognuno vive nel portare avanti il proprio mestiere. Io sento che, alla fine di questo incontro, le conquiste e le sfide condivise sono anche le mie e che io sono diventata una persona migliore.

    D. - Quanto è importante comunicare sull’ambiente nei vostri Paesi? In che modo riuscite a portare il messaggio della salvaguardia del Creato nei vostri Paesi?

    R. - Io penso che ognuno, nel suo piccolo, possa fare davvero tanto. L’importante è che ognuno faccia la sua parte, perché poi si arriverà a un maggiore impatto sugll'opinione pubblica.

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    L’impegno della “Fondazione Francesca Rava” per i bambini di Haiti mutilati dal sisma del 2009

    ◊   Ad Haiti, continua l’opera della Fondazione “Francesca Rava” in favore della popolazione colpita dal devastante terremoto di quasi due anni fa. In particolare, presso la Casa dei Piccoli Angeli, è stato realizzato un centro per garantire la riabilitazione dei bambini rimasti mutilati a causa del sisma. Circo 180 bambini hanno ripreso a camminare grazie alle protesi fornite dal sodalizio. Al microfono di Alessandro Gisotti, il presidente della Fondazione, Maria Vittoria Rava, si sofferma su questa iniziativa per i bambini di Haiti:

    R. – Tantissimi bambini sono rimasti feriti. Quelli che sono sopravvissuti, sono fortunati, ma nella fortuna hanno spesso avuto la sfortuna di perdere, oltre alla casa, oltre alla famiglia, anche un braccio o una gamba. In Haiti, questo è ancora più grave che in qualunque altro Paese perché non esistono infrastrutture, non esiste trasporto pubblico, non esistono case nel senso proprio del termine, dove un bambino possa stendersi su un letto o sedersi per essere accudito e aiutato: è davvero un dramma grandissimo. Così, si è attivata questa macchina: abbiamo portato i primi tecnici ortopedici dall’Italia e le macchine per realizzare le protesi lì, sul posto. E padre Nik, che è nostro direttore da oltre 25 anni in Haiti e dirige tutti i nostri progetti, è stato subito molto lungimirante ed ha detto: “Guardate che bisogna immediatamente mettere queste protesi, altrimenti poi i monconi non riusciranno più a riceverle”. Soprattutto, bisogna pensare di seguirli nel tempo e di fare quindi la riabilitazione, di aiutarli, di insegnare loro a camminare, di insegnare alle famiglie come curarli.

    D. – C’è qualche storia, tra le tante di questi bambini, che sintetizzi l'importanza del vostro intervento?

    R. – Abbiamo seguito tanti bambini nelle tendopoli dove ora vivono e il fatto di avere una gamba con cui poter camminare è fondamentale, già solo per la sopravvivenza: lo è per poter seguire il papà, la mamma o il fratello più grande nell’intera giornata in cui si va in giro a cercare cibo. Mi ha colpito tantissimo una ragazzina che ho trovato in ospedale, in uno stato di profonda tristezza; lei diceva: “Io rivoglio la mia gamba!”. In realtà, poi, è stata salvata e recuperata nel fisico nella Casa dei piccoli angeli dove le è stata applicata la protesi. E quando ha incominciato a camminare, ci ha chiesto: “Ma veramente posso camminare? Ma allora, posso anche correre e posso ballare!”. In una situazione come questa, che io stessa non riuscivo ad accettare, perché aveva perso tutta la famiglia e oltre a questo anche la casa e oltre a questo anche una gamba, lei invece ha detto: “Che bello, posso ballare!”. E’ stato veramente molto commovente ma anche incredibile, perché nella morte c’è vita… (gf)

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    Campagna di solidarietà a sostegno del Centro Dino Ferrari che si occupa di malattie neuromuscolari

    ◊   L’Associazione “Amici del Centro Dino Ferrari” organizza una campagna sociale per raccogliere fondi per sostenere il Centro che si occupa di ricerca clinica e scientifica nel campo delle malattie neuromuscolari. Fino al 30 ottobre, sarà possibile finanziare la ricerca inviando da cellulare o rete fissa un sms al 45505. Al dottor Ivan Torrente, ricercatore di neurologia dell’Università di Milano, che si occupa del progetto, Eliana Astorri ha chiesto di cosa si occupa il Centro Dino Ferrari:

    R. – Il Centro Dino Ferrari è nato a metà degli Anni Settanta per volontà di Enzo Ferrari – suo figlio era affetto da una malattia neuromuscolare – per dedicare maggiore attenzione alla ricerca nel campo delle malattie muscolari e per trovare soluzioni a queste malattie, che a oggi non hanno cura. Attualmente, nel Centro Dino Ferrari convergono diversi ricercatori, impegnati su vari fronti: non solo nell’ambito della ricerca di nuovi trattamenti per le malattie neuromuscolari, ma anche per altri tipi di malattie, come ad esempio la sclerosi multipla e l’Alzheimer, ma anche nella diagnostica dei pazienti e nel “follow-up” dei pazienti stessi.

