Logo 50Radiogiornale Radio Vaticana
Redazione +390669883674 | +390669883998 | e-mail: sicsegre@vatiradio.va

Sommario del 09/03/2011

Il Papa e la Santa Sede

  • Benedetto XVI all'udienza generale parla della Quaresima: il digiuno è l'astinenza dal male, l'elemosina la scelta di fare il bene
  • Nel pomeriggio, Messa di Benedetto XVI nella Basilica di Santa Sabina con il rito dell'imposizione delle ceneri
  • Messaggio del Papa per la Campagna di Fraternità in Brasile: per salvare la creazione, l’uomo riconosca di essere creatura
  • La Santa Sede ai lavori Onu in vista della Conferenza sullo sviluppo sostenibile: il libero mercato può essere orientato al bene comune
  • Ricevimento all’ambasciata del Canada presso la Santa Sede per celebrare il genio femminile in Vaticano
  • Presentate le stazioni della Via Crucis in bronzo che orneranno Via della Conciliazione dal 13 al 29 aprile
  • Oggi su "L'Osservatore Romano"
  • Oggi in Primo Piano

  • Libia, tre jet di Gheddafi partiti da Tripoli. Il leader libico forse a bordo di uno di essi
  • "Guardare ai giovani": i Francescani di Assisi scrivono al presidente Napolitano in vista del 150.mo dell'unità d'Italia
  • A Roma, anteprima italiana del film "Il Rito", storia vera di un esorcista
  • Chiesa e Società

  • India. Nuova ondata di violenza anticristiana in Orissa: torna l’incubo fra i fedeli
  • Pakistan. Zardari incontra i familiari di Shahbaz Bhatti: il fratello Paul vicino a succedergli
  • Protesta pro-Bhatti dei pakistani a Roma, "no" dei cattolici alla manifestazione
  • Egitto: per i missionari gli scontri a Il Cairo causati da sbagliata interpretazione del Corano
  • Nepal: ex leader indù pianifica dal carcere attacchi contro chiese ed edifici pubblici
  • Le Chiese italiane domenica prossima pregheranno per le vittime di violenze in Africa e Asia
  • Messico: i vescovi lanciano un appello per i migranti ai presidenti di Usa e Messico
  • Perù: l’arcivescovo di Lima per le elezioni: non dobbiamo essere pastori muti
  • Nicaragua-Costa Rica: il verdetto dell'Aja sul fiume Juan definito soddisfacente
  • Somalia: il 75% delle persone gravemente malnutrite vive nel sud del Paese
  • Kenya: il Jrs lancia il "diploma on line" in Servizi sociali per i rifugiati di Kakuma
  • Etiopia. Scoppiano le violenze tra la maggioranza islamica e la minoranza cristiana
  • Parigi: leader ebrei e musulmani preoccupati per xenofobia e razzismo in Europa
  • Usa. Il Cair al Congresso: “Non tutti i musulmani sono terroristi”
  • Irlanda: il richiamo dei vescovi alla difesa delle donne soprattutto nei Paesi in guerra
  • Myanmar: concluso il secondo Seminario nazionale dedicato all'Apostolato Biblico
  • Terra Santa: la preghiera dei luoghi santi in una nuova applicazione per il BlackBerry
  • Da lunedì il pellegrinaggio delle reliquie di Santa Teresa di Lisieux in Terra Santa
  • Al via a Vicenza "Koiné 2011", rassegna di oggetti e arredi di culto
  • Con il Mercoledì delle Ceneri inizia la preparazione alla Pasqua di “Radioquaresima”
  • 24 Ore nel Mondo

  • Alta tensione interreligiosa in Egitto. Almeno 11 vittime ieri sera al Cairo

  • Il Papa e la Santa Sede



    Benedetto XVI all'udienza generale parla della Quaresima: il digiuno è l'astinenza dal male, l'elemosina la scelta di fare il bene

    ◊   Nel Mercoledì delle Ceneri, Benedetto XVI sollecita tutti fedeli, raccolti nell’Aula Paolo VI per l'udienza generale, ad entrare nel tempo di Quaresima prendendo ogni giorno la propria croce per seguire Gesù. Il servizio di Roberta Gisotti:

    “La Quaresima è un cammino, è accompagnare Gesù che sale a Gerusalemme, luogo del compimento del suo mistero di passione, morte e resurrezione”. Questo itinerario di fede – ha sottolineato Benedetto XVI – “ci ricorda che la vita cristiana è una ‘via’ da percorrere, consistente non tanto in una legge da osservare, ma nella persona stessa di Cristo, da incontrare, da accogliere, da seguire”. “Gesù infatti ci dice: ‘Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua’” :

    “La Chiesa sa che, per la nostra debolezza, è faticoso fare silenzio per mettersi davanti a Dio, e prendere consapevolezza della nostra condizione di creature che dipendono da Lui e di peccatori bisognosi del suo amore; per questo, in Quaresima, invita ad una preghiera più fedele ed intensa e ad una prolungata meditazione sulla Parola di Dio”.

    Ed è soprattutto la Liturgia, ha ricordato il Papa, a condurci in questo cammino con il Signore, per ripercorrere gli eventi che ci hanno portato la salvezza, ma “non come una semplice commemorazione, un ricordo di fatti passati”, perché “nelle azioni liturgiche”, “quegli avvenimenti salvifici diventano attuali”:

    “Partecipare alla Liturgia significa allora immergere la propria vita nel mistero di Cristo, nella sua permanente presenza, percorrere un cammino in cui entriamo nella sua morte e risurrezione per avere la vita”.

    Il Santo Padre ha quindi richiamato “il nesso particolare che lega il Tempo quaresimale al Battesimo”, “per cui l’uomo, morto al peccato, è reso partecipe della vita nuova in Cristo Risorto.” Poi l’invito di prepararsi a celebrare degnamente i misteri pasquali osservando le pratiche tradizionali: il digiuno, l’elemosina e la preghiera.

    Il digiuno, non solo l’astinenza dal cibo, ma “altre forme di privazione per una vita più sobria”, “segno esterno di una realtà interiore, del nostro impegno, con l’aiuto di Dio, di astenerci dal male e di vivere del Vangelo.” L’elemosina, non solo per “i ricchi e i facoltosi”, ma anche per “quelli di condizione modesta e povera”, perché “cosi disuguali nei beni di fortuna, tutti possono essere pari nei sentimenti di pietà dell’anima”. La preghiera è “fatta di umiltà e carità, nel digiuno e nell’elemosina, nella temperanza e nel perdono delle offese, dando cose buone e non restituendo quelle cattive”:

    "Cari amici, in questo cammino quaresimale siamo attenti a cogliere l’invito di Cristo a seguirlo in modo più deciso e coerente, rinnovando la grazia e gli impegni del nostro Battesimo, per abbandonare l’uomo vecchio che è in noi e rivestirci di Cristo, per giungere rinnovati alla Pasqua e poter dire con san Paolo ‘non vivo più io, ma Cristo vive in me’. Buon cammino quaresimale a tutti!". (applausi)

    inizio pagina

    Nel pomeriggio, Messa di Benedetto XVI nella Basilica di Santa Sabina con il rito dell'imposizione delle ceneri

    ◊   Come ogni Mercoledì delle Ceneri, oggi pomeriggio il Papa si recherà alla Basilica romana di Santa Sabina all’Aventino per presiedere la Stazione quaresimale. Alle 16.30, Benedetto XVI sarà nella Chiesa di Sant’Anselmo da dove, dopo un momento di preghiera, si recherà in processione penitenziale verso la Basilica di Santa Sabina, accompagnato da cardinali e presuli, oltre che dai monaci benedettini di Sant’Anselmo, dai Padri domenicani di Santa Sabina e da alcuni fedeli. Verso le 17, avrà inizio nella Basilica la Santa Messa con il rito di benedizione e imposizione delle Ceneri. Il Pontefice farà rientro in Vaticano verso le 19.30.

    inizio pagina

    Messaggio del Papa per la Campagna di Fraternità in Brasile: per salvare la creazione, l’uomo riconosca di essere creatura

    ◊   Bisogna cambiare mentalità e atteggiamenti per una vera salvaguardia del creato: questo l’appello del Papa nel suo messaggio alla Chiesa cattolica in Brasile che oggi, in occasione dell’inizio della Quaresima, lancia l’annuale “Campagna della Fraternità”. L’evento di quest’anno si svolge sul tema “Fraternità e vita nel Pianeta” e riflette su un brano della Lettera di San Paolo ai Romani: “La Creazione geme nei dolori del parto”. Obiettivo della Campagna è di sensibilizzare sulle conseguenze del riscaldamento globale e dei cambiamenti climatici sulle popolazioni del Pianeta, in particolare sulle comunità più povere e vulnerabili. Il servizio di Sergio Centofanti:

    “Il primo passo per un corretto rapporto con il mondo che ci circonda – afferma il Papa – è il riconoscimento da parte dell'uomo della sua condizione di creatura: l'uomo non è Dio, ma sua immagine” e, in quanto tale, è chiamato ad essere “più sensibile alla presenza di Dio in ciò che lo circonda”. Infatti, prosegue Benedetto XVI, “in tutte le creature, e specialmente nella persona umana, esiste una certa epifania di Dio”. Così, "chi sa riconoscere nel cosmo i riflessi del volto invisibile del Creatore, è portato ad avere maggiore amore per tutte le creature". Ma di fronte alla creazione che “geme nelle doglie del parto", anche a causa dei “danni causati dall'egoismo umano” – sottolinea il messaggio – occorre “un cambiamento di mentalità e di atteggiamenti”. Innanzitutto, “l'obbligo di prendersi cura dell'ambiente è un imperativo che nasce dalla consapevolezza che Dio affida la sua creazione all'uomo, non perché questi eserciti su di essa un dominio arbitrario, ma perché la custodisca come un figlio può prendersi cura del patrimonio del padre”.

