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Sommario del 21/01/2011

Il Papa e la Santa Sede

  • Il Papa alla Questura di Roma: una solida morale personale dà forza al diritto e alle istituzioni. I cristiani lavorino per il bene civile
  • Memoria di Sant'Agnese: presentati al Papa due agnelli, la cui lana servirà a tessere i sacri pallii per i nuovi arcivescovi metropoliti
  • Caso Ruby. Il cardinale Bertone: moralità, giustizia e legalità, cardini della società
  • Ospedale Bambino Gesù: il cardinale Bertone inaugura la Casa di accoglienza “Bellosguardo”
  • Ciclo di incontri a Roma sui grandi discorsi di Benedetto XVI
  • Stop della Cassazione alla nullità di un matrimonio sancita dalla Sacra Rota. Il commento del prof. Dalla Torre
  • Oggi su "L'Osservatore Romano"
  • Oggi in Primo Piano

  • Libertà religiosa. Mario Mauro: niente aiuti economici a chi non rispetta i diritti fondamentali
  • Convegno dei medici cattolici a Milano sull'Alzheimer
  • Nei cinema in Italia il Vallanzasca di Michele Placido
  • Chiesa e Società

  • Consiglio d’Europa in difesa della libertà religiosa di tutti i credenti
  • Leader religiosi chiedono l’impegno dell’Europa contro la persecuzione di cristiani nel mondo
  • Mons. Warduni al Parlamento italiano: in grande pericolo i cristiani in Iraq
  • Iraq: riunione dei vescovi caldei sulla situazione dei cristiani
  • A Roma manifestazione pro Asia Bibi promossa da parlamentari e associazioni
  • Manifestazione di solidarietà in Australia per i cristiani copti di tutto il mondo
  • Allarme della Caritas per l’aumento dei prezzi dei cibi in molti Paesi del mondo
  • Swaziland: 140 mila bambini orfani rischiano di non poter accedere all'istruzione scolastica
  • Un ospedale missionario per i più poveri di Wau, in Sud Sudan
  • Iniziate le celebrazioni dei 500 anni del primo vescovado d’America
  • I vescovi argentini condannano "il flagello" del turismo sessuale
  • Brasile: prosegue l’impegno della Chiesa per le popolazioni colpite dalle alluvioni
  • Il nuovo segretario di Propaganda Fide vuole essere un "costruttore di ponti con la Cina"
  • Mons. Pezzi, arcivescovo di Mosca, nominato presidente della Conferenza episcopale russa

  • Australia: critiche immotivate alle scuole cattoliche
  • L'arcivescovo di Dublino sulla settimana ecumenica: in Irlanda un cammino di riconciliazione
  • Svizzera: anche le Chiese protestanti favorevoli alla legge contro le armi
  • Assegnati a Madrid i "Premi Bravo" ai giornalisti di ispirazione cristiana
  • East Java: vescovi indonesiani promuovono progetti di agricoltura biologica
  • Italia: speciale incontro ecumenico di formazione per i sacerdoti del patriarcato di Venezia
  • Lunedì si apre ad Ancona il Consiglio permanente dei vescovi italiani
  • 24 Ore nel Mondo

  • Funerali dell’alpino ucciso in Afghanistan. Mons. Pelvi: il dovere di costruire la pace
  • Il Papa e la Santa Sede



    Il Papa alla Questura di Roma: una solida morale personale dà forza al diritto e alle istituzioni. I cristiani lavorino per il bene civile

    ◊   Nel contesto odierno si constata un indebolimento dei “principi etici” e degli “atteggiamenti morali personali” che danno forza a tali principi. Lo ha affermato Benedetto XVI nell’udienza concessa questa mattina ai dirigenti e agli agenti della Questura di Roma. Il Papa ha esortato i cristiani a essere risoluti nel professare la fede nella società, auspicando che società e istituzioni pubbliche “ritrovino la loro anima”. Il servizio di Alessandro De Carolis:

    Anche la “città eterna” è soggetta ai cambiamenti e non tutti sono esemplari. Benedetto XVI riflette sulle modifiche che hanno coinvolto Roma e ciò che ne trae dà voce a un senso di disagio che è di tanti:

    “Questi mutamenti generano talvolta un senso di insicurezza, dovuto in primo luogo alla precarietà sociale ed economica, acuita però anche da un certo indebolimento della percezione dei principi etici su cui si fonda il diritto e degli atteggiamenti morali personali, che a quegli ordinamenti sempre danno forza”.

    Queste derive finiscono, ha proseguito il Papa, per avvalorare l’impressione che nel “nostro mondo”, pur “con tutte le sue nuove speranze e possibilità”, il “consenso morale venga meno e che, di conseguenza, le strutture alla base della convivenza non riescano più a funzionare in modo pieno”. E questo può ingenerare in “molti” una tentazione, quella cioè…

    “…di pensare che le forze mobilitate per la difesa della società civile siano alla fine destinate all’insuccesso. Di fronte a questa tentazione, noi, in modo particolare, che siamo cristiani, abbiamo la responsabilità di ritrovare una nuova risolutezza nel professare la fede e nel compiere il bene, per continuare con coraggio ad essere vicini agli uomini nelle loro gioie e sofferenze, nelle ore felici come in quelle buie dell’esistenza terrena”.

    Benedetto XVI è tornato su un tema tante volte trattato, quello della “dimensione soggettiva dell’esistenza”. Porre attenzione a questo aspetto, ha affermato, “è un bene quando si mette in evidenza il valore della coscienza umana”. Ma qui, ha soggiunto, “troviamo un grave rischio”:

    “Nel pensiero moderno si è sviluppata una visione riduttiva della coscienza, secondo la quale non vi sono riferimenti oggettivi nel determinare ciò che vale e ciò che è vero, ma è il singolo individuo, con le sue intuizioni e le sue esperienze, ad essere il metro di misura; ognuno, quindi, possiede la propria verità, la propria morale. La conseguenza più evidente è che la religione e la morale tendono ad essere confinate nell’ambito del soggetto, del privato: la fede con i suoi valori e i suoi comportamenti, cioè, non ha più diritto ad un posto nella vita pubblica e civile”.
    Ed ecco, ha rilevato il Pontefice, il paradosso della società attuale nella quale si dà “grande importanza al pluralismo e alla tolleranza”, e al contempo...

    “...la religione tende ad essere progressivamente emarginata e considerata senza rilevanza e, in un certo senso, estranea al mondo civile, quasi si dovesse limitare la sua influenza sulla vita dell’uomo. Al contrario, per noi cristiani, il vero significato della ‘coscienza’ è la capacità dell’uomo di riconoscere la verità, e, prima ancora, la possibilità di sentirne il richiamo, di cercarla e di trovarla”.

    La persona umana, ha ribadito Benedetto XVI, “è espressione di un disegno di amore e di verità: Dio l’ha ‘progettata’, per così dire, con la sua interiorità, con la sua coscienza, affinché essa possa trarne gli orientamenti per custodire e coltivare se stessa e la società umana”:

    “Le nuove sfide che si affacciano all’orizzonte esigono che Dio e uomo tornino ad incontrarsi, che la società e le Istituzioni pubbliche ritrovino la loro “anima”, le loro radici spirituali e morali, per dare nuova consistenza ai valori etici e giuridici di riferimento e quindi all’azione pratica. La fede cristiana e la Chiesa non cessano mai di offrire il proprio contributo alla promozione del bene comune e di un progresso autenticamente umano”.

    Considerando da vicino il lavoro svolto dalla Questura di Roma, il Papa ha concluso il suo discorso invitando ufficiali e agenti a “offrire un buon esempio di positiva e proficua interazione fra sana laicità e fede cristiana”, grazie a una buona armonizzazione tra mezzi e i sistemi di sicurezza con “il bagaglio di doti umane quali la pazienza, la perseveranza nel bene, il sacrificio e la disponibilità all’ascolto”.

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    Memoria di Sant'Agnese: presentati al Papa due agnelli, la cui lana servirà a tessere i sacri pallii per i nuovi arcivescovi metropoliti

    ◊   La Chiesa celebra oggi la memoria liturgica di Sant’Agnese e come tutti gli anni si è svolto nella mattinata il tradizionale rito della presentazione al Papa di due agnelli, benedetti precedentemente nella Basilica sulla Via Nomentana intitolata alla vergine e martire romana. La breve cerimonia si è tenuta, come di consueto, nella Cappella intitolata a Urbano VIII nel Palazzo Apostolico. Il servizio di Sergio Centofanti:

    Gli agnelli sono stati lavati e adornati dalle suore della Sacra Famiglia di Nazareth, che da quasi 130 anni svolgono questo compito. La loro lana servirà per la tessitura dei sacri pallii, le insegne onorifiche che saranno consegnate dal Pontefice ai nuovi arcivescovi metropoliti il prossimo 29 giugno, solennità dei Santi Pietro e Paolo. Il pallio è una fascia di lana bianca su cui spiccano sei croci di seta nera: è un’insegna liturgica d’onore e di giurisdizione, simbolo del particolare legame che unisce gli arcivescovi metropoliti al Successore di Pietro. Si tratta di una tradizione che affonda le sue radici nel martirio di Sant’Agnese, fanciulla romana, martirizzata durante la persecuzione di Decio o di Diocleziano, tra il III e il IV secolo, per avere testimoniato Cristo in un periodo in cui molti fedeli rinnegavano la fede per salvare la propria vita. Agnese, appena dodicenne, non rinnegò Gesù e fu trafitta con un colpo di spada alla gola, nel modo con cui si uccidevano gli agnelli. Per questo nell’iconografia è raffigurata spesso con un agnello, simbolo di Cristo crocifisso per la salvezza dell’umanità. La liturgia odierna ci ricorda che Dio sceglie “le creature miti e deboli per confondere la potenza del mondo” invitandoci a pregare per intercessione di Sant’Agnese affinché possiamo “imitare la sua eroica costanza nella fede”.

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    Caso Ruby. Il cardinale Bertone: moralità, giustizia e legalità, cardini della società

    ◊   Il caso Ruby continua a suscitare le reazioni del mondo politico italiano. Sulla questione è intervenuto ieri pomeriggio anche il cardinale segretario di Stato, Tarcisio Bertone, rispondendo alle domande dei giornalisti a margine di un incontro all’Ospedale Bambino Gesù di Roma. Il servizio di Giancarlo La Vella:

    Occorre rientrare nei binari dettati dai criteri di moralità, ai quali dovrebbe ispirarsi chi gestisce la “cosa pubblica”. Riprendendo tematiche già affrontate nei giorni scorsi dal presidente della Repubblica italiana, Giorgio Napolitano, il cardinale Tarcisio Bertone ha espresso la particolare premura con la quale la Santa Sede osserva le vicende italiane e le reazioni al caso Berlusconi-Ruby:

    “La Santa Sede segue con attenzione, in particolare con preoccupazione, queste vicende italiane, alimentando la consapevolezza di una grande responsabilità soprattutto di fronte alle famiglie, alle nuove generazioni, quindi di fronte alla domanda di esemplarità e di fronte ai problemi che pesano sulla società italiana”.

