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Sommario del 19/09/2010

Il Papa e la Santa Sede

  • Benedetto XVI proclama Beato Newman: accogliere il suo appello per un laicato che sa cosa credere
  • Padre Lombardi: il Papa, messaggero di amicizia e di gioia
  • La visita privata nell’Oratorio di San Filippo Neri fondato dal cardinale Newman
  • Commovente incontro del Papa con le vittime degli abusi
  • Migliaia di giovani alla veglia di Hyde Park. Il Papa: abbiate la passione per la verità, diffondete la luce gentile della fede
  • Le voci dei giovani a Hyde Park: una festa di amore e speranza
  • L'incontro con gli anziani alla St. Peter’s Residence: "siete una benedizione per la società"
  • Mons. Summersgill: una visita storica
  • A Münster la Beatificazione del sacerdote tedesco Gerhard Hirschfelder, morto nel lager di Dachau
  • Oggi in Primo Piano

  • Il cardinale Vallini: occorre riannunciare il Vangelo a Roma
  • Si chiude a Perugia la Sagra Musicale Umbra dedicata a Pergolesi, Cherubini e Schumann
  • Chiesa e Società

  • Appello della Caritas: il summit Onu sullo sviluppo cerchi giustizia per i poveri
  • India: l’impegno della Chiesa per offrire istruzione e sviluppo ai dalit
  • A Napoli si è ripetuto l'evento della liquefazione del sangue di san Gennaro
  • Vietnam: catechismo per 80mila bambini e ragazzi a Ho Chi Minh City
  • Cina: il contributo indispensabile delle religiose alla vita della Chiesa
  • Hong Kong: l'annuncio della celebrazione diocesana della Giornata Missionaria
  • Siria: cresce l'abbandono scolastico dei profughi iracheni
  • Turchia: il mensile cattolico "Presence" ricorda mons. Luigi Padovese
  • Terra Santa: in primavera il pellegrinaggio delle reliquie di santa Teresa di Lisieux
  • “Testimoni di pace”: Rondine incontra due attivisti per l'ambiente e la pace
  • Medici con l’Africa Cuamm compie 60 anni
  • Polonia: da 10 anni i “Laboratori missionari” educano i giovani di Czestochowa alla missione
  • 24 Ore nel Mondo

  • Elezioni in Afghanistan. Violenze e irregolarità: sei bambini tra le vittime
  • Il Papa e la Santa Sede



    Benedetto XVI proclama Beato Newman: accogliere il suo appello per un laicato che sa cosa credere

    ◊   Benedetto XVI ha celebrato stamani la Messa di Beatificazione del cardinale John Henry Newman, momento culminante del viaggio apostolico nel Regno Unito. Davanti a decine di migliaia di fedeli, raccolti al Cofton Park di Birmingham, il Papa ha rinnovato l’appello del nuovo Beato per un laicato intelligente e non arrogante, che sappia ciò in cui crede. Da Benedetto XVI anche un elogio al coraggio del popolo britannico, nel 70.mo anniversario della “Battaglia d’Inghilterra” contro il regime nazista. All’Angelus, il Papa ha ricordato la particolare devozione del Beato Newman per Maria. Da Londra, il servizio di Alessandro Gisotti:

    (canto)

    Una giornata di festa, un momento di gioia corale al culmine di un viaggio memorabile: Benedetto XVI ha celebrato stamani al Cofton Park di Birmingham la Messa di Beatificazione di John Henry Newman, uno dei figli più illustri della nazione britannica:

    “We declare that the venerable Servant of God John Henry, cardinal Newman…”
    Davanti a 60 mila fedeli giunti dall’Inghilterra e dall’Irlanda, il Papa ha letto la dichiarazione di Beatificazione, annunciando che la festa del Beato John Henry Newman sarà celebrata il 9 ottobre. Quindi, è stato svelato il ritratto del nuovo Beato, accolto da uno scrosciante applauso dei fedeli:

    (Applausi)

    Nella sua omelia, Benedetto XVI ha sottolineato che in Newman possiamo riconoscere “la santità di un confessore” che ha dato “testimonianza eloquente” nel suo ministero sacerdotale attraverso la predicazione, gli insegnamenti e gli scritti. Nel nuovo Beato, ha detto, ritroviamo quella gentile tradizione britannica di “insegnamento, di profonda saggezza umana e di intenso amore per il Signore” che ha fatto emergere abbondanti doni di santità:

    “Cardinal Newman’s motto, Cor ad cor loquitur…”
    “Il motto del cardinale Newman, Cor ad cor loquitur, ‘il cuore parla al cuore’ – ha poi osservato – ci permette di penetrare nella sua comprensione della vita cristiana come chiamata alla santità, sperimentata come l’intenso desiderio del cuore umano di entrare in intima comunione con il Cuore di Dio”. Egli, ha soggiunto, ci rammenta che “la fedeltà alla preghiera ci trasforma gradualmente nell’immagine divina”.

    L’insegnamento di Newman, dunque, “spiega come il fedele cristiano si sia posto in maniera definitiva al servizio dell’unico vero Maestro”, che ha “assegnato un compito specifico a ciascuno di noi”. Benedetto XVI ha quindi rivolto l’attenzione alla grande opera intellettuale di Newman:

    “His insights into the relationship between faith and reason…”
    “Le sue intuizioni sulla relazione fra fede e ragione, sullo spazio vitale della religione rivelata nella società civilizzata”, ha spiegato, “non furono soltanto di importanza profonda per l’Inghilterra vittoriana, ma continuano ancora oggi ad ispirare e ad illuminare molti in tutto il mondo”.

    Il Papa ha così reso onore alla visione dell’educazione di Newman alla base delle scuole e degli istituti universitari cattolici di oggi:

    “Firmly opposed to any reductive or utilitarian approach…”
    “Fermamente contrario ad ogni approccio riduttivo o utilitaristico – ha rammentato –
    egli cercò di raggiungere un ambiente educativo nel quale la formazione intellettuale, la disciplina morale e l’impegno religioso procedessero assieme”. Ed ha richiamato il famoso appello del nuovo Beato per un laicato intelligente e ben istruito, “un laicato non arrogante, non precipitoso nei discorsi, non polemico”, che sa bene cosa credere e cosa non credere. Una visione, ha auspicato, che possa ispirare quanti oggi sono impegnati nel compito dell’insegnamento e della catechesi.

    Il Santo Padre non ha poi mancato di soffermarsi sulla dimensione pastorale della vita e dell’opera di Newman, ricordandone in particolare “il calore e l’umanità”:

    “He lived out that profoundly human vision of priestly…”
    “Egli - ha ricordato – visse quella visione profondamente umana del ministero sacerdotale” durante gli anni spesi nell’Oratorio da lui fondato a Birmingham, in particolare “visitando i malati ed i poveri” e “prendendosi cura di quanti erano in prigione”. Alla sua morte, ha detto, “molte migliaia di persone si posero in fila per le strade del luogo mentre il suo corpo veniva portato alla sepoltura a mezzo miglio da qui”. E’ bello allora, centoventi anni dopo, vedere “grandi folle” nuovamente riunirsi qui per il riconoscimento di santità di “questo amatissimo padre di anime”.

    Il Papa non ha poi mancato di ricordare che oggi nel Regno Unito si commemora il 70.mo anniversario della “Battaglia d’Inghilterra”:

    “For me as one who lived and suffered through the dark…”
    “Per me, che ho vissuto e sofferto lungo i tenebrosi giorni del regime nazista in Germania – ha confidato il Papa – è profondamente commovente essere qui con voi in tale occasione, e ricordare quanti dei vostri concittadini hanno sacrificato la propria vita, resistendo coraggiosamente alle forze di quella ideologia maligna”.

    Il mio pensiero - ha soggiunto - “va in particolare alla vicina Coventry, che ebbe a soffrire un così pesante bombardamento e una grave perdita di vite umane nel novembre del 1940”:

    “Seventy years later, we recall with shame and horror…”
    “Settant’anni dopo – ha affermato – ricordiamo con vergogna ed orrore la spaventosa quantità di morte e distruzione che la guerra porta con sé”. Ha così rinnovato il “proposito di agire per la pace e la riconciliazione in qualunque luogo in cui sorga la minaccia di conflitti”. Prima della recita dell’Angelus, il Papa ha salutato i fedeli di Siviglia, dove ieri è stata beatificata Madre Maria Purisma de la Cruz. Che la nuova Beata, ha detto, sia “di ispirazione per le giovani donne a seguire il suo esempio di amore totale a Dio e al prossimo”.