    D. – Quindi, malattie neuromuscolari e neurodegenerative: fra queste, anche la distrofia muscolare di Duchenne?

    R. – Certamente: la distrofia muscolare di Duchenne segna un po’ l’inizio di questa ricerca che oggi vede un impegno di rilievo, tanto da essere in prima linea per quanto riguarda la ricerca di nuovi trattamenti che possano aiutare i bambini colpiti da questa malattia.

    D. – In quale progetto verranno investiti in modo specifico i fondi che verranno raccolti con la vostra campagna?

    R. – Il progetto verte soprattutto sull’utilizzazione di cellule staminali isolate dal muscolo dei bambini affetti da distrofia muscolare di Duchenne, che inizialmente verranno corrette geneticamente e poi reintrodotte nell’organismo dei piccoli per via sistemica, cioè tramite un’infusione e dunque sfruttando la circolazione arteriosa. Lo studio muove i primi passi all’inizio del 2001, quando abbiamo identificato una popolazione di cellule staminali che aveva potenzialità rigenerative muscolari, e soprattutto siamo stati in grado di dimostrare – in modelli animali di distrofia muscolare – la capacità, da parte di queste cellule, di migrare attraverso la circolazione arteriosa. Da quel momento, vista l’incredibile potenzialità di queste cellule che sono cellule staminali adulte, quindi cellule isolate nei muscoli dei bambini affetti da distrofia muscolare di Duchenne, abbiamo cominciato a prendere seriamente in considerazione le potenzialità di queste cellule per un eventuale trattamento sistemico che possa migliorare la qualità della vita di questi bambini.

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    Chiesa e Società



    Comece: assemblea plenaria vescovi Ue su crisi finanziaria e integrazione europea

    ◊   “La crisi finanziaria e il futuro dell’integrazione europea”. Di questo parleranno i 23 vescovi membri della Comece, la Commissione delle Conferenze episcopali dell’Unione europea, che dal 26 al 28 ottobre prossimi si riuniranno a Bruxelles per l’Assemblea plenaria di autunno. “I vescovi – si legge in un comunicato della Comece ripreso dall'Agenzia Sir – analizzeranno le ragioni economiche e politiche della crisi del debito in Europa e gli strumenti messi in atto per far fronte alla crisi”. “Rifletteranno anche sulla ‘fiducia’ come fattore cruciale per risolvere la crisi in un contesto politico, economico e sociale”. Sul tema dell’Assemblea prenderanno la parola, tra gli altri, Peter Wagner, capo della task force per la Grecia istituita presso la Commissione europea, e Lans Bovenberg dell’Università di Tilburg (Paesi Bassi). L’Assemblea – sottolinea la Comece – è a porte chiuse e non ci sarà una conferenza stampa alla sua conclusione. Sarà invece inviato un comunicato stampa finale. (A.L.)

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    Usa: la libertà religiosa al centro della prossima riunione dei vescovi a Baltimora

    ◊   Si terrà dal 14 al 16 novembre, a Baltimora, la prossima sessione autunnale della Conferenza episcopale degli Stati Uniti (Usccb). Ad aprire i lavori sarà il suo presidente, l’arcivescovo di New York, Timothy Dolan. Tra i principali punti in discussione, figura la situazione della libertà religiosa, che per i vescovi negli Stati Uniti è sempre più minacciata. Preoccupazione che li ha spinti a istituire, il mese scorso, una commissione ad hoc. La lettera che annuncia l’iniziativa parla di “un crescente numero di programmi e politiche federali che attentano al diritto di coscienza, o che comunque pregiudicherebbero il principio fondamentale della libertà religiosa”. Un altro punto all’ordine del giorno sarà la discussione e il voto sulla trasformazione dell'attuale task force dei vescovi sull'assistenza sanitaria in un sottocomitato permanente sulle questioni sanitarie, facente capo alla Commissione per la dottrina. I presuli americani ascolteranno anche i resoconti del cardinale Daniel DiNardo, arcivescovo di Galveston-Houston e presidente della Commissione per le attività pro-vita della Conferenza episcopale sul Progetto Rachele - un’iniziativa della Commissione per aiutare donne che hanno affrontato un aborto - e del cardinale Donald Wuerl sulla situazione delle comunità anglicane che aspirano alla piena comunione con la Chiesa cattolica. Infine, l’assemblea ratificherà la nomina dei nuovi presidenti di cinque Commissioni episcopali e eleggerà il nuovo presidente della Commissione per la giustizia e la pace internazionale. (A cura di Lisa Zengarini)

