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Sommario del 12/11/2011

Il Papa e la Santa Sede

  • Il Papa sulle staminali embrionali: nessuna promessa di salute vale la distruzione di una vita umana
  • Benedetto XVI incontra il presidente del Consiglio dell’Unione Europea Herman Van Rompuy
  • Van Rompuy alla Gregoriana: Europa unita da valori fondati sull'amore
  • Altre udienze
  • “Incomprensioni, Chiesa Cattolica e media”: la riflessione del cardinale Ravasi
  • Padre Lombardi: l'economia in crisi ha bisogno di aprirsi a un orizzonte di gratuità
  • Oggi su "L'Osservatore Romano"
  • Oggi in Primo Piano

  • Il cardinale Bagnasco: il credente non rinunci mai ai propri valori, sì alla mediazione ma non su tutto
  • Vertice dei Paesi dell’Asia-Pacifico: in discussione il valore del dollaro sullo yuan
  • Tensione in Congo in vista delle elezioni. Appello del cardinale Monsengwo
  • Giornata mondiale della colonna vertebrale: prima di tutto la prevenzione
  • A Roma il Festival dedicato al cinema israeliano
  • Il commento di padre Bruno Secondin al Vangelo della Domenica
  • Chiesa e Società

  • India: fedeli in preghiera nella “Giornata per i perseguitati”
  • Thailandia: comunità religiose diverse, unite nel soccorso ai profughi delle alluvioni
  • Filippine: a Mindanao ucciso un operatore dei mass media
  • Filippine: pellegrinaggio per padre Tentorio
  • Indonesia: musulmani e cristiani uniti per difendere i diritti delle minoranze
  • A Tunisi la Conferenza episcopale regionale del Nord dell’Africa
  • Nigeria. Mons. Doeme: “alcuni politici responsabili delle violenze contro i cristiani”
  • Zambia. Primo incontro ufficiale neo-presidente Sata-vescovi: ribadita la disponibilità a collaborare
  • Francia: dall’Assemblea plenaria dei vescovi rinnovato impulso al ruolo dei laici
  • Kazakhstan: chiuse chiese e moschee nelle carceri. Isolamento per chi prega in cella
  • Vietnam: boom di vocazioni al sacerdozio e di giovani catechisti
  • La teologia del corpo al centro del convegno tenutosi al Regina Apostolorum
  • Convegno nazionale di pastorale giovanile sulla dimensione comunitaria della fede
  • A Fiuggi il 35.mo convegno nazionale delle Caritas diocesane
  • Internet: il web compie 20 anni
  • L’Africa diventa il secondo mercato mondiale di telefonia mobile
  • Genova: la mostra su Van Gogh e Gauguin dedicata alle vittime dell’alluvione
  • A Roma torneo di calcio con finanzieri, militari e sacerdoti in nome dell’etica sportiva
  • 24 Ore nel Mondo

  • Italia. Alla Camera l'approvazione della legge di stabilità, poi le dimissioni di Berlusconi
  • Il Papa e la Santa Sede



    Il Papa sulle staminali embrionali: nessuna promessa di salute vale la distruzione di una vita umana

    ◊   Chi persegue la ricerca sulle cellule staminali embrionali, distruggendole nel nome del progresso della medicina, commette una “grave violazione del diritto alla vita di ogni essere umano”. È l’affermazione cardine del discorso che Benedetto XVI ha rivolto questa mattina ricevendo in udienza in Vaticano i partecipanti alla Conferenza internazionale incentrata sullo studio delle cellule staminali adulte. Il loro utilizzo, ha affermato invece il Papa, non solleva problemi etici e permette alla scienza di essere realmente al servizio del bene dell’umanità. Il servizio di Alessandro De Carolis:

    Una certa ricerca scientifica non vorrebbe avere barriere etiche, in nome della promessa di migliore salute che dice di poter offrire – promessa, certo, di grande presa pubblica – ma anche in nome dei notevoli guadagni privati che tale ricerca può comportare. La Chiesa, che considera la vita un dono sacro di Dio, ha sempre rifiutato questa mentalità perché, ha asserito questa mattina il Papa, il progresso senza regole ha “costi umani inaccettabili”. La ricerca sulle cellule staminali embrionali e quella sulle cellule staminali adulte delinea in modo netto questa diversità di visione, sulla quale Benedetto XVI è tornato a pronunciarsi. Anzitutto, il Pontefice ha messo in chiaro le bellezza della scienza in quanto capacità dell’ingegno umano di “esplorare le meraviglie dell'universo, la complessità della natura e la bellezza peculiare della vita, compresa la vita umana”. Tuttavia, ha obiettato:

    “Since human beings are endowed…
    Dal momento che gli esseri umani sono dotati di anima immortale e sono creati ad immagine e somiglianza di Dio, ci sono dimensioni dell'esistenza umana che si trovano oltre i limiti di ciò che le scienze naturali sono competenti a determinare. Se tali limiti vengono violati, c'è il serio rischio che la dignità unica e inviolabile della vita umana possa essere subordinata a considerazioni meramente utilitaristiche”.

    “La mentalità pragmatica che spesso influenza le decisioni nel mondo di oggi – ha incalzato Benedetto XVI – è fin troppo pronta a usare tutti i mezzi disponibili per raggiungere il fine desiderato, nonostante l’ampia prova delle conseguenze disastrose indotte da un tale pensiero”. Quando, ha osservato, la fine è in vista al punto che non c‘è niente di più “altamente auspicabile” come la scoperta di una cura per le malattie degenerative, ciò rappresenta una tentazione per “gli scienziati e i responsabili politici a spazzare via le obiezioni etiche e a procedere con qualsiasi ricerca che paia offrire la prospettiva di una svolta”:

    “Those who advocate research on embryonic stem cells…
    Coloro che sostengono la ricerca sulle cellule staminali embrionali nella speranza di raggiungere un tale risultato commettono il grave errore di negare il diritto inalienabile alla vita di ogni essere umano, dal momento del concepimento alla morte naturale. La distruzione anche di una sola vita umana non può mai essere giustificata nei termini del beneficio che essa un giorno potrebbe portare a un altro”.

    Sul versante opposto, la ricerca sulle cellule staminali adulte rispetta i limiti etici ed è immagine di una scienza che “può dare un contributo davvero notevole alla promozione e alla salvaguardia della dignità dell'uomo”. Per questo anche i progressi in questo settore, ha affermato il Papa, possono ritenersi “molto considerevoli” poiché la possibilità di guarigione delle malattie degenerative croniche non è fatta a scapito degli embrioni umani ma, ha ricordato, “utilizzando tessuti di un organismo adulto, il sangue del cordone ombelicale al momento della nascita, o tessuti di feti morti di morte naturale”:

    “The improvement that such theapies…
    Il miglioramento che tali terapie promettono costituirebbe un significativo passo in avanti nella scienza medica, portando nuova speranza ai malati e alle loro famiglie. Per questo motivo, la Chiesa offre naturalmente il suo incoraggiamento a coloro che sono impegnati nel condurre e sostenere la ricerca di questo tipo, sempre a condizione che sia effettuata nel rispetto per il bene integrale della persona umana e il bene comune della società”.

    Ne deriva, ha soggiunto, “che il dialogo tra scienza ed etica è della massima importanza al fine di garantire che i progressi della medicina non siano mai ottenuti al prezzo di costi umani inaccettabili”. E poi, oltre a “considerazioni puramente etiche”, ci sono – ha precisato Benedetto XVI – questioni di natura sociale, economica e politica che devono essere affrontati per garantire che i progressi della scienza medica vadano di pari passo con una giusta ed equa disponibilità di servizi sanitari":

    “The Church thinks not only of the unborn…
    La Chiesa non pensa solo al nascituro, ma anche a coloro che non hanno facile accesso a costose cure mediche. La malattia non fa eccezione fra le persone e giustizia vuole che ogni sforzo sia fatto per mettere i frutti della ricerca scientifica a disposizione di tutti coloro che ne trarranno beneficio, indipendentemente dai loro mezzi”.

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    Benedetto XVI incontra il presidente del Consiglio dell’Unione Europea Herman Van Rompuy

    ◊   Stamani il Papa ha ricevuto in Vaticano il presidente del Consiglio dell’Unione Europea, Herman Van Rompuy, che poi si è incontrato con il cardinale segretario di Stato Tarcisio Bertone e con mons. Dominique Mamberti, segretario per i Rapporti con gli Stati.

    “I colloqui, svoltisi in un clima di cordialità – riferisce un comunicato della Sala Stampa vaticana - hanno permesso un utile scambio di opinioni sulla situazione internazionale e sul contributo che la Chiesa Cattolica desidera offrire all’Unione Europea. Nel corso del dialogo ci si è soffermati, inoltre, sulla promozione dei diritti umani ed, in particolare, della libertà religiosa”.

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    Van Rompuy alla Gregoriana: Europa unita da valori fondati sull'amore

    ◊   “Vivere insieme nell’Europa di oggi". Questo il tema dell’incontro che si è svolto stamane alla Pontificia Università Gregoriana. Un’occasione per parlare del concetto di “Europa”, in questo momento di crisi, con il presidente del Consiglio europeo Herman Van Rompuy, e col presidente emerito della Corte costituzionale italiana Giovanni Maria Flick. Presenti all’incontro anche importanti autorità ecclesiali, come padre Adolfo Nicolàs, preposto generale della compagnia di Gesù e il cardinale Zenon Grocholewski, prefetto della Congregazione per l’Educazione Cattolica. Il servizio è di Michele Raviart.

    “Poco importa che l’Europa sia la più piccola delle quattro parti del mondo, poiché è la più considerevole di tutte per il Cristianesimo, la cui morale caritatevole tende solo al benessere della società”. Si apre con questa citazione dall’insospettabile Enciclopedia di Diderot e D’Alambert la riflessione del presidente Van Rompuy alla Pontificia Università Gregoriana sull’essenza del vivere insieme europeo. Un’essenza che parte dall’uomo, indivisibile nella sua singolarità e centro di ogni comunità. L’uomo che si “sente dell’Europa” è un uomo multiforme, che non confonde le sue identità culturali e nazionali in quella europea, ma viene da questa arricchita:

    “Ici aussi je crois en celles-ici identités plurielles”…
    “Credo in queste identità pluralistiche che fanno sì che un abitante di Roma possa considerarsi perfettamente come romano, italiano ed europeo. Una identità non ne esclude necessariamente un’altra. Io credo che l’avvenire dell’Unione Europea risieda nella sua accettazione di un’identità europea definita come identità di spirito, di 'vissuto', e non come identità di una sedicente nazione europea. Concepire l’uomo come un essere puramente individualista, razionale e cosmopolita, è a mio avviso un grande errore”.

    Il presidente del Consiglio europeo sottolinea inoltre come l’Europa, come progetto politico, sia stata la risposta agli orrori della guerra e della Shoah e sia stata costruita sulla tomba di milioni di innocenti. Una risposta collettiva di rifiuto alla barbarie e al totalitarismo, in nome di certi valori, che riuniti formano un’unione valoriale più profonda di quella politica. Ma cos’è questa “unione di valori”? Risponde lo stesso Van Rompuy:

    “Au risque de vous surprendre”…
    “Al rischio di soprendervi, dirò che questa si fonda alla fine ... sull’amore. Perché la solidarietà è diventata ai giorni nostri, troppo istituzionale. Un concetto che, per non essere sterile, implica una nozione di condivisione e di amore. Di amore nelle sue molteplici forme. Di amore che io qualificherei gratuito, nel senso di dono”.

