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Sommario del 01/10/2011

Il Papa e la Santa Sede

  • Benedetto XVI lascia nel pomeriggio la residenza di Castel Gandolfo per fare rientro in Vaticano
  • La preghiera di ottobre del Papa per il sostegno ai malati terminali: "Circondateli d'amore"
  • Messaggio del Papa ai giovani calabresi: portate la forza della Gmg di Madrid nella vostra terra
  • Il Papa e il dovere di rendere ragione della fede: una riflessione di padre Lombardi
  • Oggi su "L'Osservatore Romano"
  • Oggi in Primo Piano

  • Il cardinale Péter Erdö confermato presidente del Ccee. Eletti vicepresidenti il cardinale Bagnasco e mons. Michalik
  • Italia: il presidente Napolitano visita il carcere minorile di Nisida
  • A Tuscania l'"Hot Chocolate 2011", quando il cioccolato diventa cibo solidale
  • Il commento al Vangelo della domenica del teologo padre Bruno Secondin
  • Chiesa e Società

  • Aperti a Cracovia i lavori del secondo Congresso mondiale della Divina Misericordia
  • Germania: al via la settimana prossima la plenaria dei vescovi
  • Sudan. Da 25 anni progetto sull’istruzione migliora il futuro dei giovani cristiani
  • La Chiesa indiana pubblica un manuale sui diritti costituzionali delle minoranze
  • A Mauritius la Chiesa invita a promuovere il turismo spirituale
  • Pubblicato il primo compendio in bielorusso della Dottrina sociale della Chiesa
  • Messaggio di Ban Ki-moon per la Giornata internazionale degli anziani
  • Assisi. Il premio “Rosa d’argento Frate Jacopa 2011” a Maria Grazia Frezza
  • 24 Ore nel Mondo

  • Siria, assedio dell’esercito governativo alla città di al-Rastan, roccaforte dei militari disertori

  • Il Papa e la Santa Sede



    Benedetto XVI lascia nel pomeriggio la residenza di Castel Gandolfo per fare rientro in Vaticano

    ◊   Quelle in corso sono le ultime ore di permanenza di Benedetto XVI nella residenza estiva di Castel Gandolfo. Dopo circa tre mesi di soggiorno, il Papa si imbarcherà alle 17.30 di oggi sull’elicottero pontificio per fare rientro in Vaticano. Questa mattina, intanto, Benedetto XVI ha concesso udienza a un folto gruppo di presuli della Conferenza episcopale dell’Indonesia, in visita ad Limina.

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    La preghiera di ottobre del Papa per il sostegno ai malati terminali: "Circondateli d'amore"

    ◊   “Per i malati terminali, affinché nelle loro sofferenze siano sostenuti dalla fede in Dio e dall’amore dei fratelli”: è questa l’intenzione di preghiera generale di Benedetto XVI per il mese di ottobre. Sul binomio fede-amore nella cura dei malati, Alessandro Gisotti ha raccolto la riflessione del prof. Vincenzo Saraceni, presidente dell’Associazione Medici Cattolici Italiani:

    R. – Il medico, quando incontra un sofferente, fa una scoperta della propria fragilità e quindi avverte il dovere di avere solidarietà nei confronti di quel malato. Io credo che per quanto riguarda la disponibilità alla solidarietà e all’amore del fratello che in quel momento si trova in condizione di fragilità possiamo sperare nella convergenza di tutti. Certo, la fede è invece un fatto personale, un fatto che aggiunge qualcosa in più, e questo riguarda in particolare i medici cattolici.

    D. – Anche nella Spe salvi, la seconda Enciclica di Benedetto XVI, c’è una sottolineatura sull’amore, sull’amore che salva…

    R. – Da medico, credo di poter dire che ogni domanda di salute che il malato fa è anche una domanda di salvezza e noi dobbiamo distinguere fra guarigione e salvezza. Molte volte guariamo ma non sempre salviamo. Possiamo ricordare la parabola dei lebbrosi. Di dieci, uno solo tornò indietro e gli fu chiesto: dove sono gli altri nove che erano stati guariti? Ma a lui fu detto: va perché la tua fede ti ha salvato. Io credo che all’interno del nostro agire medico ci sia una prospettiva di salvezza che è l’accettazione della propria condizione di malattia o possibilmente di morte. Credo che questo lavoro sia importante: si può guarire anche quando si riesce a far accettare al malato la propria condizione di fragilità e il proprio destino.

    D. – Il Papa ha messo più volte in guardia dai rischi che una società efficientista possa portare a oscurare il valore innato della persona. Questo è ancor più vero nel caso di persone malate che si avvicinano alla morte?

    R. – Questo è ancor più vero intanto perché la medicina sta assumendo un orientamento di neutralità nei confronti della morte, nei confronti del dolore, e la neutralità è favorita dallo schermo tecnicistico e tecnologico sempre più presente nella nostra attività medica. Dobbiamo sperare di poter superare questo schermo e andare invece al cuore del problema, che è l’incontro con la persona malata.

    D. – Sul cosiddetto “fine vita” il dibattito nelle società occidentali è molto acceso. Quali sono secondo lei i riferimenti che non dovrebbero mai essere trascurati?

    R. – Direi che il riferimento essenziale sia la dignità della persona umana e mi piace sottolineare che la dignità della persona umana è un fatto assoluto in sé, che fa parte di qualunque uomo, ma sta soprattutto nella relazione tra il medico, il personale sanitario, e il malato. Molti malati riferiscono di essersi sentiti indegni da come venivano guardati o da come non venivano guardati. Credo che il tema della relazione come fondamento della dignità del malato sia un tema che vada approfondito.(bf)

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    Messaggio del Papa ai giovani calabresi: portate la forza della Gmg di Madrid nella vostra terra

    ◊   “Dare continuità alla forte esperienza vissuta” alla Gmg di Madrid, “per tradurla in impegno formativo e missionario” nella Chiesa locale e nella società. È l’esortazione che Benedetto XVI rivolge ai ragazzi calabresi che da ieri a domani sono impegnati a Drapia, in provincia di Vibo Valentia, nel Convegno regionale di pastorale giovanile. In un messaggio a firma del cardinale segretario di Stato, Tarcisio Bertone, e indirizzato all’arcivescovo di Reggio Calabria-Bova, Vittorio Luigi Mondello, il Papa afferma di conoscere a fondo la condizione “particolarmente difficile” dei giovani di oggi che vivono nel Meridione, tra mancanza di lavoro, “secolarismo dilagante”, “la criminalità organizzata con le insidie del traffico di droga, nonché – scrive – “una religiosità a volte poco personalizzata con conseguente scissione tra fede e vita”. Tuttavia, riconosce pure, “i ragazzi e le ragazze del Sud sono portatori di valori profondi, ereditati dalle famiglie, e sono animati dallo spirito cristiano”, che li portano a mantenere “forti legami familiari”, attaccamento alla propria terra e alle sue tradizioni religiose; compreso un evidente impegno a “contrastare la cultura mafiosa”.