    Il presidente Napolitano, in una nota riportata, nei giorni scorsi, anche da L’Osservatore Romano – ricordata anche dal porporato - si era dichiarato ben consapevole del turbamento dell’opinione pubblica dinanzi alla contestazione, da parte dei giudici di Milano al presidente del Consiglio, di gravi ipotesi di reato e dinanzi alla divulgazione di clamorosi stralci relativi agli atti delle indagini. Il capo dello Stato ha auspicato che, nelle previste sedi giudiziarie, senza interferire nelle valutazioni e nelle scelte politiche del premier, si proceda al più presto ad una compiuta verifica delle risultanze investigative. Da parte sua, il cardinale Bertone ricorda che “la Santa Sede ha i suoi canali, le sue modalità di intervento, anche senza fare dichiarazioni pubbliche”:

    “La Chiesa spinge e invita soprattutto coloro che hanno responsabilità pubblica di ogni genere in qualsiasi settore ad avere, ad assumere l’impegno di una più robusta moralità, di un senso di giustizia e di legalità. Credo che moralità, giustizia e legalità siano i cardini di una società che vuole crescere e che vuole dare risposte a tutti i problemi del nostro tempo”.

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    Ospedale Bambino Gesù: il cardinale Bertone inaugura la Casa di accoglienza “Bellosguardo”

    ◊   “Un centro prezioso che riesce a coniugare l’efficacia delle cure mediche con il calore e al clima della dimensione familiare”. Così il cardinale segretario di Stato Tarcisio Bertone durante l’inaugurazione della Casa di accoglienza “Bellosguardo”. Gestita dalla fondazione per l’infanzia Ronald Mc Donald, la struttura ospiterà i bambini in cura presso l’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma e le loro famiglie, spesso poco abbienti o provenienti dai Paesi più poveri del mondo, per periodi molto lunghi. C’era per noi Cecilia Seppia:

    Sono i piccoli pazienti dei reparti di oncologia, cardiologia e chirurgia neonatale dell’Ospedale Bambino Gesù con i loro familiari, gli ospiti della Casa Bellosguardo di Roma. Immerso in un parco secolare l’edificio, una villa degli anni 20 di 1200mq, è composto da 17 miniappartamenti dotati di ogni comfort e da ampi spazi comuni: una struttura di accoglienza che ha il sapore, i colori, gli odori di una vera casa, nella quale poter vivere con maggiore serenità e sostegno la difficile fase della malattia, anche quando non è necessario il ricovero in ospedale, ma servono costanti terapie. “Qui a Bellosguardo - ha detto il cardinale Bertone, visitando la struttura - ho incontrato persone che vengono da Paesi molto lontani e che parlano lingue diverse, ma tra queste mura ritrovano il linguaggio universale dell’amore e della solidarietà”. Sentiamo le sue parole:

    “Bellosguardo, insieme alla Casa di Palidoro e alle altre realtà che danno un tetto a chi ne ha bisogno per stare accanto a chi soffre e cerca di guarire, completano quel concetto di accoglienza e di cura senza i quali qualsiasi terapia - per quanto efficace - risulterebbe parziale. Sappiamo che l’ospedale di per sé non è un posto adatto a un bambino, per cui è bene che vi trascorra il minor tempo possibile, quello strettamente indispensabile. Per questa ragione è ancora più meritorio e prezioso il poter contare su forme di ospitalità protetta, integrata con l’ospedale, che possa sommare all’efficacia delle cure mediche il calore e il clima di una dimensione familiare”.

    Pensando ai più piccoli e al loro bisogno di essere seguiti con più cura e attenzione, il porporato ha sottolineato e lodato i progressi della medicina ma anche l'impegno di realtà religiose che si spendono costantemente per rispondere alle numerose richieste di accoglienza di chi si trova ad affrontare i disagi legati alla precarietà di alloggio in una città, regione o continente diverso dal loro. E il valore dell’accoglienza è stato ribadito anche dal presidente dell’ospedale Bambino Gesù, Giuseppe Profiti, secondo cui accogliere le famiglie che vengono da lontano per far curare i propri figli è una componente imprescindibile del processo di cura verso la guarigione:

    “Non è soltanto una mera accoglienza di carattere alberghiero: è una stretta integrazione con l’ospedale, un modello attivo che cresce quotidianamente, un modello unico che è nato grazie alla collaborazione, allo spirito, alla capacità di interpretare quello che non solo era il desiderio dell’ospedale ma anche il bisogno dei suoi piccoli ospiti.” (bf)

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    Ciclo di incontri a Roma sui grandi discorsi di Benedetto XVI

    ◊   Nel Palazzo Apostolico Lateranense a Roma è iniziato ieri sera con il discorso di Ratisbona, pronunciato dal Santo Padre il 12 settembre 2006, il ciclo di letture teologiche dedicato ai grandi discorsi del Papa, promosso dall’Ufficio per la Pastorale universitaria del Vicariato. La lettura ha affrontato il tema “La questione di Dio oggi: il Dio della fede e il Dio dei filosofi”. C’era per noi Roberta Barbi:

    Non smettono mai di parlare all’Uomo, le parole del Santo Padre, sono occasioni per rinnovare il pensiero in una società come quella attuale che ha particolarmente bisogno di meditazione e di riflessione. Nel discorso di Ratisbona Benedetto XVI parla della necessità di un allargamento del nostro concetto di ragione e del superamento dell’autolimitazione della ragione stessa a ciò che è verificabile nell’esperimento. Ci si può riuscire - afferma il Papa - solo se ragione e fede si ritrovano unite in modo nuovo. Ascoltiamo il rettore della Pontificia Università Lateranense, mons. Enrico Dal Covolo:

    “Certamente gli interventi del Papa sono molto significativi proprio per una apertura della ragione verso la fede e l’amore. Il Papa continua a ripetere che una ragione che si ripiega su stessa, alla fine non promuove la maturazione dell’uomo e la civiltà. D’altra parte, però, bisogna ammettere anche che non è che questo messaggio del Papa sia accolto facilmente da tutti. Diciamo che certamente non è accolto da chi ancora ammette che la religione, per esempio, possa imporsi con la violenza e non è accolto da chi non prevede che gli spazi della scienza possano andare oltre o aprirsi verso la fede il mistero”.

    In virtù delle polemiche che ne scaturirono al tempo del pronunciamento, il presule è tornato a sottolineare come il discorso non riguardi specificamente un confronto tra religione cristiana e islamica, quanto piuttosto la questione globale su Dio. Altro tema al centro, infatti, è quello della convivenza, nella società contemporanea, sia tra religione e scienza, sia tra culture e religioni diverse. Una convivenza, come purtroppo la cronaca ogni giorno c’insegna, che è spesso difficile e dove la violenza si sostituisce al dialogo, come precisa il prof. Giorgio Israel, docente di Storia della matematica all’Università la Sapienza di Roma:

    “Il dialogo deve essere questo: un dialogo non sincretistico, ma aperto e che faccia ricorso alla ragione e non all’affermazione con la violenza della verità che uno ritiene di possedere. Questo è fondamentale oggi. Quindi, a mio parere, il centro del discorso è una critica sia all’integralismo religioso che al positivismo”.

    Nel discorso, Benedetto XVI evidenziava come il Cristianesimo, che pur è nato e ha avuto un suo importante sviluppo in Oriente, abbia poi trovato la sua impronta storicamente decisiva in Europa. E sono proprio le istituzioni europee a fare da garante, oggi, del pluralismo religioso: ieri l’Europarlamento ha approvato una risoluzione sulla libertà religiosa e contro le violenze anticristiane. Mons. Dal Covolo ci ricorda come possono agire in questo senso le istituzioni:

    “Certamente le istituzioni possono portare avanti un discorso educativo, di persuasione; certamente anche garantire le manifestazioni esteriori di una pratica religiosa libera”.

    L’Occidente, però, è anche la parte del mondo più secolarizzata, dove il rapporto tra ragione scientifica e religione è più difficile. Il prof. Giorgio Israel spiega come ci si può difendere dai rischi del relativismo e del soggettivismo:

    “Nessuno vuole togliere nulla alla scienza e alla sua importanza, però la ragione è un qualcosa di più ampio. La scienza non ha spalle sufficienti per toccare tutti i problemi dell’uomo, inclusi i problemi del senso: del senso della vita o del senso e del perché siamo qui. Tutta una serie di questioni che la scienza, da sola, non può risolvere”. (mg)

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    Stop della Cassazione alla nullità di un matrimonio sancita dalla Sacra Rota. Il commento del prof. Dalla Torre

    ◊   Fa discutere in Italia una sentenza della Corte di Cassazione che ha accolto il ricorso di una signora invalidando la nullità del suo matrimonio, sancita dal Tribunale della Sacra Rota. A chiedere la nullità era stato il marito sostenendo che le nozze, celebrate nel 1972, erano viziate giacché la consorte gli aveva taciuto di non volere figli. La sentenza della Suprema corte italiana ha stabilito che non si possono annullare matrimoni di lunga durata, come in questo caso, adducendo riserve mentali o vizi del consenso. Una sentenza che avrà delle ricadute significative. E’ quanto sottolinea il giurista Giuseppe Dalla Torre, presidente del Tribunale Vaticano, intervistato da Alessandro Gisotti:

    R. – Certamente è importante perché esiste una differenza sostanziale tra il matrimonio civile e il matrimonio canonico. In caso di invalidità, il primo può essere impugnato davanti al giudice civile solo in tempi strettissimi, mentre nel caso del matrimonio canonico l’impugnazione può sempre avvenire fino alla fine naturale del matrimonio, con la morte di uno dei coniugi. Quindi, è evidente che questa sentenza potenzialmente viene a incidere su un numero notevole di sentenze ecclesiastiche da delibare in Italia.

