Logo 50Radiogiornale Radio Vaticana
Redazione +390669883674 | +390669883998 | e-mail: sicsegre@vatiradio.va

Sommario del 10/11/2010

Il Papa e la Santa Sede

  • All'udienza generale il Papa ricorda la visita in Spagna e rinnova l'appello all'Europa: si apra sempre di più a Dio
  • Il Papa incontra il presidente del Parlamento di Montenegro
  • Nomine
  • Presentata una ricerca sulle staminali cerebrali. Il cardinale Bertone: la scienza al servizio della persona
  • Il dicastero per i Migranti: i governi dell’Asia garantiscano i diritti dei senza dimora
  • Oggi su "L'Osservatore Romano"
  • Oggi in Primo Piano

  • Bombe contro le case dei cristiani in Iraq: almeno 6 morti
  • L'economia al centro dei viaggi asiatici di Obama e Cameron
  • Aumenta l'uso di droghe in Europa: raddoppiano i morti per cocaina
  • Conferenza nazionale sulla Famiglia: proposta una "no tax area" in base al numero dei figli
  • Chiesa e Società

  • Parroco in Congo vittima di un omicidio mirato
  • Il cardinale Bagnasco ad Assisi: i vescovi italiani al servizio del Paese
  • Messico: i vescovi promuovono il dialogo contro la crisi
  • I vescovi del Venezuela: “Il futuro della nostra società è nella famiglia”
  • Bolivia: i temi dell'educazione e dell’ambiente al centro dell’Assemblea dei vescovi
  • Cile: Messa per il Bicentenario al Santuario della Madonna del Carmine
  • Haiti: l'epidemia di colera è diventata una questione di "sicurezza nazionale"
  • Angola: nota dei vescovi per i 35 anni di indipendenza
  • A Nairobi la Conferenza dei teologi in Africa
  • Ambasciata di Francia: onorificenza alla responsabile della redazione francese della Radio Vaticana
  • Budapest: aperta la Conferenza delle Chiese europee sulla lotta alla povertà
  • I vescovi europei: dopo il viaggio del Papa in Spagna, rilanciare l'evangelizzazione nel continente
  • Seoul: al Forum sulla riconciliazione la grave crisi alimentare in Corea del Nord
  • India: a Jharkhand i fondamentalisti indù vogliono la legge anti-conversione
  • Portogallo: in corso la Settimana dei seminari contro il calo degli iscritti
  • Germania: le congratulazioni dei vescovi al nuovo presidente della Chiesa evangelica
  • Hong Kong: è tutto pronto per il seminario sulla Sacra Scrittura in lingua cinese
  • La Libreria Editrice Vaticana pubblica due volumi sul demoniaco e l’arte sacra
  • Si conclude a Roma il giubileo per i 650 anni del Santuario mariano del Lussari, in Friuli
  • Medici per l’Africa Cuamm festeggia i 60 anni con il presidente Napolitano
  • E' morto il padre orionino Giancarlo Gramolazzo, presidente internazionale degli esorcisti
  • 24 Ore nel Mondo

  • Israele non ferma il piano costruzioni a Gerusalemme est
  • Il Papa e la Santa Sede



    All'udienza generale il Papa ricorda la visita in Spagna e rinnova l'appello all'Europa: si apra sempre di più a Dio

    ◊   Il racconto del suo recente viaggio apostolico a Santiago de Compostela e Barcellona ha caratterizzato questa mattina l’udienza generale di Benedetto XVI in Aula Paolo VI gremita da circa 8 mila persone. Prima di svolgere la catechesi, il Papa ha fatto una breve visita nella Basilica di San Pietro per salutare i due gruppi provenienti dalla Repubblica Ceca e da Carpineto Romano, entrambi mete di una visita pastorale del Pontefice tra il 2009 e il 2010. Il servizio di Alessandro De Carolis:

    Sulle orme di Santiago e sulle tracce di un’Europa, che a Compostela può ricordare com’è nata la sua anima. E poi immerso in una meraviglia architettonica, che ha tradotto la fede in bellezza e la liturgia in arte. Tra questi due poli si è sviluppato il viaggio apostolico di Benedetto XVI in Spagna. Il Santuario della Galizia è stato meta della prima tappa del Papa “pellegrino – ha detto – insieme con quanti numerosissimi” si sono recati nei secoli a Compostela. “Dando, con emozione, il tradizionale abbraccio al Santo”, ha soggiunto:

    “ … pensavo a come questo gesto di accoglienza e amicizia sia anche un modo di esprimere l’adesione alla sua parola e la partecipazione alla sua missione. Un segno forte della volontà di conformarsi al messaggio apostolico, il quale, da un lato, ci impegna ad essere fedeli custodi della Buona Novella che gli Apostoli hanno trasmesso, senza cedere alla tentazione di alterarla, sminuirla o piegarla ad altri interessi, e, dall’altro, trasforma ciascuno di noi in annunciatori instancabili della fede in Cristo, con la parola e la testimonianza della vita in tutti i campi della società”.

    Il Pontefice ha detto di aver pregato durante la cerimonia perché il “Cammino di Santiago” continui a mantenere “vivo il genuino significato religioso, spirituale e penitenziale, senza cedere alla banalità, alla distrazione e alle mode” e continui pure “ad essere punto di riferimento per l’Europa di oggi”, continente invitato “ad aprirsi sempre di più a Dio”:

    “Conservare e rafforzare l’apertura al trascendente, così come un dialogo fecondo tra fede e ragione, tra politica e religione, tra economia ed etica, permetterà di costruire un’Europa che, fedele alle sue imprescindibili radici cristiane, possa rispondere pienamente alla propria vocazione e missione nel mondo”.

    Il ricordo di Benedetto XVI è andato quindi alla solenne Messa di dedicazione della Basilica minore della Sagrada Familia di Barcellona. Una costruzione per la quale il Papa ha speso parole di totale ammirazione:

    “Quella splendida opera - ricchissima di simbologia religiosa, preziosa nell’intreccio delle forme, affascinante nel gioco delle luci e dei colori - quasi un’immensa scultura in pietra, frutto della fede profonda, della sensibilità spirituale e del talento artistico di Antoni Gaudí, rinvia al vero santuario, il luogo del culto reale, il Cielo, dove Cristo è entrato per comparire al cospetto di Dio in nostro favore”.

    La vita stessa del grande architetto catalano, ha sottolineato il Papa, fu esemplare dal punto di vista cristiano, al punto – ha affermato – che “si può dire che, mentre Gaudì lavorava alla costruzione del tempio, Dio costruiva in lui l’edificio spirituale, rafforzandolo nella fede e avvicinandolo sempre più all’intimità con Cristo”:

    “In quell’edificio così imponente, egli ha posto la propria genialità al servizio del bello (...) Il famoso architetto considerò questo lavoro come una missione nella quale era coinvolta tutta la sua persona (...) Intraprese così un’intensa pratica di preghiera, digiuno e povertà, avvertendo la necessità di prepararsi spiritualmente per riuscire ad esprimere nella realtà materiale il mistero insondabile di Dio”.

    Benedetto XVI ha terminato la catechesi ricordando la visita nell’Istituto del “Nen Deu”, che si occupa dell’assistenza di bambini diversamente abili, esprimendo di nuovo tutto il suo compiacimento per l’opera di carità svolta dalla benemerita istituzione. Quindi, ha invocato preghiere per la prossima Giornata mondiale della gioventù, che lo vedrà nell'estate 2011 di nuovo in Spagna, a Madrid.

    Prima dell’udienza in Aula Paolo VI, il Papa aveva fatto una precedente sosta nella Basilica di San Pietro per rivolgere un saluto ai due gruppi in arrivo dalla Repubblica Ceca e da Carpineto Romano – circa 2.500 persone in totale – entrambi giunti in pellegrinaggio a Roma per ringraziare Benedetto XVI delle visite da lui compiute nelle loro terre. Tra i saluti successivi all’udienza, il Papa ne ha indirizzato uno ai partecipanti al convegno nazionale del “Fogolar Furlan”, incoraggiati “a tenere vivo quello spirito di religiosità, di pace, di giustizia, di concordia, che è sempre stato – ha riconosciuto il Pontefice – alla base della storia della terra friulana”.

    inizio pagina

    Il Papa incontra il presidente del Parlamento di Montenegro

    ◊   Al termine dell’udienza generale, Benedetto XVI ha ricevuto, nell’Auletta dell’Aula Paolo VI, Ranko Krivokapić, presidente del Parlamento di Montenegro, accompagnato da un seguito.

    inizio pagina

    Nomine

    ◊   Benedetto XVI ha nominato arcivescovo metropolita di Mwanza (Tanzania) mons. Jude Thaddaeus Ruwa’ichi, dell’Ordine Francescano dei Frati Minori Cappuccini, finora vescovo di Dodoma e presidente della Conferenza Episcopale di Tanzania.

    Il Papa ha nominato ausiliare dell’arcidiocesi di Porto Alegre (Brasile) padre Jaime Spengler, dell’Ordine Francescano dei Frati Minori, finora guardiano della Fraternità "Bom Jesus da Aldeia" a Campo Largo, nell’arcidiocesi di Curitiba, assegnandogli la sede titolare vescovile di Patara. Padre Jaime Spengler è nato il 6 settembre 1960, a Blumenau, nello Stato di Santa Catarina, nell’omonima diocesi. Ha fatto il postulantato francescano a Guaratinguetá (1981) e il noviziato a Rodeio (1982); ha emesso la professione perpetua nel 1985 ed è stato ordinato sacerdote il 17 novembre 1990.

