Logo 50Radiogiornale Radio Vaticana
Redazione +390669883674 | +390669883998 | e-mail: sicsegre@vatiradio.va

Sommario del 10/10/2011

Il Papa e la Santa Sede

  • Il Papa alla gente di Serra San Bruno: i monasteri bonificano la società riportando i cuori a Dio
  • Nell'apparente "vuoto" del silenzio si scopre la "pienezza" della presenza di Dio: così il Papa nella Certosa di Serra San Bruno
  • Il vescovo di Lamezia Terme: il viaggio del Papa, una boccata di speranza per la Calabria
  • Udienze e nomine
  • Oggi su "L'Osservatore Romano"
  • Oggi in Primo Piano

  • Strage di cristiani copti al Cairo. Il vescovo di Giza: abbiamo il diritto di vivere in pace nel nostro Paese
  • Eccidio al Cairo. Il dolore del cardinale Sandri: una violenza senza senso contro i cristiani
  • Elezioni in Polonia: riconfermato il partito del premier Tusk
  • Giornata mondiale contro la pena di morte
  • Giornata mondiale della salute mentale. L'Oms chiede più risorse
  • Chiesa e Società

  • Rapporto 2011 sulla sicurezza alimentare nel mondo: prezzi del cibo sempre più alti
  • Giornata mondiale contro la pena di morte: chiesta la fine delle esecuzioni in Bielorussia
  • Pakistan. I vescovi: 'no' alla pena di morte anche per l'assassino di Taseer
  • Terra Santa: i leader cristiani condannano la profanazione di luoghi di culto e cimiteri
  • Nobel: premio per l’economia agli americani Sargent e Sims
  • Nell’anniversario della morte, Santa Messa in memoria di Pio XII sulla tomba di San Pietro
  • Il cardinale Bagnasco ai Sinti: i figli sono una grande ricchezza, la vita fragile è sacra
  • Colombia: appello della Chiesa per il rilascio della bambina rapita il 29 settembre
  • Congo: la Caritas vara il piano di aiuti umanitari per il 2012
  • Ghana: due milioni di disabili ancora privi di infrastrutture
  • Taiwan: la Chiesa annuncia il Congresso Eucaristico nazionale per il 19 novembre
  • Cambogia: corso di Internet promosso dai salesiani per 20 ragazzi a rischio
  • India: presentata la nuova Bibbia in lingua kashmiri
  • Guatemala: sussidio catechetico dei vescovi per ottobre, mese del Rosario
  • Da domani a Chisinau prima settimana sociale della Chiesa cattolica moldava
  • Polonia: destinata al Sud Sudan la raccolta dei “Cantori della Stella"
  • Francia: compie 30 anni Radio Notre-Dame, principale emittente cattolica del Paese
  • 24 Ore nel Mondo

  • Ancora civili uccisi in Siria
  • Il Papa e la Santa Sede



    Il Papa alla gente di Serra San Bruno: i monasteri bonificano la società riportando i cuori a Dio

    ◊   La visita all’antica Certosa di Serra San Bruno ha concluso ieri pomeriggio la visita apostolica di Benedetto XVI in Calabria. Dopo la Messa della mattina presieduta a Lamezia Terme, verso le 17.30 il Papa ha raggiunto in elicottero la cittadina che sorge nei pressi dell’Abbazia fondata da San Bruno per la celebrazione dei Vespri con i monaci. Prima di entrare, Benedetto XVI ha voluto salutare la grande folla all’esterno con una riflessione sull’importanza della vita contemplativa nella società contemporanea. Il servizio di Alessandro De Carolis:

    Un monastero sta alla vita sociale come un filtro a una conduttura d’acqua: depura dalle scorie. Colpisce l’immaginazione il paragone che Benedetto XVI conia ai circa 800 metri di Serra San Bruno, sullo sfondo della quasi millenaria abbazia creata da Bruno di Colonia, il fondatore dei Certosini. Uomo attratto dalla contemplazione, San Bruno trova tra i dirupi e le valli di una porzione di territorio calabrese donatagli da un antico nobile normanno, Ruggero d’Altavilla, i luoghi ideali per coltivare la sua vocazione alla spiritualità. Dalla grotta e dai boschi che riserva al nucleo monastico, fino ai primi insediamenti destinati ai fratelli conversi, impegnati nei servizi domestici, prende forma l’abitato che 900 anni dopo accoglierà Benedetto XVI.

    Ai 30 mila che ieri lo hanno acclamato dall’eliporto fino al piazzale Santo Stefano antistante l’abbazia, il Papa ha consegnato un breve pensiero sul quale riflettere. Voi, ha detto alla folla, avete il “grande privilegio” di ospitare sul vostro territorio questa “cittadella” dello spirito che è la Certosa, la cui storia e presenza costituiscono, ha detto, “un costante richiamo a Dio, un’apertura verso il Cielo e un invito a ricordare che siamo fratelli in Cristo”. Quindi, ha soggiunto:

    “I monasteri hanno nel mondo una funzione molto preziosa, direi indispensabile. Se nel medioevo essi sono stati centri di bonifica dei territori paludosi, oggi servono a ‘bonificare’ l’ambiente in un altro senso: a volte, infatti, il clima che si respira nelle nostre società non è salubre, è inquinato da una mentalità che non è cristiana, e nemmeno umana, perché dominata dagli interessi economici, preoccupata soltanto delle cose terrene e carente di una dimensione spirituale”.

    “In questo clima – ha constatato Benedetto XVI – non solo si emargina Dio, ma anche il prossimo, e non ci si impegna per il bene comune. Il monastero invece, ha proseguito…

    “… è modello di una società che pone al centro Dio e la relazione fraterna. Ne abbiamo tanto bisogno anche nel nostro tempo”.

    Il Papa ha concluso il festoso incontro con la popolazione di Serra San Bruno ricordando che il privilegio di abitare accanto ai monaci comporta anche una responsabilità:

    “Fate tesoro della grande tradizione spirituale di questo luogo e cercate di metterla in pratica nella vita quotidiana”.

    inizio pagina

    Nell'apparente "vuoto" del silenzio si scopre la "pienezza" della presenza di Dio: così il Papa nella Certosa di Serra San Bruno

    ◊   Tappa conclusiva del primo viaggio di Benedetto XVI in Calabria, è stata la celebrazione dei Vespri nella Certosa di Serra San Bruno. Qui il Papa ha ricordato il carisma della Certosa: “ritirandosi nel silenzio e nella solitudine, l’uomo” scopre - in quell’apparente ‘vuoto’ - “la Pienezza”, ovvero la presenza di Dio. Si tratta di un silenzio – ha detto – che la società “rumorosa” di oggi, così invasa dai media, spesso non comprende e teme, perché lo percepisce come vuoto. Oggi – ha sottolineato il Papa – siamo di fronte ad una sorta di “mutazione antropologica” che rende alcune persone non più capaci “di rimanere a lungo in silenzio e in solitudine”. Ma ascoltiamo il servizio della nostra inviata Emanuela Campanile:

    (Canto)

    E' con la recita dei Vespri nella Certosa di San Bruno, che la visita pastorale di Benedetto XVI in Calabria si è conclusa. Ad accoglierlo, nel millenario monastero fondato da San Bruno, la profonda umiltà dei monaci certosini ai quali il Papa ha risposto ricordando i segni del legame profondo tra Pietro e Bruno:

    “Vengo a voi oggi, e vorrei che questo nostro incontro mettesse in risalto un legame profondo che esiste tra Pietro e Bruno, tra il servizio pastorale all’unità della Chiesa e la vocazione contemplativa nella Chiesa. La comunione ecclesiale infatti ha bisogno di una forza interiore, quella forza che … il Padre Priore ricordava citando l’espressione ‘captus ab Uno’, riferita a san Bruno: ‘afferrato dall’Uno’, da Dio … Il ministero dei Pastori trae dalle comunità contemplative una linfa spirituale che viene da Dio”.

    Rivolgendosi ancora ai 16 monaci che compongono la comunità della Certosa, il Pontefice ha messo in evidenza come la scelta radicale di vivere in unione con Dio faccia trovare il tesoro nascosto, la perla di grande valore:

    “Cari fratelli, voi avete trovato il tesoro nascosto, la perla di grande valore (cfr Mt 13,44-46); avete risposto con radicalità all’invito di Gesù: ‘Se vuoi essere perfetto, va’, vendi quello che possiedi, dallo ai poveri e avrai un tesoro nel cielo; e vieni! Seguimi!’ (Mt 19,21). Ogni monastero – maschile o femminile – è un’oasi in cui, con la preghiera e la meditazione, si scava incessantemente il pozzo profondo dal quale attingere l’acqua viva per la nostra sete più profonda”.

    Ma non c'è preghiera senza silenzio, dimensione quest’ultima tanto temuta quanto evitata soprattutto dai giovani di una società convulsa come quella attuale. Ritirandosi nel silenzio e nella solitudine - ha spiegato - l’uomo invece si espone all’apparente vuoto che è Pienezza: la presenza di Dio. Un cammino che richiede tempo e che sembra impossibile agli occhi del mondo:

    “Il monaco, lasciando tutto, per così dire ‘rischia’: si espone alla solitudine e al silenzio per non vivere di altro che dell’essenziale, e proprio nel vivere dell’essenziale trova anche una profonda comunione con i fratelli, con ogni uomo. Qualcuno potrebbe pensare che sia sufficiente venire qui per fare questo ‘salto’. Ma non è così. Questa vocazione, come ogni vocazione, trova risposta in un cammino, nella ricerca di tutta una vita”.

    Ed è proprio quella vita, anzi, quelle vite che rimanendo saldamente unite a Cristo sono associate al mistero della salvezza:

    “La Croce di Cristo è il punto fermo, in mezzo ai mutamenti e agli sconvolgimenti del mondo. La vita in una Certosa partecipa della stabilità della Croce, che è quella di Dio, del suo amore fedele. Rimanendo saldamente uniti a Cristo, come tralci alla Vite, anche voi, Fratelli Certosini, siete associati al suo mistero di salvezza, come la Vergine Maria, che presso la Croce stabat, unita al Figlio nella stessa oblazione d’amore”.