    D. – Come si pone questa sentenza rispetto alle norme concordatarie a riguardo? Si è detto che questa sentenza in pratica contesta un automatismo che invece prima era presente …

    R. - Non c’è dubbio che il modello civilistico di matrimonio si sia allontanato, nel corso dei tempi, dal modello canonistico e proprio la differente disciplina giuridica che da questo deriva giustifica un Concordato, cioè giustifica la norma che prevede che le sentenze ecclesiastiche a determinate condizioni possano essere rese esecutive in Italia. Se i modelli e le discipline fossero assolutamente uguali questa norma non sarebbe necessaria e in base al diritto internazionale privato le sentenze ecclesiastiche, così come le sentenze di qualsiasi Stato straniero, potrebbero trovare automatica esecuzione: ma non la hanno. Questo significa che il Concordato impone un favore per la delibazione delle sentenze ecclesiastiche, non un ostacolo.

    D. – Certo è che il Papa negli ultimi anni ha richiamato a un maggior rigore nelle cause di nullità …

    R. – Io credo che questo sia importante. Certo, le cause di nullità del matrimonio così come, d’altra parte, in sede civile le cause di divorzio, sono però l’indicatore di una crisi profonda dell’istituto nell’ambito della società attuale.

    D. - Al di là del caso specifico, è diffusa la sensazione che spesso oggi si arrivi a contrarre il matrimonio senza sufficiente consapevolezza del vincolo sponsale, dell’importanza di questo passo. Dunque, ci vorrebbe anche un maggiore discernimento?

    R. – Non c’è dubbio. La secolarizzazione ha portato ad un allontanamento forte dell’idea che la gente comune ha del matrimonio rispetto a quello che è il modello che la Chiesa propone: il modello del matrimonio come Sacramento, del matrimonio indissolubile, del matrimonio aperto alla procreazione della vita, del matrimonio fedele. Di qui naturalmente nasce l’importanza dei corsi prematrimoniali che vengono fatti apposta per indicare che cosa? Ciò che si vuole: chi chiede, si presume che chieda quello che la Chiesa ritiene come matrimonio. Qui mi pare che occorra lavorare molto. (bf)

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    Oggi su "L'Osservatore Romano"

    ◊   I principi etici su cui si fonda il diritto: il discorso di Benedetto XVI ai dirigenti e agenti della Questura di Roma.

    I cardini della società: dichiarazioni del cardinale Tarcisio Bertone.

    Appello di Napolitano a evitare esasperazioni e nuove tensioni.

    Nell’informazione internazionale, Pierluigi Natalia sugli sbocchi incerti della crisi in Tunisia.

    In cultura, un articolo di Vicente Carcel Orti dal titolo “Al portico dell’eternità col sorriso sulle labbra”: la passione di san Vincenzo di Saragozza secondo Prudenzio.

    Forza silenziosa che avanza nella storia: Kathleen Dietz su John Henry Newman e la divina provvidenza.

    Frammenti sparsi di una storia comune: la premessa di Marc Augé del catalogo della mostra “Africa delle meraviglie. Arti africane nelle collezioni italiane”.

    Un articolo di Michael Hollmann dal titolo “Ogni documento al suo posto (sperano gli storici)”: ancora non del tutto ordinati gli archivi nazisti scampati alle distruzioni della seconda guerra mondiale.

    L’unità d’Italia secondo don Lorenzo Milani: “Avvenire” sulla nuova edizione di “L’obbedienza non è più una virtù”.

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    Oggi in Primo Piano



    Libertà religiosa. Mario Mauro: niente aiuti economici a chi non rispetta i diritti fondamentali

    ◊   Niente aiuti economici dall’Unione Europea ai Paesi che non si impegnano a proteggere i cristiani: è la presa di posizione forte che il Parlamento di Strasburgo ha preso ieri con la risoluzione in difesa dei cristiani perseguitati e della libertà religiosa. Il documento, approvato a larghissima maggioranza, sarà ora trasmesso ai parlamenti e governi di numerosi Paesi nei quali i cristiani sono stati vittime di violenze e atti discriminatori. Sui punti più significativi della risoluzione, Lidia O'Kane ha intervistato l’eurodeputato, Mario Mauro, tra i promotori dell’iniziativa:

    “La risoluzione voluta dal Parlamento europeo rappresenta una novità per molte ragioni. La prima ragione è che per la prima volta affronta il tema delle persecuzioni dei cristiani in modo globale, non limitandolo a ciò che viene osservato e che dipende dalle ragioni politiche, economiche e sociali di ogni singolo Paese, ma stabilendo per l’appunto che si è in presenza di una precisa strategia, da parte di organizzazioni terroristiche e di movimenti fondamentalisti, che tendono ad identificare la presenza dei cristiani nel mondo con la presenza dell’Occidente, per favorire attraverso questo giudizio i propri progetti di potere. Il secondo punto per cui questa risoluzione rappresenta una novità, è che valorizza finalmente coloro che raccolgono dati sul campo gettando uno squarcio di verità sui problemi della persecuzione dei cristiani. In particolar modo, per la prima volta abbiamo dato credibilità ai dati raccolti nel Rapporto annuale dall’Organismo non governativo “Aiuto alla Chiesa che soffre”, che ha messo in evidenza come su 100 persone che perdono la vita per motivi di odio legati alla religione, negli ultimi anni, 75 appartengono a confessioni cristiane. Sono dati impressionanti, che ci devono far riflettere sul fatto che limitare i diritti dei cristiani, uccidere i cristiani, vuol dire in concreto meno democrazia e meno libertà per tutti. Il terzo passaggio è nella tipologia di richieste che facciamo all’Unione Europea. Il criterio che noi proponiamo è molto semplice: soldi e affari in cambio di diritti. Che cosa vuol dire? Vuol dire che negli accordi economici che l’Unione Europea arriva a stipulare, deve esserci scritto, in modo molto chiaro, che questi accordi vengono siglati solo a condizione che vengano rispettati i diritti umani di tutti. (ma)

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    Convegno dei medici cattolici a Milano sull'Alzheimer

    ◊   Una persona che apparentemente non è più la stessa che conoscevamo. Una persona che non ha più coscienza di sé. Un altro individuo quello che ci consegna una malattia invalidante e sempre più diffusa come l’Alzheimer, una patologia che – secondo i dati dell’Alzheimer Disease International – riguarda 35,6 milioni di persone nel mondo, un milione circa in Italia. Delle questioni etiche di fronte all'alzheimer si è parlato a Milano in un convegno promosso dai medici cattolici. Il servizio di Fabio Brenna:

    Il Rapporto mondiale la indica come priorità sanitaria del XXI secolo, visto che nel giro di un ventennio si attende un sostanziale raddoppio dei casi. Una malattia che ha costi diretti e sociali pari ad un punto percentuale del Pil e che pone anche interrogativi etici, oltre che essere specchio della vulnerabilità di ognuno, come ha ricordato il prof. Elio Scarpini, docente di Neurologia al Policlinico di Milano. L’Alzheimer pone però anche delle sfide e delle domande, che sono state affrontate da don Maurizio Chiodi, docente di Teologia morale alla Facoltà Teologica dell’Italia settentrionale. Alla domanda se la malattia ci consegni un “altro”, diverso da chi conoscevamo, bisogna rispondere di no:

    “Tutte le perdite legate all’Alzheimer sono una discontinuità che però si iscrive all’interno di una storia: la storia di quell’uomo, di quella donna che la malattia ha trasformato. Quindi, alla domanda se è ancora lui o un altro, possiamo dire che è proprio lui anche se in una discontinuità rispetto alla propria storia”.

    Una malato, dunque, con cui entrare in relazione e che ci rivela in realtà chi siamo noi. Una relazione da cui discende una sfida precisa, una risposta all’appello che lo stesso malato lancia pur nella sua incoscienza:

    “Questo è l’appello del malato di Alzheimer, l’appello che ci rivolge: prenderci cura di lui e in questa cura nei suoi confronti, nella sollecitudine verso di lui ne va anche di noi stessi, ne va della nostra dignità di persone che decidiamo di noi anche nella relazione con un altro che non sa più nulla di sé. Questa è la sfida difficile ma anche importante”. (gf)

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    Nei cinema in Italia il Vallanzasca di Michele Placido

    ◊   Esce oggi in Italia il controverso film di Michele Placido “Vallanzasca – Gli angeli del male”, una ricostruzione nervosa e violenta delle azioni efferate messe a punto da uno degli assassini più spietati e feroci dell’Italia degli anni ‘70. Dopo le polemiche suscitate da questo tiolo, il regista tiene a fare alcune precisazioni importanti per spiegare i motivi di questa scelta. Il servizio di Luca Pellegrini:

    (Clip)
    “Renato, tu lo sai quanto ti voglio bene. Cerca di...

    Cosa?

    Cerca di cambiare! Se no tu ci muori qui dentro.

    Cambiare! Cambiare come? Io sono nato per fare il ladro!”.

    Nessuno nasce per essere ladro, delinquente, assassino, malvagio: tutto questo lo si diventa, spesso per cause indipendenti da sé. Ma Vallanzasca, nel film crudo, violento e frenetico di Michele Placido, un bel film interpretato da un superlativo Kim Rossi Stuart, che ne fa un modello di degrado e di efferatezza, è convinto fin dall’inizio d’essere nato per fare il male. Non diventa un eroe, diventa giustamente un maledetto, un “angelo del male” appunto, dalla vita orribile nei difficili e brutti anni ’70, segnata da azioni sanguinarie, e per queste condannato a quattro ergastoli e 260 anni di reclusione. Le polemiche suscitate dal film sembrano fuori contesto: nessuna esaltazione dell’eroe negativo, nessun pericolo di diventare un fascinoso e detestabile modello. Abbiamo chiesto al regista Michele Placido, perché questo film ha scatenato, secondo lui, così accese polemiche:

    R. - Mah! Me lo sto chiedendo anch’io! Perché probabilmente rappresenta il male per le coscienze e noi non vogliamo identificarci in lui. Ho parlato di una persona che è andata fuori, fuori dalle regole, ma non dimentichiamo che esiste il diritto di cronaca, esiste il diritto di approfondire il comportamento degli uomini attraverso le storie, nel bene e nel male, e stavolta si trattava di approfondire “nel male”. Ripeto, la cosa che mi scandalizza ancora di più è che nell’Italia di oggi, in cui i giovani hanno dei riferimenti di valore che sono veramente umilianti per il nostro Paese, Vallanzasca rappresenti ancora il male dell’Italia! E stiamo parlando di una storia di 40 anni fa, di un uomo, che ormai è un vecchio, chiuso dietro le sbarre di un carcere - come se Vallanzasca fosse l’unico esempio. Io credo che oggi i giovani non si scandalizzino se guardano un film come il film su Vallanzasca, ma che si scandalizzino per quello che sta accadendo nel nostro Paese!

    D. - Placido, lei ha affermato che il suo film è principalmente un racconto di autodistruzione. Vuole per questo metterci in guardia dai tanti “angeli del male” di oggi, anche i più nascosti?

