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Sommario del 20/10/2011

Il Papa e la Santa Sede

  • Benedetto XVI ai vescovi australiani: ispirati da Santa Mary MacKillop, impegnatevi nella nuova evangelizzazione
  • Il Papa inugura la "Domus Australia": una casa per trovare le "radici" e le "ali" della fede
  • Telegramma di cordoglio di Benedetto XVI per la morte di padre Tentorio nelle Filippine
  • Mons. Filoni sulla Giornata missionaria mondiale: guardiamo ai 5 miliardi di persone che non conoscono il Vangelo
  • Messaggio del cardinale Bertone al Convegno del Centro europeo per le radici cristiane
  • In Vaticano il Convegno degli Ordinariati militari. Il cardinale Herranz: i soldati cristiani sono chiamati alla santità
  • Messaggio per la festa di Deepavali: cristiani e indù insieme per promuovere la libertà religiosa
  • Oggi su "L'Osservatore Romano"
  • Oggi in Primo Piano

  • Kosovo: la Kfor interviene al confine con la Serbia
  • Giornata Mondiale dell'Osteoporosi: in Italia, la patologia colpisce 5 milioni di persone
  • Presentata l’edizione italiana del libro “Minorenni in vendita”: storie di ragazze dell’Est Europa vittime della tratta
  • Chiesa e Società

  • Emergenza alluvioni in Thailandia: anche la Chiesa impegnata nei soccorsi
  • Egitto: solidarietà alla comunità copta dai leader di tutte le altre religioni presenti nel Paese
  • Pakistan: trasferito il giudice che ha condannato l’assassino di Salman Taseer
  • Kenya: oltre 60 mila rifugiati trasferiti al campo di Kakuma dove operano i Salesiani
  • Costa d'Avorio: saccheggiate da bande di malviventi chiese e parrocchie
  • Indonesia: l’impegno delle donne cattoliche nella lotta alla povertà e alla violenza
  • Nepal: cattolici in aumento nonostante le leggi anti-conversione
  • Polonia: Giornata di commemorazione del Beato Jerzy Popiełuszko
  • Porto Rico: oltre alla polizia anche le Chiese potranno raccogliere le armi illegali
  • Il Patriarca Gregorio III Laham in visita in Venezuela
  • Cile: celebrazioni per la Giornata missionaria mondiale
  • Argentina: gioia nell'Istituto Cristífero di Azul per l’approvazione pontificia
  • Francia, Inghilterra e Spagna: in Europa lo "spirito di Assisi"
  • Saragozza: entrati nel vivo i lavori del Congresso mondiale dell'Educazione cattolica
  • Indonesia: ad Ambon il nunzio apostolico inaugura l’Istituto catechistico e il nuovo seminario
  • Canada: mons. Richard Smith eletto nuovo presidente della Conferenza episcopale
  • Polonia: 70% dei 'si' alla presenza del Crocifisso nell’aula del Parlamento
  • Roma: Veglia dei giovani per celebrare Giovanni Paolo II. Annullato il pellegrinaggio
  • 24 Ore nel Mondo

  • Libia: il Cnt annuncia la morte di Gheddafi
  • Il Papa e la Santa Sede



    Benedetto XVI ai vescovi australiani: ispirati da Santa Mary MacKillop, impegnatevi nella nuova evangelizzazione

    ◊   La Chiesa australiana si è rinnovata grazie alla Gmg di Sydney e la canonizzazione di Mary MacKillop: è quanto sottolineato da Benedetto XVI nel discorso ai vescovi australiani, ricevuti stamani in Vaticano, in occasione della visita ad Limina. Il Papa ha incoraggiato i presuli ad impegnarsi nella sfida della nuova evangelizzazione. Quindi, ha chiesto loro di continuare a riparare, con onestà e umiltà, gli errori e peccati compiuti in passato da membri del clero. L’indirizzo d’omaggio al Papa è stato rivolto dall’arcivescovo di Adelaide, e presidente dell’episcopato australiano, mons. Philip E. Wilson. Il servizio di Alessandro Gisotti:

    La Chiesa dell’Australia – ha affermato Benedetto XVI – può guardare con fiducia alle sfide del futuro, grazie a due momenti di grazia che ne hanno contraddistinto la storia recente, la Gmg di Sydney e la canonizzazione di Mary MacKillop, prima Santa australiana:

    “World Youth Day was blessed…”
    “La Giornata Mondiale della Gioventù – ha detto il Papa – è stata benedetta da un grande successo” e ha continuato a dare frutti. Il clero e i fedeli, ha osservato, “hanno sperimentato la giovane vitalità della Chiesa” e la “perenne rilevanza” della Buona Novella che va "proclamata ad ogni generazione”. Lo Spirito Santo, ha soggiunto, “non cessa mai di risvegliare nei cuori dei giovani il desiderio per la santità e lo zelo apostolico”. Di qui l’importanza di essere vicini a quei giovani che “riflettono seriamente sulla possibilità” di dedicare la propria vita al sacerdozio o alla vita religiosa. Il Pontefice si è quindi soffermato sulla canonizzazione di Mary MacKillop, Santa Maria della Croce:

    “In circumstances that were often very trying…”
    “In circostanze che sono state spesso di grande prova”, ha detto, Mary MacKillop è sempre rimasta una madre spirituale, colma di amore per i bambini e le donne che le erano affidate. E’ stata, inoltre, “un’insegnante innovativa della gioventù”:

    “Her vigorous faith, translated into dedicated…”
    “La sua fede vigorosa trasformata e dedicata in un’azione paziente”, ha detto il Papa, “è stato il suo dono all’Australia” e al mondo. E ha auspicato che il suo esempio “ispiri le azioni dei genitori, dei religiosi, degli insegnanti e di quanti si occupano del bene dei bambini”, offrendo loro protezione dal male e un’educazione per un felice e prospero futuro:

    “Saint Mary MacKillop’s courageous…”
    “La risposta coraggiosa di Santa Maria MacKillop alle difficoltà che ha affrontato nella sua vita ha affermato il Papa – possano ispirare i cattolici di oggi” nel confrontarsi con la nuova evangelizzazione, nella diffusione del Vangelo in tutta la società. Il Papa ha ribadito l’importanza della formazione, a partire dal catechismo dei bambini. Al contempo, ha osservato, che anche i membri del clero devono essere assistiti e incoraggiati nella propria formazione, “con l’approfondimento della vita spirituale, in un mondo attorno a loro che si va sempre più velocemente secolarizzando”. Di qui, il monito del Papa a impegnarsi per sanare le ferite del passato:

    “It is true that yours is a pastoral burden..”
    “E’ vero – ha riconosciuto – che il vostro compito pastorale è stato reso più pesante dai peccati ed errori del passato di altri”, ancor più gravi quando compiuti da membri del clero e religiosi. “Tuttavia – ha avvertito – voi avete ora il compito di continuare a recuperare gli errori del passato con onestà e trasparenza, in modo da costruire, con umiltà e fermezza, un futuro migliore” per tutti. Ha quindi incoraggiato i presuli ad essere pastori di anime, assieme ai sacerdoti, guidando con amore e verità il proprio gregge. Il Papa ha infine espresso apprezzamento per la nuova traduzione del Messale Romano, “frutto di una straordinaria cooperazione” tra i vescovi e la Santa Sede.

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    Il Papa inugura la "Domus Australia": una casa per trovare le "radici" e le "ali" della fede

    ◊   Una casa per i pellegrini dove scoprire che la fede ha bisogno sia di radici che di “ali”. Con questo pensiero, Benedetto XVI ha inaugurato ieri pomeriggio la “Domus Australia”, una struttura destinata in particolare alle persone che dall’Oceania giungono a Roma per visitare i luoghi della cristianità. Il servizio di Alessandro De Carolis:

    Piedi saldamente in terra e cuore che si libra in cielo. È questa l’immagine più tipica del cristiano, uomo che si immerge nell’umanità del suo tempo per diffondervi i valori di Dio. Ed è questo il migliore augurio che il Papa ha voluto destinare alla “Domus Australia”, struttura dall’architettura antica ma rimodernata secondo i comfort più all’avanguardia, ubicata a Roma a poca distanza dalla Stazione Termini, ovvero uno dei luoghi di transito per eccellenza della capitale. Nel ringraziare il cardinale Pell e le personalità presenti alla cerimonia di ieri, Benedetto XVI ha prima di tutto ricordato che “quasi esattamente un anno fa” era stata canonizzata Mary MacKillop, la prima Santa australiana. In lei, ha osservato il Papa, brillano al meglio le virtù cristiane, tra cui la consapevolezza di essere di passaggio sulla terra verso un “obiettivo ultimo” dove, ha affermato, “nessun occhio ha visto, nessun orecchio sentito, né alcun cuore concepito ciò che Dio ha in serbo per coloro che lo amano”:

    “The Church’s long tradition of pilgrimage…
    La lunga tradizione del pellegrinaggio della Chiesa verso luoghi santi serve a ricordarci che siamo proiettati verso il Paradiso; essa ci richiama alla santità, ci avvicina sempre più al Signore e ci rafforza con cibo spirituale lungo il nostro viaggio. Tante generazioni di pellegrini si sono recate a Roma da tutto il mondo cristiano con lo scopo di venerare le tombe dei Santi Apostoli Pietro e Paolo e di rendere più salda e intensa la propria comunione con la Chiesa di Cristo fondata dagli Apostoli”.

    In quest’ottica, ha proseguito Benedetto XVI, la “Domus Australia” riveste “un ruolo importante nel fornire un alloggio ai pellegrini australiani” che raggiungono “la città degli Apostoli”. Per loro, ha soggiunto, è un modo per riscoprire le radici della fede. E tuttavia “le radici sono solo una parte della storia” poiché, ha asserito il Papa, “secondo un detto attribuito ad un grande poeta del mio Paese, Johann Wolfgang von Goethe, ci sono due cose che i bambini dovrebbero ricevere dai loro genitori: radici e ali”:

    “Dalla nostra Madre Santa, la Chiesa, anche noi riceviamo radici e ali: la fede degli Apostoli, tramandata di generazione in generazione, e la grazia dello Spirito Santo trasmessa soprattutto attraverso i sacramenti della Chiesa. I pellegrini che da questa città ritornano nei loro Paesi sono rinnovati e rafforzati nella fede e vengono accompagnati dallo Spirito Santo nel loro viaggio verso il Paradiso”.

    Prego, ha concluso Benedetto XVI, “perché i pellegrini che passano per questa casa tornino alle proprie case con una fede più salda, una speranza e un amore per il Signore più ardenti, pronti ad impegnarsi con un nuovo zelo a testimoniare Cristo nel mondo in cui vivono e lavorano”.

