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Sommario del 29/04/2011

Il Papa e la Santa Sede

  • Media di tutto il mondo pronti per la Beatificazione di Papa Wojtyla, 87 le delegazioni attese per il primo maggio
  • Estratta dalla tomba la teca contentente il corpo di Papa Wojtyla. Dopo la Beatificazione l'omaggio dei fedeli
  • Il cardinale Angelo Amato: Wojtyla Beato, la Chiesa è in festa in ogni parte del mondo
  • Le testimonianze dei cardinali Grocholewski, Etchegaray e Tucci: "Karol Wojtyla, tanti anni con lui e ora lo chiamiamo Beato"
  • Nuovo sito su Giovanni Paolo II realizzato in sinergia dai media vaticani
  • Aperta in Vaticano la Mostra-omaggio di Benedetto XVI a Giovanni Paolo II
  • Le dirette no-stop del canale 105 live della Radio Vaticana a servizio dei pellegrini della Beatificazione diffuse anche nella metro di Roma
  • Il cardinale Grocholewski inviato speciale del Papa per i 600 anni della cattedrale polacca di Włocławek
  • Assemblea dell’Unione Europea di Radio-Televisioni sul ruolo del servizio pubblico per il bene comune
  • Oggi su "L'Osservatore Romano"
  • Oggi in Primo Piano

  • Marocco: condanna per l’attentato di Marrakech, sospettata Al Qaeda
  • Londra, enorme folla alle nozze tra il principe William d'Inghilterra e Kate Middleton
  • Chiesa e Società

  • Polonia: le iniziative dei giovani per la Beatificazione di Papa Wojtyla
  • Misericordie d’Italia: in prima linea nell’assistenza sanitaria dei fedeli per la Beatificazione
  • Beatificazione Giovanni Paolo II, creato polo di accoglienza e supporto mamma-bambino
  • Usa: intervento al catholic Prayer Breakfast di mons. Lori su Giovanni Paolo II e libertà religiosa
  • Usa: Giovanni Paolo II unisce gli americani, apprezzamento all’80%
  • Giappone: allarme per le donne incinte esposte alle radiazioni di Fukushima
  • Appello al dialogo interreligioso delle donne cristiane e musulmane del nord della Nigeria
  • India: 11 milioni di bambini abbandonati ma le adozioni sono in declino
  • Sud Corea: i vescovi contrari ai test clinici sull'uomo di cellule staminali embrionali
  • Onu: messaggio di Ban Ki-moon per la Giornata in memoria delle vittime della guerra chimica
  • Usa: coalizione ecumenica contro i tagli a programmi e piani anti-povertà del Congresso
  • Varsavia: trenta nuovi missionari polacchi in partenza per America, Africa e Asia
  • I vescovi del Triveneto sul primo maggio: sviluppo economico valorizzi la coesione sociale
  • Loreto. Seminario Cei sulle vocazioni: il sacerdozio nasce dalla famiglia
  • 24 Ore nel Mondo

  • Continua la battaglia a Misurata mentre è scontro tra esercito tunisino e forze di Gheddafi
  • Il Papa e la Santa Sede



    Media di tutto il mondo pronti per la Beatificazione di Papa Wojtyla, 87 le delegazioni attese per il primo maggio

    ◊   Non solo la Chiesa, ma il mondo intero si prepara a seguire con trepidazione la Beatificazione di Giovanni Paolo II, domenica prossima: 2300 i giornalisti accreditati a rappresentare 101 nazioni; 87 le delegazioni ufficiali di diversi Paesi, con 16 capi di Stato, tra cui Italia e Polonia, e rappresentanti di 5 case regnanti. Sulla preparazione di questo grande evento, si è tenuto stamani un briefing in Sala Stampa Vaticana, moderato da padre Federico Lombardi, sul quale riferisce Alessandro Gisotti:

    Dai momenti di preghiera alle testimonianze personali, dalla recita del Rosario ai social network: la Chiesa, e in particolare la diocesi di Roma, si prepara a vivere coralmente la Beatificazione di Giovanni Paolo II. Una festa ecclesiale articolata in tre giorni. Mons. Marco Frisina, direttore dell’Ufficio Liturgico del Vicariato di Roma, ha innanzitutto parlato della Veglia a Circo Massimo, domani sera, in preparazione al grande dono della Beatificazione di Karol Wojtyla. La prima parte della Veglia sarà una celebrazione della Memoria animata da tre testimonianze:

    “La prima testimonianza sarà quella del dottor Navarro-Valls, a cui seguiranno poi quelle di suor Marie Simon-Pierre – il cui miracolo ha permesso la Beatificazione – e poi quella del cardinal Dziwisz. Quindi, due testimonianze di collaboratori molto vicini al Santo Padre e una testimone d’eccezione, che ha sperimentato proprio sul suo corpo e nella sua anima la vicinanza di Giovanni Paolo II nella guarigione che ha ricevuto”.

    Il cardinale vicario, Agostino Vallini, presenterà poi in sintesi la personalità spirituale e pastorale del Beato. Momento forte della Veglia sarà quindi la recita dei "Misteri Luminosi" del Rosario, introdotti proprio da Papa Wojtyla. La recita mariana avverrà in collegamento diretto con cinque Santuari mariani sparsi nel mondo: Cracovia, Bugando in Tanzania, “Notre Dame” in Libano, Guadalupe in Messico, e Fatima. Don Walter Insero, responsabile dell’Ufficio delle Comunicazioni Sociali del Vicariato di Roma, ha così messo l’accento sull’apertura notturna di otto chiese del centro di Roma, dove i fedeli si potranno recare a pregare, lungo il percorso che conduce da Circo Massimo alla Basilica di San Pietro:

    “Roma vivrà per la prima volta una ‘notte bianca di preghiera’. Non saranno aperti né i negozi né i musei: quella notte, saranno aperte queste otto chiese del centro, ma non sono solo le costruzioni ad essere aperte: ci saranno le pietre vive, gruppi di giovani. Una Chiesa, quella di Roma, che accoglie i pellegrini e li accompagna. Quindi è una notte di attesa, di preghiera”.

    Don Walter Insero ha inoltre messo l’accento sulla copertura multimediale dell’evento, in streaming: da Twitter a Facebook, a Youtube grazie al progetto “Sentinelle digitali”. Un’iniziativa che ha contato sulla sinergia della nostra emittente, del Ctv, del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali e dell’Ufficio Comunicazioni Sociali del Vicariato. E’ stato, inoltre, sottolineato che in tale occasione, i servizi “Caritas” della Stazione Termini saranno dedicati al Beato Giovanni Paolo II. Dal canto suo, il direttore della Sala Stampa, padre Federico Lombardi, ha precisato che dalle 13 di domani, sabato 30 aprile, la zona di Piazza San Pietro e di Via della Conciliazione verrà chiusa:

    “Sabato pomeriggio, notte, fino alle cinque e mezza del mattino, non c’è accesso, a via della Conciliazione ed in Piazza San Pietro. Invece, dalle cinque e mezza del mattino si aprono i varchi per permettere l’accesso”.

    I relatori si sono, quindi, soffermati sulla Messa di Beatificazione del Primo Maggio, all’insegna della Divina Misericordia, tanto cara a Papa Wojtyla. L’evento - ha affermato il dott. Angelo Scelzo, sottosegretario del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali - verrà seguito da 1300 testate televisive, 230 fotografi, 700 giornali, 250 radio di 101 nazionalità. Concelebreranno con il Papa i cardinali presenti a Roma. Ad essi si unirà mons. Mieczyslaw Mokrzycki, dal 1995 al 2005, segretario in seconda di Giovanni Paolo II.

    Padre Lombardi ha spiegato che il calice che verrà utilizzato durante la celebrazione è quello usato da Papa Wojtyla negli ultimi anni del suo Pontificato. All’altare, verrà portato un reliquario a forma di rami d’ulivo, con un’ampolla contenente il sangue del Beato. Ancora, l’arazzo che verrà svelato al momento della Beatificazione è un immagine fotografica del Papa, del 1995. Al termine della Messa, Benedetto XVI si recherà a venerare le spoglie del Beato Giovanni Paolo II in Basilica. Quindi, è stato spiegato, il flusso dei fedeli per la venerazione sarà permesso sino alle 5 del mattino del 2 maggio. Lunedì mattina, infine, si celebrerà la Messa di ringraziamento per la Beatificazione, presieduta dal cardinale segretario di Stato, Tarcisio Bertone. E per la prima volta, la Chiesa potrà invocare l’intercessione del Beato Karol Wojtyla.

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    Estratta dalla tomba la teca contentente il corpo di Papa Wojtyla. Dopo la Beatificazione l'omaggio dei fedeli

    ◊   In vista dell’omaggio che le verrà dedicato subito dopo la cerimonia di Beatificazione, e della successiva reposizione in San Pietro, stamattina la teca contenente il corpo di Giovanni Paolo II è stata estratta dalla tomba che la custodiva nelle Grotte Vaticane. Le operazioni di apertura della tomba, informa una nota ufficiale della Sala Stampa Vaticana, sono iniziate questa mattina presto finché verso le 9 ha avuto luogo un breve momento di preghiera, con il il cardinale Angelo Comastri che ha intonato il canto delle litanie. Tra i presenti, vi erano anche il cardinale segretario di Stato, Tarcisio Bertone, il cardinale Giovanni Lajolo e il cardinale Stanislao Dziwisz, oltre a personalità di Curia, alle suore dell’appartamento pontificio di Giovanni Paolo II e ai responsabili della Gendarmenia e della Guardia Svizzera. Poco dopo, sempre al canto delle litanie, la teca – posta su un carrello – è stata portata con un percorso brevissimo davanti alla tomba di San Pietro, sempre al livello delle Grotte Vaticane e ricoperta da un ampio drappo ricamato in oro. Lì, il cardinale Bertone ha recitato una breve preghiera conclusiva e l’assemblea si è sciolta verso le 9.15.