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    Terra Santa: il mondo dello sport italiano a sostegno della "Corsa della pace"

    ◊   Israeliani, palestinesi e italiani correranno insieme per la pace domani, all’interno dei JPII Games 2011, i giochi sportivi dedicati alla memoria di Giovanni Paolo II. L’iniziativa, giunta all’ottava edizione, è organizzata dall’Opera romana pellegrinaggi (Orp) e dal Centro sportivo italiano (Csi). Spiega padre Cesare Atuire, amministratore delegato Orp: “Con questa iniziativa, ognuno di noi concretamente contribuisce a costruire ponti di pace fra i popoli e, attraverso lo sport, a promuovere quei valori necessari alla costruzione del bene comune”. Gli fa eco Massimo Achini, presidente Csi: “Lo sport costituisce uno dei più grandi strumenti del mondo contemporaneo per promuovere la pace e azzerare ogni distanza tra popoli e persone. Pensare a una corsa che passa attraverso il check-point ed un torneo di calcetto con le porte poggiate al muro potrebbe sembrare follia. Il bello è invece che da 8 anni questo sogno diventa realtà”. Trecento runners (italiani, palestinesi, israeliani e haitiani) copriranno i 12 km di distanza tra Betlemme e Gerusalemme e passeranno - riferisce l'agenzia Sir - attraverso il check point che segna la divisione tra i due territori. Alla manifestazione è giunto il sostegno del presidente del Coni, Gianni Petrucci, del ministro degli Esteri, Franco Frattini, e del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Rocco Crimi. (R.P.)

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    Una Messa a Roma per padre Fausto Tentorio, il missionario ucciso nelle Filippine

    ◊   La memoria di padre Fausto Tentorio, missionario del Pime ucciso nelle Filippine lo scorso 17 ottobre, sarà tenuta viva in una Messa che verrà celebrata a Roma martedì 25 ottobre alle 19, presso la chiesa di S. Maria degli Angeli e dei Martiri in piazza della Repubblica. La Messa funebre avviene nello stesso giorno in cui a Kidapawan, nelle Filippine, si tengono i funerali del missionario assassinato. Prima della Messa, vi sarà una testimonianza di padre Luciano Benedetti, per molto tempo collaboratore di padre Fausto. Nel 1998, padre Benedetti ha vissuto in cattività per quasi tre mesi, rapito da un gruppo di musulmani ribelli. La celebrazione è proposta alla città di Roma dal Pontificio Istituto Missioni Estere (Pime), in collaborazione con il Centro missionario diocesano e la Pontificia unione missionaria. Padre Fausto Tentorio, 59 anni, della provincia di Lecco, da oltre 32 anni nelle Filippine, è stato ucciso la mattina del 17 ottobre da uno sconosciuto, mentre si preparava a partire dalla parrocchia di Nostra Signora del Perpetuo soccorso ad Arakan, in North Cotabato, per un incontro dei sacerdoti della diocesi a Kidapawan. Non si conosce ancora né l’assassino, né i moventi del delitto. In molti però ritengono che il sacerdote sia stato ucciso per il suo impegno nella difesa dei tribali di Mindanao. Padre Tentorio lavorava da decenni fra i gruppi tribali della diocesi, vivendo con loro. La sua evangelizzazione comprendeva anche l’impegno per garantire sopravvivenza e diritti a queste popolazioni spesso derubati delle terre ed emarginate. Padre Fausto Tentorio è il terzo missionario del Pime ad essere ucciso nelle Filippine e nell’isola di Mindanao. Nel 1985, padre Tullio Favali è stato ucciso a Tulunan, nella diocesi di Kidapawan, da un gruppo di guardie private armate. Nel 1992, padre Salvatore Carzedda, impegnato nel dialogo con i musulmani, è stato ucciso a Zamboanga. Nel 2007, padre Giancarlo Bossi era stato rapito da un gruppo di fuoriusciti del Moro Islamic Liberation Front, ma è stato rilasciato dopo oltre due mesi di cattività. Nel 1998, venne rapito anche padre Luciano Benedetti. I suoi rapitori, un gruppo musulmano, lo liberarono dopo oltre due mesi. (R.P.)

