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Sommario del 12/09/2010

Il Papa e la Santa Sede

  • Il Papa chiede di pregare per il suo viaggio nel Regno Unito e ricorda che solo la fede trasforma l’egoismo in gioia
  • Proclamato Beato il cappuccino Leopoldo da Alpandeire, frate “delle piccole cose”
  • Oggi in Primo Piano

  • Gli Stati Uniti non sono in guerra con l’Islam. Obama rinnova l’appello alla tolleranza religiosa nell’anniversario dell’11 settembre
  • Afghanistan: ucciso leader della guerriglia mentre si torna a parlare di negoziati tra governo e talebani
  • Referendum in Turchia per riformare la Costituzione: contrasti tra governo e opposizione
  • Catanzaro: inaugurata una nuova parrocchia presso un grande centro commerciale
  • Un nuovo modo di raccontare l'Africa: nasce un'agenzia di giornalisti cattolici promossa dai vescovi africani
  • Vaticanisti a confronto in un seminario dell’Università della Santa Croce
  • Trionfa l'effimero alla Mostra di Venezia, umiliati gli sforzi di alta cultura: la stroncatura sui Leoni 2010 di Luca Pellegrini
  • Chiesa e Società

  • Rinsaldare il ruolo della famiglia: l'auspicio del Papa al pellegrinaggio del RNS
  • Censimento in India: il governo conterà la popolazione anche in base alle caste
  • Lettera dei vescovi svizzeri per la festa federale di ringraziamento, pentimento e preghiera
  • Al via la plenaria della Conferenza Episcopale tedesca: in primo piano gli abusi sui minori
  • Giornata del diritto costituzionale per la tutela della salute: convegno a Roma sulle malattie rare
  • In Colombia Settimana del migrante, del rifugiato e dell’emarginato
  • In Vietnam nascono centri di accoglienza cattolici e buddisti per minori sieropositivi
  • 24 Ore nel Mondo

  • Iran: sarà liberata dietro cauzione la cittadina Usa detenuta nel Paese
  • Il Papa e la Santa Sede



    Il Papa chiede di pregare per il suo viaggio nel Regno Unito e ricorda che solo la fede trasforma l’egoismo in gioia

    ◊   Benedetto XVI all’Angelus, dal Palazzo apostolico di Castel Gandolfo, chiede preghiere per il suo viaggio apostolico nel Regno Unito e ricorda che “solo la fede può trasformare l’egoismo in gioia”. Il servizio di Roberta Gisotti.

    Le tre “parabole della misericordia”, al centro del Vangelo domenicale di San Luca, quando Gesù “parla del pastore che va dietro al pecorella smarrita, della donna che cerca la dracma, del padre che va incontro al figliol prodigo”, non sono soltanto parole – ha sottolineato Benedetto XVI – ma sono “la spiegazione del suo stesso essere ed operare”. Così come scrive Sant’Agostino “È il Verbo stesso che ti grida di tornare; il luogo della quiete imperturbabile è dove l’amore non conosce abbandoni”.

    “Cari amici, come non aprire il nostro cuore alla certezza che, pur essendo peccatori, siamo amati da Dio? Egli non si stanca mai di venirci incontro, percorre sempre per primo la strada che ci separa da Lui.”

    “Il pentimento è la misura della fede – ha spiegato il Santo Padre - e grazie ad esso si ritorna alla Verità”.

    “Solo la fede può trasformare l’egoismo in gioia e riannodare giusti rapporti con il prossimo e con Dio”.

    Il pensiero di Benedetto XVI è corso quindi alla prossima tappa del suo pontificato nel Regno Unito, dove arriverà giovedì prossimo.

    “Chiedo a tutti di accompagnarmi con la preghiera in questo viaggio apostolico. Alla Vergine Maria, il cui Nome santissimo è oggi celebrato nella Chiesa, affidiamo il nostro cammino di conversione a Dio”.

    Viaggio, durante il quale il Papa proclamerà beato, il cardinale John Henry Newman, domenica prossima a Birmingham.

    “Sa personnalité et son enseignement peuvent...”.

    “La sua personalità e il suo insegnamento – ha auspicato Benedetto XVI nei saluti finali rivolti ai fedeli nelle varie lingue – possano essere per la nostra epoca e per l’ecumenismo una fonte d’ispirazione dove tutti noi potremo attingere.”

    Il Papa ha infine richiamato ai pellegrini di lingua spagnola la figura di fra Leopoldo de Alpandeire, al secolo Francisco Sanchez Marquez, beatificato oggi a Granada, in Spagna.

    “La vida de este sencillo y austero Religioso Capuchino es un canto…”

    “La vita di questo semplice e austero religioso capuccino – ha detto - è un canto all’umiltà e alla fiducia in Dio e un modello luminoso di devozione alla Madonna”.

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    Proclamato Beato il cappuccino Leopoldo da Alpandeire, frate “delle piccole cose”

    ◊   È stata celebrata oggi a Granada, in Spagna, la cerimonia di beatificazione di fra Leopoldo da Alpandeire Marquez Sánchez, dell’Ordine dei Frati Minori Cappuccini, morto nella città andalusa all’età di 92 anni, nel 1956. Di nascita contadina, insieme alla terra coltivò da subito la virtù del distacco dai beni materiali e quando indossò il saio ricoprì per molto tempo l’incarico di elemosiniere. La celebrazione è stata officiata da mons. Angelo Amato, prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi. Ascoltiamo quanto ha detto in questo servizio di Roberta Barbi.

