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Sommario del 08/04/2011

Il Papa e la Santa Sede

  • Benedetto XVI sulla pietà popolare: grande patrimonio della Chiesa, da purificare, mai da escludere
  • Altre udienze e nomine
  • Terza predica di Quaresima di padre Raniero Cantalamessa
  • La Santa Sede alla Fiera del Libro a Santo Domingo. In programma video-messaggio del Papa
  • Costa d'Avorio. Gbagbo non si arrende. Vegliò: scarsa attenzione del mondo sul dramma di migliaia di sfollati
  • Oggi su "L'Osservatore Romano"
  • Oggi in Primo Piano

  • Immigrazione: pattugliamento italo-francese sulla costa tunisina
  • Libia: attacco delle forze di Gheddafi su Misurata. Rammarico Nato per il raid contro gli insorti
  • Giornata internazionale dei Rom: no a pregiudizi e discriminazioni
  • Il recupero della virtù per il futuro della città: si conclude il ciclo dei Dialoghi in cattedrale
  • Presentato il volume sulle origini della Biblioteca Apostolica Vaticana tra Umanesimo e Rinascimento
  • Chiesa e Società

  • Brasile. Strage in una scuola: il profondo dolore dell'arcivescovo di Rio
  • Appello dei vescovi europei per la Costa d'Avorio: fermare lo spargimento di sangue
  • Sudan: fuga dei cristiani dal nord al sud. Appello dei vescovi alla riconciliazione
  • Filippine. Chiesta mediazione della Chiesa nei negoziati tra governo e ribelli comunisti
  • In Giappone si celebra la festa buddista del Vesakh. Gli auguri del cardinale Tauran
  • Stati Uniti: la Chiesa cattolica sostiene una legge per scoraggiare l’aborto
  • I vescovi Usa chiedono un voto bipartisan a favore della legge sul rispetto dei diritti di coscienza
  • Accordo internazionale per la lotta contro il narcotraffico
  • Argentina: chiesto rinvio a giudizio di Videla per l'omicidio di mons. Angelelli
  • Rischio povertà per un quarto delle famiglie italiane con figli
  • Assisi. Dopo i lavori di restauro riapre al culto la Tomba di San Francesco
  • Diocesi di Roma: da domenica la Settimana della carità
  • Convegno a Roma sui 150 anni di scuola italiana
  • Al Regina Apostolorum primo Forum Multimediale sui giovani e la comunicazione nell’era digitale
  • Nuovo sito per i Segretariati internazionali delle Pontificie Opere Missionarie
  • Unitalsi: giovani a Cracovia sulle orme di Giovanni Paolo II
  • 24 Ore nel Mondo

  • Giappone: almeno quattro morti per una nuova scossa sismica
  • Il Papa e la Santa Sede



    Benedetto XVI sulla pietà popolare: grande patrimonio della Chiesa, da purificare, mai da escludere

    ◊   La pietà popolare è un “grande patrimonio della Chiesa”, perché permette alle persone di esprimere in modo genuino la propria fede. Benedetto XVI ha ribadito un tema a lui caro nell’udienza concessa questa mattina in Vaticano ai partecipanti alla plenaria della Pontificia Commissione per l’America Latina. Il Papa ha tuttavia messo in guardia dalle possibili derive che possono contaminare le espressioni della religiosità popolare. Il servizio di Alessandro De Carolis:

    Gesti antichi, segni ripetuti e visti ripetere, di padre in figlio, di nonno in nipote, che scaldano l’anima al fuoco di tradizioni che parlano di Dio, della Madonna e dei Santi. Una ricchezza da “proteggere, promuovere e, se necessario purificare”, non ha esitato a definirla Benedetto XVI, tornando a riflettere su un argomento, la religiosità popolare, spesso presente nel suo magistero. Davanti agli esperti della Pontificia Commissione per l’America Latina – riuniti in questi giorni per discutere su quale “impatto” eserciti la pietà popolare nel processo di evangelizzazione del continente – il Papa ha ricordato ciò che affermò il documento finale della Conferenza di Aparecida del 2007. All’epoca, ha detto il Pontefice, i vescovi avevano presentato la pietà popolare come “luogo di incontro con Gesù Cristo e un modo di esprimere la fede della Chiesa”. E che pertanto, le manifestazioni che ne derivano non potevano e non possono essere considerate “come qualcosa di secondario della vita cristiana”:

    “Todas ellas, bien encauzadas y debitamente…
    Tutte queste, ben orientate e adeguatamente accompagnate, favoriscono un fruttuoso incontro con Dio, un intenso culto per il Santissimo Sacramento, una sentita devozione alla Vergine Maria, un crescente affetto per il Successore di Pietro e la consapevolezza di appartenere alla Chiesa. Che tutto questo possa servire per evangelizzare, comunicare la fede, portare i fedeli ai sacramenti, rinsaldare i vincoli di amicizia e dell’unità familiare e comunitaria e rafforzare la solidarietà e l'esercizio della carità”.

    Nella pietà popolare, ha osservato Benedetto XVI, “esistono molte espressioni di fede legate alle grandi celebrazioni dell'anno liturgico, nelle quali la gente comune in America Latina riafferma il suo amore” per Cristo. Tuttavia, ha soggiunto, bisogna fare attenzione a due cose: alla fede che, nutrita dalla Bibbia e dalla preghiera, deve restare – ha riaffermato – “la principale fonte della pietà popolare, in modo che non sia ridotta a una semplice espressione culturale di una determinata regione”. E poi alla liturgia, la quale, ha ribadito…

    “… deberá constituir el punto de referenzia…
    dovrà costituire il punto di riferimento per ‘incanalare con lucidità e prudenza gli aneliti di preghiera e di vita carismatica’ che si riscontrano nella pietà popolare; dal canto suo la pietà popolare, con i suoi valori simbolici ed espressivi, potrà fornire alla Liturgia alcune coordinate per una valida inculturazione e stimoli per un efficace dinamismo creatore”.

    Del resto, ha ammesso il Papa, i problemi esistono e “non si può negare” l’esistenza di “alcune forme deviate di religiosità popolare che, lungi dal favorire la partecipazione attiva nella Chiesa, creano confusione e possono favorire una pratica religiosa puramente esteriore e svincolata da una fede ben radicata e interiormente viva”. Qui, Benedetto XVI ha citato un passaggio della sua Lettera indirizzata lo scorso anno ai seminaristi:

    “La pietad popular puede derivar hacia…
    Certo, la pietà popolare tende all’irrazionalità, talvolta forse anche all’esteriorità. Eppure, escluderla è del tutto sbagliato. Attraverso di essa, la fede è entrata nel cuore degli uomini, è diventata parte dei loro sentimenti, delle loro abitudini, del loro comune sentire e vivere. Perciò la pietà popolare è un grande patrimonio della Chiesa (…) Certamente la pietà popolare dev’essere sempre purificata, riferita al centro, ma merita il nostro amore, ed essa rende noi stessi in modo pienamente reale ‘Popolo di Dio’”.

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    Altre udienze e nomine

    ◊   Benedetto XVI ha ricevuto questa mattina alcuni presuli siro-malabaresi (India), in visita "ad Limina". Questo pomeriggio riceve il cardinale William Joseph Levada, prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede.

    Benedetto XVI ha nominato ausiliare della diocesi di Bamenda (Camerun) il rev. Agapitus Enuyehnyoh Nfon, del clero di Kumbo, rettore del Seminario Maggiore di St. Thomas Aquinas, a Bambui, assegnandogli la sede titolare vescovile di Unizibira. Il rev. Agapitus Enuyehnyoh Nfon è nato l’11 febbraio 1964 a Shishong, diocesi di Kumbo. Ha studiato la Filosofia e la Teologia in patria, al Seminario Maggiore St. Thomas Aquinas di Bamenda. È stato ordinato sacerdote il 22 marzo 1991.

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    Terza predica di Quaresima di padre Raniero Cantalamessa

    ◊   Questa mattina, nella Cappella "Redemptoris Mater" in Vaticano, padre Raniero Cantalamessa ha tenuto la sua terza predica di Quaresima alla presenza di Benedetto XVI e della Curia. Il Predicatore della Casa Pontificia ha svolto la meditazione sul tema “La carità sia senza finzione”. La quarta ed ultima predica di Quaresima avrà luogo venerdì 15 aprile.

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    La Santa Sede alla Fiera del Libro a Santo Domingo. In programma video-messaggio del Papa

    ◊   La Santa Sede parteciperà come ospite d’onore alla Fiera Internazionale del Libro di Santo Domingo, in programma dal 4 al 22 maggio. Benedetto XVI invierà un video messaggio per l’apertura della Fiera. L’evento è stato presentato stamani nella Sala Stampa vaticana, alla presenza, tra gli altri, del cardinale Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della Cultura, di Víctor Manuel Grimaldi Céspedes, ambasciatore della Repubblica Dominicana presso la Santa Sede, e del direttore della Libreria Editrice Vaticana, don Giuseppe Costa. Il servizio di Alessandro Gisotti:

    Un grande evento culturale per celebrare l’America Latina: la Fiera del Libro di Santo Domingo, è stato sottolineato nella conferenza stampa, avviene nel 500.mo di fondazione della prima diocesi del continente americano, per l’appunto a Santo Domingo. Di qui la rilevanza anche ecclesiale dell’avvenimento, suggellata dal video-messaggio che il Papa invierà per la giornata d’apertura. La conferenza ha offerto l’occasione al cardinale Gianfranco Ravasi di fare il punto sul “Cortile dei Gentili”, dopo la entusiasmante esperienza di Parigi:

    “Avevo scelto intenzionalmente Parigi, come l’emblema della laicità quasi assoluta e lì, invece, mi sono accorto che per esempio è molto più aperto il dialogo di quanto possa accadere qui in Italia”.

    Il porporato ha così indicato quale sia ora la sfida per il progetto del “Cortile dei Gentili”, che vivrà presto una nuova esperienza in Romania e Albania:

    “Qual è adesso la prospettiva che abbiamo di fronte? E’ il problema dell’altro tipo di ateismo, dell’ateismo pratico, popolare, che si chiama indifferenza, oppure che si chiama banalizzazione delle questioni teoriche, teologiche, spirituali … Per questo io ho insistito sulla questione dei giovani”.

