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Sommario del 20/11/2010

Il Papa e la Santa Sede

  • La vera autorità non è dominio ma servizio: così il Papa nel Concistoro per la creazione di 24 cardinali
  • Gli interventi nella Giornata di riflessione e preghiera in occasione del Concistoro
  • Il neo cardinale guineano Robert Sarah: una chiamata a rendere sempre più presente Dio nel mondo
  • Nomina
  • Oggi su "L'Osservatore Romano"
  • Oggi in Primo Piano

  • La preghiera della Chiesa italiana per le vittime cristiane in Iraq e per i loro persecutori. Il grazie di mons. Warduni
  • Vertice di Lisbona: la Nato fuori dall'Afghanistan entro il 2014. Accordo sullo scudo antimissile
  • Uguali di fronte alla vita e alle leggi: lo slogan dell'Unicef per la Giornata mondiale dell'infanzia 2010
  • Convegno sulla figura della Beata Angela da Foligno a 700 anni dalla morte
  • Il commento di padre Bruno Secondin al Vangelo della Solennità di Cristo Re
  • Chiesa e Società

  • Il vescovo di Faisalabad: Asia Bibi, simbolo delle sofferenze dei cristiani in Pakistan
  • Avvenuta un’ordinazione episcopale illecita in Cina: il rammarico della Santa Sede
  • Il saluto del Papa al pellegrinaggio degli universitari romani a Pompei
  • Vietnam: al via la grande Assemblea nazionale del Popolo di Dio
  • Terra Santa: d’ora in poi anche i bambini di etnia beduina possono andare a scuola
  • Perù: i progetti della Caritas per ridurre povertà e malnutrizione
  • National Youth Sunday in Inghilterra e Galles
  • Ad Assisi la manifestazione musicale “Suono Sacro”
  • 24 Ore nel Mondo

  • “No” del Pakistan all’ipotesi di espandere i raid Usa sul proprio territorio
  • Il Papa e la Santa Sede



    La vera autorità non è dominio ma servizio: così il Papa nel Concistoro per la creazione di 24 cardinali

    ◊   Benedetto XVI ha presieduto questa mattina, in una Basilica di San Pietro gremita di fedeli, il Concistoro ordinario pubblico, durante il quale ha creato 24 cardinali, portandone il Collegio a 203 membri, 121 dei quali elettori. Ai nuovi porporati, il Papa ha rammentato che il loro essere “singolari e preziosi collaboratori” del Successore di Pietro non è il coronamento di “una propria ambizione”, bensì un atto di umiltà e di servizio a Cristo e alla Chiesa. La cronaca della cerimonia nel servizio di Alessandro De Carolis:

    Nella Chiesa non vale il modello umano del dominio, ma la “logica del chinarsi a lavare i piedi”, la “logica del servizio”. Con un'omelia tutta improntata al senso del nuovo ministero che da oggi sono chiamati ad assumere, Benedetto XVI ha accolto nel Collegio cardinalizio i 24 nuovi porporati creati e pubblicati nel terzo Concistoro del suo Pontificato, presieduto solennemente nella Basilica di San Pietro.

    (suono trombe – canto "Tu es Petrus")

    Il suono delle “trombe d’argento” – strumenti di antico uso liturgico in occasione di cerimonie pontificie solenni e così chiamate per il loro suono cristallino – hanno segnato assieme alle note del “Tu es Petrus” l’ingresso di Benedetto XVI nella Basilica vaticana, verso le 10.30. A semicerchio, ai lati dell’Altare della Cattedra, i neo cardinali elettori: otto italiani (Angelo Amato, Fortunato Baldelli, Velasio De Paolis, Francesco Monterisi, Mauro Piacenza, Gianfranco Ravasi, Paolo Romeo, Paolo Sardi), tre europei (lo svizzero Kurt Koch, il tedesco Reinhard Marx e il polacco Kazimierz Nykz), due statunitensi (Raymond Leo Burke e Donald William Wurl), due latinoamericani (il brasiliano Raymundo Damasceno Assis e l’ecuadoriano Raúl Eduardo Vela Chiriboga), quattro africani (Medardo Joseph Mazombwe della Zambia, Pasinya Laurent Monsengwo della Repubblica Democratica del Congo, l’egiziano Antonios Naguib e il guineano Robert Sarah) e un asiatico (Albert M. R. Patabendige Don dello Sri Lanka). Quattro invece i neo cardinali non elettori: gli italiani Domenico Bartolucci ed Elio Sgreccia, il tedesco Walter Brandmuller e lo spagnolo José Manuel Estepa Llaurens.

    A loro, Benedetto XVI ha ricordato la radice di quel vincolo di “speciale comunione e affetto” che lega i nuovi porporati al Papa. La dignità cardinalizia è sia il segno della “sollecitudine” del Cristo pastore sia quella del Dio sacrificatosi sulla Croce, che il rosso della berretta imposta dal Pontefice sul capo dei cardinali ricorda in modo vivido. Ispirandosi al Vangelo proclamato in Basilica, dove Gesù spiega ai discepoli il senso del primato secondo Dio, Benedetto XVI ha affermato:

    “Ogni ministero ecclesiale è sempre risposta ad una chiamata di Dio, non è mai frutto di un proprio progetto o di una propria ambizione, ma è conformare la propria volontà a quella del Padre che è nei Cieli, come Cristo al Getsèmani. Nella Chiesa nessuno è padrone, ma tutti sono chiamati, tutti sono inviati, tutti sono raggiunti e guidati dalla grazia divina”.

    La disputa tra Giacomo e Giovanni per il primato e l’indignazione degli altri Apostoli, ha osservato ancora il Papa, “sollevano una questione centrale a cui Gesù vuole rispondere: chi è grande, chi è ‘primo’ per Dio?”. Quello che segue non è l’idea di predominio tipica di chi governa uno Stato, ma l’“altra logica” testimoniata da Cristo:

    “Il criterio della grandezza e del primato secondo Dio non è il dominio, ma il servizio; la diaconia è la legge fondamentale del discepolo e della comunità cristiana, e ci lascia intravedere qualcosa della ‘Signoria di Dio’ (...) E’ un messaggio che vale per gli Apostoli, vale per tutta la Chiesa, vale soprattutto per coloro che hanno compiti di guida nel Popolo di Dio. Non è la logica del dominio, del potere secondo i criteri umani, ma la logica del chinarsi per lavare i piedi, la logica del servizio, la logica della Croce che è alla base di ogni esercizio dell’autorità”.

