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Sommario del 20/10/2010

Il Papa e la Santa Sede

  • Il Papa annuncia la creazione di 24 cardinali nel concistoro del 20 novembre
  • Mons. Sgreccia: un incoraggiamento per il mio impegno a favore della vita
  • Udienza generale dedicata a Santa Elisabetta d'Ungheria. Il Papa: esercitare un'autorità vuol dire servire la giustizia
  • Rinunce e nomine
  • Sinodo: si lavora all'unificazione delle Proposizioni finali
  • Incontro sulla Pastorale della strada a Bangkok: l'intervento di mons. Vegliò
  • Padre Lombardi: stupore per la conferma del sequestro in via preventiva di un deposito dello Ior
  • Oggi su "L'Osservatore Romano"
  • Oggi in Primo Piano

  • Riforma delle pensioni in Francia: nuovi scontri tra polizia e manifestanti
  • "Kairos Palestina": un documento dei cristiani per la pace e la riconciliazione nella Terra Santa
  • Rapporto Onu sul ruolo delle donne accanto agli uomini nella ricostruzione dopo guerre e calamità
  • Chiesa e Società

  • Belgio: no della Chiesa ad una nuova commissione d'inchiesta sugli abusi sessuali
  • Irlanda: i vescovi indicono un anno di preghiera per il rinnovamento della Chiesa locale
  • Pakistan: a Rawalpindi attaccata la cappella cristiana del Gordon College
  • Nuova emergenza ad Haiti: alluvione a Port-au-Prince
  • Il cardinale Bertone all’Aspen: “L’uomo al centro dell’impegno dello Stato”
  • Il cardinale Erdő al Forum cattolico-ortodosso: “Più sintonia Stato-Chiesa”
  • Nuovo accorato appello di pace di un vescovo del sud Sudan
  • L’appello dei vescovi canadesi: “Nel Paese ci sono tre milioni di poveri”
  • Nelle Filippine la Chiesa si riconcilia con gli aborigeni
  • Giornata Missionaria: il vescovo di Hong Kong ribadisce la priorità dell'evangelizzazione
  • A Cuba è boom delle pubblicazioni cattoliche: 4 milioni di lettori
  • Perù: "El Señor de los Milagros" patrono della spiritualità religiosa cattolica
  • I vescovi argentini proclamano il 2011 Anno della Vita
  • Spagna: denunciata la politica del governo che incrementa l’aborto
  • Il cardinale Rouco Varela: "La Gmg di Madrid sarà un grande evento missionario"
  • Il cardinale Sistach: “Una sfida per la Chiesa di Barcellona la visita del Papa"
  • In Giappone gli hospice cattolici sono le uniche strutture per i malati terminali
  • È la Bulgaria il Paese europeo con il più alto tasso di bambini abbandonati
  • Tanzania. Le radio cattoliche per la pace: un seminario ad Arusha
  • Terra Santa: esposto a Giaffa un modello della cappella degli Scrovegni di Padova
  • Ecumenismo: compie 100 anni il movimento Fede e costituzione
  • 24 Ore nel Mondo

  • Attentato in Afghanistan: uccisi dieci civili, quasi tutti donne e bambini
  • Il Papa e la Santa Sede



    Il Papa annuncia la creazione di 24 cardinali nel concistoro del 20 novembre

    ◊   Benedetto XVI ha annunciato stamani, all’udienza generale, la convocazione di un Concistoro, per il prossimo 20 novembre, nel quale creerà 24 cardinali, di cui 20 elettori. I nuovi porporati provengono da quattro continenti: 15 gli europei, di cui 10 italiani. Quattro gli africani, 4 gli americani, uno asiatico. Con il nuovo Concistoro, i porporati saranno complessivamente 203, di cui 121 elettori. Il servizio di Alessandro Gisotti:

    Un annuncio gioioso per la Chiesa. Benedetto XVI, in un clima festoso, ha annunciato all’udienza generale la prossima creazione di 24 nuovi porporati. Ed ha innanzitutto sottolineato l’importanza dei cardinali nella vita della Chiesa ed in particolare per il Pontefice:

    “I Cardinali hanno il compito di aiutare il Successore dell’Apostolo Pietro nell’adempimento della sua missione di principio e fondamento perpetuo e visibile dell’unità della fede e della comunione nella Chiesa”.

    Al prossimo concistoro, il terzo del Pontificato di Benedetto XVI, riceveranno dunque la berretta cardinalizia mons. Angelo Amato, prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi; mons. Mauro Piacenza, prefetto della Congregazione per il Clero; mons. Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della Cultura; mons. Fortunato Baldelli, Penitenziere maggiore; mons. Velasio De Paolis, presidente della Prefettura degli Affari Economici della Santa Sede. Sempre tra gli ecclesiastici di Curia, saranno creati cardinali l’arcivescovo statunitense Raymond Leo Burke, prefetto del Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica; il presule svizzero Kurt Koch, presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani; mons. Robert Sarah, della Guinea Conakry, presidente di Cor Unum. Ancora, riceveranno la porpora mons. Paolo Sardi, vice Camerlengo di Santa Romana Chiesa e pro-patrono dell’Ordine di Malta, e mons. Francesco Monterisi, arciprete della Basilica papale di San Paolo fuori le Mura.

    Tra i vescovi a capo di diocesi, saranno creati cardinali mons. Paolo Romeo, arcivescovo di Palermo; mons. Reinhard Marx, arcivescovo di Monaco di Baviera e Frisinga, mons. Kazimierz Nycz, arcivescovo di Varsavia. E ancora, mons. Donald W. Wuerl, arcivescovo di Washington, mons. Laurent Monsengwo Pasinya, arcivescovo di Kinshasa, mons. Medardo Joseph Mazombwe, arcivescovo emerito di Lusaka, mons. Malcom Ranjith Patabendige Don, arcivescovo di Colombo, mons. Raymundo Damasceno Assis, arcivescovo brasiliano di Aparecida, l’arcivescovo emerito di Quito, mons. Raul Eduardo Vela Chiriboga, e il patriarca di Alessandria dei Copti, Antonio Naguib. Infine, il Pontefice creerà anche quattro cardinali ultraottantenni e dunque non elettori in Conclave. Si tratta di mons. José Manuel Estepa Llaurens, spagnolo, arcivescovo ordinario militare emerito; mons. Elio Sgreccia, già presidente della Pontificia Accademia per la Vita; mons. Domenico Bartolucci, già maestro direttore della Cappella Sistina, e mons. Walter Brandmüller, tedesco, già presidente del Pontificio Comitato di Scienze storiche. Il Papa ha sottolineato come le diverse provenienze dei cardinali riflettano l’universalità della Chiesa:

    “Nella lista dei nuovi Porporati si riflette l’universalità della Chiesa; essi, infatti, provengono da varie parti del mondo e svolgono differenti compiti a servizio della Santa Sede o a contatto diretto con il Popolo di Dio quali Padri e Pastori di Chiese particolari. Vi invito a pregare per i nuovi Cardinali, chiedendo la particolare intercessione della Santissima Madre di Dio, affinché svolgano con frutto il loro ministero nella Chiesa”.

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    Mons. Sgreccia: un incoraggiamento per il mio impegno a favore della vita

    ◊   Tra i prossimi nuovi cardinali c’è dunque anche mons. Elio Sgreccia, 82 anni, marchigiano, già presidente della Pontificia Accademia per la Vita. Sergio Centofanti gli ha chiesto come abbia accolto la nomina:

    R. – Per me è stata una sorpresa: è una nomina – direi – neppure sognata da lontano, perché vengo da una famiglia umile e finora ho svolto un lavoro di studio, in questi ultimi tempi impegnato soprattutto nella bioetica. Quindi, ancor più mi commuove l’attenzione, la benevolenza del Santo Padre. La recepisco come un incoraggiamento per il lavoro che umilmente ho cercato di fare.

    D. – Quindi un riconoscimento anche al suo impegno in difesa della vita …

    R. – Io so che è a questo che il Santo Padre ha pensato: per me è un ulteriore motivo per continuare su questa strada. Finché posso, mobiliterò le persone perché si promuova la vita umana e la sua dignità in tutti i suoi aspetti. Questo è un campo infinito, bello e degno di essere seguito da molte persone.

    D. – Che cosa vuol dire per lei diventare cardinale?

    R. – Io penso che non dovrebbe cambiare granché in quello che riguarda l’impostazione interiore della mia vita di servizio a Dio e alle anime. Ora c’è un legame in più con il Papa e il suo Ministero petrino.

    D. – Quale augurio si può fare ad un neo-cardinale?

    R. – Che trovi in questa condizione una vicinanza maggiore con il Signore e con la Chiesa.

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    Udienza generale dedicata a Santa Elisabetta d'Ungheria. Il Papa: esercitare un'autorità vuol dire servire la giustizia

    ◊   Possedere un’autorità vuol dire servire la giustizia e il bene comune. La fede e l’amore verso Dio e il prossimo rendono più saldo un matrimonio. Sono due insegnamenti che Benedetto XVI ha tratto dalla vita di Santa Elisabetta d’Ungheria, regina vissuta ai primi del Duecento, alla quale il Papa ha dedicato la catechesi dell’udienza generale di questa mattina, in Piazza San Pietro. Assieme al marito Ludovico, sovrano della Turingia, Elisabetta diede testimonianza di valori cristiani sia nella vita di corte che nella gestione del regno, dimostrando grande attenzione ai poveri. Il servizio di Alessandro De Carolis:

    Deporre la corona, insegna della regalità, ai piedi della croce dove è inchiodato Cristo, Re coronato di spine, e rimanere prostrata a terra in preghiera. L’umiltà di Elisabetta d’Ungheria, regina di Turingia, arrivava a questo punto e la sua fede era di scandalo a corte. Lo ha raccontato con dovizia di particolari Benedetto XVI, facendo risaltare dalle vicende della giovane monarca medievale la grande libertà di coscienza che le imponeva di professare le sue convinzioni religiose, anche se in aperto contrasto con i dettami imposti dal protocollo e dal rango:

    “Elisabetta divenne (...) oggetto di sommesse critiche, perché il suo modo di comportarsi non corrispondeva alla vita di corte. Così anche la celebrazione del matrimonio non fu sfarzosa e le spese per il banchetto furono in parte devolute ai poveri. Nella sua profonda sensibilità Elisabetta vedeva le contraddizioni tra la fede professata e la pratica cristiana. Non sopportava i compromessi”.