    Il presidente del Pontificio Consiglio della Cultura ha ribadito quanto i giovani siano considerati degli interlocutori privilegiati del “Cortile dei Gentili”. Quindi, si è soffermato sull’incontro per i bloggers in Vaticano, promosso dal suo dicastero e dal Pontificio Consiglio delle Comunicazioni sociali, in programma a maggio:

    “Non possiamo sottrarci a questo orizzonte, come si fa ad ignorare il blog? Comunque sia i “blogger” sono soggetti fondamentali nella nuova comunicazione. Questo tipo di comunicazione non cambia soltanto la comunicazione, ma cambia le persone: il modo di relazionarsi è un altro, diventa differente, rispetto a quelli che come me scrivono ancora le lettere a mano”.

    Rispondendo alla domanda di un giornalista, il cardinale Ravasi ha affermato di non aver visto il film “Habemus Papam” di Nanni Moretti, ma di aver incontrato il regista italiano quando stava iniziando a lavorare sul film:

    “Devo dire che però è stato significativo il fatto che lui abbia voluto anche interloquire, almeno alle origini … Poi anch’io, però, non ho voluto successivamente seguire. Alla fine, se io avessi seguito questa cosa, in un certo senso, avrebbe avuto anche un ideale avallo ufficiale e d’altra parte la libertà dell’artista dev’essere tale che lo si giudicherà poi sul merito”.

    Ritornando al tema della conferenza stampa, il cardinale Ravasi ha sottolineato che uno dei progetti più ambiziosi legati alla Fiera, da parte del dicastero della Cultura, è la pubblicazione di un grande Dizionario ecclesiale culturale dell’America Latina. Nel padiglione della Santa Sede della Fiera del Libro di Santo Domingo, è stato inoltre spiegato, vi saranno opere dei Musei, della Biblioteca e dell’Archivio Segreto Vaticano. Significativa anche la presenza della Libreria Editrice Vaticana che farà dono a Santo Domingo di libri cattolici per le scuole dello Stato caraibico. Presente anche la Radio Vaticana assieme al Ctv e all’Osservatore Romano.

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    Costa d'Avorio. Gbagbo non si arrende. Vegliò: scarsa attenzione del mondo sul dramma di migliaia di sfollati

    ◊   Le Nazioni Unite hanno denunciato nuovi massacri in Costa d’Avorio. Nelle ultime 24 ore una squadra dell'Onu ha infatti scoperto oltre 100 corpi in tre località della parte occidentale del Paese. Le violenze sembrerebbero almeno in parte compiute per motivi ''etnici'', ha spiegato oggi a Ginevra Rupert Colvile, portavoce dell'Alto commissariato Onu per i diritti umani. E mentre per la Francia l'era Gbagbo è ormai finita - secondo le parole del portavoce del ministro degli Esteri di Parigi - il presidente uscente non abbandona il suo bunker di Abidjan, assediato dai fedelissimi del presidente eletto Alassane Ouattara. Sempre più critica la situazione delle popolazioni locali, che ha spinto diverse agenzie dell’Onu - tra cui il Programma alimentare mondiale - a chiedere l'apertura di corridoi umanitari: almeno 300.000 sono gli sfollati interni, ma migliaia di profughi ivoriani sono presenti anche in Liberia, Guinea e Ghana, secondo dati forniti ieri dalla Caritas, in prima linea nei soccorsi. La Caritas Costa d’Avorio, in particolare, ha lanciato un appello per un piano di intervento di circa un milione di euro per aiuti immediati. Sulla situazione degli ivoriani riparati in Liberia, Fabio Colagrande ha intervistato mons. Antonio Maria Vegliò, presidente del Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti:

    R. – La Liberia è un Paese piccolo: già da oggi accoglie più di 120 mila rifugiati. Una straordinaria solidarietà è stata messa in atto dalla popolazione locale. Essa ospita nelle proprie abitazioni i nuovi arrivati, condividendo con loro il cibo al punto di non averne a sufficienza per gli stessi liberiani, e soffrirne le conseguenze. L’Africa ci dà un po’ l’esempio della capacità di accoglienza, dell’accettazione dell’altro nella difficoltà, con spirito evangelico. Magari non sono nemmeno cristiani, però si sentono africani, abituati – forse nella povertà – ad aiutare chi è più povero. Questo flusso di persone spaventate porta a chiedersi come poter rispondere ad una così vasta domanda, con le risorse locali. Anche qui, grazie a Dio, la Chiesa è presente. La Caritas assiste sul posto i rifugiati e la popolazione locale. Da oltre cinque settimane è intervenuta la comunità internazionale: sono stati allestiti campi per i rifugiati … Suppongo che la Chiesa locale voglia aiutare un maggior numero di rifugiati; tuttavia mancano i fondi sufficienti e mancano operatori pastorali, cioè sacerdoti e catechisti. Bisognerebbe mettere in atto un programma di collaborazione per tutta la Costa d’Avorio per far sì che possano nuovamente vivere insieme quanti hanno sofferto i recenti, drammatici eventi e le persone di diverse posizioni politiche.

    D. – C’è il rischio che gli eventi in corso in Nordafrica lascino in secondo piano questa tragedia umanitaria in Costa d’Avorio?

    R. – Certamente! Purtroppo l’uomo non regge più di tanto di fronte ad una tragedia; appena ne arriva un’altra, dimentica la prima. Bisogna ammettere che negli ultimi mesi è stata rivolta scarsa attenzione alla Costa d’Avorio. D’altra parte, vi sono stati eventi drammatici, avvenimenti che hanno assorbito l’interesse dei media. Ciò ha privato la Costa d’Avorio della dovuta considerazione. (gf)

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    Oggi su "L'Osservatore Romano"

    ◊   Quando il cinema racconta la verità: in prima pagina, Carlo Bellieni su Hollywood e la fecondazione eterologa.

    Per la civilizzazione del mercato: nell’informazione internazionale, Leonardo Becchetti su come dovrebbe essere la prossima economia.

    Dio è ineffabile ma non è irrazionale: in cultura, Inos Biffi su metafisica e teologia.

    Talvolta lo zelo conservativo finisce col distruggere quello che vorrebbe proteggere: Marcello Filotei e Silvia Guidi a proposito di una riflessione di Lucetta Scaraffia (nella rubrica “Luci di posizione” su “Il Riformista”) sull’intervento dell’Unesco nella parte antica di Matera.

    Fedeltà e sperimentazione: Nicoletta Marconi e Renata Sabene sulla Fabbrica di San Pietro attraverso cinque secoli di storia.

    Di rosa vestita: Giulia Galeotti sulla riapertura al culto della tomba di san Francesco dopo il completamento del restauro.

    La Santa Sede alla Fiera internazionale dei Libro di Santo Domingo.

    Diritto alla salute e obiezione di coscienza: nell’informazione religiosa, a proposito della posizione dei vescovi degli Stati Uniti, favorevoli a modificare gli effetti della riforma sanitaria del 2010.

    La pietà popolare radicata nella fede strumento della nuova evangelizzazione: nell’informazione vaticana, il Papa alla plenaria della Pontificia Commissione per l’America Latina.

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    Oggi in Primo Piano



    Immigrazione: pattugliamento italo-francese sulla costa tunisina

    ◊   Pattugliamento comune delle coste tunisine, il rispetto del trattato di Schengen e la necessità che ci sia uno sforzo comune europeo per fronteggiare l’emergenza immigrazione. Sono i punti principali dell’incontro oggi, a Milano, tra il ministro dell’interno Maroni e l’omologo francese Gueant, in seguito alla politica dei respingimenti, attuata da Parigi, nei confronti degli dei Tunisini arrivati sulle coste italiane in queste settimane. E mentre non si arrestano i viaggi di chi fugge da povertà o guerra, Malta accusa l’Italia di non aver permesso l’approdo di un barcone soccorso, questa mattina, a 40 miglia da Lampedusa. Massimiliano Menichetti:

    Più di 220 persone salvate in mare. E’ il bilancio di una nuova mattinata di recuperi: oltre 170 partiti dalla Libia, aiutati dalle autorità maltesi, a 40 miglia da Lampedusa; 51 nel Golfo di Gabes, dove le autorità tunisine hanno evitato una nuova tragedia in mare, mentre è ancora vivo l’incubo del naufragio di 300 migranti tra Lampedusa e Malta, che mercoledì ha visto salvarsi solo 53 persone provenienti dal Nordafrica. Il Papa continua a seguire con preoccupazione e sgomento ciò che sta accadendo nel Mediterraneo. In questo scenario proseguono gli approdi in Italia: nel catanese sono arrivati 80 tunisini, a Lampedusa si ultimano i trasferimenti e, da ieri, i rimpatri verso la Tunisia. E proprio la Tunisia è stata al centro dell’incontro oggi, a Milano, tra il ministro dell'Interno Roberto Maroni e il suo omologo francese Claude Gueant: stabilito un pattugliamento comune sulle coste di Tunisi per bloccare le partenze, ma sul tappeto rimane il nodo dei permessi temporanei rilasciati dall’Italia agli immigrati e il ‘no’ della Francia che ha chiuso di fatto la frontiera di Ventimiglia. Roma aveva ipotizzato l’uscita o la sospensione di Parigi dal trattato di Schengen sulla libera circolazione, a fronte della politica dello stop. A complicare le cose l’Ue, secondo la quale “dare un permesso” agli immigrati non implica automaticamente la possibilità di spostarsi con totali diritti. Dal canto suo, l’Eliseo subordina a cinque punti, “previsti dal trattato - sottolinea Gueant - l’apertura delle frontiere”, in particolare al possesso di un documento di soggiorno valido e risorse sufficienti a mantenersi. Monica Spatti, esperta di diritto internazionale, ricercatrice presso l’università cattolica di Milano:

    R. – In un momento in cui l’Italia rilascia un permesso di soggiorno di questo tipo, i titolari del permesso di soggiorno – quindi la protezione temporanea – possono circolare liberamente sul territorio degli altri Stati per un massimo di tre mesi. Però in questi Paesi possono circolare come turisti, non vi possono ricevere assistenza perché si tratta di permessi di soggiorno rilasciati dall’Italia.

    D. – Da questo punto parte la posizione della Francia che, in un certo qual modo, ha fissato regole rigide affinché le persone, i migranti possano entrare nel proprio Paese …

    R. – Questa è una posizione comunque legittima, perché la normativa dell’Unione Europea prevede che si debbano rispettare queste cinque regole, a prescindere dallo specifico caso.

    D. – Ci dovrebbe essere più apertura da parte di tutti i Paesi, compresa la Francia?

    R. – Certo. Anche perché l’Unione Europea dispone di uno strumento fondamentale: la direttiva sulla protezione temporanea che comporterebbe che tutti gli Stati membri dell’Unione Europea si facciano carico di un certo numero di migranti.