    (canto)

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    Padre Lombardi: il Papa, messaggero di amicizia e di gioia

    ◊   Il Papa, nell’omelia per la Beatificazione del cardinale Newman, ha messo l’accento sull’attualità di questa figura, posta al centro del viaggio apostolico nel Regno Unito. Ascoltiamo in proposito la riflessione del direttore della Sala Stampa vaticana, padre Federico Lombardi, al microfono di Alessandro Gisotti:

    R. – Mi pare che sia un po’ la conclusione naturale di questo viaggio, la Beatificazione. Non solo la personalità di Newman era già presente con accenni e riferimenti, ed in particolare durante la veglia di ieri sera, però nell’omelia del Papa è stato espresso molto bene come Newman incarni tanti dei messaggi che questa visita ha voluto dare. Cioè la bellezza e la gioia della fede in Cristo come fondamento di un servizio positivo per la società in cui si vive, come fondamento di una testimonianza efficace di grande carità per la comunità in cui si vive e come la fede cristiana sia un cammino di ricerca della verità sempre più profondo che giunge sempre più pienamente all’incontro con Cristo e quindi alla santità. Direi che la figura di Newman, che è così affascinante, che è così tipicamente inglese, anche come personalità e come cultura, diventa un messaggio molto grande per questo Paese e anche per gli altri Paesi di lingua inglese dove è molto conosciuto e apprezzato – penso ad esempio agli Stati Uniti – ma ora che la beatificazione lo ha messo un po’ sul candeliere per tutto il popolo cristiano, diventerà certamente anche un’ispirazione molto grande. E’ una personalità che ha una profonda sintonia con quella del Santo Padre per l’unione fra esperienza di cultura ed esperienza di fede, per la profonda spiritualità per il senso di ricerca della verità. Quindi, capiamo anche perché il Papa ha desiderato di fare lui stesso questa Beatificazione. Si è sentita una sintonia profonda di sensibilità, di impostazione dell’esperienza di fede.

    D. – Questo viaggio ha vissuto tanti momenti pubblici, definiti storici, memorabili, alcuni commoventi…

    R. – Io direi che veramente ognuno di questi momenti ha avuto la sua caratteristica: quello a Westminster Hall per me è stato estremamente commovente perché vedere un’attenzione così profonda, così totale da parte di rappresentanti più vari di una società multiculturale, una società anche secolarizzata, ma consapevole dell’importanza dei valori, mi ha toccato molto. Come pure la straordinaria cerimonia ecumenica nella Westminster Abbey che mi ha fatto capire la profondità della comunità di tradizione tra la Chiesa anglicana e la Chiesa cattolica anche nell’espressione liturgica, ad esempio. E poi certamente i momenti delle celebrazioni eucaristiche sono stati di profondissima gioia per la comunità cristiana. La Messa al Bellahouston Park per gli scozzesi, la Messa a Londra nella Cattedrale di Westminster e poi quella di oggi qui a Birmingham, sono state vere feste della fede. Momento toccante è stato anche quello dell’incontro con le vittime degli abusi, che è stato significativo del modo in cui il Santo Padre affronta questa questione così delicata per la Chiesa oggi, che però in questo viaggio ha affrontato in tre modi diversi: con le parole dell’omelia, con l’incontro con le vittime e con l’incontro con le persone impegnate nella salvaguardia, nella tutela dei giovani e dei bambini. Quest’ultimo aspetto è un po’ una novità rispetto ad altri viaggi e dimostra la completezza degli approcci con cui la Chiesa deve affrontare questa situazione guardando anche in avanti e mettendo proprio tutte le premesse perché la testimonianza sia credibile e ci sia la garanzia di poter evitare per sempre il ripetersi di errori e di crimini.

    D. – Molti giornali inglesi hanno messo l’accento, tra le tante cose sottolineate di questo viaggio, sul sorriso del Santo Padre. Davvero, anche visivamente, abbiamo visto la sua gioia. Con quali sentimenti, dunque, ha vissuto questa visita così intensa?

    R. – Il Santo Padre è una persona di spiritualità e serenità molto profonda, quindi questo atteggiamento dello sguardo sereno lo accompagna sempre. Per chi lo conosce non è una sorpresa, a volte è una sorpresa per chi non lo conosce ancora o per chi ha avuto delle presentazioni assolutamente inesatte della sua personalità e dei suoi atteggiamenti, quindi sono molto contento quando la gente – anche attraverso l’aiuto del mezzo televisivo – entra un po’ di più nella spiritualità e nell’atteggiamento umano del Papa. Anche durante il viaggio negli Stati Uniti, ad esempio, uno dei motivi del successo – per così dire – del viaggio era stato che gli americani avevano capito bene, proprio attraverso le riprese televisive che la persona che era venuta era un amico, un grande amico, perché aveva un messaggio di amicizia, di gioia, un messaggio costruttivo da portare. Questo chiunque lo incontra lo sperimenta e sono molto contento che lo abbiano sperimentato, anche largamente, tutti i cittadini del Regno Unito e non solo, anche quelli che attraverso la televisione hanno potuto partecipare anche da lontano a questi eventi.

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    La visita privata nell’Oratorio di San Filippo Neri fondato dal cardinale Newman

    ◊   Dopo la Messa di Beatificazione, il Papa si è recato nell’Oratorio di San Filippo Neri fondato da John Henry Newman. Il tragitto in papamobile è stato seguito da due ali di folla festante. Benedetto XVI ha offerto un nuovo fuori programma per rispondere a tanto affetto, andando a salutare personalmente i tanti, soprattutto giovani, giunti per vederlo, e benedicendo dei bambini. La visita nell'Oratorio ha avuto carattere privato, ma nondimeno è stata di grande significato. Quando si convertì al cattolicesimo nel 1845, infatti, il nuovo Beato scelse proprio la famiglia degli oratoriani. Oggi, è dunque un giorno di grande gioia per tutti i seguaci di San Filippo Neri. Alessandro Gisotti ha raccolto la testimonianza di padre Edoardo Aldo Cerrato, procuratore generale degli Oratoriani:

    R. – Per noi oratoriani la Beatificazione di Newman, prima di ogni altra cosa, è un richiamo alla vocazione alla santità sulla via tracciata da San Filippo. Naturalmente questa Beatificazione per noi è motivo di gioia speciale. Newman è uno della famiglia.

    D. – “Dalle ombre e dalle immagini alla verità”. Sono le parole che John Henry Newman fece dettare per la sua tomba. Questa ricerca della verità è stata in fondo il tratto fondamentale di tutta la sua vita...

    R. – “Ex umbra et imaginibus ad veritatem” è la cifra della intera visione che Newman ha del mondo: esprime la destinazione reale della nostra intelligenza la quale abitando nella sfera della manifestazione - “imago” - e della parvenza - “umbra” - deve volere e cercare con tutta se stessa una certezza legittimata dalla verità. Di questa certezza Newman ha pensato le condizioni nell’epoca moderna senza cedere in nulla a quella che egli chiamava l’ “apostasia dei nostri tempi”, cioè la persuasione diffusa che dove è in gioco il nostro rapporto con l’Assoluto possiamo pervenire soltanto a posizioni opinabili senza poter affermare niente di stabile e, quindi, nulla che meriti di essere posto a fondamento della propria vita.

    D. – Quanto una figura come Newman che seppe coniugare efficacemente fede e ragione può aiutare oggi la testimonianza cristiana in un mondo che, come più volte ha avvertito Benedetto XVI, vive come se Dio non esistesse?

    R. – L’esperienza di Newman è esperienza di fede vagliata alla luce della ragione. Il cristiano è chiamato ad essere libero ma non indipendente, tanto più in un momento storico e culturale come quello che stiamo vivendo nel quale si assiste ad un capovolgimento di categorie per cui l’indipendenza personale sembra più importante della verità al punto che per la cultura avere un legame con la verità, con il bene, sembra essere un fatto negativo.

    D. – Di Newman si conosce soprattutto il tratto intellettuale, il suo pensiero. Può soffermarsi sulla sua spiritualità, dove certo ritroviamo l’influsso dell’Oratorio di San Filippo Neri?

    R. – Nella spiritualità di Newman risuona profondamente la spiritualità dell’oratorio filippino. La vocazione oratoriana ha segnato la vita e l’opera di Newman, la sua appartenenza all’oratorio ha caratterizzato metà della sua vita, quella vissuta nella Chiesa cattolica. Si può dire che il suo cammino di conversione è fotografato anche dal motto che Newman scelse per il sostegno cardinalizio: “Cor ad cor loquitur”. “Cor ad cor loquitur”, direi, esprime il principio fondamentale della vocazione cristiana, una chiamata all’incontro personale con Dio in Cristo.

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    Commovente incontro del Papa con le vittime degli abusi

    ◊   Benedetto XVI ha incontrato, ieri pomeriggio nella nunziatura apostolica a Londra, un gruppo di persone vittime di abusi da parte di membri del clero. Il Papa ha espresso dolore e vergogna per le loro sofferenze, assicurando che la Chiesa sta facendo tutto il possibile per sanare questa piaga. Successivamente, il Papa ha parlato ad un gruppo di professionisti e volontari che si dedicano alla protezione dei bambini in ambito ecclesiale. Da Londra, il servizio di Alessandro Gisotti:

    Toccante incontro ieri tra il Papa e un gruppo di vittime di abusi sessuali compiuti da membri del clero. Benedetto XVI, riferisce un comunicato della Sala Stampa vaticana, “si è commosso ascoltando le storie delle vittime e ha espresso profondo dolore e vergogna” per le loro sofferenze e quelle delle loro famiglie. Il Papa, che ha incontrato le vittime nel primo pomeriggio in nunziatura, ha pregato con loro ed ha assicurato che la Chiesa cattolica, “mentre continua a mettere in atto misure efficaci per la protezione dei giovani, sta facendo tutto il possibile per verificare le accuse, per collaborare con le autorità civili e per consegnare alla giustizia” quanti sono stati accusati di questi gravi crimini. Come in altre occasioni, conclude la nota, il Papa ha pregato “affinché tutte le vittime di abusi possano sperimentare guarigione e riconciliazione e riescano a superare la propria angoscia”, guardando con speranza al futuro. Poco più tardi, visitando la casa di riposo per anziani di St. Peter, il Papa ha incontrato un gruppo di volontari e professionisti inglesi che si dedicano alla protezione dei bambini negli ambienti ecclesiali:

    “It is deplorable that, in such marked contrast…”
    “E’ deplorevole – ha detto il Pontefice – che, in così marcato contrasto con la lunga tradizione della Chiesa di cura per i ragazzi, questi abbiano sofferto abusi e maltrattamenti ad opera di alcuni preti e religiosi”.