    R. – Ma certo! Vede, un sacerdote, che è uscito dalla proiezione di Venezia, mi ha detto questo: “Quella storia amorale era profondamente morale, perché era un punto di incontro, di riflessione sulle deviazioni, sull'autodistruzione di cui discutere con i ragazzi”. Per cui da una storia negativa si passava a cercare di capire dove potesse esserci la luce, la salvezza, in un certo modo. E’ quello che abbiamo pensato anche Kim Rossi Stuart ed io: di dare un aspetto sociale alle nostre storie, di ragionare sulla nostra società contemporanea, sulla storia del nostro Paese. Non poteva, però, non venirci in mente che, lavorando su un personaggio negativo come Vallanzasca si potesse indicare proprio ai ragazzi una via diversa. Non è vero che i giovani che vedono il male, scelgono il male, perché allora saremmo veramente senza speranza. No, no, no! Io ho fiducia che i nostri giovani non solo negheranno queste figure, ma, in qualche modo, si ribelleranno, prima o poi, a questo tipo di comportamento amorale.

    D. - Lei afferma: c’è un prezzo da pagare oggi per fare del cinema libero. Mi può dire qual è?

    R. – Il prezzo da pagare è che bisognerebbe fare solo un certo tipo di cinema, bisognerebbe soltanto – come dice Amleto – sorridere, sorridere, sorridere, ossia ridere, ridere, ridere. Per carità, la commedia va anche bene, però, ogni tanto ci vuole anche un cinema, non dico che faccia riflettere, ma che in qualche modo guardi la realtà per quella che è, perché la realtà è dura; la realtà non fa ridere, la realtà fa piangere. Basti guardare com’è ridotta la cultura del nostro Paese, basti guardare le periferie. Questa è la realtà di un Paese in cui i giovani sono senza lavoro, senza un traguardo e queste sono le tematiche su cui noi dovremmo lavorare. Ma sicuramente se un regista, un autore di cinema, presentasse un progetto del genere non credo troverebbe le porte aperte.

    D. - Lei è sempre stato molto attento al presente, alla storia: perché questa passione per l’attualità e la realtà che ci circonda?

    R. – Perché c’è l’urgenza in questo momento, come non mai, di rivelare il nostro Paese per quello che è: togliere quel velo che è davanti agli occhi di tanti italiani che si sono assuefatti alla mediocrità, alla corruzione, all’incapacità di essere esempi per i ragazzi, per i giovani. (ap)

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    Chiesa e Società



    Consiglio d’Europa in difesa della libertà religiosa di tutti i credenti

    ◊   I 47 Stati membri del Consiglio d'Europa hanno adottato all’unanimità una dichiarazione sui recenti attacchi alle comunità cristiane e la necessità di difendere la libertà religiosa di tutti i credenti. “Come dimostrato dai recenti tragici eventi - si legge nella dichiarazione firmata dal Comitato dei ministri - individui di tutte le religioni sono sempre più vittime di discriminazione e violenza, a volte a costo della loro vita, solo perché sono credenti”. Nel testo, i 47 Stati membri condannano “vigorosamente” tali atti e tutte le forme di incitamento all’odio e la violenza religiosa, sottolineando che la libertà di pensiero, coscienza e religione è un diritto inalienabile. “Non può esserci società democratica senza rispetto di queste libertà”. “La garanzia che tutti possano goderne – si legge infine nella dichiarazione - è una precondizione essenziale alla capacità di vivere assieme”. (A.L.)

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    Leader religiosi chiedono l’impegno dell’Europa contro la persecuzione di cristiani nel mondo

    ◊   “Urge maggiore impegno dell’Europa contro la persecuzione di cristiani nel mondo”: è quanto hanno detto i leader delle Chiese cristiane d’Europa al presidente dell’Unione Europea, il primo ministro ungherese Viktor Orbán, che ha ricevuto a Budapest una delegazione di rappresentanti delle comunità religiose. Lo comunica, in una nota inviata all’agenzia Fides, la Commissione delle Conferenze episcopali della Comunità Europea (Comece). L’arcivescovo di Esztergom-Budapest, cardinale Peter Erdö, era a capo della delegazione con rappresentanti della Chiesa cattolica, delle Chiese protestanti e ortodosse in Ungheria. Erano presenti anche rappresentanti della comunità ebrea in Ungheria. Fra i temi specifici, portati all’attenzione del nuovo presidente dell'Eu, vi erano questioni di politica della famiglia, della situazione delle comunità rom in Europa e la necessità dell’impegno per una maggior libertà religiosa nel mondo. Il Primo ministro ungherese ha salutato positivamente la collaborazione attiva delle Chiese durante il suo mandato di presidenza delle Ue. In previsione dei futuri dibattiti nel Parlamento europeo e nel Consiglio europeo per i rapporti con l’estero, il Presidente ha assicurato il suo impegno per un intervento efficace dell’Europa contro la persecuzione di cristiani e gli attacchi crescenti a comunità cristiane in tutto il mondo. Orbán ha chiesto alle Chiese di svolgere anche in futuro il loro importante ruolo di “costruttori di ponti”, essendo presenti a livello locale, regionale e nazionale, fedeli al ruolo di rappresentare “la voce della gente” presso le istituzioni. Il recente incontro rappresenta l’inizio del dialogo fra le Chiese e la presidenza ungherese dell’Unione Europea. Le Chiese hanno presentato il loro programma di accompagnamento alle Presidenza per i primi sei mesi dell’anno 2011. (R.P.)

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    Mons. Warduni al Parlamento italiano: in grande pericolo i cristiani in Iraq

    ◊   Audizione ieri alla Camera dei Deputati, in Italia, del vicario patriarcale di Baghdad, mons. Shlemon Warduni. Il presule ha parlato alla Commissione Affari esteri e comunitari, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sulle violazioni dei diritti umani nel mondo. Mons. Warduni ha affermato che “i cristiani sono in grande pericolo”. “La situazione delle minoranze peggiora sempre di più, non hanno protezione dalle violenze”. Nonostante ciò, la soluzione ai problemi iracheni non può che essere “completa e riguardare tutti gli iracheni”. “Gli iracheni – ha detto mons. Warduni le cui parole sono state riprese dall'agenzia Sir – sono gente buona che ha convissuto per secoli con la diversità etnica e confessionale”. “Vi supplichiamo – ha aggiunto - di aiutare tutta la popolazione e specialmente le minoranze, tra cui quella cristiana, che ha fatto tanto per costruire l’Iraq”. Il presule ha poi detto che il primo passo per far uscire lo Stato arabo dall’emergenza è “la cooperazione di tutti per realizzare la pace e la sicurezza in Iraq e nel Medio Oriente”. “L’Iraq – ha osservato - è ricco e i suoi beni, se gli venissero lasciati, sarebbero più che sufficienti per la sua gente”. Si deve “fermare la vendita di armi a chi non ama la pace”. Si devono sviluppare “officine e progetti per dare lavoro ai giovani iracheni, sistemare le infrastrutture”. Mons. Warduni ha anche sollecitato l’istituzione di un “tribunale internazionale speciale che faccia luce sugli omicidi dei martiri cristiani, come quello di mons. Faraji Rahho, arcivescovo di Mosul”. Il presule si è anche soffermato sull’islamizzazione crescente del Paese, dove è “sempre più difficile vivere per i non musulmani”. I cristiani – ha concluso - hanno libertà di culto “ma non di professare la propria fede in modo pieno”. Le conversioni verso l'Islam “non sono ostacolate mentre quelle verso il cristianesimo mettono il convertito in pericolo di morte”. (A.L.)

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    Iraq: riunione dei vescovi caldei sulla situazione dei cristiani

    ◊   Si è tenuta ad Ankawa, in Iraq, la terza riunione dei vescovi caldei durante la quale i presuli presenti hanno preparato il programma della visita pastorale nelle diocesi del nuovo nunzio apostolico in Iraq e Giordania, mons. Giorgio Lingua. Nel corso dell’incontro, come confermato a Baghdadhope da mons. Louis Sako, arcivescovo di Kirkuk e coordinatore di questi incontri che si svolgono mensilmente, è stato deciso che il 22 febbraio prossimo si terrà nella sede arcivescovile di Erbil la riunione dei sacerdoti caldei. Durante questo incontro sarà possibile dar loro voce per approfondire le aspirazioni in diversi ambiti, tra cui quelli pastorale, spirituale e culturale, espresse in uno specifico documento che sarà diffuso a breve. Ad Ankawa si è inoltre discusso del prossimo Sinodo della Chiesa, come richiesto nel messaggio inviato dal Patriarca cardinale Mar Emmanuel III Delly. I vescovi presenti hanno auspicato che il Sinodo si tenga in Iraq per incoraggiare i cristiani presenti nel Paese. Per quanto riguarda la situazione dei cristiani si è sottolineata l’importanza dell’impegno, da parte della Chiesa, nel trattare argomenti sensibili che possono avere una ricaduta sulla situazione della comunità cristiana. Si è infine ricordato che la Chiesa è chiamata ad orientare i politici cristiani per il benessere della comunità. (A.L.)

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    A Roma manifestazione pro Asia Bibi promossa da parlamentari e associazioni

    ◊   “L’Italia per Asia Bibi: libertà, giustizia, diritti umani”. E’ il tema della manifestazione, che si terrà il prossimo 26 gennaio a Roma, promossa da un gruppo di parlamentari e di organizzazioni della società civile italiana, tra cui l’Associazione Parlamentari Amici del Pakistan, Amnesty International e la Comunità di Sant'Egidio. La manifestazione intende ribadire l'urgenza del rispetto della libertà religiosa, della dignità e dei diritti inalienabili di tutti i cittadini del Pakistan, a qualsiasi religione appartengano. L’obiettivo è anche di rilanciare un messaggio di pace, di vicinanza e solidarietà ad Asia Bibi, la donna cristiana condannata a morte per blasfemia, chiedendone l’immediato rilascio. Si chiede inoltre l’abolizione della legge sulla blasfemia e della pena di morte in Pakistan. All’iniziativa hanno aderito oltre 35 associazioni del mondo accademico, di quello cattolico e di altre comunità religiose, tra cui sikh, ebrei e musulmani. La manifestazione verrà presentata ufficialmente in una conferenza stampa nella Sala stampa della Camera dei Deputati, lunedì prossimo. L’eco di questa iniziativa è arrivata anche in Pakistan, negli ambienti del fondamentalismo islamico. Un’organizzazione radicale islamica pakistana, guidata da Malik Shaib, ha provocatoriamente invitato i promotori della manifestazione a convertirsi all’islam. (A.L.)