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    Telegramma di cordoglio di Benedetto XVI per la morte di padre Tentorio nelle Filippine

    ◊   Il Santo Padre ha inviato oggi al vescovo e alla comunità di Kidapawan, nelle Filippine, un messaggio di cordoglio per la morte di padre Fausto Tentorio, il missionario del Pontificio Istituto Missioni Estere ucciso lunedì scorso. Una Messa speciale per ricordare il sacerdote sarà celebrata il prossimo 28 ottobre nella cattedrale di Zamboanga. Intanto gli inquirenti indagano negli ambienti militari e paramilitari, contro la cui presenza sempre più forte nella vita sociale, il missionario si batteva da anni. Sullo stato dei rapporti tra cristiani e musulmani nel mondo, Emanuela Campanile ha sentito padre Piero Gheddo del Pontificio Istituto Missione Estere:

    R. - Bisogna distinguere dai Paesi: ad esempio in Bangladesh o nel Camerun del Nord o in Senegal o in Mali, cristiani e musulmani vivono normalmente in pace.

    D. - Quando allora succedono questi episodi?

    R. - Quando c’è quell’islam estremista, violento di tipo, diciamo, mediorientale. Nei Paesi più marginali e più lontani, tipo quelli del Nord Africa - dal Marocco all’Egitto - e dell’Africa subsahariana, e poi in altri Paesi come l’India, i cristiani sono abbastanza tranquilli ma quasi sempre discriminati…

    D. - Perché danno così tanto fastidio?

    R. - La fobia dei cristiani è nata soprattutto dopo le guerre contro Israele: c’è stata tutta una campagna mondiale dell’islam che sosteneva che “gli israeliani sono nemici dei musulmani” e che "i cristiani sono i crociati che appoggiano Israele". Quindi, poco a poco, è cresciuta questa avversione anticristiana. L’altra grande data negativa è stata quella del 1979, quando Khomeini ha preso il potere in Iran: questa è stata la data che ha cambiato l’islam nel mondo, perché Khomeini ha cominciato a parlare del “martirio per l’islam” e del “martirio per Dio”, del “terrorismo per Dio" e della "guerra santa per Dio”. Ma il mondo musulmano sta cambiando in certi Paesi, come la Malaysia, la Tunisia, l’Egitto e anche il Marocco.

    D. - Che futuro vede per le comunità cattoliche in questi Paesi?

    R. - Dipende sempre dall’evolversi generale dell’islam. Io sono abbastanza ottimista: oggi c’è tutta una corrente, che noi chiamiamo l’islam moderato, che non riesce a farsi sentire e che tuttavia ha studiato ed è abbastanza numerosa, formata da imam e da universitari, che capiscono le nuove istanze della contemporaneità. A poco a poco, questa corrente finirà per vincere, perché non credo l’islam possa vivere nel contesto attuale senza tener conto del mondo moderno.

    D. - Però la “primavera araba”, se guardiamo all’esempio dell’Egitto, non è che faccia presagire orizzonti così rosei…

    R. - E’ vero. E’ difficile fare una previsione. Io sono ottimista, perché lo Spirito Santo guida anche la nostra storia… Ma è un periodo di transizione che naturalmente - io penso - a poco a poco finirà per emarginare l'islam estremista. (mg)

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    Mons. Filoni sulla Giornata missionaria mondiale: guardiamo ai 5 miliardi di persone che non conoscono il Vangelo

    ◊   Era il 1926 quando l’Opera della Propagazione della Fede, suggerì a Pio XI di indire una Giornata annuale in favore dell’attività missionaria della Chiesa universale. La richiesta venne accolta con favore e l’anno successivo, nel 1927, fu celebrata la prima Giornata Missionaria Mondiale, stabilendo che ciò avvenisse ogni penultima domenica di ottobre, tradizionalmente riconosciuto come mese missionario. Roberto Piermarini ha chiesto al prefetto di Propaganda Fidae, l’arcivescovo Fernando Filoni, quali spunti di riflessione offre al popolo di Dio il tema scelto quest’anno da Benedetto XVI per la Giornata che si celebra domenica prossima: "Come il Padre ha mandato me, anch'io mando voi", tratto dal Vangelo di Giovanni:

    R. - La scelta di questo tema del Santo Padre ha naturalmente come referente - prima di tutto - il Padre, perché c’è una missione che viene da Dio, viene affidata a Gesù e Gesù - da parte sua - gli affida gli uomini: questi uomini sono gli Apostoli e gli Apostoli l’affidano ai loro successori e quindi alla Chiesa. Si vede questa catena che parte come anello da Dio e naturalmente arriva agli uomini. La storia poi, ci permette di portare questo annunzio in tutti i luoghi e in tutte le nazioni. Fin quando c’è un uomo che non conosce il Vangelo, non conosce l’amore di Dio, diventa essenziale per la Chiesa e in particolare per la nostra Congregazione portare l’annuncio del Vangelo, anche a quest’ultimo fratello: “Come il Padre ha mandato me, anche io mano voi”. La Chiesa si trova oggi a questo punto, di essere mandata per realizzare il comandamento di Gesù.

    D. - Eccellenza, il suo dicastero è destinatario della prima evangelizzazione. Ma quale significato assume, oggi, la Giornata missionaria mondiale nel contesto della nuova evangelizzazione?

    R. - La nuova evangelizzazione, in particolare, guarda a chi già ha ricevuto e conosce il Vangelo o che comunque pur avendolo ricevuto - per esempio nel Sacramento del Battesimo - ormai l’ha quasi dimenticato, per non dire che lo ignora. La Giornata Missionaria, invece, è la prima evangelizzazione, come il Concilio Vaticano II, nel Decreto Ad gentes ha detto: “Il primario compito della Chiesa rimane quello dell’annunzio”. Insieme all’annunzio si fa, però, anche la ri-evangelizzazione di chi lo ha ricevuto. Come dicastero noi siamo impegnati soprattutto ad arrivare a quei 5 miliardi di uomini che non conoscono il Vangelo e per noi diventa primaria questa finalità.

    D. - Le collette che si faranno in questa Giornata, avranno una destinazione particolare?

    R. - Le collette della Giornata missionaria prendono in considerazione tutte le attività missionarie, dall’evangelizzazione all’implantatio della Chiesa laddove non c’è e facendo propri tutti i progetti per portare avanti l’evangelizzazione. Si tratta quindi di collette che aiutano a creare le diocesi, a formare il clero, a formare le religiose, a dare questa struttura e tutti gli elementi necessari perché viva la vita della Chiesa, la vita dell’evangelizzazione, la vita liturgica: quindi la costruzione delle chiese e, assieme alle chiese, la formazione dei ragazzi e dei giovani attraverso le scuole, spesso primarie, spesso secondarie e in alcuni casi anche universitarie. Questo aiuto viene dato anche a tutta la realtà umana e quindi la promozione dell’uomo, della donna, dell’infanzia e alla cura della salute… Dunque, un mondo immenso che viene ad essere toccato dalla generosità dei cristiani, i quali partecipano, in questo modo concreto, a quell’annunzio del Vangelo che essi direttamente non fanno. Quindi abbiamo persone che s’impegnano direttamente come missionari (uomini, donne, religiosi, laici) - nell’evangelizzazione e poi c’è questo sostegno materiale, affinché questo annunzio possa arrivare dovunque. La partecipazione, anche con un’offerta, diventa importante. E' un po’ come l’obolo della vedova: non salverà, ma aiuterà moltissimo la salvezza di Dio e l’opera di aiuto è di tutti.

    D. - Il Papa ha indetto domenica scorsa un "Anno della fede", che inizierà nell'ottobre 2012, per dare rinnovato impulso — ha affermato — alla missione di tutta la Chiesa". Eccellenza, con quale spirito guarda a quest’Anno?

    R. - Guardo con spirito pieno di speranza, soprattutto per l’evangelizzazione. Siamo alla vigilia della Giornata missionaria mondiale e il Papa ha scelto proprio questo tempo per annunziare questo “Anno della fede”. Il Papa dice che “la fede va annunciata con gioia nel nostro tempo”. E’ una fede che deve raggiungere coloro che già la conoscono, ma anche quelli che non la conoscono. Questa indizione avviene nel mese di ottobre, un mese carico di tanti significati: il fatto che Giovanni XXIII avesse avviato il Concilio proprio il 12 ottobre; il fatto che in questo periodo, normalmente venga scelto anche come momento dei Sinodi - anche quello per l’Africa ebbe luogo in ottobre. Da ultimo, il fatto che il Papa ora annunci questo anno nel mese di ottobre, in tale contesto - dice il Papa stesso - e proprio in vista della Giornata Missionaria Mondiale. Questo richiama la giusta dimensione universale non solo della nuova evangelizzazione, ma di una nuova evangelizzazione in armonia - ha detto - con quella missione ad gentes, che è tipica proprio della nostra Congregazione.

    D. - Con che spirito si accinge ad accompagnare il Papa, come Prefetto della Congregazione per l'Evangelizzazione dei popoli, nel prossimo viaggio di Benedetto XVI nel Benin a novembre?

    R. - Abbiamo avuto un periodo di preparazione per la seconda Assemblea speciale per l’Africa. Il Papa si è recato in Africa per consegnare l’“Instrumentum laboris”, che doveva preparare i vescovi africani a questo evento. Poi, abbiamo avuto il momento celebrativo, qui a Roma, e adesso c’è il momento conclusivo: il Papa va nel Benin proprio per consegnare l’Esortazione Apostolica quale frutto, quale conclusione di tutto questo periodo preparativo e celebrativo. E lo fa proprio nella terra africana, nel servizio della riconciliazione, della giustizia e della pace di cui questo continente ha veramente bisogno. Naturalmente, l’espressione biblica che ha accompagnato il Sinodo - “Voi siete il sale della terra, voi siete la luce del mondo” - diventa anche la consegna di ciò che la Chiesa è chiamata a fare nel continente. (mg)

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    Messaggio del cardinale Bertone al Convegno del Centro europeo per le radici cristiane

    ◊   Il cardinale segretario di Stato, Tarcisio Bertone, ha inviato ieri un messaggio incentrato sull’importanza della Dottrina sociale della Chiesa ai partecipanti al primo Convegno del Centro europeo per le radici cristiane, ospitato dall’Istituto Sturzo a Roma. Il tema centrale del dibattito ha riguardato la collaborazione tra capitale e lavoro. L’insegnamento della Dottrina sociale della Chiesa – osserva il cardinale Bertone – è indubbiamente cruciale per la coesione e la convivenza civili nelle odierne circostanze. Nell’enciclica Caritas in veritate, soggiunge, Benedetto XVI ha richiamato l’attenzione dei cristiani e degli uomini di buona volontà sulla necessità che venga tutelata la dignità del lavoro, come pure l’accesso e la stabilità dello stesso, non solo perché è la giustizia a dover essere tutelata, ma anche la stessa “ragione economica”. Nel suo messaggio, il segretario di Stato ricorda quindi la necessità di considerare adeguatamente il fattore del “capitale sociale”, ossia quell’insieme di relazioni di fiducia, di affidabilità, di rispetto delle regole, indispensabili a ogni convivenza civile, senza dimenticare che il primo capitale da salvaguardare e valorizzare è la persona nella sua integrità.