    (Canto)

    inizio pagina

    Il vescovo di Lamezia Terme: il viaggio del Papa, una boccata di speranza per la Calabria

    ◊   Sul viaggio del Papa in Calabria ascoltiamo il commento del vescovo di Lamezia Terme, Luigi Antonio Cantafora, al microfono di Fabio Colagrande:

    R. – Questo evento è stato straordinario per la nostra gente: soprattutto ha dato veramente una boccata di speranza alla nostra terra. Hanno visto il Papa come qualcuno che ha dato una spinta a rinnovarsi, uno scatto di novità. Il Papa ha parlato in positivo, senza dimenticare i problemi. La spinta che ha dato il Santo Padre è stata quella di non cedere al pessimismo e alla rassegnazione, di andare avanti affrontando con grande forza tutti i problemi, perché la Calabria ha le risorse per poter affrontare realmente questa congiuntura storica, in cui abbiamo bisogno di lavoro, di legalità, di pace. Ha esortato, dunque, tutti ad andare avanti e a non arrestarsi di fronte alle difficoltà, ma ad affrontarle con un atteggiamento positivo. (ap)

    Sui risvolti sociali di questo viaggio, Fabio Colagrande ha intervistato Mimmo Nasone, referente dell’Associazione Libera per la Calabria:

    R. - Noi aspettavamo con ansia questa venuta del Papa, perché crediamo nel grande valore che la sua parola ha per scuotere le nostre coscienze, le coscienze dei calabresi e non solo dei calabresi. E’ stato molto bello il passaggio che ha collegato nell’omelia al profeta Isaia, quando ha commentato che il progetto di Dio vuole far scomparire la condizione disonorevole degli uomini; vuole asciugare le lacrime di ogni volto… In queste parole ogni calabrese, ognuno di noi aveva presenti le storie disonorevoli che condizionano la vita dei calabresi e le lacrime che bagnano il volto di molte persone vessate da tante ingiustizie e non solo dalla criminalità organizzata e dalla ’ndrangheta: penso alla disoccupazione; penso alla carenza di servizi e alla situazione delle persone con disabilità o dei malati mentali. Una serie di difficoltà per cui questa condizione disonorevole fa fatica a scomparire. Per cui, il progetto di Dio non sempre è condiviso pienamente dal progetto degli uomini. E poi, l’invito che faceva il Papa - molto bello - sempre commentando il Vangelo: nella casa del Signore ci sono molti invitati che, però, non hanno messo l’abito giusto. In questo pensavo a molti mafiosi che siedono alla mensa del Signore e sono quelle persone che non hanno messo l’abito nuziale: dicono di credere però non amano, non sono giusti, non sono al servizio di Dio e del prossimo. Al Papa - e in questo è stato sicuramente grande - il Vangelo ha dato un mano, ancora una volta: la Parola di Dio è inequivocabile!

    D. - Il Papa vi ha invitato a non cedere alla tentazione del pessimismo e del ripiegamento su voi stessi…

    R. - La Calabria è una terra sismica - questo lo ha ricordato anche il Papa - dal punto di vista geologico, strutturale, comportamentale e sociale. Ma questa “sismicità” della nostra terra, questa problematicità che, a volte, è anche rafforzata da un pessimismo, da una sorta di rassegnazione che purtroppo noi calabresi abbiamo, ma stiamo cercando di contrastarla. Anche spinti dalle parole autorevoli del Papa e non solo del Papa, anche dei vescovi della Calabria e dei tanti sacerdoti impegnati, dobbiamo - se vogliamo essere cristiani e abitare la casa del Signore con gli abiti giusti - vincere la rassegnazione e il pessimismo. (mg)

    inizio pagina

    Udienze e nomine

    ◊   Benedetto XVI ha ricevuto questa mattina mons. Barthélemy Adoukonou, vescovo tit. di Zama Minore, segretario del Pontificio Consiglio della Cultura, con i Familiari; mons. Giuseppe Sciacca, vescovo tit. di Vittoriana, segretario generale del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano, con i familiari.

    Benedetto XVI ha nominato ausiliare del Patriarcato di Lisbona (Portogallo), il rev. canonico Nuno Brás da Silva Martins, finora rettore del Seminario Maggiore "Cristo Rei" dos Olivais, assegnandogli la sede titolare vescovile di Elvas. Il rev. Nuno Brás da Silva Martins è nato il 12 maggio 1963 a Vimeiro, Lourinhã, nel Patriarcato di Lisbona. Ha compiuto gli studi primari e secondari presso l'Esternato di Penafirme e, in seguito, ha frequentato gli studi filosofici e teologici presso i seminari del Patriarcato. Ha conseguito quindi il Dottorato in Teologia Fondamentale presso la Pontificia Università Gregoriana. Ordinato sacerdote il 4 luglio 1987, nel Patriarcato di Lisbona, nel corso del ministero ha svolto i seguenti incarichi: Vicario Parrocchiale di "Nossa Senhora dos Anjos ", a Lisbona (1987-1990); Membro dell'Equipe formativa del Seminario maggiore (1993-2002); Direttore del Settimanale diocesano "Voz da Verdade" (1993-2003); Professore di Teologia Fondamentale e Dogmatica nella Facoltà di Teologia dell'Università Cattolica Portoghese e anche nella Pontificia Università Gregoriana; Responsabile della Commissione diocesana per il Diaconato Permanente (1999-2002); Rettore del Pontificio Collegio Portoghese, a Roma (2002-2005). Dal 2005 è Rettore del Seminario Maggiore "Cristo Rei" dos Olivais e, dal 2010, Direttore del Dipartimento dell'Informazione dei Patriarcato. È autore di diverse pubblicazioni teologiche.

    inizio pagina

    Oggi su "L'Osservatore Romano"

    ◊   In prima pagina, un editoriale del vice direttore sulla visita di Benedetto XVI a Lamezia Terme e a Serra San Bruno.

    Nell’informazione internazionale, intervento della Santa Sede, a Ginevra, sui rifugiati.

    In cultura, un articolo di Philippe Levillain dal titolo “Quel sorprendente aggiornamento”: l’11 ottobre 1962 si apriva la prima sessione del Concilio Vaticano II.

    Enzo Carli sull’esilio di pace di Giorgio La Pira, che nel 1943 trascorse tre mesi nel paese di Fonterutoli per sfuggire ai fascisti.

    inizio pagina

    Oggi in Primo Piano



    Strage di cristiani copti al Cairo. Il vescovo di Giza: abbiamo il diritto di vivere in pace nel nostro Paese

    ◊   Una pagina buia nella “primavera” del nuovo Egitto: ieri sera, al Cairo, è finita nel sangue una protesta pacifica dei cristiani copto-ortodossi a difesa dei propri diritti. L’esercito e gruppi estremisti islamici hanno attaccato la folla, causando la morte di 24 persone secondo fonti ufficiali, 36 secondo fonti copte. Intanto, dopo una calma apparente, si registrano ora nuovi scontri tra manifestanti cristiani e forze dell'ordine. Dal canto loro, i vertici militari hanno chiesto al governo un'inchiesta per appurare la responsabilità delle violenze. Per il Patriarca di Alessandria dei copti cattolici, il cardinale Antonios Naguib, dopo questi fatti c’è grande preoccupazione per il futuro del Paese. Il servizio di Alessandro Gisotti:

    All’indomani della strage dei copti al Cairo, le ricostruzioni dell’accaduto sono ancora incerte e contraddittorie. C’è chi accusa l’esercito, chi gruppi di estremisti islamici. Di certo, purtroppo, c'è il pesante bilancio delle vittime cristiane: 24 morti e oltre 200 feriti, anche se oggi fonti copte parlano addirittura di 36 vittime. La comunità cristiana, che rappresenta il 10 per cento della popolazione, è dunque sempre più sotto attacco nell’Egitto del dopo Mubarak. I copti erano scesi in piazza pacificamente per protestare contro gli attentati degli ultimi giorni a danno di una chiesa nell’Alto Egitto incendiata dagli integralisti islamici, senza che i responsabili fossero consegnati alla giustizia. Significativamente, riferiscono alcune fonti di agenzia, ieri sera al fianco dei copti sono scesi in piazza anche molti musulmani che hanno denunciato la Tv di Stato di aizzare lo scontro interconfessionale. In particolare, cristiani e musulmani si sono raccolti a Piazza Tahrir, simbolo della “primavera araba” per scandire slogan sull’unità degli egiziani senza distinzioni di fede. La situazione è precipitata quando alcuni dimostranti sono stati assaliti violentemente da un gruppo di fanatici islamisti. I cristiani hanno risposto con lancio di sassi e a quel punto l’esercito ha attaccato con armi da fuoco i manifestanti.

    Testimoni hanno anche riferito di un veicolo militare che ha schiacciato alcune persone inermi. Secondo alcuni osservatori, le violenze anti-cristiane servirebbero ad aumentare il consenso verso i partiti islamici in vista delle elezioni presidenziali del prossimo 28 novembre. ''Gli attacchi degli islamisti contro le istituzioni cristiane” e “le dichiarazioni dei salafiti”, ha affermato il cardinale Naguib all’agenzia Sir, “creano molta preoccupazione, perché vogliono tornare a trattare i cristiani come nei periodi più bui dell’Impero ottomano”. “Con le prossime elezioni del Parlamento – ha affermato ancora il Patriarca di Alessandria - la situazione si chiarirà, e speriamo che sarà per il bene del Paese”. Dal canto suo, il grande imam di Al Ahzar, ha chiesto un dialogo d'emergenza fra i responsabili delle comunità musulmana e cristiana, mentre nel pomeriggio si terrà una riunione straordinaria del governo. Il primo ministro Essam Sharaf, ha dichiarato che “la minaccia più grande alla sicurezza della nazione” è “la discordia fra musulmani e cristiani”. Intanto, mentre il ministro degli Esteri italiano, Franco Frattini, parla di esodo dei cristiani dall’Egitto, l’Alto rappresentante della Politica Estera dell’Unione europea, Catherine Ashton, ha affermato che “la libertà di culto è un diritto fondamentale che va rispettato”. Unanime condanna degli attacchi da parte dei ministri degli Esteri dell’Unione Europea.

