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Sommario del 26/11/2010

Il Papa e la Santa Sede

  • Siate giornali della gente servendo la verità con coraggio: così il Papa ai settimanali cattolici
  • Il Papa ai religiosi: annunciate al mondo il Dio “ignoto”, l'essenziale che non passa
  • Altre udienze e nomine
  • Benedetto XVI nella Repubblica del Benin nel novembre 2011
  • Messa per le vittime dell'attacco alla Cattedrale di Baghdad. Il cardinale Sandri: la Chiesa cresce con le persecuzioni
  • Presentata la “Fondazione Vaticana Joseph Ratzinger – Benedetto XVI”
  • Mons. Zimowski: i governi assicurino ai cittadini l'equo accesso ai servizi sanitari
  • Congresso internazionale sulla famiglia come soggetto di evangelizzazione: la testimonianza delle coppie
  • Cor Unum organizza a Czestochowa gli Esercizi spirituali per le Caritas d'Europa
  • Aperta in Vaticano la camera ardente per Manuela Camagni. Lunedì i funerali a San Piero in Bagno
  • Oggi su "L'Osservatore Romano"
  • Oggi in Primo Piano

  • Nuovi bombardamenti di Pyongyang in territorio sudcoreano
  • La diocesi di Palestrina promuove una nuova scuola socio-politica. Mons. Sigalini: rilanciare la passione per il bene comune
  • Terra Santa: incontro interreligioso presso il Centro internazionale Domus Galilaeae
  • Chiesa e Società

  • Il viaggio del cardinale Tauran in Pakistan. Nuove speranze per la liberazione di Asia Bibi
  • Haiti. Epidemia di colera inarrestabile: allarme dei Camilliani
  • Presidenziali in Costa d’Avorio. L’arcivescovo di Abidjan: consolidare la pace ad ogni costo
  • Il cardinale Bertone: superare le reazioni emotive sul tema dell'immigrazione
  • Lettera di Natale del cardinale Bagnasco ai bambini del catechismo
  • Mons. Crociata ai membri della Fisc: “Siete strumenti di comunione nella Chiesa”
  • In Germania desta preoccupazione il progressivo calo demografico
  • Era digitale: dalla relazione alla connessione. Trionfano virtuale, narcisismo ed emotività
  • La Fao premiata per il suo programma di prevenzione degli incendi boschivi
  • Fervono i preparativi per la Gmg 2011: al via un concorso per le canzoni più belle
  • José Mourinho testimonial per la raccolta fondi natalizia di Caritas Portogallo
  • 24 Ore nel Mondo

  • Ancora minacce ai cristiani in Iraq
  • Il Papa e la Santa Sede



    Siate giornali della gente servendo la verità con coraggio: così il Papa ai settimanali cattolici

    ◊   In un'epoca che guarda alla verità con scetticismo, le testate giornalistiche di ispirazione cattolica sappiano presentare le “ragioni della fede” al di là di ogni steccato ideologico. E’ l’auspicio che Benedetto XVI ha espresso questa mattina nel ricevere in udienza una folta delegazione della Federazione italiana dei settimanali cattolici. Siate, ha detto loro il Papa, “giornali della gente” capaci di informare ma anche di formare ai valori del Vangelo. Il servizio di Alessandro De Carolis:

    “Lievito” che fa fermentare il buono che c’è nella società, “palestra” che ospita dibattiti leali, “efficace cassa di risonanza” dei valori e della fede che la Chiesa porta ogni giorno nelle realtà umane. E’ a questo identikit che ogni testata cattolica, di qualsiasi livello, dovrebbe conformarsi, secondo le convinzioni di Benedetto XVI. Di fronte alle 300 persone presenti in Sala Clementina, in rappresentanza delle 188 testate iscritte alla Federazione italiana dei settimanali cattolici, il Papa ha per prima cosa ribadito la “funzione peculiare” dei giornali di ispirazione cattolica:

    “Annunciare la Buona Novella attraverso il racconto dei fatti concreti che vivono le comunità cristiane e delle situazioni reali in cui sono inserite. Come una piccola quantità di lievito, mescolato con la farina, fa fermentare tutto l’impasto, così la Chiesa, presente nella società, fa crescere e maturare ciò che vi è di vero, di buono e di bello; e voi avete il compito di dare conto di questa presenza, che promuove e fortifica ciò che è autenticamente umano e che porta all’uomo d’oggi il messaggio di verità e di speranza del Signore Gesù”.

    Tra i presenti, il Papa ha ringraziato in modo particolare i direttori dell’Avvenire e dell’agenzia Sir, entrambi organi d’informazione dei vescovi italiani. E con loro tutti i rappresentanti dei settimanali diocesani e di vari altri media della stampa che con il loro lavoro, ha riconosciuto il Pontefice, svolgono in Italia “il prezioso compito di far conoscere l’attività e l’insegnamento della Chiesa”. Un lavoro, ha osservato, che l’attuale “contesto della post-modernità” ha trasformato in una “sfida” sul modo di intendere la verità:

    “La cultura dominante, quella più diffusa nell’areopago mediatico, si pone, nei confronti della verità, con un atteggiamento scettico e relativista, considerandola alla stregua delle semplici opinioni e ritenendo, di conseguenza, compossibili e legittime molte ‘verità’”.

    Al fianco della Chiesa, che annuncia all’uomo che esiste una verità più grande, le testate cattoliche – ha affermato il Papa – sono chiamate "a servire con coraggio la verità” davanti all’opinione pubblica, con uno stile ben preciso:

    “Si tratta di presentare le ragioni della fede, che, in quanto tali, vanno al di là di qualsiasi visione ideologica e hanno pieno diritto di cittadinanza nel dibattito pubblico. Da questa esigenza nasce il vostro impegno costante a dare voce ad un punto di vista che rispecchi il pensiero cattolico in tutte le questioni etiche e sociali”.

    Ricordando che non può esservi un buon giornalista cattolico che non coltivi “un legame costante e profondo con Cristo”, Benedetto XVI ha terminato l’udienza esortando la Federazione a informare con puntualità “sulle vicende che segnano il cammino delle comunità, sul loro vissuto quotidiano, sulle tante iniziative caritative e benefiche che esse promuovono”:

    “Continuate ad essere giornali della gente, che cercano di favorire un dialogo autentico tra le varie componenti sociali, palestre di confronto e di dibattito leale fra opinioni diverse. Così facendo, i giornali cattolici, mentre adempiono l’importante compito di informare, svolgono, al tempo stesso, una insostituibile funzione formativa, promuovendo un’intelligenza evangelica della realtà complessa, come pure l’educazione di coscienze critiche e cristiane”.

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    Il Papa ai religiosi: annunciate al mondo il Dio “ignoto”, l'essenziale che non passa

    ◊   Siate “Vangelo vivente”, testimoniate la bellezza della fede, per annunciare al mondo il Dio “ignoto”: è l’invito del Papa ai responsabili delle Congregazioni religiose maschili e femminili, incontrati oggi in Vaticano in occasione dell’Assemblea dell’Unione dei superiori generali. Il servizio di Sergio Centofanti.

    Il Papa parla a chi ha scelto di vivere la fede in modo radicale rinunciando a tutto per seguire Gesù. Rivolge il suo pensiero ai religiosi che soffrono e rischiano la vita per testimoniare il Vangelo, esprimendo la propria gratitudine alle Congregazioni per il loro impegno nel campo educativo e sociale e per la loro vicinanza ai più poveri. Una testimonianza che parte dal cercare innanzitutto Dio, ovvero l’essenziale:

    “Passate dalle cose secondarie a quelle essenziali, a ciò che è veramente importante; cercate il definitivo, cercate Dio, mantenete lo sguardo rivolto a Lui. Come i primi monaci, coltivate un orientamento escatologico: dietro il provvisorio cercate ciò che rimane, ciò che non passa … Siate sempre appassionati cercatori e testimoni di Dio!".

    “Il rinnovamento profondo della vita consacrata – afferma il Papa - parte dalla centralità della Parola di Dio” ascoltata e messa in pratica:

    “È il Vangelo vissuto quotidianamente l’elemento che dà fascino e bellezza alla vita consacrata e vi presenta davanti al mondo come un’alternativa affidabile. Di questo ha bisogno la società attuale, questo attende da voi la Chiesa: essere Vangelo vivente”.