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    Romania: a Oradea incontro dei vescovi delle Chiese orientali

    ◊   “Voi sarete i miei testimoni: l’evangelizzazione nelle Chiese cattoliche dell’Europa orientale”: è il tema dell’incontro dei vescovi delle Chiese cattoliche orientali, che si terrà dal 3 al 6 novembre prossimi ad Oradea, in Romania, con il supporto e il coordinamento del Consiglio delle Conferenze episcopali europee (Ccee). Il programma prevede celebrazioni liturgiche, momenti di preghiera e visite all’antica città di Oradea. All’incontro – riferisce l'agenzia Sir – parteciperanno, tra gli altri, il cardinale Leonardo Sandri, prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali, e il presidente del Consiglio delle Conferenze episcopali europee (Ccee), il cardinale Péter Erdö. Interverranno anche il segretario della Congregazione per le Chiese orientali, mons. Cyril Vasil, ed il presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione, l'arcivescovo Rino Fisichella. E’ prevista anche la partecipazione del sindaco di Oradea, Ilei Bolojan, e del segretario di Stato del Ministero della cultura degli affari religiosi, Adrian Lemeni. (A.L.)

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    Indonesia: Flores esempio di pluralismo e libertà religiosa

    ◊   Rispetto ad altri Paesi islamici – dove la conversione dall’islam a un’altra religione è punita perfino con la morte – a Flores, culla del cristianesimo in Indonesia, c’è ogni anno un piccolo gruppo di musulmani che si convertono al cristianesimo e si battezzano. “Ma questo – sottolinea all’agenzia Fides il vescovo della diocesi di Ruteng, mons. Hubertus Leteng – non desta scandalo né alcuna reazione violenta”. La sua diocesi comprende un territorio con tre città, con oltre 700 mila fedeli cattolici, che costituiscono il 93% della popolazione. “Flores – nota il vescovo – è impermeabile alle forme di fondamentalismo che percorrono l’Indonesia”. “Per ragioni storiche, geografiche e culturali, la popolazione locale è stata sempre aperta all’annuncio del Vangelo. In Indonesia – aggiunge il presule – Flores non è vista come un corpo estraneo: è piuttosto una testimonianza del pluralismo tipico della nazione e incarnazione dei principi del Pancasila, che sono alla base dello Stato”. Il presule aggiunge che “tentativi di innescare un conflitto interreligioso, da parte di provocatori, vi sono anche qui, ma l’atteggiamento di leader religiosi, autorità civili e della gente comune ha sempre fatto sì che tali tentativi fallissero”. La missione della Chiesa a Flores – conclude – prosegue rigogliosa grazie alle abbondanti vocazioni: sono oltre 800, ad esempio, le aspiranti suore. (A.L.)

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    Cattolici pakistani: bisogna partire dalla scuola per costruire una nuova società

    ◊   Dal 31 ottobre al 6 novembre la Chiesa cattolica pakistana celebrerà la “Settimana dell’Istruzione”, per sottolineare l’importanza dello sviluppo sociale, economico e umano della minoranza cristiana attraverso la scuola, di ogni ordine e grado. In concomitanza con i giorni dedicati all’istruzione, i cattolici festeggiano anche la “Settimana della gioia nel donare”, istituita dalle organizzazioni pro-diritti umani Masihi Foundation e Life for All. Gli attivisti e i promotori ricordano che offrire parte del proprio benessere ai meno fortunati è parte dello spirito di carità cristiano, oltre che la via per rafforzare solidarietà e rispetto fra i cittadini. L'agenzia AsiaNews da tempo sottolinea l’importanza dell’educazione quale fattore di riscatto e di crescita per il Pakistan, tanto da dedicare alla scuola e all’istruzione un dossier approfondito. In una nota ufficiale, la diocesi di Islamabad/Rawalpindi conferma che “l’istruzione è molto importante per l’affermazione individuale nella vita”, oltre che “il fondamento della società” moderna in un’ottica di benessere economico, stabilità politica e prosperità sociale. Per questo il governo, prosegue, deve prestare “molta attenzione” all’istruzione e garantire sostegno economico e morale “per tutta la nazione”. A 25 milioni di bambini in Pakistan – su un totale di circa 180 milioni di abitanti – è negato il diritto allo studio; il 30% della popolazione vive in condizioni di “estrema” povertà educativa. Nelle aree rurali solo una ragazza su tre frequenta una scuola e due persone su tre, di età compresa fra 6 e 16 anni, è analfabeta. Circa il 30% dei bambini studia negli istituti privati, il 6% nelle madrassa – le scuole coraniche, dove la maggior parte del tempo è dedicata all’apprendimento del libro sacro dei musulmani – ma il dato potrebbe essere di molto superiore, soprattutto nelle zone remote. Il vescovo della diocesi della capitale pakistana sottolinea che l’educazione scolastica “è uno dei fattori più importanti” nella formazione di una persona ed è “diritto di tutti” riceverla. Al termine della settimana, conclude il vescovo, si terrà “un incontro speciale di preghiera” nella locale chiesa cattolica. (R.P.)