    La nota ufficiale ricorda, che le spoglie del prossimo Beato erano state sepolte all’interno di tre casse. La prima, di legno, esposta durante il funerale; la seconda di piombo e sigillata; la terza, ancora in legno, è quella più esterna e visibile, estratta questa mattina dalla tomba: il suo stato di conservazione, specifica la nota, è “buono” pur “manifestando alcuni segni del tempo”. “La grande lapide tombale, rimossa e posta in altra parte delle Grotte è conservata intatta e sarà trasportata a Cracovia per essere poi collocata – informa ancora il comunicato – in una nuova chiesa da dedicare al Beato”. La teca rimarrà invece nelle Grotte Vaticane fino a domenica mattina, quando sarà portata nella Basilica, davanti all’altare centrale, per l’omaggio del Santo Padre e dei fedeli dopo la Beatificazione. Nel frattempo, le Grotte restano chiuse al pubblico. “La reposizione stabile del corpo del Beato sotto l’altare della cappella di San Sebastiano – conclude la nota – avverrà probabilmente la sera di lunedì 2 maggio dopo la chiusura serale della Basilica”. (A cura di Alessandro De Carolis)

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    Il cardinale Angelo Amato: Wojtyla Beato, la Chiesa è in festa in ogni parte del mondo

    ◊   Pellegrini in arrivo su Roma, mass media pronti a dirette no-stop, innumerevoli iniziative spirituali e culturali su scala mondiale. Il fermento che sta caratterizzando l'antivigilia della Beatificazione di Giovanni Paolo II rappresenta solo l'inizio di un crescendo che avrà il suo culmine con il rito del primo maggio. Dietro ogni evento, piccolo o grande, si scorge la grande venerazione che milioni di persone nutrono per Papa Wojtyla. Un legame che resta vivissimo, a sei anni di distanza dalla sua scomparsa, e che unisce i semplici cristiani come quelli che furono i primi collaboratori del Pontefice polacco. Tra questi ultimi figura il cardinale Angelo Amato, prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, che ha seguito da vicino la Causa di Beatificazione di Giovanni Paolo II. Roberto Piermarini gli ha chiesto con quali sentimenti personali si prepari a questo evento:

    R. - Con sentimenti di gratitudine a Dio Trinità per il dono di questo grande Pontefice, che ha vissuto con radicalità il Vangelo di Cristo, da lui proclamato con coraggio ai quattro angoli della terra. Un aspetto significativo del suo pontificato è stato proprio l’entusiasmo missionario. I suoi viaggi apostolici erano vere e proprie “missiones ad gentes” per testimoniare la parola di vita e di verità di Nostro Signore Gesù Cristo.

    D. - Papa Wojtyła ha ripetuto lungo tutto il suo Pontificato che la Chiesa e il mondo hanno bisogno di Santi. La sua Beatificazione ne è una conferma?

    R. - Certamente. Se i conti sono giusti, Papa Wojtyła ha celebrato 1.338 beatificazioni (in questo numero ci sono anche gruppi di centinaia di martiri per una sola cerimonia) e 482 canonizzazioni. Sono tre le ragioni di questo autentico impegno pastorale: 1. ricordare ai fedeli di onorare con fedeltà gli impegni battesimali, corrispondendo alla loro chiamata alla santità (come dice il Vaticano II nel capo V della Lumen gentium); 2. mostrare al mondo che i beati e i santi, vivendo le beatitudini evangeliche, sono delle “buone notizie” per tutti. Essi, infatti, sono stati miti, misericordiosi, pacifici. I Santi sono autentici benefattori dell’umanità con l’accoglienza dei poveri e dei bisognosi, con la consolazione degli afflitti, con l’istruzione degli ignoranti, con la difesa dei deboli; 3. con il loro spirito di preghiera e di adorazione, i santi ci richiamano costantemente a vivere protesi verso la Gerusalemme celeste. I santi cioè spalancano la finestra di questo mondo al sole eterno della vita divina trinitaria. Uno degli aspetti più qualificanti del pontificato di Papa Wojtyła è stata la sua attenzione pastorale alla valorizzazione della santità. Del resto, mediante i beati e i santi molte famiglie cristiane e non sono state soccorse da miracoli clamorosi ottenuti con la loro intercessione. È come un potente raggio di grazia divina che risana le ferite dell’umanità.

    D. - Per elevare un Servo di Dio all’onore degli altare c’è bisogno di un miracolo che nel caso di Giovanni Paolo II è stato accertato scientificamente. Ma quante altre testimonianze di santità avete ricevuto in questi anni dopo la sua morte?

    R. - Una Beatificazione esige due elementi: la fama sanctitatis, e cioè la diffusa convinzione tra i fedeli della vita santa di un Servo di Dio, e la fama signorum, che è una conseguenza della fama di santità e che consiste nell’abbondanza di grazie e di favori ottenuti dai fedeli mediante l’intercessione di un Servo di Dio. Da questo punto di vista la causa di Giovanni Paolo II è stata facilitata sia da una diffusissima fama sanctitatis, sia anche da un’altrettanto solida fama signorum. Sono infatti innumerevoli le grazie – tra esse c’è anche il miracolo ottenuto da Suor Marie Simon Pierre – che i fedeli di tutto il mondo hanno ricevuto con l’intercessione di Papa Wojtyła. Ancora oggi arrivano testimonianze in tal senso. Proprio ieri mattina sul “Giornale” c’è la testimonianza della scrittrice Margherita Enrico che in un suo libro narra, fra l’altro, anche la guarigione miracolosa ottenuta dal suo bambino.

    D. - Dopo l’annuncio della Beatificazione, che reazioni ha raccolto da parte della Chiesa nel mondo?

    R. - Sono state tutte risposte di soddisfazione e di esultanza da parte dei Pastori e dei fedeli. Finalmente essi vedevano realizzato il sogno di venerare come Beato il Papa venuto dall’est. Dopo la sua morte, i cattolici di tutto il mondo erano profondamente convinti che Papa Wojtyła godeva già la comunione con Dio Trinità. Del resto, la sua tomba è stata ogni giorno meta di pellegrinaggi quotidiani, in tutte le stagioni, anche nelle giornate piovose e fredde. La beatificazione è la conferma solenne della convinzione del popolo di Dio, che crede che Giovanni Paolo II si trovi già in paradiso, da dove continua a ricordarsi di noi e a intercedere per i nostri bisogni spirituali e temporali.

    D. - In molti già si chiedono quanto tempo trascorrerà prima della Canonizzazione di Giovanni Paolo II. Si può fare una previsione?

    R. - Per la canonizzazione ci vuole un altro miracolo. Non credo che si possa fare una previsione precisa sulla data. Si può solo dire che dopo la beatificazione la postulazione si metterà all’opera per la raccolta delle grazie e per una loro eventuale valutazione. Una volta individuata una grazia, che potrebbe configurarsi come straordinaria, dopo l’indagine diocesana, ci sarà il processo romano, che comprende alcuni passaggi obbligati: commissione scientifica, consulta teologica, voti dei Padri Cardinali e Vescovi della Congregazione delle Cause dei Santi. Se tutto va bene, il Prefetto porta la documentazione dal Santo Padre per il suo consenso. Una volta espletata la procedura canonica, il Papa indice un concistoro pubblico, nel quale annuncia la data della canonizzazione. Vorrei fare una considerazione sul tempo. C’è in tutti una grande aspettativa di urgenza. È una realtà positiva. Vorrei solo aggiungere che il tempo in vista della canonizzazione non dovrebbe essere considerato tempo vuoto o semplice tempo di attesa. Questi mesi, questi anni sono un tempo provvidenziale per conoscere meglio la figura del Beato, per corrispondere con più fedeltà ai suoi esempi e insegnamenti. Questo tempo di attesa è quindi un tempo da riempire sia con la contemplazione del Beato sia con l’imitazione delle sue virtù. Un Santo non è solo da celebrare, ma soprattutto da imitare.

    D. - Quali frutti si aspetta per la Chiesa da questa Beatificazione del primo maggio?

    R. - Io credo che sono molti i frutti che la Chiesa si aspetta. Per i singoli fedeli Papa Wojtyła sarà ancora una volta ispiratore di conversione alla vita buona, di vocazione alla missione, di invito a “prendere il largo” (Lc 5,4) abbandonando gli atteggiamenti egoistici e incentivando gli abiti virtuosi della fede, della speranza, della carità, della fortezza. Per le nazioni “cristiane” la beatificazione di Papa Wojtyła sarà un richiamo serio a essere fedeli alle radici cristiane della loro civiltà, a evitare la deriva del materialismo pratico (dopo il perverso materialismo ideologico) e del relativismo etico, rifiutando l’aborto, le manipolazioni genetiche, l’eutanasia, la contraccezione, il divorzio. La Beatificazione non è solo un evento mediatico o sentimentale, ma un evento di grazia che deve produrre frutti spirituali di maggiore fedeltà al Vangelo. Se la beatificazione di Papa Wojtyła produrrà questi frutti sarà un’ulteriore conferma della sua santità.

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    Le testimonianze dei cardinali Grocholewski, Etchegaray e Tucci: "Karol Wojtyla, tanti anni con lui e ora lo chiamiamo Beato"

    ◊   Uomo del dialogo, del rispetto, della coerenza della fede. Al microfono di Fabio Colagrande, il cardinale Zenon Grocholewski, prefetto della Congregazione per l'Educazione – Cattolica, ricorda alcune delle qualità umane e spirituali di Papa Wojtyla che tanto hanno impressionato il mondo durante il suo lungo Pontificato:

    R. - Per me ha un significato grande, perché si mette in luce una persona, una persona che ha suscitato l'ammirazione di tutti, una persona - io penso - molto eloquente per il mondo di oggi. Oggi assistiamo a discussioni fra politici, a continui scontri gli uni contro gli altri: tutti parlano del dialogo, ma non c'è praticamente nessun dialogo... Con Giovanni Paolo II è apparsa all’orizzonte una persona di vero dialogo, l'unica persona - forse – capace di vero dialogo. Giovanni Paolo II parlava con tutti, parlava con tutte le religioni - buddisti, musulmani, ebrei - parlava con gli uomini della scienza e della tecnica, parlava con gli operai, con i giovani... non c'è alcuna categoria di persone con la quale non abbia parlato. Ha dialogato con tutti, questo è il primo punto. Il secondo punto è questo: parlava con rispetto. Non ha mai offeso nessuno, al contrario di oggi quando, in tante discussioni, assistiamo alle tante offese che vengono rivolte da una parte e dall'altra... Terzo elemento importante: ha sempre professato la propria identità davanti a tutti. Non ha mai cercato di modificare la dottrina per far piacere ai giovani o a chiunque altro... Davanti a tutti ha professato la propria identità e quindi era un interlocutore credibile. Quarto elemento: per i tanti anni del suo Pontificato è stato una persona coerente, non ha cambiato il suo modo di essere. La sua visione della vita è sempre stata coerente. Questo tipo di personalità ha suscitato una grande ammirazione in tutto il mondo, da parte di tutte le religioni, del mondo della politica, della scienza. In un certo senso, Giovanni Paolo II ha rappresentato un ideale di persona per il mondo moderno. Di tali persone abbiamo bisogno: il mondo sarebbe felice di avere persone come lui, perché potrebbero contribuire veramente ad un grande progresso. (mg)

    Il cardinale Roberto Tucci – ex direttore generale della Radio Vaticana e per lunghi anni organizzatore dei viaggi apostolici di Giovanni Paolo II – lo ricorda soprattutto come uomo di preghiera. L'intervista è di Alessandro Di Bussolo, collega del Centro Televisivo Vaticano:

    R. - Sì, un maestro di preghiera senz’altro. Bastava vederlo pregare, anche in mezzo a gente che gridava parole di amore e di affetto al Papa e che dopo un po’ stava zitta perché si accorgeva che il Papa non si muoveva dalla sua preghiera davanti al Santissimo Sacramento, nella cappella dove era in ginocchio. Nonostante tutto il chiasso che facevano, soprattutto in Paesi più - diciamo - entusiasti, piano piano alla fine non si sentiva più un rumore nella Chiesa: tutti erano, in un certo senso, uniti alla preghiera del Papa o perlomeno rispettavano con questo silenzio questo assorbimento del Papa nel suo contatto con il Signore.