    “Come si comportava davanti a Dio, allo stesso modo si comportava verso i sudditi”, ha proseguito il Papa, citando uno scritto delle ancelle della regina, che ci hanno tramandato notizie su Elisabetta:

    “’Non consumava cibi se prima non era sicura che provenissero dalle proprietà e dai legittimi beni del marito. Mentre si asteneva dai beni procurati illecitamente, si adoperava anche per dare risarcimento a coloro che avevano subito violenza’. Un vero esempio per tutti coloro che ricoprono ruoli di guida: l’esercizio dell’autorità, ad ogni livello, dev’essere vissuto come servizio alla giustizia e alla carità, nella costante ricerca del bene comune”.

    Come è evidente, accanto a una donna che “praticava assiduamente le opere di misericordia”, che portava di persona il cibo ai poveri, che verificava la dignità dei loro abiti, c’era un uomo in perfetta sintonia con lei. A chi lo criticava per il comportamento della moglie, re Ludovico replicava: “Fin quando non mi vende il castello sono contento!”:

    “Elisabetta aiutava il coniuge ad elevare le sue qualità umane a livello soprannaturale, ed egli, in cambio, proteggeva la moglie nella sua generosità verso i poveri e nelle sue pratiche religiose. Sempre più ammirato per la grande fede della sposa, Ludovico, riferendosi alla sua attenzione verso i poveri, le disse: 'Cara Elisabetta, è Cristo che hai lavato, cibato e di cui ti sei presa cura'. Una chiara testimonianza di come la fede e l’amore verso Dio e verso il prossimo rafforzino la vita familiare e rendano ancora più profonda l’unione matrimoniale”.

    Quando il consorte muore nel 1227 poco prima di imbarcarsi per la Crociata, la giovane regina cade in uno stato di prostrazione, dal quale esce grazie alla preghiera. Una nuova, “dura prova” la colpisce quando il cognato le usurpa il trono, cacciandola dal castello con i tre figli e costringendola a vagare in cerca di un posto dove stare. Eppure, ha narrato Benedetto XVI, Elisabetta non si perdeva d’animo, “lavorava dove veniva accolta, assisteva i malati, filava e cuciva”. Le vicende poi migliorano ed Elisabetta dà l’ultima prova della sua generosità costruendo un ospedale e dedicandosi fino all’ultimo ai malati:

    “Cari fratelli e sorelle, nella figura di Santa Elisabetta vediamo come la fede, l'amicizia con Cristo creino il senso della giustizia, dell'uguaglianza di tutti, dei diritti degli altri e creino l'amore, la carità. E da questa carità nasce anche la speranza, la certezza che siamo amati da Cristo e che l'amore di Cristo ci aspetta e così ci rende capaci di imitare Cristo e di vedere Cristo negli altri”.

    Al momento dei saluti conclusivi, il Papa si è rivolto ai partecipanti al pellegrinaggio delle Suore Catechiste del Sacro Cuore, in occasione della canonizzazione di Santa Giulia Salzano, quindi, parlando ai giovani, ai malati e ai nuovi sposi, Benedetto XVI si è soffermato sull’aspetto della cooperazione missionaria posto in particolare risalto dal mese di ottobre: “Con le fresche energie della giovinezza, con la forza della preghiera e del sacrificio e con le potenzialità della vita coniugale – ha detto il Papa – sappiate essere missionari del Vangelo, offrendo il vostro concreto sostegno a quanti faticano per portarlo a chi ancora non lo conosce”.

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    Rinunce e nomine

    ◊   Benedetto XVI ha accettato la rinuncia al governo pastorale della diocesi di Foz do Iguaçu (Brasile), presentata da mons. Laurindo Guizzardi, per raggiunti limiti di età. Gli succede mons. Dirceu Vegini, finora vescovo titolare di Puzia di Bizacena ed Ausiliare di Curitiba. Mons. Dirceu Vegini è nato a Massaranduba, nella diocesi di Joinville, Stato di Santa Catarina, il 14 aprile 1952. Il 21 gennaio 1984 è stato ordinato sacerdote e incardinato nella diocesi di Apucarana, dove ha sempre svolto il suo ministero. Il 15 marzo 2006 è stato nominato vescovo titolare di Puzia di Bizacena ed ausiliare di Curitiba ed ha ricevuto l’ordinazione episcopale il 2 giugno 2006.

    Il Santo Padre ha nominato arcivescovo di Palmas (Brasile) mons. Pedro Brito Guimarães, finora vescovo di São Raimundo Nonato. Mons. Pedro Brito Guimarães è nato il 22 febbraio 1954 nella città di Eliseu Martins, nella diocesi di Oeiras, Stato di Piauí. Ha ricevuto l’ordinazione sacerdotale il 26 febbraio 1986 e si è incardinato nella diocesi di Oeiras – Floriano. Il 17 luglio 2002 è stato nominato vescovo di São Raimundo Nonato e ha ricevuto l’ordinazione episcopale il 14 settembre successivo. Come vescovo è stato presidente della Commissione Esecutiva del II Congresso Vocazionale Nazionale (2004), membro della Commissione Episcopale Pastorale per l’Azione Missionaria e per la Cooperazione Interecclesiale della Conferenza Episcopale brasiliana e responsabile della Commissione della Liturgia del Regionale "Nordeste 4" della C.N.B.B.

    Il Papa ha nominato vescovo di Arua (Uganda) mons. Sabino Ocan Odoki, finora vescovo titolare di Sabrata e ausiliare dell’arcidiocesi di Gulu.

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    Sinodo: si lavora all'unificazione delle Proposizioni finali

    ◊   Con l’unificazione delle Proposizioni finali, proseguono oggi a porte chiuse i lavori del Sinodo per il Medio Oriente, in corso in Vaticano sul tema della “comunione e testimonianza”. Nei giorni scorsi è stata ribadita la centralità delle Scritture per la Pace in Medio Oriente. “La Parola di Dio, nata nella terra d’Oriente, sia fondamento di ogni educazione, insegnamento e dialogo per costruire la civiltà dell’amore per il bene di tutti”: ha detto mons. Botros Fahim Awad Hanna, vescovo titolare di Mareotes e vescovo di curia di Alessandria dei Copti nella Repubblica Araba di Egitto. Ascoltiamolo al microfono di Paolo Ondarza:

    R. - La Santa Scrittura è nata nella nostra terra del Medio Oriente. E’ stata ispirata lì e la Bibbia porta le caratteristiche della nostra cultura, delle nostre lingue. La Sacra Scrittura, la Parola di Dio è stata frutto del dialogo fra Dio e l’uomo e, quindi, può essere “maestra di dialogo” nella nostra terra fra i cattolici, i cristiani ed altri fratelli che non sono cristiani. La Sacra Scrittura è la maestra di una civiltà umana, di una civiltà del Vangelo, di una civiltà dell’amore e del rispetto reciproco.

    D. - Può essere un terreno comune anche nel rapporto con le altre religioni?

    R. - Sì, ad esempio con i musulmani, perché il Corano dice che noi siamo “quelli del Libro, credenti nel Libro” e il Libro è una base di dialogo e di comprensione fra noi e loro.

    D. – Quindi il suo è un invito a riscoprire le Sacre Scritture?

    R. - Certo. E’ un appello ai cristiani a riscoprire la ricchezza, la profondità del messaggio divino. E’ una fonte zampillante di forza divina, alla quale possiamo nutrirci e senza la quale non possiamo continuare a vivere. E’ vero che in Medio Oriente ci sono delle difficoltà, ma la minaccia vera non viene soltanto dall’essere una minoranza, ma dalla nostra separazione dalla fede, perché la divisione fra fede e vita è ancora più grave.

    D. - Quali sono, secondo lei, i principali ostacoli oggi che si frappongono tra l’uomo e le Sacre Scritture?

    R. - La mancanza di comprensione dei testi. E’ vero che la Bibbia presenta le caratteristiche della nostra cultura… ma di duemila anni fa! Abbiamo, quindi, veramente bisogno di specialisti e di persone che studino i Testi, ma ancora più importante è che meditino, che facciano cioè lectio divina, perché è questa che nutre il vero spirito del cristiano.

    L’importanza dei Movimenti per la vita della Chiesa in Medio Oriente è stata più volte evidenziata in questi giorni al Sinodo dei Vescovi. Tra le altre esperienze è stata raccontata quella del Cammino Neocatecumenale grazie al quale molti cristiani hanno abbandonato l’idea di emigrare. “Abbiamo incontrato tanta sofferenza, gli stessi problemi che si trovano nella Chiesa in altre parti del mondo” spiega don Rino Rossi, uditore all’assise sinodale e direttore della Domus Galilaeae in Terra Santa. Paolo Ondarza lo ha intervistato:

    R. - Vediamo gli stessi problemi che si trovano altrove: e, quindi una forte secolarizzazione, le difficoltà che hanno le famiglie, coppie giovani che si stanno separando; c’è il problema della droga; ci sono tante famiglie che si distruggono per il problema del gioco d’azzardo; ci sono poi le difficoltà di poter celebrare la domenica, perché qui la domenica è un giorno di lavoro. Anche per questo noi stiamo aiutando questa chiesa attraverso il Cammino neocatecumenale. Un’altra cosa che abbiamo vissuto in questi ultimi tempi riguarda l’erezione di un nuovo seminario da parte del Patriarca latino di Gerusalemme, con 25 seminaristi. La cosa che ci dà molta gioia è che una parte di queste vocazioni sono locali.