    Perciò, “l'uomo sarà in grado di rispettare le creature – scrive il Papa – nella misura in cui coltiva nel suo spirito un senso pieno della vita; in caso contrario, sarà portato a disprezzare se stesso e ciò che lo circonda, a non avere rispetto per l'ambiente in cui vive”. Per questo, conclude il messaggio, “la prima ecologia che deve essere promossa è l’ecologia umana”: cioè, “senza una chiara difesa della vita umana dal concepimento alla morte naturale; senza una difesa della famiglia fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna; senza una vera difesa di quanti sono esclusi ed emarginati dalla società” e di quanti, “vittime di catastrofi naturali”, hanno perso tutto, “mai si potrà parlare di una vera difesa dell'ambiente”.

    inizio pagina

    La Santa Sede ai lavori Onu in vista della Conferenza sullo sviluppo sostenibile: il libero mercato può essere orientato al bene comune

    ◊   Programmi e politiche strutturati per perseguire l'obiettivo di una green economy “nel contesto dello sviluppo sostenibile e dell'eliminazione della povertà” non devono dimenticare che lo scopo dello sviluppo è quello di promuovere una crescita umana integrale. Lo ha affermato ieri pomeriggio alle Nazioni Unite il professor Charles Clark, docente di Economia presso St. John's University, a nome della delegazione della Santa Sede che partecipa al secondo Comitato preparatorio per la Commissione sullo sviluppo sostenibile (Csd). Il servizio di Alessandro De Carolis:

    L’intervento del prof. Clark ha riproposto all’attenzione dei partecipanti al Comitato le convinzioni di Benedetto XVI in materia di sviluppo sostenibile e della cosiddetta green economy. Una crescita economica pilotata dai mercati o dagli Stati, ha affermato con chiarezza, “non necessariamente promuove un tipo di sviluppo che è degno dell’essere umano”. Da un lato, ha stigmatizzato il rappresentante vaticano, ci viene detto che sono “l’interesse e l’avidità” a muovere il comportamento umano, e che il “libero mercato” è tutto ciò che serve “per cambiare il vizio privato in pubblica virtù”. Dall’altro, ha proseguito, ci viene detto che la natura umana “è ciò che la società compie”, in una “strategia di sviluppo” basata sulle istituzioni, con “la speranza” che il diritto “sarà sufficiente a promuovere lo sviluppo”. Ognuna di queste due visioni, ha sostenuto il prof. Clark, “contiene una parte di verità”: gli esseri umani spesso sono guidati da interessi personali, ma tanto i mercati i mercati quanto le politiche di governo hanno entrambi “il potenziale per promuovere il bene comune”.

    Inoltre, ha indicato il prof. Clark, qualsiasi promozione dello sviluppo economico “non deve essere a spese dei poveri e degli emarginati o delle future generazioni”. L’economia, ha asserito, “ha bisogno di un’oggettiva formazione morale per poter funzionare correttamente”. La seconda tornata di riunioni preparatorie cui partecipa la Santa Sede è in vista della Conferenza delle Nazioni Unite sullo sviluppo sostenibile del prossimo anno, fissata dal 4 al 6 giugno 2012 a Rio de Janeiro, a 20 anni dal summit del 1992. Due saranno i temi principali: la green economy in un contesto di sradicamento della povertà e di sviluppo sostenibile e un quadro istituzionale per lo sviluppo sostenibile.

    inizio pagina

    Ricevimento all’ambasciata del Canada presso la Santa Sede per celebrare il genio femminile in Vaticano

    ◊   Un incontro per celebrare il contributo delle donne alla Curia Romana. Nella Giornata internazionale della donna, l’ambasciatrice del Canada presso la Santa Sede, Anne Leahy, ha invitato ieri a pranzo nella sua residenza romana alcune esponenti delle "quote rosa" in Vaticano. Un’occasione per sottolineare il genio femminile all’opera, nei vari dicasteri e istituzioni della Città del Vaticano, per il bene della Chiesa e del mondo intero, come ha sottolineato la signora Leahy alla nostra collega Roberta Gisotti:

    D. – Signor ambasciatore, qual è stato lo spirito di questa iniziativa?

    R. – Uno spirito di riconoscenza e di ringraziamento per il contributo e per tutto il lavoro che viene svolto dalle donne, dalle signore che lavorano in Curia, in Governatorato, ai Musei e in tanti altri posti dove abbiamo occasione di incontrare queste donne durante tutto l’anno. Visto che l’8 marzo è una data riconosciuta universalmente, ho pensato che sarebbe stata una bella occasione per esprimere questo nostro “grazie” a nome degli ambasciatori donne presso la Santa Sede.

    D. – Anche il Vaticano, dunque, può dare il buon esempio nel valorizzare il genio femminile?

    R. – Questo è sicuro. Sono tante le donne con le quali lavoriamo e non era certo possibile invitarle tutte in una sola volta. Credo, però, che sia molto importante ricordare quello che può essere fatto e che c’è la possibilità, c’è la speranza che, lavorando insieme, insieme anche gli uomini ovviamente, e vedendo questi progressi, possiamo essere capaci di migliorare.

    D. – Soprattutto partendo dal rispetto della donna come persona?

    R. – Sì, sicuramente. Il rispetto non è purtroppo dato in tutte le regioni del mondo. E’ vero: la dignità della donna è molto importante. (mg)

    inizio pagina

    Presentate le stazioni della Via Crucis in bronzo che orneranno Via della Conciliazione dal 13 al 29 aprile

    ◊   Un’installazione di arte sacra contemporanea unica al mondo. E’ la Via Crucis in bronzo che dal 13 marzo al 29 aprile, verrà esposta in Via della Conciliazione a Roma. L’opera è stata eseguita dalla società d’arte “Domus Dei”, di proprietà della Congregazione delle Pie Discepole del Divin Maestro, ed è stata presentata oggi nella Sala Marconi della Radio Vaticana. C’era per noi Michele Raviart.

    Quarantanove statue e undici croci in bronzo alte due metri, distribuite in quattordici gruppi scultorei, uno per ogni stazione della Via Crucis. Sono questi i numeri della grande opera d’arte che a partire dal 13 marzo verrà esposta lungo Via della Conciliazione a Roma, conducendo pellegrini e visitatori attraverso il mistero della croce e della resurrezione. Si tratta di un’opera unica, la più grande del mondo nel suo genere, che ha visto l’impiego di quasi venti tonnellate di bronzo, fuse con la tecnica della cera persa. La sua realizzazione ha impiegato oltre cinque anni. Giuseppe Allamprese, uno degli artisti coinvolti ci spiega la realizzazione e lo stile dell’opera:

    “Siamo in due, quindi c’è stata anche una necessità di amalgamare i due stili e di fare in maniera che fosse un lavoro omogeneo. Le statue sono state realizzate prima in creta e poi fuse, con la tecnica della cera persa, in bronzo. Lo stile è uno stile tradizionale, perché c’era l’esigenza di essere il più possibile comunicativi verso il pubblico. Rispettano il più possibile naturalmente la descrizione dei Vangeli, limitando le figure a quattro, al massimo cinque, per ogni stazione. Abbiamo cercato di dare il più possibile una certa dinamicità alla scena, anche se le scene sono - naturalmente - un po’ frutto della nostra interpretazione”.

    La Via Crucis è stata commissionata dalla città di Coquimbo in Cile, dove ritornerà dopo il 29 aprile, per essere poi collocata nel parco della “Croce del Terzo Millennio”, dove si innalza una croce monumentale alta oltre ventisei metri. In quell’occasione, verrà inaugurata a Coquimbo la prima parrocchia al mondo dedicata a Giovanni Paolo II, che verrà elevato agli altari il prossimo primo maggio. Durante la sua esposizione a Roma, la Via Crucis sarà un cammino orante verso S. Pietro in tempo di Quaresima, in un luogo ricco di simbolismo e spiritualità. Mons. Domenico Segalini, vescovo di Palestrina:

    “Sono importanti queste rappresentazioni monumentali, queste croci enormi che vengono collocate sulla Via della Conciliazione, vicino al luogo della passione e morte di Pietro: qui, davanti a quell’obelisco, che oggi è collocato al centro della piazza - e che San Pietro prima di morire vide sicuramente, perché era collocato nell’anfiteatro dei giochi in cui ci si divertiva con i cristiani, fino a fare della loro morte uno spettacolo - qui, la volontà di proporre la Via Crucis assume un significato unico per il contesto storico”.

    Il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, durante la presentazione ha ricordato la sfida per Roma di ospitare, seppure temporaneamente, una nuova opera di arte sacra contemporanea, sottolineando l’importanza dei valori che la Via Crucis richiama. Questa esposizione è infatti un’occasione per ribadire il valore della Croce e del sacrificio di Cristo. Il cardinale Velasio De Paolis, presidente della Prefettura degli Affari Economici della Santa Sede.

    “Benedette croci, benedetti artisti che ci presentano continuamente questo mistero della Croce. Laddove noi non comprendiamo più il senso della Croce, perdiamo il senso della vita. Dalla Croce del Signore abbiamo imparato ad amare, abbiamo imparato una cosa difficilissima, quasi impossibile: abbiamo imparato ad amare chi soffre”.(ma)

    inizio pagina

    Oggi su "L'Osservatore Romano"

    ◊   All'udienza generale Benedetto XVI parla del significato della Quaresima.

    Dalla matita all'e-book: in prima pagina, Giulia Galeotti intervista il direttore della Libreria Editrice Vaticana, don Giuseppe Costa, sulla genesi, i retroscena e i numeri dell'ultimo libro del Papa “Gesù di Nazareth”.

    Nell'informazione internazionale, in primo piano la crisi libica: Gheddafi attacca la comunità internazionale; la città Al Zawiyah vicina alla capitolazione mentre continuano i contatti diplomatici per la no-fly zone.

    Una nuova categoria di profughi: Stefania Schipani sulle persone costrette a migrare a causa dei mutamenti climatici.

