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Sommario del 18/11/2011

Il Papa e la Santa Sede

  • Il Papa in Benin: la modernità non si costruisca sulla disgregazione dei valori e sulla sottomissione alle leggi della finanza
  • I politici africani superino gli egoismi, il Benin esempio di pacifica convivenza religiosa: così il Papa durante il volo verso Cotonou
  • L'arcivescovo di Cotonou: la visita del Papa in Benin è una benedizione per tutta l'Africa
  • Concerto per la pace e la giustizia a Cotonou in occasione della visita del Papa
  • Mario Monti a Fiumicino per salutare il Papa in partenza per l'Africa
  • Viaggio in Benin. Benedetto XVI all'Italia: auguro bene e prosperità a tutta la popolazione
  • I saluti del Papa agli Stati africani sorvolati: pace e stabilità per la Tunisia
  • Oggi su "L'Osservatore Romano"
  • Oggi in Primo Piano

  • Religiosa indiana uccisa: testimone cristiana al fianco dei poveri
  • La Camera vota la fiducia al governo Monti, 556 sì, 61 no. Il neo premier: presto misure non facili
  • Convegno alla Lateranense sulla Dottrina sociale della Chiesa: interventi di mons. Toso, Zamagni e mons. Miglio
  • Chiesa e Società

  • Filippine. Padre Shay Cullen: i paramilitari dietro il delitto di padre Tentorio
  • Giornata di preghiera per i bambini: domenica a Parigi una Messa a sostegno dell'infanzia
  • Messaggio dell'arcivescovo di Canterbury per la Giornata di preghiera per i bambini
  • Pakistan: ucciso un commerciante cristiano a Karachi
  • Aiuto alla Chiesa che Soffre: cristiani discriminati nelle carceri pakistane
  • Malnutrizione infantile: l’impegno dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù in Benin
  • Somalia: aiuti dei Camilliani per far fronte alla carenza di acqua e cibo
  • India: scuole del Madhya Pradesh a rischio “induizzazione”
  • Colombia: concluso l’Incontro nazionale della Pastorale nelle carceri
  • Bolivia: aumentano i tassi di violenza sessuale e di maltrattamento dei bambini
  • Perù: Congresso missionario nazionale del clero e della vita consacrata
  • Canada: dichiarazione dei vescovi sul rapporto del Comitato parlamentare sulle cure palliative
  • Ccee: nel 40.mo di fondazione, incontro sulla nuova evangelizzazione
  • Ucraina: al via il pellegrinaggio con le reliquie di Sant’Antonio
  • Ghana: Coppa d’Africa di calcio per atleti mutilati a causa delle guerre civili
  • Taizé: 30 mila giovani a Berlino per “il pellegrinaggio della fiducia sulla terra”
  • In Cina Forum su liturgia e inculturazione
  • Taiwan: Saveriani in festa per la canonizzazione del fondatore Guido Maria Conforti
  • Governo Monti: messaggi del metropolita Hilarion ad Andrea Riccardi e Lorenzo Ornaghi
  • Comunità dell’Emmanuel: incontro di preghiera a Roma
  • 24 Ore nel Mondo

  • Violenze in Siria per l’ennesimo venerdì di proteste. Damasco accetta gli osservatori della Lega Araba
  • Il Papa e la Santa Sede



    Il Papa in Benin: la modernità non si costruisca sulla disgregazione dei valori e sulla sottomissione alle leggi della finanza

    ◊   “La modernità non deve fare paura, ma essa non può costruirsi” sulla “disgregazione dei valori umani, culturali, etici e religiosi”, nella sottomissione incondizionata alle leggi della finanza, al tribalismo esacerbato e alla politicizzazione estrema delle tensioni interreligiose: così il Papa al suo arrivo oggi pomeriggio in Benin, all’aeroporto internazionale “Cardinale Bernardin Gantin”, per il suo 22.mo viaggio apostolico internazionale, il secondo in terra africana. Benedetto XVI è stato accolto dal presidente beninese Thomas Yayi Boni, presenti anche l’arcivescovo di Cotonou e presidente della Conferenza Episcopale del Paese, mons. Antoine Ganyé, e altre autorità religiose e civili. Il servizio del nostro inviato Massimiliano Menichetti:

    Gli inni del Benin e del Vaticano, gli onori militari, il saluto del presidente della Repubblica Thomas Yayi Boni, l’accoglienza dell’arcivescovo di Cotonou e presidente della Conferenza Episcopale del Benin mons. Antoine Ganyé hanno abbracciato a nome di tutto il Benin il Papa appena sceso dall’aereo che lo ha portato in Africa per la seconda volta. Una visita che si colloca - ha sottolineato Benedetto XVI - nel “150.mo anniversario di evangelizzazione” e nel “40.mo dello stabilimento” delle “relazioni diplomatiche con la Santa Sede”, e la consegna dell’Esortazione apostolica post-sinodale che guiderà “l’azione pastorale di numerose comunità cristiane nei prossimi anni”. Il Papa non ha dimenticato di rimarcare che tra le ragioni del viaggio ne esiste una più affettiva, l’omaggio al cardinale Gantin che riposa nel Seminario di San Gall a Ouidah:

    “Durant d'innombrables années, nous avons les deux œuvré, chacun selon...
    Per molti anni abbiamo entrambi lavorato, ciascuno secondo le proprie competenze,al servizio della stessa Vigna. Abbiamo aiutato al meglio il mio Predecessore, il beato Giovanni Paolo II, ad esercitare il suo ministero petrino. Abbiamo avuto l’occasione di incontrarci parecchie volte, di discutere in modo profondo e di pregare insieme. Il Cardinale Gantin si era guadagnato il rispetto e l’affetto di molti. Mi è parso dunque giusto venire nel suo Paese natale per pregare sulla sua tomba e ringraziare il Benin di avere dato alla Chiesa questo figlio eminente”.

    Poi parlando del Benin definito “terra di antiche e nobili tradizioni” ha espresso la volontà, durante il viaggio, di voler salutare i Capi tradizionali, attori importanti “per costruire il futuro” del Paese. “Desidero incoraggiarli a contribuire, con la loro saggezza e la loro conoscenza dei costumi – ha detto - al delicato passaggio che attualmente si va operando tra la tradizione e la modernità:

    “La modernité ne doit pas faire peur, mais elle ne peut se construire ...
    La modernità non deve fare paura, ma essa non può costruirsi sull’oblio del passato. Deve essere accompagnata con prudenza per il bene di tutti evitando gli scogli che esistono sul Continente africano e altrove, per esempio la sottomissione incondizionata alle leggi del mercato o della finanza, il nazionalismo o il tribalismo esacerbato e sterile che possono diventare micidiali, la politicizzazione estrema delle tensioni interreligiose a scapito del bene comune, o infine la disgregazione dei valori umani, culturali, etici e religiosi”.

    “Il Passaggio alla modernità – ha aggiunto il Papa - deve essere guidato da criteri sicuri che si basano su virtù riconosciute che si radicano nella dignità della persona, nella grandezza della famiglia e nel rispetto della vita. “Dio si fida dell’uomo e desidera il suo bene – ha evidenziato -. Sta a noi rispondergli con onestà e giustizia all’altezza della sua fiducia”. Quindi guardando la centralità della Chiesa che con la sua presenza, preghiera e opere di misericordia è vicina a colui che si trova nel bisogno, a colui che cerca Dio, tra la gioia dei presenti ha impartito la benedizione in lingua fon: “Dio benedica il Benin!”.

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    I politici africani superino gli egoismi, il Benin esempio di pacifica convivenza religiosa: così il Papa durante il volo verso Cotonou

    ◊   Un Paese dove la democrazia è un esempio e la pacifica convivenza fra le varie religioni un fatto. È questo il positivo “ritratto” che Benedetto XVI ha fatto questa mattina del Benin, meta del suo 22.mo viaggio apostolico. Parlando con i giornalisti presenti sul volo papale, durante la lunga trasferta verso il piccolo Stato africano, Benedetto XVI ha anche rivolto un appello ai politici del continente a superare gli egoismi. E sulla capacità del cristianesimo di radicarsi nella realtà africana, il Papa ha auspicato che più che di inculturazione, si possa parlare di “incontro fra le culture”. Il servizio di Alessandro De Carolis:

    L’Africa è un continente tuttora pervaso di freschezza religiosa e di “vitalità”. Il Benin – con lo stabile dialogo che caratterizza i rapporti tra le religioni – costituisce un “fattore di pace e libertà”. Da parte sua, il cristianesimo in Africa deve saper esprimere con autenticità la presenza di Cristo, senza per questo apparire “difficile”, e favorire quindi l’incontro fra le culture e la fraternità. E ancora, un affettuoso ritratto del cardinale Bernardin Gantin, padre della patria del Benin e indimenticato amico del Pontefice. Innumerevoli spunti concentrati in un quarto d’ora di domande e risposte ad “alta densità”. Benedetto XVI ha subito spiegato le ragioni della sua visita in Benin. La prima, ha detto, “è che il Benin è un Paese in pace”, dentro e fuori. “Funzionano” le istituzioni democratiche e si respira uno “spirito di libertà e responsabilità”, di giustizia e di senso del “lavoro per il bene comune”. Poi, ha osservato, pur in presenza di una “grande diversità di religioni”…

    “…queste diverse religioni convivono nel rispetto reciproco e nella responsabilità comune per la pace, per la riconciliazione interna ed esterna. Mi sembra che questa convivenza tra le religioni e il dialogo interreligioso come fattore di pace e di libertà siano un aspetto importante”.

