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Sommario del 14/04/2011

Il Papa e la Santa Sede

  • Il Papa al nuovo patriarca maronita, Béchara Raï: il Medio Oriente aspira a una pace duratura
  • Béchara Boutros Raï: il Libano resti un luogo di libertà e pluralismo
  • Pace e crisi economica al centro dell’incontro tra il Papa e il presidente della Lettonia
  • Messaggio ai cattolici cinesi della Commissione istituita dal Papa per la Chiesa in Cina
  • Altre udienze
  • I riti della Settimana Santa presieduti dal Papa: colletta per le vittime delle catastrofi in Giappone
  • L’arcivescovo Chullikatt all’Onu: la povertà non si sconfigge impedendo ai poveri di avere figli
  • Plenaria della Pontificia Commissione Biblica
  • Oggi su "L'Osservatore Romano"
  • Oggi in Primo Piano

  • Libia: assedio a Misurata. Francia contraria ad armare gli insorti
  • Rapporto del Centro Astalli: record negativo per le domande d'asilo in Italia
  • “Maria. Silenzi e parole”: presentato a Roma il nuovo libro del cardinale Lajolo
  • Chiesa e Società

  • Corea del Nord: oltre 50mila cristiani in campi di prigionia
  • Pakistan: donne cristiane vittime di conversioni forzate
  • Egitto: ricostruita la chiesa copta distrutta dagli estremisti islamici
  • Acque del Nilo: l’Egitto favorevole alla mediazione del Papa Copto Shenouda III con l’Etiopia
  • I vescovi boliviani: i cattolici sono una presenza di speranza e di impegno per il Paese
  • Haiti. Msf: la miseria della popolazione non permette di abbassare la guardia contro il colera
  • Filippine: a Manila la Chiesa trasforma i rifiuti in costruzioni
  • Costa d'Avorio: appello dei Salesiani per i 25 mila rifugiati nella parrocchia di Duekoue
  • Congo. Grave epidemia di morbillo: nel 2011 registrati 6.524 casi e 33 morti
  • Kenya: riunione di delegati di 28 province anglicane di tutto il mondo sui malati di Aids
  • Bartolomeo I: dopo Fukushima appello perché scienza e fede collaborino per la difesa dell'ambiente
  • Pakistan: il Ministro Paul Bhatti in visita a Medici con l'Africa Cuamm
  • I presuli canadesi sul caso del vescovo anglicano di Gerusalemme Sheil Dawani
  • Portogallo: per mons. Marto la rinascita sociale dipende da quella spirituale e morale
  • Presentata la traduzione in inglese del libro del Patriarca di Mosca "Diritto e responsabilità"
  • Spagna: Siviglia chiede alla Santa Sede un Istituto di Scienze Religiose
  • Regno Unito: al via sabato il pellegrinaggio pasquale al santuario mariano di Walsingham
  • Usa: la Conferenza episcopale lancia una pagina web in onore di Giovanni Paolo II
  • 24 Ore nel Mondo

  • Immigrazione. Maroni: conclusa la fase acuta dell'emergenza
  • Il Papa e la Santa Sede



    Il Papa al nuovo patriarca maronita, Béchara Raï: il Medio Oriente aspira a una pace duratura

    ◊   Il Medio Oriente anela a una pace duratura che la Chiesa, soprattutto quella che vive in quell’area, può contribuire a stabilire. È’ l’auspicio di Benedetto XVI che emerge dal discorso rivolto questa mattina al nuovo patriarca di Antiochia dei Maroniti, Sua Beatitudine Béchara Boutros Raï, e al folto gruppo di vescovi e fedeli presenti nella Sala Clementina in Vaticano. Il servizio di Alessandro De Carolis:

    Duemila anni fa, Antiochia era una grande e prospera città dell’Impero romano, nella quale trovarono il loro posto i primi seguaci del Dio Crocifisso, che proprio in quella città per la prima volta furono chiamati “cristiani”. Oggi, la sede patriarcale di Antiochia dei Maroniti è a capo di una comunità cattolica certamente non tra le più grandi dell’universo cristiano, ma è ancora lì – ha detto il Papa – che si può e si deve ritrovare “l'entusiasmo dei primi cristiani”, quelli assidui nell'ascoltare l'insegnamento degli apostoli, fedeli alla comunione fraterna, nella frazione del pane e nella preghiera. Tra ricchezza spirituale passato e “turbolenze” più recenti, Benedetto XVI ha celebrato la nuova pagina di storia inaugurata poche settimane fa con l’elezione di Sua Beatitudine Béchara Boutros Raï a capo della Chiesa maronita, che conta in Libano un milione di fedeli e il doppio in diaspora. Una Chiesa antica quanto il Vangelo, dunque, ma in parte bisognosa di riscoprirlo, come accade in diverse zone mediorientali e come anche il Sinodo dello scorso ottobre ha ricordato:

    “Parce que vous êtes au cœur…
    Poiché vi trovate nel cuore del Medio Oriente, voi svolgete una missione immensa tra gli uomini, ai quali l'amore di Cristo vi spinge a proclamare la Buona Novella della Salvezza (...) Questa regione del mondo, che i Patriarchi, i Profeti, gli Apostoli e Cristo stesso hanno benedetto con la loro presenza e la loro predicazione, aspira a una pace duratura che la Parola di Verità, accolta e vissuta, ha la capacità di stabilire”.

    Milleseicento anni dopo la morte di San Marone, fondatore della comunità cattolica libanese, l’obiettivo dei suoi successori – ha affermato Benedetto XVI – non è cambiato: è quello di radicare Cristo nelle coscienze. Proseguite in questo impegno, ha detto il Papa, “offrendo una formazione umana e spirituale, morale e intellettuale” soprattutto ai giovani, utilizzando al meglio la “rete scolastica e catechistica” maronita, della quale – ha soggiunto il Pontefice – “conosco la qualità”:

    “Je sohuaite ardemment que votre rôle…
    Auspico di cuore che il vostro ruolo nella loro formazione sia riconosciuto sempre meglio dalla società, in modo che i valori fondamentali siano trasmessi senza discriminazioni. Così i giovani di oggi diventeranno uomini e donne responsabili, nelle loro famiglie e nella società, per costruire una maggiore solidarietà e una più grande fraternità fra tutti i componenti della nazione”.

    Oltre a rivolgere un pensiero di ringraziamento al patriarca uscente, il cardinale Nashrallah Pierre Sfeir, e a tutta la Chiesa libanese per la testimonianza di “fraterna e indefettibile unità” sempre mostrata con quella di Roma, Benedetto XVI ha sollecitato il nuovo patriarca e i vescovi maroniti a “intensificare la formazione dei sacerdoti e dei tanti giovani” che intendono donarsi a Dio. “Con il loro insegnamento e la loro vita – ha concluso – siano autentici testimoni della Parola di Dio e aiutino i fedeli a radicare la loro esistenza e la loro missione in Cristo”.

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    Béchara Boutros Raï: il Libano resti un luogo di libertà e pluralismo

    ◊   In occasione dell'udienza dal Papa, il patriarca Béchara Boutros Raï ha voluto soffermarsi ai microfoni della Radio Vaticana - nella quale è stato per 12 anni responsabile del Programma arabo - per commentare le sollevazioni popolari in atto in Nord Africa e Medio Oriente e la loro influenza sul Libano. L'intervista è della collega della redazione inglese della nostra emittente, Tracey McClure:

    R. – Noi siamo preoccupati: ci potrebbero essere conseguenze per il Libano, perché non sappiamo dove possono arrivare queste manifestazioni. Il Libano è il luogo della libertà di espressione, è il luogo dove sono rappresentate tutte le religioni e nessuna religione assimila l’altra, e dove c’è diversità di opinioni e pluralità di partiti politici. Se questi regimi del mondo arabo diventassero più duri, a pagare saranno i cristiani di questi Paesi! I cristiani saranno le prime vittime ...

    D. – Con tutto quello che sta accadendo in Medio Oriente e in Nord Africa, lei ha qualche preoccupazione per la perdita di quel modello di convivialità rappresentato dal Libano di cui parlava Giovanni Paolo II?

    R. – Non credo, perché i libanesi – tutti i libanesi: musulmani e cristiani – ci tengono a questa convivialità: tutti quanti. Però, se i cristiani continuano ad emigrare in numero sempre maggiore, il sistema politico del Libano sarà condizionato anche demograficamente; infatti, se il livello demografico dei cristiani si abbasserà molto, allora anche la rappresentatività cambierà: non sarà più paritaria, cioè 50-50. Forse sarà 75-25, o forse tenderà a sparire. Ma noi speriamo di poter conservare la nostra presenza e mantenere il nostro numero, anche demograficamente.

    D. – I cristiani in Libano sono politicamente divisi. Lei ha qualche progetto per cercare di riunire i cristiani?

    R. – Sì. Io ho già parlato con i leader cristiani in genere e con i leader maroniti in particolare. Se si chiede loro: “sui principi nazionali siete tutti d’accordo?”, rispondono di sì. Alla domanda: “il vostro obiettivo è di conservare la presenza cristiana in Libano in modo che questo Paese rappresenti una garanzia per voi?”, hanno risposto di sì. E ancora: alla domanda se la diversificazione tra i cristiani consista nelle opzioni politiche, ancora hanno risposto di sì. Allora ho detto: “riuniamoci per un dialogo, ma voi dovrete essere complementari: perché essere nemici? Siamo un Paese democratico e questo vuol dire che dobbiamo rispettare l’opinione dell’altro. Per favore – ho detto ancora - non affermate che la vostra opzione personale è la migliore continuando a creare inimicizie, come state facendo adesso”. Quindi ho invitato questi leader politici ad un giorno di ritiro spirituale durante la Settimana Santa per ascoltare la Parola di Dio - ci saranno anche due omelie - mentre negli intervalli discuteremo sulle opzioni politiche presentate da ogni fazione. Sono stati contenti, hanno risposto positivamente all’invito e speriamo di riuscire a organizzare l’incontro per la prossima settimana. Questa è la prima cosa. Poi, invece, a livello nazionale i musulmani hanno chiesto un vertice islamico-cristiano da svolgersi nella sede del Patriarcato – secondo la volontà degli stessi musulmani – da dove rilasceremo una dichiarazione sui principi che ci uniscono.

