Logo 50Radiogiornale Radio Vaticana
Redazione +390669883674 | +390669883998 | e-mail: sicsegre@vatiradio.va

Sommario del 15/10/2011

Il Papa e la Santa Sede

  • Il Papa alla Fondazione “Centesimus Annus”: dare un volto umano all’economia
  • Messaggio del Papa per i 50 anni di Adveniat: l'impegno sociale dei cristiani sia aperto anche alla dimensione spirituale
  • Incontro sulla Nuova evangelizzazione. Mons. Fisichella: ridare slancio missionario a tutta la comunità ecclesiale
  • Altre udienze e nomine
  • Meraviglioso silenzio: l’editoriale di padre Federico Lombardi
  • Oggi su "L'Osservatore Romano"
  • Oggi in Primo Piano

  • Mobilitazione mondiale degli "indignati" per ridare un futuro ai giovani
  • Giornata mondiale per la pulizia delle mani per ridurre la mortalità infantile
  • Il commento di padre Bruno Secondin al Vangelo della Domenica
  • Chiesa e Società

  • Egitto: accorato appello del cardinale Naguib per i cristiani copti
  • Consiglio mondiale delle Chiese: l’abuso della legge sulla blasfemia alimenta l’odio
  • Myanmar: di nuovo legali i sindacati, per i vescovi “un passo importante”
  • Thailandia: il futuro del Paese tra amnistia e riconciliazione
  • Colombia: i vescovi denunciano “frodi e compravendita di voti”
  • Giornata mondiale dell’alimentazione: l’aumento dei prezzi colpisce il Sud del mondo
  • Cellulari pieni di batteri: in Gran Bretagna uno su sei positivo all’Escherichia coli
  • La Caritas di Roma promuove una "Capitale Solidale"
  • 24 Ore nel Mondo

  • Il debito europeo e il rafforzamento del Fmi sul tavolo del G20
  • Il Papa e la Santa Sede



    Il Papa alla Fondazione “Centesimus Annus”: dare un volto umano all’economia

    ◊   Oggi più che mai, l’economia ha bisogno della famiglia per essere al servizio della persona: è quanto sottolineato da Benedetto XVI, stamani in Vaticano, ai partecipanti ad un convegno della Fondazione “Centesimus Annus”, incentrato sul rapporto tra famiglia e impresa. Il Papa ha ribadito che la Chiesa non ha una ricetta per risolvere la crisi economica, ma i cristiani hanno il dovere di denunciare i mali, testimoniare i valori e promuovere il bene comune. L’indirizzo d’omaggio al Papa è stato pronunciato dal presidente della Fondazione, Domingo Sugranyes Bickel. Il servizio di Alessandro Gisotti:

    “Famiglia e lavoro sono luoghi privilegiati per la realizzazione della vocazione dell’uomo”. In un tempo contrassegnato dalla crisi, Benedetto XVI ricorda che l’economia deve sempre tenere in considerazione “l’interesse e la salvaguardia” della famiglia, cellula primaria della società. E sottolinea, con la “Familiaris Consortio” del Beato Karol Wojtyla - di cui ricorre il 30.mo anniversario - i compiti fondamentali dell’istituzione familiare:

    “La formazione di una comunità di persone; il servizio alla vita; la partecipazione sociale e la partecipazione ecclesiale. Sono tutte funzioni alla cui base c’è l’amore, ed è a questo che educa e forma la famiglia”.

    L’amore dunque, soggiunge il Papa, “è alla base del servizio alla vita, fondato sulla cooperazione che la famiglia dona alla continuità della creazione”:

    “E’ primariamente nella famiglia che si apprende come il giusto atteggiamento da vivere nell’ambito della società, anche nel mondo del lavoro, dell’economia, dell’impresa, deve essere guidato dalla ‘caritas’, nella logica della gratuità, della solidarietà e della responsabilità gli uni per gli altri”.

    “La solidarietà è anzitutto sentirsi tutti responsabili di tutti”, ribadisce il Papa citando la “Caritas in Veritate”. La solidarietà, quindi, “non può essere delegata solo allo Stato”:

    “In questa prospettiva la famiglia, da mero oggetto, diventa soggetto attivo e capace di ricordare il ‘volto umano’ che deve avere il mondo dell’economia”.

    Nella difficile situazione che stiamo vivendo, constata poi con amarezza il Papa, “assistiamo, purtroppo, ad una crisi del lavoro e dell’economia che si accompagna ad una crisi della famiglia”. Il Pontefice come segnali di questo profondo disagio indica “i conflitti di coppia, quelli generazionali, quelli tra tempi della famiglia e per il lavoro, la crisi occupazionale”. Situazioni che “creano una complessa situazione di disagio che influenza lo stesso vivere sociale”.

    “Occorre perciò una nuova sintesi armonica tra famiglia e lavoro, a cui la dottrina sociale della Chiesa può offrire il suo prezioso contributo. Nell’Enciclica ‘Caritas in veritate’ ho voluto sottolineare come il modello familiare della logica dell’amore, della gratuità e del dono va esteso ad una dimensione universale”.

    Sia il mercato sia la politica, osserva ancora il Papa, “hanno bisogno di persone aperte al dono reciproco”. E avverte che le iniziative economiche, "pur senza negare il profitto" devono "andare oltre la logica" del "profitto fine a se stesso". Certo, aggiunge, “non è compito della Chiesa definire le vie per affrontare la crisi in atto”…

    “Tuttavia i cristiani hanno il dovere di denunciare i mali, di testimoniare e tenere vivi i valori su cui si fonda la dignità della persona, e di promuovere quelle forme di solidarietà che favoriscono il bene comune, affinché l’umanità diventi sempre più famiglia di Dio”.

    Il Papa non manca infine di mettere l’accento sul ruolo della famiglia per la nuova evangelizzazione. Essa, è la sua riflessione, “non è semplicemente destinataria dell’azione pastorale, ma ne è protagonista, chiamata a prendere parte all’evangelizzazione in modo proprio e originale”, mettendo “al servizio della Chiesa” e della società “il proprio essere e il proprio agire, come intima comunità di vita e di amore”.

    inizio pagina

    Messaggio del Papa per i 50 anni di Adveniat: l'impegno sociale dei cristiani sia aperto anche alla dimensione spirituale

    ◊   L’impegno sociale non resti solo a livello materiale ma sia rivolto anche alle necessità spirituali dell’uomo: è quanto afferma il Papa nel suo messaggio al vescovo di Essen, mons. Franz-Josef Overbeck, in occasione dei 50 anni di Adveniat, l’iniziativa di solidarietà promossa dalla Conferenza episcopale tedesca in favore delle popolazioni dell’America Latina e dei Caraibi. Ce ne parla Sergio Centofanti:

    La storia di Adveniat ha le sue radici nel periodo che segue la fine della seconda guerra mondiale. La Germania sconfitta è un Paese distrutto. Le comunità cattoliche tedesche lanciano un grido d’aiuto al mondo. A rispondere con particolare generosità furono i Paesi latinoamericani che inviarono in Germania migliaia di pacchi con vestiti, generi alimentari, medicine. Nel 1961 la situazione si rovescia. I vescovi tedeschi promuovono un’iniziativa di solidarietà che chiamano Adveniat. E non dimenticano gli aiuti ricevuti dopo la guerra. Così indirizzano la solidarietà ai Paesi latinoamericani e dei Caraibi.