    Nel ricordare la sua imminente visita pastorale a Lamezia Terme e Serra San Bruno, Benedetto XVI esorta a dare nuovo “impulso all'impegno delle Chiese particolari per l'evangelizzazione e la formazione dei giovani, i quali – afferma – non sono solo destinatari dell'annuncio, ma a loro volta protagonisti con la loro stessa vita e la loro testimonianza”.

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    Il Papa e il dovere di rendere ragione della fede: una riflessione di padre Lombardi

    ◊   Rendere ragione della fede: è questo uno dei punti cardinali del Magistero di Benedetto XVI. Il Papa ha avuto occasione di ribadirlo durante le ultime battute della recente visita apostolica in Germania. Al suo cospetto, i seminaristi incontrati a Friburgo, diventati destinatari di uno spontaneo quanto incisivo insegnamento da parte di un così illustre "formatore". Nell'editoriale del settimanale del Centro televisivo Vaticano "Octava dies", padre Federico Lombardi torna su questo particolare momento, ricco di significati per ogni cristiano:

    Fra le molte cose preziose dette dal Papa in Germania vorremmo ricordarne una, forse rimasta un po’ al margine perché detta spontaneamente, senza testo scritto, a conclusione della sua conversazione con i seminaristi a Freiburg. Ha parlato dello studio nella preparazione al sacerdozio, ma il discorso vale per tutti. Ha parlato del nostro mondo “razionalistico e condizionato dalla scientificità”. Ha detto che “lo spirito della scientificità, del comprendere, dello spiegare, del poter sapere, del rifiuto di tutto ciò che non è razionale, è dominante nel nostro tempo”, e ha riconosciuto che “in questo c’è pure qualcosa di grande, anche se spesso dietro si nasconde molta presunzione”. Ha continuato spiegando che la fede “non è un mondo separato”, ma è ciò che “abbraccia il tutto e gli dà senso”, lo interpreta e offre “direttive etiche interiori” perché sia compreso e vissuto a partire da Dio e in vista di Dio. E ha concluso: “Per questo è importante essere informati, comprendere, avere la mente aperta, imparare”. “Soltanto così possiamo far fronte al nostro tempo ed annunciare ad esso il logos, la ragione della nostra fede”.

    Avevamo capito che l’insistenza sul rapporto fra la ragione e la fede è uno degli accenti caratteristici di questo Pontificato, ma raramente lo avevamo sentito spiegare così personalmente e concretamente come ai seminaristi di Freiburg. Evidentemente l’antico seminarista Joseph Ratzinger aveva studiato con serietà e intelligenza, e ha continuato a farlo per tutta la vita, così da aiutare la Chiesa intera a “rendere ragione della sua fede” (1 Pt 3.15), come esige il mondo di oggi.

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    Oggi su "L'Osservatore Romano"

    ◊   In rilievo, nell'informazione internazionale, l'economia: il presidente francese Sarkozy rassicura la Grecia e annuncia un vertice anticrisi con la Germania.

    Vuoi il successo? Parla male del Papa: in cultura, una curiosa lezione di giornalismo in un articolo di Milo Yannoupoulos, apparso sul "Catholic Herald".

    Lunedì al via il restauro del "Cristo risorto", la scultura di Pericle Fazzini nell'Aula Paolo VI: con il discorso di Paolo VI all'inaugurazione (28 settembre 1977) e il ricordo del poeta Leonardo Sinisgalli dell'incontro con lo scultore (avvenuto quando l'opera stava per essere completata).

    Restyling faraonico: Alessia Amenta sulla riapertura del Museo Gregoriano Egizio in Vaticano.

    San Nicola tra Bari e Mosca: a proposito di un'iniziativa dell'Ambasciata d'Italia in Russia.

    Nell'informazione vaticana, il discorso di commiato del cardiale Giovanni Lajolo, che lascia l'incarico di presidente della Commissione per lo Stato della Città del Vaticano e di presidente del Governatorato.

    Omelia dell'arcivescovo Angelo Becciu nella cattedrale di Ozieri, sua diocesi di origine.

    Il cantiere delle barche per la missione nel mondo: intervista di Mario Ponzi all'arcivescovo Fernando Flino, prefetto della Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli.

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    Oggi in Primo Piano



    Il cardinale Péter Erdö confermato presidente del Ccee. Eletti vicepresidenti il cardinale Bagnasco e mons. Michalik

    ◊   Proseguono i lavori dell’Assemblea plenaria del Consiglio delle Conferenze episcopali d’Europa (Ccee), in corso a Tirana fino a domani. Il cardinale Péter Erdö, arcivescovo di Estergom – Budapest, è stato confermato presidente del Ccee. Vicepresidenti sono stati eletti il cardinale Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova e presidente della Conferenza episcopale italiana, e mons. Józef Michalik, arcivescovo di Przemyśl e presidente della Conferenza episcopale polacca. Mons. Aldo Giordano, osservatore permanente della Santa Sede presso il Consiglio d’Europa, è intervenuto stamani su vari temi, tra cui i simboli religiosi, l’obiezione di coscienza e l’identità individuale. Amedeo Lomonaco lo ha intervistato:

    R. – Il dibattito sulla presenza dei simboli religiosi, in particolare, è molto vivo: basta pensare al dibattito sul burqa in Francia o sui minareti in Svizzera… Molto importante è stata la sentenza, nel mese di marzo di quest’anno, della Grand Chambre della Corte dei diritti dell’uomo di Strasburgo riguardo la presenza del Crocifisso nelle scuole in Italia: la sentenza ha detto chiaramente che la presenza del Crocifisso non viola i diritti dell’uomo. La Corte non si pronuncia su come deve essere uno Stato, ma si pronuncia sull’agire degli Stati: solo se uno Stato va contro la libertà religiosa, va contro la libertà educativa, allora la Corte potrebbe pronunciarsi.