    Sulla stessa lunghezza d’onda si snodano i ricordi del cardinale Roger Etchegaray, vice-decano del Collegio Cardinalizio e presidente emerito dei Pontifici Consigli Giustizia e Pace e Cor Unum, per il quale Giovanni Paolo II è stato e resta per tutti semplicemente un uomo di Dio. L'intervista e di Charles Le Bourgeois:

    R. – Quand on relit toute sa vie de Pape, on s’aperçoit que Dieu est partout. …
    Se osserviamo la sua vita di Papa, ci si accorge che per lui, Dio è ovunque. Tutte le sue iniziative, tutte le sue dichiarazioni, tutti i suoi gesti, in qualsiasi continente sia andato, erano compiuti unicamente per dire che Dio non soltanto esiste, ma che è con noi; che senza di Lui l’uomo non può essere felice. Giovanni Paolo II voleva aiutare gli uomini a vivere come Dio e con Dio e ha cercato di unire Dio e l’uomo. E per questo ha impegnato tutta la sua vita. Era un messaggero di pace: voleva che ciascun individuo e tutti i popoli vivessero per la pace. Anche per questo la sua Beatificazione toccherà non soltanto i cristiani, ma sarà un grande momento di condivisione e di gioia. Io, personalmente, ho passato una trentina d’anni con lui e l’ho conosciuto da vicino, abbiamo lavorato molto insieme. C’era tra di noi un’amicizia profonda. Ora lo chiameremo Beato Giovanni Paolo II! (gf)

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    Nuovo sito su Giovanni Paolo II realizzato in sinergia dai media vaticani

    ◊   In occasione della Beatificazione di Giovanni Paolo II, domenica primo maggio, è stato pubblicato su Internet un nuovo spazio web , realizzato grazie al coinvolgimento di varie istituzioni vaticane (Servizio Internet Vaticano, Direzione delle Telecomunicazioni, Servizio Fotografico de L’Osservatore Romano, Radio Vaticana, Centro Televisivo Vaticano, Libreria Editrice Vaticana, Sala Stampa, Pontificio Consiglio per le Comunicazioni Sociali, Opera Romana Pellegrinaggi e Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli). Nel sito Sono presenti 500 foto, 30 video e 400 frasi in sei diverse lingue che ripercorrono alcuni dei momenti più significativi della vita e del Pontificato di Papa Karol Wojtyla. Ogni argomento viene presentato in forma di libro da sfogliare. La sezione dedicata al Pontificato è realizzata elusivamente attraverso video. Un’altra è interamente dedicata alle preghiere di Papa Wojtyla. Sarà anche possibile seguire in diretta tutti gli eventi legati alla Beatificazione attraverso il servizio di streaming. (A.L.)

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    Aperta in Vaticano la Mostra-omaggio di Benedetto XVI a Giovanni Paolo II

    ◊   “Giovanni Paolo II. Un omaggio di Benedetto XVI in occasione della beatificazione”. E’ il titolo della mostra inaugurata ieri al Braccio di Carlo Magno a San Pietro alla presenza del cardinale segretario di Stato, Tarcisio Bertone. L’esposizione – organizzata dal Governatorato della Città del Vaticano in collaborazione con l’ambasciata della Polonia presso la Santa Sede e il Ministero della cultura polacco – ripercorre in quindici sezioni la vita e il Pontificato di Karol Wojtyla. C’era per noi Michele Raviart:

    Il Vangelo sfogliato dal vento sul feretro di Giovanni Paolo II. Una delle immagini simboliche più potenti dei funerali del 2005, viene rievocata dal grande evangelario che sovrasta l’entrata della mostra-omaggio di Benedetto XVI al suo predecessore. Un viaggio nella vita di Karol Wojtyla, raccontato attraverso i suoi luoghi e i suoi oggetti. Un allestimento epico e multimediale, che parte dalle immagini della casa natale a Wadowice e dai documenti originali che hanno scandito le tappe fondamentali del suo sacerdozio in Polonia. Hanna Suchocka, ambasciatore della Repubblica di Polonia presso la Santa Sede:

    “Questa mostra ci offre, di nuovo, un messaggio importante: chi era questo Papa? Da questa mostra possiamo sapere di più su Wadowice e Cracovia, specialmente su Wadowice, perché non è così ben conosciuta nel mondo. I viaggi del Santo Padre li conosciamo tutti, ma questa parte della Polonia è una parte – possiamo dire – sconosciuta”.

    Le parole dell’Habemus Papam del 1978 accompagnano il visitatore in un passaggio buio, che mostra i tragici momenti dell’attentato del 1981. La sala più grande della mostra è invece dedicata al lungo regno di Giovanni Paolo II, ricordato dalle medaglie celebrative per ogni anno di Pontificato. Le Encicliche, i libri, le canonizzazioni, le nomine, i viaggi, ogni aspetto è scrupolosamente documentato e accompagnato da foto e video, fino alla sofferenza degli ultimi anni e al toccante omaggio del mondo durante le sue esequie. Il cardinale Giovanni Lajolo, presidente del Governatorato:

    “Gia il titolo indica l’unicità di questa mostra. E’ un omaggio del Papa Benedetto XVI al suo predecessore, l’amato Papa Giovanni Paolo II. La sua è stata una vita così unicamente ricca di esperienze e di doni umani e divini, ricevuti e generosamente dati. Confido che i momenti della vita di Giovanni Paolo II, che questa mostra riporta alla nostra memoria, possano ravvivare nei visitatori la gratitudine al Signore per aver donato alla sua Chiesa e al mondo un Papa, un uomo così fedele a Cristo, così vicino agli uomini e così amato”. (mg)

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    Le dirette no-stop del canale 105 live della Radio Vaticana a servizio dei pellegrini della Beatificazione diffuse anche nella metro di Roma

    ◊   I microfoni della Radio Vaticana arrivano anche nella Metropolitana di Roma per la Beatificazione di Giovanni Paolo II. One O Five Live FM 105, il canale italiano della Radio Vaticana e Roma Radio, l’emittente digitale dell’Agenzia Roma Servizi per la Mobilità di Roma Capitale, si sono accordate per trasmettere a reti unificate nelle 49 stazioni della metro capitolina notizie di servizio per pellegrini, turisti e cittadini romani presenti a Roma nei giorni della Beatificazione. Dalle 9.05 di sabato 30 aprile alla sera di domenica primo maggio, Radio Vaticana FM 105 e Roma Radio trasmetteranno notizie di pubblica utilità in aggiornamento continuo sul piano trasporti pubblici di autobus, metro e tram a Roma, flussi pedonali e mobilità privata. Radio Vaticana FM 105, trasmetterà inoltre informazioni no-stop di pubblica utilità dalla Sala Sistema Roma del Campidoglio, in collaborazione con la Protezione Civile di Roma Capitale, il 118, Atac, Metro, Ama, Questura e Prefettura di Roma, dalla sala operativa Luce Verde della Polizia Municipale di Roma e dell’Aci. Collegamenti anche con le Ferrovie dello Stato. La no-stop sarà diffusa in FM 105 per Roma e provincia, in Onda Media su OM 585 per Roma e Lazio, live su web all’indirizzo “radiovaticana.org” e “radiovaticana.org/105live”, oltre che – in forma sperimentale – sul digitale terrestre radiofonico, Dab+ canali 7B, 12D per Roma e provincia, canale 13D per l’Italia.

    Per i nuovi media, la possibilità di seguire la no-stop di Radio Vaticana 105 anche su cellulari tipo iPod e iPad all’indirizzo web http://rv.va/5 con la programmazione della rete italiana. I temi della no-stop affronteranno alcuni aspetti che hanno caratterizzato il Pontificato di Papa Wojtyla. La sofferenza, il dialogo interreligioso, la preghiera, la comunicazione, i viaggi, il culto mariano, il mondo del lavoro, la politica e lo sport. Tra gli ospiti della no-stop di Radio Vaticana 105 il card. Leonardo Sandri, che il 2 aprile 2005 diede l’annuncio in Piazza San Pietro della morte di Giovanni Paolo II, il padre Vincenzo Coli, custode del Sacro Convento di Assisi nel Pontificato di Giovanni Paolo, la Fraternità francescana di Betania, il professor Vittorio Emanuele Parsi dell’Università Cattolica, padre Stefano de Fiores, teologo confortano, Padre Giovanbattista Pizzaballa, Custode di Terra Santa, ed ancora J. Navarro Valls, portavoce di Giovanni Paolo II, mons. Piero Marini, già cerimoniere pontificio, il cardinale Angelo Bagnasco, presidente Cei, Dino Boffo, direttore di Tv2000 e RadioInBlu, già direttore di Avvenire con Giovanni Paolo II, Marco Tarquinio, direttore di Avvenire, don Antonio Sciortino, direttore di Famiglia Cristiana, lo scrittore Gianfranco Svidercoschi, responsabili di movimenti ecclesiali, dell’associazionismo cattolico, ed ancora politici, sportivi, rappresentanti del mondo della cultura, dello spettacolo, cinema e teatro.


