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Sommario del 17/09/2010

Il Papa e la Santa Sede

  • Il Papa ai giovani della St. Mary’s University: cercate in Dio la vera felicità
  • L'incontro con i leader delle altre religioni. Il Papa: lavorare insieme per il bene dell'umanità
  • Benedetto XVI incontra l’arcivescovo di Canterbury. Mons. Langham: evento di guarigione
  • Il Papa a Glasgow: la società ha bisogno di voci chiare sulla verità dell'uomo
  • Hyde Park: i giovani aspettano il Papa per la veglia di preghiera
  • Con coraggio e con gioia: l’editoriale di padre Lombardi
  • Londra: 5 arresti in un'operazione anti-terrorismo. Padre Lombardi: il programma del viaggio non cambia
  • Mons. Tomasi: l'acqua non è una merce ma un diritto universale
  • Messaggio di mons. Zimowski per l’incontro internazionale delle Cappellanie d’Europa
  • Oggi su "L'Osservatore Romano"
  • Oggi in Primo Piano

  • Violenze alla vigilia delle elezioni in Afghanistan. Karzai chiede al Paese di recarsi alle urne
  • Chiuse le miniere nel Kivu. La denuncia dei missionari
  • Al via LoppianoLab, l'iniziativa dei Focolari per una nuova visione di unità del Paese Italia
  • Chiesa e Società

  • Unicef: in calo la mortalità infantile nel mondo, ma i dati restano agghiaccianti
  • Obiettivi del Millennio: un "fiasco" secondo il relatore Onu per l'Alimentazione
  • Le alluvioni in Pakistan si spostano dal nord al sud
  • Pakistan. Mons. Anthony: il proselitismo degli integralisti non andrà a buon fine
  • Nuovi attacchi contro la comunità cristiana in Pakistan: aggredito pastore protestante
  • Malaysia. Avviato il Comitato interreligioso nazionale: passo importante per il dialogo
  • L’Indonesia verso una nuova legge sulla libertà religiosa
  • Sudan: Ong preoccupate per la sicurezza e i diritti umani
  • Mons. Franceschini eletto presidente della Conferenza episcopale della Turchia
  • Colombia. La Croce Rossa consegna aiuti per 800mila sfollati di Haiti
  • Elezioni in Venezuela. Il cardinale Urosa: votare per il bene del Paese
  • Brasile: messaggio dei vescovi in vista delle elezioni politiche
  • Cile: i vescovi lanciano il mese della Bibbia
  • Australia: documento dei vescovi per la Giornata della Giustizia Sociale
  • Cina: migliaia di fedeli al Santuario della Santa Croce nella diocesi di Zhou Zhi
  • Le istituzioni europee alla conferenza ecumenica contro la povertà
  • Turchia: la ricerca dei valori condivisi al centro del Simposio islamo-cristiano
  • E' morto l’islamologo Mohammed Arkoun, sostenitore del dialogo interreligioso
  • Le Missionarie Comboniane: Nobel per la pace 2011 alle donne africane
  • Azione Cattolica rivolge un appello alla politica italiana in nome del bene comune
  • 24 Ore nel Mondo

  • Kashmir indiano: due morti e 16 feriti nelle nuove manifestazioni separatiste di oggi
  • Il Papa e la Santa Sede



    Il Papa ai giovani della St. Mary’s University: cercate in Dio la vera felicità

    ◊   Mirate a cose grandi, crescete in santità: è l’esortazione di Benedetto XVI ai giovani del Regno Unito, rivolta stamani nella visita alla St. Mary’s University College nel quartiere londinese di Twickenham. L’incontro del Papa, dedicato al mondo dell’educazione, è stato trasmesso via Internet in tutte le scuole cattoliche britanniche. Tanti i bambini che hanno potuto salutare il Papa di persona all’entrata del college, in un clima di grande gioia. Nell’occasione della visita, a cui ha preso parte anche il ministro dell’Istruzione britannico, è stata inaugurata la Fondazione “Giovanni Paolo II” per lo Sport. Il Papa ha inoltre benedetto una struttura sportiva che verrà utilizzata nelle Olimpiadi di Londra 2012. Dalla capitale inglese, il servizio del nostro inviato Alessandro Gisotti:

    (Canti dei giovani)

    Una festa per celebrare i giovani e l’educazione cattolica: è lo spirito che ha animato la visita di Benedetto XVI stamani alla St. Mary’s University a Twickenham. Un evento nel quale il Papa ha ribadito la responsabilità delle scuole cattoliche verso i ragazzi loro affidati. In una mattinata londinese piena di sole, il Papa è stato accolto con entusiasmo da 4 mila studenti riuniti nel campo sportivo del college. Affetto contraccambiato dal Santo Padre che, nel suo discorso, preceduto da alcune testimonianze, ha esortato i giovani a puntare in alto nella loro vita:

    “What God wants most of all for each one of you…”
    “La cosa che Dio desidera maggiormente per ciascuno di voi – ha detto – è che diventiate santi. Egli vi ama molto più di quanto voi possiate immaginare e desidera per voi il massimo”, cioè “crescere in santità”. Quando si è giovani, ha proseguito, “si è soliti pensare a persone che stimiamo e ammiriamo, persone alle quali vorremmo assomigliare”. A volte, ha detto, “potrebbe essere qualcuno di famoso”, giacché “viviamo in una cultura della celebrità ed i giovani sono spesso incoraggiati ad avere come modello figure del mondo dello sport o dello spettacolo”. Ma “quale tipo di persona vorreste davvero essere?”, ha chiesto il Papa ai ragazzi ed ha aggiunto: “Quando vi invito a diventare santi, vi sto chiedendo di non accontentarvi di seconde scelte”:

    “I am asking you not to pursue one limited goal…”
    “Vi sto chiedendo – ha ribadito il Papa - di non perseguire un obiettivo limitato, ignorando tutti gli altri”. Avere soldi, ha detto, “rende possibile essere generosi e fare del bene nel mondo, ma, da solo, non è sufficiente a renderci felici”. Né basta avere successo nello sport o nel lavoro per essere felici. “La felicità – ha constatato – è qualcosa che tutti desideriamo, ma una delle grandi tragedie di questo mondo è che così tanti non riescono mai a trovarla, perché la cercano nei posti sbagliati. La soluzione è molto semplice: la vera felicità va cercata in Dio”.

    “We need to have the courage to place our…”
    “Abbiamo bisogno – ha affermato – del coraggio di porre le nostre speranze più profonde solo in Dio: non nel denaro, in una carriera, nel successo mondano, o nelle nostre relazioni con gli altri, ma in Dio. Lui solo può soddisfare il bisogno più profondo del nostro cuore”. Dio, ha aggiunto, ci invita a rispondere al suo amore, “desidera la vostra amicizia”. Un’amicizia che cambia la vita, che rende consapevoli quanto l’egoismo e l’avidità siano tendenze distruttive. Incontrando Dio, ha proseguito, “incominciate a provare compassione per quanti sono in difficoltà e desiderate fare qualcosa per aiutarli”. Quando queste cose iniziano a starvi a cuore, ha soggiunto, “siete già pienamente incamminati sulla via della santità”. Quindi, soffermandosi sul percorso scolastico, ha invitato i giovani a ricordare sempre che ogni materia di studio si inserisce in un orizzonte più ampio:

    “We need good historians and philosophers and economists…”
    “Il mondo – è stata l’esortazione del Papa – ha bisogno di buoni storici, filosofi ed economisti”. Ha bisogno di buoni scienziati, ma una prospettiva scientifica diventa pericolosamente angusta, se ignora la dimensione etica e religiosa della vita, così come la religione diventa angusta, se rifiuta il legittimo contributo della scienza alla nostra comprensione del mondo”. Il Papa ha concluso il suo discorso sottolineando che una scuola cattolica deve incoraggiare la conoscenza ed amicizia con Dio come anche l’amicizia con i membri di altre tradizioni religiose:

    (Canti)

    Prima del discorso ai giovani del college, il Papa si era rivolto - nella Cappella universitaria - a 300 religiosi impegnati nell’educazione cattolica. Benedetto XVI ha espresso particolare apprezzamento per coloro il cui impegno è “garantire che le nostre scuole assicurino un ambiente sicuro per i bambini e i giovani”:

    “Our responsibility towards those entrusted to us for their…”
    “La nostra responsabilità verso coloro che ci sono affidati per la loro formazione cristiana – ha affermato – non richiede nulla di meno”. Inoltre, ha rilevato, “la vita di fede può essere effettivamente coltivata solo quando l’atmosfera prevalente è di una fiducia rispettosa e affettuosa”. Ed ha auspicato che “questo possa continuare ad essere un segno distintivo delle scuole cattoliche” del Regno Unito. Il Papa non ha mancato di soffermarsi sul ruolo dell’insegnante, ribadendo che l’educazione “non può mai essere considerata come puramente utilitaristica”:

    “It is about forming the human person…”
    “Riguarda piuttosto – ha detto – formare la persona umana, preparare lui o lei a vivere la vita in pienezza – in poche parole riguarda educare alla saggezza”. E “la vera saggezza”, ha sottolineato, “è inseparabile dalla conoscenza del Creatore”. Il Papa ha anche rivolto il pensiero alla “presenza dei religiosi nelle scuole cattoliche”, che rappresenta “un forte richiamo all’ampiamente discusso carattere cattolico, che è necessario permei ogni aspetto della vita scolastica”. Questo, ha detto, “riporta all’evidente esigenza che il contenuto dell'insegnamento dovrebbe essere sempre in conformità con la dottrina della Chiesa”. Il Santo Padre ha infine citato con gratitudine l’opera di Mary Ward, ricordando come anche lui, da ragazzo, sia stato educato dalle suore della congregazione delle “Dame inglesi”, fondata nel XVII secolo dalla Venerabile inglese.