    Alla domanda su come il cristianesimo viva il confronto con il crescente affermarsi delle Chiese evangeliche o pentecostali – che propongono una fede attraente e, per certi versi, “semplificata” – il Papa ha detto con chiarezza: “Non dobbiamo imitare queste comunità, ma chiederci cosa possiamo fare noi per dare nuova vitalità alla fede cattolica”. A partire, ha indicato, dall’annuncio di un “messaggio semplice, profondo, comprensibile”:

    “Importante è che il cristianesimo non appaia come un sistema difficile, europeo, che un altro non possa comprendere e realizzare, ma come un messaggio universale che affermi che c’è Dio, (…) che Dio ci conosce e ci ama e che la religione vissuta fa nascere la collaborazione e la fraternità (…) Inoltre, che l’istituzione non sia troppo pesante: è sempre molto importante che sia prevalente l’iniziativa della comunità e della persona. E infine, direi anche una liturgia partecipativa ma non sentimentale: non deve essere basata solo sull’espressione dei sentimenti, ma caratterizzata dalla presenza del mistero nella quale noi entriamo, dalla quale ci lasciamo formare”.

    Importante, ha affermato subito dopo il Pontefice, è pure “non perdere l’universalità” nell’inculturazione. Anzi, ha detto, “preferirei parlare di interculturalità, non tanto di inculturazione, cioè di un incontro delle culture” e “così crescere anche nella fraternità universale”, aiutati da quel grande valore che è la cattolicità. La terza domanda ha riguardato l’aspetto più politico dell’Africa, terra – è stato rilevato – di molte operazioni di peacekeeping, di conferenze di riconciliazione e verità nazionali. Benedetto XVI ha riconosciuto che ciò che conta per il progresso civile è superare la barriera dell’“egoismo”. Tuttavia, per meglio comprendere quale messaggio sul punto intenda indirizzare al continente, il Pontefice ha rimandato all’Esortazione postsinodale che consegnerà alla Chiesa africana. E alla domanda successiva, la quarta, che chiedeva al Papa se ritenesse l’Africa protagonista dell’evangelizzazione nel resto del mondo, specie in quello occidentale in defcit di speranza, Benedetto XVI ha replicato che, certamente il continente patisce “grandi difficoltà”...

    “… tuttavia questa freschezza della vita che c’è in Africa, la gioventù così piena di entusiasmo e di speranza, ma anche di umorismo e di allegria, ci mostra che c’è qui una riserva di umanità: c’è ancora la freschezza del senso religioso e della speranza, c’è ancora una percezione della realtà metafisica, della realtà nella sua totalità con Dio. Non la riduzione al positivismo, che restringe la nostra vita, la fa un po’ arida e spegne anche la speranza“.

    L’ultima domanda ha riguardato la figura del cardinale Bernardin Gantin. Il Papa ha detto di averlo incontrato per la prima volta a Monaco, nel 1977, in occasione dell’ordinazione ad arcivescovo. “Era venuto – ha spiegato – perché uno dei suoi alunni era mio allievo”. Poi, ha raccontato, la successiva, lunga collaborazione condivisa in Vaticano alla testa dei rispettivi dicasteri ha cementato una bella e solida amicizia:

    “Ne ho sempre ammirato la sua intelligenza pratica e profonda e il suo senso di discernimento, il suo non cadere su certe fraseologie bensì comprendere che cosa fosse l’essenziale e cosa non avesse senso. E poi quel suo senso dell’umorismo, davvero molto bello… Ma soprattutto era un uomo di profonda fede e di preghiera. Tutto questo ha fatto del cardinale Gantin non solo un amico ma anche un esempio da seguire, quello di un grande vescovo africano cattolico“.

    Ora sono veramente lieto, ha concluso Benedetto XVI, di poter “pregare sulla sua tomba e sentire la sua vicinanza e la sua grande fede”. Subito dopo la conslusione del discorso del Papa, il direttore della Sala Stampa Vaticana, padre Federico Lombardi, ha rivelato l’identità dell’“allievo” di un tempo, grazie al quale i cardinali Ratzinger e Gantin fecero la loro conoscenza: si tratta del vescovo beninese Barthélemy Adoukonou, oggi segretario del Pontificio Consiglio della Cultura, tra i membri del seguito papale in questo viaggio apostolico.

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    L'arcivescovo di Cotonou: la visita del Papa in Benin è una benedizione per tutta l'Africa

    ◊   Ieri sera, migliaia di cattolici beninesi hanno promosso una fiaccolata per le vie di Cotonou, pregando e cantando in segno di gioia per la visita del Papa in Benin. Sul significato di questo viaggio, il nostro inviato Massimiliano Menichetti ha intervistato il presidente della Conferenza episcopale del Paese e arcivescovo di Cotonou, mons. Antoine Ganye:

    R. – Questa visita del Papa per noi significa la benedizione del Signore, l’abbondanza della sua misericordia per tutto il Paese, per tutta l’Africa. Tutta la gente è molto contenta di accogliere il Santo Padre qui in Benin.

    D. – Questa visita avviene in occasione dei festeggiamenti dei 150 anni dell’evangelizzazione del Benin…

    R. - La Chiesa del Benin è una Chiesa viva, è una Chiesa giovane e questo è un avvenimento molto importante. Il Papa verrà a confermarci nella fede per dirci una parola da padre, di coraggio, per essere veramente cristiani.

    D. - Benedetto XVI vi consegnerà l’Esortazione apostolica post-sinodale…

    R. – Io penso che questo documento sia molto importante perché ci parla della riconciliazione, della giustizia e della pace. Abbiamo bisogno di questi tre valori nella nostra terra africana perché dappertutto c’è la guerra, non c’è ancora la pace secondo la volontà di Dio. Abbiamo bisogno di questo documento per comprendere di più che la riconciliazione, la pace, la giustizia, possono e devono passare nella nostra vita cristiana per renderci testimoni di Cristo.

    D. – La visita del Papa che viene per confermare nella fede e questo documento riusciranno a dare una nuova spinta al Benin e a tutta l’Africa?

    R. - Penso di sì, con la grazia di Dio: non si fa niente senza di essa. Sta a noi accogliere questo documento e pregare di riceverlo nella fede, nella speranza, nella carità e chiedere al Signore di darci un cuore veramente umano. Questo documento può aiutarci ad andare avanti per realizzare la pace, la giustizia e la riconciliazione.

    D. – Lei cosa intende dire al Papa?

    R. - Presenterò al Papa la Chiesa del Benin, dirò tutta la gioia dei cristiani, ma anche dei non cristiani per questa presenza, poi chiederò la sua benedizione sul Paese e su tutta la terra africana.

    D. - Cosa serve per crescere ancora di più nella fede?

    R. – Dobbiamo lavorare per incarnare l’amore di Dio. Questo è vero per tutta l’Africa: abbiamo bisogno di pregare, di lavorare perché l’amore di Dio sia una realtà nella nostra parola, nelle nostre azioni, nella nostra vita.

    D. – Come vi siete preparati per questa visita?

    R. – Nella preghiera, perché possiamo essere in comunione vera con Cristo, con la Vergine Maria e con tutti i Santi, e perché questa visita del Papa sia orientata ad amare l’altro sinceramente. (bf)

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    Concerto per la pace e la giustizia a Cotonou in occasione della visita del Papa

    ◊   Questa sera i suoni dell’Africa saluteranno Benedetto XVI con un concerto nello “Stadio René” di Cotonou. L’iniziativa, dal titolo “Tutti insieme per la riconciliazione della giustizia e della pace” è promossa dalla Radio Vaticana in collaborazione con il Sinodo dei Vescovi e si concretizza anche in un CD. Sul palco, tre musicisti africani con i loro gruppi – l’angolano Bonga, il congolese Papa Wemba ed il guineano Fifito, ovvero Filomeno Lopes, redattore del Programma in lingua portoghese della nostra emittente. Il nostro inviato Massimiliano Menichetti ha intervistato lo stesso Fifito e Ildo Correia altro membro del gruppo. Per Filomeno Lopez il concerto odierno “non è solo musica”:

    R. – No, in effetti, non è solo musica; è un momento “attorno al fuoco”, dove normalmente la musica è l’elemento portante per calmare gli animi, già saturi di quei problemi gravi che sono in gioco … come in questo caso il problema della pace, della giustizia e della riconciliazione. Quando si parla di pace e soprattutto di problemi di pace vuol dire che ci sono dei morti… Allora nelle nostre culture mettersi “attorno al fuoco” ha quell’elemento ritmico che serve per placare un po’ gli animi. E poi anche perché la pace è un problema di coscienza e la musica è lo strumento che ha quella capacità di penetrare la coscienza altrui, invitandoti così a fare il salto di qualità.

    D. - In gioco, in questo caso, c’è il destino dell’Africa: perché?

    R. - Perché quest’anno stiamo celebrando i 50 anni dell’indipendenza, in gran parte, dei Paesi africani, tra cui anche il Benin. Ora i nostri padri dell’indipendenza hanno detto che il motivo delle lotte per l’indipendenza era quello di pensare ai bambini. Cabral ha detto una parola rimasta ormai emblematica: “I bambini sono i fiori e sono l’unica ragione delle rivoluzioni dei popoli africani”. Per cui, venendo qui e incontrando i bambini, proprio nei cinquant’anni dell’indipendenza, il Papa invita in qualche modo la nostra gente a dire: “torniamo indietro e vediamo da dove abbiamo iniziato, vediamo se il futuro che stiamo prospettando, guardando al nostro presente oggi, è davvero quello che volevamo”. E’ un po’ un riprendere il discorso della speranza e ripensare il futuro significa investire nella famiglia.

    D. – Ildo Correia, anche tu sei uno dei musicisti che salirà sul palco per suonare nel concerto per il Papa, che cos’è la musica per l’Africa?