    Il Papa esprime il suo apprezzamento per questi 50 anni di attività di Adveniat, parola latina che si riferisce alla preghiera del Padre nostro: “Venga il tuo regno”. “Il regno di Dio – afferma - è iniziato tra di noi con l’Incarnazione di Gesù Cristo” e “i cristiani sono chiamati a collaborare all’edificazione di questo regno” per “far risplendere sempre più il volto di Cristo” nel mondo e partecipare allo sviluppo di una società in cui si vive in giustizia e pace.

    Benedetto XVI sottolinea la dimensione spirituale della costruzione del regno di Dio. Infatti, nel “Padre Nostro Cristo ci insegna a pregare per l’avvento del regno”: “noi non possiamo semplicemente ‘farlo”, perché il regno di Dio è sostanzialmente un dono. Il regno di Dio e l’opera di Cristo sono tutt’uno. Esso si sviluppa dove, con l’annuncio della Buona Novella e con la celebrazione dei sacramenti, avviene l’incontro con Lui, il Salvatore e il Redentore dell’umanità. Egli stesso è la fonte della pace e dispensatore della salvezza”.

    Cristo – sottolinea il Papa – “fa sì che il nostro impegno sociale non rimanga soltanto materiale, esteriore e vuoto, ma lo ricolma dall’interno con spirito e vita”. Per questo – conclude – ogni iniziativa sociale e di solidarietà “si rivolga sempre all’uomo nel suo insieme, guardando alle sue necessita naturali e soprannaturali. Allora veramente il regno di Dio crescerà tra di noi”.

    inizio pagina

    Incontro sulla Nuova evangelizzazione. Mons. Fisichella: ridare slancio missionario a tutta la comunità ecclesiale

    ◊   Offrire risposte adeguate perché la Chiesa intera, lasciandosi rigenerare dalla forza dello Spirito Santo, si presenti al mondo con slancio missionario nuovo. Sono parole di Benedetto XVI che mons. Rino Fisichella, presidente del Pontificio Consiglio per la promozione della Nuova Evangelizzazione, ha ricordato dando il via in Vaticano all’incontro dal titolo “Nuovi evangelizzatori per la Nuova Evangelizzazione - La Parola di Dio cresce e si diffonde". L’incontro prevede un ampio spazio di confronto tra i responsabili di 33 Conferenze episcopali e 115 realtà ecclesiali. Poi, il concerto del tenore Andrea Bocelli, in attesa dell’arrivo del Papa, previsto alle 18.30. Per tutti i partecipanti, domani mattina alle 9.30, il Papa celebrerà la Santa Messa nella Basilica Vaticana. C’è da dire che nel corso della processione d’ingresso dalla sagrestia all’altare centrale il Papa farà uso della pedana mobile, già usata da Giovanni Paolo II. “Lo scopo – ha spiegato ai giornalisti padre Federico Lombardi, direttore della Sala Stampa vaticana - è esclusivamente di alleviare l’impegno del Santo Padre, analogamente a quanto già avviene con l’uso della Papamobile nelle processioni introitali in ambienti esterni e in Piazza San Pietro”. Sull’intervento di mons. Rino Fisichella, il servizio di Fausta Speranza:

    Se qualcuno oggi vuole riconoscere i cristiani lo deve poter fare per il loro impegno nella fede non per le loro intenzioni: così dice mons. Fisichella che, con le parole di Benedetto XVI, chiede: “risposte adeguate”, “slancio missionario” e “impulsi di evangelizzazione diversi” per realtà territoriali diverse. Servono spazi e coraggio nuovi per l’annuncio di sempre. Il punto centrale è sempre l’incontro con Cristo: la persona che crede fa questa esperienza e questa è chiamata a testimoniare. Ma mons. Fisichella spiega: “Molti, sbagliando, hanno pensato che l’annuncio esplicito non fosse più necessario e che la semplice testimonianza di vita fosse la nuova forma di evangelizzazione. Per sua stessa natura, invece, la testimonianza comporta l’annuncio esplicito del perché si sceglie di vivere alla sequela di Cristo”. Resta il fatto che bisogna affidarsi all’opera dello Spirito Santo e impegnarsi nella preghiera, ma mons. Fisichella raccomanda anche altro: “è determinante – dice - che ci facciamo carico anche di un pensiero profondo e di un’azione coerente”. “La mancanza di pensiero impoverisce la fede – sottolinea - e la rende debole perché incapace di poter raggiungere tutti”. Fede e pensiero – si capisce da diverse argomentazioni - devono invece poter parlare in tema e in ambito di famiglia, politica, e affrontare sfide e opportunità come l’immigrazione.

    Un’altra considerazione: il pensiero parte dagli spazi privilegiati, come quello della Diocesi e della parrocchia. A questo proposito un richiamo: “una parrocchia che si rinchiudesse nell’accogliere altre espressioni di vita ecclesiale verrebbe meno nella sua stessa natura di essere espressione privilegiata di accoglienza e sintesi organica per la vita della comunità e, comunque, si priverebbe di una forza evangelizzatrice in grado di incontrare le persone là dove lavorano, operano e agiscono al di fuori del territorio parrocchiale e che la parrocchia è impossibilitata di raggiungere”. Poi una raccomandazione sulla liturgia: “la centralità e unicità del mistero può esprimersi in forme differenti ma senza mai venir meno nel suo legame con l’unica fede professata”. E poi mons. Fisichella parla di confessione e direzione spirituale, perché “rinchiuso nel suo individualismo l’uomo contemporaneo non è più capace di confronto e cade nell’illusione che il suo stile di vita dipenda da lui”. “In un periodo in cui il senso di onnipotenza pervade non pochi, e si confonde il sogno con la realtà, pensando che tutto possa essere acquistato o sia esclusivo possesso individuale, - avverte mons. Fisichella - ritornare a fare i conti con chi si è realmente non sarebbe un danno, ma un’urgente necessità”. “La perdita del senso del peccato è derivante in parte dalla perdita del senso di appartenenza alla comunità”.