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    Manifestazione di solidarietà in Australia per i cristiani copti di tutto il mondo

    ◊   Più di cinquemila persone di tutte le età, ceti sociali e confessioni religiose (cattolici, melchiti, maroniti, assiri, battisti, anglicani e luterani), nonostante le avverse condizioni meteorologiche, hanno preso parte, mercoledì scorso, a Sydney, alla manifestazione di solidarietà e sostegno ai cristiani copti colpiti di recente da una tragica ondata di violenza. L'iniziativa, promossa dalla Chiesa cattolica in Australia, è nata all'indomani dell'attacco alla chiesa copta di Alessandria d'Egitto, dove un gruppo di estremisti islamici ha fatto esplodere un ordigno che ha provocato la morte di 23 persone e il ferimento di altre ottantasette. Alcuni giorni dopo, un altro attacco contro i copti si è verificato a Il Cairo, dove un poliziotto egiziano fuori servizio è salito a bordo di un treno e ha sparato uccidendo un cristiano e ferendone altre cinque. I copti che si sono riuniti a Sydney il 6 gennaio per celebrare la vigilia del Natale sono inoltre stati minacciati da un gruppo di estremisti musulmani. “La manifestazione di Sydney — ha spiegato il reverendo Shenouda Mansour della diocesi di Sydney — ci ha dato la possibilità di essere voce per chi non ha voce e ha l'obiettivo di sensibilizzare l'opinione pubblica sulla piaga dei cristiani perseguitati non solo in Egitto, ma in tutto il mondo”. L'iniziativa – ricorda l’Osservatore Romano - si è svolta a un anno dalla manifestazione di Hyde Park. In quell'occasione la comunità aveva ricordato l'uccisione di sei cristiani copti nel sud dell'Egitto da parte di un gruppo di estremisti. Molti i leader religiosi e gli esponenti politici di maggioranza e opposizione che hanno preso parte alla manifestazione. Una ferma condanna del massacro avvenuto ad Alessandria d'Egitto è giunta dal leader dell'opposizione Tony Abbot e dalla senatrice Concetta Firravanti. Scortato da ingenti misure di sicurezza, il corteo di manifestanti ha sfilato per le vie della metropoli australiana facendo tappa davanti al dipartimento per gli Affari esteri, dove il vicario generale della diocesi di Sydney, reverendo Tadros Simon, ha consegnato una lettera sulla persecuzione dei copti in Egitto. “La missiva — ha spiegato il reverendo Mansour — è indirizzata al ministro degli Affari esteri, Kevin Rudd, affinché solleciti il governo australiano a fare pressione sull’esecutivo egiziano per garantire ai cristiani copti e ai luoghi di culto maggiore sicurezza”. (A.L.)

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    Allarme della Caritas per l’aumento dei prezzi dei cibi in molti Paesi del mondo

    ◊   “Siamo molto preoccupati, perché l’aumento dei prezzi dei beni alimentari colpisce soprattutto i consumatori più poveri, quelli che spendono gran parte delle loro entrate in cibo”. Questo il commento di Christine Campeau, di Caritas internationalis, all’agenzia Sir, sull’esagerato aumento dei prezzi dei cibi in molti Paesi del mondo. Aumenti che hanno portato violenti scontri e vittime in Algeria. In India è sempre più drammatico, a partire dal 2007, il crescente aumento di casi di suicidio tra i contadini. Molti sono indebitati per procurarsi sementi delle multinazionali ed è triplicato il prezzo delle cipolle. Sunil Simon, di Caritas India, afferma che in India “la crescita dei prezzi è dovuta ad una distorsione economica e al fallimento del mercato”. Ci sono troppi intermediari che controllano i mercati. “La domanda – conclude Sunil Simon - non è adeguatamente pianificata e ci sono troppi problemi di corruzione e trasparenza. I poveri - ha detto - sono molto vulnerabili per le conseguenze negative dei cambiamenti climatici sulle produzioni e per le fluttuazioni internazionali dei prezzi dovute a speculazioni o calamità naturali”. (M.I.)


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    Swaziland: 140 mila bambini orfani rischiano di non poter accedere all'istruzione scolastica

    ◊   In Swaziland è appena iniziato il nuovo anno scolastico. Tra i piccoli volti che popolano le classi di questo paese montuoso, ci sono circa 140 mila orfani e bambini vulnerabili (Ovc's). "Oltre a non avere le divise scolastiche, gli orfani non hanno neanche abiti caldi," secondo quanto riportato da un'insegnate della Central Primary School di Motshane. Molti di loro arrivano a scuola digiuni. Quest'anno, poi, c'è ancora maggiore preoccupazione in quanto i presidi delle scuole hanno rifiutato il loro inserimento per l'inadempienza delle quote annuali, creando una situazione di stallo tra la Swaziland Principals' Association e l'ufficio del Deputy Prime Minister’s, responsabile del pagamento. Alcune scuole hanno già rimandato a casa bambini inadempienti. Si tratta di un grave ostacolo per il raggiungimento da parte dello Swatziland del secondo obiettivo del Millennio riguardante l'istruzione primaria universale che doveva essere lanciata nel 2008, ma che è stata rimandata a causa della mancanza di fondi. Introdotta finalmente lo scorso anno, ha previsto per il 2011 notevoli progressi nei servizi e nello staff. Il governo ha disposto aule mobili nelle tante scuole sovraffollate e assunto più insegnanti. Purtroppo, però il problema degli orfani e dei più poveri minaccia di mettere in ombra questi passi avanti. Uno Swazis su quattro tra i 15 e i 49 anni di età è sieropositivo, e l'elevato tasso di mortalità delle persone in età riproduttiva fa presagire un alto numero di bambini che cresceranno senza genitori. Ad aggravare il problema delle tasse scolastiche il fatto che circa il 70% della popolazione di oltre un milione di persone vive al di sotto della soglia di povertà con meno di due dollari al giorno. Dei 579 alunni della scuola Ngwenya Central Primary di Mbabane, 239 sono orfani o bimbi vulnerabili bisognosi dell'aiuto del governo , mentre nella vicina scuola di Motshane ci sono 135 Ovc's su 441 studenti. Per questo anno scolastico il governo si è impegnato a pagare solo un terzo dell'importo come primo deposito. Povertà e Aids minacciano di lasciare un segno indelebile sulle prossime generazioni di questo Paese. (R.P.)

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    Un ospedale missionario per i più poveri di Wau, in Sud Sudan

    ◊   Per ora ci sono solo il dispensario e il pronto soccorso, ma il mese prossimo arriveranno i reparti specialistici e saranno possibili i ricoveri. Wau, una città del Sud Sudan che non può dimenticare guerra e povertà, ha da ieri un nuovo ospedale. La struttura, intitolata a San Daniele Comboni, è il frutto di mesi di lavoro missionario. “Finora a Wau c’era solo un ospedale pubblico con grandi problemi sia in termini di personale che di risorse finanziarie”, dice all'agenzia Misna suor Maria Martinelli, una comboniana che lavora nella nuova struttura. Confiscato dall’esercito sudanese nel 1958, l’edificio è tornato alla Chiesa cattolica solo due anni fa. La guerra civile è finita ma i 19 medici e infermieri del San Daniele Comboni dovranno far fronte a nuove emergenze. “Nei campi attorno alla città vivono in condizioni precarie migliaia di persone tornate dal nord per il referendum”, sottolinea suor Maria. La settimana scorsa, molti di questi migranti hanno votato per la separazione del Sud Sudan da Khartoum. Il San Daniele Comboni è anche per loro. (A.L.)

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    Iniziate le celebrazioni dei 500 anni del primo vescovado d’America

    ◊   Con una Messa presieduta dal cardinale Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della Cultura, iniziano stamani le celebrazioni dei 500 anni della creazione, a Santo Domingo, del primo vescovado d’America. La creazione di questo vescovado - ricorda l'agenzia Zenit - risale all 1511 con la bolla di Papa Giulio II. Durante la Santa Messa, tenutasi nella Chiesa di San Giovanni dei Fiorentini, il porporato leggerà una preghiera consacrata da Papa Giovanni Paolo II alla Madonna di La Altagracia, protettrice del popolo dominicano. Si tratta della preghiera recitata da Papa Karol Wojtyla durante la visita, avvenuta il 12 ottobre del 1992 nella Basilica di Higüey, dedicata a ‘Nuestra Señora de la Altagracia’. “Questo Santuario – aveva detto in quell’occasione Giovanni Paolo II - è la casa in cui la Vergine Santissima ha voluto rimanere fra voi come madre piena di tenerezza, sempre disposta a condividere il dolore e la gioia di questo popolo”. “Alla sua materna protezione – aveva aggiunto Papa Karol Wojtyla - affido tutte le famiglie di questa terra benedetta affinché regnino l’amore e la pace fra tutti i suoi membri”. “La grandezza e la responsabilità della famiglia - aveva concluso il Pontefice durante la Messa nel Santuario mariano di Higüey - consistono nell’essere la prima comunità di vita e di amore, il primo ambito in cui i giovani imparano ad amare e a sentirsi amati”. (A.L.)

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    I vescovi argentini condannano "il flagello" del turismo sessuale

    ◊   “Il turismo è considerato la terza fonte di reddito per l’Argentina” ma purtroppo nel Paese “sta cominciando a crescere l’industria 'senza ciminiere' che riguarda lo sfruttamento sessuale di bambini e adolescenti”. Lo sottolinea la Commissione per la pastorale delle migrazioni e del turismo della Conferenza episcopale argentina aggiungendo che il cosiddetto turismo sessuale è un flagello per molte nazioni. I presuli invitano tutte le componenti istituzionali, politiche e sociali del Paese a “collaborare concretamente per la prevenzione, l’individuazione e la denuncia di casi di sfruttamento sessuale di bambini e adolescenti”. In Argentina — ricordano i vescovi — lo sfruttamento sessuale dei bambini e adolescenti è un reato ed è punibile (articolo 145 ter del Codice Penale e della Legge 26/364), ma occorre che “i legislatori promulghino leggi più severe e più efficaci per contrastare il turismo sessuale, così come sta avvenendo in altri Paesi del mondo”. Secondo varie stime – ricorda l’Osservatore Romano - oltre due milioni di bambini vengano costretti a prostituirsi: di questi 500.000 vivono in Brasile e il resto soprattutto nell’Asia meridionale e orientale. A questa piaga sono legati interessi economici che superano i cinque miliardi di dollari. Oggi il fenomeno sta divenendo sempre più globale. A questo, paradossalmente, contribuisce anche la crisi economica globale che induce l’abbassamento dei costi dei biglietti aerei. “Così oggi — affermano i presuli — in poche ore i turisti del sesso possono raggiungere il Brasile, l'Argentina, la Thailandia o le Filippine, dove la miseria spinge migliaia di famiglie, spesso tratte in inganno, a cedere i propri figli” a bande specializzate nella tratta di adolescenti. I moderni mezzi telematici, poi, agevolano il collegamento tra “l'offerta e la domanda”. Combattere insieme i predatori di bambini e il turismo sessuale “è un imperativo morale e sociale”. (A.L.)