    D. - Come sono i rapporti tra cristiani, ebrei e musulmani?

    R. - Al nord, direi che i rapporti sono buoni. Noi stessi siamo rimasti stupidi del fatto che a partire dall’apertura di questo centro - nel 2003 - abbiamo cominciato a notare un flusso di ebrei che hanno visitato e che continuano a visitare la nostra casa. Molti dicono che sono attratti anche dall’estetica. Dico un dato: abbiamo fatto una stima relativa soltanto allo scorso anno e possiamo dire che sono venuti più di 100 mila ebrei a visitare la casa, tanto che abbiamo dovuto organizzare un’accoglienza e ci sono anche dei seminaristi che imparano l’ebraico. Ecco, noi sentiamo di portare avanti il desiderio che ha espresso nei nostri riguardi Giovanni Paolo II, il quale ci manifestava il desiderio che questa casa potesse diventare un centro dove realizzare iniziative per un dialogo più profondo e più prolifico fra la Chiesa cattolica e il mondo ebraico. Per quanto riguarda il rapporto con i musulmani, possiamo dire di avere un rapporto molto buono e di amicizia; un rapporto senza pregiudizi. E’ stato molto bello quando stavamo realizzando la costruzione, perché lavorano insieme ebrei, musulmani, cristiani, drusi. Tutte le realtà che ha la Terra Santa.

    D. - L’evangelizzazione resta un imperativo in ogni luogo e si può estendere come imperativo a tutto il Medio Oriente?

    R. - Penso che sia vitale una nuova evangelizzazione, ma dobbiamo anche concretamente aiutare i nostri cristiani a riscoprire la fede, il loro Battesimo, perché altrimenti scompare la Chiesa. Io penso che anche in questo Sinodo si stia prendendo coscienza di questo, perché c’è il pericolo di lasciarci prendere da tutti questi megaproblemi, da tutti i conflitti politici che ci sono e che esistono, ma questo può diventare anche un pericolo, che fa perdere di vista prima di tutto quale sia la missione della Chiesa, che è veramente quella di occuparsi del gregge.

    D. - Una valutazione generale su questi lavori del Sinodo per il Medio Oriente…

    R. - Ho speranza che questo possa aprire sempre più anche il cuore e che vi sia una apertura anche da parte dei pastori, cercando di stare attenti a quello che lo Spirito vuole. Io penso che lo Spirito Santo voglia anzitutto andare incontro alla maggior parte dei nostri cristiani che hanno abbandonato la Chiesa. Per questo anche in Aula è stato ripetuto il testo e la parola di San Paolo “Guai a me, se non mi evangelizzassi!”.

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    Incontro sulla Pastorale della strada a Bangkok: l'intervento di mons. Vegliò

    ◊   Nuove strategie d’intervento in favore dei bambini di strada e dei senzatetto causati dai disastri naturali: sono queste le nuove sfide della Pastorale della strada sulle quali si è concentrato l’intervento di mons. Antonio Maria Vegliò, presidente del Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli itineranti all’incontro sulla Pastorale per Asia e Oceania in corso a Bangkok, in Thailandia. Il servizio di Stefano Vecchia:

    Seconda giornata oggi dell'incontro sulla Pastorale della Strada per l’Asia e l’Oceania, promosso dal Pontificio Consiglio per i Migranti in collaborazione con la Federazione delle Conferenze episcopali asiatiche. Negli interventi nel Centro pastorale dell'arcidiocesi di Bangkok a Samphran, a poche decine di chilometri dalla capitale thailandese, sul tappeto, oltre alle problematiche connesse all'uso dei mezzi di trasporto su gomma o su rotaia, anche la ricerca di metodologie pastorali mirate a quanti vivono sulle strade dell'area Asia-Pacifico. Come indicato nel messaggio di saluto in lingua inglese inviato da mons. Antonio Maria Vegliò, presidente del Pontificio Consiglio per la Pastorale dei Migranti, "l'apostolato della strada copre un ampia gamma di persone costrette in un modo o nell'altro ad uscire dai confini di una normale vita domestica e dall'abituale cura parrocchiale. La loro particolare situazione richiede pertanto approcci specifici e anche un'ampia flessibilità pastorale". A sottolineare che la condizione di precarietà legata alla mancanza di stabilità abitativa ed esistenziale include situazioni diverse ma tutte di grande impatto, all'esame dei 55 delegati di 18 Paesi convenuti a Samphran fino a sabato prossimo, sono anche le problematiche connesse con il traffico transfrontaliero di esseri umani e il loro sfruttamento sessuale. Una situazione in peggioramento nella regione, come pure quella dei bambini di strada che in Asia meridionale raggiungono la maggiore concentrazione al mondo. Infine, collegata a recenti eventi naturali di portata disastrosa, ma anche a conflitti e povertà, a interrogare l'assemblea è la condizione dei senzatetto, 1 miliardo nel mondo ma ampiamente rappresentati in Asia e Oceania. A fronte di tematiche tanto vaste, l'incontro - come sottolineato ancora da mons. Vegliò - vuole offrire anche "l'opportunità di individuare nuove strategie di collaborazione con agenzie governative e non governative, con gruppi e organizzazioni per potere insieme lavorare alla salvaguardia della persona umana di quanti vivono sulla strada, e di assicurare il loro benessere".

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    Padre Lombardi: stupore per la conferma del sequestro in via preventiva di un deposito dello Ior

    ◊   In risposta a domande di giornalisti, il direttore della Sala Stampa vaticana, padre Federico Lombardi, ha sottolineato che “la notizia della conferma, da parte del Tribunale del Riesame, del sequestro in via preventiva di un deposito dello Ior su un conto del Credito Artigiano è stata appresa con stupore. Si ritiene che si tratti di un problema interpretativo e formale. I responsabili dello Ior – conclude padre Lombardi - ritengono di poter chiarire tutta la questione al più presto nelle sedi competenti”.

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    Oggi su "L'Osservatore Romano"

    ◊   L’universalità della Chiesa: all'udienza generale il Papa annuncia il concistoro del 20 novembre per la nomina di 24 cardinali.

    Londra minaccia il veto: in rilievo, nell'informazione internazionale, il dibattito sulla riforma del Patto di stabilità europeo.

    In cultura, un articolo di Gaetano Vallini dal titolo “Il violinista di talento che architettò la Shoah”: già dal 1940 Reinhard Heydrich sosteneva la necessità della “soluzione finale”.

    Cercava se stesso nella solitudine: nel centenario della morte, Federico Mazzocchi su Carlo Michelstaedter e il rifiuto della consolazione.

    Dall’antiquaria all'archeologia: un articolo di Murizio Sannibale dal titolo “Il vaso come unità di misura spazio-temporale”.

    Quando la tela è uno specchio (dell’anima): Simona Verrazzo sugli autoritratti degli Uffizi in mostra a Tokyo.

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    Oggi in Primo Piano



    Riforma delle pensioni in Francia: nuovi scontri tra polizia e manifestanti

    ◊   La Francia ancora paralizzata da una nuova mobilitazione generale contro la riforma delle pensioni, voluta dal governo Sarkozy e all’esame domani del Senato. Nel Paese si moltiplicano le proteste, sfociate oggi in nuovi scontri tra polizia e manifestanti, in particolare a Lione e Nanterre. Sarkozy ha dato ordine alla polizia di sbloccare tutti i depositi di carburante paralizzati dai dimostranti. I blocchi di raffinerie e depositi, in corso da giorni, hanno lasciato a secco circa un terzo delle pompe di benzina. Restano intanto ancora distanti le posizioni di governo e sindacati. Sulla situazione nel Paese ascoltiamo Massimo Nava, corrispondente da Parigi per il “Corriere della Sera”, intervistato da Amedeo Lomonaco:

    R. – Il clima è piuttosto pesante anche perché i disagi, soprattutto per gli automobilisti, e più in generale per l’economia sono decisamente molto forti. Nello stesso tempo i sondaggi dicono che una buona maggioranza dei francesi è d’accordo con la protesta e comunque non vuole questa riforma delle pensioni. Questo chiaramente crea uno stallo sul piano strettamente politico perché i sindacati non vedono una via d’uscita e, anche per ragioni di onore, a questo punto devono andare avanti nella protesta. Il governo poi non ha alcuna intenzione di cedere anche perché sono già state fatte diverse concessioni e diverse modifiche al testo. E inoltre Sarkozy, che guarda alle elezioni del 2012, si gioca un po’ la sua credibilità di riformista. Cioè, oggi, se il governo e Sarkozy facessero marcia indietro, chiaramente le elezioni sarebbero sostanzialmente perdute.

    D. – Quindi nei prossimi giorni la riforma pensionistica diventerà legge?

    R. – Il primo ministro Fillon è intervenuto per dire chiaramente che la riforma non si cambia e che il voto è questione di giorni, massimo di una settimana. Probabilmente, c’è anche una strategia più sottile che è quella di avvicinarsi lentamente al ponte di tutti i Santi. Ci saranno lunghe vacanze scolastiche e, quindi, si tenta almeno di spezzare un po’ il fronte di questa strana alleanza tra lavoratori e futuri pensionati con i giovani studenti che oggi protestano per pensioni che probabilmente non avranno mai.

    D. – Dunque Sarkozy prosegue sulla strada delle riforme, anche impopolari…

    R. – Alcune riforme impopolari sono già state fatte. Per esempio, la riforma della funzione pubblica con una riduzione del personale effettivo. Altre riforme sono state messe in piedi come, per esempio, quella dell’università che, a suo tempo, ha suscitato alcune proteste ma poi è andata in porto. Poi ci sarà una riforma fiscale che non dovrebbe essere punitiva per le classi popolari. Chiaramente il fatto che Sarkozy voglia portare in porto questa riforma pensionistica in particolare - che tra l’altro non è altro che un adeguamento a standard ormai europei - credo sia il punto su cui sia in gioco la credibilità del presidente.

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    "Kairos Palestina": un documento dei cristiani per la pace e la riconciliazione nella Terra Santa

    ◊   "Kairos Palestina - Un momento di verità". E’ il tema del documento presentato ieri a Roma e pubblicato in Italia da Pax Christi, che lo definisce un “grido di sofferenza e una profonda testimonianza di fede dei cristiani di Terra Santa”. Ispirato ad un analogo appello lanciato nel 1985 dal titolo "Kairos Sudafrica" negli anni dell’apartheid, il testo si propone come “un contributo alla riconciliazione, uno strumento per rafforzare la comunione, una speranza in assenza di ogni speranza”. Il servizio di Giada Aquilino:

    Un “grido d’aiuto dei cristiani di Terra Santa”, in un “momento in cui non si vede una via d’uscita”. Così il Patriarca emerito di Gerusalemme dei Latini, Michel Sabbah, ha presentato ieri a Roma, proprio quando in Vaticano è in corso il Sinodo per il Medio Oriente, il documento "Kairos Palestina - Un momento di verità". Accolto con reazioni contrastanti dalla stampa mediorientale, il testo non è un documento ufficiale delle Chiese locali: si propone come una parola di fede, speranza e amore, per la realizzazione - hanno precisato i curatori - della giustizia, della pace e della riconciliazione in Terra Santa. Sul documento "Kairos Palestina", la riflessione di Sua Beatitudine Michel Sabbah:

    R. – Il documento è, molto semplicemente, un atto di fede dei cristiani nei confronti della situazione difficile che vivono. Non si vede una via d’uscita. Ci sono trattative, ma non s’intravede una soluzione.