    Quindi, ringraziando i volontari per il loro lavoro, ha auspicato che le misure preventive messe in campo siano “efficaci” e che “qualsiasi accusa di abuso sia trattata con rapidità e giustizia”:

    “We have all become much more aware of the need to safeguard…”
    “Siamo tutti diventati molto più consapevoli della necessità di proteggere i ragazzi – ha riconosciuto il Papa – e voi costituite una parte importante della vasta risposta della Chiesa al problema”.

    D’altro canto, ha aggiunto il Papa, occorre dare atto agli sforzi della Chiesa, negli ultimi anni, “per garantire la sicurezza dei fanciulli e dei giovani”. Il Pontefice ha auspicato infine che si rafforzi “un’atmosfera di fiducia e di rinnovato impegno per il benessere dei ragazzi, che sono un così prezioso dono di Dio”.

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    Migliaia di giovani alla veglia di Hyde Park. Il Papa: abbiate la passione per la verità, diffondete la luce gentile della fede

    ◊   E’ stata una grande e gioiosa festa della fede la veglia di preghiera, ieri sera ad Hyde Park, per la Beatificazione del cardinale Newman, con la partecipazione di centomila persone, in gran parte giovani: una sorta di Giornata mondiale della gioventù inglese in attesa della Gmg di Madrid l’anno prossimo. Il Papa ha invitato i presenti a testimoniare nella vita la fede e ad avere la passione per la verità anche se il prezzo da pagare è alto. Il servizio di Sergio Centofanti:

    (canti)

    Canti, preghiere, testimonianze, tanta gioia e anche lunghi momenti di profondo raccoglimento e silenzio ad Hyde Park. Una festa di colori e sorrisi che il Papa ha raccolto con commozione sottolineando, sulla scia del cardinale Newman, che i cristiani sono chiamati a diffondere nel mondo la “luce gentile” della fede. Ha ricordato l’importante influsso del nuovo Beato nella sua vita e nel suo pensiero, ne ha ricordato la “potente esperienza di conversione” quando era giovane:

    “It was an immediate experience of the truth of God’s word…
    “Fu un’esperienza immediata della verità della Parola di Dio, dell’oggettiva realtà della rivelazione cristiana quale era stata trasmessa nella Chiesa”.

    Newman vedeva la propria opera “come una lotta contro la tendenza crescente a considerare la religione come un fatto puramente privato e soggettivo, una questione di opinione personale”:

    “Here is the first lesson we can learn from his life…
    “Qui vi è la prima lezione che possiamo apprendere dalla sua vita: ai nostri giorni, quando un relativismo intellettuale e morale minaccia di fiaccare i fondamenti stessi della nostra società, Newman ci rammenta che … siamo stati creati per conoscere la verità” che è Cristo stesso. E ci insegna che “la passione per la verità, per l’onestà intellettuale e per la conversione genuina comportano un grande prezzo da pagare”:

    “The truth that sets us free cannot be kept to ourselves…
    “La verità che ci rende liberi non può essere trattenuta per noi stessi; esige la testimonianza, ha bisogno di essere udita, ed in fondo la sua potenza di convincere viene da essa stessa e non dall’umana eloquenza o dai ragionamenti”.

    Il Santo Padre ricorda i tanti fedeli inglesi che sono morti per la fede:

    “In our own time, the price to be paid for fidelity to the Gospel…
    “Nella nostra epoca, il prezzo da pagare per la fedeltà al Vangelo non è tanto quello di essere impiccati, affogati e squartati, ma spesso implica l’essere additati come irrilevanti, ridicolizzati o fatti segno di parodia. E tuttavia la Chiesa non si può esimere dal dovere di proclamare Cristo e il suo Vangelo quale verità salvifica, la sorgente della nostra felicità ultima come individui, e quale fondamento di una società giusta e umana”.

    Il Papa invita a vivere nei fatti la verità per diffondere in questo modo la luce della bellezza e della bontà in un mondo che attraversa una “profonda crisi di fede”. Ma questa testimonianza non è possibile senza intimità con Dio:

    “Without the life of prayer, without the interior transformation…
    “Senza la vita di preghiera, senza l’interiore trasformazione che avviene mediante la grazia dei sacramenti, non possiamo – con le parole di Newman – ‘irradiare Cristo’; diveniamo semplicemente un altro ‘cembalo squillante’ (1Cor 13,1) in un mondo già pieno di crescente rumore e confusione, pieno di false vie che conducono solo a profondo dolore del cuore e ad illusione”.

    Ecco, dunque, l’appello del Papa:

    “Each of us, in accordance with his or her state of life…
    “Ciascuno di noi, secondo il proprio stato di vita, è chiamato ad operare per la diffusione del Regno di Dio impregnando la vita temporale dei valori del Vangelo. Ciascuno di noi ha una missione, ciascuno è chiamato a cambiare il mondo, ad operare per una cultura della vita, una cultura forgiata dall’amore e dal rispetto per la dignità di ogni persona umana”.

    Benedetto XVI invita infine i giovani a venire in tanti alla Gmg di Madrid, l’anno prossimo, perché sull’umanità possa risplendere sempre di più Dio, “la luce gentile della sua verità, del suo amore, della sua pace”.

    (canti e applausi)

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    Le voci dei giovani a Hyde Park: una festa di amore e speranza

    ◊   Ma ascoltiamo, al microfono di Alessandro Gisotti, le testimonianze di alcuni giovani italiani che vivono a Londra e hanno partecipato alla grande veglia di Hyde Park:

    D. - Chiara, ti volevo chiedere anzitutto le tue impressioni per questa Gmg londinese: sembra veramente di stare ad una Gmg qui ad Hyde Park...

    R. - Sì, infatti. Noi abbiamo atteso il Papa con grande gioia e speranza, anche perché volevamo supportarlo per tutto quello che è successo nel corso di quest’anno. Abbiamo sentito l’esigenza di pregare per lui, l'abbiamo sentita nel cuore. Ci siamo preparati proprio pregando spesso per il Papa.

    D. - Il Papa, ricordando la figura del cardinale Newman, vi ha chiesto di essere testimoni del Vangelo: cosa, questa, non sempre facile in una società come quella di oggi...

    R. - Testimoniare il Vangelo non soltanto con le parole, ma soprattutto con i fatti della vita.

    D. - Cosa ti resterà di questo evento insieme a tanti ragazzi?

    R. - Ci resterà il seme che ha piantato Papa Benedetto XVI. Speriamo che a Madrid sarà già una piantina.

    D. - Pamela, un momento di grande gioia. Come si diceva prima, davvero una Gmg londinese…

    R. - Sì, è emozionante. Ci eravamo preparati. Appena abbiamo saputo che il Papa sarebbe venuto qui a Londra, abbiamo pregato per le sue intenzioni. E’ stata una giornata veramente molto emozionante: breve, ma intensa!

    D. - Canti, preghiera, testimonianze, ma anche il momento intenso dell’Adorazione Eucaristica: un silenzio pieno di significato...

    R. - Tanto silenzio! Non si sentiva niente!

    D. - Cosa ti porterai a casa di questa Veglia ad Hyde Park?

    R. - Una grande gioia nel cuore e la fede dentro di me che cresce sempre di più.

    D. - Francesco, diciamo che questo è un evento quasi inconsueto: ad Hyde Park normalmente ci sono i concerti e invece vediamo decine di migliaia di persone a pregare…

    R. - Sì e devo dire che all’inizio gli inglesi sono stati un po’ freddini. Poi, però, si sono riscaldati: tutti si sono messi a sventolare bandiere e a gridare il nome di Benedetto.

    D. - Dunque, un evento - questa visita del Papa - che sarà fruttuoso anche per il futuro, secondo te...

    R. - Io penso di sì, perché all’inizio i giornali inglesi, i media inglesi criticavano un po’ per tutti gli scandali della Chiesa, ma poi è cambiato il loro modo di vivere questo evento e c’era un maggiore interesse. Anche le persone atee chiedevano informazioni e volevano essere informate. E’ cambiata l’atmosfera!