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    L'incontro con i leader delle altre religioni. Il Papa: lavorare insieme per il bene dell'umanità

    ◊   A chiudere la mattinata di Benedetto XVI è stato l’atteso incontro con i rappresentanti religiosi e laici di altre religioni ospitato al St Mary’s University College di Twickenham. Ad accogliere il Papa sono stati il Rabbino capo delle “United Hebrew Congregations of Commonwealth”, Lord Sacks of Aldgate, e il Dr. Khaled Azzam, direttore del Prince’s School of Traditional Arts”, presente l’arcivescovo di Liverpool, mons. Patrick A. Kelly. Il servizio di Roberta Gisotti.

    “La ricerca del sacro non svaluta gli altri campi dell’indagine umana”: ha sottolineato Benedetto XVI. “Al contrario li pone in un contesto che amplifica la loro importanza quali vie mediante le quali esercitare responsabilmente il nostro essere amministratori della creazione”:

    “The quest for the sacred is the search for…”
    “La ricerca del sacro – ha spiegato - è la ricerca dell’unica cosa necessaria, l’unica a soddisfare le aspettative del cuore umano”. E “la vostra presenza e testimonianza nel mondo – ha aggiunto il Papa rivolto ai leader delle altre religioni – indica la fondamentale importanza per la vita umana di questa ricerca spirituale nella quale siamo impegnati.”

    “As followers of different religious traditions working together…”
    “Quali seguaci di tradizioni religiose diverse, che lavorano insieme per il bene della comunità in senso ampio – ha proseguito Benedetto XVI - noi diamo grande importanza a questa dimensione 'fianco a fianco' della nostra collaborazione, che completa l’aspetto 'faccia a faccia' del nostro costante dialogo".

    Un dialogo che il Santo Padre chiede nel segno della “reciprocità”. Penso in particolare - ha detto - a situazioni in alcune parti del mondo, dove occorre rispettare “la libertà di praticare la propria religione e di compiere atti di culto pubblico, come pure la libertà di seguire la propria coscienza senza soffrire ostracismo o persecuzione, anche dopo la conversione da una religione ad un’altra”. Questa la via per lavorare insieme tra persone di tutte le religioni “in modo efficace per la pace e la mutua comprensione, offrendo perciò una testimonianza convincente davanti al mondo”.

    “Catholics, both in Britain and throughout the world, will continue...”
    “I cattolici, sia in Gran Bretagna sia in tutto il mondo, - ha rassicurato Benedetto XVI - continueranno ad edificare ponti di amicizia con altre religioni, per sanare gli errori del passato e per promuovere fiducia fra individui e comunità”.

    Auguri speciali, il Santo Padre ha rivolto a tutta la comunità ebraica in Gran Bretagna e nel mondo, “per una celebrazione felice e santa dello Yom Kippur”. E parole di grande stima e gratitudine ha reso al Papa, il capo rabbino Lord Sacks. “45 anni fa – ha ricordato - fu la Nostra Aetate a realizzare la più grande trasformazione nelle relazioni interreligiose” e, – ha aggiunto – “la sua visita qui, oggi segna un nuovo e vitale capitolo di quella storia".

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    Benedetto XVI incontra l’arcivescovo di Canterbury. Mons. Langham: evento di guarigione

    ◊   Oggi pomeriggio il Papa incontrerà l’arcivescovo di Canterbury, Rowan Williams, al Lambeth Palace. In serata, si terrà la celebrazione ecumenica nella Westminster Abbey. Sul significato, anche simbolico, di questo incontro tra il Pontefice e il Primate della Comunione Anglicana, il nostro inviato Alessandro Gisotti ha intervistato mons. Mark Langham, incaricato dei rapporti con gli anglicani del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani:

    R. – Vedere due grandi leader di comunità religiose pregare insieme è un’immagine molto forte per la gente d’Inghilterra. Anche storicamente, possiamo pensare alla controversia con il cattolicesimo. Questa è una guarigione del passato, vedere il leader della Chiesa cattolica, il Santo Padre, in Inghilterra in un santuario che rappresenta lo Stato e anche la Chiesa di Inghilterra, vedere qui il Papa rappresenta un momento di guarigione e di pace.

    D. – “Purificazione della memoria”, come tante volte ha detto Giovanni Paolo II…

    R. – Appunto. Per l’Inghilterra è molto importante perché qui i cattolici si sentono, si sono sentiti, forse, nel passato, un po’ più ai margini della società. Quindi, questo sarà un momento per ridare attenzione alla fede cattolica nella società inglese.

    D. – Quali risultati ci si può attendere da questa visita del Papa nel rapporto con gli anglicani in un momento che sicuramente è delicato?

    R. – Penso che il messaggio fondamentale sarà quello di una forte spinta verso la continuazione del dialogo. Loro parleranno della commissione Arcic, la Commissione internazionale anglicana romano-cattolica, che continuerà l’anno prossimo il dialogo tra le due Chiese. E’ un momento per considerare l’importanza di questo dialogo, perché dobbiamo parlare alla società inglese nel suo insieme. La nostra missione deve essere fatta insieme e questo sarà un forte messaggio per tutti i cristiani.

    D. – A Westminster Abbey il Papa pregherà con i fedeli delle diverse confessioni cristiane. Possiamo dire che ancora una volta la preghiera è segno e strumento dell’ecumenismo …

    R. – Certo, pregare insieme è la cosa fondamentale, la prima cosa da fare nel lavoro dell’ecumenismo. Ho sentito da tanti leader di diverse tradizioni che secondo loro il Santo Padre può far pregare insieme tanti diversi leader e membri di altre Chiese. E’ un dono che la Santa Sede può fare a tutto il cristianesimo, per tutte le tradizioni. Quindi, sarà un momento molto importante.

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    Il Papa a Glasgow: la società ha bisogno di voci chiare sulla verità dell'uomo

    ◊   Una splendida giornata di sole, clima di preghiera e tanto entusiasmo hanno caratterizzato ieri pomeriggio la Messa presieduta dal Papa al Bellahouston Park di Glasgow, a conclusione della tappa in Scozia. Oltre 70 mila i fedeli presenti. Ce ne parla Sergio Centofanti.

    (Canto)

    Tanta gioia e affetto per il Papa al Bellahouston Park di Glasgow ma anche clima di profondo raccoglimento per la celebrazione dell’Eucaristia. Benedetto XVI, nell’omelia, ha sottolineato che “Cristo continua a inviare i suoi discepoli nel mondo per annunciare la venuta del suo Regno e portare la sua pace”. Ha lodato la presenza di università e scuole cattoliche in Scozia, “segno di grande speranza per la Chiesa”, incoraggiando a evangelizzare la cultura contemporanea:

    “The evangelization of culture is all the more important in our times…
    L’evangelizzazione della cultura è tanto più importante nella nostra epoca, in cui una ‘dittatura del relativismo’ minaccia di oscurare l’immutabile verità sulla natura dell’uomo, il suo destino e il suo bene ultimo. Vi sono oggi alcuni che cercano di escludere il credo religioso dalla sfera pubblica, di privatizzarlo o addirittura di presentarlo come una minaccia all’uguaglianza e alla libertà. Al contrario, la religione è in verità una garanzia di autentica libertà e rispetto, che ci porta a guardare ogni persona come un fratello od una sorella”.

    Il Papa ha quindi lanciato un appello ai fedeli laici affinché sappiano promuovere nella sfera pubblica la visione del mondo che deriva dalla fede:

    “Society today needs clear voices…
    La società odierna necessita di voci chiare, che propongano il nostro diritto a vivere non in una giungla di libertà auto-distruttive ed arbitrarie, ma in una società che lavora per il vero benessere dei suoi cittadini, offrendo loro guida e protezione di fronte alle loro debolezze e fragilità. Non abbiate paura di dedicarvi a questo servizio in favore dei vostri fratelli e sorelle, e del futuro della vostra amata nazione”.

    Come esempio per i cattolici scozzesi, il Papa ha citato San Ninian, uno dei primi evangelizzatori di queste terre, che “non ebbe paura di essere una voce solitaria”. E infine ha invitato i giovani ad andare controcorrente per vivere una vita degna del Vangelo:

    There are many temptations placed before you every day…
    Vi sono molte tentazioni che dovete affrontare ogni giorno – droga, denaro, sesso, pornografia, alcool – che secondo il mondo vi daranno felicità, mentre in realtà si tratta di cose distruttive, che creano divisione. C’è una sola cosa che permane: l’amore personale di Gesù Cristo per ciascuno di voi. Cercatelo, conoscetelo ed amatelo, ed egli vi renderà liberi dalla schiavitù dell’esistenza seducente ma superficiale frequentemente proposta dalla società di oggi. Lasciate da parte ciò che non è degno di valore e prendete consapevolezza della vostra dignità di figli di Dio”.

    (Applausi)

    Al termine della Messa, tra gli applausi ha cantato in onore del Papa, l’ormai nota Susan Boyle: la fede e la preghiera – ha detto la cantante, cattolica impegnata – sono il pilastro della mia vita.

    (Canto di Susan Boyle)

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    Hyde Park: i giovani aspettano il Papa per la veglia di preghiera

    ◊   L’appello del Papa ai giovani scozzesi è risuonato anche a Londra, dove domani sera in tanti lo accoglieranno ad Hyde Park in occasione della veglia di preghiera per la Beatificazione del cardinale Newman. Tra i partecipanti ci sarà anche Susanna Dereani, rappresentante dei giovani italiani nella capitale britannica. Alessandro Gisotti l’ha intervistata:

    R. – Siamo estremamente felici che il Santo Padre ci venga a trovare, perché ovviamente lui ci rappresenta come cattolici ed essendo noi una piccola minoranza qui a Londra è molto bello sentire la sua presenza. Abbiamo cominciato a pregare già da molto tempo per questo suo viaggio. Siamo molto carichi, dunque, per questa visita. Ci faremo sentire.

    D. – Quindi, una vera e propria preparazione spirituale nell'attesa di questo evento...

    R. – E’ da quando abbiamo saputo della visita del Santo Padre, che noi stiamo pregando perché le cose vadano nel migliore dei modi.