    “La missione a cui Dio vi chiama” e che vi “abilita ad un servizio ecclesiale ancora più carico di responsabilità”, ha terminato l’omelia Benedetto XVI, “richiede una volontà sempre maggiore di assumere lo stile del Figlio di Dio”, venuto in mezzo a noi “come colui che serve”:

    “Si tratta di seguirlo nella sua donazione d’amore umile e totale alla Chiesa sua sposa, sulla Croce: è su quel legno che il chicco di frumento, lasciato cadere dal Padre sul campo del mondo, muore per diventare frutto maturo. Per questo occorre un radicamento ancora più profondo e saldo in Cristo”.

    (canto)

    Alle parole del Papa, per 24 volte si è ripetuto il rito dell’imposizione della berretta rossa, con il neo cardinale inginocchiato davanti al Pontefice a riceverla insieme con la bolla contenente il Titolo o la Diaconia assegnata al porporato. Infine, a suggello della cerimonia, l’abbraccio di pace tra il Papa e il cardinale appena creato, un abbraccio ripetuto subito dopo con gli altri confratelli del Collegio del quale d’ora in avanti faranno parte.

    (canto)

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    Gli interventi nella Giornata di riflessione e preghiera in occasione del Concistoro

    ◊   Il Concistoro è stato aperto ieri mattina da una Giornata di riflessione e di preghiera che ha riunito il Collegio Cardinalizio nell’Aula Nuova del Sinodo. Ce ne parla Sergio Centofanti.

    La giornata, come riferisce la Sala Stampa della Santa Sede, era stata aperta dal cardinale decano Angelo Sodano. Poi il Papa aveva parlato della libertà di annunciare la verità del Vangelo, una libertà – ha detto - che “oggi si trova di fronte alla grande sfida del relativismo, che sembra completare il concetto di libertà ma in realtà rischia di distruggerla proponendosi come una vera dittatura”. Da parte sua il cardinale segretario di Stato Tarcisio Bertone ha sottolineato i “tentativi di emarginazione dei valori spirituali” in quelle stesse Nazioni che “devono al cristianesimo i tratti profondi della loro identità”. Il cardinale Antonio Cañizares, prefetto della Congregazione per il Culto Divino, ha ricordato l’importanza della preghiera liturgica nella vita della Chiesa. Nel successivo dibattito sono intervenuti 18 cardinali.

    La sessione pomeridiana è stata aperta dall’arcivescovo Angelo Amato, prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, che ha parlato sulla Dichiarazione “Dominus Iesus”, un documento - ha osservato - che ha fatto chiarezza su alcune fondamentali verità cristologiche ed ecclesiologiche rilanciando i dialoghi ecumenici ed interreligiosi a partire da una precisa identità cattolica e che allo stesso tempo non ha chiuso le vie di ricerca positive indicate dal Concilio sulla grande questione della salvezza dei non cristiani. La Dominus Iesus – ha concluso - mettendo in guardia da un malintesto pluralismo, resta un valido richiamo di chiarezza dottrinale e pastorale, come base della catechesi, della nuova evangelizzazione e della “missio ad gentes”.

    Il cardinale William Levada, prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, ha sviluppato due temi: la questione degli abusi sessuali e quella relativa alla Costituzione apostolica Anglicanorum coetibus sugli anglicani che desiderano entrare nella Chiesa cattolica. Sul primo argomento il porporato ha offerto un aggiornamento circa la legislazione canonica riguardante il delitto di abuso sessuale sui minori, e ha quindi svolto alcune osservazioni circa la più ampia responsabilità dei vescovi per la tutela dei fedeli loro affidati. In ciò si è ispirato alle parole del Santo Padre, al suo esempio di ascolto e di accoglienza per le vittime, e ha parlato della collaborazione con le autorità civili e della necessità di un efficace impegno di protezione dei bambini e dei giovani e di un’attenta selezione e formazione dei futuri sacerdoti e religiosi. Infine ha informato sul lavoro di preparazione di una Lettera circolare della Congregazione alle Conferenze episcopali sulle linee guida da offrire per un programma coordinato ed efficace nella direzione sopra descritta. Sulla seconda tematica il cardinale Levada ha illustrato la natura e l’origine della Costituzione Apostolica sulla istituzione degli ordinariati per i fedeli anglicani che desiderano entrare “corporativamente” nella piena comunione con la Chiesa cattolica. Ha spiegato il contesto ecumenico e la situazione attuale circa la costituzione di Ordinariati, il primo dei quali sarà eretto in Gran Bretagna, come è stato comunicato ieri in uno “Statement” della Conferenza Episcopale d’Inghilterra e Galles.

    Nella successiva discussione sono intervenuti 12 cardinali, alcuni dei quali hanno suggerito, tra l’altro, di incoraggiare le Conferenze Episcopali a sviluppare piani efficaci, tempestivi, articolati, completi e decisi di protezione dei minori, che tengano conto dei molteplici aspetti del problema e delle necessarie linee di intervento, sia per il ristabilimento della giustizia, sia per l’assistenza delle vittime, sia per la prevenzione e la formazione, anche nei paesi dove il problema non si è manifestato in modo drammatico come in altri. Nel corso del dibattito si è anche deciso di manifestare la solidarietà del Collegio cardinalizio – unito con il Santo Padre - con i popoli dell’Iraq e di Haiti, oggi particolarmente provati, e di avviare una iniziativa concreta di raccolta di offerte caritative da inviare tramite Cor Unum.

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    Il neo cardinale guineano Robert Sarah: una chiamata a rendere sempre più presente Dio nel mondo

    ◊   Come da tradizione, dopo la creazione dei nuovi cardinali, si svolgeranno oggi pomeriggio, dalle 16.30 alle 18.30, le visite di cortesia ai porporati, dislocati in alcune delle più prestigiose e rappresentative sale vaticane. Tra gli altri, nell’Aula delle Benedizioni sarà presente il cardinale Robert Sarah, originario della Guinea e presidente del Pontificio Consiglio Cor Unum, il dicastero che gestisce la carità del Papa nel mondo. Roberto Piermarini gli ha domandato cosa significhi per lui, ma anche per il continente africano, la nomina a membro del Collegio cardinalizio:

    R. – Per me è una bontà del Signore che non merito ed è anche una chiamata ad amare di più il Signore e a morire per Lui, per il Vangelo, per la salvezza del mondo. E’ un onore e anche una chiamata. Io vorrei dire “grazie” al Santo Padre che ha deciso di conferirmi questo onore, ma comprendo anche questa chiamata come venuta da Dio, per una vita più sacerdotale, più cristiana … Penso che oggi il mondo abbia bisogno di uomini di Do, uomini che vivano la loro vita come una presenza fisica di Dio nel mondo. Io riconosco in questo onore una chiamata di Dio ad essere più cristiano; le circostanze stesse mi chiamano ad essere pronto a morire per il Signore. Non è soltanto il vestire il rosso – un onore per una chiamata; io ho capito che ho ricevuto una chiamata e sono felice di rispondere di sì al Signore.