    D. – C’è qualcosa che la Chiesa può fare per aiutarvi?

    R. – La Chiesa universale, attraverso la Santa Sede e la sua forza morale, deve lavorare sulla comunità internazionale. Noi faremo il nostro lavoro internamente, tra di noi, come Chiese a livello cattolico-ecumenico, nel dialogo interreligioso, e faremo il possibile presso i governi locali. Tutti guardano alla Chiesa perché tutti sanno che la Chiesa non fa che il bene comune e non ha nessun interesse personale. (bf)

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    Pace e crisi economica al centro dell’incontro tra il Papa e il presidente della Lettonia

    ◊   Benedetto XVI ha ricevuto stamani in udienza, in Vaticano, il presidente della Repubblica di Lettonia, Valdis Zatlers. Nel corso dei colloqui, informa una nota della Sala Stampa vaticana, “ci si è soffermati sul buono stato dei rapporti che legano la Lettonia con la Santa Sede, sottolineato anche dall’Accordo del 2000, e dalla stima di cui gode la Chiesa Cattolica nel Paese”. Nell’attuale congiuntura economica internazionale, “che ha avuto pesanti ripercussioni anche in Lettonia”, prosegue la nota, “si è espresso apprezzamento per il significativo e valido contributo che la Chiesa offre alla società lettone non solo con le sue iniziative in campo educativo e sociale, ma anche con la presentazione della sua Dottrina sociale”.

    Il Papa e il presidente lettone hanno poi rilevato l’importanza della “salvaguardia dei valori tradizionali e della pacifica convivenza”. A livello internazionale ci si è, infine, “soffermati sul contributo della Lettonia nella promozione della pace e sugli ambiti di collaborazione con la Santa Sede”. Dopo il colloquio con il Pontefice, il presidente Zatlers si è incontrato con il cardinale segretario di Stato, Tarcisio Bertone, accompagnato dall’arcivescovo Dominique Mamberti, segretario vaticano per i Rapporti con gli Stati.

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    Messaggio ai cattolici cinesi della Commissione istituita dal Papa per la Chiesa in Cina

    ◊   Un Messaggio di sostegno e incoraggiamento ai cattolici cinesi. A rivolgerlo è la Commissione per la Chiesa cattolica in Cina, istituita nel 2007 da Benedetto XVI, riunita questa settimana in Vaticano per studiare le questioni di maggiore importanza nella vita della Chiesa di questo Paese continente. Il servizio di Roberta Gisotti.

    “Mossi dall’amore per la Chiesa in Cina, dal dolore per le prove che state affrontando e dal desiderio di incoraggiarvi” – si legge nel messaggio ai cattolici cinesi – “abbiamo constatato il clima generale di disorientamento e di ansietà per il futuro, le sofferenze di alcune Circoscrizioni prive di Pastori, le divisioni interne di altre, la preoccupazione di altre ancora che non hanno personale e mezzi sufficienti per far fronte ai fenomeni di crescente urbanizzazione e di spopolamento delle aree rurali”. Ma quello che emerge nonostante le difficoltà – sottolinea la Commissione - è “una fede viva e un’esperienza di Chiesa, capaci di dialogare fruttuosamente con le realtà sociali di ciascun territorio”. Tra le difficoltà del momento si cita “il triste episodio dell’ordinazione episcopale di Chengde”, ritenuta dalla Santa Sede, non “invalida”, ma “gravemente illegittima”, perché “conferita senza il mandato pontificio”, quindi illegittima anche per l’“esercizio del ministero”. La Commissione si dice tanto più addolorata perché tale ordinazione “è avvenuta dopo una serie di consacrazioni episcopali consensuali e perché i Vescovi consacranti hanno subito varie costrizioni”. Pressioni e costrizioni esterne che “possono fare sì che non si incorra automaticamente nella scomunica”. E se “resta tuttavia una ferita, provocata al corpo ecclesiale”, ogni Vescovo coinvolto è “tenuto a riferire alla Santa Sede – sollecita la Commissione - e a trovare il modo di chiarire la propria posizione ai sacerdoti e ai fedeli, professando nuovamente la fedeltà al Sommo Pontefice, per aiutarli a superare la loro sofferenza interiore e per riparare lo scandalo esterno, che è stato causato”. Per questo “la scelta di Pastori per la guida delle numerose diocesi vacanti è un’urgente necessità e, al tempo stesso, fonte di viva preoccupazione”. E da qui l’auspicio “che il dialogo sincero e rispettoso con le Autorità civili aiuti a superare” le attuali difficoltà, e perché “le relazioni con la Chiesa cattolica contribuiscano all’armonia nella società”. Nel messaggio si esprime quindi la gioia per il fatto che la diocesi di Shanghai può avviare la causa di beatificazione di Paolo Xu Guangqi, che si aggiunge a quella del missionario gesuita Matteo Ricci. Si riferisce inoltre che, al termine della plenaria, il Pontefice "ha riconosciuto il desiderio di unità con la Sede di Pietro e con la Chiesa universale che i fedeli cinesi non cessano di manifestare, pur in mezzo a molte difficoltà e afflizioni". "La fede della Chiesa, esposta nel Catechismo della Chiesa Cattolica e da difendere anche a prezzo di sacrifici - si legge nel testo - è il fondamento sul quale le comunità cattoliche in Cina devono crescere nell'unità e nella comunione". La lettera si conclude con il pressante invito rinnovato da Benedetto XVI, a conclusione della riunione, di dedicare il 24 maggio, festa della Beata Vergine Maria, Aiuto dei Cristiani, alla preghiera per la Chiesa in Cina.

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    Altre udienze

    ◊   Benedetto XVI ha ricevuto questa mattina anche Francisco Vázquez y Vázquez, ambasciatore di Spagna, con la consorte, in visita di congedo.

    Il Santo Padre ha nominato consultori del Pontificio Consiglio per i Testi Legislativi i monsignori: Krzysztof Nitkiewicz, vescovo di Sandomierz (Polonia); Bernard Anthony Hebda, vescovo di Gaylord (U.S.A.); i rev. signori: Giacomo Incitti, professore straordinario di Diritto Canonico presso la Pontificia Università Urbaniana (Roma); Joaquín Llobell, professore ordinario di Diritto Canonico presso la Pontificia Università della Santa Croce e giudice della Corte di Appello dello Stato della Città del Vaticano; Mauro Rivella, sotto-segretario della Conferenza Episcopale Italiana; i rev. signori: Jorge Miras Pouso, decano della Facoltà di Diritto Canonico presso la Università di Navarra (Spagna); Marcel Ndjondjo Ndjula K'asha, decano della Facoltà di Diritto e Scienze Politiche presso la Université Catholique del Congo; Jean-Pierre Schouppe, promotore di Giustizia e difensore del Vincolo presso il Tribunale Interdiocesano di prima istanza delle diocesi francofone del Belgio; Markus Graulich, S.D.B., promotore di Giustizia sostituto del Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica; i rev.di padri: Manuel Jesus Arroba Conde, C.M.F., Preside dell'Istituto Utriusque Iuris della Pontificia Università Lateranense - Roma; Damián Guillermo Astigueta, S.I., professore ordinario della Facoltà di Diritto Canonico presso la Pontificia Università Gregoriana - Roma; Priamo Etzi, O.F.M., decano della Facoltà di Diritto Canonico presso la Pontificia Università Antonianum - Roma; Philippe Toxé, O.P., professore Ordinario della Facoltà di Diritto Canonico presso l'Institut Catholique di Parigi (Francia); e poi il prof. Carlo Cardia, professore ordinario di Diritto Ecclesiastico e docente di Filosofia del Diritto della Facoltà di Giurisprudenza presso l'Università di "Roma Tre"; prof. Ludger Müller, preside dell'Istituto di Diritto Canonico della Facoltà di Teologia Cattolica presso l'Università di Vienna (Austria); prof. Helmuth Pree, professore ordinario di Diritto Canonico presso la Università di Monaco (Germania); prof. Carlos René Salinas Araneda, professore ordinario di Diritto Canonico e Giurisprudenza nella Facoltà di Giurisprudenza presso la Pontificia Universidad Católica di Valparaíso (Cile); prof.ssa Geraldina Boni, professore Ordinario della Facoltà di Giurisprudenza presso l'Università degli Studi di Bologna; prof.ssa María José Roca Fernández, professore ordinario della Facoltà di Giurisprudenza presso l'Università Complutense di Madrid (Spagna).

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    I riti della Settimana Santa presieduti dal Papa: colletta per le vittime delle catastrofi in Giappone

    ◊   L’Ufficio delle Celebrazioni Liturgiche Pontificie ha pubblicato il calendario delle celebrazioni che Benedetto XVI presiederà durante la prossima Settima Santa. Come di consueto, sarà la Domenica delle Palme – e 26.ma Giornata mondiale della gioventù – ad aprire le solennità del periodo, con la Messa che il Papa, a partire dalle 9.30, presiederà domenica 17 aprile in Piazza San Pietro, preceduta dalla benedizione delle palme e degli ulivi. Quindi, il Giovedì Santo, sempre alle 9.30, Benedetto XVI concelebrerà la Messa crismale nella Basilica Vaticana, mentre alle 17.30, nella Basilica di San Giovanni in Laterano, il Pontefice presiederà la Messa in Coena Domini. Durante la celebrazione, il Papa vivrà il rito della lavanda dei piedi a dodici sacerdoti e inviterà i presenti a un atto di carità nei riguardi delle vittime del terremoto e dello tsunami in Giappone.

    Venerdì Santo, 22 aprile, il Papa presiederà alle 17, in San Pietro, la celebrazione della Passione del Signore. In serata, si sposterà al Colosseo per il rito della Via Crucis che avrà inizio alle 21.15. Sabato Santo si svolgerà in San Pietro, a partire dalle 21, la Veglia Pasquale. Infine, il 24 aprile, Domenica di Pasqua, Benedetto XVI presiederà alle 10.15 la Messa sul sagrato della Basilica Vaticana per poi concludere con la tradizionale Benedizione Urbi et Orbi, impartita dalla Loggia centrale della Basilica.