    D. – Una giovane cattolica, una giovane fedele, come testimonia la fede anche rispetto a coetanei che non credono...

    R. - Testimoniare la fede agli altri rafforza la propria fede. Molti di noi si sono trovati a confrontarsi con colleghi, amici e coetanei di altre nazionalità, di altre credenze. Questo ci rafforza e in tanti aspetti ci fa proprio ritrovare la nostra fede, perché quando uno si trova a dover spiegare, giustificare, innanzitutto si documenta e poi si immerge molto di più nella fede, perché deve rendere ragione agli altri, e poi si coinvolge molto di più e la fede cresce. La fede in tutti noi cresce molto di più.

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    Con coraggio e con gioia: l’editoriale di padre Lombardi

    ◊   Una grandissima festa: così il direttore della Sala Stampa vaticana, padre Federico Lombardi, ha definito l’accoglienza del Papa nel Regno Unito. Una visita molto attesa e, come capita altre volte, preceduta da qualche polemica e alcune opposizioni. Ma Benedetto XVI, nello stile di Pietro, continua a rendere ragione della speranza cristiana “con dolcezza e rispetto”. Ascoltiamo in proposito l’editoriale di padre Lombardi per Octava Dies, il settimanale informativo del Centro Televisivo Vaticano:

    Rispondendo sull’aereo alla domanda se fosse preoccupato per le critiche e le opposizioni che lo attendevano nel Regno Unito, il Papa ha risposto ai giornalisti che non era preoccupato, che andava avanti con coraggio e con gioia. Ha anche aggiunto la ragione del coraggio e della gioia: ha detto che la Chiesa non si deve occupare tanto di dimostrarsi forte e attrattiva, quanto di essere del tutto trasparente della persona e delle parole di Gesù Cristo. Se la Chiesa cerca veramente di essere questa trasparenza per le persone che la incontrano, ha fatto il suo dovere, ha compiuto la sua missione e non ha alcun motivo di avere paura. Qui sta il semplicissimo segreto della serenità del Papa anche in situazioni difficili. Una serenità, che diventa messaggio essa stessa ed esempio per i credenti. Il segreto è, infatti, la fede in Gesù Cristo. Benedetto XVI la propone con intelligenza, con fiducia e con gioia, sapendo e rispettando le domande e le difficoltà dei suoi interlocutori. Non per nulla, evocando la figura del cardinale Newman mette in rilievo la sua modernità e la sua continua ricerca della verità. Sa bene che oggi l’incontro con Dio e con la fede cristiana non sono facili e scontati; ci vuole una voce e una mano amica che proponga con chiarezza e accompagni con amore a riscoprire il bello e il valore della proposta cristiana. Viene accolta o no, questa proposta? Qui vi è naturalmente lo spazio della libertà di chi ascolta e la responsabilità di chi è mediatore del messaggio e può facilitare, o rendere più difficile, il suo giungere all’ascoltatore. Ma la proposta è bella: è quanto di meglio il Papa può offrire. Perciò la fa con gioia. E chi la accoglie, partecipa a questa gioia.

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    Londra: 5 arresti in un'operazione anti-terrorismo. Padre Lombardi: il programma del viaggio non cambia

    ◊   Cinque uomini sono stati arrestati a Londra, stamani, dalla polizia britannica nell’ambito di un’operazione anti-terrorismo. Rispondendo a domande dei giornalisti, il portavoce vaticano padre Federico Lombardi ha detto che il programma del viaggio del Papa a Londra non subirà modifiche così come non ci saranno variazioni per le misure di sicurezza predisposte. "Siamo pienamente fiduciosi nella polizia – ha detto – non ci sono motivi di preoccupazione e non è dunque necessario cambiare il programma". Il Papa è stato informato degli arresti.

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    Mons. Tomasi: l'acqua non è una merce ma un diritto universale

    ◊   L’acqua non è una merce o un prodotto di mercato fra tanti, ma una risorsa fondamentale per la vita umana, alla quale tutti hanno diritto di attingere. Questo è l’insegnamento della Chiesa cattolica, ribadito ieri dall’arcivescovo Silvano Maria Tomasi, osservatore permanente della Santa Sede presso l’ufficio Onu di Ginevra, intervenuto ieri alla 15.ma sessione del Consiglio delle Nazioni Unite per i Diritti umani. Il servizio di Roberta Barbi:

    L’accesso all’acqua potabile: una questione direttamente correlata a diritti umani quali il diritto alla vita e il diritto alla salute. Su questo tema si è incentrato l’intervento dell’arcivescovo Silvano Tomasi. “Il pensiero prevalente considera l’acqua come una merce, il cui prezzo viene stabilito sul principio del profitto – ha evidenziato il presule – secondo questa linea, dunque, anche le persone più povere dovrebbero pagare per avere accesso ai 50 litri di acqua potabile che l’Organizzazione Mondiale della Sanità individua come il minimo indispensabile alla sopravvivenza quotidiana”. Al giorno d’oggi è ancora lontano l’Obiettivo di sviluppo del Millennio che prevede di dimezzare entro il 2015 il numero di persone nel mondo che non hanno accesso all’acqua né a servizi sanitari di base, che ammonta a circa 900 milioni di persone. Alle condizioni igienico-sanitarie, poi, è direttamente connessa la diffusione di malattie come colera, tifo e dissenteria, che ogni anno nel mondo si portano via un milione e 800mila bambini al di sotto dei cinque anni d’età. “La distribuzione dell’acqua dev’essere una responsabilità pubblica, perché è un bene pubblico – ha concluso mons. Tomasi, ricordando gli insegnamenti della Chiesa cattolica in merito – senz’acqua, la vita è minacciata. Il diritto ad avere acqua pulita è universale e inalienabile”.

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    Messaggio di mons. Zimowski per l’incontro internazionale delle Cappellanie d’Europa

    ◊   “Molte persone sono in ansia e spaventate dal futuro, che vedono incerto e instabile”: così ha scritto mons. Zygmunt Zimowski, presidente del Pontificio Consiglio per gli operatori sanitari, nel suo messaggio inviato in occasione dell’incontro “La Cappellania nel futuro: dare e ricevere”, organizzato a Londra dalla Rete europea delle Cappellanie sanitarie. “Per quelli di noi che sono coinvolti nella Pastorale sanitaria, costituisce una sfida continuare nel ministero di provvedere ai bisogni spirituali di coloro i quali soffrono all’interno di una società sempre più secolarizzata, pluralistica, relativistica e spesso ostile e aggressiva nei confronti della fede e dei valori religiosi”, ha evidenziato mons. Zimowski, che ha voluto ricordare le parole pronunciate da Benedetto XVI, che proprio in questi giorni è in Gran Bretagna, nella Basilica di San Paolo fuori le Mura a Roma, in occasione della solennità dei Santi Pietro e Paolo: “La Chiesa è giovane e aperta al futuro – aveva detto il Papa – la Chiesa è un’immensa forza di rinnovamento nel mondo, non, ovviamente, per la sua propria forza, ma per il potere del Vangelo in cui aleggia lo Spirito di Dio, creatore e Redentore del mondo”. Il Santo Padre, in quell’occasione, aveva annoverato, tra le sfide che ci pone il mondo di oggi, quella storica, sociale e, soprattutto, quella spirituale, e aveva messo in luce come, oltre alla fame fisica, ci sia un’altra fame che non si può saziare con il cibo materiale, “una fame più profonda che solo Dio può soddisfare”. “L’umanità del Terzo Millennio vuole una vita piena, autentica – aveva concluso il Pontefice – ha bisogno di verità, libertà profonda, amore donato gratuitamente. Anche nel deserto del mondo secolarizzato, l’anima dell’uomo ha sete di Dio, del Dio vivente”. Mons. Zimowski, inoltre, ha sottolineato che sin dalle sue origini, la missione della Chiesa è stata quella di prendersi cura degli uomini fisicamente e spiritualmente, come insegnava Gesù, che mandò i suoi apostoli per il mondo a curare le malattie del corpo e dell’anima. Il presule, infine, ha voluto esprimere la propria vicinanza alle Cappellanie d’Europa, specialmente a quelle riunite nella Rete europea, il cui coordinatore, reverendo Stavros Kofinas, è stato ricevuto da mons. Zimowski che gli ha consegnato la Medaglia del Buon Samaritano, prestigioso riconoscimento del Pontificio Consiglio per gli operatori sanitari. Il dicastero vaticano fu istituito nel 1985 da Giovanni Paolo II con l’obiettivo di assistere i sacerdoti impegnati nella Pastorale sanitaria, al fianco di malati e sofferenti. (A cura di Roberta Barbi)

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    Oggi su "L'Osservatore Romano"

    ◊   In prima pagina, un editoriale del direttore sul viaggio di Benedetto XVI nel Regno Unito.

    L'ironia delle persone serie: in cultura, Jean Honoré sul cardinale Newman e l'aforisma come forma letteraria, e un passo del volume "John Henry Newman. Scritti d'occasione e traduzioni", che raccoglie la produzione dedicata, nell'arco di trent'anni, da don Giuseppe De Luca al porporato.

    Nell'informazione religiosa, un articolo di Giuseppe Caramazza dal titolo "Media cattolici nel Regno Unito, una significativa presenza": numerosi le pubblicazioni e i siti internet.

    Basso profilo e alta professionalità: il cardinale Raffaele Farina sulla Biblioteca Apostolica Vaticana che riapre con una rinnovata coscienza della propria identità e missione.

    Amleto sono io: Giuseppe Fiorentino recensisce il saggio di Nadia Fusini "Di vita si muore", dedicato alle passioni indagate da Shakespeare.

    Un articolo dell'inviata Silvia Guidi dal titolo "Sotto le stelle all'inseguimento del vero": la Libreria Editrice Vaticana all'undicesima edizione di "Pordenonelegge".

    Nell'informazione internazionale, Gabriele Nicolò sulle legislative di domani in Afghanistan.