    “Carità, umiltà e devozione mariana sono i tratti distintivi della sua santità. Tutti i testimoni affermano che fra Leopoldo aveva un cuore d’oro. Come frate questuante, riceveva dai buoni l’elemosina materiale, dando in contraccambio la carità della sua bontà, della sua serenità, del suo consiglio. Questa sua grande carità era accompagnata da una straordinaria umiltà, che gli permetteva di correggere il prossimo, soprattutto i bestemmiatori”.

    Un uomo permeato dallo Spirito di Dio, fra Leopoldo da Alpandeire Marquez Sánchez, che fece sua l’ammonizione di San Francesco “poiché l’uomo quanto vale davanti a Dio, tanto vale e non più”. Per lui, l’essere questuante tra gli uomini, significava incarnare la domanda dell’uomo che va alla ricerca di Dio, quel Dio che è stato la sua unica passione per tutta la vita, e al quale si dedicò completamente quando una frattura alla gamba gli impedì di uscire dal convento. Ma fu il contatto con gli uomini che ebbe grazie all’incarico di elemosiniere, il suo mezzo per raggiungere la santità: a chi gli faceva l’elemosina, donava la recita di tre Ave Maria, il suo modo per dispensare a tutti la bontà divina, la sua elemosina dell’amore:

    “Le tre Ave Maria erano il suo Magnificat. Le tre Ave Maria avevano la missione di cambiare l’acqua del dolore e della tristezza nel vino del conforto e della gioia. Davanti alle mille domande e richieste di ogni genere, la risposta di fra Leopoldo non consisteva in molte parole, ma era semplice e concreta: caro fratello, cara sorella, recita con fede tre Ave Maria alla Divina Pastora”.

    Un uomo semplice, che ha raggiunto la santità nelle piccole cose: la sua conversione non fu clamorosa, non costituì per lui un cambiamento radicale; non brillava per il suo sapere, non ha mai lasciato il convento per diventare missionario in terre lontane, ma proprio per questo, forse, un esempio che tutti sentono più vicino, che tutti possono capire. E la gente di Granada, in mezzo alla quale questo frate si confondeva, oggi come allora gli è profondamente grata:

    “La Chiesa, quando parla di bontà non insegna un’idea astratta di bene, ma offre esempi concreti di donne e di uomini buoni, nei quali si può contemplare lo splendore della bontà. Fra Leopoldo era un giusto che, irradiando carità e umiltà, rendeva possibile una convivenza più umana nella Granada del suo tempo. I santi sono il valore aggiunto della nostra civiltà. Senza i santi una città è come un cielo senza sole e una notte senza stelle. I santi ossigenano l’atmosfera della nostra terra con il profumo della loro carità”.

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    Oggi in Primo Piano



    Gli Stati Uniti non sono in guerra con l’Islam. Obama rinnova l’appello alla tolleranza religiosa nell’anniversario dell’11 settembre

    ◊   Gli Stati Uniti non saranno “mai in guerra con l’Islam”. Lo ha ribadito il presidente statunitense Obama, che, in occasione del IX anniversario degli attentati dell’11 settembre, ha rinnovato più volte l’appello a favore della tolleranza religiosa. Lo ha fatto durante una delle commemorazioni ufficiali, che si è svolta ieri al Pentagono, sulla scia delle polemiche per la costruzione di una moschea nei pressi di Ground Zero e dopo la paventata Giornata del rogo del Corano. Il servizio di Eugenio Bonanata:

    Dietro ai sanguinosi attacchi del 2001 non c’è l’Islam ma al Qaeda, “una banda di uomini che stravolge la religione”. Obama in tutti i discorsi tenuti negli ultimi due giorni ha condannato con forza l’estremismo e l’intolleranza, ricordando agli americani l’importanza di difendere la libertà di praticare la propria religione in tutto il mondo. Il capo della Casa Bianca ha anche chiesto al Paese di continuare a lavorare per l’unità, dopo le ultime vicende che stanno mettendo a dura prova la tenuta dell’opinione pubblica americana su questo fronte: da un lato la costruzione della moschea proprio nei pressi di Ground Zero, dall’altro il progetto del rogo del Corano. Il caso, nonostante la marcia indietro del pastore Jones, ha rischiato di compromettere la convivenza tra cristiani e musulmani anche all’estero, in contesti storicamente difficili. Manifestazioni in Pakistan e Afghanistan, dove ci sono stati altri due morti nella terza giornata consecutiva di proteste. Tuttavia non sono mancate reazioni di segno diverso. In molte moschee dell’Iraq gli imam hanno letto il messaggio di condanna dell’iniziativa inviato dall’arcivescovo caldeo di Kirkuk, mons. Louis Sako, in occasione della festa dell’Eid, che segna la fine del Ramadan. L’agenzia Asianews riferisce che i leader musulmani locali hanno apprezzato la vicinanza espressa dai rappresentanti della comunità cristiana, che hanno visitato alcuni luoghi di culto islamici. Sul versante indiano, invece, è arrivata la riprovazione del progetto da parte dell’arcivescovo di Bhopal, mons. Leo Cornelio, che ha invitato tutti - cristiani e musulmani - ad isolare le frange estremiste che offendono le altre fedi.