    D. – La direttiva a cui si riferisce è quella del 2001: perché fino ad adesso non è stata mai applicata?

    R. – Spetta anzitutto allo Stato destinatario del flusso dei migranti chiedere l’applicazione di questa direttiva. L’Italia finora non l’ha fatto: mi chiedo perché non venga attivato! (gf)

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    Libia: attacco delle forze di Gheddafi su Misurata. Rammarico Nato per il raid contro gli insorti

    ◊   Le forze di Gheddafi stanno attaccando la città di Misurata, sott'assedio da 48 giorni. I ribelli fanno sapere che le forze fedeli al leader libico stanno avanzando in direzione della zona est della città e che in molti cominciano a fuggire. Intanto, il segretario generale della Nato, Rasmussen, ha espresso profondo rammarico per il raid aereo che ha colpito una postazione dei ribelli nei pressi di Ajdabiya provocando 4 morti, 14 feriti e 6 dispersi: si è trattato - ha detto - di "uno sfortunato incidente". Si parla sempre più di stallo nel conflitto in Libia. Fausta Speranza ha intervistato Paolo Quercia, analista del Centro Studi Militari, chiedendo innanzitutto quanto può essere importante l’eventuale presa della città orientale di Misurata da parte delle forze di Gheddafi:

    R. - Sì, sicuramente rappresenta un punto strategico, anche se questo tipo di conflitto - in queste settimane - ha visto perdere e recuperare, anche in maniera piuttosto repentina, varie posizioni ritenute strategiche. Quindi, è anche un po’ una caratteristica dello scenario libico, sia orografico che militare, quello della possibilità di perdere e recuperare zone ritenute strategiche. In questa fase sono nuovamente le forze di Gheddafi all’avanzata: l’ulteriore perdita di territorio da parte degli insorti andrebbe ad indebolire ulteriormente la posizione che - già di per sé - è una posizione di stallo. Appare chiaro, sempre più dai giorni che passano, che non hanno la forza sicuramente di marciare su Tripoli, ma soprattutto non hanno la forza di resistere efficacemente alle forze del regime.

    D. - Chi sono e qual è il ruolo delle nazioni arabe che sostengono la coalizione? Potrebbero essere determinanti?

    R. - In buona parte lo sono già state determinanti e soprattutto in questa fase di stallo hanno un ruolo fondamentale. Il Qatar come gli Emirati sono Paesi che, a vario modo, hanno partecipato sia agli interventi, sia soprattutto all’importante fenomeno mediatico di sostegno degli interventi militari, di supporto informativo alle operazioni e alle insurrezioni: il ruolo di Al Jazeera va sicuramente messo in primo piano. Poi c’è la Giordania, come uno degli attori che potrà avere, quanto meno, un ruolo importante nelle fasi che si apriranno d’ora in avanti. Buona parte sono Paesi legati anche alla Gran Bretagna o al mondo anglosassone, anche per cultura, per tradizione, per precedenti esperienze coloniali e che quindi condividono anche una certa geopolitica internazionale nel Medio Oriente. Un ruolo particolare invece - vorrei ricordarlo - è quello che ha avuto la Turchia: non un Paese arabo, ma sicuramente un Paese importante nella regione, un Paese islamico e che, rispetto ai Paesi arabi che si sono invece schierati apertamente in questa coalizione dei volenterosi, ha cercato di avere una posizione intermedia, più neutrale rispetto all’intervento, ugualmente, in favore del cambio di regime di Gheddafi e - forse - orientata a giocare un ruolo di una mediazione politica, che in questi giorni diventa sempre più necessaria.

    D. - Ma parliamo dei Paesi del Golfo: anche i Paesi del Golfo stanno vivendo, se non questo vento di rivolta del Nord Africa e del Medio Oriente, un certo subbuglio interno…

    R. - Tutta la regione ha al proprio interno una serie di fermenti, che vanno poi dalla protesta alla rivolta esplicita, alla guerra civile come il caso della Libia. Gli scenari interni si intrecciano con gli scenari internazionali, naturalmente. La Libia è un caso a sé: un caso molto particolare, legato alla peculiarità del regime di Gheddafi. Negli altri Paesi della regione siamo arrivati ad una serie di nodi che arrivano al pettine dagli ultimi 20 anni, dall’impatto cioè della globalizzazione modernizzatrice che l’Occidente ha diffuso in tutta la regione con regimi sostanzialmente autoritari e in buona parte ancora pre-moderni come approccio al potere. Il fenomeno che si registra è quello di masse con aspettative sempre più ampie, sempre più globalizzate e più occidentalizzate forse degli stessi regimi. Il fenomeno quindi è un fenomeno generalizzato a tutto il Mediterraneo e al Medio Oriente e avrà sviluppi diversi nei singoli Paesi a seconda delle strutture statali o dell’esperienza di governo che esiste nei vari Paesi. E’ un fenomeno che, comunque, deve preoccuparci in quanto i punti di arrivo di queste rivolte sono oscuri, come oscure sono molte delle anime dei vari movimenti dei rivoltosi. (mg)


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    Giornata internazionale dei Rom: no a pregiudizi e discriminazioni

    ◊   Si celebra oggi la Giornata internazionale dei Rom per dire "no" a ogni discriminazione ed emarginazione di questo popolo che nel mondo conta circa 15 milioni di persone. Tante le iniziative per questo appuntamento. Nei giorni scorsi si è svolto a Roma un incontro destinato agli operatori dei media, promosso dall’Associazione giornalisti della scuola di Perugia, per aiutare ad informare senza pregiudizi. Ce ne parla Francesca Sabatinelli:

    Come raccontano i media la realtà dei Rom e dei Sinti e come la percepiscono gli italiani? In modo pericoloso. Bisogna dunque informare senza pregiudizi. A questo sono dedicate le tre giornate di sensibilizzazione sul mondo di Rom, Sinti e Camminanti organizzate a Roma, Milano e Napoli. Durante la prima, svoltasi proprio nella capitale, è partito il monito ai giornalisti ad essere più attenti e severi con coloro che istigano all’odio razziale, e alle istituzioni a mettere in campo soluzioni che possano favorire l’integrazione e non l’esclusione, come invece accade d’abitudine per questo popolo ricco di storia e tradizioni, tutt’altro che nomade come invece viene erroneamente detto. Marco Brazzoduro, docente di politiche sociali a Scienze Statistiche de La Sapienza di Roma:

    Il nomadismo che alcuni dicevano: “lo hanno nel dna, e nella loro cultura….”, il nomadismo è stato storicamente la risposta culturale alle persecuzioni. I Rom sono stati costretti ad assumere su di sé la pratica del nomadismo per scappare. Tanto è vero che anche tra di loro si dice: “siamo nomadi per forza!”, nel senso che una volta che s’insediano da qualche parte vengono sgomberati. I Rom da quando sono entrati in Europa nel 1400 erano “il diverso” per eccellenza e quindi sono stati sottoposti a persecuzioni e discriminazioni da quando sono arrivati in Europa. Durante il nazismo, i Rom insieme agli ebrei sono stati individuati come l’oggetto dello sterminio perché erano degenerati, perché erano asociali. E’ facile trovare il consenso attaccando i Rom, additando i Rom come il nemico comune, prospettando politiche di ghettizzazione dei Rom, enfatizzando tutte le illegalità dei Rom e tutto questo è esattamente il contrario di quello che la politica e l’istituzione dovrebbe fare.

    Dijana Pavlovic, nata serba, oggi vive in Italia, è una Rom, attrice e mediatrice culturale per i bambini Rom in una scuola elementare milanese:

    Ho avuto una seria di fortune grandi nella vita: non sono nata nella Germania nazista, non sarei sopravvissuta, alcuni dei miei parenti sono morti. Non sono nata in un Paese come è l’Italia oggi, perché probabilmente a mala pena riuscirei a leggere e a scrivere o chiederei l’elemosina da qualche parte: ruberei, farei altro e non l’attrice, perché questo è il destino dei bambini nati in Italia. Se un bambino nasce in tre mila metri quadri recintati, senza acqua, luce, senza gas, va a scuola e a scuola c’è l’aula Rom, il pulmino Rom e tutti sanno che lui è uno zingaro, non ci si può aspettare da lui che diventi un avvocato. Noi in Italia non abbiamo l’intellighenzia Rom, non abbiamo i ragazzi all’università e non sappiamo come formarli, non abbiamo mezzi, non abbiamo nessuna interlocuzione con le istituzioni, semplicemente non ci considerano. (ma)

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    Il recupero della virtù per il futuro della città: si conclude il ciclo dei Dialoghi in cattedrale

    ◊   “Il ritorno della virtù. Un progetto educativo per la città”. Con questo tema si è concluso ieri nella Basilica Papale di San Giovanni in Laterano il ciclo 2011 dei Dialoghi in Cattedrale promosso dalla diocesi di Roma. C’era per noi Roberta Barbi:

    La virtù è “una disposizione abituale e ferma a fare il bene”, consente all’uomo “di dare il meglio di sé”, di “ricercare e scegliere il bene in azioni concrete”. Così il Catechismo della Chiesa cattolica definisce la virtù, un tema che può apparire desueto, fuori moda, ma che nella società di oggi, o almeno in parte di essa, viene recuperato e messo al centro del dibattito educativo, perché la virtù, come già diceva Aristotele, non si insegna, ma si trasmette con l’esempio. L’esempio principale da seguire è quello di Gesù: mettendoci alla sequela di Cristo interpretiamo la virtù come faceva Sant’Agostino, che la definiva “ordo amoris”, cioè un cammino verso l’amore e verso la realizzazione piena della persona. Ma l’uomo di oggi quando e perché ha bisogno della virtù? Ce lo spiega il prof. Francesco Botturi, docente di Filosofia morale all’Università Cattolica del Sacro Cuore:

    “Io credo che avverta il bisogno della virtù dove avverte la sofferenza di una scomposizione nella sua vita che non riesce a trovare un’armonia. Parlo di sofferenza perché io credo che non ci sia, oggi, una situazione gloriosa dell’esperienza, non abbiamo le forme di una contestazione alternativa. Si vive, piuttosto, di quello che si riesce, spesso presupponendo che la vita non possa essere che frammento”.

