Logo 50Radiogiornale Radio Vaticana
Redazione +390669883674 | +390669883998 | e-mail: sicsegre@vatiradio.va

Sommario del 27/04/2011

Il Papa e la Santa Sede

  • Il Papa all'udienza generale: i cristiani "risorti" cambiano faccia al mondo. Il saluto ai lampedusani: siete esempio di solidarietà
  • Nomine
  • Azione Cattolica e Scout mobilitati per la Beatificazione di Giovanni Paolo II
  • Al via, presso la Radio Vaticana, l'Assemblea dell’Unione Europea di Radio-Televisione
  • Il Pontificio Consiglio per i Laici lancia il suo nuovo sito web
  • Oggi su "L'Osservatore Romano"
  • Oggi in Primo Piano

  • Libia: raid della Nato rallentano l'attacco a Misurata. Mons. Martinelli: l'uso della forza non risolve nulla
  • Filippine: negoziati tra il governo e il Fronte islamico Moro
  • Rapporto Auser: tempi duri per il Welfare, servizi sociali a rischio per i tagli
  • Campagna della Diocesi di Milano contro la trasmissione del virus Hiv da mamma a bambino in Zambia
  • Chiesa e Società

  • Vietnam: il vescovo di Kontum fermato dalla polizia con l’accusa di aver “battezzato”
  • India: appello alla tutela delle minoranze dopo i nuovi attacchi alle comunità cristiane
  • Messico: un altro sacerdote vittima della violenza
  • Cile. Protocollo dei vescovi contro gli abusi sui minori. Creata una speciale Commissione
  • Brasile: migliaia di indigeni in piazza per salvare il Rio São Francisco
  • Colombia: 69 morti in aprile e 200 mila senzatetto dall’inizio dell'anno per le alluvioni
  • Giappone: Pasqua nel segno della solidarietà per le persone colpite dallo tsunami
  • Sud Corea: i vescovi invitano i fedeli ad essere portatori di speranza
  • La Banca Asiatica per lo Sviluppo prevede 64 milioni di nuovi poveri nel 2011
  • Terra Santa: intervento del patriarca Twal sul dovere dell'unità dei cristiani
  • Algeria: due cristiani rischiano una condanna di 5 anni per “proselitismo”
  • Gran Bretagna: sostegno economico per i sacerdoti anglicani accolti nella Chiesa cattolica
  • L’arcivescovo di Canterbury: al centro della Pasqua la vera gioia cristiana
  • Austria: i vescovi chiedono agevolazioni fiscali per le donazioni alla Chiesa
  • Beatificazione di Giovanni Paolo II: lo Stato italiano la celebra con una medaglia e un francobollo
  • Omaggio a Giovanni Paolo II al Regina Apostolorum
  • Roma: mensa per i poveri e centro di ascolto alla Stazione Termini dedicati a Papa Wojtyla
  • 'Aiuto alla Chiesa che Soffre' finanzia Trinity Tv, emittente cristiana di Trinidad e Tobago
  • India: in Tv reality show di cori e canti di chiesa in lingua malayalam
  • Festival di Cannes: dai giovani salesiani maltesi un corto sul tema del disagio mentale
  • 24 Ore nel Mondo

  • Siria. L'Onu esamina un documento di condanna per la repressione delle proteste
  • Il Papa e la Santa Sede



    Il Papa all'udienza generale: i cristiani "risorti" cambiano faccia al mondo. Il saluto ai lampedusani: siete esempio di solidarietà

    ◊   Vivere da “risorti” in mezzo all’umanità per trasformare il mondo in un posto più solidale, le città in luoghi dove sia rispettata la dignità di ciascuno. È questa, ha detto il Papa, l’esperienza più profonda che i cristiani possono fare della Pasqua. Benedetto XVI ha dedicato la catechesi dell’udienza generale di questa mattina, in Piazza San Pietro, alla riflessione sul tempo pasquale. Al termine, il Papa ha rivolto un saluto ai fedeli di Lampedusa, apprezzandone lo spirito di solidarietà verso gli immigrati. Il servizio di Alessandro De Carolis:

    Non può essere Pasqua se tutto rimane come prima, dentro e attorno a un cristiano. Se “freschezza” e “gioia” non trasformano lui e i luoghi nei quali vive. È la semplice verità del più grande mistero della fede, spiegata una volta ancora da Benedetto XVI: il cristiano, risorto con Gesù, è chiamato a comportarsi, in un mondo di oscurità, come “un figlio della luce”:

    “La risurrezione di Cristo è l’approdo verso una vita non più sottomessa alla caducità del tempo, una vita immersa nell’eternità di Dio. Nella risurrezione di Gesù inizia una nuova condizione dell’essere uomini, che illumina e trasforma il nostro cammino di ogni giorno e apre un futuro qualitativamente diverso e nuovo per l’intera umanità".

    Dunque, una Pasqua vissuta nella quotidianità cambia la qualità della vita. A patto, però, che i cristiani sappiano vivere da “risorti”. Ma come si fa a far “diventare ‘vita’ la Pasqua”? Per spiegarlo, il Papa ha preso a prestito le parole di San Paolo. Anzitutto, ha detto, bisogna pensare “alle cose di lassù, non a quelle della terra”:

    “A prima vista, leggendo questo testo, potrebbe sembrare che l'Apostolo intenda favorire il disprezzo delle realtà terrene, invitando cioè a dimenticarsi di questo mondo di sofferenze, di ingiustizie, di peccati, per vivere in anticipo in un paradiso celeste. Il pensiero del ‘cielo’ sarebbe in tale caso una specie di alienazione”.

    Le cose della terra, ha affermato Benedetto XVI, sono soprattutto il “desiderio insaziabile di beni materiali” e l’“egoismo, radice di ogni male”. Spogliarsi di questo e “rivestirsi di Cristo” – cioè di sentimenti di carità, di bontà, di mansuetudine, secondo la celebre descrizione di San Paolo – rende un cristiano capace di irradiare luce nel mondo. Quindi, ha osservato il Papa, essere cristiani è tutt’altro che essere alienati:

    “San Paolo è dunque ben lontano dall'invitare i cristiani, ciascuno di noi, ad evadere dal mondo nel quale Dio ci ha posti. E’ vero che noi siamo cittadini di un'altra ‘città’, dove si trova la nostra vera patria, ma il cammino verso questa meta dobbiamo percorrerlo quotidianamente su questa terra (...) E questa è la via non solo per trasformare noi stessi, ma per trasformare il mondo, per dare alla città terrena un volto nuovo che favorisca lo sviluppo dell'uomo e della società secondo la logica della solidarietà, della bontà, nel profondo rispetto della dignità propria di ciascuno”.

    Ecco la Pasqua, il “passaggio profondo e totale” che porta, ha assicurato il Pontefice, a “una nuova armonia nel proprio cuore e nel rapporto con gli altri e con le cose”:

    “Ogni cristiano, così come ogni comunità, se vive l’esperienza di questo passaggio di risurrezione, non può non essere fermento nuovo nel mondo, donandosi senza riserve per le cause più urgenti e più giuste, come dimostrano le testimonianze dei Santi in ogni epoca e in ogni luogo (…) E’ il nostro compito e la nostra missione: far risorgere nel cuore del prossimo la speranza dove c’è disperazione, la gioia dove c’è tristezza, la vita dove c’è morte”.

    Al termine dell’udienza generale, Benedetto XVI ha rivolto, tra gli altri, saluti particolari ai diaconi della Compagnia di Gesù e ai rappresentanti dell’Associazione Nazionale Vittime dell’Amianto e dell’Osservatorio Nazionale Amianto, esortati “a proseguire la loro importante attività a difesa dell’ambiente e della salute pubblica”. Un lungo applauso ha poi caratterizzato il saluto che il Papa ha fatto giungere ai fedeli di dell’isola di Lampedusa, da sempre approdo di grandi masse di immigrati anche di recente come sta accadendo, in seguito alla sollevazione di molte popolazioni del Nord Africa:

    “Li incoraggio a continuare nel loro apprezzato impegno di solidarietà verso i fratelli migranti, che trovano nella loro isola un primo asilo di accoglienza; in pari tempo auspico che gli organi competenti proseguano l’indispensabile azione di tutela dell’ordine sociale nell’interesse di ogni cittadino”.

    inizio pagina

    Nomine

    ◊   Benedetto XVI ha accettato la rinuncia al governo pastorale della diocesi di Saint Augustine, negli Stati Uniti, presentata da mons. Victor B. Galeone, per raggiunti limiti di età. Gli succede mons. Felipe de Jesús Estévez, finora vescovo titolare di Kearney ed ausiliare dell’arcidiocesi di Miami. Mons. Felipe de Jesús Estévez è nato il 5 febbraio 1946 a Pedro Betancourt (Cuba). Ha compiuto gli studi di filosofia e teologia presso la Montreal University in Canada. È stato ordinato sacerdote negli Stati Uniti d’America il 30 maggio 1970 per la diocesi di Matanzas (Cuba). Non potendo ritornare in patria, ha svolto un ministero pastorale temporaneo nell’arcidiocesi di Tegucigalpa in Honduras, nel Seminario maggiore di Nuestra Señora de Suyapa, fino al 1975 quando è stato ricevuto nell’arcidiocesi di Miami (Florida). Successivamente, ha studiato a Roma presso l’Istituto di Spiritualità della Pontificia Università Gregoriana, conseguendovi la laurea in teologia spirituale. Ha ricoperto i seguente incarichi: dal 1975 al 1977 è stato membro della Facoltà del Seminario Regionale Saint Vincent de Paul a Boynton Beach (Florida) e vice-direttore dell’Ufficio arcidiocesano per le vocazioni; dal 1980 al 1986 è stato rettore del Seminario Regionale Saint Vincent de Paul e nel 1987 è stato membro dello staff dello stesso Seminario ed amministratore della Saint Agatha Parish a Miami. Dal 1987 al 2001, è stato parroco della Saint Agatha Parish e direttore del Campus Ministry alla Florida International University a Miami. Dal 2001 al 2003 è stato direttore della formazione spirituale del Seminario Regionale Saint Vincent de Paul. Nominato vescovo titolare di Kearney ed ausiliare di Miami il 21 novembre 2003, ha ricevuto l’ordinazione episcopale il 7 gennaio 2004. Dal 2010 è vicario generale dell’arcidiocesi di Miami. In seno alla Conferenza Episcopale è membro del Committee on Cultural Diversity in the Church, del Committee on Laity, Marriage, Family Life, and Youth e del Committee on Migration. Oltre l’inglese, parla lo spagnolo, il francese e l’italiano.

