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Sommario del 11/09/2010

Il Papa e la Santa Sede

  • Il Papa ai nuovi vescovi: servite la Chiesa con amore senza seguire le categorie mondane
  • Il nunzio negli Usa chiede di commutare la pena di morte per un condannato nel Kentucky
  • Altre udienze
  • Il Papa nomina mons. Fausto Gabriel Trávez Trávez nuovo arcivescovo di Quito
  • Verso il Regno Unito: l’editoriale di padre Lombardi
  • Beatificazione in Spagna di fra Leopoldo, religioso cappuccino, testimone di Cristo povero e crocifisso
  • Oggi su "L'Osservatore Romano"
  • Oggi in Primo Piano

  • Gli Usa ricordano l'11 settembre. Obama: non facciamoci dividere
  • Belgio. Il vescovo di Tournai: la pubblicazione del rapporto sugli abusi dimostra la trasparenza della Chiesa
  • Pellegrinaggio delle Famiglie per la Famiglia promosso a Pompei dal Rinnovamento nello Spirito Santo
  • Assegnati i premi cattolici al Festival del cinema di Venezia
  • Pergolesi, Cherubini e Schumann protagonisti della 65.ma Sagra Musicale Umbra
  • Il commento di padre Bruno Secondin al Vangelo della Domenica
  • Chiesa e Società

  • Argentina: i 40 anni di Más por Menos. L’appello del Papa a partecipare alla colletta
  • La Chiesa colombiana: il governo non prende sul serio le vittime del conflitto armato
  • I vescovi indiani: le scuole cattoliche al fianco dei ragazzi più poveri
  • Mons. Crociata: rilanciare la missione educativa della Chiesa
  • Convegno di Bose: dialogo intenso tra Chiesa ortodossa russa e Chiesa cattolica
  • Le Chiese cristiane d’Irlanda e Regno Unito celebrano la “Domenica per la giustizia razziale”
  • Messaggio dell'arcivescovo di Canterbury per il Capodanno ebraico
  • Francia: cattolici e protestanti organizzano una giornata per conoscere l'ebraismo
  • Il premio Matilde 2010 a Marguerite Barankitse, l'Angelo del Burundi
  • L’ambasciata ucraina promuove a Roma una mostra fotografica sul volto femminile dell’ortodossia
  • 24 Ore nel Mondo

  • La Corea del Nord propone al Sud la ripresa dei negoziati per le famiglie divise al 38.mo parallelo
  • Il Papa e la Santa Sede



    Il Papa ai nuovi vescovi: servite la Chiesa con amore senza seguire le categorie mondane

    ◊   L’episcopato è un servizio d’amore: è quanto sottolineato da Benedetto XVI nel discorso di stamani, a Castel Gandolfo, ai vescovi di recente nomina, che hanno partecipato al Corso promosso dalla Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli. Il Papa ha quindi esortato i presuli a non considerare il proprio ministero secondo categorie mondane. L’indirizzo di saluto al Pontefice è stato rivolto dal cardinale Ivan Dias, prefetto di “Propaganda Fide”. Il servizio di Alessandro Gisotti:

    “La vita del vescovo – ha affermato Benedetto XVI – dev’essere un’oblazione continua a Dio per la salvezza della sua Chiesa” e “delle anime che gli sono state affidate”. Il Papa ha assicurato che la “Chiesa pone non poche speranze” nei nuovi vescovi ed ha rivolto un pensiero particolare a quanti tra loro “vivono la propria fede in contesti non facili” dove a volte si verificano “forme di persecuzione”. Il Papa si è soffermato sul dono personale a Dio e ai fedeli, “vera dignità del vescovo”, ed ha messo in guardia da fraintendimenti del ministero episcopale:

    “L'episcopato, infatti, - come il presbiterato - non va mai frainteso secondo categorie mondane. Esso è servizio d’amore. Il Vescovo è chiamato a servire la Chiesa con lo stile del Dio fatto uomo, diventando sempre più pienamente servo del Signore e servo dell’umanità”.

    Ha così messo l’accento sul “dovere primario dell’annuncio, accompagnato dalla celebrazione dei Sacramenti”, e che va sempre rafforzato dalla testimonianza della vita:

    “Quanti sono chiamati al ministero della predicazione devono credere nella forza di Dio che scaturisce dai Sacramenti e che li accompagna nel compito di santificare, governare e annunciare; devono credere e vivere quanto annunciano e celebrano”.

    Ma dove il vescovo può dunque trovare la forza per guidare il proprio gregge, per proclamare la Buona Novella?

    “Per imitare il Cristo, occorre dedicare un adeguato tempo a ‘stare con lui’ e contemplarlo nell’intimità orante del colloquio cuore a cuore. Stare frequentemente alla presenza di Dio, essere uomo di preghiera e di adorazione: a questo anzitutto è chiamato il Pastore”.

    So, ha detto ancora il Papa, che le Comunità a voi affidate si trovano, “alle ‘frontiere’ religiose, antropologiche e sociali, e, in molti casi, sono presenza minoritaria”. In questi contesti, ha riconosciuto, “la missione di un vescovo è particolarmente impegnativa”. Ma, è stata la sua esortazione, “è proprio in tali circostanze che, attraverso il vostro ministero, il Vangelo può mostrare tutta la sua potenza salvifica”:

    “Non dovete cedere al pessimismo e allo scoraggiamento, perché è lo Spirito Santo che guida la Chiesa e le dà, con il suo soffio possente, il coraggio di perseverare e anche di cercare nuovi metodi di evangelizzazione, per raggiungere ambiti finora inesplorati. La verità cristiana è attraente e persuasiva proprio perché risponde al bisogno profondo dell’esistenza umana, annunciando in maniera convincente che Cristo è l’unico Salvatore di tutto l’uomo e di tutti gli uomini”.

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    Il nunzio negli Usa chiede di commutare la pena di morte per un condannato nel Kentucky

    ◊   Negli Stati Uniti, è stata consegnata al governatore del Kentucky, Steve Beshear, una lettera del nunzio apostolico a Washington, l’arcivescovo Pietro Sambi, in cui si chiede a nome del Papa di commutare la pena di morte per Gregory Wilson, prevista per il 16 settembre. Il servizio di Sergio Centofanti.

    Sono stati l'arcivescovo di Louisville, Joseph Kurtz, e Marian McClure Taylor, direttore esecutivo del Consiglio delle Chiese del Kentucky, a incontrare giovedì scorso il governatore, consegnandogli il messaggio. Wilson è stato giudicato colpevole nel 1988 di rapimento, stupro e omicidio di una donna. Attualmente sta facendo appello alla decisione del Tribunale per fermare la sua esecuzione, perché possano essere compiute indagini sulla sua affermazione di ritardo mentale e sulla richiesta del test del Dna. L'arcivescovo di Louisville – citato da Zenit – ha auspicato che prevalga una “misericordia che difenda il bene comune della società, onori la giustizia e serva uno scopo più alto mettendo da parte l'irreversibile rimedio della morte. La misericordia – ha detto - è l'unico modo per guarire e dare speranza”.

    Il direttore della Sala Stampa vaticana, padre Federico Lombardi, si riferiva a casi come questi quando domenica scorsa ha affermato che la Santa Sede segue “con attenzione e partecipazione” la vicenda di Sakineh, la donna condannata alla lapidazione in Iran. Il portavoce vaticano, sottolineando che “è nota la posizione della Chiesa contraria alla pena di morte”, aveva ricordato infine che quando alla Santa Sede è richiesto in modo appropriato di intervenire su questioni umanitarie presso autorità di altri Paesi, “come è avvenuto molte volte in passato, usa farlo non in forma pubblica, ma rivolgendosi alle autorità competenti attraverso i propri canali diplomatici”.

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    Altre udienze

    ◊   Benedetto XVI ha ricevuto questa mattina in udienza, nel Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo, mons. Reinhard Marx, arcivescovo di Monaco e Frisinga.