    Sulla strage del Cairo e le difficoltà per i cristiani nell’Egitto del dopo Mubarak, Alessandro Gisotti ha intervistato il vescovo della diocesi egiziana di Giza, mons. Antonios Aziz Mina:

    R. - Qualsiasi evento di questo genere non suscita che dolore e pena per tutte le vittime. I cristiani chiedono soltanto di poter vivere pacificamente nel loro Paese. Devo anche dire che, insieme ai dimostranti cristiani, c’erano anche dei musulmani che rivendicavano il diritto dei cristiani di vivere in pace e di vedere le loro chiese protette e non bruciate o distrutte. Purtroppo, questi criminali che hanno distrutto la chiesa non hanno trovato alcuna autorità che abbia impedito loro di compiere un atto del genere o che li abbia giudicati… Quando hanno attaccato la chiesa e l’hanno distrutta, il governo e l’esercito hanno provato a mettere pace tra le parti e a ricostruire la chiesa a spese dell’esercito. Ma questa non è una soluzione! Bisogna fare le cose seguendo il diritto: chi sbaglia, paga…

    D. – Ieri al Cairo, le forze dell’ordine, invece di proteggere la minoranza, avrebbero causato queste morti…

    R. - Se avessero assunto una posizione contro coloro che hanno distrutto le chiese, non saremmo mai arrivati a tutto questo! Se si lascia fare, senza ordine e senza applicare la legge, si finisce per avere una situazione di persone incontrollabili… Sono arrivati ad uccidere alcuni cristiani, purtroppo: erano innocenti, non avevano fatto nulla di male, non avevano fatto niente se non rivendicare il loro diritto di pace e di proteggere le loro chiese.

    D. - La rivoluzione di Piazza Tahrir aveva dato tante speranze: adesso ci sono forse più paure, soprattutto per i cristiani d’Egitto?

    R. - Più che paura, ci sono preoccupazioni per il futuro: non sappiamo dove andremo, perché se continuiamo così non c’è né diritto, né giustizia… mentre il primo elemento di uno Stato stabile è proprio quello di poter vivere sotto l’ombrello del diritto! (mg)

    inizio pagina

    Eccidio al Cairo. Il dolore del cardinale Sandri: una violenza senza senso contro i cristiani

    ◊   Appresa la notizia della strage di copto-ortodossi al Cairo, il cardinale Leonardo Sandri, prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali, si è riunito in preghiera con i membri del dicastero. Ascoltiamo il porporato al microfono di Romilda Ferrauto:

    R. – Abbiamo pregato per le vittime di questi scontri e abbiamo fatto una preghiera più in generale perché questi nostri fratelli copto-ortodossi che hanno sofferto l’incendio di una loro chiesa e che hanno voluto manifestare, come tutti i cittadini, il loro desiderio di libertà religiosa, di rispetto dei loro diritti, hanno trovato invece da dover offrire in questa manifestazione il calice amaro della morte, del sacrificio. Per tutti noi è desolante e triste e angoscioso questo fatto e ci uniamo alla Chiesa copto-ortodossa, a tutti i nostri fratelli, alle loro famiglie, alle vittime di questa violenza senza senso. Speriamo che si faccia strada anche la pace, tra i nostri cari fratelli dell’Egitto. Abbiamo pregato anche per i nostri copto-cattolici, perché vorremmo che l’ombra di questa violenza sui copto-ortodossi getta sulla vita del Paese, sulle minoranze religiose, non porti anche un clima di precarietà, di difficoltà per tutta la nostra comunità copto-cattolica, piccola ma veramente impegnata per la pace e per l’intesa tra tutte le correnti che compongono la società egiziana. Abbiamo pregato – in terzo luogo – perché questa cosiddetta “Primavera araba” sia veramente un anticipo di una pace ricercata da tutti, per la democrazia, per il dialogo, per l’intesa, per il rispetto della dignità della persona umana, specialmente per il rispetto della libertà religiosa, per il rispetto delle minoranze, affinché si possa costruire, in questo grande Paese che è l’Egitto, una società nella quale si possa vivere in pace, con la speranza di un futuro sicuro per tutti. E speriamo anche che tutto questo movimento, iniziato nel gennaio di quest’anno, porti frutti non di violenza, non di divisioni, non di uccisioni, non di persecuzioni ma di intesa, di dialogo, sapendo introdurre nel comune lavoro per l’edificazione del nuovo Egitto tutte le componenti della società, e in particolare i copto-ortodossi e la nostra piccola comunità copto-cattolica.

    D. – Lei accennava alla “Primavera araba”. Qualcuno ha detto che forse questa “Primavera araba” potrebbe essere un inverno per i cristiani del Medio Oriente. C’è una certa preoccupazione … A chi si può fare appello, perché questo non succeda?

    R. – Certamente, tutti noi abbiamo gioito quando le campane hanno suonato a festa nei Paesi del Nord Africa, specialmente in Egitto. Certamente, tutta la Chiesa cattolica è vicina a questo grande Paese, per sostenere tutti gli sforzi per la costruzione di una nazione nella quale la dignità umana abbia un posto fondamentale nella costruzione della società. Facciamo appello non solo alla Chiesa cattolica, ma a tutte le altre Chiese cristiane del mondo: in Europa, soprattutto; alle autorità internazionali, alle autorità dei Paesi occidentali, perché sostengano gli sforzi che vanno nella direzione della costruzione di un Paese nel quale si rispettino i diritti umani e, in particolare, vogliamo che si rispetti il diritto alla libertà religiosa. Chiediamo anche che le minoranze, non perché sono tali, non possono non godere anche loro di tutti i diritti di cui godono gli altri cittadini; vogliamo che la società occidentale, tutti i Paesi amici dell’Egitto, possano sostenere tutte le forze che portano ad una vera primavera di pace, di riconciliazione e di progresso per tutti.

    D. – Dunque lei lancia un appello alla comunità internazionale, ma c’è ovviamente anche la responsabilità delle autorità locali …

    R. – Certo, ovviamente, l’autorità nazionale ha le sue responsabilità nel garantire la sicurezza e l’incolumità delle persone, dei beni e delle istituzioni; sappiamo però anche che a volte le autorità nazionali si trovano, in un percorso di evoluzione verso una situazione che ci si augura sia migliore, di fronte a tanti ostacoli, a tante difficoltà che frenano, o che forse possono fare inciampare quel processo di pace. Quindi, auspichiamo che anche le autorità – in particolare le autorità nazionali dell’Egitto – sappiano far fronte a tutte le aggressioni possibili contro i cristiani, contro i musulmani, contro ogni persona, operando affinché ci sia la sicurezza necessaria, perché sia salvaguardata l’incolumità di ogni cittadino egiziano. Auguriamo che possano farlo pur sapendo che ci sono tante difficoltà; ci auguriamo anche che le forze che forse non ragionano, che forse sono in preda a spinte violente o fanatiche, non abbiano il sopravvento nella costruzione di quello che tutti ci auguriamo essere una vera ricostruzione di questi Paesi, nella pace e nella prosperità. (gf)

    inizio pagina

    Elezioni in Polonia: riconfermato il partito del premier Tusk

    ◊   In Polonia lo scrutinio conferma la vittoria, con oltre il 37% dei voti, del Partito liberale del premier Donald Tusk nelle elezioni politiche di ieri. Al secondo posto, con circa il 30% delle preferenze, il Partito conservatore dell’ex premier Jarosław Kaczyński. Terza forza del Paese è il movimento "Palikot", formazione radicale e anticlericale, che ha ottenuto il 10% dei consensi. Sull’esito delle consultazioni in Polonia, ascoltiamo Luigi Geninazzi, esperto di Europa dell'Est, intervistato da Amedeo Lomonaco:

    R. – E’ la prima volta dalla caduta del comunismo, cioè negli ultimi 22 anni, che un governo in Polonia viene riconfermato. E in questi tempi di durissima crisi economica per tutti i governi europei e, comunque, per le democrazie occidentali – lo ha detto persino Obama, pochi giorni fa – è difficile la prospettiva di una riconferma. Il governo polacco, sostenuto soprattutto dalla piattaforma civica della destra moderata, è riuscito ad ottenere questo grande risultato. E questo soprattutto per un motivo: la Polonia è l’unico Paese dell’Unione Europea che, praticamente, ha evitato la pesante recessione, ha evitato il dissesto finanziario della crisi globale. La Polonia ha un tasso di crescita abbastanza elevato e ha fatto tutto questo, aprendosi alla Germania e ritentando un disgelo con il nemico tradizionale che è la Russia, all’insegna della moderazione.

    D. – Un altro dato che fa riflettere è il risultato del movimento "Palikot", formazione radicale e anticlericale che ha ottenuto il 10% dei voti. Come spiegare questo dato?