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    Afghanistan: ucciso leader della guerriglia mentre si torna a parlare di negoziati tra governo e talebani

    ◊   In Afghanistan le forze internazionali hanno ucciso un importante leader della guerriglia che pianificava attentati in vista delle elezioni parlamentari della settimana prossima. Proprio per porre fine alle violenze si torna a parlare di negoziati tra governo e talebani. La proposta viene direttamente dal presidente Karzai che ha invitato il leader dei ribelli, Mullah Omar, a sedersi al tavolo dei colloqui, affinché possa terminare ogni conflitto ed essere avviato un proficuo processo di pace nel Paese. Sulla possibilità che questo avvenga, Giancarlo La Vella ha intervistato Simona Lanzoni, responsabile dei progetti in Afghanistan della Fondazione Pangea Onlus:

    R. - Sembra essere l’unica via d’uscita malgrado tutto il lavoro che comunque si è cercato di fare per controbilanciare tutta la questione dei diritti umani. Non è la prima volta che Karzai cerca di rilanciare il dialogo con i talebani. Ci sono state anche grosse trattative con Hekmatyar, che è sempre legato al Pakistan e a tutta questa parte oscura, che lega in maniera stretta il Pakistan all’Afghanistan. Quindi credo che sia una cosa che prenderà sempre più corpo a detrimento di tutto quello che sono i diritti e quello che è il benessere per la popolazione afghana.

    D. – Un dialogo, secondo te, possibile viste le differenze ideologiche così nette tra le parti?

    R. – Sì, anche perché Karzai sa benissimo che non si può più sganciare da questa visione. Gli americani dicono che se ne vanno. Comunque le relazioni con la Nato, presente attualmente in Afghanistan, si stanno sempre più deteriorando e non si vedono alternative reali a possibilità di una vera costruzione di un Paese pacifico che rispetti dei diritti.

    D. - Voi da anni operate sul terreno afgano con i vostri progetti. Vogliamo ricordare quello che è stato solo qualche anno fa il regime dei talebani?

    R. – I talebani, che hanno governato l’Afghanistan dal ’96 al 2001, hanno fatto le atrocità peggiori sulla popolazione; uomini, donne e bambini, in particolare verso le donne, dal taglio dei seni al fatto di obbligare le donne a vivere solo e soltanto dentro casa e a non poter accedere a cure mediche. Quindi, hanno realmente distrutto ulteriormente quello che era già una popolazione rovinata dalla guerra civile delle varie etnie, che si era svolta all’inizio degli anni ’90. L’idea è appunto che i talebani possano ritornare. A me ciò terrorizza, come terrorizza tutte quelle organizzazioni umanitarie che hanno lavorato in Afghanistan, come Fondazione Pangea, in questi anni. Il nostro progetto continua e questa è anche una motivazione per farlo continuare ancora di più, perché possa realmente aiutare le persone al di là del governo che avranno.

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    Referendum in Turchia per riformare la Costituzione: contrasti tra governo e opposizione

    ◊   Urne aperte stamattina in Turchia per il referendum sulla riforma della Costituzione, che riguarda settori nevralgici come giustizia e forze armate. In serata i risultati della consultazione, che coinvolge circa 50 milioni di cittadini. Secondo il partito governativo di radici islamiche Giustizia e Sviluppo al governo (Akp), la riforma è necessaria a democratizzare il Paese e adeguarlo agli standard richiesti per aderire all'Ue. L'opposizione teme, invece, un indebolimento della laicità dello Stato e del peso politico degli ambienti militari. Ma quali sono i punti più controversi del referendum? Stefano Leszczynski lo ha chiesto a Lucio Leante, esperto di questioni turche.

    R. – La ragione per cui il referendum è molto controverso è che tra i 26 emendamenti della Costituzione sono previsti alcuni articoli che, in sostanza, modificano la struttura della Corte Costituzionale e dell’equivalente Consiglio Superiore della Magistratura. Questi sono i punti più controversi, perché gli oppositori dicono che il governo di Erdogan e gli ambienti islamici che sono dietro di lui cercano di infiltrare la magistratura in maniera tale da renderla meno sensibile al laicismo tradizionale della magistratura dei militari.

    D. – Erdogan si gioca un po’ la carta europea per parlare di questo referendum?

    R. – Sì, lui ha usato anche questo argomento, forte anche dell’appoggio che l’Unione Europea gli sta dando su questo referendum. Siccome qui in Turchia, però, l’argomento Europa non attira più molto ed è quasi messo in sordina rispetto a qualche anno fa, la vera pressione che Erdogan sta facendo sull’elettorato è di dire: “Se non mi fate passare questo pacchetto di emendamenti costituzionali, io vado alle elezioni anticipate”. Questo viene visto dai turchi in maniera molto negativa, perché tutto sommato Erdogan sta garantendo una stabilità economica e in questo momento i turchi pensano soprattutto all’economia e alla stabilità.

    D. – C’è anche la questione relativa allo scioglimento dei partiti politici per attività contro lo Stato. Questo è, forse, uno dei punti che mette più in agitazione alcuni partiti confessionali...

    R. – Certo, perché, tra l’altro, il partito di Erdogan, un anno e mezzo fa, è stato processato per attività antilaiche e, solo per una stretta minoranza di giudici della Corte Costituzionale, è stato assolto, anche se gli è stato dato un forte avvertimento.

    D. – Questo referendum, a prescindere dal risultato, avrà delle conseguenze sul futuro della Turchia da un punto di vista di tensioni interne o il risultato, quale che sia, verrà accettato dalle parti?

    R. – Il risultato è molto incerto e non mancano commentatori che dicono che questi referendum costituzionali così importanti passano per un pugno di voti e, quindi, probabilmente, l’opposizione, se dovesse perdere - cosa che non è detta - ci sarebbero molte polemiche, perché l’opposizione farebbe valere il fatto che il referendum è passato per pochi voti.