    Benedetto XVI ha nominato vescovo di Cachoeiro de Itapemirim (Brasile) mons. Dario Campos, finora vescovo di Leopoldina. Mons. Dario Campos è nato nella città di Castelo, diocesi di Cachoeiro de Itapemirim, nello Stato di Espírito Santo, il 9 giugno 1948. Nel 1969, dopo gli studi preparatori a Belo Horizonte e Teófilo Otoni, è entrato nell’Ordine Francescano dei Frati Minori, come membro della provincia Santa Cruz, a Belo Horizonte. Ha frequentato i corsi di filosofia e di teologia nell’Istituto Francescano di Petrópolis e ottenuto la licenza in filosofia e pedagogia presso la Facoltà Don Bosco, di São João del Rei. Ha emesso la professione perpetua nell’Ordine Francescano il 10 febbraio 1975 e l’8 dicembre 1977 è stato ordinato sacerdote. Quindi ha esercitato gli incarichi seguenti: viceparroco di São Dimas, nell’arcidiocesi di Belo Horizonte (1978-1983); guardiano del Convento São Bernardino e São Francisco das Chagas, a Belo Horizonte; definitore e segretario provinciale, nonché viceprovinciale (1983); maestro dei novizi (1984-1987); maestro e formatore dei seminaristi di filosofia; direttore del Collegio Santo Antônio, a Belo Horizonte (1987-1995); visitatore nella vice provincia Santo Nome de Jesus, a Goiás (1988); ministro della provincia Santa Cruz, a Belo Horizonte (1995-2000); presidente della Conferenza dei Ministri Provinciali del suo Ordine (1995-1997); visitatore nella vice provincia das Sete Alegrias, a Campo Grande, MS (1997); promotore vocazionale nella sua provincia, a Belo Horizonte, e visitatore nella vice provincia São Benedito, in Amazzonia (1999). Il 5 luglio 2000 è stato nominato vescovo coadiutore di Araçuaí ed ha ricevuto l’ordinazione episcopale il 26 settembre successivo. L’8 agosto 2001 è divenuto ordinario della medesima diocesi. Il 23 giugno 2004 è stato trasferito alla diocesi di Leopoldina. Nell’ambito della Conferenza Episcopale Regionale Leste 2 è stato membro del Consiglio Episcopale, responsabile del Settore Vocazioni e Ministeri e dell’accompagnamento dei Sacerdoti negli Stati di Minas Gerais e Espírito Santo.

    inizio pagina

    Azione Cattolica e Scout mobilitati per la Beatificazione di Giovanni Paolo II

    ◊   L'Azione Cattolica Italiana e l'Associazione scoutistica dell'Agesci hanno mobilitato i loro membri in vista della Beatificazione di Giovanni Paolo II il prossimo primo maggio. A Loreto, durante il suo ultimo viaggio pastorale, il 5 settembre 2004, Papa Wojtyla rivolse una forte esortazione all'Azione Cattolica: “Il Signore - disse - guidi il tuo cammino di rinnovamento!”. Da quell’evento memorabile, muovono i ricordi di Franco Miano, presidente dell’Azione Cattolica, che nell’intervista di Alessandro Gisotti, sottolinea l’importanza della Beatificazione del primo maggio per la più antica associazione laicale italiana:

    R. - Per noi è importante che Papa Wojtyla ci accompagni e ci continui ad accompagnare. Noi abbiamo accolto la sua eredità, che può essere ampiamente sintetizzata dalle parole che ci aveva consegnato il 5 settembre del 2004, a Loreto. Una triplice consegna: contemplazione, comunione e missione. Tre parole fondamentali per la vita dell’associazione, in un incontro bellissimo, quello di Loreto, che fu l’ultimo grande regalo, tra i molteplici che ha fatto all’Azione Cattolica nei suoi anni di Pontificato. Nelle condizioni difficili di salute, veramente difficili che aveva, ci lasciò questa indicazione preziosa.

    D. - Può dare nuovo slancio all’Azione Cattolica questa Beatificazione di Giovanni Paolo II?

    R. - Sicuramente può dare nuovo slancio all’Azione Cattolica questa Beatificazione, perché quest’amore di Giovanni Paolo II per l’Azione Cattolica, che ha accompagnato tutti gli anni del suo Pontificato, è punteggiato di una serie di indicazioni bellissime che, con l’occasione, noi avremo ulteriore modo di riprendere. Sempre sono state patrimonio della vita dell’Associazione e oggi lo sono più che mai, a partire dalle indicazioni che ci furono date in un’udienza memorabile - il 30 dicembre del 1978 - fino a tutte le altre e a quell’ultima che citavo del grande incontro di Loreto: Giovanni Paolo II ci ha offerto tantissimi spunti che sono nel nostro cuore e che ora vogliamo riprendere e prima di tutto, partendo dalle sue consegne per camminare sulla strada della santità. Credo che sia questo il punto fondamentale. La prima volta, il Papa ci disse: “Culto della verità, ansia della santità e gioia dell’amicizia”. Tutto questo si ritrova in quel trinomio “contemplazione-comunione-missione”, che ci ha detto poi nell’ultimo grande incontro. (mg)

    Inventore della Gmg, amato dai giovani, Papa Wojtyla è stato un compagno di viaggio per un’intera generazione di ragazzi, e in particolare per i gli scout. E’ quanto sottolinea Alberto Fantuzzo, presidente dell’Agesci, intervistato da Alessandro Gisotti:

    R. - Per gli scout è stato un grande compagno di viaggio. Il Papa era uno di noi e questo un po’ per tutti ed anche per noi scout. La sua semplicità, l’amore per la montagna, l’amore per la vita all’aperto, l’attenzione alle persone… Il suo accompagnamento, la capacità di pensare che ci sia sempre qualcosa da recuperare e da tirar fuori di positivo da ciascuno di noi: penso alla vicenda con il suo attentatore e quanto questo evochi, per chi è un educatore o per chi è in un percorso educativo… Questo in termini assoluti, ma credo anche particolari per ciascuno di noi scout.

    D. - Giovanni Paolo II, un Papa che anche ad ottant’anni era giovane e si trovava a suo agio con i giovani…

    R. - Sì, perché dei giovani aveva la capacità di guardare al futuro e guardare al futuro con speranza. Io credo che una cosa che ci ha insegnato sicuramente, che ha incarnato e che abbiamo portato a casa un po’ tutti sia proprio quella di guardare con fiducia al futuro e quindi mettere la speranza come fattore comune per il nostro impegno. (mg)

    inizio pagina

    Al via, presso la Radio Vaticana, l'Assemblea dell’Unione Europea di Radio-Televisione

    ◊   Aderendo all’invito della Radio Vaticana, che quest'anno festeggia l'80.mo di fondazione, l’Unione Europea di Radio-Televisione (Uer–Ebu) - associazione che raggruppa le emittenti radiotelevisive del servizio pubblico operanti in Europa e nel bacino del Mediterraneo - terrà in Vaticano, domani e dopodomani, la propria 17.ma Assemblea. Ad aprire i lavori sarà l’arcivescovo Claudio Maria Celli, presidente del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali. Su questo appuntamento si sofferma al microfono di Amedeo Lomonaco il responsabile dell’ufficio Relazioni Internazionali della Radio Vaticana, Giacomo Ghisani:

    R. – La Radio Vaticana è lieta di ospitare le principali emittenti che operano in Europa e in Nord Africa e che appartengono a questa associazione professionale che nel settore è la più prestigiosa e anche la più influente a livello mondiale.

    D. – Quali saranno, in particolare, i temi su cui verrà posto l’accento?

    R. – L’Assemblea delle Radio tratterà i più importanti temi che si pongono all’attenzione dell’emittenza, soprattutto di quella del servizio pubblico, in un tempo in cui il servizio pubblico medesimo deve fare i conti con alcune problematiche: per esempio, il taglio delle risorse che vengono messe a disposizione dai governi e dagli Stati; la competizione con le radio e con i servizi commerciali che si muovono in un’ottica diversa da quella del servizio pubblico, e anche il servizio che queste emittenti devono rendere alle rispettive società di riferimento per rispondere realmente alla missione: la missione è quella di sviluppare modelli di dialogo, di confronto aperto, pluralistico nella libertà di informazione.

    D. – A proposito di missione, qual è il contributo, l’apporto specifico che può dare – con tutte le sue peculiarità – la Radio Vaticana?

    R. – Il primo contributo è certo quello di un’emittente che fa del dialogo e del confronto una sua peculiarità; questo dialogo e questo confronto – nel nostro caso – è cristianamente orientato. Quindi, anche l’apporto che la religione può dare come elemento di confronto e anche come contributo specifico alla crescita dei valori e degli ideali che devono animare ciascuna comunità, può essere sicuramente apprezzato. E di fatto questo contributo è apprezzato. In questi consessi, quando parla il rappresentante della Radio Vaticana, c’è un sincero interesse per l’originalità dei contributi che può essere posta sul tavolo.

    D. – Tra l’altro, la Radio Vaticana è tra i membri fondatori dell’Ebu…

    R. – Sì: l’Ebu è stata fondata nel 1950 e noi, da quell’anno vi partecipiamo. Abbiamo sempre accompagnato anche i momenti e gli anniversari più importanti della nostra fondazione come Radio Vaticana, proponendo all’Ebu di venire da noi. Questo è successo – per esempio – l’ultima volta nel 1991, quando abbiamo ospitato la 42.ma assemblea generale dell’Ebu; abbiamo pensato di riproporre la nostra disponibilità ad ospitare i nostri amici e colleghi quest’anno, in occasione degli 80 anni della Radio Vaticana.

    D. – Il culmine di questa Assemblea sarà l’udienza speciale con il Santo Padre …

    R. – Sì, un’udienza speciale a Castel Gandolfo, la mattina del 30 aprile. Parteciperemo tutti con grande attenzione e con grande interesse ascolteremo la sua riflessione sul ruolo che il servizio pubblico può svolgere, oggi. Le parole del Papa saranno precedute da un indirizzo di saluto del direttore generale della Radio Vaticana, padre Federico Lombardi, e dal presidente dell’Ebu, Jean-Paul Philippot. (gf)

    inizio pagina

    Il Pontificio Consiglio per i Laici lancia il suo nuovo sito web

    ◊   Sarà on line dal prossimo 30 aprile il sito ufficiale del Pontificio Consiglio per i Laici, www.laici.va, che offrirà in quattro lingue – italiano, inglese, spagnolo e francese – e in una veste grafica ricca di immagini, notizie e approfondimenti delle attività del dicastero della Santa Sede a servizio dei fedeli laici del mondo intero. Con il nuovo sito il Pontificio Consiglio per i Laici vuole essere accessibile nella rete in più lingue, con un disegno grafico attraente, presentando tutte quelle attività che dicono, nelle varie aree di sua competenza, che Gesù Cristo è il Salvatore, Colui che accompagna l’uomo in ogni ambito della vita.

    Il sito sarà, quindi, una “finestra aperta” sulle attività del dicastero che offrirà, oltre all’illustrazione dettagliata della sua struttura (superiori, capi sezione, segretariato, membri e consultori), un consistente numero di pagine relativo al lavoro delle sezioni dedicate all’associazionismo laicale, ai movimenti ecclesiali e alle nuove comunità; alla pastorale giovanile, con particolare riguardo alle Giornate Mondiali della Gioventù, di cui il dicastero è responsabile; alla vocazione e alla missione della donna nella Chiesa e nel mondo; al rapporto della Chiesa con il mondo dello sport, vasto campo della cultura contemporanea e mezzo opportuno di crescita integrale della persona al servizio della pace e della fratellanza tra i popoli. Nelle pagine delle sezioni, così come in quelle dedicate ai superiori del dicastero, si potranno trovare, in varie lingue, testi di approfondimento su temi che riguardano i fedeli laici e il loro impegno nel mondo, contributi provenienti anche da più voci, stretti collaboratori del dicastero; si potranno trovare notizie sul riconoscimento e l’approvazione degli statuti delle nuove associazioni, nuovi programmi del dicastero, ultimi volumi pubblicati. Eventi quali seminari di studio, congressi continentali dei laici cattolici, forum dei giovani e assemblee plenarie di membri e consultori del dicastero, troveranno nelle pagine di laici.va un ampio spazio, con foto, video e testi delle relazioni, così da permettere ai visitatori del sito di “partecipare” a queste iniziative.