    Da Tarso all'Ostiense sulle rotte della civiltà europea: stralci dal discorso di Maurizio Sacconi, ministro italiano del Lavoro, in occasione della presentazione di un volume sulla basilica di San Paolo fuori le Mura che si terrà domani, 10 marzo, all'Ambasciata d'Italia presso la Santa Sede. Sullo stesso tema i contributi di Maurizio Galletti e dell'abate Edmund Power.

    Al fondo della sofferenza umana: Michele Campanella sulla religiosità di Franz Liszt nel bicentenario della nascita.

    inizio pagina

    Oggi in Primo Piano



    Libia, tre jet di Gheddafi partiti da Tripoli. Il leader libico forse a bordo di uno di essi

    ◊   Sono forse ore decisive per il futuro della Libia: Muammar Gheddafi potrebbe aver lasciato il Paese. L’aeroporto della capitale è stato chiuso al traffico internazionale e tre jet privati sono partiti da Tripoli diretti al Cairo, ad Atene e a Vienna. Il servizio di Amedeo Lomonaco:

    In Libia, si susseguono voci della fuga di Muammar Gheddafi del Paese. A supportare questa tesi è stato il decollo dall’aeroporto di Tripoli, chiuso al traffico internazionale, di tre jet privati. Uno di questi è già atterrato al Cairo. Dal velivolo è sceso un emissario del colonnello, un generale dell’esercito, che ha portato anche un messaggio del raìs al capo del Consiglio supremo delle forze armate egiziane. Fonti locali riferiscono che oltre al generale sarebbe arrivato nella capitale egiziana anche un figlio del colonnello. Si hanno invece meno informazioni sugli altri due velivoli, diretti rispettivamente a Vienna e ad Atene. A bordo di uno dei due si sospetta possa esserci Muammar Gheddafi. In particolare, l’ufficio del primo ministro greco, George Papandreou, ha reso noto che ieri il premier ellenico è stato contattato telefonicamente da Gheddafi. In un’intervista rilasciata ad un’emittente francese, il leader libico intanto è tornato ad accusare i Paesi occidentali di condurre un “complotto colonialista” contro la Libia. Sull’altro versante, l’Occidente – in particolare l’Unione Europea – deve ancora chiarire le proprie mosse. A Strasburgo, l’Europarlamento voterà domani una risoluzione in cui si chiede al capo della diplomazia europea, Catherine Ashton, di stabilire relazioni con il Consiglio nazionale di transizione istituito dagli insorti a Bengasi e di avviare il processo per il riconoscimento ufficiale di tale organismo. La Ashton ha però espresso dei dubbi, sostenendo che un simile riconoscimento spetta al Consiglio europeo. E riserve sono state formulate anche in relazione all’ipotesi del divieto di sorvolo, di una no fly zone sulla Libia, come richiesto invece dall’Europarlamento. Il Consiglio supremo di difesa italiano ha reso noto, inoltre, che l'Italia è pronta a dare “il suo attivo contributo alla migliore definizione ed alla conseguente attuazione delle decisioni attualmente all'esame delle Nazioni Unite, dell'Unione Europea e della Nato”. Da segnalare, infine, che sono stati portati ieri sera in Italia da Tripoli 57 profughi eritrei, tra cui 27 minori. In Libia si trovavano tra due fuochi: erano considerati dei mercenari dagli insorti e degli agitatori dai sostenitori del colonnello. L’operazione è stata coordinata dall’ambasciata italiana a Tripoli, da don Mussie Zerai dell'Agenzia Habeshia e dal vicario apostolico della capitale libica, mons. Giovanni Innocenzo Martinelli. A Tripoli, sotto la protezione del presule, si trovano ancora circa 2000 rifugiati eritrei.

    E sull’ipotesi di una fuga del colonnello Ghedafi dalla Libia e le ripercussioni internazionali che questa fuga potrebbe comportare, Stefano Leszczynski ha intervistato Luigi Bonanate, docente di relazioni internazionali presso l’Università statale di Torino:

    R. – Una notizia veramente molto sperata, percchè questo farebbe cessare la violenza all’interno della Libia. Siamo ormai in una situazione di guerra civile, con un governo declinante, un governo degli insorti e quindi la situazione più triste che si possa immaginare. Comunque, non sarebbe una cosa facile, perché è chiaro che Gheddafi non può venire in Europa perché sarebbe immediatamente arrestato. E se anche va da Chavez, la cosa sarebbe piuttosto imbarazzante e lo sarebbe, tutto sommato, anche per l’America Latina.

    D. – In tutto questo contesto, abbiamo assistito alla lentezza della macchina delle Nazioni Unite: come mai? E’ mancata un’azione incisiva da parte della comunità internazionale, che l'Onu rappresenta...

    R. – Una premessa: non dimentichiamo mai che le Nazioni Unite sono ciò che i suoi Stati vogliono che essa sia Detto questo, non c’è dubbio che la situazione sia tecnicamente anche molto difficile. Un intervento massiccio - che pur per certi versi avrebbe potuto essere auspicabile, perché quanta gente sarà morta inutilmente alla fine di questa vicenda - armato sarebbe stato assolutamente inaccettabile. Non dimentichiamo poi, che se l’Onu è stata lenta, l’Unione Europea lo è stata non di meno. Il nostro mondo attuale non ha ancora superato il livello stato.

    D. – Perché a questo punto, degli Stati singoli dovrebbero avere interesse a valutare un’opzione militare per quanto riguarda un Paese come la Libia, che sappiamo è ricchissima di petrolio?

    R. – Ogni volta che l’Occidente si muove in un Paese petrolifero si pensa che ci sia qualcosa sotto. Il caso libico è ancora più clamoroso, perché la Libia, per la sua natura, per la sua storia, non ha quasi nulla. Il territorio è deserto. Ma ha il petrolio. Questo ci deve comunque spingere a dichiarare chiaro e forte che noi non andiamo lì a portar via il petrolio, ma andiamo lì per aiutarli – se ci andremo – a sviluppare la democrazia. A questo punto, dobbiamo fare un grande sforzo, non tanto economico, ma politico culturale per aiutare questi Paesi e, prima di tutti, oggi, la Libia. (ma)

    inizio pagina

    "Guardare ai giovani": i Francescani di Assisi scrivono al presidente Napolitano in vista del 150.mo dell'unità d'Italia

    ◊   Dedicare il 17 marzo ai giovani, quelli che in passato hanno donato la vita per l’unità d’Italia e quelli che oggi sentono sulla loro pelle le difficoltà dei nostri tempi. A chiederlo, in una lettera al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, sono i Frati Francescani di Assisi. Nel testo si esorta a non dimenticare le radici storiche e culturali del Paese, cominciando dal Cantico delle Creature di San Francesco, patrono d’Italia, “uno dei testi più autorevoli della letteratura nazionale”. Paolo Ondarza ha intervistato il custode del Sacro Convento di Assisi, padre Giuseppe Piemontese:

    R. - Gli artefici dell’unità d’Italia sono stati i giovani e naturalmente ai giovani è affidato, nel futuro, lo sviluppo di questa unità, di questa nazione: una ed unita. E’ allora che bisogna rivolgere lo sguardo mentre celebriamo i 150 anni dell’unità d’Italia.

    D. - Questo l’augurio che voi Francescani rivolgete all’Italia in un momento storico caratterizzato da tensioni, a livello istituzione e sociale. Qual è il vostro auspicio?

    R. - Noi siamo convinti che nel Paese ci sia molto più bene di quanto non appaia. Pensiamo che se vengono proposti ideali alti ed importanti, i giovani non si tirano indietro. Il 17 marzo ci riuniremo sulla tomba di San Francesco per fare una preghiera per l’Italia e per affidare a lui i giovani, affinché possano gustare la gioia di essere su questa terra e in questo luogo, nonostante le difficoltà che ci sono, ma anzi affrontandole ed aggredendole con coraggio e con buoni risultati. Allo stesso tempo vogliamo, però, richiamare le istituzioni e tutti coloro che hanno una responsabilità nel mondo civile, imprenditoriale e politico affinché collaborino a creare queste condizioni in cui i giovani possano emergere, possano realizzare se stessi.

    D. - Dai Francescani arriva anche un richiamo a non dimenticare le nostre radici e non soltanto quelle religiose, perché senza di queste saremmo come alberi portati via dal vento…

    R. - In riferimento anche all’unità d’Italia, noi ricorderemo che anche nel mondo cattolico c’è stato un grande movimento, anzitutto di pensiero, di cultura che ha portato poi ad una nazione unita. Pensiamo in questo momento a Dante, a San Francesco stesso, che ha unito le varie regioni d’Italia e d’Europa attraverso i suoi frati. Pensiamo anche ad alcuni uomini cattolici del Risorgimento, che hanno dato il loro contributo per l’unità d’Italia. Se un albero non ha radici forti, e se queste radici non vengono protette, l’albero si seccherà: io mi auguro - e auguro a tutti - di non fare questa fine, ma anzi di riuscire a riscoprire la bellezza di queste radici per poter poi ammirare la bellezza di rami e di foglie sempre verdi e sempre più belle. (mg)

    inizio pagina

    A Roma, anteprima italiana del film "Il Rito", storia vera di un esorcista

    ◊   Viene proiettato questa sera all’Auditorium Conciliazione di Roma, in anteprima italiana e alla presenza del cast, il film “Il Rito”, liberamente ispirato alla storia vera di un esorcista e di un diacono messo alla prova della fede, che diverrà poi sacerdote, oggi in servizio in una diocesi californiana. Un percorso che tra paure, tensioni e qualche cessione gratuita allo spettacolo, sfocia così in un finale positivo. Il servizio di Luca Pellegrini:

    (Clip audio)

    “Come spieghi la voce dentro di lei? Non era una voce umana, quella!”.
    “Devi stare attento, Michael!”.
    “Perché?”.
    “Scegliere di non credere nel diavolo non ti proteggerà da lui”.