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    Il Meeting di Rimini in Giappone all'insegna dell'incontro tra le culture

    ◊   Si svolgerà dal 27 al 31 ottobre, in Giappone, l’evento "Tradizione e globalizzazione. Cristianesimo e buddhismo di fronte alle sfide della modernità", nell’ambito della rassegna “Italia in Giappone”, promossa dall’ambasciata d’Italia a Tokyo. Di fronte alle sfide e alle opportunità della globalizzazione, come rispondono cristianesimo e buddhismo? Quali proposte avanzano sui grandi temi della formazione giovanile, dell’integrazione sociale e culturale, dell’etica dei consumi e della protezione dell’ambiente? E come possono collaborare? Domande di grande attualità, in una terra colpita dalle calamità e dai disastri causati dalla natura e dall’uomo. A partire da queste domande si snoda una singolare e affascinante iniziativa itinerante, che coinvolge religiosi, studiosi ed esperti europei e giapponesi, in una riflessione globale. A ispirarla, da parte italiana, è il pensiero di don Luigi Giussani, fondatore del Movimento di Comunione e Liberazione - il suo spirito ecumenico, la sua apertura verso ogni diversità - e da parte giapponese la grande tradizione delle Scuole Shingon e Soto, con il loro approccio aperto al dialogo e alla comprensione delle diverse esperienze religiose e umane. Nel solco di questa ricerca - riferisce l'agenzia Zenit - si inserirà anche l’approfondimento sulla figura di Fosco Maraini, che ha contribuito in modo determinante agli studi sul Giappone e sulle diverse realtà del continente asiatico. All’incrocio di queste strade di dialogo e di conoscenza, si situa l’esperienza del Meeting di Rimini, che più volte ha ospitato esponenti della Scuola Shingon del Monte Koya. (R.P.)

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    Brasile: seminario dei Gesuiti sulla creazione di un Osservatorio panamazzonico

    ◊   Dal 27 al 29 ottobre, si terrà a Manaus, in Brasile, il primo seminario internazionale per creare un "Osservatorio Pan-amazzonico". Il seminario – riferisce il Servizio digitale d'informazione dei Gesuiti – è organizzato dal "Servizio di azione, riflessione ed educazione sociale" (Sare) e dal Centro sociale dei Gesuiti della Regione amazzonica. La proposta di un Osservatorio Pan-amazzonico nasce, in primo luogo, dalla necessità di collaborare nell'affrontare le situazioni di conflitto in cui si trovano le popolazioni dell'Amazzonia, di fronte all'imposizione di modelli di sviluppo neo-liberisti e alla necessità urgente di continuare a costruire strategie di azione che aiutino ad articolare sempre meglio le battaglie necessarie e le alternative per la costruzione di un'Amazzonia più giusta. In secondo luogo, l'Osservatorio nasce dalla necessità di facilitare una lettura della realtà in collaborazione con i movimenti e le entità sociali che si occupano dei vari problemi che minacciano la vita in Amazzonia. E in terzo luogo, dalla necessità di intensificare produzioni alternative in armonia con la politica di preservazione del pianeta e delle foreste che sono patrimonio delle comunità e dei popoli tradizionali. In ognuno dei Paesi amazzonici (Brasile, Colombia, Ecuador, Perù, Bolivia, Guyana inglese, Guyana francese, Suriname e Venezuela) sorgeranno degli Osservatori locali per monitorare la situazione, sempre in contatto con la sede centrale. (L.Z.)

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    "Primavera araba", contadini colombiani e un cronista bielorusso finalisti al Premio Sakharov

    ◊   Al termine della prossima sessione plenaria dell’Europarlamento, che si svolgerà da domani al 27 ottobre a Strasburgo, il presidente dell’Assemblea, Jerzy Buzek, annuncerà il vincitore del Premio Sacharov per la libertà di pensiero 2011. I nominativi dei tre finalisti - riferisce l'agenzia Sir - sono stati definiti dai leader dei gruppi politici: si tratta di cinque attivisti della “primavera araba” di diverse nazionalità, del giornalista bielorusso, Dzmitry Bandarenka, dell’Associazione dei giornalisti bielorussi, e della Comunità di pace San José de Apartado, gruppo di contadini colombiani “che prende le distanze da ogni forma di violenza e difende la libertà dei cittadini”. Il vincitore – segnala una nota dell’Europarlamento – riceverà il riconoscimento (che comprende un assegno di 50 mila euro) durante la sessione di dicembre, in coincidenza con l’anniversario della Dichiarazione universale per i diritti umani delle Nazioni Unite, firmata il 10 dicembre 1948. Lo scorso anno il vincitore del Premio, il dissidente cubano Guillermo Fariñas, non ha potuto partecipare alla cerimonia di premiazione. Il governo dell’Avana non aveva rilasciato l’autorizzazione per lasciare il Paese. Il Premio è intitolato allo scienziato e dissidente Andrej Dmitrievic Sacharov, Premio Nobel per la fisica esiliato per essersi opposto al programma nucleare e al regime dell’Urss. (R.P.)