    Partecipa all’incontro per la nuova evangelizzazione anche Salvatore Martinez, presidente nazionale del Rinnovamento nello Spirito Santo. Federico Piana lo ha intervistato:

    R. – La sfida della nuova evangelizzazione è sempre più incombente. E’ ormai da 30 anni che questa espressione “evangelizzazione” ritorna, è non è uno slogan ma è uno stato permanente della vita della Chiesa. Giovanni Paolo II parlò della nuova evangelizzazione, dicendo che il Vangelo rimane lo stesso, ma i metodi, l’ardore deve essere nuovo. Quindi, non un nuovo Vangelo, ma un nuovo modo di comunicarlo.

    D. – Chi sono però i nuovi evangelizzatori?

    R. – Va ricordato che i nuovi evangelizzatori, intanto, sono tutti i cristiani. E’ fondamentale, forse, allora, lo scambio di mentalità, perché molti cristiani sembrano esaurire la loro fede negli atti di culto e in questo tempo potrebbero addirittura diventare atti privati. La fede ha sempre un rilievo pubblico: la fede feconda le culture, gli stili di vita e la fede propone una moralità, la passione di una moralità, quella cristiana, di un impegno, di un servizio specifico, di una responsabilità per l’altro, per l’uomo. Ecco perché ogni cristiano è per natura un evangelizzatore.

    D. – Le difficoltà, per quanto riguarda la nuova evangelizzazione, quali sono?

    R. – Le difficoltà sono tante. Pensiamo per esempio alla politica, al mondo della scienza, al mondo dell’economia. Ebbene, lì c’è bisogno di cristiani che riscoprano il Vangelo e che abbattano il divario tra fede e vita. Questo credo che sia oggi uno dei grandi ostacoli per cui in forza di un’idea, che è quella del rispetto della diversità, del rispetto delle culture, del rispetto delle legislazioni, il cristiano non è capace di vivere la sua laicità come una laicità di proposta. Quindi, in una sorta di testimonianza remissiva, riduce la propria presenza nella storia, confinandola alle sacrestie o a gruppi e comunità gratificanti o gradevoli nella loro compagnia. Uscire fuori dal cenacolo e portare questo mondo a Cristo è sicuramente un grande impegno. Le responsabilità sono allora talvolta strutturali, perché ci sono molti limiti alla diffusione del Vangelo: talvolta sono personali, sono legate per l’appunto alla difficoltà delle persone di dare Cristo, di dire Cristo, di vincere la paura, la vergogna di dirci cristiani ogni giorno. Per questo è utile un dicastero come questo della Promozione della nuova evangelizzazione ed è utile segnalare che la nuova evangelizzazione è in atto e che la nuova evangelizzazione deve contagiare, deve impegnare ogni cristiano, ogni battezzato. (ap)

    inizio pagina

    Altre udienze e nomine

    ◊   Il Papa ha ricevuto stamani mons. Juliusz Janusz, arcivescovo tit. di Caorle, nunzio apostolico in Slovenia, con incarico di delegato apostolico in Kosovo, e alcuni presuli della Conferenza episcopale di Australia, in visita “ad Limina”.

    Il Santo Padre ha nominato nunzio apostolico in Perù mons. James Patrick Green, arcivescovo titolare di Altino, nunzio apostolico in Sud Africa, in Namibia, in Lesotho, in Swaziland e in Botswana.

    Mons. ‘Ad Abikaram, vescovo di Saint Maron of Sidney dei Maroniti, succede a mons. Peter Joseph Connors, quale nuovo vescovo di Ballarat.

    inizio pagina

    Meraviglioso silenzio: l’editoriale di padre Federico Lombardi

    ◊   Nell’apparente vuoto del silenzio si può sperimentare la pienezza della presenza di Dio. Benedetto XVI lo ha ribadito nel recente viaggio in Calabria, ma più volte è tornato sulla dimensione del silenzio come esperienza fondamentale per scoprire il vero senso della vita. Ascoltiamo in proposito il nostro direttore, padre Federico Lombardi, nel suo editoriale per Octava Dies, il settimanale informativo del Centro Televisivo Vaticano:

    Il 29 settembre era stato annunciato il tema di riflessione per la prossima Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali: “Silenzio e Parola: cammino di evangelizzazione”, e pochi giorni dopo, domenica 9 ottobre, il Papa si è recato alla Certosa di Serra San Bruno, in Calabria, a pregare con i monaci in uno dei luoghi più caratteristici della spiritualità della Chiesa, dove – come diceva il Priore - da secoli si “tiene accesa la lampada della preghiera nel silenzio e nel nascondimento”.

    Non c’è antitesi fra il silenzio e la parola, fra la preghiera e l’annuncio. Perché il silenzio è la premessa essenziale per accogliere e preparare l’ascolto della Parola. Perché il suono della parola diventa significativo proprio per la sua modulazione intervallata dai silenzi. Per la persona odierna, immersa nel flusso di un rumore continuo – fisico o mentale -, la vita dei monaci suscita ammirazione e timore reverenziale, nostalgia di ritmi ed equilibri di vita perduti nel passato. In ogni caso quasi tutti sentono il fascino e comprendono – almeno confusamente – l’importanza essenziale di un luogo dove il silenzio non equivale al vuoto del nulla, ma al respiro dello spirito, dove diventa possibile avvertire il ruotare sommesso delle sfere celesti, e alla fine l’alitare del “vento leggero”, della presenza di Dio, “la Realtà più reale che ci sia – come diceva il Papa – e che sta oltre la dimensione sensibile”.

    Mentre ci interroghiamo su come dare ali alla “nuova evangelizzazione” e ai suoi messaggi, non dimentichiamo che la loro efficacia nasce dall’ascolto, le cui premesse sono appunto nel silenzio, pieno della realtà della vita di Dio. L’esistenza nascosta dei monaci, che – come diceva ancora il Priore - in Dio si sentono vicini a tutti gli uomini della terra, specialmente a quelli che cercano, lottano e soffrono”, ci accompagna e ci conforta.

    inizio pagina

    Oggi su "L'Osservatore Romano"

    ◊   Il discorso di Benedetto XVI ai partecipanti al convegno promosso dalla Fondazione Centesimus Annus pro Pontifice.

    In prima pagina, un articolo di Pierluigi Natalia dal titolo “Il prezzo della fame: rincari dei prodotti agricoli e insicurezza alimentare”.

    L’asse franco-tedesco alla prova del G20: nell'informazione internazionale, il vertice finanziario di Parigi.

    La lista di Pfeiffer: in cultura, Giovanni Preziosi su Padre Pancrazio, che salvò quattrocento vite dalla furia nazista durante l’occupazione di Roma.

    Dal profondo della negazione: Inos Biffi sul compimento dell’onnipotenza e della misericordia divina.