    R. - La musica per l’Africa è soprattutto armonia: anche se una persona sta male, la musica riesce a portarle un messaggio positivo; ma soprattutto quando si vivono situazioni molto difficili, in cui non si riesce a vedere la via di uscita, con la musica si può far rinascere quella speranza che ancora è possibile; anche se la strada sembra buia, è possibile avere ancora un po’ di quella luce che ci conduce alla speranza. (mg)

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    Mario Monti a Fiumicino per salutare il Papa in partenza per l'Africa

    ◊   Il nuovo presidente del Consiglio italiano, Mario Monti, si è recato stamani all’aeroporto di Fiumicino per salutare il Papa in partenza per il Benin. Il Papa – ha detto il direttore della Sala Stampa vaticana, padre Federico Lombardi - ha fatto gli auguri al neo premier e ha molto apprezzato il fatto che sia venuto a salutarlo di persona a Fiumicino, nonostante il momento così impegnativo. Padre Lombardi ha riferito che il colloquio tra il Pontefice e Mario Monti, durato alcuni minuti, è stato cordiale e familiare.

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    Viaggio in Benin. Benedetto XVI all'Italia: auguro bene e prosperità a tutta la popolazione

    ◊   “Bene” e “prosperità” per “l’intero popolo italiano”. Sono gli auguri rivolti da Benedetto XVI al presidente della Repubblica italiana, Giorgio Napolitano, nel tradizionale scambio di telegrammi durante il volo verso il Benin. Il suo viaggio – scrive di rimando al Pontefice il capo dello Stato – si compie in un Paese che “rappresenta un esempio della volontà dei popoli africani di procedere lungo un cammino di riconciliazione, giustizia e pace”. L'Italia, scrive ancora Napolitano, “condivide pienamente l'impegno della Chiesa e della comunità internazionale a sostegno del continente africano al fine di promuoverne uno sviluppo equo e sostenibile, non solo economico, ma anche e soprattutto umano, valorizzandone le straordinarie risorse e garantendo il pieno rispetto della dignità della persona”.

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    I saluti del Papa agli Stati africani sorvolati: pace e stabilità per la Tunisia

    ◊   Nel suo viaggio di oltre quattromila km verso il Benin, il Papa ha attraversato sei Paesi africani: Tunisia, Algeria, Mali, Niger, Burkina Faso e Ghana. Un lungo sorvolo del continente, da nord a sud, che ha permesso a Benedetto XVI di indirizzare a ciascuna nazione i suoi auguri di benessere e felicità. Significative, fra le altre, le parole contenute nel telegramma inviato al presidente ad interim della Tunisia, per la quale il Pontefice ha formulato auspici di “pace e stabilità”.

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    Oggi su "L'Osservatore Romano"

    ◊   Una riserva di vitalità per il futuro: in volo verso il Benin il Papa lancia un messaggio di speranza per l'Africa. Nell'informazione vaticana, un'intervista al nunzio del Benin, l’arcivescovo Michael A. Blume.

    In rilievo, nell'informazione internazionale, la questione del nucleare iraniano.

    In cultura, l'intervento di Peter Henrici al convegno "L'uomo dell'età moderna e la Chiesa".

    Parlava poco ma diceva tutto: riedito "La vita di Gesù narrata da sua madre" di Cesare Angelini.

    L'intervento di Julian Carron, presidente della Fraternità di Comunione e Liberazione, all'incontro "La crisi sfida per un cambiamento".

    All'incrocio con la gratuità: il vescovo Enrico dal Covolo, rettore della Pontificia Università Lateranense, sulla "Caritas in veritate", in cui si evidenzia la "terza via" della dottrina sociale.

    In cortile per aprire nuovi spazi: Franco Perazzolo sul cardinale Gianfranco Ravasi a Tirana.

    Una discepola autentica al servizio di Cristo: nell'informazione religiosa, un articolo sull'uccisione, in India, di suor Valsa John.

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    Oggi in Primo Piano



    Religiosa indiana uccisa: testimone cristiana al fianco dei poveri

    ◊   Una vita dedicata ai poveri fino all’estremo sacrificio della vita: è ancora forte l’emozione in India, dove nei giorni scorsi è stata uccisa suor Valsa John, una religiosa cattolica da 20 anni impegnata al fianco delle popolazioni indigene contro lo sfruttamento delle miniere di carbone nel Kerala. Ancora non sono chiare le dinamiche dell’assassinio, ma da tempo la suora era minacciata per la sua battaglia in favore degli emarginati. Su questo tragico avvenimento, Alessandro Gisotti ha intervistato suor Valsala George Chennakadam, superiora generale della Congregazione delle Suore della Carità di Gesù e Maria, di cui suor Valsa John faceva parte:

    R. – It is very unfortunate and I suppose this is the price in extreme cases …
    E’ veramente una disgrazia ma ritengo che questo sia il prezzo che, in casi estremi, ci troviamo a dover pagare per aiutare i poveri. Noi, come Congregazione, siamo profondamente colpite: è una grande sofferenza. Speriamo che il sangue che lei ha versato porti frutti per i poveri, in futuro …

    D. – Suor Valsa era molto coraggiosa: è stata più volte minacciata. Eppure, non ha mai interrotto la sua lotta al fianco della gente del posto …

    R. – She had a very great liking to work among the poor…
    Le piaceva molto lavorare tra i poveri e lo aveva mostrato fin dall’inizio. Dopo aver preso i voti si era completamente dedicata a questo lavoro in collaborazione con altre Congregazioni, anche con i gesuiti: lavorava e non aveva mai avuto paura.

    D. – Quindi, la sua vita dedicata ai poveri è una potente testimonianza cristiana?

    R. – Yes, she was working for the tribals. …
    Sì, lavorava per le popolazioni indigene. E sì, sono d’accordo sul fatto che sia davvero una potente testimonianza, perché dà il significato di ciò che l’amore può fare.

    D. – E qual è la sua speranza dopo questo tragico evento, specialmente per la gente che la sua consorella aveva tanto a cuore?

    R. – I’m sure that the spirit of ...
    Sono sicura che il suo spirito incoraggerà tanti a lavorare per i poveri. Noi non smetteremo di lavorare e di vivere il nostro carisma di dedizione, in particolare per i poveri. Confido nel fatto che le nostre sorelle non indietreggeranno: saranno molto coraggiose! Continuo a ricevere molte lettere sia dall’interno sia dall’esterno della Congregazione. Questa è un’esperienza scioccante e dolorosa, ma allo stesso tempo c’è speranza, non solo per la nostra Congregazione, ma per tutti gli esseri umani; non solo la Chiesa, ma chiunque per amore può fare e può sacrificarsi. (ap)

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    La Camera vota la fiducia al governo Monti, 556 sì, 61 no. Il neo premier: presto misure non facili

    ◊   Italia. Dopo la fiducia ottenuta ieri al Senato, 285 voti su 315, stamane Mario Monti, ha ottenuto anche quella della Camera, 556 sì contro 61 no. Il neo premier ha esposto il suo programma di risanamento: presto misure non facili. Ci riferisce Giancarlo La Vella:

    “Non chiediamo una fiducia cieca, ma vigilante”. In linea con il suo intervento di ieri al Senato, il neo premier Mario Monti si pone come leader di un esecutivo tecnico, ma con forti spunti di dialogo con le forze parlamentari, in un’impresa che deve necessariamente durare sino alla fine della legislatura:

    “Dureremo non un minuto di più del tempo sull’arco del quale questo Parlamento ci accorderà la fiducia. E’ mia intenzione proiettare la mia squadra di governo e la nostra collaborazione sulla prospettiva da qui alle elezioni. Non mi accingerei neanche - è un compito già quasi impossibile quello che ho l’onore di ricevere - ma ci riusciremo”.

    In maniera chiara, Monti ha voluto rispondere innanzitutto a chi ha espresso, anche con toni duri, la sua opposizione all’esecutivo. In particolare, La Lega ribadisce il no al governo e sì alle elezioni anticipate, unico modo per salvaguardare il cammino federalista intrapreso già nel governo Berlusconi. Ma non c’è nessun contrasto – afferma Monti rispondendo al Carroccio – con le istanze federaliste con la coesione territoriale, che è un valore importante che deve essere condiviso da tutti. Il neo premier risponde poi con decisione alle accuse di coinvolgimento del suo esecutivo con i poteri forti finanziari.

    “Permettetemi di reagire in modo molto chiaro e netto sulla questione conflitto di interessi, poteri forti e altre espressioni di pura fantasia che considero offensive”.

    E' stata dunque la volta delle dichiarazioni di voto. Intervenendo a nome del Pdl, Angelino Alfano ha affermato che il suo gruppo voterà compatto la fiducia a Mario Monti. Quindi, ha sostenuto che ''non ci sarà nessuna opposizione a rivedere l'imposta sull'Ici ma resta la contrarietà ad una patrimoniale". Dal canto suo, il leader del Pd, Pierluigi Bersani, ha annunciato che il suo gruppo voterà la fiducia al governo Monti senza condizioni, ma porterà avanti le sue proposte. L'ex premier, Silvio Berlusconi, che non è intervenuto in Aula, ha stretto la mano al suo successore. Quindi, all'uscita da Montecitorio, ha affermato che il governo Monti durerà per tutto il tempo che serve al Paese. L’obiettivo che Mario Monti prevede per il proprio esecutivo è quello di ricreare un clima di fiducia tra politica e cittadini:

    “Penso che la missione che forse ci accorderete è quella di prolungare, intensificare, in parte ribilanciare il lavoro di risanamento, di puntare di più alla crescita, ma nel breve periodo di permanenza al governo, credo che noi ci sentiremo alla fine veramente contenti se vi avremo aiutati ad accrescere la credibilità delle istituzioni presso i nostri concittadini”.(ap)

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    Convegno alla Lateranense sulla Dottrina sociale della Chiesa: interventi di mons. Toso, Zamagni e mons. Miglio

    ◊   Giornata conclusiva oggi a Roma per il colloquio annuale di Dottrina sociale della Chiesa promosso dalla Pontificia Università Lateranense sul tema: “Il ruolo delle istituzioni alla luce dei principi di sussidiarietà, di poliarchia e di solidarietà”. Stamani la riflessione si è incentrata sulle sfide che la globalizzazione pone alla stessa Dottrina Sociale della Chiesa. C’era per noi Benedetta Capelli:

    Il paragrafo 67 della Caritas in Veritate e la Nota su finanza e sviluppo pubblicata dal Pontificio Consiglio Giustizia e Pace hanno fatto da fili conduttori alla riflessione di mons. Mario Toso, segretario del dicastero vaticano. Di fronte alla crisi finanziaria globale che stiamo vivendo, sono testi che rilanciano con forza la costituzione di un’Autorità Politica Mondiale che non è semplice governance ma forza morale, “principio coordinativo superiore” che si deve poi tradurre in decisioni concrete indispensabili a raggiungere il bene comune. Mons. Mario Toso:

    “La linea fondamentale della ‘Caritas in veritate’ è che sollecita tutti a rifarsi all’amore per Gesù Cristo, a vivere dimorando nell’esperienza di comunione con Gesù Cristo, che è Via, Verità e Vita per un rinnovamento della cultura, della stessa progettualità della politica, dell’economia, della finanza e di altri settori dell’attività umana”.