    Il sito è stato realizzato dal Servizio Internet Vaticano, ed è il primo ad essere creato da questo ufficio con un nuovo sistema di web content management, una moderna tecnologia di gestione dei contenuti nel web, che permette l’inserimento di testi e immagini in maniera agile e innovativa. La scelta della data per il lancio non è casuale. Entrare nel web in modo nuovo alla vigilia della beatificazione di Giovanni Paolo II significa voler fare un omaggio al grande pontefice che ha dato un impulso immenso all’apostolato dei laici e alla nuova stagione aggregativa dei fedeli, al papa che ha avuto l’intuizione delle Giornate mondiali della gioventù, a colui che ha sempre manifestato grande attenzione per il “genio femminile” e per tutti quegli ambiti in cui i laici sono chiamati a dare testimonianza di Cristo. L’allora cardinale Wojtyła, inoltre, era stato Consultore del “Consilium de Laicis” nei primi anni di vita dell’organismo poi diventato Pontificio Consiglio per i Laici, e dalle pagine del nuovo sito si vuole ricordare anche questa sua importante presenza nella storia e nello sviluppo del lavoro del dicastero.

    inizio pagina

    Oggi su "L'Osservatore Romano"

    ◊   Uomini nuovi nel cuore della città terrena: all’udienza generale il Papa parla dell’attualità della Pasqua nella vita dei cristiani.

    Nell’informazione internazionale, sul summit dell’Ocse a New York un articolo di Michele Dau dal titolo “L’educazione è il migliore investimento per favorire la ripresa”.

    Sole nero nel cielo della coscienza: in cultura, Antonio Paolucci su Lorenzo Lotto e la “Crocifissione” di Monte San Giusto.

    Maria Maggi su “lavori in corso nello spazio”: il 29 aprile partirà lo shuttle Endeavour.

    Emilio Ranzato recensisce il film di Nanni Moretti “Habemus Papam”.

    Se il rimedio è la geografia: l’“Atlante storico del cristianesimo antico” a cura di Angelo Di Berardino.

    Gli ebrei e il Papa fragile: nell’informazione religiosa, intervista di Marco Bellizi al rabbino Jack Bemporad.

    inizio pagina

    Oggi in Primo Piano



    Libia: raid della Nato rallentano l'attacco a Misurata. Mons. Martinelli: l'uso della forza non risolve nulla

    ◊   Continuano le operazioni militari della Nato in Libia e proseguono anche i bombardamenti delle forze filogovernative nella zona di Misurata. Il ministero degli Esteri italiano sottolinea, intanto, che la decisione dell'Italia di partecipare a bombardamenti mirati in Libia non è il frutto di "rivoluzione o cambiamento di posizione". Il servizio di Amedeo Lomonaco:

    Raid aerei della Nato, lanciati nella notte, hanno costretto le forze libiche ad arretrare a Misurata. Ma questa mattina truppe filogovernative hanno ripreso a bombardare il porto con missili. Il bombardamento – hanno riferito fonti degli insorti – è ancora in corso. In Italia, intanto, è sempre più acceso il dibattito sulla decisione dell’Italia di partecipare ai bombardamenti in Libia. Sono contrari ai raid la Lega, Italia dei Valori ed alcuni esponenti del Pdl. Il ministro della Difesa italiano, Ignazio La Russa, sottolinea che in Libia non ci saranno “bombardamenti indiscriminati”. Ci saranno invece “missioni con missili di precisione su obiettivi specifici” con l'obiettivo di “evitare ogni rischio di colpire la popolazione civile”. La Nato ha chiesto di affiancare gli aerei militari dei sette Paesi che effettuano attacchi - Usa, Gran Bretagna, Francia, Danimarca, Belgio, Canada e Norvegia - per intensificare le incursioni contro i mezzi terrestri dell'esercito libico. Le forze di Gheddafi, che utilizzano anche veicoli civili per non diventare facili bersagli, schierano mezzi corazzati nei centri urbani per rendere più rischiose le incursioni aeree alleate. Per scongiurare ulteriori drammatiche conseguenze, l’Unione Africana chiede a tutte le parti coinvolte di evitare azioni, comprese quelle militari, che abbiano come obiettivi ''alti funzionari libici e infrastrutture socio-economiche ''. In Libia, infine, i capi e i rappresentanti di 61 tribù, condividendo gli stessi ideali di una Libia ''libera, democratica e unita'', hanno lanciato un appello perché il colonnello Muammar Gheddafi lasci il potere.

    La via della mediazione, e non quella dei bombardamenti, può promuovere un’autentica pace in Libia. Diversi Paesi hanno espresso la loro contrarietà ad operazioni militari nel territorio libico. E’ quanto sottolinea mons. Giovanni Innocenzo Martinelli, vicario apostolico di Tripoli, intervistato da Amedeo Lomonaco:

    R. – Chiaramente, ci sono dei segni di speranza. Io vedo che qualcosa si muove nel desiderio della pace, oltre a quello che potrebbero fare ancora di più altri Paesi che si sono pronunciati contro la guerra. Non so perché questi Paesi non facciano notizia. Fanno notizia, invece, quelli che partecipano alla guerra. Invece ci sono Paesi che vogliono in qualche modo lavorare per un dialogo possibile. Io credo che sia questa la via giusta perché l'uso della forza non produce niente.

    D. – Come giudicare, invece, la decisione dell’Italia di partecipare ai bombardamenti nella missione della Nato in Libia?

    R. - Questa è una contraddizione in termini perché io penso che il popolo libico e le persone che ho incontrato si sentano tradite: tradite da un’amicizia, tradite da una collaborazione, tradite per un lavoro che è stato fatto. Adesso è incomprensibile come addirittura si vogliano lanciare le bombe “mirate”. Ma cosa vuol dire questo “mirate”? “Mirate” a che cosa?

    D. – Dunque arrivare alla pace non attraverso bombardamenti mirati ma attraverso parole mirate, attraverso la mediazione delle tribù locali, della Lega Araba …

    R. – E’ proprio questo che non si arriva a capire. La nostra società libica ha veramente delle mediazioni e delle forze che non si conoscono, come la mediazione della famiglia, delle persone anziane, delle persone che danno e hanno un prestigio nella comunità e nella società. Queste sono le persone che ci possono assicurare una transizione valida e accettata da tutti.

    D. – E la Libia continua a vivere giorni di passione, continuano i bombardamenti ma in questi momenti drammatici si può scorgere anche la luce di un’autentica Pasqua …

    R. – Anche in Libia, soprattutto attraverso la comunità cristiana che proprio nei giorni di Pasqua si è riunita nel Triduo Pasquale. E’ stata veramente una gioia. La Pasqua deve poter certamente aiutarci ad amare tutti, aiutarci a superare questi scogli, deve aiutarci soprattutto a sperare. Ed io spero.

    Il presidente della Repubblica italiana, Giorgio Napolitano, avallando la decisione del governo di dare il via ai raid aerei sulla Libia, ha dichiarato che partecipare ai bombardamenti nell’ambito della missione della Nato è il naturale sviluppo della scelta compiuta dall’Italia a marzo. Ma la missione italiana in Libia è conforme alla risoluzione 1973 dell’Onu ed è costituzionalmente corretta? Francesca Sabatinelli lo ha chiesto a Natalino Ronzitto, docente di diritto internazionale dell’Università Luiss-Guido Carlo di Roma:

    R. – Questi raid avvengono finora nel quadro della risoluzione 1973: bisogna impedire che le truppe di Gheddafi facciano dei bombardamenti nei confronti dei civili, che sono asserragliati in alcune città, oppure della popolazione civile in Cirenaica. Quindi, ci sono dei limiti a questi bombardamenti. Questo è quello che dice la 1973.

    D. – Fanno presente, alcuni contrari a questa scelta, che in sede di Parlamento non si è mai esplicitamente parlato di bombardamenti...

    R. – Qua bisogna essere chiari: queste azioni sono innanzitutto responsabilità dell’Esecutivo. Non c’è nessuna violazione, a mio avviso, dell’art. 11 della Costituzione, che vieta la guerra di aggressione e qui non si tratta di aggressione, si tratta di un’azione che è stata autorizzata dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. Per quanto riguarda l’autorizzazione parlamentare, la nostra Costituzione parla di guerra, ma non siamo in guerra: sono azioni che hanno un’intensità di gran lunga minore della guerra, senza un uso macroscopico della forza.

    D. – A suo avviso, questa nuova mossa della comunità internazionale servirà a fermare questo dramma che si sta consumando in Libia?

    R. – Questo è difficile dirlo. Come si suole dire, quando si usa la violenza bellica, si sa quando si inizia e non si sa quando si finisce. Gheddafi finora si è dimostrato un avversario molto tenace.(ap)

    inizio pagina

    Filippine: negoziati tra il governo e il Fronte islamico Moro

    ◊   Al via a Kuala Lumpur in Malaysia i negoziati diretti tra il governo filippino e il Fronte islamico di Liberazione Moro, che da decenni combatte contro Manila per ottenere uno Stato autonomo nel Sud delle Filippine. Il dialogo con i ribelli islamici era stato interrotto nel 2008 in quanto le parti non avevano trovato alcun punto di contatto sulle reciproche richieste. Il tavolo che si è riaperto ora con la mediazione malese suscita molte speranze, soprattutto per la concomitanza con i negoziati che il governo filippino ha avviato con la guerriglia comunista e i buoni uffici della Norvegia. Sentiamo Paolo Affatato, giornalista esperto di Asia, intervistato da Stefano Leszczynski.

    R. – Nelle Filippine ci sono due gruppi ribelli molto distinti fra loro. Da una parte, la ribellione, che ha radici nella guerriglia comunista, ha dato diversi problemi: è una guerriglia che ha lasciato una scia di sangue di circa 40 mila morti, per capire l’entità del problema. Dall’altra parte, anche nel Sud del Paese, c’è una tradizionale forma di protesta e di guerriglia, che ha radici invece nella diversità etnica, culturale e religiosa del Sud. C’è soprattutto una forte presenza islamica e dei gruppi ribelli di matrice islamica.

    D. – I negoziati, a Kuala Lumpur, in Malesia, sono concentrati soprattutto con i gruppi maggioritari della ribellione islamica. Quali sono gli spiragli per questo tavolo di trattative?