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    Oggi in Primo Piano



    Violenze alla vigilia delle elezioni in Afghanistan. Karzai chiede al Paese di recarsi alle urne

    ◊   In Afghanistan un militare della Nato ha perso la vita in un’imboscata dei ribelli che sono entrati in azione anche a Farha provocando il ferimento di due militari italiani. Il tutto alla vigilia delle elezioni legislative, segnate anche dal rapimento di 2 candidati e di 18 operatori da parte dei talebani che già nei giorni scorsi avevano minacciato violenze. Il presidente Karzai, da parte sua, ha lanciato un appello affinché tutti si rechino alle urne. Ma qual è il clima che si respira a Kabul? Salvatore Sabatino lo ha chiesto al collega Maurizio Salvi, raggiunto telefonicamente nella capitale afghana:

    R. – Prevedibilmente, è abbastanza teso perché i talebani per la seconda volta in pochi giorni hanno avvertito che hanno intenzione di mettere in atto un piano di cui non hanno indicato i particolari, per sostenere il loro appello al boicottaggio del processo elettorale. Il sequestro dei due candidati segue all’uccisione di altri quattro che era avvenuta nei giorni scorsi e soprattutto, su tutto il territorio nazionale ci sono attentati diversi, uccisioni e sono ricomparse ieri sera le famose “lettere notturne” che sono le minacce che i talebani consegnano a domicilio agli elettori.

    D. – Bisogna sottolineare la presenza, tra i candidati, di molte donne finite sotto la lente d’ingrandimento dei talebani: la loro presenza risulta comunque importante per la democratizzazione del Paese …

    R. – Assolutamente! Questo è uno dei fatti centrali e innovativi di questo nuovo appuntamento elettorale, perché la legge elettorale prevede che dei 265 seggi della Camera Bassa, 68 siano obbligatoriamente destinati a donne e circa 280 donne si sono candidate per questi seggi e nessuna di esse, alla fine della campagna, si è ritirata. Peraltro, bisogna dire che nessuna candidata è stata toccata da vicende di violenza elettorale.

    D. – Gli Stati Uniti si dicono certi che questa tornata elettorale non sarà contrassegnata dai brogli così come avvenne per il ballottaggio delle presidenziali, lo scorso anno. Quali sono i controlli, su questo fronte?

    R. – Ci sono molte novità. Nessuno pensa che i brogli non ci saranno perché il territorio, la natura delle persone, la stessa tradizione delle procedure in questo tipo di appuntamenti lasciano pensare che i brogli ci saranno. Si spera che siano minori e per questo l’ufficio dell’Onu di Kabul è riuscito, d’intesa con la commissione elettorale indipendente, ad introdurre una serie di nuove norme e procedure, per esempio, un nuovo tipo d’inchiostro in cui l’elettore, una volta che avrà votato, dovrà intingere il dito; dall’altra, una perquisizione fisica che avverrà all’ingresso dei seggi per evitare che ci siano schede nelle tasche delle persone da introdurre nell’urna. Infine, la commissione elettorale indipendente ha sostituito 6 mila addetti con nuove persone formate appositamente.

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    Chiuse le miniere nel Kivu. La denuncia dei missionari

    ◊   Il presidente della Repubblica Democratica del Congo, Joseph Kabila, ha annunciato la sospensione delle attività di estrazione mineraria nella zona del Kivu. Su questa regione, ricchissima di preziose risorse, si concentrano gli interessi di multinazionali occidentali, di Uganda, Ruanda e Burundi e di molti gruppi ribelli. I missionari saveriani esprimono perplessità sulla decisione adottata, affermando che in questo modo si colpiscono solo le fasce più povere della popolazione, che, dall’estrazione dei minerali, ricavano il minimo sufficiente per vivere. Sono altre, dunque, le misure da adottare. Lo conferma il padre saveriano, Antonio Trettel, da anni missionario a Bukavu. L’intervista è di Giancarlo La Vella:

    R. – L’idea è buona, ma lascia molta perplessità: dopo
    tante guerre, tante lotte, scatenate proprio per mettere ordine, perché adesso improvvisamente si decide di chiudere le miniere? In questo modo saranno i più deboli che ancora una volta soffriranno. Non serve mandare via dalle miniere tutta la gente che faceva il suo povero lavoretto e aveva il suo esiguo guadagno, rivendendo il frutto dell’estrazione alle grandi compagnie, che sono loro poi ad avere il guadagno più cospicuo.

    D. – Chi gestisce le miniere in Congo?

    R. – Praticamente qui nell’est c’è una confusione grande. Ogni gruppo ribelle ha una miniera. Tutto il materiale estratto passa poi per il Rwanda. Quindi, vuol dire che il Rwanda non ha nessun interesse a mettere fine a questo stato di cose. Solo la pace metterebbe un po’ di ordine e darebbe un po’ di sicurezza anche alla gente, dando allo Stato la possibilità di gestire autonomamente le ricchezze del Paese.

    D. – I proventi delle estrazioni minerarie, chi e che cosa vanno a finanziare?

    R. – Vanno a finanziare le grandi multinazionali, le guerre, che continuano qui nell’est del Congo, vanno a finanziare i politici corrotti del Congo. Praticamente tutti ne ricavano frutto, perché è un flusso enorme di minerali, anche preziosi e ricercatissimi. E’ una cosa scandalosa e vergognosa.

    D. – Che cosa manca per raggiungere la pacificazione nel Paese e qual è il ruolo di voi missionari?

    R. – Noi missionari purtroppo possiamo solo gridare nel deserto e rendere cosciente la gente e questa coscienza critica può dare voce alla miseria. Allora che cosa manca? Manca la volontà politica di vedere chiaro che cosa è successo: qua i genocidi e le stragi sono stati fatti in nome della ricchezza enorme che c’è e di cui l’Occidente, le multinazionali e l’industria mondiale hanno bisogno. Quindi, ci vorrebbe una volontà politica di pace, di chiarezza, di giustizia e allora verrebbe anche la riconciliazione e il benessere.

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    Al via LoppianoLab, l'iniziativa dei Focolari per una nuova visione di unità del Paese Italia

    ◊   “Quale Paese, quale unità”: ruota intorno a questo interrogativo LoppianoLab, quattro giorni di riflessione e scambio di esperienze per individuare nuovi possibili percorsi di sviluppo economico, culturale e educativo per l’Italia. L’iniziativa che ha preso il via ieri per concludersi domenica, si tiene a Loppiano, la cittadella internazionale del Movimento dei Focolari nei pressi di Firenze. Promotori dell’evento anche il Polo imprenditoriale Lionello Bonfanti, l’istituto universitario di Loppiano, Sophia, e il gruppo editoriale “Città Nuova”, tutti soggetti legati dalla spiritualità dell’unità propria dei Focolari. Ma come è nata l’idea di questo laboratorio di idee? Adriana Masotti lo ha chiesto all’architetto Daniele Casprini, coordinatore dell’evento:

    R. - Un laboratorio a Loppiano, anzitutto perché Loppiano, da oltre 40 anni , è una cittadella che ha proprio questa caratteristica, quella di essere cioè un laboratorio, un laboratorio di convivenza e di integrazione tra popoli di diverse tradizioni, culture, costumi ed anche religioni. Qui è nata, quindi, l’idea di realizzare un laboratorio specifico: una manifestazione che vuole essere proprio un crocevia di conoscenze, un luogo aperto in cui mettere in rete idee, prassi e sperimentazioni nei campi dell’attualità, della cultura, dell’educazione e dell’economia, per tracciare insieme possibili piste verso una nuova visione di unità del Paese Italia.

    D. - Tanti i temi che verranno presi in considerazioni, come la politica, l’economia e l’educazione. Ma qual è il messaggio o anche la sollecitazione che si vuol comunicare?

    R. - LoppianoLab è il risultato di uno sforzo comune di quattro agenzie: quattro agenti si sono messi insieme per continuare a dare un contributo, nella misura in cui è possibile, al Paese e alla sua unità. Viviamo una fase del nostro Paese in cui vediamo quanto sia presente il desiderio della valorizzazione delle singole realtà locali e delle singole esigenze. Quale Italia e quale unità, dunque? Questo, penso, ce lo stiamo chiedendo un po’ tutti. Non credo che ci siano ricette o che ci siano soluzioni preconfezionate. LoppianoLab vuole essere proprio un laboratorio per andare a scoprire, per andare ad esplorare nuove piste, per vedere cosa veramente può unirci, cosa può riportare veramente il Paese ad una visione più unitaria.

    D. - Un contributo che potrebbe essere, ad esempio, per la politica richiamare al bene comune oppure in economica ad uno sviluppo per tutti…

    R. - Potrebbe essere anche questo, lo vedremo. Vedremo che cosa uscirà. Io credo che questo laboratorio sarà un’esperienza interessante, un’esperienza nuova anche nell’approccio.

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    Chiesa e Società



    Unicef: in calo la mortalità infantile nel mondo, ma i dati restano agghiaccianti

    ◊   La mortalità infantile nel mondo è scesa di un terzo dal 1990 ad oggi, ma ancora non al ritmo necessario per raggiungere il quarto Obiettivo di Sviluppo del Millennio, che prevede per il 2015 un declino di due terzi della mortalità rispetto al livello del 1990. Sono le nuove stime Onu presentate oggi dall’Unicef: secondo questi dati, a livello mondiale, il numero totale di morti tra i bambini sotto i cinque anni è sceso da 12,4 milioni del 1990 a 8,1 milioni nel 2009. Dal 1990 - riferisce l'agenzia Sir - il tasso di mortalità infantile sotto i cinque anni è diminuito di un terzo: da 89 decessi ogni 1000 nati vivi nel 1990 a 60 nel 2009. Ossia, rispetto al 1990, ogni giorno in tutto il mondo muoiono 12.000 bambini in meno. Tuttavia, circa 22.000 bambini sotto i cinque anni continuano a morire ogni giorno e il 70% nel primo anno di vita del bambino. La mortalità infantile sotto i 5 anni – rileva l’Unicef – “è sempre più concentrata in pochi Paesi. Circa la metà dei decessi dei bambini sotto i 5 anni a livello mondiale nel 2009 si è verificato in soli cinque Paesi: India, Nigeria, Repubblica Democratica del Congo, Pakistan e Cina”. I più alti tassi di mortalità infantile rimangano nell’Africa Sub-sahariana, dove 1 bambino su 8 muore prima dei cinque anni. L’Asia meridionale ha il secondo tasso più alto, con 1 bambino su 14 che muore prima dei cinque anni. (R.P.)