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    Nomina

    ◊   Benedetto XVI ha nominato nunzio apostolico nella Repubblica Democratica del Congo mons. Adolfo Tito Yllana, arcivescovo titolare di Montecorvino, finora nunzio apostolico in Pakistan.

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    Oggi su "L'Osservatore Romano"

    ◊   La questione di Dio: in prima pagina, un editoriale del direttore sul Concistoro ordinario pubblico presieduto da Benedetto XVI per la creazione di ventiquattro cardinali. All’interno le biografie dei porporati.

    In rilievo, nell’informazione internazionale, l’economia: stretta sul credito in Cina contro il rischio inflazione.

    Al vertice di Lisbona, accordo Nato sullo scudo antimissile ma si attende l’apertura della Russia.
    In cultura, Carlo Pedretti sul libro di Sergio Poletti “Dante A. tra poesia, politica, nobiltà e posterità” mentre Claude Schopp illustra dell’influenza del divino poeta sul “Conte di Montecristo” ed Emilio Ranzato presenta i film tratti dal capolavoro di Dumas.

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    Oggi in Primo Piano



    La preghiera della Chiesa italiana per le vittime cristiane in Iraq e per i loro persecutori. Il grazie di mons. Warduni

    ◊   La Chiesa in Italia prega domani per i cristiani perseguitati in Iraq ricordando in particolare l’attentato del 31 ottobre scorso contro la Cattedrale siro-cattolica di Baghdad, costato la vita a oltre 50 fedeli, tra cui numerosi bambini e due sacerdoti che stavano celebrando la Messa domenicale. Ad indire la speciale giornata di preghiera è stato il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza episcopale italiana. Il porporato ha chiesto di pregare anche per i persecutori, “perché tutti possano ricevere la luce della verità e dell'amore”. Sull’iniziativa ascoltiamo mons. Shlemon Warduni, vescovo ausiliare del Patriarcato dei Caldei a Baghdad, al microfono di Fabio Colagrande:

    R. - E’ un’iniziativa eccellente e di questo ringraziamo il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Cei, ringraziamo tutti vescovi e ringraziamo tutti voi, supplicandovi però di continuare a pregare, perché senza la preghiera, senza l’aiuto di Dio, non possiamo riuscire a sopportare questa terribile situazione, questi attacchi ai cristiani. Finora, abbiamo cercato di vivere come tutti gli altri cittadini iracheni, sopportando la violenza e il terrorismo. Ma da due settimane vediamo che qui le iniziative sono dirette proprio contro i cristiani. Anche noi cerchiamo e vogliamo trovare il perché di questo atteggiamento così terribile. Certamente, le cause sono molteplici: cause politiche e sociali, ma anche dovute al fanatismo religioso.

    D. - Mons. Warduni, chi sono coloro che in Iraq vogliono cancellare la minoranza cristiana e che vogliono spaventare i cristiani e indurli a lasciare il Paese?

    R. - E’ una domanda che anche noi ci poniamo, perché i cristiani non hanno nulla contro nessuno. I cristiani cercano di vivere in pace e in tranquillità con tutti. Questi atti terroristici sono nocivi per tutti quanti e non solo per i cristiani: sono nocivi anche per coloro che li compiono, perché non sono tranquilli, perché non sono in pace.

    D. - Il cardinale Bagnasco ha detto: “Preghiamo per le vittime, ma anche per i carnefici”: cosa significa?

    R. - Siamo con il cardinale Bagnasco, perché preghiamo per le vittime affinché siano veramente seme di bontà, di pace e di riconciliazione per tutto il mondo e specialmente per l’Iraq. Ma preghiamo anche per i carnefici, perché temano veramente Dio ed amino veramente ciò che Dio vuole. Dio è Dio di pace, di amore, di vita. Per questo noi preghiamo anche per loro.

    D. - Mons. Warduni, secondo lei, oltre alla preghiera, ci sono dei mezzi per fermare questa violenza?

    R. - La prima cosa è di cooperare, tutti insieme, per la pace, permettendo così a tutti di adoperarsi per il bene dell’umanità. In secondo luogo, è necessario interrompere la vendita e la fabbricazione delle armi! Io dico di ascoltare la voce del Signore: Lui vuole che tutti siano sani e salvi! Dico anche di ascoltare la voce del Papa, che vuole il bene di tutta l’umanità e, in questo momento, specialmente degli iracheni. (mg)

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    Vertice di Lisbona: la Nato fuori dall'Afghanistan entro il 2014. Accordo sullo scudo antimissile

    ◊   Seconda sessione di lavori oggi al vertice Nato di Lisbona. Strategia di ritiro dall'Afghanistan e rapporti con la Russia in primo piano. Il servizio di Giada Aquilino:

    I 28 leader dei Paesi Nato e di altri 20 Stati coinvolti nell'Isaf, più il presidente afghano Hamid Karzai e il segretario generale dell'Onu, Ban Ki-Moon, hanno dato ufficialmente il via libera al processo di transizione in Afghanistan, che comincerà “in alcune province e distretti” all'inizio del prossimo anno. Secondo il documento finale, la transizione "ad una piena responsabilità e leadership afghana nel settore della sicurezza è irreversibile". Ribadito dal segretario generale della Nato, Anders Fogh Rasmussen, il sostegno all'obiettivo del presidente Karzai, perché le forze locali guidino e conducano le operazioni di sicurezza in tutto il Paese entro il 2014. Dopo quella data sul terreno resterebbero solo truppe di appoggio alle forze afghane. Ma l’Alleanza atlantica ha anche sottolineto di continuare ad “appoggiare gli sforzi guidati dagli afghani per riconciliare e reintegrare quei membri dell'insorgenza che rinunciano alla violenza, tagliano i legami con i terroristi e accettano la Costituzione”, sollecitando le autorità di Kabul a rispettare i diritti umani, “in particolare delle donne”. Un ringraziamento, il presidente statunitense Barack Obama ha voluto poi riservarlo all’Italia per l’attività degli addestratori in Afghanistan: il premier di Roma Berlusconi ha annunciato di aumentarne il numero di duecento unità. La kermesse di Lisbona, che si concluderà con una riunione bilaterale Ue-Usa, nel pomeriggio sarà dedicata al vertice Nato Russia, dopo la crisi innescata dalla guerra in Georgia. I colloqui, definiti “un momento storico” dalla cancelliera tedesca Angela Merkel, saranno dedicati allo scudo antimissile. Ieri, nel giorno dell’approvazione del nuovo concetto strategico che orienterà l’azione della Nato nei prossimi 10 anni per rispondere alle minacce del XXI secolo - dai missili balistici agli attacchi terroristici e cibernetici - il presidente Obama ha spiegato come sia stato raggiunto un accordo per creare uno scudo antimissile “forte abbastanza da proteggere - ha detto - tutto il territorio e la popolazione europea, così come gli Stati Uniti”. Nella capitale portoghese, infine, la polizia ha fermato 40 manifestanti per proteste al limite della zona rossa del vertice Nato.