    R. – Ci sono spiragli che, effettivamente, oggi potrebbero lasciare anche un certo ottimismo, nel senso che da entrambe le parti, alla vigilia di questi importanti colloqui, si sono manifestate delle disponibilità di venire incontro alla controparte. Si tratterà di mettere alla prova la volontà di pace, i proclami di riconciliazione lanciati dal governo, ma anche la disponibilità offerta dai gruppi ribelli.

    D. – Lo sforzo del governo filippino di portare avanti due negoziati paralleli su due fronti diversi ha contribuito a stemperare le tensioni nel Paese o questi negoziati avvengono in un clima di grandi difficoltà?

    R. – Si può dire che ci sia generalmente un certo scetticismo ancora che circola nell’opinione pubblica e circola soprattutto nella parte Nord delle Filippine - a Manila – laddove ci sono i centri del potere, laddove ci sono i centri finanziari. Va detto anche, però, che sta crescendo a livello di società civile un fronte che dà fiducia a questo tentativo del governo e di questo fronte fa parte anche la Chiesa cattolica nelle sue diverse articolazioni. Quindi, questo ha comunque un certo peso. Tutti sperano che il tentativo di riconciliazione sia sincero e che possa dare dei frutti concreti per ricreare all’interno del Paese, nella società filippina, quel clima di armonia nei rapporti reciproci, nei rapporti sociali che, naturalmente, è premessa per uno sviluppo sociale ed economico per il benessere di tutti. (ap)

    inizio pagina

    Rapporto Auser: tempi duri per il Welfare, servizi sociali a rischio per i tagli

    ◊   A causa delle difficoltà economiche i Comuni italiani si affidano sempre di più, per i servizi sociali, al volontariato. Lo rileva il quarto Rapporto sulla sinergia tra Enti Locali e Terzo Settore promosso dall’Auser e presentato oggi a Roma. Chiesta anche più trasparenza, maggiore programmazione e regole più chiare, soprattutto sul fronte contratti e collaborazioni. Per noi c’era Michele Raviart:

    In Italia, l’efficienza dei servizi sociali è a rischio. A lanciare l’allarme è l’Auser, che ha presentato oggi il IV Rapporto nazionale “Enti locali e Terzo Settore”, nel quale si sottolinea come ormai circa il 50 per cento dei servizi di assistenza di competenza del settore pubblico sia esternalizzato a soggetti privati. E questo in un regime di tagli alle spese da parte dello Stato, rischia di impoverire notevolmente la quantità dei servizi erogati alle persone bisognose, come ci spiega Francesco Montemurro, tra gli estensori del Rapporto:

    “E’ un impoverimento, che è la risultante di almeno tre filoni di intervento: uno riguarda il taglio ai trasferimenti statali ai comuni, con un peso di circa un miliardo e mezzo per il 2011 e di due miliardi e mezzo a regime per il 2012; l’altro riguarda, invece, il taglio di circa il 63 per cento dei fondi statali a sostegno degli interventi sociali; il terzo provvedimento è quello, nelle amministrazioni pubbliche, del raffreddamento dei contratti collettivi”.

    Quindi il blocco delle assunzioni nelle amministrazioni pubbliche e un aumento del precariato; ma anche la progressiva riduzione dei fondi, come quello per le politiche sociali, ridotto di oltre il 60 per cento. E la scomparsa di quello che si occupava delle persone non autosufficienti, che solo nel 2010 gestiva 400 milioni di euro. Michele Mangano, presidente dell’Auser:

    “Com’è velleitario immaginare che sia solo il pubblico ad intervenire per la gestione dei servizi pubblici, altrettanto velleitario è pensare che siano poi i soggetti di Terzo Settore - quindi le cooperative sociali e le associazioni di volontariato - a gestire la stragrande maggioranza dei servizi sociali. Questo è impossibile. Bisogna che ci sia una giusta integrazione e che il ruolo del privato sia un ruolo complementare all’intervento pubblico. (mg)

    inizio pagina

    Campagna della Diocesi di Milano contro la trasmissione del virus Hiv da mamma a bambino in Zambia

    ◊   La Diocesi ambrosiana lancia una grande campagna per sostenere un progetto di prevenzione della trasmissione del virus Hiv da mamma a bambino in Zambia. Lo fa per festeggiare in modo concreto i cinquant’anni della prima missione della Chiesa di Milano in Zambia, nel suo ospedale di Chirundu. Ce ne parla Fabio Brenna:

    Un grande pannello sul Duomo di Milano che mostra il pancione di una donna africana, con la scritta “Se nascerà sano è anche merito tuo”, invita tutti a sostenere il progetto anche acquistando magliette, spille e borse in cotone con il logo della campagna. Il costo per il trattamento di una mamma e di un bambino si aggira attorno ai 15/20 euro al mese. Più o meno il costo di un aperitivo, ha osservato l’arcivescovo di Milano, il cardinale Dionigi Tettamanzi:

    “Anche una piccola cosa in realtà può diventare grande, perché può andare a salvare una vita: evidentemente anche se con tanta lontananza nel tempo, ma è pur sempre una vita e quindi da questo punto di vista il valore è così alto, che fare questi confronti, fare questi paragoni può essere segno di saggezza da parte nostra”.

    In Zambia, il 13.5 per cento della popolazione adulta è affetto da Aids, malattia che colpisce il 15% dei ragazzi fra i 15 e i 24 anni, percentuale che sale nelle donne al 18%. Il progetto di cura punta sulla prevenzione per trattare la malattia bloccando la trasmissione da madre a figlio, fermando così la moltiplicazione dei casi. Pietro Ugazio, chirurgo e volontario presso l’ospedale della pace di Chirundu:

    “Per la prevenzione fondamentalmente, dal punto di vista medico, si usano i farmaci antiretrovirali che vengono dati alle donne gravide. Ma serve di tutto, perché l’Aids - purtroppo - è una realtà che investe non solo - diciamo così - un aspetto di salute, ma investe qualsiasi aspetto della propria vita”.

    I sacerdoti Fidei donum ambrosiani da 50 anni sono in una regione poverissima ed hanno contribuito a far diventare il primo ambulatorio rurale un efficiente ospedale con 130 posti letto, il “Mtendere Mission Hospital”. Un anniversario che invita a pensare al senso della missionarietà, secondo il cardinale Tettamanzi:

    “Cosa vuol dire oggi essere missionari? E’ avere dentro qualche valore, qualche ideale ed essere pronti, in qualche modo, ad offrirlo agli altri e non tanto attraverso le parole, quanto attraverso i fatti. Dico questo in termini generalissimi, mentre in termini più precisi per un cristiano posso dire che uno incontra Gesù Cristo perché è una persona viva e proprio a partire da questo incontro sente il bisogno di offrirsi agli altri, così come lui è, con le risorse che ha e quindi vivendo una vita non chiusa in se stessi, ma una vita aperta agli altri e pronta a dare qualcosa di bello, di grande e di buono agli altri”.

    Una delegazione diocesana visiterà nei prossimi giorni la missione di Chirundu.(mg)

    inizio pagina

    Chiesa e Società



    Vietnam: il vescovo di Kontum fermato dalla polizia con l’accusa di aver “battezzato”

    ◊   Ha potuto celebrare la messa di Pasqua, ma è stato fermato e portato negli uffici della polizia, con l’accusa di aver battezzato. E’ accaduto a Son Lang, nella contea di K’Bang, nel Vietnam centrale, nella zona dei montagnar, al vescovo Michael Hoang Duc Oanh, recatosi nello stesso villaggio nel quale a Natale gli era stato impedito di celebrare la Messa. In vista della Pasqua, il vescovo aveva inoltrato numerose petizioni alle autorità di ogni livello, chiedendo di poter celebrare la messa in un villaggio nel quale non era mai stato possibile celebrare l’eucaristia. Permesso che gli è stato concesso. Ma quando mons. Duc Oanh è arrivato, insieme a un sacerdote, ha trovato un’atmosfera ostile, con uomini della polizia e donne della Lega femminile comunista che superavano di numero i fedeli e che controllavano a sbeffeggiavano vescovo e cattolici. Una lunga fila dei quali ha chiesto di potersi confessare. La celebrazione del sacramento della riconciliazione è avvenuta tra scoppi di risa e battute a commento dei gesti dei fedeli. E dopo la Messa, il vescovo e il sacerdote sono stati portati agli uffici della polizia e sottoposti per ore a interrogatori. Gli agenti hanno accusato il vescovo di aver violato il permesso avuto che “consentiva solo la celebrazione della messa di Pasqua”, mentre egli aveva anche “battezzato persone”, “superando deliberatamente ciò che gli era concesso”. Il vescovo ha protestato, negando di aver “battezzato persone”, e spigando di aver solo aiutato i fedeli a riconciliarsi con Dio. “Prima di mangiare - ha detto - voi vi lavate le mani. Allo stesso modo, prima di partecipare alla messa, noi ci laviamo riconciliandoci con Dio”. La preoccupazione delle autorità comuniste e le loro accuse - riferisce l'agenzia AsiaNews - si spiegano col fatto che la diocesi vede un grandissimo numero di conversioni, testimoniate da 50mila battesimi negli ultimi due anni. (R.P.)

    inizio pagina

    India: appello alla tutela delle minoranze dopo i nuovi attacchi alle comunità cristiane

    ◊   “Gli attacchi contro i cristiani durante il Venerdì Santo sono un grave affronto alla laicità del Paese ed offendono la dignità e la libertà religiosa della popolazione”. E’ quanto denuncia Sajan K George, presidente del Global Council of Indian Christian (Gcic), sulle violenze degli estremisti indù contro le comunità protestanti di Bagalkot e Davangere, nel Karnataka. L’attivista – riferisce l’agenzia AsiaNews - invita il governo centrale a proteggere le minoranze e chiede giustizia per le vittime, spesso ignorate dalla polizia.
    Lo scorso 22 aprile nel distretto di Bagalkot, oltre 50 estremisti indù del Sangh Parivar, armati di bastoni, hanno fatto irruzione nella sala di preghiera della comunità pentecostale riunita per celebrare il Venerdì Santo. Sajan George riferisce che i radicali hanno aggredito e insultato i due pastori, Ashok Motilal Powar e Gurappa Powar, accusandoli di conversioni forzate dietro compenso, e ordinato a tutti i fedeli di riconvertirsi all’induismo. Gli estremisti hanno abbandonato l’edificio solo dopo diverse ore, lasciando ferito a terra, Ashok Molital, trasportato d’urgenza all’ospedale da un gruppo di fedeli. Secondo Sajan George l’assalto sarebbe avvenuto nella totale indifferenza delle Forze dell’ordine, che avrebbero respinto la denuncia presentata dalla comunità pentecostale. Nel distretto di Davangere, gli estremisti hanno invece preso di mira la comunità protestante della Bethel Church, anch’essa riunita per le celebrazioni del Venerdì Santo. Sajan George racconta che gli estremisti hanno sfondato la porta dell’edificio e picchiato il pastore Umesh Nayak davanti ai 30 fedeli, dopo aver distrutto Bibbie e libretti di preghiere. Hanno quindi sequestrato il pastore e sei membri della comunità, chiudendoli per sei ore dentro la chiesa. L’attivista sottolinea che la Polizia è intervenuta solo grazie alle pressioni degli attivisti del Gcic. Per Sajan George i due episodi sono un esempio della nuova ondata di intolleranza che sta colpendo le comunità cristiane del Karnataka. Dall’inizio di aprile gli estremisti indù hanno attaccato chiese ed opere di carità, protestanti e cattoliche in diversi distretti dello Stato. Fra gli edifici anche il convento cattolico “Stella Maris” di Ullal. (R.G.)