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    In Vaticano il Convegno degli Ordinariati militari. Il cardinale Herranz: i soldati cristiani sono chiamati alla santità

    ◊   L’evoluzione giuridica degli ordinariati militari e il 25.mo anniversario della Costituzione apostolica “Spirituali militum curae” di Giovanni Paolo II sono tra i temi al centro del VI Congresso internazionale degli ordinari militari, in corso in Vaticano fino al prossimo 23 ottobre. Durante il Convegno, promosso dalla Congregazione per i Vescovi e dal Pontificio Consiglio Giustizia e Pace, si terrà anche il terzo Corso internazionale di formazione dei cappellani militari cattolici al diritto umanitario. Quale è oggi, in un mondo in continua trasformazione, il ruolo degli Ordinariati militari? Amedeo Lomonaco lo ha chiesto la cardinale Julían Herranz, presidente emerito del Pontificio Consiglio per l’Interpretazione dei Testi Legislativi:

    R. - Partecipano, senz’altro, alla missione generale della Chiesa di evangelizzare il mondo: far conoscere, e conoscendo, far amare Dio. In secondo luogo facendolo, in modo specifico, nel mondo militare, nel mondo castrense, perché qui ci sono speciali necessità, alle quali la pastorale della Chiesa cattolica ha risposte molto precise da dare.

    D. - Spesso la voce della Chiesa si leva alta per promuovere la pace, prima di conflitti o quando soffiano purtroppo venti di guerra: quali sono le sfide dell’azione evangelizzatrice degli Ordinariati militari in tempi di pace?

    R. - Gli Ordinariati militari, che prima si chiamavano Vicariati castrensi, erano pensati già ai tempi dell’imperatore Costantino per accompagnare i fedeli militari che andavano in guerra: non potendo usufruire dell’assistenza spirituale dei parroci legati al territorio, accompagnavano le truppe per non far rimanere questi soldati senza assistenza spirituale in momenti particolarmente importanti. Questa è, però, una parte minima della funzione dei cappellani castrensi, perché normalmente – grazie a Dio – gli eserciti sono in pace. Tuttavia, anche in tempo di pace questa missione si deve realizzare. Ma come? Attraverso l’applicazione di quello che è stato il principio fondamentale del Concilio Vaticano II: la chiamata universale alla santità e all’apostolato. I soldati – tutti – hanno, in quanto cristiani, il diritto-dovere, che nasce dal Battesimo, di essere santi e, quindi, di vivere pienamente la loro vocazione cristiana e di essere apostoli. E quindi sono elementi, non soltanto passivi, ma anche attivi di evangelizzazione. Questo è il compito che si dà nella Chiesa universale e che nei Vicariati castrensi permette che i cappellani castrensi formino le coscienze di tutto il personale militare con questo bisogno di evangelizzare, di portare Cristo.

    D. - Come vengono formati oggi i cappellani militari per aprire questa strada alla santità?

    R. - Mediante l’azione che svolgono gli ordinari militari, cioè i pastori di queste giurisdizioni ecclesiastiche particolari. Si tratta di una pastorale specifica e, quindi, devono essere formati specificamente i cappellani, con un approfondimento sui punti nevralgici relativi alle necessità pastorali che caratterizzano il mondo castrense: la formazione alla pace. Anche se questa è una conseguenza di formare bene le coscienze e quindi di far penetrare a fondo, nell’anima di tutto il personale castrense, le esigenze del Vangelo e la conoscenza di Cristo.

    D. - Il Papa ha appena indetto l’“Anno della Fede”: come ci si avvicina a queste celebrazioni?

    R. - Evidentemente, ravvivando la fede nelle anime. Tutta la pastorale ha come base fondamentale la fede: molte volte si parla delle conseguenze nella vita sociale, nella vita economica, nella vita politica, nella vita sindacale, nella vita familiare della fede cristiana, dell’essere cristiano… Ma bisogna prima conoscere bene che cosa è la fede cristiana e la fede cattolica in concreto. Evidentemente, queste circoscrizioni pastorali specifiche, che sono gli Ordinariati militari, troveranno nell’“Anno della Fede” una forma per rispondere non soltanto con coraggio, ma anche con la grande intelligenza di applicare concretamente quella che è un’esigenza universale della Chiesa cattolica. (mg)

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    Messaggio per la festa di Deepavali: cristiani e indù insieme per promuovere la libertà religiosa

    ◊   “La libertà religiosa è la risposta a quei conflitti che in varie parti del mondo hanno una motivazione religiosa. In mezzo alla violenza scatenata da questi conflitti, molti aspirano ardentemente ad una coesistenza pacifica e a uno sviluppo umano integrale”. E’ quanto si sottolinea nel messaggio del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso in vista della festa indù di “Deepavali”, che quest’anno si celebra il 26 ottobre. “La libertà religiosa – si legge ancora nel testo a firma del cardinale Jean Louis Tauran e dell’arcivescovo Pier Luigi Celata, rispettivamente presidente e segretario del dicastero vaticano – è annoverata tra i diritti umani fondamentali, che si radicano nella dignità della persona umana”. “Quando essa viene messa a repentaglio o negata, tutti gli altri diritti umani sono in pericolo”. “Sebbene l’esercizio di questo diritto comprenda la libertà di ogni persona di professare, praticare e diffondere la propria religione o fede, sia in pubblico che in privato, individualmente o comunitariamente – si precisa nel messaggio – esso implica anche un serio obbligo, da parte delle autorità civili, degli individui e dei gruppi, di rispettare la libertà degli altri”. E questo comprende, inoltre, “la libertà di cambiare la propria religione”. Quando è rispettata e promossa, la libertà religiosa consente ai credenti “di collaborare con maggior entusiasmo, con i propri concittadini, nella costruzione di un ordine sociale giusto ed umano”. Ma laddove e quando essa viene negata, soppressa o conculcata, “l’affermazione di una pace autentica e duratura di tutta la famiglia umana” è repressa e vanificata (Benedetto XVI, Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace 2011). “Vi sono molti campi – si ricorda infine nel documento – nei quali si può dare un contributo specifico al bene comune”. Tra questi, “la difesa della vita e della dignità della famiglia, la solida educazione della gioventù, l’onestà nel comportamento di ogni giorno, la preservazione delle risorse naturali, solo per citarne alcuni”. L’esortazione è quindi quella di unire gli sforzi “per promuovere la libertà religiosa” come una comune responsabilità, “chiedendo ai capi delle nazioni di non trascurare mai la dimensione religiosa della persona umana”. Proprio il giorno seguente a quello della festa del “Deepavali”, molti leaders religiosi da ogni parte del mondo – si ricorda infine nel messaggio – “si uniranno al Papa Benedetto XVI in un pellegrinaggio ad Assisi”. In quell’occasione si rinnoverà l’impegno, preso 25 anni fa sotto la guida del Beato Giovanni Paolo II, “a costruire canali religiosi di pace ed armonia”. (A.L.)

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    Oggi su "L'Osservatore Romano"

    ◊   Gli errori del passato non devono condizionare il presente: Benedetto XVI ai vescovi dell'Australia in visita ad Limina.

    Quella buona azione che non ci costa un euro: in prima pagina, Cesare Pasini sulle ultime lire per un'alleanza fra solidarietà e cultura.

    La fine di Gheddafi: in rilievo, nell'informazione internazionale, la notizia, data da alcune fonti, dell'uccisione dell'ex rais libico durante la battaglia di Sirte.

    Il futuro oltre il declino: Michele Dau in merito a uno studio dell'Ocse che misura comparativamente le realtà dei diversi Paesi.

    Un articolo di Gabriele Nicolò dal titolo “Il Pakistan balla da solo”: i difficili rapporti con Washington e Kabul.

    In cultura, un articolo di Pietro Zander dal titolo “Storie di uomini e dei nell'ultima dimora di Marcia Thraso”: dopo diciotto secoli nella necropoli vaticana tornano a splendere le pitture policrome del Mausoleo Phi, con un contributo del cardinale Angelo Comastri dal titolo "Un tesoro inestimabile riemerso grazie a Pio XII".

    Del restauro e della bellezza: il cardinale Giovanni Lajolo sui cinque anni di “lavori in corso” nei Musei Vaticani.

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    Oggi in Primo Piano



    Kosovo: la Kfor interviene al confine con la Serbia

    ◊   La missione internazionale in Kosovo, la Kfor, è intervenuta all’alba al confine con la Serbia per la rimozione delle barricate e dei blocchi stradali messi in atto negli ultimi mesi proprio dai serbi. Non sono segnalati scontri di rilievo, ma almeno 8 militari Nato sono rimasti feriti nell’operazione. La Kfor ha, quindi, preso il controllo dei posti di frontiera di Brnjak e Jarinje. Ma perché proprio ora l’azione della missione internazionale nel nord del Kosovo? Giada Aquilino lo ha chiesto a Luka Zanoni, direttore responsabile della testata web "Osservatorio Balcani e Caucaso":

    R. – Era annunciata in un certo senso. Era stato posto un termine, qualche giorno fa; sarebbe dovuto scadere ieri, poi era stato prorogato di 24 ore pensando che in una seduta congiunta con i quattro sindaci delle municipalità del Nord del Kosovo più i rappresentanti Kfor si sarebbe trovata un’intesa. L’intesa non è stata trovata e la Kfor ha sostanzialmente tenuto fede alla sua posizione iniziale: togliere le barricate. Perché adesso? Probabilmente c’è un motivo anche molto pratico: la Kfor sta trasportando personale – doganieri, probabilmente anche rappresentanti Eulex – con elicotteri e questa è un’operazione molto costosa. Oltretutto, si avvicina il periodo invernale e quindi sarà ancora meno possibile effettuare tali viaggi.

    D. – Sono ormai mesi che al confine tra Serbia e Kosovo è tornata alta la tensione. Ci sono rischi per la sicurezza?

    R. – I rischi per la sicurezza possono essere quotidiani: anche oggi la Kfor ha sparato lacrimogeni, ha utilizzato spray al peperoncino, settimane fa ha utilizzato pallottole di gomma … Diciamo che le tensioni sono quotidiane, soprattutto per chi vive in quelle zone. Ormai è da luglio che c’è questa escalation, da quando c’erano stati la diatriba sul riconoscimento dei bolli doganali e il tentativo di occupazione dei posti di frontiera da parte del governo di Pristina. La cosa interessante, secondo me, è che il Kosovo inizia a diventare un elemento importante per la campagna elettorale che, in qualche modo, è già iniziata. La Serbia infatti avrà le elezioni nella primavera del 2012 e i partiti politici si stanno già posizionando.