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    Catanzaro: inaugurata una nuova parrocchia presso un grande centro commerciale

    ◊   Una concreta risposta all’invito ad annunciare il Vangelo nelle piazze e per le strade. E’ la parrocchia di San Massimiliano Maria Kolbe, sorta nel quartiere Barone di Catanzaro, nelle adiacenze di una grande area commerciale di 20 ettari, frequentata da circa 10 mila visitatori al giorno. La nuova chiesa è stata inaugurata ieri dall'arcivescovo metropolita della diocesi di Catanzaro-Squillace, mons. Antonio Ciliberti. Il complesso è stato realizzato dai proprietari del centro shopping, grazie ad accordi con il Comune in una zona abitata ormai da circa 1800 persone. Quali le finalità della nuova chiesa? Paolo Ondarza lo ha chiesto a mons. Ciliberti:

    R. – Quest’area è posta in un contesto dove c’è uno sviluppo urbanistico e che tuttavia, fino ad oggi, era perfettamente sfornito di infrastrutture ecclesiali. La finalità precipua non è quella di poter esclusivamente servire coloro i quali frequentano, anche numerosi, questo centro di attività commerciale, ma di servire la comunità stanziale.

    D. – Nel contempo, però, si risponde anche a quella chiamata ad annunciare il Vangelo in ogni parte della città e quindi anche nelle adiacenze di un centro commerciale…

    R. – Ha detto proprio bene, perché in fondo il nostro compito è superare i limiti di una pastorale ordinaria di sostegno che è limitata alla conservazione dell’esistenza - che tuttavia è sempre valida ed indispensabile - ma è orientata a realizzare una pastorale di innovazione radicale.

    D. – Una realtà che costituisce anche una sfida, perché in mezzo ai tanti negozi frequentati ogni giorno da circa 10 mila visitatori dediti allo shopping, sorge una Chiesa…

    R. – Il centro commerciale è attivo ma la parrocchia non è nel centro di questo luogo, dove c’è l’attività commerciale. Certo, coloro i quali frequentano questo centro, sapendo bene che c’è la parrocchia possono orientare la loro vita – qualora lo avvertano come un bisogno – verso questa realtà nella quale si offre il servizio religioso.

    D. – Eccellenza, ritiene che la vicinanza a quest’area commerciale possa, in qualche modo, venire incontro alle esigenze dei tanti che, nel giorno della Domenica, svolgono attività di shopping perché non possono farlo in altri giorni della settimana?

    R. – Ravvisiamo come ci sia entusiasmo da parte innanzitutto della comunità che vive in zona, ma anche da parte di coloro che lavorano nell’ambito del centro commerciale e nell’ambito della stessa realtà cittadina. Per le persone per le quali questa era diventata una consuetudine - e lo diventa purtroppo sempre più nell’ambito della nostra pseudo-civiltà consumistica - quella cioè di portarsi in questi centri commerciali nel pomeriggio della Domenica, queste persone trovano adesso opportunamente la possibilità di poter usufruire della ricchezza di valori spirituali.

    D. – E la parrocchia di San Massimiliano Kolbe potrebbe costituire un esperimento da applicarsi anche ad altre città…

    R. – Potrebbe essere anche una cosa utile, perché credo che questo motivo, nel prossimo futuro, diventerà una motivazione esemplare, anche per chi realizza questi centri, perché si abbia attenzione per la spiritualità del luogo.

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    Un nuovo modo di raccontare l'Africa: nasce un'agenzia di giornalisti cattolici promossa dai vescovi africani

    ◊   Raccontare l’Africa con la voce degli africani, offrire un’ampia informazione sulla vita della Chiesa nei suoi diversi Paesi, comunicare attraverso le nuove tecnologie: sono gli obiettivi di Canaa, la Catholic News Agency for Africa, che nascerà in queste settimane su iniziativa della Conferenza dei professionisti dei media cattolici africani riunitasi la scorsa settimana a Nairobi, in Kenya. Ad organizzare l’incontro è stato il Simposio delle Conferenze di Africa e Madagascar, Secam, in collaborazione con il Pontificio Consiglio per le Comunicazioni Sociali. Tiziana Campisi ha chiesto a padre Janvier Yameogo, inviato del dicastero vaticano, di tracciare un bilancio dei lavori:

    R. - Abbiamo deciso di creare un’agenzia di stampa cattolica continentale, con il nome provvisorio “Canaa”, per far sentire la voce dell’Africa nei media. Un gruppo composto da tre persone ha incontrato i tecnici del Christian Organizations Research and Advisory Trust of Africa (Corat) per andare avanti. Ma prima di tutto, queste persone incaricate di coordinare l’organizzazione di Canaa, faranno un resoconto dell’incontro di Nairobi ai nostri vescovi, perché è una necessità per la Chiesa in Africa avere questa agenzia di stampa. Ci prepariamo anche per darle esistenza legale, a livello politico. Sarà un’agenzia di stampa cattolica con lo scopo di dare notizie on-line gratuitamente.

    D. – Quali sono i problemi che i professionisti dei media cattolici africani oggi devono affrontare?

    R. – Per avere informazioni sull’Africa siamo praticamente condannati a riferirci a fonti occidentali. E’ l’Occidente, con le sue grandi agenzie, che ci dice cosa succede in Africa, come viviamo in Africa. Oggi abbiamo la possibilità di lavorare in rete, dunque è possibile organizzarci meglio nonostante le distanze. Ci si può lamentare dicendo che mancano i soldi, ma il primo problema non è la mancanza di soldi: è la mancanza di organizzazione, della volontà di lavorare insieme, di condividere le informazioni.

    D. – In che modo funzionerà Canaa, la Catholic News Agency for Africa?

    R. – Sarà un’agenzia di stampa on-line che offrirà la possibilità di accedere liberamente a tutti. Quello che vogliamo fare è mettere insieme le notizie della Chiesa: che cosa fa la Chiesa? Come vive la Chiesa in Africa? Possiamo partire anzitutto raccontando delle Chiese locali, delle diverse comunità, poi potremo approfondire anche altri argomenti. Ma il primo passo è quello di poter creare questa volontà e di sapere, per esempio, quello che manca in Africa. Poi, potremo vedere anche come allargare le nostre vedute, perché con la diaspora africana l’Africa, oggi, si trova dappertutto.