    inizio pagina

    Messico: un altro sacerdote vittima della violenza

    ◊   Il sacerdote Francisco Sánchez Durán, 60 anni, è stato ucciso all’alba di ieri nella chiesa El Patrocinio di San José, che si trova sulla Avenida Ocho, presso il quartiere Educacion, a Coyoacán (al sud della capitale messicana ). Secondo le informazioni pervenute all’agenzia Fides, il corpo di padre Sánchez Durán è stato trovato intorno alle ore 9.30 "con ferite al collo", fatte con un’arma da taglio, hanno spiegato fonti della Procura della capitale. Secondo i media locali l'omicidio può essere stato la tragica conclusione di un tentativo di furto in chiesa, come risultato dell'opposizione del sacerdote ai ladri. L'arcidiocesi di Mexico ha condannato l'omicidio di padre Francisco Sanchez e ha invitato le autorità ad indagare su questo crimine e a punire i colpevoli. Il comunicato dell'arcidiocesi, firmato dal cardinale Norberto Rivera, arcivescovo di Mexico, invoca da Dio l’eterno riposo per l'anima del sacerdote Francisco Sánchez, e ribadisce che “qualsiasi atto di violenza è deprecabile in sé e ancor di più se effettuato nei confronti di persone consacrate a Dio”, fatto che rende molto più grave la colpa degli assassini. (R.P.)

    inizio pagina

    Cile. Protocollo dei vescovi contro gli abusi sui minori. Creata una speciale Commissione

    ◊   Ieri, com’era stato anticipato alcune settimane fa al termine dell’Assemblea plenaria, l’episcopato cileno ha pubblicato il Protocollo da usare in tutte le diocesi e strutture ecclesiali di fronte “alle denunce contro clerici per abusi nei confronti di minorenni”. Inoltre, i vescovi hanno annunciato la costituzione di una Commissione speciale, presieduta dal vescovo di Rancagua, mons. Alejandro Goic e integrata da altre persone, tra cui mons. Juan Ignacio González, vescovo di San Bernardo, due presbiteri che lavorano nell'educazione e formazione, un avvocato e la direttrice della Commissione nazionale per la protezione dell’infanzia vulnerabile. La decisione dei presuli, che ha avuto un’accoglienza molto positiva sulla stampa cilena e non solo, e che segue il sentiero già tracciato ed sperimentato da parte di altri Episcopati, è un ulteriore passo “nell’obbligo di proteggere i minorenni ed evitare gli abusi sessuali”, ha precisato in conferenza stampa mons. Santiago Silva, segretario della Conferenza episcopale. Nella nota dei vescovi si legge che “Il consiglio della Commissione ha come compito di orientare e dirigere le politiche di prevenzione degli abusi sessuali così come di offrire aiuto alle vittime”. L’odierno Protocollo, in realtà, aggiorna un testo base già approvato nel 2003, seguendo e applicando le nuove norme che allora furono emanate dalla Santa Sede. Secondo le norme e modalità aggiornate ora sono diversi e numerosi i canali dai quali si possono ricevere notizie e denunce su abusi. Sarà anche possibile, prima dell’intervento del promotore di giustizia, affidare le prima indagine ad un’altra persona, anche laica, dovutamente preparata; si riducono tutti i passaggi burocratici ed amministrativi che potrebbero ritardare un’eventuale indagine e si arricchiscono le misure di accompagnamento della vittime. Il Protocollo, che consente d’indagare anche nei casi in cui sia già subentrata la prescrizione, naturalmente accoglie tutte le norme degli organismi pertinenti della Santa Sede, che per volere di Benedetto XVI sono state emanate e aggiornate negli ultimi tempi. Il documento episcopale ribadisce la totale disponibilità della Chiesa a collaborare con tutti i Tribunali del Paese e ricorda che esiste l’obbligo, come nel caso dei direttori di istituzioni educative, di presentare denuncia giuridica se si viene a conoscenza di casi di abusi. (A cura di Luis Badilla)

    inizio pagina

    Brasile: migliaia di indigeni in piazza per salvare il Rio São Francisco

    ◊   Un appello urgente per salvare il fiume brasiliano São Francisco e i suoi 33 popoli indigeni, minacciati da un imponente progetto di trasposizione, con dighe idroelettriche e centrali nucleari. E’ stato rilanciato oggi dai promotori della “Campagna Oparà. Popoli Indigeni in difesa del fiume São Francisco” (www.apoinme.org.br, sul sito si può firmare la petizione). Dal 2 al 5 maggio migliaia di indigeni da tutto il Brasile realizzeranno un accampamento di fronte ai palazzi del governo a Brasilia, per denunciare gli impatti devastanti dei grandi progetti imposti dal governo nei loro territori. Durante la manifestazione - riferisce l'agenzia Sir - saranno consegnate le firme raccolte dalla petizione della Campagna Oparà, appoggiata anche dai vescovi brasiliani e da numerose organizzazioni della società civile brasiliana ed italiana. Il fiume Oparà (che per i popoli indigeni significa “fiume-mare”), conosciuto come fiume São Francisco, “è la fonte di vita più importante nel semi-arido del Nordest brasiliano – spiegano i promotori -. Lo sfruttamento selvaggio delle sue ricchezze naturali, con la costruzione di 7 dighe idrolettriche, unita a grandi investimenti nell'agroindustria, hanno già provocato la scomparsa del 70% della vegetazione e dei pesci nativi, hanno distrutto il ciclo delle maree, che regolava le attività produttive di queste popolazioni”. (R.P.)

    inizio pagina

    Colombia: 69 morti in aprile e 200 mila senzatetto dall’inizio dell'anno per le alluvioni

    ◊   La Colombia affronta la “peggiore tragedia naturale della sua storia”, a causa delle inondazioni – riferisce l’agenzia Misna - che solo ad aprile hanno provocato 69 morti e che dallo scorso anno hanno causato disagi e danni di vario genere a 3 milioni di persone; oltre 200 mila sono gli alluvionati dall’inizio del 2011. “Non abbiamo avuto due stagioni invernali distinte, ma solo un inverno ininterrotto. E’ come se il territorio fosse stato investito da un uragano arrivato l’anno scorso e non ancora andato via”, ha detto il presidente Juan Manuel Santos, aggiungendo che le piogge costanti hanno finora rallentato gli sforzi per assistere le vittime. “Siamo concentrati sugli aiuti di emergenza: il nostro obiettivo è aiutare i disastrati ma rivolgo un appello all’unità e alla solidarietà. Non è solo compito del governo nazionale, ci riguarda tutti, principalmente sindaci e governatori” ha aggiunto il presidente. L’esecutivo ha stanziato fondi pari a quasi 2 miliardi e mezzo di dollari per affrontare l’emergenza in un Paese in cui la stagione delle piogge comincia normalmente a fine marzo, inizio aprile, e si estende fino a giugno. A causa del fenomeno meteorologico della Niña, che si verifica periodicamente sull’Oceano Pacifico, le precipitazioni tuttavia non si sono interrotte dal secondo semestre del 2010 e da gennaio colpiscono soprattutto il centro della Colombia. “Quando La Niña sarà passata dovremo apprendere la lezione e preparare il Paese a questi fenomeni che saranno la costante più che l’eccezione, perché i cambiamenti climatici sono venuti per restare” ha avvertito il presidente. (R.G.)

    inizio pagina

    Giappone: Pasqua nel segno della solidarietà per le persone colpite dallo tsunami

    ◊   “La solidarietà nata fra i giapponesi dopo lo tsunami ha trasformato una storia cominciata con pianto e tritezza in un nuovo inizio che comunica un messaggio di gioia”. È quanto afferma padre Pietro Komatsu, cancelliere della diocesi di Sendai, nella lettera di Pasqua inviata a tutti i cattolici colpiti dallo tsunami. “Dopo lo tsunami – racconta padre Komatsu – in nessun luogo si potevano vedere i segni di una qualche speranza. Ma proprio in quel momento il telefono ha iniziato a squillare e per noi è iniziato un nuovo capitolo”. Il sacerdote spiega che ogni giorno decine di persone da tutto il Giappone chiamano offrendo aiuto e vicinanza alle vittime. Il sacerdote - riferisce l'agenzia AsiaNews - sottolinea che grazie ai volontari provenienti da tutto il Giappone l’opera di carità iniziata lo scorso 11 marzo a Sendai si è diffusa nelle prefetture di Aomori, Iwate, Miyagi, Fukushima e sta collegando via via le parrocchie ancora isolate. Gli sforzi congiunti di volontari cattolici, protezione civile e militari hanno permesso anche il ripristino delle statali 4, 6 e 45 che uniscono la capitale con le aree terremotate. Ciò ha consentito ai sacerdoti e laici cattolici delle parrocchie più lontane di partecipare alle celebrazioni delle Settimana santa organizzate dalla cattedrale di Sendai. Durante la messa crismale, celebrata lo scorso 20 aprile, mons. Martin Hiraga, vescovo di Sendai, ha invitato ciascun sacerdote ad essere fedele a Gesù, sopratutto nel particolare momento di dolore, che sta sperimentando la popolazione della diocesi. In occasione del Venerdì Santo, tutte le parrocchie cattoliche del Giappone hanno recitato una comune preghiera per le vittime di sisma, tsunami e fuga riadioattiva, chiedendo a Dio di dare speranza ai sopravissuti per ricominciare una nuova vita. (R.P.)

    inizio pagina

    Sud Corea: i vescovi invitano i fedeli ad essere portatori di speranza

    ◊   In occasione della Pasqua, tutti i vescovi ordinari delle diocesi coreane hanno pubblicato un messaggio rivolto alla propria comunità diocesana in cui esortano i fedeli, rinati da Gesù risorto, a rendere testimonianza alla verità che la giustizia e l'amore sono l'ultima cosa a scomparire sebbene la morte, la guerra e la violenza prevalgono ancora nel mondo. Secondo le informazioni inviate all’agenzia Fides dalla Conferenza episcopale coreana, i vescovi hanno chiesto ai fedeli di vivere la loro vita quotidiana testimoniando la nuova vita rinata in Gesù, e li hanno esortati ad impegnarsi maggiormente per costruire la cultura della vita e vivere insieme agli emarginati nella luce piena di Gesù risorto. Il cardinale Nicholas Cheong Jinsuk, arcivescovo di Seoul, ha sottolineato che la Chiesa dovrebbe innanziutto mostrare al mondo che Gesù risorto è in mezzo a noi, adesso. Per fare ciò, il fedele deve essere cambiato dalla potenza dello Spirito Santo. Inoltre il cardinale ha messo in rilievo che la presenza della Chiesa è priva di significato quando si prende cura solo dei propri interessi. Coloro che possono parlare di speranza negli attuali momenti oscuri che stiamo vivendo, sono i fedeli, perché radicati nella risurrezione di Gesù, ha messo in evidenza l’arcivescovo di Kwangju, Hyginus Kim Hee-joong, che ha chiesto ai cattolici di testimoniare Cristo con la loro vita quotidiana, che scaturisce dalla forza della fede nella risurrezione. Mons. Thaddeus Cho Hwan-kil, arcivescovo di Daegu, ha detto che Gesù risorto ci insegna che cosa possiamo sperare, anche quando vengono continuamente diffuse in questi giorni notizie penose. I fedeli, testimoni della risurrezione, devono andare avanti sulla via della vita anziché vivere come coloro che non sanno cosa è la speranza. (R.P.)