    Il ritorno della virtù nella società odierna non serve se resta semplice teoria: è necessario, invece, abituarsi all’esercizio pratico della virtù, partendo dai contesti più semplici e vicini a ogni uomo, come la famiglia, che in quanto prima agenzia educativa, deve farsi carico di trasmettere l’esercizio della virtù nel quotidiano nonostante le difficoltà che si trova ad affrontare. Una tesi sostenuta anche dal prof. Luigi Frudà, ordinario di Metodologie e tecniche della ricerca sociale presso l’Università La Sapienza di Roma, che spiega cosa s’intende per esercizio pratico della virtù:

    “Si intende calare nella dinamica del quotidiano e nella realtà micro, princìpi e regole che spesso noi facciamo volare in alto nei cieli; cioè, cercare di entrare nell’esercizio delle virtù all’interno di queste dinamiche. La famiglia è vitalissima; ha grandi difficoltà da superare, anche funzionali, perché ci sono dinamiche strutturali incredibili e nuove che per la prima volta dobbiamo affrontare. Il che significa che opera una grande fatica e che ha bisogno di nuovi supporti e di nuovi sistemi, che sono tanti: da quelli pubblici a quelli solidaristici privati”.

    Nella società come nell’esistenza umana vanno distinte la sfera individuale da quella collettiva, e gli uomini sono chiamati a impegnarsi ad essere virtuosi sia come individui, sia come collettività. In che modo lo chiarisce sempre il prof. Frudà:

    “Come individui si tratta di capire, nel contesto in cui opero, che cosa io possa fare nella direzione degli altri e cosa possa aspettarmi dagli altri e chiedere agli altri, e quindi ristabilire il contatto tra generazioni. Al livello delle politiche, bisogna riscrivere non le politiche in termini macro, ma vedere gli effetti delle politiche macro nel micro: non un quadro di carattere generale, talmente generale da risultare generico; ma capire cosa succede nella piccola progettazione di ciascuna famiglia. E questo è un lavoro possibile, ma occorre riprogettarlo”.

    La virtù, quindi, come antidoto all’atomizzazione della società, ma anche alla povertà dell’umano, perché un uomo realizzato in essa vive esperienze eccellenti e, per dirlo con le parole della Gaudium et Spes, “l’uomo che segue Cristo diventa veramente uomo”. Non poteva esserci modo migliore di concludere questo ciclo di appuntamenti con la riflessione, del quale il cardinale vicario Agostino Vallini traccia un bilancio più che positivo:

    “Io sono molto contento, perché intanto ho visto tanta partecipazione e poi perché abbiamo potuto offrire occasioni di riflessione in serate anche impegnative su temi che poi trovano il cuore di questi dialoghi del 2011 intorno al libro che abbiamo presentato la scorsa volta, 'Gesù di Nazareth'. Siamo grati a Papa Benedetto perché ci ha dato un grande tesoro in questo tempo di Pasqua”. (gf)

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    Presentato il volume sulle origini della Biblioteca Apostolica Vaticana tra Umanesimo e Rinascimento

    ◊   È stato presentato ieri presso la sede della nostra emittente il volume “Le origini della Biblioteca Apostolica Vaticana tra Umanesimo e Rinascimento”, a cura di Antonio Manfredi. Il volume è il primo di una collana, che in sette volumi a scadenza biennale, ripercorrerà fino ai giorni nostri la storia di una delle biblioteche più antiche e prestigiose del mondo. Il servizio di Michele Raviart:

    Chiesa e cultura. Un binomio costante nella formazione dell’identità occidentale, che vede ancora oggi nella Biblioteca Apostolica Vaticana una delle massime espressioni di questo connubio. Un’istituzione fondata da Papa Niccolò V nella metà del Quattrocento e la cui storia viene ora raccontata in una serie di prestigiosi volumi, illustrati e di grande formato.

    Il primo volume, presentato ieri, è dedicato agli anni tra la fondazione e il pontificato di Clemente VII. Un periodo, quello tra il quattrocento e il cinquecento, in cui la biblioteca è stata un terreno di confronto tra la riscoperta umanistica dei classici e l’impegno riformatore dei Papi. Il professor Antonio Manfredi, curatore del volume.

    “Il libro, fondamentalmente, si divide in tre grandi nuclei: un nucleo iniziale che percorre le biblioteche dei Papi prima della Vaticana; un nucleo storico che ricostruisce i tempi, i luoghi e le persone e il consolidarsi dell’istituzione “Biblioteca Vaticana” tra curia e cultura; e poi, alcuni aspetti fondamentali della storia del libro di quel tempo: la miniatura, il confronto tra latino e greco e il mondo orientale; e poi ancora, l’arrivo degli stampati rispetto ai manoscritti. Tutta questa serie di fenomeni viene esaminata in capitoli specifici”.

    Il testo si avvale di un imponente lavoro di equipe, per una pubblicazione certamente orientata a un pubblico di specialisti, ma pienamente accessibile anche a chiunque desideri approfondire la storia della “Biblioteca dei Papi”. Un luogo in cui sono conservati quasi due milioni di testi, tra cui i manoscritti autografi di San Tommaso e Petrarca, e una delle più antiche trascrizioni della Bibbia giunte fino a noi. Il cardinale bibliotecario Raffaele Farina, autore dell’introduzione al volume:

    “Esprimo l’augurio che quest’opera si diffonda per far conoscere meglio la Biblioteca Vaticana, prima di tutto all’interno del Vaticano stesso, ma anche fuori e che serva a noi stessi, che viviamo dentro alla Biblioteca, per riflettere su questa nostra missione, che è quella di conservare per l’umanità questi tesori preziosi e, allo stesso tempo, metterli a disposizione. E’ un compito difficile da svolgere, ma dobbiamo farlo con l’amore per il libro che porta l’umanità ai valori più alti del nostro spirito, del nostro pensiero”. (gf)

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    Chiesa e Società



    Brasile. Strage in una scuola: il profondo dolore dell'arcivescovo di Rio

    ◊   L'arcivescovo di Rio de Janeiro, mons. Orani Tempesta, ha espresso profondo dolore per la strage in una scuola della città avvenuta ieri mattina. Un ragazzo è entrato nell'edificio e ha aperto il fuoco, uccidendo 12 alunni, tra cui 9 bambine, e ferendone una ventina. L'attentato è avvenuto nella Scuola Municipale Tasso da Silveira – che ha circa 1.000 alunni, tra i 9 e i 14 anni –, a Realengo, nella zona occidentale di Rio de Janeiro. In una nota ufficiale ripresa da Zenit, mons. Tempesta ha affermato che l'attacco “ha ferito non solo coloro che sono stati colpiti, ma tutti gli abitanti di Rio”. “Come pastore di questa Arcidiocesi, lamento profondamente l'accaduto, prego e mi unisco al dolore di tutte le persone che sono state coinvolte in questa tragedia, genitori, familiari e amici”. “Chiedo al Signore Gesù, in questo tempo di Quaresima, di confortare tutti e invio una benedizione speciale, chiedendo a Dio che fatti come questo non accadano più nella nostra città”, scrive mons. Tempesta. Il governatore di Rio, Sérgio Cabral, nel corso di una conferenza stampa nel cortile della scuola Tasso da Silveira ha detto che l'assassino è stato identificato come Wellington Menezes de Oliveira, di 23 anni. Era un ex alunno dell'istituto, ed è riuscito a entrare nell'edificio dicendo che andava a cercare il suo registro scolastico. Appena entrato, ha iniziato a sparare contro i bambini. Un poliziotto impegnato in un controllo vicino alla scuola ha visto due alunni feriti, si è recato nell'istituto e ha avvistato l'assassino. Il poliziotto ha colpito il ragazzo, che, ferito, si sarebbe sparato alla testa. In base a informazioni diffuse dal governo di Rio de Janeiro, i feriti sono stati ricoverati all'ospedale Albert Schweitzer e in altre strutture specializzate della città. La polizia sta indagando sulle cause della tragedia. L'assassino ha usato due revolver, e aveva una grande quantità di munizioni. Ha lasciato una lettera, che è già stata consegnata alla Polizia per le dovute analisi.

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    Appello dei vescovi europei per la Costa d'Avorio: fermare lo spargimento di sangue

    ◊   "Seguiamo con apprensione l'evoluzione della situazione del Paese e in particolare quanto accade ad Abidjan. Preghiamo perché cessino al più presto le ostilità e i combattimenti fratricidi che continuano a spargere vittime, specie di civili, e hanno costretto migliaia di persone all'esodo". Lo affermano i vescovi europei in una nota a firma del cardinale Josip Bozanic, arcivescovo di Zagabria e vicepresidente del Consiglio delle Conferenze episcopali europee, che rilancia "l'accorato appello del Santo Padre rivolto a tutte le parti in causa affinché si avvii l'opera di pacificazione e di dialogo e si evitino ulteriori spargimenti di sangue". Nel testo, il cardinale croato, recatosi ad Abidjan nel novembre scorso subito dopo la prima fase delle elezioni presidenziali, si sofferma sulla "fraterna accoglienza delle popolazioni locali" e non nasconde il suo stupore per l'escalation di violenza nel Paese: "Non mi posso capacitare di comprendere perché la pacifica convivenza finora vissuta si sia trasformata in odio e violenza. In questo tempo di Quaresima, chiamo alla riconciliazione e alla conversione dei cuori specie dei dirigenti del Paese. A loro desidero ricordare le parole del Santo Padre: 'la violenza e l'odio sono sempre una sconfitta!'. Il mio pensiero va in modo speciale alla popolazione sofferente, a chi è dovuto fuggire, a chi ha visto un parente morire: a tutti loro vorrei dire che le Chiese in Europa non si sono dimenticati di loro e pregano per loro. Voglio dire che vi e' speranza per l'Africa, vi è speranza per la Costa d'Avorio, vi è sempre una soluzione alternativa alle armi: è la strada dell'amore!".