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    L’arcivescovo Chullikatt all’Onu: la povertà non si sconfigge impedendo ai poveri di avere figli

    ◊   I poveri sono una risorsa, non un problema: è quanto sottolineato dall’arcivescovo Francis Chullikatt nel suo intervento alla Commissione Popolazione e Sviluppo del Consiglio Economico e Sociale dell’Onu di New York. L’Osservatore permanente della Santa Sede al Palazzo di Vetro ha criticato quella visione distorta di sviluppo che per eliminare la povertà vorrebbe eliminare i poveri. Il presule ha dunque esortato i governi a rispettare sempre la dignità della persona e in particolare il diritto dei genitori ad avere dei figli, liberi da qualsiasi tipo di coercizione. Il servizio di Alessandro Gisotti:

    Ancora oggi, ha avvertito mons. Chullikatt, quando si parla di salute riproduttiva e sviluppo, la discussione è guidata dalla “falsa convinzione che in un contesto di crescita della popolazione”, l’atto di donare la vita vada visto con timore piuttosto che essere incoraggiato. Questa corrente di pensiero, ha osservato il presule, è basata “su un individualismo radicale che considera la riproduzione umana come un bene che deve essere regolato” per rendere l’economia di mercato più efficiente. Una visione, ha affermato l’arcivescovo Chullikatt, che non può corrispondere agli obiettivi delle Nazioni Unite. Queste interpretazioni sbagliate, ha quindi proseguito, “conducono ad una visione distorta” secondo cui la crescita della popolazione, soprattutto dei poveri, dovrebbe ridursi così da contrastare la povertà, l’analfabetismo e la malnutrizione. Al contempo, si afferma la teoria senza prove che l’aumento della popolazione devasterebbe l’ambiente e porterebbe ad uno scontro per l’utilizzo delle risorse.

    “Queste preoccupazioni – ha avvertito – contribuiscono al diffondersi di forme di tecniche riproduttive che denigrano la natura della sessualità umana”. Tali concezioni sbagliate, ha soggiunto, “hanno portato alcuni governi nazionali ad adottare leggi e politiche che scoraggiano i genitori dall’esercitare il loro fondamentale e inderogabile diritto ad avere figli, liberi da coercizioni”. Politiche che, in alcuni casi, “rendono addirittura illegale per una madre dare la vita e per un bambino avere un fratello o una sorella”. Mons. Chullikatt ha dunque criticato con forza la teoria secondo cui "se ci fossero meno donne povere che partoriscono ci sarebbero tassi più limitati di mortalità materna" e, ancora, se nascessero "meno persone affamate sarebbe più facile distribuire le risorse per lo sviluppo". Questa visione distorta, è la denuncia del presule, “considera i poveri un problema” da affrontare come se si trattasse di “oggetti senza importanza” piuttosto che di “persone con un’innata dignità” meritevole di un sostegno pieno della comunità internazionale.

    Del resto, ha constatato, in alcune aree del mondo, il calo dei tassi di fertilità ha portato all’invecchiamento della popolazione con problemi per lo sviluppo e il necessario sostegno agli anziani. Il presule ha così riaffermato la necessità di uno sviluppo umano integrale che tenga conto degli aspetti politici, culturali e spirituali della persona, della famiglia e della società. Di qui, il richiamo alla comunità internazionale ad un rispetto della dignità di ogni persona, che sia alla base di “una nuova etica per lo sviluppo”. In particolare, ha ribadito il presule, la Santa Sede chiede alla comunità internazionale di aumentare il proprio sostegno alla famiglia e all’accoglimento della vita. Invece di concentrarsi su politiche volte a ridurre il numero di persone povere, con metodi che attaccano il matrimonio e la famiglia, ha concluso, bisognerebbe concentrare le risorse in favore di quel miliardo di essere umani sottonutriti e lavorare affinché sia garantita l’educazione primaria ai 69 milioni di bambini che rischiano di divenire un’altra generazione di analfabeti.

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    Plenaria della Pontificia Commissione Biblica

    ◊   La Pontificia Commissione Biblica terrà la sua Sessione plenaria annuale dal 2 al 6 maggio prossimi presso la Domus Sanctae Marthae (Città del Vaticano), sotto la presidenza del cardinale William Levada. Il padre gesuita Klemens Stock, segretario generale, dirigerà i lavori dell’assemblea. Nel corso della riunione i membri proseguiranno la riflessione sul tema “Ispirazione e verità della Bibbia”. Come prima fase dello studio la Commissione ha deciso di concentrare i propri sforzi nel verificare in che modo il tema dell’ispirazione e quello della verità si manifestino nei diversi scritti della Sacra Scrittura. A partire dalle singole competenze ciascun membro presenterà la propria relazione che sarà discussa collegialmente in Assemblea.

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    Oggi su "L'Osservatore Romano"

    ◊   Testimonianza di unità della Chiesa per la pace in Medio Oriente: nell'informazione vaticana, l'udienza di Benedetto XVI al Patriarca d'Antiochia dei Maroniti dopo la concessione della comunione ecclesiastica.

    Messaggio della Commissione per la Chiesa cattolica in Cina.

    Il filo rosso di Papa Wojtyla: ampi stralci della prefazione di Gianfranco Svidercoschi alla riedizione di "Dono e Mistero", libro scritto da Giovanni Paolo II nel 1996, in occasione del suo cinquantesimo anniversario di ordinazione sacerdotale.

    In rilievo, nell'informazione internazionale, l'appello al dialogo lanciato dai principali Paesi emergenti per fermare la guerra in Libia.

    Riletture conciliari: in cultura, Inos Biffi su tesi preconcette che portano a ricostruzioni infelici. Riesaminare il Vaticano II è opportuno, ma un conto è fare un discorso, un conto è denigrare.

    La fuggitiva: anticipazione di alcuni stralci del volume di Giovanna Casagrande "Intorno a Chiara. Il tempo della svolta. Le compagne, i monasteri, la devozione".

    E dal Gianicolo si videro i cieli: Guy Consolmagno su Galileo e i quattrocento anni del telescopio.

    C'è vita prima dell'intervallo: Marcello Filotei sulla prima esecuzione assoluta, all'Accademia Nazionale di Santa Cecilia, dell'ultimo lavoro di Ivan Fedele "As-Leb. Soffio vitale".

    Editoria ai tempi dell'iPad: nuovi media e stampa tradizionale a confronto.

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    Oggi in Primo Piano



    Libia: assedio a Misurata. Francia contraria ad armare gli insorti

    ◊   Nato, Lega araba e Paesi emergenti: la Libia al centro dei vertici internazionali di Berlino, del Cairo e della località meridionale cinese di Sanya. In primo piano: le operazioni militari e la fornitura di armi agli insorti. Gli Stati Uniti, col segretario di Stato Hillary Clinton, hanno fatto sapere che sosterranno la missione dell’Alleanza atlantica fino all’uscita di scena di Gheddafi. Il servizio di Giada Aquilino:

    All’indomani della riunione del Gruppo di contatto a Doha, in Qatar, che ha sancito la nascita di un fondo d’aiuto alla ribellione in Libia ed ha riproposto il dibattito sulla fornitura di equipaggiamento militare agli insorti, da Tripoli il vicario apostolico mons. Giovanni Innocenzo Martinelli - intervistato dall’Agenzia Fides - ha detto che “fornendo armi ai ribelli di Bengasi si rischia di non far terminare la guerra, anzi di prolungarla”. La missione militare nel Paese nordafricano è al centro del vertice dei ministri degli Esteri della Nato, oggi e domani a Berlino: Francia e Gran Bretagna premono perché si accentui la pressione sull’ex rais. Parigi però rimane contraria ad armare gli insorti, che anche nelle ultime ore hanno chiesto di intensificare gli attacchi. La Spagna ha fatto sapere che non cambierà il proprio ruolo all’interno della missione militare. Dalla località balneare cinese di Sanya, dove si sono riuniti i Paesi emergenti del cosiddetto ‘Brics’- Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica - è arrivato invece un fermo no all’uso della forza in Libia. Alla conferenza organizzata presso la Lega Araba al Cairo prendono parte il segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon, che ha espresso “grave preoccupazione per l’escalation della violenza e per le violazioni dei diritti umani” in Libia e ha invocato un cessate il fuoco immediato; l’Alto rappresentante europeo per la politica estera, Catherine Ashton, che ha chiesto un’uscita di scena repentina per Gheddafi, ed il presidente della Commissione dell’Unione africana, Jean Ping. Davanti alla sede della Lega Araba, manifestanti con bandiere libiche e cartelli chiedono di salvare Misurata, l’enclave ad est di Tripoli controllata dai ribelli, da giorni attaccata dai fedelissimi di Gheddafi: anche stamani almeno 80 missili sono stati sparati sulla zona del porto, uccidendo oltre 20 persone. Gli insorti hanno ulteriormente denunciato che, se la situazione non cambierà, a Misurata sarà un “massacro”.

    Per una testimonianza sulla situazione drammatica che sta vivendo la città libica di Misurata, divenuta ormai simbolo di questo conflitto, Stefano Leszczynski ha intervistato Alessandro Gandolfi, fotoreporter appena rientrato dalla Libia:

    R. – La situazione è drammatica e la città è sostanzialmente divisa in due. La zona meridionale è in mano ai lealisti di Gheddafi, che hanno carri armati sparsi in questa parte della città e cecchini posizionati sui tetti delle case, che sparano a chiunque si sposti nelle strade, donne e bambini compresi.

    D. – Una delle notizie che giungono con maggiore difficoltà sono quelle sulle vittime che sta provocando questo conflitto…

    R. – A Misurata fonti ribelli, abbastanza attendibili, mi hanno dato una cifra di circa 600 morti dall’inizio del conflitto, solo a Misurata, e aumentano ovviamente di giorno in giorno.

    D. – Tra tutte le cose che hai potuto vedere nella tua permanenza sul fronte, qual è la situazione che ti ha colpito di più?

    R. – Purtroppo una clinica privata a Misurata, dove arrivano quotidianamente feriti, che non sono soldati, ma sono persone civili, colpite dal fuoco dei cecchini posizionati da Gheddafi sui tetti delle case: immagine devastante, proprio perché cerca di danneggiare, distruggere qualunque forma di vita civile, in una città che è la terza per dimensioni in Libia. A Bengasi la situazione è relativamente tranquilla, anche se certamente arrivano feriti dal fronte di Ajdabiya. La situazione, però, a Misurata, avendola vista con i miei occhi, è veramente più grave, perché è una situazione di assedio continuo, che non c’è a Bengasi: per questo è un’emergenza di cui la comunità internazionale dovrebbe farsi carico, anche dal punto di vista degli aiuti umanitari. (ap)

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    Rapporto del Centro Astalli: record negativo per le domande d'asilo in Italia

    ◊   “I morti di ieri di Pantelleria sono una sconfitta, ci dovremmo indignare”. A parlare è padre Giovanni La Manna, presidente del Centro Astalli, nel presentare a Roma il rapporto annuale 2011 sulle attività del centro, che fornisce aiuto ai rifugiati. Dato preoccupante è la drastica diminuzione delle domande d’asilo. Alessandro Guarasci:

    I gesuiti del Centro Astalli denunciano la presenza in Italia di un clima negativo nei confronti dei richiedenti asilo. Basta dire che le domande nel 2010 sono state appena 10.500, contro le 17.600 del 2009 e le 30.300 del 2008. Evidente anche la drastica diminuzione dei coloro che vengono dal Corno d’Africa, mentre aumentano curdi turchi e ivoriani. Per padre Giovanni La Manna, presidente del Centro Astalli, la colpa è soprattutto dei respingimenti:

    “I respingimenti hanno ottenuto l’effetto di rallentare l’arrivo ed hanno portato i trafficanti a guadagnare più soldi, perché si sono dovuti inventare nuove rotte, più rischiose e più costose per le persone che sono in fuga. Diventa grave quando questa misura viene venduta anche come uno strumento per salvare le vite delle persone. Ci chiediamo come abbiamo salvato le vite delle persone alla luce dei fatti ultimi: ieri due persone sono morte”.