    In equilibrio sul futuro: Marta Lago sul rapporto tra libro ed ebook alla Fiera di Francoforte.

    Quanto è democratica la musica elettronica: Marcello Filotei sull’International Electroacoust Music Festival al Conservatorio di Santa Cecilia di Roma.

    inizio pagina

    Oggi in Primo Piano



    Mobilitazione mondiale degli "indignati" per ridare un futuro ai giovani

    ◊   Giornata di mobilitazione internazionale degli "indignati", che oggi sono in piazza in oltre 900 città del mondo per protestare contro il sistema economico-finanziario accusato di essere la causa dell'attuale crisi che colpisce in particolare le giovani generazioni. La protesta coinvolge le principali capitali del mondo, da Madrid a New York, da Santiago del Cile ad Atene, da Tokyo a Sydney, da Taiwan fino a Roma. Il servizio è di Eugenio Bonanata:

    Una protesta che unisce i quattro angoli del pianeta, per ribadire la necessità di rivedere al più presto il sistema finanziario e quello politico. Le risposte messe in campo fino ad ora non piacciono agli indignati che dicono di non voler pagare gli effetti della crisi. Hanno scelto la tenda come simbolo della propria campagna e hanno rifiutato qualsiasi appartenenza politica: un movimento nuovo, ispirato alle rivolte nel mondo arabo, che chiede in primis di tassare le rendite e le transazioni finanziarie. Un’ottantina i Paesi coinvolti dalla mobilitazione odierna. Negli Stati Uniti, da dove è partita l’ondata di dissenso con l’occupazione simbolica di Wall Street, i cortei iniziano nel pomeriggio ma la polizia in queste ore ha arrestato numerose persone in varie città. Manifestazioni anche in Oriente: Corea del Sud, Giappone, Filippine e Nuova Zelanda. A Taiwan, in centinaia, con il sostegno di un famoso magnate dell’industria dell’elettronica, hanno assediato il simbolo del capitalismo e cioè il grattacielo Taipei 101, dove ha sede la Borsa. E a proposito di sostegno è arrivato anche quello del prossimo governatore della Banca Centrale Europea, Mario Draghi, il quale ha detto che i giovani fanno bene a protestare e che anche la sua generazione ha fatto altrettanto a suo tempo. Intanto, sono affollate anche le piazze delle città del vecchio continente, che hanno raccolto l’invito della Rete 15 ottobre. A Roma la città è blindata: tra timori per l’ordine pubblico e disagi per la circolazione, l’attenzione si concentra su Piazza della Repubblica da dove è partito il corteo diretto a Piazza San Giovanni. Si segnalano già i primi roghi di veicoli e vetrine di banche sfondate. Ma sentiamo le voci di alcuni manifestanti raccolte da Arcangelo Esposito:

    R. – Io sono un neo laureato disoccupato e sento fortemente il bisogno, come tutti quelli che stanno qui oggi, di andare al cuore del problema. Il cuore del problema in questo momento è la gestione dei finanzieri in generale che comandano molto di più dei governi attuali. Un tempo c’era il problema di non avere prospettive adeguate alla propria preparazione. Qui il problema è diverso: qui non ci sono prospettive, punto!, anche inadeguate.

    R. – Il nostro modo di utilizzare i social network ci ha dato la possibilità di costruire un appello, un appuntamento senza sigle, e questo per noi è stato molto importante.

    R. – Noi crediamo allo slogan che stiamo usando: "siamo il 99 per cento". E’ quello che sta girando in tutte le piazze mondiali. Più generazioni hanno deciso di non affrontare più in maniera solitaria quello che subiscono quotidianamente: il discorso sullo sfruttamento, non solo nei luoghi di lavoro, ma anche all’interno dell’università. Fortunatamente in questo momento c’è una possibilità vera di vivere un momento storico: quello di cambiare radicalmente le cose.

    D. – Quando vedi passare qui la gente, cosa vedi nei suoi occhi?

    R. – Tanta solidarietà. Tutte le persone che sono passate vogliono parlare con noi, vogliono capire perché siamo qui. Nessuno ha detto: “State facendo male”.

    D. – E voi come volete continuare questa protesta?

    R. – E’ una protesta molto partecipata, una protesta molto pacifica, ma è una protesta che comunque è anche radicale.

    D. – Che significa radicale?

    R. – Radicale nei contenuti: noi vogliamo cambiare il mondo! (ap)

    inizio pagina

    Giornata mondiale per la pulizia delle mani per ridurre la mortalità infantile

    ◊   “Le mani pulite salvano vite umane”: è il messaggio semplice, ma importante che l’Unicef è impegnata a diffondere in tutti i Paesi del mondo in cui opera, in occasione dell’odierna IV “Giornata mondiale per la pulizia delle mani”, fatta propria da governi, istituzioni internazionali, organizzazioni della società civile, ong, imprese private. Molte le iniziative promosse per quest’occasione, soprattutto nelle scuole, per sensibilizzare prima di tutto i bambini. L’anno scorso la Giornata ha coinvolto 700 milioni di persone e 700 mila scuole in 70 Paesi. Adriana Masotti ha chiesto a Susanna Bucci, direttore comunicazione di Unicef Italia, che cosa significa in concreto che “le mani pulite salvano vite umane”:

    R. - Significa che ormai da quando si è visto che la semplice pratica di lavarsi le mani prima di venire a contatto con il cibo oppure dopo aver utilizzato i servizi igienici riesce a ridurre l’incidenza di malattie diarroiche tra i bambini sotto i 5 anni di quasi il 50 per cento o le infezioni respiratorie acute del 25 per cento, bisogna promuovere questa semplice pratica, perché è una vera pratica salvavita.

    D. - Una pratica semplice, ma forse ci sono delle ragioni: forse manca l’acqua in certi posti o manca il sapone o è una questione soprattutto culturale?

    R. - Il sapone non scarseggia anche nei Paesi poveri, soltanto che viene utilizzato per lavare i panni; l’acqua - certo - sappiamo che è uno dei principali problemi, ma sappiamo anche che laddove ci sono scuole, laddove ci sono i villaggi, tutto questo non può prescindere dalla disponibilità di acqua potabile. Il problema è proprio la non conoscenza…

    D. - Conoscenza, cioè, che è rischioso non lavarsi le mani se, ad esempio, si tocca il cibo?

    R. - Sì, ad esempio, quando si tocca il cibo o ogni volta che si va in bagno; se una mamma prima di partorire e la levatrice si lavano con il sapone - non devono soltanto utilizzare l’acqua, ma è necessario utilizzare acqua e sapone - si può ridurre la mortalità al momento della nascita in percentuali molto significative. Lei pensi che l’anno scorso in Bangladesh, in occasione appunto della Giornata mondiale del lavaggio delle mani, circa 18 milioni di bambini di tutte le scuole del Bangladesh hanno partecipato a manifestazioni di massa in cui venivano lavate le mani con il sapone: in questo modo, questa pratica ovviamente comincia a diffondersi di più.