    Ma come esce l’istituzione Nato da questo vertice di Lisbona? Giancarlo La Vella lo ha chiesto ad Arduino Paniccia, docente di Studi Strategici all’Università di Trieste:

    R. - Credo che oggi la Nato sia uno strumento che gli Stati Uniti vedono necessario non solo per rinsaldare i rapporti con Paesi come la Russia o per risolvere il problema della lunga guerra afghana, ma anche per ritrovare una leadership rivolta soprattutto al confronto e al braccio di ferro che gli Stati Uniti hanno con la Cina: per questo sostanzialmente l’alleanza con la Russia è molto importante.

    D. - L’accordo sulla realizzazione dello scudo antimissilistico in Europa potrebbe, invece, alla lunga inasprire i rapporti proprio con Mosca?

    R. - No. Io credo che oggi il vero problema per gli Stati Uniti sia di ritrovare questa presenza come superpotenza globale e, naturalmente, faranno tutto il possibile per continuare a mantenere ottimi rapporti con la Federazione Russa. Quello che, invece, può essere più difficile saranno proprio i rapporti con i Paesi che in qualche modo si stanno alleando con l’altra grande superpotenza asiatica, che è la Cina.

    D. - Per quanto riguarda l’esperienza in Afghanistan, come deve essere giudicata? Secondo alcuni ci troviamo, comunque, ad un punto fermo …

    R. - Questo è il problema più spinoso per la Nato e non è un caso che la relazione del presidente Karzai ai capi dei Paesi aderenti all’Alleanza Atlantica sia stata molto discussa ed anche molto poco gradita. Karzai non ha evitato di dire quello che pensava sulla condotta delle operazioni degli americani e della Nato in Afghanistan. Detto questo, sarà una soluzione all’irachena: quindi, un graduale ritiro; il tentativo di defilarsi dal Paese, aiutati in questo caso dalla Federazione Russa, che continuerà a fare la logistica. Entro il 2014, l’obiettivo è di lasciare solo un numero esiguo di truppe in Afghanistan.

    D. - Legato, forse, a questo tema rimane in piedi quello della sicurezza globale, quello di fronteggiare il terrorismo internazionale, al Qaeda in primis …

    R. - Naturalmente la Nato, nel suo progetto strategico, metterà in primo piano la guerra al terrorismo. Ma la vicenda più importante – forse – è quella legata al fatto che, sempre più, vi è la possibilità di un utilizzo dell’arma nucleare in modo improprio da parte di organizzazioni terroristiche o di basi in Stati fallimentari. (mg)

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    Uguali di fronte alla vita e alle leggi: lo slogan dell'Unicef per la Giornata mondiale dell'infanzia 2010

    ◊   Tutti uguali davanti alla vita, tutti uguali di fronte alle leggi. Questo lo slogan di Unicef per la “Giornata mondiale dell’Infanzia 2010”, che celebra i ventuno anni dall’approvazione della Convenzione sui diritti dell’infanzia delle Nazioni Unite. L’accordo è il primo Trattato multilaterale ad attribuire ai bambini diritti internazionalmente riconosciuti quali privacy, dignità e libertà di espressione. Michele Raviart ha fatto il punto sulle condizioni dei minori nel mondo con Vincenzo Spadafora, presidente di Unicef Italia:

    R. - Sicuramente, a livello internazionale in questi ultimi anni abbiamo fatto grandi passi avanti: basta guardare i dati sulla malnutrizione, sulla mortalità infantile, che negli ultimi 10-20 anni sono enormemente diminuiti, anche se i numeri restano ancora alti. Negli anni Sessanta morivano 20 milioni di bambini al di sotto dei 5 anni, nel 2009 ne sono morti 8 milioni. Chiaramente è un dato drammatico, alto, però è un dato che ci dice anche che tutta la nostra azione in questi anni è servita a qualcosa.

    D. - Quali sono le cause principali della mortalità infantile nel mondo?

    R. - La malnutrizione è la causa principale. Ci sono anche altri fenomeni che stanno diventando sempre più gravi, come quello dell’Hiv-Aids in Indonesia, per esempio, ma anche in altri Paesi delle zone orientali del mondo.

    D. - La Convenzione sull’infanzia non è stata ratificata solamente da due Stati membri dell’Onu: la Somalia e gli Stati Uniti. Se per la Somalia è comprensibile, vista la sua storia, come mai gli Stati Uniti hanno accumulato questo ritardo?

    R. - Il presidente Obama aveva anche preso degli impegni e speriamo che possa in qualche modo rispettarli. Certamente, il problema principale per gli Stati Uniti è che le diverse legislazioni dei singoli Stati contengono norme che sono in assoluto contrasto con la Convenzione internazionale. Si è quindi avviato, ormai da un decennio, un difficile e lungo lavoro per cercare di adeguare questa normativa. E’ un paradosso, perché il Paese per eccellenza che fa della democrazia uno dei suoi fari principali, è poi anche il Paese che alla fine non ha ratificato la Convenzione sui diritti dell’infanzia.

    R. - Quali sono le iniziative dell’Unicef e quali sono i programmi che sta svolgendo attivamente adesso nel mondo?

    D. - Noi siamo presenti in tutti i Paesi del pianeta. Questa è la caratteristica che fa della nostra un’organizzazione unica nel suo genere. A volte si dice anche che la nostra struttura sia una struttura costosa: bisogna dire che questo può essere anche vero, ma è vero anche che siamo presenti ovunque con operatori pronti a qualunque emergenza e rimaniamo sul campo ancora dopo l’emergenza. Quando si spengono i riflettori sui Paesi colpiti e nessuno ne parla più, l’Unicef invece è presente e continua a lavorare. Non c’è un Paese dove siamo più impegnati meno che in altri: la nostra è un’azione capillare.