    D. – Da chi è stato scritto e perché?

    R. – E’ stato scritto da laici cristiani. Hanno voluto riflettere insieme su quale sia la difficoltà. Speriamo che la bontà di Dio finisca per prevalere sul male che viviamo tutti oggi, abitanti della Terra Santa, israeliani e palestinesi. Si ama, dunque, non si odia. Facciamo insieme un solo cammino per arrivare alla pace.

    D. – Al Sinodo in corso in questi giorni cosa è emerso? Quali sono le condizioni dei cristiani in Terra Santa?

    R. – La situazione è quella del contesto del conflitto israelo-palestinese, della tragedia irachena. Poi si è parlato dei nostri rapporti con i musulmani. Tocca a noi trovare i mezzi migliori per vivere nelle nostre società. Tutto accettiamo dalle mani di Dio.

    Per una testimonianza sulla situazione in Terra Santa, su come vive la gente comune, al di là delle tensioni politiche, ascoltiamo don Nandino Capovilla, coordinatore nazionale di Pax Christi Italia:

    R. – Per esempio, ci sono alcuni parrocchiani tutti laureati, ma tutti costretti, per guadagnare, ad intagliare il legno di ulivo e a farne dei piccoli presepi. I cristiani di Gaza, poi, sono addirittura al 60 per cento della disoccupazione e faticano davvero a veder penetrare nella loro striscia di terra i viveri per andare avanti.

    D. – Dal Sinodo per il Medio Oriente cosa può venire?

    R. – Sta già venendo un grande invito alla speranza, perché i cristiani dicono: “Non ci possiamo rassegnare”. E i loro pastori rispondono insieme: “Saremo testimoni del Vangelo”, che è Vangelo di amore, che riconosce prima di tutto che ogni essere umano è figlio di Dio. Quindi, noi – dicono i cristiani – non vogliamo odiare nessuno, questo amore sarà più forte.

    D. – I cristiani del Medio Oriente e della Terra Santa non sono soli, è stato detto ai lavori del Sinodo...

    R. - Non sono soli, perché realmente c’è già un grande legame. La nostra preoccupazione certe volte è ancora di tipo assistenzialistico: aiutiamo e diamo un contributo. Ci vuole, però, anche un contributo nel senso della partecipazione.

    D. – Una parola per la riconciliazione da Pax Christi...

    R. – Noi scopriamo che è straordinario incontrare gli israeliani, i palestinesi, tantissime associazioni, realtà di base, che non soccombono a questa situazione di ingiustizia, ma lavorano instancabilmente nelle scuole, nella società civile, sia in Israele sia in Palestina; lavorano su progetti per dire che è necessario costruire e sperare in un futuro veramente diverso.

    Proprio dalla voce dei cristiani mediorientali, che sta risuonando in questi giorni al Sinodo in corso in Vaticano, traspare una speranza per il futuro della Terra Santa. Ce ne parla suor Filo Shizue Hirota, delle Mercedarie missionarie di Berriz:

    R. – It’s so very important...
    E’ davvero molto importante avere questa articolazione di cristiani impegnati, che parlano grazie alla loro fede, al loro impegno per la giustizia e al loro sogno. Quindi, è determinante ascoltare la loro voce e, come ha detto Sua Beatitudine Sabbah, credere in Dio. Penso che il messaggio cristiano sia come si traduca tutto ciò in un potere trasformatore che cambi il mondo.

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    Rapporto Onu sul ruolo delle donne accanto agli uomini nella ricostruzione dopo guerre e calamità

    ◊   “Generazioni del cambiamento: conflitti, emergenze, rinascita”. Questo il titolo del Rapporto 2010 sullo stato della popolazione nel mondo, presentato oggi a Roma. Il servizio di Roberta Gisotti:

    La voce di chi tra mille difficoltà sta uscendo da emergenze e disastri naturali. Un Rapporto certo originale quello presentato quest’anno dal Fondo delle Nazioni Unite per la popolazione, che vuole mettere in risalto il ruolo dei protagonisti della pacificazione e ricostruzione in Paesi travolti da guerre e calamità.

    A parlare nel Rapporto sono donne, uomini, ragazze e ragazzi della Bosnia Erzegovina, della Liberia, del Timor Est, dell’Uganda, insieme a rifugiati iracheni in Giordania, a palestinesi nei Territori occupati, ed ancora i sopravvissuti al terremoto di Haiti. Raccontano come si passa dal trauma alla ricostruzione, dove si trova la forza per ricominciare, grazie a quali sostegni è possibile ripensare società nuove, più solide e vivibili. Ricorda in particolare il Rapporto come conflitti ed emergenze cambino i ruoli delle donne nei contesti familiari, comunitari, sociali ed anche istituzionali. Sono infatti passati 10 anni dalla Risoluzione 1325 approvata dal Consiglio di Sicurezza dell’Onu nell’ottobre del 2010, mirata a coinvolgere le donne nella prevenzione delle guerre, nella gestione delle crisi e nella ricostruzione post-bellica, oltre che a proteggerle da violenze sessuali come arma di guerra, perpetrate anche in tempi di pacificazione. Da qui la testimonianza di tante attiviste nell’Onu, in organizzazioni non governative, nella società civile, nel mondo politico e professionale impegnate a conquistare spazi decisionali a fianco degli uomini per rafforzare la pace, mediare i conflitti e ricostruire dopo guerre ed emergenze. Anche se - denuncia il Rapporto - solo 18 Paesi su 192 hanno approntato piani d’azione vincolati all’apporto delle donne. Un’occasione per fare il punto della situazione e proseguire in un cammino di valorizzazione di quel ‘genio’ femminile, di cui parlava Giovanni Paolo II, nella sua Lettera alle donne nel 1995.

    Infine il monito del direttore esecutivo dell’Unfpa, Thoraya Ahmede Obaid: “I governi – scrive nel Rapporto – devono cogliere ogni opportunità nelle fasi di ripresa” perché “le loro nazioni non vengano semplicemente ricostruite, ma rifondate per essere migliori, rinnovate da uomini e donne” “con identici diritti e opportunità per tutti, ponendo così le basi per uno sviluppo duraturo”.

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    Chiesa e Società



    Belgio: no della Chiesa ad una nuova commissione d'inchiesta sugli abusi sessuali

    ◊   I vescovi e i superiori maggiori delle Congregazioni e degli ordini religiosi del Belgio hanno deciso di abbandonare l’idea di creare una nuova commissione di inchiesta sugli abusi sessuali commessi da personale religioso ai danni di minori e di affidarsi alla autorità giudiziaria per la gestione delle denunce e delle conseguenze penali. La Chiesa - riferisce l'agenzia Sir - si assume però la piena responsabilità di ascoltare le vittime a livello locale (nelle diocesi e negli ordini religiosi coinvolti) e di procedere a livello canonico, con provvedimenti disciplinari che saranno poi presi in maniera definitiva dalla Santa Sede. La decisione è stata comunicata oggi in una nota dalla Conferenza episcopale belga. Nella nota si spiega che in seguito alle dimissioni della Commissione Adriaenssens, i vescovi inizialmente avevano pensato di “creare un comitato o centro dove persone competenti potessero gestire questo problema a nome della Chiesa. Ma questa eventualità è stata abbandonata. La fondatezza della denuncia e le conseguenze di questi fatti sono competenza del potere giudiziario. In quanto Chiesa, abbiamo una responsabilità pastorale specifica. Innanzitutto verso le vittime. Esse saranno pertanto ascoltate a livello diocesano o dai superiori maggiori della Congregazioni coinvolte; le loro aspettative saranno prese in considerazione per quanto possibile. A noi – prosegue la nota dei vescovi e dei superiori religiosi del Belgio - spetta anche di prendere le nostre responsabilità nei confronti degli autori in base al diritto canonico. Stiamo prendendo provvedimenti disciplinari e ogni cartella sarà anche inviata a Roma in attesa di un'azione disciplinare definitiva”. Nella nota si afferma anche la necessità – in questo lavoro di ascolto delle vittime e provvedimenti disciplinari – di avvalersi di esperti. “Speriamo – scrivono i vescovi – di poter costituire questo gruppo di esperti che possano al più presto possibile consigliare e assistere le diocesi, le congregazioni e gli ordini religiosi. Si tratta infatti di una problematica specifica e delicata che deve essere affrontata con tutte le competenze richieste”. La nota pubblicata oggi è lunga e sofferta. “In questo ultimo mese – scrivono vescovi e religiosi – abbiamo realizzato ancora meglio l’ampiezza dell'ingiustizia e tutto il dolore” che questi casi hanno provocato. “Come una Chiesa, il nostro primo compito è quello di stare accanto alle vittime. Dobbiamo riconoscere questa ingiustizia e questa sofferenza. Le vittime devono avere il nostro sostegno e l'assistenza che meritano. E' un dovere”. (R.P.)

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    Irlanda: i vescovi indicono un anno di preghiera per il rinnovamento della Chiesa locale

    ◊   Un invito ai fedeli d’Irlanda di seguire con la preghiera il processo di rinnovamento che i vescovi, in stretta collaborazione con la Santa Sede, hanno intrapreso nel Paese in seguito alle diverse denunce di abusi sessuali commessi da sacerdoti ai danni di minori. Questa è la conclusione dell’assemblea generale della Conferenza episcopale irlandese, che si è chiusa ieri, e nella quale i presuli sono tornati a esprimere “grande gratitudine” a tutti coloro i quali in questo periodo hanno offerto riflessioni utili sul tema. Ma la gratitudine più grande va a Papa Benedetto XVI e alla sua Lettera Pastorale ai cattolici d’Irlanda, pubblicata, ricorda l'agenzia Sir, il 19 marzo 2010. “I vescovi sottolineano ancora una volta “la necessità di avviare un profondo rinnovamento e una nuova visione, capaci di ispirare le generazioni presenti e future per far tesoro del dono della nostra fede comune”. L’anno di preghiera prenderà il via insieme con l’anno dedicato all’evangelista Matteo, il 28 novembre prossimo, in cui è attesa la visita apostolica del Santo Padre in alcune diocesi d’Irlanda, nonché seminari e congregazioni religiose, come già annunciato nella Lettera Pastorale. (R.B.)