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    Il Papa nomina mons. Fausto Gabriel Trávez Trávez nuovo arcivescovo di Quito

    ◊   Benedetto XVI ha accettato la rinuncia al governo pastorale dell’arcidiocesi di Quito (Ecuador), presentata da mons. Raúl Eduardo Vela Chiriboga, per raggiunti limiti di età. Ha quindi nominato a succedergli come nuovo arcivescovo metropolita di Quito mons. Fausto Gabriel Trávez Trávez, finora vescovo di Babahoyo. Mons. Fausto Gabriel Trávez Trávez, dell’Ordine dei Frati Minori, è nato l’8 marzo 1941 a Toacazo, diocesi di Latacunga. Ha studiato in patria e in Colombia presso l’Università di San Bonaventura, Bogotá, dove ha completato gli studi di filosofia. Ha emesso la professione solenne il 15 ottobre 1965. È stato ordinato sacerdote il 12 dicembre 1970. È stato: incaricato del "Movimiento Juvenil Franciscano" da lui fondato a Quito nel 1969; membro del Definitorio Provinciale, maestro dello studentato francescano; fondatore nel 1982 delle "Misioneras Franciscanas de la Juventud"; ministro provinciale, presidente della "Unión de Conferencias Latinoamericanas Franciscanas" e della "Conferencia Franciscana Bolivariana". Nominato vescovo titolare di Sulletto e vicario apostolico di Zamora en Ecuador il 14 gennaio 2003, ha ricevuto l’ordinazione episcopale il 15 marzo successivo. Il 27 marzo 2008 è stato nominato vescovo di Babahoyo.

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    Verso il Regno Unito: l’editoriale di padre Lombardi

    ◊   Cresce l’attesa nel Regno Unito per la visita di Benedetto XVI, che prenderà il via il 16 settembre in Scozia per concludersi domenica 19 con la Beatificazione del cardinale Newman a Birmingham. Un evento di grande valore e dai molteplici significati, come sottolinea il nostro direttore generale, padre Federico Lombardi in questo editoriale per Octava Dies, il settimanale informativo del Centro Televisivo Vaticano:

    Giovedì 16 settembre il Papa volerà ad Edimburgo per iniziare di là, accolto ufficialmente da Sua Maestà la Regina Elisabetta, uno dei viaggi più attesi del suo Pontificato, quello nel Regno Unito. Mercoledì scorso il Papa ha manifestato la sua gratitudine per l'invito ricevuto, poiché sa bene dell'impegno e dell'attenzione con cui non solo Sua Maestà e il Governo, ma anche il Primate anglicano - Arcivescovo di Canterbury -, e naturalmente tutta la Chiesa cattolica d'Inghilterra, Galles e Scozia, si preparano ai numerosi incontri previsti dal programma. Anche l'attesa e l'interesse nella società britannica vanno crescendo, ben aldilà di alcune rumorose, ma pur sempre marginali manifestazioni di dissenso. Si conferma infatti la percezione che la grande autorità religiosa e morale del Papa potrà offrire un contributo specifico importante, sereno positivo e costruttivo, di orientamento per le grandi sfide del mondo di oggi. Certamente, l'incontro del Papa con i più qualificati rappresentanti delle istituzioni e della società civile nella storica Westminster Hall rappresenterà uno dei momenti culminanti del viaggio. Ma sarà nella beatificazione del card. Newman che il messaggio di questa visita raggiungerà il suo senso compiuto. Questo inglese, che il Papa ha definito "veramente grande", ricco di "gentile sapienza" ed esempio di "integrità e santità di vita", che con i suoi scritti e le sue opere è fonte di ispirazione per la Chiesa e la società in tante parti del mondo, incarna nel modo più convincente il frutto affascinante della sintesi profonda fra la fede cristiana e lo spirito britannico e la sua permanente fecondità per il mondo di oggi e di domani.

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    Beatificazione in Spagna di fra Leopoldo, religioso cappuccino, testimone di Cristo povero e crocifisso

    ◊   Un uomo di Dio, caritatevole nei giudizi, umile nel correggere il prossimo, devoto della Vergine Maria: questo era fra Leopoldo da Alpandeire Marquez Sánchez, che domani sarà proclamato Beato in una celebrazione presieduta da mons. Angelo Amato, prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, a Granada, in Spagna, la città dove il frate dell’Ordine dei Frati Minori Cappuccini trascorse la maggior parte della sua vita e dove morì nel 1956. Il servizio di Roberta Barbi:

    Barba bianca, sorriso sereno, occhi a terra e cuore rivolto verso il cielo: viene ricordato così fra Leopoldo da Alpandeire Marquez Sánchez, nato Francisco Tomás, che domani sarà beatificato nella “sua” Granada, dove lo conoscevano tutti perché vi trascorse anni con l’incarico di elemosiniere. Figlio di contadini, da sua madre imparò a pregare, da suo padre apprese l’integrità morale; fin da piccolo coltivò, insieme alla terra, anche le virtù della generosità e del distacco dai beni materiali. Scoprì la vocazione dopo aver assistito alla predicazione di due Cappuccini, ma la sua non fu una conversione clamorosa: fu piuttosto una conferma del modo in cui era sempre vissuto, nell’amore per Dio, nella preghiera, nel lavoro, nel silenzio, nella penitenza e nella devozione per la Vergine Maria. Da questuante, infatti, ogni volta che riceveva l’elemosina, recitava tre Ave Maria: era il suo modo di contraccambiare, la sua elemosina dell’amore. Un testimone “del mistero di Cristo povero e crocifisso con l’esempio e la parola, al ritmo umile e orante della vita quotidiana”, l’ha definito il suo vice postulatore, padre Alfonso Ramírez Peralbo. Un uomo che ha raggiunto la santità nelle piccole cose e per questo è un esempio per tutti: domani, infatti, alle cerimonia di beatificazione, sono attesi circa 300mila fedeli.

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    Oggi su "L'Osservatore Romano"

    ◊   L’episcopato è un servizio d’amore: il discorso di Benedetto XVI ai vescovi partecipanti a un corso promosso dalla Congregazione per l’evangelizzazione dei Popoli.

    Nel servizio internazionale, in primo piano il messaggio di Obama nel nono anniversario dell’11 settembre.

    Il Gabon e la crisi del legname: Pierluigi Natalia su nuove norme africane che tutelano l’ambiente ma frenano le esportazioni.

    Addio alle armi: il 14 settembre 1970, alla vigilia del centenario della presa di Roma, Paolo VI annunciava la decisione di sciogliere i Corpi militari pontifici. Con alcuni testi di Papa Montini e il messaggio inviatogli dal presidente Saragat. Sul tema anche un articolo di Bruno Luti dal titolo “Il tramonto delle milizie in Vaticano”.

    Una tizia britanna di nome Ellen: l’introduzione e due estratti dal primo e dall’ultimo capitolo del libro di Evelyn Waugh “Helena”, biografia romanzata della madre dell’imperatore Costantino.

    Un umile cappuccino per le strade di Granada: un articolo di Alfonso Ramírez Peralbo per la beatificazione di fra Leopoldo da Alpandeire.