    D. - Nei kit di primo aiuto in caso di terremoto, alluvioni e soprattutto nei Paesi in via di sviluppo e comunque un po’ dovunque è compreso anche il sapone?

    R. - Certo, quando c’è una catastrofe naturale o una emergenza o una situazione come quella che sta colpendo il Corno d’Africa adesso, dove centinaia di migliaia si trovano in difficili e precarie situazioni igieniche e sanitarie, ovviamente questi kit vengono immediatamente distribuiti dall’Unicef, proprio per consentire alle popolazioni di poter utilizzare degli strumenti che possano davvero fare la differenza in termini di vite umane.

    D. - Sembra strano, ma capita anche nei nostri bar e nei ristoranti di vedere personale che tocca magari i soldi, perché è alla cassa, e subito taglia un panino e tocca un alimento. Dobbiamo protestare?

    R. - Io penso di sì. Non c’è questo tipo di attenzione, eppure questo nel caso nostro è vero che non ci trasmette malattie mortali, ma ad esempio l’influenza si è visto che viene ridotta di altissime percentuali se - appunto - venissero usate queste pratiche.

    D. - Per concludere, l’Unicef come contribuisce a questa sensibilizzazione?

    R. - L’Unicef contribuisce a tutto tondo, perché abbiamo lanciato poche settimane fa una campagna che si chiama “Vogliamo zero”, perché sappiamo che ogni giorno muoiono 22 mila bambini per malattie che possono essere facilmente prevenute. E noi vogliamo arrivare a zero… Lavoriamo in tutti i Paesi, dove ovviamente abbiamo i programmi, e in tutti i continenti: in Afghanistan, ad esempio, promuoviamo - ovviamente insieme ad altre associazioni - questa giornata del lavaggio delle mani che coinvolge 7 milioni e 700 mila bambini; nella Repubblica Centroafricana ci sarà una campagna, soprattutto attraverso la radio, e circa 20 mila bambini verranno coinvolti in attività educati. (mg)

    inizio pagina

    Il commento di padre Bruno Secondin al Vangelo della Domenica

    ◊   In questa 29.ma Domenica del Tempo ordinario la liturgia ci presenta il passo del Vangelo in cui i farisei, per mettere alla prova Gesù, gli chiedono con malizia se sia lecito, o no, pagare il tributo a Cesare. Il Signore, smascherando la loro ipocrisia, si fa mostrare la moneta del tributo dove c’è l’immagine di Cesare. Quindi dice:

    «Rendete dunque a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio».

    Su questo brano del Vangelo, ascoltiamo il commento del padre carmelitano Bruno Secondin, docente di Teologia spirituale alla Pontificia Università Gregoriana:

    Niente male come tranello questo quesito sul tributo: se risponderà “no” rischia una denuncia come sovversivo antiromano; se risponde “si” delude il popolo, che mal sopporta i romani. Insomma stai con Israele o con Roma? Gesù non si scompone, e invita tutti ad uscire dall’ipocrisia. Tutti usavano la moneta con l’immagine dell’imperatore per tante cose e senza troppi scrupoli, e quindi li rimanda al senso pratico: la moneta ha una utilità sociale evidente, e le esigenze sociali vanno rispettate, ma non sono un assoluto. Anche Paolo scriveva ai cristiani di Roma di pagare le tasse e rispettare le autorità, per un ordinato convivere. Lo Stato ha i suoi diritti, ma non può arrogarsi diritti che competono solo a Dio, non può sostituire nella coscienza i diritti che sono di Dio. Sopra Cesare c’è Dio: è lui il valore assoluto, a lui tutto appartiene, anche Cesare. Rendere a Cesare quello che è di Cesare vuol dire rispetto delle mediazioni storiche e sociali, utili per una vita ordinata. Però nulla può sostituirsi a Dio, prendere il suo posto, fargli concorrenza. Quante volte, messo da parte Dio, si è diventati schiavi del tiranno di turno, che si crede padrone di tutto! Troppa gente, anche oggi, vorrebbe identificare il linguaggio della religione con modelli politici concreti, o viceversa fare della propria politica una nuova religione, fino all’idolatria. Teniamo gli occhi aperti!

    inizio pagina

    Chiesa e Società



    Egitto: accorato appello del cardinale Naguib per i cristiani copti

    ◊   “Siate lieti nella speranza, forti nella tribolazione, perseveranti nella preghiera… Non rendete a nessuno male per male. Cercate di compiere il bene davanti a tutti gli uomini. Se possibile per quanto dipende da voi, vivete in pace con tutti”. E’ l’appello rivolto ai cristiani dal cardinale Antonios Naguib, Patriarca di Alessandria dei copti. “Con i cuori feriti, ci uniamo a tutte le forze nazionali, sincere, responsabili del presente e del futuro del nostro amato Paese, per manifestare il nostro profondo dolore, davanti agli eventi sanguinanti subiti dai figli e figlie sincere della nazione, che hanno voluto contribuire al cammino democratico del Paese, con manifestazioni pacifiche, come centinaia di altri gruppi di cittadini”. Il Patriarca di Alessandria ricorda che almeno 25 persone sono morte domenica scorsa durante una manifestazione promossa da cristiani copto-ortodossi per protestare contro l’attacco ad una chiesa nell’Alto Egitto incendiata da integralisti islamici. “Chiediamo – scrive il cardinale Antonios Naguib – che tutte le preghiere di domani siano consacrate per queste intenzioni”. Il porporato condanna ogni atto di violenza e rivolge un accorato appello alle autorità “di prendere le misure necessarie” per garantire la sicurezza e stabilere soluzioni chiare per “i problemi che causano tensioni e conflitti”. Il cardinale Antonios Naguib chiede anche che venga rispettata la supremazia della legge e garantita l’obiettività dei media. “Abbiamo piena fiducia – prosegue il porporato – che il Consiglio superiore delle forze armate, il governo e la magistratura, sono in grado di guidare il Paese alla stabilità”. L’appello è rivolto anche a tutti membri delle Chiese, affinché con spirito di sincera cittadinanza si promuova il bene comune. Segue l’esortazione anche a partecipare all’azione politica ed elettorale in vista delle consultazioni politiche previste a novembre. L’obiettivo è di costruire uno Stato democratico moderno, fondato sulla legge e sull’uguaglianza. (A.L.)

    inizio pagina

    Consiglio mondiale delle Chiese: l’abuso della legge sulla blasfemia alimenta l’odio