    Le emergenze però continuano. Lo scorso anno, il centro Astalli a Roma ha dato assistenza a 16 mila persone, per oltre il 70 per cento sotto i 30 anni e proveniente da Afghanistan, Somalia, Eritrea. La mensa fornisce ogni giorno 330 pasti. Ben 386 poi le persone vittime di tortura che hanno bussato a questa struttura. Dunque un vero universo e per il segretario emerito del Pontificio Consiglio per la Pastorale dei Migranti, mons. Agostino Marchetto, non hanno senso le diatribe di questi giorni tra Italia ed Europa sui permessi da dare a chi è arrivato dalla Tunisia:

    “L’Italia dovrebbe dimostrare, perlomeno, di avere solidarietà in se stessa: abbiamo dato in questo tempo uno spettacolo certamente indecente per quanto riguarda le possibili accoglienze in certe regioni e ci è difficile - penso io - chiedere agli altri quello che non sappiamo fare noi”.

    Secondo mons. Marchetto non meritano di essere nemmeno commentate le dichiarazioni di alcuni leghisti che minacciamo l’uso delle armi contro i migranti.(mg)

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    “Maria. Silenzi e parole”: presentato a Roma il nuovo libro del cardinale Lajolo

    ◊   I rapporti interpersonali di Maria come vengono raccontati nei Vangeli sono al centro del volume “Maria. Silenzi e parole”, edito dalla LEV e presentato ieri a Roma. Autore del volume è il cardinale Giovanni Lajolo, presidente della Pontificia Commissione per lo Stato della Città del Vaticano e presidente del Governatorato. Michele Raviart lo ha intervistato:

    R. – Questo libro parla dei rapporti interpersonali di Maria, quali appaiono dalle sue parole e dai suoi silenzi.

    D. – Maria parla direttamente nei Vangeli solo quattro volte…

    R. – Le parole di Maria sono davvero poche, ma sono parole molto luminose. La prima volta parla al momento dell’Annunciazione da parte dell’Angelo Gabriele; la seconda, subito dopo, nella visita che fa alla sua parente, Elisabetta, dove Maria canta il Magnificat e dove parla più di tutte le altre volte messe insieme; la terza, al momento del ritrovamento di Gesù nel Tempio, quando dice: “Figlio, che cosa ci hai fatto? Tuo padre ed io, angosciati, ti cercavamo?”; e, la quarta, alle nozze di Cana, quando Maria dice a Gesù “Non hanno più vino” e, ai servi, “Fate tutto ciò che Egli vi dirà”. Maria era la Madre del Verbo, la Madre della Parola di Dio, non aveva bisogno di parlare molto per dire molto.

    D. – Lei ha cercato di interpretare i silenzi di Maria, dividendoli in tre categorie…

    R. – Anzitutto il silenzio impenetrabile, quello che Maria ha tenuto nei confronti di Giuseppe, quando si è accorto che Maria era incinta, perché ciò che Dio aveva operato in lei era così grande da non essere credibile da parte di Giuseppe o di qualsiasi altra persona. Quindi, Dio, che aveva operato in lei un così grande mistero, avrebbe anche attuato in lei ciò che era necessario per superare questa prova. In questo caso, Dio stesso trovò la via d’uscita attraverso l’apparizione in sogno a Giuseppe dell’Angelo, che gli disse: “Giuseppe, non temere di prendere Maria come tua sposa, perché ciò che è operato in lei è opera dello Spirito Santo”.

    D. – Poi ci sono i silenzi che lei definisce trasparenti, quelli implicitamente deducibili dai Vangeli...

    R. – Supponiamo che Maria, quando stringe al seno Gesù appena nato, abbia delle parole dolcissime per Lui. Quando Maria viveva insieme a Giuseppe, aveva delle parole che erano le parole che ogni moglie ha per suo marito. Noi possiamo figurarci quali fossero queste parole. La nostra contemplazione umana della figura di Maria deve poter capire anche come si comportasse in questi frangenti naturali. Ricordiamo che Maria era in tutto simile a noi, tranne che nel peccato.

    D. – E ci sono i silenzi delle domande che Maria si poneva su se stessa e su suo figlio…

    R. – Maria viveva per Gesù, quindi le sue domande erano rivolte soprattutto a capire il destino di suo figlio. Questi sono i silenzi penetranti.

    D. – Lei ha dedicato questo libro a tutta le donne che lo hanno accompagnato come icone della tenerezza di Dio…

    R. – Essendo Maria una donna, anzi la donna, era ovvio che questo libro io lo dedicassi oltre che a Maria, a tutte quelle altre donne che nella mia vita mi hanno accompagnato. Non dimentichiamo che ogni persona che noi incontriamo nella nostra vita è sempre una manifestazione dell’amore di Dio per ciascuno di noi. E questo avviene sia attraverso le parole, come, ancor di più, attraverso i silenzi.(ap)

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    Chiesa e Società



    Corea del Nord: oltre 50mila cristiani in campi di prigionia

    ◊   Diritti umani calpestati, libertà di religione negata, oltre 50 mila cristiani in campi di prigionia per la loro fede, vittime di un sistema giudiziario basato sull’ideologia del regime: il drammatico quadro della Corea del Nord, tracciato nel Rapporto 2011 dell’Ong americana “Open Doors”. Al Paese asiatico – riferisce l’agenzia Fides - viene assegnata la “maglia nera” nel mondo per le violazioni alla libertà di coscienza e di religione. La grave situazione è confermata da Marzuki Darusman, nuovo Osservatore speciale Onu per i Diritti umani nel Nord Corea. Nel rapporto presentato al Consiglio Onu per i Diritti Umani di Ginevra, si spiega che il sistema giudiziario nordocoreano manca di indipendenza rispetto al regime. Oltre al potere giudiziario dei Tribunali ordinari, esiste nel Paese un “sistema di giustizia parallelo”, che poggia - spiega il Rapporto Onu – su una serie di provvedimenti come la “Legge sul Controllo della Sicurezza Nazionale” ed organismi che possono giudicare le persona: il "Comitato di Giudizio dei Compagni"; il “Comitato di guida per la vita nella legalità socialista”; il “Comitato di Sicurezza”. Tutti i cittadini coreani o stranieri sottoposti ai verdetti di questi organi sono spediti in campi di prigionia, sottoposti a torture e a trattamenti crudeli e disumani. I dissidenti politici con le loro famiglie, spesso detenuti a vita, subiscono la fame e il lavoro forzato. Fra costoro vi sono anche i prigionieri per motivi di coscienza e di religione. Secondo “Open Doors” vi sono oltre 50 mila cristiani detenuti, su circa 400 mila - il 2% della popolazione - presenti nel Paese. Fra i centri di detenzione vi sono: il “Gwanliso” (campo di lavoro per detenuti di coscienza); il “Gyohwaso” (campo di lavoro per prigionieri di lunga durata); il “Jipgyulso” (prigione semplice); il “Rodongdanryundae” (carcere di lavoro). La libertà di religione in Corea del Nord è totalmente negata, come quella di coscienza, di opinione, di pacifica associazione. Secondo le testimonianze di persone fuggite dal Paese, il regime continua un’intensa propaganda anti-religiosa e perseguita le persone impegnate in attività confessionali anche private. Il regime afferma che la “Juche”, l’ideologia ufficiale dello Stato, è l'unico sistema di pensiero e di credo permesso. In questo contesto sarà processato il missionario cristiano, Jun Young-Su, laico, cittadino americano, della chiesa di Orange County, in California. E’ accusato di “crimini contro la nazione”. Secondo quanto riferisce l'agenzia di stampa ufficiale del regime, il missionario viaggiava nel Paese asiatico nelle vesti di imprenditore e avrebbe compiuto attività religiose e di proselitismo non autorizzate. Il Dipartimento di Stato Usa ne ha richiesto il rilascio per motivi umanitari. Il suo caso ricorda quello di un altro missionario americano, Robert Park, entrato in Nord Corea nel Natale 2009 per richiamare l’attenzione del mondo sugli abusi dei diritti umani e della libertà religiosa nel Paese, che venne arrestato e poi espulso. Per esprimere solidarietà e vicinanza spirituale al missionario, i cristiani si mobiliteranno per la “Settimana di Preghiera per la Libertà in Nord Corea”, che si terrà da 24 al 30 aprile in tutto il mondo, lanciata dalla Ong americana “Open Doors”, Intanto nei giorni scorsi a Seul un network di organizzazioni religiose, “Religious Solidarity for Reconciliation and Peace of Korea”, ha chiesto ufficialmente al governo sudcoreano di riprendere le operazioni umanitarie verso il Nord, a beneficio della popolazione che soffre per la fame e la malnutrizione. Oltre 600 leader religiosi buddisti, cristiani e di altre fedi hanno firmato e consegnato una petizione che chiede a Seul di riattivare prontamente i canali umanitari. Secondo i leader, l’opera umanitaria, del tutto indipendente dalle ragioni politiche, costituisce comunque un utile canale di dialogo e di contatto aperto, grazie al quale è più facile discutere e risolvere, indirettamente, anche questioni di natura diplomatica. (R.G.)