    D. - Secondo alcuni dati ufficiali, sono oltre un milione e mezzo i minori in Italia che vivono in povertà relativa…

    R. - C’è una fascia di povertà che riguarda sia il nord sia il sud Italia che ci preoccupa enormemente. La Convenzione è per tutti i bambini e quindi anche queste aree. Noi speriamo che il governo possa prendere tutti quei provvedimenti a tutela dell’ìnfanzia, che in un Paese industrializzato spetta appunto al governo assumere e non certo all’Unicef. (ma)

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    Convegno sulla figura della Beata Angela da Foligno a 700 anni dalla morte

    ◊   Una giornata di studi sulla figura della Beata Angela da Foligno, la grande metafisica della mistica. A 700 anni dalla morte, il cenacolo “Beata Angela” e la “International Sensus Communis Association” organizza un convegno al convento San Francesco a Foligno. Molti gli interventi di esperti, come mons. Antonio Livi, docente presso la Pontificia Università Lateranense, e mons. Mario Pangallo, docente alla Pontificia Università Gregoriana. “Di fronte ad una società che rischia di vivere come se Dio non esistesse – ha ricordato recentemente il Papa – la Beata Angela vuol farci attenti ai segni con i quali il Signore ci tocca l’anima”. Sulla figura della mistica, Paolo Ondarza ha intervistato padre Domenico Alfonsi, direttore del Cenacolo Beata Angela da Foligno:

    R. - Angela è una mistica ed è famosa per il suo libro. Angela non sapeva scrivere e questo libro è nato da un frate - il suo primo confessore - il quale cominciò a scrivere le sue visioni, le sue elocuzioni spirituali: ne è venuto fuori un monumento, dichiarato uno dei documenti più grandi della spiritualità cristiana. Angela è come una finestra che si affaccia sull’aldilà. Questo libro è lava incandescente, che dove tocca brucia e denuncia veramente l’origine di Dio.

    D. - Padre Domenico Alfonsi, chi era Angela da Foligno?

    R. - Angela nasce da una famiglia molto ricca, si sposa presto con un uomo molto più ricco di lei ed ha dei figli. Le cronache ci dicono che era una donna molto bella e che per 37 anni è stata lontana, anche moralmente, dalla Chiesa. Quando aveva circa 37 anni, a Foligno, succedono dei fatti abbastanza clamorosi: un terremoto, una delle solite guerre con Perugia, e poi un uragano. Questi fatti, uniti certamente a una grazia di Dio, che è sempre allerta, fecero riflettere molto seriamente Angela. Prega per la prima volta San Francesco, al quale il Crocefisso aveva parlato e gli aveva detto: “Francesco, va’ e ripara la mia casa, che sta crollando”.

    D. - Ed è dall’incontro con Cristo, Dio fatto uomo sulla Croce, che avviene la svolta…

    R. - Sì, perché alla fine Angela, dopo anni di penitenza, è proprio di questo Crocefisso che si innamora. Prima aveva guardato troppo la Croce, ora doveva considerare Colui che era crocefisso sulla Croce.

    D. - Sulla Croce, dicevamo, c’è ‘lUomo-Dio: un "atto supremo di amore che oggi il mondo ignora, banalizza o preferisce dimenticare", ha detto Benedetto XVI, parlando qualche settimana fa della Beata Angela da Foligno...

    R. - L’accostamento al Crocefisso di Angela è integrato con certi verbi che ne fanno un’autentica catechesi: prima è una visione della Croce, poi è un contemplare la Croce, quindi un correre verso la Croce, e ancora uno stare sotto la Croce come Maria. Infine, come ultima cosa, salire sulla Croce.

    D. - Dunque, il percorso mistico di Angela parte da uno sguardo diretto verso la Croce, per concludersi con una immedesimazione con Cristo Crocefisso?

    R. - Una immedesimazione di altissima profondità con la mistica matrimoniale, sponsale. La Croce diventerà il "letto", nel quale si consuma il matrimonio tra l’anima di Angela con il Cristo Crocifisso.(mg)

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    Il commento di padre Bruno Secondin al Vangelo della Solennità di Cristo Re

    ◊   In questa 34.ma ed ultima Domenica del Tempo ordinario, con cui si chiude l’anno liturgico, la Chiesa celebra la Solennità di Nostro Signore Gesù Cristo Re dell’Universo. Il Vangelo ci propone la scena del Calvario. Gesù è in croce, deriso dai capi del popolo e dai soldati. Sopra di lui c’è una scritta: «Costui è il re dei Giudei». Al suo fianco, due malfattori, crocifissi come lui. Uno dei due lo insulta, mentre l’altro, riconoscendo le proprie colpe, dice a Gesù: “Ricordati di me quando entrerai nel tuo regno”. E il Signore gli risponde:

    «In verità io ti dico: oggi con me sarai nel paradiso».

    Su questo brano del Vangelo, ascoltiamo il commento del padre carmelitano Bruno Secondin, docente di Teologia spirituale alla Pontificia Università Gregoriana:

    L’anno liturgico si chiude con questo paradosso: la festa di Cristo Re viene celebrata con la scena dell’uomo crocifisso e umiliato fuori Gerusalemme, che promette perfino il paradiso ad un compagno di agonia. Sembra una contraddizione, eppure è proprio da quella Croce che Gesù manifesta la sua gloria e la sua dignità regale. Una regalità che non è dominio e imperio, ma vita donata con assoluta libertà; braccia aperte sul mondo per un abbraccio di solidarietà unica, divina. Un volto striato dal sangue, sfigurato dalla sofferenza, ci fa da sovrano: improbabile per i sovrani della terra, ma autentico e tipico per Colui che davvero domina il mondo e lo riconduce al paradiso perduto. A cominciare da quel compagno di sofferenze: “Oggi sarai con me in paradiso”. È lui a ricevere l’ultima guarigione di tutto il Vangelo. Paolo ci da la spiegazione teologica: “È piaciuto infatti a Dio che abiti in Lui – Cristo - tutta la pienezza e che per mezzo di Lui e in vista di Lui siano riconciliate tutte le cose”. Nel suo sangue la riconciliazione, nella sua umiliazione la nostra gloria. Non rinneghiamo questa sovranità unica e divina, sostituendola con figurazioni cariche di gloria umana e di potere spettacolare. Non svuotiamo il paradosso di un Re Crocifisso!