    D. – Dunque, questo è un tema che riguarda l’agire dello Stato. Un tema che riguarda, invece, l’agire del singolo individuo è quello dell’obiezione di coscienza.

    R. – Anche per questo tema la questione in gioco è la libertà. Ormai, in molti Paesi europei c’è un dibattito molto vivace sulla possibilità della libertà di coscienza e anche del diritto dell’obiezione di coscienza. Al Consiglio d’Europa, presso l’assemblea parlamentare, si è discussa recentemente una proposizione di risoluzione che proponeva, nella sua origine, di limitare il diritto alla libertà di coscienza e all’obiezione di coscienza per i medici e per il personale ospedaliero per favorire - in fondo - l’accesso all’aborto, all’eutanasia e anche alla pratica della fecondazione medicalmente assistita. Durante il dibattito, però, i parlamentari hanno presentato 89 emendamenti per difendere l’obiezione di coscienza e il diritto della libertà di coscienza. Essendo stati accettati gli emendamenti, il testo è diventato esattamente il suo contrario: è diventato, quindi, un testo a sostegno dell’obiezione di coscienza. Questo è interessante, perché un’Europa che comincia a limitare o addirittura a negare la libertà di coscienza, rinnega qualcosa di cui si vantava invece enormemente anche davanti alle culture del mondo.

    D. – L’Europa risente anche di identità individuali che sono, in qualche modo, condizionate da modi di pensare, stili di vita, correnti politiche…

    R. – Il tema delle identità è un tema culturale, di fondo, per l’Europa di oggi. Pensiamo all’identità dell’individuo, pensiamo ai concetti che classicamente dicevano l’identità: sembrano diventati oggi molto mobili o fluidi. La libertà, ad esempio, pretenderebbe anche di decidere il proprio sesso, legato alla cultura, alla società e al proprio sentire. L’identità delle persone e dell’individuo dipendono dalla questione culturale, dalle ideologie. Questa è una sfida che per la Chiesa in Europea è molto viva, perché senza identità – naturalmente – non si può vedere molto futuro.

    D. – Si tratta di segnali che ci dicono come queste presunte libertà siano dettate alla fine dall’unica prospettiva di un “io” ingigantito, in cui però si dimentica Dio…

    R. – E’ la pretesa della libertà individuale di essere lei a decidere tutto: a decidere l’essere, a decidere la realtà. Invece, nella nostra prospettiva – e io noto che cresce anche una sensibilità per questa prospettiva – l’individuo deve scoprire la verità. E, in ultima analisi, questa verità è esattamente Dio. Quindi, la questione ultima è veramente la questione di Dio: perdendo l’orizzonte di Dio, diventiamo noi quelli che decidono il vero, quelli che decidono il bello, il buono. Per uscire da questa frammentazione relativista, la prospettiva e forse l’impegno più grande, come il nostro Papa ci insegna continuamente, è quello di ridare Dio all’Europa. (mg)

    Sulla situazione della Chiesa in Albania, Paese che ospita i lavori di questa Assemblea del Consiglio delle Conferenze episcopali d’Europa, il nostro inviato don Davide Djudjaj, ha intervistato il nunzio apostolico, mons. Ramiro Moliner Inglés:

    R. – Tutti i vescovi presenti a quest’assemblea, soprattutto quelli che provenivano da fuori, sono rimasti molto impressionati nel vedere che l’Albania è stata, in un così breve tempo, capace di riprendere la vita religiosa nelle cattedrali e nelle istituzioni. L’Albania è un Paese con radici cristiane molto profonde. Durante i secoli, ha subìto l’invasione ottomana e anche la presenza musulmana si è protratta per centinaia di anni. Poi c’è stata l’epoca comunista, che ha cercato di distruggere tutti i simboli religiosi – ed anche il sentimento religioso – con pene durissime, anche se solo si provava a fare il segno della croce. Questo risorgere della Chiesa, in un così breve tempo, indica che è possibile – anche in circostanze diverse – ritornare alle radici.

    D. – Lei, nel suo intervento, si è soffermato proprio su questa necessità: le strade vanno percorse insieme, per trovare il modo di dar ragione alla speranza del Vangelo, con amore e senza umiliare nessuno, ma fermi come cristiani e chiari con il messaggio di Cristo…

    R. – San Pietro ci dice di essere sempre pronti a dare ragione alla nostra speranza e a farlo con carità, amore e con tutta la buona volontà possibile. Non dobbiamo e non possiamo imporre una fede religiosa. La proposta deve essere semplice, ma al tempo stesso, si deve sapere che stiamo facendo la volontà di Dio. Ho voluto insistere sulla speranza perché è un po’ quello che manca al mondo di oggi, soprattutto al cosiddetto “primo mondo”, che aveva per la maggior parte investito la propria speranza nei beni e nello sviluppo materiale, in una vita facile ed anche nel potere. Aveva così fatto scomparire gli altri principi e valori, come quelli trascendenti e spirituali. Ma facendo così, rimane soltanto il vuoto.

    D. – L’esperienza interecumenica che ha la Chiesa in Albania può davvero essere, nel campo della nuova evangelizzazione, uno stimolo per un nuovo slancio della Chiesa e per un dialogo rinnovato con le altre comunità religiose, facendo conoscere il Vangelo?

    R. – L’ecumenismo è irreversibile, perché è il mandato di Gesù Cristo: tutti dobbiamo essere uno. In questo senso, l’ecumenismo è una forza aggiunta e necessaria affinché questa testimonianza sia vera. (vv)

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    Italia: il presidente Napolitano visita il carcere minorile di Nisida

    ◊   “O questo Paese cresce insieme o non cresce". Così il Presidente della Repubblica Napolitano, rispondendo ad alcune domande durante la sua visita a Napoli, è tornato stigmatizzare ogni ipotesi secessionista. Ieri, aveva detto che “il popolo padano non esiste” richiamando al rispetto della Costituzione. Parole che hanno suscitato la reazione del ministro Calderoli, secondo il quale la Lega "da oltre 20 anni è garanzia di democrazia. E nel pomeriggio, proseguendo nella sua visita a Napoli, il capo dello Stato incontrerà prima l'arcivescovo della città, il cardinale Crescenzio Sepe, poi si sposterà sull’isola di Nisida per visitare l’Istituto penale minorile. Napolitano incontrerà i giovani del progetto "Nisida: futuro ragazzi", inseriti in una realtà che si sforza di sperimentare strutture e modalità di reinserimento giovanile e di contrasto alla criminalità. Lo spiega al microfono di Gabriella Ceraso, il cappellano del carcere don Fabio De Luca:

    R. - L’Istituto penale minorile di Nisida ospita ragazzi che vanno dai 14-15 anni fino a un massimo di 21. Che cosa si cerca di fare, fondamentalmente? Si cerca di insegnar loro a rispettare le regole, educare ai valori, favorire la loro crescita psico-affettiva. Ci sono, ad esempio, degli incontri organizzati da alcuni psicologi sulla genitorialità, perché una caratteristica che accomuna un po’ tutti i ragazzi, nonostante la giovane età, è questo desiderio di maternità e paternità, ovviamente precoce. Pensano che nel figlio possa esserci il riscatto della loro vita.