    D. – Tra l’altro, l’Unione Europea ha fatto timide aperture per un avvicinamento della Serbia ma a patto che migliorino i rapporti con il Kosovo …

    R. – Certo, questa è la condizione che è stata posta. La Serbia è stata “ricompensata” per il lavoro svolto con il Tribunale internazionale dell’Aja per i crimini nella ex-Jugoslavia, consegnando gli ultimi latitanti: ne ha consegnati 46; l’ultimo era Goran Hadžić, ma prima ancora il più noto era stato Ratko Mladic. Per potere avere una data concreta per l’avvio dei negoziati con l’Unione Europea, la Commissione auspica un dialogo, un ritorno alle trattative e ai tavoli negoziali che già c’erano stati – ricordiamolo – tra Pristina e Belgrado. (gf)

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    Giornata Mondiale dell'Osteoporosi: in Italia, la patologia colpisce 5 milioni di persone

    ◊   L'osteoporosi causa nel mondo una frattura ogni tre secondi. Proprio per sensibilizzare su questo tema per oggi è stata indetta la Giornata Mondiale dell'Osteoporosi, patologia che colpisce in Italia cinque milioni di persone. Un’epidemia silenziosa, la definisce Maria Luisa Brandi, presidente della Fondazione "Firmo" che appunto si occupa di prevenzione e informazione su questa malattia. La sua riflessione nell'intervista di Alessandro Guarasci:

    R. – L’osteoporosi è una condizione di rischio che non dà segno di sé e quando ce ne accorgiamo abbiamo già avuto spesso la prima frattura da fragilità. E’ senz’altro silenziosa ed è senz’altro un’epidemia, perché i numeri parlano chiaro: circa 100 mila fratture di femore sopra i 65 anni.

    D. – E’ un problema che colpisce soprattutto le donne oppure anche gli uomini ne sono affetti?

    R. – Un milione e mezzo di uomini in Italia, oggi, si considera affetta da una condizione di fragilità; quindi, sicuramente anche gli uomini. Poi, le osteoporosi cosiddette secondarie, cioè quelle causate da farmaci o da malattie, toccano tutti i sessi e tutte le età.

    D. – Che cosa possiamo fare sul fronte della prevenzione?

    R. – Nutrirsi bene, stare attenti all’assunzione dei minerali, perché l’osso, al contrario di tutti gli altri tessuti, a parte il dente, è calcificato e, quindi, ha bisogno di minerali, soprattutto di calcio. La quantità raccomandata nella popolazione adulta è intorno ad un grammo di calcio al giorno. Bisogna fare attività fisica regolarmente e poi accertarsi che la quantità di vitamina D, che è l’ormone che ci fa assorbire calcio a livello intestinale, sia sufficiente. Nell’anziano sappiamo già di non esserlo e quindi per l’anziano vanno fatte delle supplementazioni adeguate di vitamina D.

    D. – I costi per la collettività in Italia?

    R. – Sono stati quantificati soprattutto sulle fratture di femore. Noi sappiamo oggi che abbiamo circa 100 mila fratture di femore in Italia, oltre i 65 anni, e possiamo supporre che la maggior parte di questi siano da fragilità, perché sono in una popolazione di età avanzata, e non da traumi. In queste fratture sono stati quantificati costi diretti intorno a un miliardo di Euro. Se consideriamo anche altre fratture, come quelle di tibia o di avambraccio ed alcune delle fratture vertebrali - quelle diagnosticate - che sono circa il 20 per cento, arriviamo ad un miliardo e 500 milioni di Euro: costi altissimi.

    D. – Darebbe un consiglio ai comuni cittadini: “bevete molto latte” oppure è solo uno slogan?

    R. – Il latte va bene per chi ne può fare uso, che non ha allergie o intolleranze al latte o ai latticini, però consideriamo che un bicchiere di latte contiene circa 300 milligrammi di calcio. Se mille milligrammi sono quelli che dobbiamo introdurre, in un bicchiere di latte intanto ne troviamo 300.(ap)

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    Presentata l’edizione italiana del libro “Minorenni in vendita”: storie di ragazze dell’Est Europa vittime della tratta

    ◊   “Minorenni in vendita - Adolescenti costrette a prostituirsi. Un traffico lucroso dell’Est Europa. Una donna che lotta per salvarle”. E’ il titolo del libro della psicologa romena Iana Matei, pubblicato in Italia dall'Editrice "Corbaccio", e presentato ieri sera a Roma presso la Sala stampa estera. Nominata “Europea dell’anno 2010”, Iana Matei gestisce un Centro in cui, fino ad oggi, oltre 400 ragazze vittime della tratta hanno trovato un sicuro rifugio. Sono più di 300 mila le donne dell'Est Europa, tra cui molte minorenni, che si prostiuiscono in diverse città europee. In molti casi, sono state costrette sulla strada dopo abusi e violenze. Il servizio di Amedeo Lomonaco:

    “Minorenni in vendita” è la storia di migliaia di adolescenti dell’Europea dell’Est costrette a prostituirsi. Ragazze, in molti casi, segregate e violentate prima di essere "arruolate come schiave", spesso nell’indifferenza della società cosiddetta civile, sui marciapiedi di Madrid, Roma, Parigi o Amsterdam. Ma è anche la storia di una donna romena, l’autrice del libro, che ha dedicato la propria vita ad aiutare “adolescenti comprate e rivendute come pezzi di carne”, vittime di questo turpe traffico. “Si tratta – spiega Iana Matei – di uno stupro organizzato”:

    R. - It has to do with the way our society presents the models. …
    Tutto dipende dal modo in cui la nostra società presenta questi modelli. Oggi, il valore centrale sono i soldi, il denaro. Non diamo più valore all’istruzione, al nostro modo di crescere i bambini… non esistono più, questi valori. Il denaro è stato trasformato in un vero e proprio dio. Non importa come si guadagna, questo denaro; lui è il valore centrale della nostra vita e se questo significa vendere dei bambini, non importa. La settimana scorsa ho intervistato dei trafficanti ed è stata proprio questa la prima delle domande che ho posto loro: ‘Come fai a vendere degli esseri umani per guadagnare?’. E la risposta è stata semplicissima: ‘Ho bisogno di soldi’.

    D. – Quali strumenti non solo giuridici, ma anche culturali, oggi sarebbero più efficaci per frenare questo traffico?

    R. – In Romania, the man is the head of the family and …
    In Romania, l’uomo è il capofamiglia. Non ci si ribella al capofamiglia. Se un marito picchia la moglie o i bambini, questo fa parte dell’educazione. E in più, si ha l’idea che i genitori abbiano ogni diritto sui propri figli, di vita e di morte. Dunque, sarebbe importante creare programmi educativi, di educazione, di istruzione e di formazione proprio per i genitori, per insegnare loro il concetto dall’amore incondizionato. Molte delle ragazze, che poi ritroviamo sulle strade, provengono proprio da famiglie dove la violenza e l’abuso sono stati frequenti.

    D. – L’Europa è meta di questo turpe traffico. Italia e Spagna sono i due principali Paesi di destinazione delle donne vittime della tratta provenienti dall’Europa dell’Est …

    R. – In Spain there is now awareness of …
    In Spagna si parla tanto di traffico, però poi le ragazze che lavorano sulle strade vengono trattate soltanto come prostitute, cioè non si fa il collegamento tra il traffico e la prostituzione. Non esiste neanche la base legale per poter perseguire chi porta le ragazze sulla strada. In Italia, le cose sono cambiate un po’. Oggi si utilizza il metodo del "ragazzo innamorato": un ragazzo finge di essere innamorato e promette alla ragazza che incontra che un giorno la sposerà; invece, la porta in Italia a lavorare sulle strade. Una volta superato il confine, le ragazze si trovano coinvolte e incanalate in un percorso dal quale non possono uscire. Per la polizia o le autorità italiane diventa difficile riuscire ad ottenere una dichiarazione da parte di queste ragazze che potrebbe aiutare le indagini, perché per le ragazze ‘quel’ manipolatore era semplicemente il loro futuro marito. A volte questi ragazzi, hanno tre-quattro ragazze che lavorano contemporaneamente ai diversi angoli di una stessa strada, e che non sanno di essere state “destinate” a diventare spose della stessa persona …

    D. – Nel suo libro ripercorre l’esperienza drammatica di molte adolescenti, storie segnate dalla sofferenza ma che si aprono, poi, anche alla speranza di una vita nuova. C’è in questo senso una storia “simbolo” in questo senso?

    R. – It’s very difficult to choose a story. …
    E’ difficile scegliere una storia. Semplicemente perché ogni ragazza è un simbolo. E’ un simbolo del coraggio. E’ inimmaginabile il coraggio di queste ragazze che sono state umiliate, sfruttate ma che riescono a rialzarsi in piedi e ad andare avanti. Posso raccontare la storia dell’ultima ragazza che è arrivata nella nostra struttura. Una ragazza che aveva subito abuso innanzitutto dalla madre, e poi dal trafficante che l’ha venduta. Quando è arrivata, la ragazza si automutilava: era un po’ come un gattino selvatico. Poi, durante le sedute di “counselling” ho cercato di manifestare sempre una grande approvazione per il suo modo di essere, non per i suoi comportamenti. Oggi è con noi da un anno e due mesi: aveva soltanto 15 anni quando è arrivata e adesso ha iniziato a frequentare con successo le scuole superiori, con ottimi risultati. La cosa incredibile è il suo viso, la trasformazione che oggi si legge sul suo volto: è davvero una ragazzina trasformata nel profondo. (gf)

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    Chiesa e Società



    Emergenza alluvioni in Thailandia: anche la Chiesa impegnata nei soccorsi

    ◊   Dopo mesi di piogge intense, la Thailandia è in piena emergenza. Entro domani, arriverà alle porte di Bangkok una massa d’acqua di 8 miliardi di metri cubi. Per salvare il centro economico della capitale e la zona più popolosa, il governo della capitale ha deciso di usare la zona est per raccogliere e smaltire la piena. Si prevede che in quest'area l’acqua potrà superare il metro d'altezza. Le autorità della città hanno avvertito la popolazione della zona di evacuare le loro case e di trasferirsi in zone più alte. “L’esecutivo ha fatto una scelta, sacrificando alcune aree, sommerse dalle acque, per salvare il centro di Bangkok”, spiega all'agenzia AsiaNews padre Daniele Mazza, sacerdote del Pontificio Istituto Missioni Estere, da anni in Thailandia e che mai, prima d’ora, aveva visto “una situazione simile”. Questa decisione ha sollevato polemiche, ma le calamità naturali – continua il missionario - “hanno spinto la popolazione ad unirsi e collaborare”, mettendo da parte anni di divisioni “politiche, sociali e religiose”. Il lavoro a stretto contatto fra l’ex premier Abhisit Vejjajiva e l’attuale primo ministro Yingluck Shinawatra, ha contribuito a rafforzare “l’amalgama” nella società. Anche la Chiesa cattolica locale, attraverso la Conferenza episcopale, le congregazioni di suore e i missionari del Pime contribuiscono a promuovere interventi di prima necessità. Attività che vanno dalla costruzione di argini per contenere i fiumi fino al sostegno psicologico per le vittime, dalla distribuzione del cibo all'accoglienza degli sfollati. (G.C.)