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    L'incontro con gli anziani alla St. Peter’s Residence: "siete una benedizione per la società"

    ◊   Tra gli eventi di ieri pomeriggio, anche la visita del Papa alla St. Peter’s Residence, una casa di riposo per anziani diretta dalle Piccole Sorelle dei poveri, che ospita circa 80 persone, tra le quali una decina di sacerdoti e religiosi. “La presenza di un crescente numero di anziani” è “una benedizione per la società” ha sottolineato Benedetto XVI, che ha rilevato l’importanza del “dono” della vita ad ogni suo stadio. Il servizio di Linda Giannattasio:

    "Una benedizione per la società". Il Papa ha definito così la presenza di un numero sempre maggiore di persone anziane nel mondo, nel suo discorso di fronte agli ospiti della St. Peter’s Residence. Benedetto XVI ha ricordato che ogni generazione può imparare dall’esperienza e dalla saggezza di quella che l’ha preceduta, sottolineando come il provvedere alla cura degli anziani debba essere considerato anzitutto un modo di ripagare un debito di gratitudine. La Chiesa – ha proseguito - promuove da sempre il rispetto per le persone anziane: “Dio vuole un preciso rispetto per la dignità e il valore, la salute e il benessere degli anziani e, attraverso le sue istituzioni caritative in Gran Bretagna e altrove, la Chiesa cerca di adempiere il comando del Signore di rispettare la vita, senza tenere conto dell’età o delle condizioni”:

    “Life is a unique gift, at every stage from conception until natural death…”
    “La vita – ha proseguito - è un dono unico, ad ogni stadio, dal concepimento fino alla morte naturale, e spetta solo a Dio darla e toglierla. Uno può godere buona salute in tarda età; ma ugualmente i Cristiani non dovrebbero avere paura di partecipare alle sofferenze di Cristo se Dio vuole che affrontiamo l’infermità”.

    Il Pontefice ha poi ricordato Giovanni Paolo II:

    “My predecessor, the late Pope John Paul…”
    “Il mio predecessore il Papa Giovanni Paolo – ha osservato - ha sofferto pubblicamente negli ultimi anni della sua vita. Appariva chiaro a tutti che viveva questo in unione alle sofferenze del nostro Salvatore. La sua letizia e pazienza nell’affrontare i suoi ultimi giorni furono un significativo e commovente esempio per tutti noi che dobbiamo portare il carico degli anni che avanzano”. “I nostri lunghi anni di vita ci offrono l’opportunità di apprezzare la bellezza dei più grandi doni che Dio ci ha dato”, ha concluso il Pontefice che ha messo in luce come questi anni siano “un’opportunità per ricordare in una preghiera affettuosa tutti quelli che abbiamo amato in questa vita e porre tutto quello che siamo stati e abbiamo fatto davanti alla grazia e alla tenerezza di Dio”.

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    Mons. Summersgill: una visita storica

    ◊   Il viaggio del Papa nel Regno Unito, giunto alla sua quarta e ultima giornata, si sta dunque per concludere. Nel pomeriggio Benedetto XVI incontrerà i vescovi della Conferenza episcopale d’Inghilterra e Galles e quelli della Scozia. Alle 19.15 circa, ora italiana, si svolgerà la cerimonia di congedo all’aeroporto internazionale di Birmingham: il rientro a Roma-Ciampino è previsto intorno alle 22.30: di qui il trasferimento a Castel Gandolfo. Per un bilancio di questo viaggio apostolico, Alessandro Gisotti ha intervistato il coordinatore della visita papale. mons. Andrew Summersgill:

    R. - Direi che è stato un viaggio storico. Guardando tutti gli eventi, quelli riguardanti la Chiesa cattolica così come la Chiesa anglicana e rievocando tutte le immagini del Santo Padre tra la popolazione britannica, direi che quello che mi ha maggiormente colpito è stata proprio l’accoglienza che ha avuto il Santo Padre sia dai cattolici, sia dagli altri cristiani, sia da coloro che appartengono ad altre religioni, sia anche da coloro che sono andati soltanto per vederlo quando attraversava le città.

    D. - Il motto del viaggio è “Il cuore parla al cuore” e il Papa ha parlato al cuore della popolazione britannica…

    R. - Il Papa ha parlato al cuore, ma soprattutto ha parlato dal cuore. Il Papa ha dato a noi dal suo cuore e questo nelle sue parole e nei suoi comportamenti.

    D. - Mons. Summersgill, chiaramente questo viaggio ha tante dimensioni - ecumenica, pastorale, culturale, istituzionale - e sicuramente, quindi, un viaggio che lascia tanti frutti...

    R. - Direi di sì e a tutti i livelli. C’è stata una grande consistenza nel messaggio che ci ha dato il Santo Padre. In ogni luogo ha parlato dell’importanza della ragione e della fede: alla società civile ha parlato del ruolo della religione nella vita pubblica e durante le liturgie ci ha insegnato la fede e con i giovani e con gli anziani ha mostrato la sua fede. E’ stato qui, per tutti noi, come un padre.

    D. - Questo chiaramente rappresenta un grande impegno, ma anche tanta energia per la Chiesa cattolica del Regno Unito…

    R. - Certo, ma il Santo Padre ci ha invitato ad affrontare alcune sfide, soprattutto quella di andare avanti, portando con noi tutto quello che ci ha detto in questi giorni. Questo desiderio lo vedo anche nella gente che ha partecipato, che è stata presente e che sente il dovere di fare quello che ci ha detto.

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    A Münster la Beatificazione del sacerdote tedesco Gerhard Hirschfelder, morto nel lager di Dachau

    ◊   Si celebra nel pomeriggio nel Duomo di Münster, in Germania, il rito di Beatificazione del Venerabile Servo di Dio Gerhard Hirschfelder, alla presenza del cardinale Joachim Meisner, arcivescovo di Colonia, rappresentante del Santo Padre. Lo stesso Benedetto XVI ne ha dato l’annuncio, ricevendo il nuovo ambasciatore tedesco presso la Santa Sede lo scorso 13 settembre. Il nuovo Beato nacque nella contea boema di Glatz il 17 febbraio 1907; non conobbe mai il padre, un “vuoto” morale e affettivo che marcò profondamente i suoi primi anni e gli causò qualche problema anche nel momento della sua scelta definitiva di vita. Dopo aver frequentato il liceo a Glatz, si trasferì a Breslavia per gli studi di Teologia, avvertendo già con crescente sicurezza la chiamata al ministero sacerdotale. Per ricevere gli ordini maggiori il giovane Hirschfelder dovette chiedere una dispensa alla competente Congregazione romana, che concesse i permessi a fine agosto 1931; al conferimento del suddiaconato e del diaconato seguì l’ordinazione sacerdotale nella Cattedrale di Breslavia, il 31 gennaio 1932. Sulla fotografia della sua Prima Messa, celebrata a Bad Lagenau, appose le parole “Cristo, il nostro agnello pasquale, è risorto, Alleluja”, che lo avrebbero accompagnato per il resto della sua vita e lungo tutto il servizio presbiterale. Negli anni seguenti fu cappellano a Tscherbeney (1932-1939) e a Habelschwerdt (1939-1941), occupandosi anche di pastorale giovanile. Con l’avvento al potere di Adolf Hitler, il 30 gennaio 1933, il giovane sacerdote non tardò a rendersi conto della natura e degli effetti della propaganda nazionalsocialista; mediante la sua vicinanza e la direzione spirituale cercò di tenere lontano i suoi giovani dai gruppi della “Gioventù Hitleriana”, suscitando la reazione della polizia del regime. Nelle sue omelie denunciò coraggiosamente gli eccessi e le violenze di quel periodo, il che gli valse l’arresto il primo agosto 1941; durante la prigionia a Glatz scrisse una Via Crucis e alcune riflessioni sul sacerdozio, il matrimonio e la famiglia. Trasportato nel campo di concentramento di Dachau il 15 dicembre 1941, morì per fame e malattia il primo agosto 1942. Il 27 marzo scorso Benedetto XVI autorizzava la promulgazione del decreto riguardante il martirio del Servo di Dio, la cui causa di Beatificazione si era aperta nella Cattedrale di Münster il 19 settembre 1998.All’odierna liturgia prendono parte pellegrini da tutta la Germania, dalla Polonia e dalla Repubblica Ceca, dove il ricordo del giovane sacerdote si mantiene vivo con tutta la forza della sua luminosa testimonianza. (A cura di Marina Vitalini)


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    Oggi in Primo Piano



    Il cardinale Vallini: occorre riannunciare il Vangelo a Roma

    ◊   Domani alle 9.30 nella Basilica di San Giovanni in Laterano, alla presenza del cardinale vicario Agostino Vallini, l’incontro del clero romano per l’avvio del nuovo anno pastorale. Al centro di questo importante avvenimento ci saranno sopratutto le riflessioni sulle sfide future che la diocesi di Roma sarà chiamata ad affrontare. Un compito arduo che per essere portato a termine correttamente ha bisogno di una coerente verifica pastorale del cammino fin qui compiuto, come spiega, al microfono di Davide Dionisi, lo stesso cardinale vicario Agostino Vallini:

    R. – Noi non possiamo non tenere conto del cammino che stiamo compiendo ed è il cammino della verifica pastorale. Per cui, ci interroghiamo come nella esperienza della nostra diocesi possa maturare la coscienza di appartenenza alla comunità ecclesiale da parte dei cristiani e al tempo stesso la corresponsabilità pastorale. Nell’anno passato abbiamo fatto una verifica sul tema centrale “Eucaristia domenicale e testimonianza della carità”. Approfondiremo questi aspetti a partire da quello che ogni sacerdote e, quindi, ogni comunità presbiterale parrocchiale, i presbitèri di prefettura, potranno realizzare in esecuzione del convegno. L’altro elemento è quello della testimonianza della carità.