    Altro aspetto fondamentale della vita consacrata è la fraternità, “elemento profetico importante” nel contesto di “una società fortemente individualistica”. Il Papa sottolinea “le difficoltà che la vita comunitaria comporta” invitando a cercare i mezzi per “favorire la comunione … il calore e la verità nelle relazioni reciproche”. Ma è necessario “un serio e costante discernimento … per riconoscere quello che viene dal Signore e quello che gli è contrario”:

    “Senza il discernimento, accompagnato dalla preghiera e dalla riflessione, la vita consacrata corre il pericolo di accomodarsi sui criteri di questo mondo: l’individualismo, il consumismo, il materialismo; criteri che fanno venir meno la fraternità e fanno perdere fascino e mordente alla stessa vita consacrata”.

    Infine, senza dimenticare il calo delle vocazioni religiose, soprattutto in Europa, Benedetto XVI rileva che la missione fa parte dell’identità stessa della vita dei consacrati, che sono chiamati “a portare il Vangelo a tutti, senza confini”:

    “Andate, dunque, e in fedeltà creativa fate vostra la sfida della nuova evangelizzazione. Rinnovate la vostra presenza negli areopaghi di oggi per annunciare, come fece san Paolo ad Atene, il Dio ‘ignoto’”.

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    Altre udienze e nomine

    ◊   Benedetto XVI ha ricevuto questa mattina il cardinale Gaudencio B. Rosales, arcivescovo di Manila, in visita "ad Limina", con i vescovi ausiliari mons. Bernardino C. Cortez e mons. Broderick S. Pabillo; il Molto Rev.do Geoffrey Rowell, vescovo anglicano per l’Europa con sede a Gibilterra. Il Santo Padre riceve questo pomeriggio il cardinale William Joseph Levada, prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede.

    Benedetto XVI ha accettato la rinuncia all’ufficio di ausiliare dell’arcidiocesi di Esztergom-Budapest, presentata da mons. Gáspár Ladosci, in conformità ai canoni 411 e 401 § 2 del Codice di Diritto Canonico.

    Il Papa ha accettato la rinuncia al governo pastorale della diocesi di Ondo (Nigeria), presentata da mons. Francis Florunsho Clement Alonge, per raggiunti limiti di età. Gli succede mons. Jude Ayodeji Arogundade, coadiutore della medesima diocesi.

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    Benedetto XVI nella Repubblica del Benin nel novembre 2011

    ◊   Il Papa ha accettato di compiere una visita nella Repubblica del Benin dal 18 al 20 novembre del prossimo anno. E’ quanto annunciato oggi nella città beninese Cotonou, in una conferenza stampa congiunta delle autorità locali e della Conferenza episcopale del Paese africano. La visita, su invito del presidente Boni Yayi, del suo governo e della Conferenza episcopale del Benin, s’inserisce nel quadro della celebrazione del Giubileo per i 150 anni dell’evangelizzazione del Paese e nella memoria del cardinale beninese Bernardin Gantin, con cui - afferma un comunicato emesso al termine della conferenza stampa - il Papa ha “avuto l’occasione provvidenziale di condividere numerosi anni di servizio alla Sede Apostolica”. Durante la visita il Pontefice consegnerà ai rappresentanti delle Conferenze episcopali di tutto il Continente africano l’Esortazione apostolica frutto del Sinodo speciale per l’Africa svoltosi in Vaticano nell’ottobre del 2009. “Al fine di preparare nel modo migliore questa visita che onora il Benin – conclude il comunicato - il governo beninese e la Chiesa cattolica nel Benin collaboreranno per elaborare il programma definitivo del soggiorno dell’illustre visitatore”. Per l'anno prossimo, Benedetto XVI ha già in programma altri tre viaggi internazionali: in Croazia a giugno; in Spagna, per la Giornata mondiale della gioventù di Madrid in agosto; e in Germania, a Berlino, Friburgo ed Erfurt, probabilmente in settembre.

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    Messa per le vittime dell'attacco alla Cattedrale di Baghdad. Il cardinale Sandri: la Chiesa cresce con le persecuzioni

    ◊   I cristiani debbono poter restare dove sono nati. Così ieri pomeriggio il cardinale Leonardo Sandri, prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali alla Santa Messa di suffragio, in San Pietro, per le vittime dell’attacco terroristico del 31 ottobre alla Cattedrale di Baghdad, dove morirono 58 persone. Un turbine crudele ha tentato di soffocare l’amore di Dio - ha ribadito il porporato – ed essi lo hanno affrontato con le sole armi della fede, della speranza e della carità. Poi l’appello affinché il Vicino Oriente si riappropri del suo volto multireligioso e multiculturale. Massimiliano Menichetti.

    (canto)

    Una Basilica immersa nella commozione, ma anche nella gioia che affonda le radici nella certezza della vita dopo la morte, si è raccolta in preghiera nella Messa di suffragio per le vittime dell’attacco terroristico del 31 ottobre alla cattedrale siro-cattolica di Baghdad, dove hanno perso la vita 58 cristiani e 80 sono rimasti feriti. Il cardinale Leonardo Sandri, prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali, nella sua omelia è entrato nel mistero salvifico del martirio, intrecciando la testimonianza di Santa Caterina d’Alessandria e Papa San Leone Magno che diedero, in diverso modo ma totalmente, le proprie esistenze a Cristo. E volgendo il suo sguardo e la sua preghiera alle difficili situazioni che molti cristiani vivono nel mondo, ha rimarcato:

    “Il pensiero, il cuore e la preghiera vanno in Iraq e in tante altre parti del mondo dove, in fedeltà al Battesimo, ancora ai nostri giorni si risponde con il sangue a Colui che ci ha amati fino alla Croce”.

    Preziosa agli occhi del Signore la morte dei suoi fedeli, ha spiegato, e nessun genere di crudeltà può distruggere una religione che affonda sul mistero della Croce di Cristo.

    “La Chiesa, infatti, non diminuisce con le persecuzioni anzi, si sviluppa e il campo del Signore si arricchisce di una messe sempre più abbondante, quando i chicchi di grano, caduti ad uno ad uno, tornano a rinascere e a moltiplicarsi”.

    Poi in un continuo raffronto tra l’adesione, la conformazione al Salvatore e la realtà drammatica di un Iraq dilaniato da conflitti e persecuzioni, si è unito alle parole del Papa, che nell’Angelus del primo novembre scorso ha pregato affinché il sacrificio di questi fratelli e sorelle possa essere seme di pace e di vera rinascita. Quindi ha espresso gratitudine a quanti sono intervenuti alla liturgia; ai numerosi ambasciatori appartenenti a diverse confessioni religiose ha chiesto un’azione concreta presso i rispettivi governi per favorire ovunque la serena convivenza dei singoli e delle comunità, per ridare al Vicino Oriente, il suo volto multi religioso e multi culturale, civile e solidale:

    “ I cristiani devono poter restare dove sono nati, per offrire personalmente e attraverso le opere della Chiesa, senza alcuna discriminazione, il loro insostituibile contributo di carità, sul piano educativo e culturale, assistenziale e sociale. Essi desiderano concorrere al progresso del loro amato Paese, in generosa apertura verso i musulmani e tutti i loro connazionali”.