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    Pakistan: a Rawalpindi attaccata la cappella cristiana del Gordon College

    ◊   Un gruppo di fondamentalisti islamici, circa 20 persone, ha attaccato ieri a colpi di arma da fuoco la cappella cristiana del Gordon College, il luogo di culto dell’università presbiteriana di Rawalpindi. Dopo aver sparato, il gruppo è entrato nell’edificio e si è chiuso all’interno. Hanno rinunciato a distruggere la cappella soltanto dopo l’arrivo della polizia, che tuttavia non è intervenuta in alcun modo e ha lasciato all’interno dell’edificio gli assalitori. Lo conferma all'agenzia AsiaNews la signora Robinson Ashgar, che aggiunge: “Nell’attacco è stato ferito il custode, Imran”. Il pastore presbiteriano e gli altri leader cristiani della cappella sono in Sud Africa per un incontro con altri leader religiosi; a informare la polizia sono stati il pastore Samson Bhatti e alcuni membri della comunità. Circa 40 persone si sono radunate davanti alla cappella e hanno chiesto giustizia all’amministrazione locale. Il pastore ha poi dichiarato: “Shakeel Awan, deputato musulmano locale, il gruppo della Lega musulmana e l’amministrazione distrettuale non vogliono che qui ci sia una chiesa. Vogliono demolirla da almeno un decennio: i cristiani del Punjab hanno sempre sofferto, quando al potere è salita la Lega musulmana, e gli attacchi degli ultimi due anni lo dimostrano”. Pesa soprattutto, sottolinea il professor Salamat Akhtar, “il fatto che la polizia non voglia intervenire in alcun modo”. La cappella è stata riaperta nell’aprile del 2010, dopo 8 anni di chiusura. Attualmente essa appartiene a un fondo fiduciario governativo, che dovrebbe renderla alla comunità cristiana: tuttavia, secondo la legge pakistana, la chiesa potrebbe anche essere venduta a un terzo. L’occupazione illegale è un tentativo di appropriarsi di fatto dell’edificio: un episodio simile si verificò nell’aprile scorso, ma la polizia intervenne arrestando i colpevoli. Tuttavia, la comunità musulmana moderata di Rawalpindi si è schierata con i cristiani. (R.P.)

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    Nuova emergenza ad Haiti: alluvione a Port-au-Prince

    ◊   Nuova situazione di emergenza ad Haiti, dove un’alluvione ha colpito la capitale Port-au-Prince e alcuni Comuni limitrofi. Sarebbero dieci le vittime, tra cui tre bambini di meno di due anni, e tre i dispersi, quasi tutti dovuti a smottamenti generati dalle forti piogge che hanno colpito il Paese caraibico in questi ultimi giorni. L’agenzia Misna riporta che oltre quattromila famiglie, già senza casa a causa del sisma, sono nuovamente sfollate e alla ricerca di rifugi. (M.O.)

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    Il cardinale Bertone all’Aspen: “L’uomo al centro dell’impegno dello Stato”

    ◊   Ricollocare l’uomo al centro della riflessione, in modo da favorire la crescita dell’essere umano, che non può avvenire se non all’interno della famiglia, che è uno dei suoi legami originari: così il segretario di Stato Vaticano, cardinale Tarcisio Bertone, ha espresso il pensiero della Santa Sede su quello che deve essere il ruolo cruciale dello Stato nel suo discorso ai rappresentanti di vertice degli Istituti Aspen nel mondo riuniti a Roma. “Lo Stato non può essere mero spettatore – sono le parole del porporato riportate dall'Osservatore Romano – che guarda alla società come a un grande mercato in grado di autoregolamentarsi e trovare il proprio equilibrio”. La crisi attuale, secondo il segretario di Stato, deve esortare alla valorizzazione del ruolo statale, sussidiario alla famiglia e alla società civile. Necessarie, dunque, politiche che mettano al centro l’uomo in quanto tale e non interessi particolari, perché senza dubbio, una delle cause della crisi economica in atto, è la “diffusione di una malintesa etica dell’efficienza, volta ad assolutizzare il profitto personale”. (R.B.)

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    Il cardinale Erdő al Forum cattolico-ortodosso: “Più sintonia Stato-Chiesa”

    ◊   La distinzione teoretica tra Chiesa e Stato garantisce il principio della libertà religiosa, ma non va confusa con un altro tipo di separazione tra i due, che mira ad allontanare la fede dalla vita quotidiana e sociale, conduce alla secolarizzazione e spesso allo smarrimento delle persone e delle famiglie nella società. Il cardinale Péter Erdő, arcivescovo di Esztergom-Budapest e presidente del Consiglio delle Conferenze episcopali d’Europa (Ccee), intervenuto al secondo Forum cattolico-ortodosso in corso a Rodi, in Grecia, mette in guardia da questo pericolo e al tempo stesso sottolinea come oggi emerga una sintonia tra “quanto la Chiesa propone e quanto la società, cioè le persone reali, chiedono e cercano”. Il Forum in corso a Rodi, specifica l'agenzia Sir, s’intitola “Relazioni Chiesa-Stato: prospettive teologiche e storiche” e si chiuderà venerdì 22 ottobre. Secondo il porporato, inoltre, la crisi morale e spirituale hanno portato a una crisi generale che coinvolge tutti i livelli, specialmente quello economico e culturale: per questo motivo si configura come particolarmente urgente nel momento attuale “una reale possibilità di sviluppare ulteriormente le relazioni Chiesa-Stato. Occorre portare Cristo nella vita di tutti per costruire una civiltà più umana, che possa avere futuro”, ha concluso il cardinale Erdő. (R.B.)

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    Nuovo accorato appello di pace di un vescovo del sud Sudan

    ◊   Un nuovo appello alla pace e alla solidarietà per il Sudan è stato lanciato ieri dal vescovo della diocesi di Tombura-Yambio (Sudan del sud), mons. Eduard Hiiboro Kussala. Il presule, riporta l’agenzia Zenit, in Inghilterra e Scozia per l’annuale riunione dell’associazione internazionale Aiuto alla Chiesa che Soffre (Acs), ha rivolto l’ennesimo appello a una soluzione definitiva per lo Stato africano: “Chiediamo di nuovo la vostra amicizia perché il Paese ha bisogno di pace”, ha detto rivolgendosi a tutti i cristiani e alla Gran Bretagna, ex madrepatria. I rischi di un ritorno del conflitto sono concreti e c’è bisogno essere solidali tra cristiani. È stato poi ricordato che il referendum per l’indipendenza, previsto per il prossimo gennaio, sta creando molta tensione in tutto il Paese, e al tempo stesso, ringraziamenti sono stati espressi pubblicamente ad Acs per l’aiuto dato al Sudan nel momento in cui sembrava essere stato abbandonato dalla comunità internazionale. Il presule ha poi concluso l’intervento invitando tutti gli esuli sudanesi a rientrare in patria per il referendum e a dare il proprio voto, paragonando l’esodo sudanese a quello ebraico dell’Antico Testamento. (M.O.)

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    L’appello dei vescovi canadesi: “Nel Paese ci sono tre milioni di poveri”

    ◊   La Conferenza episcopale canadese, in occasione della Giornata internazionale della lotta alla povertà celebrata la scorsa domenica, hanno lanciato un appello affinché nel Paese americano venga sconfitta la povertà. I poveri in Canada sono, infatti, oltre tre milioni, su una popolazione di circa 35, e sono soprattutto bambini figli di immigrati, disoccupati e popolazioni native. I presuli hanno lanciato un appello a tutta la popolazione canadese affinché ci sia uno sforzo collettivo che non renda vani i diversi programmi messi in atto dal governo centrale e dalle varie organizzazione caritatevoli. Grande attenzione deve essere prestata alla redistribuzione delle ricchezze, chiave di volta della lotta alla povertà: la disuguaglianza tra ricchi e poveri, infatti, risiede proprio nel mancato accesso alle risorse da parte dei poveri. Una strategia, in questo senso, può essere la collaborazione tra tutti i cattolici e i cittadini canadesi per evitare quelle frustrazioni e quella stanchezza derivanti dalla distanza tra poveri e ricchi. I presuli hanno poi ricordato che, nonostante i progressi fatti, ancora oltre 3 milioni di persone soffrono la fame. La lotta alla povertà è un dovere di tutti i cattolici, così come insegna il Vangelo e ricordano le parole del Santo Padre nell’enciclica “Caritas in Veritate”, con la quale ha esortato i membri della Chiesa a dare il loro apporto alla civilizzazione dell’emergente economia globale. (M.O.)

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    Nelle Filippine la Chiesa si riconcilia con gli aborigeni

    ◊   Nelle Filippine la Chiesa ha chiesto perdono “per gli errori del passato” riconciliandosi con gli aborigeni. Durante la “Settimana per gli aborigeni”, organizzata nelle Filippine la scorsa settimana, è stato celebrato, infatti, il “Tribal Filippino Sunday”: giornata conclusiva della manifestazione, con un incontro ecumenico tra cattolici, protestanti e rappresentanti delle comunità autoctone. Durante l’incontro, precisa l’agenzia Misna, i rappresentanti della Chiesa cattolica hanno dato luogo al “Tong-Tongan”, rituale di riconciliazione, attraverso il quale è stato chiesto scusa per gli errori del passato. Dopo una lunga discussione tra i capi delle varie tribù aborigene del Paese asiatico, il partito “Katribù”, principale rappresentante delle comunità indigene, ha espresso le proprie congratulazioni alla Commissione episcopale per i Popoli indigeni. “Trarre lezioni dal passato consente di fortificare i legami con l’intero popolo filippino, la Chiesa e le popolazioni indigene, che potranno lavorare insieme per un futuro di pace”. Sono state queste le parole del portavoce del partito. La popolazione indigena rappresenta il 15% degli abitanti delle Filippine e sono, per la maggior parte, contadini nelle isole di Luzon e del Mindanao. (M.O.)