    ◊   “Il governo pakistano non deve chiudere gli occhi alla cultura della violenza perpetrata attraverso l’uso e l’abuso della legge sulla blasfemia, che intensifica l’odio, l’intolleranza e la persecuzione che possono colpire chiunque nel Paese e, in particolare, le minoranze religiose”. E’ quanto ha detto in una conferenza stampa a Lahore il segretario generale del Consiglio mondiale delle Chiese, reverendo Olav Fykse Tveit, che ha anche lanciato un appello al governo affinché vengano adottate “le misure necessarie contro l’intolleranza religiosa”. Durante il suo soggiorno in Pakistan, il segretario generale del Consiglio mondiale delle Chiese ha incontrato diversi esponenti delle comunità cristiane e rappresentanti di organizzazioni della società civile. “I cristiani – ha detto il reverendo Olav Fykse Tveit, le cui parole sono state riprese dall'agenzia Sir – vivono in un clima di insicurezza”. “La situazione - ha aggiunto - è andata peggiorando negli ultimi anni”. Attualmente il Codice penale pakistano punisce con l’ergastolo chi offende il Corano. E’ prevista anche la condanna a morte per chi insulta Maometto. (A.L.)

    inizio pagina

    Myanmar: di nuovo legali i sindacati, per i vescovi “un passo importante”

    ◊   Con un’ulteriore mossa di apertura verso forme di governo più democratiche, il regime birmano torna a dare legittimità e legalità ai sindacati, che erano stai vietati dal 1962. Il presidente Thein Sein ha firmato una legge che consente ai lavoratori di formare sindacati (con un minimo di 30 membri), prevede il diritto di sciopero e anche possibili sanzioni per i datori di lavoro. Le autorità birmane hanno consultato gli esperti dell’Organizzazione internazionale per il lavoro prima di promulgare la legge che, secondo il governo, “dovrebbe migliorare la trasparenza e contribuire ad aumentare gli investimenti stranieri”. Secondo fonti dell'agenzia Fides in Myanmar, i diversi passi compiuti dal governo negli ultimi mesi – pur restando ancora molte questioni aperte – “rappresentano un chiaro orientamento verso democrazia e riforme”: la liberazione della leader Aung San Suu Kyi e la libertà di movimento che le viene concessa; la formazione di due specifiche Commissioni, un per le Minoranze etniche, una per i Diritti Umani; il blocco della diga di Mytston sul fiume Irrawaddy, con le possibili ricadute positive di pacificazione con le minoranze etniche; la liberazione di oltre 6 mila detenuti, fra i quali oltre 100 prigionieri politici; la legalizzazione dei sindacati. Interpellato dall’agenzia Fides, mons. Alexander Cho, vescovo di Pyay, sottolinea che “il presidente sta cercando fare degli sforzi per il bene della nazione”. “La legalizzazione dei sindacati è un passo importante, un buon segnale”. “La situazione sociale sta migliorando. La fiducia verso il futuro sta crescendo”. Le prossime sfide, conclude il presule, sono quelle di “fermare i conflitti con le minoranze e di riconciliare la nazione. Speriamo che questo possa avverarsi presto”. (A.L.)

    inizio pagina

    Thailandia: il futuro del Paese tra amnistia e riconciliazione

    ◊   In Thailandia, mentre il Nord del Paese e anche la capitale Bangkok sono colpiti da inondazioni e alluvioni, a catalizzare l'attenzione dell'opinione pubblica è la delicata questione della riconciliazione e di una possibile amnistia, che potrebbe riguardare anche l'ex premier Tahksin Shinawatra. La "Commissione per la Verità e la Riconciliazione", che ha l'obiettivo di "guarire le ferite del passato" e ritrovare un futuro di unità per la nazione, sta pensando di convocare una conferenza nazionale dei sei partiti principali per trovare un accordo sui punti controversi. E si fa strada, in tale fase, un provvedimento di amnistia, di cui sarebbero beneficiari esponenti di entrambi gli schieramenti politici, che hanno dominato la scena nell'ultimo decennio: i democratici e i "popolari". Il "perdono" toccherebbe i generali fautori del colpo di Stato nel 2006 e i leader militari e politici coinvolti negli scontri del maggio del 2010, che causarono la morte di 91 persone, fra manifestanti e soldati, a Bangkok. Secondo il governo di Yingluck Shinawatra, sorella di Tahksin, eletta premier nel luglio scorso, a capo del partito "Pheu Thai", l'amnistia, dovrebbe servire a riconciliare una nazione irrimediabilmente divisa, fra borghesia urbana e masse rurali, fra élite intellettuali e larghe fasce di poveri. Ma, fra i beneficiari della legge che giuristi del governo stanno mettendo a punto, ci sarebbe anche l'ex primo ministro Thaksin Shinawatra, il magnate che ha governato la Thailandia fra il 2001 e il 2006, accusato di corruzione, rovesciato da un colpo di stato e fuggito all'estero. Una fonte dell'agenzia Fides nella Conferenza episcopale della Thailandia sottolinea che “è molto difficile prevedere cosa accadrà”. “La gente è abbastanza disorientata e il panorama politico resta molto fluido. Non sappiamo cosa avviene davvero dietro le quinte. E ai cittadini non viene raccontata la verità, dunque non c'è la giusta e reale consapevolezza nell'opinione pubblica. L'urgenza oggi è la trasparenza”. (A.L.)

    inizio pagina

    Colombia: i vescovi denunciano “frodi e compravendita di voti”

    ◊   “Poiché la Chiesa è presente perfino nell'angolo più remoto della Colombia, sappiamo della compravendita di voti, della migrazione degli elettori, delle schede falsificate e del fatto che anche i morti iniziano a votare. Ribadiamo che nessuno di questi difetti sono ammissibili nell'atto di votare”. “Non si può essere d'accordo o complici con i disonesti”: è l’allarme lanciato dalla Conferenza episcopale della Colombia in una lettera indirizzata al presidente Juan Manuel Santos ed altre autorità statali, alla vigilia delle elezioni del prossimo 30 ottobre. Nel documento, riportato dall’agenzia Fides, mons. Juan Vicente Córdoba, segretario generale della Conferenza episcopale, sottolinea anche che la vicinanza della Chiesa con la popolazione ha permesso di ottenere delicate informazioni di tal genere, su possibili brogli elettorali. Mons. Juan Vicente Córdoba invita la popolazione colombiana a portare avanti l’impegno civico del voto con coscienza trasparente e in favore di candidati onesti: “Chiediamo di avere per il momento delle elezioni, la chiara coscienza di scegliere i candidati onesti, corretti e quelli che preferiscono il bene del Paese”. I presuli invitano i cittadini a denunciare la compravendita di voti, lo spostamento degli elettori, la supplenza degli elettori ed altre azioni che potrebbero danneggiare la trasparenza democratica del voto. La Conferenza episcopale ha annunciato che domenica 23 ottobre, in tutte le parrocchie del Paese, si darà lettura a una lettera pastorale che offrirà ai fedeli cattolici e al popolo colombiano alcune linee guida fondamentali: l’obiettivo è di garantire che le elezioni possano efficacemente contribuire alla costruzione di una nazione più democratica, giusta e solidale. La Chiesa indica, tra le priorità, la lotta contro la povertà e la corruzione, il rispetto della vita umana e della vera natura della famiglia. Criteri chiave, a giudizio dei vescovi, che dovrebbero aiutare a discernere i programmi dei vari partiti politici e candidati. (A.L.)