    Il Santo Padre ha nominato membro del Pontificio Comitato di Scienze Storiche il prof. Claude Prudhomme, docente di Storia Contemporanea all’Università Louis Lumière - Lyon 2 di Lione, in Francia.

    inizio pagina

    Presentata una ricerca sulle staminali cerebrali. Il cardinale Bertone: la scienza al servizio della persona

    ◊   Si è tenuta stamani a Roma presso la Sala San Pio X, una conferenza stampa promossa dalla Fondazione “Casa Sollievo della Sofferenza - Opera di San Pio da Pietrelcina” per lanciare un innovativo progetto di ricerca sulle staminali cerebrali. L’incontro, sul tema “Obiettivo: uomo”, è stato presieduto dal cardinale segretario di Stato, Tarcisio Bertone, che nel suo intervento ha messo l’accento sulla visione integrale della persona, che sempre deve essere rispettata dalla ricerca scientifica e dalla medicina. Il servizio di Alessandro Gisotti:

    La medicina non tralasci mai la “visione integrale della persona, nel rispetto della sua dignità e delle necessità assistenziali, spirituali e relazionali”: è quanto affermato dal cardinale Tarcisio Bertone che ha sottolineato la lungimiranza della “prospettiva strategica” indicata da Padre Pio nell’assistenza e nella cura del malato. Ha così elogiato l’impegno profuso in oltre 50 anni dalla Casa Sollievo della Sofferenza voluta da Padre Pio. Un ospedale, ha detto, non può solo pensare all’innovazione scientifica e tecnologica, ma “dev’essere alimentato dalla virtù della carità evangelica che il Santo si raccomandava di portare sempre al letto dell’ammalato”. Anche la Casa Sollievo della Sofferenza, ha aggiunto, è dunque “chiamata a connotare di significato etico ogni processo di sviluppo delle sue strutture e dei suoi programmi di ricerca”. Un’esigenza, ha detto il porporato che viene ribadita con forza da Benedetto XVI nell’Enciclica “Spe Salvi”:

    “La scienza può contribuire molto all'umanizzazione del mondo e dell'umanità. Essa però può anche distruggere l'uomo e il mondo, se non viene orientata da forze che si trovano al di fuori di essa ... Non è la scienza che redime l'uomo. L'uomo viene redento mediante l'amore”.

    Il cardinale Bertone non ha infine mancato di rivolgere un augurio all’Ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma, recentemente colpito da un grave incendio:

    “Io vorrei mandare anche un saluto bene augurante all’Ospedale Bambino Gesù, anche dopo la vicenda che ha subito. Ma per la grazia di Dio e per la generosità, l’eroismo, di tutto il personale e dei medici, sono state salvate la vite di tutti i bambini. Speriamo possa continuare e riprendere anche rinnovando i reparti”.

    Il ministro italiano della Salute, Ferrucio Fazio, ha sottolineato l’importanza del lavoro svolto dagli istituti ospedalieri religiosi, mentre l’arcivescovo di Manfredonia-Vieste-San Giovanni Rotondo, mons. Michele Castoro, ha ripercorso il cammino straordinario dell’Ospedale voluto da San Pio da Pietrelcina. Nella conferenza, il genetista Angelo Vescovi, direttore scientifico della Casa Sollievo della Sofferenza, ha dunque rivelato i risultati ottenuti nella ricerca sulle cellule staminali cerebrali. Ecco un suo commento ai nostri microfoni:

    "Noi oggi comunichiamo che - sulla base della certificazione rilasciata dall’AIFA - in Italia sono già in produzione delle cellule staminali cerebrali umane che hanno il certificato cosiddetto GMP, che vuol dire, banalmente, che sono cellule che possono già essere utilizzate nei trapianti nell’essere umano, hanno già l’autorizzazione. Vuol dire che per sviluppare terapie per le malattie neurologiche e provarle direttamente sui malati, non parliamo più di anni di ricerca ma parliamo di alcuni mesi e questo dipende dalle risorse a disposizione. Il giro di volta è stato che non siamo più in una fase di ricerca ma stiamo passando alle sperimentazioni. L’ingresso di San Giovanni Rotondo in questa iniziativa, essendo un grande ospedale, permette di capitalizzare sul lavoro fatto fino ad oggi e, quindi, di ampliare il numero delle sperimentazioni perché le staminali cerebrali, in linea di principio, sono utilizzabili praticamente su tutte le patologie neurologiche”.

    Proprio questi risultati dimostrano che fede, scienza ed etica possono ed anzi devono andare d’accordo. A sottolinearlo, nel suo intervento, è stato il vescovo di Terni-Narni-Amelia, mons. Vincenzo Paglia, che presiede l’Associazione “Neurothon” per la ricerca sulle malattie neurodegenerative. Il presule ha raccontato un toccante incontro che sintetizza le speranze riposte in questa innovativa ricerca scientifica:

    “Tre settimane fa mi trovavo a Terni davanti a un malato di SLA. Era immobile, muoveva e muove solo le pupille e mi parlava con due frasi, attraverso la scelta delle lettere con le pupille per formare la frase. Ha scritto: 'per me forse è tardi ma oggi sono contento per altri che forse potranno guarire'”.

    inizio pagina

    Il dicastero per i Migranti: i governi dell’Asia garantiscano i diritti dei senza dimora

    ◊   I governi dell’Asia e dell’Oceania migliorino “le condizioni dei cittadini senza fissa dimora” garantendo loro i “servizi indispensabili”: è l’appello del Pontificio Consiglio per la Pastorale dei Migranti e gli Itineranti, contenuto nelle Raccomandazioni del Primo incontro della Pastorale della strada per l’Asia e Oceania, tenutosi a Bangkok dal 19 al 23 ottobre scorso. Nel documento finale, il dicastero, che ha promosso l’evento assieme all’Ufficio per lo Sviluppo Umano della Federazione delle Conferenze episcopali dell’Asia, invita gli organismi ecclesiali e le comunità cristiane ad offrire il loro sostegno “al miglioramento della vita di donne e bambini sulla strada”. Ancora, si raccomanda una particolare attenzione alla sensibilizzazione degli uomini “sulle atrocità che vengono commesse nei confronti delle donne e dei bambini”. Tutte le comunità cristiane, a partire dalle parrocchie, si legge ancora, “non tralascino alcun tentativo per salvaguardare l’unità, la dignità e la centralità della famiglia, che ne garantiscono l’identità e ne prevengono lo sfaldamento provocato dalla povertà, dalla violenza, dal traffico e dalla tratta di persone umane”. Infine, il documento incoraggia un miglior coordinamento tra il dicastero e gli episcopati dell’Asia nel realizzare specifiche iniziative per venire incontro alle questioni di sicurezza stradale, di coloro che non hanno fissa dimora, delle donne e dei bambini sulla strada, per esempio istituendo la celebrazione della Giornata dell’Asia contro il traffico di persone umane. (A.G.)

    inizio pagina

    Oggi su "L'Osservatore Romano"

    ◊   In un messaggio al G20 di Seoul Benedetto XVI auspica una visione condivisa della dignità umana.

    All’udienza generale il Papa parla del viaggio a Santiago de Compostela e a Barcellona.

    In prima pagina, i cristiani iracheni ancora vittime della violenza: nuovi attentati sferrati a Baghdad. Le dichiarazioni del cardinale Tarcisio Bertone, segretario di Stato.

    Nell’informazione internazionale, in rilievo il Medio Oriente: Israele risponde alle critiche di Stati Uniti e Unione Europea sui nuovi insediamenti.

    L’arte della fuga alla luce della storia del pensiero: Hans-Eberhard Dentler su Johann Sebastian Bach.

    I compagni dell’ultimo viaggio: Fabrizio Bisconti sulle sepolture nei primi secoli del cristianesimo.

    La Sacra Scrittura anima della teologia: stralci dalla prolusione di Bruno Forte, arcivescovo di Chiesti-Vasto, per l’apertura dell’anno accademico alla facoltà di scienze bibliche e archeologiche dell’università di Gerusalemme.

    inizio pagina

    Oggi in Primo Piano



    Bombe contro le case dei cristiani in Iraq: almeno 6 morti

    ◊   In Iraq una nuova serie di attacchi contro abitazioni di cristiani ha provocato la morte di almeno 6 persone. Il bilancio, ancora provvisorio, è stato reso noto dal Ministero della Difesa iracheno. I nuovi attentati seguono di 10 giorni la strage avvenuta il 31 ottobre nella chiesa siro-cattolica di Nostra Signora del Perpetuo Soccorso a Baghdad e costata la vita a decine di persone. Il cardinale segretario di Stato, Tarcisio Bertone, a margine di un convegno a Roma, ha auspicato che le autorità irachene prendano in seria considerazione la situazione dei cristiani, che stanno vivendo una situazione di sofferenza indicibile, così come le comunità cristiane in Pakistan e in altri Paesi. Il servizio di Amedeo Lomonaco:

    Diverse bombe artigianali sono esplose stamani a Baghdad davanti alle abitazioni di fedeli cristiani. Gli attentati hanno preso di mira anche una chiesa, rimasta danneggiata. Ieri sera erano state attaccate altre tre case di cristiani nella capitale provocando il ferimento di tre persone, tra cui un bimbo di quattro mesi. Si tratta di tragici episodi all’indomani anche di nuove, recenti minacce di Al Qaeda che considera “obiettivi legittimi” i fedeli cristiani. Il patriarca di Babilonia dei caldei, cardinale Emmanuel III Delly, ha dichiarato che i terroristi "stanno dando la caccia ai cristiani in ogni quartiere di Baghdad". L’arcivescovo siro-cattolico di Baghdad, Mons. Atanase Matti Shaba Matoka, ha poi detto all’agenzia Fides che “un profondo sconforto” avvolge i fedeli cristiani. “Nonostante i proclami – spiega il presule - il governo non fa nulla per fermare quest’ondata di violenza”. “Sono state colpite famiglie cristiane caldee, siro-cattoliche, assire e di altre confessioni, nel distretto di Doura”. “E’ il terrore – afferma il presule - che bussa alle nostre porte”. “E le famiglie sono sconvolte. Questa non è vita”. L’obiettivo dei terroristi è di cacciare i cristiani dall’Iraq e “ci stanno riuscendo”. Il Paese – sottolinea infatti l’arcivescovo siro-cattolico di Baghdad - è in preda alla distruzione e al terrorismo”. “I cristiani soffrono sempre più e vogliono abbandonare il Paese”. Mons. Atanase Matti Shaba Matoka lancia poi un accorato appello chiedendo “un pronto intervento della comunità internazionale” e supplicando “il Santo Padre e la Chiesa universale a venire in aiuto” della comunità cristiana irachena. “Oggi – conclude il presule - non si può far altro che sperare e pregare, affidando la nostra vita nelle mani di Dio”. Sul versante politico, intanto, il premier uscente Nouri al-Maliki ha visitato ieri la chiesa siro-cattolica di Baghdad, teatro del drammatico attentato dello scorso 31 ottobre ed esortato i cristiani a non abbandonare il Paese. “Faremo il possibile - ha detto – perché la comunità irachena rimanga completa e unita”.