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    Giornata Missionaria: il vescovo di Hong Kong ribadisce la priorità dell'evangelizzazione

    ◊   “L’evangelizzazione è la nostra missione di primaria importanza”: così mons. John Tong, vescovo di Hong Kong, ha confermato e ribadito la priorità dell’evangelizzazione davanti a 27.000 fedeli della diocesi di Hong Kong riuniti nello stadio cittadino per la solenne celebrazione diocesana della Giornata Missionaria Mondiale, che si è svolta domenica scorsa, mentre domenica 24 si svolgerà nelle parrocchie e nelle comunità. Secondo quanto riferisce Kong Ko Bao (il bollettino diocesano in versione cinese ripreso dall'agenzia Fides), oltre 180 sacerdoti diocesani e religiosi hanno concelebrato la Santa Messa che ha avuto per tema “La vocazione dei sacerdoti, l’evangelizzazione dei fedeli”, ponendosi in continuità con l’Anno Sacerdotale da poco concluso e in sintonia con l’Anno diocesano delle vocazioni sacerdotali. Durante la celebrazione tutti i sacerdoti hanno rinnovato i loro voti, perché ad imitazione di Cristo abbiano la forza necessaria per amministrare i Sacramenti al popolo di Dio e perché, insieme ai fedeli, promuovano insieme la missione dell’evangelizzazione. Secondo le parole pronunciate da mons. Tong, “oggi la diocesi di Hong Kong è la più popolosa diocesi cinese del mondo, con oltre 350 mila cattolici cinesi e oltre 120 mila cattolici stranieri. Abbiamo 51 parrocchie, 274 scuole cattoliche, 1.600 catechisti e 1.200 ministri straordinari”. Infine il vescovo ha invitato questa straordinaria forza missionaria a prendere il largo verso l’Anno dei Laici, indetto dalla diocesi per il 2011. (R.P.)

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    A Cuba è boom delle pubblicazioni cattoliche: 4 milioni di lettori

    ◊   Grande successo per le pubblicazioni cattoliche a Cuba. Nonostante il controllo e le restrizioni del governo, infatti, secondo l’associazione cattolica mondiale per la Comunicazione, Signis, le pubblicazioni sarebbero aumentate nel corso degli ultimi anni, raggiungendo circa 4 milioni di lettori cattolici. A loro disposizione esistono 46 tra bollettini e riviste, 7 bollettini elettronici e 12 siti web. Grande entusiasmo, afferma l’agenzia Zenit, è stato manifestato dal vicepresidente della Signis, Gustavo Andujar: “Le riviste hanno iniziato a moltiplicarsi negli anni più duri della storia cubana, gli anni Novanta, ma la Chiesa ha saputo reagire alla situazione di sconcerto e disperazione che provava la popolazione”. “La Chiesa non si è messa in competizione con lo Stato, né tantomeno le sue sono state parole di contestazione - ha continuato Andujar – quanto, piuttosto, un’alternativa fatta di consensi e concertazione”. L’impegno, soprattutto per quanto riguarda le due maggiori pubblicazioni a L’Avana, “Palabra Nueva” e “Espacio Laical”, è stato portato avanti da laici privi di una preparazione professionale. Questo esalta ancora di più il successo della stampa cattolica che, nonostante i cambi della Costituzione e l’introduzione della libertà religiosa, viene spesso vissuta dalla burocrazia come una cosa “estranea e pericolosa”. Andujar, ha poi affrontato il problema del dialogo con le istituzioni, affermando che: la Chiesa “non prenderà mai una posizione sulle questioni politiche dell’isola, né entrerà mai nelle lotte di partito”, ma sottolineando che dal dialogo con Raul Castro, premier ad interim, nasceranno solo cose positive. (M.O.)

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    Perù: "El Señor de los Milagros" patrono della spiritualità religiosa cattolica

    ◊   «El Señor de los Milagros» — l' immagine è particolarmente venerata in Perú — è stato proclamato «patrono della spiritualità religiosa cattolica» del Paese con una solenne cerimonia svoltasi nella Plaza de Armas a Lima gremita di migliaia di fedeli. La celebrazione eucaristica è stata presieduta dal cardinale Juan Luis Cipriani, arcivescovo di Lima e primate della Chiesa cattolica in Perú. Il presidente del Perú Alan Garcia - riferisce L'Osservatore Romano - ha firmato la legge che istituisce tale proclamazione all'inizio della tradizionale processione che, partendo dal Santuario del Nazareno sul viale centrale di Tacna, si snoda attraverso il centro storico della capitale. La legge, precedentemente approvata dal Congresso, afferma che l'immagine di Cristo è un «simbolo della religiosità cattolica e del sentimento di devozione popolare in Perú. La processione del El Señor de los Milagros (il Signore dei miracoli), testimonia la religiosità, la fede e la speranza che dal 1651 Lima e tutto il Perú rivolgono al Señor de los Milagros, il Cristo dipinto in quell'anno su una parete d'argilla di una casa nella Ciudad de Los Reyes, un quartiere molto povero di Lima. L'effige sacra è diventata, a partire dai momenti più drammatici della capitale peruviana, un segno dell'azione misericordiosa di Cristo. Già nel 1655, durante il terremoto, gli furono attribuite innumerevoli grazie e guarigioni miracolose. (L.Z.)

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    I vescovi argentini proclamano il 2011 Anno della Vita

    ◊   Il 2011 sarà celebrato in Argentina come Anno della Vita, intesa “in ogni fase della persona, dal concepimento alla morte naturale e in tutte le sue dimensioni: fisica, spirituale, familiare, sociale, politica o religiosa”. Questa la decisione del Comitato esecutivo della Conferenza episcopale dell’Argentina per il prossimo anno, raggiunta anche in occasione del Bicentenario dell’indipendenza nazionale. A questo proposito, riferisce L'Osservatore Romano, i vescovi hanno invitato Benedetto XVI a partecipare a una veglia di preghiera per i non nati il 27 novembre: un’occasione privilegiata per iniziare l’Avvento e per ringraziare Dio per il dono della vita e per invocare la protezione di ogni essere umano chiamato all’esistenza. L’incoraggiamento dei presuli alla popolazione è quello di fare una “scelta matura, sincera e impegnata” soprattutto in tutela del nascituro. I vescovi, inoltre, richiamano all’attenzione valori comuni che sono principi inviolabili, come “la dignità della persona umana, incomparabile rispetto a qualsiasi condizionamento; l’indisponibilità della vita dal concepimento alla morte naturale; la libertà religiosa e la libertà educativa e scolastica; la famiglia fondata sul matrimonio tra uomo e donna”. È solo su questi fondamenti che si possono basare altri diritti come quello al lavoro e alla casa; la libertà di impresa finalizzata al bene comune; l’attenzione ai deboli e agli emarginati della società; l’accoglienza verso gli immigrati che sia rispettosa della legge, ma anche dell’integrazione; il rispetto del creato; la libertà dalla morsa della malavita, specialmente quella organizzata. (R.B.)

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    Spagna: denunciata la politica del governo che incrementa l’aborto

    ◊   Una maggiore sovvenzione agli anticoncezionali di ultima generazione a carico delle Comunità Autonome, che colpisce la libertà di obiezione di coscienza, l’obbligo a studiare come realizzare gli aborti e un potenziamento dell’educazione sessuale nell’infanzia e nell’adolescenza: queste le conseguenze, nella denuncia della piattaforma che si batte per i diritti del nascituro e della donna in attesa “Diritto a vivere” (Dav), dell’applicazione della strategia di indottrinamento in materia sessuale del governo spagnolo, che nel corso del Consiglio interterritoriale della Salute a Palma de Maiorca ha approvato la “Strategia nazionale di salute sessuale e riproduttiva” contenuta nella legge sull’aborto. L’agenzia Sir riporta le parole del portavoce di Dav, Gádor Joya, che ha segnalato come “l’imposizione di una morale di Stato come quella che tenta questo governo” sia “una caratteristica propria dei regimi totalitari e non di società aperte”. Il movimento ricorda, inoltre, come dall’introduzione in Spagna delle prime campagne di promozione degli anticoncezionali per evitare gravidanze indesiderate e frenare il contagio di malattie trasmissibili per via sessuale, in realtà si sia riusciti solo a incrementare la precocità dei rapporti e il numero di aborti nella popolazione adolescente. “Non ha senso investire nella riduzione delle nascite – conclude il portavoce di Dav – quando la natalità è un fattore chiave per assicurare il futuro di un’economia”. (R.B.)

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    Il cardinale Rouco Varela: "La Gmg di Madrid sarà un grande evento missionario"

    ◊   La Gmg che si celebrerà nel 2011 sarà un evento missionario. Lo afferma il cardinale Rouco Varela, arcivescovo di Madrid, nella lettera pubblicata in occasione della celebrazione della Domenica mondiale delle missioni (Domund) (24 ottobre), che ha per tema “Vogliamo vedere Gesù”. Per il porporato - riferisce l'agenzia Sir - inizia “un nuovo corso segnato dalla prossima visita di Papa Benedetto XVI” a Madrid per presiedere la prossima Giornata Mondiale della Gioventù nell’agosto 2011. Evento al quale la diocesi si sta preparando “con il massimo interesse e gioia” sia per quanto riguarda gli aspetti organizzativi sia per quel che concerne “la preparazione spirituale dei nostri cuori, in modo che tutti nella nostra Chiesa diocesana, sacerdoti, religiosi e religiose, laici consacrati, membri di associazioni e movimenti apostolici, e fedeli tutti, facciamo un vero cammino di conversione al Signore, affinché il dono dello Spirito Santo che suppone la celebrazione della Gmg di Madrid 2011 produca i migliori frutti, nella comunità diocesana e in tutta la Chiesa universale”. È “provvidenziale”, per il cardinale, che il “nuovo corso” inizi con la Giornata Missionaria mondiale: è “un segno per noi che accoglieremo migliaia di giovani di tutto il mondo tra pochi mesi. La missione – ha scritto il cardinale Rouco Varela - apre le sue porte qui senza ostacoli, nella nostra diocesi, rendendo possibile che questa visita e l’incontro con il Successore di Pietro sia un'occasione privilegiata per mostrare Cristo a quanti non lo conoscono o hanno di Lui una conoscenza superficiale”. In riferimento al tema della Giornata “Vogliamo vedere Gesù”, presenta “un programma indispensabile per ogni momento, ma senza dubbio soprattutto per questo anno preparatorio della Giornata Mondiale della Gioventù di Madrid 2011”. “Per le strade, nei nostri quartieri – ha osservato il porporato -, c'è molta gente che non sa dove trovare il Redentore, che sprofonda in strade di disperazione ed angoscia non sapendo dove mettere gli occhi ed il cuore”. Tocca alla Chiesa mostrare dov’è Gesù. I missionari, non solo con la parola, ma con la stessa vita, testimoniano e fanno conoscere Cristo. Durante la Gmg di Madrid, ha aggiunto il cardinale, “vedremo per le nostre strade giovani venuti da terre di missione, invitati ed incoraggiati dai missionari”. Sono giovani che “vivono la fede in solitudine in molte occasioni, o che sono discriminati, e perfino perseguiti, per credere in Gesù”, ma durante la Gmg “riceveranno la forza dello Spirito Santo per essere loro stessi missionari di Cristo”. (R.P.)