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    Brasile: prosegue l’impegno della Chiesa per le popolazioni colpite dalle alluvioni

    ◊   La Caritas italiana ha rinnovato, oggi, il sostegno e la vicinanza alle popolazioni del Brasile colpite dalle pesanti alluvioni. Secondo fonti locali sono più di 14.000 le persone che hanno subito danni e almeno 700 i morti. La città Nueva Friburgo è paralizzata e “la distribuzione di cibo e materiali raccolti è stata effettuata con l'aiuto dell'esercito”, ha riferito all’agenzia Sir, il segretario esecutivo della Caritas cittadina, Neno Aluysio da Silva. La sede della Caritas diocesana è inagibile e il centro operativo è stato attivato presso la Cattedrale di Nueva Friburgo. La Conferenza episcopale e la Caritas del Brasile si sono prontamente attivate. La Cei ha messo a disposizione un milione di euro ed ha invitato le comunità ecclesiali a pregare e a sostenere le iniziative di solidarietà promosse dalla Caritas italiana. Tutte le parrocchie delle diocesi di Nueva Friburgo e Petrópolis sono state mobilitate nella raccolta e distribuzione degli alimenti. (M. I.)

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    Il nuovo segretario di Propaganda Fide vuole essere un "costruttore di ponti con la Cina"

    ◊   “In questo mio nuovo delicato incarico vorrei essere un costruttore di ponti con la Cina”: è quanto ha dichiarato all’agenzia Fides mons. Savio Hon Tai-Fai, nuovo Segretario della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli, insediatosi oggi nel Dicastero missionario. A margine della cerimonia di presentazione, il Segretario ha ringraziato il Santo Padre Benedetto XVI "per avermi scelto e soprattutto per l’attenzione e l’amore che dimostra verso l’Asia e la Cina in particolare. Vorrei ringraziare - ha detto mons. Tai-Fai - anche il cardinale Ivan Dias, prefetto del dicastero di Propaganda Fide, per avermi accolto con grande gioia e cordialità. In questo mio nuovo, delicato incarico - ha detto il sacerdote - vorrei essere uno strumento per costruire ponti con la Cina. Sono molto emozionato, all’inizio di questo mandato, e avverto anche la responsabilità di un incarico che abbraccia un campo così vasto: curare la vita pastorale di oltre 1.000 circoscrizioni ecclesiastiche. Spero che l’evangelizzazione della Chiesa e l’opera missionaria di questo Dicastero possa avere un nuovo slancio, soprattutto verso quei Paesi di antiche tradizioni e culture, come la Cina e l’India”. Don Savio Hon Tai-Fai, è nato a Hong Kong il 21 ottobre 1950. Prima della nomina pontifica, era professore di Teologia nel Seminario di Hong Kong. Ha svolto attività di insegnamento come professore invitato in vari Seminari della Cina. Inoltre è stato responsabile della traduzione in cinese del Catechismo della Chiesa Cattolica. Appartiene alla Provincia Salesiana della Cina (Cina, Hong Kong, Macao, Taiwan). (R.P.)

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    Mons. Pezzi, arcivescovo di Mosca, nominato presidente della Conferenza episcopale russa

    ◊   L'arcivescovo di Mosca, mons. Paolo Pezzi, è stato nominato presidente della Conferenza episcopale russa. Il presule è stato chiamato alla guida dell'arcidiocesi della Madre di Dio a Mosca da Benedetto XVI il 21 settembre del 2007. Tra gli incarichi ricoperti dal presule, che fin dal 1993 svolge la sua missione pastorale in Russia, - riferisce L'Osservatore Romano - quello di direttore del giornale cattolico nella diocesi della Trasfigurazione a Novosibirsk; vicario generale della Fraternità sacerdotale dei missionari di san Carlo Borromeo; responsabile del movimento "Comunione e liberazione" in Russia, docente presso il seminario maggiore Maria regina degli apostoli a San Pietroburgo. (R.P.)

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    Australia: critiche immotivate alle scuole cattoliche

    ◊   “La lamentela dell'Australian education union (Unione australiana per l'educazione) secondo la quale il governo federale elargisce più denaro alle scuole private e indipendenti a scapito di quelle pubbliche ignora la realtà di come queste scuole vengono finanziate”. Lo ha detto il direttore generale delle scuole cattoliche australiane, Dan White, in merito alle recenti polemiche sui finanziamenti alla scuola. “Siamo seriamente preoccupati — ha sottolineato — per la campagna costante e concertata di deliberata disinformazione promossa dall'Australian education union (Aeu). Le scuole sono finanziate sia dal governo federale che dallo Stato e omettere i fondi dati dallo Stato è volutamente fuorviante”. Secondo White, in Australia, più del 90% del finanziamento statale è destinato alle scuole pubbliche, ma questo non è stato mai menzionato dalle numerose campagne di informazione promosse dall'Aeu. Attualmente in Australia – ricorda l’Osservatore Romano - un bambino su cinque riceve un'istruzione da una scuola cattolica con risorse molto inferiori rispetto a quelle statali nonostante insegni a un maggior numero di studenti con esigenze educative superiori. Le scuole cattoliche spendono ogni anno 9.410 dollari per ciascun studente contro i 10.760 dollari per studente delle scuole pubbliche. “L'attuale campagna di informazione dell'Aeu — ha aggiunto White — è volutamente provocatoria, imprecisa e inutile. Accolgo con favore un dibattito su questa importante questione che affronta tutti i temi e non solo quelli che servono a un particolare settore. È essenziale avere un quadro completo di come vengono finanziate tutte le scuole”. L'Aeu ha pubblicato di recente un sondaggio secondo il quale il 70% degli australiani ritiene che il governo stia dando maggior denaro alle scuole private anziché alle pubbliche. «Questo sondaggio — ha concluso White — non è affidabile perché le domande inserite sono state formulate in modo tale da soddisfare le esigenze dell'Aeu omettendo che le scuole pubbliche ricevono una considerevole quantità di denaro dallo Stato”. (A.L.)

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    L'arcivescovo di Dublino sulla settimana ecumenica: in Irlanda un cammino di riconciliazione

    ◊   “Gli irlandesi d'oggi hanno un atteggiamento per la religione spesso caratterizzato dall'ambivalenza”: questo il giudizio espresso da mons. Diarmuid Martin, arcivescovo di Dublino, nel corso dell'omelia della Messa, celebrata martedì scorso presso la chiesa di san Giovanni Battista a Clontarf, in occasione della cerimonia inaugurale per l'inizio della settimana di preghiera per l'unità dei cristiani. L'arcivescovo di Dublino ha sottolineato che “la religione ancora occupa un posto molto importante nell'ambito della società irlandese”. C'è il riconoscimento per quanto la Chiesa fa verso i suoi fedeli e l'intera popolazione. “Tuttavia è anche presente del rancore per alcuni comportamenti di persone che agiscono nell'ambito della Chiesa”. “Questi comportamenti di alcuni vanno a danno dei tanti che invece sono impegnati ad alleviare i bisogni della nostra società. Questa è un'ambivalenza che ancora permane”. “Ogni volta - ha sottolineato il presule - Gesù prende una sentenza ben nota della legge di Mosè e la riformula radicalmente non per abolirla ma per trasformare il suo livello di contenuto e di significato”. Dopo aver ribadito che “l'insegnamento di Gesù è radicale”, l'arcivescovo di Dublino ha affermato “che un codice morale di norme minime può essere necessario per evitare che più grandi abusi possano distruggere il nostro senso di interazioni umane e di solidarietà”. “Tuttavia - ha ammonito - le relazioni profonde non possono basarsi sul minimalismo. La vita di un cristiano non può essere fondata su una casistica minimalista”. Ricordando la ricorrenza del giorno di apertura della settimana di preghiera per l'unità dei cristiani, il presule ha poi dichiarato che “le organizzazioni cristiane presenti a Dublino si incontrano per pregare per l'unità di tutti i credenti in Gesù Cristo”. Questo non è certamente solo un atto rituale o un gesto di cortesia che si ripete ogni anno. Bisogna piuttosto riflettere su un reale impegno e sul desiderio per raggiungere la piena e visibile unità dei cristiani. “Questo desiderio non è solo qualcosa di pratico, di utile o semplicemente piacevole. Invece è il desiderio di adempiere alla preghiera di Gesù stesso. Questo è un cammino di pentimento”. Riferendosi alle varie comunità cristiane presenti nella capitale irlandese, l'arcivescovo ha sottolineato che “a Dublino si registrano numerosi miglioramenti nel rapporto tra le comunità cristiane”. “La nuova varietà etnica della nostra società ha dato impulso a tutte le nostre strutture e abbiamo accolto tra noi anche molti cristiani provenienti dall'Africa. Inoltre sono presenti anche diverse comunità di ortodossi”. “Ora ci conosciamo meglio l'un l'altro, spesso ci incontriamo, se necessario, condividiamo anche i luoghi di culto, affrontiamo insieme i temi che riguardano il benessere della società, collaboriamo come cristiani nel proseguire il dialogo con i credenti delle altre fedi”. Nel corso dell'omelia, mons. Diarmuid Martin – rende noto infine l’Osservatore Romano - ha pronunciato parole di riconoscenza nei confronti del reverendo John Neill, vescovo anglicano di Dublino. “I progressi fin qui fatti nel dialogo ecumenico – ha concluso - sono in parte dovuti alla sua opera e noi tutti abbiamo imparato qualcosa da quanto lui ha insegnato per così lungo tempo”. (A.L.)

