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Sommario del 06/01/2011

Il Papa e la Santa Sede

  • Il Papa nella solennità dell'Epifania: la Parola di Dio è la vera stella che ci offre lo splendore della verità
  • Mons Antonio Staglianò: l'Epifania ci ricorda che gli uomini sono chiamati a vedere con occhi nuovi la manifestazione della propria vera umanità
  • “Dio si è fatto come voi bambino per dirvi che vi è sempre accanto e per dire a ciascuno di noi che ogni bambino porta il suo volto”. Così il Papa ieri al Gemelli incontrando i bimbi ricoverati e il personale medico
  • Viet Nam. In occasione dell’Epifania si è concluso l’Anno giubilare del Paese
  • Oggi in Primo Piano

  • Vigilia del Natale ortodosso sotto massima protezione per la comunità copta in Egitto
  • In aumento i casi di violenza sessuale ad Haiti. La denuncia di Amnesty International
  • Imminente il referendum sull’autodeterminazione del Sud Sudan
  • Oggi la Giornata missionaria dei ragazzi per aiutare i coetanei più in difficoltà
  • Epifania, il corteo storico-folkloristico “Viva la Befana” dedicato quest'anno a Città di Castello
  • Chiesa e Società

  • L’omelia del cardinale Bagnasco: “L’Europa difenda il diritto alla libertà religiosa”
  • Pakistan. L’arcivescovo di Lahore condanna l’omicidio di Taseer
  • Iraq. Annunciato nuovo piano del governo per i rifugiati
  • Fao: prezzi alimentari ai massimi storici
  • L’Ue aderisce alla Convenzione Onu per la tutela dei disabili
  • Canada: 600 giovani al Congresso sulla figura di Sant’Andrea Bassette
  • Algeria: inizia a febbraio il restauro della Basilica di Sant'Agostino di Annaba
  • La Chiesa dell’Isola Mauritius dedica il 2011 all’ecologia
  • 24 Ore nel Mondo

  • Stati Uniti, insediato il nuovo congresso eletto nel novembre scorso
  • Il Papa e la Santa Sede



    Il Papa nella solennità dell'Epifania: la Parola di Dio è la vera stella che ci offre lo splendore della verità

    ◊   Nella solennità dell’Epifania del Signore, Benedetto XVI ha presieduto stamani la Santa Messa nella Basilica di San Pietro. Nell’omelia, il Santo Padre ha sottolineato che “la Parola di Dio è la vera stella che “nell’incertezza dei discorsi umani, ci offre l’immenso splendore della verità divina”. Il Papa ha quindi esortato a lasciarsi “guidare dalla stella che è la Parola di Dio”, a seguirla nella nostra vita, “camminando con la Chiesa, dove la Parola ha piantato la sua tenda”. “La nostra strada – ha aggiunto - sarà sempre illuminata da una luce che nessun altro segno può darci”. Il servizio di Amedeo Lomonaco:

    (musica)

    Il Papa nell’omelia ripercorre il cammino dei Magi alla ricerca del Messia. I Magi – spiega il Santo Padre – “erano probabilmente dei sapienti che scrutavano il cielo, ma non per cercare di ‘leggere’ negli astri il futuro”. Erano piuttosto uomini “in ricerca” della vera luce “che sia in grado di indicare la strada da percorrere nella vita".

    “Erano persone certe che nella creazione esiste quella che potremmo definire la 'firma' di Dio, una firma che l’uomo può e deve tentare di scoprire e decifrare”.

    Il modo per conoscere meglio i Magi e cogliere il loro desiderio di lasciarsi guidare dai segni di Dio – aggiunge il Papa - è quello di soffermarsi “a considerare ciò che essi trovarono, nel loro cammino, nella grande città di Gerusalemme”. Anzitutto incontrarono il re Erode, “un uomo di potere che nell’altro riesce a vedere solo un rivale da combattere”.

    “Erode è un personaggio che non ci è simpatico e che istintivamente giudichiamo in modo negativo per la sua brutalità. Ma dovremmo chiederci: forse c’è qualcosa di Erode anche in noi? Forse anche noi, a volte, vediamo Dio come una sorta di rivale? Forse anche noi siamo ciechi davanti ai suoi segni, sordi alle sue parole, perché pensiamo che ponga limiti alla nostra vita e non ci permetta di disporre dell’esistenza a nostro piacimento?”.

    “Quando vediamo Dio in questo modo – osserva il Papa - finiamo per sentirci insoddisfatti e scontenti”, perché non ci lasciamo guidare dal Signore. “Dobbiamo togliere dalla nostra mente e dal nostro cuore l’idea della rivalità” e aprirci alla certezza che Dio è l’amore onnipotente che non toglie nulla”. Il Pontefice ricorda poi che i Magi, dopo Erode, incontrano gli studiosi, i teologi, gli esperti delle Sacre Scritture. Ma come afferma Sant’Agostino, amano essere guide per gli altri, indicano la strada, ma non la percorrono.

    “Per loro le Scritture diventano una specie di atlante da leggere con curiosità, un insieme di parole e di concetti da esaminare e su cui discutere dottamente. Ma nuovamente possiamo domandarci: non c’è anche in noi la tentazione di ritenere le Sacre Scritture, questo tesoro ricchissimo e vitale per la fede della Chiesa, più come un oggetto per lo studio e la discussione degli specialisti, che come il Libro che ci indica la via per giungere alla vita?”.

    Dovrebbe sempre nascere in noi – sottolinea il Papa – la disposizione profonda a vedere la parola della Bibbia come la verità che è “la via da percorrere quotidianamente”, insieme con gli altri. Un altro elemento fondamentale del percorso dei Magi alla ricerca del Messia è la stella che li ha guidati nel loro cammino.

    “Dobbiamo riandare al fatto che quegli uomini cercavano le tracce di Dio; cercavano di leggere la sua “firma” nella creazione; sapevano che “i cieli narrano la gloria di Dio” (Sal 19,2); erano certi, cioè che Dio può essere intravisto nel creato. Ma, da uomini saggi, sapevano pure che non è con un telescopio qualsiasi, ma con gli occhi profondi della ragione alla ricerca del senso ultimo della realtà e con il desiderio di Dio mosso dalla fede, che è possibile incontrarlo, anzi si rende possibile che Dio si avvicini a noi”.

    L’universo – sottolinea poi il Papa - non è il risultato del caso come alcuni vogliono farci credere'. “Contemplandolo, siamo invitati a leggervi qualcosa di profondo: la sapienza del Creatore, l’inesauribile fantasia di Dio, il suo infinito amore per noi”.

    “Nella bellezza del mondo, nel suo mistero, nella sua grandezza e nella sua razionalità non possiamo non leggere la razionalità eterna, e non possiamo fare a meno di farci guidare da essa fino all’unico Dio, creatore del cielo e della terra. Se avremo questo sguardo, vedremo che Colui che ha creato il mondo e Colui che è nato in una grotta a Betlemme e continua ad abitare in mezzo a noi nell’Eucaristia, sono lo stesso Dio vivente, che ci interpella, ci ama, vuole condurci alla vita eterna”.

    Erode, gli esperti delle scritture, la stella scandiscono il cammino dei Magi che giungono a Gerusalemme. Ma il nuovo re non era in un palazzo reale. La stella li guidò a Betlemme, una piccola città.

    “Li guidò tra i poveri, tra gli umili, per trovare il Re del mondo. I criteri di Dio sono differenti da quelli degli uomini; Dio non si manifesta nella potenza di questo mondo, ma nell’umiltà del suo amore, quell’amore che chiede alla nostra libertà di essere accolto per trasformarci e renderci capaci di arrivare a Colui che è l’Amore”.