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    Chiesa e Società



    Il vescovo di Faisalabad: Asia Bibi, simbolo delle sofferenze dei cristiani in Pakistan

    ◊   “Come cristiani, una piccola minoranza, continuiamo a promuovere la pace, la giustizia, il dialogo e l’armonia, ma anche a difendere e sostenere valori come la democrazia, lo Stato di diritto, la libertà di coscienza e religione e tutti i diritti inalienabili dell’individuo, per il bene del Pakistan, che è la nostra patria”. Così, in un’intervista all’agenzia Fides, il vicepresidente della Conferenza episcopale pakistana e vescovo di Faisalabad, mons. Joseph Coutts, parla della difficile situazione dei cristiani nel Paese, tornata sotto le luci della ribalta con la vicenda di Asia Bibi, la donna accusata di blasfemia. “Asia è una donna che subisce un’ingiusta sofferenza – ha aggiunto il presule – è il simbolo di tutti i cristiani vittime dell’odio religioso e della legge sulla blasfemia in un Paese dove, negli ultimi dieci anni, l’intolleranza religiosa è cresciuta”. Il vescovo è anche testimonial della campagna per l’abolizione della legge sulla blasfemia promossa da Aiuto alla Chiesa che soffre (Acs) come una “battaglia di civiltà per il Paese”. “Quando si affronta la questione, si tocca un tasto che suscita forti emozioni; si passa subito al piano irrazionale", ha proseguito. "I partiti fondamentalisti dicono che la legge serve a tutelare la religione ma non è affatto vero, perché la legge si presta ad abusi e strumentalizzazioni”. Secondo il parere di mons. Coutts, è fondamentale “mobilitare l’opinione pubblica e la società civile”: a questo proposito, la comunità cristiana ha chiesto l’abrogazione della legge e ora i giuristi stanno pensando a modifiche procedurali che introducano meccanismi finalizzati a eliminare la possibilità di abusi. “Oggi sono molti i musulmani che, nella politica e nella società, sostengono questa campagna”, ha concluso il presule. In effetti Sherry Rehman, parlamentare musulmana del Pakistan People Party, ha annunciato che nella prossima sessione di lavori dell’Assemblea nazionale presenterà una mozione per la revisione della legge antiblasfemia: “Un test per tutto il Paese, che deve liberarsi dal radicalismo e dall’estremismo”. Molte le pressioni dello stesso mondo islamico al capo della Corte Suprema del Pakistan, Iftikhar Muhammad Chaudhry, affinché intraprenda un’azione di sua iniziativa, mentre alcuni giuristi si dicono pronti a fare ricorso alla Corte federale della Sharìa per tornare ad affrontare la questione da un punto di vista religioso: l’Islam, infatti, non prevede l’applicazione della pena di morte alle donne. Infine, dopo le numerose voci di sdegno sollevatesi a livello internazionale, il presidente Ali Zardari ha chiesto al ministro per le Minoranze, Shahbaz Bhatti, di consegnargli un rapporto ufficiale sulla vicenda di Asia Bibi. (A cura di Roberta Barbi)

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    Avvenuta un’ordinazione episcopale illecita in Cina: il rammarico della Santa Sede

    ◊   E’ avvenuta oggi in Cina, nella chiesa di Pingquan a Chengde nell’Hebei, l’ordinazione episcopale di padre Joseph Guo Jincai: lo riferisce AsiaNews. Si tratta di una ordinazione che non ha ricevuto l’approvazione pontificia e alla quale alcuni vescovi in comunione con il Papa sono stati costretti a partecipare da funzionari governativi. Attorno alla chiesa dove si è svolta l’ordinazione – afferma l’agenzia missionaria - erano dispiegate molte forze di sicurezza, mentre i cattolici locali si sono detti addolorati per quanto accaduto. Nei giorni scorsi il direttore della Sala Stampa vaticana, padre Federico Lombardi, aveva già espresso il rammarico della Santa Sede all’annuncio della notizia. La Santa Sede – aveva affermato padre Lombardi - considera queste azioni come gravi violazioni della libertà di religione e della libertà di coscienza. Questa ordinazione – aveva aggiunto - è non solo illecita ma anche dannosa per le relazioni costruttive che si sono sviluppate negli ultimi tempi tra la Repubblica Popolare della Cina e la Santa Sede. (S.C.)

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    Il saluto del Papa al pellegrinaggio degli universitari romani a Pompei

    ◊   “Che questo pellegrinaggio susciti nei giovani una fervida adesione a Cristo, contemplato con Maria, mediante la preghiera del Santo Rosario, e un nuovo slancio in testimonianza dei perenni lavori della fede cristiana attraverso un generoso impegno di fraterna solidarietà”. Con queste parole, in un telegramma, Papa Benedetto XVI è voluto essere vicino ai 3.500 giovani che oggi partecipano all’VIII Pellegrinaggio degli universitari e accoglienza delle matricole, organizzato dall’Ufficio per la Pastorale Universitaria del Vicariato di Roma. L’incontro, che ha come tema le parole di Maria durante le Nozze di Cana - “Fate quello che vi dirà” - ha visto questa mattina la presenza del vescovo Enrico Dal Covolo, rettore della Pontificia Università Lateranense, che ha tenuto una catechesi per i ragazzi sulla figura della Madonna. Il pellegrinaggio si concluderà oggi pomeriggio con una celebrazione eucaristica presieduta da mons. Benedetto Tuzia, vescovo ausiliare per il settore ovest della diocesi capitolina. (Da Pompei, Marina Tomarro)

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    Vietnam: al via la grande Assemblea nazionale del Popolo di Dio

    ◊   Domani, presso il Centro pastorale di Ho Chi Minh City, in Vietnam, si svolgerà la grande Assemblea nazionale del Popolo di Dio, voluta dall’arcivescovo della città, cardinale Jean-Baptiste Pham Minh Man. L’iniziativa ricade all’interno dell’Anno giubilare per i 350 anni del cattolicesimo in Vietnam e per i 50 dell’istituzione della gerarchia cattolica locale, che aiuta il popolo vietnamita a sviluppare la relazione con Dio, con la Chiesa e con il prossimo, attraverso un’intensa vita di preghiera, l’approfondimento della Parola e la pratica della solidarietà. L’assemblea sarà un’occasione per fare il punto sulla situazione attuale della Chiesa in Vietnam e orientarne lo sviluppo futuro. “Vogliamo una Chiesa basata sulla Parola di Dio e sui quattro perni della verità, dell’amore, della pace e della giustizia”, ha detto il porporato. All’evento sono attesi oltre 300 partecipanti tra vescovi, religiosi e laici in rappresentanza dei sei milioni di cattolici vietnamiti. Il 25 novembre, poi, sarà discusso e votato il Messaggio per il Popolo di Dio in Vietnam, un testo che sarà pubblicato immediatamente dopo la Messa conclusiva. (R.B.)