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    Oggi in Primo Piano



    Gli Usa ricordano l'11 settembre. Obama: non facciamoci dividere

    ◊   Giornata di commemorazioni oggi negli Stati Uniti in occasione del nono anniversario degli attacchi alle Torri Gemelle. Un appuntamento segnato dalle polemiche innescate dal minacciato rogo dei Corani da parte di un pastore evangelico della Florida. Il presidente Obama ha lanciato un nuovo appello all’unità del Paese, ribadendo che è necessario proseguire la lotta contro il terrorismo. Per i talebani, invece, gli Usa hanno perso in Afghanistan. Il servizio è di Eugenio Bonanata:

    Restiamo uniti, non permettiamo che vinca la paura. Obama, nel suo discorso alla radio, parla di un momento difficile per l’America e nel rimarcare il valore di questa giornata punta nuovamente il dito contro quello che definisce il tentativo di dividere il Paese, sfruttando le diversità del popolo statunitense. Il capo della Casa Bianca - che nelle prossime ore parteciperà ad una cerimonia al Pentagono – rinnova poi la solidarietà alle truppe impegnate all’estero e garantisce che “l’America non esiterà mai nella difesa della nazione”. Ieri invece la precisazione che la lotta è contro i terroristi, non contro l’Islam. Catturare o uccidere Bin Laden – aveva detto – è la priorità assoluta dell’amministrazione Usa. I talebani, in un messaggio diffuso in mattinata, hanno proclamato il fallimento degli Stati Uniti in Afghanistan consigliando il ritiro immediato e senza condizioni delle loro truppe. Intanto, nonostante il reverendo Jones in un’intervista alla Nbc abbia detto che non brucerà il Corano “né oggi né mai”, nel mondo musulmano le proteste non si placano. Per il secondo giorno consecutivo migliaia di persone sono scese in piazza in Afghanistan, dove ieri c’è stata una vittima durante le manifestazioni davanti ad una base Nato. Tensione anche in Pakistan: estremisti islamici hanno dato alle fiamme una chiesa minacciando altre azioni contro la minoranza cristiana. Le proteste hanno raggiunto anche l’Indonesia, mentre in Sudafrica un tribunale di Johannesburg ha impedito il rogo di una Bibbia in risposta al progetto contro il Corano. Sul versante americano circa 2 mila musulmani statunitensi hanno manifestato a Ground Zero a favore della costruzione della moschea, che dovrebbe sorgere a due isolati dal luogo dell’attentato del 2001. Proprio questo progetto, di cui si discute da settimane, e che è all’origine delle polemiche, resta al centro delle altre due manifestazioni - una favorevole e l’altra contraria - in programma oggi.

    11 Settembre 2001: una data che rimarrà per sempre impressa nella memoria dell’umanità, per gli attacchi terroristici che hanno colpito il cuore degli Stati Uniti; uno spartiacque epocale, che ha segnato davvero un cambiamento nella società americana. Oggi, a distanza di 9 anni, cos’è rimasto negli Stati Uniti di quella tragedia? Salvatore Sabatino lo ha chiesto a Fernando Fasce, docente di Storia degli Stati Uniti presso l’Università di Genova:

    R. - E’ rimasta ancora l’impressione emotiva, inevitabilmente molto forte. E’ rimasto il senso della vulnerabilità, accompagnato da un rinnovato impegno militare all’estero che ha lasciato profondi segni. Ci sono, quindi, componenti emotive e ci sono componenti reali in un magma molto complicato e con il quale il presidente Obama deve oggi fare i conti.

    D. – Dagli attentati dell’11 settembre è scaturito poi il conflitto in Afghanistan, che ancora oggi è la spina nel fianco dell’amministrazione americana…

    R. – Sì, assolutamente sì. Quando mi riferivo al rinnovato ed allargato profilo militare, pensavo esattamente a questo. Non bisogna dimenticare che, peraltro, anche l’intervento in Iraq - del quale stiamo vedendo un ridimensionamento ed una ridefinizione profonda proprio in queste ultime settimane – è stato in parte originato, o meglio per definirlo e per deciderlo si è usata l’onda emotiva scatenata dall’11 settembre.

    D. – Tra le polemiche sulla costruzione della moschea nei pressi di Ground Zero e le provocazioni del reverendo Jones sul rogo del Corano sembra che negli Stati Uniti ci sia una avversione nei confronti della comunità musulmana. Ma è davvero così?

    R. – La sensazione è che indubbiamente c’è uno spirito – soprattutto in alcune frange della popolazione, ma sottolineo soltanto in alcune frange della popolazione – di paura e di conseguenza di intolleranza. I fenomeni neopopulisti – e sottolineo neopopulisti – che si sono manifestati un po’ in tutto il mondo hanno avuto una presenza significa ed hanno una presenza significativa anche negli Stati Uniti, con questa tendenza a riflessi d’ordine, a reazioni istintive che finiscono per trovare nell’islamico – tutto rafforzato dalla componente emotiva, dallo strascico emotivo dell’11 settembre – un possibile punto di riferimento negativo.

    D. – Si può dire che l’11 settembre rimarrà per sempre una cicatrice profonda della società americana o si riuscirà in qualche modo a superare questo trauma?

    R. – Direi che gli Stati Uniti, in parte i loro abitanti, i loro cittadini ed i loro residenti hanno superato questo trauma. Il Paese ha voltato pagina, si è rimesso a marciare in senso positivo, in senso produttivo. La New York che ho visto in questi nove anni, è una città nella quale certo oggi ci sono le polemiche relative alla moschea, ma c’è anche un forte senso della capacità di reazione e della capacità di fare società in modo non intollerante. Sicuramente, però, ci sono forze, spinte e impulsi che agiscono nell’altro senso. Basti ricordare il fatto che – e questo emerge da sondaggi – oltre un quinto degli americani sono convinti, ad esempio, che il loro presidente sia un musulmano ed alcuni usano proprio questo come elemento di minaccia politica, di azione politica negativa nei suoi confronti.

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    Belgio. Il vescovo di Tournai: la pubblicazione del rapporto sugli abusi dimostra la trasparenza della Chiesa

    ◊   Lunedì prossimo l’arcivescovo di Malines-Bruxelles, Joseph Léonard, terrà una conferenza stampa presso l’arcivescovado sulla questione degli abusi compiuti da esponenti ecclesiali su minori. Nell’occasione sarà annunciata una nuova iniziativa che prenderà il posto della Commissione indipendente creata dalla Chiesa per indagare sulla vicenda e dimessasi dopo le perquisizioni condotte dall’autorità giudiziaria, dichiarate poi illegali. Da parte sua, l’ex arcivescovo di Bruges, Roger Vangheluwe, dimessosi lo scorso aprile dopo aver ammesso di essersi reso responsabile di un abuso, ha rinnovato, in una dichiarazione, le sue scuse alla vittima e alla famiglia per il male compiuto, esprimendo anche la propria amarezza per aver coinvolto in una spirale di dolore e angoscia molte persone, tra cui il cardinale Danneels. Quindi chiede di nuovo perdono alla Chiesa, alla società e a tutti coloro che sono stati segnati dalla sofferenza per causa sua. L’ex arcivescovo di Bruges, esprimendo infine la propria gratitudine alla comunità monastica di Westvleteren per averlo ospitato negli ultimi mesi, ha reso noto che a partire da oggi soggiornerà in un altro luogo al di fuori della diocesi di Bruges. Ieri, intanto, sul sito ufficiale della Conferenza episcopale belga è stato pubblicato un dettagliato rapporto della Commissione sugli abusi. Helene Destombes ne ha parlato con il vescovo di Tournai, Guy Harpigny, responsabile della Chiesa belga per tale questione:

    R. – Il rapporto dimostra chiaramente che non abbiamo voluto nascondere la vicenda degli abusi e che i membri della Commissione hanno lavorato in modo assolutamente indipendente. Qualcuno ha pensato che la Commissione abbia svolto il suo compito in modo parallelo alla giustizia civile per poter nascondere alcuni fatti che invece dovevano essere denunciati. Credo che il rapporto dimostri chiaramente che non abbiamo mai voluto lavorare al di fuori della giustizia del nostro Paese. Ora la prima cosa per noi è quella di ascoltare attentamente le vittime per sapere che cosa si aspettano in questo momento dalla Chiesa. Sappiamo che non sono più giovani ed è giunto il momento di ascoltarli con molta attenzione per sapere effettivamente cosa chiedono alla Chiesa. Per quanto riguarda i responsabili di questi abusi la Chiesa intende collaborare pienamente con le autorità civili. Bisogna anche dire che la mentalità si sta evolvendo in Belgio perché, soprattutto dopo il dramma Dutroux del 1996 e dopo le dimissioni di mons. Vangheluwe, ci sono tante persone disposte a parlare: questo dimostra che ciò prima non era possibile. Adesso ci si rende sempre più conto della gravità dei fatti e che le persone abusate sono devastate e ferite per sempre e alcune di loro, purtroppo, o si sono suicidate o hanno tentato il suicidio. Le autorità ecclesiastiche appena verranno a conoscenza di fatti del genere, prenderanno subito gli adeguati provvedimenti.