    Ribaltando il piano della vita e della morte nell’ottica salvifica di Cristo, il cardinale Sandri ha illuminato le figure di padre Thaher e padre Wassim, i due sacerdoti morti nell’attacco a Baghdad, i quali si sono uniti al Salvatore del mondo con il proprio sangue, incarnando l’esortazione che, al momento dell’ordinazione, il vescovo rivolge agli ordinandi, ovvero “Imitamini quod tractatis”, imita ciò che celebrerai! E tornando ancora una volta alla tragica sera del 31 ottobre, prima della preghiera per la pace dei cuori, certezza totalmente rimessa nelle mani di Cristo, ha sottolineato:

    “ Un turbine crudele ha tentato di soffocare l’amore di Dio che li animava, ed essi lo hanno affrontato con le sole armi della fede, della speranza e della carità. Con la carne e con il sangue hanno annunciato la morte di Cristo e proclamato la Sua resurrezione nell’attesa della Sua venuta. Si è avverata la promessa di Dio: chi dona la sua vita, risorge nel Signore! Non hanno avuto paura di quelli che uccidono il corpo ma non hanno potere di uccidere l’anima”. (ma)

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    Presentata la “Fondazione Vaticana Joseph Ratzinger – Benedetto XVI”

    ◊   Il Papa, lo scorso primo marzo, ha disposto la nascita di un ente denominato “Fondazione Vaticana Joseph Ratzinger – Benedetto XVI” rispondendo così al desiderio manifestato da molti studiosi nel corso degli anni. Le finalità sono di promuovere lo studio degli scritti del prof. Joseph Ratzinger, ora Benedetto XVI, di incentivare la conoscenza della teologia, di organizzare convegni di alto valore culturale e di premiare studiosi che si sono contraddistinti nella ricerca scientifica. La Fondazione è stata presentata stamani nella Sala Stampa della Santa Sede. Il servizio di Amedeo Lomonaco:

    L’umanità ha bisogno di domande radicali e lo studio della teologia può portare l’uomo ad ottenere delle risposte su interrogativi fondamentali. La Fondazione vuole dunque invitare studiosi, teologi e ricercatori ad essere capaci di dire che “Dio ci riguarda e ci risponde”. Indicando questa prospettiva il presidente della Fondazione, mons. Giuseppe Scotti, ha ricordato le parole rivolte nel 2007 da Benedetto XVI ad una delegazione della Facoltà Teologica dell’Università di Tubinga:

    “Chi non domanda non riceve risposta. Ma, aggiungerei, per la teologia occorre, oltre il coraggio di domandare, anche l’umiltà di ascoltare le risposte che ci dà la fede cristiana, l’umiltà di percepire in queste risposte la loro ragionevolezza e di renderle in tal modo nuovamente accessibili al nostro tempo e a noi stessi. Così non solo si costituisce l’università, ma anche si aiuta l’umanità a vivere”.

    Anche Benedetto XVI – ha aggiunto mons. Scotti – pone spesso domande e interrogativi::

    “Avete visto anche come il libro ‘Luce nel mondo’ è pieno di domande. Sembra che l’intervistatore faccia domande. In realtà il Papa, nel rispondere, fa molte più domande dell’intervistatore. Ce ne siamo resi conto tutti. E’ il suo stile, è il suo modo di raggiungere la verità”.

    La “Fondazione Vaticana Joseph Ratzinger – Benedetto XVI” nasce dunque dall’esigenza di “pensatori e studiosi capaci di porre Dio al cuore della riflessione” e si muove nella direzione della nuova evangelizzazione. Il cardinale Camillo Ruini, presidente del Comitato scientifico della Fondazione:

    “Senza dubbio la nuova evangelizzazione, l’evangelizzazione in particolare nel contesto europeo, non può che essere favorita da tutto ciò che contribuisce a rafforzare la presa e la diffusione del pensiero teologico di Joseph Ratzinger- Benedetto XVI, che intimamente, intrinsecamente, è rivolto verso l’evangelizzazione”.

    La Fondazione intende operare in stretta collaborazione e sinergia con l'associazione ''Joseph Ratzinger Papst Benedikt XVI - Stiftung'' che già provvede a organizzare iniziative di valore culturale e scientifico. Il primo consistente contributo alla Fondazione è stato dato dallo stesso Pontefice che ha voluto mettere a disposizione parte dei proventi economici derivanti dai suoi diritti d’autore.

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    Mons. Zimowski: i governi assicurino ai cittadini l'equo accesso ai servizi sanitari

    ◊   Dalla XXV Conferenza internazionale del Pontificio Consiglio per gli Operatori Sanitari, intitolata “Per una cura della Salute equa e umana alla luce della Caritas in veritate” e tenutasi in Vaticano il 18 ed il 19 novembre scorsi, sono emersi quattro aspetti prioritari. Li ricorda, al microfono di Romilda Ferrauto, il presidente del dicastero mons. Zygmunt Zimowski:

    R. – Al centro della Conferenza internazionale, così come al cuore del nostro impegno, vi è la cura dei malati e dei sofferenti. Primo, al diritto alla salute, riconosciuto dagli ordinamenti nazionali e internazionali, deve corrispondere il dovere dei governi di assicurare l’equo accesso dei cittadini alle prestazioni e ai servizi sanitari. Secondo, la sussidiarietà e la solidarietà sono principi cardine al fine di garantire l’accesso dei cittadini ai servizi sanitari essenziali, facendo in modo che le risorse siano gestite non soltanto con umanità ma anche con carità. Terzo, la missione della Chiesa in ambito sanitario nasce dal comando del Signore “Euntes docete et curate infirmos” e trova nella figura del Buon samaritano il suo paradigma. Quarto - altro elemento importante - che il problema dei diritti di proprietà intellettuale, nell’ambito della biomedicina, sia affrontato, tenendo conto sia del giusto diritto della società di godere del frutto dei suoi risultati innovativi, sia del diritto delle popolazioni di curarsi per salvaguardare la loro vita e salute.

    D. – Questa 25.ma Conferenza internazionale del vostro Pontificio Consiglio per gli operatori sanitari era intitolata “Per una cura della salute equa ed umana alla luce della Caritas in veritate”...

    R. – Si è riaffermata l’urgenza che la giustizia sanitaria e la tutela della vita siano una priorità nell’azione dei governi. Lo ha ribadito Benedetto XVI nel bellissimo messaggio, letto durante i lavori: “Come ho sottolineato nell’enciclica Caritas in veritate - ha scritto il Santo Padre - la dottrina sociale della Chiesa ha sempre evidenziato l’importanza della giustizia distributiva e della giustizia sociale nei vari settori delle relazioni umane e – ha aggiunto il Santo Padre – la carità eccede la giustizia, perché amare è donare”. La giustizia è la prima via della carità.

    D. – In preparazione a questa Conferenza, lei ha accennato alle tre encicliche di Benedetto XVI. Secondo lei, si può ritrovare un filo conduttore per quanto riguarda l’ambito della cura della salute?

    R. – Sicuramente! Come è stato confermato anche durante i lavori della Conferenza, in tutte e tre le encicliche di Sua Santità si tratta veramente di aspetti fondamentali della pastorale della salute, a partire dalla necessità che la caritas, l’amore che Cristo ci ha insegnato, sia sempre presente nel rapporto con i sofferenti e la sofferenza persino nelle società più giuste. (ap)

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    Congresso internazionale sulla famiglia come soggetto di evangelizzazione: la testimonianza delle coppie

    ◊   Prosegue a Roma il Congresso internazionale organizzato dal Pontificio Consiglio per la Famiglia sul tema “La famiglia cristiana come soggetto di evangelizzazione”; giunto oggi alla seconda giornata di lavori, l'evento culminerà domani pomeriggio con la “Veglia della vita nascente” presieduta in San Pietro da Benedetto XVI. Stamani sono state presentate esperienze di famiglie impegnate nell’educazione cristiana di bambini e di adolescenti e nella preparazione al matrimonio. Michele Raviart ha raccolto alcune testimonianze.

    Provengono da ogni parte d’Italia e del mondo, per testimoniare la loro esperienza nell’ambito della pastorale familiare, persone come Eugenio Guggi dell’Azione Cattolica, nella diocesi di Ferrara-Comacchio, al Convegno per presentare un progetto di liturgia familiare:

    “La famiglia è considerata tante volte oggetto di evangelizzazione, mentre lo spunto di novità è pensare che la famiglia sia effettivamente un soggetto. L’evangelizzazione non deve entrare solo dalla porta di casa, ma deve anche uscire verso le famiglie dei vicini, verso le altre famiglie della parrocchia, verso l’ambiente di lavoro: questo comporta che la famiglia abbia un modo proprio di vivere la spiritualità, un modo proprio di vivere la liturgia”.