    D. - Oggi, il presidente Napolitano inaugura questo laboratorio di politica. Qual è l’obiettivo di un laboratorio che porta, nel carcere, anche figure politiche italiane?

    R. - Oltre a quello di promuovere la legalità, c’è anche la volontà di instaurare in loro una fiducia nei confronti dello Stato e dei suoi rappresentanti, come anche verso il governo. Per questi ragazzi invece sono fondamentalmente dei nemici.

    D. - In un messaggio ai vescovi calabresi, il Papa sottolinea oggi la condizione difficile in cui vivono i giovani nel Meridione, dicendo anche che però proprio “i ragazzi sono portatori di valori profondi, ereditati dalle famiglie”. Lei è testimone di questo?

    R. - Sì, condivido pienamente quello che ha detto il Papa. I giovani hanno una ricchezza enorme, che va orientata ed aiutata. Forse è questo a mancare, oggi: è ad essere in crisi è la figura educativa.

    D. - Il Papa scrive che i giovani hanno a che fare con problemi diffusi quali il secolarismo, la criminalità, la mancanza di lavoro, una religiosità a volte poco personalizzata. Sono questi i problemi con i quali anche lei si confronta?

    R. - Quello che caratterizza le maggiori difficoltà dei giovani meridionali è questa enorme difficoltà nel potersi immaginare in un futuro. Le possibilità di lavoro e di sviluppo di questi luoghi sono veramente scarse, e quelle poche che ci sono vengono utilizzate non da ragazzi meritevoli ma da “figli, nipoti o conoscenti di”. Penso che la crisi più grande, per i giovani meridionali, sia proprio questa.

    D. - Nelle parole del Papa c’è, però, anche una certezza: la proposta cristiana indica la via d’uscita da queste situazioni. Lei lo sperimenta?

    R. - Ma certo. I valori che si cercano di insegnare ai ragazzi sono tutti valori evangelici. (vv)

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    A Tuscania l'"Hot Chocolate 2011", quando il cioccolato diventa cibo solidale

    ◊   E' un week end del volontariato e della solidarietà aperto alle famiglie quello che avrà luogo a Tuscania, in provincia di Viterbo, oggi e domani, in occasione dell’"Hot Chocolate 2011". Ma da dove nasce l’idea di questo evento, giunto alla sua sesta edizione? Lo spiega uno dei promotori, Sergio Fornai, al microfono di Andrea Antonelli:

    R. – Nasce con il nome di “Sagra della cioccolata a squajo” da un’antica ricetta di Tuscania, che veniva utilizzata per le famiglie meno abbienti quando preparavano il pranzo nuziale: non potendo permettersi un pranzo luculliano, finivano per offrire ai propri ospiti soltanto la cioccolata con panini tipici. Abbiamo ripreso esattamente quella ricetta, utilizzata 60-70 anni fa, ed da lì è nato un evento.

    D. – Qual è l'obiettivo dell’edizione 2011 dell’"Hot Chocolate"?

    R. – Questa non è una semplice sagra paesana, ma è un evento che consente di raccogliere fondi per le attività istituzionali di 12 associazioni di volontariato locale. E’ diventata un piccolo modello di collaborazione interassociativa delle sigle del territorio che collaborano insieme, coordinate dalla nostra associazione “Solidalia onlus”, per giungere all’obiettivo di far sì contenti i nostri ospiti mangiando una pietanza prelibata, ma anche di riuscire a finanziare le varie attività che vanno dall’Avis alla Croce Rossa, agli scout, al Masci, alla Croce Rossa sezione femminile, ai volontari del soccorso, alla banda cittadina e alle Suore del monastero che quest’anno costituiscono, per così dire, la realtà "new entry".

    D. – Cosa ha costruito questa manifestazione nel corso degli anni?

    R. – Ci siamo accorti, man mano che andavamo avanti negli anni, che avevamo costruito un evento che era ben visto e benvoluto da parte di tutti i membri della famiglia: sicuramente i bambini, per i quali la cioccolata è il pasto per eccellenza, e i bambini erano accompagnati dagli adulti, dai genitori e dai nonni. Ci siamo accorti così che, nelle nostre piazze del centro storico di Tuscania, incontravamo tutta la famiglia riunita e ci siamo dunque accorti di aver organizzato un week end per la famiglia.(mg)

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    Il commento al Vangelo della domenica del teologo padre Bruno Secondin

    ◊   Nella 27.ma domenica del Tempo ordinario, la liturgia presenta il brano del Vangelo nel quale Gesù racconta ai capi e agli anziani del popolo ebraico la parabola dei vignaioli assassini, che invece di consegnare il raccolto al padrone ne uccidono i servi incaricati di prelevarlo e in ultimo il figlio. E riferendosi alla sorte riservata ai colpevoli dal padrone della vigna, Gesù afferma:

    “Perciò io vi dico: a voi sarà tolto il regno di Dio e sarà dato a un popolo che ne produca i frutti”.

    Su questo brano del Vangelo, ascoltiamo commento del carmelitano padre Bruno Secondin, docente di Teologia spirituale alla Pontificia Università Gregoriana:

    Per la terza volta il simbolo della vigna, e questa volta accompagnata da una stupenda pagina di Isaia, nella prima lettura. Ma mentre il profeta Isaia canta con dolore il mancato rapporto di fedeltà tra Israele – vigna/sposa di Dio – e Dio stesso; nella parabola di Gesù c’è la tragica vicenda della violenza dei vignaioli, che invece di rendere al padrone il frutto maturato, uccidono gli incaricati inviati, e anzi ammazzano pure il figlio, per impossessarsi della proprietà, con metodo mafioso. Il padrone si vede perciò costretto a cacciare i contadini ribelli e a sostituirli con altri più onesti.