    Il Papa osserva infine che se ci venisse chiesto il nostro parere su come Dio avrebbe dovuto salvare il mondo, “forse risponderemmo che avrebbe dovuto manifestare tutto il suo potere per dare al mondo un sistema economico più giusto”.

    “In realtà, questo sarebbe una sorta di violenza sull’uomo, perché lo priverebbe di elementi fondamentali che lo caratterizzano. Infatti, non sarebbero chiamati in causa né la nostra libertà, né il nostro amore. La potenza di Dio si manifesta in modo del tutto differente: a Betlemme, dove incontriamo l’apparente impotenza del suo amore. Ed è là che noi dobbiamo andare, ed è là che ritroviamo la stella di Dio”.

    Dopo la Santa Messa, all'Angelus, il Santo Padre si è soffermato sulla domanda che la Chiesa vuole suscitare nel cuore di tutti gli uomini. E questa domanda è: chi è Gesù?

    “Questa è l’ansia spirituale che spinge la missione della Chiesa: far conoscere Gesù, il suo Vangelo, perché ogni uomo possa scoprire sul suo volto umano il volto di Dio, e venire illuminato dal suo mistero d’amore. L’Epifania preannuncia l’apertura universale della Chiesa, la sua chiamata ad evangelizzare tutte le genti. Ma l’Epifania ci dice anche in che modo la Chiesa realizza questa missione: riflettendo la luce di Cristo e annunciando la sua Parola”.

    Il Pontefice ha anche rivolto il proprio saluto e i più fervidi auguri ai fratelli e alle sorelle delle Chiese Orientali che domani celebreranno il Santo Natale:

    "La bontà di Dio, apparsa in Gesù Cristo, Verbo incarnato, rafforzi in tutti la fede, la speranza e la carità, e dia conforto alle comunità che sono nella prova".

    I cristiani – ha concluso Benedetto XVI – “sono chiamati ad imitare il servizio che fece la stella per i Magi”. “Devono risplendere come figli della luce, per attirare tutti alla bellezza del Regno di Dio. E a quanti cercano la verità, devono offrire la Parola di Dio, che conduce a riconoscere in Gesù “il vero Dio e la vita eterna”.

    (musica)

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    Mons Antonio Staglianò: l'Epifania ci ricorda che gli uomini sono chiamati a vedere con occhi nuovi la manifestazione della propria vera umanità

    ◊   Sul significato e sul valore dell’Epifania, ascoltiamo la riflessione di mons. Antonio Staglianò, teologo e vescovo di Noto. L’intervista è di Isabella Piro:

    R. – All’Epifania c’è una manifestazione, c’è una rivelazione: il Figlio di Dio nato nella carne. Ma la vera manifestazione è ciò che in questo mistero gli uomini sono chiamati a vedere con occhi nuovi: la manifestazione della propria vera umanità, perché in Gesù appare al mondo Dio vero, il Figlio, ma appare al mondo anche l’uomo vero.

    D. – È giusto dire che i Re Magi rappresentano quel bisogno connaturato nell’uomo di incontrare Dio?

    R. – Sicuramente, i Re Magi indicano la ricerca vera dell’umano: quando negli uomini la ricerca è vera, non può non condurre a Dio, al Dio nella carne, della condivisione della carità, che si lascia contemplare nel presente come partecipazione al dolore umano, come speranza dentro i drammi della vita, come luce di liberazione nelle tenebre delle tante alienazioni umane che sono così diffuse, come sapienza di Dio nelle stoltezze che oggi, in questo mondo, sfigurano la dignità delle persone deboli, ferite, afflitte. Ecco, i Magi sono il simbolo di una ricerca umana che – per riscoprire la propria bellezza, la propria ricchezza, la propria potenzialità – non può non dirigersi verso Dio. L’evento dell’Incarnazione e dell’Epifania è come fosse una calamita, una forza di attrazione per dire: “Qui dovete venire, perché qui Io ci sono! Qui, nella concretezza di questo bimbo che nasce nella Grotta di Betlemme, contemplo la bellezza della mia umanità, la bellezza del volto umano, quando in questo volto umano traspare il volto di Dio, presente nell’uomo". I Magi, nella Grotta di Betlemme, riconoscono che Dio si è donato all’uomo e che nell’uomo – con Dio presente dentro di lui – splende tutta la bellezza della nostra umanità.

    D. – La stella cometa guidò i fedeli fino alla Grotta di Betlemme: possiamo dire che l’astronomia, l’astrologia e la scienza in genere non sono in contrapposizione con la fede?

    R. – Questo fatto che la scienza sia in contrapposizione alla fede è un refrain che oggigiorno dovrebbe essere facilmente discusso e smontato. Come la fede aiuta la scienza ad aprire il proprio orizzonte per una ricerca più umana possibile così anche la scienza, la ragione – quando è profondamente umana - aiutano la stessa religione e la stessa fede a non scadere nella superstizione, nella magia e nel devozionismo. È chiaro che la fede è devozione, ma non è devozionismo; la fede è pietà, ma non è pietismo. Su questo io credo che una nuova “santa alleanza” tra ragione e fede – come quella richiesta da “Fides et Ratio” – sarà nel XXI secolo una via, attraverso la quale l’Epifania del Signore potrà realizzarsi ulteriormente, se nell’Epifania si mostrano la bellezza e la ricchezza dell’umano e dell’uomo.

    D. – Qual è, dunque, il suo augurio per questa Epifania 2011?

    R. – L’augurio è: “Se sei un uomo, cerca di diventare umano”. Vi auguro - mi auguro! - che in questo nostro diventare "umani" possiamo guardare a Gesù di Nazareth e seguire la sua via, perché soltanto seguendo la sua strada, la sua via, che è una via di carità, di amore, di perdono, di misericordia e di pace, noi saremo umani. Ecco, io auguro a tutti di essere sempre più umani secondo Gesù. (mg)

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    “Dio si è fatto come voi bambino per dirvi che vi è sempre accanto e per dire a ciascuno di noi che ogni bambino porta il suo volto”. Così il Papa ieri al Gemelli incontrando i bimbi ricoverati e il personale medico

    ◊   Momenti di commozione e sincero affetto hanno scandito, ieri pomeriggio, la visita di Benedetto XVI al Policlinico Agostino Gemelli di Roma. Nel clima dell’Epifania, festa dedicata in modo speciale ai più piccoli, il Papa ha incontrato il personale medico e i bambini ricoverati nell’ospedale dell’Università Cattolica del Sacro Cuore. Il Santo Padre ha benedetto il Centro per la cura della spina bifida, grave malformazione congenita della colonna vertebrale e del midollo spinale, e poi ha consegnato dolci e doni natalizi ai bambini. Il servizio di Amedeo Lomonaco:

    (Canto dei bambini, Adeste fideles)

    Il Papa, accanto all’infanzia sofferente, ha ricordato l’amore di Gesù per i più piccoli e si è rivolto direttamente ai bambini: Vi voglio bene – ha detto il Pontefice - e vi sono vicino con la mia preghiera e il mio affetto “anche per darvi la forza nell’affrontare la malattia”.

    “Cari bambini e ragazzi, ho voluto venire a trovarvi anche per fare un po’ come i Magi. Come avete fatto voi, i Magi portarono a Gesù dei doni - oro, incenso e mirra - per manifestargli adorazione e affetto. Oggi vi ho portato anch’io qualche regalo, proprio perché sentiate, attraverso un piccolo segno, la simpatia, la vicinanza, l’affetto del Papa. Ma vorrei che tutti, adulti e bambini, in questo tempo di Natale, ricordassimo che il più grande regalo l’ha fatto Dio a ciascuno di noi”.