    Una spinta propulsiva per un’Europa in continua costruzione, una costruzione “a piccoli passi" tanto a livello filosofico, quanto politico ed economico, in nome di quei valori che vanno ben oltre la tutela di un mercato comune. Giovanni Maria Flick, presidente emerito della Corte costituzionale italiana:

    “Vale la pena di guardare agli ultimi 60 anni del cammino di vita europea anche sotto un altro profilo, forse troppo trascurato rispetto a quello della moneta, dell’economia e del mercato che oggi più ci preoccupano. Il profilo al quale mi riferisco è l’aver posto al centro della convivenza europea i diritti fondamentali e la loro tutela. Lo diamo così scontato da temere ora che gli stranieri, gli esclusi, gli immigrati possano insidiarlo, nonostante la tradizione e la cultura dei diritti fondamentali rappresentino il dna dell’identità europea”.

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    Altre udienze

    ◊   Benedetto XVI ha ricevuto questa mattina in udienza anche il cardinale Marc Ouellet, prefetto della Congregazione per i Vescovi.

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    “Incomprensioni, Chiesa Cattolica e media”: la riflessione del cardinale Ravasi

    ◊   “Incomprensioni, Chiesa Cattolica e media” è stato il tema dell'incontro svoltosi nei giorni scorsi in Vaticano su iniziativa dell'Osservatore Romano, in occasione del suo centocinquantesimo anniversario. Dopo un'introduzione, affidata al direttore del quotidiano della Santa Sede, Giovanni Maria Vian, docenti universitari e giornalisti di diverse testate internazionali, hanno tenuto relazioni dedicate ai temi che nella storia del Pontificato hanno generato problemi di comprensione tra la Chiesa e il mondo della comunicazione. A trarre le conclusioni è stato il cardinale Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della Cultura. Fabio Colagrande lo ha intervistato:

    R. – Io ho dovuto trarre le conclusioni di questo incontro, che è stato molto articolato, molto ampio e soprattutto affidato a giornalisti – tra virgolette – laici: a persone cioè che non avevano una funzione di loro natura apologetica, di autodifesa. C’erano rappresentanti di “Le Figaro”, “The Guardian”, e “Die Welt”, giornali spagnoli e la televisione spagnola. Quindi eravamo di fronte ad un ambito, ad un orizzonte molto variegato, ma anche molto attento, che ha fatto delle analisi, alcune volte molto rigorose, anche con tutta una serie di critiche ben puntuali e puntute anche. Io ho voluto anche raccogliere, dando una sorta di pentagramma, le leggi generali da tenere sempre presenti, tenendo conto della grande rivoluzione che è avvenuta nella comunicazione ai nostri giorni, che non è più quella che – per esempio – si aveva al tempo dell’Humanae Vitae o al tempo del Concilio, in cui dominava ancora la cosiddetta stampa. Ora noi abbiamo la virtualità, l’informazione accelerata all’estremo, la televisione e l’immagine. Ho dato alcune indicazioni che potrei riassumere in due volti, in due traiettorie fondamentali. Da una parte, ricordare sempre che è indispensabile che il messaggio cristiano dialoghi col mondo e quindi deve tener conto che può anche andare incontro ad equivoci e deve soprattutto tener conto anche della difficoltà di comprensione tante volte del nostro linguaggio, alcune volte autoreferenziale; ma deve anche essere pronto ormai ad avere i canali di comunicazione ben precisi. Dall’altra parte, deve essere però anche consapevole che questo dialogo non vuol dire scolorire e annullare la dimensione del messaggio cristiano che di sua natura ha una forza anche di scandalo, di provocazione. E’ un movimento, quasi, a due facce su due orizzonti: da un lato ha grande apertura, sensibilità e attenzione; e, dall’altra parte, non deve scolorire il proprio messaggio. Devo dire che anche in conclusione ha voluto evocare che questo problema non è un problema soltanto nostro. Ho fatto riferimento alle Lettere Paoline che sarebbero passibili di una lettura tutta riguardante i problemi critici che Paolo ha dovuto affrontare nella comunicazione del suo messaggio. In tutte le Lettere ci sono veramente delle questioni che sono quasi analoghe, anche se i temi sono diversi, alle difficoltà che noi abbiamo dovuto attraversare. Tutte le volte – come ha fatto Paolo – che si tenta di entrare nell’interno di un mondo in ebollizione, in mutamento – com’era allora il mondo greco, com’è il mondo informatico attualmente – è inesorabile che si debbano avere questi problemi. Fanno parte del movimento, della vita stessa, ma devono essere accuratamente seguiti e vissuti. (mg)

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    Padre Lombardi: l'economia in crisi ha bisogno di aprirsi a un orizzonte di gratuità

    ◊   Parlare della gratuità come di un elemento innovatore del mondo della finanza può apparire una sterile provocazione. Eppure, in un momento in cui la corsa senza limiti al profitto attuata dai mercati e da chi vi specula ha gettato il mondo nella palude di una grave crisi, in molti si interrogano su quali possano essere dei validi modelli economici alternativi, in grado di garantire equità e sviluppo. Anche Benedetto XVI, nella Caritas in veritate, si è interrogato sulla questione, proponendo la visione della Dottrina sociale della Chiesa. Lo ricorda il nostro direttore, padre Federico Lombardi, in questo editoriale per il settimanale “Octava dies” del Centro Televisivo Vaticano:

    Mentre la crisi economica travaglia il continente europeo e suscita tensioni, preoccupazioni e angosce in buona parte del mondo, sfidando le menti e le capacità di politici ed economisti, un piccolo contributo per ritrovare un punto di appoggio per la speranza comune potrebbe venire anche dal discorso del Papa ai giovani, riuniti a Roma in occasione dell’Anno europeo del volontariato. Si tratta di ricordarsi della “gratuità”, cioè del non vivere di soli interessi, ma anche di dono. Quella gratuità di cui il Papa aveva già parlato nell’ultima Enciclica scrivendo: “Il mercato della gratuità non esiste e non si possono disporre per legge atteggiamenti gratuiti. Eppure sia il mercato sia la politica hanno bisogno di persone aperte al dono reciproco”. E aggiungeva: “Perché vi sia vera giustizia è necessario aggiungere la gratuità e la solidarietà”; “bisogna andare oltre la logica degli equivalenti e del profitto fine a se stesso”.

    Sono verità che non restano fra le nuvole, ma si radicano nell’esperienza quotidiana migliore, a cominciare dalla vita in famiglia. Per ispirare i giovani, il Papa ricorda anche le parole di Gesù: “Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date!” (Mt 10.8). Insomma, non di solo pane vive l’uomo. Ma anche di rapporti fra persone libere che si rispettano e si preoccupano le une delle altre e si amano, al di là dei calcoli. Di qui si ricostruisce la fiducia reciproca fra le persone e fra i popoli. E’ il punto di appoggio di cui c’è bisogno per risollevare il mondo.

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    Oggi su "L'Osservatore Romano"

    ◊   Nulla giustifica la distruzione anche di una sola vita umana: Benedetto XVI ai partecipanti al convegno promosso dal Pontificio Consiglio della Cultura.

    In prima pagina, un editoriale di Lucetta Scaraffia dal titolo "Storia di un'amicizia": il carisma di don Giussani raccontato in un libro di Francesco Ventorino.

    Nell'informazione internazionale, un articolo di Pierluigi Natalia dal titolo "Torna teatro di guerra la frontiera tra Sudan e Sud Sudan".

    Da Pietro a Benedetto XVI passando per Costantino: in cultura, anticipazione di alcuni stralci di tre capitoli del libro "Storia dei Papi" del gesuita John H. O'Malley, storico della Chiesa e professore di teologia alla Georgetown University.

    Non tutto si può mediare: nell'informazione religiosa, il cardinale presidente della Cei Angelo Bagnasco sull'impegno dei laici nella vita pubblica.

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    Oggi in Primo Piano



    Il cardinale Bagnasco: il credente non rinunci mai ai propri valori, sì alla mediazione ma non su tutto

    ◊   Il credente, anche quello impegnato in politica, non rinunci mai ai propri valori. Lo ha detto il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Cei, nella prolusione pronunciata alla Pontificia Università della Santa Croce, a Roma, in occasione dei 25 anni dell'Istituto superiore di scienze religiose. Il cardinale ha ribadito come la Chiesa non sia schierata politicamente e che sui valori costitutivi non esiste mediazione. Alessandro Guarasci.

    Il cattolico - è l'esortazione del cardinale Angelo Bagnasco - abbia sempre come riferimento il magistero della Chiesa. E chi è in politica deve ricercare la mediazione per il bene comune, ma non su tutto:

    “Su moltissime cose ci possono e ci devono essere delle mediazioni. Ma non su tutto ci può essere mediazione, perché in Italia ormai c’è una frontiera - ed ancor più c’è in Europa - sulla quale la categoria della mediazione diventa un’uccisione dei valori che si vogliono mediare. Quando questi valori sono costitutivi e quindi, com’è noto, irrinunciabili - perché rinunciarvi significa distruggere l’umano -, mediare su questa frontiera non è opera politica buona, ma è andare contro l’umanità dell’uomo”.

    La Chiesa quindi incoraggia i fedeli laici a partecipare alla vita politica, ma con una giusta visione dei rapporti tra comunità ecclesiale e comunità politica. E questo perché la Chiesa non solo ha molto da fare, per costruire reti sociali, ma anche molto da dire, perché il suo fare è radicato nell’annuncio. Il cardinale Bagnasco:

    “La Chiesa può e deve parlare a tutti e non può tacere, perché se fosse schierata non potrebbe parlare al mondo. La Chiesa è schierata, certo. Lo è dalla parte di Dio, e quindi dell’uomo. Allo stesso tempo, fa parte della sua missione dare il suo giudizio morale anche su cose che riguardano l’ordine politico quando ciò sia richiesto dai diritti fondamentali della persona e dalla salvezza delle anime”.

    Del momento politico attuale ha parlato il segretario generale della Cei, mons. Mariano Crociata. ''Il momento che il nostro Paese sta attraversando ha carattere di difficoltà straordinaria – detto – Seguiamo con viva apprensione per il bene della nostra gente, gli sviluppi al momento non definiti''.