    R. – Io lo spiegherei con due tipi di ragioni: la prima è che la Polonia, Paese stabile, che fa eccezione in tutta l’Unione Europea, fa eccezione anche dal punto di vista della ‘tenuta’ della fede popolare. La Chiesa cattolica non è più quella di 20 anni fa, ma ha sempre una grande presa sulla società. Questo è dovuto, come sappiamo, soprattutto a Giovanni Paolo II. La Chiesa è veramente un’autorità rispettata e riconosciuta da tutti in Polonia. Ovviamente questo a qualcuno dà fastidio e quindi la secolarizzazione, che esiste anche in Polonia, arriva a certi fenomeni provocatori, di anticlericalismo, come questo movimento. Seconda ragione, io credo che sia anche una reazione a certe manifestazioni un po’ eccessive del partito di Kaczyński, cioè il partito della destra. Per cui queste due ragioni spiegano questo relativo successo, che non incide però sull’altro 90 per cento.(ap)


    inizio pagina

    Giornata mondiale contro la pena di morte

    ◊   Si celebra oggi la Giornata Mondiale contro la pena di morte. Nonostante le numerose iniziative tese a limitare questa pratica, che ha poco a che fare con la civiltà giuridica e umana, come sospensioni e moratorie, ancor oggi la pena capitale è una piaga che interroga la coscienza del mondo civile. Giustizia e messa a morte sono termini antitetici. Perché è difficile ancor oggi affermare questo principio? Giancarlo La Vella ne ha parlato con Mario Marazziti, portavoce della Comunità di Sant’Egidio:

    R. – Io penso che la pena di morte abbia il fascino delle soluzioni semplificate: dà in pasto all’opinione pubblica l’idea che si sia forti contro il crimine. In realtà c’è un enorme non rispetto della vita umana e della giustizia, perché lo Stato si abbassa al livello di chi uccide. C’è un problema culturale, c’è un problema politico di classi dirigenti, ma si sta restringendo a livello planetario.

    D. - E’ giusto dire che sinché sarà in uso nelle grandi potenze, come Stati Uniti e Cina, sarà impossibile debellare la pena di morte?

    R. – Io credo che in realtà ci siano due grandi movimenti di contrazione dell’uso della pena di morte sia in Cina che negli Stati Uniti. La Cina è forse lo Stato al mondo dove stanno calando più rapidamente le esecuzioni per motivi tecnici, amministrativi, che hanno tolto alle corti periferiche alcuni poteri e che stanno restringendo i casi in cui si commina la pena di morte. Quindi, dal punto di vista materiale, le migliaia di esecuzioni che avvengono ogni anno si stanno riducendo proprio a causa della Cina. Negli Stati Uniti, ci sono fatti terribili e clamorosi, come l’uccisione di Troy Davis, ma siamo ad un livello di esecuzioni che rimane tra i più bassi negli ultimi 15 anni e c’è un forte movimento di opinione che sta crescendo. Le famiglie delle vittime, in particolare, hanno sempre più peso nel chiedere di non usare più la pena di morte e Connecticut, California, altri Stati americani potrebbero andare nella direzione dell’abolizione. Quindi, io credo che ci sia un grande e forte movimento anche in quei Paesi.

    D. – Anche perché non c’è alcuna ricaduta positiva sul tessuto sociale, a livello di sicurezza, nei Paesi in cui c’è la pena di morte...

    R. – No, la cosa surreale è che non c’è nessun rapporto tra la curva dei crimini, le curve delle sentenze capitali e la curva delle esecuzioni. Non c’è nessun rapporto, cioè, tra sicurezza e pena di morte. Credo al contrario che quando si elimina la pena di morte, per esempio, si avviano percorsi di riconciliazione. Penso alla Cambogia, al Rwanda, al Burundi, Stati lacerati da guerra civile e genocidio.

    D. – Adesso in area europea c’è un Paese che ancora adotta la pena capitale, l’ultimo: la Bielorussia. Si può fare qualcosa?

    R. – L’Unione Europea in questo è fortemente impegnata all'interno del Consiglio d’Europa. Noi poi sosteniamo organizzazioni umanitarie che dall’interno lavorano a questo, come è accaduto in Uzbekistan, in Kazakistan: tutti percorsi che sono stati incoraggiati e sostenuti dall’esterno. La Bielorussia è un Paese che ha rapporti commerciali sia con l’area Est che con l’area Ovest eurasiatica. Io spero che troveranno conveniente cambiare. (ap)

    inizio pagina

    Giornata mondiale della salute mentale. L'Oms chiede più risorse

    ◊   Spingere i governi ad investire maggiori risorse e ridurre il divario, tra i vari Paesi, nel trattamento delle patologie mentali. Sono le finalità dell’odierna Giornata mondiale della salute mentale, promossa dall’Organizzazione mondiale della Sanità, che si celebra in oltre 100 Paesi. Sulla situazione attuale, a livello globale, delle patologie connesse alla salute mentale Eliana Astorri ha intervistato il prof. Gino Pozzi, psichiatra e psicoterapeuta, ricercatore presso l’Istituto di psichiatria e psicologia della Facoltà di Medicina e Chirurgia del Policlinico Gemelli di Roma:

    R. - La nozione di salute mentale non può essere semplicemente considerata assenza di malattia o interventi mirati alla patologia, ma - secondo la definizione dell’Oms - è un concetto più ampio: uno stato di benessere emotivo e psicologico, nel quale un individuo è in grado di sfruttare le proprie capacità cognitive - intellettive, emozionali e di comunicazione - esercitando una funzione all’interno della società, essendo integrato nel corpo sociale di riferimento, rispondendo alle esigenze quotidiane nella vita di ogni giorno, stabilendo delle relazioni soddisfacenti con gli altri, partecipando ai mutamenti dell’ambiente e adattandosi alle condizioni esterne e ai conflitti interni, con riferimento al conflitto intrapsichico che ha a che fare con la rappresentazione dell’esperienza vitale. Quindi è un concetto generale in cui più che far riferimento ai sintomi, si fa riferimento a un buon funzionamento e a un buon adattamento: questo ha delle ricadute sia dal punto di vista tecnico-scientifico, sia naturalmente dal punto di vista politico. L’altra precisazione che occorre fare è che quando si fa un discorso di salute mentale bisogna, grosso modo, tenere distinti due grandi versanti: uno riguarda le patologie gravi - come per esempio la schizofrenia, il disturbo bipolare, le tossicodipendenze con dipendenza fisica - e dall’altro le cosiddette patologie comuni, di livello medio e moderato, che sono molto più diffuse nella popolazione generale. Questo distingue, va tenuto a mente, perché si tratta di condizioni cliniche che rispondono a dei modelli diversi: un modello più fortemente medico per le patologie gravi e un modello anche psicosociale per le patologie medio-lievi. Ci sono poi anche delle ricadute di altro ordine: organizzativo, di gestione dei servizi, etc. Il dato sui disturbi mentali gravi è abbastanza stabile in tutte le culture, in tutti i contesti del mondo - Paesi ricchi e Paesi poveri - ovviamente a patto di fare della buona epidemiologia psichiatrica. Molto più mutevole è il quadro epidemiologico delle condizioni lievi, perché risente di tanti fattori: anzitutto di fattori culturali, per cui ci sono delle modalità espressive che variano a seconda dei contesti globali e poi anche per una serie di fattori di altro ordine che vengono sempre considerati tecnicamente quando si fanno gli studi epidemiologici.

    D. - Quindi c’è una differenza tra il tipo di patologia o disturbo di cui soffrono le popolazioni dei Paesi sviluppati, quelli con sviluppo intermedio e quelli poveri?

    R. - Le patologie gravi, purtroppo, colpiscono uniformemente. Già trent’anni fa l’Organizzazione mondiale della sanità aveva fatto uno studio-pilota sulla diffusione della schizofrenia e aveva visto che il dato della schizofrenia, che è la patologia grave per antonomasia in psichiatria, è più o meno stabile in tutti i Paesi del mondo. Quindi abbiamo prevalenze dell’ordine dell’1, 1 e qualcosa per cento della popolazione generale. Gli altri disturbi hanno, invece, una diffusione più eterogenea.

    D. - Il tema della Giornata mondiale di quest’anno è “La grande spinta. Investire nella salute mentale”: cosa significa, all’atto pratico, “investire”?

    R. - In Europa stiamo andando incontro a dei progetti unificati di prevenzione, quantomeno a livello di azione politica, e siamo - se vogliamo - appena entrati in quello che è il decennio della salute mentale: a partire proprio dal 2011, e con l’obiettivo di concludere quest’azione nel 2020, i ministri della Salute o i loro delegati dei Paesi europei che aderiscono all’Oms - quindi non si tratta di un'azione dell’Unione Europea, ma si tratta di un’azione territoriale dell’Oms - hanno stabilito delle priorità per il prossimo decennio, che mi permetto di elencare: promuovere la consapevolezza dell’importanza del benessere mentale; lottare collettivamente contro stigma, discriminazioni e ineguaglianza; sostenere le persone con problemi e le loro famiglie; progettare e realizzare sistemi destinati alla salute mentale completi, integrati ed efficienti; provvedere all’esigenza di disporre di una forza lavoro competente in tutte queste aree; e, riconoscere anche le esperienze e le competenze delle persone che si prendono cura - diciamo così - spontaneamente, a livello volontaristico, perché sono direttamente coinvolti in quanto familiari o anche altre risorse non professionali, come base essenziale per lo sviluppo dei servizi. Questi sono i cinque punti che rientrano in questo progetto Oms di questo decennio “Help 2020”. Fare quindi una politica di informazione che riguarda anche i mass-media e chi è in grado di fare comunicazione…

    D. - Anche queste Giornate mondiali aiutano?

    R. - Sì, certamente, ma a condizione che vengano poi riempite di un'informazione un po’ più specifica: non ci si limiti cioè esclusivamente a mettere un titoletto in una pagina Internet… (mg)

    “Non esiste salute senza salute mentale. I disturbi mentali – si legge nel messaggio dell’Onu per la Giornata incentrata sul tema “Investire sulla sanità mentale”- sono tra le principali cause di malattie e di morte prematura; e sono responsabili globalmente del 13% delle malattie. Dati recenti dell’Organizzazione Mondiale della Sanità mostrano chiaramente come la percentuale della spesa sanitaria dedicata alle malattie mentali sia inadeguata. “La maggior parte dei Paesi in via di sviluppo – si legge nel documento - dedica meno del 2% e in molti di questi Stati non c’è che uno specialista in salute mentale ogni milione di abitanti”.