    Per scorgere questo regalo – ha aggiunto il Papa – bisogna guardare nella grotta di Betlemme, nel presepe, dove vediamo Maria e Giuseppe ma soprattutto “un bambino, piccolo, bisognoso di attenzione, di cure, di amore”:

    “Quel bambino è Gesù, quel bambino è Dio stesso che ha voluto venire sulla terra per mostrarci quanto ci vuole bene, è Dio che si è fatto come voi bambino per dirvi che vi è sempre accanto e per dire a ciascuno di noi che ogni bambino porta il suo volto”.

    Prima del discorso del Santo Padre, Francesca - una ragazza diciannovenne affetta da spina bifida - a nome di tutti i bimbi, ragazzi e ragazze ricoverati al Gemelli ha accolto Benedetto XVI con queste parole:

    “Anche noi abbiamo bisogno di incontrare Gesù, il nostro cielo si era fatto scuro di nuvole minacciose. Oggi si accende la luce della stella: una speranza nuova. Per questo ti ringraziamo, Santo Padre. Come i Santi Magi, anche noi vogliamo portare i nostri doni a Gesù. La tua visita ci ha dato tanta gioia, nuova forza e la luce della stella. Grazie Papa Benedetto”.

    Particolarmente emozionante la visita del Papa nei locali del Centro per la cura dei bambini con spina bifida, dove il Santo Padre ha incontrato i piccoli degenti e le loro famiglie. Benedetto XVI ha donato ai piccoli dolci e regali natalizi e i pazienti pediatrici di questa struttura hanno consegnato al Pontefice tre statuine in terracotta raffiguranti i Re Magi. La coordinatrice del Centro, la dottoressa Claudia Rendelli, sottolinea come l’incontro si sia svolto in un clima di familiarità e grande gioia:

    “Il Santo Padre ha avuto parole di conforto per tutti i bambini e con alcuni si è intrattenuto. Ha chiesto ad ognuno quale patologia avesse, perché stava in ospedale e come si trovava. Ha incontrato anche i genitori. E’ stato un incontro molto emozionante per tutti noi anche perché il papa è un ‘fratello’, una persona molto dolce con i bambini. Ha portato dei doni, dei carillon per i più piccoli, dei peluche per i più grandicelli e dei libri per i più grandi. A tutti ha donato un pacco con dolci e la calza della befana. Una bambina gli si è buttata al collo, lo ha baciato ripetutamente e gli ha detto: “Grazie, perché è proprio la bambola che volevo per Natale”.

    Il Papa ha anche sostato davanti alle incubatrici dei neonati in terapia intensiva. Il direttore del dipartimento di pediatria dell'ospedale, il dott. Costantino Romagnoli, ha detto che il Santo Padre “si è commosso guardando le incubatrici dei prematuri, perché li ha visti infinitamente deboli”. Prima di far ritorno in Vaticano, il Papa ha rivolto infine un cordiale saluto a tutto il personale e ai degenti del Policlinico Gemelli:

    “Incoraggio le diverse iniziative di bene e di volontariato, come pure le istituzioni che qualificano l’impegno al servizio della vita, penso in particolare, in questa circostanza, all’Istituto Scientifico Internazionale 'Paolo VI', finalizzato a promuovere la procreazione responsabile. Grazie ancora a tutti! Il Papa vi vuole bene!”.

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    Viet Nam. In occasione dell’Epifania si è concluso l’Anno giubilare del Paese

    ◊   Si è chiuso con una cerimonia solenne nel Santuario di La Vang, presieduta dall’inviato speciale del Santo Padre, cardinale Ivan Dias, prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli, l’Anno giubilare della Chiesa del Viet Nam, celebrato nel 350.mo anniversario della creazione dei primi due Vicariati apostolici e nel 50.mo dell’istituzione della gerarchia cattolica nel Paese. Il servizio di Roberta Barbi:

    È stata una scelta precisa, quella dei vescovi del Viet Nam di celebrare la conclusione dell’Anno Giubilare della Chiesa locale nella solennità dell’Epifania del Signore: “Dio è amore – ha spiegato il cardinale Dias nell’omelia – si è manifestato a noi nella persona del Suo unico Figlio a Betlemme duemila anni fa e continua ancora oggi a manifestarsi a coloro che sono in grado di riconoscerlo nella vita quotidiana”. Gesù è il dono più grande che Dio Padre ha fatto all’umanità intera, un’umanità che Lo ringrazia e raccoglie l’invito a voler condividere con i fratelli non credenti questo inestimabile dono. Un ringraziamento particolare il porporato lo ha rivolto anche ai coraggiosi missionari che da Paesi lontani sono giunti in Viet Nam per annunciare alla popolazione la Buona Novella di Cristo, Salvatore del mondo. Nel Paese asiatico ci sono sei milioni di cattolici che, a cominciare dai vescovi che saranno da esempio, sono chiamati a impegnarsi seriamente per la conversione, in vista dell’obiettivo della santità personale, della glorificazione di Dio e dell’evangelizzazione attraverso le opere e le testimonianze di vita. “Voi siete il sale della terra… la luce del mondo”. Prendendo spunto dalle parole del Vangelo di Matteo, il cardinale ha voluto ricordare anche i 117 martiri della Chiesa vietnamita, che oggi più che mai ha bisogno di figli che vivano la propria fede con coraggio all’interno della società, in modo che questa raggiunga le persone che non hanno ancora ricevuto l’annuncio. E proprio la santità, la carità, la promozione dell’umanità e della famiglia, l’educazione dei giovani come pure la preghiera personale, nutrimento dello spirito, e la partecipazione fruttuosa alla Liturgia e ai Sacramenti, in particolare all’Eucarestia, saranno messi in evidenza nel documento conclusivo che sarà redatto come bilancio dell’assemblea del popolo di Dio che ha avuto luogo a Hochiminville nel novembre scorso.

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    Oggi in Primo Piano



    Vigilia del Natale ortodosso sotto massima protezione per la comunità copta in Egitto

    ◊   Misure di sicurezza straordinarie oggi in vari Paesi in vista del Natale ortodosso che, come ha ricordato stamani il papa dopo l’Angelus, le chiese orientali celebreranno domani. In Particolare, in Egitto stretta sorveglianza della polizia in tutti i luoghi di culto cristiani anche alla luce delle nuove minacce rivolte ieri alla comunità copta da un sito integralista islamico. I sedicenti Mujaheddin hanno lanciato un nuovo preoccupante messaggio, accompagnato da attacchi al Papa, e al presidente Usa Obama e a tutti coloro che hanno condannato l'attacco di capodanno nel quale hanno perso la vita 23 persone. Vigilia di Natale sotto la protezione della polizia anche per i copti di numerosi Paesi europei. Ma quali prospettive si aprono dietro questa escalation di violenze anti cristiane in Egitto, Fausta Speranza ne ha parlato con Guido Olimpio, analista del Corriere della Sera:

    R. – L’attentato di Alessandria d’Egitto è stato ben organizzato, ha fatto molto vittime. E’ stato un vero e proprio complotto, una vera operazione terroristica che fa pensare ad una struttura, ad un’organizzazione eversiva, magari formata da elementi locali ed ispirata dall’esterno, anche se io continuo a pensare che sia una matrice locale.

    D. – Matrice locale con quali obiettivi?

    R. – Operano diversi gruppi e gruppuscoli che hanno come base il Sinai, ma poi si estendono anche nelle città: sono cellule salafite che hanno ereditato le linee guida di al-Zarkawi, che appunto prevedono l’uccisione delle minoranze - dei cristiani, degli sciiti – perché sanno bene che queste stragi possono innescare dei processi di guerra etnica, di guerra civile. Questi attentati servono proprio ad aumentare l’odio: sperano che ci sia una reazione da parte dei cristiani copti, in modo che poi ci sia una contro risposta.