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    24 Ore nel Mondo



    Grave sisma in Turchia: numerosi morti, centinaia i feriti

    ◊   Un terremoto di magnitudo 6.6 è stato registrato oggi nella provinciale orientale turca di Van, anche se l'Istuto di sismologia di Hong Kong parla di un'intensità più forte, pari a 7,5 sulla scala Richter. Secondo l'agenzia Anatolia ci sarebbero molti morti e un centinaio di feriti. Molte case sono crollate e centinaia di cittadini potrebbero essere rimasti intrappolati sotto le macerie. Il sindaco di Ercis, Arapoglu, ha chiesto aiuto e l'invio di medici e soccorritori anche dai Paesi vicini. L'epicentro è stato localizzato a 5 km di profondità dal villaggio Tabanli.

    Libia: eseguita autopsia sul corpo di Gheddafi, stasera il Cnt annuncia la liberazione
    Cresce l’attesa per la dichiarazione del Consiglio nazionale di transizione libico (Cnt), che oggi si accinge a proclamare la liberazione del Paese, preludio alla formazione di un esecutivo in grado di preparare, tra otto mesi, le elezioni. Intanto, è stata eseguita l’autopsia sul corpo di Gheddafi che potrebbe essere riconsegnato alla famiglia. Secondo i medici, sarebbe morto sul colpo dopo una ferita d’arma da fuoco. Ancora giallo sulla sorte di Saif al Islam, figlio del rais, che gli appartenenti alla sua tribù hanno nominato successore del padre. Mentre restano dubbi sulle circostanze che hanno portato all’uccisione dell'ex leader libico, la comunità internazionale auspica la formazione di un governo inclusivo, l’avvio di un processo di riconciliazione tra le diverse anime del Consiglio nazionale di transizione e libere elezioni. Sarà possibile? Risponde il prof. Franco Rizzi, segretario generale dell’Unione delle Università del Mediterraneo, intervistato da Giada Aquilino:

    R. – Dovrà essere possibile. E’ una strada che va assolutamente percorsa, perché non si può lasciare il Paese nel caos o in balia delle vendette trasversali tra le diverse tribù e clan.

    D. – Il Cnt ha una composizione varia: “gheddafiani” che non si sono macchiati di reati di sangue, società civile, islamici di diverse confessioni. Per dove può passare un’intesa?

    R. – L’intesa può passare esclusivamente tenendo presente il bene del Paese. Ed è veramente un’impresa, perché tutte queste divisioni cercano ovviamente di portare acqua al mulino di una parte anziché di un’altra. Se non si tiene presente la necessità che ognuno deve fare un passo indietro per il bene del Paese, credo sarà estremamente difficile e lungo il percorso di transizione.

    D. – Ora quali rischi si corrono? Vendette, rappresaglie, altri fatti di sangue?

    R. – Penso si debba partire da un dato di fatto: la Libia non è né la Tunisia, né l’Egitto, dove esistevano sia lo Stato sia le istituzioni. Le istituzioni esistono ancora e quindi il processo elettorale in Tunisia, ad esempio, è stato possibile proprio perché lo Stato era presente. Ora, se non capiamo com’era fatta la Libia e com’era strutturata – cioè intorno ad una persona, senza che le istituzioni importanti che formano uno Stato funzionassero effettivamente – non possiamo renderci conto della situazione. Per cui, il discorso degli otto, dodici mesi o due anni e così via è un discorso che dovrà essere seguito volta per volta, perché si tratta di ricostruire tutto.

    D. – E l’aspetto dei diritti umani? Pensiamo alle notizie e alle immagini sulla morte di Gheddafi...

    R. – Sono convinto che quello che è successo sia di una brutalità estrema. In una situazione del genere, la violenza può portare a queste brutalità, ma significa anche che – per quanto il dittatore possa esser stato responsabile di molteplici massacri – la coscienza di rispettare la vita umana e sottoporre la persona a un eventuale processo di fatto in tanti casi ancora non c’è, nonostante siano stati compiuti molti progressi nel campo dei diritti umani. (vv)

    Algeria: rapiti cooperante italiana del Cisp e due spagnoli
    Una cooperante italiana, Rossella Urru, rappresentante del Comitato italiano sviluppo dei popoli (Cisp) e due suoi colleghi spagnoli sono stati rapiti in un campo profughi sahrawi nel sud dell’Algeria. Lo hanno riferito i media spagnoli citando fonti governative. I rapitori, appartenenti al gruppo terroristico Al Qaeda nel Maghreb, sarebbero arrivati dal Mali a bordo di un fuoristrada e con le armi spianate hanno attaccato la foresteria di un campo profughi a ovest di Tinduf. Il Ministero degli esteri italiano ha confermato il sequestro dela cooperante e attivato tutti i canali per promuovere una soluzione positiva della vicenda. Il ministro degli esteri, Franco Frattini, ha chiesto il necessario riserbo agli organi di informazione.