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    Egitto: solidarietà alla comunità copta dai leader di tutte le altre religioni presenti nel Paese

    ◊   Condoglianze alla comunità copta in Egitto, per le stragi dei giorni scorsi, sono arrivate - riferisce l'agenzia Zenit - dalla Casa della famiglia egiziana, organismo di tutte le confessioni religiose del Paese. "Quando il sole della rivoluzione egiziana pacifica si levò dalla piazza della liberazione il 25 di gennaio di questo anno (2011) tutto il popolo egiziano vide la nascita di uno nuovo spirito", esordisce nel suo messaggio Ahmad Mouhammad Al-Tib, presidente della Casa. L'ottimismo dei primi mesi della primavera araba ha però lasciato il posto alla disillusione e gli eventi dello scorso 9 ottobre "sono stati uno shock per tutta la coscienza nazionale e oltremodo offensivi per l’esistenza di ogni egiziano", prosegue il messaggio. Riunito il Consiglio della Famiglia, il grande Imam Chaikh Al-Azhar, che presiede l'organo ha dichiarato: "I giorni hanno dimostrato che i trattamenti superficiali e le soluzioni palliative dei fenomeni della crisi nel passato sono stati inutili, anzi, hanno portato alla escalation e all’accelerazione della crisi in modo senza precedenti, al punto da risultare inaccettabile e anzi richiamano ad eventi pericolosi che minacciano seriamente questo Paese". La Casa della famiglia invita quindi "il Consiglio superiore delle Forze armate e il Consiglio dei ministri di redigere velocemente l’ordinamento che regola la costruzione delle chiese". L'Esercito è stato quindi sollecitato ad "adottare le misure pratiche e necessarie contro questa crisi per rafforzare ciò che è scritto nella Costituzione per quanto riguarda il principio della cittadinanza a tutto il popolo egiziano". La Casa della famiglia afferma "orgogliosamente la sua presenza nella magistratura egiziana e nella sua lunga gloriosa storia nella tutela dei diritti e della libertà, e nella supremazia della legge", auspicando un'azione concreta contro i fanatismi religiosi, "dopo 15 secoli di convivenza e coesistenza e di unità nazionale". L'organo interreligioso richiama poi i "mezzi di comunicazione di essere una misura di responsabilità nazionale in questa particolare fase della nostra storia moderna". Infine porge "sincere condoglianze alle famiglie dei martiri", augurando "una guarigione veloce ai feriti egiziani" ed esprimendo "sgomento e profondo dolore per la quantità spiacevole di questi eventi estranei all’Egitto e agli egiziani". (R.G.)

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    Pakistan: trasferito il giudice che ha condannato l’assassino di Salman Taseer

    ◊   L’Alta corte di giustizia di Lahore (Lhc) ha trasferito il giudice del Tribunale antiterrorismo Pervez Ali Shah, l’uomo che ha annunciato la condanna a morte per Mumtaz Qadri, l’assassino del governatore del Punjab Salman Taseer, ucciso dalla sua guardia del corpo per aver difeso Asia Bibi, la donna ingiustamente condannata a morte per blasfemia. Il giudice Pervez Shah è stato trasferito all’Alta Corte, mentre il giudice Moqurab Khan, che prima lavorava nella sezione Distretti e Sessioni ha preso il suo posto. L’Associazione degli avvocati di Rawalpindi - riferisce l'agenzia AsiaNews - aveva dato un termine ultimativo di cinque giorni per la sospensione dall’incarico o il trasferimento del giudice Pervez Shah; in caso contrario avrebbe dichiarato uno sciopero nazionale. Mumtaz Qadri ha fatto appello all’Alta corte di Islamabad contro il verdetto. Una sezione dell’Alta Corte della capitale ha sospeso la sentenza di morte, su richiesta della difesa di Mumtaz Qadr, guidata dall’ex procuratore capo Khawaja Sharif, fino a quando non sarà presa una decisione nel suo appello, che deve essere discusso dall’Alta corte di Islamabad. La Sunni Ittehad (Unione sunnita), un movimento islamico radicale, ha annunciato che il 21 novembre si svolgerà una marcia “Rimuovi il governo” a favore di Mumtaz Qadri. Proteste in difesa dell’assassino di Salma Taseer sono annunciate dopo le preghiere del venerdì nelle maggiori città del Paese. Le organizzazioni umanitarie hanno criticato la condanna a morte da un punto di vista umanitario: “La prigione a vita è un’opzione migliore”. Padre Rehmat Hakim, della diocesi di Isalamabad, ha dichiarato ad AsiaNews: “Ancora una volta il sistema giudiziario è stato oggetto di pressioni da parte degli avvocati, e un giudice è stato trasferito per aver preso una decisione che riteneva fosse giusta agli occhi della legge. I gruppi religiosi islamici hanno già obbligato il governo a fare una conversione a 180 gradi in tema di legge sulla blasfemia. Questi gruppi stanno diventando sempre più potenti di giorno in giorno”. (R.P.)

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    Kenya: oltre 60 mila rifugiati trasferiti al campo di Kakuma dove operano i Salesiani

    ◊   Continuano le difficoltà nel Corno d’Africa: di recente oltre 60 mila rifugiati sono stati trasferiti dal campo di Dadaab a quello di Kakuma. Le varie organizzazioni internazionali mettono in guardia su possibili esplosioni di violenza e denunciano il rapimento di due cooperatrici spagnole di Medici Senza Frontiere. “I problemi sono sul confine con la Somalia, il resto del paese resta sicuro” spiegano i missionari salesiani che lavorano in Kenya, in un comunicato diffuso dall’agenzia Ans. Tuttavia la polizia già da un paio di settimane ha allertato tutte le organizzazioni che lavorano nel campo di Dadaab e nei suoi dintorni che le milizie islamiste di Al-Shabaab hanno nel loro mirino non solo la polizia, ma anche il personale internazionale. “A Dadaab la situazione è molto difficile, con oltre 400 mila rifugiati e scarse risorse, soprattutto perché le organizzazioni internazionali hanno deciso di rimanere solo per i casi più estremi”. “L’arrivo di profughi dalla Somalia non si è fermato in tutti questi mesi e la mancanza di cibo, acqua e risorse, ha fatto sì che nell’area si vivano tempi difficili e d’instabilità” dicono i missionari salesiani. “La stessa cosa è successa in altre parti del Paese, per la mancanza di cibo ed acqua” avvertono. Da anni le Missioni salesiane lavorano a Kakuma, un campo che contava già oltre 85 mila rifugiati e nel quale i missionari si impegnano per migliorare la qualità della vita delle persone. I figli di Don Bosco hanno anche una scuola di formazione, frequentata ogni anno da oltre mille studenti. In Kenya hanno distribuito cibo e acqua nelle aree più bisognose, come Turkana, Korr, Nzaikoki, Marsabit. (R.P.)

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    Costa d'Avorio: saccheggiate da bande di malviventi chiese e parrocchie

    ◊   In Costa d'Avorio, luoghi di culto e vari edifici della chiesa cattolica sono stati presi di mira da non meglio identificati “banditi”. L’arcivescovo di Abidjan, mons. Jean-Pierre Kutwa, in un recente incontro con il presidente Alassane Dramane Ouattara, ha riferito di una trentina di attacchi sferrati negli ultimi due mesi. “L’insicurezza persistente dopo la fine della crisi elettorale - afferma all'agenzia Misna padre Dario Dozio, Superiore generale nel Paese della Società Missioni Africane - è un problema molto sentito dagli ivoriani”. In particolare, il missionario ricorda che “i numerosi attacchi subiti negli ultimi mesi da chiese e parrocchie hanno una serie di cause che chiama in causa il nuovo governo”. Secondo il sacerdote “ci sono molte armi in circolazione, molti prigionieri evasi, centinaia di giovani che hanno combattuto e non sono ancora stati pagati, c’è anche tanta povertà e la gente ha bisogno di soldi, ecco perché parrocchie e strutture religiose sono tra le più colpite dal banditismo”. Malgrado questi attacchi, conclude Padre Dozio, “globalmente la situazione sta migliorando”. (G.C.)

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    Indonesia: l’impegno delle donne cattoliche nella lotta alla povertà e alla violenza

    ◊   Il ruolo delle donne nella lotta alla povertà e alla violenza è stato il tema al centro di un convegno organizzato nei giorni scorsi a Purwokerto dall’Associazione delle donne cattoliche indonesiane (Wkri). L’incontro, a cui hanno partecipato 160 delegati e delegate da 32 regioni nel’Indonesia, ha evidenziato lo stretto legame tra povertà e violenza. "Quando una famiglia si trova in difficoltà finanziarie – ha affermato una della partecipanti - la possibilità di violenze domestiche e contro gli altri aumenta". Un giudizio condiviso da padre Ignatius de Loyola Madya Utama, nuovo direttore spirituale del Wkri. Un’altra delegata Maria Saimar da Manokwari, in Papua Occidentale, ha riferito che la principale causa delle violenze domestiche nella sua provincia è l’alcolismo, anch’esso riconducibile a difficoltà economiche. I relatori hanno quindi evidenziato l’importante contributo delle donne per uscire da questa spirale. In proposito è stato citato l’esempio della crisi dei mercati asiatici del 1997-1998, quando molte donne entrarono nel mercato del lavoro mentre i loro mariti venivano licenziati. Nel corso dei lavori si è parlato di vari programmi e iniziative messe in campo dal Wkri a livello locale. Padre Utama ha peraltro evidenziato che le donne cattoliche non possono condurre da sole questa battaglia, ma devono coinvolgere altri soggetti. (H.T.B.)