    inizio pagina

    Chiesa e Società



    Rapporto 2011 sulla sicurezza alimentare nel mondo: prezzi del cibo sempre più alti

    ◊   I prezzi alimentari rimarranno alti, e perfino aumenteranno, comunque saranno volatili, legati ai prezzi energetici, del petrolio anzitutto, ed anche condizionati dalla speculazione finanziaria. Non sono buone le notizie del Rapporto redatto dall’Organizzazione Onu per l'Alimentazione e l'Agricoltura (Fao), dal Fondo Internazionale per lo Sviluppo Agricolo (Ifad) e dal Programma Alimentare Mondiale (Pam). Cresce infatti la popolazione mondiale e quindi la domanda di cibo e cresce anche la domanda di energia che per un terzo è fornita dall’agricoltura sotto forma di biocarburanti. A rischiare di più sono i Paesi poveri, specie africani, che dipendono dalle importazioni di cibo, e ancora pagano la grave crisi alimentare ed economica del 2006-2008. Congiunture negative che "mettono a rischio i nostri sforzi - lamentano i responsabili delle tre agenzie, Diouf, Nwanze e Sheeran - per raggiungere l'obiettivo di sviluppo del Millennio”: dimezzare entro il 2015 le persone che soffrono la fame, che addirittura - va sottolineato - sono aumentate 925 milioni nel 2010, rispetto a 850 milioni nel periodo 2006-2008. Dal rapporto l’invito ai governi di “garantire un contesto normativo trasparente e sicuro”, per incrementare investimenti privati e produttività agricola. Poi il monito: “Dobbiamo ridurre lo spreco di cibo nei Paesi sviluppati con l'informazione e con politiche adeguate, e ridurre le perdite nei Paesi in via di sviluppo con investimenti lungo tutta la catena alimentare. Una gestione più sostenibile delle nostre risorse naturali, delle foreste e del patrimonio ittico è cruciale", conclude il Rapporto. (A cura di Roberta Gisotti)

    inizio pagina

    Giornata mondiale contro la pena di morte: chiesta la fine delle esecuzioni in Bielorussia

    ◊   In occasione della IX Giornata mondiale contro la pena di morte, le attiviste e gli attivisti di Amnesty International di ogni parte del mondo si mobilitano oggi per chiedere la fine delle esecuzioni in Bielorussia, l’unico Paese europeo e dell’ex Unione sovietica che ancora applica la pena capitale. “La Bielorussia è il solo Paese in Europa che continua a pretendere di uccidere in nome della giustizia”, afferma Roseann Rife, esperta di Amnesty International sulla pena di morte. Si ritiene - riporta l'agenzia Sir - che almeno 400 prigionieri siano stati messi a morte in Bielorussia dal 1991, ma il numero effettivo delle esecuzioni resta sconosciuto a causa della segretezza che circonda l’uso della pena di morte nel Paese. I prigionieri vengono informati solo pochi minuti prima dell’esecuzione, che avviene mediante colpo di proiettile alla nuca. “La crudeltà della pena capitale in Bielorussia va ben oltre la fase dell’esecuzione. Le famiglie vengono informate solo settimane o persino mesi dopo - sottolinea Rife -, i corpi dei prigionieri messi a morte non vengono consegnati e neanche viene reso noto dove siano stati sepolti”. Nel 2010, Amnesty ha registrato migliaia di esecuzioni in 23 Paesi. Alla fine dello scorso anno, i condannati a morte in attesa d’esecuzione erano almeno 17.800. (R.P.)

    inizio pagina

    Pakistan. I vescovi: 'no' alla pena di morte anche per l'assassino di Taseer

    ◊   “Sì” alla giustizia e alla legalità; “no” alla pena di morte, anche per un assassino come Mumtaz Qadri, che ha ucciso il governatore del Punjab Salman Taseer ed è divenuto per i gruppi radicali islamici “l’eroe della blasfemia”. E’ quanto chiedono i cristiani in Pakistan che, come riferito a Fides da diverse fonti in Pakistan, hanno avviato un dibattito pubblico, su giornali e siti web, per rimarcare “di essere contrari alla pena capitale per Qadri”. Mentre i gruppi integralisti continuano a chiederne la liberazione elogiandolo “per aver ucciso un blasfemo”, i cristiani ribadiscono il loro “no” alla pena di morte. “Nessuno tocchi Caino”, è il principio applicato dai fedeli pakistani che, in questa circostanza, testimoniano la difesa della vita e la sua sacralità, anche se si tratta della vita di un killer reo confesso. I cristiani chiedono giustizia e legalità, sostengono l’azione della magistratura, ma ricordano che “solo Dio è l’autore della vita, può darla o toglierla”. In un colloquio con l’agenzia Fides il rev. Alvin Samuel, pastore protestante e giurista del “Centre for Legal Aid, Assistance and Settlement” (Claas), organizzazione con sedi a Londra e Lahore, che offre assistenza legale ai cristiani pakistani, spiega: “Chiediamo che la pena capitale non sia applicata nemmeno a Qadri. Diciamo ai musulmani: operiamo insieme per la legalità in Pakistan. Speriamo che questo approccio possa favorire il dialogo e portare armonia nella società. Qadri – spiega il rev. Samuel – ha diritto di appello e di perseguire le vie legali, ma tutti devono rispettare le decisioni della Corte. I gruppi estremisti, con la loro campagna, non stanno aiutando il Paese. Il caso Qadri è legato alla condizione delle minoranze e all’annoso problema della legge sulla blasfemia, il cui abuso nuoce all’intera nazione. Il governo dovrebbe fare di più per creare un’atmosfera di dialogo e di rispetto fra le diverse comunità religiose”. Tra il 1927 e il 1986, ricorda il rev. Samuel, ci sono stati solo 7 casi di blasfemia. Dal 1986 in poi – quando è sopraggiunta la modifica al Codice penale operata dal dittatore Zia Hul Aq – sono stati registrati oltre 4.000 casi. Tra il 1988 e il 2005 le autorità pakistane hanno accusato ufficialmente 647 persone per reati che cadono sotto la legge sulla blasfemia. Oltre 30 persone sono state assassinate per presunta blasfemia mentre oggi Asia Bibi, donna cristiana, si trova in carcere a causa di una ingiusta condanna a morte per blasfemia. (R.P.)

    inizio pagina

    Terra Santa: i leader cristiani condannano la profanazione di luoghi di culto e cimiteri

    ◊   Dura condanna e richiesta di provvedimenti severi sono state espresse dall’Assemblea degli Ordinari cristiani di Terra Santa che, in una nota, hanno commentato i sempre più frequenti atti di vandalismo e di profanazione ai danni di luoghi di culto e cimiteri arabi e cristiani in tutta la regione, dalla Galilea a Jaffa, dietro i quali ci sarebbero estremisti ebrei. “Questi atti – affermano gli Ordinari - non hanno nulla a che fare con la religione, non servono agli interessi dello Stato, ma minacciano la coesistenza pacifica e la sicurezza dei cittadini. Di conseguenza li condanniamo e invitiamo tutte le istituzioni, in particolare lo Stato, ad assumersi le proprie responsabilità. Ci auguriamo – prosegue la nota ripresa dall'agenzia Sir - che il governo israeliano, oltre a condannare e manifestare la sua solidarietà, continui a prendere seri provvedimenti per assicurare alla giustizia i colpevoli e i loro mandanti, e perché riesamini il ruolo dello Stato nella formazione dei suoi cittadini riguardo al rispetto della diversità religiosa e del pluralismo. Preghiamo l'Onnipotente di ispirare tutti i leader e i popoli, soprattutto quelli che tendono alla violenza e la profanazione dei luoghi di culto, perché lavorino insieme per costruire una società migliore in cui la religione possa giocare un ruolo costruttivo”. Condanna è giunta anche dal presidente israeliano Shimon Peres. (R.P.)

    inizio pagina

    Nobel: premio per l’economia agli americani Sargent e Sims

    ◊   Il premio Nobel per l'Economia è stato assegnato agli statunitensi Thomas Sargent, professore dell'università di New York e Christopher Albert Sims, dell'Università di Princeton. L'annuncio è stato dato dall'Organizzazione sui premi Nobel. Un riconoscimento alle loro ricerche su “cause ed effetti nella macroeconomia”, ha spiegato Staffan Normark dell’organizzazione sui premi Nobel. Thomas Sargent, nato a Pasadena nel 1943, ha insegnato in molte Università ed è stato anche consulente economico della Federal Reserve Bank di Minneapolis. Una delle sue teorie è quella relativa all'assenza di effetti delle politiche economiche, attraverso l'impiego di politiche monetarie, sul tasso di disoccupazione. Ha studiato anche i problemi di finanziamento del debito pubblico, ed è considerato il leader della corrente di pensiero sulle "aspettative razionali" in economia. Christopher Albert Sims, 69 anni, attualmente insegna economia e tecnica bancaria all'Università di Princeton. E' stato già designato presidente della Associazione economica americana per il 2012. Ha pubblicato importanti studi di econometria e politica economica. Ha contribuito a sviluppare la Teoria fiscale del livello dei prezzi e quella della Distrazione razionale. I suoi studi hanno contribuito ad approfondire il riflesso delle politiche di bilancio sull'andamento delle economie. (A.L.)

    inizio pagina

    Nell’anniversario della morte, Santa Messa in memoria di Pio XII sulla tomba di San Pietro