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    Pellegrinaggio delle Famiglie per la Famiglia promosso a Pompei dal Rinnovamento nello Spirito Santo

    ◊   Prende il via oggi da Scafati a Pompei il terzo Pellegrinaggio delle Famiglie per la Famiglia promosso dal Rinnovamento nello Spirito Santo in collaborazione con l’Ufficio Nazionale per la Pastorale della Famiglia della Cei. Al centro dell’evento, al quale prendono parte oltre 15mila persone, canti, preghiere, esortazioni, ma soprattutto la recita di uno speciale Rosario: una selezione di sette misteri in cui viene contemplato il cammino della famiglia cristiana. “Perché per salvare questa istituzione da una crisi sempre più profonda occorre utilizzare la più potente arma spirituale di cui il cristiano dispone: la preghiera” spiega al microfono di Federico Piana, Salvatore Martinez, presidente nazionale di Rinnovamento nello Spirito Santo:

    R. - Vogliamo gridare che una famiglia ci vuole, che la famiglia cristiana conserva ancora la sua attualità e va difesa, va diffusa la bellezza e l’originalità di questo amore, che poi è il segreto della famiglia cristiana. A Pompei si capisce che cosa è questo amore di Dio e questo amore per il prossimo, che poi sono inseparabili. Il deficit che il nostro tempo conosce di affidabilità e di forza della famiglia discende proprio da questo “gap”, da questo divario. Senza amore di Dio è difficile che i membri di una famiglia riescano a scambiarsi ogni giorno, all’insegna del sacrificio, della responsabilità, del perdono, della riconciliazione, tutto ciò che fa e che costituisce questo amore.

    D. - La famiglia vive una crisi senza precedenti. Come se ne esce, presidente, secondo lei, dal punto di vista cristiano?

    R. - Intanto, bisogna ricordare che la famiglia è un avvenimento spirituale. Oggi, in questo nostro tempo, prevalgono esperienze di solitudine e anche le famiglie sembrano degli agglomerati domestici: tanti televisori, tanti telefoni quanti sono i membri della famiglia. La famiglia vive la crisi di questo trasformismo e sembra mancare soprattutto l’idealità di un progetto di vita. Perciò noi diciamo che bisogna rientrare in se stessi, bisogna recuperare il principio vitale di questo amore che è appunto un avvenimento spirituale. Quindi, bisogna ridare il gusto delle cose spirituali, un significato spirituale a questo nostro tempo che ha profonde inquietudini spirituali. Pertanto, la famiglia va rieducata alla sua essenzialità, a ciò che la tiene unita e noi riteniamo che la preghiera sia il collante e la forza propulsiva della famiglia. C’è bisogno di una rieducazione alla fede, una rieducazione agli affetti, una rieducazione alle memorie. La famiglia viene da Dio, viene dal Cielo e tutte le volte che ritorna e che si affida a Dio rinasce miracolosamente.

    D. - Una preghiera, presidente, che deve continuare anche nelle famiglie perché molto spesso le famiglie purtroppo non pregano …

    R. - I nodi del Rosario, questi sette misteri della famiglia che abbiamo immaginato e in qualche modo codificato dai 20 misteri classici, ci ricordano le tappe, il cammino, il futuro, l’avvenire della famiglia cristiana. Bisogna allora meditare su questi misteri e interiorizzarli. Noi proponiamo la preghiera nelle famiglie: la preghiera insieme e la preghiera gli uni sugli altri, i genitori sui figli, i figli sui genitori. La riscoperta del potere della benedizione, la riscoperta del potere dell’intercessione davanti alle prove, alle sofferenze, la riscoperta del potere della lode, della gioia, nella vita della famiglia, sono esperienze che purtroppo difettano nella vita di tante famiglie e che vanno riproposte senza vergogna, senza considerarle superate, in tutta la loro forza che da secoli esprime poi la bellezza di questo amore di Dio. (Montaggio a cura di Maria Brigini)

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    Assegnati i premi cattolici al Festival del cinema di Venezia

    ◊   In attesa della premiazione ufficiale della 67.ma Mostra del Cinema di Venezia, che avverrà questa sera nel corso della cerimonia in Sala Grande al Lido, sono stati assegnati i riconoscimenti da parte delle giurie di ispirazione cattolica. Il servizio di Luca Pellegrini:

    Le Giurie di orientamento cattolico hanno lavorato con entusiasmo anche quest’anno a Venezia, valutando i 24 film proiettati in concorso e alcuni della sezione “Orizzonti”. Nel panorama complessivo, senza che siano apparsi capolavori e sorprese, non sono mancati titoli che hanno suscitato riflessioni profonde, soprattutto guardando, nei modi più diversi, al nostro passato più o meno recente, alla storia dell’uomo e dell’umanità e al suo inserimento nel flusso dei tempi e dei fatti. Il “Premio Signis”, che raggruppa esperti e critici legati al mondo della comunicazione cattolica e provenienti da diverse aree geografiche e culturali, ha espresso un giudizio singolare, dando il riconoscimento al film “Il sentiero di Meek” della regista americana Kelly Reichardt. Ecco le motivazioni, spiegate da Valerio Sammarco:

    “Un antiwestern che inquadra l’epopea di alcuni pionieri americani, affidando la speranza di un futuro migliore al confronto con l’altro. La giuria poi decide di assegnare una menzione anche a Silent Souls di Aleksei Fedorchenko perché mostra in modo poetico come l’amore possa superare la morte e l’importanza di rituali e tradizioni di fronte alle sfide esistenziali. Il giudizio è stato dato sia da un punto di vista cinematografico, quindi per la resa proprio estetica dei due film in questione, ma soprattutto per i messaggi che vengono proposti mai in maniera banale e mai in maniera artificiale”.

    La “Navicella Venezia Cinema”, il premio legato alla Fondazione Ente dello Spettacolo e alla Rivista del Cinematografo, con la giuria preseduta da mons. Dario Edoardo Viganò, ha espresso un giudizio unanime, premiando il doloroso e profondo “Il fossato” del regista cinese Wang Bing. Marina Sanna ne spiega le ragioni.

    “Abbiamo scelto all’unanimità e in pochissimo tempo. Eravamo tutti d’accordo perché è uno dei film più importanti che si sono visti in concorso alla Mostra. C’è una ragione, non solo per il coraggio di questo giovane regista alla sua opera prima - sia politica che cinematografica - perché è un film molto duro che non risparmia nulla allo spettatore ma non cade in nessun cliché, né autocompiacimento per quanto riguarda la messa in scena. Storicamente racconta una delle pagine più buie del regime cinese”.

    Il “Premio Gianni Astrei – Pro Life” ha assegnato il suo riconoscimento a “L’amore buio” del regista napoletano Antonio Capuano. Una decisione presa all’unanimità per le ragioni che il Preidente di giuria, Andrea Piersanti, conferma ai nostri microfoni:

    “Il film è interessante, intenso, a tratti duro, però esprime un grande amore per la vita. Parla di due giovani, di due diciottenni divisi da un brutto fatto di violenza e che poi alla fine riescono ad elaborare questo lutto ad avere una maggiore consapevolezza di ciò che è successo e a ritrovare la felicità e l’armonia e soprattutto l’amore per la vita”.