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    Il cardinale Grocholewski inviato speciale del Papa per i 600 anni della cattedrale polacca di Włocławek

    ◊   Il Santo Padre ha nominato il cardinale Zenon Grocholewski, prefetto della Congregazione per l’Educazione Cattolica, come suo inviato speciale alle celebrazioni del VI centenario della dedicazione della Cattedrale polacca di Włocławek, che avranno luogo il 26 giugno 2011.

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    Assemblea dell’Unione Europea di Radio-Televisioni sul ruolo del servizio pubblico per il bene comune

    ◊   Proseguono in Vaticano i lavori dell’Assemblea dell’Ebu, l'Unione Europea di Radio-Televisioni, Associazione professionale che raggruppa le emittenti radiotelevisive del servizio pubblico operanti in Europa e nel bacino del Mediterraneo. Ieri sera, presso il Braccio nuovo dei Musei Vaticani, si è tenuta la cena di gala. In questa occasione, è stata ribadita l’importanza dei mezzi di informazione, specialmente pubblici, al servizio del bene comune. Amedeo Lomonaco:

    Il cardinale Giovanni Lajolo, presidente del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano, ha sottolineato che la Chiesa cattolica è consapevole della sua responsabilità di custode e promotrice delle arti e dell’educazione dell’umanità al gusto della bellezza che eleva l’uomo e lo spirito. E nella bellezza – ha aggiunto il porporato si manifesta lo splendore della verità:

    “Ogni volta che nel vostro alto compito di comunicatori vi impegnate a servire il vostro pubblico per aiutarlo a crescere nella conoscenza, nell’amore della storia e della cultura umana e religiosa, sappiate che troverete in noi degli alleati e degli amici pronti a collaborare per attuare nel modo migliore questo ideale”.

    Il segretario della Santa Sede per i Rapporti con gli Stati, l’arcivescovo Dominique Mamberti, ha affermato poi che la collaborazione tra le autorità e le istituzioni religiose e civili, nel rispetto della loro natura e delle loro rispettive competenze, può essere “di grande beneficio per il bene dei popoli” in molteplici ambiti:

    "Dans le domaine des communications sociaux…
    Nel campo delle comunicazioni sociali e in quello più tecnico delle telecomunicazioni la Radio Vaticana è stata, sin dalla sua fondazione, un organismo presente nella vita internazionale incoraggiata, in questo, dalle autorità della Santa Sede. E la Santa Sede è molto fiduciosa che il settore delle comunicazioni sia a livello dei messaggi che vengono diffusi che a livello delle tecnologie sia oggi una delle dimensioni più importanti e più strategiche per la vita e l’avvenire dell’umanità ed è desiderosa di contribuire agli sforzi, che si compiono nelle assemblee internazionali e in altre istanze perché questa realtà sia animata e amministrata per il bene dei popoli".

    Durante la cena di gala Heinz Dieter Sommer, presidente della Commissione Radio dell’Ebu, ha salutato infine la contessa Elettra Marconi figlia dello scienziato italiano, Guglielmo Marconi, inventore della radio:

    "We should never forget….
    Non dovremmo mai dimenticare che fu un’invenzione di suo padre, di un ingegnere, di un fisico, che ci ha dato la possibilità di fare il nostro lavoro. Non dobbiamo, inoltre, mai dimenticare di non essere soli, dobbiamo essere consapevoli di questo: ci sono tutti i colleghi, i tecnici, gli ingegneri ecc., loro sono tanto importanti quanto i nostri contenuti. Penso che tutti noi abbiamo la stessa emozione nell’incontrarla qui in questa Assemblea di Roma. Siamo tutti contenti e grati nell’essere consapevoli che la radio e i programmi radiofonici sono più di un contenuto, sono il lavoro di tante persone alle quali dobbiamo dire grazie!".

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    Oggi su "L'Osservatore Romano"

    ◊   Alla vigilia della beatificazione di Papa Wojtyla, in prima pagina un editoriale del vice direttore dal titolo “Nella dimensione di Dio”.

    Quel baciamano in volo lungo ventisei anni: nell’informazione vaticana, intervista di Mario Ponzi ad Alberto Gasbarri, direttore amministrativo della Radio Vaticana, sui viaggi apostolici di Giovanni Paolo II.

    In cultura, un articolo di Isabella Farinelli dal titolo “La sete dell'Anonimo veneziano”: lo scrittore Giuseppe Berto intravide nell’avvento di Giovanni Paolo II un segno dei tempi nuovi.

    Un fumetto contro la paura: la prefazione del direttore al libro “Giovanni Paolo II. Il Papa dal cuore giovane”, con la storia a fumetti di Papa Wojtyla disegnata da Andrea Lucci.

    Silvia Guidi recensisce “Il mio Rosmini!”, la prima biografia a fumetti del beato di Rovereto.

    Spiritello giocherellone tra rinascimento e manierismo: Sandro Barbagallo su Arcimboldo, in mostra al Palazzo Reale di Milano.

    Il maestro che affrescava le cupole: Giulia Galeotti sui restauri del Pomarancio a Loreto.

    Inedita e “sprezzante” Cristina Campo, tra le voci più alte del Novecento, nel carteggio con Roberto Papi, figura eminente della Firenze del dopoguerra.

    In fuga da Misurata: in rilievo, nell’informazione internazionale, la crisi libica.

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    Oggi in Primo Piano



    Marocco: condanna per l’attentato di Marrakech, sospettata Al Qaeda

    ◊   In Marocco proseguono le indagini all’indomani dell’attentato di Marrakech, avvenuto nella centralissima piazza Jemaa el Fna, e costato la vita a 16 persone tra cui sei francesi, un olandese e una coppia di israeliani. Gli investigatori sembrano privilegiare la pista di Al Qaeda, ma per il momento non si escludono altre ipotesi. L’attenzione resta puntata sulle conseguenze a livello della politica interna. Il servizio è di Eugenio Bonanata:

    L’unica certezza è che la strage non fermerà il processo di riforme avviato dal re Mohamed VI. Lo ha detto il portavoce dell’esecutivo marocchino, confermando la strada intrapresa dal monarca a fronte delle prime proteste di piazza nel paese, dopo quelle in Egitto e Tunisia. Alessandro Politi è analista politico e Strategico:

    “Semplicemente perché il re è fermamente intenzionato a prevenire qualunque tipo di protesta di massa, non solo con gli apparati di sicurezza, ma anche con una serie di aperture preventive. Del resto si tratta della strategia più intelligente che una monarchia di questi tempi possa adottare e sarebbe stato meglio se avessero adottato lo stesso approccio in Bahrein”.

    Il sovrano ha garantito l’impegno a riformare la Costituzione, il prossimo primo maggio scatterà l’aumento per pensioni e salari. Nelle scorse settimane, invece, è arrivata la liberazione dei detenuti politici. Secondo alcuni osservatori, la chiave dell’attentato è da ricercare proprio in questa concessione:

    “E’ piuttosto improbabile che un ex detenuto sia così pronto, così organizzato da uscire dal carcere e poi farsi saltare per aria. Un attentato del genere ha comunque bisogno di preparazione. Nulla si può escludere al momento, però, il collegamento diretto ‘dopo l’amnistia ecco il primo attentato’ va verificato. Potrebbe esserci un collegamento, nel senso di fare questo attacco in un luogo altamente simbolico, frequentato da occidentali, visibilissimo nell’industria turistica per stroncare anche questi tentativi di reintegrazione e pacificazione con gli ex terroristi”.

    L’Onu, l’Ue e diverse cancellerie occidentali hanno condannato l’attentato. Gli Stati Uniti e L’Interpool hanno offerto aiuto sul fronte indagini, che devono chiarire in primis la dinamica dell’accaduto. Qualcuno tra i testimoni ha parlato di un kamikaze, altri di un uomo che ha depositato una valigia nel locale allontanandosi poco prima dell’esplosione. In attesa di una rivendicazione, uno dei principali gruppi islamici del Paese ha preso le distanze dall’accaduto mentre gli investigatori non escludono la pista di Al Qaeda:

    “Al Qaeda, nel Maghreb arabo, come tutti i movimenti qaedisti, ha perso l’iniziativa politica in giro per il mondo, e quindi può ammazzare, ma non ha più la capacità di creare consenso o di avere veramente un’efficace pressione sulle elite locali”.

    Per il momento nessuna svolta, ma molti dubbi. Resta in piedi anche l’ipotesi del terrorismo locale:

    “E’ difficile scartare la pista criminale, perché la bomba è stata particolarmente potente e non è detto che un giubbotto esplosivo abbia questa potenza. E’ una cosa che va verificata con i rilievi che ovviamente la scientifica marocchina sta facendo”.

    L’esplosione ha distrutto il locale, storicamente frequentato da turisti, che si affaccia attraverso una terrazza panoramica sulla piazza più famosa del Paese. Le autorità non hanno fornito ancora l’identità delle vittime straniere. Fonti ospedaliere locali hanno precisato che la notte scorsa altre due persone sono morte per le ferite riportate.

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    Londra, enorme folla alle nozze tra il principe William d'Inghilterra e Kate Middleton

    ◊   I membri delle case regnanti d’Europa e gli emiri d’Oriente, e con loro 1900 invitati, hanno fatto da cornice, questa mattina, alle nozze tra il principe William d’Inghilterra – secondo in successione al trono sul quale siede la regina Elisabetta – e Catherine Elizabeth Middleton. La cerimonia è stata presieduta nell’Abbazia londinese di Westminster dal primate della Chiesa anglicana, Rowan Williams. La coppia si è poi diretta in carrozza al Palazzo Reale, salutata da due ali di folla. Milioni gli spettatori che hanno seguito l’evento in diretta tv. La cronaca da Londra di Sagida Sayed:

    Le campane di tutte le chiese di Londra hanno iniziato a suonare a festa verso le undici e un quarto, ora di Londra, quando il principe William si è avviato verso la splendida Abbazia di Westminster, dove da centinaia di anni si celebrano i matrimoni reali, circa 45 minuti prima della futura sposa Catherine Middelton, ma non sono riuscite a sovrastare gli applausi e la gioia collettiva della folla proveniente da tutto il mondo, che per molte ore ha aspettato dietro alle transenne il passaggio delle auto reali e degli ospiti, circa 1900, tra cui monarchi, commilitoni, colleghi del principe e amici di famiglia della sposa, oltre a personaggi del mondo dello spettacolo.

    La capitale si è completamente fermata per l’evento di grande richiamo mediatico e si appresta a festeggiare i due reali, il cui titolo è ora di duca e duchessa di Cambridge con i party di strada, che si svolgeranno anche in cinquemila altre città del regno. L’atteso matrimonio, a 30 anni di distanza da quello di Carlo e Diana, è un momento storico per la corona reale, che affida alle nuove generazioni il futuro della monarchia e che nel principe William e nella principessa Catherine - una persona comune - rilancia un’immagine di magnificenza e potere, ma anche di rapporto sempre più vicino ai sudditi.