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    Terra Santa: d’ora in poi anche i bambini di etnia beduina possono andare a scuola

    ◊   Finalmente anche i bambini delle popolazioni desertiche dei beduini avranno la loro scuola a Jahalin, in Terra Santa. Le missionarie Comboniane già nel 2008 avevano iniziato a lavorare con questa etnia, facendo dell’educazione dei più piccoli la loro priorità. Le suore, insieme con diverse organizzazioni civili e religiose, giovani volontari ebrei canadesi e rabbini israeliani per i diritti umani (Rhr-il), sono poi riuscite a organizzare una scuola con quattro aule, un ufficio per l’amministrazione, un cortile e i servizi, costruite riempiendo di terra tremila pneumatici. Oltre a questa, con l’aiuto dell’organizzazione cattolica spagnola Manos Unidas, è stata aperta una rete di scuole per i più piccoli in tende e baracche negli accampamenti beduini, in grado di ospitare, all’inizio, 120 bambini e bambine. È prevista anche la formazione di 10 giovani maestre di etnia beduina nel Centro al Sabah di Gerusalemme est, con corsi intensivi di educazione infantile della durata di tre mesi. L’agenzia Fides rende noto che i beduini di Jahalin originariamente erano seminomadi. Dopo il 1953, hanno spostato i loro accampamenti e ora vivono su un territorio degradato, tra la spazzatura a cielo aperto dei quartieri arabi di Gerusalemme Est. Gli unici edifici che è possibile costruire sono baracche precarie, prive di acqua corrente, luce elettrica e servizi igienico-sanitari. I bambini risentono molto di questa situazione, perché per frequentare le scuole dell’Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi (Unrwa) devono cercare chi li accompagni ogni giorno rischiando la vita tra le strade tortuose e trafficate. (C.P.)

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    Perù: i progetti della Caritas per ridurre povertà e malnutrizione

    ◊   La Caritas di Huancayo, Perù, ha promosso un progetto denominato “Migliorare la sicurezza nutrizionale degli alimenti con la prospettiva del mercato locale di famiglie di agricoltori in condizioni di estrema povertà della zona di Los Angeles, nel distretto di Chacapampa”. Il progetto rientra nell’ambito della lotta contro la malnutrizione e la povertà. L’iniziativa mira a ridurre il tasso di povertà che si manifesta con la malnutrizione e l’anemia della gente del posto. Il progetto, iniziato nel settembre dello scorso anno, ha ottenuto come risultato una riduzione della malnutrizione. Tra le azioni per ridurre la povertà, ci sono ulteriori mini-progetti per ridurre la malnutrizione e l’anemia infantile nelle comunità contadine delle zone rurali, cercando anche di rinforzare l’alimentazione di base in modo bilanciato e completo, di fornire gli elementi di educazione sanitaria e di far conoscere le buone abitudini agricole della zona. La nota della Caritas pervenuta all’agenzia Fides, parla di un programma che intende contribuire alla creazione di meccanismi locali che possano dare la disponibilità e l’accesso ad un’alimentazione di qualità, con cibi nutrienti e una dieta bilanciata. (C.P.)

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    National Youth Sunday in Inghilterra e Galles

    ◊   All’insegna dello slogan “Un salto di fede”, si celebrerà domani nelle parrocchie di Inghilterra e Galles il National Youth Sunday, una giornata di preghiera in cui saranno protagonisti i giovani, ispirata al motto del cardinale John Henry Newman, “Il cuore parla al cuore”, che era stato scelto per la visita di Benedetto XVI in Gran Bretagna del settembre scorso. Ed è proprio sui frutti di questa visita e sull’invito rivolto dal Papa ai giovani britannici in occasione della Veglia in Hyde Park per la beatificazione del porporato, che si orienterà la giornata. “Chiedete a Dio cosa ha in mente per voi; chiedetegli la generosità di dirgli di sì!", aveva detto il Santo Padre. "Non abbiate paura di donarvi interamente a Gesù. Vi darà la grazia necessaria per adempiere alla vostra vocazione”. Nei giorni scorsi, proprio per prepararsi a questa giornata, il sito www.nationalyouthsunday.org.uk. aveva messo on line diverso materiale: riflessioni, sussidi liturgici, musica e video della visita del Papa e testimonianze audio di giovani che hanno vissuto in prima persona quei giorni. (R.B.)

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    Ad Assisi la manifestazione musicale “Suono Sacro”

    ◊   Questa sera alle 21 ad Assisi andrà in scena la manifestazione musicale “Suono Sacro”. Il concerto, a cura di Andrea Ceccomori e dell’ensemble Suono Sacro, ha registrato l’adesione di numerosi appassionati che si sono dati appuntamento nella città di San Francesco per partecipare all’evento. Il vicepresidente della Provincia di Perugia, Aviano Rossi, ha espresso la propria soddisfazione per la serata che senz’altro porterà un contributo non solo musicale, ma anche culturale. “Attraverso la musica si permette ai partecipanti di entrare in simbiosi con lo spirito francescano - precisa Rossi - e proprio questa musica sacra sarà uno strumento per diffondere in tutte le altre città della provincia, dell’Italia e del mondo, un messaggio di pace, rinnovamento, solidarietà e rispetto nei confronti delle persone e della natura”. Il programma prevede musica classica e contemporanea con musica d’autore e improvvisazioni. Oltre al brano della prima esecuzione di Fabrizio De Rossi Re, si alterneranno musiche di Stefano Taglietti, Gianluca Podio a fianco a repertorio di Mozart e Arvo Part; tutti presenteranno improvvisazioni dedicate e ispirate al sacro e ci saranno anche pezzi firmati dallo stesso Ceccomori in collaborazione con Antonio Cocomazzi. L’iniziativa prevede, inoltre, per domenica 21 novembre alle 16.30 presso il Palazzo Monte Frumentario ad Assisi, la presentazione in anteprima con Maria Luisa Spaziani del volume “Verso la pace”, un testo di poesie sulla pace di 60 poeti. (C.P.)