    Dalla conclusione che Gesù tira, sullo sfondo si può intravedere la sfida lanciata a chi lo ascolta, e più largamente anche alla comunità cristiana di ogni tempo. La vicenda dei vignaioli è come un affresco della storia della salvezza: Dio non sempre ha trovato uditori e servitori disposti a collaborare. Anzi spesso i suoi profeti hanno subito violenza e rifiuto duro, e anche suo figlio, Gesù Cristo, è stato buttato fuori.

    È specchio e ammonimento per noi: ricorda oggi i molti missionari e missionarie, ma ancor più semplici credenti, che subiscono ogni violenza, da chi rifiuta il Vangelo di Gesù Cristo. Eppure, anche loro come Cristo, con il loro servizio e il sacrificio edificano l’umanità nuova, donano la verità e la speranza.

    Nonostante tanta ostilità gratuita Dio continua a inviare servitori e chiedere collaborazione. Siamo nel mese missionario, ricordiamolo e impegnamoci.

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    Chiesa e Società



    Aperti a Cracovia i lavori del secondo Congresso mondiale della Divina Misericordia

    ◊   Si è aperto oggi in Polonia, presso il Santuario di Łagiewniki di Cracovia, il secondo Congresso mondiale apostolico della Divina Misericordia che riunirà da tutto il mondo i devoti del messaggio spirituale del quale fu mediatrice Santa Faustina Kowalska. Il congresso, che fino al 5 ottobre approfondirà il tema “Misericordia, sorgente di speranza”, ha luogo nel convento dove trascorse gli ultimi anni della sua vita la Santa. Rileggere il messaggio della misericordia nel contesto della nuova evangelizzazione e cercare nuovi metodi per testimoniare la misericordia di Dio all’umanità del terzo millennio: questo l’obiettivo che si pone il Congresso, che raccoglie l’eredità della prima esperienza congressuale, che ebbe luogo nell’aprile 2008 nella Basilica di San Giovanni in Laterano a Roma. Cracovia è considerata la capitale del culto della Divina Misericordia, città natale di Giovanni Paolo II, beatificato il primo maggio scorso, proprio in occasione della Domenica della Misericordia, e città anche di Santa Faustina Kowalska, apostola della Divina Misericordia, attraverso la quale il Signore ha rivolto il suo messaggio di pace agli uomini. Il mistero della Divina Misericordia è stato anche il tema dell’enciclica Dives in Misericordia, in cui il Santo Padre Giovanni Paolo II sottolineò come questo attributo di Dio sia la chiave per comprendere l’uomo contemporaneo e il senso della sua vita: nella misericordia si conosce, scoprendolo, il Volto di Dio e compito della Chiesa è avvicinare i fedeli a questo mistero. Nei cinque giorni di Congresso, oltre al confronto e allo scambio di esperienze, ci sarà un importante momento di preghiera ecumenica nella piazza del mercato di Wadowice e una marcia silenziosa con l’invocazione alla pace nel mondo, nell’ex campo di concentramento di Auschwitz-Birkenau. (A cura di Roberta Barbi)

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    Germania: al via la settimana prossima la plenaria dei vescovi

    ◊   L’analisi delle omelie e dei discorsi che il Santo Padre ha tenuto nel viaggio in Germania appena conclusosi e la prosecuzione del processo di dialogo avviato nei mesi scorsi a Mannheim: sono questi i temi principali che affronteranno i vescovi tedeschi riuniti in assemblea plenaria a Fulda dal 4 al 7 ottobre prossimi. Come riferisce il Sir, a preparare insieme il Sinodo sulla nuova evangelizzazione, previsto per il 2012, e a discutere le modalità di sviluppo ulteriore dell’attività dei media diocesani saranno i 68 componenti della Conferenza episcopale, guidati dal presidente, mons. Robert Zollitsch. Nel corso della plenaria, saranno prese anche decisioni in merito al personale, la nomina di nuovi componenti, presidenti e consulenti delle varie commissioni episcopali. All’apertura dei lavori parteciperà anche il nunzio apostolico, mons. Jean-Claude Périsset e il vescovo polacco di Legnica, mons. Stefan Cichy, in qualità di ospite delle Conferenze episcopali vicine. (R.B.)

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    Sudan. Da 25 anni progetto sull’istruzione migliora il futuro dei giovani cristiani

    ◊   Dare un’istruzione ai giovani cristiani del Sudan affinché possano costruirsi autonomamente un futuro migliore: questo l’obiettivo che da 25 anni persegue il progetto “Save the Saveable”, fortemente voluto dal cardinale di Khartoum, Gabriel Zubeir Wako, per dare una risposta concreta alla guerra civile che imperversava nel Paese e che stava portando migliaia di sfollati verso la capitale. Inizialmente, ricorda la Zenit, le lezioni venivano svolte in capanne di fango, poi, con la firma degli accordi di pace del gennaio 2005, furono costruite strutture ad hoc. Il progetto consiste in una rete di una quindicina di scuole nel territorio arcidiocesano ed è sostenuto anche da Aiuto alla Chiesa che soffre, che ha offerto 150 mila euro per aiutare 10 mila bambini. Il finanziamento è di fondamentale importanza in questo periodo, come sottolinea il vescovo ausiliare di Khartoum, mons. Daniel Adwok Kur, perché c’è il rischio che il governo islamico sudanese intensifichi gli sforzi per rafforzare un sistema di legge basato sulla sharia. I cristiani del nord del Sudan continuano a emigrare verso il sud, da quando questo è diventato uno Stato indipendente, il 9 luglio scorso, ma nonostante il numero di fedeli si sia ridotto, “c’è bisogno di buone possibilità d’istruzione cristiana, così che le generazioni future possano coltivare valori forti che consentano loro di vivere in un ambiente islamico”. (R.B.)