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    Svizzera: anche le Chiese protestanti favorevoli alla legge contro le armi

    ◊   Dopo la Conferenza episcopale svizzera, anche la Federazione delle Chiese protestanti elvetiche (Feps) prende posizione sul progetto di legge “Per la protezione dalla violenza perpetrata con le armi" che sarà sottoposta a un referendum popolare il prossimo 13 febbraio. In un documento intitolato “La violenza delle armi in dieci domande e in dieci risposte” anch’essa esprime un giudizio favorevole al provvedimento che introduce norme più restrittive sul possesso e la vendita delle armi. Secondo il documento, pubblicato sul sito www.feps.ch, c’è un diretto rapporto tra la detenzione di armi e gli atti di violenza e l’irrigidimento della normativa in materia non compromette la sicurezza pubblica in Svizzera. Una società che si preoccupa della sua sicurezza interna e di prevenire i suicidi - è in sostanza il ragionamento della Feps – deve occuparsi di come le persone si procurano le armi e di chi ne entra in possesso. La Feps afferma di essere dalla parte di tutte le persone colpite e vittime di armi da fuoco anche se non esprime un giudizio morale su chi le possiede o ne fa uso e non critica il pacifismo radicale: “Il problema – sottolinea - non sono le armi in sé, ma il rischio che se ne faccia abuso e dal momento che questi abusi esistono, occorre una regolamentazione legale efficace sul possesso e l’uso delle armi”. A favore della proposta di legge si era pronunciata poco più di una settimana fa la Commissione Giustizia e Pace dei vescovi svizzeri, secondo i quali “il controllo che lo Stato esige sulla detenzione e la vendita delle armi è obiettivamente, politicamente e proporzionalmente giustificato”. Il provvedimento prevede, tra le altre cose, l'obbligo per i militari di lasciare le loro armi in caserma e di non tenerle in casa; l’istituzione di un registro nazionale delle armi da fuoco; il divieto di detenzione di armi automatiche e fucili a pompa e misure più restrittive per il porto d’armi, che verrà rilasciato solo dopo avere attestato il bisogno e le capacità del richiedente. (L.Z.)

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    Assegnati a Madrid i "Premi Bravo" ai giornalisti di ispirazione cristiana

    ◊   Si tiene oggi a Madrid, presso la sede della Conferenza episcopale spagnola, l’annuale cerimonia di consegna dei “Premi Bravo”, assegnati dalla Commissione episcopale per i mezzi di comunicazione sociale allo scopo di riconoscere, da parte della Chiesa, l’opera meritoria degli operatori della comunicazione dei diversi settori che si siano distinti per il servizio alla dignità dell’uomo, ai diritti umani e ai valori evangelici. Presiede l’evento mons. Joan Piris Frígola, vescovo di Lérida e presidente della Commissione episcopale citata. A ricevere il “Bravo Speciale” sarà la vaticanista Paloma Gómez Borrero, che pronuncerà alcune parole di ringraziamento da parte di tutti i premiati. Il Premio per la Stampa sarà consegnato a Juan Vicente Boo, vaticanista del quotidiano Abc; per la Radio, a Juan Pablo Colmenarejo, della Cope; per la Televisione, alla serie “Padre Casares”, trasmessa dalla catena televisiva della Galizia: per la Musica, alla Schola dell’Abbazia di Montserrat, nella persona dell’abate Josep María Soler; per la Pubblicità, all’organizzazione “Mani Tese”, in riconoscimento dei suoi 50 anni di campagne pubblicitarie per alleviare la fame e la povertà nel mondo. (M.V.)

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    East Java: vescovi indonesiani promuovono progetti di agricoltura biologica

    ◊   Estendere la pratica dell’agricoltura biologica in diverse zone dell’Indonesia per migliorare la qualità dei prodotti e tutelare la salute dei consumatori. E’ l’obiettivo della Conferenza dei vescovi indonesiani che ha avviato un progetto dedicato ai contadini della provincia di East Java, per educarli alle tecniche di agricoltura biologica. Il coordinatore dell’iniziativa, Antonius Nuriando, spiega all'agenzia AsiaNews che la priorità è di “promuovere un nuovo metodo di coltivazione” e formare contadini che siano “pionieri nel settore” dell’agricoltura biologica. In Indonesia la maggior parte delle persone vive di agricoltura, ma milioni di lavoratori non conoscono le moderne tecniche di coltivazione. Mancano esperti di prodotti biologici e risorse finanziarie, nonostante che la domanda di prodotti “naturali” sia in continuo aumento. La maggior parte delle richieste proviene dalle grandi città, come Jakarta o Surabaya (capoluogo della provincia di East Java), dove le persone sono più attente sia alla qualità dei prodotti sia ai problemi legati alla salute. Il primo progetto promosso dalla Chiesa indonesiana è partito la scorsa settimana a Ngrambe e Mojorejo. Al programma partecipano un gruppo di agricoltori ribattezzati ‘Tani Mulyo’. I sacerdoti locali hanno aderito con entusiasmo all’iniziativa, tanto da celebrare una Messa nei campi. Il coordinatore del progetto, laureato all’Università cattolica Atmajaya di Yogyakarta, ha un sogno: innalzare i guadagni dei contadini, grazie alle nuove tecniche di coltivazione. “I lavoratori della terra sono incentivati a produrre fertilizzanti dai materiali di scarto – conclude l’agronomo Antonius Nuriando – e a mettere da parti ogni tipo di pesticida”. (A.L.)

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    Italia: speciale incontro ecumenico di formazione per i sacerdoti del patriarcato di Venezia

    ◊   È stata scelta l’esortazione postsinodale di Benedetto XVI Verbum Domini a far da sfondo allo speciale incontro ecumenico di formazione rivolto ai sacerdoti della diocesi di Venezia ed organizzato dalla commissione diocesana per la formazione permanente del clero insieme a quella per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso, all’interno della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani. Al Centro pastorale cardinale Giovanni Urbani di Zelarino si sono confrontati il patriarca di Venezia, il cardinale Angelo Scola, il vicario generale dell'arcidiocesi ortodossa d'Italia e Malta archimandrita Evangelos Yfantidis e la pastora valdese di Venezia Elisabetta Ribet. “La bellezza e la straordinarietà dell’evento - racconta don Marco Scarpa, incaricato diocesano per l’ecumenismo - sta nel fatto che noi cattolici abbiamo chiesto a fratelli di altre comunità cristiane di leggere, commentare e presentare ai nostri preti un documento del Papa e che i rappresentanti di queste comunità abbiano accettato di leggere e dialogare attorno ad un documento della Chiesa cattolica, ognuno di loro portando la rispettiva sensibilità”. Nel dialogo a tre voci, si legge in un comunicato del patriarcato di Venezia, è emerso, pur in presenza di alcuni elementi di distinzione, un generale apprezzamento per l’impostazione data da Benedetto XVI alla “Verbum Domini”: la pastora Ribet ha evidenziato l’importanza che l’opera di interpretazione delle Scritture, sia sempre in vista e in funzione dell’impegno pastorale e della vita concreta delle persone e delle comunità; l’archimandrita Evangelos ha sottolineato il tema determinante della Parola di Dio come dono e arte del dialogo in cui avviene e si sviluppa la relazione tra Dio e l’uomo con le sue domande ed esigenze fondamentali; il patriarca Scola ha messo in rilievo l’attenzione al soggetto (il Dio-che-parla e l’uomo, chiamato all’ascolto e alla risposta) e alla Chiesa come luogo “originario” dell’interpretazione della Parola richiamando poi il decisivo valore, anche in chiave ecumenica, della testimonianza. Su questi stessi temi, infine, si è sviluppato un vivace dialogo tra i relatori e i numerosi sacerdoti presenti all’incontro e per i quali è risuonato forte l’invito ad essere testimoni fedeli, autentici e non tiepidi della Parola di Dio che sono chiamati ad annunciare e a vivere. (T.C.)

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    Lunedì si apre ad Ancona il Consiglio permanente dei vescovi italiani

    ◊   Si riunirà ad Ancona dal 24 al 27 gennaio prossimi, il Consiglio episcopale permanente dei vescovi italiani in vista della celebrazione del Congresso Eucaristico Nazionale (3-11 settembre). Si aprirà nel pomeriggio di lunedì alle ore 17.00, con la prolusione del cardinale presidente, Angelo Bagnasco. Nei giorni successivi i vescovi procederanno alla scelta del tema principale dell’Assemblea generale della Cei di maggio, tenendo conto quanto già elaborato nella precedente Assemblea generale di Assisi (novembre 2010), in vista della programmazione del decennio alla luce degli Orientamenti pastorali sull’educazione. I lavori proseguiranno con la presentazione della bozza del Documento conclusivo della 46a Settimana Sociale dei Cattolici Italiani, tenutasi a Reggio Calabria nell’ottobre scorso. Seguirà una ricognizione sulle esperienze di formazione socio-politica di ispirazione cattolica e le relative prospettive per il futuro. Sarò analizzato e approvato il Messaggio d’invito al Congresso Eucaristico nazionale. Infine, i vescovi si confronteranno sul tema della formazione nei seminari. (R.P.)

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    24 Ore nel Mondo



    Funerali dell’alpino ucciso in Afghanistan. Mons. Pelvi: il dovere di costruire la pace

    ◊   Nuovo attentato stamani contro i militari italiani in Afghanistan, per fortuna senza conseguenze, mentre la tv al Jazira ha mostrato un videomessaggio del capo di al Qaeda, Osama Bin Laden, che lega al ritiro militare di Parigi la sorte di due francesi sequestrati. Le notizie arrivano a poche ore dalla conclusione dei funerali di Stato a Roma del caporalmaggiore, Luca Sanna, ucciso da un infiltrato martedì scorso a Bala Murghab. “La pace esige il lavoro più eroico e il sacrificio più difficile” ha detto nell’omelia, mons Vincenzo Pelvi, ordinario militare, ricordando il coraggio del giovane alpino. Poi l’esortazione ai presenti, tra cui il capo di Stato, Giorgio Napolitano: “Il dovere di costruire la pace non deve essere confuso con una specie di inerzia”. Solo pochi giorni fa, il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, aveva assicurato che si sarebbero adottate al più presto tutte le misure necessarie per garantire sicurezza ai militari italiani. E’ questo dunque ciò che occorre fare e qual è il futuro della realtà afghana? Gabriella Ceraso ne ha parlato con Andrea Nativi, direttore della Rivista Italiana Difesa ed esperto di sicurezza:

    R. - Visto che siamo coinvolti in una fase di massimo sforzo che dovrebbe da un lato consentirci di estendere il controllo sul territorio e di mantenerlo (cosa che in precedenza non accadeva), per aumentare la sicurezza bisognerebbe irrobustire per quanto possibile i contingenti, fermare i velivoli senza pilota, mandando artiglieria e mezzi blindati e cambiando o modificando un pochino il modo in cui ci si comporta sul terreno.

    D. – Il ministro La Russa ha parlato con il generale Petraeus circa la sicurezza dei soldati. E’ possibile che si vada addirittura verso un cambiamento delle regole d’ingaggio?

    R. – Possono cambiare in qualunque istante ed è una decisione nazionale.

    D. – Si va incontro ad una maggiore militarizzazione, però, in una missione che dovrebbe essere una missione di pace: è questo il futuro?