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    Obiettivi del Millennio: un "fiasco" secondo il relatore Onu per l'Alimentazione

    ◊   “Oggi nel mondo ci sono 100 milioni di affamati in più rispetto a dieci anni fa, quando gli Obiettivi del Millennio furono adottati. Le ragioni di un tale fiasco sono molteplici. Ma l’approccio stesso degli Obiettivi è stato sbagliato. Deve e può essere riesaminato”: giunge da Olivier de Schutter, relatore speciale dell’Onu per il diritto all’alimentazione, il duro monito alle politiche di lotta alla fame e alla povertà finora adoperate. Alla vigilia del vertice di New York convocato, tra il 20 e il 22 settembre, per fare il punto sul raggiungimento degli Obiettivi, De Schutter aggiunge: “Gli Obiettivi del Millennio sono stati utili per mobilitare denaro ed energie ma vanno ad attaccare i sintomi della povertà – sottopeso infantile, mortalità materna, malattie – mentre ignorano le più profonde cause del sottosviluppo e della fame, e si focalizzano su obiettivi statistici”. Alla comunità internazionale, in particolare ai Paesi ricchi - riferisce l'agenzia Misna - l’esperto chiede di cambiare approccio, guardando agli ostacoli strutturali che impediscono lo sviluppo, ad esempio il debito, le politiche di scambi commerciali, i paradisi fiscali. “Consentendo l’esistenza di paradisi fiscali – sostiene De Schutter – i paesi ricchi incoraggiano le elite corrotte a continuare a prendere in giro i loro popoli. I Paesi poveri hanno un debito estero tale che è semplicemente incompatibile con il raggiungimento degli Obiettivi”. Secondo l’esperto in diritto, occorre passare dall’approccio di tipo caritatevole a un approccio coinvolgente per le popolazioni, le società civili, e soprattutto basato sui diritti umani. L’ultimo rapporto dell’Onu sulla fame del mondo registra una lieve diminuzione della fame, rispetto all’anno scorso, da un miliardo e 23 milioni nel 2009 a 325 milioni oggi. (R.P.)

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    Le alluvioni in Pakistan si spostano dal nord al sud

    ◊   Pakistan diviso a meta: al nord, grazie alla fine delle piogge, gli sfollati stanno rapidamente facendo ritorno ai villaggi di origine constatando di persona il grado di distruzione e i danni subiti dai campi coltivati; a sud continua invece a piovere e continua ad aumentare il livello dell’acqua di laghi e fiumi. La drammatica istantanea è stata offerta ieri dal Comitato internazionale della Croce rossa. In particolare, secondo quanto riferisce la Misna, la situazione nella provincia di Sindh resta quella più grave insieme a quella della meno popolosa e adiacente provincia del Baluchistan. In questa provincia meridionale altri 25 villaggi sono stati sommersi dall’acqua, aggravando il già pesante bilancio causato da alluvioni in corso ormai da un mese e mezzo. Sotto l’acqua sono finite le aree di Sehwan e Johi per l’esondazione del lago Manchhar. Sui circa 20 milioni di pachistani interessati più o meno direttamente dalle alluvioni, sette milioni vivono nella provincia di Sindh dove si contano almeno un milione di sfollati e quattro milioni di persone bisognose di aiuti per poter sopravvivere. Dopo essersi mosse con primi interventi di emergenza, oggi a New York le Nazioni Unite avvieranno un “Piano d’urgenza in risposta alle alluvioni” (Floods Emergency Response Plan, Ferp) che prenderà il posto del cosiddetto “piano iniziale”. (M.G.)

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    Pakistan. Mons. Anthony: il proselitismo degli integralisti non andrà a buon fine

    ◊   Mons. Rufin Anthony, vescovo di Islamabad-Rawalpindi, lancia l’allarme circa l’opera di proselitismo dei gruppi di estremisti islamici che, approfittando delle difficoltà del governo e degli aiuti umanitari internazionali, prestano soccorso agli sfollati colpiti dall’alluvione in Pakistan per trarne vantaggio e radicarsi sempre di più nel territorio. Il presule, sentito dalla Fides, spiega che “i gruppi che danno cibo con secondi fini non fanno carità, non agiscono secondo Dio. Quella non è carità né misericordia, è ben altro; cercano solo di crearsi una buona immagine, acquistare consenso e popolarità nelle persone e reclutare volontari”. Mons. Anthony ha poi precisato che anche se questi gruppi dovessero continuare a fare proselitismo “la loro opera non andrà a buon fine. I cristiani pakistani, anche se in situazioni di estrema necessità, non accetteranno di convertirsi, di abbandonare la loro fede. La fede dei cristiani è forte: preferiranno rifiutare tali aiuti condizionati. E poi mi chiedo – ha concluso il vescovo di Islamabad - che valore può avere la conversione di un uomo che lo fa solo perché sta morendo?”. (M.G.)

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    Nuovi attacchi contro la comunità cristiana in Pakistan: aggredito pastore protestante

    ◊   Aggredito e picchiato perche predicava “la salvezza in Cristo”. L’ennesimo caso di violenza anticristiana in Pakistan ha colpito il pastore Emmanuel Beshir, della “Chiesa Pentecostale della Città Santa”, che guida una comunità nella zona di Kasur, a sud di Lahore, nel Punjab. Come racconta una nota inviata all’Agenzia Fides dall’ “International Christian Concern” – organizzazione che monitora le violenze sui cristiani nel mondo – il 13 settembre, alle nove di sera, il pastore stava rientrando dal villaggio di Bahmani Wala, quando cinque uomini lo hanno fermato chiedendogli: “Perchè predichi che Gesù Cristo è il Signore e che nessuno può salvarsi senza di Lui?”. Il pastore ha replicato: “Non smetteremo mai di predicare il Signore Gesù Cristo a tutte le nazioni”. A queste parole, i cinque uomini lo hanno assalito e percosso, procurandogli fratture alla mano destra e diverse ferite. Emmanuel Beshir è attualmente ricoverato al Farooq Hospital a Lahore. “Non sono riuscito a identificare gli aggressori per l’oscurità”, ha detto, affermando che “chi predica il Vangelo va incontro a difficoltà e persecuzioni”. Purtroppo questi fatti non sono nuovi nell’insediamento cristiano di Bahamani Wala: i residenti del villaggio sono stati vittime di diverse aggressioni culminate, nel giugno del 2009, da un attacco condotto da oltre 600 musulmani estremisti che hanno distrutto case, negozi e proprietà. (M.G.)

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    Malaysia. Avviato il Comitato interreligioso nazionale: passo importante per il dialogo

    ◊   “E’ un passo importante per costruire l’armonia interreligiosa in Malaysia. E’ un comitato che servirà a incontrarsi, dialogare e affrontare insieme – governo e comunità religiose – tutte le questioni più delicate relative alla convivenza interreligiosa in Malaysia”: con queste parole, espresse in un colloquio con l’agenzia Fides, il rev. Thomas Philips, Presidente del “Malaysian Consultative council of buddhism, christianity, hinduism, sikhism and taoism” commenta l’avvio dei lavori del nuovo “Comitato per la Comprensione e l’Armonia fra le Religioni”, di cui è stato chiamato a far parte. Nei giorni scorsi il Primo Ministro della Malaysia, Datuk Seri Najib Razak, dopo alcuni mesi di rinvio, ha riunito i 35 membri del Comitato, assicurando pieno sostegno organizzativo e la copertura finanziaria del governo alle attività del gruppo, dando così ufficialmente avvio ai lavori dell’organismo. Il Comitato ha l’obiettivo di garantire un pieno coordinamento fra il governo e le comunità religiose, per affrontare e risolvere di comune accordo le questioni che toccano la nazione nelle delicate materie religiose. “Siamo in un Paese multietnico, multiculturale e multireligioso: dunque era necessario un luogo di dialogo, in concerto con le istituzioni. Credo che questa iniziativa potrà giovane alla convivenza interreligiosa e all’armonia sociale nella nazione”, nota il rev. Philips, membro della Chiesa siriaca di san Tommaso. Sul tavolo del Comitato saranno esaminate questioni che negli ultimi mesi hanno agitato la nazione: quella relativa all’uso del termine “Allah” per i cristiani; il problema delle conversioni da una religione all’altra; altre questioni relative ai luoghi di culto e ai rapporti fra comunità diverse. “Il fine è comprendersi e giungere a soluzioni condivise, che stemperino ogni tensione e possano promuovere la pace. In ogni nazione e in ogni comunità religiosa possono esserci degli estremisti: il Comitato servirà, speriamo, proprio a rendere inoffensivi i loro tentativi di seminare disordine e tensione”, conclude il Rev. Philips. (R.P.)

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    L’Indonesia verso una nuova legge sulla libertà religiosa

    ◊   Il governo di Jakarta ha intenzione di rivedere le leggi che regolano la libertà dei culti in seguito agli attacchi anticristiani dello scorso 12 settembre. Le leggi attuali, la n.8 del 2006 e la n.9 del 2009, delegano alle autorità locali il potere di autorizzare o meno la costruzione dei luoghi di culto, discriminando fortemente le minoranze cattoliche, molto spesso escluse dalle elites politiche dei piccoli centri. Secondo quanto riferisce AsiaNews, la decisione di rivedere le norme è stata presa dopo che, in difesa dei diritti umani e della libertà religiosa come simbolo di democrazia e unità, è stata organizzata una fiaccolata per le vie della capitale a cui hanno partecipato spontaneamente migliaia di persone. Il dibattito è tuttavia cominciato quando, nella notte del 12 settembre un gruppo di ignoti fondamentalisti islamici hanno attaccato il pastore Afian Sihombing, capo della comunità cristiana di Huria Batak Kristen Protestant, nell’est del Paese. In difesa del pastore, è poi intervenuto il governatore della provincia di West Java, dove ha sede la chiesa, offrendo alcuni spazi appartenenti all’amministrazione come luogo di culto definitivo. (M.O.)