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    Vertice dei Paesi dell’Asia-Pacifico: in discussione il valore del dollaro sullo yuan

    ◊   Ci sarà soprattutto l’economia al centro del vertice dei Paesi dell’Asia-Pacifico, che si apre oggi ad Honolulu, nelle Hawaii. In queste ore l’arrivo del presidente Usa Obama, che avrà colloqui con il suo omologo russo Medvedev e con quello cinese Hu Jintao. Uno dei temi chiave verte sulle monete e in particolare sulla difesa del dollaro nei confronti dello yuan. Sulle difficoltà di questo processo Eugenio Bonanata ha intervistato Nico Perrone, docente di Storia americana all'Università di Bari:

    R. – E’ una battuta difficilissima, con un fatto nuovo però: gli Stati Uniti si rendono conto – credo per la prima volta – che è necessario avere un rapporto continuo con una potenza come la Cina e anche naturalmente con la Russia. Questo credo che sia il vero fatto nuovo e che Obama coglie: coglie lui ma con un congresso che non è tutto in linea sulle sue posizioni e quindi la posizione di Obama è molto difficile. E’ la posizione di un uomo intelligente, che sa capire i mutamenti della storia, ma che deve lavorare molto politicamente per farlo capire agli altri.

    D. – Il Congresso chiede azioni decise nei confronti della Cina e dello yuan a difesa del dollaro. Un’impresa difficile…

    R. – E’ un’impresa disperata. Si preme su Obama perché realizzi quello che Obama politicamente non può realizzare, perché la potenza dell’America non è più assoluta come è stato. Obama ne è consapevole; il congresso in parte ne è consapevole e in parte no; l’opinione pubblica americana ne è forse ancor meno consapevole…

    D. – Che chance ci sono per portare a casa dei risultati che possano poi essere utili per l’intera economia globale?

    R. – Le possibilità sono soltanto quelle di una negoziazione su posizioni diverse da quelle che gli Stati Uniti tradizionalmente avevano. C’è, per esempio, la necessità di una seria negoziazione con l’Europa: gli Stati Uniti – e diciamolo francamente – avevano anche un pochino cercato di minare l’euro e hanno dovuto prendere atto che l’euro certamente è ugualmente debole in questo momento. Gli Stati Uniti hanno anche dovuto prendere atto che si trattava di un’operazione – quella dello smantellamento dell’euro – che non si potevano permettere, perché non avevano alle spalle un dollaro forte come fu un tempo - e io insisto sul passato remoto - come fu un tempo perchè adesso non lo è più assolutamente! Quindi c’è la necessità di un'azione politica in un’operazione faticosissima, che non è detto che riesca, però…

    D. – Altro fronte importante per Obama sarà l’incontro con la Russia, nel quale si discuterà – tra le altre cose – anche del programma Start, lo scudo antimissile voluto dal Pentagono in Europa…

    R. – Il potere di una grande potenza come gli Stati Uniti non si difende più con le armi, come si poteva fare prima; si difende con la diplomazia e quindi tutte le spinte che ci sono negli Stati Uniti - perché gli Stati Uniti sul piano dell’armamento non cedano un millimetro – sono spinte che non tengono conto di realtà mutate.

    D. – Siria e Iran rappresentano altri due fronti caldi del confronto col Cremlino, dove le posizioni con la Casa Bianca sono un po’ differenti…

    R. – L’America non vuol sentire di negoziati su questo terreno, ma Obama lo avverte al di là delle minacce, che non sono più le truci minacce che si facevano una volta, perché anche le minacce sono molte attenuate. Obama sembra averla realmente questa consapevolezza. Anche quella di portare avanti, se non proprio delle trattative, ma una politica non di attacco in fronti che sono rischiosi, che sono molto pericolosi. E questo non solo perché non si capisce che reazioni potrebbero avere, ma anche perché la Russia ha una posizione che non agevola una forte resistenza americana su quei fronti.

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    Tensione in Congo in vista delle elezioni. Appello del cardinale Monsengwo

    ◊   La Chiesa nella Repubblica Democratica del Congo ha lanciato un accorato appello a porre fine alle violenze e alle intimidazioni che stanno facendo salire la tensione nel Paese in vista delle elezioni presidenziali e legislative del prossimo 28 novembre. Nei giorni scorsi, giovani armati di machete hanno seminato la paura durante iniziative di alcuni candidati in varie città. Altri scontri tra simpatizzanti di politici rivali hanno suscitato forti preoccupazioni. Sulla situazione, Marie-Leila Coussa ha sentito il cardinale Laurent Monsengwo Pasinya, arcivescovo di Kinshasa:

    R. – La situation actuelle est que…
    La situazione attuale è tale da aver portato a diversi episodi di violenza, con scontri tra fazioni opposte. A Kinshasa si respira un’atmosfera di tensione e di paura. Ma la popolazione non deve aver paura di quello che succederà. Abbiamo rivolto un appello alla popolazione affinché dia prova di moderazione e saggezza, dicendo che lo scopo delle elezioni è quello di creare delle istituzioni che possano governare il Paese, occupandosi del bene dei cittadini e preoccupandosi soprattutto di creare uno Stato di diritto.

    D. – Che ruolo può giocare la Chiesa?

    R. – L’Eglise ne peut jouer que le rôle…
    La Chiesa non può che giocare un ruolo di moderazione. La Chiesa, ovunque si trovi, cerca di far comprendere alla popolazione cosa siano le elezioni, perché le elezioni rappresentano anzitutto un dovere dei cittadini, un dovere civico. Inoltre, non devono assolutamente essere un’occasione di violenza. La Chiesa ha esortato tutti a recarsi alle urne. In più è impegnata nella formazione di osservatori nel Paese: noi speriamo che tutto questo possa essere sufficiente ad aiutare il Paese.

    D. – Quale messaggio vuole rivolgere oggi?

    R. – Pas de violences, la patience, la tolérance, la raison et la retenue …
    Nessuna violenza, pazienza, tolleranza, ragione e moderazione: tutto questo per costruire un Paese nuovo, evitando così distruzioni e paure. (mg)

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    Giornata mondiale della colonna vertebrale: prima di tutto la prevenzione

    ◊   Si celebra oggi la Giornata mondiale della colonna vertebrale, l’elemento principale di sostegno del nostro corpo. L’attenzione della Giornata è rivolta in particolare ai ragazzi, perché è proprio in giovane età che le cause dei dolori alla colonna possono essere corrette in tempo. Ma anche gli adulti dovrebbero fare più prevenzione. Eliana Astorri ne ha parlato con il prof. Lorenzo Aulisa, associato di ortopedia presso il Policlinico universitario Agostino Gemelli di Roma:

    R. – La colonna vertebrale è uno degli organi, dal punto di vista meccanico, più “perfetti” che ci siano. La colonna – come si sa - è composta da tante vertebre e quindi è scissa in tanti segmenti di movimenti, che consentono nella loro funzione di esprimere tutti i movimenti del tronco che siamo costretti o dobbiamo portare avanti durante tutte le nostre attività. Ciò presuppone la presenza di un controllo costante del movimento vertebrale, mediato dai dischi, dai legamenti, da tutte le strutture che circondano e che formano il segmento di movimento. La complessità del sistema rende anche ragione del fatto che l’alterazione di una di queste strutture può portare all’insorgenza di una patologia e quindi di dolore a livello della schiena. Le cause di lombalgia sono tantissime, qualcuno ha cercato di numerarle e ne ha numerate più di 300. Non sempre è facile fare diagnosi, perché le alterazioni strutturali di queste strutture sono in parte fisiologiche, cioè con l’invecchiamento perdono parte delle loro caratteristiche elastiche e quindi si deformano progressivamente.

    D. – Fra le lombalgie anche il colpo della strega...

    R. – Il colpo della strega è una lombalgia acuta, cioè un dolore che nasce improvvisamente molto forte e che provoca un blocco della colonna, che è un’autodifesa. Noi, per sentire meno dolore, blocchiamo completamente i movimenti con una contrazione violenta della muscolatura paravertebrale. Questo colpo che ci blocca immediatamente - nella fantasia popolare, è stato definito colpo della strega - non è altro che l’espressione di una lombalgia acuta, di una forma acuta di dolore lombare.

    D. – Parliamo di prevenzione...

    R. – Nei grandi, il difetto di posizione è una delle cause più frequenti di rachialgia, cioè di dolore alla colonna o di dolore cervicale per chi sta molto tempo seduto al computer o di dolore lombare, per altri tipi di lavori. E’ evidente che, in questo caso, bisogna intervenire sulla postura che si assume durante il lavoro. Se uno sta ore al computer deve imparare a gestire la posizione della sedia, del capo, del collo in base a quelle che sono le esigenze funzionali della nostra colonna e non quella che è l’esigenza del lavoro. Io consiglio sempre di mettere in buona posizione il visore, in modo che non si debbano assumere atteggiamenti scorretti per guardare il video.

    D. – Quindi, esattamente all’altezza degli occhi...

    R. – … all’altezza degli occhi e davanti; poi consiglio di cambiare spesso posizione. Una posizione mantenuta per tempi lunghi causa una contrattura dei muscoli del collo, che diventano poi causa di dolore a loro volta.

    D. – Passiamo alla giusta posizione per dormire, il materasso adatto...

    R. – E’ andato molto di moda il cosiddetto materasso ortopedico: più duro era il materasso e più era considerato ortopedico, quindi da usare e da acquistare.

    D. – Ma non segue la linea naturale del corpo, giusto?

    R. – Esatto! Costringeva la nostra schiena ad adeguarsi alla forma del materasso e non il contrario come dovrebbe essere: è il materasso che si deve adattare alle nostre forme. Allora, si è passati da una condizione in cui sia la rete che il materasso erano molto elastici, e quindi si sprofondava, e sprofondando la nostra colonna si deformava, cedeva, andava in ipercifosi completa, all’opposto, in cui la nostra colonna doveva galleggiare su una superficie dura. Oggi, l’orientamento dovrebbe essere questo: se utilizziamo una rete dura o con delle doghe, il materasso deve deformarsi quel tanto da adeguarsi alle nostre forme. Solo così la nostra schiena riposa bene, altrimenti, dovendosi la schiena adeguare al materasso, si hanno poi quei dolori, quelle situazioni di stress, che spesso si verificano durante la notte.

    D. – I tacchi alti per le donne sono controindicati per la colonna vertebrale?

    R. – I tacchi alti per le donne sono controindicati per tante cose: sia per la colonna vertebrale che per il piede soprattutto. Un tacco molto alto deforma il piede e dà uno scarso equilibrio sulla colonna, soprattutto se poi il tacco molto alto si associa ad una rigidità della pianta, come spesso si vede.

    D. – La Giornata mondiale dedicata alla colonna vertebrale è stata indetta dall’Organizzazione mondiale della sanità, ci sono iniziative?