    Una famiglia che non può prescindere dalla coppia, secondo Giovanna Bagnara della Fraternità di Emmaus, movimento internazionale di spiritualità coniugale:

    “Nel nostro movimento anzitutto aiutiamo la coppia a riscoprire la coniugalità, attraverso un percorso di catechesi, che si intreccia anche con quello della liturgia. Noi proponiamo proprio delle liturgie familiari da vivere in ambito domestico, che accompagnino la preparazione ai vari sacramenti: che ci sia non solo una preparazione di tipo contenutistico e catechetico, ma che questi momenti siano accompagnati anche da momenti celebrativi da vivere all’interno della famiglia. Quindi, liturgie che accompagnino la preparazione al Battesimo, alla prima Eucarestia del figlio e, perché no, anche al matrimonio, perché i genitori continuano ad essere tali anche nell’accompagnare i figli verso il matrimonio. Va ridata alla famiglia quella centralità e quella soggettività che merita, soprattutto nell’azione pastorale”.

    Aldo Rabellino vive in Francia da sette anni e con la sua Fraternità Cana aiuta molte coppie ad orientarsi nell’evangelizzazione:

    “E fondamentale per noi la missione della famiglia. Le coppie che accettano di vivere questa formazione con noi vivono un cammino che varia da tre a cinque anni. Alla fine di questa formazione le famiglie si impegnano nelle parrocchie, diocesi, comunità o movimenti proprio nell’evangelizzazione. Uno dei nostri punti è proprio quello del servizio. Non apprendiamo o viviamo la nostra fede per noi, per la nostra casa, per stare chiusi: la fede è qualcosa che ci apre e che ci porta all’esterno; è qui che si ha la possibilità di conoscere, di amplificare, di poter testimoniare. Non siamo solo un gruppo, un movimento, ma c’è veramente la diversità dei carismi di tutta la Chiesa”.

    Giovanna Pauciulo si occupa di famiglia da oltre 20 anni e pone l’accento sulla situazione italiana:

    “La famiglia italiana ha bisogno di testimoni. Se Giovanni Paolo II ha tanto insistito sulla santità coniugale, presentandoci dei modelli, noi oggi abbiamo bisogno proprio di avere persone che attirino e che facciano comprendere che il Vangelo davvero passa attraverso le vie ordinarie, le vie della quotidianità. C’è bisogno, allora, di irradiare Cristo e quell’irradiazione attira, dunque. Non importa quante siano le famiglie, l’importante è che siano delle luci accese. Forse è arrivato davvero il tempo, perché le famiglie italiane possano essere scosse dal fatto che veramente il Vangelo si può oggi, in questa società, in questo contesto, ancora vivere". (ap)

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    Cor Unum organizza a Czestochowa gli Esercizi spirituali per le Caritas d'Europa

    ◊   Sarà il Santuario mariano di Jasna Gora, a Częstochowa in Polonia, a ospitare tra il 29 novembre e il 3 dicembre prossimi il corso di Esercizi spirituali per i responsabili delle Caritas diocesane e di altre agenzie ecclesiali europei, organizzati dal Pontificio Consiglio Cor Unum. Il tema principali delle riflessioni si basa su un versetto del Profeta Isaia: “Eccomi, Signore!”. Dietro la proposta degli Esercizi spirituali, spiega in un comunicato il dicastero di Cor Unum, c’è il desiderio di Benedetto XVI, contenuto nella Deus caritas est, che quanti operano nelle istituzioni caritative della Chiesa possano ricevere una “formazione del cuore”. In quest’ottica, spiega la nota, gli Esercizi spirituali vogliono essere una “scuola di approfondimento della fede”, poiché “oltre all’assistenza materiale, peraltro necessaria, la sofferenza umana ha bisogno di ricevere quel messaggio pieno di speranza che soltanto il Cristo può donare, attraverso la testimonianza di fede dei credenti”. Quello che prenderà il via in Polonia la prossima settimana è il terzo incontro del genere. Nel giugno 2008, teatro degli Esercizi fu la città messicana di Guadalajara, dove confluirono 500 responsabili della missione caritativa della Chiesa cattolica provenienti da Nord America, America Latina e Caraibi. Lo scorso anno, gli Esercizi hanno interessato l’Asia, con 450 persone radunate nel settembre 2009 a Taipei, sull’Isola di Taiwan.

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    Aperta in Vaticano la camera ardente per Manuela Camagni. Lunedì i funerali a San Piero in Bagno

    ◊   E’ stata allestita nella Chiesa di Santo Stefano degli Abissini in Vaticano, ubicata alle spalle della Basilica di San Pietro, la camera ardente per la signorina Manuela Camagni, una delle Memores Domini al servizio nell’appartamento di Benedetto XVI, investita martedì scorso da un’auto e poi spirata al Policlinico romano Umberto I, a causa delle gravi lesioni riportate nell’incidente. La camera ardente sarà aperta intorno alle 14.30 di oggi e vi rimarrà fino alle 20, poi nuovamente domani mattina a partire dalle ore 8. Quindi, nel pomeriggio di domani la salma sarà trasportata a San Piero in Bagno, in Romagna – la località natale della donna – dove lunedì pomeriggio alle ore 15 avranno luogo i funerali.

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    Oggi su "L'Osservatore Romano"

    ◊   Il calice amaro dei cristiani iracheni: la Messa nella Basilica di San Pietro per le vittime di Baghdad.

    Il Papa all'assemblea dei superiori generali e alla Federazione italiana dei settimanali cattolici.

    Nell'informazione religiosa, stralci del discorso del cardinale Francis Eugene George all'assemblea generale della Conferenza dei vescovi degli Stati Uniti.

    L'ottantacinquesima settimana sociale di Francia su "Migranti, un futuro da costruire insieme", con passi del messaggio del cardinale Tarcisio Bertone.

    In rilievo, nell'informazione internazionale, l'asse dell'austerità tra Berlino e Parigi: Merkel e Sarkozy per un meccanismo anticrisi più rigido.

    L'intellettuale ombroso che capiva Leonardo: in cultura, Antonio Paolucci su Giovan Francesco Rustici al Museo del Bargello a Firenze.

    Il vescovo ausiliare di Milano, Franco Giulio Brambilla, su cristologia e mistica nella fede cristiana.

    Maestro di attenzione per l'Europa: la relazione di Francois-Xavier Dumortier al convegno per il nono centenario della morte di Anselmo d'Aosta.

    L'Odissea è il libro più bello: l'intervista di Alberto Picci - dall'ultimo numero di "Famiglia Cristiana" - a Valerio Massimo Manfredi, archeologo, scrittore e collaboratore de "L'Osservatore Romano".

    Il papà di Facebook tanto ricco e tanto solo: Gaetano Vallini sui paradossi di internet nel film "The Social Network" di David Fincher.

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    Oggi in Primo Piano



    Nuovi bombardamenti di Pyongyang in territorio sudcoreano

    ◊   Ancora alta, tra le due Coree, la tensione militare, scoppiata martedì scorso con il bombardamento da parte di Pyongyang dell’isola sudcoreana di Yeongpyong. Lo stato maggiore di Seul ha denunciato stamani nuove esplosioni sull’isola. Intanto, dopo che gli Stati Uniti hanno inviato unità navali nella regione coreana, anche il governo di Tokyo lancia l’allarme per il rischio di un aggravamento della situazione. Ieri, le dimissioni del ministro della difesa di Seul. Sulle motivazioni dello scontro, Giancarlo La Vella ha raccolto il parere di Francesco Sisci, esperto di Estremo Oriente del quotidiano la Stampa:

    R. – Per fortuna, ancora siamo ad uno scontro limitato . Però si sta procedendo verso un conflitto. Dietro a questo, ci sono forse due questioni: una è la successione al trono della Corea del Nord. Il vecchio Kim Jung Il è parzialmente fuori gioco e si sta affermando un nuovo gruppo dirigente. Questo in qualche modo sta facendo delle prove di esercizio del potere. D’altra parte, c’è la difficoltà oggettiva del Paese, che vuole tornare ad un colloquio, che ha bisogno di sostegni forti dall’estero però non vuole assolutamente rinunciare al suo potenziale bellico-militare, incluso quello nucleare, come forza di garanzia. Solo che questo ricatto ormai non viene più accettato da nessuno!