    Non significa mettere in discussione le strutture che ci sono come il Fondo Monetario Internazionale o la Banca Mondiale ma – ha sottolineato mons. Mario Toso – ripensarle. Realizzare dunque condizioni finanziarie e monetarie utili alla crescita globale di tutti i popoli attraverso un recupero del primato della politica sull’economia e la finanza. Proprio un pensiero alla politica italiana e al coinvolgimento di cattolici nell’esecutivo è stato rivolto dallo stesso segretario del Pontificio Consiglio Giustizia e Pace:

    “E’ un segnale che denota come chi ha responsabilità pubbliche mostri una particolare attenzione anche ai soggetti e alle forze cattoliche. Queste sono reputate all’altezza di partecipare al rinnovamento della politica odierna secondo i criteri della giustizia e dell’equità, anche secondo la prospettiva della necessità di una crescita per tutti, in modo particolare per i più giovani”.

    A concludere la mattinata di lavori l’intervento dell’economista Stefano Zamagni sul tema: “Se vuoi la pace, costruisci istituzioni di pace: la prospettiva economica”:

    “Creare istituzioni che abbiano, nel proprio Dna, la possibilità di generare e di far sviluppare i germi della pace, istituire ad esempio un Consiglio di sicurezza interno alle Nazioni Unite che si occupi delle questioni socio-economiche. Il secondo punto è istituire un’agenzia per le migrazioni mondiali. Terzo punto: bisogna cambiare le regole dell’Organizzazione mondiale del Commercio in questo senso, consentendo cioè ai Paesi poveri – e purtroppo ce ne sono ancora molti – di entrare nei mercati dei Paesi avanzati con i loro prodotti anziché continuare con la politica degli aiuti internazionali che, come sappiamo, ha generato e genera effetti perversi”.

    La Dottrina sociale della Chiesa appare, quindi, più che mai attuale di fronte alla crisi economica globale, come sottolinea mons. Arrigo Miglio, presidente del Comitato scientifico e organizzatore delle Settimane sociali dei cattolici italiani:

    “La Dottrina Sociale della Chiesa offre dei criteri di scelta. Criteri che fanno comunque capo alla dignità della persona umana, alla centralità dell’uomo e alla famiglia come fondamento per la costruzione di un vero bene comune della società. La situazione attuale ci può aiutare a capire come, quando sono stati disattesi questi criteri di fondo, altri criteri finiscono per schiacciare l’uomo, per distruggere, dividere e creare delle ingiustizie colossali”.(vv)

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    Chiesa e Società



    Filippine. Padre Shay Cullen: i paramilitari dietro il delitto di padre Tentorio

    ◊   I responsabili dell’omicidio di padre Fausto Tentorio vanno cercati fra “gli ex membri delle forze armate o di polizia, estromessi perché accusati di crimini, poi riciclati in società di sicurezza private, fondate da militari in pensione, oppure divenuti killer in affitto”: è quanto afferma in una nota inviata all’agenzia Fides padre Shay Cullen, missionario di San Colombano, a un mese dall’omicidio di padre Fausto Tentorio, il missionario del Pime ucciso da ignoti il 17 ottobre scorso sull’isola di Mindanao, per ragioni ancora da chiarire. “La vita di padre Fausto Tentorio – spiega all’agenzia Fides il missionario di San Colombano – non sarà dimenticata: aveva preso posizione accanto agli indigeni, per aiutarli a proteggere le loro terre ancestrali e i loro diritti da accaparratori di terra e da società minerarie”. Con il suo confratello, padre Tullio Favali ha messo in campo “sforzi eroici per proteggere l'ambiente dagli appetiti insaziabili delle multinazionali, e dai grandi interessi commerciali sostenuti dalle famiglie dinastiche, che ancora governano le Filippine con eserciti privati”. Padre Tentorio – ricorda il sacerdote - è stato “un martire missionario per i poveri e i senza terra, ha dato la vita per una società giusta. I filippini – conclude padre Shay Cullen - continueranno a ricordare la sua solidarietà, l'impegno e la sua dedizione ai popoli indigeni oppressi”. Intanto procede a passo svelto l’iter per l’avvio dei lavori della grande diga per la centrale idroelettrica “Pulangui V”, la più grande di Mindanao, con una potenza di 300 Megawatt, che fornirà energia alle province di Bukidnon e Cotabato. Il “Northern Mindanao Regional Development Council” ha trasmesso il suo parere positivo al Ministero per l’Energia. Sul progetto padre Fausto aveva espresso il suo dissenso poiché la diga sommergerà cimiteri, luoghi sacri, terreni agricoli e di caccia delle tribù Maguindanaon e Manobo, cancellando per sempre l’identità, la cultura e lo stile di vita di un milione di indigeni suddivisi in 27 comunità. (A.L.)

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    Giornata di preghiera per i bambini: domenica a Parigi una Messa a sostegno dell'infanzia

    ◊   Nella “Giornata di preghiera e di azione per i bambini” in occasione della Giornata mondiale dei diritti dell’infanzia, osservata ogni anno nell’anniversario della Convenzione Onu sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, domenica prossima verrà celebrata una Santa Messa a Parigi, nella chiesa di San Francesco Saverio, su iniziativa del Bice, l’Ufficio Internazionale Cattolico dell’Infanzia, che ha chiesto ai suoi sostenitori di inviare le proprie intenzioni di preghiera da inserire nella liturgia. A presiedere il rito sarà il parroco, mons. Patrick Chauvet, vicario generale dell’arcidiocesi di Parigi. Nel divulgare l’iniziativa il Bice sottolinea l’urgenza e l’importanza della preghiera e dell’azione, strumenti indispensabili nel sostegno ad un’infanzia colpita da crescente miseria e da disordini ecologici e rilancia alcune sfide da assumere per assicurare ai più piccoli una esistenza dignitosa, sfide che includono il rispetto del diritto alla vita, la lotta alla povertà, alla violenza sui minori e al lavoro minorile, l’attenzione ai bambini disabili, l’accesso dell’infanzia all’istruzione e alla sanità. Secondo dati di agenzie dell’Onu, 150mila bambini al di sotto dei 15 anni muoiono ogni anno per maltrattamenti e oltre 40 milioni sarebbero vittime di violenze fisiche. Davanti a tali dati allarmanti, il Bice ha avviato un Programma trasversale di lotta contro i maltrattamenti e gli abusi in 15 Paesi di quattro Continenti per prevenire la violenza e aiutare i bambini nel loro percorso di recupero. Il “Programma” si avvarrà di partner locali e terrà conto delle specificità di ogni Paese, al fine di attuare azioni efficaci e durevoli. In America Latina e Caraibi il progetto interesserà Brasile, Bolivia, Cile, Perù e Repubblica Dominicana; in Africa, Costa d’Avorio e Togo; in Europa, Russia, Kazakhstan, Ucraina, Moldova; in Asia, Cambogia e Nepal. (M.V.)

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    Messaggio dell'arcivescovo di Canterbury per la Giornata di preghiera per i bambini

    ◊   “Un bambino nato in salute e sicurezza è un segno di speranza per tutti”. Così l’arcivescovo di Canterbury Rowan Williams, capo spirituale della Comunione anglicana, in un messaggio diffuso oggi per la Giornata Mondiale di Preghiera e Azione per i Bambini che si celebrerà domenica prossima. “In ogni comunità di fede – scrive Williams -, i nostri bambini sono un tesoro dal valore inestimabile. Nei bambini noi riconosciamo la preziosità e la dignità dell'essere umano come pure una vulnerabilità che richiede tutta la nostra cura e protezione”. Il tema della Giornata di quest'anno è “Fermare la violenza contro i bambini”. “La violenza contro i bambini prenderà sempre molte forme in contesti diversi e tutte esigono la nostra azione e la nostra preghiera”. L’arcivescovo anglicano - riferisce l'agenzia Sir - parla nel messaggio del suo recente viaggio nel Congo orientale dove ha potuto incontrare molti bambini che duramente colpiti dai conflitti armati “avevano sofferto orrori inimmaginabili, attaccati, rapiti, costretti e brutalizzati. Eppure in mezzo a quell'angoscia, ho anche incontrato segni preziosi di speranza” come l’azione delle Chiese locali la riabilitazione dei bambini soldato e per quelli sottoposti a violenza sessuale. “Chiedo a tutti – scrive Williams - alle Chiese e alle altre comunità di fede in tutto il mondo, di unirsi in questa Giornata Mondiale di Preghiera e Azione per la tutela e la prosperità dei nostri figli”. (R.P.)