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    Il cardinale Sistach: “Una sfida per la Chiesa di Barcellona la visita del Papa"

    ◊   Non un avvenimento cittadino, ma un evento fondamentale per tutta la Spagna, anche perché il Papa non può visitare tutte le diocesi del mondo: così il cardinale Lluís Martínez Sistach, arcivescovo di Barcellona, racconta all'agenzia Zenit come vive l’attesa della visita di Benedetto XVI nella città catalana, dove dedicherà il tempio della Sagrada Familia il 7 novembre prossimo. Il viaggio del Pontefice toccherà inizialmente Santiago di Compostela, in occasione dell’Anno giacobeo in corso (e che ricorre ogni volta che la festa di San Giacomo, il 25 luglio, cade di domenica) per poi recarsi a Barcellona, dove Giovanni Paolo II era stato proprio il 7 novembre del 1982. “La venuta del Papa è una sfida per la Chiesa di Barcellona – ha detto il porporato – e tutti devono prepararsi a rispondere bene a questa sfida”. A tal proposito la diocesi ha preparato catechesi e temi di riflessione ampiamente divulgati, che serviranno come spunti per prepararsi spiritualmente a questa visita pastorale. (R.B.)

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    In Giappone gli hospice cattolici sono le uniche strutture per i malati terminali

    ◊   Curare il corpo e lo spirito: è questo il delicato, ma fondamentale compito cui fanno fronte gli hospice cattolici presenti in Giappone, impegnati nella pastorale per i malati terminali. “Cerchiamo di aiutare il paziente a mantenere la propria normalità – è la testimonianza rilasciata ad AsiaNews da padre Nobuyoshi Matsumoto, alla guida del Garashi Hospital – li accompagniamo a casa, al cinema, a mangiare fuori e persino nelle case del tè. Li spingiamo a continuare a curare i loro animali domestici e a compiere le attività che fanno parte del quotidiano”. Eppure posti come il Garashi, nel Paese del Sol Levante, sono pochissimi: solo 195 unità palliative per un totale di 3839 posti letto, in un Giappone dove i due terzi dei decessi sono imputabili al cancro. Lo stesso Garashi, che ha appena celebrato i cinque anni di vita, è stato il primo di due nell’arcidiocesi di Osaka. Il motivo per cui sono così pochi? “Non certo perché siano inutili, ma perché è ancora forte una certa cultura della morte che va sradicata – prosegue padre Matsumoto – qui accogliamo con calore e con un abbraccio il malato terminale. In un certo senso l’hospice è un albergo con dottori, infermiere, farmacisti, nutrizionisti e fisioterapisti: un posto dove trascorrere gli ultimi giorni con la migliore situazione sanitaria possibile e nella pace della propria famiglia”. E grande attenzione è riservata anche a chi subisce una grave perdita e ha bisogno di elaborare il lutto: una volta al mese, infatti, si svolge lo Yurinokai, la riunione per i familiari che restano. (R.B.)

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    È la Bulgaria il Paese europeo con il più alto tasso di bambini abbandonati

    ◊   La Bulgaria risulta essere il Paese europeo con il più alto tasso di bambini al di sotto dei 3 anni che vengono abbandonati. È quanto emerge da un comunicato del “Complesso per i servizi sociali per bambini e famiglie” dalla città di Plovdiv, la seconda del Paese, secondo cui nell’ultimo anno sono stati abbandonati 2094 bambini, di cui 1400 sotto l’anno di età. Il fenomeno, riferisce l’agenzia Sir, si somma alla pesante eredità comunista degli istituti per i minori, 131 in tutta la Bulgaria, che ospitano circa 6336 bambini: la mancanza di fondi e personale preparato non riesce a garantire, infatti, un’assistenza dignitosa agli ospiti delle strutture. Solo negli ultimi 10 anni oltre 250 bambini sono morti per violenze o negligenza. La Bulgaria si è formalmente impegnata con l’Unione europea per la chiusura di tutti gli istituti, entro i prossimi tre anni, e per lo sviluppo di forme alternative di accoglienza. Si inserisce in quest’ottica la decisione della municipalità di Plovdiv, che attraverso la campagna “Rimani genitore”, tutela e assiste famiglie e donne che decidono di non abbandonare i propri figli, durante e dopo la gravidanza. Solo nello scorso anno più di 20 donne hanno ricevuto assistenza e oltre la metà ha poi deciso di far crescere i propri figli nel loro ambiente familiare. (M.O.)

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    Tanzania. Le radio cattoliche per la pace: un seminario ad Arusha

    ◊   "Leggendo i segni dei tempi, la pace e la tranquillità della nostra società sono minacciate da molteplici guerre e dall'instabilità politica", ha detto mons. Simon Thobias Tenges, vicario generale dell'arcidiocesi di Arusha (Tanzania), all’apertura di un workshop degli operatori delle radio cattoliche del Kenya, dell'Uganda e della Tanzania, che si svolge nella città tanzaniana e si concluderà il 22 ottobre. Mons. Tenges, che ha parlato a nome di mons. Josephat Louis Lebulu, arcivescovo di Arusha, ha affermato che i diversi conflitti nella regione sono una sfida per la Chiesa cattolica, che è stata costretta a integrare i meccanismi di mitigazione dei conflitti nelle sue funzioni pastorali. Il vicario generale di Arusha ha invitato i manager delle radio cattoliche dell'Africa orientale a sviluppare politiche editoriali e programmi che promuovano la pace e la distensione nella regione. Secondo quanto riporta l’agenzia Cisa di Nairobi, il workshop è stato organizzato dal dipartimento Comunicazione dell’Amecea (Association of Member Episcopal Conferences in Eastern Africa) con il sostegno della fondazione cattolica statunitense, Raskob Foundation for Catholic Activities. Nel suo discorso di benvenuto, padre Chrisantus Ndaga, Segretario del dipartimento per le Comunicazioni dell’Amecea ha detto che il seminario rientra nella strategia del Segretariato di avviare una stretta collaborazione tra le Chiese dell’Africa Orientale per affrontare diversi temi di interesse comune nella regione. Padre Ndaga ha chiesto ai responsabili dei media cattolici di questi Paesi di aiutare la popolazione della regione a prendere le giuste decisioni nel promuovere la pace e nel comprendere gli effetti negativi dei conflitti e della violenza. Il Segretario del dipartimento per le Comunicazioni dell’Amecea ha anche chiesto loro di aiutare i leader della Chiesa nella lotta contro la corruzione, l'avidità, l’etnocentrismo, la povertà e la fame. (R.P.)

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    Terra Santa: esposto a Giaffa un modello della cappella degli Scrovegni di Padova

    ◊   L’Academic College of Tel Aviv-Yaffo ospita fino al 28 ottobre il modello in scala 1:4 della trecentesca Cappella degli Scrovegni di Padova, con il famoso ciclo di affreschi dipinto da Giotto. Donato alla Custodia di Terra Santa dal comune di Padova nel 2008, si legge sul sito www.custodia.org, il modello è stato già esposto a Gerusalemme, dove è stato apprezzato da migliaia di persone, e sono stati anche diversi i visitatori nei due mesi di allestimento all’Erez Museum di Tel Aviv. L’affresco, che, riproduce la storia della salvezza secondo il racconto evangelico e il punto di vista, ha entusiasmato diversi curiosi all’inaugurazione della mostra a Giaffa la scorsa settimana, durante l’inaugurazione ufficiale. Erano presenti tra gli altri padre Arturo Vasaturo e l’ing. Ettore Soranzo per la Custodia di Terra Santa, Dror Amir, direttore esecutivo dell’Academic College of Tel Aviv-Yaffo, e ancora padre Apollinare Szwed, superiore del convento di S. Pietro a Giaffa, responsabile della comunità cattolica di espressione ebraica. A precedere l’inaugurazione della mostra una conferenza su Giotto tenuta da David Graves nell’auditorium del college universitario. Graves ha sostenuto la tesi che vede Giotto come ponte verso il Rinascimento, non solo per i primi esercizi di prospettiva, ma soprattutto per il passaggio da un’arte che ha per oggetto l’ideale a un’arte che si pone come imitazione della natura. (T.C.)