    inizio pagina

    La Banca Asiatica per lo Sviluppo prevede 64 milioni di nuovi poveri nel 2011

    ◊   Nei primi mesi del 2011 i prezzi degli alimenti sono saliti in media del 10% in molti Paesi dell’Asia, secondo i dati della Banca Asiatica per lo Sviluppo (Adb). La Banca - riporta l'agenzia AsiaNews - ha ammonito ieri che il perdurare degli aumenti, insieme alla crescita del prezzo dei carburanti causato dalle proteste scoppiate in molti Stati del Medio Oriente e del Nord Africa, può generare una forte inflazione, far precipitare decine di milioni di persone nella povertà e ridurre la prevista crescita economica della regione di oltre l’1,5%. Changyong Rhee, economista capo dell’Adb, osserva che anche se la gran parte delle economie asiatiche ha superato la crisi finanziaria globale degli scorsi anni, questi forti aumenti colpiscono “le famiglie povere nei Paesi asiatici in via di sviluppo, che già spendono oltre il 60% del loro reddito per il cibo” e che vedono “ridursi la loro possibilità di pagare le spese mediche e l’istruzione per i figli”. Un aumento dei prezzi alimentari del 10% può significare circa 64 milioni di nuovi poveri, ovvero chi ha meno di 1,25 dollari al giorno per vivere. Anche perché l’Adb prevede che il costo degli alimenti rimarrà “molto volatile” nel breve termine, pure quale conseguenza della generale riduzione delle scorte di grano. Negli ultimi 12 mesi il prezzo del granturco è salito del 90% e quello della soia di circa il 40%, mentre è anche in forte aumento il riso. I forti aumenti sono solo in parte conseguenza delle cattive condizioni atmosferiche e dei disastri che nel 2010 hanno colpito la produzione del cibo, come gli alluvioni in Pakistan e gli incendi in Russia e Ucraina. Altre cause sono fattori strutturali, come la debolezza del dollaro Usa (utilizzato come valuta internazionale di riferimento) e il crescente prezzo del carburante che ieri ha toccato i 111,57 dollari al barile, record da 31 mesi, con un aumento del 22% nel 2011. Inoltre gli aumenti dei prezzi internazionali hanno indotto molti Paesi a imporre bandi alla esportazione dei propri prodotti alimentari, ridurre le imposte su questi generi, concedere sussidi a famiglie e agricoltori. Ma l’Adb ritiene che queste misure, seppure utili nel breve termine, possono essere fattori di ulteriori incrementi. Al punto che Rhee ammonisce che “per evitare questa crisi incombente, è importante che i Paesi [della regione] si astengano dall’imporre divieti alle esportazioni dei loro prodotti e invece rafforzino la rete dei servizi sociali”. Rhee chiama questi Paesi dell’Asia a mettere al centro delle loro politiche “l’impegno per rendere stabile la produzione alimentare, con maggiori investimenti nelle infrastrutture agricole per aumentare i raccolti ed espandere le strutture per il loro immagazzinamento, per meglio garantire che il grano prodotto non vada sprecato”. (R.P.)

    inizio pagina

    Terra Santa: intervento del patriarca Twal sul dovere dell'unità dei cristiani

    ◊   “Rendere Gerusalemme più aperta ai pellegrini, costruire più appartamenti per la nostra gente e rafforzare la fede del nostro popolo”: sono questi per il patriarca latino di Gerusalemme, Fouad Twal, i “campi” di collaborazione tra cattolici ed ortodossi. Un concetto - riferisce l'agenzia Sir - ribadito ieri nel corso del tradizionale scambio di auguri con i capi delle altre chiese cristiane, ortodossi, luterani e anglicani. “Abbiamo il dovere – ha detto Twal, ricordando la “felice coincidenza astronomica” che ha permesso ai cristiani di celebrare la Pasqua insieme per il secondo anno consecutivo – di sognare l’unità e di lavorare per questa. L’unità delle Chiese – ha riconosciuto il patriarca – non consiste solo nell’unificare le date del calendario”, anche se ciò “è un passo avanti che rende le Chiese più credibili e che offre una testimonianza del Cristo risorto”. Essa passa anche attraverso la cooperazione in alcuni campi come “rendere Gerusalemme più aperta ai pellegrini, che spesso nella settimana Santa non sono messi in condizione di recarsi al Sepolcro e alla Città Vecchia, costruire più appartamenti per la nostra gente e rafforzare la fede del nostro popolo attraverso i Sacramenti, la Liturgia e la Parola”. (R.P.)

    inizio pagina

    Algeria: due cristiani rischiano una condanna di 5 anni per “proselitismo”

    ◊   Due cristiani algerini compariranno domani in tribunale con l’accusa di “proselitismo”, un reato che secondo la legge del Paese nordafricano, può costare 5 anni di carcere. Secondo l’agenzia Dernieres nouvelles d’Algerie, i due cristiani sono stati arrestati il 14 aprile scorso dopo aver risposto alle domande di alcuni vicini di casa riguardanti il cattolicesimo. Dal 2006 in Algeria vige una legge sui culti non musulmani che punisce con il carcere chi viene accusato di compiere atti di proselitismo e tiene incontri religiosi non islamici al di fuori dei luoghi registrati dalle autorità. Tale normativa è stata duramente contestata dalla minoranza cristiana, che secondo le stime ufficiali supera di poco le 10 mila persone a fronte di 35 milioni di abitanti. (G.P.)

    inizio pagina

    Gran Bretagna: sostegno economico per i sacerdoti anglicani accolti nella Chiesa cattolica

    ◊   La St. Barnabas Society, organizzazione caritativa con sede in Inghilterra e Irlanda, ha offerto 160mila dollari a favore dei sacerdoti anglicani che sono entrati nella Chiesa cattolica. “Si tratta di un gesto molto generoso ampiamente apprezzato” si legge in una dichiarazione dell’arcivescovo di Westminster, Vincent Nichols, diffusa dalla Cna. “E’ una espressione concreta della generosità che il Santo Padre ci chiede di mostrare verso quanti sono alla ricerca della piena comunione con la Chiesa cattolica”. Recentemente 20 sacerdoti e 600 laici provenienti da diverse aree dell’Inghilterra sono stati ammessi alla piena comunione con la Chiesa cattolica. Tra i primi ad aderire all’Ordinariato di Our Lady of Walsingham, cinque ex vescovi anglicani con le rispettive mogli. Molti dei sacerdoti che hanno lasciato le parrocchie anglicane, e quindi non hanno più diritto alla relativa remunerazione, sono sostenuti economicamente dall’Ordinariato. Il 15 aprile, l’Ordinariato ha annunciato di aver ricevuto dalla St. Barnabas Society 160mila dollari. L’organizzazione ritiene vitale il supporto economico agli anglicani accolti nella Chiesa cattolica, dal momento che molti non solo perdono il loro lavoro ma anche le abitazioni. Il contributo economico viene distribuito attraverso il clero e i religiosi, a seconda delle singole necessità, nel periodo che va dal loro ingresso nella Chiesa cattolica a Pasqua all’ordinazione, a Pentecoste. La St. Barnabas Society è sostenuta dalle donazioni di congregazioni cattoliche, singole persone e eredità. Nel corso dell’anno è intervenuta anche a favore di altri sacerdoti e religiosi provenienti da altre confessioni religiose che si sono convertiti al cattolicesimo. (R.P.)

    inizio pagina

    L’arcivescovo di Canterbury: al centro della Pasqua la vera gioia cristiana

    ◊   La capacità di lasciarsi sorprendere dalla gioia è stato il tema al centro del sermone di Pasqua pronunciato dall’arcivescovo di Canterbury, Rowan Williams, il quale ha invitato a riscoprire l’essenza della vera gioia, che è da ricercare - riferisce L'Osservatore Romano - in una autentica e stabile realizzazione personale e della comunità. Ha detto il primate della comunione anglicana: «Non riusciremo a trovare compimento se ci rimettiamo ad amare solo noi stessi. La felicità deve venire da fuori, dalle relazioni, dall’ambiente, dagli stimoli inattesi della bellezza. La gioia cristiana, la gioia della Pasqua è offerta al mondo non per garantire una società sempre felice, nel senso di una società libera dalla tensione, dal dolore, ma per affermare che tutto ciò che accade nel mondo è imprevedibile, a volte in maniera meravigliosa, altre volte in maniera orribile. Vi è un livello più profondo della realtà dove l’amore e la riconciliazione sono all’opera, un mondo con il quale si può prendere contatto così da essere in grado di convivere onestamente e coraggiosamente con le sfide che dobbiamo affrontare». (R.P.)

    inizio pagina

    Austria: i vescovi chiedono agevolazioni fiscali per le donazioni alla Chiesa

    ◊   La Chiesa cattolica austriaca chiede l'intera deducibilità della tassa ecclesiastica e l'agevolazione fiscale per le donazioni alla Chiesa. Lo ha sottolineato il nei giorni scorsi Peter Schipka, segretario generale della Conferenza episcopale, durante la trasmissione religiosa "Orientierung" dell'emittente austriaca Orf. Anche Raoul Kneucker, responsabile della Chiesa evangelica austriaca si è espresso a favore della proposta cattolica. "Sarebbe una discriminazione evidente, se in futuro molte altre organizzazione potessero beneficiare delle agevolazioni fiscali e le Chiese ne fossero invece escluse", ha detto Kneucker, anch'egli ospite della trasmissione dedicata al tema del provvedimento previsto dal governo austriaco per estendere le agevolazioni fiscali anche ad altre istituzioni. "La deducibilità intera delle tasse ecclesiastiche è giustificata dalle prestazioni fornite dalla Chiesa per la società", ha sottolineato Schipka, ricordando che "la Chiesa si fa carico di compiti che altrimenti dovrebbero essere svolti dallo Stato, come ad esempio nell'istruzione, in ambito sociale o per la salvaguardia dei monumenti". Già a fine marzo – riferisce l’agenzia Sir - la Conferenza episcopale aveva illustrato in un documento ufficiale la propria posizione sulla deducibilità della tassa, evidenziando come questa sia attualmente detraibile solo limitatamente, con un tetto massimo di 200 euro. Secondo i vescovi, questa disparità di trattamento fiscale, significa anche "un segnale della mancanza di considerazione delle numerose attività delle Chiese e delle comunità religiose per il bene degli austriaci". (R.P.)

    inizio pagina

    Beatificazione di Giovanni Paolo II: lo Stato italiano la celebra con una medaglia e un francobollo