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    Sudan: Ong preoccupate per la sicurezza e i diritti umani

    ◊   “Rimaniamo preoccupati per l’intensificarsi del conflitto armato in Darfur, la violenza post-elettorale in Sud Sudan e la continua oppressione politica nel Sudan settentrionale” affermano 27 Ong per la difesa dei diritti umani (molte delle quali sono africane e del mondo arabo) in una lettera al Consiglio per i Diritti Umani delle Nazioni Unite. Nella missiva - riportata dall'agenzia Fides - si chiede di rinnovare il mandato dell’Esperto indipendente dell’Onu sulla situazione dei diritti umani in Sudan. Proprio oggi, l’Esperto presenterà la sua relazione al Consiglio dei Diritti Umani, che è riunito per la sua 15esima Sessione Annuale (che si tiene a Ginevra dal 13 settembre al 1° ottobre). Dalla presentazione del rapporto dall’Esperto indipendente, nel maggio 2010, “in diverse aree del Sudan, la situazione dei diritti umani si è deteriorata” afferma la lettera delle Ong. Il Sudan sta attraversando un momento delicato, tra una difficile fase post-elettorale (le elezioni politiche e presidenziali si sono tenute nell’aprile 2010) e l’attesa per i due referendum del gennaio 2011, per decidere l’indipendenza del sud Sudan e l’attribuzione di Abyei, un’area ricca di petrolio contesa tra nord e sud Sudan. Nella lettera le Ong ricordano l’aumento delle violenze nel Darfur, che si aggiunge alle difficoltà incontrate dalle Ong umanitarie ad avere accesso alla regione per portare conforto alla popolazione; l’incremento degli scontri nel sud Sudan e degli attacchi contro i civili condotti dall’Esercito di Resistenza del Signore (Lra) nell’Equatoria Occidentale; gli arresti arbitrari di oppositori e di giornalisti. Il pericolo dell’esplodere di un nuovo conflitto nel Sudan è al centro degli sforzi diplomatici e di quelli delle organizzazioni della società civile di diversi Paesi. Gli Stati Uniti, che hanno promosso l’accordo inclusivo di pace del 2005 che ha messo fine a 25 anni di guerra tra nord e sud, intendono esercitare pressioni sul governo di Khartoum perché rispetti gli impegni relativi al referendum del 2011. Il 24 settembre al Palazzo di Vetro di New York si terrà una sessione speciale dedicata alla situazione sudanese. Il 19 settembre diverse Ong organizzano una serie di eventi in 14 Paesi del mondo per richiamare l'attenzione sulle misure necessarie per prevenire il collasso della diplomazia in Sudan che rischia di provocare una nuova guerra civile. (R.P.)

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    Mons. Franceschini eletto presidente della Conferenza episcopale della Turchia

    ◊   La Conferenza episcopale della Turchia (Cet), durante la plenaria tenuta ieri, ha eletto come nuovo presidente mons. Ruggero Franceschini, arcivescovo di Smirne, emiliano, 71 anni. Succede a mons. Luigi Padovese, vicario apostolico dell'Anatolia, ucciso il 3 giugno scorso nella città turca di Iskenderun. I presuli, nel corso della stessa riunione, hanno eletto l’arcivescovo coadiutore di Istanbul degli Armeni, mons. Georges Khazzoum, alla guida della Caritas Turchia. Commentando al Sir il suo nuovo incarico, tra l’altro già ricoperto in passato, mons. Franceschini ha affermato di “compiere con molta serenità questo servizio” anche in presenza di “difficoltà enormi”. La piccola comunità cattolica in Turchia – ha detto – “ha bisogno di essere sostenuta, materialmente e spiritualmente” perché superi il rischio di scomparire. “Noi non vogliamo questo – ha aggiunto - e faremo il possibile per evitarlo”. Mons. Franceschini ha poi annunciato la partecipazione dei vescovi cattolici della Turchia (saranno in 5) al Sinodo dei Vescovi per il Medio Oriente (Vaticano, 10-24 ottobre) alla cui organizzazione mons. Padovese aveva fortemente contribuito. (S.C.)

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    Colombia. La Croce Rossa consegna aiuti per 800mila sfollati di Haiti

    ◊   La Croce Rossa della Colombia ha consegnato aiuti a circa 800.000 persone colpite dal terremoto del gennaio scorso ad Haiti, che ha lasciato più di 200 mila di morti e feriti, la notizia è stata data dalla stessa organizzazione umanitaria a Bogotà. In un rapporto presentato ieri nella capitale colombiana, sul lavoro svolto nel Paese caraibico, la Croce Rossa ha detto che dopo quasi otto mesi di missione umanitaria, sono state inviate 2 mila 557 tonnellate di aiuti alimentari a Port au Prince. E’ stato anche ricostruito - riporta l'agenzia Fides - l'ospedale a Cabaret e la scuola pubblica locale, sono stati assistiti 27.737 pazienti, oltre ad offrire aiuto per il rimpatrio di almeno 63 persone. La Croce Rossa colombiana ha riferito che dopo il terremoto sono stati costruiti 10.000 rifugi temporanei ad Haiti, 200 dei quali con risorse proprie. L'assistenza ha incluso il rafforzamento logistico della Croce Rossa in questo paese, con una Unità mobile di Telecomunicazioni e delle unità di trasporto per l'acqua e dei camion. Il 12 gennaio 2010, un forte terremoto ha colpito Haiti e ha lasciato più di 200mila morti e migliaia di feriti e senzatetto, molti dei quali a Port au Prince, dove decine di edifici sono crollati. (R.P.)

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    Elezioni in Venezuela. Il cardinale Urosa: votare per il bene del Paese

    ◊   Un appello a prendere parte “attivamente alle elezioni per il rinnovo del Parlamento in programma il prossimo 26 settembre”, è stato lanciato ieri dall’arcivescovo di Caracas, cardinale Jorge Urosa e dai suoi vescovi ausiliari. Il porporato ha voluto ricordare quanto sia importante “questo processo elettorale per il futuro di Venezuela”. “Si tratta di rinforzare la democrazia e garantire l’avvenire del Paese. È l’ora della partecipazione attiva - scrive il cardinale Urosa - l’ora della solidarietà, l’ora di promuovere la fratellanza, l’inclusione di tutti, senza nessuna discriminazione, di favorire la libertà e la giustizia. Insomma: è l’ora di votare!”. Il porporato ricorda che i “venezuelani hanno di fronte un momento cruciale in cui tutti devono agire con decisione in favore della pace, nella cornice dei valori umani fondamentali: il pluralismo democratico, i diritti umani, sociali, economici e politici che la Costituzione della Repubblica Bolivariana del Venezuela ci garantisce”. Nella sua dichiarazione, l’arcivescovo di Caracas ha ricordato che il voto è segreto. Solo Dio sa per chi vota ciascuno di noi, dunque, non vi è ragione di temere di fronte a indebite minacce. “Il voto – sottolinea - è libero e in coscienza è un diritto nonché, al tempo stesso, un obbligo civico e cristiano”. Il porporato rinnova il suo appello affinché le elezioni si realizzino senza violenza, nel rispetto delle norme costituzionali che regolano i nostri processi elettorali. “I risultati dovranno essere accettati in quanto espressione della volontà degli elettori”. “In quest’ora affidiamo la nostra cara patria alla materna intercessione della Madonna di Comoroto”, ha concluso. (A cura di Luis Badilla)

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    Brasile: messaggio dei vescovi in vista delle elezioni politiche

    ◊   “Esprimere, attraverso un voto etico, chiaro e consapevole, la propria cittadinanza”, così i vescovi brasiliani esortano tutti i cittadini a partecipare alle elezioni politiche in programma per il prossimo 3 ottobre. In una nota ripresa dal Sir, i presuli invitano a superare “possibili scontenti nei confronti della politica, e facendo eleggere persone impegnate nel rispetto incondizionato della vita, della famiglia, della libertà religiosa e della dignità umana”. Nel comunicato - firmata da mons. Geraldo Lyrio Rocha, arcivescovo di Mariana e presidente della Conferenza episcopale brasiliana, dal vicepresidente mons. Luiz Soarez Vieira, arcivescovo di Manaus, e dal segretario generale mons. Dimas Lara Barbosa, vescovo ausiliare di Rio de Janeiro – si riaffermano le posizioni già espresse durante l’ultima assemblea generale, “per aiutare gli elettori nel discernimento al voto, per consolidare la democrazia”. Nella precedente dichiarazione si affermava che “la campagna elettorale è una opportunità per impegnarci tutti in una riflessione su ciò che è necessario portare avanti con responsabilità e ciò che va modificato, in vista di un Progetto nazionale partecipato a livello popolare”. Perciò invitano tutti i fedeli “ad assumere attivamente il proprio compito di cittadini, collaborando nella costruzione di un Paese migliore per tutti”. (M.G.)

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    Cile: i vescovi lanciano il mese della Bibbia

    ◊   A Santiago del Cile in occasione del mese della Bibbia, la Conferenza episcopale cilena ha lanciato sul suo sito internet una campagna di sensibilizzazione alla lettura dei testi sacri. I vescovi del Cile hanno lanciato un appello, ripreso dall'agenzia Fides, affinché, particolarmente in questo mese, si tengano, in ogni comunità, letture collettive per una riflessione comune sul messaggio della parola di Dio. Sul sito sono inoltre presenti tutte le informazioni riguardanti la Commissione per l’animazione biblica cilena, i messaggi dei vescovi sull’identità e la missione dell’animazione biblica, la Lectio Divina, spunti di riflessione e i link che rimandano al sito della Missione continentale. (M.O.)