    Infine, Paolo Mereghetti, presidente della Giuria del Premio intestato al Padre gesuita Nazzareno Taddei, ha invece, annunciato l’attribuzione del loro riconoscimento al bellissimo e inaspettato film “Anime silenziose”, del regista russo Aleksei Fedorchenko. Motivazione che Mereghetti così descrive:

    “Perché ha saputo raccontare l’odissea e il confronto di due uomini con la morte e soprattutto con la tradizione che sta scomparendo, quella della etnia tribale Merya di cui i due uomini fanno parte e l’ha saputo fare con un linguaggio inventivo nuovo e assolutamente pieno di poesia”.

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    Pergolesi, Cherubini e Schumann protagonisti della 65.ma Sagra Musicale Umbra

    ◊   La Sagra Musicale Umbra, tra i più antichi e prestigiosi festival italiani di musica classica e sacra, offre già nel titolo dell’edizione 2010 l’idea di un itinerario: “Pellegrinaggi dell’anima. Da Pergolesi a Schumann”. Questi due grandi compositori, insieme con Luigi Cherubini, sono i protagonisti principali della 65.ma Sagra che inizia oggi e che vedrà, come da tradizione, uno o due concerti al giorno eseguiti nelle Chiese o nei luoghi d’arte tra i più celebri dell’Umbria. Il direttore artistico della manifestazione, Alberto Batisti, spiega al microfono di Alessandro De Carolis perché, da sempre, la Sagra Musicale Umbra fonde arte e spiritualità nelle sue scelte musicali:

    R. – E’ un percorso di due tipi. Da una parte è un percorso in tre tappe con tre grandi anniversari: 300 anni dalla nascita di Pergolesi, 250 da quella di Cherubini e 200 anni dalla nascita di Schumann. Dall’altra parte un pellegrinaggio, invece, proprio fisico tra luoghi dello spirito, monumenti d’arte, che ospitano come tradizione i concerti della Sagra musicale umbra. Un pellegrinaggio musicale e anche visivo, ma attraverso temi che, secondo il marchio di fabbrica della Sagra musicale umbra, sono temi sempre spirituali. La materia prima di questo Festival, nato nel 1937, è sempre stata la musica sacra proprio per il meraviglioso paesaggio storico dell’Umbria e i luoghi dello spirito dell’Umbria.

    D. – Lei prima accennava alle tre grandi celebrazioni di quest’anno: Pergolesi, Cherubini, Schumann. Di questi tre compositori il cartellone della Sagra musicale umbra di quest’anno è particolarmente ricco di opere importanti e anche di partiture rare...

    R. – Sì, anche questa è un’altra vocazione della Sagra musicale umbra. Pergolesi, Cherubini, Schumann, in particolare i primi due, grandi compositori anche e, direi, in particolare, di musica sacra. Hanno diviso la loro vita fra il teatro musicale e l’attività di musicisti al servizio della Chiesa o comunque di un’attività religiosa. Entrambi questi musicisti sono stati nel tempo presi in considerazione più volte dalla Sagra musicale umbra ma ci sono ancora tanti gioielli da riscoprire. Quindi, attraverso il programma di quest’anno offriamo la ricostruzione, per esempio, di questi Vespri della Beata Vergine di Pergolesi. E’ una primizia della Sagra musicale umbra come lo è anche la presentazione del “Credo” di Luigi Cherubini, a otto voci, una pagina monumentale, per doppio coro, che il compositore fiorentino si portò dietro per trent’anni. E’ presente nel programma della Sagra anche un altro lavoro sconosciuto alla grande maggioranza del pubblico ma in realtà meritevole di una grande attenzione, il “Capriccio” per pianoforte di Luigi Cherubini: un pezzo che dura 40 minuti senza soluzione di continuità e che non ha termini di confronto nella letteratura pianistica non solo del tempo ma anche a venire. Altra riscoperta è il Requiem für Mignon di Schumann su testo di Goethe, dal Wilhelm Meister, che è un Requiem laico ma carico di una dolcezza e di una spiritualità che è, per così dire, la traduzione romantica del mistero eterno dell’uomo di fronte alla morte.

    D. – Personaggi come Pergolesi e Cherubini sono il segno del fatto che la musica sacra ha sempre accompagnato la Sagra musicale umbra in tutta la sua lunga storia. L’edizione 2010 mette in particolare risalto questo aspetto con il titolo “Pellegrinaggi dell’anima”. Da cosa è stato ispirato in particolare?

    R. – E’ stato ispirato dal primo concerto in programma con Jordi Savall. Questo grande violinista da gamba, catalano, da anni sta lavorando a un dialogo fra le musiche del Mediterraneo che è innanzitutto, naturalmente, un dialogo fra le culture. Corrisponde esattamente a quell’idea, che è un’idea storica della Sagra musicale umbra, cioè quella di un festival in pellegrinaggio tra i vari luoghi della regione e la musica come la ricerca dell’assoluto. La musica riesce a raffigurare questa tensione umana verso l’assoluto forse meglio di qualsiasi altro linguaggio.

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    Il commento di padre Bruno Secondin al Vangelo della Domenica

    ◊   In questa 24.ma Domenica del Tempo ordinario la liturgia ci presenta il passo del Vangelo in cui Gesù, criticato da scribi e farisei perché sta in mezzo ai peccatori, racconta tre parabole sulla misericordia, tra cui quella del figlio prodigo. In questo racconto il padre si rivolge al figlio maggiore arrabbiato per l’accoglienza riservata al figlio minore dopo che ha sperperato metà dell’eredità:

    "Figlio, tu sei sempre con me e tutto ciò che è mio è tuo; ma bisognava far festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato".

    Su questo brano del Vangelo, ascoltiamo il commento del padre carmelitano Bruno Secondin, docente di Teologia spirituale alla Pontificia Università Gregoriana:

    I farisei e gli scribi si guardavano bene dal sedersi a tavola con gente di dubbia onestà. Gesù va con tutti, senza pregiudizi. Ma sa che sotto sotto i capi lo criticano, e allora spiega le sue scelte con tre parabole, due brevi sulla pecorella smarrita e la dramma perduta, e una molto ampia, chiamata di solito del “figlio prodigo”, ma sarebbe meglio dire del “padre magnanimo”. La conosciamo bene, e sappiamo anche che finisce con una litigata fra il figlio maggiore arrabbiato e il padre che cerca di farlo ragionare e riconciliare col fratello minore, che se n’era andato, sciupando tutto, ma ora è tornato. Gesù si comporta come il pastore, come la donna di casa, come il padre che ha perso il figlio: cioè non perde di vista nessuno, e ce la mette tutta per recuperare tutti. La festa che esplode e che coinvolge vicini e amici, non è segno di superficialità, ma frutto di misericordia che largamente perdona. Dio ha un cuore tenero, non ci cerca per castigarci, ma per far festa. Perché a volte siamo così duri con chi sbaglia? Perché vorremmo che Dio punisse e non accogliesse? La misericordia è balsamo di vita, la durezza e la condanna rischiano di avvelenare la vita.

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    Chiesa e Società



    Argentina: i 40 anni di Más por Menos. L’appello del Papa a partecipare alla colletta

    ◊   Compie 40 anni la Colletta Nazionale Más por Menos, che si svolge oggi e domani in tutte le parrocchie argentine, con il motto: “Costruiamo una storia senza esclusi”. In un messaggio Benedetto XVI ha esortato i cattolici argentini a rispondere con “sincera generosità” alla Colletta, sottolineando che si tratta di “un’opera encomiabile che cerca di aiutare i meno favoriti e di promuovere la solidarietà”. Dopo aver osservato che il momento attuale non è “esente da difficoltà”, il Papa ha invitato “i discepoli di Cristo in quella cara terra ad amare tutti con lo stesso amore con cui Dio ci ama, manifestando così che la carità deve essere il tratto distintivo della loro vita”. Il Pontefice – riferisce l’agenzia Zenit - esorta anche a “coltivare ogni giorno l'ascolto della Parola divina, la preghiera perseverante, la partecipazione assidua ai sacramenti e l’unione fraterna, come alimento di una carità sempre più intensa e per dare nuova vita ai valori universali della convivenza umana”. “Con questi sentimenti, il Sommo Pontefice affida a Nostra Signora di Luján, celeste patrona del popolo argentino, questa iniziativa, supplicandola di sostenere con la sua protezione tutti coloro che vi partecipano, mentre imparte una speciale benedizione apostolica, pegno di abbondanti grazie celesti”. Esortazioni a partecipare all'iniziativa sono giunte anche dai Vescovi membri della Commissione episcopale di aiuto alle regioni più bisognose. “La constatazione, dolorosa e scandalosa, della realtà di tanti fratelli esclusi dal sistema deve colpire il nostro cuore e muovere la nostra sensibilità a fare qualcosa per loro”, ha spiegato il presidente, mons. Adolfo Uriona, vescovo di Añatuya. I frutti della 41.ma edizione della Colletta verranno distribuiti in 25 Diocesi argentine bisognose, divise in cinque livelli di priorità, per costruire alloggi per aiuto reciproco, microimprese e mense comunitarie. (L.G.)