    Così padre Lucas, esorcista irascibile e schietto, cerca di mettere in guardia il giovane diacono, giunto a Roma per rinsaldare la sua fede e che, invece, fa di tutto per dubitare. Sebbene gli incontri con il diavolo si facciano via via più ravvicinati e il nemico si celi là dove mai si potrebbe sospettare, Michael - nomen omen - diventerà alla fine sacerdote per rimettere i peccati che alimentano il male nel mondo. La trama de "Il Rito" è abbastanza semplice, evitando non tanto le scene di disturbo quanto la spettacolarizzazione gratuita degli esorcismi. Il film esce sugli schermi italiani sorretto da una grande pubblicità, sperando di captare l’interesse dei curiosi e degli appassionati del genere. Il protagonista è Antony Hopkins: giustamente il quotidiano Avvenire, nell’intervista che gli ha dedicato, lo descrive come attore pieno di dubbi e confusioni, sgradevolmente arroccato nel negare ogni domanda che riguardi il diavolo e il suo precedente killer antropofago Hannibal. Mentre affrontano interessanti argomenti il regista Mikael Håfström, che dirige con piglio tragico, giocando sul deterioramento progressivo degli ambienti e dei corpi, e l’esordiente attore irlandese Colin O'Donoghue. Al primo abbiamo chiesto di cosa parla realmente il suo film:

    R. – To me, the film was not just a film about exorcism: that’s part of the story…
    Per me, il film non è stato semplicemente un film sull’esorcismo, anche se questo ovviamente fa parte della storia. Per me, si è trattato di un giovane che cerca di trovare la sua strada nella vita, che si impegna nella lotta con i suoi dubbi e con la sua vita, come fanno tutti, d’altronde: non è necessario avere l’ambizione di diventare sacerdote. Si tratta anche della memoria, dei lutti… delle cose importanti della vita.

    D. – Per certe immagini eccessive e la delicatezza dei temi trattati, pensa a qualche reazione negativa della stampa cattolica?

    R. – I don’t see a conflict, really. I wasn’t bothered by that. As you see, the film…
    Veramente, non vedo motivo di conflitto. A me non ha dato fastidio. Come vede, il film è ovviamente molto soggettivo. Non ho fatto un thriller, si tratta in realtà di un percorso personale. Non ho sentito commenti ufficiali da parte della Chiesa cattolica sul film, ma non vedo per quale ragione non dovrebbero apprezzarlo.

    Colin O’Donoghue, cattolico irlandese, ha realmente seguito alcuni esorcismi a Roma: su cosa si è basata la sua esperienza diretta?

    R. – I went to see some real exorcism here in Rome: oh my God, what have I got…
    Ho assistito ad alcuni veri esorcismi, qui a Roma: Dio mio, in quale avventura mi ero cacciato! Ero pieno di pregiudizi in merito a quello a cui avrei assistito; ero nervoso perché valutavo quello che stavo per affrontare. Poi mi sono reso conto che era molto più coinvolgente di quanto avessi immaginato, è stato molto simile a una seduta dallo psicologo. Mi sono reso conto che non era realmente importante che ci credessi o meno, perché quelli che entravano lo facevano per essere benedetti. E’ tutto molto vero e molto spaventoso.

    D. – Che cosa ricorda?

    R. – I didn’t see anything incredibly estreme. The only kind of thing that I saw…
    Non ho visto nulla di incredibilmente “estremo”. L’unica cosa che ho visto è stata una donna che ci ha chiuso fuori, perché non voleva che noi vedessimo. Gridava, e sentivo la sedia che si muoveva, e lei piangeva e gridava… Questo è tutto quello che ho sentito. Per me è stato utile essere presente, come succede a Michael Kovac, il personaggio del film. Se vedo una cosa “estrema”, allora ho visto qualcosa di “estremo” e ci credo. E questo è quello che ho cercato di introdurre in questo carattere: ecco, è stato importante per me tenerlo leggermente a distanza.

    D. – Lei debutta al cinema interpretando il ruolo di un giovane diacono e futuro sacerdote: ha qualche significato particolare?

    R. – For me, I just felt the honesty of the character. …
    Io ho semplicemente percepito l’onestà del personaggio. Non ha nulla a che fare con il fatto che è un sacerdote. Me ne rendo conto ora: ho sentito una sorta di legame con il personaggio, perché mentre leggevo il copione mi trovavo anch’io a una sorta di crocevia. Ho capito perché lui si poneva determinate domande, non solo quelle sulla fede. Ognuno si pone domande sulla fede, che si creda o meno. Ma le domande che lui, invece, si pone sono: cosa sto facendo? dove sto andando? chi voglio essere? Ecco, credo che questo film non sia un horror ma piuttosto un dramma psicologico che ruota intorno a queste tre persone: Angelina, Michael Kovac e padre Lucas: tre persone che cercano qualcosa, in diverse tappe della loro vita. (gf)

    inizio pagina

    Chiesa e Società



    India. Nuova ondata di violenza anticristiana in Orissa: torna l’incubo fra i fedeli

    ◊   Una nuova ondata di violenza contro i cristiani fa piombare nel terrore, ancora una volta, la comunità locale: fonti locali di Fides riferiscono allarmate che i tribali cristiani del distretto di Malkangiri, nello stato dell’Orissa, hanno subito ripetuti attacchi, a partire dal dicembre scorso. Nell’ultimo mese le aggressioni si sono intensificate, registrando oltre 10 episodi, durante i quali diversi fedeli sono stati feriti, e fra loro donne incinte e bambini. Secondo il Pastore Vijay Purusu, della Chiesa evangelica “Betel Church”, i cristiani sono stati attaccati e percossi in attacchi notturni: almeno quattro famiglie, terrorizzate, hanno abbandonato le loro case. L’Orissa (India centro-orientale), in particolare il distretto di Khandamal, è stato teatro di una massiccia serie di attacchi e aggressioni contro cristiani nel 2007-2008, in cui furono distrutte oltre 6.600 case di cristiani e oltre 56mila persone restarono sfollate. Ora, notano a Fides esponenti della comunità cristiana locale, si teme che questi nuovi episodi, ad opera degli stessi militanti fondamentalisti indù del movimento “Rashtriya Swayamsevak Sangh” (Rss), responsabili delle violenze di tre anni fa e ancora impuniti, possano seminare nuovamente il panico, cacciando i cristiani, nell’indifferenza delle autorità locali. I cristiani, nelle ultime settimane, hanno segnalato le violenze alla polizia locale, ma non hanno avuto nessuna risposta né azione ufficiale. I fedeli hanno anche creato dei “Comitati di pace” locali, per disinnescare le tensioni che, secondo quanto riferiscono fonti locali, sono dovute soprattutto all’avvenuta conversione di alcuni villaggi tribali al cristianesimo, malvista da quelli indù. “Gli attacchi sono motivati dal fatto che gli indù continuano a disprezzare e invidiare l’ottimo lavoro compiuto dai cristiani in campo sociale, sanitario e assistenziale”. Intanto l’Orissa resta al centro della scena politica: l’All India Christian Council (Aicc) ha inviato un Memorandum al Ministro dell’Interno dell’Unione Indiana, padre Chidambaram, e al Primo Ministro dello stato dell’Orissa, Naveen Patnaik, chiedendo di istituire una “National Investigation Agency”, per dimostrare le responsabilità della rete estremista indù “Sang Parivar” nelle violenze anticristiane scoppiate in Orissa nel 2008. John Dayal, leader dell’Aicc, ha detto che “non c’è dubbio che elementi del Sang Parivar siano coinvolti nella violenza”. Un altro grave episodio, segnalato all’agenzia Fides, riguarda, inoltre, lo stato del Rajasthan, nell’India Nordoccidentale: a Jaipur un Pastore cristiano, un tribale adivasi, è stato costretto a percorrere oltre 5 km nudo, sulla strada principale della città, deriso da alcuni giovani estremisti indù in motocicletta, che lo hanno insultato, spogliato e percosso. L’episodio, non riportato dai media locali, è avvento il 1° febbraio scorso ma, a oltre un mese dalla denuncia alla polizia, nessuno dei colpevoli è stato arrestato. (R.P.)

    inizio pagina

    Pakistan. Zardari incontra i familiari di Shahbaz Bhatti: il fratello Paul vicino a succedergli

    ◊   Paul Bhatti, il fratello maggiore di Shabhaz, il Ministro per le Minoranze ucciso il 2 marzo, sembra vicino a prendere il posto del fratello come nuovo Ministro Federale per le Minoranze religiose in Pakistan. La nomina, notano fonti dell'agenzia Fides, potrebbe essere ratificata nei prossimi giorni. Paul Bhatti, il medico chirurgo che ha vissuto per sei anni in Italia, è giunto in Pakistan per i funerali del fratello, ed è stato appena eletto nuovo direttore della “All Pakistan Minorities Alliance” (Apma), la rete fondata da Shahbaz Bhatti nel 2002 per la difesa delle minoranze religiose. I delegati dell’Apma si sono riuniti in un meeting di emergenza, all’indomani della morte del Ministro, eleggendo Paul, certi che “è la persona giusta per continuare la missione di Shahbaz”. Ieri i familiari di Bhatti, (la madre, 4 fratelli e una sorella) sono stati ricevuti dal Presidente del Pakistan Ali Zardari, che ha dichiarato: “Il sacrificio di Bhatti per il Paese, per le minoranze religiose, per promuovere l’armonia interreligiosa e la tolleranza non sarà vano e sarà ricordato per molto tempo”. Il Presidente ha reso noto che, su richiesta del Pakistan People’s Party – il partito di governo, a cui appartengono sia Zardari, sia il Premier Gilani – Paul Bhatti, neo direttore dell’Apma e persona gradita al Ppp, è stato nominato “Consulente speciale” del governo per le Minoranze religiose. Questa nomina significa che Paul è a un passo dalla nomina ufficiale a Ministro. Nei giorni scorsi Zardari aveva espresso il desiderio personale che a ricoprire quel seggio rimasto vacante fosse un familiare di Shahbaz Bhatti. In ambito politico circolavano anche altri nomi di candidati cristiani, come Javed Michael, Khalid Gill (anch’egli dell’Apma) o Jacob Daniel, tutti politici vicini al Ppp. Paul Bhatti, era fuggito dal Pakistan nel 2002 ed era approdato in Italia. Ha vissuto e studiato a Treviso divenendo medico specialista in chirurgia d'urgenza. (R.P.)