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    Pakistan: ucciso un commerciante cristiano a Karachi

    ◊   Un commerciante cristiano, padre di famiglia, è stato ucciso a Karachi, capitale della provincia del Sindh. L’uomo, Jamil Masih, stava aprendo il suo negozio nel centro commerciale “Luna”, nell’area di Gulshan-e-Iqbal, la stessa dove è stato ucciso il pastore protestante Jamil Sawan. Secondo la polizia, l’omicidio sarebbe dovuto ad una vendetta privata, ma i cristiani – sottolineano fonti locali all’agenzia Fides - “sono spesso vittime di esecuzioni extragiudiziali”. “A Karachi – spiega padre Mario Rodrigues, sacerdote di Karachi e direttore del Pontificie Opere Missionarie in Pakistan - c’è forte insicurezza nella vita quotidiana, per tutta la popolazione”. “Le minoranze, in tale quadro già difficile, sono più vulnerabili perché meno considerate e meno protette”. Nella provincia del Sindh non si placa, intanto, la tensione dopo l’uccisione la scorsa settimana di quattro medici indù da parte di membri della confraternita musulmana “Bhaya Baradari”. Dopo questi omicidi, fedeli indù hanno chiesto provocatoriamente al governo di revocare “la cittadinanza alle minoranze religiose”. I parlamentari indù hanno sollevato la questione nell’Assemblea nazionale, chiedendo al governo federale un intervento rapido e deciso e ribadendo l’urgenza di proteggere le minoranze. Il primo ministro Yousuf Reza Gilani, in un messaggio diffuso per la “Giornata internazionale della tolleranza”, celebrata nel mondo il 16 novembre, ha ribadito che, nello sforzo di rendere il Pakistan “un luogo vivibile”, “vi è la necessità di incoraggiare l'armonia, l'impegno e il dialogo interreligioso tra i seguaci di diverse culture e civiltà”. Ha anche riaffermato “l'imperativo del governo a promuovere la tolleranza e il rispetto per la fede e i diritti degli altri”. (A.L.)

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    Aiuto alla Chiesa che Soffre: cristiani discriminati nelle carceri pakistane

    ◊   I detenuti di fede cristiana nelle prigioni pakistane subiscono gravi discriminazioni. A richiamare l’attenzione sulla loro sorte è l’avvocato cattolico, Moazzam Aslam Bhatti, la cui testimonianza è stata raccolta dall’organizzazione Aiuto alla Chiesa che Soffre. Secondo il legale che lavora a Faisalabad, nella provincia del Punjab, i cristiani sono vittime di un diffuso pregiudizio. L’emarginazione si riscontra in tutti i settori della società pakistana ma nelle carceri la situazione è “particolarmente precaria”. “I cristiani sono svantaggiati nella distribuzione di cibo, vestiti e medicine, così come nella possibilità di esercitare la loro religione”, ha confidato l’avvocato che sta visitando i progetti sostenuti dall’organizzazione. “Questa situazione – ha aggiunto - deve cambiare”. Secondo il legale, la maggioranza dei cristiani che vengono messi in stato d’accusa non può permettersi un avvocato a causa della loro povertà e bassa posizione sociale. Per migliorare la loro situazione, bisogna rafforzare l’assistenza legale. “È allarmante constatare – ha spiegato Moazzam Aslam Bhatti le cui parole sono state riprese dall’agenzia Zenit - che molte persone finite in carcere per reati minori avrebbero potuto essere rilasciate se fossero state in grado di pagare le multe inflitte a loro”. “Vengono colpiti anche i bambini, costretti a rimanere in carcere insieme alle loro madri”. Insieme con i padri Domenicani l’avvocato Moazzam Aslam Bhatti visita regolarmente i detenuti cristiani di Faisalabad e fornisce loro assistenza legale. Secondo il padre domenicano Iftikhar Moon, responsabile della cura pastorale dei detenuti nella diocesi di Faisalabad, la città ha una popolazione carceraria di 5.000 persone. Almeno 100 detenuti sono di fede cristiana. Tra i cristiani detenuti c’è anche Imran Masih, condannato all’ergastolo nel gennaio del 2010 sulla base della controversa legge sulla blasfemia. L’uomo è stato accusato di aver bruciato pagine di una copia del Corano. (A.L.)

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    Malnutrizione infantile: l’impegno dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù in Benin

    ◊   Al via una nuova iniziativa internazionale dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù in aiuto della popolazione del Benin grazie all’intesa siglata con l’Ospedale San Padre Pio di N’Dali, area rurale a nord dello stato africano, a 500 km dalla capitale Cotonou, dove vivono bambini e famiglie bisognose di cure e di assistenza sanitaria soprattutto sul fronte della malnutrizione acuta. L’accordo - che si inserisce nell'ambito dell'intensa attività internazionale del Bambino Gesù a favore dei bambini di ogni continente - prevede la formazione di personale medico per fronteggiare un fenomeno dilagante tra le fasce più povere e a rischio della popolazione: i bambini e le donne. La malnutrizione è stata riscontrata soprattutto nell’etnia Peulh, tribù di seminomadi provenienti dagli altipiani dell’Est Africa. L’Ospedale di N'Dali in Benin - meta in questi giorni della visita del Santo Padre Benedetto XVI - gestito dalla Congregazione beninese delle Figlie di San Padre Pio e dai frati cappuccini, grazie alla collaborazione dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù sarà in grado di garantire assistenza e cure a una popolazione di oltre 500.000 abitanti e potrà diventare un punto di riferimento prezioso in un Paese segnato da una profonda necessità di strutture sanitarie. (R.P.)

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    Somalia: aiuti dei Camilliani per far fronte alla carenza di acqua e cibo

    ◊   Prosegue la fuga di molti somali verso il Kenya in cerca di acqua e cibo. Nella zona di Wajir, una delle più colpite dalla siccità, i pozzi sono quasi tutti danneggiati. Le cause – ricorda l’agenzia Fides - sono lo sfruttamento eccessivo e il basso livello dell’acqua nelle falde. Per arrivare alla prima fonte di acqua pulita, la gente deve camminare per otto chilometri. La Camillian Task Force, i Missionari Camilliani e le Ministre degli Infermi di Wajir sono impegnati, con l’aiuto della parrocchia locale, nella distribuzione di fagioli, riso, mais, olio in 5 villaggi molto poveri della zona di Garissa. E’ anche prevista l’attivazione di una clinica mobile che favorisca prevalentemente le visite ai bambini e agli anziani. La situazione in Somalia resta drammatica. A destare preoccupazione, sono le terribili condizioni delle fasce più vulnerabili. L’Unicef sottolinea, in particolare, che l’escalation del conflitto nel Paese sta avendo un drammatico impatto sui bambini. Secondo le fonti delle Nazioni Unite che monitorano le violazioni dei diritti dei minori, sono almeno 24 i bambini e ragazzi uccisi durante i combattimenti nel solo mese di ottobre, quasi il doppio rispetto al numero medio degli altri mesi dell’anno. Preoccupano l’Unicef anche il reclutamento, l’impiego di minorenni nei combattimenti e gli abusi sessuali. Nel 2011, riferiscono fonti Onu, sono stati registrati in Somalia oltre 600 arruolamenti di minorenni e oltre 200 casi di stupro, prevalentemente ai danni di ragazze. (A.L.)

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    India: scuole del Madhya Pradesh a rischio “induizzazione”

    ◊   Shivraj Singh Chouhan, primo ministro del Madhya Pradesh, ha riaffermato l’intenzione di introdurre lo studio del Bhagvad Gita, il testo sacro degli indù, in tutte le scuole dello Stato. La dichiarazione ha alzato un vespaio e il partito del Congresso – all’opposizione in Madhya Pradesh – giudica la mossa un tentativo di “induizzare” l’educazione. Secondo mons. Leo Cornelio, arcivescovo di Bhopal, con questa mossa il primo ministro “vuole compiacere il suo partito, il Bjp (Bharatiya Janata Party) in vista delle prossime elezioni”. Già nel 2010 - riferisce l'agenzia AsiaNews - Chouhan aveva proposto di introdurre il Gita come testo obbligatorio. Dal 2008, il governo del Madhya Pradesh è guidato dal Bjp, partito ultranazionalista che sostiene gruppi e movimenti estremisti indù appartenenti all’ampio ombrello del Sangh Parivar, come il Vishwa Hindu Parishad (Vhp), il Rashtriya Swayamsevak Sangh (Rss) e il Bajrang Dal, responsabili di numerosi episodi di violenza, persecuzione e discriminazione anticristiana che accadono in India. “Questo tentativo di ‘induizzare’ l’educazione – afferma l’arcivescovo – è allarmante, perché creerà confusione e disordini. Seminare divisioni tra le menti impressionabili dei giovani porterà a conseguenze drastiche”. Mons. Cornelio sottolinea: “Pur riconoscendo i buoni valori morali insegnati nel Bhagvad Gita, ci interroghiamo se la scelta selettiva di questo sacro testo indù, che non è accettabile per tutti. Ma soprattutto, l’India è un Paese laico e questa mossa va contro tutti i principi laici del nostro Paese”. (R.P.)