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    Vaticanisti a confronto in un seminario dell’Università della Santa Croce

    ◊   “La Chiesa da vicino: la copertura ecclesiale al tempo di Benedetto XVI”: è il tema di un Seminario per vaticanisti esteri residenti a Roma, che si chiude oggi alla Pontificia Università della Santa Croce. Sulle sfide del lavoro di vaticanista, Federico Piana ha intervistato il prof. John Wauck e il prof. Daniel Arasa, entrambi docenti di comunicazione all’Ateneo della Santa Croce. Sentiamo il prof. Wauck:

    R. – Per scrivere bene sulla Chiesa ci vuole una conoscenza non soltanto teorica - ovunque si possono anche leggere dei libri sulla Chiesa -, ma si deve vedere da vicino com’è la Chiesa, come sono le persone che la governano e vedere un po’ anche l’aspetto storico, la realtà culturale, la ricchezza della Chiesa. Solo così i giornalisti possono sapere quand’è il momento di scrivere sulla Chiesa. Bisogna pensare in termini più grandi. Una realtà come la Chiesa non si può raccontare così, in modo estemporaneo.

    D. – Prof. Arasa, si può dire che non si può raccontare la Chiesa senza raccontare i luoghi della Chiesa...

    R. – Qui mi rifaccio un po’ alle parole di Giovanni Paolo II: per capire la Chiesa e per capire Roma si deve vivere a Roma. Lui incoraggiava a vivere a Roma, a trovarsi e a stare in questi posti, a lasciare che questi stessi posti insegnino qualcosa e penso che la reazione tra i partecipanti al seminario vada proprio in questo senso. Dicono che per loro è veramente sorprendente e fantastico vivere questa esperienza in un modo così concentrato e che sarebbe impossibile viverla in un altro modo, perché il seminario mette insieme personalità ed incontri che sarebbe impossibile organizzare singolarmente.

    D. – Prof. Wauck possiamo dire che molte vicende della Chiesa non sempre sono interpretate in modo esatto?

    R. – Sì, certo. E’ evidente che tante volte, quando si legge una cosa su un giornale riguardo la Chiesa, se si conosce un po’ della realtà e della vera natura della Chiesa, si nota immediatamente che l’autore dell’articolo - forse non per cattiva volontà – non sa di cosa sta scrivendo. Molte volte è necessario rispondere, chiedere una chiarificazione ai giornalisti, perché fanno davvero un gran danno, in particolare quando si tratta di mezzi importanti che formano l’opinione pubblica. Questo è il motivo per fare un corso del genere.

    D. – Prof. Arasa, secondo lei, vista la complessità della Chiesa, è possibile migliorare sempre di più la comunicazione da parte della stessa Chiesa in questo momento storico, che vede un’informazione sempre in evoluzione?

    R. – E’ possibile perché la Chiesa lo ha fatto durante tutta la sua storia ed ogni periodo storico ha avuto i suoi momenti difficili, a livello di comunicazione, da parte delle istituzioni della Chiesa. Certamente oggi si richiede più creatività, il saper sintetizzare in poche parole e in pochi istanti temi che sono molto profondi. Credo che questo sia possibile quando si ha una formazione veramente completa, perché la persona che conosce bene le cose e le conosce da vicino, sa sintetizzare, sa trovare il nucleo, l’essenziale. (Montaggio a cura di Maria Brigini)

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    Trionfa l'effimero alla Mostra di Venezia, umiliati gli sforzi di alta cultura: la stroncatura sui Leoni 2010 di Luca Pellegrini

    ◊   Verdetto sorprendente e discutibile quello della Giuria alla Mostra del Cinema di Venezia: vince Sofia Coppola con “Somewhere”mentre riconoscimenti sono stati assegnati a pellicole decisamente meno meritevoli rispetto a altre proiettate in concorso e apprezzate unanimemente dal pubblico e dalla critica. Il servizio di Luca Pellegrini.

    Dinanzi al bislacco e imprevedibile responso della Giuria presieduta dall’estroso Quentin Tarantino, ci si chiede quali logiche sorreggano solitamente il lavoro di una equipe chiamata a giudicare stili e contenuti di film radunati in una Mostra così prestigiosa come quella veneziana, che esce a dir poco avvilita dai recenti premi. Sembrano sovvertiti i criteri di giudizio, l’effimero trionfa e risultano umiliati sforzi alti di cultura, arte e introspezione, sforzi anche a dir poco coraggiosi e controcorrente, travolti dalle furbizie di registi fiacchi, insipidi e insipienti. Dinanzi alle denuncie morali e raggelanti del cinese Wang Bing e del cileno Pablo Larrain, che dissezionano un momento terribile della loro recente storia nazionale, alla grande ricostruzione e revisione storica compiuta da Mario Martone su un tratto saliente e costitutivo di quella italiana come è il Risorgimento, alla deliziose e perfette commedie sociali di Ozon e Mazzacurati, all’estroversa originalità di Celestini e dei suoi matti, alle profondissime e silenziose meditazioni sulla morte e la perdita di identità di Aleksei Fedorchenko, alla controcorrente ricostruzione western di Kelly Reichardt che, guardando il passato lancia un grido d’allarme sulle frontiere dell’oggi, e alle mirabolanti gesta cinesi e giapponesi di Tsu Hark e Miike Takashi, sono stati preferiti i pagliacci storpiati e sanguinolenti della “Balada Triste” di de la Iglesia – uno dei più brutti e sconnessi film passati alla Mostra e non solo – “Essential Killing” di Skolimowsky, che non crea alcun tipo di empatia con il suo brutale personaggio, pur vittima di un episodio di incivile violenza fisica e psicologica. Infine, Leone d’oro al nulla esistenziale di Sofia Coppola, completamente priva di originalità e di consistenza. A ben guardare, la maturità di altre giurie, comprese quelle cattoliche, fanno riflettere sul presente e il futuro del cinema, di chi lo produce e di chi lo deve, appunto, pur sempre giudicare continuando il gioco di così alte kermesse internazionali.