    R. – Non mi risultano iniziative ufficiali, certamente bisognerebbe prenderle. Noi oggi, quando parliamo di scoliosi, abbiamo detto che la scoliosi deve essere diagnosticata precocemente e trattata precocemente, perché non arrivi a quelle deformità gravi che si vedevano una volta. Per fare questo, lo screening scolastico si è dimostrato negli studi che abbiamo portato avanti negli anni – non solo noi – estremamente utile, perché permette di fare diagnosi precocemente e quindi di iniziare precocemente il trattamento, riuscendo così ad evitare l’evoluzione in deformità gravi di scogliosi minori. (ap)

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    A Roma il Festival dedicato al cinema israeliano

    ◊   Da oggi al 16 novembre alla Casa del Cinema di Roma è in programma il Pitigliani Kolno’a Festival, unica rassegna cinematografica in Italia dedicata al cinema israeliano e di argomento ebraico. Con decine di nuovi titoli e prestigiosi ospiti, offre uno sguardo, anche inaspettato, sulla società ebraica di oggi e i numerosi problemi che deve fronteggiare. Il servizio di Luca Pellegrini:

    E’ un’opportunità unica quella che offre in Kolno’a Festival per conoscere le tendenze attuali del cinema di Israele, portando la produzione di spicco dell’industria cinematografica locale capace di offrire allo spettatore spunti di riflessione per superare una visione spesso convenzionale che si tende ad avere di Israele e del mondo ebraico. I registi sono tutti di giovane generazione, animati da una particolare attenzione al rapporto dell’individuo con ciò che lo circonda, ossia i grandi problemi che oggi incombono sulla società ebraica, a cominciare da quello della pace. Molte le anteprime in Italia, tra cui Ajami di Scandar Copti e Yaron Shani, considerata una tra le opere più significative e originali della cinematografia d’Israele, ambientata nel quartiere di Yaffo, terra di quotidiano conflitto, uno spaccato di una realtà difficile, come sono molte di quelle vissute dallo Stato d’Israele. Il tema della condizione sociale del presente è al centro, ad esempio, di Teacher Irena, documentario diretto da Itamar Chen, in cui la macchina da presa segue la maestra Irena che insegna nella periferia di Gerusalemme dove cerca di inserire i bambini nella società, di ricoprirli d’affetto e allegria, dando loro i mezzi per affrontare la vita e il futuro. Ad Ariela Piattelli, che insieme a Dan Muggia dirige il Festival, chiediamo in quale modo secondo lei il cinema è oggi legato al presente del suo Paese.

    R. – Il cinema israeliano oggi guarda al presente nel senso che si concentra su tutte le problematiche interne in un Paese in cui oggi il problema non è soltanto la guerra ma ci sono dinamiche sociali che vanno affrontate subito che sono interne ad un Paese che va alla ricerca di una normalità, che vuole diventare un Paese come tanti altri che ha problemi comuni. E’ vero che sono 60 anni che è in perenne stato di guerra però la gente continua a viverci.

    Nel cinema d’Israele non manca mai lo sguardo rivolto al passato, alla storia. E’ ancora oggi una tendenza presente nei titoli che portate al Festival?

    R. – La storia ha sempre avuto un peso non solo nella società ma anche nel cinema israeliano. C’è una grandissima sproporzione tra presente e passato. Mi sembra questo il motivo sul quale bisogna porre l’accento. Dunque, direi che ci sono spunti che si riconducono alla storia, ma non è questo che caratterizza oggi il cinema israeliano: il presente va affrontato con più coraggio per acquistare una propria identità nell’oggi.

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    Il commento di padre Bruno Secondin al Vangelo della Domenica

    ◊   In questa 33.ma Domenica del Tempo ordinario la liturgia ci presenta il passo del Vangelo in cui Gesù espone ai discepoli un’altra parabola:

    “Avverrà come a un uomo che, partendo per un viaggio, chiamò i suoi servi e consegnò loro i suoi beni. A uno diede cinque talenti, a un altro due, a un altro uno, secondo le capacità di ciascuno; poi partì”.

    Al suo ritorno, solo i primi due servi mostreranno come hanno fatto fruttare quanto ricevuto, ottenendo la lode e il premio da parte del padrone. Non così il terzo, definito da Gesù “servo malvagio e pigro”. Su questo brano del Vangelo, ascoltiamo il commento del padre carmelitano Bruno Secondin, docente di Teologia spirituale alla Pontificia Università Gregoriana:

    Scoprire Dio generoso e magnanimo, questo l’insegnamento diretto della Parabola dei talenti affidati ai servi; e non la pretesa fiscale del padrone di avere in cambio una rendita sicura. Agli occhi dell’ultimo servo chi gli ha affidato quel denaro è uno sfruttatore egoista, che guasta la vita con le sue pretese. E per questo non ha trovato di meglio che garantirsi per la restituzione (sotterrando il talento) e togliersi il fastidio. Gli altri due avevano capito e condiviso l’atto di fiducia del padrone, ed erano stati felici di collaborare con lui raddoppiando il piccolo tesoro. La tragica possibilità di un fallimento nel servire il Signore bisogna metterla in conto: e possono essere mille ragioni a provocarlo. Come ci mostra questo servo che mal sopporta l’attesa di un riscontro da parte di chi gli ha affidato quello che per lui poteva essere risorsa adeguata. Non si tratta di trafficare le doti e le risorse in modo nevrotico, con ossessione, o peggio per ambizione. Ma certamente Dio ci chiederà conto se abbiamo apprezzato e reso utile a tanti quello che potevamo fare con le risorse a noi donate, di mente e di opere. Morale della parabola. Non la gretta obbedienza, neppure la paura del rendiconto, neppure la manutenzione sbadata, ma la gratitudine intraprendente per i doni avuti, ci farà entrare nella gioia del Signore. Coraggio, mettiamoci in gioco!


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    Chiesa e Società



    India: fedeli in preghiera nella “Giornata per i perseguitati”

    ◊   I cristiani indiani di tutte le confessioni, in tutti gli Stati dell’India, pregheranno oggi e domani, nelle liturgie domenicali, per tutti i fedeli perseguitati, in India e in tutto il mondo, nella “Giornata internazionale di preghiera per i cristiani perseguitati”, che si celebra oggi in tutto il mondo. Come riferisce all'agenzia Fides il “Global Council of India Christians” (Gcic), “tutti sono chiamati e si impegnano a levare le mani al cielo per coloro che sono perseguitati per la loro fede in Cristo”. Il Gcic ricorda che dal 2006 a oggi si sono verificati 1.556 attacchi gravi contro i cristiani in diversi Stati indiani. Nel 2008 oltre 100 leader cristiani furono martirizzati per la loro fede. In Orissa due Pastori sono stati uccisi quest'anno, mentre gli attacchi anticristiani proseguono nel Sud dell’India, come in Karnataka, ad opera di estremisti indù. L’organizzazione cristiana protestante “Mission India” parla di uno degli ultimi episodi avvenuti in Karantaka: alcuni medici cristiani avevano avviato una missione sanitaria, attraverso una clinica mobile, fornendo assistenza medica gratuita a tutti i bisognosi che si avvicinavano. Un gruppo di oltre 150 radicali indù li hanno bloccati, costringendoli con la violenza a lasciare il villaggio, sotto minacce di morte, accusandoli di portare avanti “conversioni al cristianesimo”. Spesso “gli abitanti dei villaggi, sotto l'influenza dei gruppi radicali indù minacciano di cacciare i cristiani a causa della loro fede. E i programmi di sviluppo per i cristiani dell'India meridionale incontrano problemi a causa dell’ interferenza di estremisti indù”. Occorre “pregare per la guarigione fisica delle persone colpite, per la protezione delle Chiese in India, per la Chiesa universale, per le famiglie dei perseguitati e perché tutti abbiano il coraggio di continuare il ministero dell’annuncio di Cristo Gesù”, nota il Gcic, invitando anche a “pregare per i persecutori e gli autori di crimini contro i cristiani, perché non sanno quello che stanno fanno”. Fra le organizzazioni che hanno promosso la “Giornata di preghiera per i cristiani perseguitati” a livello internazionale vi sono: “Christian Freedom International”, “Christian Solidarity Worldwide”, “Gospel for Asia”, “International Christian Concern”, “Jubilee Campaign”, “Open Doors”, “The Voice of the Martyrs”, “World Evangelical Alliance”. (R.P.)

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    Thailandia: comunità religiose diverse, unite nel soccorso ai profughi delle alluvioni

    ◊   Uno spirito di unità e di collaborazione fra tutte le comunità religiose presenti in Thailandia caratterizza gli sforzi di assistenza agli alluvionati: forti piogge hanno causato gravi alluvioni che hanno causato oltre 500 morti, hanno invaso numerose province e la capitale Bangkok, hanno fermato le attività produttive e messo in crisi l’economia, colpendo 8 milioni di persone. “Le comunità religiose in Thailandia stanno rispondendo alla crisi con generosità, dando un buon esempio alla società e alla nazione, mettendo a disposizione strutture, risorse e volontari”, segnala una fonte dell'agenzia Fides nella Chiesa locale. L’Ufficio nazionale del buddismo, religione maggioritaria, ha lanciato l'iniziativa “Dharma”, mobilitando oltre 220 monaci per la riabilitazione mentale post-trauma alle vittime delle inondazioni. “Il Tempio del Monte d'Oro” a Bangkok, offre rifugio e assistenza alle vittime delle inondazioni, mentre molti templi sono allagati. Anche i cittadini musulmani – mentre nel Sud del Paese imperversano gruppi estremisti islamici – si sono attivati tramite “Support”, un'organizzazione non-profit islamica di Bangkok, portando avanti operazioni di soccorso. I cristiani, dal canto loro, profondono uno sforzo ecumenico: la “Chiesa di Cristo”, denominazione anglicana, organizza camion di aiuti umanitari per gli alluvionati nelle aree remote, non raggiunte dagli aiuti statali, come la provincia di Nakorn Phathom. La Chiesa ortodossa russa in Thailandia ha lanciato una raccolta di fondi per i bisogni delle vittime e dei malati. La Chiesa cattolica, attraverso la Caritas, ha varato un piano globale e condiviso per assistere le vittime delle inondazioni in diverse province e nella capitale. La Caritas Internationalis, rete globale delle Caritas, ha diffuso un appello per la raccolta di 695mila dollari, per progetti di emergenza e di ricostruzione post alluvioni in Thailandia. (R.P.)

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    Filippine: a Mindanao ucciso un operatore dei mass media

    ◊   Alfredo Velarde, manager del quotidiano di Mindanao “Brigada News” è stato ucciso ieri a General Santos City da un killer che gli ha sparato a distanza ravvicinata. Velrade, 45 anni, gestiva la distribuzione del quotidiano, in un azienda editoriale radicata e diffusa a Mindanao, che ha anche una radio e una Tv nelle Filippine Sud. Ignoti i motivi dell’omicidio che le associazioni per i diritti umani hanno stigmatizzato come “l’ennesima uccisione extragiudiziale a Mindanao”. Erano di General Santos anche 14 fra i 32 giornalisti e operatori dei media uccisi nel massacro di 23 Novembre 2009 legato dal clan “Ampatuan”. La lista degli omicidi impuniti a Mindanao include avvocati, attivisti dei diritti umani, missionari, religiosi, sindacalisti: fra gli ultimi il missionario Pime padre Fausto Tentorio. Il gesuita padre Albert Alejo, direttore dell'Istituto per il “Dialogo a Mindanao” nell’Università di Davao, commenta all'agenzia Fides: “Viviamo un momento molto difficile. Siamo molto preoccupati perché c’è una grave mancanza nel rispetto dello Stato di diritto e nelle forze che dovrebbero farlo rispettare. Sembra che il governo centrale si sia dimenticato di Mindanao e la situazione si aggrava: corruzione, impunità criminalità prendono piede, la pace e sviluppo si allontanano”. Secondo il gesuita sono diversi i fattori che incidono sulla situazione: “Il processo di pace con i gruppi comunisti e con i ribelli islamici è in stallo e l’approccio del governo sembra solo quello militare; v’è una tendenza a dividersi in fazioni, sia nel governo, sia in tali gruppi, a la frammentazione non aiuta; è fiorente una sorta di economia parallela che trova benefici dall’alto tasso di conflittualità, e che riguarda il traffico di armi e altri traffici illegali”. (R.P.)