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    Ecumenismo: compie 100 anni il movimento Fede e costituzione

    ◊   Compie oggi 100 anni “Fede e costituzione”, il movimento che ricerca l’unità cristiana attraverso il dialogo teologico fra rappresentanti di diverse Chiese. Gli obiettivi di “Fede e costituzione”, riferisce il sito del Consiglio ecumenico delle Chiese (Coe) www.oikoumene.org, sono legati a quelli della Conferenza mondiale delle missioni, nel giugno del 1910 impegnata a mediare sulle questioni dottrinali che dividevano diverse Chiese ad Edimburgo, in Scozia. L’idea di dar vita al movimento fu del vescovo missionario canadese mons. Charles Brent, per promuovere l’unità dei cristiani e risolvere le questioni di fede tra le Chiese e altre parti. Il 19 ottobre del 1910 la Convenzione generale della Chiesa episcopale adottò all’unanimità una risoluzione che invocava ad una conferenza mondiale di rappresentanti di tutte le Chiese “al fine di studiare le questioni relative alla fede e alla costituzione della Chiesa di Cristo”. L’iniziativa fu salutata come uno strumento volto ad aprire la via all’unità della Chiesa nella fede, la costituzione, la vita, il lavoro, il culto e la missione nel nome di Cristo. La prima conferenza mondiale di Fede e costituzione si svolse a Losanna nel 1927 e fu presieduta da mons. Brent. Con il movimento del Cristianesimo pratico, poi, Fede e costituzione divenne una componente del Consiglio ecumenico delle Chiese da quando questo venne inaugurato, nel 1948. (T.C.)

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    24 Ore nel Mondo



    Attentato in Afghanistan: uccisi dieci civili, quasi tutti donne e bambini

    ◊   Dieci civili, quasi tutti donne e bambini, sono rimasti uccisi oggi nell'esplosione di un ordigno artigianale collocato, probabilmente dai talebani, al passaggio del mezzo sul quale viaggiavano
    nell'Afghanistan nord-occidentale diretti verso una festa di nozze. Lo ha reso noto la polizia. La bomba si trovava sulla strada che collega Herat a Nimroz, due province al confine con l'Iran, e aveva come obiettivo un convoglio militare. Intanto, in Afghanistan, la Commissione elettorale ha annullato un milione e 300 mila voti delle elezioni parlamentari dello scorso mese, circa un quarto delle schede elettorali depositate ai seggi. In questo contesto, la stampa internazionale conferma che sarebbero in corso trattative per porre fine al conflitto tra leader talebani ed esponenti afghani, con l’appoggio delle forze Nato. Proprio su questa presenza, Eugenio Bonanata ha intervistato Paolo Quercia, analista esperto di questioni internazionali:

    R. – La Nato immagino possa essere coinvolta a supporto delle forze di sicurezza locali afghane. Quindi, essendo il più potente detentore delle capacità di sicurezza del Paese è chiaro che possa essere coinvolta in operazioni che garantiscano la sicurezza di queste relazioni internazionali o colloqui che il governo afghano sta svolgendo.

    D. – Secondo lei, bisogna guardare con fiducia a questi colloqui?

    R. – Diciamo che stiamo entrando in una fase diversa della strategia politica dell’Afghanistan, come è emerso dagli ultimi incontri, anche quello di Roma, tra i vari esperti e inviati dell’area dell’Afghanistan e Pakistan. Stanno un po’ cambiando gli obiettivi politici. Quindi, il disimpegno che sarà immaginato a breve rende necessario comunque trattare con tutti coloro che, non nemici irriducibili, sono però degli attori “chiave”, per garantire la sicurezza. Credo che in qualche modo si stia mettendo da parte l’obiettivo originale, che era quello di un “social change” o di una democratizzazione o modernizzazione del Paese, in cambio di un approccio che guardi più la realtà della sicurezza e la stabilità del Paese. Per cui, i vari attori che nelle aree più critiche del Paese possono rappresentare dei nemici, possono al tempo stesso rappresentare degli interlocutori per un processo di pace, che necessariamente si fa con i nemici.

    D. – La Commissione elettorale afghana ha annullato un milione e trecentomila schede delle elezioni di settembre, circa il 20 per cento: un dato consistente...

    R. – E’ molto consistente e tale da mettere indubbio l’intera validità o utilità della consultazione elettorale, sicuramente. Resta da dire che per gli standard afghani questo tipo di consultazioni vanno interpretate in maniera diversa dai nostri standard. Rappresentano molto spesso più una capacità del governo e delle forze di sicurezza di controllare il territorio e di rendere possibile l’esecuzione del voto. Quindi, io mi concentrerei più sull’esercizio della capacità elettorale, come attributo dello Stato, come dato significativo più importante di questi eventi. E sicuramente gli standard o la validità del voto non devono essere considerati ancora assolutamente accettabili.

    Il governo britannico presenta il piano di austerity
    Il governo britannico di David Cameron ha annunciato oggi in parlamento un drastico piano di austerity, con tagli alla spesa per 80 miliardi di sterline. Critiche dall’opposizione che chiede di proteggere crescita e occupazione. Il servizio di Marco Guerra:

    Dopo Spagna, Italia e Francia, anche il governo britannico si appresta a varare una massiccia stretta sui conti pubblici. L’obiettivo dichiarato oggi alla Camera dei Comuni dal cancelliere dello Scacchiere, George Osborne, è di abbassare il deficit record del Regno Unito dal 11% del Pil, il più alto del G7, a circa il 2%, con una manovra da 113 miliardi di sterline, un quarto della quale verrà da aumenti fiscali. I tagli per 80 miliardi di sterline porteranno alla riduzione di 490 mila i posti di lavoro statali entro il 2015. Si prevede, quindi, una riduzione media del 25% ai bilanci della maggior parte dei Ministeri, con poche eccezioni giudicate di priorità nazionale come sanità, scuola e ricerca scientifica. Tra i dicasteri più colpiti, quello della Giustizia e della Cultura, con riduzioni in media di circa il 30%. Un'altra area pesantemente a rischio è il welfare. Il governo ha deciso, inoltre, l'innalzamento dell'età pensionabile a 66 anni nel 2016, dieci anni prima di quanto previsto finora. Nel piano di austerity è inserita anche la cosiddetta revisione delle Forze armate. La spesa della Difesa scenderà complessivamente dell'8% in quattro anni e comporterà un taglio di 42 mila unità entro il 2015. Cameron ha garantito comunque che le misure non avranno impatto sui fondi destinati all'Afghanistan.

    Spagna: rimpasto governo
    Il premier socialista spagnolo, Josè Luis Zapatero, ha annunciato oggi un profondo rimpasto di governo. Fra le novità più importanti, gli avvicendamenti alla vicepresidenza, al Ministero della sanità e a quello degli esteri. Zapatero ha detto che i cambiamenti renderanno possibili riforme in campo economico più incisive. L’esecutivo cerca di rilanciare la propria azione dopo un netto calo dei consensi dovuto alla dura recessione economica e ai tagli previsti dal piano di austerità varato nelle scorse settimane.

    Ungheria: prolungato stato di emergenza per il fango tossico
    Il parlamento ungherese ha deciso di mantenere lo stato di emergenza nell'area colpita dalla fuoriuscita di fango tossico di due settimane fa. Lo stato di emergenza era stato proclamato il 5 ottobre scorso, il giorno dopo lo scoppio di un serbatoio di residui tossici in una fabbrica di alluminio di Ajka. A causa dell'incidente, sono morte nove persone e ne sono rimaste ferite 150.

    Vertice Russia-Francia-Germania
    A conclusione del vertice informale di Deauville, in Francia, tra il presidente russo, Dmitrij Medvedev, la cancelliera tedesca, Angela Merkel, e il capo dell’Eliseo, Nicolas Sarkozy, è stato rilanciato un nuovo partenariato tra i tre Paesi. L’intenzione è quella di rafforzare la cooperazione su fronti diversi tra l’Unione Europea e la Russia. Sull’Iran, i tre capi di Stato hanno aperto nuovamente le porte del dialogo a Teheran fino a che non sarà trovata una soluzione sul nucleare iraniano.

    Iraq: trattative per il governo
    A otto mesi dalle elezioni politiche, in Iraq proseguono le consultazioni per la formazione di un nuovo governo. Secondo la stampa araba, sarebbe stato raggiunto un accordo tra Iyyad Allawi, a capo della lista 'al-Iraqiya', lo sciita Omar al-Hakim e i rappresentanti delle liste curde. I tre gruppi politici avrebbero deciso di non annunciare subito la loro alleanza per non mettere in imbarazzo le autorità iraniane, che due giorni fa hanno ricevuto il principale rivale di Allawi, il premier uscente Nouri al-Maliki. Altre fonti sostengono che l'imam Moqtada al-Sadr avrebbe fatto sapere ad al-Maliki che non intende entrare in un nuovo governo senza la lista di Allawi, il gruppo di al-Hakim e l'alleanza curda. Intanto, sul terreno non si fermano le violenze: l’inviato dell’Onu nel Paese, Ad Melkert, è sfuggito ieri ad un attentato contro il convoglio di auto che lo scortava. L’attacco è avvenuto non lontano da Najaf, la città santa sciita, dove l’emissario delle Nazioni Unite si trovava per incontrare l’ayatollah Ali al-Sistani. Nell’esplosione, un poliziotto iracheno ha perso la vita, altri tre sono rimasti feriti.

    Iran: a processo i 2 escursionisti americani
    Shane Bauer e Joshua Fattal, i due escursionisti statunitensi arrestati in Iran il 31 luglio 2009, compariranno davanti alla Corte rivoluzionaria di Teheran il prossimo 6 novembre. Le imputazioni saranno spionaggio ed entrata illegale nel Paese. Una loro amica, Sarah Shroud, è rientrata negli Stati Uniti il mese scorso dietro il pagamento di una cauzione di 500 mila dollari.

    Somalia: liberazione ostaggio
    È stato liberato Frans Barnard, l'operatore umanitario britannico di Save the Children rapito la scorsa settimana in Somalia da un gruppo di uomini armati ad Adado, città vicino al confine con l'Etiopia. L’organizzazione umanitaria nega di aver pagato un riscatto mentre i negoziatori hanno detto di aver consegnato ai rapitori sono 100 mila dollari.

    Alluvioni in Thailandia
    Emergenza alluvioni in Thailandia, dove circa un quarto del territorio sta affrontando le peggiori inondazioni degliultimi decenni. Il bilancio al momento parla di almeno 12 vittime. E mentre le squadre di soccorso lottano contro il tempo per evacuare la popolazione nelle zone colpite, il governo ha annunciato che raddoppierà i fondi per far fronte all'emergenza. (Panoramica internazionale a cura di Marco Guerra)

    Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LIV no. 292

    E' possibile ricevere gratuitamente, via posta elettronica, l'edizione quotidiana del Bollettino del Radiogiornale. La richiesta può essere effettuata sulla home page del sito www.radiovaticana.va/italiano.

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