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    Australia: documento dei vescovi per la Giornata della Giustizia Sociale

    ◊   Il 26 settembre, in Australia, si celebra la Domenica della Giustizia Sociale (Social Justice Sunday). Il titolo del documento reso noto per l'occasione dai vescovi cattolici del Paese è “Violence in Australia: a message of peace”, e parla della violenza a tutti i livelli: personale, familiare, comunitario e nelle strutture nazionali. Da una nota inviata all'agenzia Fides da John Ferguson, vice direttore dell'Australian Catholic Social Justice Council, emerge quanto la pace non sia solo l'assenza di conflitti, ma comporti il reale sviluppo delle persone. Pace significa garantire agli individui il diritto ed i mezzi per poter prendere parte attiva alla vita della comunità ed essere consapevoli del potenziale spirituale, culturale, sociale ed economico della loro vita. Conosciamo tutti molto bene i casi di violenza interpersonale, conflitti di strada, aggressioni o attacchi di collera, ad esempio. La violenza può conseguire tragici risultati anche nei contesti familiari; in episodi di bullismo e soprusi nelle scuole e online; oltre che nei reportage retorici e politicamente discordi dei media. Un esempio è la recente demonizzazione dei richiedenti asilo visti come minaccia alla sicurezza nazionale. I vescovi si rivolgono quindi ai leader nazionali affinchè adottino un approccio bipartisan per affrontare gli obblighi internazionali verso le persone più vulnerabili nel mondo. Il documento esorta tutti a considerare come poter costruire la pace ad ogni livello della società ed identificare i settori della vita del paese colpiti da emarginazione, oppressione e violenza. Inoltre si rivolge a quanti sono impegnati coraggiosamente per la causa della pace, ed invita gli australiani a riflettere su come rispondere concretamente all'invito del Vangelo di portare la pace nel mondo. (R.P.)

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    Cina: migliaia di fedeli al Santuario della Santa Croce nella diocesi di Zhou Zhi

    ◊   Oltre 5.000 fedeli cinesi del continente, provenienti da diverse diocesi, hanno compiuto un pellegrinaggio al Santuario dedicato alla Santa Croce, che si trova nel distretto di Mei Xian della diocesi di Zhou Zhi, nella provincia dello Shaan Xi, nella festa della Esaltazione della Santa Croce, il 14 settembre. Essendo un giorno feriale, tanti fedeli hanno anticipato il pellegrinaggio alla domenica precedente, 12 settembre. Secondo quanto riferito all’agenzia Fides da Faith dell’He Bei, una trentina di sacerdoti sono stati messi a disposizione dalla diocesi per soddisfare le esigenze spirituali e pastorali dei tanti pellegrini. I fedeli si sono quindi divisi tra la chiesa di San Giuseppe, che si trova ai piedi della montagna dove sorge il Santuario, nella chiesa dedicata a Nostra Signora e nel padiglione dedicato a Gesù, sulla cima della montagna, per le Confessioni, la preghiera, la recita del Rosario, la Via Crucis e la Celebrazione Eucaristica, fin dalle 6 del mattino. Infatti a quell’ora i pellegrini avevano già riempito il Santuario e tutti i sentieri che vi conducono. Nell’omelia i sacerdoti hanno sottolineato l’importanza della Sacra Scrittura, della preghiera e del segno di Croce, perché “sono fondamentali per la vita cristiana”. (R.P.)

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    Le istituzioni europee alla conferenza ecumenica contro la povertà

    ◊   Si terrà il 30 settembre prossimo nella sede del parlamento europeo di Bruxelles la conferenza ecumenica sulla povertà. L’incontro, organizzato da Eurodiaconia, Caritas Europa, la Commissione chiesa, Società della Kek e Comece, sarà patrocinato dal presidente del parlamento europeo, Jerzy Buzek. L’incontro, riporta l’agenzia Sir, è stato organizzato nel tentativo di sensibilizzare i cittadini dell’Unione sulla povertà in Europa e tentare di trovare soluzioni efficaci al problema. Nonostante nel 2000 gli Stati membri avessero preso l’impegno di sradicare la povertà all’interno della Comunità, nel 2010 il 17% della popolazione, circa 84 milioni di cittadini, sono a rischio povertà. I promotori, in concerto con le istituzioni europee, cercheranno di analizzare scientificamente le cause del problema e di cercare strategie comuni per rafforzare la cooperazione tra i soggetti attivi sul campo. (M.O.)

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    Turchia: la ricerca dei valori condivisi al centro del Simposio islamo-cristiano

    ◊   Il sesto Simposio islamo-cristiano aperto questa mattina nella Casa di accoglienza dei Frati Minori Cappuccini a Yeşilköy, in Turchia, è stato organizzato quest’anno dalle Famiglie Francescane presenti a Istanbul in collaborazione con l’Istituto Culturale degli scrittori e dei giornalisti. Il tema, ”Valori condivisi e convergenze possibili tra cristiani e musulmani”, ha richiamato oltre 100 partecipanti, in gran parte musulmani. Per i cattolici è presente mons. Louis Pelâtre, vicario apostolico di Istanbul; per i musulmani vari iman, tra cui quello di Yeşilköy, Fahri Seril, nominato iman dell’anno. Ha aperto i lavori don Jacky Doyen, salesiano, seguito dall’iman Ahmet Yilmaz, i quali hanno parlato rispettivamente dei valori e delle convergenze di una fede attiva, sottolineando l’unicità di Dio e le enormi possibilità di collaborazione tre le due confessioni religiose nel campo della giustizia sociale, della difesa dei diritti dell’uomo, della pacifica soluzione dei conflitti. Nel pomeriggio si parlerà dei valori e della convergenza della fede nella vita professionale, sempre dal punto di vista cristiano e musulmano. Il simposio di quest’anno, affidato a studiosi del luogo, intende valorizzare il più possibile le risorse culturali locali, coinvolgendo un uditorio allargato sia agli studenti universitari sia alla gente comune. L’associazione dei giornalisti, che da anni collabora con i cristiani nell’istruzione delle masse, nella lotta contro la povertà e nel dialogo interreligioso, si è impegnata a far conoscere il simposio attraverso la stampa e la televisione, in modo che abbia una risonanza nazionale. Gli argomenti che rimangono da trattare riguardano la lettura della Sacra Scrittura, la Pratica dell’Amore con una particolare sottolineatura dell’impegno del Dialogo da parte delle Istituzioni. Il Simposio si concluderà domani 18 settembre con una tavola rotonda a cui parteciperanno tutti gli oratori. (A cura di padre Egidio Picucci)

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    E' morto l’islamologo Mohammed Arkoun, sostenitore del dialogo interreligioso

    ◊   Il mondo della cultura musulmano e cristiano esprimono l’unanime cordoglio per la morte, avvenuta mercoledì a Parigi, del docente emerito di Storia del pensiero islamico alla Sorbona, Mohammed Arkoun. Il filosofo, che si è spento all’età di 82 anni, era nato nel 1928 a Taourit-Mimoun, un piccolo villaggio nel nord-est dell'Algeria. Nel corso della sua vita è diventato uno dei maggiori studiosi e pensatori dell'islam ed era considerato uno dei principali promotori del dialogo fra le religioni e dei diritti civili. Così lo ricorda anche il ministro della cultura del Governo dell'Algeria, Khalida Toumi, che in una nota lo descrive come “un autentico messaggero di pace e di concordia tra le comunità”. Dello stesso avviso Mohammed Moussaoui, presidente del Consiglio francese del culto musulmano che ha espresso “grande tristezza” per la morte dell'intellettuale, definito come “grande pensatore e vero traghettatore fra le culture, che ha sempre sostenuto la libera pratica intellettuale per cui “il diritto di pensare” deve essere rispettato”. “Convinto assertore delle virtù del dialogo all'interno del mondo musulmano e occidentale - Si legge ancora nel comunicato -, Mohammed Arkoun ha sempre rifiutato le opposizioni semplicistiche fra le culture d'Islam e d'Europa”. Arkoun “resterà sempre nella memoria come colui che ha contribuito a far meglio conoscere in Francia e in Europa l'islam illuminato”. Un sacerdote cattolico, Christian Delorme, legato da una lunga amicizia con il docente, con il quale ha collaborato per promuovere il dialogo, ha ricordato che Mohammed Arkoun era stato nominato nel 1980 professore alla Sorbonne Nouvelle-Parigi, dove ha insegnato Storia del pensiero islamico, sviluppando una nuova disciplina: l'islamologia applicata. Arkoun, nel 1993, era diventato professore emerito presso l'ateneo. Nel 2008 aveva guidato la realizzazione della “Storia dell'islam e dei musulmani in Francia dal Medioevo ai nostri giorni”, un'opera enciclopedica alla quale hanno contribuito numerosi ricercatori. (M.G.)

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    Le Missionarie Comboniane: Nobel per la pace 2011 alle donne africane

    ◊   "L'Africa cammina sui piedi delle donne, 'spina dorsale del continente', sono loro che portano sulle spalle il peso e la responsabilità della vita di ogni giorno". Scrivono così le Missionarie Comboniane annunciando il loro sostegno alla Campagna internazionale per l'attribuzione del premio Nobel per la pace 2011, alle donne africane. Riunite a Verona per il loro XIX Capitolo generale, 70 suore missionarie provenienti da 30 Paesi del mondo, hanno "fatto proprie le motivazioni della Campagna 'Noppaw', che riconosce le donne africane protagoniste della vitalità del continente in tutti gli ambiti della società e della Chiesa, e garanzia sicura del suo futuro". Le Comboniane -scrivono in una nota ripresa dall'agenzia Misna - "sono convinte che le donne africane rappresentino il punto di massima brillantezza della 'perla nera' profeticamente scoperta e valorizzata secoli fa da san Daniele Comboni". Appoggiando e sostenendo la Campagna desiderano "rende visibile questa luminosità ed il fatto che grazie a queste donne si impari a guardare all'Africa con parole di vita nuova". Attraverso le suore la campagna 'Noppaw' verrà promossa tra i popoli con i quali vivono, nelle Americhe, in Europa, in Africa e nel Medio Oriente, "perchè si riconosca che i sogni e le sfide di pace e giustizia, di dignità e rispetto della vita - scrivono - sono in cammino attraverso i piedi instancabili delle donne d'Africa, che osano liberare il presente e il futuro del continente da un'ipoteca insostenibile". (R.P.)