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    Pakistan: donne cristiane vittime di conversioni forzate

    ◊   Aumentano in Pakistan le conversioni forzate all’islam e i matrimoni forzati. Le vittime sono soprattutto ragazze cristiane e indù, appartenenti cioè alle minoranze religiose del Paese. Come riferisce agenzia Fides, si tratta di un fenomeno preoccupante, che la Chiesa in Pakistan denuncia da tempo e che cerca di arginare con la collaborazione delle istituzioni. “Le ragazze cristiane sono le più deboli e vulnerabili, perché le comunità da cui provengono sono facilmente esposte a soprusi e minacce. Spesso non hanno nemmeno il coraggio di denunciare le violenze” riferisce una religiosa che si occupa dell’assistenza delle donne. In una società che tollera discriminazioni sulle minoranze religiose, in modo particolare sulle donne, la religione maggioritaria e la posizione sociale dominante servono ad imporre la sopraffazione. Un rapporto del Centre for Legal Assistence and Settlement (CLAAS) che si occupa dell’assistenza legale dei cristiani discriminati e perseguitati in Pakistan, conferma la criticità della situazione. (G.P.)

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    Egitto: ricostruita la chiesa copta distrutta dagli estremisti islamici

    ◊   In Egitto, i cristiani copti del villaggio di Soul (30 km a sud del Cairo) hanno di nuovo la loro chiesa: distrutta lo scorso 4 marzo dagli estremisti islamici è stata ricostruita grazie all’appoggio dell’esercito. Come riferisce Asia News, ieri mattina oltre 700 persone hanno partecipato alla prima Messa e assistito alla cerimonia di innalzamento della croce sul tetto dell’edificio. Molti attivisti cristiani hanno lodato il lavoro dell’esercito, che aveva promesso la ricostruzione dell’edificio prima di Pasqua, dopo le proteste dei cristiani copti della zona. (G.P.)

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    Acque del Nilo: l’Egitto favorevole alla mediazione del Papa Copto Shenouda III con l’Etiopia

    ◊   Papa Shenouda III, capo spirituale della Chiesa copta ortodossa, potrebbe svolgere un ruolo di mediatore nella disputa che oppone Egitto ed Etiopia per la redistribuzione delle acque del Nilo. Secondo il quotidiano egiziano Al Masri al Youm, Mona Omar, sottosegretario per gli Affari Africani del Ministero degli Esteri egiziano, ha accolto favorevolmente una possibile mediazione di Shenuda III. “Esiste una forte relazione tra le chiese egiziana ed etiopica - ha detto l’alto esponente del Cairo –. Il Papa Copto Shenouda III è generalmente rispettato da tutti i cristiani nel mondo, e in Africa in particolare”. L’Etiopia ha annunciato la costruzione di una diga con annessa centrale idroelettrica sul Nilo Azzurro, nella regione occidentale del Benishangul. La futura centrale, dalla potenza di 6mila megawatt, - riferisce l'agenzia Fides - ha provocato violente polemiche ed allarme in Egitto, che paventa il rischio di un impoverimento della risorsa idrica del Nilo, con grave danno per l'economia egiziana. L’Etiopia ha bisogno della nuova centrale per triplicare la produzione di energia elettrica, ed ha affermato che l’Egitto non corre rischi perché le acque, una volta azionata le turbine della centrale, verranno lasciate libere di proseguire il loro corso verso il mare. La controversia è incentrata sul “Nile Cooperative Framework Agreement” (Cfa), raggiunto a maggio 2010 a Entebbe, in Uganda, dopo dieci anni di negoziati. L'accordo prevede modifiche al trattato coloniale del 1929, che concedeva all’Egitto il diritto di veto sui progetti che a suo avviso potevano interferire sul flusso del fiume, che scorre per 6.600 chilometri dal Lago Vittoria fino al Mediterraneo. Un successivo accordo con il Sudan del 1959 ha concesso ai due Paesi il controllo del 90% delle acque del Nilo, pari a circa 70 milioni di metri cubi all'anno. Il Cfa è stato firmato da Etiopia, Rwanda, Tanzania, Uganda, Kenya e Burundi. Non è stato ancora siglato dalla Repubblica Democratica del Congo, mentre Egitto e Sudan vi si oppongono. L’indipendenza del sud Sudan, sancita dal referendum dello scorso gennaio rischia di complicare ulteriormente la situazione. (R.P.)

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    I vescovi boliviani: i cattolici sono una presenza di speranza e di impegno per il Paese

    ◊   La Conferenza Episcopale della Bolivia (CEB) ha presentato la Lettera pastorale: "I cattolici in Bolivia oggi, una presenza di speranza e di impegno". La conferenza stampa é stata presieduta da mons. Oscar Aparicio, ausiliare di La Paz, segretario generale della CEB, alla presenza di mons. Eugenio Scarpellini, sottosegretario della CEB, e di padre José Fuentes, segretario per la Pastorale. La Lettera pastorale – riferisce la Fides - è rivolta ai membri del Popolo di Dio, sacerdoti, religiosi e fedeli, ma anche a tutti gli uomini e le donne di buona volontà e alla società nel suo complesso. Il suo scopo principale è di ravvivare "la speranza e incoraggiare l'impegno di tutti nel trasformare la realtà attuale del nostro paese, che è ancora segnata dall’ambiguità dei processi sociali, dalla banalizzazione dei valori umani e dalla sottovalutazione della dimensione religiosa e trascendente della vita, che creano divisioni, confusione e frustrazione nelle persone e nei popoli". Il testo tratta tutti gli aspetti della vita sociale, economica, culturale, politica e religiosa, "non per esprimere preferenze per soluzioni tecniche o istituzionali, ma per valutarle nelle loro implicazioni religiose, etiche e morali", secondo la missione della Chiesa. "Vogliamo offrire un contributo – scrivono i Vescovi - alla vita della società partendo dalla visione cristiana dell'uomo, preoccupati per il benessere di tutti i boliviani". Mons. Aparicio ha concluso la presentazione del documento sottolineando il desiderio dei Vescovi e l’importanza della Missione Permanente: “I Vescovi desiderano che queste linee guida siano accolte, verificate e attuate, in particolare dai fedeli laici, come linee guida e valido aiuto per il proprio impegno e per la maturità cristiana. La Missione Permanente invita tutti i cristiani latinoamericani a rispondere in modo personale e consapevole al Signore Gesù. Con questo obiettivo, al fine di agevolare il lavoro dei diversi gruppi e delle comunità di fede, verrà distribuita una versione più accessibile del documento”.

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    Haiti. Msf: la miseria della popolazione non permette di abbassare la guardia contro il colera

    ◊   Di colera ad Haiti non si parla più da tempo, l’attualità politica legata alle elezioni e al ritorno dall’esilio di due controversi ex presidenti hanno preso il sopravvento sulle questioni umanitarie. Ma la malattia, che prima dello scorso ottobre non era mai stata registrata nel Paese caraibico, potrebbe avere tra un paio di mesi un nuovo picco epidemico e continua a minacciare milioni di poveri privi d’accesso all’acqua potabile. “Il numero dei casi di contagio è fortemente diminuito”, ha riferito all’agenzia Misna, Stefano Zannini, capo missione ad Haiti di Medici Senza Frontiere (Msf), principale organizzazione ad intervenire, in accordo con il governo di Port-au-Prince, nella gestione della crisi del colera. “Tuttavia, - ha aggiunto - non dobbiamo abbassare la guardia. Con la prossima stagione delle piogge, potremmo trovarci di fronte a una nuova epidemia. Ci teniamo pronti a riaprire in brevissimo tempo alcuni centri di trattamento” A suscitare la preoccupazione di Zannini è la probabile impasse governativa che accompagnerà l’insediamento di una nuova squadra di governo e di un nuovo Parlamento, nati dalle elezioni del 28 novembre e del 20 maggio scorso, e che vedono la vittoria alle presidenziali di Michel Martelly e un’Assemblea nazionale dominata dall’opposizione, vicina al presidente uscente René Préval. “In quell’arco di tempo, non verranno prese decisioni e se la situazione sanitaria peggiora le conseguenze potrebbero essere pesanti per la popolazione” ha sottolineato Zannini. “Benché i riflettori si siano accesi verso Haiti dopo il terremoto del 12 gennaio 2010, nonostante la moltiplicazione delle Organizzazioni non governative, già presenti in massa in passato, la realtà sul terreno ad Haiti resta allarmante” dice ancora il capo missione di Msf. “Circa l’80% dei servizi di base, come l’istruzione e la sanità, appartengono ad attori non statali, animati di più o meno buona volontà o interessi. E nonostante tutte le promesse di ricostruzione, è mortificante accorgersi che le strutture mediche ricostruite in un anno si contano sulle dita di una mano, e di queste – ha spiegato Zannini – quattro sono di Medici Senza Frontiere. Certo, sono la prova che con la volontà, ad Haiti, si può ricostruire, ma il bilancio globale è davvero deludente”. A confermare le preoccupazioni di Msf sul possibile ritorno di un picco epidemico di colera sono le recenti previsioni della prestigiosa rivista scientifica inglese ‘The Lancet’, secondo la quale il numero totale di casi di colera ad Haiti per il 2011 potrebbe superare i 770 mila, con oltre 10 mila morti. Finora, da ottobre 2010, la malattia ha fatto almeno 4.700 morti per circa 250 mila contagi. Anche sulle origini della comparsa del colera ad Haiti è calato il silenzio. (R.G.)

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    Filippine: a Manila la Chiesa trasforma i rifiuti in costruzioni

    ◊   È nato dai rifiuti riciclati e trasformati in materiale di costruzione il nuovo ufficio dedicato alle questioni ambientali nel complesso della Caritas di Manila. Così come la nuova cappella e un chiosco al seminario di San Carlos, nel nord delle Filippine. Avviato qualche anno fa, si è concluso con successo il progetto di riciclaggio promosso dall’arcidiocesi di Manila, con il sostegno del ministero dell’Ambiente. Mescolati a sabbia e cemento, - riferisce l'agenzia Misna - rifiuti raccolti sono diventati un valido materiale edile. Oltre al positivo impatto ambientale, il progetto ha consentito a persone provenienti da fasce sociali povere, tra cui senzatetto e disoccupati, di essere coinvolti in attività lavorative e di recuperare una dignità che si pensava perduta. La Chiesa filippina è molto attiva nella sensibilizzazione a favore della protezione dell’ambiente e sugli effetti dei cambiamenti climatici. (R.P.)