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    Sudan: fuga dei cristiani dal nord al sud. Appello dei vescovi alla riconciliazione

    ◊   In vista della proclamazione dell’indipendenza del Sud Sudan, il 9 luglio prossimo, a seguito del referendum sull’indipendenza nazionale, che si è tenuto ai primi di gennaio, i vescovi del Paese hanno diffuso un nuovo messaggio in cui esortano i cittadini di tutto il Paese “ad abbracciare una cultura della pace” rispettando la vita e la dignità umana. Il messaggio, intitolato “Sii calmo e sii vigile”, è stato diffuso mercoledì, al termine dell’assemblea plenaria della Conferenza episcopale a Juba, la futura capitale del nuovo Stato. Nel documento – riferisce l’agenzia Cns - si chiede ai sudanesi “pazienza, comprensione e cautela” in una fase di “cambiamenti drammatici”, che segue di appena sei anni la fine del sanguinoso conflitto civile tra Nord e Sud. I vescovi evidenziano che il referendum ha dato finalmente ai sud-sudanesi l’opportunità di “decidere il loro futuro politico”. Dall’assemblea è emersa la consapevolezza che i “grandi cambiamenti” richiedono un cammino difficile, come confermano i “problemi” ancora irrisolti delle regioni di Abyei, dei Monti Nuba e del Blue Nile, ma anche dei diritti di cittadinanza, dei confini e della spartizione del petrolio. Al di là delle questioni specifiche, però, nel messaggio è centrale l’appello a respingere ogni violenza: “Invitiamo tutti i cittadini sudanesi a rifuggire dalle divisioni, dall’incitamento alla violenza, dalle parole di odio, dalle insinuazioni e accuse e a risolvere le dispute attraverso il dialogo in uno spirito di unità”. “Indipendentemente dai confini geografici, dalle etnie, dalle fedi, dalle culture o dalle affiliazioni politiche – sottolineano i vescovi – siamo tutti figli di Dio: il rispetto delle diversità è fondamentale”. Intanto, il sud Sudan si trova già a fronteggiare un massiccio rientro di sudanesi dalle regioni settentrionali: secondo stime dell’Organizzazione Mondiale delle Migrazioni, in agosto il fenomeno interesserà oltre 750mila persone. “L’esodo, causato dal panico, ha svuotato il nord di cristiani” ha spiegato in una nota di “Aiuto alla Chiesa che Soffre” (ACS) inviata all’Agenzia Fides, mons. Cesare Mazzolari, vescovo di Rumbek. A seguito della consultazione elettorale, infatti, è diffusa l’idea che il presidente Omar al-Bashir – incriminato dal Tribunale dell’Aia per crimini contro l’umanità relativi al genocidio in Darfur – attui una ancor più radicale islamizzazione. Quando il nord, in prevalenza arabo e musulmano, si sarà separato dal sud dove vive la maggior parte dei non islamici – per lo più cristiani e animisti – è facile prevedere che Khartoum adotterà una linea molto dura nei confronti delle minoranze. “Verrà comunque usato un metro ragionevole nell’imporre la legge islamica – ha però rassicurato mons. Mazzolari – E non potrebbe essere altrimenti, ora che la comunità internazionale è in grande allerta”. Da segnalare che il neo-Stato è chiamato ad affrontare – oltre all’immenso flusso di arrivi – anche il crescente numero di episodi violenti. È dello scorso 17 gennaio la notizia della morte di suor Angelina, religiosa di 37 anni della diocesi di Tombura-Yambio, uccisa da militanti del Lord’s Resistance Army (LRA) mentre portava aiuti sanitari ai rifugiati della regione. Fatti cruenti si sono verificati soprattutto negli Stati di Bar el Ghazal, Unità e Alto Nilo; in Malakal, dove il presule è stato parroco negli anni ‘90, più di 40 persone hanno perso la vita durante un attacco.

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    Filippine. Chiesta mediazione della Chiesa nei negoziati tra governo e ribelli comunisti

    ◊   I mediatori dei negoziati in corso a Oslo tra Governo filippino e ribelli comunisti del Fronte Democratico Nazionale (NDF) hanno chiesto alla Chiesa di sostenere il processo di pace avviato lo scorso febbraio dopo più di quattro decenni di conflitto.”La Chiesa può spronare le due parti a continuare e a portare a termine le trattative”, ha dichiarato Jurgette Honculada, membro della delegazione governativa. Secondo l’esponente del governo, la Chiesa potrebbe dare un “valido contributo”, al processo di pacificazione promuovendo incontri e consultazioni sul terreno su temi come i bambini-soldato, le mine anti-uomo gli sfollati e l’uccisione degli indigeni e inserendo il tema della pace nei corsi di formazione e aggiornamento per sacerdoti. Nei giorni scorsi , riferisce l’agenzia Ucan, anche il vice-presidente della delegazione della NDF Fidel Agcaoili aveva sottolineato il ruolo di garanzia della Chiesa nei negoziati, auspicando una sua presenza attiva per favorirne l’esito positivo. La guerriglia tra esercito filippino e i ribelli comunisti dura dal 1968. Essa ha provocato migliaia di morti e distrutto l’economia nelle aree rurali delle regioni centrali del Paese. I villaggi controllati dai ribelli sono più di un migliaio e sono concentrati soprattutto nelle province di Marinduque, Bohol, Romblon, Lyte e Misamis, tutte situate nell’arcipelago di Visayas (Filippine centrali). I colloqui fra governo e ribelli sono avvenuti a fasi alterne. L’ultima trattativa si era arenata nel 2005. (L.Z.)

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    In Giappone si celebra la festa buddista del Vesakh. Gli auguri del cardinale Tauran

    ◊   Si celebra oggi in Giappone, per i buddhisti della tradizione “mahayana”, l’annuale festa del Vesakh/Hanamatsuri, che in Corea, Cina, Taiwan e Vietnam viene osservata il 10 maggio dai fedeli della medesima tradizione; per i seguaci della scuola “theravada” di Thailandia, Sri Lanka, Cambogia e Birmania la festa verrà celebrata il 17 maggio. La celebrazione ricorda la nascita, il risveglio e il trapasso di Buddha. In occasione della ricorrenza il Pontificio Consiglio per il Dialogo interreligioso ha rivolto alle comunità buddhiste del mondo il consueto Messaggio, quest’anno dal titolo “Cercando la verità in libertà: Cristiani e Buddhisti vivono in pace”. “Nel mondo d’oggi, segnato da forme di secolarismo e fondamentalismo che sono spesso nemiche della vera libertà e dei valori spirituali, il dialogo interreligioso – si legge nel Messaggio – può essere la scelta alternativa con la quale troviamo la ‘via d’oro’ per vivere in pace e lavorare insieme per il bene comune”. Il dialogo, si afferma, “è anche un potente stimolo a rispettare i fondamentali diritti umani della libertà di coscienza e della libertà di culto. Quando la libertà religiosa è effettivamente riconosciuta, la dignità della persona umana è rispettata nella sua radice”. Il Messaggio, firmato dal cardinale Jean-Louis Tauran e dall’arcivescovo Pierluigi Celata, presidente e segretario del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso, si sofferma sul rapporto fra pace, verità e libertà. “Condizione necessaria per perseguire una pace autentica – si legge – è l’impegno a cercare la verità”. Questa naturale “tensione umana verso la verità – asserisce il dicastero vaticano – offre ai seguaci delle diverse religioni una felice opportunità di incontro in profondità e di crescita nel reciproco apprezzamento per i doni di ciascuno”. E le ricadute sociali sono altrettanto importanti, perché la “sincera ricerca” di ciò che è vero e buono rafforza la coscienza morale e le istituzioni civili, mentre “la giustizia e la pace sono fermamente stabilite”. Il Messaggio si conclude con l’augurio che la celebrazione del Vesakh sia “fonte di arricchimento spirituale” e “occasione per dare nuovo slancio alla ricerca della verità”, al fine di “mostrare compassione verso tutti coloro che soffrono” e l’impegno a “vivere insieme in armonia”.

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    Stati Uniti: la Chiesa cattolica sostiene una legge per scoraggiare l’aborto

    ◊   I leader della Chiesa cattolica dell’Illinois hanno riunito un gruppo di esperti dello Stato per ottenere l’approvazione di una legge che obbligherebbe i medici a sottoporre le donne che sono in procinto di abortire ad una ecografia con gli ultrasuoni. L’iniziativa HB 786 per scoraggiare gli aborti – riferisce Fides - è la conseguenza di alcune proposte avanzate dai legislatori repubblicani e dai gruppi antiabortisti. Recentemente l’arcivescovo di Chicago, il cardinale Francis George, si è incontrato con il governatore dell’Illinois, Pat Quinn, e con i leader del congresso locale che già avevano approvato la proposta. La Chiesa cattolica punta sul fatto che oltre l’80% delle donne che vedono i propri figli attraverso l’ecografia decidono di non abortire. La legge prevede che in qualsiasi centro vengano effettuati gli aborti, i medici siano tenuti a fare questo tipo di ecografia alle donne che cercano di interrompere la gravidanza dopo sei settimane di gestazione. “La donna deve avere l’opportunità di fare e vedere una ecografia con ultrasuoni del bambino almeno un’ora prima della somministrazione di qualsiasi anestetico o medicamento in preparazione all’aborto”. L’iniziativa, che nel caso di approvazione entrerà in vigore immediatamente, dispone che il Dipartimento della Salute Pubblica presenti dei rapporti a ciascun centro che somministra questo tipo di ecografia e che solo nei casi di emergenza medica non verrà effettuata. Si tratta di una nuova azione della Chiesa cattolica nell’ambito della sua “agenda legislativa”, in cui si inserisce anche il recente appoggio alla legge per l’abolizione della pena di morte in Illinois.