    Colombia: due attacchi Farc in 48 ore, 20 soldati uccisi
    Almeno 20 militari sono stati uccisi nelle ultime 48 ore in Colombia, in due attacchi condotti da guerriglieri marxisti delle Farc nelle province di Narino e di Arauca. Lo ha reso noto l’esercito colombiano, specificando che i soldati stavano svolgendo un’azione di prevenzione e controllo in vista delle prossime elezioni regionali del 30 ottobre.

    Tunisia al voto: prime elezioni libere nella storia del Paese
    La Tunisia, il primo Paese a dare il via alla “Primavera araba”, è chiamata alle urne per eleggere l’Assemblea costituente, a nove mesi dalla deposizione dell’ex leader, Ben Alì. Per le prime elezioni libere, lunghe file si sono formate ancor prima dell’ apertura dei seggi. Favorito il partito islamico Ennahdha. Il servizio di Stefano Vergine:

    I tunisini hanno la pazienza di chi ha aspettato per molto tempo questo momento. Tanti si sono presentati alle urne prima ancora dell'orario d'apertura, formando lunghe file che rendono in un'immagine l'entusiasmo del Paese. Quasi due milioni di persone, sui sette aventi diritto al voto, non si erano iscritte nei giorni scorsi alle liste elettorali. Le operazioni di registrazione, nei seggi visitati finora, sono perciò piuttosto lente ed è difficile dire se le urne chiuderanno alle 19 come previsto. La maggior parte dei tunisini aspetta ordinatamente il proprio turno. Si dividono spontaneamente tra uomini e donne. Le strade di Tunisi sono mezze vuote in questa domenica storica. I giornali propongono editoriali che invitano ai seggi. “Voto quindi sono”, scrive in prima pagina La Presse. La giornata di festa è testimoniata da qualche macchina che inizia ad attraversare le vie del centro strombazzando i clacson, con le bandiere nazionali spiegate.

    Elezioni Argentina: 28, 8 milioni di cittadini alle urne
    Tornata elettorale anche in Argentina: 28,8 milioni di elettori chiamati ad eleggere presidente, vicepresidente, 130 deputati e membri del senato. E’ la settima volta che si vota per il presidente in Argentina dal ritorno della democrazia nel 1983 e la seconda volta che un capo dello stato, l’uscente Cristina Fernandez Kirchner, corre per la riconferma del suo mandato.

    Bulgaria: si vota per elezioni presidenziali e amministrative
    Giornata elettorale in Bulgaria, dove alle 6 di oggi, ora locale, sono stati aperti i seggi per le elezioni presidenziali, per la prima volta in programma assieme alle amministrative. Tutti i sondaggi prevedono la vittoria di Rossen Plevneliev, candidato del partito conservatore Gerb, attualmente al potere. Suo diretto sfidante è il candidato di sinistra, Ivaylo Kalfin, accreditato al 17-22% delle preferenze. Poi Meglena Kuneva, indipendente, data dai sondaggi al terzo posto. Poco più di 6,9 milioni di bulgari sono chiamati al voto diretto del presidente. Per l’elezione al primo turno, è necessario ottenere il 50% più uno dei consensi.

    Legislative in Svizzera
    Si vota oggi anche in Svizzera per il rinnovo del parlamento federale, anche se in realtà la maggior parte dei cinque milioni di elettori ha già votato per posta. I sondaggi prevedono un quadro politico stabile: l’interesse degli osservatori si concentra su quale tipo di affermazione avrà la destra nazionalista Udc/Svp, che ha già la maggioranza relativa nel parlamento uscente.