    D. – C’è il rischio che altre potenze vengano coinvolte in questo conflitto? Già gli Stati Uniti hanno inviato unità navali …

    R. – Gli Stati Uniti, il Giappone e poi certamente, la Cina che è stato finora il grande calmiere di tutta la tensione che però si trova in una posizione sempre più difficile perché la posizione della Corea del Nord è oggettivamente sempre più impegnativa da difendere e oggettivamente mette in maggiori difficoltà la stessa Cina. Questi atti di provocazione arrivano nel momento in cui la Cina sta cercando di ricamare una soluzione pacifica sulla Corea del Nord e quindi vanifica i suoi sforzi e, anzi, le fa perdere la faccia. Cosa succederà nelle prossime ore e nei prossimi giorni? C’è un elemento importante: la Corea del Sud ha dato mandato alle sue forze armate non più di rispondere con una forza proporzionata alle provocazioni e agli attacchi nordcoreani, ma di alzare il livello della risposta. Naturalmente, già questo di per sé implica la possibilità di un’escalation e accetta l’eventualità di un’escalation.

    D. – Quali sono i rischi di un aggravarsi del conflitto?

    R. – Che appunto si vada ad una guerra. L’esito militare è in qualche modo scontato: cioè, lo sbriciolarsi della Corea del Nord. Cosa farebbe la Corea del Sud? Ingloberebbe il Nord? Se così fosse, si troverebbe affossata per decine di anni – perché tanto ci vorrebbe per riportare alla normalità il Nord. Poi, cosa farebbero le truppe americane? Poi, cosa farebbe il Giappone? Poi, cosa farebbe la Cina? Tutte domande, le cui risposte, in effetti, sono molto difficili da trovare nel tempo di una guerra. Rischia di avvitare intorno a se stessa tutto il mondo, perché in questa regione ci sono la seconda e la terza economia del mondo e quindi tutta l’economia globale, oggi in crisi a seguito della crisi americana, rischia di avvitarsi. Questo avvitamento, a sua volta, avrebbe degli esiti imprevedibili. (gf)

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    La diocesi di Palestrina promuove una nuova scuola socio-politica. Mons. Sigalini: rilanciare la passione per il bene comune

    ◊   “Educare e promuovere una cittadinanza attiva che affondi le priorie radici nella Costituzione italiana e nel Magistero sociale della Chiesa”. E’ la sfida della “Scuola Socio-politica Diocesana Prenestina”. Oggi, presso la sede nazionale dell’Azione Cattolica, la presentazione dell’iniziativa, la prima dopo la celebrazione delle Settimane Sociali di Reggio Calabria e la pubblicazione degli orientamenti pastorali dei Vescovi italiani per il decennio 2010-2020. Il corso, di durata biennale, partirà il prossimo 13 gennaio a Palestrina e di fatto si propone come progetto pilota a livello nazionale. C’era per noi Massimiliano Menichetti:

    Sedici moduli informativi, quattro laboratori esterni - tra cui uno a Bruxelles - duecento ore di formazione, tra didattica, pratica, workshop, e due ritiri spirituali. Sono i numeri della “Scuola Socio-politica Diocesana Prenestina” che aprirà i battenti il 13 gennaio prossimo. Mons. Domenico Sigalini, vescovo della diocesi suburbicana di Palestrina fautore dell’iniziativa:

    R. - Noi, adesso, senza pretese, vorremmo mettere in circolo anche un nuovo modello di scuola socio-politica; poi ciascuno si ispirerà. E’ la risposta immediata, per noi. Il Santo Padre, la Conferenza episcopale, la stessa sensibilità popolare, dice: “Qui abbiamo bisogno veramente di politici che si interessino al bene comune, che non mettano davanti alla loro iniziativa soltanto le proprie visioni personali, ma che riescano a fare convergenza e a fare squadra”.

    D. – Mons. Sigalini, lei ha ribadito: “Bisogna riscoprire la cittadinanza attiva e non rimanere passivi, come reazione ad una politica autoreferenziale, distante”...

    R. – A me pare che nel marasma in cui siamo, nessuno guardi al bene comune. Ciascuno vuole avere l’autonomia di pensarlo alla sua maniera e quindi di tirare avanti i suoi interessi. I problemi veri sono al di fuori delle prospettive di tutti. Ciascuno ormai tenta, da una parte, la sopravvivenza e, dall’altra, fa il tentativo di buttare giù, senza dire: “Che cosa mi proponi?”.

    D. – Come si fa a superare il personalismo, il desiderio di potere?

    R. – Deve esserci una passione per una visione di società che prenda tutti. “Bene comune” vuol dire che non è il tuo bene, che non è la somma dei beni di ciascuno, ma bene comune è un ideale di mondo, di rispetto della vita, di approfondimento e di conseguimento dei diritti, che compiono la vocazione che Dio ha dato ad ogni uomo di essere fino in fondo pieno di dignità nella sua vita privata, pubblica e anche di grande impatto con la dimensione universale.

    Il corso di durata biennale è rivolto a 40 adulti che hanno superato i 35 anni di età e ha 40 giovani dai 18 ai 35 anni. L’iniziativa, partendo da una chiara matrice cristiana, mette in primo piano la tutela della famiglia e valorizza il Terzo settore, non dimenticando le strategie finanziarie. Edo Patriarca, presidente del Forum del Terzo settore e segretario della 46.ma edizione delle Settimane Sociali di Reggio Calabria:

    R. - A me pare davvero che colga lo spirito della Settimana Sociale, perché il merito di questa iniziativa, a differenza di altre, altrettanto benemerite, è che non è un corso soltanto orientato a definire i principi, i valori, cosa sia il bene comune, la solidarietà, la sussidiarietà, che sono pure importanti – ci mancherebbe altro – ma è un corso che offre ai giovani e agli adulti degli strumenti concreti, per essere davvero cittadini attivi sui territori; perché se tu vuoi dialogare con l’amministrazione locale e parlare di bilancio occorre conoscere il bilancio; se vuoi parlare di urbanistica bisogna avere pure qualche strumentazione. Credo che questo corso sia davvero, in questo senso, una grande novità. (ap)

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    Terra Santa: incontro interreligioso presso il Centro internazionale Domus Galilaeae

    ◊   Oltre 200 esponenti di diverse confessioni religiose della Terra Santa si sono confrontati ieri durante l’incontro interreligioso tenutosi presso il Centro internazionale Domus Galilaeae, a Corazin sul Lago di Tiberiade. Per conoscere lo spirito che ha animato i colloqui Marco Guerra ha raccolto la testimonianza di don Rino Rossi, responsabile della Domus Galilaeae:

    R. – E’ un incontro che in Israele si ripete già da alcuni anni: si riuniscono tutti i capi, tutti i responsabili delle religioni più importanti per creare uno spirito di unità e anche di collaborazione per una convivenza più facile, più gestibile all’interno dello Stato di Israele. E’ stato un momento significativo: c’erano i maggiori rabbini di Israele, i due rabbini capo di Gerusalemme, i più importanti capi musulmani e drusi; c’erano anche l’arcivescovo greco-cattolico della Galilea e i vescovi latini, mons. Giacinto-Boulos Marcuzzo e mons. William Shomali … eravamo circa 200 persone. E’ stata molto interessante l’atmosfera che è venuta a crearsi. Si è parlato nelle varie lingue: arabo, ebraico, inglese. Negli interventi si è insistito sull’importanza di creare un ambiente di pace, di comunione, per considerarsi fratelli e rispettarsi ciascuno nella propria diversità. Penso che l’incontro abbia aiutato molto per una convivenza più facile e più gestibile qui in Terra Santa.

    D. - Incontri come questi alimentano sicuramente lo spirito di convivenza e fratellanza fra le popolazioni della Terra Santa. Ma c’è un messaggio in particolare che si è voluto lanciare ai responsabili politici che reggono le sorti di questa terra?

    R. – Non si è voluto lanciare alcun messaggio. Lo scopo dell’incontro era imparare a conoscersi perché spesso quando non ci si conosce si rischia di cadere nei pregiudizi. Ad esempio, lo stare insieme in questo incontro: si sono tenuti diversi circoli minori in diversi ambienti della casa e lì si è potuto conversare, parlare … La cosa più importante è vedersi, stare insieme, parlarsi e anche mangiare insieme!