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    Costa d'Avorio: appello dei Salesiani per i 25 mila rifugiati nella parrocchia di Duekoue

    ◊   L’arresto di Laurent Gbagbo, presidente uscente della Costa d’Avorio, non mette fine alla tragica situazione che sta attraversando la popolazione del Paese. A lanciare un nuovo appello, pervenuto all’agenzia Fides, sono i Salesiani di Duekoue, attraverso l’Ong cattolica spagnola Manos Unidas. Padre Vicente, Salesiano spagnolo impegnato nel Paese africano da molti anni, insieme ad altri otto Salesiani ha accolto finora nella sua parrocchia circa 20/25 mila persone che vivono in condizioni indescrivibili. L’assalto alla città del 30 marzo, da parte dei ribelli che sostengono il presidente eletto Alassane Ouattara, ha provocato un numero di rifugiati talmente elevato da superare di molto le capacità assistenziali della parrocchia. “I primi giorni - riferisce padre Vicente - abbiamo potuto fare qualcosa solo per i bambini. Gli abbiamo dato barrette energetiche per farli mangiare dal momento che non c’era altro. Per quattro,cinque giorni siamo stati senz’acqua nè cibo, con migliaia di persone senza mezzi di sussistenza”. Adesso la situazione si è, per così dire, ‘normalizzata’: l’acqua arriva per 6 ore al giorno (tre la mattina e tre la sera) e alcune agenzie umanitarie distribuiscono cibo. “E’ necessario comunque un nuovo campo di accoglienza, perchè la gente non può più continuare a vivere in queste condizioni” sottolinea il salesiano rivolgendo il suo appello agli organismi umanitari, oltre che all’Acnur e all’Organizzazione Internazionale per i Migranti. “Le condizioni igienico sanitarie sono drammatiche – prosegue il missionario -. C’è il rischio del colera. La cosa più importante è che queste persone rientrino nelle loro case, nei loro villaggi, ma questa zona del Paese è stata gravemente colpita dai conflitti armati e la gente ha paura di tornare. Per noi è fondamentale aiutare queste migliaia di persone, bambini orfani e anziani in particolare”. (R.P.)

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    Congo. Grave epidemia di morbillo: nel 2011 registrati 6.524 casi e 33 morti

    ◊   Una epidemia di colera nella provincia del Katanga continua ad esacerbare un’altra epidemia di morbillo che negli ultimi sei mesi ha colpito la Repubblica Democratica del Congo (Rdc). "I bambini contagiati dal colera e che non sono stati vaccinati contro il morbillo sono molto più vulnerabili alla malattia”, si legge in una nota diffusa dal Coordinatore locale dell’Oms, pervenuta all'agenzia Fides. Il morbillo comporta una infezione dell’apparato respiratorio altamente contagiosa, prevenibile unicamente con il vaccino, e può essere fatale nei bambini non curati. Secondo i dati di Medici Senza Frontiere (Msf), la pandemia può uccidere tra l’1 e il 15% dei bambini non vaccinati e fino al 25% delle persone malnutrite o vulnerabili che hanno un accesso precario alle cure mediche. Dall’inizio di quest’anno si stima che si siano verificati 6.524 casi con 33 decessi. Dal mese di settembre 2010 sono stati vaccinati oltre 1.5 milioni di bambini, ma la malattia si sta diffondendo a macchia d’olio. Da gennaio Msf sta supportando le autorità sanitarie locali con kit per la cura, sistemi di monitoraggio della malattia, vaccinazioni (sono state predisposte 1,5 milioni di dosi). L’organizzazione ha risposto alle emergenze nelle province di Katanga, Kasai Occidentale e Kivu meridionale, ma nuove epidemie si stanno diffondendo anche in quelle di Bandundu, Kasai Orientale e Maniema. (R.P.)

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    Kenya: riunione di delegati di 28 province anglicane di tutto il mondo sui malati di Aids

    ◊   28 rappresentanti di province anglicane di Africa, Europa, America, Asia e Oceania hanno aperto lunedì a Nairobi, in Kenya, la prima Conferenza consultiva della Comunione anglicana. In concomitanza di questo evento, si tiene anche il Consiglio dei rappresentanti delle province anglicane dell’Africa per analizzare i temi specifici del Continente. I lavori di queste due Assemblee – di cui riferisce L’Osservatore Romano - si concluderanno venerdì. Al centro del dibattito dei rappresentanti anglicani sono i piani assistenziali che le varie organizzazioni d’aiuto portano avanti per rispondere alla grande richiesta di assistenza che viene dai Paesi del Continente africano, soprattutto per la cura dei malati di Aids e dei contagiati dal virus Hiv. Tra altri temi in primo piano lo sviluppo sostenibile e la tutela dell’ambiente ed i problemi dell’emigrazione. A Nairobi è stato presentato anche il progetto per un nuovo sito in rete dove ogni diocesi della Comunione anglicana può avere un suo spazio riservato per illustrare le iniziative che vengono intraprese. Secondo gli ideatori, questo strumento informatico renderà più facile condividere le varie iniziative e approfondire le reciproche conoscenze tra fedeli che vivono in Paesi anche molto lontani. (R.G)

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    Bartolomeo I: dopo Fukushima appello perché scienza e fede collaborino per la difesa dell'ambiente

    ◊   Scienza e fede devono collaborare per elaborare insieme un “etica dell’ambiente” perché senza “una radicale conversione del cuore”, ogni misura di prevenzione e conservazione della natura si rivelerebbe “inefficace”. E’ tornato a parlare della catastrofe nucleare di Fukushima in Giappone il Patriarca Bartolomeo I, presentando ieri in Francia alla stampa il suo ultimo libro edito dalle “Editions du Cerf” dal titolo “A la rencontre du mystère", di cui riferisce l’agenzia Sir. Il Patriarca, noto a livello internazionale per il suo impegno in campo ecologico, è in questi giorni in Francia dove sta svolgendo una serie di incontri e colloqui. Ieri in merito al disastro di Fukushima ha detto: “Gli specialisti dell’ambiente sono unanimi nel sottolineare che il cambiamento climatico osservato sul piano mondiale” “può perturbare e distruggere l’ecosistema”. Ed ha aggiunto: “Sono le scelte e gli atti dell’uomo moderno ad aver condotto a questa situazione”. “L’uso irrazionale delle risorse naturali e il consumo incontrollato dell’energia contribuiscono a cambiamenti climatici che hanno poi conseguenze sulla sopravvivenza futuro dell’umanità”. Ad essere vittima delle catastrofi naturali sono poi i Paesi più poveri e vulnerabili “toccati quindi da problemi ecologici di cui non sono responsabili”. “Questi veri e propri peccati contro l’ambiente – ha proseguito il Patriarca – hanno origine dal nostro egoismo, dai falsi valori di consumo che abbiamo ricevuto e accettato senza alcun senso critico. Abbiamo quindi bisogno di ripensare ad un nuovo modo di rapportarci con il mondo e con Dio. Senza questa radicale conversione del cuore, ogni misura di conservazione si rivelerebbe inefficace perché andrebbero a toccare i sintomi e non le cause della situazione”. (R.G.)

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    Pakistan: il Ministro Paul Bhatti in visita a Medici con l'Africa Cuamm

    ◊   Il neoministro per le minoranze religiose del Pakistan Paul Bhatti, fratello del suo predecessore Shahbaz Bhatti, assassinato il 2 marzo scorso a Islamabad, ha visitato ieri la sede di Medici con l’Africa Cuamm dove ha vissuto negli anni ’70 durante gli studi di Medicina a Padova. Ospite del Collegio Cuamm dal 1975 al 1984, anno del conseguimento della Laurea, è diventato medico grazie una borsa di studio sostenuta dall’organizzazione nata nel 1950 con l’obiettivo di formare medici per i Paesi in via di sviluppo. Ieri - riferisce l'agenzia Sir - ha riabbracciato don Luigi Mazzucato, allora direttore del Collegio, e ricordato commosso la figura del fratello assassinato. Il Collegio Universitario degli Aspiranti e Medici Missionari (Cuamm), poi Medici con l’Africa Cuamm, nasce nel dicembre 1950 con lo scopo di offrire a studenti italiani e stranieri delle terre d’Africa e d’Asia l’opportunità di accedere agli studi di Medicina, frequentando l’Università di Padova. Negli anni sono stati ospitati 950 studenti, di cui 270 provenienti da 35 Paesi del Sud del mondo. Paul Bhatti è uno dei frutti di questo lavoro che oggi continua sul campo, in Africa, con un centinaio di volontari e 37 progetti di cooperazione sanitaria. Bhatti dovrà lavorare in patria per la tutela della libertà religiosa, specialmente della comunità cristiana, circa 3 milioni di persone (2% della popolazione). (R.P.)

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    I presuli canadesi sul caso del vescovo anglicano di Gerusalemme Sheil Dawani

    ◊   I vescovi canadesi hanno rivolto un pressante appello al Governo israeliano affinché ripristini il permesso di soggiorno al vescovo anglicano di Gerusalemme Arieh Cohen Sheil Dawani. Il permesso era stato revocato lo scorso mese di febbraio dal Ministero dell’Interno che ha sinora respinto ogni richiesta di ripristinarlo, nonostante le proteste delle autorità religiose anglicane. In una lettera all’Ambasciatrice d’Israele in Canada Miriam Ziv, la Conferenza episcopale canadese (Cecc/Cccb) si unisce al Primate della Comunione Anglicana, Rowan William, ai leader delle Chiese cristiane in Terra Santa e ai Rabbinati di Inghilterra e Israele per chiedere alle autorità israeliane di “risolvere la questione e di dimostrare in modo chiaro il suo rispetto della libertà religiosa nei territori sotto il suo controllo”. “Impedire a mons Dawani di esercitare liberamente il suo ministero religioso non solo pregiudica la sua persona, ma lede i bisogni e i diritti della comunità anglicana di Gerusalemme”, si legge nella missiva che ricorda come lo Stato d’Israele rispetti “da anni la libertà religiosa e il diritto delle comunità credenti di scegliere i propri leader e di celebrare il culto secondo le proprie tradizioni”. Il vescovo Dawani è nato in Terra Santa e vi ha trascorso la maggior parte della sua vita, ma non può ottenere né la cittadinanza e neppure la residenza legale in Israele, perché è nato a Nablus, in Cisgiordania, territorio che si trova sotto l’occupazione militare israeliana dal 1967, ma che non è stato annesso a Israele. Conseguentemente è considerato uno straniero, che non può risiedere a Gerusalemme se non con un permesso speciale, che le autorità israeliane possono concedere o negare a loro discrezione. Come è noto, la questione dei visti di ingresso e di residenza per il clero, le religiose e i religiosi della Chiesa cattolica è un punto centrale dei negoziati tra la Santa Sede e lo Stato di Israele, tuttora in corso dal 1992. Nella stessa situazione si trovano tutte le Chiese in Terra Santa: data la loro specifica natura, una grande parte del personale religioso operante in Terra Santa viene infatti dall’estero. (A cura di Lisa Zengarini)