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    La Chiesa indiana pubblica un manuale sui diritti costituzionali delle minoranze

    ◊   S’intitola “Applicazioni di speciali diritti costituzionali delle istituzioni educative di minoranza”, ha 84 pagine ed è pubblicato dalla Chiesa cattolica dello Stato indiano del Madhya Pradesh, a maggioranza indù: si tratta di un manuale sui diritti costituzionali delle minoranze, voluto per tutelare i loro interessi nella regione. Non si tratta di una scelta casuale: secondo gli ultimi dati, infatti, tra il 2005 e il 2009 in questo Stato dell’India si sono registrati 666 episodi di violenza proprio contro membri di minoranze religiose. Il tutto mentre la politica discute un provvedimento di legge che intende prevenire la violenza intercomunitaria e tutelare i piccoli gruppi etnici, religiosi e culturali. Il manuale voluto dalla Chiesa cattolica del Madhya Pradesh è stato pensato non solo per i membri delle minoranze, ma anche per i funzionari statali e governativi. “Il libro – spiega l’arcivescovo di Bhopal, mons. Leo Cornelio – vuole essere un modo amichevole di educare e aiutare i rappresentanti dello Stato in merito ai diritti delle minoranze e alla necessità di rispettarli”. Evidenziando come la maggior parte dei dipendenti pubblici “non sa cosa sono i diritti delle minoranze”, il presule aggiunge: “Vogliamo che i funzionari governativi apprezzino i nostri sforzi verso la costruzione di una nazione, anche se siamo una minoranza”. E non solo: grazie al manuale, anche i cristiani “potranno imparare a conoscere i propri diritti e a diventare più propositivi”, conclude mons. Cornelio. Il volume, scritto da padre Arnand Muttungal, portavoce della Chiesa cattolica locale, affronta anche questioni relative al funzionamento delle istituzioni educative, soprattutto dopo la promulgazione, nell’aprile del 2010, della normativa che ha reso obbligatoria e gratuita l’istruzione primaria. Copie del libro, che è disponibile sia in inglese che in hindi, saranno distribuite gratuitamente, per aiutare tutti coloro che, afferma padre Muttungal, “non sono consapevoli dei propri diritti”. (I.P.)

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    A Mauritius la Chiesa invita a promuovere il turismo spirituale

    ◊   Porre maggiormente l’accento sul turismo spirituale e promuovere i luoghi d’interesse culturale: è l’invito lanciato nei giorni scorsi dalla Chiesa di Mauritius, in occasione della Giornata mondiale del Turismo, celebrata il 27 settembre scorso. Indetta dall’Organizzazione mondiale del Turismo, la ricorrenza aveva quest’anno, come tema, “Il turismo e il riavvicinamento delle culture”. Un argomento che la Chiesa di Mauritius ha riadattato alla propria realtà locale, trasformandolo così: “Il turismo riavvicina le culture e padre Laval riunisce i mauriziani di tutte le culture”. L’omaggio dichiarato è andato al Beato Giacomo Desiderio Laval, sacerdote missionario vissuto nella metà dell’800, che dedicò la maggior parte della sua vita all’evangelizzazione dei poveri nelle isole Mauritius. Durante la Messa presieduta nella chiesa di Santa Croce a Porto Saint Louis, il parroco, padre Philippe Goupille, ha affermato: “Mauritius è come una barca in un mare tumultuoso, e questo mare è la crisi che colpisce attualmente il turismo”. “Le agitazioni interne, la paura, l’orgoglio, la mancanza di rispetto per gli altri, hanno sconvolto il mare calmo – ha aggiunto il religioso – e la risposta è la solidarietà. L’unità degli operatori del turismo aiuterà Mauritius a sopravvivere alla tempesta”. In questo senso, padre Goupille ha proposto di dare più spazio al turismo spirituale e alla promozione dei luoghi di interesse culturale. (I.P.)

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    Pubblicato il primo compendio in bielorusso della Dottrina sociale della Chiesa

    ◊   In occasione del 20.mo anniversario della fondazione dell’arcidiocesi di Minsk-Mohilev, in Bielorussia, il prossimo 19 ottobre sarà presentato nella chiesa dei Santi Simone ed Elena nella capitale, il primo compendio della Dottrina sociale della Chiesa in lingua bielorussa. Si tratta di uno strumento molto importante e atteso da tempo: per la prima volta in questa lingua, sono stati codificati i principi della Dottrina sociale della Chiesa, a partire dall’Enciclica Rerum Novarum di Leone XIII, pubblicata nel 1895. L’opera, che in Bielorussia è edita dalla "Pro Christo" ed è stata preparata dal Pontificio Consiglio Iustitia e Pax, è stata benedetta dal metropolita di Minsk e Mohilev, l’arcivescovo Tadeush Kondrusevich, e sarà presentata, riferisce il Sir, nell’ambito del simposio parrocchiale “La parrocchia è l’ambiente di vita di ogni credente”. (R.B.)

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    Messaggio di Ban Ki-moon per la Giornata internazionale degli anziani

    ◊   Un impegno concreto dei governi per dare maggiori opportunità alla popolazione anziana: questo il contenuto del messaggio del segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon per la Giornata internazionale degli anziani che ricorre oggi. L’anno prossimo, inoltre, si compiranno i dieci anni dall’adozione del Piano d’azione internazionale di Madrid sull’invecchiamento e si tirerà un primo bilancio di quanto fatto, tanto che la Giornata di oggi è proprio dedicata al tema “Avvio di Madrid + 10”, mentre già quest’anno si celebrano i 20 anni dall’adozione dei principi delle Nazioni Unite sugli anziani. “I due terzi delle persone anziane vivono nei Paesi in via di sviluppo e risultano ancora largamente escluse dai programmi di sviluppo globale – è l’analisi del segretario generale – anche se negli ultimi dieci anni sono stati fatti progressi nella formulazione di piani d’azione nazionali legati all’invecchiamento, tra cui l’emergenza delle pensioni non contributive in alcuni Paesi”. Ban Ki-moon rileva, però, che purtroppo permangono sacche di discriminazione ed esclusione sociale, il contrasto delle quali è la priorità del gruppo di lavoro sul’invecchiamento recentemente istituito in seno all’assemblea generale. (R.B.)

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    Assisi. Il premio “Rosa d’argento Frate Jacopa 2011” a Maria Grazia Frezza

    ◊   Il premio “Rosa d’argento Frate Jacopa 2011 - Donne del nostro tempo testimoni di fede, speranza e carità” è stato assegnato all’educatrice Maria Grazia Frezza. Il prestigioso riconoscimento viene assegnato ogni anno dalla Fraternità francescana dei Frati minori della Porziuncola di Assisi, unitamente al Comune di Assisi, all’Associazione “Lo storico cantiere di Marino” e alla Pro loco di Santa Maria degli Angeli, a una donna che incarna nel nostro tempo i valori della figura di Donna Jacopa de’Settesoli, che in seguito all’incontro con San Francesco cambiò radicalmente la sua vita diventando testimone di fede e di carità. Il premio, precisa il Sir, sarà consegnato lunedì 3 ottobre all’educatrice che, dopo la morte del figlio Emanuele, ha fondato a Farim, in Guinea Bissau, “Casa Emanuele”, un centro nutrizionale pediatrico per bambini malnutriti e ammalati. Al primo progetto è seguita, poi, la costruzione della “Casa del Sole”, una scuola materna ed elementare. (R.B.)