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    24 Ore nel Mondo



    “No” del Pakistan all’ipotesi di espandere i raid Usa sul proprio territorio

    ◊   Il Pakistan non permetterà “in nessuna circostanza” un'espansione dei raid anti-talebani dei droni Usa sul proprio territorio. E' quanto ha affermato il portavoce del Ministero degli esteri di Islamabad, Abdul Basit, in riferimento ad un articolo del Washington Post, secondo il quale gli Stati Uniti stanno facendo pressioni su Islamabad per estendere al Baluchistan l'area di attacco dei propri aerei senza pilota. Intanto, sul terreno non si fermano gli attacchi dei talebani: dieci camion cisterna della Nato che trasportavano carburante per le truppe in Afghanistan sono stati dati alle fiamme nella zona della Ring Road di Peshawar, dove erano parcheggiati una dozzina di mezzi. Dall'inizio di ottobre in Pakistan, dove passa l'80% dei mezzi di supporto per le truppe Nato in Afghanistan, sono stati incendiati oltre 170 camion e sei persone, per lo più autisti, hanno perso la vita negli attacchi.

    Myanmar
    All'indomani della visita della dissidente birmana, Aung San Suu Kyi, in un centro per ammalati di Aids alle porte di Yangon, le autorità hanno messo alla porta gli oltre 80 pazienti. Lo hanno denunciato gli organizzatori della struttura, ricordando che nel corso della sua visita di mercoledì scorso la leader dell'opposizione dell'ex Birmania aveva preso l'impegno di aiutare gli ammalati. Secondo il Washington Post, i funzionari del governo hanno intimato ai pazienti che dovevano andarsene, minacciando il rischio di un'azione legale perché i permessi della struttura non sono stati rinnovati.

    India - economia
    L’economia dell’India crescerà del 9-10% nel corso del 2011. Si tratta della previsione del premier Sing. Il prodotto interno lordo del Paese, l’anno scorso, è aumentato del 7,4%. Per il 2010, si parla invece di un +8,5%.

    Haiti
    Epidemia di colera fuori controllo ad Haiti, dove si contano quasi 2000 decessi e 20 mila contagi. La malattia ha raggiunto anche l'interno della prigione nazionale di Haiti, a Port-au-Prince, dove sono già morte 10 persone negli ultimi quattro giorni. Le autorità sono particolarmente preoccupate perché il carcere, in cui sono rinchiuse 2.000 persone, è sovraffollato. Si temono inoltre nuove proteste contro i "caschi blu", accusati di avere originato l’epidemia di colera. L’Onu ha lanciato un appello perché siano fermati manifestazioni e blocchi stradali che ostacolano il salvataggio di vite umane.

    Madagascar
    In Madagascar, prosegue l’ammutinamento dei soldati iniziato mercoledì scorso, nel giorno del controverso referendum costituzionale voluto dall’esecutivo e boicottato da parte dell’opposizione. In queste ore, il governo ha chiesto alla popolazione di evacuare la zona del campo militare alla periferia della capitale Antananarivo, da ieri base di un gruppo di ufficiali ammutinati. L'annuncio stato fatto con un messaggio in televisione e alla radio.

    Costa d’Avorio
    Tensione in Costa d’Avorio, a poco più di una settimana dal ballottaggio per le elezioni presidenziali, fissato per il 28 novembre. Ieri, si sono registrati scontri tra gruppi di sostenitori dei due candidati, il presidente uscente, Laurent Gbagbo, e l’ex primo ministro, Alassane Ouattara. Secondo la polizia, i feriti sarebbero almeno una ventina.

    Nigeria
    L’esercito nigeriano ha annunciato la cattura di una cinquantina di miliziani. Sono sospettati di aver rapito impiegati di imprese straniere che operano nel settore petrolifero, nella regione del Delta del Niger.

    Irlanda - Ue
    Prosegue la missione dell’Ue e del Fondo monetario internazionale (Fmi) in Irlanda che, per il terzo giorno consecutivo, sta mediando con Dublino il pacchetto di aiuti finanziari. Pacchetto che arriverà probabilmente la prossima settimana, alla luce del piano di austerità che il governo irlandese si appresta a definire. Intanto, ieri, alla Conferenza delle banche centrali a Francoforte, il presidente della Bce, Trichet, si è detto convinto dell’importanza di un dollaro forte e ha sottolineato che occorre più flessibilità nei tassi di cambi.

    Germania -terrorismo
    Al Qaeda pianifica un attentato contro la sede del parlamento tedesco, prevedendo anche di catture ostaggi e di provocare morti tra i deputati. A diffondere questi particolari è stata la stampa di Berlino, che cita fonti dell’antiterrorismo. Questo tipo di informazioni nei giorni scorsi hanno spinto le autorità locali a elevare i sistemi di sicurezza nel Paese e a esprimere seria preoccupazione.

    Italia - Pubblicate le motivazioni della condanna di Dell’Utri
    Depositate dai giudici della seconda sezione della Corte d’appello di Palermo le motivazioni della sentenza di condanna emessa nel giugno scorso nei confronti del senatore del Pdl Marcello Dell’Utri. L’accusa contro il senatore riguarda il concorso esterno in associazione mafiosa. In particolare, i giudici hanno riconosciuto che Dell’Utri avrebbe svolto un ruolo di mediazione tra Cosa Nostra e l’allora imprenditore, Silvio Berlusconi, durante gli anni Ottanta e fino al 1992, con cui avrebbe consentito “all'associazione mafiosa, con piena coscienza e volontà, di perpetrare un'intensa attività estorsiva ai danni del facoltoso imprenditore milanese imponendogli sistematicamente il pagamento di ingenti somme di denaro in cambio di 'protezione' personale e familiare”. I giudici di secondo grado non hanno confermato la tesi dell'accusa sulla “parte politica”, secondo cui Forza Italia, dopo la sua nascita nel 1994, avrebbe fatto un patto con Cosa nostra. Dal canto suo, Marcello dell'Utri si è limitato a dire che proverà la sua innocenza davanti ai giudici della Corte di cassazione. (Panoramica internazionale a cura di Marco Guerra)

    Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LIV no. 324

    E' possibile ricevere gratuitamente, via posta elettronica, l'edizione quotidiana del Bollettino del Radiogiornale. La richiesta può essere effettuata sulla home page del sito www.radiovaticana.va/italiano.

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