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    Nepal: cattolici in aumento nonostante le leggi anti-conversione

    ◊   I cattolici nepalesi sono in crescita, nonostante le leggi anti-conversione proposte in parlamento. Secondo le ultime stime sono oltre 10mila, 4mila in più rispetto ai 6mila del 2006, anno della caduta della monarchia e della proclamazione dello Stato laico. Fonti dell'agenzia AsiaNews sottolineano che gli indù e i buddisti desiderosi di conoscere il cristianesimo, e per questo presenti alla messa domenicale, hanno ormai eguagliato il numero dei cattolici. Le iscrizioni alle lezioni di catechismo per l’anno 2011-2012 hanno superato i posti disponibili. Ciò è una sfida ai politici conservatori che di recente hanno proposto in parlamento una serie di leggi per fermare le conversioni. Esse bollano come proselitismo qualunque gesto di comunicazione della propria fede a una persona e prevedono fino a cinque anni di carcere per i casi considerati più gravi. Bhim Rai, cattolico e insegnante di catechismo della cattedrale dell’Assunzione di Kathamandu, afferma che quest’anno il numero di giovani e adulti appartenenti ad altre fedi è aumentato. “Gli alunni – afferma – provengono da tutte le classi sociali. La maggior parte di loro è di tradizione indù, ma vi sono anche molti buddisti. A Pasqua 2012 verranno battezzati 25 giovani catecumeni”. La Chiesa cattolica del Nepal è però cauta verso al fenomeno e verifica l’autenticità di ogni richiesta, senza cedere alle pressioni di coloro che vorrebbero un controllo meno rigido e più sbrigativo. A tutt’oggi chi desidera convertirsi deve seguire un corso di catechismo di tre anni. Per i minorenni è necessario il consenso della famiglia. Ciò serve per aiutare i catecumeni nel percorso di fede, attraverso la verifica del loro comportamento e della reale comprensione dei precetti del cristianesimo. Per la Chiesa, un’adeguata formazione è fondamentale per riconoscere i germi della fede e accompagnare chi si converte a ricevere il battesimo. Padre Robin Rai, parroco della cattedrale di Kathmandu, spiega che la Chiesa accetta le conversioni solo se libere e consapevoli. Chi vuole ricevere il battesimo deve prima comprenderne il significato. Egli aggiunge che “per poter operare nel Paese i cattolici devono poi sottostare alle leggi che limitano il proselitismo e la possibilità di cambiare credo”. Il rispetto di queste regole è fondamentale per evitare fraintendimenti e mantenere l’armonia con gli altri gruppi religiosi. Fra il 2007 e il 2009 la comunità cattolica ha subito diversi attentati e minacce da parte degli estremisti indù. Fra tutti, l’attacco contro la cattedrale di Kathmandu del 23 maggio 2009, costato la vita a tre persone, e l’omicidio di padre John Prakash, rettore della scuola salesiana di Sirsya (Morang), ucciso da ignoti nel luglio 2007. Secondo padre Rai, la situazione è migliorata negli ultimi anni. I sacerdoti si sentono più sicuri, anche se vi sono ancora casi di minacce da parte di fanatici indù. “Io non ho paura – afferma – mi sento sicuro qui e continuerò a lavorare per la Chiesa”. (R.P.)

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    Polonia: Giornata di commemorazione del Beato Jerzy Popiełuszko

    ◊   Celebrazioni, momenti di preghiera e incontri culturali hanno scandito ieri, in Polonia, la giornata per la commemorazione liturgica, voluta da Benedetto XVI, del beato Jerzy Popiełuszko. Nella Chiesa di San Stanislao Kostka a Żoliborz, a Varsavia, il cardinale Kazimierz Nycz, arcivescovo metropolita della capitale polacca, ha presieduto la Santa Messa ricordando la figura del beato. Padre Jerzy Popiełuszko era nato il 14 settembre 1947 a Okopy, nel nord est del Paese, da una famiglia contadina profondamente cristiana. Entrato nel 1965 nel Seminario maggiore di Varsavia, ricevette l’anno dopo l’ordine di chiamata alle armi. Era stato indirizzato ad un’unità speciale, dove le autorità militari comuniste svolgevano opera di indottrinamento antiecclesiale e antireligioso per distogliere i seminaristi dalla loro vocazione. Fu oggetto di vessazioni e persecuzioni, che indebolirono il suo stato di salute. Venne ordinato sacerdote il 28 maggio 1972 dal cardinale Stefan Wyszyński, primate di Polonia. Scelse il motto della sua vita sacerdotale, riprendendo le parole del profeta Isaia e del Vangelo di Luca: “Mi ha mandato a portare il lieto annunzio ai miseri, a fasciare le piaghe dei cuori spezzati”. Dopo la proclamazione della legge marziale, nel 1981, padre Popiełuszko si impegnò nella celebrazione delle “Messe per la Patria”. Nelle omelie - ricorda l’agenzia Zenit - affrontava temi religiosi e spirituali ma anche questioni di attualità, di carattere sociale e politico-morale, illustrando i documenti fondamentali della Dottrina sociale della Chiesa e gli insegnamenti di Papa Giovanni Paolo II e del cardinale Stefan Wyszyński. Il 19 ottobre 1984 venne sequestrato da funzionari dei Servizi di sicurezza del regime e assassinato. Ai suoi funerali parteciparono più di mille sacerdoti e centinaia di migliaia di fedeli. Sulla sua tomba, presso la Chiesa di San Stanislao Kostka nella zona di Żoliborz a Varsavia, dal 1984 fino al 2010 hanno pregato oltre 18 milioni di pellegrini. Sulla sua tomba hanno pregato anche Giovanni Paolo II (14 giugno 1987) e l’allora cardinale Joseph Ratzinger. (A.L.)

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    Porto Rico: oltre alla polizia anche le Chiese potranno raccogliere le armi illegali

    ◊   I leader delle diverse Chiese portoricane hanno accolto in modo positivo il progetto di legge che prevede un’amnistia di 60 giorni durante la quale tutti coloro che possiedono un’arma, potranno consegnarla alla polizia o alle chiese senza conseguenze legali. L'arcivescovo di San Juan de Puerto Rico, mons. Roberto Octavio González Nieves, ha affermato che la Chiesa cattolica è convinta che questa disposizione "avrà l'effetto di ridurre il flusso di armi illegali". "Noi vescovi siamo in sintonia con questo sforzo. Una volta studiati gli statuti applicabili a questa amnistia, verrà annunciato come contribuire alla sua attuazione" ha detto l'arcivescovo. Tuttavia mons. Gonzalez Nieves ha avvertito che, pur sostenendo l'amnistia, c'è l'urgenza di attuare un piano per regolare l'ingresso delle armi nel Paese, come richiesto anche dal Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace. "Ci vuole ogni sforzo per prevenire la proliferazione di tutte le armi che incoraggiano la violenza, l'omicidio ed ogni atto di sangue" ha detto. Anche i diversi leader degli altri gruppi religiosi - riporta l'agenzia Fides - si sono espressi a favore di quest’iniziativa di pace. (R.P.)

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    Il Patriarca Gregorio III Laham in visita in Venezuela

    ◊   Il Patriarca greco-melchita cattolico di Antiochia e di tutto l'Oriente, Alessandria e Gerusalemme, Sua Beatitudine Gregorio III Laham, ha compiuto martedì scorso una visita di cortesia alla Conferenza episcopale del Venezuela (Cev), esprimendo la propria gioia e il desiderio di continuare a stringere i vincoli di comunione con la Chiesa latina. Il Patriarca, alla prima visita nel Paese sudamericano, - riferisce l'agenzia Zenit - ha offerto un breve resoconto storico della sua tradizione ecclesiale e della presenza nei territori in cui sono emigrati i suoi fedeli, tra i quali appunto il Venezuela. Ha quindi chiesto alla Chiesa cattolica latina un maggiore sostegno, attraverso sacerdoti fidei donum che possano accompagnare il vescovo greco-melchita del Venezuela, chiedendo anche che si permetta ai sacerdoti del suo rito passati al rito latino, di conservare le proprie tradizioni e di poter tornare, dopo un certo periodo di tempo, al proprio rito di origine. Allo stesso modo, ha esortato i fedeli cattolici venezuelani a conoscere maggiormente questo rito orientale per apprezzarlo e valorizzarlo. Il presidente della Conferenza episcopale venezuelana (Cev), mons. Ubaldo Santana, ha dato il benvenuto a Gregorio III e a rappresentanti di circa otto Paesi americani che componevano la delegazione che lo accompagnava. La visita si è svolta nel contesto della XLIII Assemblea Straordinaria della Conferenza episcopale venezuelana, che terminerà oggi e in cui si discute della programmazione del prossimo anno pastorale e di alcuni aspetti della realtà del Paese. (R.P.)

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    Cile: celebrazioni per la Giornata missionaria mondiale

    ◊   In vista della Giornata Missionaria Mondiale, le Pontificie Opere Missionarie (Pom) del Cile hanno preparato un calendario ricco di attività a livello nazionale, con uno scopo ben preciso: "Per risvegliare e ravvivare l'impegno, come Chiesa cilena, con la Chiesa Universale per mezzo della preghiera e, secondo le proprie possibilità, con un contributo per aiutare le missioni e i missionari nei 5 continenti". Fra le attività che hanno maggiore ripercussione nelle comunità cattoliche cilene, l'agenzia Fides ricorda la Campagna del Rosario missionario: "Un Rosario d'Amore missionario per l'evangelizzazione". In almeno 1500 case è arrivata una piccola scatola con il Rosario missionario costruito dai carcerati di un Centro penitenziario del Cile. La celebrazione che ha dato il via al Mese Missionario è stata presieduta dall'arcivescovo di Santiago, mons. Ricardo Ezzati, in coordinamento con le Pom, nella Cattedrale metropolitana di Santiago. Nella circostanza l'arcivescovo ha consegnato “il cero della Missione”, che ha dato inizio alla "Mision Joven", prevista dal piano pastorale per il 2011 e il 2012. Tra le altre iniziative legate al Mese Missionario, presso la diocesi di Santa María de Los Ángeles è stata celebrata la prima Giornata di formazione missionaria per i Giovani. Presso la diocesi di Osorno, il direttore nazionale delle Pom, padre Gianluca Roso, ha tenuto una conferenza dal titolo "La dimensione missionaria della Chiesa”, alla quale hanno partecipato un gran numero di operatori pastorali di tutta la diocesi. Anche nei Seminari di tutto il paese ci sono state diverse attività, sotto la guida del tema: "Seminaristi della Chiesa Cilena impegnati a diventare discepoli missionari sull'esempio di Cristo". Presso il Seminario Cristo Re della diocesi di Rancagua, si è tenuto un Incontro nazionale dei seminaristi su questo tema, cui hanno partecipato i seminaristi degli 8 seminari maggiori del Paese. Sabato 15 ottobre, nella città di Santiago, si è svolta la "Marcia Missionaria" con lo slogan "La gioia di essere cattolici", alla quale hanno partecipato più di 50 mila fedeli, con la presenza di persone provenienti anche da altre regioni, come Rancagua, Melipilla, Talagante, San Bernardo e Viña del Mar. Anche l'Infanzia Missionaria ha convocato un incontro per i diversi gruppi dei suoi membri. Una delle novità di questo anno è il primo Congresso missionario di educazione superiore, che si svolgerà domani sul tema: "Apostoli di una nuova evangelizzazione", coordinato dalle Pom con i diversi gruppi di pastorale universitaria. La celebrazione principale della Giornata Missionaria Mondiale avrà luogo domenica 23 ottobre, presso il santuario nazionale di Maipú, presieduta da mons. Octavio Ruiz, segretario del Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione. (R.P.)