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    Colombia: concluso l’Incontro nazionale della Pastorale nelle carceri

    ◊   Si è concluso ieri il sesto Incontro nazionale della Pastorale nelle carceri, organizzato dalla Conferenza episcopale della Colombia. All’evento hanno partecipato il segretario generale della Conferenza episcopale, mons. Juan Vicente Córdoba, ausiliare di Bucaramanga, e il nunzio Apostolico, mons. Aldo Cavalli. Durante l'incontro – rende noto l’agenzia Fides – si è sottolineato il lavoro dei volontari, come nel caso del carcere di Zipaquirá, dipartimento di Cundinamarca, dove ai quasi 280 detenuti vengono impartite lezioni e corsi di formazione. In questa città ci sono 13 volontari che offrono un'ora alla settimana per questo servizio, ma molti dei detenuti chiedono che i volontari possano rimanere più tempo con loro. La stessa situazione si vive a Valledupar, dove dal 2003 sono 45 i volontari che frequentano le tre carceri in questa città. "Portiamo una parola di incoraggiamento, la voce di Dio e l'evangelizzazione a questi fratelli detenuti" ha detto una volontaria, aggiungendo che a Valledupar si realizza anche un lavoro post-carcere, con le famiglie dei prigionieri. I volontari sono riusciti a far sì che i carcerati abbiano la possibilità di confessarsi e di ricevere i sacramenti del Battesimo, della prima Comunione e della Cresima, oltre a far aumentare la presenza dei cappellani nelle carceri. (A.L.)

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    Bolivia: aumentano i tassi di violenza sessuale e di maltrattamento dei bambini

    ◊   Secondo un recente rapporto presentato dalle autorità del municipio di Cercado, quest’anno nella città boliviana di Cochabamba i casi di violenza sessuale e di maltrattamento dei bambini sono aumentati del 36% rispetto al 2010. I comuni dove è stato registrato il maggior numero di violenze - riferisce l'agenzia Fides - sono Alejo Calatayud e Valle Hermoso, distretti dove le statistiche mostrano gli indici più elevati, soprattutto all’interno delle famiglie. Da una dichiarazione della responsabile dell’ufficio per la Difesa dell’Infanzia e Adolescenza, nel 2010 risultano 349 denunce, e da gennaio ad oggi 369, 20 casi in più verificatisi prevalentemente nell’ambito familiare su bambini abbandonati dai genitori perchè costretti ad emigrare a causa della crisi economica del paese. Le autorità regionali hanno precisato che le statistiche aggiornate sulla violenza sessuale contro i minori sono aumentate dal 2009. (R.P.)

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    Perù: Congresso missionario nazionale del clero e della vita consacrata

    ◊   Domenica prossima, Solennità di Cristo Re, la diocesi di Callao, la Commissione episcopale per il clero, e le Pontificie Opere Missionarie (Pom) del Perù convocheranno ufficialmente il III Congresso missionario nazionale del clero e della vita consacrata. Nella nota della direzione nazionale delle Pom del Perù, inviata all’agenzia Fides, si precisa che il Congresso si terrà dal 2 al 5 febbraio 2012 e avrà come sede il Centro Sportivo San Jose dei padri Maristi a Callao. Questo evento missionario ha come obiettivo generale quello di promuovere la dimensione missionaria del clero e dei membri della vita religiosa, per essere autentici testimoni e annunciatori credibili nel mondo di oggi. Il Congresso sarà incentrato sul tema "Testimoni e annunciatori di Cristo nella comunione, perché il mondo creda". Saranno invitati a questo Congresso sacerdoti, seminaristi, religiosi e religiose e movimenti laici. Sarà un momento di grazia per la Chiesa in Perù, perché è destinato a rinnovare l'incontro personale con il Risorto e rafforzare l'identità del consacrato al servizio del Regno attraverso la testimonianza di vita. Sarà anche l'occasione per rafforzare la comunione ecclesiale e per una più profonda consapevolezza della dimensione missionaria della Chiesa, come richiesto dalla V Assemblea della Conferenza Episcopale dell'America Latina e dei Caraibi: "La conversione pastorale delle nostre comunità richiede un passaggio da una pastorale di conservazione ad una pastorale decisamente missionaria”. (A.L.)

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    Canada: dichiarazione dei vescovi sul rapporto del Comitato parlamentare sulle cure palliative

    ◊   La Conferenza episcopale del Canada ha accolto favorevolmente il rapporto del Comitato parlamentare sulle cure palliative e le cure compassionevoli intitolato “Con dignità e compassione: cure destinate ai canadesi vulnerabili”. In una dichiarazione, a firma del presidente dell’episcopato, mons. Richard Smith, arcivescovo di Edmonton, i vescovi richiamano un loro precedente documento, riaffermando che la cultura della vita implica la responsabilità di ogni persona verso il benessere altrui, fino alla morte naturale. I presuli mostrano apprezzamento per l’iniziativa parlamentare, frutto di un’ampia consultazione presso diversi gruppi e organismi, che attesta la preoccupazione di attuare nel Paese un sistema nazionale effettivo di cure compassionevoli e cure palliative per i cittadini più vulnerabili. La priorità accordata a tali cure – si legge ancora nel testo – è un’esigenza primordiale, rispetta la dignità di ogni essere umano e risponde ad ogni dimensione della sua umanità, compresa quella spirituale. Una priorità che si fa eco di un’ansia e di una speranza fondamentale dell’uomo, quella di essere accompagnato, al termine della propria vita, da compassione, sostegno e presenza in modo che la dignità e grandezza della vita umana siano realmente rispettate e protette. Con speciale attenzione – così il documento nella parte finale - i vescovi seguiranno le modalità di attuazione delle disposizioni sulle cure palliative da parte delle istituzioni nazionali, provinciali e municipali. (A cura di Marina Vitalini))

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    Ccee: nel 40.mo di fondazione, incontro sulla nuova evangelizzazione

    ◊   Il Consiglio delle Conferenze episcopali d’Europa (Ccee) celebrerà “i quarant’anni di attività a servizio per la comunione tra i vescovi in Europa” con un seminario sull’Europa e la nuova evangelizzazione che si terrà il prossimo 22 novembre ma Roma (Palazzo San Pio X – via della Conciliazione 5). L’incontro, organizzato con il Pontificio Consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione, si aprirà con i saluti del segretario di Stato, cardinale Tarcisio Bertone, e del presidente del Ccee, cardinale Péter Erdő, arcivescovo di Esztergom-Budapest e Primate d´Ungheria. Prenderà parte al seminario anche mons. Rino Fisichella, presidente del Pontificio Consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione. Mercoledì 23 novembre una delegazione mista di vescovi cattolici e metropoliti ortodossi che hanno partecipato al 2° Forum europeo cattolico-ortodosso (Rodi, 18-22 ottobre 2011) sul tema Relazioni Chiesa-Stato, consegnerà a Benedetto XVI un’edizione speciale degli Atti del Forum. Venerdì 25 novembre – ricorda l’agenzia Sir - è infine prevista l’udienza privata della presidenza del Ccee con il Santo Padre. (A.L.)

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    Ucraina: al via il pellegrinaggio con le reliquie di Sant’Antonio

    ◊   È partito stamattina il pellegrinaggio delle reliquie di sant’Antonio in Ucraina. Ad accompagnare il Santo nel suo viaggio (destinazione Kyiv), il rettore della Basilica di Sant’Antonio di Padova, padre Enzo Poiana, il cerimoniere del santuario antoniano, padre Andrea Massarin, e il cappellano della comunità ucraina nella città veneta, don Andriy Tverdokhlib, “Il pellegrinaggio della reliquia – spiega il rettore della basilica – ci è stato richiesto dal vescovo di Kyviv-Halyč, Sviatoslav Shevchuk, capo della Chiesa Greco-Cattolica Ucraina di rito Bizantino”. “Ci piacerebbe molto venerare le reliquie del Santo – scriveva infatti il presule a padre Poiana lo scorso settembre – la cui fama si estende ben oltre i confini della penisola italiana”. “Purtroppo, non tutti i nostri fedeli in Ucraina hanno la possibilità di recarsi in pellegrinaggio a Padova. Per questo chiediamo che sant’Antonio venga da noi”. Una richiesta subito accolta dai francescani della Basilica del Santo, considerando anche il fatto che, proprio a Padova, esiste una consistente comunità ucraina, guidata dallo stesso cappellano don Andriy Tverdokhlib che ha collaborato con i frati della Basilica per organizzare questo ‘viaggio’ in terra Ucraina. “Una comunità, quella residente a Padova, anch’essa molto devota a sant’Antonio”. “È ormai tradizione - aggiunge padre Poiana - che la seconda domenica di ottobre di ogni anno, infatti, più di mille persone si recano in Basilica per assistere a una celebrazione nel loro tradizionale rito bizantino”. Una volta arrivati a Kyiv, il pellegrinaggio delle reliquie, che si concluderà il prossimo 28 novembre, seguirà un programma intenso, che prevede numerose tappe (6 le diocesi visitate). Tra queste, il più grande santuario mariano in Ucraina di Zarvanystia, Ternopil, Lutsk. Dopo una sosta nel monastero di Sant’Antonio di Lviv, la reliquia proseguirà per la Transcarpazia, Ivano-Frankivsk, Odessa, per poi fare ritorno nella capitale dell’Ucraina, Kyiv e, quindi in Italia, il 28 novembre. A ciascuna diocesi - informa il rettore della Basilica - verrà donata una piccola reliquia di sant’Antonio, a testimonianza della vicinanza del Santo ai fedeli ucraini. (L.Z.)

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    Ghana: Coppa d’Africa di calcio per atleti mutilati a causa delle guerre civili

    ◊   “Ce la metteremo tutta” ha promesso Samuel Tengbeh, un liberiano di 28 anni che ha perso una gamba durante la guerra civile. Con i suoi compagni di squadra, tutti mutilati durante il conflitto, guiderà il Ghana in un torneo di calcio che mette in campo la voglia di pace e di vita. Ad Accra, da oggi al 27 novembre, si contendono il titolo di campione d’Africa din calcio otto nazionali riconosciute dalla World Amputee Football Federation. Di fronte ci sono le selezioni di Paesi usciti da poco dalla guerra civile, come Liberia, Sierra Leone e Angola. Le altre squadre, Ghana, Nigeria, Niger, Kenya e Senegal, sono formate per lo più da giovani vittime di incidenti stradali. I pronostici – ricorda l’agenzia Misna - danno per favorite le formazioni di Ghana e Liberia. Lo scorso anno i padroni di casa sono divenuti i primi africani a conquistare i quarti di finale in un Mondiale di categoria, in Argentina. I liberiani hanno vinto invece l’ultima edizione dei giochi africani. “Per questa Coppa d’Africa – scrive il quotidiano ‘Modern Ghana’ – c’è grande attesa”. (A.L.)