    D. – Quindi, i cristiani sono colpiti in quanto minoranza?

    R. – Certo, a seconda dei teatri cambia l’obiettivo. Abbiamo visto che all’inizio in Iraq hanno cominciato a colpire gli sciiti, perché l’entità sciita è fortissima ed è molto più ampia di quella cristiana; dopo di che, sempre in Iraq, sono passati ai cristiani, colpiti in maniera violenta, durissima negli ultimi tempi; e adesso lo stanno facendo in Egitto, dove la minoranza è quella copta. E’ chiaro che con questi attentati mirano ad innescare questo processo devastante.

    D. – Che cosa potrà significare, in vista delle presidenziali, questo nuovo stato di tensione?

    R. – L’Egitto certamente si è preoccupato in questi anni, dopo essere riuscito a debellare il terrorismo degli anni ’90, di dare un’idea di stabilità. Invece, questi attacchi, queste morti e le stragi, indubbiamente minano la stabilità del Paese, offrono un’immagine totalmente negativa, si prestano a pressioni internazionali, cosa che il governo e le autorità non vogliono. I terroristi raggiungono un doppio scopo: colpiscono i loro avversari, che in questo caso sono i copti, ma al tempo stesso minano la stabilità del Paese e colpiscono – tra l’altro – anche un altro settore molto importante, che è quello del turismo. In questo modo, l’Egitto viene scosso. Io ritengo che, se dovessero continuare gli attacchi, ci saranno forti conseguenze sullo scenario politico.

    D. – Per un Paese che dal 1981 è governato dalla stessa persona, le recenti elezioni legislative e la prospettiva, tra qualche mese, di elezioni presidenziali, che cosa sta cambiando? In che modo l’Egitto sta cambiando o può cambiare?

    R. – Diciamo che cambia a piccoli passi, perché noi vediamo che la famiglia Mubarak cerca di essere sempre al potere. E’ chiaro che le violenze non aiutano i progetti di Mubarak e quindi ora dovrà trovare un nuovo assestamento, una nuova linea e contrastare, da una parte la violenza, e al tempo stesso cercare di evitare di soffocare ancora di più quelle poche voci libere che si levano nel Paese. Non dimentichiamo che la repressione non si rivolge soltanto contro i gruppi islamisti o islamici, ma si manifesta anche contro chiunque contesti l’apparato del potere. Quindi, l’immagine dell’Egitto, per quanto riguarda la democrazia, non è certo un’immagine completamente pulita, anzi ci sono molte ombre. E dovranno cercare di trovare, dunque, una mediazione, cosa non facile quando si è sotto la pressione della violenza. (ap)

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    In aumento i casi di violenza sessuale ad Haiti. La denuncia di Amnesty International

    ◊   Dopo il terremoto e l’epidemia di colera un’altra piaga sta colpendo Haiti: si tratta dei casi di violenza sessuale contro le donne, che hanno registrato un’impennata nell’ultimo anno. A denunciare il fenomeno è stata Amnesty International in un rapporto diffuso ieri a Londra. Eugenio Bonanata ne ha parlato con Riccardo Noury, portavoce della sezione italiana dell’organizzazione per i diritti umani:

    R. - Purtroppo, sì! Le donne che a decine di migliaia hanno dovuto e devono ancora fare i conti con il fatto di aver perso i propri cari, la casa, i beni personali durante il terremoto di un anno fa, aggiungono a tutto questo un trauma ulteriore, drammatico: quello di vivere ogni giorno, e soprattutto ogni notte, sotto la costante minaccia di violenza sessuale. Questo è uno scandalo inaccettabile, che aggiunge dolore al dolore, trauma al trauma e a cui le nuove autorità di Haiti, il nuovo governo appena eletto, devono al più presto porre rimedio.

    D. - Qual è l’ampiezza del fenomeno?

    R. – Il fenomeno ha proporzioni drammatiche. Nei primi cinque mesi successivi al terremoto, sono stati segnalati oltre 250 casi di stupro, dunque più di uno al giorno, e a un anno di distanza, l’ufficio di un gruppo locale che offre sostegno alle donne, riceve ogni giorno persone che intendono denunciare uno stupro. Se a questo aggiungiamo che c’è una scarsa fiducia nei confronti delle forze di polizia e che, dunque, molti casi di stupro non vengono nemmeno denunciati, direi che siamo di fronte ad un fenomeno dalle proporzioni davvero drammatiche.

    D. - Cosa si può fare per risolvere questo problema?

    R. - Intanto, le Organizzazioni internazionali che sono ancora impegnate nella fase di ricostruzione post terremoto, devono avere in mente che il bisogno di protezione delle donne e delle ragazze, non deve essere più trascurato; ancora più concretamente, occorre che il nuovo governo dia un segnale preciso, garantendo il controllo e dunque la presenza di forze di polizia all’interno dei campi, delle tendopoli, dove vive ancora oltre un milione di persone che ha subito le conseguenze del sisma dello scorso gennaio. Il secondo segnale che deve dare il governo di Haiti è di avviare immediatamente processi nei confronti dei responsabili di stupro. Nonostante il sistema complessivo amministrativo dell’isola sia ancora al collasso, un segnale va dato a tutti i costi. Non è ammissibile che a un anno dopo il terremoto, ancora continui questo scandalo della violenza sessuale.

    D. – Dunque, complessivamente la situazione nel Paese si fa sempre più grave ...

    R. - Sì. Purtroppo, in generale non si è tenuto conto di questioni riguardanti i diritti umani nel Paese e soprattutto non si è tenuto conto - eppure lo si sapeva - del fatto che già prima del terremoto la violenza sessuale ad Haiti era diffusa, endemica anche nei confronti di ragazzine. Se a questo aggiungiamo che dalla Repubblica domenicana si inizia a rinviare le persone che erano state costrette a lasciare Haiti dopo il terremoto, credo che la situazione, se non c’è un intervento deciso del nuovo governo e della Comunità internazionale sul piano dell’emergenza umanitaria, potrà addirittura peggiorare.

    D. - Va sottolineato, appunto, che il fenomeno della violenza sessuale è comunque sempre esistito nel Paese ...

    R. - E’ sempre esistito, ma proprio per questo bisognava avere una maggiore attenzione, perché è chiaro che in una situazione di collasso del sistema amministrativo e giudiziario, in una situazione nella quale ovviamente la sicurezza viene meno, era proprio ai più vulnerabili e alle più vulnerabili che bisognava prestare attenzione. Se oggi ancora, ogni giorno, ci sono denuncie di stupro, è evidente che questo non è stato fatto. (ma)

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    Imminente il referendum sull’autodeterminazione del Sud Sudan

    ◊   Mancano praticamente ormai poche ore allo storico referendum che deciderà le sorti del Sud Sudan. Le urne, presso le quali si recheranno gli aventi diritto al voto per esprimersi sulla separazione della regione da Karthoum, saranno aperte dal 9 al 15 gennaio prossimi, mentre i risultati saranno resi noti entro 30 giorni dalla chiusura dei seggi. La consultazione è stata prevista dall’Accordo globale di pace, che, nell’aprile 2005, mise fine alla lunga e sanguinosa guerra civile, che dal 1956, con fasi alterne, ha contrapposto il Nord al Sud. Sulla speranza che con il referendum si apra per l’intero Sudan un periodo di stabilità e progresso, Giancarlo La Vella ha intervistato padre Franco Moretti, direttore della rivista dei comboniani, Nigrizia:

    R. – Tutti lo sperano, non si può andare avanti con la più grande nazione africana sempre contrassegnata da scontri, guerre. E’ ora che i sud-sudanesi abbiano il diritto e la possibilità di esprimersi sul proprio futuro, nella speranza che Khartoum accetti il responso. Resta il fatto che i sud sudanesi sono al 99,9 per cento decisi a votare 'sì' per la secessione.