    R. – No, il punto è che per avere la pace, bisogna prima costruire la sicurezza. Se noi costruiamo una scuola e i talebani la bruciano, non serve a molto costruire la scuola. Ovviamente, le due cose vanno di pari passo anche perché l’Afghanistan non è omogeneo: in certe zone siamo già più orientati alla ricostruzione, c’è già il passaggio delle responsabilità. In altre non è così, non siamo nemmeno ancora entrati!

    D. – Le minacce dei talebani si affinano, peggiorano con l’andar del tempo. L’operazione che ha portato alla morte di Sanna lo testimonia e oggi c'è un nuovo messaggio di Bin Laden che minaccia la Francia: “Lasciate il territorio in cambio della liberazione di due giornalisti”. A che punto siamo con questa guerra e che valore ha questo messaggio di oggi?

    R. – Il ricatto che tentano è legittimo dal loro punto di vista, ma non credo che porterà ad un cambiamento di politica da parte della Francia. Le cose non vanno così male, ma ci vuole molto tempo. Le “agende fissate” sono dichiarazioni che vanno bene nel contesto politico interno, ma sul campo operativo non valgono niente. Infatti, Petraeus non è affatto contento di queste dichiarazioni. Se anche si riuscisse a convincerli a trattare simultaneamente, le cose potrebbero volgere al meglio. Ma ci vorrà tanto, tanto tempo. (ma)

    Scongiurare ulteriori tensioni: Napolitano parla di legalità e di equilibri tra ruoli
    In Italia, alla Giornata dell'informazione celebrata al Quirinale, il capo dello Stato, Napolitano, ha parlato di legalità: “Un valido equilibrio – ha detto – è sempre indispensabile nel rapporto tra chi è costituzionalmente deputato ad esercitare il controllo di legalità e ha specificamente l'obbligo di esercitare l'azione penale, e chi è chiamato, nel quadro istituzionale e secondo le regole della Costituzione, a svolgere funzioni di rappresentanza democratica e di governo”. Napolitano ha aggiunto che “occorre nell'immediato scongiurare ulteriori esasperazioni e tensioni che possono solo aggravare un turbamento largamente avvertito e riconosciuto e suscitare un effetto di deprimente lontananza dallo sforzo che si richiede per superare le molteplici prove cui la comunità nazionale deve fare fronte”.

    Pakistan, Zardari promette protezione delle minoranze
    Il presidente pakistano, Asif Ali Zardari, ha assicurato che il suo governo è impegnato a proteggere le minoranze del Paese “ad ogni costo”, nello spirito di Quaid Azam Muhammad Ali Jinnah (padre fondatore del Pakistan) e della Costituzione pakistana. Lo riferisce GEO Tv. Queste parole, precisa l'emittente, sono state pronunciate durante un incontro fra il capo dello Stato ed il ministro per le Minoranze, Shahbaz Bhatti, impegnato fra l'altro in una serie di iniziative per risolvere il problema di Asia Bibi, la madre cristiana di cinque figli in carcere con una condanna a morte per blasfemia. Concludendo la sua analisi, Zardari ha anche assicurato che a nessuno sarà permesso di farsi giustizia da sè o di usare in modo non corretto le leggi del Paese, ed ha chiesto al ministro Bhatti di continuare le consultazioni con i religiosi e gli ulema delle differenti fedi, per trovare consenso contro il cattivo uso delle leggi nei confronti delle minoranze e dei gruppi vulnerabili.

    Blair parla alla Commissione sulla guerra in Iraq
    Davanti alla Commissione Chilcot che indaga sul suo ruolo nella guerra in Iraq, Tony Blair ha detto che dopo l'11 settembre 2001 la sua valutazione sul terrorismo era cambiata. “I terroristi avevano ucciso tremila persone ma avrebbero ucciso 300 mila persone se avessero potuto”, ha detto Blair aggiungendo che questa analogia è valida anche oggi per l'Iran: “La mia preoccupazione è che non possiamo accollarci questo rischio”. Blair ha detto che all'epoca c'erano due visioni sull'Iraq: “La mia e quella di Jacques Chirac. Una era che l'Iraq era un problema che doveva essere contenuto, l'altro che era un male che doveva essere sradicato. L'estremismo deve essere affrontato, non gestito”, ha detto Blair. L'ex premier laburista ha detto di aver raggiunto la conclusione che bisognava appoggiare George W. Bush “nel corso del 2002”.

    Iniziati i colloqui sul nucleare iraniano a Istanbul
    L'Iran non intende discutere di “sospensione dell'arricchimento” dell'uranio: il concetto è stato ribadito oggi a Istanbul, ai colloqui con i Paesi di 5+1 sul dossier nucleare di Teheran, apertisi stamani. Lo ha dichiarato alla stampa il numero due della delegazione iraniana, Massud Abolfazl Zohrevand. I "Sei" (ovvero il cosiddetto "5+1") sono: Usa, Russia, Cina, Francia, Gran Bretagna e Germania e il negoziatore iraniano è Said Jalili.

    Jihad islamica attiva in Cisgiordania, secondo fonti militari israeliane
    C'è la jihad islamica dietro due attentati antiisraeliani compiuti questa settimana in Cisgiordania. Lo riferiscono fonti militari a Tel Aviv. Secondo Tsahal, l'esercito israeliano, era un miliziano della jihad islamica il palestinese che ieri è stato ucciso a Mevo Dotan (Cisgiordania settentrionale), dopo che aveva aperto il fuoco contro militari israeliani. L'uomo – che era stato arrestato due volte per attività “terroristiche” – è stato identificato in Salem Mohammad Samudi. Due settimane fa, un suo parente, Khaldun Samudi, era stato ucciso dopo che aveva cercato di attaccare i militari di guardia in un posto di blocco nella valle del Giordano. Anch'egli – riferiscono adesso le fonti militari – era un membro attivo della Jihad islamica.

    Presidenziali Tunisia, candidato il giornalista tunisino Taoufik Ben Brik
    Il giornalista tunisino, Taoufik Ben Brik, accanito oppositore del regime del deposto Ben Alì, sarà candidato alle presidenziali previste nel Paese entro i prossimi sei mesi, il “primo della Tunisia indipendente e rivoluzionaria”. Il giornalista è il secondo a porre la sua candidatura alle presidenziali dopo lo storico oppositore Moncef Marzouki, che da anni vive in esilio in Francia. Ben Brik, 50 anni, è conosciuto per i suoi scritti che hanno sempre denunciato la dittatura di Ben Alì. Censurato e perseguitato dalla polizia del regime, è stato in carcere sei mesi alla fine del 2009 con accuse che si sono poi rivelate una “macchinazione politica” ai suoi danni.

    Oggi il giuramento di Lukashenko: gli ambasciatori occidentali lo boicottano
    Gli ambasciatori occidentali boicottano oggi la cerimonia di giuramento del presidente bielorusso, Aleksandr Lukashenko, rieletto per la quarta volta lo scorso dicembre in elezioni che l'opposizione e gli osservatori internazionali hanno giudicato irregolari. Lo riferisce l'agenzia Interfax, secondo la quale una pattuglia di 12 diplomatici occidentali, insieme all'incaricato d'affari della Commissione europa, si recherà in visita ufficiale a Vilnius. L'ambasciatore Usa, da parte sua, visiterà una città della Bielorussia occidentale. Sarà invece presente l'ambasciatore russo, insieme a 32 esponenti di altre rappresentanze diplomatiche, come annunciato dal portavoce del Ministero degli esteri bielorusso. Ieri, il parlamento europeo ha sollecitato sanzioni contro la "nomenklatura" di Minsk. Lukashenko ha minacciato eventuali contromisure e ha accusato i Servizi segreti di Germania e Polonia di aver tentato un colpo di Stato, anche tramite la protesta di piazza seguita al voto. Protesta duramente repressa dal regime, che ha incarcerato numerosi attivisti dell'opposizione, compresi quattro candidati presidenziali.

    Hu Jintau completa gli incontri a Washington
    Cambio di toni a Washington tra i vari incontri del presidente cinese, Hu Jintao. Dopo i toni felpati di ieri alla Casa Bianca, il leader di Pechino ha ammonito gli Stati Uniti durante il pranzo offerto dal Comitato nazionale delle relazioni Usa-Cina e lo Us-China Business Council. Poi al Congresso, i parlamentari statunitensi hanno espresso le loro preoccupazioni sui diritti umani. Ci riferisce Elena Molinari:

    “Gli Stati Uniti devono rispettare la sovranità di Pechino su Taiwan e Tibet altrimenti rischiano di alimentare le tensioni nel Pacifico”. Con questa velata minaccia, Hu Jintao ha risposto “no, grazie” ai numerosi inviti avvenuti durante la sua visita a Washington di dialogare con il Tibet e cercare una soluzione pacifica con Taiwan. I parlamentari Usa hanno espresso le loro preoccupazioni sulle questioni commerciali e dei diritti umani. Lo speaker della Camera, John Boehner, ha sollevato il tema della protezione della proprietà intellettuale in Cina e della sicurezza della penisola coreana. La scarcerazione del Premio Nobel per la Pace, Liu Xiao Bo, è stata affrontata dalla Leader della minoranza, Nancy Pelosi. Altri deputati hanno invece chiesto chiarimenti sulla proibizione della libertà religiosa e sull’uso dell’aborto coercitivo. Il capo di stato cinese ha aggirato le questioni, ma alla fine ha alzato i toni: “Taiwan e Tibet riguardano l’integrità territoriale cinese e rappresentano il cuore degli interessi della Cina”.

    Seul, voci di un incontro tra militari di alto livello di Mord e Sud Corea
    Il Ministero della difesa sudcoreano proporrà la prossima settimana la data per un primo confronto con i rappresentanti nordcoreani allo scopo di chiarire le modalità e la tempistica dell'incontro tra militari “di alto livello”, ribadendo che tutto sarà possibile se il Nord avrà reali e sinceri propositi, a partire dall'ammissione delle responsabilità avute “nelle recenti provocazioni”. I colloqui tra militari tra le due Coree, se si terranno, saranno i primi del genere dal bombardamento di novembre dell'isola sudcoreana di Yeonpyeong, costato la vita a quattro persone. (Panoramica internazionale a cura di Fausta Speranza)

    Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LV no. 21

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    E' possibile ricevere gratuitamente, via posta elettronica, l'edizione quotidiana del Bollettino del Radiogiornale. La richiesta può essere effettuata sulla home page del sito www.radiovaticana.va/italiano.

    Segreteria di redazione: Gloria Fontana, Mara Gentili, Anna Poce e Beatrice Filibeck, con la collaborazione di Vera Viselli e Miriam Ayele.