    D. – Eminenza, quali sono le sfide pastorali più urgenti che la diocesi di Roma è chiamata ad affrontare?

    R. – Il Santo Padre ci ricorda sempre il contesto culturale segnato dal relativismo, dalla secolarizzazione e, quindi, di riflesso dalla invasiva penetrazione di una mentalità che è poco intrisa di valori evangelici. Il problema di fondo, a mio avviso, è che non si può oggi più presupporre la fede neanche in tanti battezzati. Grazie a Dio esistono tante realtà, a Roma ci sono delle realtà molto belle, parrocchie vivaci dove la vita cristiana è vissuta con intensità ma purtroppo tanti cristiani e anche tanti altri che non sono cristiani non sentono più il bisogno di vivere la vita cristiana. Quindi, il primo punto - che poi fu voluto da Papa Giovanni Paolo II con la missione cittadina - è quello dell’annuncio del Vangelo.

    D. – La crisi economica, le nuove povertà e la mancanza di lavoro mettono sempre più in difficoltà le famiglie romane. Il sacerdote continua ad essere un punto di riferimento per la comunità ma come può concretamente alleviare questo disagio così diffuso, visto che Roma chiede una più chiara testimonianza della carità?

    R. – Molto già si fa, però dobbiamo “coscientizzare” di più i cristiani e per quello che è possibile anche le stesse istituzioni affinché guardino chi oggi attraversa momenti gravi. La crisi economica è seria. Io vorrei avere tanti più mezzi per poter aiutare quelli che bussano alle nostre porte. Queste sono le grandi sfide che il mondo moderno ci pone. Devo dire che si fa molto con grande entusiasmo e con grande spinta ma certo un po’ tutti - cristiani, persone, famiglie, istituzioni - non dobbiamo chiudere gli occhi dinanzi a chi soffre e forse con poco potremmo alleviare le sofferenze di tanti. (Montaggio a cura di Maria Brigini)

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    Si chiude a Perugia la Sagra Musicale Umbra dedicata a Pergolesi, Cherubini e Schumann

    ◊   Dopo aver visitato i luoghi più belli della spiritualità umbra portandovi la musica di affermati interpreti barocchi e romantici, si chiude stasera al teatro Morlacchi di Perugia la 65.ma Sagra Musicale Umbra dal titolo “ Pellegrinaggi dell’anima”. Un suggestivo itinerario in 15 concerti che ha celebrato, nei loro diversi anniversari, Pergolesi, Cherubini e Schumann, proponendone capolavori e inediti. A questo proposito grande successo ieri sera per la prima esecuzione moderna del Vespro della Beata Vergine di Pergolesi nella ricostruzione del musicologo Malcolm Bruno. Da Perugia il servizio di Gabriella Ceraso:

    (musica)

    Nel 1732 dopo una serie di disastrosi terremoti che sconvolsero Napoli, le autorità decisero di invocare la grazia divina commissionando al ventiduenne e affermato Pergolesi sia una Messa per il protettore S. Emidio, sia dei Vespri mariani che però non divennero mai un’opera completa perché il maestro scrisse solo alcune parti. Da queste inizia la ricostruzione di Malcolm Bruno che al materiale compiuto unisce altro frammentario e completato in stile pergolesiano. E’ un Vespro ideale dunque un lavoro ipotetico ma di enorme valore. Alberto Batisti, direttore artistico della Sagra:

    “Abbiamo modo di offrire in una stessa serata un percorso che con una logica appartenente alla liturgia, dia al pubblico l’idea di cosa Pergolesi ha scritto nel campo della musica sacra. Il suo lessico musicale imprime una svolta, spostando la musica sacra del tardo barocco, da una logica puramente spettacolare verso un patetismo, una dimensione che chiamerei affettuosamente devozionale”.

    (musica)

    Dal Vespro emerge anche la profonda religiosità di Pergolesi, interessata al rapporto uomo fede senza forzature né artifici. C’è patetismo e devozione ma c’è soprattutto la verità espressiva. “L’opera mi piace molto, fotografo tutto il suo tempo unendo stile antico, barocco e primo classicismo” ci rivela Michael Willens, che dirige l’esecuzione del Vespro:

    “He was definetly a believer...
    Pergolesi fu uomo di grande fede, la sua musica sacra ha una potenza suggestiva che arriva dritta all’animo umano. Io stesso quando dirigo trovo difficile trattenere le lacrime”.
    (musica)

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    Chiesa e Società



    Appello della Caritas: il summit Onu sullo sviluppo cerchi giustizia per i poveri

    ◊   In vista del vertice delle Nazioni Unite che si svolgerà da domani al 22 settembre a New York per accelerare il raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio (Osm), la Caritas esorta a mettere la giustizia per i poveri al centro di tutti i progetti. Gli Osm - riferisce l'agenzia Zenit - sono una serie di obiettivi concordati nel 2000 dai 189 Stati membri dell'Onu per costruire un mondo migliore per l'umanità entro il 2015. Anche se ci sono stati dei progressi a livello di condizioni di vita, milioni di persone continuano a vivere a un livello di povertà inaccettabile, soffrendo fame e malattie e senza diritti. Il Segretario generale di Caritas Internationalis, Lesley-Anne Knight, ha detto che “attualmente mille milioni di persone soffrono la fame e la denutrizione perché sono poveri. In base alle proiezioni attuali, le nostre promesse non saranno sufficienti a strapparli dalla povertà”. Per la Caritas è necessario rispettare gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio. “Non possiamo voltare le spalle ai poveri e ai vulnerabili perché curarli è scomodo o difficile – afferma l'organizzazione –. Sono in gioco la nostra sicurezza collettiva come esseri umani e il futuro del nostro pianeta”. Per raggiungere gli Osm, sostiene, non basta che 5 Paesi ricchi rispettino la promessa di destinare lo 0,7% del Pil agli aiuti allo sviluppo. “Bisogna raddoppiare gli aiuti a 100.000 dollari all'anno ed essere più efficienti, efficaci e giusti”. Gli aiuti, sottolinea la Caritas, “non devono essere soggetti a condizioni a beneficio del donatore. Si deve permettere ai destinatari di decidere e pianificare ciò che è meglio fare nei loro Paesi”. Allo stesso modo, “bisogna condonare più debiti”, perché “un Paese povero non può investire nella sanità e nell'istruzione se tutto il denaro viene usato per saldare il debito”. Nel raggiungimento degli Osm sono stati compiuti vari progressi: quando sono state abolite le tasse scolastiche in Uganda, Tanzania e Kenya, altri sette milioni di bambini hanno avuto accesso all'istruzione, così come negli ultimi cinque anni sono decuplicati i trattamenti antiretrovirali per l'Hiv e l'Aids. A cinque anni dal 2015, il termine previsto per il raggiungimento degli Obiettivi, molti Paesi poveri sono tuttavia ancora lontani dall'obiettivo. Un bambino su sette in Africa non arriva al quinto compleanno. Nel 2008, nel mondo sono morti 8,8 milioni di bambini; il 43% di loro è deceduto per polmonite, diarrea, malaria e Aids. In questo contesto, la Caritas sta lanciando una campagna per esercitare pressioni sui Governi affinché mettano in pratica le promesse fatte per combattere la povertà. La campagna “Le voci della Caritas contro la povertà” mira a mobilitare tutti i simpatizzanti dell'organizzazione a sostenere la campagna degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio. (R.P.)

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    India: l’impegno della Chiesa per offrire istruzione e sviluppo ai dalit

    ◊   È l’istruzione la vera possibilità per lo sviluppo dei dalit, i senza casta indiani convertiti al cristianesimo. È la scuola il mezzo attraverso il quale possono fuggire dalla povertà. Gli istituti scolastici gestiti dalla Chiesa nel nord del Paese, infatti, sono fondamentali per aiutare la casta più bassa nella società indiana, costituita dai cosiddetti “intoccabili”. Padre Varghese Vithayathil, Superiore provinciale della Congregazione dei Carmelitani di Maria Immacolata (Cmi) – riferisce l’agenzia Zenit - ha descritto all'associazione caritativa internazionale Aiuto alla Chiesa che Soffre (Acs) l'importanza dell'istruzione nella diocesi di Bijnor, nell'India settentrionale. A Bijnor non c'erano cristiani fino a quando non sono arrivati tre sacerdoti CMI nel 1972 ma secondo padre Vithayathil, nella diocesi ci sono ora più di 36 mila fedeli e circa 70 sacerdoti, senza contare i presbiteri che lavorano nelle province periferiche. “Il messaggio di Gesù è rivolto direttamente a loro: pace, perdono, amore”, ha detto padre Vithayathil. “Sono più attratti da Cristo rispetto alle classi più agiate - ha proseguito - il nostro compito è renderli consapevoli dei loro diritti, provvedere al loro sviluppo". "L'istruzione è l'aspetto più importante”, ha commentato, perché “senza scuole non c'è sviluppo”. Le scuole, ha osservato il sacerdote, sono fondamentali anche per l'opera catechetica ed evangelizzatrice. Padre Vithayathil ha poi spiegato che si spera di avviare più scuole anche nelle zone rurali, nonostante al momento ancora manchino i fondi per questo progetto. Padre Vithayathil ha poi ricordato le parole del fondatore del Cmi, il beato Kuriakose Elias Chavara, che ordinava ai sacerdoti di avviare delle scuole accanto alle loro parrocchie nello Stato indiano del Kerala, perché, diceva, “senza scuole non c'è parrocchia”. I Cmi fanno parte della Chiesa siro-malabar, che risale all'apostolo San Tommaso. Sono stati la prima Congregazione religiosa indigena della Chiesa cattolica in India. Da quando la Chiesa ha avviato le sue scuole, c'è stato un aumento dell'8-10% dell'alfabetizzazione. (L.G.)