    D. – Quali sono le differenze tra il Sud e il Nord del Sudan che giustificano l’esistenza di due Stati diversi?

    R. – Chi va oggi a Khartoum si accorge che questa capitale è un cantiere aperto: strade nuove, l’aeroporto che si sta ampliando, nuovi ponti … Tutto questo boom è finanziato dal petrolio che - guarda caso - per l’80 per cento proviene dal Sud. Chi invece visita la capitale sud-sudanese Juba, si accorge che la differenza è abissale. Il Sud Sudan è ancora il tipico Stato del Terzo mondo. Una situazione del genere spinge ogni sud-sudanese a dire: perché una nazione con tali risorse è costretta a vivere in una situazione del genere?

    D. – Differenze religiose profonde anche tra Nord e Sud?

    R. – Esatto. Ricordiamoci che ci sono state tre guerre civili. Uno dei motivi era proprio il fatto che il Sud Sudan è abitato da cristiani o seguaci delle religioni tradizionali, mentre il Nord è uno Stato islamico, se non islamista. Khartoum ha sempre voluto imporre al Sud la Sharìa, la legge islamica, e questo ha sempre dato fastidio. Ci sono state persecuzioni, ingiustizie indescrivibili e, quindi, è ora di smetterla. La speranza è che questa data rappresenti davvero una svolta.

    D. – La probabile secessione del Sud nei confronti di Khartoum vorrà dire poi realmente "pace"?

    R. – Ricordiamoci che il Sud Sudan è un mosaico di gruppi etnici non ancora pacificati. Qualcuno prevede una possibile “somalizzazione” del Sud Sudan: cioè, che a un certo punto, una volta ottenuta l’indipendenza, i vari gruppi comincino a lottare l’uno contro l’altro. Altri invece pensano che potrebbero trovare un accordo: una volta che la situazione economica migliorerà anche i vecchi attriti, i vecchi odi tribali potrebbero assopirsi un po’, se non addirittura sparire. (bf)

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    Oggi la Giornata missionaria dei ragazzi per aiutare i coetanei più in difficoltà

    ◊   La Giornata missionaria dei ragazzi, che si celebra oggi in molti Paesi del mondo, invita i più giovani a intensificare il loro impegno di annuncio e di solidarietà verso i coetanei vicini e lontani. "Tanti bambini e ragazzi - come ha ricordato stamani Benedetto XVI dopo l'Angelus - formano una rete spirituale e di solidarietà per aiutare i loro coetanei più in difficoltà". E' importante - ha aggiunto il Papa - che crescano con sentimenti di amore superando l'egocentrismo e il consumismo. La “Giornata” è anche occasione di approfondimento del significato dell’Epifania. Ma come viene vissuta dai ragazzi? Adriana Masotti l’ha chiesto a Baptistine Ralamboarison, segretario generale della Pontificia Opera dell’Infanzia Missionaria, organismo che promuove l’iniziativa.

    R. – I bambini fanno una sintesi – se così si può dire – di tutte le iniziative che hanno avviato, delle azioni da loro intraprese. Il culmine di questa giornata dell’infanzia è la celebrazione eucaristica, durante la quale viene fatta – da parte loro - una colletta che rappresenta la concretizzazione di quello che sentono spiritualmente e che va ad alimentare il Fondo universale dell’infanzia.

    D. – Questa colletta, poi, serve a finanziare tanti progetti: può farci qualche esempio?

    R. – L’Infanzia missionaria, grazie allo sforzo e ai sacrifici dei bambini, finanzia circa 2.500 progetti l’anno. Siamo vicini ad una cifra pari a 20-22 milioni di dollari. I progetti che finanziamo sono soprattutto progetti destinati a risvegliare il senso missionario dei bambini, perché questo è lo scopo dell’Opera, attraverso la pastorale ordinaria che va intrapresa in ogni diocesi proprio per far prendere coscienza al bambino del ruolo che ha nella Chiesa. Ci sono poi anche progetti di formazione scolastica, essendo le scuole cattoliche uno strumento eccellente per l’evangelizzazione; ma ci sono poi quei progetti che noi chiamiamo di “protezione della vita” e che riguardano gli orfanotrofi, i centri per handicappati, i centri di accoglienza. Laddove c’è bisogno, cerchiamo di dare un aiuto affinché i bambini possano avere un piccolo capitale per realizzare il loro progetto.

    D. – E’ possibile sapere quanti bambini e ragazzi appartengono alla Pontificia Infanzia Missionaria?

    R. – Ogni bambino battezzato è membro dell’Infanzia missionaria, anche se non lo sa. Infatti, ogni bambino battezzato riceve la missione di evangelizzare ed ecco perché è nostra priorità assoluta far prendere coscienza al bambino di essere un protagonista nella Chiesa, di avere un ruolo da svolgere nella Chiesa. La cosa importante è che vi sia questo risveglio missionario. Di per sé, tutti i bambini battezzati sono membri dell’Infanzia missionaria.

    D. – Come può fare un bambino nella sua vita ordinaria, quotidiana ad essere missionario?

    R. – Anzitutto nel comportamento: dare una testimonianza col comportamento, quindi cercando di far capire ad un amico, aiutare un amico o un coetaneo a capire che è figlio di Dio e che anche lui riceve l’amore di Dio come dono. (mg)

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    Epifania, il corteo storico-folkloristico “Viva la Befana” dedicato quest'anno a Città di Castello

    ◊   Grande partecipazione oggi a Roma per la 26.ma edizione del corteo storico-folkloristico “Viva la Befana”, promosso da “Europae Fami.li.a”, associazione da anni impegnata nella salvaguardia e nel sostegno alla famiglia. Quest’anno a sfilare in via della Conciliazione, dietro ai Re Magi, gli abitanti di Città di Castello vestiti con i costumi tradizionali umbri. Dopo il corteo, il saluto di Benedetto XVI all’Angelus, poi la consueta consegna dei doni al Papa presso la casa pontificia. Alla base dell’evento, la necessità di presentare tradizioni e folklore delle varie regioni italiane, ma soprattutto ribadire il significato e i valori dell’Epifania, come sottolinea al microfono di Cecilia Seppia, il presidente dell’Associazione organizzatrice Sergio Balestrini:

    R. – La manifestazione “Viva la Befana” ha in realtà un sottotitolo, perché in effetti il titolo sarebbe: “Viva la Befana, per riaffermare e tramandare i valori dell’Epifania”. Quindi diciamo che abbiamo fatto di tutto per cercare di realizzare nel nostro corteo i principi che fin dall’inizio abbiamo voluto rappresentare a tutte le famiglie: i valori della festività all’insegna di tre temi conduttori, ovvero pace, solidarietà e fratellanza tra i popoli.

    D. – Quindi, da un lato la volontà di presentare tradizioni e folklore di regioni e territori italiani, dall’altro la necessità di sottolineare e ribadire anche l’autentico significato di questa solennità liturgica?

    R. – Certo. Quest’anno il corteo è stato ispirato ai cittadini di Città di Castello, che ne sono stati anche i protagonisti. Città di Castello è un importantissimo centro umbro e l’Umbria è stata proprio una delle culle della cristianità. E’ per questo sono stati particolarmente commoventi il modo e la partecipazione di questi cittadini, abituati ad avere un rapporto privilegiato con la Chiesa e con il Papato.

    D. – All’Angelus, il saluto del Papa e poi – come diceva lei – la consegna dei doni. Ma cosa rappresenta per voi questo incontro con Benedetto XVI?

    R. – Rappresenta l’occasione per poter festeggiare, insieme con lui, una festività che per noi è fondamentale nella Liturgia cristiana e che purtroppo molto spesso viene trattata e considerata in una maniera sbagliata, molto effimera e molto consumistica. Questo incontro è la sintesi di un tipo di attività che noi – come associazione di famiglie – svolgiamo durante tutto l’anno, cercando di modellarci sugli insegnamenti del Santo Padre.