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    Argentina: gioia nell'Istituto Cristífero di Azul per l’approvazione pontificia

    ◊   “Profonda gioia” nella famiglia spirituale dell'Istituto Cristífero, che ha sede nella città argentina di Azul, per il riconoscimento ottenuto della Santa Sede. L'istituto, fondato da Beatriz Abadía e mons. Miguel Esteban Hesayne, previa autorizzazione della Curia romana, ha ricevuto l'approvazione dei primi Statuti il 16 dicembre 1957 da mons. Manuel Marengo, vescovo di Azul, ed il 22 giugno 1964 ha eretto la Pia Unión Cristífera. Fin dai primi anni, - riferisce l’agenzia Zenit - la priorità dell'istituto è stata quella di “approfondire la secolarità consacrata”. “Le 'cristíferas' sono donne consacrate che vivono nel mondo, svolgendo ciascuna la sua professione: docenti, casalinghe, studentesse, impiegate, ecc., “portatrici di Cristo” nei vari ambiti sociali. Il congresso della Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica, il 21 giugno 2011, ha riconosciuto l'Istituto Secolare Cristífero come meritevole di essere annoverato tra gli istituti secolari di diritto pontificio. “Siamo donne semplici, con il cuore ardente, innamorate di Gesù Cristo, che vogliono portare l'amore di Dio negli angoli del mondo in cui viviamo”, si legge nel sito internet di questa famiglia religiosa. “Vogliamo vivere in una costante e gioiosa speranza, alla ricerca della presenza del Signore Gesù in ogni evento quotidiano, nelle persone, in ogni situazione, nell'intimo del nostro essere”. “Vogliamo vivere scoprendo Dio-Amore, nella nostra vita, manifestandolo intorno a noi perché altri possano trovare l'amore del Padre attraverso Gesù Cristo, nello Spirito Santo”. Mons. Hesayne, uno dei fondatori dell'Istituto, è stato vescovo di Viedma per vent'anni, fino al 1995, quando ha presentato la sua rinuncia per motivi di età. Dopo essersi ritirato dal governo pastorale, si è dedicato all'animazione di questo istituto secolare, co-fondato con Beatriz Abadía e centrato sulla formazione integrale del laicato. Il presule argentino è titolare della Cattedra di Diritti Umani dell'Università nazionale del Centro della Provincia di Buenos Aires, e nel 2001 ha ricevuto il dottorato Honoris Causa dell'Università nazionale di Río Cuarto. (R.G.)

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    Francia, Inghilterra e Spagna: in Europa lo "spirito di Assisi"

    ◊   Le chiese in Europa si uniranno in preghiera il 27 ottobre e lo faranno in contemporanea e in sintonia con la Giornata di preghiera e riflessione per la pace promossa ad Assisi da Benedetto XVI. Diverse sono le iniziative promosse nei vari Paesi. In Francia il programma messo a punto dalle diocesi è fitto di appuntamenti: marce per la pace, tavole rotonde sui temi dei diritti umani, spettacoli e addirittura un festival a Cannes sul “vivere insieme”. La Conferenza episcopale francese - riferisce l'agenzia Sir - ha poi pubblicato un dossier storico su Assisi 1986 e un testo dal titolo “Pratica di dialogo interreligioso” in cui sono raccolte una serie di schede pedagogiche rivolte agli operatori pastorali per “facilitare l’incontro con le altri religioni” attraverso una serie di riflessioni e indicazioni pratiche. In Inghilterra i vescovi inglesi hanno inviato una lettera a tutti i fedeli in cui invitano le Chiese a dedicare un momento di preghiera e di silenzio “per il dono della pace” per l’incontro di Assisi suggerendo anche una formula di preghiera da recitare il 27 ottobre e le domenica seguente. A Barcellona infine mercoledì 26 ottobre si terrà un cerimonia in ricordo del primo incontro interreligioso convocato ad Assisi da Giovanni Paolo II. L’iniziativa è organizzata dall'arcivescovo di Barcellona, cardinale Luis Martinez Sistach e dalla Comunità di Sant'Egidio, ha per titolo: "25 anni dello spirito di Assisi" e si terrà nella Reial Acadèmia de Bones Lletres. (R.P.)

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    Saragozza: entrati nel vivo i lavori del Congresso mondiale dell'Educazione cattolica

    ◊   Oltre 600 delegati di 102 Paesi sono riuniti a Saragozza in Spagna per il XVII Congresso mondiale dell'Educazione cattolica. Esperti, segretari regionali e rappresentanti permanenti dell'Organizzazione internazionale per l'Educazione cattolica (Oiec) presso l’Onu, l’Unesco, l’Unicef, il Consiglio d'Europa ed il Vaticano, sono chiamati - riferisce l'agenzia Zenit - a dibattere per contrastare l’attuale crisi di valori promuovendo una formazione basata sull'etica, che apra alla speranza. “E' proprio la messa a fuoco della formazione della persona in tutti gli ambiti che, oltre a generare più benefici individuali, aggiunge un valore sostanziale al ruolo futuro che la persona deve svolgere nella società”, ha spiegato il presidente della Comunità aragonese, Luisa Fernanda Rudi. Quella cattolica, ha aggiunto, è “un'educazione di qualità, dalla scuola all'università, perché è un'educazione nella libertà”. Dal canto suo, il segretario generale dell'Oiec, padre Ángel Astorgano, ha affermato che “il diritto a una vita degna per tutti deve essere l'ideale di forza che porta a impegnarsi nell'educazione delle nuove generazioni”. Nel momento attuale, ha indicato, c'è un sentimento di demotivazione e di scarsa fiducia nel futuro. Per questo, ha osservato che la scuola può e deve essere un luogo in cui, “gettando semi di speranza nel futuro, si raccolgano frutti di speranza e fiducia, valori che ora sono poco diffusi”. Il Congresso terminerà domani, dopo quattro giorni di riflessioni e studio. (R.G.)

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    Indonesia: ad Ambon il nunzio apostolico inaugura l’Istituto catechistico e il nuovo seminario

    ◊   Rafforzare le relazioni fraterne tra le diverse comunità religiose ad Ambon; dare un segnale di fiducia e di dialogo; portare parole di pace a una comunità che teme un nuovo conflitto: con questo spirito si è svolta, dal 15 al 18 ottobre, la visita pastorale di mons. Antonio Filippazzi, nunzio apostolico in Indonesia, alla città di Ambon, nell’arcipelago delle Molucche. La visita si è svolta in occasione dei 100 anni di evangelizzazione di un’isola delle Molucche, Tanim Bar, da parte dei Missionari del Sacro Cuore. Come riferiscono all'agenzia Fides fonti della Chiesa locale, il nunzio ha celebrato una Santa Messa a Saum laki, capoluogo dell’isola, e successivamente si è recato ad Ambon, dove ha inaugurato il nuovo Istituto catechistico intitolato a San Giovanni e il nuovo seminario Maggiore, intitolato a San Francesco Saverio, nella diocesi di Amboina. Il nunzio ha anche percorso la cosiddetta “strada della pace”, che separa il quartiere musulmano da quello cristiano di Ambon. Sull’apertura dei due istituti, il vescovo di Amboina, mons. Peter Canisius Mandagi, ha sottolineato che “daranno qualità alle risorse umane e professionali della popolazione, per lo sviluppo delle Molucche”. Le due opere intendono dare “un esempio di fede che promuove il bene nella vita della comunità e della nazione”. Mons. Mandagi ha rimarcato che la visita si è svolta “nella gioia della popolazione, cristiana e musulmana”. La gente di Ambon “ha dimostrato di amare la pace e l'armonia interreligiosa”, ha detto, esprimendo la sua gratitudine “ai leader civili e religiosi che hanno lavorato insieme per il dialogo e la fratellanza”. Il vicesindaco di Ambon, Sam Latuconsina, ha espresso grande soddisfazione per la visita. “Dimostra che Ambon è una città sicura” ha detto, notando che la città ha recuperato il normale andamento della vita di comunità e le varie attività pubbliche e commerciali. Latuconsina ha elogiato le forze di sicurezza e anche la gente comune, che ha saputo spegnere subito i focolai di conflitto e riportare la pace, che alcuni provocatori, giunti dall’esterno, volevano sconvolgere. Ad Ambon, nel settembre scorso, si sono verificati scontri fra cristiani e musulmani a causa di un incidente occorso a un musulmano e per le false notizie circolate al riguardo. (R.P.)

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    Canada: mons. Richard Smith eletto nuovo presidente della Conferenza episcopale

    ◊   Mons. Richard Smith, arcivescovo anglofono di Edmonton, è il nuovo presidente della Conferenza episcopale canadese. E' stato eletto ieri dall'assemblea plenaria della Cecc in corso fino a venerdì Cornwall, nell’Ontario. Mons. Smith succede a mons. Pierre Morissette, vescovo francofono di Saint-Jerome. Come è noto infatti, in Canada, la Presidenza della Conferenza episcopale è una carica in cui si alternano ogni due anni vescovi anglofoni e francofoni. Insieme al presidente, i presuli hanno eletto anche il vice-presidente nella persona di mons. Paul-André Durocher, arcivescovo di Gatineau e gli altri membri della dirigenza della Cecc. (L.Z.)