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    24 Ore nel Mondo



    Siria, assedio dell’esercito governativo alla città di al-Rastan, roccaforte dei militari disertori

    ◊   Almeno 30 civili sono rimasti uccisi ieri in Siria durante le operazioni delle forze di sicurezza volte a reprimere il 31.mo venerdì consecutivo di proteste anti governative. Lo rende noto la rete televisiva pan-araba Al Arabiya, citando testimoni e fonti dell'opposizione. Epicentro delle violenze la città di al-Rastan dove infuria la battaglia tra militari disertori e le truppe fedeli al governo di Assad. Il servizio di Marco Guerra:

    Per il quinto girono consecutivo, circa 250 tra carri armati e mezzi blindati dell'esercito siriano fedele al presidente Bashar al Assad assediano la città di al-Rastan, dove sarebbero concentrati almeno duemila militari disertori che si sono uniti ai dissidenti. Le ultime testimonianze raccolte dai media arabi e internazionali parlano di truppe lealiste che continuano ad avanzare in una città “quasi del tutto distrutta dai bombardamenti dell'esercito”. Secondo fonti dell’opposizione, “finora si contano 10 militari disertori uccisi e un gran numero di feriti”. E come ogni venerdì, da diversi mesi a questa parte, anche ieri decine di migliaia di oppositori sono scesi in piazza in diverse zone della capitale Damasco, nella provincia meridionale di Daraa, nella provincia nordoccidentale di Idlib, nella città di Hama e in numerosi altri centri. Il bilancio fornito dagli attivisti per i diritti umani è di 30 vittime. L’agenzia ufficiale Sana riferisce, invece, di 13 soldati uccisi e 179 terroristi arrestati. Sul piano politico, mentre la Svizzera in accordo con l'Unione Europea ha inasprito le sue sanzioni contro Damasco, si registrano le parole del premier iracheno sciita, Nuri al Maliki, secondo il quale bisogna scongiurare la possibilità che i disordini in Siria si trasformino “in una guerra confessionale” che “porterebbe caos all’intera regione”.

    Libia: prosegue l’assedio di Sirte
    Resta critica la situazione nella città libica di Sirte, città natale di Gheddafi e ultima roccaforte dei lealisti assediata dalle truppe del Consiglio nazionale di transizione (Cnt). Civili fuggono in colonne di auto e altri mezzi, ma si calcola che almeno 100 mila persone restino intrappolate in città dai combattimenti. Scambi d'artiglieria continuano fra le due parti, con particolare intensità nelle periferia orientale, mentre gli aerei Nato continuano a sorvolare il centro abitato. Le organizzazioni umanitarie denunciano il progressivo esaurirsi delle scorte di acqua e cibo, mentre Human Rights Watch ha chiesto ai dirigenti del Cnt di mettere fine agli arresti sommari e alle violenze sui prigionieri. Ieri, intanto, il ministro degli Esteri italiano, Franco Frattini, in visita a Tripoli, ha annunciato lo sblocco di altri 2,5 miliardi di euro di beni libici.

    Terrorismo al Qaeda – Usa
    Un dirigente di al-Qaeda in Yemen ha confermato la notizia dell'uccisione di Anwar al-Awlaki, imam radicale con passaporto americano, colpito ieri nella provincia di Jawf, 140 chilometri a est della capitale Sanaa, in un’operazione della Cia con aerei senza pilota. A seguito dell’uccisione di quello che era considerato uno degli eredi di Bin Laden, la polizia di New York ha elevato il proprio stato di allerta nel timore di possibili attacchi. E negli Stati Uniti ci si interroga sulla legalità di un'operazione volta a uccidere un cittadino americano senza una regolare condanna. Secondo il Washington Post, il Dipartimento della Giustizia Usa ha stilato un documento segreto, scritto da insigni giuristi, per autorizzare l'uccisione di al Awlaki.

    Onu-riconoscimento Palestina
    Il comitato del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite che gestisce le richieste di adesione di nuovi Stati membri si è riunito ieri per la prima volta per discutere della richiesta avanzata dai palestinesi all'Onu, senza però prendere una decisione in merito. A margine della riunione a porte chiuse, il presidente dell’organo dell’Onu, l'ambasciatore del Libano Nawal Salam, ha annunciato che la richiesta palestinese verrà inoltrata a un gruppo di esperti di diritto la prossima settimana. Il team di esperti avrà quindi tempo due settimane per riferire sul lavoro svolto.

    Iraq-violenze
    Non si ferma la violenza in Iraq. Stamani, quattro persone sono morte e 11 sono rimaste ferite in una serie di attacchi armati e attentati avvenuti nella provincia di Dialya. Lo hanno riferito fonti della polizia, precisando che tra le vittime vi è il fratello del leader del Consiglio del risveglio di un villaggio vicino Baquba. Solo ieri, altre 18 persone avevano perso la vita in un attacco dinamitardo durante la celebrazione di un funerale a Hilla, città a 100 chilometri a sud di Baghdad.

    Pakistan
    E' stata condannato a morte in Pakistan la guardia del corpo estremista che, lo scorso 4 gennaio, ha ucciso il governatore del Punjab, Salman Taseer. Quest’ultimo aveva aderito al fronte per l’abolizione della legge sulla blasfemia e aveva chiesto la grazia per Asia Bibi, la cristiana condannata alla pena capitale per aver offeso il nome di Maometto.

    Afghanistan, catturato leader terrorista
    Haji Mali Khan, un dirigente della rete terrorista Haqqani, è stato catturato in Afghanistan in un'operazione condotta dalle forze della Nato e da quelle afghane, nel distretto di Jeni Khel, nella provincia di Paktiya. Rete Haqqani è il nome con il quale viene indicato un gruppo di insurrezionalisti islamici attivo in Afghanistan e Pakistan e molto vicino ai Talebani. Prende il nome dal suo fondatore, Maula Jalaluddin Haqqani.