    inizio pagina

    Protesta pro-Bhatti dei pakistani a Roma, "no" dei cattolici alla manifestazione

    ◊   Gruppi di pakistani in Italia, cristiani protestanti, hanno annunciato per domani, una manifestazione di protesta che si terrà a Roma, dalle 15 alle 17, davanti alla sede della Ambasciata del Pakistan presso la Repubblica Italiana. Alcuni politici e sindacalisti hanno annunciato la loro partecipazione all’iniziativa – che vuole stigmatizzare il governo per la mancata protezione del Ministro Bhatti e la scarsa tutela delle minoranze – ma non vi saranno i sacerdoti, i religiosi e i laici cattolici, tantomeno le associazioni cattoliche. Come riferito all'agenzia Fides, i fedeli cattolici, infatti, si dissociano ufficialmente da iniziative come questa che tendono a innescare un conflitto con le istituzioni pakistane e potrebbero avere ripercussioni negative sulle comunità cattoliche nel Paese. La comunità cattolica pakistana in Italia, dopo aver organizzato nei giorni scorsi la celebrazione di una Santa Messa in suffragio del Ministro Bhatti, celebrata dal cardinale Jean-Louis Tauran, ha manifestato il desiderio di incontrare il Santo Padre per ringraziarlo delle parole pronunciate in difesa dei cristiani che soffrono in Pakistan e per l’impegno a favore della libertà religiosa. (R.P.)

    inizio pagina

    Egitto: per i missionari gli scontri a Il Cairo causati da sbagliata interpretazione del Corano

    ◊   “Speriamo che questi incidenti rimangano isolati, perché stiamo assistendo a quello che da tempo vado dicendo, cioè che tutti i nodi della società egiziana verranno al pettine”. E’ quanto dichiara all’agenzia Fides padre Luciano Verdoscia, missionario comboniano, che opera da anni al Cairo a contatto con i ragazzi che vivono a Mansheya, il quartiere dei raccoglitori d’immondizia (“Zabbaleen”), che si trova ai piedi delle colline Moqattam. In questa zona, secondo quanto ha riferito il Ministro della Sanità egiziano, nella notte tra l’8 e il 9 marzo, 10 persone sono morte in scontri tra musulmani e copti che protestavano per la distruzione della chiesa di Atfih, nella regione di Helwan. “Quello che è accaduto – spiega padre Verdoscia - è indicativo di una situazione presente nel Paese che da un lato è data dall’ignoranza, e dall’altro da un’interpretazione sbagliata della religione. Su questo punto anche diversi studiosi musulmani concordano sul fatto che vi sono delle interpretazioni non corrette di alcuni versetti coranici che autorizzerebbero discriminazioni nei confronti delle donne e dei cristiani. Anche il divieto alle donne di manifestare ieri, 8 marzo, in piazza Tahrir, è un segnale negativo. Spero che la rivoluzione di popolo vada avanti per affrontare questi problemi, altrimenti, non si può escludere il fatto che il Paese scivoli verso la guerra civile, o lo scontro violento tra fazioni”. “Esistono anche segnali incoraggianti – conclude il missionario - come la presa di posizione, opportuna e positiva, dell’imam di al-Azhar, Ahmed el-Tayeb, che ha condannato la distruzione della chiesa di Atfih, e del capo dell’esercito, che ha promesso la ricostruzione del luogo di culto”. (R.P.)

    inizio pagina

    Nepal: ex leader indù pianifica dal carcere attacchi contro chiese ed edifici pubblici

    ◊   La polizia nepalese ha sventato una serie di attacchi degli estremisti indù del Nepal Defence Army (Nda) contro chiese cristiane ed edifici pubblici. Secondo il Central Investigation Bureau (Cib), la mente è Ram Prasad Mainali ex leader del Dna arrestato nel 2009 e responsabile di diversi attentati tra cui quello contro la cattedrale dell’Assunzione di Lalitpur (Kathmandu) avvenuto il 23 maggio 2009. Il 14 gennaio 2010 - riferisce l'agenzia AsiaNews - Mainali ha inviato una lettera a cristiani e musulmani dove chiedeva perdono per le violenze commesse. La polizia non ha mai creduto al pentimento di Mainali. In questi mesi gli agenti hanno messo sotto stretta sorveglianza l’ex leader e diversi suoi complici dentro e fuori dal carcere. Lo scorso 4 marzo gli agenti hanno arrestato sei persone giunte a Kathmandu da altri distretti del Nepal per far esplodere ordigni dentro edifici di culto cristiani. Dall’interrogatorio è emerso che essi erano vecchi seguaci di Mainali addestrati a costruire ordigni esplosivi. Il loro obiettivo era provocare più vittime possibili e diffondere il panico fra la gente, per poi estorcere denaro a uomini d’affari e politici sotto la minaccia di finti attentati estremisti a obiettivi sensibili come chiese, moschee ed edifici pubblici. Secondo la polizia Mainali ha seguito di persona le operazioni attraverso un telefono cellulare, con cui minacciava le vittime. L’Nda è una formazione poco nota, ma negli anni ha rivendicato una serie di attività terroristiche fra cui omicidi, esplosioni e intimidazioni. Il suo obiettivo è quello di creare in Nepal uno stato di stampo induista. Oltre alla bomba alla cattedrale cattolica di Kathmandu il gruppo ha rivendicato l’attentato alla sede del Congress Central Party dell’11 agosto scorso, quello alla moschea di Birantnagar del 26 aprile scorso. Il gruppo è anche accusato della morte di padre John Prakash, rettore della scuola salesiana di Sirsya (Morang), ucciso da ignoti nel luglio 2007. (R.P.)

    inizio pagina

    Le Chiese italiane domenica prossima pregheranno per le vittime di violenze in Africa e Asia

    ◊   La Presidenza della Conferenza episcopale italiana, condividendo l’apprensione di Benedetto XVI per le “tensioni che, in questi giorni, si registrano in diversi paesi dell’Africa e dell’Asia”, invita per il 13 marzo, I domenica di Quaresima, tutte le comunità parrocchiali, le comunità religiose, le associazioni, i gruppi e i movimenti ecclesiali ad un particolare ricordo nella preghiera. Nel comunicato, pervenuto all’agenzia Fides, si invita ad implorare “per le vittime della violenza la misericordia di Dio e per tutti la riconciliazione, la giustizia e la pace”. (R.P.)

    inizio pagina

    Messico: i vescovi lanciano un appello per i migranti ai presidenti di Usa e Messico

    ◊   Il vescovo della diocesi di Ciudad Juarez, mons. Renato Ascencio León, si è incontrato ad El Paso con i vescovi del Texas e delle diocesi limitrofe, per affrontare alcune tematiche particolari legate al mondo dell’emigrazione: i problemi del matrimonio all'estero, la necessità di prevenire le irregolarità che possano invalidarlo, assicurare ai migranti un trattamento equo. Per questo motivo, il gruppo di vescovi ha lanciato un appello ai Presidenti di entrambi i Paesi, Messico e Stati Uniti, per affrontare le questioni che riguardano l’emigrazione e la sicurezza dei connazionali che attraversano il territorio, sia quelli che provengono dal Centro e dal Sud America, sia quelli che vengono dagli Stati Uniti. Non solo, ci sono anche quelli che arrivano dal Messico verso il Sud America. Per tutti i nuovi arrivati, hanno ribadito i vescovi, vale il principio di “non fare agli altri, ciò che non vogliamo fare ai nostri connazionali”. Il desiderio comune è che su entrambi i lati del confine tra i due Paesi, si cerchi il bene comune, ha affermato il vescovo di Ciudad Juárez, mons. Renato Ascencio Leon. Il lavoro svolto dai vescovi ha avuto lo scopo di cercare il benessere di tanti fratelli che attraversano i due Paesi, Stati Uniti e Messico. I Presidenti dei due Paesi sono quelli indicati per affrontare le questioni che riguardano l’emigrazione. L'incontro ha inoltre affrontato alcune questioni importanti dal punto di vista pastorale, come i matrimoni doppi e le irregolarità che possono invalidarli. Nel comunicato inviato all’agenzia Fides viene ribadito che i migranti meritano rispetto da parte di tutti, non possono essere manipolati senza dignità umana, in quanto anche loro sono figli di Dio. Negli Stati Uniti non si può mancare di rispettare la dignità umana, e lo stesso vale per le autorità del Messico. (R.P.)

    inizio pagina

    Perù: l’arcivescovo di Lima per le elezioni: non dobbiamo essere pastori muti

    ◊   Si è soffermato sul tema della famiglia in generale e più in particolare sull’aborto e sul matrimonio tra uomo e donna, in un periodo in cui in Perù si dibatte il tema delle unioni civili tra persone dello stesso sesso, il cardinale Juan Luis Cipriani, arcivescovo di Lima, nel suo intervento in vista delle elezioni che si svolgeranno nel Paese il prossimo 10 aprile. Il porporato, riferisce L’Osservatore Romano, ha usato parole molto chiare nel richiamare i politici che pretendono un’identità cattolica, salvo, poi, difendere l’aborto, e ha risposto in maniera decisa alla società che si professa “pluralista e tollerante” eppure vorrebbe che la Chiesa non si esprimesse su certi concetti. “La Chiesa non deve e non può tacere su questi temi – ha detto – il Signore chiede di non rimanere muti nei momenti più difficili”. Il cardinale ha concluso ricordando che i pastori devono fondare il loro lavoro sulla solida roccia, cioè sulla Parola di Dio, sui sacramenti e sulla dottrina sociale: “Il parroco è pastore, il vescovo è pastore e anche il padre è pastore, ma tutti in gradi diversi – ha detto – per questo Gesù ci dice che il pastore deve costruire la sua famiglia, la sua parrocchia e il suo lavoro episcopale sulla roccia che è la Parola viva di Dio”. (R.B.)