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    Chiesa e Società



    Polonia: le iniziative dei giovani per la Beatificazione di Papa Wojtyla

    ◊   Domani, 30 aprile, in 20 città della Polonia, i giovani polacchi della Fondazione “Opera del Nuovo Millennio” ricorderanno Giovanni Paolo II con una serie di veglie di preghiere e alle 21 e 37 (l’ora in cui Papa Wojtyla è tornato alla “casa del Padre”), sarà passata ai rappresentanti delle istituzioni pubbliche una lanterna contenente il fuoco dal Santuario della Divina Misericordia a Cracovia–Lagiewniki. I giovani della Fondazione - riferisce l'agenzia Sir - vogliono così ricordare l’omelia di Giovanni Paolo II, pronunciata il 17 agosto 2002, durante la consacrazione del Santuario della Divina Misericordia, quando il Papa chiamava a “trasmettere al mondo questo fuoco della Misericordia”. La Fondazione è stata creata dalla Conferenza episcopale polacca nel 2000, dopo la visita di Giovanni Paolo II in Polonia nell’anno 1999, con lo scopo di sottolineare le linee-guida del suo pontificato, sostenendo opere sociali, soprattutto nell’ambito della cultura e dell’educazione. Il programma più importante della Fondazione sono le borse di studio per ragazzi e giovani delle regioni rurali fortemente toccate della disoccupazione. Il giovane viene accompagnato lungo la strada della sua educazione, dalla scuola media al liceo. Attualmente la Fondazione aiuta 2.500 persone di tutto il Paese, non solo pagandoli ogni mese una certa somma di soldi, ma anche svolgendo per loro un vasto programma della formazione cristiana e civile. (R.P.)

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    Misericordie d’Italia: in prima linea nell’assistenza sanitaria dei fedeli per la Beatificazione

    ◊   Quattro postazioni mediche avanzate, 23 ambulanze (tre delle quali con medico a bordo, le altre con un infermiere), 25 squadre appiedate di soccorso, il tutto per oltre 300 volontari impegnati provenienti dal Lazio, dalla Toscana e dalla Campania. È questo il contributo offerto dalla Confederazione nazionale delle Misericordie d’Italia a supporto dei pellegrini che saranno nel prossimo fine settimana a Roma per la beatificazione di Giovanni Paolo II. Un impegno che replicherà quello straordinario messo in campo per i funerali di papa Wojtyla che richiamarono in Vaticano una folla immensa di fedeli. I confratelli delle Misericordie avranno la loro base operativa sulla Cristoforo Colombo, nei locali della ex Fiera di Roma. “C’eravamo quando il mondo lo ha salutato in lacrime, ci saremo quando sarà proclamato Beato”, ha sottolineato il Presidente della Confederazione nazionale delle Misericordie d’Italia, Roberto Trucchi. “Portiamo ancora nel cuore – ha aggiunto Trucchi - le parole che Papa Giovanni Paolo II ci rivolse in occasione dell’udienza del 1986, riprese e ampliate in quella del 1996 ed anche nel grande Giubileo del 2000: “Siate promotori e fautori della Civiltà dell’Amore, siate testimoni infaticabili della cultura della carità”, parole che ci hanno accompagnato e sostenuto nel corso di questi anni e che ci indicano con spirito profetico la via da percorrere”. (M.G.)

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    Beatificazione Giovanni Paolo II, creato polo di accoglienza e supporto mamma-bambino

    ◊   In occasione delle giornate dedicate alla Beatificazione di Papa Giovanni Paolo II - dalla notte del 30 aprile fino al tardo pomeriggio del primo maggio - Croce Rossa Italiana, assieme a "Salvamamme" e "Happy Family Onlus" allestiranno, per la prima volta in Italia, un polo di accoglienza mamma-bambino che sarà dedicato non solo alla salute e al benessere dei più piccoli, ma anche al supporto concreto alle famiglie di pellegrini giunte per l’occasione nella Capitale. La struttura troverà posto in piazza Risorgimento e si avvarrà del lavoro di 100 mamme volontarie di 20 nazionalità diverse. Sarà disponibile un vero centro di puericultura, in cui opererà, oltre alle volontarie formate, una psicologa per supportare i genitori in caso di piccole emergenze. Verranno allestite per l’occasione aree adibite al cambio dei pannolini e dei vestitini, oltre ad uno specifico spazio dedicato all’allattamento e alla pappa. I volontari organizzeranno la loro presenza in turni. Sarà inoltre in servizio l’Ospedale Mobile Pediatrico di Happy Family Onlus, che integrerà, con la presenza di medici, il servizio socio-sanitario offerto da Croce Rossa Italiana. L’iniziativa - patrocinata dal parlamento europeo e dal Consiglio regionale del Lazio e dedicata all’Anno europeo del Volontariato - rappresenta un’importante tappa per migliorare l’accoglienza ed il supporto alle famiglie ospiti di Roma, da poter riproporre in occasione di eventi di varia natura. (M.G.)

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    Usa: intervento al catholic Prayer Breakfast di mons. Lori su Giovanni Paolo II e libertà religiosa

    ◊   «Quello di Giovanni Paolo II è stato un insegnamento che ha toccato molto profondamente i cuori dei cattolici degli Stati Uniti», un insegnamento che ha a che fare anche con la difesa della libertà religiosa nel Paese e all’estero. È quanto ha affermato mons. William Edward Lori, vescovo di Bridgeport ed ex presidente del Comitato sulla dottrina della fede della Conferenza episcopale degli Stati Uniti, nel discorso che ha pronunciato a Washington davanti al presidente degli Stati Uniti Barack Obama e agli altri partecipanti al National Catholic Prayer Breakfast. L’evento annuale - riferisce L'Osservatore Romano - riunisce nella capitale federale esponenti dell’Amministrazione, del Congresso, della Giustizia, dei Corpi militari statunitensi. Sono invitati anche i leader religiosi di altre confessioni, i diplomatici ed esponenti del settore imprenditoriale. Nel discorso, mons. Lori ha sottolineato che «per essere coerenti con l’azione pastorale del compianto Papa Wojtyła, i cattolici americani devono continuare a difendere la libertà religiosa e la dignità umana». Al riguardo, il vescovo di Bridgeport ha richiamato l’attenzione «sulle persecuzioni che, anche adesso, subiscono molte comunità cristiane nel Medio Oriente» e la necessità che «i leader politici mostrino apertamente la solidarietà per coloro che rischiano ogni giorno la vita e che spesso vengono uccisi per proclamare il nome di Cristo». Parlando della tutela della libertà religiosa negli Stati Uniti, mons. Lori ha notato che «è in atto un sottile ma pericoloso attentato ai diritti riconosciuti in questo Paese». Ha citato i nuovi statuti introdotti nel settore della salute pubblica che «provocano problemi di coscienza a quanti, semplici cittadini ed operatori sanitari, trovano nella fede i principi fermamente contrari all’aborto». «Troppo spesso — ha aggiunto — la libertà religiosa viene vista quasi come un privilegio, un riconoscimento speciale invece che un diritto inalienabile. Invece, le organizzazioni religiose dovrebbero ricevere maggiori garanzie per tutelare il diritto di credo, specialmente quando il ruolo che esse ricoprono nell’assistenza ai poveri e a quanti sono nel bisogno è così largamente diffusa nella società civile». Mons. Lori ha concluso l’intervento sottolineando che «non può essere considerata giusta e ragionevole ogni decisione che impedisca alla Chiesa di svolgere la sua naturale missione sociale». Dopo la presentazione della sintesi del film-documentario «I nove giorni che cambiarono il mondo», sul primo viaggio apostolico di Giovanni Paolo II nella sua amata Polonia, compiuto nel 1979, ha preso la parola Newt Gingrich, ex speaker della Camera dei rappresentanti, un incarico da lui ricoperto dal gennaio del 1995 allo stesso mese del 1999. L’esponente politico ha parlato della sua esperienza di conversione al cattolicesimo avvenuta nel 2009. Ha inoltre ricordato il suo incontro con il Papa nel corso della visita di Benedetto XVI a Washington nel 2008. (R.P.)

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    Usa: Giovanni Paolo II unisce gli americani, apprezzamento all’80%

    ◊   La figura di Giovanni Paolo II raccoglie ammirazione fra l’80% dei cittadini statunitensi. È quanto rileva un sondaggio realizzato dai Cavalieri di Colombo a pochi giorni dalla beatificazione di Papa Wojtyła. Dall’indagine emerge un apprezzamento che unisce cattolici e non cattolici e che va ampiamente al di là della loro specifica appartenenza religiosa. Per Carl Anderson, cavaliere supremo dei Cavalieri di Colombo sentito dall’Osservatore Romano, tuttavia, “non è sorprendente che il popolo americano, al quale Giovanni Paolo II si è rivolto direttamente così tante volte, pensi che sia giusto dichiararlo beato”. Infatti — rileva Anderson — “Giovanni Paolo II è stato un Papa veramente storico. Nel corso del suo pontificato ha visitato più di una dozzina di città americane, e ha lasciato un chiaro segno nella mente e nello spirito del popolo americano, specialmente nei cattolici”. Dai dati viene appunto mostrata l’unità del popolo statunitense nella considerazione del Papa che ha saputo parlare alle folle ed ha contribuito in maniera determinante ai cambiamenti storici avvenuti nel corso del XX secolo. Ma emerge anche la figura di un Papa che, con il proprio esempio, ha saputo incidere sulla vita spirituale delle persone. E che ha saputo coniugare parole chiare ed esigenti sui grandi temi della modernità con uno sguardo misericordioso sui limiti e le povertà della condizione umana. Infatti, ben il 78% degli americani e il 95% dei cattolici — il 98% tra i cattolici praticanti — riconosce un qualche motivo di ammirazione per il Papa polacco. Addirittura circa sei statunitensi su dieci ritengono che Giovanni Paolo II sia stato il migliore, o comunque uno tra i migliori, pontefici della storia della cattolicità. Inoltre, quasi i due terzi degli americani ha memoria dei numerosi viaggi — ben sette — compiuti da Giovanni Paolo II negli Stati Uniti. Mentre quasi la metà degli intervistati racconta di aver assistito, attraverso la televisione o altri moderni mezzi di comunicazione, ai suoi funerali celebrati l’8 aprile del 2005 in piazza San Pietro dall’allora cardinale Ratzinger. Infine, più di quattro cittadini americani su dieci sostengono che Papa Wojtyła ha inciso in qualche maniera nella loro vita spirituale. Impatto che, ovviamente, diventa di dimensioni considerevolmente più ampie tra i cattolici (73%) e tra i fedeli praticanti (87%). In occasione della beatificazione i vescovi statunitensi hanno promosso un apposito sito internet - www.usccb.org/popejohnpaulII — per onorare l’eredità spirituale di Papa Wojtyła. In esso è presente un video di 17 minuti nel quale sono condensati i momenti chiave delle visite pastorali compiute da Papa Wojtyła negli Stati Uniti. Vi sono riportati, inoltre anche i principali dettagli biografici e un’antologia degli scritti del Pontefice, oltre a saggi sulla sua eredità nelle relazioni tra Oriente e Occidente, sui mass media, sull’uso etico della tecnologia e sulla missione sociale della Chiesa. Helen Osman, segretario per le comunicazioni della Conferenza episcopale statunitense, spiegando l’iniziativa ha affermato che “Papa Giovanni Paolo II ha toccato la vita di molta gente in tutto il mondo, soprattutto degli americani durante le sue sette visite negli Stati Uniti”. L’episcopato statunitense — ha aggiunto — “ha creato il sito web per aiutare le persone a rendersi conto della straordinarietà del suo operato, e il video per illustrare le sue notevoli relazioni con il popolo americano”. (M.G.)