    D. - I cristiani in Medio Oriente continuano a vivere in condizioni di dura marginalità e di pesantissima discriminazione in alcune terre come l’Iraq. Cosa possono fare i leader religiosi per far sì che si torni a vivere in pace e favorire la convivenza tra i fedeli delle diverse religioni?

    R. – La Terra Santa è proprio la culla dell’ebraismo, della nostra fede cristiana e dell’islam. Penso che il fatto che queste tre religioni si possano incontrare, possano dialogare e condividere la loro esperienza potrà avere un riflesso non solamente qui in Israele, ma anche in tutto il mondo. Penso che se ogni religione e, nello specifico, il cristianesimo tornasse veramente alle sue radici e riprendesse la sua missione - come si è insistito nel Sinodo per il Medio Oriente - noi potremmo veramente favorire una convivenza fondata sull’amore e sul rispetto vicendevoli. (bf)

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    Chiesa e Società



    Il viaggio del cardinale Tauran in Pakistan. Nuove speranze per la liberazione di Asia Bibi

    ◊   Prosegue il viaggio in Pakistan del cardinale Jean-Louis Tauran, presidente del Pontificio Consiglio per il Dialogo interreligioso, che ieri pomeriggio ha incontrato il capo dello Stato, Ali Zardari, e il ministro per la Minoranze religiose, di fede cristiana, Shahbaz Bhatti. Un incontro programmato da tempo, quello tra il porporato e il presidente pakistano, ma che con la vicenda di Asia Bibi - la donna cristiana condannata a morte per blasfemia - ha assunto particolare rilievo e nel quale si è fatto appello al dialogo tra le civiltà e alla necessità di eliminare i fanatismi religiosi. Oggi, il cardinale Tauran è a Rawalpindi per celebrare l’Eucarestia in cattedrale e per esprimere alla comunità cattolica la vicinanza del Papa, mentre domani si riunirà a Lahore con i vescovi, riceverà le rappresentanze diocesane e interverrà a una conferenza sul dialogo tra le religioni. Intanto, il ministro pakistano per le Minoranze ha fatto sapere che bisognerà attendere ancora qualche settimana per la grazia ad Asia Bibi che, si dice certo, giungerà dal presidente Zardari, sempre che prima l’Alta corte di Lahore non annulli da sé la condanna. Una dettagliata proposta di revisione della legge sulla blasfemia nel frattempo è arrivata all’Assemblea nazionale del Pakistan: lo ha riferito all’agenzia Fides la parlamentare, Sherry Rehman. Tra le principali modifiche al testo, c’è la sostituzione della pena capitale con cinque anni di carcere, pene severe per chi formula false accuse di blasfemia o incita all’odio religioso, la necessità di produrre prove prima degli arresti e il trasferimento delle competenze all’Alta corte. Ma continua anche la mobilitazione dei movimenti religiosi islamici contro le modifiche alla legge e contro la grazia alla donna: secondo questi partiti, infatti, il presidente Zardari non ha l’autorità per perdonare il reato di blasfemia e la più influente alleanza sunnita del Pakistan fa sapere che la decisione rischierebbe di far sprofondare il Paese nell’anarchia. (A cura di Roberta Barbi)

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    Haiti. Epidemia di colera inarrestabile: allarme dei Camilliani

    ◊   “L'emergenza colera è incontrollabile”. A due giorni dalle elezioni politiche “si spara nelle strade, tra i cadaveri sparsi dappertutto. La gente, non avendo alternative, li ripone nei sacchi per la spazzatura e cerca fosse comuni dove depositarli”. E' quanto ha riferito all’Agenzia Fides padre Antonio Menegòn, responsabile della Missione Camilliana ad Haiti, alle prese con la gestione di questa ennesima emergenza che sta devastando la martoriata isola. Si parla di oltre 1500 morti. I religiosi sono impegnati nella distribuzione di farmaci, sostanze disinfettanti e aiuti di ogni genere per la prevenzione e la cura, attraverso il progetto del Foyer Saint Camille che si sta occupando dell'assistenza ai malati di colera. Secondo i Camilliani la situazione è particolarmente critica in quanto le tensioni politiche e sociali hanno gravi ripercussioni sulla possibilità di contenere la propagazione dell'epidemia. “Domenica 28 novembre le elezioni si faranno comunque” ha affermato l’attuale Presidente di Haiti, René Preval. La Conferenza Episcopale di Haiti ha invitato a “scegliere i dirigenti che lavoreranno per tutto il popolo” e a non partecipare ad atti di violenza. La situazione nel Paese infatti non è tranquilla, diversi gruppi politici hanno segnalato episodi di intimidazione contro gli elettori.


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    Presidenziali in Costa d’Avorio. L’arcivescovo di Abidjan: consolidare la pace ad ogni costo

    ◊   Alla vigilia del ballottaggio per le elezioni presidenziali che si terrà domenica 28 novembre, giungono segnali contrastanti dalla Costa d’Avorio. Da un lato, i due candidati, il Presidente uscente Laurent Gbagbo e Alassane Ouattara, hanno lanciato ieri sera un appello alla calma agli elettori, durante un dibattito televisivo. Dall’altro si registra l’uccisione di un manifestante pro Gbagbo nell’ovest del Paese, regione dove sono concentrate le piantagioni di cacao del Paese e dove coabitano popolazioni autoctone (considerate pro Gbagbo) e immigrati provenienti dal nord della Costa d’Avorio o di origine straniera (considerati pro Ouattara). Da una settimana vi sono stati diversi episodi di scontri tra i manifestanti dei due campi, con alcuni feriti, ma senza vittime. Mons. Jean-Pierre Kutwa, arcivescovo di Abidjan e portavoce del collettivo dei capi religiosi per le elezioni “pacificate”, ha esortato gli ivoriani alla calma ed alla responsabilità, riferisce la Fides. “Supplichiamo i due candidati perché, in nome di Dio, ci offrano una campagna elettorale che ci permetta di andare alle elezioni nella pace completa. Impegnandoci ad avere noi stessi la saggezza e la dignità necessaria per evitare dibattiti di bassa lega, vogliamo invitarvi cari concittadini a fare altrettanto. Dobbiamo consolidare la pace ad ogni costo”. Mons. Kutwa ha inoltre affermato che chiunque verrà eletto Presidente dovrà incarnare l’unità nazionale: “Ancora una volta, ci permettiamo di ricordare che l’elezione presidenziale non è e non sarà mai la consacrazione di una religione, di un’etnia, di una regione. Quello cui aspiriamo è avere un Presidente al di sopra dei clan, delle tribù, delle religioni, un Presidente capace di guidare il nostro Paese e quelli che lo abitano, verso il pieno sviluppo”. Il collettivo dei capi religiosi ha indetto il 24, 25 e 26 novembre dei momenti di preghiera e di digiuno perché il ballottaggio si svolga in un clima di pace.

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    Il cardinale Bertone: superare le reazioni emotive sul tema dell'immigrazione

    ◊   Inizia con un riferimento alla Caritas in veritate di Benedetto XVI, il messaggio del cardinale segretario di Stato, Tarcisio Bertone, inviato in occasione dell’apertura dei lavori, questa mattina a Parigi, della 85.ma Settimana sociale sul tema “Migranti, un futuro da costruire insieme”. “Ogni migrante è una persona umana – ha detto il porporato ricordando le parole del Papa nell’Enciclica – e in quanto tale possiede diritti fondamentali inalienabili che devono essere rispettati”. La grande sfida che ci pone la società odierna, infatti, è “superare le reazioni superficiali ed emotive attraverso una seria e documentata riflessione sulle questioni”, in un contesto che secondo il segretario di Stato è “segnato da preoccupazioni, a volte esagerate, di fronte al futuro e all’identità stessa delle società occidentali”. “Per costruire un futuro comune – aggiunge – è necessario che i migranti possano esprimersi nella società, dobbiamo promuovere una migliore comprensione della loro situazione attuale e della ricchezza che costituisce la diversità del loro apporto”. Sempre citando il Papa, specifica il Sir, il cardinale Bertone afferma che è necessario prendere in considerazione “le dimensioni familiari, culturali e religiose degli immigrati e che le difficoltà connesse alla loro integrazione siano percepite con chiarezza e comprensione, viste le numerose sofferenze che spesso li accompagnano”. Il modo che il porporato indica per migliorare la situazione è l’incoraggiamento di “un partenariato tra i Paesi d’origine e di destinazione dei migranti, per tenere nella giusta considerazione i problemi umani e sociali che si presentano”. (R.B.)