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    La Chiesa colombiana: il governo non prende sul serio le vittime del conflitto armato

    ◊   Il Governo colombiano non prende sul serio il problema delle vittime del conflitto armato, che sono milioni di sfollati. A denunciarlo – riferisce l’agenzia Zenit - è stato il segretario generale della Conferenza Episcopale della Colombia (CEC), proprio mentre è in corso la Campagna della Chiesa a favore delle vittime della violenza “Perché nessuna violenza mi è estranea”, lanciata questo lunedì nella sede della Conferenza Episcopale. Un’iniziativa, quest'ultima, ha spiegato il direttore del Snps/Caritas Colombiana monsignor Héctor Fabio Henao, “iniziata vari anni fa, raccogliendo le espressioni di diverse entità e persone che sostengono gli sforzi di pace in Colombia”. Nel 2010 si procede alla sua terza fase, in cui si vuole sottolineare il carattere etico della situazione delle vittime e soprattutto degli sfollati. Secondo il segretario generale della Conferenza Episcopale, monsignor Juan Vicente Córdoba, però, che ha rilasciato alcune dichiarazioni alla Rcn Radio, il Governo “non prende sul serio” i 3,5 milioni di persone che in base alle stime sono stati costretti ad abbandonare le proprie case per il conflitto. Una cifra che ha definito “allarmante”. La Corte Costituzionale colombiana, dal canto suo, ha avvertito la settimana scorsa che tra il 2004 e il 2009 il numero degli sfollati è passato da 1,5 a 4 milioni. Una cifra persino superiore, secondo il Consultorio per i Diritti Umani e lo Sfollamento (Codhes). “Serve un progetto consistente che il Paese veda", ha esortato monsignor Córdoba. “Si devono portare avanti piani municipali, governativi e nazionali, e questo va bene, ma non si sta prendendo sul serio il problema”, ha affermato il presule, che ha chiesto un piano “consistente” che implichi progetti di alloggio, di azione sociale, di formazione, lavoro, di accompagnamento e prevenzione della delinquenza. (L.G.)

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    I vescovi indiani: le scuole cattoliche al fianco dei ragazzi più poveri

    ◊   Il sapere e l’educazione possono combattere la povertà. È il messaggio lanciato dalla Commissione per l’educazione e la cultura della Conferenza episcopale indiana, che ha chiesto a tutti gli istituti cattolici di dare preferenza a poveri, emarginati e a tutti coloro che hanno difficoltà economiche. L’educazione dei poveri, rende noto l’agenzia AsiaNews, è una delle 10 strategie promosse dalla Commissione per combattere la povertà in India. In un documento, dal titolo “Politiche per un’azione strategica”, pubblicato all’inizio di settembre e frutto dei due anni di incontri organizzati dalla commissione nelle varie regioni dell’India, si chiede a tutti gli istituti cattolici di identificare i ragazzi in età scolare con difficoltà economiche e dare loro un’educazione gratuitamente. “Ciascun istituto dovrà identificare nelle proprie vicinanze i giovani che non possono permettersi un’educazione, dando loro la possibilità di studiare gratis”, annuncia padre Kuriala Chittattukalam, direttore della Commissione, sottolineando che ciascuna scuola dovrà abilitare del personale specializzato per compiere un’indagine e stabilire un fondo speciale dedicato agli studenti bisognosi. “Stiamo lavorando per sviluppare tutta la politica educativa delle scuole cattoliche – continua il sacerdote – quindi abbiamo escogitato uno strumento di valenza scientifica pratico e di facile comprensione”. Tra le iniziative per combattere la povertà in India, la Commissione propone inoltre una serie di progetti, come la diffusione della fede cristiana in modo creativo, l’analisi dei cambiamenti sociali nelle scuole cattoliche, l’emancipazione femminile attraverso l’educazione integrale della persona, il coinvolgimento delle comunità nel combattere il lavoro minorile e nel sostegno alle famiglie disagiate. (L.G.)

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    Mons. Crociata: rilanciare la missione educativa della Chiesa

    ◊   “Sussiste una profonda unità tra educazione umana e cristiana, perché la fede, il dono della grazia, la formazione cristiana non sono aggiunte facoltative ma perfetta fioritura dell’umano, sua piena realizzazione". Queste le parole di mons. Mariano Crociata, segretario generale della Conferenza Episcopale Italiana, ieri al convegno ecclesiale della diocesi abruzzese di Avezzano, nella sua relazione “In Cristo, il Maestro. Nel tempo dello smarrimento educativo”, durante il quale ha sottolineato che "la Chiesa oggi in Italia si avventura con convinzione ed entusiasmo nel rilancio della missione educativa cristiana, consapevole di riaprire strade di vera umanizzazione”. Oggi – spiega mons. Crociata, come riportato dall’agenzia Sir - questa missione è quanto mai necessaria perché lo smarrimento educativo è “il risultato della perdita di se stessi, del senso dell’essere persona umana, dell’essere parte di una comunità”. “Tutto questo – ha detto il segretario generale della Cei - è reso ancora più acuto dalla complessità sociale e dalle profonde trasformazioni culturali”. Manca sempre di più, inoltre, “la capacità di riconoscere ciò che ha consistenza e valore”. “Il mondo attorno a noi ritroverà la strada – ha concluso - se noi per primi sapremo uscire dallo smarrimento. Il nostro compito è allora rispondere alla chiamata del Signore su di noi sua Chiesa, con la consapevolezza che portiamo pure una responsabilità per il bene comune, secondo una visione dell’uomo e della realtà sociale che custodisce possibilità ancora incompiute ma in attesa di manifestazione”. (L.G.)

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    Convegno di Bose: dialogo intenso tra Chiesa ortodossa russa e Chiesa cattolica

    ◊   Relazioni sempre più intense tra Chiesa ortodossa russa e Chiesa cattolica, in un periodo di collaborazione e di dialogo molto favorevole. È quanto emerge dal convegno ecumenico di spiritualità ortodossa che si conclude oggi a Bose sul tema “Comunione e solitudine”. A confermarlo all’agenzia Sir è mons. Antonio Mennini, nunzio apostolico della Santa Sede presso la Federazione russa, secondo il quale “riflettere sulla dimensione della Chiesa fondata sulla comunione è fondamentale anche per il dialogo ecumenico”. In numerose occasioni ufficiali, ha spiegato, “il Patriarca Kirill ha dichiarato che in Russia non esistono più problemi di proselitismo o di concorrenza tra le due Chiese”, le quali sono invece “unite nella collaborazione contro i più diffusi problemi sociali”. L'intensificarsi dei rapporti è avvenuto in particolare in seguito all'elezione di Benedetto XVI, ha testimoniato inoltre Aleksej Dikarev, del Dipartimento per le relazioni esterne del Patriarcato di Mosca, che ha sottolineato come le gerarchie ortodosse guardino “con favore alle posizioni del Pontefice in materia di morale e tradizione ecclesiastica e liturgica”. Il Dipartimento per le relazioni esterne, ha detto, è impegnato anche nei rapporti “con conferenze episcopali e diocesi cattoliche”. Tra queste, quella di Napoli, con il "progetto di una mostra di presepi napoletani a Mosca per il Natale 2011” e quella di “Bari con la partecipazione a un simposio sui matrimoni misti tra ortodossi e cattolici”, che si terrà a dicembre nel capoluogo pugliese. (L.G.)