    D. – Quali doni avete portato, quest’anno, al Pontefice?

    R. – Quest’anno abbiamo portato il “Paliotto”, che è una fedele riproduzione dell’opera romanica che fu donata nel 1142 da Celestino II alla Città di Castello. Poi gli abbiamo portato una tovaglia di puro lino, tessuta a mano con le tecniche antichissime della famosa "tela umbra". E, infine, gli abbiamo portato un’opera monumentale in due volumi, intitolata “L’arte a Città di Castello” di Giovanni Magrini Graziani, che risale al 1897 e vuole significare la raccolta di tutte le opere d’arte che esistono a Città di Castello. (mg)

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    Chiesa e Società



    L’omelia del cardinale Bagnasco: “L’Europa difenda il diritto alla libertà religiosa”

    ◊   Perché tanta intolleranza religiosa? Perché tanta violenza? Sono interrogativi che il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza episcopale italiana, ha posto nel corso dell’omelia della celebrazione dell’Epifania nella cattedrale di San Lorenzo a Genova, città di cui è arcivescovo. Non si tratta di una domanda retorica, ma sincera, che nasce dal cuore distrutto per le sofferenze di tanti cristiani nel mondo, pur nella consapevolezza che “la Chiesa viene da lontano, cammina da duemila anni e i suoi passi sono umili e vigorosi perché devono arrivare ai confini della Terra per incontrare tutte le genti”, quelle genti che oggi, nella solennità dell’Epifania, sono rappresentate dai Magi. Ed è proprio l’esempio dei Re venuti da lontano, quello che devono seguire i fedeli oggi, continuando ad annunciare la nascita di “quel Bambino nel quale si nasconde la pienezza di Dio, luce e gioia dell’uomo”. Il porporato prova poi a dare una risposta a quel doloroso perché: “I cristiani sono perseguitati perché parlano di dignità, di uguaglianza, di libertà di coscienza, di Stato di diritto e lo fanno in nome di Cristo – ha aggiunto – predicano l’amore verso coloro che si pongono come nemici, parlano di perdono, rifiutano la violenza e operano come costruttori di pace”. “I cristiani, là dove vivono come maggioranza non sono arroganti verso nessuno”, ha proseguito il cardinale Bagnasco, precisando che il cristianesimo non può identificarsi con il mondo occidentale, ma che “il Vangelo s’incarna in ogni cultura senza identificarsi con nessuna”. Il porporato, infine, ha lanciato un appello alla comunità internazionale e all’Europa in particolare, affinché intervenga con voce forte e chiara perché il diritto alla libertà religiosa sia osservato “ovunque e senza eccezioni” e si è rivolto ai fedeli, invitandoli a pregare per i defunti, per le loro famiglie ma anche per i persecutori. “L’esempio di tanti nostri fratelli nella fede che rischiano e danno la vita per Gesù e per la Chiesa – ha detto – ci scuota dal torpore delle cose facili”. (A cura di Roberta Barbi)

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    Pakistan. L’arcivescovo di Lahore condanna l’omicidio di Taseer

    ◊   Anche la Chiesa del Pakistan, attraverso il presidente della Conferenza episcopale locale e arcivescovo di Lahore, mons. Lawrence John Saldanha, ha commentato l’omicidio di Salman Taseer, il governatore del Punjab ucciso due giorni fa. “Si era battuto per il rilascio di Asia Bibi e aveva alzato la voce in merito all’abrogazione della legge sulla blasfemia – ha detto il presule ad AsiaNews dopo aver inviato una lettera di cordoglio alla vedova – e credo sia questo il principale motivo che si nasconde dietro il suo assassinio”. L’arcivescovo di Lahore si è inoltre fatto portavoce dei timori di tutti i cristiani presenti nel Paese: “La comunità è preoccupata e condanna l’omicidio di Taseer che era un grande uomo”, ha aggiunto, invitando i media e il mondo ad alzare la propria voce contro l’intolleranza e l’estremismo nel Paese. “In Pakistan il numero di persone in pericolo di vita è in crescita – ha concluso mons. Saldanha che è anche presidente della Commissione nazionale di Giustizia e Pace – ed è chiaro che con questo assassinio chiunque si opponga alla legge sulla blasfemia è a rischio”. Ferma condanna all’accaduto è giunta anche dal ministro federale per le Minoranze, il cattolico Shahbaz Bhatti, che ha esortato le autorità a condurre un’indagine approfondita e ha decretato due settimane di lutto per le minoranze religiose del Pakistan. (R.B.)

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    Iraq. Annunciato nuovo piano del governo per i rifugiati

    ◊   Riportare i migranti nelle loro regioni di origine o, in alternativa, assisterli e permettere loro una nuova vita nelle zone dove attualmente risiedono: è questo l’obiettivo del nuovo piano di assistenza per i rifugiati del governo iracheno, annunciato nei giorni scorsi dal ministro per la Migrazione Dendar Najman Al-Doski. La priorità dell’esecutivo, stando a quanto affermato dall’esponente politico, le cui parole sono state riportate dalla Misna, è “lavorare per porre fine al fenomeno degli sfollati interni e collaborare con il ministero degli Affari esteri e con gli organismi internazionali per assistere i rifugiati iracheni all’estero”. C’è discordanza, però, tra le cifre fornite dal governo e quelle dell’Alto commissariato dell’Onu per i Rifugiati (Acnur): secondo il primo, infatti, gli sfollati interni sarebbero meno di un milione; secondo l’organismo Onu, invece, circa un milione e mezzo. Prevista, infine, l’apertura a breve di uffici di rappresentanza in Siria e Libano, che serviranno anche a monitorare da vicino la situazione in Giordania ed Egitto. (R.B.)

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    Fao: prezzi alimentari ai massimi storici

    ◊   L'indice dei prezzi alimentari Fao ha toccato i massimi storici a dicembre scorso, quando salendo per il sesto mese consecutivo si è attestato a 214,7 punti contro i 206 di novembre. Si tratta del livello più alto dal 1990, quando la rilevazione fu avviata. L'indice misura l'andamento mensile dei prezzi alimentari di un paniere che include tra l'altro cereali, carne, zucchero, olio di semi. L'organizzazione rassicura che il mondo non e' di fronte ad una nuova crisi, come quella del 2007-08, ma la situazione è “allarmante”. Il record di dicembre conferma una preoccupante tendenza al rialzo iniziata nel mese di marzo. Ad ottobre l'indice ha superato la media del 2008 (191 punti) e ora sta continuando a crescere segnando proprio a dicembre il nuovo record degli ultimi 20 anni. Tuttavia la media dell'indice dei prezzi per il 2010, si ferma a 179,1 e resta ancora inferiore alla media del 2008. A pesare sull'incremento dell'indice medio dei prezzi dei prodotti alimentari sono commodity come lo zucchero, la carne, i semi oleosi e le materie grasse. In particolare, lo zucchero nel mese di dicembre è schizzato a 398 punti, superando di oltre il 100 per cento il livello dei prezzi medi del 2008 (182). Un effetto determinato, in particolare, dalle politiche dell'Unione Europea che negli anni scorsi ha tagliato drasticamente la propria produzione di zucchero. Solo in Italia sono stati chiusi 15 stabilimenti su 19 e tagliata la produzione di un milione di tonnellate. La Fao, comunque, evita allarmismi sottolineando che un cereale importante come il riso resta ampiamente al di sotto dei massimi ed è il cibo base per la maggior parte delle popolazioni africane e asiatiche. Secondo la Fao, a determinare l'impennata dei prezzi dei prodotti alimentari sono essenzialmente le restrizioni all'export dei cereali imposte da grandi Paesi produttori come Russia e Ucraina e dalla debolezza del dollaro che è la valuta di riferimento degli scambi delle principali materie prime alimentari. (R.B.)