    inizio pagina

    Nicaragua-Costa Rica: il verdetto dell'Aja sul fiume Juan definito soddisfacente

    ◊   Sembrerebbe aver accontentato entrambe le parti, almeno da come è stato accolto ufficialmente, il verdetto con cui la Corte internazionale di giustizia dell’Aja ha ordinato a Nicaragua e Costa Rica di astenersi, entrambi, dal mantenere truppe e polizia nel territorio di frontiera lungo il fiume San Juan, oggetto di un’annosa disputa. Se il governo di San José l’ha definito “una vittoria”, Managua l’ha giudicato “favorevole” perché gli consentirà di proseguire le operazioni di dragaggio del fiume, avviate il 18 ottobre scorso: sono state proprio le operazioni e il successivo posizionamento dell’esercito nicaraguense sull’isola fluviale di Calero, in una porzione di territorio rivendicata dalla Costa Rica, ad innescare la dura reazione di San José che ha accusato il vicino anche di danni ambientali a una sua riserva naturale. “La Corte - riferisce l'agenzia Misna - ha emesso una risoluzione storica, le frontiere non possono essere alterate unilateralmente né con la forza” ha detto la presidente costaricana Laura Chinchilla. “Accogliamo la sentenza…Non abbiamo niente contro i costaricani” ha dichiarato il collega nicaraguense Daniel Ortega. In un comunicato congiunto, i governi di Messico e Guatemala hanno rivolto un appello ai due Paesi in disputa esortandoli, “a partire dalle misure prese dalla Corte, a fare un nuovo sforzo per arrivare a una soluzione soddisfacente al loro contenzioso attraverso il dialogo e il negoziato”. Sul merito della disputa frontaliera, la Corte dell’Aja deve ancora esprimersi. Il verdetto non ha però contribuito a far scendere la tensione: il ministro della Sicurezza costaricano, José María Tijerino, ha annunciato l’invio di una missione al confine per verificare se i militari nicaraguensi “abbiano piazzato delle mine”, esortando la polizia posizionata nell’area a “restare in allerta, evitando provocazioni”. (R.P.)

    inizio pagina

    Somalia: il 75% delle persone gravemente malnutrite vive nel sud del Paese

    ◊   Una persona su tre in Somalia ha bisogno di aiuti umanitari a causa della grave crisi idrica, legata alle inondazioni e alla siccità provocata dal fenomeno La Niña, alle scarse piogge stagionali e ai continui conflitti armati. Il prezzo dei cereali e dell'acqua - riferisce l'agenzia Fides - è aumentato in molte zone. Secondo un recente rapporto della Fao, tra i 7,5 milioni di abitanti della Somalia, 2,4 milioni hanno bisogno di assistenza umanitaria, circa il 20% in più rispetto agli ultimi 6 mesi. A causa dei conflitti 1,46 milioni di persone delle zone centrali e meridionali del Paese sono state sfollate; 940 mila vivono in stato di crisi alimentare acuta; 535 mila sono in stato di emergenza umanitaria; 45 mila pastori sono considerati indigenti, circa il 7%; 241 mila bambini al di sotto dei 5 anni di età sono gravemente malnutriti (il 7% in più rispetto a 6 mesi fa). Nel sud del Paese, la malnutrizione riguarda il 20% di tutti i minori di 5 anni. In tutta la Somalia la malnutrizione acuta colpisce il 16% della popolazione; 57 mila persone sono gravemente malnutrite, tra queste un bambino su 23 con meno di 5 anni si trova al sud, dove vive il 75% di quelli gravemente malnutriti. Sempre secondo il rapporto Fao, il 20% della normale produzione delle colture di cereali era stata prodotta in aree agro-pastorali e fluviali del sud della Somalia, facendo registrare un maggior numero di persone in crisi in questi settori, da 70 mila a 440 mila. Dal 2009, il costo del cibo minimo indispensabile per una famiglia e dei generi non alimentari è aumentato del 32% nel sud, ed è diminuito del 12% nel nord-ovest, grazie ad un raccolto abbondante avuto nel 2010. (R.P.)

    inizio pagina

    Kenya: il Jrs lancia il "diploma on line" in Servizi sociali per i rifugiati di Kakuma

    ◊   Un corso a distanza, da seguire on line, tramite Internet, per conseguire il diploma in “Servizi Sociali”. È l’iniziativa lanciata dal Jesuit Refugee Service (Jrs) del Kenya e destinata ai ragazzi del campo-profughi di Kakuma, nel nord-ovest del Paese. Il corso, il primo di questo genere, comprende lo studio degli aspetti psicosociali da affrontare con persone vulnerabili come, appunto, i rifugiati. Per ora, a seguire le lezioni - suddivise blocchi da dieci ore a settimana per la durata di 15 settimane - saranno 19 studenti, i quali potranno avvalersi dei computer e della connessione Internet installata nel campo-profughi dal Jrs. Alla fine del corso, coloro che avranno ottenuto i voti più alti, conseguiranno il diploma. In futuro, si prevede che gli studenti potranno collegarsi, tramite Internet, con i loro coetanei negli Stati Uniti o in tutti gli altri Paesi che avranno aderito al ‘diploma on line’. Gli allievi sono stati scelti tra coloro che servono la comunità come volontari o che lavorano con le organizzazioni locali nel campo-profughi. Il corso si svolge in collaborazione con la Fordham University, ateneo dei gesuiti con sede a New York. Il Jrs è presente a Kakuma dal 1994, ma opera anche in Malawi e ad Aleppo, in Siria. Attualmente, il campo di Kakuma accoglie 80mila rifugiati, la maggior parte dei quali somali. (I.P.)

    inizio pagina

    Etiopia. Scoppiano le violenze tra la maggioranza islamica e la minoranza cristiana

    ◊   Violenti scontri fra cristiani e musulmani stanno insanguinando in questi giorni l’area sud-ovest dell’Etiopia, dove, riferisce L’Osservatore Romano, decine di chiese ed edifici cristiani sono stati dati alle fiamme. Circa quattromila fedeli, per lo più protestanti, inoltre, hanno dovuto abbandonare Asendabo e Jimma Zone e ci sarebbe anche una vittima appartenente alla Mekane Yesus Church. Il tutto, come ha confermato anche la nunziatura apostolica da Addis Abeba, sarebbe iniziato una settimana fa, il 2 marzo, con l’accusa da parte di un musulmano ad alcuni cristiani di aver dissacrato una copia del Corano. Da questo episodio sono scaturite le violenze in una zona, in verità, dove le frizioni tra le due comunità, la maggioranza islamica e la minoranza cristiana, sono forti da tempo. Una piccola comunità evangelica composta da una trentina di individui è stata costretta a lasciare la città, mentre altri cristiani sono stati minacciati di morte o convertiti di forza all’islam. Un predicatore evangelico, Kassa Awano, è stato ricoverato in gravi condizioni dopo essere stato attaccato. I vertici delle comunità protestanti hanno chiesto alle autorità protezione soprattutto per i soggetti più vulnerabili come le donne e i bambini, ma anche la polizia è stata sopraffatta dagli aggressori. (R.B.)

    inizio pagina

    Parigi: leader ebrei e musulmani preoccupati per xenofobia e razzismo in Europa

    ◊   Importanti leader musulmani ed ebrei di tutta Europa si sono incontrati il 7 marzo a Parigi e in un comunicato hanno espresso la preoccupazione per la nuova ondata in Europa di tendenze e partiti politici apertamente xenofobi e razzisti che può rappresentare – si legge nel testo ripreso dall'agenzia Sir - un pericolo crescente per le minoranze etniche e religiose presenti in Europa, inclusi ebrei e musulmani”. I leader religiosi europei sono membri del “Comitato di Coordinamento dei Leader Musulmani ed Ebrei” al quale aderiscono delegati del “World Council for Muslim Inter-Faith Relations” e del “World Jewish Congress” (Wjc). Il comitato si è dato appuntamento a Parigi per monitorare e dare seguito alle direttive stabilite negli incontri precedenti di Bruxelles e di Siviglia. Ciò che preoccupa in modo particolare ebrei e musulmani è “l'emergere nel contesto politico di partiti estremisti in molti Paesi europei” dichiarando "totalmente inaccettabile" che alcuni di questi partiti siano stati accettato a far parte di coalizioni di governo come partner ai quali è permesso di contribuire a definire le ordine del giorno”. Il comitato annuncia che saranno programmati eventi pubblici e manifestazioni in diverse capitali europee il 9 maggio, per la Giornata dell’Europa. (R.P.)

    inizio pagina

    Usa. Il Cair al Congresso: “Non tutti i musulmani sono terroristi”

    ◊   L’audizione del Congresso di Washington sul tema dell’estremismo religioso negli Stati Uniti e sul conseguente pericolo del terrorismo, prevista per oggi, non cessa di suscitare polemiche. Il Council on American-Islamic relations (Cair), cioè la più grande organizzazione per la tutela dei diritti civili dei musulmani americani, ha condannato pubblicamente ogni forma di identificazione della comunità presente negli Usa con il terrorismo di matrice islamica. La miccia era stata innescata nei giorni scorsi, quando, come riporta L’Osservatore Romano, il deputato repubblicano Peter King, presidente del Comitato per la sicurezza nazionale della Camera dei rappresentanti di Washington aveva parlato di “un insufficiente livello di cooperazione” dei musulmani americani nella lotta al terrorismo, esortandoli ad “assumere una posizione di sostegno inequivocabile” sul tema. Il Cair, da parte sua, ha affermato che inoltrerà richiesta al Congresso, di prove su tale “presunto insufficiente livello di collaborazione” e sulla dichiarazione del presidente King, secondo il quale “l’85% delle moschee a New York e nel resto degli Usa sarebbero nelle mani degli estremisti”. Un’iniziativa pubblica contro le audizioni del Congresso, infine, è prevista per domenica 13 marzo a Times Square, New York, contro “la campagna d’intolleranza nei confronti dei musulmani americani”. (R.B.)