    inizio pagina

    Giornata mondiale dell’alimentazione: l’aumento dei prezzi colpisce il Sud del mondo

    ◊   “Prezzi degli alimenti, dalla crisi alla stabilità”. E’ il tema della Giornata mondiale dell’alimentazione, indetta dalla Fao, che verrà celebrata domani. In base ai dati diffusi di recente dalla Banca mondiale, l’aumento dei prezzi del cibo tra il 2010 e il 2011 ha fatto precipitare più di 70 milioni di persone nella povertà estrema. Le popolazioni del Sud del mondo – ricorda l’agenzia Misna - sono le più vulnerabili di fronte alla fluttuazione dei prezzi e al caro cibo che ipotecano la sicurezza alimentare di molti Paesi in via di sviluppo. Quest’anno la sesta edizione della "Run for food", la "Corsa contro la fame", che domani si snoderà per le vie di Roma con un percorso di 10 km per la competizione e di 5 km per la gara non competitiva, è dedicata al Corno d’Africa, colpito da una grave crisi umanitaria dovuta ad una devastante siccità. In quella regione del continente almeno 13 milioni di persone patiscono la fame. L’instabilità dei prezzi alimentari, iniziata con la crisi alimentare del biennio 2006-2008, si è accentuata negli ultimi mesi alla luce della crisi dei mercati mondiali provocata anche da meccanismi speculativi. Lunedì a Roma, presso la Fao si aprirà la 37.ma sessione del Comitato per la sicurezza alimentare mondiale (Csa), un ‘forum’ che mette a confronto governi, istituzioni internazionali e società civile intenti a delineare politiche e progetti di lotta all’insicurezza alimentare. (A.L.)

    inizio pagina

    Cellulari pieni di batteri: in Gran Bretagna uno su sei positivo all’Escherichia coli

    ◊   Ceppi del batterio Escherichia Coli tra i tasti dei cellulari. Uno su sei dei telefonini britannici sarebbe positivo alle analisi batteriologiche svolte da un istituto londinese. Anche altri batteri, come lo Stafilococco aureo, sono stati trovati dai ricercatori inglesi della London School of Hygiene & Tropical Medicine. Il team di studiosi ha raccolto campioni di cellulari in 12 città britanniche. La presenza di batteri su schermi e tastiere è dovuta, secondo gli esperti, alle scarse prevenzioni igieniche di chi usa il telefonino. Le mani, sempre a contatto con il cellulare, sarebbero le portatrici dei batteri che, una volta trasportati su una superficie come quella del cellulare difficile da lavare, rimbalzano nuovamente sulla pelle. Nel 92% dei casi esaminati, sul cellulare è stata riscontrata la presenza di almeno un batterio. Il consiglio degli esperti è di lavarsi spesso le mani. Proprio oggi si celebra la “Giornata mondiale per la pulizia delle mani”. “Lavarsi le mani con acqua e sapone specialmente in alcuni momenti critici - dopo aver usato i servizi igienici e prima di toccare gli alimenti - contribuisce a ridurre l'incidenza delle malattie diarroiche tra i bambini sotto i 5 anni di quasi il 50% e le infezioni respiratorie acute del 25%; eppure questo semplice comportamento - ha ricordato in vista di questa Giornata il presidente dell’Unicef Italia Vincenzo Spadafora - non viene praticato regolarmente”. (A.L.)

    inizio pagina

    La Caritas di Roma promuove una "Capitale Solidale"

    ◊   L’edizione 2011 di "Capitale Solidale", la rassegna culturale promossa dalla Caritas diocesana di Roma, si concluderà domani, a partire dalle ore 16, con un pomeriggio di festa presso la “Cittadella della carità - Santa Giacinta” a Ponte Casilino (Via Casilina Vecchia, 19). Stand e laboratori tematici sul tema “Raccontare è resistere. Il territorio questo sconosciuto: voci e racconti di una città solidale” vedranno protagonisti gli operatori delle Caritas parrocchiali e di altre esperienze di solidarietà a Roma. Quattro i percorsi di animazione - “Una economia a misura di uomo per l’uomo”; “Una carità che corre oltre le mura. L’esperienza in Abruzzo”; “Una comunità attenta agli anziani”; “Una scuola che educhi all’ascolto”. Percorsi in cui si approfondiranno i temi del volontariato, dei gruppi di acquisto solidali e del consumo critico, della scuola multiculturale e l’esperienza della diocesi di Roma a sostegno dei terremotati in Abruzzo. Alle ore 18 ci sarà lo spettacolo “Voci e musica per una serata solidale” con l’esibizione di gruppi pop-rock provenienti da alcune parrocchie romane, lo spazio aperitivo, una mostra fotografica. Durante il concerto inoltre sono previsti interventi degli ospiti dei centri Caritas che ricorderanno la figura di Don Luigi Di Liegro leggendo i suoi scritti. “Capitale Solidale” è la rassegna culturale promossa dalla Caritas diocesana in collaborazione con Roma Capitale e la Provincia Roma. Per maggiori informazioni si può consultare il sito www.caritaslesolidale.org (A.L.)

    inizio pagina

    24 Ore nel Mondo



    Il debito europeo e il rafforzamento del Fmi sul tavolo del G20

    ◊   È in corso a Parigi la seconda giornata di lavori dei ministri della Finanza e dei governatori delle banche centrali del G20. Al centro dei colloqui, la crisi del debito sovrano dei Paesi dell’Eurozona e il ruolo del Fondo monetario internazionale. Marco Guerra:

    Maggiori risorse e nuovo ruolo per il Fmi per soccorrere il debito sovrano Ue. Su questa ipotesi hanno discusso e sono spaccati ieri i rappresentanti del G20. Contrarie le economie avanzate Usa, Giappone, Australia e Canada, con l’appoggio della Germania. Favoreli, in cambio di un maggior peso istituzionale, Paesi emergenti come Brasile, India, Cina, Sud Africa. Dal canto loro, gli Europei hanno spiegato ai loro partner quanto stanno facendo per arginare la crisi del debito. Un'azione che si concretizzerà nel vertice Ue del 23 ottobre, in occasione del quale l’asse franco tedesco presenterà un pacchetto che prevede ricapitalizzazione delle banche, massimizzazione del fondo Fondo europeo salva stati (Efsf) e il taglio del debito della Grecia. Nel corso dei lavori odierni, è prevista anche una sessione dedicata alle regole della finanza proposte Financial Stability Board (Fsb) presieduto da Mario Draghi. Il prossimo presidente della Bce presenterà la bozza della lista di una decina di banche sistemiche a livello mondiale (G-sifis) alle quali è richiesto maggiore capitale. La pubblicazione della lista è attesa da diversi istituti bancari europei che temono effetti recessivi da regole piu' stringenti. Draghi ha intanto commentato con i giornalisti le manifestazioni degli Indignados, riconoscendo ai giovani buone ragioni a prendersela con la finanza.