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    Giappone: allarme per le donne incinte esposte alle radiazioni di Fukushima

    ◊   Superata la fase della prima emergenza, il Giappone affronta le possibili conseguenze sulla salute umana che potrebbero essere causate dal recente disastro di Fukushima. Particolare attenzione è dedicata alle donne in fascia di età riproduttiva, le quali corrono gravi rischi per il loro organismo e lo stesso sistema riproduttivo. A tal proposito l’agenzia Fides cita alcune ricerche da cui risulta che l'esposizione femminile alle radiazioni può danneggiare la futura capacità di avere figli e causare invecchiamento precoce. Secondo il Centro americano per il Controllo delle Malattie, l’esposizione delle donne incinte alle radiazioni anche a basso livello, causa gravi conseguenze sui feti non ancora nati, come ritardo nella crescita, malformazioni, funzione cerebrale anormale, o cancro, che possono svilupparsi anche in seguito. Nessuno meglio delle donne russe sopravvissute all’olocausto nucleare di Chernobyl può capire questa tragica realtà. La quantità di radiazioni rilasciate allora nell’atmosfera è paragonabile a 500 (200 secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità) bombe atomiche sganciate su Hiroshima e Nagasaki nel 1946. In questi 20 anni dopo Chernobyl, sono morte circa 200 mila persone. Le donne che vivono nelle aree più contaminate di Ucraina e Bielorussia erano affette da disturbi cromosomici, leucemie, traumi psicologici, depressione e difetti congeniti nei loro figli. Il cancro alla tiroide e al seno sono tra le patologie che hanno colpito prevalentemente le abitanti di queste zone. Alla luce di questi rischi il governo giapponese e le agenzie internazionali devono prendere urgenti provvedimenti. Ne’ l’Oms ne’ l’International Atomic Energy Association, le due organizzazioni internazionali che controllano rispettivamente la salute e la sicurezza nucleare, hanno fornito informazioni sugli effetti delle esposizioni dell’organismo delle donne alle radiazioni. Il governo giapponese è chiamato ad impegnarsi ad affrontare la situazione incoraggiando le donne a sottoporsi a controlli medici specifici e a fornire loro risorse e strategie per ridurre l’esposizione alle radiazioni, evitare cibi locali, compresi lattuga, latte, bacche e funghi. Le donne in stato di gravidanza, in particolare al primo e secondo trimestre, devono prestare particolare attenzione a quello che consumano, dato che le radiazioni passano attraverso il cordone ombelicale. (M.G.)

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    Appello al dialogo interreligioso delle donne cristiane e musulmane del nord della Nigeria

    ◊   In Nigeria, l’impegno per la pace e la speranza per un futuro migliore basato sul dialogo assumono il volto delle donne cristiane e musulmane riunite nell’Interfaith Council of Muslim and Christian Women’s Groups di Kaduna, operante nel nord del Paese africano. L’organismo sottolinea – in uno comunicato ripreso dalla Fides – che “le cause delle violenze” che hanno accompagnato e seguito le elezioni presidenziali “non sono religiose e la religione non può essere la sola risposta”. Osservatori poco attenti attribuiscono, infatti, alla violenza un’etichetta religiosa, ma la realtà è più complessa, come anche i vescovi nigeriani hanno più volte ribadito. Nel loro comunicato, le donne cristiane e musulmane di Kaduna spiegano che “mentre l'elite della società vivono nel lusso, la maggioranza della popolazione è destinata a vivere nella povertà e nella disoccupazione, e le conseguenti masse di giovani inattivi sono la causa principale della violenza”. “Anche se la religione è un fattore principale nel conflitto violento nel nord della Nigeria, come in molte altre parti del mondo attuale, siamo convinte che essa può essere un ausilio prezioso per promuovere la comprensione e la riconciliazione” affermano ancora le donne dell’organismo, secondo le quali “questo può essere fatto all'interno di ogni comunità religiosa, ed è particolarmente efficace quando viene effettuato a livello interreligioso”. “Le nostre due religioni, Islam e Cristianesimo, hanno un valore inestimabile come strumento di riconciliazione e di pace – si legge ancora nel testo – perché insegnano i valori necessari per la convivenza”. Inoltre, dato che i leader religiosi hanno una grande autorità e sono presenti a tutti i livelli della società, “possono essere efficaci sostenitori della pace e della riconciliazione”. Per questi motivi, per donne cristiane e musulmane lanciano “un appello a tutti i soggetti interessati, in particolare al governo, per incoraggiare le iniziative interreligiose a tutti i livelli”. L’Interfaith Council of Muslim and Christian Women’s Groups plaude infine all’istituzione, in ogni Stato del Paese, della Federazione Nigeriana dei Consigli Interreligiosi (Nigerian Inter-Religious Council, NIREC), che svolgono un importante ruolo di prevenzione e di pacificazione dei conflitti. Nel comunicato s’invitano infine le donne di ogni credo religioso a esercitare il loro ruolo educativo per promuovere una cultura di pace e di riconciliazione. (M.G.)

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    India: 11 milioni di bambini abbandonati ma le adozioni sono in declino

    ◊   Circa 11 milioni di bambini indiani, di cui il 90% femmine, sono stati abbandonati dai loro genitori nel corso del 2009, mentre solo 2.518 hanno trovato una famiglia adottiva. Lo riferisce il quotidiano The Telegraph India, secondo il quale, “questi numeri, oltre a far riflettere sulla bassa considerazione che la società indiana riserva alle donne, mettono in luce un declino delle adozioni legali nel corso degli ultimi dieci anni”. Recentemente sono giunte accuse di corruzione anche da sei Ong attive nel Paese, compresa l’agenzia di Calcutta per il benessere dei bambini indiani, che hanno presentato una petizione alla Corte Suprema sostenendo che il processo di adozione è afflitto da corruzione, lungaggini burocratiche, ritardi, interferenze da parte del governo e mancanze di adempimenti da parte della Cara (Autorità centrale indiana per le adozioni). Le Ong accusano il governo anche di discriminare, per quanto riguarda la concessione e il rinnovo delle licenze, tra enti privati, che forniscono cure primarie a questi bambini, ed istituti statali dove invece si registrano elevati tassi di mortalità, e nei confronti di questi istituti parlano di “atteggiamento indulgente” da parte dell’Autorità centrale indiana, “nonostante le ripetute denunce”. (R.P.)

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    Sud Corea: i vescovi contrari ai test clinici sull'uomo di cellule staminali embrionali

    ◊   La Commissione bioetica della Conferenza episcopale sud-coreana (Cbck) ha espresso la sua ferma contrarietà al via libera deciso mercoledì dal Comitato nazionale di bioetica a test clinici sull'uomo di cellule staminali derivate da embrioni (Human Embryonic Stem Cell - Hesc). La sperimentazione, su cui anche il mondo scientifico è diviso, sarà condotta dall’azienda biotecnologica “Cha Bio & Diostech” su pazienti affetti da distrofia maculare di Strargardt, una malattia degenerativa dell’occhio che può portare alla cecità. “È una decisione contro l’umanità”, ha dichiarato il segretario esecutivo della Commissione episcopale, padre Paul Lee Chang-young, citato dall’agenzia Ucan. “La legge che dovrebbe proteggere il diritto alla vita dell’embrione sta invece violando la dignità e il valore della vita umana”. Da anni la Chiesa coreana si batte contro la sperimentazione sulle cellule staminali derivate da embrioni umani. Con la decisione di mercoledì, la Corea diventa il secondo Paese al mondo, dopo gli Stati Uniti, ad avere dato il via libera ai test clinici sull’uomo. La prima autorizzazione era stata concessa nel 2009 dalla Food and Drug Administration americana (Fda) su pazienti con danni al midollo spinale. (L.Z.)

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    Onu: messaggio di Ban Ki-moon per la Giornata in memoria delle vittime della guerra chimica

    ◊   “Questa giornata commemorativa, che ogni anno ricorda l’entrata in vigore della Convenzione sulle armi chimiche del 1997, offre l’opportunità di rendere omaggio alle vittime della guerra chimica e di riaffermare la condanna da parte della comunità internazionale di un’arma disumana e di distruzione di massa”. Lo ha detto Ban Ki-moon, segretario generale Onu, in un messaggio diffuso in occasione della Giornata in memoria delle vittime della guerra chimica, che si celebra oggi. La Convenzione sulle armi chimiche – ha spiegato – incarna la determinazione degli Stati e dei popoli di eliminare in maniera completa e definitiva questa minaccia, e di promuovere un mondo in cui la chimica sia utilizzata esclusivamente a beneficio dell’umanità. In questo spirtito - riferisce l'agenzia Sir - l’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha dichiarato il 2011 Anno internazionale della chimica, al fine di celebrarla come una scienza della pace e del progresso”. In questa giornata di commemorazione, quindi – ha sottolineato il segretario generale Onu - impegniamoci a costruire su questo progresso, facendo del nostro meglio per eliminare le scorte di armi chimiche e per promuovere l’universalità dell’attuazione della Convenzione in tutto il mondo”. (R.P.)