    inizio pagina

    Irlanda: il richiamo dei vescovi alla difesa delle donne soprattutto nei Paesi in guerra

    ◊   La comunità internazionale moltiplichi gli sforzi per proteggere le donne dalla violenza sessuale nei Paesi in guerra: è l’appello lanciato da Consiglio per la Giustizia e la Pace della Conferenza episcopale irlandese. In una nota diffusa ieri, in occasione del 100.mo anniversario della Giornata internazionale della donna, i presuli ribadiscono l’importanza delle pari opportunità e ricordano la risoluzione 1325 del Consiglio di sicurezza dell’Onu. Adottata nel 2000, la norma internazionale invita esplicitamente tutte le parti in causa nei conflitti a “prendere speciali misure per proteggere le donne dalle violenze sessuali” e richiama “la responsabilità di tutti gli Stati” nel perseguire i colpevoli di crimini di guerra, inclusi i reati di stupro. “Sfortunatamente – scrive nella nota mons. Raymond Field, presidente del Consiglio episcopale Giustizia e Pace – sebbene negli ultimi anni siano stati fatti grandi progressi nel riconoscere come crimini di guerra gli stupri commessi durante i conflitti armati, passi avanti troppo piccoli, invece, si registrano in termini di difesa delle donne e di condanna dei colpevoli”. Una mancanza non di poco conto, continua mons. Field, poiché “il fallimento della protezione delle donne nel campo della sicurezza impedisce di far valere i loro diritti in campo sociale, politico ed economico”. Invece, aggiunge il presule irlandese, “il contributo vitale che le donne offrono alla società deve essere adeguatamente valutato e protetto”. E da una “prospettiva cristiana”, la riflessione deve essere ancora più accurata, poiché, dice mons. Field, “rispondere alla violenza sessuale è un imperativo morale, profondamente radicato nel nostro credo, ovvero nel fatto che ogni essere umano, maschio o femmina che sia, è fatto ad immagine di Dio. E in quanto immagine di Dio, l’individuo possiede la dignità di una persona che non è qualcosa, ma qualcuno”. Infine, il presule conclude ricordando i tanti casi di violenza anche domestica o verbale cui sono sottoposte le donne e richiama tutti alla responsabilità di lavorare per lo sradicamento di “tali crimini”. (I.P.)

    inizio pagina

    Myanmar: concluso il secondo Seminario nazionale dedicato all'Apostolato Biblico

    ◊   Rafforzare la fede e la preghiera: con questo obiettivo si è svolto, dal 1° al 6 marzo, in Myanmar, il secondo Seminario nazionale dedicato all’Apostolato Biblico. All’evento hanno preso parte circa 500 partecipanti, provenienti da tutte le 15 diocesi del Paese. Organizzato dalla Commissione episcopale per l’Apostolato biblico della diocesi di Mandalay, il seminario ha visto la presenza di mons. John Hsane Ngyl, presidente dei vescovi del Paese. Al centro dei lavori, naturalmente, l’importanza della Parola di Dio e le testimonianze di chi vive concretamente la fede nella quotidianità. Il Seminario non è un caso isolato: sin dal 2007, infatti – anno della sua istituzione – la Commissione episcopale per l’Apostolato biblico del Myanmar ha indetto numerosi incontri, convegni e momenti di riflessione per ribadire l’importanza della Bibbia. (I.P.)

    inizio pagina

    Terra Santa: la preghiera dei luoghi santi in una nuova applicazione per il BlackBerry

    ◊   Una nuova veste per iBreviary “Pro Terra Sancta”, l’applicazione cattolica e cristiana che porta la tradizionale preghiera del Breviario e delle letture che vengono utilizzate nei santuari della Terra Santa su BlackBerry. Com’è noto, il Breviario è la preghiera ufficiale di tutti i fedeli cattolici, e offre la possibilità di meditare sui salmi biblici; iBreviary non è altro che uno spazio di riflessione, preghiera e meditazione. La nuova versione “Pro Terra Sancta”, si legge sul sito www.proterrasancta.org, nasce da una partnership con la Custodia di Terra Santa a favore dei cristiani che vivono nei Luoghi Santi. Grazie a questa collaborazione, attraverso iBreviary sarà anche possibile conoscere le attività dei francescani che portano avanti la loro missione nei Luoghi Santi oltre che, attraverso le proprie donazioni, sostenere le loro iniziative di carità. Nuovissime, oltre alla grafica bella ed elegante (oltre che funzionale), sono le caratteristiche tecniche dell’applicazione. I testi possono essere ingranditi attraverso l’utilizzo delle dita sullo schermo così come è possibile cambiare il contrasto dello sfondo per permettere una migliore lettura dei testi disponibili in modalità “pergamena” ed in modalità “carta bianca”. Un accordo con la Chiesa cattolica in Romania ed la collaborazione di un gruppo di sacerdoti rumeni, ha reso disponibili i testi in lingua Rumena. E’ in preparazione anche l’inserimento dei testi in lingua tedesca. Le nuovissime caratteristiche di iBreviary “Pro Terra Sancta” sono illustrate sul sito internet www.ibreviary.com, dove si trovano anche diversi tutorial video (anche accessibili da iphone ed ipad) attraverso i quali conoscere nel dettaglio l’applicazione. (T.C.)

    inizio pagina

    Da lunedì il pellegrinaggio delle reliquie di Santa Teresa di Lisieux in Terra Santa

    ◊   Due mesi e mezzo per le strade di Israele e della Palestina, visitando chiese e Luoghi Sacri della Terra Santa che in vita non ha mai visto: partirà lunedì prossimo, 14 marzo, il pellegrinaggio delle reliquie di Santa Teresa di Lisieux nell’area, dove resteranno fino al 31 maggio, prima di essere portate, in agosto, a Madrid, in occasione della Giornata Mondiale della Gioventù. Non è la prima volta che le spoglie della Santa, morta nel 1897 e proclamata dottore della Chiesa un secolo dopo da Giovanni Paolo II, viaggiano per il mondo, ma questo pellegrinaggio in Terra Santa, che lei in vita non riuscì a compiere, pur cogliendo la grandezza del mistero di Dio che si fa carne in un posto ben preciso, assume un significato particolare, anche per il modo in cui la stessa Santa, nella sua opera “Storia di un’anima”, ricorda e descrive il giorno in cui vestì l’abito delle Carmelitane, paragonandolo all’ingresso di Gesù a Gerusalemme. Il pellegrinaggio, precisa Avvenire, sarà aperto ufficialmente mercoledì 16 marzo a Gerusalemme, quando le reliquie saranno accolte nella Concattedrale dal Patriarca latino della città, mons. Fouad Twal. Dalla capitale, proseguiranno, poi, per la Chiesa della Madonna del Carmelo ad Haifa e saranno a Nazareth nel giorno in cui si celebra l’Annunciazione, il 25 marzo. Il momento culminante del viaggio cadrà in coincidenza della Settimana Santa, quando le reliquie saranno a Betlemme e di seguito nei luoghi della Passione di Gesù. Altra data importante è il 23 maggio, quando la Santa è attesa nella parrocchia latina di Gaza dedicata alla Sacra Famiglia, dove il Bambino Gesù avrebbe sostato durante la fuga in Egitto e che oggi riunisce una piccola comunità di poche centinaia di fedeli. L’attesa trepidante e l’entusiasmo dei cristiani di Terra Santa per questo evento è molto grande e viene riassunta da padre Flavio Caloi sul sito della famiglia carmelitana in Terra Santa: “Venendo da noi ci insegnerà ancor di più come amare Gesù, unico suo e nostro amore – scrive - e a farlo amare da tutti”. (R.B.)

    inizio pagina

    Al via a Vicenza "Koiné 2011", rassegna di oggetti e arredi di culto

    ◊   Prenderà il via sabato 12 marzo, per concludersi, poi, martedì 15, la XV edizione di Koiné, la rassegna internazionale di arredi, oggetti liturgici e componenti per l’edilizia di culto prevista a Vicenza. L’evento, precisa il Sir, che si svolse per la prima volta nel 1989, è patrocinato dalla Conferenza episcopale italiana e dalla diocesi locale. Quest’anno, oltre ai 300 espositori, il programma sarà arricchito da convegni, dibattiti e giornate di studio, nonché dalla presentazione del volume “Koiné Ricerca 1989-2009. Il design per la liturgia: materiali e progetti”, edizioni Il Messaggero di Padova, che mette a disposizione l’esperienza di 20 anni in cui si è concretizzato il messaggio di rinnovamento del Concilio Vaticano II. Fra le mostre in programma, inoltre, “La casula: scenario europeo della produzione”. Di particolare rilevanza, infine, il convegno, domenica 13, “Nuove chiese: alla ricerca della qualità”, curato dal Servizio nazionale per l’edilizia di culto; la Giornata nazionale di studio sull’adeguamento degli spazi celebrativi lunedì 14; il seminario “La luce nelle Chiese” di martedì 15. (R.B.)

    inizio pagina

    Con il Mercoledì delle Ceneri inizia la preparazione alla Pasqua di “Radioquaresima”