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    Le Chiese cristiane d’Irlanda e Regno Unito celebrano la “Domenica per la giustizia razziale”

    ◊   “Migrazione: costruire ponti o barriere?”: sarà questo il tema dell’edizione 2010 della “Domenica per la giustizia razziale”, l’annuale appuntamento promosso nel Regno Unito e in Irlanda dall’Associazione cattolica britannica per la Giustizia razziale (Carj) e dall’organizzazione ecumenica “Churches Together in Ireland and Britain”. La giornata, a cui aderiscono tutte le Chiese cristiane d’Inghilterra, Galles, Scozia e Irlanda, si celebra domani. “La Domenica per la giustizia razziale – scrive nel messaggio per l’occasione il presidente dell’Ufficio per le politiche migratorie della Conferenza episcopale dell’Inghilterra e del Galles, mons. Patrick Linch - ci offre l’opportunità di riconoscere le sofferenze subite dai migranti a causa delle incomprensioni, dello sfruttamento, dell’insicurezza, dell’incertezza, dell’ingiustizia e della povertà, ma anche per celebrare il ricco patrimonio culturale e spirituale dei migranti. È un’occasione per non restare indifferenti a persone che ci destabilizzano perché non appaiono e non parlano come noi, ma per vedere piuttosto in esse il nostro prossimo, per tendere la mano a chi non conosciamo”, afferma ancora il messaggio, ricordando che “la Chiesa ci chiede di essere aperti e accoglienti verso i migranti e i rifugiati, di ascoltare le loro storie, di celebrare i valori che portano alle nostre comunità e di essere solidali con essi”. “Questa domenica – conclude quindi il testo - siamo invitati ad aprire i nostri cuori a tutti coloro che soffrono intorno a noi, a costruire ponti con chi ci sembra diverso e a rimuovere le barriere che ci impediscono di essere una vera famiglia di Dio”. (A cura di Lisa Zengarini)

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    Messaggio dell'arcivescovo di Canterbury per il Capodanno ebraico

    ◊   In occasione della celebrazione del Rosh Ha-Shanah, che segna l'inizio del nuovo anno secondo il calendario ebraico, l'arcivescovo di Canterbury, Rowan Williams, in qualità di primate della Comunione anglicana ha indirizzato alla comunità ebraica del Paese un messaggio d'augurio nel quale esprime anche la speranza che tutti i fedeli delle diverse religioni che testimoniano l'unico Dio siano capaci di pregare insieme per la pace e per la giustizia. Nel suo messaggio – come rende noto L’Osservatore Romano - Rowan Williams sottolinea di essere consapevole delle sfide che le comunità ebraiche devono affrontare in questa epoca; sfide che in gran parte vengono condivise anche da tanti cristiani. Tra queste sfide, l'arcivescovo di Canterbury cita quella del riaffiorare dell'antisemitismo con concetti vecchi e nuovi. A questo tema viene inoltre associata la questione della legittimità o meno dell'esistenza dello Stato d'Israele. Il capo della Comunione anglicana ribadisce che, alla luce degli eventi storici occorsi nel secolo passato, è estremamente importante che vi sia uno Stato nel mondo che garantisca inequivocabilmente la sicurezza delle comunità ebraiche. Per quanto riguarda l'Inghilterra, Rowan Williams augura che nel suo Paese le sinagoghe e le scuole ebraiche possano, nel prossimo futuro, fare a meno di speciali misure di protezione e svolgere in pace le loro attività come tutte le altre istituzioni delle altre comunità religiose presenti. Dopo avere ricordato il recente incontro avuto con il comitato dei deputati inglesi appartenenti alla comunità ebraica, Williams sottolinea l'importanza che avranno, nei mesi in avvenire, i negoziati diretti tra i rappresentanti del Governo d'Israele e quelli dell'Autorità palestinese. Per l'arcivescovo di Canterbury, questa nuova tornata di negoziati sarà determinante per interrompere l'attuale catena di recriminazioni e di ritorsioni che è ancora in atto. Secondo Williams, i negoziati possono anche rappresentare una sfida per i fedeli ebrei, cristiani e musulmani a pregare insieme. La sfida risulterà vincente se si troverà un modo di evitare ogni discorso e atteggiamento di parte e se prevarrà lo spirito di riconciliazione per mezzo dell'affermazione di un modello di riferimento per un mondo culturalmente più maturo e maggiormente consapevole dell'interdipendenza di ogni essere umano e della necessità della solidarietà reciproca. A conclusione del messaggio ai fratelli ebrei per il Rosh Ha-Shanah, il leader anglicano esprime il suo personale apprezzamento per gli incontri avuti quest'anno con vari esponenti della comunità ebraica tra i quali quello avvenuto recentemente in Israele con i membri del Gran Rabbinato. Tra i prossimi incontri con i fedeli ebrei, Williams cita la riunione per la lettura biblica che si terrà presso la sinagoga di West Hampstead a novembre.

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    Francia: cattolici e protestanti organizzano una giornata per conoscere l'ebraismo

    ◊   Una domenica per conoscere meglio l'ebraismo. L'occasione – riferisce L’Osservatore Romano - sono le annuali ricorrenze di Rosh Ha-Shanah, di Yom Kippur e di Sukkot. L'appuntamento è per il 19 settembre in Francia. A organizzare la Journée de connaissance du Judaïsme - divenuta ormai tradizionale appuntamento nel panorama del dialogo interreligioso francese - sono i delegati diocesani per le relazioni con l'ebraismo dell'Île-de-France, con il sostegno del Servizio nazionale per le relazioni con l'ebraismo (organismo in seno alla Conferenza episcopale) e della commissione Cristiani ed ebrei della Federazione protestante. Inizialmente proposta nella sola regione parigina, l'iniziativa si è ormai estesa a numerosi altri dipartimenti. "Quest'anno — si legge in un comunicato a firma del responsabile per la diocesi di Parigi, padre Jean-Claude Bardin — domenica 19 settembre è stata scelta per sensibilizzare i cristiani al radicamento della nostra fede nell'Alleanza contratta da Dio con il popolo ebraico e all'importanza di tessere dei legami personali di conoscenza e di stima reciproca". Un modo semplice per farlo, "molto apprezzato dai nostri amici ebrei", spiega Bardin, è il biglietto d'auguri. Ogni cristiano è invitato a spedirne uno a ebrei di sua conoscenza in modo da esprimere la propria amicizia e la propria simpatia. Le comunità cristiane — precisa il responsabile diocesano — "possono inviare un manifesto alla comunità ebraica (sinagoga, centro comunitario, scuola) del loro quartiere". Come detto, la Giornata di conoscenza si colloca in mezzo ad alcune delle più importanti festività ebraiche: Rosh Ha-Shanah, il capodanno, che si è celebrato il 9 e 10 settembre; Yom Kippur, o giorno dell'espiazione, il 18 settembre; Sukkot, o festa delle capanne, il 23 e 24 settembre. Al riguardo, il Servizio per le relazioni con l'ebraismo dell'arcidiocesi di Parigi ha pubblicato un documento per contribuire alla comprensione reciproca. "Affinché i cristiani pongano la loro attenzione all'ebraismo — sottolinea il pastore Francis Diény, per venticinque anni presidente dell'Amicizia ebraico-cristiana di Mulhouse — occorre non presentare loro un Israele idealizzato. Gli stessi fratelli ebrei riconoscono, spesso pubblicamente, che non sono un modello umano. Non testimoniano se stessi ma le esigenze di santità che il Signore ha posto nelle loro coscienze. È ancora questa la loro missione". Risvegliarsi all'ebraismo, "nostra radice — ha detto ancora Diény facendo riferimento a un passo del Libro di Amos — significa che le Chiese cristiane possono a loro volta prendere coscienza di questa dimensione comunitaria e accoglierla".