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    Chiesa e Società



    Rinsaldare il ruolo della famiglia: l'auspicio del Papa al pellegrinaggio del RNS

    ◊   Si è svolto ieri pomeriggio a Pompei il “pellegrinaggio delle famiglie per la famiglia”, promosso dal Rinnovamento nello Spirito, in collaborazione con l’Ufficio Nazionale per la Pastorale della Famiglia della Cei. I partecipanti sono stati accolti dal vescovo ausiliare dell’Aquila mons. Giovanni D’Ercole, che ha ricordato l’importanza di questa iniziativa, giunta alla sua terza edizione. Per l’occasione è stato letto un telegramma inviato da Benedetto XVI, a firma del cardinale Segretario di Stato Tarcisio Bertone. “Il Papa - si legge nel messaggio - auspica che questa importante manifestazione contribuisca al pieno riconoscimento dell’insostituibile ruolo della famiglia nella società e rinsaldi l’impegno alla generosa testimonianza evangelica nel santuario domestico per diffondere feconda spiritualità familiare”. Anche il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza episcopale italiana ha voluto sottolineare l’importanza dell’evento affermando che “la vitalità dei carismi e dei movimenti diviene una vera ricchezza, specialmente quando si traduce in un luminoso cammino di preghiera e condivisione a sostegno della coppia e della famiglia”. L’iniziativa si è conclusa con la Messa presieduta dal cardinale Ennio Antonelli, presidente del Pontificio Consiglio per la famiglia. Nell’omelia il porporato si è soffermato sull’importanza del perdono in ambito familiare. “Dio è misericordioso e vuole che anche noi lo siamo gli uni con gli altri - ha affermato - soprattutto tra coniugi e con i figli. Dalla mancanza di perdono – ha continuato il cardinale Antonelli - scaturiscono difficoltà, divisioni e sofferenze. Solo imitando Cristo, la famiglia potrà essere vera scuola di amore”. A conclusione della manifestazione anche le parole di Salvatore Martinez, presidente del Rinnovamento dello Spirito, che ha dichiarato: “è l’amore di Dio che fa famiglia . Non può avere futuro chi non sa amare i propri figli, i giovani, i bambini che nascono. (C.S.)

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    Censimento in India: il governo conterà la popolazione anche in base alle caste

    ◊   L’India - per la prima volta dopo ottant'anni - conterà la sua popolazione in base all’appartenenza di casta. Il Governo ha infatti deciso ieri di aggiungere il conteggio basato sulla complessa struttura delle caste al censimento della popolazione 2011, attualmente in corso. L'obiettivo dichiarato è quello di migliorare le politiche di sviluppo per i gruppi più poveri. Il censimento delle caste sarà realizzato tra giugno e settembre del prossimo anno. L’ultimo - e finora unico - censimento di questo tipo era stato promosso nel 1931, durante il dominio britannico. Da allora non ci sono più statistiche affidabili sul numero di appartenenti ai ceti. Nonostante la discriminazione in caste sia vietata, l’India promuove politiche di sostegno delle classi inferiori attraverso posti riservati nella Pubblica amministrazione e nelle scuole. Il censimento, voluto in particolare dai partiti regionali del nord (che rappresentano le caste inferiori), permette, quindi, di avere un quadro preciso dei beneficiari delle politiche di sostegno. L’idea di raccogliere statistiche sulle caste ha provocato un acceso dibattito in Parlamento: i critici - informa l'Afp - temono che l’iniziativa possa esacerbare le disuguaglianze e rafforzare il sistema basato sulla divisione sociale, che l’India cerca di contrastare. Al contrario, i partiti di casta regionali sostengono che le informazioni raccolte possono essere utili alle caste inferiori. (C.S.)

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    Lettera dei vescovi svizzeri per la festa federale di ringraziamento, pentimento e preghiera

    ◊   “Testimoniare la fede attraverso una vita autenticamente cristiana per rispondere alla sfida della coabitazione delle religioni nel mondo moderno, sull’esempio di madre Teresa di Calcutta”. E’ in sintesi l'auspicio espresso dai vescovi svizzeri nella loro tradizionale Lettera pastorale ai fedeli, in occasione della Festa federale di ringraziamento, pentimento e preghiera, che si celebrerà il 19 settembre. “La presenza di differenti culture e religioni – affermano i presuli - non ci impedisce di vivere in modo autentico la nostra vocazione cristiana”, come dimostrato da Madre Teresa di Calcutta che, con la sua opera, “testimonia come la vita cristiana non dipenda necessariamente da un ambiente di cultura cristiana, ma solo dalla nostra relazione autentica con Dio”. Per questo “siamo chiamati a confrontarci col nostro tempo e a testimoniare Cristo” contro una tendenza della società che “vorrebbe, invece, che la religione sparisse dalla vita pubblica”. Una rivendicazione dietro la quale si nasconde “la paura di una potenza che nella storia non ha unicamente contribuito al bene degli uomini. Lotte e conflitti sono scoppiati e scoppiano ancora, in nome della fede ma hanno per causa la cupidigia e la volontà di dominio”. I vescovi sostengono la necessità che i cristiani manifestino come unica preoccupazione la ricerca di Dio per aiutare gli uomini ad aprire gli occhi alla potenza divina, consapevoli che la fede è uno strumento di umile servizio e non di potere. In questa luce assume valore “l’assunzione di responsabilità all’interno dello Stato. La nostra fede – proseguono- deve penetrare lì dove viviamo, nella politica, nella scuola, nel lavoro, nella famiglia e nel tempo libero”. Nel documento i presuli si soffermano anche sul tema della libertà religiosa rifiutando quella convinzione, diffusa in Svizzera e non solo, secondo cui “per una vera integrazione dei migranti nella società secolarizzata, questi dovrebbero tenere la loro fede all’interno della sfera privata”. “La libertà religiosa- ammoniscono - garantisce e presuppone la libertà di manifestare la propria fede”. (C.S.)