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    Polonia: 70% dei 'si' alla presenza del Crocifisso nell’aula del Parlamento

    ◊   La grande maggioranza dei cittadini polacchi, circa il 70%, è favorevole alla presenza del crocifisso nell’aula del Parlamento. È quanto risulta da un sondaggio pubblicato sul quotidiano "Gazeta Wyborcza". Solo il 20% degli intervistati – riportano le agenzie Kna e Apic - si è dichiarato contrario. Inoltre, secondo il sondaggio realizzato dall’istituto Tns Obop, l’84% dei polacchi sono a favore del crocefisso negli ospedali e il 72% nelle scuole. Queste percentuali si abbassano nettamente tra i politici: a favore del crocifisso in Parlamento si è dichiarato solo il 53% degli intervistati contro il 41% dei contrari. I risultati del sondaggio escono a quasi una settimana dalle dichiarazioni polemiche di Janusz Palikot, leader dell’omonimo nuovo movimento di stampo radicale e anticlericale giunto terzo, con il 10% dei voti, alle elezioni parlamentari del 9 ottobre scorso. All’indomani del voto l’uomo d’affari aveva accusato la Chiesa di essere di parte e di avere “usato i simboli religiosi in modo vergognoso a fini di lotta politica”, annunciando che la prima iniziativa del suo partito sarebbe stata di chiedere la rimozione del crocifisso dalla Sejim, la camera bassa del Parlamento polacco. Dura la replica del presidente dei vescovi polacchi mons. Jozef Michalik, arcivescovo di Przemysl che a una conferenza stampa nei giorni scorsi, ripresa dall’agenzia Cns ha dichiarato che “chiunque voglia rimuovere la croce dalla sfera pubblica in Polonia, vuole anche imporre un’ideologia dell’odio”. (L.Z.)

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    Roma: Veglia dei giovani per celebrare Giovanni Paolo II. Annullato il pellegrinaggio

    ◊   I giovani di Roma riuniti a San Giovanni in Laterano, sabato prossimo 22 ottobre, per festeggiare Giovanni Paolo II, su invito del Servizio diocesano per la pastorale giovanile e dell’Ufficio per le vocazioni. La prima memoria liturgica del beato Karol Wojtyla sarà celebrata con una Veglia di preghiera, sul sagrato della basilica lateranense, alle ore 17. Annullato quindi il previsto pellegrinaggio, a seguito all’ordinanza comunale che vieta per un mese i cortei nelle aree del centro storico, dopo i gravissimi incidenti di sabato scorso causati dai Black Bloc infiltrati nella manifestazione degli ‘Indignati’. A guidare la Veglia sarà don Franco Rosini, direttore dell’Ufficio per le vocazioni, che proporrà tre meditazioni sui temi: “L’uomo per Giovanni Paolo II, “La missione”, “Il dolore e la beata Vergine Maria”. Meditazioni che saranno intervallate da video sui momenti salienti del pontificato di Giovanni Paolo II. Al termine della Veglia verrà celebrata la Santa Messa nella cattedrale di Roma, presieduta dal cardinale vicario Agostino Vallini. “Sarà un bel momento di festa - dichiara don Rosini - per ‘prendere possesso’ dell’eredità che Giovanni Paolo II ha lasciato a noi e a tutti i romani”, “punto di riferimento positivo per tutti, credenti e non”. In questo momento di crisi, aggiunge don Maurizio Mirilli, direttore del Servizio diocesano per la pastorale giovanile, “Giovanni Paolo II ha da dire una parola di speranza: che si possa costruire un futuro migliore, soprattutto per i giovani”. (R.G.)

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    24 Ore nel Mondo



    Libia: il Cnt annuncia la morte di Gheddafi

    ◊   Il consiglio nazionale di transizione ha annunciato la cattura e la morte l’ex leader libico Gheddafi nei pressi della sua città natale, Sirte, espugnata oggi dalle truppe ribelli. Il colonnello sarebbe arrivato morto a Misurata per le ferite riportate in uno scontro a fuoco. Il servizio di Marco Guerra:

    Il colonnello libico, Muammar Gheddafi ,sarebbe arrivato morto nella città di Misurata, dove i miliziani del Cnt lo hanno portato dopo la cattura vicino a Sirte, città espugnata oggi dalle truppe ribelli. Lo riferiscono fonti delle tv arabe 'al-Arabiya' al-Jazeera e del Consiglio nazionale di transizione. In base a questa ricostruzione, sarebbe stato ferito fuori Sirte e giunto senza vita a Misurata. Alcune fonti dicono che il leader libico si nascondeva in una buca e avrebbe urlato ai combattenti ribelli che lo hanno scovato: "Non sparate". È poi seguito un breve scontro a fuoco in cui è rimasto ferito alle gambe. Il blitz ha portato anche all’arresto del figlio Mutassim e degli esponenti del regime Abdullah al-Senussi e Mohammed Dhu, e del portavoce Moussa Ibrahim. La notizia non è ancora stata confermata da fonti occidentali. “Ci vorrà tempo per confermare la cattura di Gheddafi”, ha detto un funzionario della Nato spiegando che l'Alleanza sta verificando la notizia, mentre diverse ambasciate parlano di molti segnali che confermano la cattura e la morte del colonnello. In tutto il Paese, intanto, si segnalano scene di festeggiamenti per quello che potrebbe essere l’ultimo atto della guerra e di un regime durato 41 anni.

    Tunisia elezioni
    In Tunisia i militanti del Partito islamista Ennahda hanno lanciato ieri l’allarme contro possibili brogli alle elezioni politiche di domenica prossima, le prime dopo la destituzione del presidente Ben Ali, al potere per oltre 20 anni. “Se non ci sarà trasparenza – ha detto il leader Rachd Ganouchi – richiameremo le forze che si sono opposte a Ben Ali”. La formazione islamista è data per favorita e, con l’approssimarsi dell’apertura delle urne, si è assistito ad una crescente tensione fra laici e musulmani. Il ministero dell’Interno ha vietato manifestazioni e sit-in in tutto il Paese.

    Siria violenze
    In Siria non si ferma la repressione del dissenso antigovernativo. Secondo i comitati d’opposizione, nelle ultime 24 ore, sono state uccise almeno 30 persone in diverse parti del Paese. L'agenzia ufficiale Sana riferisce invece dell'uccisione di sei persone, tre giovani sorelle e tre terroristi.

    Afghanistan, vista del segretario di Stato Usa Clinton
    I Talebani prendano parte al processo di pace in Afghanistan oppure affrontino "attacchi continui". È il monito lanciato dal segretario di stato americano Clinton che oggi, a Kabul, ha incontrato il presidente Karzai. Per il diplomatico Usa, i negoziati di pace sono ancora possibili ma è necessario un ampio processo politico e l’appoggio dei Paesi vicini, in particolare del Pakistan. In giornata, infatti, la Clinton si recherà ad Islamabad per una serie di incontri con le autorità pakistane e sarà raggiunta anche dal capo della Cia, David Petraeus.

    Ue- economia
    Sono ore decisive per il futuro dell’Europa e dell’economia mondiale. Il parlamento greco si appresta a votare il nuovo piano di austerity con il Paese paralizzato per il secondo giorno di sciopero generale. Intanto le massime cariche dell’Ue accelerano per definire l’accordo per blindare l’euro e le banche del vecchio continente, che sarà presentato al vertice dei capi di Stato convocato a Bruxelles per domenica prossima. Il servizio di Roberta Barbi:

    La votazione cruciale del pacchetto di misure d’austerità è prevista per oggi pomeriggio, quando il parlamento ellenico sarà chiamato a pronunciarsi provvedimento per provvedimento, fra cui le nuove tasse, la diminuzione di 30mila lavoratori nel settore pubblico entro la fine di quest'anno e il blocco dei contratti di lavoro collettivi. Ieri l’aula ha approvato il testo nel suo complesso con 154 voti a favore (quelli di tutti i deputati del Partito socialista) e 141 contrari. Intanto, nel Paese, è iniziato il secondo giorno di sciopero generale. Tutte le categorie del lavoro sono ferme e la paralisi dei servizi e totale. Stamani 20mila persone erano già in piazza Syntagma, davanti al parlamento, teatro ieri degli scontri tra polizia e centinaia di giovani che hanno provocato oltre 50 feriti. Altrettanto cruciale è la partita che stanno giocando i massimi esponenti dell’Unione Europea in vista del vertice dei capi di Stato di domenica, dove sarà presentato il piano franco-tedesco per il salvataggio della Grecia, il rafforzamento del Fondo salva Stati europeo (EFSF) e la ricapitalizzazione delle banche. In occasione della cerimonia per la fine del mandato del presidente della Bce, Jean Claude Trichet, ieri a Francoforte si sono incontrati il presidente francese Sarkozy, il cancelliere tedesco Merkel, il presidente della commissione Ue Barroso e il direttore generale del Fmi Christine Lagarde. Il nodo principale resta l’aumento della partecipazione delle banche al taglio del debito in modo da non provocare il fallimento di Atene e un contagio devastante.

    Usa – Turchia
    Gli Stati Uniti al fianco della Turchia contro il terrorismo dei ribelli del Pkk che in questi giorni hanno attaccato obietti militari di Ankara provocando almeno 24 morti. Il presidente Obama ha ribadito la sua vicinanza al governo turco, protagonista nella giornata di ieri – con le sue forze armate - di diversi raid aerei e terrestri contro basi dei ribelli curdi in Iraq.

    Italia, ondata eccezionale di maltempo su Roma
    Eccezionale ondata di maltempo stamani sull’Italia centrale e sul Lazio. Particolare emergenza a Roma. Sulla capitale per quasi due ore si è abbattuto un violento temporale che ha messo in tilt trasporti, servizi e purtroppo ha causato una vittima ed un disperso. Due anziani che abitavano seminterrati nella zona sud della città. Totalmente insufficiente la rete fognaria nello smaltimento delle acque piovane. Ci riferisce in studio Giancarlo La Vella:

    Una giornata da dimenticare per Roma, innanzitutto per il tributo umano pagato, segno che le situazioni di solitudine e isolamento a volte concorrono ad aggravare i danni già ingenti causati dal maltempo. Difficoltà si sono registrate soprattutto nei trasporti, in un’ora in cui sono moltissimi i pendolari che, per motivi di lavoro, confluiscono nel centro cittadino. Chiuse le due linee metropolitanee, con molte stazioni allagate dall’acqua. Alcuni tratti sono stati parzialmente riattivati a fine mattinata. In crisi anche le linee ferroviarie provenienti dalle province vicine e le linee di trasporto su gomma. Una situazione che in pochi minuti ha creato il blocco del traffico urbano in vaste zone della capitale, anche per l’inondazione improvvisa di molti sottopassi. Alcuni ritardi anche nelle partenze degli aerei agli aeroporti di Fiumicino e Ciampino. Preoccupazione al Campidoglio; il sindaco Alemanno ha puntato il dito sulla scarsità di informazioni da parte del servizio meteorologico, che ha, sì, parlato di piogge, ma non di tale intensità. Preoccupazione soprattutto per i nuovi temporali annunciati per la seconda parte della giornata. Per il primo cittadino la situazione è da stato di calamità naturale. Protestano alcune associazioni locali per il pessimo stato in cui sarebbero le infrastrutture cittadine e i mezzi di prevenzione di eventi del genere. (Panoramica internazionale a cura di Marco Guerra)

    Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LV no. 293

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    Segreteria di redazione: Gloria Fontana, Mara Gentili, Anna Poce e Beatrice Filibeck, con la collaborazione di Vera Viselli.