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    A Napoli si è ripetuto l'evento della liquefazione del sangue di san Gennaro

    ◊   Questa mattina a Napoli si e' ripetuto l’evento della liquefazione del sangue di san Gennaro. Alle 9.22 l'arcivescovo della città, il cardinale Crescenzio Sepe, con il tradizionale sventolio del fazzoletto bianco, ha dato l'annuncio dall'altare della cattedrale, dove fin dalle prime ore del mattino si sono ritrovati centinaia di fedeli. La teca, contente il sangue del patrono di Napoli che si e' liquefatto, e' stata prelevata dalla Cappella del Tesoro e portata in processione fino sull'altare dove il cardinale ha dato l'annuncio accolto da un caloroso applauso. “Napoli - ha detto il cardinale Sepe nel corso dell'omelia della celebrazione - ha sempre vissuto di pane e di speranza. Ora sembra che siamo arrivati ad un punto di svolta: niente e' scontato, ne' il pane ne' la speranza. Come e' potuto accadere?''. L'arcivescovo di Napoli ha quindi richiamato tutti a fare ''un serio esame di coscienza collettiva nel quale tutti, per la parte di propria competenza, sono chiamati in causa''. Parlando poi del clima di violenza che si registra in Campania, l'arcivescovo ha ricordato la tragedia di Castel Volturno, l'uccisione del sindaco Vassallo e infine un pensiero e' andato alle vittime degli incidenti sul lavoro. La liquefazione del sangue di San Gennaro si ripete abitualmente tre volte l'anno: oggi 19 settembre, solennità liturgica del patrono di Napoli e della Campania; il sabato precedente la prima domenica di maggio, quando si svolge la processione delle reliquie nel centro storico; e infine il 16 dicembre, anniversario dell'eruzione del Vesuvio del 1631 fermata dopo le preghiere dei napoletani al santo. (R.P.)

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    Vietnam: catechismo per 80mila bambini e ragazzi a Ho Chi Minh City

    ◊   Sono 80mila i bambini e i ragazzi che quest’anno studieranno il catechismo nelle circa 200 parrocchie dell’arcidiocesi di Saigon, l’attuale Ho Chi Minh City. A settembre, con la ripresa dell’anno scolastico, - riferisce l'agenzia AsiaNews - anche le parrocchie riaprono i loro corsi, con il fondamentale contributo di 5mila catechisti, giovani volontari, entusiasti e ricchi di esperienza, che insegnano i fondamenti del cristianesimo e dell’educazione umana. La parrocchia di Dong Quang ha inaugurato con una messa il giorno di apertura delle classi di catechismo per 442 bambini. Ugualmente le parrocchie di Binh An Ha, Binh Thai, Nam Hai, Binh Xuyên e Binh Minh si muovono per il via al primo giorno di insegnamento. Ai bambini, il vicario di Dong Quang ha spiegato che “non tocca solo agli adulti fare sacrifici, anche i bambini debbono praticare la gentilezza. Ognuno è condizionato dalla situazione che dobbiamo affrontare, come andare a messa, leggere ogni giorno la Parola di Dio, obbedire a genitori, insegnanti e catechisti. Tutte queste cose sono sacrifici”. I bambini che studiano il catechismo sono accompagnati dai genitori, che collaborano con le parrocchie. Molti laici hanno offerto strumenti, come libri di testo, luci, ventilatori, materiale per l’insegnamento e sovvenzioni. E’ importante che tutti i genitori siano interessati alle attività pastorali e missionarie. Attualmente, i catechisti di molte parrocchie devono tenere le lezioni all’interno delle chiese o nel cortile della chiesa, senza luce e materiali per l’insegnamento. Così la partecipazione e il contributo dei genitori sono necessari. Preoccupati per i loro figli, li aiutano ad avere più fiducia in se stessi e ad apprendere la loro fede. (R.P.)

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    Cina: il contributo indispensabile delle religiose alla vita della Chiesa

    ◊   Secondo le informazioni pervenute all’agenzia Fides, le religiose cinesi del continente offrono un contributo indispensabile alla vita della Chiesa in Cina, per l’aspetto pastorale, missionario, sociale e caritativo. Allo stesso tempo la vita religiosa è caratterizzata da intensa spiritualità e da un rinnovamento continuo dello spirito. Riportiamo alcuni tra gli avvenimenti più recenti che rivelano la vitalità delle congregazioni religiose cinesi. Dopo sette giorni di intenso ritiro spirituale presieduto da don Luke Tsui Kam Yiu, sacerdote di Hong Kong che da anni aiuta la Chiesa del continente per la vita spirituale, le suore della congregazione di Nostra Signora, della diocesi di Ning Xia, si sono trasferite nel nuovo convento, consacrato ed inaugurato da mons. Giuseppe Li Jing, vescovo ordinario, il 29 agosto. Durante la solenne celebrazione, presieduta da mons. Liu Jing Shan, vescovo emerito, e concelebrata da tutti i sacerdoti diocesani, con la partecipazione di oltre 300 fedeli, 5 religiose della congregazione hanno rinnovato i voti temporanei. Il 21 agosto, 4 suore della congregazione dello Spirito Santo Consolatore della diocesi di Han Dan, della provincia dell’He Bei, hanno emesso i voti perpetui durante la celebrazione per i 10 anni di consacrazione della parrocchia dove si trova il convento. Altre 4 suore avevano emesso i primi voti nella solennità dell’Assunzione, il 15 agosto. Il vescovo 89enne Mons. Yang Xiang Tai ha ringraziato le suore per il contributo alla vita pastorale incoraggiandole ad un ulteriore impegno nella vita della Chiesa alla luce della grazia dello Spirito Santo. Il ritiro spirituale, la revisione dello Statuto, l’elezione della nuova Superiora generale sono stati i principali impegni del recente Capitolo generale della congregazione del Divino Amore della diocesi di Lin Yi, nella provincia dello Shan Dong, svoltosi alla fine di agosto. Attraverso gli esercizi spirituali sul tema “Incontro personale con Gesù”, le religiose hanno riflettuto e meditato insieme sulla propria vocazione, sul carisma della congregazione e sull’impegno dell’evangelizzazione. Inoltre hanno eletto suor Jiang Qing Yun come nuova Superiora generale. Questa congregazione diocesana, nata nel 1942, oggi conta una ventina di suore. (R.P.)

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    Hong Kong: l'annuncio della celebrazione diocesana della Giornata Missionaria

    ◊   La celebrazione della Giornata Missionaria Mondiale della diocesi di Hong Kong punta sulla condivisione della missione da parte di sacerdoti e laici, e incoraggia in modo particolare i sacerdoti ad essere fedeli alla loro missione, sulla scia dell’Anno Sacerdotale appena concluso. Secondo quanto riferisce Kong Ko Bao (il bollettino diocesano in versione cinese ripreso dall'agenzia Fides), mons. Domenico Chang, vicario diocesano, ha annunciato che “la celebrazione diocesana della Giornata Missionaria Mondiale si terrà domenica 17 ottobre nello stadio di Hong Kong. Il vescovo di Hong Kong, Mons. John Tong, presiederà la solenne celebrazione insieme a tutti i sacerdoti diocesani”. Nel contesto generale di questo periodo, dove il sacerdozio è spesso messo in discussione se non addirittura sotto accusa, il vicario diocesano ha detto: “vogliamo anche incoraggiare i sacerdoti, dando seguito al messaggio dell’Anno Sacerdotale, basato sulla fedeltа dei sacerdoti”. Mons. Chang ha quindi ricordato che “la diocesi celebra anche l’Anno delle Vocazioni Sacerdotali. Quindi i sacerdoti rinnoveranno i loro voti durante la cerimonia della Giornata Missionaria Mondiale per riaffermare la scelta della propria vocazione”. Inoltre sono stati invitati alla celebrazione tutti i neo battezzati della Pasqua trascorsa, “per festeggiare così anche i frutti dell’evangelizzazione. La processione offertoriale sarà composta da fedeli di diverse nazionalità, segno della pluralità del Corpo unico di Cristo, la Chiesa”. Il Vicario diocesano auspica che “tutti i partecipanti mettano poi in pratica lo spirito evangelizzatore, per dare testimonianza nella vita”. Durante la celebrazione del 17 ottobre, verrà anche annunciato ufficialmente l’Anno diocesano dei Laici, nel 2011, in quanto “l’evangelizzazione è il modo migliore per realizzare l’Anno dei Laici”. (R.P.)