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    Filippine: pellegrinaggio per padre Tentorio

    ◊   Un grande pellegrinaggio si terrà a Mindanao, dal 26 al 29 novembre, per ricordare la figura di padre Fausto Tentorio, il missionario del Pime ucciso ad Arakan un mese fa. Sarà anche l’occasione – riferisce l’agenzia Fides - per chiedere la fine degli abusi sui diritti umani nella grande isola di Mindanao. L’iniziativa, organizzata nel 40.mo giorno dalla morte del missionario, è stata lanciata dal Movimento “Giustizia per Padre Pops Tentorio” che accoglie oltre 50 fra congregazioni religiose e organizzazioni della società civile, centinai di preti, religiose, missionari e attivisti per i diritti umani. Il pellegrinaggio inizierà dalla città di Davao e, con un lunga carovana, si sposterà verso Arakan e Kidapawan, dove si terrà una liturgia commemorativa sulla tomba di Padre Tentorio. I leader del Movimento incontreranno le autorità locali di Arakan e anche alcuni degli investigatori che indagano sulla morte del missionario, nonché i rappresentanti della Commissione per i diritti umani del Ministero della Giustizia delle Filippine. Il Movimento intende stimolare il governo a non “sfuggire alle proprie responsabilità verso la persistenza di esecuzioni extragiudiziali e verso la cultura di impunità”. Nell'ultimo anno, sotto il governo di Benigno Aquino, sono stati almeno 60. In otto anni di governo di Gloria Arroyo, sono state accertate 1.118 vittime di esecuzioni sommarie. Il pellegrinaggio intende lanciare “una campagna di solidarietà per le popolazioni indigene”. L’obiettivo è anche di “portare a livello nazionale ed internazionale l’appello per la giustizia e contro l’impunità”. Si intende poi “fare pressione politica e morale sul governo perché adotti misure concrete per risolvere l’omicidio di padre Tentorio, smantelli i gruppi paramilitari, rimetta al centro la questione della pace e dello sviluppo di Mindanao”. (A.L.)

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    Indonesia: musulmani e cristiani uniti per difendere i diritti delle minoranze

    ◊   Leader religiosi, intellettuali musulmani e cristiani, esponenti della società civile indonesiana stigmatizzano il comportamento del sindaco di Bogor, Diani Budiarto, che continua a ignorare la sentenza della Corte costituzionale che autorizza le celebrazioni nella comunità protestante della Yasmin Chuch. Per tutelare la libertà religiosa e promuovere la tolleranza nel Paese è necessario un esecutivo centrale “forte e autorevole”, capace di imporre il rispetto della legge e del principio della “unità nella diversità”. Spiegando che nel 2010 vi sono stati 47 casi di attacchi o violenze contro chiese cristiane, l’attivista Theophilus Bela auspica una maggiore “presa di coscienza a livello sociale” dell’importanza della libertà religiosa e del rispetto dei diritti delle minoranze. Da mesi la Yasmin Church a Bogor - ricorda l'agenzia AsiaNews – “è teatro di una palese violazione del diritto perpetrata dal sindaco locale Diani Budiarto che, incurante dei dettami costituzionali e di una sentenza della Corte suprema a favore dei cristiani, impedisce lo svolgimento delle funzioni”. L’edificio è stato realizzato secondo i dettami previsti dalla legge e gode del permesso di costruzione, il “documento legale” necessario per realizzare case o luoghi di preghiera. Il prof Azyumardi Azra, decano dell’Università islamica di Stato a Ciputat (South Tangerang), afferma che chiunque commetta atti violenti contro altri gruppi religiosi deve essere perseguito dalla giustizia. Elga Sarapung, attivista cristiana di Interfidei a Yogyakarta, Java centrale, conferma che il governo è tenuto a far applicare la legge, “senza se e senza ma”. E ribadisce che il sindaco di Bogor dovrebbe essere sfiduciato perché incapace di “fornire sicurezza alle persone”. Critiche condivise anche da padre Benny Susetyo, della Commissione per il dialogo interreligioso della Conferenza episcopale, che denuncia la mancanza di “neutralità” negli ambienti di governo, soprattutto quando si tratta di problemi che riguardano le minoranze religiose. (A.L.)

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    A Tunisi la Conferenza episcopale regionale del Nord dell’Africa

    ◊   La Conferenza episcopale regionale del Nord dell’Africa (Cerna) tiene le propria plenaria a Tunisi, dal 13 al 16 novembre. La riunione si terrà sotto la presidenza di mons. Vincent Landel, arcivescovo di Rabat e presidente dalla Cerna. Sarà coadiuvato da mons. Maroun Lahham, arcivescovo di Tunisi, e da mons. Ghaleb Bader, arcivescovo di Algeri. Prendono inoltre parte ai lavori i vescovi e vicari apostolici della regione, tra cui mons. Santiago Agrelo Martínez, arcivescovo di Tangeri, mons. Alphonse Georger, vescovo di Oran, mons. Claude Rault, vescovo di Laghouat e mons. Paul Defarges, cescovo di Constantine. Saranno presenti anche mons. Martin Happe, vescovo di Nouakchott e mons. Giovanni Martinelli, vicario apostolico di Tripoli, insieme ad altri ecclesiastici delle diocesi regionali. L’assemblea inizia con un ampio confronto sui principali accadimenti nel Maghreb a partire dall’ultima Plenaria della Cerna dello scorso mese di febbraio. In qualità di responsabili di Chiese costituite essenzialmente da stranieri, i vescovi rifletteranno sul modo di accompagnare i cristiani delle loro diocesi affinché questi ultimi possano a loro volta rendere una testimonianza di fraternità alle popolazioni con le quali convivono. I presuli si interrogheranno inoltre sul loro contributo alla Chiesa universale, sia come esponenti di singole Chiese, sia come membri di una conferenza episcopale. Altri spazi di dibattito saranno dedicati all’attività della Caritas, alla pastorale con i migranti e gli studenti, alle traduzioni liturgiche. Tempi di studio saranno ancora rivolti alla preparazione del Sinodo sulla Nuova Evangelizzazione e al lavoro in atto per la prevenzione della pedofilia. (M.V.)

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    Nigeria. Mons. Doeme: “alcuni politici responsabili delle violenze contro i cristiani”

    ◊   “I veri responsabili delle violenze e degli spargimenti di sangue nel nord della Nigeria sono alcuni politici corrotti che istigano all’odio religioso”. E’ quanto denuncia mons. Oliver Dashe Doeme, vescovo di Maiduguri, capitale dello Stato nigeriano del Borno. Il presule, in una conversazione telefonica ad “Aiuto alla Chiesa che soffre” ha precisato che le autorità locali sfruttano le divisioni religiose interne per destabilizzare il clima e spodestare il governo: “L’amministrazione locale ha fortemente deluso la popolazione – racconta – consentendo gravi violazioni e minando la sicurezza stessa dei cittadini”. Nell’ultimo fine settimana, la serie di attentati del gruppo islamista “Boko Haram” ha provocato più di 100 morti. Epicentro delle violenze sono state la città di Damaturu e il vicino villaggio di Patiskum, in cui gli estremisti si sono scontrati con la polizia e hanno fatto esplodere numerosi ordigni in diverse moschee e chiese. Tra queste, quella di S. Mary a Damaturu, che venerdì è stata colpita da una bomba e ridotta in macerie. Il parroco e il vice-parroco, don James John e don Allan, hanno raccontato a mons. Doeme di essersi messi in salvo appena prima dell’esplosione. “Era una delle chiese più grandi della nostra diocesi – ha detto mons. Doeme - capace di contenere migliaia di persone. Ed ora è rimasta solo la cenere. Se le Forze dell’ordine fossero intervenute prima, molte persone avrebbero potuto salvarsi – afferma mons. Doeme – ma molti degli attentatori erano proprio membri della Sicurezza”. Il vescovo chiama in causa la responsabilità di alcuni politici – “di cui non posso fare i nomi” – che si servono dei Boko Haram per perseguire i propri interessi. “Le autorità permettono ai fondamentalisti islamici di comprare le armi e fomentano l’odio interconfessionale. La religione – conclude il presule le cui parole sono state riprese dall'agenzia Sir – è un argomento molto delicato in Nigeria ed è molto facile scatenare nuove tensioni”. Dopo gli scontri dei giorni scorsi e le minacce di nuovi attentati da parte dei Boko Haram, la Chiesa chiede al governo maggiore sicurezza. Anche il nunzio apostolico mons. Augustine Kasujja, aveva espresso estrema preoccupazione per le violazioni alla libertà religiosa che si verificano frequentemente in Nigeria, specie nel nord del Paese. “La comunità internazionale – aveva detto mons. Augustine Kasujja – deve incoraggiare il governo nigeriano ad accogliere nell’ordinamento interno le norme e le convenzioni internazionali, facendole aderire alla Costituzione”. (A.L.)

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    Zambia. Primo incontro ufficiale neo-presidente Sata-vescovi: ribadita la disponibilità a collaborare

    ◊   Il nuovo presidente dello Zambia, Michael Sata ha invitato la Conferenza episcopale del Paese (Zec) a designare due vescovi come membri della Commissione di esperti che sarà istituita a breve per studiare la riforma della Costituzione. La richiesta è stata formulata giovedì scorso nel corso di una visita di cortesia di una delegazione della Zec venuta per consegnare un messaggio di “buona volontà e solidarietà” al nuovo governo. La delegazione era guidata dal cardinale Medardo Mazombwe, arcivescovo emerito di Lusaka. Durante l’incontro – riferisce un comunicato della Presidenza pubblicato dal quotidiano “The Zambia Times” e ripreso dall’agenzia Apic - Sata ha ribadito la volontà espressa nel suo primo discorso dopo l’insediamento, di stabilire una più stretta collaborazione con la Chiesa per favorire lo sviluppo economico e sociale del Paese. Il Capo dello Stato ha anche offerto la disponibilità del Governo a prendersi carico finanziariamente di alcune strutture della Chiesa, esprimendo grande apprezzamento per i suoi importanti contributi nei campi dell’educazione, della sanità e della promozione umana. Da parte loro, i vescovi zambiani hanno promesso il loro sostegno all’esecutivo per la stesura della nuova Costituzione. Essi hanno inoltre salutato positivamente l’impegno del nuovo Presidente a combattere la corruzione e lo hanno invitato a porre tra le priorità del suo mandato la promozione dell’occupazione soprattutto giovanile. La vittoria di Michael Sata, primo cattolico eletto alla guida del Paese, è stata salutata con favore dai vescovi che in una lettera di congratulazioni lo scorso settembre avevano espresso apprezzamento per la sua volontà di collaborare con la Chiesa. (L.Z.)