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    Al via la plenaria della Conferenza Episcopale tedesca: in primo piano gli abusi sui minori

    ◊   Si svolgerà dal 20 al 23 settembre a Fulda in Germania, l’Assemblea plenaria della Conferenza episcopale tedesca (Dbk). Diversi i temi all’ordine del giorno dell’assise, che sarà presieduta da mons. Robert Zollitsch. In primo piano restano gli abusi sessuali in ambito ecclesiastico: i vescovi discuteranno infatti sui provvedimenti in materia di abuso sui minori perpetrati da membri del clero e sull’ordinamento quadro che disciplinerà la prevenzione di questi delitti. Inoltre, una giornata di riflessione sarà dedicata a rivedere gli eventi degli scorsi mesi e a sviluppare prospettive per la Chiesa in tutta la Germania. Nella sessione autunnale della plenaria, i presuli si consulteranno inoltre sull’Ufficio cattolico per la pastorale missionaria, inaugurato nel gennaio scorso e sulle richieste della Chiesa in materia di formazione per l’insegnamento di religione. La Dbk prenderà infine posizione sui piani energetici del governo federale, nonché sulle prospettive nel campo dell’assistenza. (C.S.)

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    Giornata del diritto costituzionale per la tutela della salute: convegno a Roma sulle malattie rare

    ◊   Attualmente sono circa 7-8 mila le patologie che colpiscono tra il 6% e l'8% della popolazione nel corso della vita. Malgrado le singole malattie rare siano caratterizzate da una bassa prevalenza, il numero totale di persone che ne sono affette nell'UE si colloca tra 27 e 36 milioni, di cui circa 2 milioni solo in Italia. Sono questi i dati forniti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità che denuncia la scarsa attenzione a livello mediatico e ammonisce sulla necessità di tutelare il diritto alla salute di questi pazienti: uomini, donne e bambini che se messi insieme, uno accanto all’altro, riempirebbero tutte le strade di Roma e che, se riuscissero a parlare all’unisono, potrebbero esser sentiti a km e km di distanza. Ma mai, fino ad oggi, ciò è stato possibile. Per questo motivo l’Associazione Giuseppe Dossetti, ha deciso di portare alla ribalta della scena pubblica quella che viene definita una vera e propria emergenza, organizzando un convegno per il prossimo 16 settembre, in coincidenza con la riapertura dei lavori parlamentari dal titolo: “Art. 32: Tutela della salute e le Malattie Rare? Costruire un respiro unico”. Scopo del meeting è creare un momento di confronto che coinvolga i membri del Parlamento, gli esponenti del mondo scientifico, i rappresentanti dell’industria farmaceutica, del settore giuridico-legale ed altre autorevoli personalità, affinché si impegnino, in maniera risolutiva, a licenziare le misure legislative che è necessario adottare in favore di tali pazienti. L’evento ha quindi l’obiettivo prioritario di mettere in luce, ancora una volta, le problematiche che affliggono i numerosi pazienti affetti da una patologia rara e la condizione di drammaticità che risulta amplificata dal disinteresse e dagli indugi di gran parte degli esponenti del mondo delle Istituzioni, gli unici, di contro, che possano garantire un effettivo miglioramento della loro condizione. Con l’occasione, l’Associazione Giuseppe Dossetti, vuole anche ribadire l’assoluta urgenza che il ddl che da tempo giace in Senato venga licenziato per compiere il suo iter alla Camera dei Deputati, trasformandosi in quella legge che i quasi 2 milioni di cittadini ammalati non possono attendere ulteriormente e che garantisce loro pari diritti di cura, accesso ai farmaci e alle prestazioni sanitarie. (C.S.)

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    In Colombia Settimana del migrante, del rifugiato e dell’emarginato

    ◊   “Ogni vita...una storia; ogni sogno...un impegno; ogni migrante... una persona”. E’ questo il tema scelto per la Settimana nazionale del migrante, del rifugiato e dell’emarginato promossa dalla Conferenza episcopale della Colombia, che ha preso il via questa mattina. L’evento, coordinato dal Segretariato nazionale di Pastorale sociale e dall'arcidiocesi di Bogotà, si concluderà domenica prossima, Giornata mondiale del Migrante. A guidare la manifestazione, il Messaggio del Santo Padre, che per questo anno 2010 si sofferma oltre che sugli immigrati, sui profughi minorenni. Lo scopo è sensibilizzare la comunità cristiana sulla realtà dell’emigrazione e degli spostamenti forzati. Molte le attività in programma che permetteranno di avvicinarsi alla realtà della gente in movimento e di dimostrare la propria solidarietà. (C.S.)