    In Iraq, intanto, si terrà domani a Baghdad una seduta del Parlamento per risolvere la questione della formazione del nuovo governo. Gli attacchi e gli attentati avvengono anche a causa della mancanza di un’adeguata cornice di sicurezza, come sottolinea al microfono di Christopher Altieri il procuratore caldeo a Roma, mons. Philip Najim:

    R. – Sicuramente i terroristi vogliono dimostrare al mondo intero che c’è un vuoto politico in Iraq e non c’è un’unità nazionale all’interno del Paese. Vogliono dimostrare che oggi l’Iraq è incapace, con questa leadership politica, di creare un governo, un governo che si senta responsabile nei confronti del suo popolo, che senta la responsabilità di educare e di assicurare una vita normale al popolo.

    D. – C’è stato in questi ultimi giorni un netto aumento di episodi di violenza contro la comunità cristiana irachena...

    R. – I terroristi cercano sempre di infondere questa paura. Vogliono dimostrare che si tratta di un conflitto tra cristiani e musulmani. Ma non è così. Cristiani e musulmani hanno sempre vissuto insieme, hanno costruito il Paese insieme, hanno costruito il futuro dell’Iraq insieme. I terroristi cercano, anche attraverso i mass media, di creare questa paura e di alimentare una situazione instabile, per dimostrare la debolezza di un Paese ormai caduto in basso dal punto di vista della sicurezza dei suoi cittadini.(ap)

    inizio pagina

    L'economia al centro dei viaggi asiatici di Obama e Cameron

    ◊   Una economia forte è il maggior contributo che gli Stati Uniti possono dare alla ripresa globale. E' quanto afferma il presidente Usa, Barack Obama, in una lettera al G20. Il capo della Casa Bianca, arrivato a Seul per partecipare al summit che inizierà domani, ha quindi invitato i leader a ''fare la loro parte'' per ridurre gli squilibri commerciali. Obama ha visitato nei giorni scorsi Indonesia e India, mentre la prossima tappa del suo viaggio in Asia sarà il Giappone. Intanto, prosegue la visita in Cina del premier britannico David Cameron, che ha incontrato il presidente Hu Jintao: rapporti bilaterali Londra-Pechino in primo piano. Le relazioni economiche con i Paesi dell’Asia sono al centro dunque della visita del presidente statunitense Obama nel Continente e della missione del premier britannico Cameron in Cina. Perché Stati Uniti ed Europa guardano all’Asia? Giada Aquilino lo ha chiesto a Carlo Filippini, esperto di Asia orientale e docente di Economia politica all’Università Bocconi di Milano:

    R. – Ci sono due motivi: un motivo di lungo periodo, nel senso che l’Asia sta crescendo - in particolare la Cina - a grandi passi e sta acquisendo posizioni di preminenza in tutti i campi dell’economia mondiale. Il secondo motivo è di breve periodo. La crisi economica ha indebolito molti Paesi europei e gli Stati Uniti. Una via d’uscita è quella naturalmente di aumentare le esportazioni verso il
    resto del mondo: in questo momento, la Cina e anche altri Paesi asiatici – per esempio l’India – sembrano essere i mercati più promettenti.

    D. - Lo sviluppo dei Paesi asiatici sta, in un certo senso, generando una mutazione strutturale del sistema mondiale?

    R. – Certamente sì. Gli equilibri mondiali si stanno spostando. Si dice che questo sarà il secolo del Pacifico, come quello appena concluso è stato il secolo dell’Atlantico. All’interno dell’Asia, in particolare dell’Asia orientale, la Cina è il Paese di punta, anche se non dobbiamo dimenticare l’India, il Giappone – pur se sembra molto indebolito – la Corea o i dieci Paesi dell’Asean.

    D. – La crisi finanziaria ha colpito anche l’Asia, ma sembra non così gravemente come l’Europa e gli Stati Uniti. Perché?

    R. – Possiamo pensare naturalmente al maggior dinamismo, cioè alla maggiore crescita economica di questi Paesi; possiamo pensare ad un maggior controllo che le autorità monetarie, più in generale le autorità governative, hanno sulla loro economia. Ad esempio, la valuta cinese non è ancora completamente convertibile, quindi il controllo della Banca della Cina sulla quantità di monete in circolazione e, in certa misura, anche sul tasso di cambio è molto più forte di quanto non avvenga in economie di mercato. Inoltre, le cause più specifiche che avevano determinato la crisi negli Stati Uniti - cioè i prestiti non più recuperabili, le sofferenze bancarie e le obbligazioni, o meglio i pacchetti di "obbligazioni avvelenate" - non si sono verificate praticamente in nessuno dei Paesi asiatici, anche se in alcuni - vedi ancora la Cina - vi è il pericolo di una bolla speculativa immobiliare.

    D. – E’ in atto il dibattito su una nuova moneta di interscambio a livello mondiale. Quali sviluppi si prospettano?

    R. – Un fronte immediato è il tentativo di molti Paesi di sostituire il dollaro come, di fatto, unica moneta internazionale. Proprio ieri si è parlato di un ritorno al “gold standard”, cioè a mettere l’oro al centro del sistema monetario internazionale. Su un altro fronte, abbiamo il tentativo, mai avviato da parecchi anni, dei dieci Paesi Asean del Sud-Est asiatico, più Giappone, Corea e Cina, di concretizzare qualcosa che potremmo pensare simile all’Euro o più esattamente agli ultimi 20 - 25 anni di unione monetaria in Europa. Vi sono poi altri aspetti complementari a questi: ad esempio, le manovre monetarie espansive degli Stati Uniti hanno indebolito il dollaro ed è un risultato voluto dagli stessi Stati Uniti, appunto per poter esportare di più. Di fronte a ciò c’è invece la continua richiesta - non solo degli Stati Uniti, ma anche di molti altri Paesi - di una rivalutazione della moneta cinese, lo yuan.

    inizio pagina

    Aumenta l'uso di droghe in Europa: raddoppiano i morti per cocaina

    ◊   Quasi 14 milioni di europei ha provato almeno una volta nella vita cocaina, 75 milioni hanno usato cannabis. E’ la preoccupante sintesi del Rapporto 2010 sull'evoluzione degli stupefacenti in Europa, presentato oggi, in contemporanea, a Lisbona e Roma. Secondo le statistiche dell'Agenzia europea delle droghe, il maggior consumo di “polvere bianca” avviene nel Regno Unito seguito da Spagna e Italia. Drammatico il dato dei morti per cocaina che in un anno è di fatto raddoppiato. Massimiliano Menichetti

    4 milioni di persone usano cannabis tutti i giorni e la stragrande maggioranza, 3 milioni, sono giovani. 14 milioni invece gli europei che hanno consumato cocaina, almeno una volta, nell’arco della propria esistenza. Questi alcuni dei preoccupanti dati del Rapporto sull'evoluzione degli stupefacenti 2010 presentato oggi dall'Agenzia europea delle droghe. Un quadro a tinte scure che vede Gran Bretagna, Spagna, Italia, Danimarca conquistare il primato dei fruitori di morte grazie alla “polvere bianca”. Sul fronte della Cannabis oltre 75 milioni gli europei che l’hanno provata, 23 milioni nell'ultimo anno. Una droga, questa, che è entrata di recente anche nei Paesi dell'Europa orientale in particolare tra cechi, estoni e slovacchi. Ma quali i danni che può provocare? Gianluigi Gessa, direttore dell’Istituto di Farmacologia dell’Università di Cagliari

    “Il numero dei consumatori di cannabis è altissimo. Stiamo praticamente riproducendo ciò che negli Stati Uniti è già avvenuto. Gli effetti sono: dipendenza e una ricaduta negativa sull’apprendimento e la memoria, che sono due attività molto importanti. Anche per i consumatori giovani - gli adolescenti - il pericolo, è documentato, è la tendenza ad estendere il consumo ad altre droghe”.

    In un anno sono aumentate di 1 milione sia le persone che hanno provato la cocaina sia quelle che l'hanno consumata negli ultimi 12 mesi (4 milioni di fruitori). La cocaina continua ad essere, dopo la cannabis, la droga più diffusa nel Vecchio Continente. E grazie a tecniche sempre più sofisticate per nasconderla e spacciarla i consumi crescono indisturbati, ma aumentano anche i morti che nel 2008 sono raddoppiati, passando da cinquecento a mille. Ancora Gianluigi Gessa:

    “La cocaina presa a lungo e in forti dosi può provocare delle psicosi molto simili alla schizofrenia. Produce poi tanti effetti negativi - per esempio l’aggressività - e quindi può essere dannosa, non solo per chi la prende, ma anche per chi circonda il consumatore. A causa della cocaina si può anche morire: di ipertensione, di ictus o di infarto, di convulsioni epilettiche o, anche, di intossicazione acuta”.