    ◊   Da oggi, mercoledì delle Ceneri e per tutti e 40 i giorni che ci separano dalla Pasqua, “Radioquaresima”, l’annuale proposta di spiritualità nata nel 2000 e curata dal programma Orizzonti cristiani della nostra emittente, accompagnerà la preparazione personale alla celebrazione della Resurrezione di Gesù attraverso due percorsi di meditazione che scandiranno i vari momenti della giornata. La vocazione come chiamata di Dio alla quale l’uomo deve rispondere se vuole compiere la propria realizzazione: è stato questo l’argomento della prima puntata di “Che cosa vuoi da me?”, l’appuntamento mattutino di Radioquaresima curato da Franca Salerno e che a partire da oggi andrà in onda ogni giorno fino a Pasqua alle 7.15 e in replica la sera alle 23.45. Un viaggio attraverso la realtà vocazionale declinata in 40 riflessioni tratte dal volume omonimo curato da padre Vito Magno e pubblicato dall’editrice Rogate. Il tema della chiamata e dell’incontro personale con Cristo sarà trattato prendendo spunto dalle figure della Bibbia, dai Padri della Chiesa, e da testimoni della contemporaneità come Madre Teresa di Calcutta, e sarà analizzato anche attraverso la lente d’ingrandimento delle diverse età dell’uomo, dall’adolescenza alla terza età; dei luoghi di crescita della persona, dalla famiglia alla parrocchia alla scuola; e degli stati di vita, laico, religioso e missionario. Il secondo itinerario quaresimale di fede, invece, a cura di Monia Parente e Rosario Tronnolone, si ispira alle riflessioni del cardinale Carlo Maria Martini contenute nel libro “Incontro al Signore risorto. Il cuore dello spirito cristiano” che dà il nome all’intero ciclo e prenderà il via domani pomeriggio alle 14.30 con una meditazione dedicata alla figura di Giacobbe, il “viandante sbandato” che crede di essere stato abbandonato da Dio: Giacobbe diventa così il simbolo di ogni uomo in cammino, che a volte si smarrisce, ma che il Signore prende per mano e guida verso la luce. Un ottimo esempio per la Quaresima, che è per tutti cammino di introspezione e purificazione. I 18 appuntamenti del secondo ciclo saranno trasmessi ogni giovedì, venerdì e sabato anche alle 17.30 e alle 3 del mattino. (A cura di Roberta Barbi)

    inizio pagina

    24 Ore nel Mondo



    Alta tensione interreligiosa in Egitto. Almeno 11 vittime ieri sera al Cairo

    ◊   Sono salite ad almeno 13 le vittime dei violenti scontri esplosi ieri al Cairo tra cristiani e musulmani. Lo riferiscono fonti sanitarie e della sicurezza secondo le quali altre 140 persone sono rimaste ferite nelle violenze. Nel Paese torna dunque a salire la tensione interreligiosa che va ad aggiungersi al turbolento periodo di transizione apertosi dopo la cacciata del presidente Mubarak. Il servizio di Marco Guerra:

    Torna altissima la tensione interreligiosa in Egitto dopo i violenti scontri della notte scorsa tra cristiani e musulmani nel quartiere Moqqata del Il Cario. Naguib Gibrail, avvocato di un'associazione di copti egiziani, ha accusato i musulmani di aver sparato sui dimostranti che, per il terzo giorno consecutivo, protestavano davanti alla sede della tv pubblica per la chiesa data alle fiamme nella regione di Helwan a causa di una faida scatenata da una relazione tra un musulmano e una cristiana. Padre Yohanna, della chiesa della Santa Vergine limitrofa al teatro dell’attacco, attribuisce invece all’esercito la responsabilità dei colpi sparati contro i manifestanti. Intanto, una fonte ufficiale rimasta anonima, ha confermato la morte di sei copti e cinque musulmani tutti per colpi da arma da fuoco. Diverse ricostruzioni dei fatti dicono comunque che nella tarda serata di ieri i manifestati copti sono stati attaccati da un gruppo di musulmani salafiti che inscenava una protesta per il caso di una giovane cristiana che sarebbe sparita dopo essersi convertita all'Islam. Un caso che in passato è stato usato anche da al-Qaeda come pretesto per giustificare le stragi contro i cristiani in Iraq. Ad ogni modo le violenze dimostrano che nel Paese arabo, impegnato nella transizione del dopo Mubarak, continuano ad accumularsi tensioni religiose-economiche e sociali che alimentano una forte incertezza per il futuro.

    Yemen violenze
    Nuove violenze anche in Yemen, dove ieri è morto uno studente dell’opposizione durante le manifestazioni nella capitale per chiedere le dimissioni del presidente Saleh che, dopo trent’anni al potere, non indente lasciare l'incarico prima della scadenza del mandato prevista per il 2013.

    Bahrein
    Situazione politica sempre più incandescente in Bahrein. Tre movimenti integralisti sciiti hanno annunciato ieri di essersi uniti con l'intento di abolire la monarchia e di istituire nell'arcipelago del Golfo Persico una repubblica. Agli altri membri dell’opposizione hanno lanciato un appello alla disobbedienza civile.

    Iran tensioni
    Momenti di tensione ieri anche a Teheran. La polizia iraniana ha sparato gas lacrimogeni per disperdere i manifestanti scesi in piazza per protestare contro il presidente Ahmadinejad. Sempre ieri il moderato ex presidente Akbar Hashemi Rafsanjani, è stato costretto a cedere la presidenza dell'Assemblea egli Esperti - potente organo religioso statale della Repubblica islamica - ad un conservatore oltranzista gradito, invece, al governo. Alcune fonti hanno riferito che il leader dell’opposizione Moussavi non è più in carcere.

    Tunisia: sciolto il partito dell’ex presidente Bel Ali
    Il tribunale civile di Tunisi ha decretato lo scioglimento dell'Rcd, il Rassemblement Constitutionnel Democratique, partito dell'ex presidente della Repubblica, Ben Ali. La lettura della decisione del tribunale è stata accolta dalle grida di gioia di decine di persone presenti in aula. I giudici hanno deciso inoltre di liquidare “beni e fondi” del partito.

    Algeria
    Almeno 5 persone sono rimaste uccise a causa dell'esplosione di un'autobomba nei pressi di Djelfa, in Algeria. Lo riferiscono i media locali, precisando che, al momento, non vi è alcuna rivendicazione per l'attentato.

    Pakistan nuova ondata di attacchi
    Continua l’ondata di violenze che da ieri interessa il Pakistan. Almeno 37 persone sono rimaste uccise questa mattina in un attentato kamikaze, rivendicato dai talebani, nel villaggio di Matani, nel nord ovest del Paese, durante il corteo funebre della moglie di un militante filogovernativo. Almeno 52 le persone ferite. Sempre oggi, altre esplosioni sono avvenute in diverse città pakistane. Nella provincia meridionale del Baluchistan, dove sono attivi gruppi di ribelli separatisti, 4 persone sono morte nell'esplosione di una mina. Nel distretto di Darra Adam Khel, vicino al confine afghano è stata distrutta una scuola media. Non si registrano vittime. Nelle vicinanze sospetti talebani hanno fatto saltare con la dinamite un ponte che collega il vicino distretto di Bara.

    Afghanistan, rapporto Onu denuncia record vittime civili nel 2010
    Con 2.777 morti, il 2010 è stato l'anno che ha fatto registrare il più alto numero di vittime civili in Afghanistan, nel decennale conflitto vissuto dal Paese. È quanto emerge dal rapporto annuale diffuso oggi a Kabul dall'Unama, la missione Onu di assistenza all'Afghanistan in collaborazione con la Commissione indipendente dei diritti umani dell’Afghanistan. In particolare, lo scorso anno il bilancio delle vittime è cresciuto del 15% rispetto al 2009 e nel complesso nell'ultimo quadriennio le vittime civili sono state 8.832, in aumento anno dopo anno. Secondo le statistiche del rapporto, agli insorti sono imputabili 2.080 civili morti e alle forze filo-governative 440 vittime civili, mentre non è stato possibile attribuire il restante 9% dei morti. L'Unama e la Commissione per i diritti umani invitano “le parti” coinvolte nella guerra, “a rafforzare l'impegno per proteggere i civili”.

    Aumenti della benzina
    In Italia ancora rialzi record sul fronte dei carburanti, nonostante le flessioni sui prezzi internazionali di benzina e gasolio. Le rassicurazioni del ministro del petrolio saudita, Ali Naimi, sulla possibilità da parte dell'Arabia Saudita di coprire l'ammanco di greggio dovuto alla crisi libica, hanno infatti avuto ieri un effetto anche sui prezzi dei prodotti raffinati scambiati sul Mediterraneo. I prezzi internazionali di benzina e gasolio sono scesi ieri rispettivamente di 34 dollari e 28 dollari la tonnellata. Per la prima volta dal 2 marzo i prezzi sul Mediterraneo scendono sotto quota 1.000 dollari/tonnellata.

    Costa d’Avorio
    Costa d’Avorio ancora sull’orlo di una guerra civile. Ieri ad Abidjan, nel corso di scontri avvenuti durante un corteo di sostenitori del leader dell'opposizione Ouattara, sono rimaste uccise 4 persone. Intanto la situazione politica del Paese sarà al centro domani di una riunione convocata dall’Unione Africana ad Addis Abeba. Assente il capo di Stato Gbagbo, sconfitto alle presidenziali da Ouattara, ma che non intende lasciare la guida del Paese. Infine si registrano le critiche di Francia e Stati Uniti alla nazionalizzazione del settore del cacao decisa da Gbagbo. ''E' un altro atto disperato nella sua campagna per non perdere il potere'', ha detto il portavoce del Dipartimento di Stato americano.

    Kenya - Corte penale internazionale
    Il prossimo 7 aprile, 6 alti responsabili kenyani dovranno comparire davanti alla Corte penale internazionale dell’Aja. I 6 sono sospettati di aver commesso crimini contro l’umanità nel corso delle violenze post-elettorali tra la fine del 2007 e gli inizi del 2008.

    Colombia – sequestro
    Si è concluso ieri con un blitz delle forze dell’ordine il sequestro di 22 dipendenti di una compagna canadese, rapiti nei giorni scorsi dalle Farc, Forze armate rivoluzionarie della Colombia. Il gruppo si trovava in una zona di frontiera con il Venezuela. Ad indicare il luogo uno degli ostaggi sfuggito ai sequestratori. (Panoramica internazionale a cura di Marco Guerra)

    Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LV no. 68

    inizio pagina
    E' possibile ricevere gratuitamente, via posta elettronica, l'edizione quotidiana del Bollettino del Radiogiornale. La richiesta può essere effettuata sulla home page del sito www.radiovaticana.va/italiano.

    Segreteria di redazione: Gloria Fontana, Mara Gentili, Anna Poce e Beatrice Filibeck, con la collaborazione di Vera Viselli e Miriam Ayele.