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    Taizé: 30 mila giovani a Berlino per “il pellegrinaggio della fiducia sulla terra”

    ◊   Saranno 30 mila i giovani che parteciperanno a Berlino, dal 28 dicembre al 1° gennaio, alla 34.ma edizione dell’incontro europeo animato dalla Comunità di Taizé. Dopo Bruxelles, Poznań e Rotterdam, “il pellegrinaggio della fiducia sulla terra” farà dunque tappa nella città tedesca su invito delle Chiese cattolica e protestante. “Per cinque giorni – si legge in un comunicato diffuso dalla comunità ecumenica di Taizé e ripreso dall'agenzia Sir - Berlino farà da piattaforma europea della gioventù e sarà simbolo di un’Europa unita”. E’ previsto anche un incontro al Palazzo del Reichstag, dove i giovani discuteranno con i membri del Parlamento sul tema “Per un mondo più giusto: politica e responsabilità cittadina”. I giovani, che verranno ospitati da famiglie berlinesi, incontreranno anche rappresentanti della comunità ebraica di Berlino e visiteranno la moschea della capitale tedesca. Frère Roger, fondatore della Comunità monastica di Taizé ucciso il 16 agosto del 2005 da una squilibrata durante la preghiera serale, si era recato a Berlino nel 1986, tre anni prima della caduta del muro. In quell’occasione – si legge nel comunicato – “aveva potuto organizzare nella parte est della città una preghiera simultanea nella cattedrale cattolica e in una grande chiesa protestante”. “Questa epoca è finita e Berlino – si sottolinea nel documento - è oggi città simbolo dell’unificazione tedesca ed europea”. (A.L.)

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    In Cina Forum su liturgia e inculturazione

    ◊   In Cina si conclude oggi nella città di Shi Jia Zhuang il Forum su Liturgia e Inculturazione, organizzato dal Faith Institute For Cultural Studies dell’He Bei in collaborazione con i dieci Seminari maggiori cinesi del continente. Partecipano al Forum oltre 80 persone tra vescovi, sacerdoti, religiosi, laici ed accademici, insieme con i responsabili dei 10 Seminari maggiori continentali. Vengono ripercorsi gli ultimi 20 anni della formazione e dello sviluppo della Liturgia della Chiesa e della sua inculturazione in Cina. Nel discorso di apertura, il presidente onorario del Faith Institute For Cultural Studies, il vescovo della diocesi di Yan An, mons. J. B Yang Xiao Ting, ha sottolineato la dimensione pastorale e l’accessibilità a tutti i semplici fedeli della liturgia. Il direttore dell’Istituto, don J. B. Zhang, ha ripercorso 20 anni di cammino e di sforzo della comunità cattolica cinese per adeguarsi allo spirito del Concilio Vaticano II riguardante la liturgia e per essere in comunione con la Chiesa universale. “Dal 1991, quando la comunità cattolica continentale ha mandato il suo primo sacerdote nelle Filippine per studiare liturgia, sono stati finora 21 i sacerdoti, più una religiosa - tutti cinesi - che hanno studiato all’estero”. Il direttore dell’Istituto – riferisce l’agenzia Fides - ha anche messo in luce alcuni squilibri: la mancanza dei laici e la presenza in 20 anni di una sola religiosa. In secondo luogo, don Zhang ha così riassunto la pubblicazione dei testi liturgici in Cina: “Negli ultimi 20 anni sono stati pubblicati ben 128 testi liturgici in Cina, divisi in 8 categorie: Messale e rituali dei Sacramenti (33 testi), Principi della liturgia (27), esegesi (29), dizionari e manuali liturgici (10), Preghiere liturgiche (27), Settimanale di spiritualità liturgica (2 pubblicazioni), calendari (5) e canti sacri”. (A.L.)

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    Taiwan: Saveriani in festa per la canonizzazione del fondatore Guido Maria Conforti

    ◊   I figli spirituali di Taiwan di San Guido Maria Conforti, fondatore dei Saveriani, hanno festeggiato la sua canonizzazione, celebrata in San Pietro lo scorso 23 ottobre, in comunione con gli 850 missionari Saveriani sparsi nel mondo. Il cardinale Paul Kuo-hsi Shan, vescovo emerito di Kaohsiung, ha ricordato la vicinanza tra Saveriani e Gesuiti: “S. Ignazio e S. Francesco Saverio – ha ricordato il porporato - sono stati amici e compagni”. Il cardinale, originario di un paese vicino alla città dove i Saveriani hanno iniziato la loro missione, ha rievocato la vita di San Guido Maria Conforti, il suo zelo missionario, sottolineando la necessità di seguire oggi le sue orme “nella vita quotidiana, sul posto di lavoro e dovunque ci troviamo” sulla strada dell’evangelizzazione. In onore del Santo - riferisce l’agenzia Fides - è stata inaugurata una statua, allestita una mostra e proiettato un documentario. I Saveriani, dopo aver lasciato la Cina nel 1952, si diffusero in 20 nazioni. Dal '67 al '72 si stabilirono a Taiwan, assumendo la conduzione della parrocchia San Francesco Saverio di Taipei. Di particolare impegno, il ministero del dialogo ecumenico e interreligioso, che ha portato a frequenti incontri con leader religiosi. (G.C.)

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    Governo Monti: messaggi del metropolita Hilarion ad Andrea Riccardi e Lorenzo Ornaghi

    ◊   “La politica italiana e mondiale ha urgente bisogno di un nuovo impegno di cristiani autentici che sappiano riproporre, prima con l’esempio della vita e poi con le parole, i valori sempre attuali che scaturiscono dalla fonte eterna del Vangelo”. E’ quanto si legge in un messaggio, ripreso dall'agenzia Sir, che il metropolita Hilarion, presidente del Dipartimento per le relazioni esterne del Patriarcato di Mosca, ha inviato ad Andrea Riccardi, fondatore della Comunità di Sant’Egidio, per esprimergli la “gioia e la soddisfazione” della Chiesa ortodossa russa per la sua nomina a Ministro. “Mi congratulo con lei – scrive il metropolita russo - per questa nomina che testimonia della stima delle autorità e del popolo italiano sia per la sua attività professionale, che per l’impegno Suo personale e della Comunità di Sant’Egidio da lei fondata in favore della pace, della giustizia e dell’amicizia tra i popoli”. Il metropolita russo ha inviato un messaggio di congratulazioni anche al neo-ministro dei Beni Culturali, Lorenzo Ornaghi, rettore dell'Università cattolica di Milano. “L’arena politica italiana e mondiale – si legge nel testo - necessitano sempre più della presenza attiva dei cristiani. Per i credenti, ogni responsabilità pubblica è, nello stesso tempo, una chiamata di Dio e una possibilità di servizio. Il ministro, come ci indica lo stesso nome, è un servitore. Sono sicuro che questo spirito di servizio a Dio e al prossimo caratterizzerà il suo lavoro”. (A.L.)

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    Comunità dell’Emmanuel: incontro di preghiera a Roma

    ◊   Nel cuore di Roma canti, spettacoli, momenti di preghiera e adorazione alla luce del Vangelo. E’ quanto accadrà questa sera, quando diversi ragazzi della Comunità dell’Emmanuel si ritroveranno in piazza Campo de’ Fiori, centro nevralgico della “movida” romana, per una nuova iniziativa di evangelizzazione e preghiera. “Ci ritroviamo alle 21 - spiega padre Eric Jacquinet, membro della comunità e responsabile della sezione giovani del Pontificio Consiglio per i Laici - e cerchiamo di avvicinarci e parlare con i tantissimi ragazzi che sono sulla piazza”. “Alle 21.30 – aggiunge - iniziamo la preghiera di mezz’ora sotto l’immagine della Madonna”. L’immagine è quella in un’edicola dedicata alla Vergine Maria. Fronteggia la celebre statua di Giordano Bruno, ma agli occhi di molti romani e turisti passa quasi inosservata. I ragazzi della Comunità dell’Emmanuel accenderanno una candela, reciteranno il Rosario. “Chi vuole - spiega padre Jacquinet alla rivista diocesana “RomaSette” - può unirsi e pregare con noi”. In occasione di questa iniziativa, la chiesa di San Lorenzo in Damaso, a piazza della Cancelleria, resterà aperta fino a mezzanotte. “Con questa forma di preghiera in piazza gettiamo un seme - spiega il parroco don Carlo Purgatorio – e lanciamo una sfida al centro storico, con la finalità positiva di contattare e coinvolgere i tantissimi giovani che passano per Campo de’ Fiori”. Oltre a quello di questa sera, è previsto un altro appuntamento, sempre in Campo de’ Fiori, il prossimo 17 dicembre. Il modello di riferimento è la chiesa di Sant’Agnese in Agone, a piazza Navona, che dal 2001 ogni giovedì sera rimane aperta dalle 21 alle 24 per il Santo Rosario, la Messa e l’adorazione eucaristica. “Sant’Agnese in questi anni - sottolinea don Maurizio Mirilli, direttore del Servizio diocesano per la pastorale giovanile della diocesi - è divenuta un faro per la preghiera dei giovani di Roma. Ora vogliamo provare a diffondere il modello sul territorio, puntando sulle potenzialità delle singole realtà parrocchiali”. L’obiettivo è di creare una rete di preghiera tra le parrocchie del centro. (A.L.)