    ◊   La beatificazione di Giovanni Paolo II è celebrata anche con l’emissione del francobollo commemorativo da parte dello Stato italiano e con il conio della medaglia ufficiale dell’evento da parte dell’Istituto poligrafico e zecca dello Stato. Il francobollo sarà emesso a Roma venerdì 29 aprile e sarà disponibile in tutti gli uffici postali italiani. La presentazione ufficiale del francobollo e della medaglia - riferisce l'agenzia Sir - avverrà a Palazzo del Vicariato Maffei Marescotti, nella stessa giornata, alla presenza tra gli altri del cardinale Agostino Vallini, vicario di Roma del Papa e di Gianni Letta, sottosegretario alla presidenza del Consiglio. Poste italiane, nelle diocesi italiane che hanno aderito all'iniziativa, domenica 1° maggio renderà disponibile il francobollo commemorativo in uno spazio antistante la cattedrale o altra sede diocesana dove sarà possibile procedere all'annullo speciale previsto per tale occasione, in contemporanea con la cerimonia di beatificazione in piazza san Pietro. L'annullo postale, personalizzato con il nome della diocesi in cui verrà effettuato, richiamerà l'immagine di Giovanni Paolo II benedicente riprodotta nel francobollo stesso. La medaglia “Beatificatio Joannes Paulus II”, disponibile dal 1° maggio a Roma e nelle diocesi nelle tre versioni in oro, argento e ottone, raffigura nel dritto l'immagine di Giovanni Paolo II tratta da una foto di Galazka. (R.P.)

    inizio pagina

    Omaggio a Giovanni Paolo II al Regina Apostolorum

    ◊   Venerdì 29 aprile, a Roma, alle ore 19.00, nell'Ateneo Pontificio Regina Apostolorum (via degli Aldobrandeschi 190), si terrà l'incontro "Non abbiate paura!", omaggio a Giovanni Paolo II, con il patrocinio della Pastorale Universitaria della Diocesi di Roma. Autorevoli esponenti del mondo dell'arte, della cultura, dello spettacolo e dello sport offriranno ricordi e testimonianze su Papa Wojtyla, che domenica sarà beatificato. Fra i vari interventi, porteranno la loro testimonianza Arturo Mari, il fotografo che ha seguito il Papa per tanti anni, mons. Renato Boccardo, arcivescovo di Spoleto-Norcia, mons. Alberto Maria Careggio, vescovo di Ventimiglia-Sanremo, l'attore Raoul Bova e Demetrio Albertini, vicepresidente della Federcalcio. Concluderà l'attore Flavio Insinna, con una sua lettura del Testamento di Giovanni Paolo II. Dopo l'incontro si terranno una Veglia di preghiera e l'Adorazione Eucaristica. Fra le altre iniziative, l'Ateneo Pontificio Regina Apostolorum ha anche creato il Centro Studi Giovanni Paolo II. Questo centro si propone di raccogliere le pubblicazioni e gli scritti di e su Giovanni Paolo II, la documentazione fotografica, audiovisiva e altri materiali significativi che riguardano la figura di questo grande Papa. E’ impegnato, inoltre, nella promozione di studi o ricerche sulla sua vita, sul suo carisma e le sue opere. (S.C.)

    inizio pagina

    Roma: mensa per i poveri e centro di ascolto alla Stazione Termini dedicati a Papa Wojtyla

    ◊   La mensa per i poveri e il centro di ascolto della Caritas di Roma alla Stazione Termini verranno dedicati al “Beato Giovanni Paolo II”. È il segno di carità che la diocesi di Roma promuove – riferisce l’agenzia Sir - a ricordo del suo vescovo, in occasione della cerimonia di beatificazione, per ricordare “la sua opera pastorale sempre attenta ai poveri, ai disagiati ed agli emarginati”. I servizi della Caritas di Roma alla Stazione Termini sono, dal 1987, un polo di riferimento per i senza fissa dimora, i giovani emarginati, gli anziani poveri e i malati psichici. Le due strutture - affiancate dall’Ostello “Don Luigi Di Liegro” e dal Poliambulatorio Caritas - sorgono in locali messi a disposizione dalle Ferrovie dello Stato e operano in convenzione con gli enti locali. Dopo oltre 20 anni i centri verranno ristrutturati ed ampliati. E’ stata stimata una spesa di 4 milioni di euro, di cui la Caritas - attraverso donazioni di privati ed enti pubblici - ha già raccolto oltre la metà. La diocesi di Roma contribuirà devolvendo le offerte eccedenti i costi dell’organizzazione degli eventi della beatificazione e tramite una raccolta fondi. La campagna di solidarietà prevede una colletta durante le cerimonie e le manifestazioni legate alla beatificazione e una campagna di “sms solidale” dal 30 aprile al 20 maggio, a cui hanno aderito tutti i gestori di telefonia fissa e mobile. (R.G.)

    inizio pagina

    'Aiuto alla Chiesa che Soffre' finanzia Trinity Tv, emittente cristiana di Trinidad e Tobago

    ◊   Nuovi finanziamenti alla comunità laica ‘Living Water’ (Acqua Viva) di Trinidad e Tobago arrivano dall'associazione caritativa internazionale 'Aiuto alla Chiesa che Soffre' (Acs), a sostegno dell’emittente Trinity Tv. Aiutando la rete televisiva della comunità con una donazione di 9 mila dollari statunitensi, Acs - riferisce l'agenzia Zenit - risponde alla richiesta di Benedetto XVI di sostenere progetti che utilizzano i media moderni per evangelizzare. Trinity TV trasmette da 17 anni, e negli ultimi 2 ha fornito una copertura di 24 ore su Internet. Per assicurare trasmissioni televisive tutto il giorno, il fondo messo a disposizione da Acs mira ad acquistare nuove apparecchiature, come telecamere, un set di trasmissioni wireless e un camcorder. Fino a questo momento c'e stato un unico set di apparecchiature, da trasportare ogni volta che si cambiava studio. Trinity Tv ha il pieno sostegno dell'arcivescovo Edward J. Gilbert di Port of Spain, capitale della repubblica di Trinidad e Tobago. La Trinity Communications Network è nata per usare i media a scopo di evangelizzazione. Creata nel 1994, Trinity TV vuole incoraggiare e sostenere l'opera catechetica ed evangelizzatrice che viene svolta in parrocchie, comunità laiche e in vari altri gruppi ecclesiali. (R.G.)

    inizio pagina

    India: in Tv reality show di cori e canti di chiesa in lingua malayalam

    ◊   Un reality show che ha come protagonisti i migliori gruppi corali cristiani dell'India. Si chiama “Deva Geetham” ed è il primo programma televisivo in lingua malayalam sulla tradizione cristiana corale. Lanciato ieri dal canale “Amrita TV”, lo show d'intrattenimento andrà in onda dal lunedì al venerdì alle 19. Alla presenza di vescovi e sacerdoti, il reality è stato inaugurato durante la settimana santa a Trivandrum, capitale dello stato del Kerala, dall'arcivescovo della diocesi di Malankara, Baselios Mar Cleemis. Al di là di ogni consuetudine televisiva, lo spettacolo mette in scena per milioni di telespettatori la melodia del canto devozionale cristiano. Un genere musicale ricco che, dalla tradizione di magnificenza delle cattedrali, passa ora sotto i riflettori senza perdere il suo legame con i temi religiosi e con gli inni di lode al Signore. Attraverso le voci di solisti supportati dal proprio gruppo, 10 tra i più importanti cori delle chiese dislocate in tutto il Kerala si faranno conoscere al grande pubblico del “Deva Geetham”. Accompagnati da un'orchestra di 8 elementi, i cori partecipanti sono stati selezionati dopo una serie di audizioni specifiche a cui hanno aderito inizialmente ben 58 gruppi corali. Non vi saranno limitazioni tematiche per i brani da presentare. Via libera dunque a tutte le varie forme della musica corale cristiana, dalle canzoni di Natale ai canti pasquali, dalle colonne sonore di film all'interpretazione di salmi o di episodi tratti dalle Scritture. Il compito di giudicare le performance spetterà poi ad una giura composta da insigni personaggi, tra cui il direttore musicale Mechery Louis Ousephachan, padre Antony Uruliannikkal e una celebrità scelta tra le fila dei compositori musicali o dei cantanti. (R.P.)

    inizio pagina

    Festival di Cannes: dai giovani salesiani maltesi un corto sul tema del disagio mentale

    ◊   “Stembah!”, il titolo dell’opera prima dei giovani del centro di produzione “BOSCOcrew” di Malta, in gara nella sezione cortometraggi al 64mo Festival di Cannes, che si aprirà il prossimo 11 maggio. BOSCOcrew è un’istituzione salesiana che permette ai giovani maltesi dai 15 anni in su, di maturare e approfondire le loro abilità nel mondo della cinematografia. Selezionato tra i tre migliori programmi socio-religiosi trasmessi dalla Televisione maltese, il corto “Stembah!” (“Svegliati!”) è stato girato a Senglea, presso il “Mount Carmel Hospital”, con la collaborazione dei Salesiani di Torino, che hanno prestato varie attrezzature professionali. “Stembah!” firmato dal giovane regista, James Spiteri, appena 21 anni, è stato ideato per essere proiettato nelle scuole e favorire il dibattito sul tema del disagio, presentando alcune situazioni di solitudine infantile che nascono quando nelle famiglie vi sono persone con disturbi mentali. Il film “è basato su alcune storie vere di nostra conoscenza”, ha spiegato don Eric Cachia, responsabile del BOSCOcrew, al Times of Malta, sottolineando “che se non affrontiamo i problemi del nostro passato, questi non mancheranno di tornare ad inquietarci. E c’è anche l’idea della famiglia, perché naturalmente - ha aggiunto il salesiano - una persona che vive una divisione in famiglia soffre di problemi emotivi e psicologici”. Il centro BOSCOcrew è intenzionato a presentare “Stembah!” anche ad altri festival, ed ha già in cantiere altri due cortometraggi. (R.G.)

    inizio pagina

    24 Ore nel Mondo



    Siria. L'Onu esamina un documento di condanna per la repressione delle proteste

    ◊   Non si fermano le violenze in Siria. Sale a 453 il bilancio dei civili uccisi dall'inizio delle manifestazioni di protesta. L’Onu convoca il Consiglio di Sicurezza per esaminare un documento di condanna mentre alcune capitali europee convocano i rispettivi ambasciatori. Il servizio di Gabriele Papini:

    E' salito ad almeno 35 morti il bilancio delle vittime causate dagli scontri di questi giorni nella città siriana di Deraa ad opera delle forze militari siriane. Il Consiglio di Sicurezza dell'Onu terrà venerdì una sessione speciale sulla situazione in Siria. La riunione è stata convocata alla luce della violenta repressione dell'esercito contro i manifestanti. La questione della Siria è anche nell'agenda della prossima riunione degli ambasciatori dei Paesi dell’Unione Europea, prevista per venerdì. Si parla di possibili sanzioni. Intanto, oltre duemila persone si sono radunate oggi a Banias, città costiera a nordovest di Damasco, per manifestare contro il governo. Ma uno schieramento di forze di sicurezza ha circondato il centro abitato in vista di possibili attacchi da parte dei manifestanti. Da segnalare che i governi di Italia, Francia, Spagna, Germania e Gran Bretagna hanno deciso una convocazione coordinata degli ambasciatori della Siria accreditati nei loro rispettivi Paesi.