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    Francia: dall’Assemblea plenaria dei vescovi rinnovato impulso al ruolo dei laici

    ◊   Il più che positivo bilancio dell’anno, appena conclusosi, dedicato alle famiglie, l’approfondimento del rapporto tra cultura e nuove tecnologie e il contributo dei vescovi alla riscrittura degli statuti nazionali dell’insegnamento cattolico. Il cardinale André Vingt-Trois ha chiuso l’assemblea plenaria della Conferenza episcopale francese, riunitasi a Lourdes dal 4 al 9 novembre, riassumendo i principali temi trattati durante l’incontro e sottolineando la vitalità della Chiesa di Francia, testimoniata, in particolare, dalla creazione di un nuovo gruppo di lavoro e dal rinnovamento di più di due terzi delle presidenze delle commissioni e dei consigli. Dall’Assemblea è scaturita anche una riflessione sull’assemblea domenicale e la riaffermazione del significato di questa celebrazione con la partecipazione effettiva del fedele alla messa. La novità più interessante – sottolinea L’Osservatore Romano - è forse l’istituzione del gruppo di lavoro chiamato “Ministri ordinati e fedeli laici: quale presenza dei cattolici nella società contemporanea?”. Alla guida è stato chiamato mons. Eric de Moulins-Beaufort, vescovo ausiliare di Parigi e membro della Commissione dottrinale della Conferenza episcopale. L’organismo, composto da presuli ed esperti, dovrà animare la riflessione in quest’ambito durante le prossime assemblee plenarie, soprattutto - come ha spiegato mons. Bernard Podvin, portavoce dei vescovi - attraverso proposte tese a dare dinamismo alla presenza della Chiesa nella società contemporanea. Sulla vita religiosa in Francia, sui suoi mutamenti, sulla sua vitalità, hanno fatto il punto, a Lourdes, il vescovo di Nancy et Toul, Jean- Louis Papin, presidente della Commissione per la vita consacrata, padre Jean-Pierre Longeat e suor Florence de la Villeon, rispettivamente presidente e vice-presidente della Conferenza dei religiosi e delle religiose di Francia (Corref). Il presidente della Corref ha insistito sul ruolo dei laici associati (40.000, cioè tanti quanto i religiosi), grandi collaboratori delle congregazioni con le quali condividono la spiritualità e il carisma del fondatore. Congregazioni che sono anche straniere. Al riguardo mons. Papin ha fornito cifre significative: 101 comunità femminili, nate da 80 congregazioni, installate in 40 diocesi; e 44 comunità maschili in 23 diocesi. I componenti vengono dall’Europa (Polonia), dall’Asia (Vietnam e India), dall’Africa, arrivati in Francia dopo l’appello di un vescovo o in virtù di un gemellaggio tra diocesi. (A.L.)

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    Kazakhstan: chiuse chiese e moschee nelle carceri. Isolamento per chi prega in cella

    ◊   Il governo kazako chiude moschee, chiese e luoghi di preghiera nella carceri. Le autorità giustificano il gesto - riferisce l'agenzia AsiaNews - con l’applicazione della nuova legge che vieta qualsiasi forma di attività religiosa negli edifici pubblici. Alika Kadenova, ministro dell’Interno, ha affermato che chiese e altri edifici erano stati costruiti illegalmente. Tuttavia padre Alekseandr Suvorov della diocesi ortodossa di Astana e Almaty, fa notare che nessun funzionario è stato arrestato. In questi giorni la polizia ha mandato in isolamento alcuni prigionieri musulmani per aver pregato in cella. Ongar Omirbek, portavoce della comunità musulmana, spiega che le prigioni sono aree sotto stretto controllo delle polizia, quindi non vi è alcuna ragione di temere eventuali attacchi terroristici o il dilagare dell’estremismo islamico. In questi mesi i prigionieri hanno lanciato molti appelli al governo per avere un luogo dove poter pregare. “Abbiamo scritto lettere e contattato le autorità per denunciare questo atteggiamento – afferma il leader musulmano – ma nessuno ci ha ascoltato. I prigionieri sono stati lasciati senza chiese e moschee”. In totale sono 163 i luoghi di culto nelle carceri che verranno chiusi. Fra questi circa 100 appartengono alla comunità musulmana, gli altri alla Chiesa ortodossa kazaka. Esse sono le due uniche fedi ad avere luoghi pubblici di incontro e preghiera dentro i penitenziari. Varate lo scorso13 ottobre e volute dal presidente Nursultan Nazarbayev, le leggi sono nate per combattere l’estremismo islamico. Esse influenzano però tutti i gruppi religiosi del Paese e mirano a nazionalizzare le fedi considerate tradizionali o con un grande seguito, seguendo il modello di controllo utilizzato dal governo cinese. Per sopravvivere a livello nazionale ed evitare sanzioni, le realtà non autoctone devono dimostrare di avere almeno 5mila membri. Le leggi vietano qualsiasi forma di espressione religiosa nei luoghi pubblici e proibiscono alle donne musulmane di indossare il velo. In principio solo la Chiesa ortodossa russa e la comunità islamica kazaka, considerate parte della tradizione, erano escluse da queste restrizioni, ma la recente scoperta sul territorio di gruppi estremisti ha spinto il governo ha stringere la morsa anche su di esse. (R.P.)

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    Vietnam: boom di vocazioni al sacerdozio e di giovani catechisti

    ◊   “E’ la fede in Cristo la speranza per le nuove generazioni dei giovani vietnamiti: quei giovani che guardano all’economia di mercato, al consumismo, alla civiltà dell’immagine cercando nuove risposte per la loro sete di verità e di nuovi modelli di vita”: è quanto afferma, in un’intervista all’agenzia Fides, il teologo padre Joseph Do Manh Hung, vicerettore del Seminario maggiore di Ho Chi Minh City e segretario della Commissione per il clero, nella Conferenza episcopale del Vietnam. Padre Joseph Do Manh Hung guarda con fiducia al futuro della comunità cristiana in Vietnam, notando da un lato “i segnali di apertura del governo” e, dall’altro, il fiorire delle vocazioni. Sono oltre 1.500 seminaristi e almeno 80 mila i giovani laici impegnanti nella pastorale. “Le speranze per la fede cristiana – spiega il vicerettore del Seminario maggiore di Ho Chi Minh City - si fondano soprattutto sui giovani. La Chiesa in Vietnam, su una popolazione di 87 milioni di persone, conta 7 milioni di fedeli. E i giovani ne sono larga parte. Per l’evangelizzazione – aggiunge - ci sono ancora dei limiti, ma è in corso nella Chiesa un’attenta riflessione su come portarla avanti, soprattutto nell’ambito della formazione dei preti e dei laici, perché tutti i fedeli maturino una coscienza realmente missionaria”. La Chiesa in Vietnam deve anche affrontare diversi ostacoli. “Le difficoltà ci sono – conclude padre Joseph Do Manh Hung - ma si superano attraverso un dialogo costruttivo. Toccano soprattutto i temi del personale ecclesiastico, come detto, o la questione delle proprietà immobiliari e dei terreni confiscati alla Chiesa: tutti nodi su cui si sta dialogando”. (A.L.)

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    La teologia del corpo al centro del convegno tenutosi al Regina Apostolorum

    ◊   “La teologia del corpo permette in modo fecondo di combinare ragione e fede. Poter ascoltare e riflettere sulla parola di Dio servendosi di strumenti metodologici provati, come ha fatto Giovanni Paolo II, è di grande aiuto per una migliore comprensione della rivelazione e giova ad approfondire il significato ultimo di tale parola”. E’ quanto ha detto padre Pedro Barrajón, rettore dell'Ateneo Pontificio Regina Apostolorum, intervenendo al convegno internazionale sul tema della teologia del corpo conclusosi ieri a Roma. All'incontro – riferisce l’agenzia Zenit - hanno partecipano esperti da varie parti del mondo, che hanno approfondito la tematica da una prospettiva interdisciplinare: bioetica, filosofica, giuridica, biblica, umanistica, teologica, pastorale e anche dal punto di vista artistico e della comunicazione. Secondo padre Pedro Barrajón la teologia del corpo “pone in un'antropologia adeguata il corpo umano, senza disgiungerlo della vera spiritualità, dandole un carattere personalista e profondamente umano”. Tra i numerosi interventi del congresso, mons. Zygmunt Zimowski, presidente del Pontificio Consiglio per gli Operatori sanitari, ha parlato del tema del corpo e della sofferenza, citando la Lettera Apostolica “Salvifici Doloris”, in cui Giovanni Paolo II spiega come la sofferenza dia la possibilità all'uomo di entrare nel dialogo con Dio. “Ciò che viene rivelato circa il corpo in sofferenza - ha affermato mons. Zimowski - è la sua apertura al mondo nella forma di vulnerabilità. Questa apertura ci guida alla solidarietà con i nostri simili: il corpo diventa luogo di comunione, per mezzo della compassione”. Il tema della sofferenza è stato affrontato anche da padre Paolo Scarafoni, rettore dell'Università Europea di Roma, che ha offerto un forte messaggio di speranza nella sua relazione su “Corpo, morte e vita eterna. E’ il corpo che apre la strada della speranza verso la resurrezione – ha ricordato padre Paolo Scarafoni - e ci pone davanti a Cristo come nostra speranza, dando alla fede in Lui la fondamentale dimensione della speranza (cfr. Spe salvi). L'annuncio di Lui - ha detto - risuona nei secoli (omelia di Pasqua 2009 di Benedetto XVI), l’annuncio della sua resurrezione che dà speranza. In questo consiste il cristianesimo, tutta la fede cristiana”. (A.L.)

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    Convegno nazionale di pastorale giovanile sulla dimensione comunitaria della fede

    ◊   “Crescere insieme per la vita buona. I giovani e la dimensione comunitaria della vita e della fede”. E’ il tema del XII Convegno nazionale di pastorale giovanile che si terrà fino a domani a Roma Domus Pacis, via di Torre Rossa, 94). Oggi, dopo la Santa Messa presieduta da mons. Mauro Parmeggiani, vescovo di Tivoli e delegato regionale del Lazio per la pastorale giovanile, è intervenuto mons. Vittorio Nozza, direttore di Caritas Italiana, su “40 anni di Caritas Italiana e l’impegno prevalente dell’educazione e del dono di sé”. Nel pomeriggio, dopo un intervento di padre Duarte da Cuhna, segretario generale del Consiglio delle Conferenze Episcopali Europee, sul tema “I giovani e la pastorale giovanile in Europa”, saranno ascoltate alcune testimonianze dall’Europa. Domani, infine, alle ore 8.30 mons. Mariano Crociata, segretario generale della Cei, presiederà la celebrazione della Santa Messa. Seguiranno, a cura del Servizio nazionale per la pastorale giovanile, le conclusioni dei lavori, per permettere poi ai partecipanti di andare a seguire la preghiera dell’Angelus in piazza San Pietro e di compiere un pellegrinaggio alla tomba del Beato Giovanni Paolo II. “Il tema del convegno – spiega don Nicolò Anselmi, responsabile del Servizio nazionale per la pastorale giovanile - vuole affermare l'importanza della dimensione comunitaria della vita e della fede. L'individualismo che genera la solitudine è un pericolo che insidia anche il mondo dei giovani e la tentazione di chiudersi in se stessi, di isolarsi e di isolare gli altri è un grave pericolo per tutti. Il mondo giovanile, e Benedetto XVI lo ha ripetuto più volte – conclude don Anselmi - ha la forza per reagire all'indifferenza, al relativismo e al nichilismo attraverso un rinnovato modo di stare insieme, scelto e voluto con forza secondo i desideri di Gesù espressi dal comandamento dell'amore”. (A.L.)