    ◊   Il 9 ottobre del 1958 moriva a Castelgandolfo Pio XII. Su invito del Comitato Papa Pacelli – Associazione Pio XII - è stata celebrata ieri una Messa in memoria del Pontefice dal cardinale Angelo Comastri, arciprete della Basilica vaticana, presso l’altare alla tomba di San Pietro, nelle Grotte vaticane. Grotte gremite in ogni ordine di posto da una folla di fedeli. Hanno concelebrato il cardinale Salvatore De Giorgi, arcivescovo emerito di Palermo, e don Nicola Bux, cofondatore del Comitato Papa Pacelli, insieme con altri 15 sacerdoti. Presenti alla Messa, delegazioni di suore di numerose congregazioni provenienti da vari istituti di Roma, e oltre un centinaio di fedeli. Al rito hanno assistito anche il cardinale Giovanni Coppa, suor Margherita Marchione, biografa di Pio XII, l’avvocato Emilio Artiglieri, presidente del Comitato Papa Pacelli. Al termine della celebrazione, i presenti si sono recati alla tomba del Venerabile Pio XII, per un momento di raccoglimento concluso dalla recita della preghiera di intercessione. Il cardinale Comastri, durante l’omelia ha dichiarato che “non ci fu silenzio”, citando testimonianze di grande rilevanza del popolo ebraico, tra cui Albert Einstein, Golda Meir, il rabbino Elio Toaff e Chaim Weizmann, che fu il primo Presidente dello Stato di Israele (1949). Già nel 1943 scrisse: “La Santa Sede sta fornendo il suo potente aiuto, dovunque possibile, per mitigare la triste sorte dei miei correligionari perseguitati”. Non diversamente Moshe Sharett, secondo primo ministro di Israele, dopo l’incontro con Pio XII dichiarò: “Il mio primo dovere era, a nome del popolo ebraico, ringraziare Lui, e per suo tramite la Chiesa cattolica, per quanto fatto, nei vari Paesi, per salvare gli ebrei”. (A.L.)

    inizio pagina

    Il cardinale Bagnasco ai Sinti: i figli sono una grande ricchezza, la vita fragile è sacra

    ◊   I figli “sono una grande ricchezza” e “la vita fragile è sacra e merita l’attenzione della comunità intera”. Ad affermarlo l’arcivescovo di Genova e presidente della Cei, cardinale Angelo Bagnasco, che ieri pomeriggio ha visitato la comunità dei Nomadi Sinti di Genova Bolzaneto nell’ambito della visita pastorale che sta compiendo nelle parrocchie del vicariato della Valpolcevera. Al suo arrivo, il porporato è stato accolto dai membri della comunità e dai volontari di Sant’Egidio che da oltre 25 anni assistono i nomadi ed operano per la loro integrazione all’interno della società. Il cardinale Bagnasco ha ascoltato alcune testimonianze dei presenti. “Nella vostra comunità - ha detto il porporato - i figli sono una grande ricchezza e questo non è scontato”. Oggi qui c’è un insegnamento che tutti dovremmo raccogliere ossia che, nonostante le difficoltà materiali, che non sono poche, da voi i figli sono accolti come un grande dono. Oggi invece talvolta, i figli, sono considerati un limite, un peso. Per voi - ha aggiunto il cardinale - la vita in tutte le sue fasi è sacra e merita l’attenzione, non solo dei parenti stretti, ma della comunità intera anche se con grandi sacrifici”. Il cardinale ha quindi ringraziato i nomadi per l’accoglienza che manifestano nei confronti della vita in tutte le sue fasi, dalla nascita fino alla fine naturale. “Oggi - ha proseguito il porporato le cui parole sono state riprese dall'agenzia Sir - non sempre la vita fragile, ferita, malata, che va verso il cielo, è considerata qualcosa di sacro che merita attenzione, cura e sacrificio da parte di tutti, non solo dei parenti, ma della comunità intera. Di questo vi ringrazio. I vostri - ha precisato - sono valori profondamente umani che noi a volte stiamo perdendo”. In merito alla richiesta dei Sinti, di poter trovare un’altra sistemazione abitativa il porporato ha detto: “Ci auguriamo che troviate un’altra sistemazione ma dovete salvaguardare la vostra unità, che è un valore grande” insieme “al mantenimento della vostra identità” che ha “valori profondi. Anche quando sarete laureati” – ha poi affermato il porporato rivolgendosi ai bambini del campo - a “non dimenticate mai cosa avete imparato qua” e quindi “a non dimenticare le vostre radici che sono importanti”. Nel campo di Bolzaneto, aperto nel 1988, vivono circa 140 Sinti italiani, di origine piemontese, tra cui molti bambini. (A.L.)

    inizio pagina

    Colombia: appello della Chiesa per il rilascio della bambina rapita il 29 settembre

    ◊   La Chiesa in Colombia ha lanciato un nuovo, accorato appello affinché venga assicurata un’adeguata protezione ai bambini vittime della violenza. Nell’ambito del terzo Incontro nazionale per la costruzione della pace, tenutosi nei giorni scorsi a Bogotà presso la sede della Conferenza episcopale, mons. Héctor Fabio Henao Gavíria, direttore di Caritas Colombia e del Segretariato nazionale di pastorale sociale, ha ricordato che i bambini non devono subire le conseguenze del conflitto. Un drammatico scontro che vede contrapporsi, da un lato, i guerriglieri delle Forze armate rivoluzionarie colombiane (Farc) e del sedicente Esercito di liberazione nazionale (Eln) e, dall’altro, l’esercito nazionale appoggiato dai paramilitari. Al dramma del conflitto si aggiunge la crescente violenza alimentata da numerose bande legate al narcotraffico, attive in varie zone della Colombia. Desta sempre maggiore preoccupazione, in particolare, il caso di Nohora Valentina Gutierrez Muñoz, bambina di 10 anni figlia del sindaco Fortul sequestrata lo scorso 29 settembre mentre si recava a scuola accompagnata dalla madre. La Chiesa cattolica – ha affermato mons. Héctor Fabio Henao Gavíria - chiede un immediato rilascio e assicura il proprio impegno per facilitare la liberazione della bambina. In base a fonti locali, i responsabili del sequestro della minore fanno parte delle Forze armate rivoluzionarie (Farc), molto attive proprio nel territorio di Fortul, ai confini con il Venezuela. (A.L.)

    inizio pagina

    Congo: la Caritas vara il piano di aiuti umanitari per il 2012

    ◊   Quattro obiettivi da raggiungere nell’arco del 2012: si articola così il piano di aiuti umanitari varato dalla Caritas della Repubblica Democratica del Congo, nel corso di una riunione direttiva tenutasi nei giorni scorsi a Kinshasa. In particolare, il progetto prevede, al primo posto, il rafforzamento della protezione della popolazione civile nelle aree di crisi. Segue, al punto due, la riduzione della mortalità fra gli abitanti del Paese, mentre gli obiettivi tre e quattro mirano a “migliorare le condizioni di vita della popolazione” e a “fornirle mezzi di sussistenza”. Ma la riunione direttiva della Caritas Congo ha affrontato anche altri aspetti dell’aiuto umanitario, quali l’assistenza a profughi e rimpatriati, l’istruzione, la cura e la prevenzione delle malattie come l’Aids. Suddivisi in tre gruppi di lavoro, i partecipanti all’incontro hanno riflettuto su come affrontare le emergenze nelle zone colpite da conflitti armati (gruppo 1), sulle strutture di coordinamento degli aiuti nati a livello provinciale (gruppo 2) e sul riequilibrio di responsabilità con lo Stato (gruppo 3). Infine, spazio ai numeri con la pianificazione in cifre per il 2012. Oltre agli esponenti di Caritas Congo, alla riunione hanno partecipato anche membri delle Caritas di Goma, Equatore, Kananga e Germania. Presenti anche rappresentanti di Organizzazioni non governative nazionali ed internazionali, esponenti dell’Onu e dell’Unicef: da tutti è arrivato l’appello ad accompagnare la Repubblica Democratica del Congo verso la stabilità e lo sviluppo, offrendo alla popolazione diverse possibilità di assistenza, soprattutto in vista del prossimo anno, in cui il Paese sarà chiamato alle urne per le elezioni legislative. (I.P.)

    inizio pagina

    Ghana: due milioni di disabili ancora privi di infrastrutture

    ◊   In Ghana, secondo le stime dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, ci sono 2 milioni di persone disabili, dal 7 al 10% della popolazione del Paese. A cinque anni di distanza dall’approvazione del ‘Persons with Disability Act’, sono ancora pochi i cambiamenti verificati nelle vite dei portatori di handicap. Sulla carta, i provvedimenti promettevano loro opportunità di lavoro, istruzione gratuita, infrastrutture e mezzi di trasporto adeguati, oltre alla integrazione sociale. La realtà è molto diversa. Le persone con disabilità – riferisce l'agenzia Fides - continuano ad essere vittime di soprusi e insulti. Molti si muovono sostenendosi su pezzi di compensato, altri si aggirano per le strade mendicando. Attualmente, nessuno dei provvedimenti previsti dalla legge è stato realizzato. Il progetto di un atto legislativo che dovrebbe riavviare le clausole relative all’occupazione, all’istruzione, ai provvedimenti giudiziari, e alle barriere architettoniche, è rimasto bloccato. Ad Accra ci sono alcuni edifici accessibili ai disabili. Ma anche in molte costruzioni più recenti mancano le rampe per le sedie a rotelle e altre opere, presenti solo negli uffici del Ministero del Welfare. (A.L.)