    L’Europa a Bruxelles: un’azione determinata per uscire dalla crisi
    Riunione del Consiglio europeo oggi, a Bruxelles, per cercare una via d’uscita alla crisi. Sul tavolo, il rafforzamento del Fondo salva-Stati, l’aumento di capitale alle banche, oltre agli aiuti alla Grecia e alla questione del debito pubblico italiano. “Per mantenere la stabilità finanziaria e far ripartire il mercato del lavoro serve un’azione determinata”: è questo il monito contenuto nella bozza delle conclusioni del vertice, nella quale si esorta il G20 in programma a Cannes il 3 e 4 novembre prossimi ad approvare un piano ambizioso per assicurare una crescita forte, sostenibile ed equilibrata. Il servizio di Cecilia Seppia:

    Giornata frenetica a Bruxelles, con la riunione del Consiglio europeo chiamato a sciogliere parecchi nodi: primo tra tutti la crisi del debito sovrano dell’Eurozona, le riforme strutturali, il rigore dei conti, necessari per garantire una crescita sostenibile, inclusiva ed ecocompatibile come si legge nella bozza del testo. E anche se per le conclusioni bisognerà aspettare mercoledì prossimo, fa sapere la cancelliera tedesca Merkel, dal vertice arriva un annuncio inaspettato: nasce la figura di "mister euro", ovvero un presidente del Summit dell’Eurogruppo, eletto dai leader dei 17, il cui compito sarà quello di presiedere le riunioni e tenere informati gli Stati che non appartengono all’Eurozona. Ruolo che per ora verrà ricoperto dall’attuale presidente, Herman Van Rompuy. E mentre cresce l’attesa per sapere se l’Italia riuscirà a superare l’esame del Consiglio, dal presidente del parlamento Ue, Jerzy Buzek, arriva un messaggio a Roma affinchè prosegua sulla strada delle riforme e dell’austerità, dando risposte convincenti. Stesso monito per Madrid: “Dobbiamo fare di tutto - ha aggiunto Buzek - per costruire protezioni che possano aiutare questi paesi in difficoltà e prevenire il contagio”. Il riferimento chiaro è ad Atene, e proprio il premier ellenico Papandreou ha rivolto un appello affinché vengano prese misure decisive per combattere la crisi. “E' evidente - ha detto - che non si tratta di una crisi della Grecia ma di una crisi dell’Europa”. Sul tavolo del Consiglio, tra l’altro, un nuovo piano da 800 miliardi di aiuti per salvare il Paese ellenico. Altro tema forte le banche: per ora dall’Ecofin è arrivato un accordo di massima sulla ricapitalizzazione degli istituti di credito: una boccata di ossigeno da 100 miliardi di euro, che Bruxelles dovrà convalidare.

    Yemen: scontri a Sanaa, almeno 20 morti
    E’ salito ad almeno 20 morti, tra cui cinque soldati disertori, il bilancio della nuova giornata di scontri a Sanaa, capitale dello Yemen, tra le truppe fedeli al presidente Ali Abdullah Saleh e le forze di opposizione. La repressione, che dura da mesi, si è intensificata dopo la risoluzione di condanna decisa dal Consiglio di Sicurezza dell’Onu, contro il leader yemenita.

    Siria. Attivisti: almeno 13 uccisi
    Altra notte di sangue in Sira, dove 13 persone tra cui 11 civili sono rimasti uccisi nella repressione militare compiuta dalle forze fedeli al presidente, Bashar al Assad, in particolare nella città di Homs. Lo riferiscono i Comitati di coordinamento locali che parlano anche di quattro civili uccisi ad Hama nel corso della mattinata. L’agenzia ufficiale Sana riporta invece dell’uccisione di due poliziotti da parte di gruppi di terroristi armati.

    Egitto: smentite voci su morte Mubarak
    Fonti dei servizi di sicurezza egiziani hanno smentito la voce rilanciata da diversi siti web che davano per morto l’ex presidente egiziano, Hosni Mubarak, colpito da una crisi di nervi, dopo aver visto le foto dell’uccisione di Muammar Gheddafi. I medici erano intervenuti per sedarlo.

    Birmania: inondazioni, oltre cento morti da mercoledì
    La Birmania travolta da una terribile ondata di maltempo. Oltre cento persone sono morte a causa dei violenti nubifragi che si sono abbattuti sul centro del Paese, da mercoledì scorso. Altre 106 risultano attualmente disperse. La regione più colpita è stata quella di Magway, dove sono state spazzate via oltre duemila case di quattro città.

    Indignados: a Sydney 40 fermi
    Continua la protesta degli “indignados” in varie parti del mondo. In Australia, la polizia ha fermato 40 manifestanti durante lo sgombero di un accampamento nel distretto finanziario di Sydney. L’arresto è avvenuto per disordini e resistenza a pubblico ufficiale. (Panoramica internazionale a cura di Cecilia Seppia)

    Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LV no. 296

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    E' possibile ricevere gratuitamente, via posta elettronica, l'edizione quotidiana del Bollettino del Radiogiornale. La richiesta può essere effettuata sulla home page del sito www.radiovaticana.va/italiano.

    Segreteria di redazione: Gloria Fontana, Mara Gentili, Anna Poce e Beatrice Filibeck, con la collaborazione di Vera Viselli.