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    In Vietnam nascono centri di accoglienza cattolici e buddisti per minori sieropositivi

    ◊   Le strutture ospitano 2500 giovani da 0 a 16 anni, affetti da Hiv o Aids. Qui, in questi centri giorno e notte, religiosi e volontari laici lavorano “in silenzio” per alleviare le sofferenze di questi ragazzi che spesso vivono in situazioni di disagio, discriminazione e abbandono. L’aiuto ai più deboli ad Ho Chi Minh City in Vietnam unisce i fedeli delle due religioni in una missione comune. Nella ex Saigon, dove il dramma dell’Aids colpisce anche i più piccoli, spesso malati fin dalla nascita, appare sempre più importante il ruolo di organizzazioni sociali di ispirazione religiosa. Tra queste vi sono la pagoda Dieu Giac, nel Distretto 2, i centri Tam Binh e Mai Hoa, il ricovero di Mai Tam e altri gruppi dediti al sociale, come Medicines du Monde. In particolare il centro di accoglienza Mai Tam rappresenta un esempio importante: è stato fondato nel 2005 dall’arcidiocesi di Ho Chi Minh City, guidato da p. Toai e coadiuvato da religiose, accoglie 50 bambini di cui 37 affetti da Hiv/Aids, 27 sono orfani e 10 in condizioni di particolare disagio. La struttura diocesana fornisce anche sostegno economico a 230 bambini in difficoltà, con somme di denaro e consulenze psicologiche. Fra i tanti bimbi del centro, suor Huong, una missionaria, racconta la storia di una piccola orfana, i cui genitori sono morti per il virus. All’inizio la bambina ha vissuto con la nonna, che non era però in grado di badare a lei e l’ha accompagnata al centro di Mai Tam, chiedendo aiuto al sacerdote e alle religiose. Prima di essere accolta nella struttura cattolica, la piccola ha spiegato che nessuno voleva sedersi accanto a lei, che veniva lasciata in disparte ed era costretta a dormire in un letto in disparte. Il problema maggiore per i minori infetti come spiega anche il dottor Le Truong Giang, vice-presidente del Comitato per la prevenzione di Hiv/Aids, è il clima di discriminazione e intolleranza che ruota attorno a loro, che si può sconfiggere solo con l’affetto e la vicinanza, oltre che il sostegno psicologico e le necessarie cure mediche. (C.S.)

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    24 Ore nel Mondo



    Iran: sarà liberata dietro cauzione la cittadina Usa detenuta nel Paese

    ◊   L'Iran è pronto a rilasciare dietro una cauzione di 500 mila dollari l’americana Sarah Shourd, uno dei tre cittadini statunitensi arrestati l’anno scorso con l’accusa di spionaggio e di ingresso illegale nel Paese. Teheran avrebbe dovuto rilasciare la donna ieri mattina per motivi di salute. Tuttavia ha fatto marcia indietro per il mancato raggiungimento di tutte le condizioni legali. I tre furono fermati nel luglio del 2009 dopo aver varcato i confini della Repubblica Islamica durante un’escursione nel Kurdistan iracheno.

    Crisi Grecia
    Il governo greco proseguirà nelle misure di austerità per risanare i conti pubblici. Lo ha detto il premier Papandreou, che si è impegnato a proteggere le fasce più deboli e a garantire appena possibile miglioramenti ai pensionati. Il leader di Atene, che ha chiesto ai media di evitare di provocare il panico, ha poi assicurato che il Paese rispetterà l’obiettivo di ridurre il deficit all’8,1 per cento del Prodotto Interno Lordo entro la fine dell’anno.

    Italia-Politica
    La politica italiana. “Il governo ce la farà: voteremo sui 5 punti ed avremo una grande maggioranza”. Così il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi intervenendo alla festa di Atreyu, la festa dei giovani del Pdl, questa mattina a Roma. Quello del premier è stato un intervento a tutto campo: dall’inchiesta sulla cosiddetta loggia P3, alle intercettazioni, dalla lotta alla mafia, fino alla polemica con il presidente della Camera. “Non credo che Fini e il suo gruppo Futuro e Libertà vogliano venir meno agli impegni presi”, ha detto Berlusconi, che ha puntato il dito sui partiti centristi ed ha ammonito: “non possono continuare a non scegliere, ne tantomeno a mettersi in un’altra formazione”. Secca la replica del leader dell’Udc Casini: “siamo l’unica forza politica credibile, il Cavaliere si dimetta, poi si potrà aprire nuova stagione politica”.

    Kosovo
    Scontri fra serbi e albanesi la notte scorsa a Mitrovica, nel nord del Kosovo. Secondo il portavoce della polizia locale sono avvenuti lungo le rive del fiume Ibar, che divide la città, ed hanno coinvolto centinaia di persone. La situazione è tornata alla normalità grazie al massiccio schieramento degli agenti, intervenuti prontamente assieme ai soldati della missione europea Eulex schierati nella regione.

    Messico violenza
    Ancora sangue in Messico per la lotta fra bande di narcotrafficanti. Almeno 24 persone sono state uccise nella città di Ciudad Juarez in vari scontri a fuoco, avvenuti in una sola giornata tra giovedì e venerdì scorsi. A Città del Messico, invece, un’organizzazione non governativa ha denunciato l’uccisione di un bambino, rapito nella capitale lo scorso 24 agosto.

    Morte Chabrol
    Il mondo del cinema in lutto per la morte del regista francese Claude Chabrol, avvenuta oggi a Parigi. Protagonista della Novelle Vague con Truffaut e Godard, aveva 80 anni. Diresse film come "Un affare di donne", "Una morte di troppo", "Il buio nella mente" e "Grazie per la cioccolata". (Panoramica internazionale a cura di Eugenio Bonanata)

    Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LIV no. 255

    E' possibile ricevere gratuitamente, via posta elettronica, l'edizione quotidiana del Bollettino del Radiogiornale. La richiesta può essere effettuata sulla home page del sito www.radiovaticana.va/italiano.

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