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    L’Ue aderisce alla Convenzione Onu per la tutela dei disabili

    ◊   Finalmente un paio di giorni fa anche l’Unione europea ha ratificato la Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità: questo, riferisce l’agenzia Sir, consentirà di garantire ai disabili il pieno godimento dei loro diritti, al pari di tutti gli altri cittadini. “In Europa una persona su sei è affetta da disabilità, circa 80 milioni di persone – ha dichiarato la commissaria Viviane Reding – e più di un terzo dei cittadini oltre i 75 anni, inoltre, è portatore di una disabilità che in qualche modo li limita”. Queste cifre - ha aggiunto - sono destinate ad aumentare a causa del costante invecchiamento della popolazione. È il primo trattato cui l’Ue nel suo insieme aderisce; finora, ad averlo ratificato erano stati 16 Paesi membri, mentre altri 11 lo hanno firmato e stanno procedendo con la ratificazione. L’obiettivo finale è costruire, entro il 2020, un’Europa senza barriere per i cittadini disabili, come stabilito nella strategia. (R.B.)

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    Canada: 600 giovani al Congresso sulla figura di Sant’Andrea Bassette

    ◊   Dal 28 al 31 dicembre scorsi si è svolto a Montreal il Congresso annuale del Catholic Christian Outreach (Cco), movimento giovanile cattolico canadese impegnato da 22 anni nell’apostolato e nella missione nelle università. Ben 600 studenti da tutto il Canada hanno partecipato all’evento, incentrato quest’anno sulla figura di Sant’Andrea Bassette, l’ “uomo dei 125 mila miracoli” fondatore del celebre Oratorio di San Giuseppe di Mont-Royal, canonizzato dal Santo Padre Benedetto XVI lo scorso 17 ottobre in Piazza San Pietro. Proprio una frase di fratel André, “Sono solo un uomo, come te”, è stato il tema scelto per il congresso. A inaugurare l’incontro – riferisce l’agenzia cattolica canadese Ccn - sono stati l’arcivescovo della città, cardinale Jean-Claude Turcotte, che ha dato il benvenuto ai partecipanti, e padre Thomas Rosica, amministratore delegato del network televisivo digitale cattolico canadese “Salt and Light Media Foundation”. Nel suo intervento padre Rosica, già organizzatore della Gmg di Toronto nel 2002, ha voluto ricordare la storia di fratel André, una figura carismatica ancora oggi molto popolare in Québec, soffermandosi in particolare sulla sua grande umiltà e sottolineando la straordinaria efficacia della sua testimonianza di fede come modello da seguire. “Una testimonianza – ha detto - fondata sull’amore e sull’esempio”. A chiudere il Congresso è stato mons. Terence Prendergast, arcivescovo di Ottawa e membro del direttivo del Cco che ha esortato i membri del movimento a continuare a seguire “lo zelo per le anime e l’amore totale per Cristo e per la sua Chiesa”, che hanno animato i fondatori Angèle e André Regnier, senza farsi scoraggiare dalla sempre più diffusa ignoranza religiosa che caratterizza oggi la società canadese. Il presule ha concluso il suo intervento esortando i presenti anche a pregare per le vocazioni. (L.Z.)

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    Algeria: inizia a febbraio il restauro della Basilica di Sant'Agostino di Annaba

    ◊   Comincerà a febbraio il restauro della Basilica di Sant’Agostino di Annaba, in Algeria. Ne dà notizia la testata on line www.latribune-online.com. L’antica Ippona, che nel IV secolo fu la sede vescovile di Aurelio Agostino di Tagaste, oggi Souk Ahras, dovrà attendere almeno 3 anni per la fine dei lavori che interesseranno l’intero edificio consacrato il 29 marzo del 1909 e che da tempo necessita di diversi interventi di salvaguardia. Ad allestire il cantiere saranno quelle stesse maestranze francesi che hanno lavorato per la riapertura al culto della basilica di Notre Dame d’Afrique, ad Algeri, inaugurata alcune settimane fa. I lavori saranno diretti dall’architetto Xavier David, che anche ad Annaba aprirà un cantiere scuola che permetterà a 40 giovani architetti algerini di formarsi in tecniche di restauro. A sottolineare l’esigenza di interventi di ristrutturazione nella basilica dedicata al grande padre della Chiesa è stato recentemente il vescovo di Costantina-Ippona, mons. Paul Desfarges, che proprio nella chiesa che sorge sulla collina dei resti di Ippona ha celebrato le Messe di mezzanotte. Quanto alla comunità cristiana in Algeria, mons. Desfarges, ha spiegato che “è composta essenzialmente da filippini, indiani, studenti provenienti da Paesi subsahariani e soltanto qualche ‘unità’ algerina”. “Per quest’ultima categoria – ha aggiunto il vescovo di Costantina-Ippona – ci sono alcune difficoltà e comprendiamo ciò perché si tratta di qualcosa di nuovo, discreto e modesto; comprendiamo la sofferenza dei vicini, ma siamo obbligati a rispettare la coscienza di ciascuno”. “Qui in Algeria – ha detto ancora il presule – viviamo una vera amicizia tra cristiani e musulmani, un vero dono del buon Dio. Ciò che noi speriamo è che si faciliti l’inserimento dei sacerdoti negli ambienti-base di vita della comunità straniera cristiana che lavora nei cantieri. L’anno scorso alla celebrazione della Messa di Natale, un venerdì, c’erano fra i 600-700 fedeli; non è il caso di quest’anno in cui non ce ne sono stati che 250 circa poiché Natale è stato celebrato di sabato”. Il finanziamento del progetto di restauro della Basilica di Sant’Agostino è frutto di una buona collaborazione fra autorità pubbliche algerine, la provincia di Annaba, società algerine e straniere, la cittadina francese di Santo Stefano gemellata con Annaba e la Chiesa cattolica rappresentata da diverse istituzioni. Sono 420 i milioni di dinari - equivalenti ad oltre 4 milioni di euro - necessari per ridare lustro allo stile arabo-moresco e romano-bizantino della Basilica, un insieme armonioso che rivela il tocco artistico delle diverse civiltà che si sono incontrate ad Annaba e che vuole essere segno della dimensione universale di Sant’Agostino, grande umanista e uomo di dialogo. La cura pastorale della Basilica intitolata al più illustre vescovo di Ippona, è affidata ai religiosi dell’ordine di Sant’Agostino che accolgono dai 15 mila ai 20 mila visitatori l’anno. (T.C.)

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    La Chiesa dell’Isola Mauritius dedica il 2011 all’ecologia

    ◊   Il 2011 sarà per la Chiesa dell’Isola Mauritius, nell’Oceano Indiano, un anno all’insegna dell’ecologia. Lo ha annunciato il vescovo della capitale Port-Louis, mons. Maurice Piat, durante la Santa Messa di fine anno. “Scopo dell’iniziativa - ha detto il presule nell’omelia pubblicata sul sito della diocesi www.dioceseport-louis.org - è di spiegare l’ecologia dal punto di vista cristiano, ma anche di stimolare il dibattito e promuovere una vasta presa di coscienza sull’urgenza di proteggere l’ambiente oggi”. Nell’omelia, mons. Piat ha evidenziato come anche l’Isola Mauritius debba oggi fare i conti con una grave crisi ambientale. “Una crisi – ha detto - dovuta alla cattiva gestione delle risorse naturali e dello smaltimento dei rifiuti che stanno causando, tra l’altro, l’inquinamento delle falde acquifere e una crescente deforestazione nel Paese”. “Senza nessun rispetto per l’ambiente naturale, i rifiuti vengono sparsi impunemente sulle nostre spiagge, negli spazi pubblici, sulle strade”, ha denunciato il vescovo, rilevando come il 75 per cento di questi rifiuti potrebbe essere, invece, riciclato. A questo si aggiunge l’inquinamento prodotto dall’uso del carbone e del diesel come fonti di energia e dall’impiego indiscriminato nell’agricoltura di pesticidi e fertilizzanti che finiscono poi in mare. Responsabili di questa situazione, ha sottolineato mons. Piat, sono “il consumismo e lo spreco entrati a fare parte dello stile di vita moderno, che accettiamo senza riflettere in molti Paesi del mondo, compresa l’Isola Mauritius”. Di fronte a questa indifferenza, il vescovo di Port-Louis ha quindi invitato i mauriziani “a una conversione ecologica” liberandosi insieme “dell’ossessione di possedere e di consumare”. Un invito che vuole interpellare innanzitutto i fedeli, cui ha chiesto di contribuire alla stesura della lettera Pastorale per la prossima Quaresima che, ha detto, dovrà servire da base per un più ampio dibattito pubblico sul tema nel corso dell’anno. (L.Z.)