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    24 Ore nel Mondo



    Violenze in Siria per l’ennesimo venerdì di proteste. Damasco accetta gli osservatori della Lega Araba

    ◊   In Siria si contano già cinque vittime, tra cui un bambino, in quello che si profila come l’ennesimo venerdì di proteste antigovernative. Dopo la preghiera, in molte città del Paese la folla è scesa in strada per invocare la fine del governo Assad. Intanto, Damasco ha accettato la missione di osservatori della Lega Araba, mentre i ministri degli Esteri di Turchia e Francia hanno chiesto sanzioni più severe contro il governo siriano. Il servizio di Marco Guerra:

    Sul terreno non accenna a placarsi lo scontro tra i manifestanti antigovernativi e le forze di sicurezza siriane. Con le vittime di questa mattina, è salito a 26 morti il bilancio delle violenze nelle ultime 24 ore in diverse località del Paese, fornito dai Comitati di coordinamento dell'opposizione. Al momento, si segnalano operazioni dell'esercito ad Hama, mentre la notte scorsa due villaggi sono stati bombardati dalle truppe governative in risposta alle azioni di unità militari passate al fianco degli oppositori. Di fronte a questi nuovi scontri, i ministri degli Esteri di Turchia e Francia, riuniti oggi ad Ankara, si sono trovati d’accordo nel chiedere sanzioni più dure. “C’è il pericolo che questa situazione si trasformi in una guerra civile, ormai Damasco non ha più tempo”, hanno aggiunto i due titolari degli Esteri. Ma la tensione potrebbe allentarsi grazie alla decisione del governo di accettare la missione di osservatori della Lega Araba. Mercoledì scorso, l’organismo panarabo aveva dato alla Siria tre giorni per accettare la missione o subire sanzioni. Oggi, Damasco ha inviato un messaggio al segretario generale della Lega Araba, Nabil el Araby, contenente un progetto di protocollo sullo status giuridico e sul ruolo della missione degli osservatori.

    Iran-nucleare
    Il recente rapporto dell’agenzia Onu sul nucleare iraniano è oggi, a Vienna, al centro della riunione a porte chiuse della stessa Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea). Secondo fonti diplomatiche, le 35 potenze mondiali sedute al tavolo hanno raggiunto un'intesa per una risoluzione che critica duramente l'Iran per la sua attività nucleare, ma non pone scadenze né richiede sanzioni. Il documento auspica una soluzione diplomatica e invita l'Iran a nuovi negoziati “senza precondizioni”. Intanto, il numero uno del Pentagono, Leon Panetta, ha avvertito che un eventuale attacco contro l’Iran potrebbe avere un impatto negativo su tutta l’economia mondiale.

    Afghanistan, pacificazione
    Dopo il dibattito sul progetto di accordo di cooperazione strategica fra Afghanistan e Stati Uniti, alla Loya Jirga in corso a Kabul oggi è il giorno della discussione su un possibile dialogo con l'opposizione armata, in particolare con i talebani. Il servizio di Giada Aquilino:

    È il dialogo coi talebani uno dei nodi cruciali per gli oltre duemila delegati dalla Loya Jirga, la Grande assemblea convocata a Kabul dal presidente afghano, Hamid Karzai. Nei primi giorni di lavori, iniziati mercoledì scorso, l’attenzione dei partecipanti è andata all’esame di un progetto di accordo di cooperazione strategica fra Afghanistan e Stati Uniti. Ma - ha fatto sapere la portavoce della Jirga, Safia Siddiqi - Washington ha chiesto che le condizioni statunitensi poste per la firma dell’intesa non vengano rese note. Al momento si sa che le parti intendono arrivare a un accordo della durata di dieci anni, partendo dal 2014, data del ritiro della Forza internazionale di assistenza alla sicurezza (Isaf), per arrivare al 2024. Dopo l’esame della Jirga, toccherà al parlamento approvare l’eventuale accordo. I duemila delegati stanno anche formulando suggerimenti per nuovi negoziati di pace, in primis coi talebani, che però si sono già detti contrari a trattative col governo finché ci sarà una presenza militare straniera in Afghanistan. E lo hanno dimostrato con l’attentato del 20 settembre scorso, nel quale ha perso la vita il presidente dell'Alto consiglio per la pace, Burhanuddin Rabbani. Sul terreno peraltro proseguono le violenze. Ieri, a Kabul, due razzi erano esplosi a poca distanza dalle tende dove si tengono i lavori della Jirga, mentre oggi una bomba è esplosa nella provincia di Nangarhar, vicino al confine pakistano, uccidendo quattro bambini e ferendone altri sei.

    Borse-Europa
    Andamento contrastato per le borse europee: in mattina avevano aperto tutte decisamente in calo, ma nelle ultime contrattazioni sono entrate territorio positivo grazie all'ulteriore calo dello spread tra titoli di stato italiani e spagnoli e Bund tedeschi. Stabile sopra i 160 punti il differenziale tra i decennali di Francia e Germania.

    Economia Ue-Draghi
    "Ci aspettiamo che l'attività economica s'indebolisca in gran parte delle economie avanzate", "nell'area euro i rischi sono aumentati": anche per questo la Banca centrale europea (Bce) ha tagliato i tassi. Sono parole di Mario Draghi, neopresidente della Bce, al suo primo intervento pubblico. Il servizio di Salvatore Sabatino:

    Disegna un quadro a tinte fosche il neopresidente della Bce, Mario Draghi, perché "ci aspettiamo – dice – che l'attività economica s'indebolisca in gran parte delle economie avanzate". Nessun Paese, insomma, può considerarsi al riparo dall'attuale crisi. E in risposta alle difficoltà del momento, rimangono "della massima importanza" le misure straordinarie introdotte dalla Bce nel corso degli ultimi tre anni, fra cui le aste a finanziamento illimitato e a lunga durata. Ma i Paesi dell'Eurozona, ha continuato Draghi, non devono dipendere solo dalla Bce ma devono "implementare con la massima urgenza le decisioni del summit europeo". La ricetta per evitare il peggio, insomma, è chiara: “Una governance economica molto più robusta" e in tempi brevi. Il primo passo? Per Draghi, bisogna iniziare dall'immediata messa in atto delle misure di rafforzamento del fondo di salvataggio Efsf, il cosiddetto "Salva-stati". Non manca, poi, un accenno alle economie emergenti, con le quali è cruciale, "lavorare insieme”; sono queste , infatti, le economie che sono riuscite a creare dei "cuscinetti" fiscali e finanziari sufficienti ad attutire l'impatto della crisi”. Nel suo discorso, il presidente della Bce, ha infine messo l'accento su come il mandato primario di Francoforte rimanga quello di ancorare le attese di inflazione e ha ribadito come l'Eurotower prenda le sue decisioni nella massima indipendenza.

    Stati Uniti-"indignati"
    Con oltre 240 arresti e 17 feriti - dieci manifestanti e sette agenti di polizia - si è conclusa la grande mobilitazione di ieri a New York contro il mondo della finanza. Circa 30 mila persone hanno risposto al “giorno di mobilitazione” indetto dal movimento “Occupy Wall Street”. I manifestanti hanno prima tentato di occupare la sede della Borsa di New York, quindi hanno sfilato sul ponte di Brooklyn prima di essere sgombrati dalla polizia.

    Spagna
    Si chiude stasera la campagna elettorale per le elezioni politiche anticipate in Spagna, in programma domenica prossima. Il candidato premier del centrodestra, Mariano Rajoy, e il socialista Alfredo Rubalcaba saranno a Madrid per i comizi finali. Gli ultimi sondaggi pubblicati dalla stampa spagnola danno al Partito popolare un vantaggio di fra 14 e 18 punti sul Partito socialista e la maggioranza assoluta al Congresso dei deputati. Intanto, gli "indignados" spagnoli, in protesta dal 15 maggio scorso, hanno invitato gli elettori a depositare scheda bianca nelle urne.

    Il partito di Aung San Suu Kyi parteciperà alle elezioni suppletive in Myanmar
    In Myanmar, il partito della leader dissidente e Nobel per la Pace, Aung San Suu Kyi, ha deciso di prendere parte alle elezioni suppletive per 48 seggi parlamentari vacanti. Il servizio di Giovanni Cossu:

    La decisione è stata presa ieri dai delegati della Lega nazionale per la democrazia. Nella riunione, i quadri hanno anche scelto di registrare ufficialmente il partito della leader dissidente. L’anno scorso, infatti, il governo lo aveva costretto allo scioglimento forzato in seguito al suo boicottaggio delle elezioni. Aung San Suu Kyi si è detta favorevole alla partecipazione alle consultazioni, ma non ha rivelato se si candiderà personalmente. In giornata, il presidente americano, Barack Obama, ha telefonato alla leader dell'opposizione per parlare delle aperture avviate dalla ex giunta militare. Da Bali, Obama ha affermato che in Myanmar ci sono ''barlumi di progresso'' verso riforme democratiche e ha aperto a rinnovate relazioni tra Washington e Rangoon. Inoltre, Il mese prossimo Hillary Clinton si recherà in visita nel Paese asiatico, la prima di un ministro degli Esteri Usa da 50 anni a questa parte. Segnali che indicano un miglioramento della situazione politica nell’ex Birmania. Nei giorni scorsi, dopo un incontro con il presidente Thein Sein, la Nobel per la pace si era detta soddisfatta della disponibilità al “cambiamento” esibita dal nuovo capo dello Stato. (Panoramica internazionale a cura di Marco Guerra e Giovanni Cossu)

    Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LV no. 322

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    E' possibile ricevere gratuitamente, via posta elettronica, l'edizione quotidiana del Bollettino del Radiogiornale. La richiesta può essere effettuata sulla home page del sito www.radiovaticana.va/italiano.

    Segreteria di redazione: Gloria Fontana, Mara Gentili, Anna Poce e Beatrice Filibeck, con la collaborazione di Vera Viselli.