    Circa un tossicodipendente ogni cinque ha 40 anni o più, pesante il dato delle morti per eroina, che torna ad essere una droga utilizzata, oltre 6 mila le vittime. A preoccupare anche la continua produzione di nuove sostanze psicoattive (24 in più, quelle catalogate, rispetto al numero registrato nel 2008), e la diffusione su Internet di preparati sintetici non regolamentati, commercializzati come droghe “legali” o “non adatte al consumo umano”. In questo quadro aumenta anche l’età di chi chiede aiuto a strutture specializzate, in media i nuovi utenti hanno 30 anni e nel 70% dei casi sono in possesso di un impiego. Purtroppo però proprio a causa dell’uso di sostanze stupefacenti rischiano anche esclusione sociale e perdita del lavoro. Dati che fanno riflettere e chiedono un continuo impegno sia nel campo della repressione sia in quello della prevenzione anche in relazione ad altre sostanze di cui abbiamo tutt’altra percezione. Ancora Gessa

    "Droghe, altrettanto, o più pericolose della cannabis, vengono consumate in un numero anche forse maggiore: parlo di alcol e tabacco, ovviamente. Su queste abbiamo una sensibilità differente, tant’è vero che vengono addirittura propagandate, per lo meno l’alcol. Ogni anno, circa 290 mila soggetti muoiono di tumore ai polmoni, negli Stati Uniti, a causa del fumo da tabacco. Ogni anno, circa 60 mila persone, negli Stati Uniti, muoiono a causa dell’alcol. Si tratta di alcolisti che in seguito all’assunzione di alcol si ammalano ad esempio di cirrosi epatica. Le ricordo così come per la cocaina, i consumatori di alcool, sono molti, molti di più dei consumatori di tutte le droghe messe insieme. Questa consapevolezza non c’è". (ma)

    inizio pagina

    Conferenza nazionale sulla Famiglia: proposta una "no tax area" in base al numero dei figli

    ◊   Si chiude oggi pomeriggio a Milano la Conferenza sulla Famiglia, organizzata dalla presidenza del Consiglio, che presenterà un piano nazionale. Sono oltre duemila i partecipanti di associazioni, rappresentati di governo e delle amministrazioni. Ieri si sono riuniti contemporaneamente 10 gruppi di lavoro che oggi hanno lanciato le loro proposte su famiglia e fisco, ma anche su asili nido, tv, conciliazione della famiglia con il lavoro. Fulcro del discorso la necessità di politiche familiari adeguate. Intanto in un’intervista a “La Stampa” il presidente dello Ior, Ettore Gotti Tedeschi, propone un patto di stabilità a livello europeo, sul quale abbia il compito di vigilare una Authority centrale. “Ogni Stato – si legge - deve destinare alla famiglia il 2,5% del Pil, e senza un'autorità di controllo la maggioranza dei Paesi resterà inadempiente”. Per Gotti Tedeschi, infatti, “non si esce dalla crisi economica se le famiglie non si rimettono a fare figli”. Il servizio della nostra inviata a Milano, Debora Donnini:

    La famiglia in tutta la sua ricchezza, ma anche in tutte le problematiche che incontra in Italia, a partire da quelle economiche. E soprattutto di fronte alla crisi demografica con una media nazionale di 1,4 figli per donna. Questo il centro della Conferenza di Milano che vuol essere una fucina di idee per dare una proposta concreta, in particolare riguardo il sistema fiscale. Sembra che ci sia sempre più accordo sull’abbandonare il quoziente familiare per puntare sul fattore famiglia che prevede una “no tax area”. Ovvero, in poche parole, prevedere che per calcolare il reddito da tassare venga considerato il numero dei figli a carico. A questo punto se si rientra in una determinata fascia, non si dovrebbe essere tassati. Un sistema che, secondo Donati, direttore dell’Osservatorio nazionale sulla Famiglia, dovrebbe costare 16 miliardi di euro. Qui a Milano viene anche rilanciata dal Movimento per la vita la proposta di legge che si trova presso la camera dei deputati: si chiede che i consultori diventino luoghi dove si aiutano le donne a evitare l’aborto, mentre si propone che solo una struttura sanitaria possa autorizzare l’interruzione volontaria di gravidanza. Dal gruppo media e famiglia arriva la proposta di introduzione di un “marchio di qualità” che attesti il carattere family friendly dei diversi prodotti multimediali. Si propone poi di iscrivere i bambini a un fondo previdenziale. Stamani l’incontro con i sindaci. Il sindaco di Milano Letizia Moratti ha parlato delle necessità di più asili, ma anche dei bonus bebè messi in atto nel capoluogo lombardo. E poi ancora l’esperienza di avanguardia dell’amministrazione locale di Parma creatrice, appunto, del “Quoziente Parma” che ha rimodulato tasse e accesso ad asili, scuole, in base a figli a carico e a situazioni di invalidità. Ma dai gruppi di lavoro sono uscite anche tante problematiche. L'economista Giancarlo Rovati dell'Università' cattolica del Sacro cuore ha diffuso le sue rilevazioni in base a cui 6 famiglie su 100 avrebbero avuto difficoltà, nell’ultimo anno, a fare la spessa tutti i giorni. Il professor Luigi Campiglio ha fatto presente che dal ‘96 a oggi le risorse dedicate dai governi alla famiglia sono diminuite di 11,4 miliardi di euro. E L'Istat oggi ha pubblicato una serie di dati secondo cui la maggior parte del lavoro in famiglia ricade sulle donne: nel 2008-2009 il 76,2% è stato a carico delle mogli. Messa in luce anche la necessità di più asili nido, a fronte di un’evidente disparità fra le regioni italiane. E ancora si chiede più flessibilità per conciliare famiglia e lavoro.

    C’è bisogno dunque di nuove politiche familiari. Tra le proposte quella di una fiscalità che sostenga la famiglia con figli. In Conferenza, al posto del quoziente familiare, l’orientamento appare sempre più rivolto al cosiddetto “fattore famiglia”. Debora Donnini ha chiesto al presidente delle Associazioni familiari, Francesco Belletti, di spiegare in che cosa consiste.

    R. – Il dibattito è molto ricco. Sicuramente questa conferenza ha portato al centro dell’attenzione del governo e del Paese la questione “famiglia”. Finalmente la famiglia è diventata una priorità della nostra agenda e quello che sta succedendo oggi nella Conferenza è che l’identità della famiglia è stata confermata fondata sull’art. 29 della Costituzione. Quindi, su un’identità forte di responsabilità sociale della famiglia: un uomo e una donna sposati regolarmente e che hanno figli. Questo è quel luogo di produzione di capitale sociale di cui il nostro Paese ha bisogno. E la terza questione è che noi con questa definizione possiamo avere politiche esplicite, specifiche di promozione della famiglia e non assistenziali. Questo non significa porre dei criteri di discriminazione verso situazioni di irregolarità familiare: questo significa dire che per le politiche specificatamente familiari occorre un esplicito fondamento dell’art. 29. Per tutti i servizi occorre riconoscere i diritti delle persone. Quindi, sono due questioni non in contraddizione. Oggi, la vera sfida del Paese è riuscire a promuovere il “fare famiglia”.

    D. – Voi avete anche sottolineato l’importanza del fatto che il vostro “fattore famiglia” venga accolto al posto del quoziente familiare. Può spiegarci brevemente perché?

    R. – Il “fattore famiglia”, che è la proposta che il Forum ha lanciato a metà settembre, quindi è molto giovane, è un modello che supera il quoziente familiare, senza rinnegarlo, ma andando ad intercettare le criticità, soprattutto l’accusa di privilegiare i redditi più alti nel beneficio fiscale. Il nostro sistema di no tax area familiare è basato sul numero delle persone. Il criterio di fondo è che noi sosteniamo che i soldi che la famiglia dedica per allevare i propri figli non sono reddito imponibile, ma sono investimento per un bene della società. Quindi, si tratta di restituire equità alla dimensione familiare, non si tratta di chiedere un privilegio per le famiglie e per le famiglie che hanno figli.(ap)

    inizio pagina

    Chiesa e Società



    Parroco in Congo vittima di un omicidio mirato

    ◊   Emergono nuovi particolari sull’uccisione di don Christian Mbusa Bakulene, parroco di Saint Jean-Baptiste de Kanyabayonga, a sud di Butembo, nel territorio di Lubero, nel nord Kivu, nell’est della Repubblica Democratica del Congo. Nel tardo pomeriggio dell’8 novembre - riferisce l'agenzia Fides - don Bakulene stavano rientrando in parrocchia insieme ad un amico, con alcune Bibbie che aveva ritirato da un'altra parrocchia. Sulla via del ritorno la moto sulla quale viaggiava il sacerdote con il suo accompagnatore è stata bloccata da un uomo armato in uniforme militare. Prima di chiedere del denaro, che il parroco non aveva, il malfattore ha domandato: “Chi di voi è il parroco”. Don Bakulene ha risposto “Sono io”. Dopo aver sottratto del denaro all’accompagnatore del sacerdote, il bandito ha ucciso con diversi colpi don Bakulene. Prima della moto di don Bakulene, l’assassino aveva fermato altre motociclette, ai cui occupanti era stata rivolta la stessa domanda: “sei tu il prete?”. Si tratterebbe dunque di un omicidio mirato, mascherato da rapina di strada degenerata in assassinio. L’omicidio del parroco di Kanyabayonga ha suscitato la viva emozione della popolazione e la protesta degli abitanti della regione. L’uccisione è avvenuta infatti non lontano da una base delle Forze Armate Congolesi e la popolazione locale lamenta da tempo la forte situazione di insicurezza, legata, a suo dire, al fatto che i militari congolesi stanziati nella zona, siano gli ex ribelli del Congresso Nazionale per la Difesa del Popolo, che dopo un accordo di pace con Kinshasa sono stati integrati nelle forze armate regolari. Secondo la società civile locale questa integrazione in realtà ha permesso ai ribelli di continuare a depredare la popolazione dell’area in tutta impunità, con indosso le divise dell’esercito nazionale. In alcune aree del territorio di Lubero, la popolazione ha inscenato forme di protesta per chiedere il ritiro dell’esercito dalla zona. Il posto di polizia di Mighobwe è stato saccheggiato, a Kaina, non lontano dal luogo dell’omicidio di don Bakulene, la popolazione ha decretato una “giornata di lutto” . I funerali di don Bakulene si tengono oggi. Il corpo verrà tumulato nel cimitero dei preti diocesani della diocesi di Butembo-Beni di Musienene. Don Christian Mbusa Bakulene era nato a Mundiba-Maboya il 19 gennaio 1968. Ordinato il 21 agosto 1998, era stato nominato parroco di Saint Jean-Baptiste de Kanyabayonga lo scorso settembre. Secondo fonti dell'agenzia Misna, per l'assassinio del sacerdote sarebbero stati arrestati due soldati dell'esercito congolese ma la notizia non è stata ancora confermata. (R.P.)