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    A Fiuggi il 35.mo convegno nazionale delle Caritas diocesane

    ◊   Da lunedì 21 a mercoledì 23 novembre 2011, responsabili e operatori delle 220 Caritas diocesane e di Caritas Italiana si incontreranno presso il PalaFiuggi per il 35° Convegno nazionale delle Caritas diocesane. Il Convegno a Fiuggi Terme è il nono appuntamento del percorso di confronto e riflessione su temi e scelte pastorali. "Un percorso tra memoria, fedeltà, speranza", promosso in occasione del 40.mo anniversario della fondazione di Caritas Italiana (1971-2011). Il percorso si articola in sette tematiche, dieci appuntamenti, da luglio a novembre 2011. Il 21 novembre, dopo la preghiera di apertura, interverranno mons. Giuseppe Merisi, vescovo di Lodi, presidente della Commissione episcopale per il servizio della carità e la salute e presidente di Caritas Italiana, e mons. Francesco Cacucci, arcivescovo di Bari-Bitonto e presidente della Conferenza episcopale pugliese. Martedì 22 novembre mons. Mariano Crociata, segretario generale della Conferenza Episcopale Italiana, interverrà su “Educare alla vita buona del Vangelo”. La relazione di Mauro Magatti, preside della Facoltà di Sociologia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, sarà incentrata sul tema “Rifare con amore il tessuto sociale del Paese: nei nodi della cultura contemporanea". L’ultima giornata del convegno, mercoledì 23 novembre, si chiuderà con la celebrazione eucaristica Presieduta dal cardinale Robert Sarah, presidente del Pontificio Consiglio “Cor Unum”. (A.L.)

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    Internet: il web compie 20 anni

    ◊   Venti anni fa, nel 1991, veniva formalmente messa online la prima pagina web. Nata da un’idea di Tim Berners-Lee, allora ricercatore del Cern, per la distribuzione di dati scientifici basata su ipertesti, si trasformò presto in una svolta epocale. A vent’anni dalla nascita dello strumento che ha rivoluzionato il modo di vivere, comunicare, tutta la Rete festeggia questa ricorrenza. L’anniversario verrà celebrato a Roma al Tempio di Adriano in piazza della Pietra, il 14 novembre dalle ore 10. Parteciperà l’inventore del World Wide WebBerners-Lee insieme a molti altri blogger, filosofi, economisti e innovatori italiani e stranieri. L'evento sarà suddiviso in 4 sezioni. Si discuterà sui cambiamenti portati e su possibili, futuri modelli di sviluppo legati a Internet. Per maggiori informazioni si può consultare il sito www.happybirthdayweb.it (A.L.)

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    L’Africa diventa il secondo mercato mondiale di telefonia mobile

    ◊   L’Africa è diventato il secondo mercato mondiale di telefonia mobile, subito dopo l’Asia, e il primo per tasso di crescita. A dirlo è la Gsma, l’associazione degli operatori del settore che ieri ha pubblicato il suo rapporto annuale. In Africa – ricorda l'agenzia Misna - le connessioni attive sono 649 milioni e negli ultimi cinque anni il numero di sottoscrittori di servizi di telefonia mobile è cresciuto del 20% l’anno. Un ritmo che porterà a 732 milioni di utenze attive entro la fine del 2012. Secondo i dati forniti dalla Gsma, il 96% delle utenze utilizza servizi prepagati, ma sono in aumento i servizi di trasferimento dati ovvero il numero di persone che usano i telefonini per collegarsi a internet. In base alle previsioni, entro il 2015 ci saranno almeno 500.000 connessioni di nuova generazione in Kenya, 1,1 milioni in Nigeria e 2,5 milioni in Sudafrica. La crescita del mercato delle telecomunicazioni è sintomatico di una crescita economica, di maggiori entrate per l’erario e di risvolti positivi per il mercato occupazionale. Il trend di crescita dovrebbe essere favorito anche da una migliore copertura del continente: attualmente il 36% degli africani dei 25 Paesi più popolosi non ha la possibilità di accedere ai servizi di telefonia mobile. Il rapporto indica la Nigeria come primo Paese per numero di utenze attive (oltre 93 milioni, il 16% del totale), seguita da Sudafrica e Marocco. Sull’uso del telefonino per servizi di trasferimento di denaro e per l’accesso ad altri servizi bancari il primo posto è invece occupato dal Kenya. (A.L.)

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    Genova: la mostra su Van Gogh e Gauguin dedicata alle vittime dell’alluvione

    ◊   Vincent Van Gogh e Paul Gauguin sono il segno, oggi, di Genova: una città che riparte in nome della bellezza e di una solidarietà nuova dopo la tragedia dell’alluvione. Con queste parole il curatore della mostra, Marco Goldin, i responsabili dei musei internazionali che hanno collaborato all’esposizione, e l’assessore alla cultura, Andrea Ranieri, hanno presentato ieri sera a Palazzo Ducalela mostra “Van Gogh e il viaggio di Gauguin” inaugurata a Genova. ''La bellezza - ha detto il presidente della Fondazione Palazzo Ducale, Luca Borzani - può essere collante della città ma può essere anche il messaggio che Genova manda a tutto il Paese''. La mostra è dedicata alle vittime dell'alluvione e ai tanti volontari al lavoro. Nonostante le difficoltà dovute al maltempo, sono arrivati a Genova 105 capolavori. Dall’America, dall’Olanda, Russia, Regno Unito. “I prestatori – ha spiegato Luca Borzani - erano colpiti dalle immagini televisive e hanno paventato l’idea di riprendersi i quadri. Come nel caso del Museum of Fine Arts di Boston trepidante per il grande quadro di Gauguin considerato il suo testamento spirituale e assicurato, da solo, per 250 milioni di euro. Come se non bastasse proprio nei giorni dell’allestimento la Tretyakov Gallery di Mosca ha richiamato indietro il camion con i cinque dipinti di Vassily Kandinski che era già arrivato in Ungheria”. I quadri di Kandinski alla fine sono arrivati”. Come tutti gli altri. “A certificare – ricorda il ‘Secolo XIX’ - che Genova è viva e accogliente”. (A.L.)

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    A Roma torneo di calcio con finanzieri, militari e sacerdoti in nome dell’etica sportiva

    ◊   Un triangolare in nome dei valori etici dello sport. Sarà organizzato a Roma, il prossimo 19 novembre, presso il Centro Sportivo Olimpico dell’Esercito della Cecchignola. Parteciperanno al torneo la rappresentativa della Guardia di Finanza, diretta da Roberto Rambaudi, la formazione dell’Esercito Italiano, guidata da Serse Cosmi, e una selezione di giocatori allenati da Felice Pulici e provenienti dalla Clericus Cup, il torneo di calcio per seminaristi e sacerdoti. L’iniziativa, denominata “Un altro calcio è possibile 2”, è dedicata a Franco Mazzalupi, compianto presidente del Centro Sportivo Italiano scomparso 11 mesi fa. Sarà un’occasione – ricordano i promotori del triangolare - per rinnovare l’impegno in favore di una cultura avversa alla violenza, all’intolleranza, al doping chimico e finanziario. Presentando questo triangolare, l’allenatore Serse Cosmi, che nella sua carriera ha allenato diverse squadre, ha sottolineato che “la serie A purtroppo è distante anni luce dallo spirito di un calcio autentico, messaggero di valori etici. A rovinare questo ambiente – ha detto – sono soprattutto persone senza scrupoli cui non importa nulla di questo sport, ma che lo utilizzano e lo sfruttano per propri scopi”. (A.L.)

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    24 Ore nel Mondo



    Italia. Alla Camera l'approvazione della legge di stabilità, poi le dimissioni di Berlusconi

    ◊   “Occorre che tutte le forze politiche sappiano agire con senso di responsabilità: questo l’appello del presidente della Repubblica italiana, Giorgio Napolitano, nel giorno in cui in Italia si vota la legge di stabilità. Dopo l’approvazione è previsto che il premier, Silvio Berlusconi, presenti le dimissioni. Il servizio di Fausta Speranza:

    Napolitano chiede responsabilità e chiede proposte che – dice – siano “in grado di conciliare il rigore imposto dalla necessità di ridurre il debito pubblico e di promuovere la crescita distribuendo equamente i sacrifici”. Il capo dello Stato dice chiaramente anche cosa evitare: “Facili vie d'uscita in illusori e poco lungimiranti localismi”. “La crisi – spiega Napolitano – rappresenta una sfida per la coesione sociale dell'Italia”. L’appello alla responsabilità arriva nel giorno in cui, dopo il dibattito, si voteranno nel pomeriggio il Bilancio dello Stato e la Legge di Stabilità. I provvedimenti, rispettivamente di 17 e 36 articoli, dovrebbero essere gli ultimi due varati dal governo Berlusconi, che si è impegnato a rassegnare subito dopo le dimissioni. Sul dopo, Napolitano intende affidare l’esecutivo all’economista Mario Monti, già commissario europeo e soprattutto personalità stimata a livello internazionale. L’ipotesi ha avuto riscontri più che positivi sui mercati. Ma all’interno del Pdl si sono levate molte voci discordi e si sono fatti i nomi di Lamberto Dini e del segretario del Pdl, Angelino Alfano. La Lega dice no al governo tecnico e vorrebbe subito il voto. All’opposizione – dopo l’iniziale opposizione al governo tecnico – il leader dell’Idv, Antonio Di Pietro, si è detto disponibile a un governo Monti che non abbia troppi esponenti del vecchio governo all’interno. Il Pd sostiene l’ipotesi Monti e in particolare boccia l’ipotesi del segretario Pdl Alfano.

    Arrivata ad Augusta la nave di irregolari con la donna che ha partorito ieri
    Ha attraccato stamattina alle banchine del porto commerciale di Augusta, in Sicilia, la nave “Foscari” della Marina militare italiana che ieri aveva preso a bordo 43 profughi, oltre una donna che aveva appena partorito (e che è stata ieri elitrasportata all'ospedale di Agrigento). Sono tutti somali che si trovavano alla deriva su un gommone nel canale di Sicilia. L'arrivo alla banchina del porto di Augusta, nel siracusano, è avvenuto con un po' di ritardo rispetto ai programmi a causa delle non agevoli condizioni del mare. Ultimate le procedure di sbarco - che sono attualmente in corso - i 43 migranti dovrebbero essere trasferiti nel “villaggio della solidarietà" di Mineo, nel Catanese.

    Esplosione in Iran: 15 morti
    Esplosione in base militare in Iran. E' avvenuta in una base dei Guardiani della Rivoluzione vicino Teheran e ha provocato 15 morti. L'agenzia Fars riporta un comunicato delle Guardie rivoluzionarie secondo cui il fatto è accaduto nell'arsenale della caserma di Bidganeh, a Malard, ad ovest di Teheran. La tv di Stato Irinn cita in proposito un responsabile delle Guardie rivoluzionarie, Ramezan Sharif, che ha riferito che 15 suoi colleghi sono morti per un incidente avvenuto mentre spostavano materiale esplosivo in uno dei depositi della base.