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    I vescovi Usa chiedono un voto bipartisan a favore della legge sul rispetto dei diritti di coscienza

    ◊   Il presidente della Commissione per le attività pro-vita della Conferenza episcopale degli Stati Uniti (Usccb), il cardinale Daniel DiNardo, ha invitato ad approvare con un voto bipartisan la “Respect for Rights of Conscience Act 2011” (HR 1179), la proposta di legge presentata da due rappresentanti, uno democratico e uno repubblicano, sul rispetto dei diritti di coscienza. Il provvedimento, si legge in una lettera indirizzata ai membri della Camera dei Rappresentanti, “aiuterà ad assicurare che la riforma sanitaria non venga manipolata contro la libertà religiosa e i diritti di coscienza”. “Finora - ricorda la missiva - la legge federale non ha mai impedito agli operatori e ai fruitori dell’assistenza sanitaria di concordare un piano sanitario conforme alle proprie convinzioni religiose”. E tuttavia “questo potrebbe cambiare con l’entrata in vigore della riforma sanitaria nella sua attuale formulazione”. La “Patient Protection and Affordable Care Act” (PPACA), approvata l’anno scorso, stabilisce infatti una nuova lista di “servizi sanitari essenziali” garantiti in tutti gli Stati Uniti, ai quali aggiunge servizi di prevenzione inclusi alcuni specifici per le donne. Ora, tra queste rischia di essere compresa la prescrizione di farmaci contraccettivi, abortivi e per la procreazione assistita. In questo senso, del resto, premono la Planned Parenthood e altri gruppi favorevoli all’aborto e che promuovono i mezzi artificiali di controllo delle nascite. La PPACA - afferma il cardinale DiNardo - paradossalmente non tutela le numerose organizzazioni religiose impegnate nel campo sanitario per le quali alcune procedure sono incompatibili con i propri precetti morali. Di qui l’appello a votare a favore della Respect for Rights of Conscience Act of 2011, “un piccolo, ma ben congegnato provvedimento che servirà solo ad evitare abusi” contro la libertà dei cittadini americani. Le questioni del finanziamento pubblico dell’aborto e della libertà di coscienza sono stati i punti sui quali più forti sono state le obiezioni dei vescovi americani durante il lungo dibattito per l’approvazione della riforma sanitaria voluta dal Presidente Obama. Un altro punto controverso della Patient Protection and Affordable Care Act per l’Episcopato è l’esclusione dalla copertura sanitaria di buona parte degli immigrati. (A cura di Lisa Zengarini)

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    Accordo internazionale per la lotta contro il narcotraffico

    ◊   I rappresentanti di oltre un centinaio di Paesi si sono accordati per la creazione di un fronte comune contro il crimine organizzato, con gruppi operativi regionali incaricati di coordinare l’offensiva contro il narcotraffico. “Per poter avere successo dobbiamo restare uniti con fiducia e impegno” ha detto Marie Leonhart, amministratrice dell’agenzia anti-droga statunitense (Dea) nell’ultimo giorno di lavori della Conferenza internazionale per il controllo delle droghe, ospitata a Cancún in Messico. Come riferisce l’agenzia Misna, per rendere più efficace la cooperazione, saranno creati fronti regionali: in America Latina, Guatemala, Salvador, Honduras, Nicaragua e Costa Rica uniranno gli sforzi con la collaborazione di Stati Uniti, Messico e Colombia, per frenare l’espansione dei cartelli della droga. Un altro fronte sarà composto da 75 paesi di Africa e Europa, alle prese con le nuove rotte del narcotraffico; anche l’Asia farà la sua parte, concentrandosi in particolare sulla rotta Afghanistan-Europa. Nella dichiarazione finale della Conferenza è inclusa la proposta di intraprendere attività coordinate “contro la delinquenza transnazionale, approfittando dell’interscambio di informazioni in tempo reale” anche per la lotta al contrabbando di armi, al riciclaggio di denaro sporco e al finanziamento dei gruppi terroristici.

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    Argentina: chiesto rinvio a giudizio di Videla per l'omicidio di mons. Angelelli

    ◊   Il giudice della provincia argentina di La Rioja, Daniel Herrera, ha chiesto il rinvio a giudizio dell’ex dittatore Jorge Videla per la morte di mons. Enrique Angelelli, vescovo di La Rioja durante il regime militare (1976-1983). Come riferisce l'agenzia Misna, mons. Angelelli è morto il 4 agosto 1976 in circostanze poco chiare mentre rientrava nella diocesi a bordo della sua automobile dopo aver celebrato una Messa a suffragio di alcuni sacerdoti uccisi. In base alla ricostruzione del regime, il presule perse il controllo della sua vettura e rimase vittima di un incidente stradale. Secondo gli inquirenti, che nel 1983 riaprirono il caso, il vescovo “fu vittima di un omicidio freddamente premeditato”. Nel 2006, l’allora presidente della Repubblica argentina Nestor Kirchner firmò un decreto che dichiarava il 4 agosto, anniversario della morte di mons. Angelelli, giornata di lutto nazionale.

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    Rischio povertà per un quarto delle famiglie italiane con figli

    ◊   “Il 23% delle famiglie italiane con figli è a rischio povertà, una percentuale che sale al 41% per quelle con più di tre figli”. Lo ha ricordato, citando dati di Eurostat, Luigi Campiglio, docente di economica all’Università Cattolica, intervenendo nella sede milanese dell’Ateneo, al convegno “La ricchezza delle famiglie... in tempo di crisi”. “Ad essere colpite maggiormente – spiega l’economista al Sir – sono state le famiglie giovani, sotto i quarant’anni, appartenenti al ceto medio e con due o più figli”. Dal 1950 al 2008 il numero di componenti medi del nucleo familiare in Italia è passato da 4 a 2,4. “Ci troviamo di fronte ad un declino demografico, economico e sociale del Paese – continua il prof. Campiglio – per cui è necessario un cambio di prospettiva”. “Bisogna mettere le famiglie, in particolare quelle giovani, nelle condizioni di rispettare i tempi della vita sposandosi in giovane età”. “I figli – spiega il prof. Campiglio - rappresentano il bene comune per il futuro dell’intera società, nonostante i costi ricadono solo sulle famiglie e non facciano parte di una condivisione sociale”. L’Italia – prosegue - è uno dei Paesi europei che investe meno sulle famiglie. La Francia destina alla famiglia il 3,8% del Pil, rispetto all’1,4% dell’Italia”. “Per adeguarci – spiega Campiglio – sarebbe necessario spostare circa 2,5 punti del Pil, cioè almeno 30 miliardi di euro. “L’unico modo per reperire risorse – sottolinea l’economista – è quello di favorire la crescita e lo sviluppo economico del Paese. Questo deve però avvenire con politiche di lungo periodo che non guardino a risultati immediati ma allo sviluppo futuro”. Potrebbero avere risultati positivi anche interventi relativamente poco costosi come quelli sulle famiglie numerose. “In Italia – conclude Campiglio – le famiglie con tre o più figli sono relativamente poche. Questo significa che promuovere incentivi verso queste famiglie avrebbe costi marginali per l’economica, ma dall’altra parte rappresenterebbe un segnale importante per la società”. (A.L.)

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    Assisi. Dopo i lavori di restauro riapre al culto la Tomba di San Francesco

    ◊   Domani ad Assisi riapre al culto la Tomba di San Francesco, dopo i lavori di restauro che hanno riguardato in particolare la ripulitura delle pietre. Ad annunciarlo è la comunità religiosa del Sacro Convento. La Tomba di San Francesco, che nella piccola cripta posta sotto l'altare centrale della Basilica Inferiore custodisce le spoglie del Santo, era stata chiusa lo scorso 25 febbraio. La riapertura della cripta avverrà alla presenza del ministro per i Beni e le Attività culturali, Giancarlo Galan. Mentre domani mattina alle 11 verranno illustrati i lavori di restauro. Alle 19 poi, il presidente della Conferenza episcopale italiana, cardinale Angelo Bagnasco, presiederà la celebrazione religiosa del vespro e visiterà la Tomba del 'poverello di Assisi', meta ogni anno di migliaia di pellegrini. Il corpo del Poverello fu nascosto, integro, nel rozzo sarcofago di sasso contenuto nel pilastro eretto al centro del vano a crociera, nel 1230 da frate Elia, che lo rese così inaccessibile a qualunque possibile violazione. Nel 1818, dopo 52 notti di lavoro, i frati del Sacro Convento, autorizzati da Pio VII, lo riesumarono e lo racchiusero in un'urna di bronzo sigillata della Santa Sede; nel 1820 fu aperta la vasta cripta, scavata nella viva pietra. La cripta venne realizzata in stile neoclassico, su progetto dell'architetto romano Pasquale Belli. Ma lo stile contrastava troppo con il resto della Basilica e quindi, tra il 1925 e il 1932, la cripta fu radicalmente modificata su progetto dell'architetto Ugo Tarchi, secondo lo stile neo-romanico. Sopra l'altare, protetto da una grata, è situato il sarcofago in pietra nel quale fu riposta, fin dall'inizio, la salma di Francesco. Intorno sono stati tumulati i resti di quattro suoi compagni: Rufino, Angelo, Masseo e Leone, mentre nel punto di congiunzione delle due scale che conducono alla cripta si trovano i resti della nobildonna romana Jacopa dè Sottesoli, devota benefattrice del Santo, il quale era solito chiamarla Frate Jacopa. Illumina la Tomba del Poverello d'Assisi una lampada votiva, sempre progettata da Ugo Tarchi, che viene alimentata con l'olio offerto ogni anno, a rotazione, dalle Regioni italiane, in occasione del 4 Ottobre, festa di San Francesco patrono d'Italia e Giornata nazionale della pace, della fraternità e del dialogo.

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    Diocesi di Roma: da domenica la Settimana della carità

    ◊   “Riscoprire attraverso i poveri la valenza testimoniale del sacramento del Battesimo”. Così mons. Enrico Feroci, direttore della Caritas di Roma, ha spiegato il significato della Settimana della carità che la diocesi propone a partire dall’ultima domenica di Quaresima, il 10 aprile. “Questo – aggiunge mons. Feroci - è un tempo di riflessione, meditazione e preghiera, durante il quale la liturgia aiuta a prepararci alla Pasqua e alla rinnovazione delle scelte battesimali”. Per questo, la Caritas ha proposto un cammino pastorale di condivisione “affinché nel povero, icona di Cristo, confermiamo la nostra fede”. Un percorso, quello indicato dall’ufficio per la pastorale della carità nel sussidio pensato per l’animazione delle celebrazioni che, nelle cinque domeniche del tempo liturgico, ha offerto spunti di riflessione e preghiera. Tale percorso si concluderà con la “Giornata della Carità” nell’ultima domenica. In questa occasione le comunità parrocchiali sono invitate a promuovere iniziative di prossimità verso chi soffre con momenti di animazione e con la colletta specifica per i poveri assistiti nei 36 centri diocesani. In molte parrocchie, i volontari Caritas e alcuni degli ospiti porteranno una testimonianza durante le Messe. A partire dalla domenica, e per tutta la settimana, verranno organizzate numerose iniziative di sensibilizzazione e celebrazioni liturgiche. Il 14 aprile – ricorda la rivista diocesana RomaSette - si terrà la Via Crucis insieme ai detenuti del carcere di Rebibbia. Un tradizionale appuntamento in cui le comunità parrocchiali incontrano e pregano insieme al mondo carcerario in una celebrazione, presieduta da monsignor Guerino Di Tora, vescovo ausiliare per il settore nord, organizzata dai Volontari in Carcere della Caritas e dagli stessi detenuti. Il 15 aprile, nell’ambito delle iniziative della settimana della Carità, due celebrazioni organizzate dalle comunità parrocchiali: alle ore 19 si svolgerà una Via Crucis all’interno del parco di Villa Glori organizzata dalle Case famiglia in collaborazione con le parrocchie della VI Prefettura. Tra le novità proposte dalla Caritas anche il documentario “La voce di chi non ha voce”, film con le testimonianze di alcuni ospiti dei centri di accoglienza diocesani, uno strumento per l’animazione delle comunità. “Un dvd - spiega monsignor Feroci - per far conoscere alcune esperienze e dare visibilità ai luoghi della solidarietà, perché le nostre comunità possano camminare per la strada dell’accoglienza e recepire il valore, che porta all’incontro con il Cristo, del rispetto della dignità di ogni uomo”. (A.L.)