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    Portogallo: per mons. Marto la rinascita sociale dipende da quella spirituale e morale

    ◊   Per il vescovo di Leiria-Fatima, mons. António Marto, la rinascita sociale necessaria al Portogallo di oggi dipende dalla rinascita spirituale e morale. Il presule ha presieduto questo fine settimana il pellegrinaggio della Chiesa locale al santuario di Fatima, “cuore spirituale della diocesi”. Secondo quanto ha reso noto l'Ufficio comunicazione del santuario, - riferisce l'agenzia Zenit - nella sua omelia, alludendo alla crisi che si vive in Portogallo e basandosi sulla liturgia della Parola di domenica, mons. Marto ha fatto appello a una nuova cultura politica. “Il Signore ci rivolge oggi questa parola come fece con Lazzaro, in questo momento di gravissima crisi che il Portogallo sta attraversando. Lazzaro vivi e vieni a me!”, ha detto. “Siamo convinti che non ci sarà una vera rinascita sociale senza una rinascita spirituale e morale di tutti noi e della nostra società”, ha indicato. E' necessario in primo luogo condurre “una vita più sobria, che rinuncia a un consumismo superfluo; una vita con più rigore, che rinuncia all'illusione di pensare che tutto sia facile; una vita con più responsabilità personale e sociale, che rinuncia a un'onda ingannevole di irresponsabilità che si è propagata nella nostra società”. Mons. Marto ha anche chiesto una nuova realtà politica nel Paese. “Non ci sarà rinascita sociale senza una nuova cultura politica, che si basi sui valori della verità, dell'onestà – che allontana ogni tipo di corruzione, onestà di coscienza e di costumi – e della trasparenza che non nasconde la verità della situazione al suo popolo”. “Non ci sarà rinascita sociale senza una nuova cultura politica che sia capace di superare i particolarismi degli interessi, dei giochi di potere e dei privilegi di parte, e di vincere l'ossessione irrazionale e quasi demenziale di gettare le colpe gli uni sugli altri, il che non serve il bene dei cittadini, soprattutto dei più poveri, e non aiuta a costruire un clima sociale di fiducia”. Per questo, ha concluso il vescovo, serve una nuova cultura politica per trovare “vie di dialogo, di collaborazione e di consenso”, e sono necessarie nuove direzioni “che ci permettano di uscire dalla crisi di emergenza economica e sociale nella quale siamo sprofondati”. (R.P.)

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    Presentata la traduzione in inglese del libro del Patriarca di Mosca "Diritto e responsabilità"

    ◊   Come la libertà individuale si concilia con la responsabilità davanti a se stessi, alla società, a Dio e alla storia? Come i diritti dell’uomo, compresa la libertà di parola, si combinano con la responsabilità individuale nei confronti del mondo che ci circonda? Può e deve la norma di fede diventare norma di vita dell’uomo moderno? Sono alcune delle domande alle quali cerca di rispondere il libro Freedom and responsability: in a search for harmony. Human rights and personal dignity, edizione inglese del libro del Patriarca di Mosca, scritto quando Kirill ricopriva ancora la carica di presidente del Dipartimento per le relazioni ecclesiastiche esterne. A presentare il volume, lunedì scorso alla Fiera internazionale del libro a Londra, - riferisce L'Osservatore Romano - il suo successore, il metropolita di Volokolamsk, Ilarione, il quale ha sottolineato che l’interesse per il libro ha ampiamente oltrepassato i confini della Chiesa ortodossa russa ed è significativo che quest’opera sia stata presentata non solo in ambienti ecclesiastici, ma anche laici. Kirill — ha spiegato Ilarione — «ha espresso le posizioni della Chiesa russa su problemi posti dal mondo di oggi. Così facendo, egli si presenta all’opinione pubblica mondiale come un pensatore e una personalità che non teme di affrontare le questioni più spinose. La sua capacità di penetrare in profondità nei problemi dell’uomo di oggi, di abbracciare in maniera esauriente le problematiche più vaste, attira l’attenzione del pubblico», ha affermato il metropolita. Libertà e responsabilità: alla ricerca dell’armonia è già stato pubblicato in otto lingue (anche in italiano, nel 2010, dalla Libreria Editrice Vaticana, con introduzione del cardinale Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della Cultura).(L.Z.)

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    Spagna: Siviglia chiede alla Santa Sede un Istituto di Scienze Religiose

    ◊   L'arcivescovo di Siviglia (Spagna), mons. Juan José Asenjo, ha chiesto alla Santa Sede la creazione nella città di un Istituto Superiore di Scienze Religiose affiliato alla Facoltà di Teologia di San Damaso di Madrid. Secondo quanto ha reso noto l'arcidiocesi di Siviglia, citata dall’agenzia Zenit, il nuovo Istituto Superiore avrà sede nella zona accademica del seminario e i suoi patroni saranno Sant'Isidoro e San Leandro. Conferirà due titoli, il diploma e la licenza, con validità ecclesiastica e civile. Le specializzazioni saranno Teologia Pastorale, Teologia della Vita Religiosa e Formazione Religiosa Scolastica. Attualmente si sta lavorando per iniziare i corsi nel prossimo anno accademico 2011-2012. La decisione, sottolinea l'arcidiocesi, si basa sulla necessità di offrire al laicato e ai membri degli istituti di vita consacrata, religiosi e istituti secolari, e delle società di vita apostolica, che non siano sacerdotali, la formazione teologico-pastorale di carattere universitario che li aiuti a promuovere la loro missione evangelizzatrice. Il centro sarà diretto dal dottore in Patrologia Antonio Bueno Ávila e terrà conto della disponibilità e delle logiche limitazioni di orario dei futuri studenti. L'arcidiocesi ritiene che ci siano le cifre che avallano la “necessità” di contare su un centro di questo tipo a Siviglia. Con una popolazione di circa due milioni di abitanti, la città ha 258 parrocchie, 414 sacerdoti diocesani, 255 religiosi con incarichi pastorali, 51 diaconi permanenti, 35 seminaristi, 1.969 religiose professe, 573 fratellanze e confraternite, più di 2.000 catechisti, 413 docenti di scuola primaria e 160 di secondaria in centri pubblici, 181 allievi nella scuola diocesana di Teologia per Secolari, 60 allievi nella scuola diocesana di Catechesi e 44 nell'Istituto di Liturgia. Il nuovo Istituto Superiore di Scienze Religiose rappresenterebbe con il tempo un nuovo livello dell'offerta formativa in Teologia per laici e religiosi di Siviglia, dando continuità al servizio prestato dalla scuola diocesana di Teologia per Secolari per oltre 40 anni. (L.Z.)

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    Regno Unito: al via sabato il pellegrinaggio pasquale al santuario mariano di Walsingham

    ◊   Più di 250 pellegrini da tutto il Regno Unito sono attesi allo “Student Cross”, il tradizionale pellegrinaggio pasquale al santuario mariano di Walsingham, giunto quest’anno alla sua 63ª edizione. Sei gruppi di pellegrini chiamati Legs (gambe) partiranno sabato, 16 aprile, da altrettante località con una croce e percorreranno circa 120 miglia per raggiungere il santuario il Venerdì Santo e celebrare lì il Triduo Pasquale. A questi si uniranno successivamente altri due gruppi composti da famiglie e due da persone disabili. “Un’esperienza intensa e gratificante e un’occasione per riscoprire l’importanza e il senso del pellegrinaggio, che oggi è spesso sottovalutato”, così Chantal Noppen, direttrice nazionale dello “Student Cross 2011” sintetizza il senso di questo appuntamento. Lanciato per la prima volta nel 1948 da un gruppo di 30 studenti cattolici, spiega il sito dell’organizzazione http://www.studentcross.org.uk., il pellegrinaggio è diventato con il tempo un evento ecumenico aperto a persone di ogni età e credo religioso. Dopo un periodo di declino, negli ultimi anni è tornato ad attirare un numero crescente di adesioni. Le croci portate dai diversi gruppi sono tutte delle stesse dimensioni, alte più di 2 metri e larghe 1,30. In media i pellegrini camminano dalle 9 alle 18 con due o tre soste giornaliere. Una volta a Walsingham i dieci gruppi di pellegrini partecipano alla liturgia del Venerdì Santo presso la chiesa dell’Annunciazione. A seguire le Messe della Veglia pasquale e della Domenica di Pasqua e una processione in cui le croci adorne di fiori vengono portate in giro per i luoghi santi di Walsingham. Distrutto nel XVI secolo dopo lo Scisma di Enrico VIII e ricostruito nella seconda metà del XIX secolo, il santuario fu riaperto ai pellegrinaggi da Papa Leone XIII nel 1897. Nel 1934 la cappella fu elevata dai vescovi dell’Inghilterra e del Galles a santuario nazionale. Il 15 agosto vi si celebrò la prima Santa Messa, dopo 400 anni. (L.Z.)

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    Usa: la Conferenza episcopale lancia una pagina web in onore di Giovanni Paolo II

    ◊   In vista della ormai prossima beatificazione di Giovanni Paolo II, il 1° maggio, la Conferenza episcopale degli Stati Uniti ha lanciato la pagina web www.usccb.org/popejohnpaulii/. Scopo dell’iniziativa - spiega Helen Osman, segretaria dell’Ufficio stampa della Usccb è di aiutare i fedeli americani a comprendere la grandiosità della sua opera e il suo straordinario rapporto con il popolo americano. Il sito propone, tra le altre cose, un video-ricordo di 17 minuti che ripercorre i momenti salienti e i messaggi chiave del defunto pontefice in occasione dei suoi sette viaggi apostolici negli Stati Uniti. Viaggi che hanno lasciato un segno profondo qui come in tutti i Paesi da lui vistati. Altro materiale comprende una biografia a cura del vaticanista John Thavis del Catholic News Service, una cronologia schematica della vita e delle opere del futuro Beato, un elenco dei suoi scritti più importanti, delle canonizzazioni e beatificazioni avvenute durante il suo pontificato e altre informazioni interessanti. Il sito ospita anche i contributi di diversi studiosi ed esperti che analizzano l’influenza e l’eredità lasciata da Papa Wojtyla in diversi ambiti: dalle relazioni tra Est e Ovest, ai suoi rapporti con i media, all’uso etico delle nuove tecnologie, alla missione sociale della Chiesa. Altri contributi si aggiungeranno di qui al giorno della beatificazione. (L.Z.)