    La richiesta palestinese all’Onu non raccoglie i voti necessari
    Doccia fredda sulle aspirazioni palestinesi di entrare a far parte dell’Onu come Stato membro. Ieri, al Consiglio di Sicurezza, solo otto Paesi - sui nove necessari - hanno detto sì alla richiesta presentata lo scorso 23 settembre dal presidente Abu Mazen. Una strada che, comunque, si era presentata in salita visto l’annunciato veto degli Stati Uniti, che su Washington aveva fatto piovere le critiche di Ramallah. Al vaglio dell’Anp ci sono comunque nuove soluzioni come la riproposizione della richiesta a partire già da gennaio. Benedetta Capelli ne ha parlato con Giorgio Bernardelli, esperto di Medio Oriente:

    R. – Si apre una partita a scacchi. Bisognerà vedere anche quanto questa richiesta di Abu Mazen sia sentita all’interno dell’opinione pubblica palestinese. Hamas è sempre stata contraria. L’unica strada che ora sembra essere percorribile è quella di mantenere aperto questo dibattito, riportando la questione dal Consiglio di sicurezza all’Assemblea generale, dove la Palestina ha più facilità di avere un voto favorevole da parte della maggioranza degli Stati membri dell’Assemblea ma non ha comunque i due terzi.

    D. – Quanto ha pesato il riconoscimento dell’Unesco su questa decisione?

    R. – Ormai i giochi erano abbastanza fatti già prima. Siamo in una situazione di stallo, servirebbe davvero un’iniziativa politica forte che permetta una via d’uscita da questa impasse: un rilancio serio dei negoziati che presuppone soprattutto da parte israeliana un blocco degli insediamenti. Una decisione in tal senso permetterà ad Abu Mazen di ritornare al negoziato con una vittoria in mano.

    D. - Da sottolineare dunque anche la spaccatura della comunità internazionale, anche alla luce del dossier sull’Iran…

    R. – Credo che sia corretto mettere in prima fila, oggi, il dossier iraniano. Anche quella sull’Iran è una partita complessa. Non è escluso che si riesca in qualche modo a strappare qualche concessione a Netanyahu che permetta di riaprire, sotto un’altra prospettiva e in un altro modo, il dossier sullo Stato palestinese. (bf)

    La Lega araba sospende la Siria
    La Lega araba ha deciso la sospensione della Siria dalle sue attività a partire dal 16 novembre fino a quando Damasco non metterà in applicazione in piano arabo per porre fine alle violenze. Lo ha annunciato il ministero Esteri del Qatar, presidente di turno della Lega. Il ministro degli Esteri del Qatar, Hamad ben Ghazem, presidente di turno della Lega, ha spiegato che il documento finale ha ottenuto 18 sì, due no e un astenuto. Secondo alcune fonti, i due no sono venuti da Libano e Yemen, mentre l'Iraq si è astenuto.

    Nuovi raduni di protesta nello Yemen
    Mentre nuovi raduni di protesta sono segnalati oggi nella capitale yemenita di Sanaa e nella città di Taez, sette membri di Al Qaeda sono stati uccisi in scontri con le forze governative nella provincia meridionale di Abyan, secondo quanto riferito da una fonte militare che ha voluto mantenere l'anonimato. Gli scontri, ha detto la fonte, citata dall'agenzia cinese Xinhua, sono avvenuti quando un commando di Al Qaida ha cercato di penetrare in una base militare della 25.ma Brigata meccanizzata dell'esercito, nei sobborghi orientali di Zinjibar, il capoluogo della provincia di Abyan. In questa regione gruppi legati ad Al Qaida cercano di rafforzare la loro presenza approfittando della crisi che scuote lo Yemen da nove mesi, con proteste pacifiche di piazza contro il presidente, Ali Abdullah Saleh, e scontri tra forze governative e militari e capi tribali ribelli. Secondo testimoni citati dall'agenzia Afp, scontri tra forze governative e miliziani di gruppi tribali che si oppongono al regime sono avvenuti oggi a Taez, 200 chilometri a sud di Sanaa, dove ieri un bombardamento delle forze fedeli al presidente ha provocato almeno 15 morti.

    Catherine Ashton in Libia per aprire l'ufficio Ue di politica estera
    L'Alto rappresentante per la politica estera dell'Unione europea, Catherine Ashton, apre oggi a Tripoli un ufficio di rappresentanza Ue in Libia e incontra, durante la sua visita, i nuovi dirigenti del Paese. “Aprire un ufficio di rappresentanza a Tripoli – ha spiegato la Ashton in un comunicato – riflette l'impegno dell'Ue a mantenere stretti rapporti con il popolo libico, sia durante il periodo di transizione politica che a lungo termine”. Durante la sua permanenza, la Ashton incontra il capo del Consiglio nazionale di transizione (CNT), Mustafa Abdel Jalil, e il nuovo primo ministro, Abdel Rahim al-Kib, e prende parte ad un forum sui diritti delle donne in Libia.

    Erdogan nella provincia colpita dal sisma: 30 i morti
    Il premier turco, Erdogan, è partito in aereo da Ankara per compiere, accompagnato da vari ministri, un nuovo sopralluogo a Van, la provincia orientale turca colpita da un secondo sisma in meno di un mese. Lo scrive l'agenzia turca Anadolu, segnalando che col procedere dei lavori di soccorso è aumentato da 27 a 30 il numero dei morti accertati nel crollo dei due hotel del capoluogo: 20 nel Bayram e 10 nell'Aslan. Il premier aveva compiuto un sopralluogo già subito dopo il primo sisma, quello del 23 ottobre che aveva causato più di 600 morti.

    Attentato davanti al tribunale di Rawalpindi
    Un commando armato è entrato in azione oggi davanti ad un tribunale di Rawalpindi, in Pakistan, uccidendo almeno quattro persone, pregiudicati appartenenti ad un gruppo rivale. Gli agenti, si è appreso, avevano fatto scendere da un veicolo alcune persone che dovevano essere processate, quando all'improvviso sul posto sono giunti gli aggressori che hanno aperto il fuoco da pochi metri di distanza, causando almeno quattro vittime, mentre la gente tutt'intorno fuggiva all'impazzata. Uno degli aggressori è stato arrestato, mentre si è aperta una caccia all'uomo per catturare i restanti tre componenti della banda.

    Afghanistan: nasce un nuovo partito di opposizione
    È nato ieri il nuovo partito di opposizione al presidente afghano, Hamid Karzai: si chiama Jabha-e Milli-e Afghanistan (Fronte nazionale dell'Afghanistan) e promuove “unità nazionale, democrazia, rispetto della legge e riforme” oltre a raccogliere molti dei leader antisovietici e anti-alebani della ex Alleanza del Nord. Il quotidiano Outlook Afghanistan sottolinea che hanno promosso la nascita della nuova formazione l'ex vicepresidente e fratello del leggendario "Leone del Panjshir", Ahmad Zia Massoud, il leader del Partito dell'Unità del popolo afghano, Mohaqiq, il leader del movimento islamico nazionale, Dostum, e l'ex capo dei servizi di intelligence (Nds), Saleh. Uno dei principali obiettivi del nuovo partito è la trasformazione dell'attuale sistema presidenziale in una democrazia parlamentare, in cui i governi provinciali e municipali godano di una maggiore autonomia da Kabul. Della situazione nel Paese bisogna dire che oggi otto civili e quattro agenti sono rimasti uccisi in due diverse esplosioni: una nella provincia orientale afghana di Laghman, un’altra a Herat City, capoluogo dell'omonima provincia occidentale.

    Kazakhistan: autorità ammettono problema terrorismo. Oggi cinque morti
    Cinque persone sono morte in una esplosione avvenuta in una città del Kazakhistan. Negli ultimi giorni, le autorità kazakhe hanno ammesso per la prima volta di dover fronteggiare un problema legato al terrorismo nel Caucaso.

    Messico: morto ministro Interni e quattro funzionari su elicottero precipitato
    Il cielo coperto dalle nuvole potrebbe essere la causa della sciagura alla periferia della capitale messicana, nella quale è morto il ministro degli Interni e altre sette persone: lo ha affermato il presidente, Felipe Calderon, nella sua prima dichiarazione dopo l'incidente. Nel discorso, Calderon ha assicurato che le indagini del governo sull'incidente saranno ad ampio raggio. L'elicottero è precipitato nella zona di Temamatla, alla periferia della megalopoli messicana, presumibilmente mentre tentava di effettuare un atterraggio di emergenza. Tra le altre vittime si trovano tre membri dell'equipaggio, il sottosegretario agli Affari giuridici e diritti umani, Felipe Zamora, e altri tre funzionari governativi.

    Aung San Suu Kyi alle prossime elezioni in Birmania: probabile candidatura
    Aung San Suu Kyi, leader del partito di opposizione birmano, torna all’impegno politico. Il premio Nobel per la Pace correrà "probabilmente" alle elezioni del prossimo mese. Lo ha dichiarato oggi un portavoce del partito, la Lega nazionale per la democrazia, che aveva deciso di boicottare le ultime elezioni in segno di protesta contro una legge elettorale che impedisce la candidatura di dissidenti agli arresti, tra i quali la stessa Aung San Suu Kyi. Grazie ad una modifica alla legge ora il partito di opposizione può tornare ufficialmente sulla scena politica.

    Giappone: la centrale di Fukushima aperta ai media
    Gli sforzi di diverse migliaia di persone, tra tecnici, ingegneri e semplici operai, hanno portato la centrale nucleare di Fukushima alla fase di arresto a freddo entro fine anno e alla messa in sicurezza dei reattori danneggiati dal sisma-tsunami dell'11 marzo. A otto mesi dalla più grave crisi dopo Chernobyl, i cancelli del disastrato impianto sono stati aperti oggi ai media, per la prima volta. ''Dal giorno del mio arrivo, poco dopo l'incidente, non c'è dubbio che i reattori siano stabilizzati'', ha detto Masao Yoshida, responsabile della centrale gestita dalla Tepco. Tutto ciò, ha messo in guardia, non significa dire che ''l'ambiente sia del tutto sicuro: le radiazioni restano elevate, così se si lavora qui ogni giorno, ci sono ancora pericoli''. La radioattività, a circa 500 metri dai reattori, è stata rilevata in 50 microsievert/h: per avere un confronto, tre ore di esposizione sono pari al quantitativo assorbito su un volo aereo Roma-Tokyo, mentre il tetto più elevato, segnalato sui bus dai contatori geiger, è stato trovato a 300, alla base dei reattori. (Panoramica internazionale a cura di Fausta Speranza)

    Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LV no. 316

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    E' possibile ricevere gratuitamente, via posta elettronica, l'edizione quotidiana del Bollettino del Radiogiornale. La richiesta può essere effettuata sulla home page del sito www.radiovaticana.va/italiano.

    Segreteria di redazione: Gloria Fontana, Mara Gentili, Anna Poce e Beatrice Filibeck, con la collaborazione di Vera Viselli.