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    Usa: coalizione ecumenica contro i tagli a programmi e piani anti-povertà del Congresso

    ◊   Un impegno ecumenico per opporsi a ulteriori riduzioni della spesa destinata ai programmi e ai piani anti-povertà del Congresso degli Sati Uniti. Mons. Jaime Soto, vescovo di Sacramento, e mons. Stephen Edward Blaire vescovo di Stockton, in California, hanno aderito ad una coalizione denominata «Circolo di protezione», della quale fanno parte esponenti protestanti, evangelici afro-americani e ispanici. I leader cristiani intendono, attraverso una serie di conferenze, sensibilizzare le istituzioni a porre al centro dell’azione sociale e politica le fasce più emarginate della società. I capi religiosi - riferisce L'Osservatore Romano - richiamano ad una dimensione etica dell’economia e delle politiche sociali, sostenendo che il bilancio degli Stati Uniti non può e non deve prevedere tagli sproporzionati ai programmi anti-povertà. «Come leader cristiani — si legge in un comunicato — siamo impegnati a resistere a tagli di bilancio che mettano in pericolo la vita, la dignità e i diritti delle persone povere e vulnerabili. Pertanto, ci uniamo con gli altri per formare un cerchio di protezione attorno a programmi che soddisfino i bisogni essenziali delle persone affamate e povere sia in patria che all'estero». (R.P.)

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    Varsavia: trenta nuovi missionari polacchi in partenza per America, Africa e Asia

    ◊   Nell’ambito delle celebrazioni in onore di Sant’Adalberto, Patrono della Polonia, e nel contesto dell’attesa gioiosa della beatificazione di Papa Giovanni Paolo II, il nunzio apostolico in Polonia, l’arcivescovo Celestino Migliore, alla presenza dell’episcopato polacco, ha benedetto e consegnato il crocifisso a trenta nuovi missionari polacchi che andranno ad annunciare il Vangelo in diverse parti del mondo. Secondo le informazioni inviate all’agenzia Fides da don Tomasz Atlas, direttore nazionale delle Pontificie Opere Missionarie in Polonia e delegato episcopale per le Missioni, i nuovi missionari che hanno ricevuto il crocifisso il 25 aprile – sacerdoti, religiosi, religiose e una laica – si sono preparati alla missione per nove mesi, frequentando il Centro di formazione missionaria di Varsavia e gli altri centri missionari appartenenti alle diverse congregazioni religiose. A breve i nuovi missionari partiranno per le loro destinazioni missionarie: Bolivia, Cile, Paraguay, Perù, Colombia, Giamaica, Canada, Repubblica Centrafricana, Camerun, Tanzania e Taiwan. (R.P.)

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    I vescovi del Triveneto sul primo maggio: sviluppo economico valorizzi la coesione sociale

    ◊   In occasione della giornata dell’1 maggio, tradizionalmente dedicata al lavoro, la Commissione per i problemi sociali e del lavoro della Conferenza episcopale triveneta ha diffuso un messaggio in cui esprime “solidale condivisione alle profonde aspirazioni di giustizia e di sviluppo integralmente umano che da sempre caratterizzano il mondo del lavoro delle tre regioni del Nordest d’Italia”. Nella lettera, a firma dell’arcivescovo di Trieste e delegato triveneto per la Pastorale sociale e del lavoro, mons. Giampaolo Crepaldi, le tematiche del mondo del lavoro vengono prese in esame anche alla luce della visita pastorale che il Santo Padre Benedetto XVI farà nei giorni 7 e 8 di maggio ad Aquileia e a Venezia, “per confermare nella fede cristiana” i popoli del Triveneto. “Anche il mondo del lavoro del Triveneto lo attende con affetto e con fiducia – afferma il presule – e gli esprime gratitudine per il suo illuminante Magistero sociale, espresso ultimamente con la Lettera Enciclica Caritas in Veritate”. “La Visita del Papa nelle nostre regioni – si legge ancora nel testo – solleciterà una domanda di orientamento e di speranza, per territori che hanno perseguito modelli di sviluppo che apparivano consolidati e che invece si sono dimostrati, negli ultimi anni, vulnerabili e fragili”. Una situazione che mons. Crepaldi mette a fuoco citando spesso i richiami di Benedetto XVI contenuti nell’Enciclica Caritas in veritate: “Rispetto a quanto accadeva nella società industriale del passato, oggi la disoccupazione provoca aspetti nuovi di irrilevanza economica e l'attuale crisi può solo peggiorare tale situazione”. “La diffusa incertezza è strettamente collegata e alimentata dalla crisi economico-finanziaria – aggiunge l’arcivescovo di Trieste – che trova una sua preoccupante manifestazione nel progressivo venir meno della coesione sociale”. Per questo motivo, “la crisi non può essere adeguatamente affrontata se le soluzioni per risolverla non partono da precisi principi e valori morali: il rispetto della dignità di ogni persona e il riconoscimento della sua centralità”. “Anche che nei rapporti mercantili – si legge ancora nel messaggio che cita la Caritas in veritate – il principio di gratuità e la logica del dono come espressione della fraternità possono e devono trovare posto entro la normale attività economica”. La visita del Santo Padre Benedetto XVI – spiega infine mons. Crepaldi – ci aiuterà inoltre “a farci carico di alcuni problemi pastorali, evidenziati nel documento che la Conferenza episcopale triveneta ha consegnato all’attenzione delle comunità cristiane in vista del Convegno denominato Aquileia 2, che si celebrerà nel 2012”. Globalizzazione, nuove tecnologie, immigrazione e rapporti tra le generazioni: questa è l’agenda dettata dai vescovi del Triveneto, “da assumere con fede nel Signore e con lungimiranza culturale, nella carità e nella verità”. (M.G.)

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    Loreto. Seminario Cei sulle vocazioni: il sacerdozio nasce dalla famiglia

    ◊   Senza famiglia non c’è vocazione. Poiché ogni vocazione è possibile solo all’interno di una relazione che genera e apre al significato della vita. È questa la prospettiva che in questi giorni — dal 26 al 29 aprile — anima i lavori del seminario di formazione sulla direzione spirituale a servizio dell'orientamento vocazionale, promosso dal Centro nazionale vocazioni della Conferenza episcopale italiana. Un incontro che sin dal titolo — «Voce di Dio e voci dei genitori nel discernimento e nell'accompagnamento vocazionale» — intende valorizzare l’alleanza con la famiglia. In questo senso — spiega don Nico Dal Molin, direttore del Centro nazionale vocazioni — «il nostro occhio è rivolto alle resistenze che i genitori, nel loro accompagnare i figli nel discernimento, spesso esercitano, ma anche alle risorse che mettono in campo: vorremmo aiutarli a riscoprire la loro esperienza vocazionale di coppia e a divenire, senza remore, timori e tentennamenti, il grembo fecondo dell’educazione alle scelte dei loro figli». Dal Molin, nella sua introduzione, ha ricordato anche come sia eloquente proprio la collocazione del seminario a Loreto, presso la Santa Casa. «Questo luogo ci ricorda la quotidianità della vita della santa famiglia; ci ricorda un luogo a cui la gente del tempo guardava con un certo sospetto e insieme con malcelata noncuranza: “Cosa mai può venire di buono da Nazaret?”». E ha aggiunto: «La pastorale vocazionale e la riscoperta del ministero della consolazione nell’accompagnamento e nella direzione spirituale non fanno parte della logica delle cose straordinarie e dei grandi eventi: entrano, invece, con pienezza nella quotidianità di Nazaret». Sul rapporto tra famiglia e comunità cristiana si è soffermato don Paolo Gentili, direttore dell’Ufficio nazionale per la pastorale della famiglia. «Quando la famiglia non ha realmente accompagnato nella crescita, occorre una lenta e delicata opera di ricostruzione di orizzonti valoriali solidi, che mostrino il fascino del dono di sé come pienezza di vita. Ma anche quando non c’è una comunità cristiana di riferimento, dove si è cresciuti pienamente, tutto diviene più difficile». E ha richiamato la necessità di «riaprire alle nuove generazioni l’orizzonte luminoso di un amore esigente: non possiamo permettere che si accontentino di falsi modelli offerti da diffusi programmi televisivi, dove il benessere corrisponde al successo facile, alla cura estetica divinizzata, o al profitto economico perseguito ad ogni costo». Il rapporto tra famiglia e vocazione sarà anche affrontato oggi nella relazione finale affidata al vescovo ausiliare di Milano, Franco Giulio Brambilla, alla luce dell’episodio evangelico della perdita e del ritrovamento di Gesù nel tempio. (R.P.)

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    24 Ore nel Mondo



    Continua la battaglia a Misurata mentre è scontro tra esercito tunisino e forze di Gheddafi

    ◊   Un intenso scontro a fuoco sarebbe in corso tra l'esercito tunisino e le forze fedeli a Gheddafi a Dehiba, città di confine tra Libia e Tunisia. Una donna di nazionalità tunisina sembra sia rimasta uccisa. Lo riferiscono testimoni. Intanto, proseguono gli scontri tra lealisti e ribelli libici per la conquista del porto di Misurata. Razzi e proiettili di artiglieria sono piovuti sull’area, dove la notte scorsa c'erano stati 10 morti e 30 feriti. Le truppe di Gheddafi avrebbero preso in ostaggio 500 civili di Misurata ma Gheddafi sostiene invece che sono le forze Nato a bombardare la città. Un testimone ha riferito che veri e propri combattimenti sono scoppiati nel centro della città. E c’è da dire che si ha notizia di raid della Nato hanno preso di mira le forze governative che hanno attaccato gli insorti a Zenten, cittadina controllata dai ribelli a circa 160 chilometri a sud-est di Tripoli.