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    Lettera di Natale del cardinale Bagnasco ai bambini del catechismo

    ◊   “Il Natale ci manifesta anzitutto la via dell’amore, costruita da Dio stesso dal cielo verso la terra. Ed è questa via che ci apre la strada della speranza, che ci conduce dalla terra al cielo”. È quanto afferma l'arcivescovo di Genova e presidente della Cei, il cardinale Angelo Bagnasco, nella “lettera di Natale” indirizzata ai ragazzi e alle ragazze del catechismo, ai loro genitori e agli educatori. Nella missiva, dal titolo “Se non ritornerete come bambini”, il porporato invita quindi a “farsi 'piccoli' nella fede, fidarsi di Dio e accoglierlo nel nostro cuore”, spiegando che “questa conversione non è facile". Per questo, scrive, "chiedo a voi fanciulli e ragazzi di aiutarmi ad avvicinare i vostri genitori, per comunicare la bellezza dell’amore di Gesù, che si manifesta nell’attenzione ai poveri e ai bisognosi”. “A Natale – si legge ancora nella lettera ripresa dal Sir – celebriamo la memoria della nascita di un Bambino, il Salvatore del mondo, che è nato in una grotta in un piccolo villaggio della Galilea di nome Betlemme. È verso quella grotta che siamo chiamati a incamminarci come i pastori, i poveri e i magi”. Per questo motivo, l'arcivescovo di Genova esorta ad adorare quel Bambino, che avvolto in fasce e posto nella mangiatoia è il Principe della pace. “Miei cari amici – prosegue il cardinale – ora possiamo insieme prenderci un impegno, per vivere il Natale come cristiani e come discepoli del Bambino Gesù. Costruiamo giorno dopo giorno la nostra casa, il nostro cuore, per accogliere Gesù”. “Le pietre per costruirla – aggiunge – sono la preghiera e la carità quotidiana: essa si manifesta nel servizio, nella solidarietà, nel perdono, nell’aiuto vicendevole”. L'invito e l'augurio del cardinale è quello di mettere “queste pietre una sopra l’altra per edificare la casa dove Gesù potrà nascere e crescere come a Betlemme e come a Nazareth”. Perché, scrive ancora, “nascere significa 'venire alla luce'. Gesù è già per il Battesimo dentro il cuore di ogni cristiano: fanciulli, ragazzi, giovani, adulti, genitori e catechisti. Che Gesù venga alla luce e sarà Natale!”. La lettera è stata stampata in 25 mila copie che verranno distribuite in tutte le parrocchie e negli Istituti religiosi della diocesi. Il testo è anche disponibile sul sito diocesano. (M.G.)

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    Mons. Crociata ai membri della Fisc: “Siete strumenti di comunione nella Chiesa”

    ◊   Una chiamata a “trasmettere il giudizio di fede sulla vita di credenti e non credenti, giudizio di fede in questo tempo che dev’essere come luce che fa trasparire l’attesa di Dio”: così il segretario generale della Conferenza episcopale italiana (Cei), mons. Mariano Crociata, si è rivolto questa mattina ai rappresentanti della stampa cattolica presenti alla celebrazione eucaristica da lui presieduta. “Il cuore del messaggio – ha aggiunto il presule – è l’esperienza della vicinanza del Regno di Dio, che siete chiamati a diffondere in quanto comunicatori della Chiesa”. Una missione che consiste nel trasmettere “senza ingenuità, ma con realismo l’attesa di cieli nuovi e terra nuova, in definitiva la vicinanza di Dio”, ha detto nell’omelia rivolgendosi ai 188 tra direttori e delegati dei settimanali diocesani che stanno partecipando alla XVI Assemblea nazionale elettiva della Federazione italiana settimanali cattolici (Fisc), oggi in udienza dal Papa . Al termine della celebrazione, il segretario della Cei ha ribadito alla Fisc “tutta la stima dei vescovi per il vostro lavoro e il vostro servizio”, ricordando anche l’importanza, ha specificato il Sir, “di essere strumenti di comunione all’interno della Chiesa”. (R.B.)

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    In Germania desta preoccupazione il progressivo calo demografico

    ◊   Il 2009, è stato per la Germania l’anno record per quanto riguarda il calo delle nascite, al livello più basso dai tempi della Seconda Guerra mondiale. Come riferisce l’agenzia Zenit, citando i dati dell’Ufficio statistico federale, l’anno scorso sono nati 665 mila bambini, oltre 17 mila in meno rispetto all’anno precedente. Allo stato attuale, la Germania conta 82 milioni di abitanti, ma la popolazione, se non s’invertirà questo trend, è drammaticamente destinata a diminuire, nonostante le diverse iniziative intraprese dal mondo politico: nel 2007, ad esempio, il Ministero della famiglia, degli anziani, della donna e della gioventù varò il progetto “Elterngeld”, un sussidio parentale fino a un massimo di 1800 euro. Le cause del progressivo calo demografico sono essenzialmente due: la riduzione delle donne in età fertile, conseguenza di una discesa della natalità già registrata negli anni Ottanta, e l’età media delle donne tedesche al primo parto, che ha largamente superato la soglia dei 30 anni. Il calo, inoltre, è particolarmente evidente nell’area del Land Schleswig-Holstein, nell’estremo nord del Paese e al confine con la Danimarca. I problemi demografici della Germania, infine, rischiano di diventare un problema per l’Unione Europea: se la Turchia dovesse entrare a farne parte, infatti, potrebbe diventare lo Stato più popoloso dell’Ue con evidenti conseguenze sul piano politico. (R.B.)

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    Era digitale: dalla relazione alla connessione. Trionfano virtuale, narcisismo ed emotività

    ◊   “Siamo alle soglie di una fase evolutiva dell’umanità, caratterizzata da tecnologie sempre più umanizzate e da uomini sempre più tecnologizzati”. Lo ha detto Tonino Cantelmi, presidente dell’Associazione italiana psicologi e psichiatri cattolici, intervenendo ieri al congegno su “L’educazione alla fede cristiana nell’epoca di internet. Lo riferisce il Sir. La pedagogia di Gesù e il percorso francescano”, in corso a Roma per iniziativa della Pontificia Facoltà Teologica “San Bonaventura – Seraphicum”. “Molti osservatori – ha proseguito l’esperto – hanno evidenziato come l’inizio del Terzo millennio sia stato contrassegnato dalla più straordinaria ed epocale crisi della relazione interpersonale”, causata dall’esplodere della rivoluzione digitale: si tratta, per Cantelmi, di una “profonda crisi della relazione interpersonale”, in cui alla relazione si sostituisce la “connessione”, che è “fluida, consente espressioni narcisistiche di sé, esalta l’emotivismo, è provvisoria, liquida e senza garanzie di durata, è ambigua e indefinita”. L’espressione “più evidente” di questo cambiamento di paradigma è “la crisi dell’identità maschile e femminile”, che comporta poi la crisi di coppia, divenuta ormai “l’occasionale incontro tra bisogni individuali che vanno reciprocamente a soddisfarsi, per un tempo minimo, al di là di impegni reciproci e di progetti che superino l’istante”. “Nell’epoca di Facebook – ha spiegato il relatore - l’identità si virtualizza, come anche le emozioni, l’amore e l’amicizia”, e “la virtualizzazione è la forma massima di ambiguità, perché consente il superamento di vincoli e di confronti, aprendo a dimensioni narcisistiche imperiose e prepotenti”. Eppure “qualcosa non funziona”, commenta l’esperto: “Lo avvertiamo dall’incremento del disagio psichico, dal sempre più pressante senso di smarrimento dell’uomo liquido, dalla ricerca affannose di vie brevi per la felicità, dall’aumento del consumo di alcol e stupefacenti negli stessi opulenti ragazzi della società di Facebook, dall’affermarsi di una cupa cultura della morte, dall’inquietante incremento dei suicidi, dal malessere diffuso”. In altre parole, “la liquidità dell’identità non aumenta il senso di felicità”, perché “la felicità non è correlata con l’incremento delle possibili scelte”, ma “con il possedere invece un ‘criterio’ per scegliere”, che “rimanda ad altro: avere un progetto, delle idee, una identità”. La ”rinuncia ad avere criteri”, cioè, “ha un prezzo: l’infelicità”. In questo contesto, ha concluso il relatore, “costruire dimensioni identitarie stabili e non ambigue, instaurare relazioni solide e che si dispiegano lungo progetti esistenziali che consentono l’apertura alla generatività ed all’oblatività, sono ancora l’unico orizzonte di speranza che si apre per l’uomo”.