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    24 Ore nel Mondo



    Immigrazione. Maroni: conclusa la fase acuta dell'emergenza

    ◊   A Lampedusa, complice il mare mosso, da circa 24 ore non si registrano sbarchi. Sull’isola proseguono intanto i voli di rimpatrio degli immigrati tunisini, nell'ambito dell'accordo tra Roma e Tunisi. Nel frattempo, in Europa cresce il malumore per la decisione italiana di concedere i permessi di soggiorno temporanei a ventimila tunisini. Il servizio di Marco Guerra:

    “La fase acuta dell'emergenza, si è conclusa”, lo ha detto stamani il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, secondo il quale l'accordo con la Tunisia sta funzionando e “tutti i giorni vengono fatti rimpatri di coloro che sono arrivati dopo il 5 aprile” e si sta inoltre potenziando “il sistema di controllo e di pattugliamento delle coste”. Anche stamattina un aereo ha lasciato Lampedusa alla volta di Tunisi con 30 migranti a bordo; un altro volo è previsto per questa sera, a seguito del quale sull’isola siciliana resteranno non più di 100 immigrati da rimpatriare. Resta alto l’allarme, però, dopo che nella riunione del Copasir di questa mattina, il generale Giorgio Piccirillo ha paventato il possibile arrivo di oltre 15 mila profughi, prevalentemente del Corno d’africa, liberati dai centri lager in cui erano detenuti in Libia. Intanto, nei centri di prima accoglienza allestiti in tutta la penisola proseguono le richieste di domande di permesso di soggiorno provvisorio che l’Italia concederà agli immigrati incensurati. Oltre 20 mila tunisini sarebbero così autorizzati alla libera circolazione nell'area Schengen. Questo sta suscitando vibrati proteste da parte di diversi Paesi europei che temono una nuova ondata migratoria. Dopo Francia e Germania, anche il Belgio ha annunciato controlli alle frontiere sugli arrivi dall’Italia. L’unico modo per bloccarli sarebbe sospendere Schengen, ha spiegato ieri Maroni, ma questo significherebbe la fine dell’Europa, ha aggiunto il ministro degli interni italiano.

    Italia, processo breve
    Con 314 voti favorevoli e 296 contrari, ieri sera la Camera ha approvato il disegno di legge sul processo breve contenente anche la norma discussa della prescrizione breve. La maggioranza sostiene che il disegno di legge avrà un effetto minimo sulla giustizia italiana. Secondo il ministro della Giustizia, Alfano, i processi penali a rischio sarebbero lo 0,2% del totale. Il Consiglio superiore della magistratura (Csm) considera invece “rilevante” l’impatto del disegno di legge sui processi in corso. Forti critiche e proteste davanti a Montecitorio, da parte dell’opposizione. Il testo passa all'esame del Senato.

    Siria, proteste
    Non si placano le proteste in Siria. Ieri, un soldato e tre uomini armati sono morti a Banias negli scontri tra manifestanti antigovernativi e forze di sicurezza. Diversi feriti si sono poi registrati anche nel campus universitario di Aleppo, dove centinaia di studenti hanno inscenato un sit-in di protesta contro il regime. Secondo la stampa statunitense, l'Iran starebbe aiutando in segreto il presidente siriano Assad nel reprimere i movimenti di protesta per scongiurare l’eventuale caduta del governo di Damasco e la conseguente perdita di un alleato strategico contro Israele.

    Egitto, Mubarak e figli a processo il 19 aprile
    I dimostranti egiziani hanno accolto con grande soddisfazione la notizia dell’arresto dell’ex presidente egiziano, Hosni Mubara,k e dei suoi due figli, e per questo motivo hanno deciso di sospendere la protesta prevista per domani contro il governo ad interim, istituito dal Consiglio supremo delle forze armate. Si tratta di “un passo positivo da parte dell'esercito”, ha commentato uno dei leader della protesta. L’ex capo di Stato e suoi due figli dovranno comparire in un tribunale del Cairo il prossimo 19 aprile. I tre sono in stato di arresto da martedì con l’accusa di corruzione, abuso di potere e repressione violenta delle manifestazioni di piazza, che lo scorso febbraio hanno portato alla caduta del rais. Mubarak, intanto, è ancora ricoverato in un ospedale di Sharm el Sheikh in condizioni definite “instabili” dopo due crisi cardiache.

    Egitto - Striscia di Gaza
    L’Egitto ha sospeso la costruzione di una muraglia sotterranea lungo il confine con la Striscia di Gaza, il cui scopo sarebbe quello di frenare il contrabbando di merci e armi attraverso i tunnel che collegano il territorio palestinese alla penisola del Sinai. Lo sostiene il quotidiano egiziano “Al Masry al Yom”, ripreso dal Jerusalem Post. Nella vicenda, la stampa israeliana legge una “precisa volontà” da parte dei nuovi vertici al potere al Cairo di modificare la politica dell’Egitto sulla enclave palestinese governata da Hamas.

    Costa D’Avorio, processo di transizione
    L'ex presidente della Costa d'Avorio, Laurent Gbagbo, arrestato lunedì scorso dai fedelissimi del capo di Stato eletto, Ouattara, è stato trasferito nel nord del Paese. Il nuovo presidente si è intanto dato due mesi di tempo per arrivare alla pacificazione. Nella sua prima conferenza stampa, dopo mesi di guerra civile seguita al rifiuto di Gbagbo di riconoscere la sua sconfitta alle presidenziali di novembre, Ouattara ha detto che la priorità è liberare il Paese dai “miliziani e mercenari” e ha promesso di portare dinanzi alla giustizia tutti coloro abbiano compiuto atrocità, annunciando pure la ripresa dell’esportazione di cacao.

    Sudan violenze
    Più di 20 persone, tra le quali donne e bambini, sono state uccise nel corso di un attacco condotto da truppe paramilitari contro un villaggio nello Stato sudanese del Sud-Kordofan. Secondo il vicegovernatore locale, sono state inoltre bruciate tra le 300 e le 500 abitazioni. La turbolenta provincia del Sud-Kordofan, confinante con il Darfur, conta una significativa comunità non araba e cristiana e il prossimo 2 maggio sarà chiamata alle urne per scegliere il nuovo governatore.

    Sud Sudan, sanzioni
    Il nuovo stato del Sud Sudan che nascerà a luglio “non sarà sottoposto a sanzioni internazionali perché il suo territorio non rientra nei confini del Sudan e non sarà guidato dal governo di Khartoum” Lo ha reso noto in un comunicato l’Ufficio per il controllo patrimoniale del dipartimento del tesoro americano (Ofac). L’esenzione riguarda tutte le misure cautelari intraprese dal governo americano “per far fronte e scoraggiare le politiche messe in atto dal governo sudanese e che costituiscono una minaccia per la sicurezza nazionale e la politica estera degli Stati Uniti”, precisa il documento.

    Usa, piano riduzione deficit
    Il presidente statunitense, Barack Obama, ha presentato il suo ambizioso piano di riduzione del deficit pubblico americano, fissando l'obiettivo di un deficit pari al 2.5% del prodotto interno lordo nel 2015 e sotto il 2% entro il 2020. Il servizio di Elena Molinari:

    Circa 4 mila miliardi di dollari di tagli in dodici anni, grazie anche ad un aumento alle tasse per i più ricchi. E’ questo in sintesi il piano fiscale presentato ieri da Barack Obama, per rispondere a quello dell’opposizione repubblicana, che il presidente degli Stati Uniti ha attaccato duramente. Non c’è nulla di serio – ha detto – in un piano che mira a ridurre il deficit, mentre taglia mille miliardi di dollari di tasse ai miliardari. Obama, nel suo discorso dalla George Washington University, ha proposto un approccio a suo dire più equilibrato, che riforma ma non elimina la mutua per gli anziani e non tocca la previdenza. Per realizzare il risparmio, Obama propone, dunque, tagli al settore della Difesa, invisi anche questi ai repubblicani, oltre a una semplificazione del sistema fiscale e a detrazioni limitate per i più ricchi. I tagli proposti da Obama per ridurre il deficit sono in tutto leggermente inferiori a quelli proposti dall’opposizione, che non prevede però nessun aumento alle tasse, ma solo una riduzione drastica delle spese.

    G20 ministri finanze
    Gli squilibri globali, la regolamentazione delle materie prime ma anche il terremoto in Giappone e le agitazioni in Medio Oriente e in Nord Africa sono i temi al centro della riunione di oggi a Washington dei ministri delle Finanze e dei governatori delle banche centrali del G20, a margine delle riunioni di primavera del Fondo monetario internazionale (Fmi) e dell’incontro del G7. Ieri, il direttore generale dell’Fmi, Dominiqeu Strauss Kahn, ha ricordato che “disoccupazione e ineguaglianza gettano ombre sulla stabilità dei Paesi”.

    Afghanistan, violenze
    Almeno tre poliziotti sono rimasti uccisi e altri sono rimasti feriti in due distinti attentati suicidi vicino a Kabul e nella provincia di Paktia, mentre un terzo kamikaze ha preso di mira le forze internazionali a Kandahar, nel sud dell’Afghanistan. Gli attacchi, stando ai media afghani, sono stati rivendicati dai talebani. I talebani afghani hanno rilasciato oggi 40 agenti di polizia, che erano stati da loro sequestrati in marzo nella provincia orientale di Kunar.

    Pakistan, violenze
    Protesta formale di Islamabad con Washington dopo l'ennesimo attacco avvenuto nel Waziristan, zona di confine con l'Afghanistan, da parte di un drone Usa. L'attacco avrebbe causato diversi morti, tutti cittadini afgani. Il sottosegretario pakistano agli Esteri ha detto che “simili attacchi sono controproducenti e contribuiscono solo a rafforzare i terroristi”. Intanto, il primo ministro pakistano ha annunciato che si recherà sabato prossimo a Kabul per una visita ufficiale in Afghanistan, mirante a rafforzare i legami bilaterali e facilitare una soluzione dei problemi regionali. In gennaio, Islamabad e Kabul hanno formato una commissione congiunta per studiare la possibilità di aprire un dialogo diretto con i talebani. (Panoramica internazionale a cura di Marco Guerra e Gabriele Papini)

    Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LV no. 104

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    E' possibile ricevere gratuitamente, via posta elettronica, l'edizione quotidiana del Bollettino del Radiogiornale. La richiesta può essere effettuata sulla home page del sito www.radiovaticana.va/italiano.

    Segreteria di redazione: Gloria Fontana, Mara Gentili, Anna Poce e Beatrice Filibeck, con la collaborazione di Vera Viselli e Miriam Ayele.