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    Convegno a Roma sui 150 anni di scuola italiana

    ◊   “Far rivivere nella memoria e nella coscienza di tutti, le ragioni di quell’unità e indivisibilità fonte di coesione sociale. Una storia alla quale, come italiani, sentiamo di appartenere e, come gente di scuola, abbiamo la consapevolezza di aver contribuito a costruire”. Con queste parole l’Associazione Italiana Maestri Cattolici (Aimc) presenta il convegno su “150 anni di scuola italiana per l’unità”, che si tiene a Roma (ore 16, Hotel Holiday Inn, Via Aurelia a partire da oggi e fino al 10 aprile, in occasione delle celebrazioni per il 150.mo anniversario dell’Unità d’Italia. “Una storia – afferma Giuseppe Desideri, presidente nazionale dell’Associazione – su cui si collocano le esperienze associative dell’Aimc, diventando un ‘pezzo’ della storia del Paese, della costruzione della democrazia così faticosa e complessa da mantenere e rispetto alla quale la scuola molto ha fatto e molto ha ancora da dire e da dare”. “La scuola, soprattutto negli ultimi tempi, è diventata campo di sfide e di contrasto: il messaggio che vorremmo uscisse da questo Convegno è che, proprio per la sua essenza e importanza, la scuola unisce”. Tra i relatori - ricorda il Sir - interverrà anche il presidente emerito della Repubblica italiana Oscar Luigi Scalfaro, i ministri della Pubblica Istruzione e i pedagogisti degli ultimi decenni. La giornata conclusiva sarà aperta dalla Messa, presieduta da mons. Mariano Crociata, segretario generale della Conferenza episcopale italiana. (A.L.)

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    Al Regina Apostolorum primo Forum Multimediale sui giovani e la comunicazione nell’era digitale

    ◊   Il prossimo 14 aprile a Roma, dalle 9.00 alle 18.30, nell’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum (via degli Aldobrandeschi 190) si terrà il Forum “Youth Communication in Social Media Age”, organizzato dall’Istituto di Studi Superiori sulla Donna dello stesso ateneo in collaborazione con l’Università Europea di Roma e con il patrocinio del Pontificio Consiglio della Cultura. Il Forum “Youth Communication in Social Media Age” con il supporto di Google e Populis, intende rivolgere l’attenzione ad un aspetto essenziale della cultura contemporanea: la comunicazione giovanile nell’era digitale. Il Forum intende essere una risposta alle parole del Papa rivolte ai partecipanti all’assemblea plenaria del Pontificio Consiglio della Cultura: “In un mondo che fa della comunicazione la strategia vincente, la Chiesa, depositaria della missione di comunicare a tutte le genti il Vangelo di salvezza, non rimane indifferente ed estranea; cerca, al contrario, di avvalersi con rinnovato impegno creativo, ma anche con senso critico e attento discernimento, dei nuovi linguaggi e delle nuove modalità comunicative” (13 novembre 2010). Il Forum avrà la forma di un vero e proprio scambio interattivo tra parola e contenuti multimediali e inviterà tra i suoi relatori i protagonisti delle grandi piattaforme digitali e dei contenuti televisivi, insieme ai giovani stessi. Il Forum sarà aperto dall’ambasciatore d’Egitto presso la Santa Sede, Lamia Aly Mekhemar, che darà una testimonianza di come i giovani egiziani abbiano usato i social network per gridare al mondo la loro voglia di futuro e libertà. Seguiranno un’analisi da un punto di vista psicologico tenuta dallo psichiatra Alessandro Meluzzi sulla cultura del narcisismo, della spettacolarizzazione del sé in Tv e online e l’intervento di Marisa Casciola, regista del Grande Fratello, format globale che ha iniziato in Tv la cultura del reality. Giorgio Gori, presidente di Magnolia, parlerà di come l’industria televisiva dell’intrattenimento si adeguerà alle esigenze dei telespettatori. Tra i giovani prenderanno la parola Alessandro Selvitella, conduttore di Radio Luiss, per illustrare il linguaggio giovanile della radio e i giovani giornalisti di Europocket, prima Tv europea under 30. Concluderà la prima sessione il vescovo Domenico Sigalini che parlerà del sentimento dello stupore. La seconda sessione sarà sul tema di Internet. Ne parleranno Manuel Echánove, direttore generale di Telefonica Latino America assieme a Xavier Briguez dell’Università di Navarra. Presenteranno uno studio sulla generazione 2.0. Prenderà poi la parola Carlo d’Asaro Biondo, presidente di Google Europa, Africa e Medio Oriente, per parlare del grande cambiamento culturale e delle opportunità economiche del più famoso motore di ricerca del mondo. Seguiranno le relazioni di Pierluigi Dal Pino, direttore centrale Relazioni Istituzionali e Industriali di Microsoft Italia, e di Luca Ascani, presidente e co-fondatore di Populis, realtà globali e esempi di opportunità per fare impresa per i giovani. Non mancherà uno sguardo sul futuro con Future Route, prima piattaforma governativa creata per operare un radicale cambiamento del settore bancario e finanziario inglese e americano attraverso l’uso dell'Intelligenza Artificiale. Anche il campo neuroscientifico sarà interpellato, con la neuroscienziata Adriana Gini che analizzerà le interazioni tra mente e macchina. A conclusione dei lavori le linee guida date dalla Comunità Europea attraverso la Commissione Digital Agenda e l’intervento di mons. Paul Tighe del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali, per sottolineare che questi strumenti potenti hanno bisogno di persone formate e informate per continuare a garantire sempre l’autenticità della persona e del messaggio.

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    Nuovo sito per i Segretariati internazionali delle Pontificie Opere Missionarie

    ◊   È on line il nuovo sito dei Segretariati internazionali delle Pontificie Opere Missionarie, che illustra origine, scopo, organizzazione e spiritualità delle quattro Opere (Propagazione della Fede, San Pietro apostolo, Infanzia Missionaria, Unione Missionaria). Tra le pagine del sito, ancora in fase di completamento – spiega Fides - una sezione è dedicata agli eventi annuali come la Giornata Missionaria, la Giornata dell’Infanzia Missionaria, la Giornata per i Missionari uccisi… Nella sezione “Papi e Missione” si possono trovare per ogni Pontefice, da Pio XI a Benedetto XVI, encicliche missionarie, esortazioni apostoliche, Messaggi per la Giornata Missionaria Mondiale, discorsi all’Assemblea generale annuale delle Pontificie Opere Missionarie. Le lettere scritte ai missionari dal Beato Paolo Manna, fondatore della Pontificia Unione Missionaria, si trovano nella sezione degli Archivi, dove è possibile reperire la documentazione di maggiore importan za relativa alle quattro Opere, all’Amministrazione, alla Domus Missionalis e alle Direzioni nazionali. Completa questa sezione la galleria audio, video e fotografica. Oltre ai contatti con i Segretariati internazionali, il sito propone anche i link ai siti delle Direzionali nazionali delle Pontificie Opere Missionarie sparse nel mondo. Di particolare importanza l’Area riservata ai Direttori nazionali, dove potranno trovare i documenti relativi alla modulistica, alle richieste di sussidio e alle altre attività inerenti l’animazione missionaria locale, che consentiranno quindi una maggiore celerità nella corrispondenza con i Segretariati generali di Roma.

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    Unitalsi: giovani a Cracovia sulle orme di Giovanni Paolo II

    ◊   Si è aperta oggi a Cracovia la quinta edizione del pellegrinaggio “Giovani in Cammino”, organizzato dall’Unitalsi. 1000 giovani, tra loro anche 100 disabili, ripercorreranno le orme di Papa Wojtyla, a meno di un mese dalla sua beatificazione. Ad accoglierli, quello che fu il suo segretario personale, l’arcivescovo di Cracovia, cardinale Stanislaw Dziwisz. I giovani pellegrini visiteranno oggi Wadowice, paese natale di Giovanni Paolo II e si fermeranno a Czestochowa per pregare nel santuario della Madonna con il Bambino. Domani il programma prevede la visita al santuario della Divina Misericordia, dove sono conservate le reliquie di suor Faustina Kowalska, la Via Crucis e l’incontro con il cardinale Dziwisz. Domenica – riferisce il Sir - il pellegrinaggio polacco toccherà anche il campo di sterminio di Auschwitz-Birkenau, segno della follia e della cattiveria umana. Parteciperà al pellegrinaggio anche il sindaco di Roma, Gianni Alemanno. Il pellegrinaggio sarà guidato da mons. Luigi Marrucci vescovo di Civitavecchia e da Elena Spadaro, responsabile giovani Unitalsi. (A.L.)

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    24 Ore nel Mondo



    Giappone: almeno quattro morti per una nuova scossa sismica

    ◊   La terra è tornata a tremare ieri nel nordest del Giappone con una potente scossa di magnitudo 7.4 sulla scala Richter, seguita da un allarme tsunami. Sono almeno quattro le persone morte a causa del nuovo sisma. E ai timori per possibili, ulteriori danni alla centrale nucleare di Fukushima, si sono aggiunti quelli per la fuoriuscita di acqua radioattiva da un altro impianto. In Europa, intanto, monta il dibattito sul nucleare: i gruppi politici al Parlamento di Strasburgo si sono divisi sul tema della sicurezza nelle centrali del vecchio Continente. Il servizio di Gabriella Ceraso:

    Da subito i principali timori si sono concentrati sulla possibile rottura del precario equilibrio faticosamente raggiunto alla centrale di Fukushima n.1, dove gli sforzi sulla messa in sicurezza dei reattori vanno avanti tra numerosi ostacoli. Una perdita di acqua radioattiva si è verificata tuttavia nella centrale di Onagawa, anche se le autorità non hanno segnalato cambi nei livelli di radioattività. L’emergenza nucleare giapponese intanto è arrivata in Europa, suscitando un vivace dibattito nell’ambito del parlamento di Strasburgo, dove la spaccatura tra il fronte dei favorevoli al nucleare ed i contrari si è acuita coinvolgendo gli stessi gruppi parlamentari, che sulla questione sono apparsi estremamente frammentati. L’argomento al centro del dibattito di ieri riguardava i controlli di sicurezza nelle 148 centrali già esistenti in Europa e una moratoria sul rilancio del nucleare. Il disaccordo sulla durata delle moratoria, che in base agli emendamenti votati sarebbe risultata a tempo indeterminato, ha portato infine alla bocciatura dell’intero testo della risoluzione, con 300 voti contro, 264 a favore e 61 astensioni.