    inizio pagina

    Il cardinale Bagnasco ad Assisi: i vescovi italiani al servizio del Paese

    ◊   Il presidente della Conferenza episcopale italiana (Cei), cardinale Angelo Bagnasco, celebrando questa mattina la Messa presso la tomba di San Francesco ad Assisi, dove è in corso la 62.ma assemblea generale dei vescovi italiani, ha voluto esprimere una particolare intenzione di preghiera per l’Italia “che amiamo e serviamo lealmente”. “Qualunque parola o gesto nascono sempre e solo dal nostro essere Pastori – ha proseguito il porporato, parlando a nome dei vescovi – con l’intento, anzi con il cogente dovere, di servire nella fedeltà a Gesù e all’uomo nella sua verità piena. Portiamo su questo altare le nostre comunità, conoscendone gioie e speranze, ansie e dolori – ha detto – siamo grati alla nostra gente per quanto ci dona di affetto e di stima, di attenzione e vicinanza: sanno che la Chiesa è mandata dal Signore accanto a tutti per condividere le vicende quotidiane e il loro mondo interiore”. Nel corso dell’omelia, riferisce l’agenzia Sir, il presidente della Cei ha ribadito la “cordiale e grata comunione” dei vescovi italiani a Benedetto XVI, nella convinzione che “quanto più crescono questi vincoli di fede e di amore, tanto più il nostro servizio al Popolo di Dio sarà utile per le anime e la società intera”. I presuli, poi, ha ricordato il cardinale, si sono fatti pellegrini in questo luogo caro alla cristianità. “Pellegrini anche per noi, lo confessiamo: per esprimere e far crescere, immersi nella sorgente eucaristica, la nostra grata e cordiale comunione con il successore di Pietro, perché tanto più crescono questi vincoli di fede e di amore, tanto più il nostro servizio al Popolo di Dio sarà utile e fecondo per le anime e la società intera”. È così, quindi, che i vescovi vogliono tornare nelle loro diocesi, “rinnovati dalla grazia della misericordia e dell’amore che ormai sono accesi per sempre sul cielo del mondo”. Sulla tomba del Poverello di Assisi, “meta di fede e di preghiera per il nostro popolo, punto che affascina giovani e adulti, terra che rigenera fiducia e propositi”, il porporato ha infine voluto ricordare la figura di San Francesco, che “attirava a Dio perché nella sua carne e nella sua vita appariva la grazia della salvezza”, un frate che divenne “spettacolo agli uomini e al mondo, scheggia infuocata dell’amore crocifisso, anticipo di un’umanità nuova perché redenta non certo da una giustizia o da idee proprie, ma dal sangue di Dio”. (A cura di Roberta Barbi)

    inizio pagina

    Messico: i vescovi promuovono il dialogo contro la crisi

    ◊   Mons. Carlos Aguiar Retes, presidente della Conferenza episcopale del Messico e arcivescovo di Tlalnepantla, in una nota consegnata alla stampa ha riassunto i lavori della prima giornata della 90.ma Assemblea plenaria in corso, alla quale partecipano 130 vescovi che guidano le 91 diocesi del Paese. Dopo aver ascoltato le relazioni introduttive, da oggi “i vescovi si occuperanno in particolare di riflettere sulla Missione continentale tenendo presente il contesto del Paese” sul quale i presuli, recentemente, hanno fornito una loro interpretazione con la Lettera pastorale “Cristo la nostra pace e che il Messico abbia una vita degna. Si tratta - precisa mons. Aguiar Retes - di un obiettivo molto importante se si tiene in considerazione la crescita della violenza, fenomeno delicato e complesso, che svela tre delle nostre grandi crisi: quella della legalità, quella dell’indebolimento del tessuto sociale e, infine, quella dei valori”, che si palesa in diversi ambiti: “sociale, culturale, politico ed economico”. Secondo i vescovi del Messico, la realtà del Paese merita una grande attenzione “poiché la società si è molto indebolita” e la crisi ha colpito la convivenza politica e quotidiana, così come la dimensione etica del vivere “e ciò ha causato una progressiva crisi culturale e sociale i cui risultati ed espressioni sono la violenza, la corruzione, la difficoltà di avere giustizia e la lentezza nella realizzazione delle riforme necessarie”. È un male che colpisce tutti e che la Chiesa sente il dovere di richiamare affinché ognuno, tramite un’attiva partecipazione, dia il proprio contributo al superamento dello stato attuale delle cose. “La Chiesa è uno strumento valido ed efficace per promuovere i valori morali che occorrono per raggiungere un miglioramento delle persone e dei cittadini”, ha detto il presidente dell’episcopato, che ha poi assicurato il contributo della comunità ecclesiale: “In questo contesto - scrive mons. Aguiar - la partecipazione della Chiesa è indispensabile per incoraggiare il dialogo, la dignità umana, ma anche la libertà religiosa”. E proprio sulla libertà religiosa il presule ha ribadito che la Chiesa non cerca privilegi, bensì chiede una “cornice giuridica democratica per sviluppare una positiva collaborazione nella risoluzione dei problemi sociali”. (A cura di Luis Badilla)

    inizio pagina

    I vescovi del Venezuela: “Il futuro della nostra società è nella famiglia”

    ◊   “Famiglia, apri il tuo cuore al dialogo e alla riconciliazione”: è questo il titolo della campagna 2010 organizzata dalla Conferenza episcopale del Venezuela in favore del matrimonio e dell’istituzione familiare. La campagna, informa L’Osservatore Romano, è la 20.ma e si chiuderà domenica 14 novembre. I vescovi hanno più volte richiamato l'attenzione delle istituzioni e dei fedeli sulla necessità di conservare i valori dell’educazione: “Il futuro della nostra società —scrivono in una nota — dipende dal rispetto e dalla protezione che viene garantita al matrimonio e alla famiglia”. Numerose sono le attività pastorali programmate nelle varie diocesi per richiamare la partecipazione di movimenti, organizzazioni e gruppi. In alcune, come quella di San Carlos de Venezuela, guidata dal vescovo Tomás Jesús Zárraga Colmenares, le attività proseguiranno per tutto il mese di novembre. Il presidente della Commissione episcopale per la Famiglia e per l’Infanzia e vescovo di Barinas, Ramón Antonio Linares Sandoval, sottolinea che l’iniziativa è incentrata sulla questione della conflittualità delle relazioni all'interno delle famiglie e in rapporto con la realtà esterna. La famiglia, spiega il presule, è “di per sé una comunione di persone, è la scuola più autentica per la diffusione dell'amicizia e del mutuo intendimento. Tuttavia – aggiunge - la scomparsa di questa comunione, a causa del deterioramento della vita economica, sociale, politica e religiosa, prima o poi, colpisce anche le famiglie, che dalle sole riserve morali non possono trarre quella forza necessaria per superare i conflitti, ma necessitano di una cultura e di un ambiente favorevoli, così come di istituzioni pubbliche e private che le accompagnino e le sostengano”. Il Venezuela ha assunto il volto di una società conflittuale, violenta, aggressiva e intollerante ma, puntualizza il presidente della Commissione, “sappiamo che tutto questo non fa parte della nostra cultura”. Dai vescovi giunge, pertanto, l'esortazione al rinnovamento dei cuori per affrontare le sfide disgreganti dei tempi attuali. (C.P.)

    inizio pagina

    Bolivia: i temi dell'educazione e dell’ambiente al centro dell’Assemblea dei vescovi

    ◊   Educazione ed ambiente sono i temi che occupano l'agenda dei vescovi della Bolivia riuniti per la loro 90.ma Assemblea atraordinaria, che si tiene da domani al 16 novembre nella Casa Cardinal Clemente Maurer dell'arcidiocesi di Cochabamba, come annunciato da mons. Eugenio Scarpellini, vescovo ausiliare della diocesi di El Alto e segretario aggiunto della Conferenza episcopale Boliviana. Mons. Scarpellini - riferisce l'agenzia Fides - ha sottolineato in una intervista che "un tema centrale a livello pastorale sarà riflettere sugli orientamenti che, come Pastori, dobbiamo dare ai cristiani di oggi, che vivono nella realtà sociale, economica, politica, familiare e comunitaria”. C’è anche l'intenzione di riflettere sul tema dell'ambiente, dell’ecologia, "da vedere dal punto di vista della nostra fede, in quanto è necessaria una riflessione positiva dei credenti verso la natura e tutto ciò che Dio ci dona", ha spiegato mons. Scarpellini. Il problema dell'educazione farà parte dell’agenda dei lavori, in quanto "proprio adesso che si stanno preparando nuovi approcci educativi nel campo sociale, bisogna riflettere sull'importanza dell'educazione religiosa nella formazione della persona in quanto tale”, ha detto ancora mons. Scarpellini. La Bolivia infatti sta attraversando una situazione particolare, in quanto il governo ha proposto un cambiamento nel sistema educativo nazionale. La definizione degli statuti della nuova struttura della Conferenza episcopale boliviana sarà un altro tema che i vescovi dovranno trattare nell’Assemblea. Questa sarà la seconda volta che i vescovi si riuniscono in Assemblea straordinaria, e per questa opportunità partecipano anche il presidente della Conferenza dei Religiosi, il presidente del Clero diocesano della Bolivia e la Presidente del Consiglio nazionale per i Laici. (R.P.)