    Yemen, attesa per la firma dell’accordo tra governo e opposizione
    Almeno una persona è morta e 10 sono rimaste ferite negli scontri scoppiati a Taiz e Aden, nel sud dello Yemen tra i manifestanti che chiedono le dimissioni del presidente Saleh, e le Forze di sicurezza. Proteste anche nella capitale Sana'a. Intanto, è stato annunciato che i rappresentanti del governo e dell'opposizione sono stati invitati domani a Riad, in Arabia Saudita, per firmare l'accordo che dovrebbe porre fine alla crisi che da due mesi va avanti nel Paese arabo. L'intesa, basata sulla proposta del Consiglio di Cooperazione del Golfo, prevede le dimissioni del presidente Saleh entro un mese, la nascita di un governo di unità nazionale e la convocazione di nuove elezioni presidenziali entro tre mesi. Resta da dire che una cellula di Al-Qaeda ha ucciso due soldati yemeniti nella provincia meridionale del Paese.

    Attentato a un gasdotto nel Sinai egiziano: il secondo in poche settimane
    E’ stato attaccato questa mattina un gasdotto che trasporta gas naturale dall’Egitto verso Israele e Giordania causandone l'esplosione: è accaduto in un sobborgo della città di El Arish, nel Sinai egiziano. Il terminal esploso si trova a 344 chilometri a nordest del Cairo. L'oleodotto è stato quindi chiuso e le forniture di gas verso Israele e Giordania risultano attualmente interrotte. Nessuna notizia di vittime. Si tratta del secondo attacco contro la pipeline nelle ultime settimane. Già il 27 marzo uomini armati avevano collocato dell'esplosivo nel gasdotto di al-Sabil con l'intenzione di farlo esplodere, ma l'attentato era stato sventato.

    Tunisia
    Il governo tunisino ha ufficializzato le sue proposte per il decreto sull'elezione dell'assemblea costituente. La prima delle proposte riguarda i quadri del disciolto Rcd (il partito dell'ex presidente Ben Ali) per i quali è stata prevista la non elegibilità alla Costituente se hanno avuto incarichi di responsabilità nel corso degli ultimi dieci anni. Infine, il governo si è impegnato a rispettare la data del 24 luglio per l'organizzazione delle elezioni dell'Assemblea costituente.

    Episodi di violenza ai seggi in Nigeria
    Tensione alle stelle in Nigeria, ieri, in occasione delle elezioni per la scelta di 26 governatori dei 36 Stati confederato in cui si suddivide il Paese. Attentati e assalti ai seggi hanno provocato morti e feriti. Il servizio di Giulio Albanese.

    La giornata si è aperta con tre bombe, esplose senza causare vittime a Borno, nel nord della Nigeria. Poco dopo nel sudest del Paese la polizia ha fatto in tempo a scoprire e disinnescare altri due ordigni. Vittime si sono poi registrate a Makurdi, nella Nigeria centrale, dove agenti di sicurezza hanno ucciso due persone che tentavano di rubare schede e altro materiale elettorale. Il colmo si è comunque raggiunto nello Stato del Delta, quando alcuni giovani facinorosi si sono fatti largo tra i votanti a colpi di mitragliatrice, disarmando i poliziotti di guardia e rubando urne piene e schede. Nel pomeriggio è comunque andato coraggiosamente a votare anche il vincitore delle presidenziali, Goodluck Jonathan, il quale dopo avere espresso la sua preferenza nel seggio ha dichiarato che “nel complesso l’intera tornata elettorale è stata libera in Nigeria, trasparente e tutto sommato pacifica”, ma, a detta dei cronisti locali, non è sembrato affatto convincente.

    Nessuna notizia della nave sequestrata la settimana scorsa al largo dell'Oman
    Ancora non è stata recuperata la motonave italiana "Rosalia D'Amato", sequestrata la scorsa settimana da un gruppo di pirati a largo delle coste dell'Oman. A bordo 22 membri di equipaggio, 15 filippini e sei italiani. Nessuna notizia anche dell’altra nave italiana, la "Savina Caylyn", nelle mani dei pirati dall’8 febbraio scorso. Dall’inizio dell’anno, sono 28 le navi sequestrate, quasi 600 gli ostaggi. In questo scenario gli armatori chiedono che il parlamento approvi leggi che consentano l’imbarco di militari o di guardie private. Massimiliano Menichetti ha intervistato Nicolò Carnimeo, docente di Diritto della navigazione all’Università degli Studi di Bari ed autore del libro “Nei mari dei pirati”, edito da Longanesi:

    R. - I pirati in Somalia sono gli stessi “signori della guerra” che organizzano anche altri traffici illeciti, come quello delle armi o quello relativo al commercio delle persone, ma che hanno trovato nella pirateria un’attività molto, molto florida, che non si arresta. Nei primi tre mesi di quest’anno, ci sono stati 96 attacchi, 35 in più rispetto all’anno precedente. Sono morte sette persone, uccise dai pirati, e 40 sono state ferite e almeno un’ottantina di persone sono state torturate. Il livello di conflitto e di scontro si sta alzando.

    D. - Anche l’Unione Europea è impegnata nelle missioni internazionali di pattugliamento che, però, non riesco ad avere esiti soddisfacenti…

    R. - Questo si spiega nel fatto che la missione “Atalanta” - di cui fa parte anche l’Italia - pattuglia solamente il Golfo di Aden e infatti nel Golfo Di Aden gli attacchi sono diminuiti, non ce ne sono quasi più. Invece, oggi, vengono compiuti - come nell’ultimo caso della Rosalia - nel Mare Arabico e soprattutto nell’Oceano Indiano: i pirati sono arrivati fino alle Isole Andamane.

    D. - In sostanza, lo specchio di mare non può essere monitorato costantemente nella sua globalità...

    R. - No, assolutamente.

    D. - Professore, alcuni ritengono che nella regione settentrionale semiautonoma del Putland ci sia la base dei pirati, la città di Heil: perché non si interviene lì?

    R. - Heil è - diciamo - la base storica dei pirati. Ci sono poi, però, altre basi, che sono anche al nord di Mogadiscio: ve ne sono quante sono le gang dei pirati! I pirati non sono solo in Somali: adesso operano anche nel Mar Rosso. Hanno delle basi in Yemen. Si sono molto ramificati e hanno soprattutto delle basi nelle piccole isole dell’Oceano Indiano.

    D. - La pirateria di fronte alle acque somale è il riflesso di un governo che non c’è. Ma è diventato anche un affare a se stante?

    R. - Ci sono investitori africani e arabi, da Dubai, che investono nella attività di abbordaggio. L’auspicio è che in realtà si cerchi di risolvere la situazione somala, ma non c’è - dal punto di vista internazionale - una repressione forte, anche in senso normativo. Si pensi che nei giorni scorsi erano stati arrestati 16 pirati, già stati liberati perché nessuno voleva processarli… (mg)

    Afghanistan
    L’Isaf ha sostenuto che nei mesi scorsi sono stati uccisi in Afghanistan oltre 25 fra esponenti e combattenti dell'organizzazione terroristica Al Qaeda. Col trascorrere degli anni, comunque, gli esperti hanno convenuto che l'importanza di Al Qaeda nel Paese si è ridotta progressivamente. Intanto, stamani un ex pilota afghano, sembra legato ad Al Qaeda, ha aperto il fuoco contro soldati della forza Isaf nel quartier generale dell'Aviazione, uccidendo sei militari americani. Il portavoce del Ministero della difesa afghano non ha fornito dati sul numero e sulla nazionalità delle vittime, riferendo genericamente di “alcuni morti e feriti”. Anche un portavoce dell'Isaf, il maggiore Tim Jones, ha annunciato che vi sono "vittime tra le forze Isaf". Jones ha parlato di "incidente", ma i talebani hanno rivendicato l'accaduto con una telefonata alla France Presse.

    Ancora colpi di artiglieria al confine Thailandia-Cambogia
    Sono proseguiti anche oggi con colpi di artiglieria gli scontri al confine tra Thailandia e Cambogia, che in sei giorni hanno provocato 14 morti, mentre le richieste di cessate-il-fuoco continuano a essere ignorate e un primo incontro diretto tra i rispettivi ministri della Difesa è stato annullato dalle autorità thailandesi. Nella notte, nuovi colpi sono stati sparati attorno ai templi contesi di Ta Moan e Ta Krabey, dove venerdì scorso è iniziata la serie di combattimenti,che ha portato alla morte il primo civile (thailandese) dopo otto militari thailandesi e cinque cambogiani. Ieri si era tornati a sparare 150 km a nord-est, attorno al tempio di Preah Vihear, il cui controllo alimenta la tensione tra i due Paesi dal 2008 a oggi. Nel 1962, l'Onu ha assegnato il tempio alla Cambogia, senza per deliberare sul possesso di un'area circostante di 4,6 chilometri quadrati. Con le due parti che continuano ad accusarsi a vicenda di aprire il fuoco per prime, il primo ministro cambogiano Hun Sen si è detto oggi favorevole a una tregua e a colloqui all'interno della cornice dell'Asean (l'organizzazione dei Paesi del Sud-est asiatico). In particolare, molti osservatori temono che i militari thailandesi - che hanno aumentato la loro influenza dietro il governo di Abhisit Vejjajiva - utilizzino lo spettro di una guerra per sabotare le elezioni anticipate attese per inizio luglio, nelle quali i sondaggi prevedono un testa a testa tra la coalizione di Abhisit e l'opposizione fedele all'ex premier in esilio Thaksin Shinawatra, deposto da un colpo di Sstato nel 2006.

    Pechino, colloqui Cina-Usa sui diritti umani
    Sono cominciati stamattina a Pechino i colloqui, che dureranno fino a domani, tra Stati Uniti e Cina sui diritti umani. La delegazione americana è guidata da Michael Posner, assistente segretario per la democrazia, il lavoro e i diritti umani dell'amministrazione statunitense. Le discussioni, secondo un comunicato dell'ambasciata americana a Pechino, si focalizzeranno sugli sviluppi dei diritti umani, incluso il recente aumento delle scomparse forzate, detenzioni extragiudiziarie, arresti e deportazioni, così come il ruolo della legge, la libertà di religione, la libertà di espressione, il diritto al lavoro, i diritti delle minoranze e altre questioni riguardanti i diritti umani. (Panoramica internazionale a cura di Fausta Speranza)

    Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LV no. 117

    inizio pagina
    E' possibile ricevere gratuitamente, via posta elettronica, l'edizione quotidiana del Bollettino del Radiogiornale. La richiesta può essere effettuata sulla home page del sito www.radiovaticana.va/italiano.

    Segreteria di redazione: Gloria Fontana, Mara Gentili, Anna Poce e Beatrice Filibeck, con la collaborazione di Vera Viselli e Miriam Ayele.