    Nuovo raid israeliano nella Striscia di Gaza
    Almeno tre miliziani delle Brigate "Izzeddine al-Qassam", braccio armato di Hamas, sono rimasti uccisi vicino a Khan Younis, nel settore meridionale della Striscia di Gaza, in seguito a una nuova incursione aerea israeliana. Secondo diverse fonti, i raid compiuti dallo Stato ebraico a Gaza hanno causato finora almeno otto morti ed oltre 40 feriti. Gli attacchi sono stati sferrati dopo il lancio ieri, da parte di miliziani di Hamas, di un missile che ha provocato il ferimento di due persone. L'alto rappresentante per la Politica estera e di sicurezza comune dell’Unione Europea, Catherine Ashton, si è detta “profondamente preoccupata per l’escalation della violenza”. Ha anche esortato Israele a “mostrare moderazione” nella risposta contro gli attacchi dei militanti palestinesi.

    Sventato attacco suicida in Giordania
    Le forze dell’ordine hanno sventato un attacco suicida contro la sede del Fronte di Azione Islamica (Fai), braccio politico dei Fratelli Musulmani giordani. Lo riferiscono fonti locali, secondo le quali la polizia ha arrestato un uomo con indosso una cintura esplosiva che aveva minacciato di farsi esplodere all’interno dell’edificio. Nessuno è rimasto ferito e l’attentatore è stato consegnato alla giustizia.

    Vittime nelle proteste in Siria e Yemen
    Nello Yemen, continuano le manifestazioni di protesta per chiedere le dimissioni del presidente, Ali Abdullah Saleh, che ha respinto l’offerta di mediazione dei Paesi del Consiglio di Cooperazione del Golfo. La proposta prevedeva la consegna del potere ad un Consiglio tribale provvisorio, che successivamente avrebbe dovuto nominare un governo di unità nazionale prima delle elezioni. A Taiz, nel sud del Paese, la polizia ha sparato sui manifestanti uccidendone almeno due. Intanto, in Siria, altro Stato scosso recentemente da proteste antigovernative, il presidente Bashar al Assad ha concesso la naturalizzazione a circa 300 mila curdi che popolano il nordest, chiudendo un contenzioso che durava da oltre 50 anni. L’opposizione ha indetto una nuova giornata di mobilitazione in coincidenza con il venerdì di preghiera. A Deraa, le forze dell'ordine hanno sparato sui dimostranti: almeno sette i morti.

    Bahrein, torna in edicola quotidiano dell’opposizione
    E’ tornato in edicola ‘Al Wasat’, il maggiore quotidiano dell’opposizione in Bahrein, sospeso per aver pubblicato – secondo le autorità – notizie “false” basate su fatti “mai accaduti”. Il nuovo direttore, Obaidli Al Obaidli, sostituirà Mansur Al Jambri, che era alla guida del quotidiano dalla sua fondazione nel 2003. Durante gli scontri di metà marzo, le tipografie di Al Wasat erano state danneggiate da uomini armati che ne avevano bloccato la stampa.

    I Paesi del Golfo denunciano ingerenze iraniane
    Gli Stati membri del Consiglio di cooperazione per gli astati arabi del Golfo – Arabia Saudita, Bahrein, Emirati Arabi, Kuwait, Oman e Qatar – hanno denunciato “le ingerenze flagranti” dell’Iran per destabilizzare la regione, “seminando tensione tra i cittadini di confessioni diverse”. In particolare, i Paesi del Consiglio di cooperazione del Golfo accusano Teheran di dirigere una rete di spionaggio in Kuwait e di aver alimentato le proteste in Bahrain, da parte di cittadini sciiti, contro la dinastia regnante sunnita degli Al Khalifa.

    Egitto, Mubarak sarà interrogato dalla procura
    La procura generale interrogherà nei prossimi giorni il deposto presidente egiziano, Hosni Mubarak, ed i suoi familiari nell’ambito dell’inchiesta sulle ricchezze accumulate dalla famiglia nei trent’anni in cui è stato al potere. I magistrati hanno deciso di tenere gli interrogatori nel palazzo presidenziale di Sharm el-Sheikh, accanto alla residenza dove vive attualmente l’ex raìs.

    Afghanistan, vittime civili per un ordigno rudimentale sulla strada
    Cinque civili afghani sono morti nella provincia meridionale di Ghazni. L'auto su cui viaggiavano è saltata su un ordigno rudimentale, collocato al lato della strada. L'episodio è avvenuto ieri sera nel villaggio di Zargar. Almeno sette uomini, fra cui sei membri delle Forze di sicurezza afghane e un civile, sono morti oggi a causa di un attacco kamikaze in un Centro di addestramento della polizia a Kandahar, nell'Afghanistan meridionale.

    Iraq, incontro tra Gates e Barzani
    Il segretario alla Difesa americano, Robert Gates, è arrivato oggi ad Erbil, nel nord dell’Iraq, per incontrare il presidente della regione autonoma del Kurdistan, Massud Barzani. Gates ieri ha espresso apprezzamento per i progressi "straordinari" raggiunti in Iraq. Nel Paese, intanto, prosegue l’addestramento offerto dai Carabinieri italiani, guidati dal maggiore Claudio Angelilli, alle reclute dell’esercito iracheno. L’obiettivo è di proteggere i pozzi di petrolio, bersaglio di attacchi e attentati. Nei mesi scorsi, sono stati piazzati diversi ordigni in una raffineria e alcune esplosioni hanno danneggiato l’oleodotto tra Iraq e Turchia. Oggi, l’Iraq produce 2,2 milioni di barili di greggio al giorno, e intende raddoppiare la produzione, oltre a costruire nuove infrastrutture per esportare anche prodotti petroliferi raffinati.

    L’Irlanda si aspetta una riduzione del tasso dei finanziamenti
    L’Irlanda si aspetta che il Portogallo ottenga un accordo sul costo del sostegno finanziario internazionale simile a quello della Grecia. Il Portogallo ha deciso ieri di chiedere il sostegno finanziario internazionale e, se verrà trovata un’intesa per un tasso più vantaggioso, aumenteranno anche le probabilità che Dublino possa ottenere una riduzione del tasso sui finanziamenti. Lo scorso mese, la Grecia ha ottenuto un taglio del costo del finanziamento internazionale di un punto percentuale. La domanda di Dublino di ritoccare al ribasso il proprio tasso è stata invece bloccata dalle richieste di Francia e Germania di un riallineamento dell’aliquota fiscale di favore, che Dublino applica ai redditi d’impresa.

    Stati Uniti, ancora da trovare l’accordo per il bilancio 2011
    Ancora poche ore negli Stati Uniti per raggiungere l’accordo sul bilancio 2011. Democratici e repubblicani discuteranno per tutta la giornata, allo scopo di evitare un nulla di fatto che provocherebbe il blocco delle attività di numerose istituzioni legate al governo americano. Da Washington, Francesca Baronio:

    Oltre 800 mila impiegati pubblici senza stipendio, militari senza paga, parchi e zoo chiusi: se l’accordo tra Casa Bianca ed opposizione sull’approvazione del bilancio dell’anno in corso non dovesse arrivare entro la mezzanotte di oggi, il governo americano resterà senza fondi. La differenza è di circa 6 miliardi di dollari di tagli, che i repubblicani vorrebbero aggiungere ai 33 sui quali sembrava esserci un accordo. In realtà, al Congresso si sta consumando uno scontro profondo per la spesa pubblica dei prossimi anni. Da un lato, la proposta di Paul Ryan, giovane repubblicano a capo della Commissione Bilancio della Camera, che strizza l’occhio ai “tea party”, chiedendo forti tagli alla spesa pubblica. Dall’altro, la Casa Bianca che propone tagli, ma senza toccare la riforma della sanità per la quale Obama si è personalmente speso. I colloqui fra il presidente repubblicano della Camera, John Boehner, e quello democratico al Senato, Harry Reid, sono andati avanti fino a tarda notte e Obama è sembrato più ottimista. Restano ancora da sciogliere alcuni punti, come quello dalla riduzione sul fondo dell’aborto voluto dai repubblicani. La sensazione è che la campagna elettorale sia ormai iniziativa. Bisogna ora capire come il repubblicano Boehner deciderà di chiudere questa partita e quanto l’ala oltranzista dei “tea party” peserà sulla prossime elezioni del 2012.

    Kosovo, eletta presidente una donna di 36 anni
    Il parlamento del Kosovo ha eletto Atifete Jahjaga, una donna di 36 anni ex vice-capo della polizia, nuovo presidente del Kosovo. Sulla base di un accordo sottoscritto tra le principali forze politiche del Paese, Atifete Jahjaga rimarrà presidente per un anno, fino a quando il parlamento modificherà la Costituzione per consentire l’elezione diretta del capo di Stato kosovaro. La scorsa settimana, una sentenza della Corte costituzionale aveva invalidato la contestata elezione a presidente di Behgjet Pacolli, avvenuta il 22 febbraio.

    Kazakistan, cerimonia di insediamento per Nazarbaiev
    La cerimonia d’insediamento del presidente kazako, Nazarbaiev, svoltasi oggi, segna l’inizio di un nuovo mandato di cinque anni alla guida del Paese. E’ stato confermato presidente con oltre il 95% delle preferenze. Ma la maggioranza degli osservatori internazionali ha espresso dubbi sulla regolarità delle operazioni di voto. (A cura di Amedeo Lomonaco e Gabriele Papini)

    Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LV no. 98

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    E' possibile ricevere gratuitamente, via posta elettronica, l'edizione quotidiana del Bollettino del Radiogiornale. La richiesta può essere effettuata sulla home page del sito www.radiovaticana.va/italiano.

    Segreteria di redazione: Gloria Fontana, Mara Gentili, Anna Poce e Beatrice Filibeck, con la collaborazione di Vera Viselli e Miriam Ayele.