    inizio pagina

    Cile: Messa per il Bicentenario al Santuario della Madonna del Carmine

    ◊   Mons. Alejandro Goic, vescovo di Rancagua e presidente della Conferenza episcopale cilena, ha rivolto ieri un invito alla popolazione, in particolare agli abitanti della capitale Santiago, a partecipare in massa alla concelebrazione eucaristica del 21 novembre prossimo, che avrà luogo nel santuario dedicato alla Madonna del Carmine, madre e patrona del Cile. La Messa sarà officiata in occasione delle feste del Bicentenario dell’indipendenza e della nascita della Repubblica, il 18 settembre 1810. “Sarà un momento per ringraziare il Signore per la storia del Paese e per i suoi valori - ha detto mons. Goic parlando con i giornalisti - e per i frutti che ha dato in questi mesi il pellegrinaggio effettuato dalla statua della Vergine Missionaria del Carmine, dono del Santo Padre, che ha percorso il Cile da nord a sud. “Vogliamo riunirci come popolo di Dio attorno al tavolo comune e condiviso dell’Eucaristia - ha proseguito il presule - poiché del Cile tutti noi, suoi figli, vogliamo fare una mensa per tutti. Perciò possiamo dire che si tratta di una preghiera nazionale e corale, per la patria”. Alla celebrazione saranno presenti tutti i vescovi del Cile, delegazioni da tutte le diocesi e le massime autorità della nazione, e soprattutto, è stato l’auspicio di mons. Goic, un’enorme quantità di fedeli, espressione della partecipazione popolare. Gli organizzatori si aspettano almeno centomila cileni e tutto fa pensare che non sarà difficile raggiungere e forse superare questa cifra anche perché il santuario della Madonna del Carmine ha un grandioso piazzale antistante che può raccogliere anche oltre duemila persone. Mons. Héctor Gallardo, vicario episcopale per l’area dove si trova il tempio, ha sottolineato che si pregherà per i doni ricevuti, ma si chiederà anche perdono per gli errori o per i torti che tutti, cattolici e non, così come la stessa comunità ecclesiale, hanno commesso. Padre Carlos Cox, rettore del santuario di Maipù ha infine ricordato che si sta disponendo tutto in modo tale che, oltre alla preghiera, ci sia un momento di festa dopo la Santa Messa: una “festa delle famiglie alla quale sono benvenuti tutti”. (L.B.)

    inizio pagina

    Haiti: l'epidemia di colera è diventata una questione di "sicurezza nazionale"

    ◊   Sta diventando una questione di "sicurezza nazionale", secondo le parole di Gabriel Thimotée, direttore generale del ministero della Sanità, l'epidemia di colera che continua a mietere vittime ad Haiti. L'ultimo bilancio è di 583 morti da metà ottobre, quando sono stati registrati i primi casi, e di circa 9000 pazienti ricoverati. La maggior parte delle vittime - riferisce l'agenzia Misna - erano state finora registrate fuori dalla capitale, nel dipartimento dell'Artibonite, ma una settantina di casi sono ora censiti anche a Port-au-Prince, con un decesso, annunciato dall'Organizzazione non governativa 'Medici senza frontiere' (Msf). Sulle origini della diffusione ad Haiti della malattia, un'infezione intestinale che si contrae soprattutto per ingestione di alimenti o acqua contaminati, è circolata nelle ultime settimane una tesi che vedrebbe coinvolta una base della Missione Onu (Minustah) a Mirebalais, nel centro del Paese, che avrebbe contaminato un fiume. Dopo test di verifica risultati negativi, la Minustah ha respinto ogni accusa ma un avvocato, candidato alle presidenziali del prossimo 28 novembre, Garaudy Laguerre, ha deciso di raccogliere le denunce contro la Minustah delle famiglie di vittime per tentare un ricorso dinanzi ai tribunali. (R.P.)


    inizio pagina

    Angola: nota dei vescovi per i 35 anni di indipendenza

    ◊   L’Angola festeggia domani il 35.mo anniversario dell’indipendenza nazionale. “Di questi 35 anni , 27 sono trascorsi in un clima di guerra e otto in un clima di pace. Nel tempo di guerra, molte ferite sono state aperte nel cuore degli angolani, che, fortunatamente, stanno guarendo. Preghiamo il Signore che questa guarigione sia completa senza pericolo di eventuali ricadute” affermano i vescovi dell’Angola in una nota pastorale pubblicata per l’occasione e ripresa dall'agenzia Fides. “Accogliamo con gioia i progressi registrati in questi otto anni di pace: le vie di comunicazione, di per sé vitali per il progresso, conoscono un miglioramento che fa onore al governo e facilita la vita dei cittadini. In particolare i collegamenti delle periferie con la capitale hanno visto un progresso importante” afferma la nota. “Con non minore gioia, accogliamo con favore le scuole stabilite nei centri municipali e comunali del Paese, così come le strutture sanitarie. Tuttavia - proseguono i vescovi - ci rendiamo conto che occorrono ulteriori progressi. Non solo le scuole, ma anche i servizi sanitari di base devono essere stabiliti nei nostri villaggi, in modo che ogni paziente o anche le stesse partorienti possano ricevere la dovuta attenzione”. Tra gli altri servizi di base che i vescovi ritengono sia opportuno fornire a tutti gli angolani, vi sono l’acqua potabile, l’elettricità e i moderni sistemi di comunicazione. La nota chiede inoltre che sia riconosciuto il contributo della Chiesa nel settore educativo e sociale: “aiutare la Chiesa a ricostruire le sue scuole e le sue infrastrutture sanitarie non è un vero privilegio, è aiutarla a cooperare meglio allo sviluppo del Paese”. I vescovi infine esprimono preoccupazione per l’aumento delle vittime degli incidenti stradali e della violenze domestiche e lanciano un appello per il rispetto dell’ambiente. (R.P.)

    inizio pagina

    A Nairobi la Conferenza dei teologi in Africa

    ◊   “Re-inventare l’Africa”: è stato questo il filo conduttore degli interventi della terza giornata di lavori della Conferenza panafricana dei teologi del continente che prosegue a Nairobi, in Kenya. A 50 anni dall’indipendenza di molti Stati che la compongono e dalla fine del colonialismo, il tema dello sviluppo della Chiesa d’Africa è ancora attuale e su questo ha centrato il suo intervento il vescovo di Grand-Bassam, in Costa d’Avorio, mons. Raymond Ahua. Secondo il presule, infatti, l’impegno ecclesiale deve partire dalla concezione del ruolo della Chiesa stessa e dagli insegnamenti della Chiesa universale, contenuti in documenti come la “Popolorum progressio” o la “Sollecitudo rei socialis”. Fondamentali, a tal proposito, i missionari e la loro attività in favore della promozione umana, della libertà della donna, della lotta alla povertà e della difesa della giustizia. Sulla necessità di salvaguardare l’ecumenismo si è concentrato, invece, il professor Jeissy Mugambi, che ha invitato i cristiani a un’unità che miri allo sviluppo dei vari Paesi. Hariette Danet, docente dell’Istituto san Cipriano di Yaoundé, in Camerun, ha condotto per mano i partecipanti alla riscoperta di due figure fondamentali: san Cipriano, appunto, che ha lottato per l’unità della Chiesa, ed il beato John Henry Newman che ha dimostrato come la Chiesa, quando è legata un’entità territoriale, sia prigioniera. Entrambi costituiscono due modelli di unità per le Chiese d’Africa. Raymond Goudjo, professore del Benin, ha esortato a guardare al futuro e ha evidenziato la necessità di educare i giovani africani alla responsabilità e all’autogestione. Della sfida dell’evangelizzazione ha invece parlato Victor Onwukeme dalla Nigeria, invitando a rivolgere lo sguardo verso le città, che anche il prof. Alain Dosseh del Benin, nel suo intervento, ha definito fondamentali nell’opera di evangelizzazione dei popoli, in quanto qui vengono prese le decisioni politiche e perché spesso i loro abitanti hanno perso il contatto con le proprie radici più profonde. (Da Nairobi, padre Joseph Ballong)

    inizio pagina

    Ambasciata di Francia: onorificenza alla responsabile della redazione francese della Radio Vaticana

    ◊   Romilda Ferrauto, responsabile della redazione francese della Radio Vaticana, ha ricevuto il prestigioso titolo di “Cavaliere dell’Ordine Nazionale del Merito” che le è stato consegnato ieri nel corso di una cerimonia dall’ambasciatore di Francia presso la Santa Sede, Stanislas de Laboulaye. La motivazione del premio è il riconoscimento del servizio professionale svolto dalla giornalista della Radio Vaticana in particolare per la promozione della francofonia: “È impressionante vedere come lo statuto della Radio Vaticana, indipendente dai grandi gruppi della stampa - ha osservato il diplomatico - vi dia la libertà e la possibilità di interpellare le coscienze di noi contemporanei sulle situazioni e i drammi che, senza di voi, tenderemmo a dimenticare o trascurare. La Radio Vaticana è un mondo in miniatura – ha proseguito – come ambasciatore di Francia sono felice di vedere il ruolo fondamentale che la lingua francese vi occupa”. L’ambasciatore ha infine sottolineato come, all’interno di un mondo multiculturale, la Radio Vaticana comunichi una certa idea della Francia, attraverso le sue azioni e il suo comportamento, mostrandone le più alte virtù della generosità e dell’intelligenza. Alla cerimonia hanno partecipato anche il cardinale francese Paul Popard, presidente emerito del Pontificio Consiglio della Cultura e i vertici della nostra emittente: il direttore generale padre Federico Lombardi e il direttore dei Programmi padre Andrea Koprowski. (R.B.)