    inizio pagina

    Taiwan: la Chiesa annuncia il Congresso Eucaristico nazionale per il 19 novembre

    ◊   Per accogliere e preparare il Congresso Eucaristico Internazionale - che è “una benedizione per la Chiesa di Taiwan” secondo le parole di mons. John Hung, arcivescovo di Tai Pei e presidente dei vescovi di Taiwan - la Conferenza episcopale regionale di Taiwan ha annunciato la celebrazione del Congresso Eucaristico nazionale per il 19 novembre. Secondo le informazioni raccolte dall’agenzia Fides, in un comunicato firmato dal Segretario generale, la Conferenza episcopale invita ogni diocesi a partecipare al Congresso “per preparare spiritualmente il cammino verso Dublino e per promuovere ulteriormente la devozione eucaristica”. Nel programma sono presentati i due temi principali: l’obbedienza di Abramo e l’incontro con Gesù dei due viandanti di Emmaus. Inoltre si citano anche tutti i Congressi Eucaristici Internazionali e la loro storia. I partecipanti sono invitati alla solenne Eucaristia ed alla Processione eucaristica che sarà conclusa dalla Benedizione eucaristica. In preparazione al 50° Congresso Eucaristico Internazionale che si terrà a Dublino dal 10 al 17 giugno 2012 sul tema “L’Eucaristia: Comunione con Cristo e tra di noi”, mons. John Hung, arcivescovo di Tai Pei e presidente della Conferenza episcopale regionale di Taiwan ha pubblicato una Lettera pastorale. Durante l’Assemblea annuale della Conferenza episcopale regionale di Taiwan, i vescovi hanno deciso che mons. John Baptist Lee, vescovo della diocesi di Hsin Chu ed anche responsabile della famiglia e dei laici, guiderà la delegazione di Taiwan al 50° Congresso Eucaristico Internazionale. Il ritiro spirituale della delegazione si terrà dal 21 al 22 aprile 2012, il mandato alla delegazione verrà conferito il 19 maggio. (R.P.)

    inizio pagina

    Cambogia: corso di Internet promosso dai salesiani per 20 ragazzi a rischio

    ◊   In questo mese di ottobre, 20 ragazzi a rischio delle remote province cambogiane di Kep, Takeo e Kompot inizieranno a frequentare corsi di formazione alle tecnologie di internet e del web design presso la “Don Bosco Technical School and Web House”. Sono i primi di quelle regioni a ricevere un tale tipo di formazione. Secondo le stime dell’Unicef, i poveri nelle aree rurali della Cambogia sono il 40% della popolazione, mentre nella capitale Phnom Penh sono il 10% e nelle altre aree urbane il 25%. Oltre il 74% dei cambogiani, inoltre, è impiegato nell’agricoltura. “Il nostro obiettivo - spiega don Albeiro Rodas, vicario della comunità salesiana di Sihanoukville - è quello di incrementare le opportunità professionali per gli studenti poveri delle zone rurali. Sappiamo che ci sono molte famiglie cambogiane che non hanno accesso al computer e che la nostra percentuale di utenti Internet è tra le più basse al mondo. Ma i cambogiani sono molto interessati alla tecnologia”. Nella Web House – riferisce l'agenzia Sir - vengono offerti servizi innovativi, con una formazione che tocca vari settori come l’e-commerce, siti web, blog personalizzati. “Mentre l’economia del nostro Paese - conclude don Rodas - si espande in tecnologia e turismo, dobbiamo essere assolutamente sicuri che non stiamo lasciando fuori i giovani delle aree rurali e delle comunità urbane svantaggiate”. (A.L.)

    inizio pagina

    India: presentata la nuova Bibbia in lingua kashmiri

    ◊   Rendere la Parola di Dio il motore della missione; rinnovare gli sforzi di dialogo e cooperazione con la maggioranza musulmana: con questo spirito e con questi intenti la piccola comunità cristiana in Kashmir ha accolto la pubblicazione e la presentazione ufficiale della nuova Bibbia in lingua kashmiri. La presentazione è avvenuta durante una celebrazione presieduta da mons. Salvatore Pennacchio, nunzio apostolico in India. Il lavoro di traduzione della Bibbia – riferisce l’agenzia Fides - è opera di Joseph K. Predhuman Dhar, pedagogista, giornalista e scrittore. L’opera è stata pubblicata dalla Società Biblica dell'India, di Bangalore. Mons. Pennacchio ha premiato l’autore, ex bramino convertitosi al cattolicesimo, con una medaglia d'oro, elogiandone la grande dedizione. Alla celebrazione erano presenti anche padre Jim Borst, missionario di Mill Hill e coordinatore del progetto di traduzione della Bibbia, e mons. Peter Celestine Elampassery, vescovo di Jammu-Srinagar. In Kashmir le autorità locali e i leader religiosi cercano di promuovere un clima di serena convivenza fra la maggioranza musulmana e le minoranze cristiane e indù. Il governo del Jammu e Kashmir ha contribuito, in particolare, alla ricostruzione della scuola cristiana attaccata e bruciata il 13 settembre 2010 nella città di Phulwama. Nel Kashmir indiano vivono circa quattro milioni di musulmani. I cristiani sono circa 5.000. (A.L.)

    inizio pagina

    Guatemala: sussidio catechetico dei vescovi per ottobre, mese del Rosario

    ◊   “Discepoli missionari per la vita e la pace”: si intitola così il sussidio catechetico pubblicato dalla Conferenza episcopale del Guatemala (Ceg) per il mese di ottobre, mese del Rosario. Nelle 15 pagine del volume, i presuli invitano i fedeli a pregare per la vita e per la pace in tutto il Paese. Nell’introduzione, in particolare, la Ceg ricorda che il mese di ottobre è “un mese ricco di spiritualità e di impegno fedele, un mese testimone della spiritualità mariana”, ma anche, allo stesso tempo, “un mese missionario” in cui viene richiesta “una riflessione sulla missione della Chiesa e un appoggio anche economico per sostenere la sua avventura ecclesiale”. Queste due dimensioni spirituali dei prossimi giorni, continuano i vescovi, vanno indirizzate quest’anno su un tema “particolarmente sentito dal popolo del Guatemala”, ovvero “la vita e la pace”. Per questo, la Ceg annuncia che fino al 21 ottobre si svolgeranno, nella città di Santiago, le “Giornate per la vita e per la pace”, mentre il 22 ottobre avrà luogo una “Marcia per la vita e la pace” che partirà da quattro diversi punti della città fino a raggiungere Piazza della Costituzione dove, alle ore 15.00, verrà celebrata una Santa Messa. I vescovi invitando quindi tutti i fedeli a partecipare numerosi alle iniziative così da sperimentare, tutti insieme, sia l’unità della Chiesa che la sua realtà missionaria. Diviso in quattro sezioni, il sussidio catechetico suggerisce un’intenzione di preghiera diversa per ogni settimana di ottobre: la fine della violenza, “ombra di morte in un Paese chiamato alla vita”; la dignità della persona umana e l’accoglienza del dono divino della vita; i discepoli missionari per la vita e per la pace; infine, Maria, Madre di Dio, avvocata della vita e della pace. Il sussidio si conclude con una citazione tratta dal Messaggio per la Giornata mondiale della pace siglato nel 1977 da Papa Paolo VI: “Se vuoi la pace, difendi la vita”. (I.P.)

    inizio pagina

    Da domani a Chisinau prima settimana sociale della Chiesa cattolica moldava

    ◊   Si terrà a Chisinau, nella Repubblica moldava da domani fino al prossimo 14 ottobre, la prima Settimana Sociale dei cattolici moldavi incentrata sul tema “Il coraggio di crescere accanto agli ultimi”. “Abbiamo scelto questo titolo - afferma mons. Anton Cosa, vescovo di Chisinau - perché rispecchia la nostra condizione di Chiesa di minoranza nel Paese, ma anche e soprattutto perché sentiamo essere la vocazione della nostra Chiesa quella di crescere insieme a quanti non hanno nulla, a chi si sente escluso dalla società, a chi è stato privato della sua dignità e della sua umanità”. Durante l’incontro verranno affrontate tre tematiche: l’impegno sociale dei cattolici in Moldova, la povertà e l’impegno dei laici nell’economia e nel sociale. Attraverso interventi di vescovi ed esperti, si discuterà della crisi economica nel Paese. Tra i relatori ci saranno mons. Arrigo Miglio, vescovo di Ivrea e presidente delle Settimane Sociali in Italia, mons. Giampaolo Crepaldi, vescovo di Trieste e presidente della Commissione “Caritas in Veritate” del Consiglio delle Conferenze episcopali d’Europa. (A.L.)

    inizio pagina

    Polonia: destinata al Sud Sudan la raccolta dei “Cantori della Stella"

    ◊   Si è svolta alla vigilia dell’inizio del Mese Missionario, la riunione delle Pontificie opere missionarie e degli altri organismi missionari della Polonia, nella località di Niepokalanów. La prima relazione che i partecipanti hanno ascoltato - riferisce l’agenzia Fides - ha riguardato la dimensione missionaria di San Massimiliano Kolbe. Sono poi stati illustrati i problemi del nuovo Stato africano del Sud Sudan, dal momento che la Pontificia Opera dell’Infanzia Missionaria destinerà ai bambini dello Stato africano le offerte raccolte attraverso l’iniziativa natalizia dei “Cantori della Stella”. Nel corso della riunione sono state affrontate anche altre tematiche: l’impegno missionario dei giovani e l’attività dei gruppi del Rosario vivente, fondati da Pauline Jaricot, fondatrice anche della Pontificia Opera per la Propagazione della Fede. E’ stata anche annunciata la celebrazione del 150.mo anniversario della morte della Jaricot (9 gennaio 1862) e la celebrazione del IX Congresso nazionale dell’Infanzia Missionaria, nel giugno del prossimo anno. Mons. Wiktor Skworc, vescovo di Tarnow, presidente della Commissione episcopale per le Missioni, ha presieduto la Messa di chiusura dell’incontro. (A.L.)

    inizio pagina

    Francia: compie 30 anni Radio Notre-Dame, principale emittente cattolica del Paese