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    La Fao premiata per il suo programma di prevenzione degli incendi boschivi

    ◊   Il Dipartimento Foreste della Fao ha ricevuto ieri il “Batefuegos de oro”, un importante premio assegnato ogni anno in Spagna dall’organizzazione non governativa "Asociación para la promoción de actividades socioculturales". La giuria, composta da esperti di alto livello della politica e della società civile, ha deciso di conferire nel 2010 il riconoscimento alla Fao per i suoi meriti eccezionali in materia di protezione degli incendi boschivi. Il premio ricade nella categoria “Internazionale” che prende in considerazione gli aiuti ai Paesi con economie in via di sviluppo. “È un grande onore per la Fao e un importante riconoscimento del lavoro svolto sul campo, che premia gli sforzi fatti negli anni in direzione della protezione di vite umane, mezzi di sussistenza, foreste e risorse naturali”, è stato il commento del direttore della Divisione Foreste della Fao, Jose Antonio Prado, che ha ritirato il premio a Madrid. La Fao si è anche occupata del coordinamento delle "Linee guida" volontarie della gestione del fuoco, uno strumento utile ai Paesi più poveri per sviluppare un approccio integrato alla prevenzione degli incendi. (R.B.)

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    Fervono i preparativi per la Gmg 2011: al via un concorso per le canzoni più belle

    ◊   Il Comitato organizzatore della Giornata mondiale della Gioventù di Madrid 2011 si appresta a lanciare un concorso per le canzoni più belle che saranno suonate durante l’evento dell’estate prossima in Spagna. L’annuncio è stato dato l’8 novembre scorso, in occasione della festa della patrona della città, la Vergine dell’Almudena, durante la quale è stato presentato l’inno ufficiale della Giornata. Non sono ancora stati resi noti i dettagli del concorso, né i requisiti per partecipare, ma si sa che i temi dei canti dovranno ruotare intorno a quello generale dell’evento: “Radicati e fondati in Cristo, saldi nella fede”. Nel frattempo, riferisce il Sir, proseguono i lavori per predisporre i luoghi degli incontri con Benedetto XVI, come l’aerodromo Cuatro Vientos dove saranno celebrate la Veglia e la Messa conclusiva. Gli aspetti da affrontare sono soprattutto quattro: la sicurezza, la suddivisione delle zone, l’utilizzo di strutture già disponibili e le modalità di esecuzione, in modo che l’area possa tornare a funzionare normalmente nel minor tempo possibile una volta chiusa la Gmg. (R.B.)

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    José Mourinho testimonial per la raccolta fondi natalizia di Caritas Portogallo

    ◊   “In questo Natale, unisciti alla Caritas, accendi una candela per la pace!”. È un testimonial d’eccezione, quello scelto dalla Caritas del Portogallo per la campagna di raccolta fondi avviata in occasione del Natale: José Mourinho, attuale allenatore della squadra di calcio spagnola Real Madrid. Si tratta dell’ottava edizione di “10 milioni di stelle – un gesto per la pace 2010”, che consiste nella vendita di candele al prezzo simbolico di un euro, da collocare alle finestre e accendere la notte del 24 dicembre. I proventi della campagna saranno impegnati nella lotta alla povertà: “Secondo alcuni dati già del 2008, in Europa un bambino su quattro risulta povero e non possiamo accettarlo – ha spiegato al Sir il presidente di Caritas Portogallo, Eugenio Fonseca – il 35 per cento delle somme raccolte sarà destinato a un progetto di sostegno alla povertà infantile in Sao Tomé e Principe, mentre il 65 sarà utilizzato dalle singole Caritas diocesane per iniziative di appoggio nazionale”. (R.B.)

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    24 Ore nel Mondo



    Ancora minacce ai cristiani in Iraq

    ◊   I cristiani iracheni di Baghdad tornano nel mirino dei terroristi islamici, dopo che una serie di lettere anonime di minaccia sono state inviate alle famiglie cattoliche e ortodosse dei quartieri della capitale. Lo riferisce stamani il quotidiano panarabo Al Hayat. Dal canto loro, le forze di sicurezza irachene, citate da al Hayat, assicurano che è stata aperta un'inchiesta. Ieri il Parlamento europeo ha approvato la risoluzione urgente nella quale esprime con forza la richiesta al Governo iracheno di azioni immediate per bloccare i violenti attacchi ai cristiani e la sospensione subito della condanna a morte per Tarek Aziz. L’iniziativa è stata presentata da Mario Mauro, presidente del gruppo PDL all’Europarlamento e rappresentante dell’OCSE per la lotta contro il razzismo e la persecuzione dei cristiani, ed è stata appoggiata dal gruppo del PD.

    Leader opposizione afghana critica le pressioni del governo sugli organi elettorali
    Il principale leader dell'opposizione afghana, l'ex candidato presidenziale Abdullah, ha criticato oggi il governo accusandolo di esercitare pressione sugli organi elettorali. Da parte sua, un portavoce della Commissione per i reclami elettorali (Ecc) - organismo appoggiato dall'Onu che ha annullato circa 1,3 milioni di voto ed escluso numerosi candidati - ha confermato che “la Procura generale sta esercitando forti pressioni”. L'annuncio, ieri, da parte della Commissione elettorale indipendente (Iec) dei risultati ufficiali delle legislative del 18 settembre scorso (ad eccezione della provincia di Ghazni) ha suscitato vasti malumori nei settori dei candidati che non sono riusciti ad aggiudicarsi uno dei 249 seggi alla Camera bassa del parlamento. Il presidente afghano, Hamid Karzai, ieri sera ha invitato tutti alla calma e a scegliere le vie legali per dare forma alla protesta. Da parte sua, Abdullah - che ha sostenuto ieri di avere 90 deputati che rispondono a lui nella nuova Camera - ha raccolto i giornalisti oggi nella sua residenza per denunciare che “il governo sta utilizzando la Procura generale per cercare di alterare un risultato delle urne che non gli è stato favorevole”.

    Borse Ue in calo, il Portogallo parla del piano di austerity "più ambizioso" d'Europa
    Dopo la tendenza in negativo delle Borse in Asia, prosegue in calo la seduta per le Borse europee, con i futures americani anch'essi in discesa. La geopolitica pesa oggi quanto la macroeconomia, tra i timori per l'escalation di tensioni tra la Corea del Nord e del Sud e quelli per la crisi del debito nel Vecchio continente. Dopo la crisi irlandese, sono Portogallo e Spagna i Paesi per i quali si temono maggiori difficoltà. Oggi, il parlamento portoghese dovrebbe approvare in via definitiva la Finanziaria 2011. Il ministro dell’Economia portoghese, Josè Vieira da Silva, ha detto che il Portogallo “ha il piano più ambizioso della Ue”, dopo l'Irlanda, un piano “estremamente esigente”, “duro” e che “richiede sacrifici”. Vieira da Silva ha poi aggiunto che “il 2011 sarà un anno decisivo”, riferendosi all'implementazione delle riforme lanciate da Lisbona per fronteggiare l'attacco dei mercati. Le misure di austerità, ha detto parlando in termini generali dei programmi lanciati in diversi Stati europei, “sono difficili da realizzare”. Per quanto riguarda Madrid, il premier Zapatero oggi ha escluso la necessità di un salvataggio della Spagna. (Panoramica internazionale a cura di Fausta Speranza)

    Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LIV no. 330

    E' possibile ricevere gratuitamente, via posta elettronica, l'edizione quotidiana del Bollettino del Radiogiornale. La richiesta può essere effettuata sulla home page del sito www.radiovaticana.va/italiano.

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