    inizio pagina

    Budapest: aperta la Conferenza delle Chiese europee sulla lotta alla povertà

    ◊   Si è aperta ieri a Budapest una consultazione internazionale delle Chiese cristiane d’Europa sulla lotta alla povertà. L’incontro è promosso dalla Conferenza delle Chiese Europee (Kek) e dal Consiglio Ecumenico delle Chiese (Wcc), in collaborazione con le chiese in Ungheria. Gli ottanta partecipanti provenienti da 32 Paesi europei, con ospiti da tutto il mondo, stanno riflettendo sul tema "Povertà, ricchezza ed ecologia in Europa". La conferenza - riporta l'agenzia Sir - si è aperta ieri con il discorso inaugurale del metropolita Emmanuel di Francia, presidente della Kek. "Il liberalismo economico che fino ad oggi si è sviluppato per autoregolamentazione, è arrivato al limite della sua espressione. E’ in atto una crisi di valori che pone l'uomo davanti alla sua responsabilità". Le Chiese non possono stare al di fuori di questo processo. “Vi è un ruolo attivo – ha detto il metropolita - che le Chiese devono svolgere per rispondere alle sfide poste dalla società in cui viviamo”, promuovendo “un nuovo stile di vita che sappia sostenere le pressioni dell'economia e del consumismo” sulla base di “un’etica della responsabilità”. Ieri alla Conferenza sono intervenuti anche rappresentanti del governo ungherese nonché il capo della rappresentanza dell’Ungheria presso la Commissione europea, Tamas Szucz, che ha presentato ai partecipanti i programmi dell’Ue sulla lotta alla povertà. La Conferenza si concluderà venerdì prossimo. (R.P.)

    inizio pagina

    I vescovi europei: dopo il viaggio del Papa in Spagna, rilanciare l'evangelizzazione nel continente

    ◊   “È necessario che Dio torni a risuonare gioiosamente sotto i cieli d’Europa”: è quanto si legge in una nota congiunta rilasciata all’agenzia Sir da padre Duarte da Cunha, segretario generale del Consiglio delle Conferenze episcopali d’Europa (Ccee) e padre Piotr Mazurkiewicz, segretario generale della Commissione degli episcopati dell’Unione Europea (Comece). Dopo la sfida posta da Benedetto XVI a Santiago de Compostela, sul contributo che la Chiesa è chiamata a dare in Europa, i due segretari sottolineano quanto sia urgente risvegliare nei cuori le grandi domande sul senso della vita, sul perché l’uomo non è fatto soltanto per le cose caduche, ma si proietta all’infinito. Questo, allora, il contributo che nella logica del servizio può dare la Chiesa al continente: “Avere cura di Dio e avere cura dell’uomo, a partire dalla comprensione che di entrambi ci viene offerta da Gesù Cristo”. (C.P.)

    inizio pagina

    Seoul: al Forum sulla riconciliazione la grave crisi alimentare in Corea del Nord

    ◊   Le recenti alluvioni, le dure politiche messe in atto dal regime di Pyongyang e la riduzione degli aiuti umanitari provenienti dal sud, stanno mettendo in ginocchio la Corea del nord dove, si stima, nei prossimi mesi milioni di persone, soprattutto bambini e anziani, resteranno senza cibo. Nel nord della penisola, infatti, si è registrato un calo di oltre 1.4 tonnellate di riso e altre derrate alimentari a disposizione per l’inverno. Di questo tema, riferisce l'agenzia AsiaNews, si è discusso nei giorni scorsi al V Forum sulla riconciliazione, che si è svolto a Seoul: “Se ignoriamo i nostri fratelli e le nostre sorelle del nord – è stata l’esortazione ai cattolici del vescovo ausiliare della capitale sudcoreana, Andrea Yom Su-jeong, affinché non induriscano il loro cuore - dobbiamo domandarci: siamo veramente cristiani autentici?”. Il vicedirettore del Korea Rural Economic Institute, Kwon Tae-jin, invece, per parte sua, ha suggerito la creazione di sistemi di controllo e trasparenza da imporre al regime di Pyongyang per verificare la reale distribuzione degli aiuti tra la gente. Yang Mun-su dell’Institute for Far Eastern Stuidies all’università di Kyungnam, infine, ha difeso la politica degli aiuti, sottolineando come la parziale interruzione degli stessi dal 2008 abbia generato nel sud un surplus di produzione che ha costretto il governo a sostenere il settore agricolo in crisi. (R.B.)

    inizio pagina

    India: a Jharkhand i fondamentalisti indù vogliono la legge anti-conversione

    ◊   Il governo di Jharkhand, sostenuto dal Rashtriya Swayamsevak Sangh (Rss) e dal Bharatiya Janata Party (Bjp), entrambi fondamentalisti indù, sono pronti a approvare una legge che proibisca nello Stato le conversioni dall'induismo. “Tutti - ha detto all'agenzia AsiaNews padre Stan Kujur, gesuita della provincia di Jameshedpur- dovrebbero unirsi per opporsi a ogni progetto di una legge anticonversione”. I sette Stati indiani che hanno una legge contro le conversioni, nota come “Freedom of Religion Acts” sono: Madhya Pradesh, Chhattisgarh, Orissa, Arunachal Pradesh, Rajasthan, Gujarat and Himachal Pradesh. Le leggi esigono che ogni conversione dall'induismo a un'altra religione venga verificata dal governo per evitare proselitismi, manipolazioni, conversioni dietro ricompense economiche. Non è richiesta la stessa verifica per le conversioni dal cristianesimo o dall'islam all'induismo. Padre Kujur ha detto che professare la propria religione “è un problema di libertà di coscienza” ed è un problema di diritti personali, come è riconosciuto dalla Costituzione indiana. Questo è lo stile della democrazia. “Nessuno deve essere obbligato a professare una religione o un’altra”. Il piano anti-conversione dell’Rss “non è necessario”. "L’attenzione dello Stato dovrebbe focalizzarsi sullo sviluppo e il benessere della gente", ha sottolineato padre Kujur. (R.P.)

    inizio pagina

    Portogallo: in corso la Settimana dei seminari contro il calo degli iscritti

    ◊   Si intitola “Seminario, comunità dei discepoli di Cristo e fratelli nel sacerdozio” la Settimana dei seminari in corso in Portogallo fino a domenica 14 novembre. L’iniziativa parte dalla lettera d’incoraggiamento scritta da Benedetto XVI il 18 ottobre scorso per tutti i seminaristi del mondo. Nel Paese, stando ai dati della Santa Sede riportati dal Sir, il numero dei seminaristi di teologia e filosofia sta progressivamente diminuendo: dai 547 diocesani e religiosi del 2000, si è passati ai 444 del 2008: un calo pari al 19%. Le diocesi che contano un numero maggiore di seminaristi, inoltre, sono Lisbona, Braga, Porto e Funchal, nelle Azzorre. “Desideriamo rivolgere una parola di fiducia a tutti i seminaristi portoghesi – ha detto il presidente della Commissione episcopale delle vocazioni e ministeri (Cevm), António Francisco dos Santos – e testimoniare gratitudine nei confronti di coloro che si dedicano al compito formativo dei seminaristi”. Una parola d’incoraggiamento e speranza per il futuro viene anche da padre João Alves, del Seminario di Santa Joana Princesa di Alveiro: “Il seminarista maturo sia colui che mostrerà la capacità di operare liberamente, avendo acquisito e sviluppato virtù umane e cristiane mediante una capacità di autocontrollo e integrazione delle proprie esperienze e delle diverse pulsioni emotivo-affettive”. (R.B.)

    inizio pagina

    Germania: le congratulazioni dei vescovi al nuovo presidente della Chiesa evangelica

    ◊   In occasione dell’elezione odierna di Nikolaus Schneider quale presidente del Consiglio della Chiesa evangelica tedesca (Ekd), mons. Robert Zollitsch, presidente della Conferenza episcopale tedesca (Dbk), ha diffuso un comunicato, ripreso dall'agenzia Sir, congratulandosi con l'eletto “in unione ecumenica con grande gioia". Mons. Zollitsch ha sottolineato le "ricche esperienze" maturate da Schneider e ha rievocato i precedenti incontri – in particolare durante la seconda giornata ecumenica delle Chiese a Monaco, lodando le qualità di Schneider come "cristiano profondamente radicato nella fede e teologo che conosce le preoccupazioni e le necessità delle persone. Siamo davanti a compiti difficili, da affrontare con grande costanza ed alta competenza teologica”, ha affermato il presidente dei vescovi tedeschi, dicendo di condividere la posizione di Schneider per cui “la comprensione ecumenica non è solo qualcosa che creiamo, bensì qualcosa che ci viene anche donata. Non esiste alternativa all'ecumenismo". "restiamo uniti in questo cammino, continuando il dialogo in modo sincero e costruttivo, come partner di pari grado. La gente in Germania ha bisogno della nostra testimonianza comune", ha concluso mons. Zollitsch. (R.P.)

    inizio pagina

    Hong Kong: è tutto pronto per il seminario sulla Sacra Scrittura in lingua cinese

    ◊   “La Parola di Dio è al centro della formazione cristiana e promuove anche il dialogo interreligioso”: così, alla vigilia dell’apertura del IX seminario dedicato alla Sacra Scrittura in lingua cinese, mons. John Ha Tiong Hock, arcivescovo di Kuching (Malaysia) ed anche esperto biblista, ha sottolineato l’importanza della Sacra Scrittura al Kong Ko Bao (il bollettino diocesano di Hong Kong in versione cinese ripreso dall'agenzia Fides). Organizzato dalla “Federation of Chinese Catholic Biblical Association”, il seminario si terrà nell'arcidiocesi di Kuching da domani al 15 novembre. Durante la sua visita alla diocesi di Hong Kong, mons. John Ha ha sottolineato che “soprattutto nel periodo di formazione in seminario, la Parola di Dio deve essere il centro assoluto. Anche il Sinodo dedicato alla Parola di Dio svoltosi nel 2005 ha sottolineato questa convinzione”. La “Federation of Chinese Catholic Biblical Association” nata ad Hong Kong durante il II seminario sulla Sacra Scrittura in lingua cinese, nel 1990, è composta da personalità del mondo ecclesiale ed esperti della Sacra Scrittura di Taiwan, Hong Kong e Singapore, con l’obiettivo di creare una rete di servizio alla Sacra Scrittura e promuovere la lettura e lo studio della Parola di Dio. Nel luglio dello stesso anno è stato fondato anche il “Centro di Servizio”, per rendere migliore tale servizio. Oggi fanno parte della Federazione anche le comunità cattoliche di Malaysia, Macao, Australia, che a turno ospitano il Seminario che si tiene circa ogni tre anni. (R.P.)