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    24 Ore nel Mondo



    Stati Uniti, insediato il nuovo congresso eletto nel novembre scorso

    ◊   Negli Stati Uniti si è insidiato ieri il 112.mo congresso, espressione delle elezioni di medio termine dello scorso novembre. Nella stessa giornata il repubblicano John Boehner, 61 anni, è stato eletto nuovo Speaker della camera dei rappresentanti, ramo del congresso nel quale ora il partito democratico si trova in minoranza. Boehner succede alla deputata californiana democratica Nancy Pelosi, che ha ricoperto l'incarico negli ultimi quattro anni. Molti i temi caldi che saranno affrontati dalle due assemblee del congresso nei prossimi mesi: dalla riforma sanitaria - che i repubblicani mirano ad abolire – a quella della finanza, passando per l’energia e l’immigrazione.

    Australia
    Non si allenta la morsa del maltempo nel nord est dell’Australia sommerso dalle alluvioni. Le acque dei fiumi continuano a crescere mentre si prevedono ancora piogge torrenziali per i prossimi giorni. Pesantissimo il bilancio dei danni e delle vittime: oltre 4000 persone sono state evacuate nell'area alluvionata, grande quanto Francia e Germania messe insieme. Piu' di 1200abitazioni sono inondate ed altre 10.700 danneggiate. Dalla fine di novembre, 10 persone sono morte a causa del maltempo e delle inondazioni. I costi del disastro non si potranno calcolare finché le acque non si ritireranno, ma potranno raggiungere i 5 miliardi di dollari australiani.

    Costa d’Avorio
    In Costa d’Avorio almeno 14 persone hanno perso la vita dall’inizio della settimana a seguito delle violenze esplose fra diversi gruppi etnici. Nel Paese africano la tensione resta a massimi livelli a causa della crisi politica che vede lo scontro tra il presidente eletto Ouattara e il capo di Stato uscente Gbagbo, il quale non intende lasciare il potere. Secondo un responsabile delle Nazioni Unite ad Abidjan, le violenze scoppiate dopo le elezioni presidenziali dello scorso 28 novembre, sono costate la vita a 210 persone.

    Afghanistan
    Non si fermano le violenze in Afghanistan. Tre soldati della Forza internazionale di assistenza alla sicurezza (Isaf) sono stati uccisi nelle ultime 24 ore. E sempre l’Isaf ha confermato l’uccisione di un importante comandante talebano, figura cruciale per il rifornimento di armi e l'arruolamento di nuovi miliziani. Intanto, secondo quanto riporta Wall Street Journal, Gli Stati Uniti hanno intenzione di inviare in Afghanistan altri 1.400 marines per rafforzare le forze sul posto in vista della primavera quando si prevede che i combattimenti si faranno più intensi.

    Iran, arresto e condanne di donne straniere
    Una cittadina americana di 55 anni è stata arrestata in Iran con l'accusa di spionaggio. Hall Talayan, questo il nome della donna, è stata fermata dalle guardie di frontiera a Nordouz, al confine tra Iran e Armenia, perché sprovvista di visto. Secondo la stampa ufficiale iraniana, addosso alla donna sarebbero stati trovati strumenti tecnologici utilizzati per l’attività di spionaggio. Talayan è la quarta persona di nazionalità americana arrestata in Iran negli ultimi due anni con l'accusa di spionaggio. E in Iran si teme anche per la sorte di un’altra donna: una cittadina iraniana con passaporto olandese sarebbe stata condannata a morte domenica scorsa per traffico di droga e per attività sovversive. La donna, 45 anni, è nata in Iran ma si era trasferita in Olanda ed aveva ottenuto il passaporto olandese. Secondo la stampa olandese, il governo dell'Aja ha chiesto chiarimenti sulla vicenda ma all'ambasciatore olandese non è stato consentito di far visita alla donna.

    Medio Oriente
    Il processo di pace israelo-palestinese e di questioni bilaterali, sono al centro dell’incontro di oggi nella località egiziana di Sharm El-Sheikh tra il premier israeliano Benyamin Netanyahu e il presidente egiziano Hosny Mubarak. Stando alla radio militare israeliana, il premier intende anche sollevare con Mubarak la questione del contrabbando di armi dal Sinai nella Striscia di Gaza.

    Spagna-Cina
    All'indomani della visita a Madrid del vice premier cinese Li Keqiang, la stampa iberica afferma che la Cina sarebbe pronta a coprire 6 miliardi di euro di debito pubblico spagnolo. Nessuna conferma ufficiale e' arrivata dal governo Zapatero, ma in una dichiarazione separata, il vice ministro per il Commercio cinese, Gao Hucheng, ha fatto sapere che Pechino sta accrescendo i suoi acquisti di bond dei Paesi europei in difficoltà (nelle settimane scorse ha già investito in titoli greci e portoghesi), perchè è fiduciosa nei mercati finanziari spagnoli ed europei in generali ed è convinta che l'eurozona riuscirà a superare la crisi del debito.

    Grecia immigrazione
    Il presidente della Repubblica Greca, Karolos Papoulias, ha oggi definito “un problema nazionale” l'ondata migratoria illegale che sta interessando la parte nordorientale del Paese. Visitando la regione ai confini con la Turchia interessata dai massici arrivi dei migrati, il capo di Stato ellenico ha esortato a trovare una soluzione in ambito europeo. Paoulias ha inoltre chiesto alla Turchia di “collaborare in modo costruttivo con l'Ue” per frenare l'ondata migratoria, ''controllando le sue frontiere e applicando immediatamente il protocollo di rimpatrio bilaterale con la Grecia''. Nei giorni scorsi, il governo di Atene aveva annunciato la prossima costruzione di un 'muro' lungo i 12,5 km del confine terrestre con la Turchia come parte della strategia per frenare l'ondata migratoria.

    Daghestan
    Quattro militanti separatisti sono rimasti uccisi e tre agenti feriti in un blitz della polizia russa in Daghestan, Repubblica caucasica della federazione russa. Interfax riferisce che poliziotti e agenti dei servizi di sicurezza russi hanno circondato all'alba un edificio nel quale si era rifugiato un gruppo di separatisti islamici a Khassaviourt. L'attacco è stato sferrato quando i militanti hanno tentato di uscire dal palazzo. Tra le vittime Ruslan Makavov, uno dei leader dei terroristi integralisti islamici del Daghestan. (Panoramica internazionale a cura di Marco Guerra)

    Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LV no. 6

    E' possibile ricevere gratuitamente, via posta elettronica, l'edizione quotidiana del Bollettino del Radiogiornale. La richiesta può essere effettuata sulla home page del sito www.radiovaticana.va/italiano.

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