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    Siria: cresce l'abbandono scolastico dei profughi iracheni

    ◊   Cresce il numero dei figli dei rifugiati iracheni in Siria che abbandonano lo studio per dedicarsi a un’occupazione, spesso sottopagata. È sempre più difficile per molti contribuire al bilancio familiare restando al passo con le lezioni, così la soluzione più semplice è quella di rinunciare alla scuola. Nell’anno scolastico 2007-2008 erano iscritti in 49.132, riporta il sito www.terrasanta.net, mentre nel 2008-2009 sono stati registrati 32.425 studenti. “L’educazione è centrale per il futuro di tutti i bambini. Avere una generazione che non è in grado di partecipare alla vita economica del proprio Paese non serve a nessuno” spiega Sherazade Boualia, responsabile dell’Unicef in Siria. Il Paese ospita circa un milione e 200 mila iracheni scappati dal 2003 dalle violenze della guerra. Pur avendo accesso al sistema scolastico siriano, molti sono costretti a rinunciarvi poiché le strutture non sono in grado di accogliere tutti gli iscritti. A Damasco, dove vive la maggior parte dei rifugiati, le scuole sono al limite. Ma c’è anche chi abita troppo lontano e chi non può permettersi nemmeno il contributo simbolico richiesto dalle autorità per frequentare la scuola. E alle difficoltà economiche si legano quelle psicologiche dovute a traumi o a problemi di adattamento. Per frenare l’abbandono scolastico l’Unicef ha stanziato 6 milioni di dollari. Il progetto prevede la costruzione di scuole dove è più alto il numero dei rifugiati, classi di recupero per chi è rimasto indietro negli studi e corsi serali per chi lavora. Per gli insegnanti è prevista invece una formazione particolare sui bisogni psicologici e sociali dei ragazzi, e ciò al fine di aiutare gli studenti ad affrontare i problemi all’interno della famiglia. (T.C.)

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    Turchia: il mensile cattolico "Presence" ricorda mons. Luigi Padovese

    ◊   “Per la piccola Chiesa di Turchia, la morte di mons. Luigi Padovese è uno strazio crudele. Non vogliamo, né abbiamo la competenza, aggiungere nulla ai commenti, a volte sorprendenti, diffusi dai media. Preghiamo, piuttosto, affinché la giustizia umana faccia il suo corso con la più grande obiettività”. Con queste parole il vicario apostolico di Istanbul, mons. Louis Pelâtre, ricorda mons. Luigi Padovese, presidente della Conferenza episcopale turca e vicario apostolico d’Anatolia, ucciso a Iskenderun, dal suo autista, lo scorso 3 giugno. Dalle pagine dell’ultimo numero di “Presence”, il mensile della Chiesa cattolica turca, interamente dedicato alla figura del vescovo ucciso, il vicario di Istanbul scrive che “il ricordo di mons. Padovese continuerà nelle sue opere consacrate in gran parte a far conoscere il patrimonio cristiano dell’Anatolia, di cui è diventato pastore”. “Presence” ospita anche una riflessione di padre Gwenolé Jeusset, impegnato in Turchia nel dialogo interreligioso: “in questa morte – afferma – si potrebbero trovare delle ragioni per innalzare muri ma sarebbe la strada sbagliata. Per rimanere su quella del dialogo non bisogna farsi trascinare nel fango delle contrapposizioni religiose ma cercare piuttosto lo Spirito che ci precede. Una buona parte della popolazione turca ignora il Cristianesimo. Vedere e giudicare il Papa o i cristiani con disprezzo o pregiudizi non serve alla Verità. Dobbiamo agire per farlo conoscere ma non potremo mai essere compresi se agiremo, anche noi, allo stesso modo. La nostra Chiesa riprenda la strada”. Il mensile ripercorre, attraverso articoli e foto, la vita di mons. Padovese, la sua opera, e riporta la cronaca dei funerali a Iskenderun e a Milano insieme al ricordo di Maddalena Santoro, sorella di don Andrea Santoro, ucciso a Trebisonda nel 2006. (R.P.)

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    Terra Santa: in primavera il pellegrinaggio delle reliquie di santa Teresa di Lisieux

    ◊   Prenderà il via il 14 marzo 2011 (fino alla fine di maggio), il pellegrinaggio in Terra Santa delle reliquie di santa Teresa di Lisieux. L’iniziativa è promossa dalla Assemblea degli Ordinari cattolici di Terra Santa (Aocts) che sta organizzando un comitato ad hoc, composto da rappresentanti di ogni diocesi, che avrà il compito di predisporre un programma delle manifestazioni. A coordinare, in collaborazione con i vescovi, il comitato è stato scelto padre Abdo Abdo, sacerdote e carmelitano di Haifa. “Si tratta di un momento importante per la Chiesa della Terra Santa ed è una grande gioia per i religiosi del Carmelo in Terra Santa – affermano dal Patriarcato latino di Gerusalemme - la piccola Teresa ha molto da insegnarci, come Patrona universale delle Missioni e Dottore della Chiesa, pur non avendo mai lasciato il suo convento, da dove ha raggiunto il Padre all'età di 24 anni nel 1897”. Il comitato dovrebbe iniziare a lavorare al programma subito dopo il Sinodo dei vescovi per il Medio Oriente che si svolgerà in Vaticano dal 10 al 24 ottobre 2010. (R.P.)

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    “Testimoni di pace”: Rondine incontra due attivisti per l'ambiente e la pace

    ◊   “Uomo e ambiente. Quale ruolo per l’individuo nella pace e nello sviluppo del pianeta”. Sarà questo il tema attorno al quale ruoterà l’evento “Testimoni di pace”, che giovedì 7 ottobre concluderà nel Borgo medievale di Rondine, in provincia di Arezzo, la manifestazione estiva “Volarondine 2010”. Protagonisti dell’incontro, organizzato da Rondine Cittadella della Pace, saranno la scienziata indiana Vandana Shiva, nota a livello internazionale per le sue battaglie in difesa dell’ambiente e delle tradizioni locali e Johan Galtung, uno dei massimi esperti di studi della pace, che offriranno la testimonianza del loro operato e si confronteranno con gli altri partecipanti sul ruolo di ognuno per la promozione di una cultura della pace. Shiva, infatti, nel 1991 ha creato tra l’altro Navdanya, un movimento per proteggere la diversità e l’integrità delle risorse viventi e ha ricevuto nel 1993 il “Premio Nobel per la Pace Alternativo". Significativa anche l’opera di Galtung, fondatore dei moderni peace studies, che ha ottenuto il medesimo riconoscimento nel 1987 ed è oggi consulente di oltre dieci diverse agenzie delle Nazioni Unite all’interno di programmi in aree di crisi. Si tratterà dunque di un’occasione per riflettere sull’importanza del rispetto della vita umana e della biodiversità, nella convinzione che la pacifica convivenza passi anche attraverso un utilizzo consapevole delle risorse naturali. (L.G.)

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    Medici con l’Africa Cuamm compie 60 anni

    ◊   Nasceva 60 anni fa a Padova, il Collegio Universitario Aspiranti Medici Missionari, era il 3 dicembre del 1950. Oggi il Cuamm, con il nuovo nome di “Medici con l’Africa Cuamm” è la prima Ong in campo sanitario riconosciuta in Italia e la più grande organizzazione italiana per la promozione e la tutela della salute delle popolazioni africane. Tante, dunque le iniziative in programma per celebrare il significativo anniversario, che verranno presentate il prossimo giovedì 23 settembre, alle ore 11, nel Collegio Sacro di Padova, all’interno del Palazzo vescovile della città. "Medici con l'Africa Cuamm" è presente in Angola, Etiopia, Kenya, Mozambico, Sud Sudan, Tanzania e Uganda e in ognuno di questi Paesi realizza progetti a lungo termine in un’ottica di sviluppo, per garantire servizi di qualità accessibili a tutti. Tra le attività più importanti della Ong - impegnata con 47 medici in 15 ospedali, 3 centri di riabilitazione, scuole infermieri e università e attiva su 37 progetti di cooperazione - c’è poi da ricordare la formazione. Un’attività, quest’ultima, volta a istruire, in Italia come in Africa, le risorse umane da impiegare nella ricerca e nella divulgazione scientifica, ancora una volta all’insegna del diritto umano fondamentale alla salute per tutti. (L.G.)