    Giornata della collera in Siria
    E’ il 'giorno della collera' oggi in Siria. Nel venerdì di preghiera, la Guardia repubblicana si è dispiegata a Damasco, in concomitanza con la mobilitazione dei giovani della rivoluzione sirianà, indetta via internet per protestare contro il regime degli Assad, al potere da 40 anni. In un sobborgo della capitale, Saqba, la folla sta scandendo slogan contro il potere. Migliaia in piazza anche a Banias, a Homs e a Daraa: qui i soldati stanno sparando colpi di avvertimento in aria. Nella dura repressione delle proteste, che vanno avanti da sei settimane, sarebbero morte almeno 500 persone. Mentre dalle riunioni odierne, a Bruxelles, dell’Unione Europea e, a Ginevra, del Consiglio Onu dei diritti umani si attendono misure restrittive nei confronti di Damasco, cresce la preoccupazione internazionale per le migliaia di siriani in fuga verso il Libano. Solo nelle ultime ore, il flusso verso Tall Sakher, nel nord del Libano, è stato di 2.500-3.000 persone. Per una testimonianza sulla situazione nel Paese dei cedri, Giada Aquilino ha raggiunto telefonicamente a Beirut Raymond El-Hachem, già segretario generale della Caritas libanese:

    R. – In quella zona, i confini tra Libano e Siria non sono tutti controllati. Ci sono poi delle proprietà molto vicine tra Tall Khalakh, che è una piccola città siriana, e Wadi Khaled, nel nord del Libano. Ci sono persone che si sono sposate tra loro, tra libanesi e siriani, e generalmente la maggior parte di queste persone che viene dalla Siria ha dei parenti nella zona libanese. Questo succedeva anche prima: pure nel passato le cose andavano così. Sicuramente, ora ci sono questi accadimenti in Siria, che purtroppo fanno sì che aumenti il numero di persone che vengono qui in Libano.

    D. – Il Libano è pronto, comunque, a dare assistenza a queste persone?

    R. – Ci sono moltissime Ong che lavorano e operano in casi del genere. Anche lo Stato aiuta, come i vari ministeri. Da quello che ho capito, queste Ong si stanno preparando ad intervenire nel caso in cui i flussi di siriani aumentino. E poi c’è la Caritas, che è sempre pronta ad aiutare qualsiasi persona che ha bisogno, indipendentemente dai riti o dalle religioni. Dove c’è bisogno, la Caritas interviene.

    D. – Qual è, ora, l’auspicio del Libano per la Siria?

    R. – Sicuramente ogni problema che ha la Siria o ogni altro Paese è per noi un dispiacere. Speriamo che tutti i Paesi - soprattutto quelli vicini al Libano - possano trovare la pace, la calma, che le cose possano andar bene sia in Siria sia negli altri Paesi arabi. Ogni problema, in qualsiasi Paese arabo, può avere conseguenze negative sia per il Paese stesso, sia per il Libano. (vv)

    Yemen: il presidente Saleh minaccia di non firmare il piano di transizione
    Il presidente Saleh minaccia di non firmare lunedì a Riad il piano per la transizione elaborato dai Paesi del Consiglio di cooperazione del Golfo Persico (Ccg), accusando il Qatar di “complottare” contro di lui. “Noi ci riserviamo il diritto di non firmare se i rappresentanti del Qatar saranno presenti” ha dichiarato il presidente Saleh. I rappresentanti del Ccg (Arabia Saudita, Bahrein, Emirati arabi uniti, Kuwait, Oman e Qatar) si riuniranno lunedì a Riad per mettere a punto le ultime disposizioni del piano di transizione, che dovrebbe essere firmato da Saleh e dalle opposizioni yemenite. Il piano prevede che il presidente lasci il potere entro 30 giorni dalla firma.

    Egitto: mercoledì accordo al Cairo tra Hamas e Anp
    Il presidente dell'Anp Abu Mazen e il leader politico di Hamas Khaled Meshal si incontreranno mercoledì al Cairo per firmare l'accordo di riconciliazione mediato dall'Egitto. La stampa palestinese informa che in base all'accordo sarà costituito un governo di transizione che si limiterà ad occuparsi di questioni interne. In particolare si cercherà di preparare un clima adeguato per lo svolgimento delle elezioni presidenziali e politiche entro l’anno, di riorganizzare le associazioni di carità, di risolvere questioni amministrative e di sicurezza derivanti dalla lunga scissione fra Gaza e Cisgiordania. Il governo dovrà anche operare per rimuovere il blocco israeliano a Gaza e per ricostruire la Striscia.

    Almeno oltre 40 morti per un incidente in Alto Egitto: un bus finito nel Nilo
    Almeno 43 persone sono annegate in Alto Egitto quando un autobus è finito nel Nilo dopo essere caduto da un traghetto. Lo riferisce l'agenzia ufficiale egiziana Mena.

    Costa d’Avorio: scontri tra sostenitori di Ouattara e di Gbagbo
    Intensi scontri a fuoco tra partigiani dell’ex presidente Gbagbo e loro rivali fedeli al nuovo presidente Ouattara si sono verificati ieri sera ad Abidjan. I miliziani filo-Gbagbo, che mantengono ancora il controllo su alcune zone della città di fronte alle Forze repubblicane, hanno detto di aver ucciso tra 30 e 50 persone, un bilancio che al momento non ha trovato conferme da fonti indipendenti.

    Uganda: disordini a Kampala tra militari e sostenitori dell’opposizione
    Disordini e sporadici tiri d'arma da fuoco stamani nella capitale dell’Uganda Kampala, dove l'opposizione è scesa in piazza per protestare contro l’arresto di un suo leader. Iniziati in centro, gli scontri si sono propagati anche alla periferia di Kampala. Le forze di sicurezza e i militari sono comparsi nelle strade con mezzi blindati. Le proteste sono scoppiate in seguito all'arresto, per la quarta volta in meno di un mese, del leader dell'opposizione Kizza Besigye.

    Burkina Faso: misure urgenti per contrastare la crisi sociale nel Paese
    Misure “urgenti” per contrastare la crisi sociale che attraversa da mesi il Burkina Faso sono state annunciate ieri sera dal nuovo primo ministro Luc Adolphe Tiao. Sovvenzioni su alcuni prodotti alimentari di base e agevolazioni fiscali sono i principali provvedimenti che riguardano il sostegno economico alla popolazione e il rafforzamento del potere d’acquisto. Salutando il lavoro della stampa locale in questo periodo di forte tensione, il premier ha garantito il consolidamento della libertà di stampa. Nelle ultime 48 ore, il Paese è stato nuovamente teatro di disordini, per rivendicazioni di tipo politico ed economico. L’opposizione politica sta chiamando la popolazione a partecipare a una grande manifestazione domani nella capitale, Ouagadougou.

    Pakistan: due attentati contro le truppe del contingente internazionale
    Un ordigno è esploso ieri sera vicino a un deposito di munizioni nell’area del Kashmir pakistano, causando la morte di un soldato ed il ferimento di altri cinque. Fonti della polizia hanno indicato che lo scoppio è avvenuto non lontano dalla linea di controllo indo-pakistana nel Kashmir presidiata dall'Onu. Due dei cinque feriti, ricoverati in ospedale, sono in gravi condizioni. Intanto, sempre ieri, un commando armato di quattro persone ha attaccato un veicolo della polizia nel Baluchistan pachistano uccidendo due agenti e ferendone altri tre.

    Afghanistan: attentato contro le forze Isaf, due soldati stranieri uccisi
    Due soldati della Forza internazionale di assistenza alla sicurezza (Isaf) sono morti ieri nell’Afghanistan meridionale. In un comunicato si precisa che il decesso è avvenuto per l'esplosione di un ordigno rudimentale. I soldati stranieri morti in Afghanistan sono 158 dall'inizio dell'anno e 50 dall’inizio del mese. Intanto il Pakistan chiede all’Afghanistan di distanziarsi dagli Stati Uniti. Lo sostiene oggi il Washington Post, spiegando che questo è stato il messaggio portato dal primo ministro pachistano durante il suo recente incontro con il presidente afghano Karzai a Kabul. In pubblico i due leader hanno parlato della loro amicizia, ma in privato Gillani ha proposto a Karzai di “cercare nuovi alleati, in particolare la Cina, secondo quanto hanno riferito funzionari afghani informati dei fatti.

    Iraq: attentato all’interno di una moschea sciita e contro militari stranieri
    Un attentatore si è fatto esplodere all'interno di una moschea sciita a Baladruz, città a nord-est di Baghdad. Fonti sanitarie parlano di 10 morti e 30 feriti. Un altro attentato si è registrato a Kirkuk, dove un’auto bomba è esplosa al passaggio di un convoglio di militari e ha provocato cinque feriti. Infine, in un sobborgo a ovest di Baghdad è stato ucciso il generale Mohammed Alaa Jassim, vice comandante della base aerea di Al-Muthanna, nel centro della capitale irachena.

    Iran: studenti manifestano contro la repressione di dimostranti in Bahrein
    Gli studenti iraniani hanno manifestato davanti alla sede delle Nazioni Unite a Teheran per protestare contro “il silenzio” della comunità internazionale riguardo alla repressione dei manifestanti sciiti in Bahrain. Alcuni manifestanti hanno contestato la presenza in Bahrain di truppe saudite ed emiratine, inviate nei mesi scorsi per fermare la rivolta. Gli studenti iraniani hanno anche scritto una lettera al segretario generale delle Nazioni Unite in cui esprimono “risentimento contro gli Usa che hanno aperto la via al dominio egemonico di alcuni Paesi, come Israele e i suoi alleati”.

    Emergenza tornado negli USA: oltre 280 morti
    Una serie di tornado hanno portato devastazione e morte nel Sud degli Stati Uniti come non si vedeva da quasi un secolo. Le autorità hanno riferito che a causa del passaggio di 137 tornado, alcuni dei quali violentissimi, sono oltre 280 le persone che hanno perso la vita, con il bilancio destinato a salire. Il presidente Barack Obama ha parlato di ''catastrofe''. Il servizio di Elena Molinari:

    E’ durato solo mezz’ora il tornado che ha attraversato per lungo Pleasant Grove, appena fuori Birmingham, in Alabama: ma mezz’ora è bastata! Non una villetta della cittadina residenziale è rimasta in piedi e i tornado che si sono susseguiti in tutto il sud degli Stati Uniti. Nella tarda serata di ieri quando il peggio sembrava passato, decine di città di Alabama Mississippi, Tennessee, Georgia e Kentucky erano stati distrutte. Il numero delle vittime continuava a salire, con almeno 260 morti e centinaia di feriti, oltre a migliaia di persone senza tetto e molti di più senza elettricità. Lo Stato più colpito è l’Alabama, dove la città di Tuscaloosa è stata spazzata via dai venti. Il governatore dell’Alabama ha dichiarato lo stato di catastrofe e il presidente Obama si recherà oggi stesso nello Stato. Per i metereologi si tratta del più grave disastro degli ultimi 40 anni provocato dai tornado e del peggiore disastro naturale dall’uragano Kathrina del 2005.(Panoramica internazionale a cura di Fausta Speranza e Gabriele Papini)

    Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LV no. 119

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