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    Azione Cattolica rivolge un appello alla politica italiana in nome del bene comune

    ◊   “La ripresa del mercato del lavoro, il sostegno alle famiglie, specie quelle più numerose, le riforme istituzionali, la tutela dei più deboli, la promozione dell’integrazione tra italiani e stranieri, l’attenzione alle povertà globali e all’ambiente”. Sono temi al centro del messaggio rivolto dall’Azione cattolica italiana “al Paese e alla politica” al termine del Convegno dei presidenti e degli assistenti diocesani dal titolo “Eucarestia e vita quotidiana”, che si è tenuto ad Ancona dal 10 al 12 settembre scorsi. “L’Azione cattolica italiana – afferma il messaggio citato dalla Zenit - desidera proporre una breve riflessione perché la ripresa di settembre coincida con una radicale e nuova attenzione ai problemi reali e concreti che gli italiani vivono ogni giorno, nella vita feriale”. L’Ac, in questa prospettiva, auspica che “la prossima Settimana sociale dei cattolici italiani, che si terrà a Reggio Calabria dal 14 al 17 ottobre, sia un momento di respiro per rilanciare l’impegno a favore del bene comune, contro ogni disfattismo e in nome della speranza che muove i credenti”. L'Azione cattolica pone l’accento quindi sulla cosiddetta questione morale: “Rileviamo che alcune condotte personali – a prescindere che abbiano rilevanza penale – appaiono riprovevoli perché evidenziano scarso senso istituzionale, incuria del bene comune, uso privatistico di funzioni pubbliche o comunque socialmente rilevanti”. “Nell’omelia dello scorso 10 agosto – si legge ancora nel messaggio -, in occasione della festa di san Lorenzo, il cardinale presidente della Cei Angelo Bagnasco ha ricordato che “alla radice di tanti mali e di tante povertà vi è il ‘sottosviluppo morale’, e per questo la Chiesa non cessa di servire il mondo, nella persona amata dei poveri e nella figura delle istituzioni che presiedono il bene comune, anche con il richiamo alla dimensione etica della vita personale e sociale”. Tra le priorità del Paese si impone quella del lavoro. “Solo pochi giorni fa – ricorda Ac - l’Istat confermava che oltre un giovane su quattro in Italia è disoccupato”. Appare dunque necessaria “una verifica oggettiva delle politiche del lavoro sinora adottate, rese tra l’altro incomplete dall’assenza di un moderno sistema di welfare” così come “sembrano necessari investimenti per la formazione dei giovani non disgiunti da un organico progetto educativo”. Un appello pressante è rivolto anche per la tutela delle famiglie: “L’Italia destina alle famiglie risorse insufficienti, inferiori al resto d’Europa, e nonostante si accenni da anni a forme di sostegno più forti, quali il quoziente familiare, finora non si è passato a nulla di concreto”. In questo contesto “la speranza, le speranze vanno ostinatamente cercate nei segni buoni dei territori, nelle donne e negli uomini di buona volontà che continuano a servire le persone e le città ‘nonostante’ il terreno poco fertile”. In questa prospettiva la sfida educativa rappresenta “la risposta più significativa a molti dei problemi del Paese”. Per questo motivo, “l’Azione cattolica attende con fiducia la pubblicazione degli Orientamenti decennali dei vescovi italiani, dedicati al tema dell’educazione. Azione Cattolica rilancia infine il monito che Benedetto XVI ha lanciato già nel 2008 da Cagliari sull’urgenza di “lavorare alla formazione di una nuova generazione di uomini e di donne credenti, capaci di assumere responsabilità pubbliche nella vita civile e dunque anche nella vita politica”. L’ultimo appello è per la libertà di espressione dell’ampio contesto dell’associazionismo e del terzo settore: “In virtù del decreto ministeriale che cancella le tariffe postali agevolate, l’intera stampa del terzo settore e dell’associazionismo laico e cattolico, in gran parte gratuita e alternativa, rischia di essere eliminata. Un fatto denunciato, nell’intera estate, solo da Avvenire, e al quale non si è posto adeguato rimedio”. (M.G.)


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    24 Ore nel Mondo



    Kashmir indiano: due morti e 16 feriti nelle nuove manifestazioni separatiste di oggi

    ◊   Ancora tensione nel Kashmir indiano, sulla scia delle proteste scaturite dalla vicenda del rogo del Corano negli Stati Uniti. La polizia indiana ha ucciso due persone ferendone altre 16 durante i nuovi scontri scoppiati oggi durante manifestazioni separatiste, nonostante il coprifuoco permanente in tutta la vallata himalayana. Il Pakistan ha accusato il governo di New Delhi di “brutalità” e di “uso indiscriminato della forza” per la repressione delle proteste che fino ad ora ha provocato 96 morti.

    Pakistan
    In Pakistan sciopero generale di 10 giorni indetto oggi nella città di Karachi per chiedere di far luce sull’omicidio di un leader politico anti-talebano - appartenente al partito locale Muttahida Qaumi Movement (Mqm) – avvenuto ieri a Londra. L’uomo era ricercato per attività criminali, ma i suoi sostenitori ritengono si sia trattato di un assasinio di natura politica. In mattinata una folla di dimostranti è scesa in piazza dando alle fiamme alcuni veicoli. Chiusi gran parte dei negozi, degli uffici e delle scuole mentre i trasporti pubblici sono stati sospesi.

    Colloqui per il Medio Oriente
    Israele non ha intenzione di prolungare la moratoria dell’espansione degli insediamenti in Cisgiordania. Lo ha ribadito un alto responsabile dello Stato ebraico. La questione ha generato tensioni con i palestinesi durante il secondo round dei colloqui diretti, terminati ieri. Unione Europea ed Egitto hanno parlato di 'gelo' tra le parti. Positivo invece il commento degli Stati Uniti. Il segretario di Stato Clinton ritiene che si possa arrivare alla pace entro un anno.

    Nato-Iran
    La Nato non ha in programma di attaccare l'Iran. Lo ha assicurato il segretario generale dell'Alleanza Atlantica, Rasmussen, precisando che l’obiettivo dell’organismo è “proteggere la popolazione e migliorare la difesa missilistica" in Europa, grazie anche alla collaborazione con La Russia. Per Rasmussen il terrorismo resta la minaccia più grave.

    Usa-Russia
    La soddisfazione di Mosca per l’approvazione da parte della Commissione Esteri del Senato statunitense del trattato Start-2 sulla riduzione degli armamenti strategici, firmato lo scorso aprile a Praga tra Usa e Russia. Si tratta di un passo avanti “molto importante”, ha commentato il ministero degli Esteri russo. Per la ratifica serve il voto del Senato americano con una maggioranza di due terzi, previsto per la fine dell’anno.

    Sri Lanka
    Tragedia nello Sri Lanka dove almeno 62 persone sono morte per l’esplosione di un camion carico di dinamite. L’incidente è avvenuto durante la fase di scarico nei pressi di una stazione di polizia. Il materiale era destinato alla costruzione di una nuova autostrada. Tutte le vittime erano agenti, tranne due operai di nazionalità cinese impiegati in una società di Pechino incaricata di realizzare l’opera.

    Colombia: vittime per il maltempo
    Almeno una settantina di vittime e 150 feriti in Colombia per le alluvioni provocate dalle forti piogge di questi giorni. Particolarmente colpito il nord del paese. 740 mila le persone interessate. Centinaia di case sono state distrutte. Preoccupazione anche in Messico per l’uragano Karl che si sta rafforzando e che a breve potrebbe toccare terra.

    Violenze in Messico
    Prosegue lotta tra bande di narcotrafficanti nella città messicana di Ciudad Juarez, considerata ormai la più violenta al mondo. Sicari sono entrati in azione uccidendo un fotografo di un periodico locale. Sale così a 64 il numero degli operatori dell’informazione uccisi in Messico dal 2000. Altri 11 risultano dispersi. Ieri intanto il Paese ha tralasciato i problemi legati alla sicurezza per celebrare il bicentenario dell'indipendenza dalla Spagna.

    Ue-Francia-Germania
    La Francia continuerà a smantellare i campi rom illegali. Questa la posizione di Parigi ribadita dal presidente Sarkozy al Consiglio Europeo, che si è svolto ieri a Bruxelles. Il tema ha provocato un confronto vivace che si è prolungato anche oggi. La Germania ha precisato di non avere alcuna intenzione di avviare sgomberi nel proprio territorio. L’Italia, invece, ha ribadito piena sintonia con la linea francese.

    Libia-Italia
    La Libia ha sospeso il comandante dell’imbarcazione coinvolta nella vicenda del peschereccio italiano. Tripoli lo ha posto sotto interrogatorio. Intanto gli accertamenti condotti dalle autorità italiane confermano che gli spari sono stati prodotti da armi fisse in dotazione alla motovedetta libica.

    Somalia
    In Somalia almeno 18 vittime per scontri fra i ribelli al Shabaab e truppe governative avvenuti a Mogadiscio nelle ultime 24 ore. Sempre nella capitale i miliziani hanno imposto la chiusura di tre ONG, accusate di fare propaganda occidentale e religiosa.

    Niger-Francia
    C’è il braccio maghrebino di al Qaeda dietro il rapimento di 7 lavoratori stranieri – tra cui 5 francesi – avvenuto ieri in Niger. E’ quanto sostiene il ministro degli Esteri di Parigi, Kouchner, precisando però di non avere alcuna certezza in merito, visto che il sequestro non è stato rivendicato.

    Giappone
    Rimpasto di governo in Giappone, dopo la riconferma del premier Naoto Kan alla presidenza del Partito Democratico. Tra le novità più rilevanti lo spostamento di Maehara dal ministero dei Trasporti a quello degli Esteri al posto di Okada, designato alla segreteria generale del partito.

    Giappone-Cina
    Nuove tensioni tra Giappone e Cina. Tokio ha accusato Pechino di aver ripreso le esplorazioni in alcuni giacimenti di idrocarburi che si trovano in una vasta area contesa tra i due Paesi. Per la diplomazia cinese le attività sono “perfettamente legali”, mentre secondo il Giappone ignorano i recenti sforzi in vista di uno sfruttamento congiunto della zona. Il tutto a pochi giorni dalla vicenda del capitano di un peschereccio cinese arrestato dalle autorità nipponiche dopo una collisione con le proprie motovedette, in una porzione marina rivendicata da entrambe gli Stati. (Panoramica internazionale a cura di Eugenio Bonanata)

    Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LIV no. 260

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