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    Polonia: da 10 anni i “Laboratori missionari” educano i giovani di Czestochowa alla missione

    ◊   Nell’anno 2000, esattamente 10 anni fa, per volontà dell’arcivescovo di Czestochowa, mons. Stanislaw Nowak, ebbero inizio nell’arcidiocesi i “Laboratori missionari”. Organizzati il terzo sabato del mese dal direttore diocesano delle Pontificie Opere Missionarie dell’arcidiocesi, don Jacek Gancarek, i Laboratori hanno come obiettivo principale l’educazione alla missione. Sono particolarmente dedicati ai giovani che vogliono partecipare come animatori dei gruppi delle Pontificie Opere Missionarie costituiti presso le scuole e le parrocchie. Ai “Laboratori missionari” partecipano anche sacerdoti, religiosi, religiose, catechisti, animatori missionari e tutti i responsabili delle Pontificie Opere Missionarie presso le parrocchie. Durante i “Laboratori” - riferisce l'agenzia Fides - alcuni missionari presentano il loro lavoro, la problematica missionaria, le sfide per la Chiesa. Attraverso questa iniziativa i missionari entrano nelle scuole dei diversi livelli di istruzione, nelle scuole elementari e medie, per incontrare gli studenti e presentare il ruolo della Chiesa nel campo missionario. Durante gli incontri con allievi e insegnanti viene presentato il lavoro svolto in Africa, Asia, Oceania, America Latina. “Dopo 10 anni della positiva esperienza dei Laboratori missionari presso le parrocchie della nostra arcidiocesi - ha detto don Jacek Gancarek, direttore diocesano delle Pom – oggi sono tanti i gruppi e i movimenti delle Pontificie Opere Missionarie. Anche nelle scuole, durante l’ora di religione, si presenta la problematica missionaria. Del resto i nostri missionari, sacerdoti ma anche laici, lavorano già da tempo in Africa, America Latina e Asia”. Il nuovo ciclo di “Laboratori missionari” avrà inizio il 18 settembre presso la parrocchia di san Giacomo Apostolo a Czestochowa, sull’argomento “Animatori e volontari missionari per il lavoro missionario con i giovani e nelle parrocchie”. (R.P.)

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    24 Ore nel Mondo



    Elezioni in Afghanistan. Violenze e irregolarità: sei bambini tra le vittime

    ◊   Le elezioni legislative di ieri in Afghanistan sono state caratterizzate da numerosi episodi di violenza: centinaia gli attacchi ai seggi, che hanno causato la morte di oltre 20 persone. I risultati ufficiali della tornata non saranno diffusi prima del 31 ottobre, ma a minare il successo dell’appuntamento elettorale ci sono anche le diffuse irregolarità denunciate nelle ultime ore. Ce ne parla Eugenio Bonanata:

    Dubbi e serie preoccupazioni riguardo alla qualità del voto. Così si sono espressi gli osservatori della Fondazione afghana per elezioni libere e trasparenti, che hanno lanciato un appello alla Commissione elettorale indipendente per assicurare la correttezza dello spoglio delle schede. Centinaia le denunce presentate finora, che segnalano schede false nelle urne e violenze ed intimidazioni da parte di candidati. Quasi 400 gli incidenti seri: alcuni seggi sono stati fatti saltare in aria ed altri sono stati occupati dai talebani. Oggi sono stati trovati i corpi di tre scrutatori rapiti ieri. Atre tre vittime che allungano la scia di sangue che ha segnato la tornata elettorale. “Coraggiosi - ha detto Ban Ki-moon, segretario generale dell’Onu - gli oltre 3 milioni e mezzo di afghani che si sono recati alle urne”. L’affluenza è stata del 40 per cento. Soddisfazione è stata espressa dalla diplomazia statunitense, che ha sottolineato l’importanza delle prime elezioni gestite interamente dagli afghani. Sul terreno, intanto, ancora violenze. In mattinata sei bambini hanno perso la vita per l’esplosione di un ordigno nel nord del Paese e i guerriglieri continuano a colpire le forze di sicurezza internazionali: sono 8 i soldati dell’Isaf uccisi negli ultimi due giorni, 25 dall’inizio di settembre. Tra di loro anche il tenente italiano Alessandro Romani. Oggi a Roma l’arrivo della salma, dove domani saranno celebrati i funerali.

    Iraq-violenze
    La guerriglia continua a colpire anche in Iraq. A Baghdad è salito ad almeno 31 vittime e oltre cento feriti il bilancio di due autobombe, esplose quasi simultaneamente, questa mattina, in due diverse zone del centro della capitale irachena. Lo ha riferito il Ministero dell’Interno.

    Medio Oriente
    La moratoria dell’espansione degli insediamenti ebraici in Cisgiordania al centro della missione negli Usa del ministro della Difesa israeliano Barak, che nei prossimi giorni incontrerà i vertici statunitensi. L’amministrazione Obama preme per uno stop di almeno 3 mesi in vista della scadenza di fine mese, ma Israele finora non ha assunto alcun impegno. Dal canto suo l’Autorità Nazionale Palestinese ha ribadito che la questione inciderà sulla prosecuzione dei negoziati diretti avviati all’inizio di settembre. Intanto, in caso di fallimento dei colloqui, il presidente Abu Mazen ha fatto sapere che non esclude l’ipotesi di dimissioni.

    Dalla Russia missili alla Siria
    Cresce la preoccupazione in Israele per la decisione della Russia di dotare la Siria di missili P-800 Yakont, che hanno una gittata di 300 chilometri e che sono difficilmente intercettabili. Secondo la stampa locale, i vertici militari israeliani temono che queste armi possano finire nelle mani degli Hezbollah libanesi. Israele, invece, sostiene il progetto dell’amministrazione Obama di vendere jet militari all’Arabia Saudita per contrastare la minaccia iraniana. Il Washington Post – che cita il Pentagono e fonti della Casa Bianca - ritiene che si stia attendendo il pronunciamento del Congresso per dare così il via libera all’operazione da 60 miliardi di dollari.

    India
    Stato di massima allerta in India, dopo la sparatoria avvenuta oggi nei pressi della principale moschea di Nuova Delhi, nella quale due turisti stranieri sono rimasti feriti. L’episodio avviene nel pieno delle tensioni scoppiate nel Kashmir indiano per le proteste separatiste represse dalla polizia. Si segnalano anche nuovi disordini nello Stato di Jammu, in seguito alla morte di tre manifestanti rimasti feriti nei giorni scorsi durante scontri con gli agenti. Sale così a 34 il numero delle vittime nell’ultima settimana. Le autorità indiane, ieri, hanno parzialmente sospeso il coprifuoco imposto nella regione.

    Iran-Ahmadinejad
    Il presidente iraniano Ahmadinejad ha smentito che le autorità di Teheran abbiano condannato a morte per lapidazione Sakineh Mohammadi-Ashtiani, la donna accusata in Iran di adulterio e di complicità per l’assassinio del marito. Il leader della Repubblica, giunto a New York per la per l'Assemblea generale dell'Onu, in un’intervista alla tv Abc, ha chiesto agli Stati Uniti di rilasciare otto cittadini iraniani “arrestati e detenuti illegalmente”.

    Elezioni in Svezia
    Urne aperte stamattina in Svezia per le legislative. Si attende una forte partecipazione. I seggi chiuderanno alle 20.00. I sondaggi prevedono una riconferma dell’attuale governo di centrodestra e l’ingresso in Parlamento, per la prima volta, dell’estrema destra. Le ultime rilevazioni danno in leggera rimonta i socialdemocratici, che hanno dominato la scena politica del Paese negli ultimi 80 anni.

    Grecia
    Prosegue in Grecia lo sciopero dei camionisti contro il progetto di liberalizzazione del settore del governo. Centinaia i camion che, da questa mattina, assediano la periferia di Atene. Gli autotrasportatori, in rivolta ormai da una settimana, minacciano di entrare nella capitale nonostante il divieto del governo. Al momento non è stato registrato alcun incidente, ma la protesta rischia di inasprirsi in vista del voto parlamentare sulla legge previsto per il prossimo martedì.

    Germania-nucleare
    In Germania protesta contro il rilancio del nucleare deciso dal governo. Circa 100mila persone – 37mila secondo la polizia - sono scese in piazza a Berlino contro la decisione dell’esecutivo di Angela Merkel di prolungare di altri 12 anni l’utilizzo di alcune centrali nucleari nel Paese.

    Cina-Giappone
    La Cina ha bloccato i negoziati con il Giappone per aumentare i voli tra i due Paesi, annunciando in futuro altre “forti contromisure”. La decisione di Pechino segue quella di Tokyo di prolungare di altri 10 giorni la detenzione del capitano dell’imbarcazione cinese arrestato lo scorso 8 settembre in una zona di mare contesa fra le due nazioni.

    Thailandia
    In Thailandia tornano in piazza le “camicie rosse”, sostenitori dell’ex premier Shinawatra. Nonostante lo stato d’emergenza, che impedisce gli assembramenti, in migliaia si sono ritrovati oggi nel centro della capitale Bangkok per ricordare pacificamente il IV anniversario del golpe contro Shinawatra, dopo le proteste antigovernative conclusesi lo scorso mese di maggio con un bilancio di 91 morti. Centinaia di poliziotti, alcuni dei quali in assetto antisommossa, vigilano la zona. Si teme che i manifestanti possano occupare la piazza. (Panoramica internazionale a cura di Eugenio Bonanata)

    Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LIV no. 262

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