    Economia-salvataggio Grecia
    Nuovo appello del presidente francese, Nicolas Sarkozy, a favore del salvataggio della Grecia, in vista della riunione di lunedì 3 ottobre dei ministri delle Finanze europei. Il capo dell’Eliseo, inoltre, ha annunciato che nei prossimi giorni si recherà in Germania, mentre in Portogallo e Ungheria oggi i sindacati hanno indetto manifestazioni di protesta contro le misure di austerità varate dai rispettivi governi. In Slovacchia, invece, cresce il malcontento nei confronti del rafforzamento del piano europeo salva-Stati, che martedì prossimo approderà in parlamento. Sul significato del piano, Eugenio Bonanata ha intervistato Luigi Campiglio, docente di Politica economica presso l’Università Cattolica di Milano:

    R. – Rafforzare il Fondo salva-Stati significa creare un organismo che consenta di uscire da una crisi forte, tuttora in corso. Certamente, può servire a porre le basi per riportare normalità in tutta l’area dell’euro.

    D. – Eppure, alcuni Paesi come la Slovacchia sono contrari a rafforzare il Fondo e rischiano in questa maniera di compromettere tutto...

    R. – Le perplessità sono anche legittime, perché è un piccolo Paese che cerca di stare nell’area dell’euro per diventare più forte e certamente non più debole. Ma, allo stesso tempo, non bisogna dimenticare che l’area dell’euro con 27 Paesi pone un problema di processo decisionale veramente urgente: non è possibile che di 27 Paesi un singolo Paese abbia potere di veto su tutti gli altri.

    D. – Cosa fare?

    R. – Bisogna, con equilibrio e intelligenza, rivedere il processo decisionale all’interno del parlamento europeo, in modo tale che si possa continuare un cammino di integrazione ma, a volte, con eccezioni; come peraltro è già avvenuto nel caso della Gran Bretagna.

    D. – Intanto, si rafforza sempre di più l’asse Parigi-Berlino...

    R. – Sì, questo è nei fatti. Ma si tratta di un asse che, se da un lato chiede molto, dall’altro deve anche assumersi delle responsabilità di leadership. Una leadership europea, soprattutto in un momento di crisi come questa, è la benvenuta.

    D. – Secondo lei, Sarkozy e Merkel sono davvero convinti?

    R. – Ho l’impressione che forse la Merkel sia quella più convinta da un lato e forse anche con qualche difficoltà in più. La leadership della Merkel, in questo momento, è una leadership rassicurante per le prospettive europee, finché - ci si augura - dura. Anche se deve fare i conti con un’opposizione interna forte, che è come facesse di tutto per alimentare fughe in avanti da parte di esponenti autorevoli del governo tedesco, come avvenuto per il rappresentante della Banca centrale europea che, con un atto clamoroso a dir poco, si è dimesso dalla sua posizione di rappresentanza, a mercati aperti, un paio di settimane fa, creando uno scompiglio totale nel mondo finanziario.(ap)

    Ucraina-processo Timoshenko
    In Ucraina, è stato fissato per il prossimo 11 ottobre il verdetto sul caso di Yulia Timoshenko, l’ex premier accusata di abuso di potere per un accordo sulla fornitura di gas russo nel 2009. “La sentenza – ha detto ieri l’eroina della rivoluzione arancione – dimostrerà se il presidente Viktor Ianukovich vuole davvero un’integrazione europea dell’Ucraina”.

    Corno d’Africa, siccità e carestia
    E’ urgente fare il punto sull’emergenza umanitaria nel Corno d’Africa causata dalla carestia e dalla siccità. Nonostante il piano di aiuti internazionali, la situazione è sempre drammatica, soprattutto per bambini e anziani. Il 7 ottobre prossimo, nella Sala Stampa vaticana, si terrà una conferenza stampa su questo tema, alla quale parteciperanno il presidente del Pontificio Consiglio Cor Unum, il cardinale Robert Sarah, mons. Giorgio Bertin, amministratore apostolico di Mogadiscio, il segretario generale di Caritas Internationalis, Michel Roy, e il direttore esecutivo del Catholic Relief Service, Kenneth Hackett. Parteciperanno, inoltre, i responsabili di organismi caritativi cattolici operanti nella regione. Sulla situazione Giancarlo La Vella ha intervistato l’esperto di Africa, Enrico Casale, della rivista dei Gesuiti “Popoli”:

    R. – La situazione umanitaria è sempre critica, perché ci sono migliaia di persone in assoluto stato di bisogno. La siccità ha inciso in modo gravissimo su una situazione già grave di per sé: in tutto il Corno d’Africa c’è un’agricoltura di sussistenza e sono sufficienti pochi elementi per mandarla in crisi. A questo si aggiunge un’instabilità politica che dura nel Corno d’Africa da ormai 19 anni.

    D. – Come sta andando avanti il piano degli aiuti internazionali?

    R. – Il piano degli aiuti internazionali sta andando avanti, in Somalia, soprattutto nelle zone controllate dal governo e con enormi problemi invece nelle altre zone, dove gli Shabaab sfruttano questi aiuti umanitari per creare consenso: gli aiuti umanitari vengono cioè distribuiti direttamente da loro e non dalle organizzazioni umanitarie. Quindi, vengono distribuiti a fini politici, più che a reali fini umanitari.

    D. – E’ difficile arrivare nel Corno d’Africa anche via mare per l’emergenza causata dai pirati...

    R. – Certamente, quello dei pirati è un fenomeno che dura da anni, che ha delle forti complicità a livello internazionale: il traffico dei pirati è gestito da organizzazioni criminali che hanno la loro base in Europa e negli Stati Uniti e stringe alla gola anche i commerci che riguardano l’Europa, perché controlla il Golfo di Aden e quindi l’accesso al Canale di Suez. Mi preme sottolineare la situazione tragica dei marinai italiani che sono stati rapiti a febbraio e che vivono in condizioni durissime, in attesa che venga pagato un riscatto o ci sia un intervento da parte del governo italiano.

    D. – Se dovessimo tracciare un bilancio ormai a diversi mesi dall’inizio dell’emergenza siccità e carestia, che cosa si potrebbe dire?

    R. – Se noi guardiamo complessivamente questa siccità, non è più sufficiente solamente portare aiuti alla popolazione, ma è assolutamente indispensabile aiutare queste popolazioni a ricreare un sistema sociale e, per quanto riguarda la Somalia, anche un sistema politico che permetta di superare queste crisi sia dal punto di vista economico, ma anche dal punto di vista dei rapporti sociali, che si disgregano di fronte a fenomeni di questo tipo. (ap) (Panoramica internazionale a cura d Marco Guerra)

    Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LV no. 274

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