    Siria, proteste
    È di almeno 11 morti, fra cui tre bambini, il bilancio delle vittime del 33.mo venerdì di proteste consecutivo in Siria, fornito dai comitati d’opposizione. I media ufficiali smentiscono ancora una volta e l'agenzia ufficiale Sana ha riferito solo dell'uccisione di un soldato in un attacco terroristico. Questo venerdì era stato dedicato ai ''Liberi dell'esercito'', in riferimento ai sempre più numerosi militari disertori. Negli ultimi giorni si sono, infatti, verificati intensi scontri senza precedenti tra forze lealiste e soldati che si sono uniti ai manifestanti in tre diverse zone del Paese.

    Libia combattimenti a Sirte e Tripoli
    In Libia ancora si combatte tra le forze del nuovo governo e fedelissimi di Gheddafi a Sirte, che risulta ancora saldamente nelle mani di quest’ultimi, e nel quartiere Abu Salim di Tripoli. Negli scontri di ieri nella capitale hanno perso la vita tre persone, un combattente del Cnt e due uomini di Gheddafi. Secondo il Consiglio nazionale di transizione, il colonnello sarebbe ora nel deserto del sud della Libia e la sua cattura sarebbe vicina.

    Yemen, manifestazioni
    La polizia yemenita è tornata a sparare nella capitale Sanaa sui manifestanti che da 10 mesi chiedono le dimissioni del presidente Saleh. Secondo fonti mediche, sono almeno 12 le persone rimaste uccise e decine i feriti. Gli incidenti sono avvenuti durante una manifestazione alla quale partecipavano circa 15.000 oppositori che tentavano di raggiungere la centrale Piazza del cambiamento.

    Yemen terrorismo
    Nello Yemen è stato inferto ancora un duro colpo ad Al Qaeda. Il responsabile dei rapporti con i media della cellula yemenita della rete terroristica, Ibrahim Al Banna, e altri 23 miliziani sono stati uccisi in tre raid aerei ad Azzan, nel Sud dello Yemen. Tra le vittime dei raid, c'è anche il figlio dell'imam Al Awlaki, il leader di Al Qaeda in Yemen ucciso recentemente in un analogo attacco americano.

    Italia – Politica
    Resta acceso il dibattito politico italiano all’indomani del voto parlamentare che ha confermato la fiducia nel governo Berlusconi. L’esecutivo ha intanto approvato il ddl stabilità ma l’opposizione parla di maggioranza al capo-linea. Per un commento sull’esito del voto di ieri, Cecilia Seppia ha sentito Antonio Maria Baggio docente di etica politica all’Università Sophia di Loppiano, promossa dal Movimento dei Focolari:

    R. – La sostanza del nostro problema, per quanto riguarda la politica in Italia, è governare, non è il fatto che la maggioranza di governo sopravviva, avendo alle spalle passaggi di deputati quanto meno dubbi. La notizia che noi vorremmo sentire è che il governo governi, perché le preoccupazioni del presidente della Repubblica vanno proprio in questo senso.

    D. – L’opposizione aveva deciso di non partecipare alla prima chiamata, tentando di non far raggiungere il numero legale, ovvero 315, per la votazione, strategia che però è stata fatta saltare da cinque deputati radicali e da due dell’Svp che sono comunque entrati in aula. Si può dire che c’è una spaccatura anche in seno all’opposizione?

    R. – Sì, certamente, però questo è soltanto un sintomo, non è la spaccatura più grande. Anche questa situazione di frammentazione, di scarsa convinzione che dà all’elettorato preoccupa e lascia senza alternative. Teniamo conto che l’opposizione continua a ripetere con costanza da anni che il presidente del Consiglio si deve dimettere, ma il presidente finché ha una maggioranza non può fare questo passo ed è assurdo chiederlo.

    D. – La maggioranza barcolla, l’opposizione chiede le dimissioni del premier e forse si perde di vista l’obiettivo, che è quello di trainare l’Italia fuori da questa crisi...

    R. – Quello che manca è veramente una volontà politica. Noi abbiamo bisogno adesso di provvedimenti urgenti, che siano in favore della crescita. Ci sono cose che si possono fare in maniera condivisa per il bene del Paese e fare una legge elettorale, in modo che si possa andare a votare scegliendo i propri rappresentanti e non essendo sudditi dell'attuale sistema elettorale. Nel frattempo, quello che si può fare è sviluppare un dibattito vero, chiamare in causa i partiti, stanarli nelle loro posizioni, porre i problemi. Questo lo può fare soltanto una società civile attenta. (ap)

    Russia, orfanotrofio lager
    Orrore in Russia, dove è stato scoperto un orfanotrofio-lager, con una trentina di bambini morti in gran parte per denutrizione o soffocamento da cibo. L'istituto si trova a Miski, nella regione siberiana di Kemerovo, dove sono ricoverati 400 bambini con malattie congenite che impediscono loro di muoversi e/o di mangiare. Negli ultimi due anni e mezzo si erano già verificati 27 decessi. La procura ha aperto un'inchiesta.

    Nuova Zelanda
    In Nuova Zelanda nuovo piano per svuotare il petrolio dalla portacontainer che una decina di giorni fa si è incagliata sulla Barriera Corallina. Si cerca di trasferire il greggio su una chiatta prima che l’imbarcazione affondi del tutto. Fino ad ora sono finite in mare circa 700 tonnellate di petrolio, mentre sulla costa è stata avviata una massiccia operazione di pulizia delle spiagge. (Panoramica internazionale a cura di Marco Guerra)

    Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LV no. 288

    inizio pagina
    E' possibile ricevere gratuitamente, via posta elettronica, l'edizione quotidiana del Bollettino del Radiogiornale. La richiesta può essere effettuata sulla home page del sito www.radiovaticana.va/italiano.

    Segreteria di redazione: Gloria Fontana, Mara Gentili, Anna Poce e Beatrice Filibeck, con la collaborazione di Vera Viselli.