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    Il premio Matilde 2010 a Marguerite Barankitse, l'Angelo del Burundi

    ◊   I bambini africani, ai quali si è sempre dedicata, la chiamano madame Maggy, in tanti l’hanno soprannominata l’“Angelo del Burundi”: è lei, Marguerite Barankitse, la vincitrice del premio Matilde 2010 assegnatole ieri al Castello di Bianello, vicino a Reggio Emilia. Con questo riconoscimento istituito dalla Provincia emiliana - spiega l’agenzia Sir - la giuria ha voluto premiare “il grande lavoro che le donne africane stanno affrontando in diversi ambiti, facendosi carico di compiti nevralgici per il progresso civile”. Madame Maggy, che in Africa ha già ricevuto numerosi premi, tra i quali il Nobel dei bambini nel 1993, dai primi anni Novanta ha iniziato a prendersi cura dei bambini scampati ai massacri della guerra civile fino a diventare il simbolo della riconciliazione e della pace nel suo Paese. Anche grazie ai fondi raccolti nella cerimonia di premiazione la donna potrà ora continuare la sua attività nella Maison Shalom, con i bambini ex combattenti e orfani e portare avanti le sue numerose iniziative per le generazioni post-conflitto del Burundi. (L.G.)

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    L’ambasciata ucraina promuove a Roma una mostra fotografica sul volto femminile dell’ortodossia

    ◊   E’ stata inaugurata giovedì scorso, presso il Centro di animazione missionaria internazionale canossiano (via Aurelia Antica 180), per iniziativa dell’ambasciata ucraina presso la Santa Sede, la mostra fotografica “Il volto femminile dell’ortodossia”. La mostra è stata organizzata dall’Organizzazione caritativa ucraina “Fondo del sostegno della scienza, cultura e sport”. Prima di arrivare a Roma, la mostra è stata esposta nei diversi luoghi della diaspora ucraina nel continente nord-americano ed anche presso la rappresentanza permanente dell’Ucraina presso l’Onu. Le foto raccontano la vita dei monasteri ortodossi ucraini. Durante l’inaugurazione, Tatiana Izhevska, ambasciatore ucraino presso la Santa Sede e il Sovrano Ordine di Malta, ha annunciato che questo evento è la prima tappa di successivi progetti, dedicati al tema della donna e della spiritualità ortodossa ucraina.

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    24 Ore nel Mondo



    La Corea del Nord propone al Sud la ripresa dei negoziati per le famiglie divise al 38.mo parallelo

    ◊   Attraverso la Croce Rossa, la Corea del Nord ha proposto alla Corea del Sud di riprendere i negoziati per i ricongiungimenti tra famiglie che vivono separate per la divisione della penisola all'altezza del 38.mo parallelo. Seul ha accolto con favore l’iniziativa che potrebbe prendere il via il 22 settembre, giorno di festa solenne per le Coree.

    India - terrorismo
    Stato di massima allerta oggi a Mumbai, in India, per la minaccia di attentati terroristici. La polizia ha segnalato la presenza in città di due sospetti terroristi islamici, appartenenti al gruppo estremista Harkat-ul-Jijad-al-Islami (Huji), pronti a colpire luoghi di culto in coincidenza con la festa mussulmana di Eid e con quella induista dedicata al dio elefante Ganesh, entrambe celebrate nella giornata di oggi. Gli agenti hanno diffuso le foto segnaletiche dei due ricercati rafforzando la sicurezza nei luoghi pubblici e ritrovi religiosi.

    Italia - vittime lavoro
    Tragedia sul lavoro a Capua, dove tre operai sono morti in un incidente mentre effettuavano la manutenzione all’interno di una cisterna di una ditta farmaceutica olandese. Due corpi sono già stati recuperati, mentre sono in corso interventi per cercare di estrarre anche il terzo uomo. Secondo una prima ricostruzione, i tre stavano smontando un ponteggio quando sono rimasti vittime delle esalazioni. Immediato il cordoglio del ministro del Lavoro Sacconi, che ha annunciato anche una riunione con Regione e parti sociali sulla prevenzione di questo tipo di infortuni.

    Francia
    La Francia ha definito “inaccettabili” le dichiarazioni del leader cubano Fidel Castro che ieri aveva equiparato le espulsioni dei Rom ad una sorta di “olocausto razziale”. In queste ore, intanto, le autorità parigine hanno affermato che la minaccia di attentati terroristici nel Paese non è mai stata così elevata, puntando il dito contro il braccio di Al Qaeda nel Maghreb islamico. Sul fronte politico, infine, la Camera ieri ha approvato l'innalzamento dell'età pensionabile, con i sindacati che hanno indetto un'altra manifestazione di protesta per il 23 settembre.

    Grecia
    In Grecia, Salonicco è blindata in occasione del discorso che il premier Papandreou pronuncerà questa sera alla 75esima Fiera Internazionale. Dispiegati 4.500 agenti nel timore di disordini durante le manifestazioni di protesta convocate in città dai sindacati e dall’opposizione contro il piano di austerità del governo. In mattinata è stato fermato un uomo che ha lanciato una scarpa contro il premier, alla cerimonia di inaugurazione dell’evento fieristico.

    Turchia - referendum
    Quasi 50 milioni di turchi sono chiamati domani alle urne per il Referendum sulla revisione parziale della Costituzione. Un voto che, secondo gli analisti, è anche un importante banco di prova per il partito di ispirazione islamica Akp del premier Erdogan, in vista delle elezioni politiche del prossimo anno. Il servizio è di Furio Morroni:

    Gli elettori devono esprimersi in blocco sugli emendamenti a 26 articoli della Costituzione, varata nel 1982 dagli autori del colpo di Stato militare compiuto due anni prima. Secondo l’Akp questa riforma è necessaria per democratizzare di più la Turchia ed adeguarla agli standard richiesti per l’adesione all’Unione Europea. Per l’opposizione, invece, la riforma voluta dal governo è tesa a limitare il potere della magistratura e a ridurre l’influenza delle forze armate, istituzioni considerate dalla Costituzione i baluardi della laicità della Turchia contro ogni tentativo di deriva islamica. Gli emendamenti riguardano vari temi, ma i più sensibili sono quelli che toccano appunto giudici e militari. La vittoria dei “sì” al referendum cambierà profondamente la struttura della Corte Costituzionale, con 14 giudici su 17 di nomina presidenziale e consentirà per la prima volta ai tribunali civili di processare i militari. Il risultato del referendum è incerto e a fare la differenza sarà la scelta dell’ultima ora di un cinque, sei per cento di elettori ancora indecisi.

    Colombia
    Nuova escalation di violenza in Colombia. Otto poliziotti sono morti e altri 4 sono rimasti feriti nel corso di alcuni combattimenti con i guerriglieri delle Farc, Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia, nel sud ovest del Paese.

    Cile
    Appello di una trentina di europarlamentari al presidente cileno Pinera per “una immediata soluzione” della vicenda dei 34 indios mapuches che, in varie carceri del Paese, da 61 giorni effettuano uno sciopero della fame per protestare contro la loro incriminazione in base ad una legge antiterrorismo risalente all’epoca della dittatura. Sono accusati di vari reati commessi contro gli imprenditori del legname che operano nelle loro terre ancestrali, nell'estremo sud del Paese. Il presidente ha fatto sapere di essere favorevole ad una riforma della legge. (Panoramica internazionale a cura di Eugenio Bonanata)

    Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LIV no. 254

    E' possibile ricevere gratuitamente, via posta elettronica, l'edizione quotidiana del Bollettino del Radiogiornale. La richiesta può essere effettuata sulla home page del sito www.radiovaticana.va/italiano.

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