    ◊   Tre decenni al servizio del Vangelo: bilancio positivo per Radio Notre-Dame, l’emittente cattolica francese creata nel 1981 dal compianto cardinale Jean-Marie Lustiger, allora arcivescovo di Parigi, scomparso nel 2007. Per celebrare il trentennale di attività, da oggi al 12 ottobre, Radio Notre-Dame andrà in onda dalla sede della Conferenza episcopale francese. Per l’occasione, saranno trasmesse in diretta, e con la presenza attiva del pubblico, interviste esclusive, testimonianze, materiale proveniente dall’archivio storico. Domani, inoltre, alle ore 20.30, è in programma un grande dibattito, sempre in diretta, sul tema “La Chiesa sa comunicare?”. Completamente autonoma dal punto di vista amministrativo, Radio Notre-Dame è sovvenzionata, per l’80%, dai suoi ascoltatori che sfiorano i 100mila contatti al giorno e che inviano offerte libere secondo le proprie possibilità. Nel 2006, inoltre, il direttore generale dell’emittente, Bruno Courtois, ha creato l’evento “Radio-don”, ovvero una ‘maratona radiofonica’ sulla falsariga di Telethon che ha fruttato la cifra di 400mila euro. Un’iniziativa ripresa poi da altre radio cattoliche. Ascoltabile anche sul sito Internet www.radionotredame.net, l’emittente, spiega Bruno Cortois, “vuole essere al servizio delle diocesi di Francia. Tutto ciò che produciamo è a disposizione di tutte le altre radio”, in particolare di quelle che patiscono maggiormente la mancanza di mezzi di sussistenza. Attualmente, a Radio Notre-Dame lavorano 140 persone ed ampio spazio viene dedicato al dialogo ecumenico ed interreligioso. Tra le tante trasmissioni quotidianamente in onda, molto successo riscuotono quelle del periodo natalizio dedicate ai canti religiosi. (I.P.)

    inizio pagina

    24 Ore nel Mondo



    Ancora civili uccisi in Siria

    ◊   È di 17 civili uccisi il bilancio dell'offensiva compiuta ieri dalle forze governative in varie città del Paese. Lo riferiscono i Comitati di coordinamento locale, piattaforma mediatica degli attivisti antiregime. Delle zone in cui si registrano violenze ma anche dei possibili passi a livello internazionale, riferisce Fausta Speranza:

    Secondo le notizie che arrivano dagli attivisti antiregime, nella città "calda" di Homs sono state uccise 9 persone, mentre a Dumayr e Zabadani, sobborghi della capitale, 5. E poi si registrano tre morti a Latakia, Hama, nel centro e una vittima a Hasake nel nordest curdo. Dunque, una violenza diffusa sul territorio che ormai da mesi interpella la comunità internazionale. Dal Consiglio dei ministri degli Esteri dell’Unione Europea, riunito a Lussemburgo, giunge un primo commento alla creazione di un Consiglio dell'opposizione siriana: viene definito “un passo positivo”. La necessità di una nuova stretta contro il regime siriano, insieme con il rilancio del processo di pace in Medio Oriente, rappresentano i temi che impegneranno di più i ministri. I capi delle diplomazie Ue, insieme all'Alto rappresentante Catherine Ashton, si riuniscono oggi per la prima volta dopo l'Assemblea generale dell'Onu, dove la risoluzione Ue sulla Siria appoggiata dagli Usa, in cui si chiedeva al regime di Assad di porre fine alle violenze contro la popolazione civile, è stata respinta da Russia e Cina. Da Bruxelles comunque molte voci si sono levate per ribadire la richiesta che il presidente Assad lasci subito il potere e riaffermare l'estrema preoccupazione per la situazione umanitaria (si contano già 2 mila vittime civili). E ci sono anche le ripercussioni sul piano della stabilità regionale. A Lussemburgo, dunque, si tratta di capire come fare ripartire la pressione internazionale, coinvolgere gli attori regionali e sensibilizzare Mosca e Pechino dopo lo smarcamento di New York.

    Dai Ministeri esteri Ue ulteriori sanzioni contro Iran e Bielorussia
    I ministri degli Esteri della Ue hanno deciso di rafforzare le sanzioni in vigore contro l'Iran e la Bielorussia per le ripetute violazione dei diritti umani. In particolare, la Ue aggiungerà 29 iraniani e 16 bielorussi sulla lista dei nomi colpiti dal bando del visto di ingresso e dal congelamento dei beni in territorio europeo.

    Non cessano i combattimenti a Sirte
    Continua l'avanzata delle forze ribelli a Sirte. I militanti del Consiglio nazionale di transizione (Cnt) controllano ormai i punti chiave della città, malgrado prosegua la strenua resistenza delle truppe di Gheddafi. Le truppe del Cnt hanno conquistato il Centro conferenze, il campus universitario e l'ospedale della città.

    Scontri in Pakistan nella zona calda al confine con l'Afghanistan
    Almeno 16 sospetti militanti e un soldato pakistano sono stati uccisi in scontri nella regione tribale del Dir Superiore, nel nordovest del Pakistan. Lo hanno riferito fonti governative ai giornalisti. Gli incidenti sono stati causati da un'incursione di circa cento talebani dall'Afghanistan. Gli estremisti hanno attaccato un posto di blocco nell'area di Barawal ingaggiando una battaglia con i militari. I raid attraverso il poroso confine afghano-pakistano si sono fatti più frequenti negli ultimi mesi. Lo scorso giugno, almeno 28 forze di sicurezza e 35 residenti locali sono stati uccisi nella stessa area. Mentre nel vicino distretto di Chitral i talebani hanno attaccato a settembre alcuni posti di blocco uccidendo 25 militari.

    Proseguono le pressioni sulla Grecia per il rispetto dell’austerity
    I rappresentanti delle Troika internazionale: Fondo monetario internazionale, Banca centrale europea ed Unione Europea proseguono anche oggi nel loro pressing per avere garanzie dal governo di Atene sulla fedele messa in atto del Programma rconomico a medio termine concordato un anno fa. Oggi previsto un nuovo incontro col ministro delle Finanze, Venizelos. Intanto, le Borse europee sono tutte in rialzo, dopo che Francia e Germania si sono impegnate a stendere un piano per ricapitalizzare le banche. La decisione è venuta ieri, a Berlino, nel faccia a faccia tra il presidente francese Sarkozy ed il cancelliere tedesco, Merkel.

    Domenica prossima il ballottaggio socialista tra Hollande e Aubry
    A sfidarsi domenica prossima 16 ottobre nel ballottaggio delle primarie socialiste francesi saranno l'ex leader del partito, Francois Hollande, e l'attuale leader, Martine Aubry. Al primo turno di ieri Hollande ha sfiorato il 40% dei consensi, mentre la signora Aubry ha portato a casa il 31% delle preferenze.

    Cassese non più presidente Tribunale speciale per il Libano per motivi di salute
    Antonio Cassese, già presidente del Tribunale speciale per il Libano (Tsl) ha lasciato l'incarico per motivi di salute. Lo ha reso noto lo stesso Tribunale.

    Dopo i gravi incidenti di ieri, calma stamane a Tunisi
    Solo nella tardissima serata di ieri è tornata la calma a Tunisi, dopo i gravi incidenti causati da gruppi di integralisti che hanno protestato contro la proiezione, da parte di Nessma Tv, del film “Persepolis”. Secondo alcune fonti, solo otto della cinquantina di persone che erano state fermate sono state arrestate. Non si ha ancora un bilancio dei feriti dei violentissimi scontri che hanno avuto come teatro soprattutto la zona del campus universitario e che hanno visto anche la partecipazione di giovani che non avevano nulla a che fare con la protesta degli integralisti, ma sono intervenuti al loro fianco con una sassaiola contro gli agenti delle forze di sicurezza. Sempre ieri sera, un gruppo di giovanissimi ha dato l'assalto a un ufficio postale ad el Omrane dirigendosi poi verso una caserma di polizia: sono stati fermati da polizia ed esercito.

    Ieri in Camerun le presidenziali: tra 15 giorni i risultati
    Si è votato ieri in Camerun per le presidenziali a un solo turno. La maggior parte dei 24 mila seggi sono stati aperti in ritardo, gli aventi diritto al voto sono circa sette milioni e in tutto il Paese sono state attuate misure di sicurezza imponenti. Favorito è il presidente uscente, Paul Biya, 78 anni, al potere dal 1982 e ora in corsa per un sesto mandato. I risultati dovrebbero essere pubblicati dalla Corte suprema entro 15 giorni.

    Scontro nel nord delle Filippine tra militari e guerriglieri comunisti
    Nove persone - otto ribelli e un soldato - sono morte in uno scontro a fuoco tra militari filippini e i guerriglieri comunisti del "Nuovo esercito del popolo" (Npa) nel nord dell'arcipelago. Lo ha annunciato un tenente generale delle forze armate di Manila. Il combattimento ha avuto luogo nella città di Tineg, nella montagnosa provincia di Abra (330 km a nord della capitale), quando un contingente di militari in servizio di pattuglia si è imbattuto in una ventina di guerriglieri del movimento attivo dalla fine degli anni Sessanta nelle campagne dell'arcipelago, e che si calcola conti ancora su circa quattromila militanti.

    Sospesa condanna a morte per l’unico terrorista vivo della strage di Mumbai
    La Corte suprema indiana ha sospeso oggi la condanna a morte di Ajmal Kasab, l'unico militante islamico estremista catturato vivo dopo l'attacco terroristico di Mumbai del novembre 2008. Lo riferiscono le televisioni indiane, precisando che si tratta di una prassi giuridica seguita quando i giudici devono accettare una richiesta d'appello. Il pakistano Kasab aveva infatti presentato un ricorso contro la pena capitale, che era stata confermata in secondo grado dall'Alta corte di Mumbai lo scorso febbraio con l'accusa di sedizione contro lo Stato. Il massimo organo giudiziario ha chiesto allo stato del Maharashtra di fornire il parere sulla richiesta. Nella strage, compiuta da un commando di dieci terroristi giunti via mare, morirono 166 persone. (Panoramica internazionale a cura di Fausta Speranza)

    Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LV no. 283

    inizio pagina
    E' possibile ricevere gratuitamente, via posta elettronica, l'edizione quotidiana del Bollettino del Radiogiornale. La richiesta può essere effettuata sulla home page del sito www.radiovaticana.va/italiano.

    Segreteria di redazione: Gloria Fontana, Mara Gentili, Anna Poce e Beatrice Filibeck, con la collaborazione di Vera Viselli.