    inizio pagina

    La Libreria Editrice Vaticana pubblica due volumi sul demoniaco e l’arte sacra

    ◊   L’occulto e il demoniaco, il rapporto dell’arte con il sacro in un tempo in cui la fede in Dio e in tutto ciò che è soprannaturale viene messa in crisi dal progresso della scienza e della tecnica: questi i temi “antichi e sempre attuali” al centro dei due volumi del teologo e filosofo Raffaele Pettenuzzo, intitolato “Il demoniaco nell’arte fiamminga” e “La filosofia dell’arte sacra e il tempo perduto”, pubblicati dalla Libreria editrice vaticana (Lev). Verranno presentati domani a Roma nella sala Pio IX del Palazzo san Callisto alle ore 17. Alla presentazione, ricorda il Sir, prenderanno parte il cardinale Georgies Cottier, proteologo, Francesco Buranelli, segretario della Pontificia Commissione dei Beni Culturali della Chiesa e Silvano Petrosino, docente di filosofia morale all’università cattolica di Milano. Modererà don Giuseppe Costa, direttore della Lev, alla presenza del cardinale Raffaele Farina, archivista e bibliotecario di Santa Romana Chiesa, e di mons. Andrea Muggione, arcivescovo metropolita di Benevento. Le due pubblicazioni costituiscono un trattato storico, filosofico e artistico su Enrico Castelli, grande filosofo della religione del ’900. (C.P.)

    inizio pagina

    Si conclude a Roma il giubileo per i 650 anni del Santuario mariano del Lussari, in Friuli

    ◊   “La devozione del Friuli per Maria, Madre vicina, è all’origine del popolo friulano”. Si è espresso così l’arcivescovo di Udine, Andrea Bruno Mazzocato, nell’omelia della celebrazione da lui presieduta oggi a conclusione del giubileo straordinario della Madonna del Monte Lussari. Alla liturgia, svoltasi nella chiesa romana di Santo Spirito in Sassia, era presente anche quella miracolosa statuetta, rinvenuta da un pastore 650 anni fa su una vetta delle Alpi Giulie, a quasi 1800 metri di quota. “La Basilica di Aquileia – ha ricordato mons. Mazzocato - è dedicata all’Assunta e sono tanti i santuari mariani presenti nell’arcidiocesi di Udine, a partire da quello di Castelmonte, il più antico e noto”. Il santuario della Madonna del Lussari, venerata con il titolo di “Regina dei Popoli d’Europa”, sorge nella confluenza di terre abitate dai tre principali ceppi etnici europei: il ladino, il tedesco e lo slavo. Dopo la celebrazione, la miracolosa statuetta è stata portata in processione in Vaticano e Benedetto XVI l’ha voluta al suo fianco durante l’Udienza generale. (A cura di Federico Chiapolino)

    inizio pagina

    Medici per l’Africa Cuamm festeggia i 60 anni con il presidente Napolitano

    ◊   “Storia e futuro”: s’intitola così la giornata di domani che segnerà l’apertura delle celebrazioni per il 60.mo anniversario della fondazione dell’associazione Medici con l’Africa Cuamm di Padova. Domani si terrà il primo momento di festa alla presenza del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, al quale interverranno, tra gli altri, il vescovo di Padova, Antonio Mattiazzo, il rettore dell’ateneo cittadino, Giuseppe Zaccaria, il direttore dell’associazione, don Dante Carraro, e il coordinatore dei progetti di Medici con l’Africa Cuamm in Uganda, Peter Lochoro. Nel corso della giornata, inoltre, comunica il Sir, sarà conferita la laurea honoris causa a mons. Luigi Mazzucato, storico direttore dell’associazione. Nei giorni successivi, poi, si continueranno le celebrazioni con l’inaugurazione della mostra ‘NeraMadre’, l’uscita di un libro che ripercorre i 60 anni di vita, e il lancio di una nuova campagna di raccolta fondi per proiettarsi immediatamente nel futuro. (R.B.)

    inizio pagina

    E' morto il padre orionino Giancarlo Gramolazzo, presidente internazionale degli esorcisti

    ◊   E’ scomparso l’8 novembre scorso, all’età di 65 anni e dopo lo stillicidio di una grave malattia, il religioso orionino, don Giancarlo Gramolazzo, presidente internazionale degli esorcisti. Il suo confratello, mons. Giovanni D’Ercole, vescovo ausiliare de L’Aquila, ha presieduto questa mattina la liturgia esequiale nella parrocchia romana di Ognissanti, concelebrata da una sessantina di sacerdoti alla presenza, oltre che dei familiari e di membri della Congregazione, anche di alcuni esorcisti e rappresentanti dell’Associazione Famiglia dell’Immacolata, fondata dallo stesso don Gramolazzo. Nato ad Ortonovo, in provincia di La Spezia, aveva iniziato all’età di 12 anni il suo cammino vocazionale nella famiglia fondata da san Luigi Orione, nella quale è stato ordinato sacerdote nel 1973. A nemmeno 40 anni viene aggredito da un tumore, che supera con sofferenza e tenacia arrivando a svolgere qualche anno dopo l’incarico di assistente all’Istituto Orfani di Roma-Montemario. Nel 1990, diviene direttore al Piccolo Cottolengo di Monteverde a Roma. Ed è qui che desidera passare gli ultimi giorni, quando la nuova grave malattia gli fa comprendere che la sua vita sta per concludersi. “Don Giancarlo – ricorda una nota del suo Istituto – fu esorcista e si dedicò a questo delicato ministero per oltre 30 anni, divenendo anche presidente internazionale degli esorcisti. Era culturalmente preparato e spiritualmente sensibile, attento ai bisogni del prossimo”. (A.D.C.)

    inizio pagina

    24 Ore nel Mondo



    Israele non ferma il piano costruzioni a Gerusalemme est

    ◊   Il governo israeliano esclude un congelamento o una limitazione delle costruzioni di nuovi alloggi. Ad affermarlo è il segretario di gabinetto israeliano, Tzvi Hauser. L’ufficio del premier, Benjamin Netanyahu, precisa inoltre che lo Stato ebraico “non vede alcun legame tra il processo di pace e la politica di costruzione” degli alloggi. Le dichiarazioni arrivano dopo le critiche della comunità internazionale, seguite all’annuncio dell’edificazione di 1.300 nuovi insediamenti a Gerusalemme est.

    Elezioni in Giordania
    Urne chiuse e spoglio in corso in Giordania, dove si sono svolte ieri le elezioni politiche boicottate dal Fronte islamico del Lavoro, gruppo di opposizione legato ai Fratelli musulmani. Secondo i dati della Commissione elettorale, l’affluenza è stata del 52,9% degli aventi diritto al voto. Viene data per scontata l’ennesima affermazione dei partiti vicini al governo e a re Abdallah.

    Dopo elezioni in Myanmar
    In Myanmar, dove la giunta militare ha proclamato la propria vittoria alle contestate elezioni legislative, il governo di Yangon sembra ora allentare la pressione sugli oppositori del regime che hanno boicottato il voto. Nei prossimi giorni, intanto, dovrebbe essere liberata la Premio Nobel per la pace, Aung San Suu Kyi, leader della Lega Nazionale per la Democrazia. Sull’attendibilità di questa notizia, Giancarlo La Vella ha intervistato il collega, Stefano Vecchia, esperto di Estremo Oriente:

    R. – La liberazione di Aung San Su Kyi era, comunque, già prevista alla scadenza dei suoi arresti domiciliari: 18 mesi che scadono, appunto, sabato 13. E’ probabile che in questo momento il governo cerchi di far passare questa - che era comunque una scadenza prevista - come una concessione alle opposizioni. Le opposizioni non sono disposte, invece, a scommettere sulla liberazione o, se la liberazione, comunque, ci sarà. Sono convinte che ci sarà poi una contromossa del governo per impedire ad Aung san Su Kyi di muoversi liberamente per spiegare ancora una volta ai birmani la differenza fra regime e una democrazia vera.

    D. – E’ in corso la protesta innescata dall’esito del voto. Potrebbe sfociare in qualcosa di più drammatico?

    R. - E’ possibile. In questo momento, a sud ci sono scontri duri tra l’esercito birmano e le milizie fedeli al regime e le milizie, invece, di etnia Karen e di etnia Mon. Gli scontri proseguono e, quindi, c’è un flusso in uscita di profughi da questa zona. E’ difficile prevedere cosa succederà. Un ampliamento del conflitto è prevedibile e, anzi, è previsto dall’opposizione che già da tempo si preparava per questa eventualità.

    D. – L’esodo della popolazione civile verso i Paesi limitrofi potrebbe creare a breve un problema umanitario?

    R. – Certamente, se la situazione dovesse peggiorare dal punto di vista militare l’esodo è scontato. La Thailandia ha già annunciato che non riconoscerà come profughi questi nuovi rifugiati - il Paese già ne ospita un gran numero, almeno, da una ventina d’anni in una decina di campi profughi. Però, sicuramente li accoglierà per ragioni umanitarie per il tempo necessario, se non altro per salvaguardarne l’incolumità. Le organizzazioni umanitarie a ridosso del confine thailandese sono pronte già da settimane per questa evenienza.

    Maltempo in Italia
    L’ondata di maltempo continua ad investire diverse regioni italiane. Nella provincia di Salerno, teatro nel 1998 a Sarno dell’alluvione costata la vita ad almeno 130 persone, molti corsi d’acqua hanno superato gli argini. Oltre 300 persone sono state evacuate da edifici a rischio. L’allarme resta alto anche in Toscana e Sardegna a causa soprattutto delle frane. In Veneto, poi, sono ingenti i danni provocati dalle inondazioni dei giorni scorsi. Ieri, il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, ha incontrato gli amministratori locali, tra i quali il sindaco di Casalserugo, Elisa Venturini, intervistata da Massimiliano Menichetti:

    R. – Abbiamo avuto 153 attività produttive - considerate quelle agricole, quelle artigianali e quelle industriali - che hanno subito danni. La nostra realtà è stata gravemente compromessa, soprattutto riguardo alle attività produttive che il prima possibile devono assolutamente riprendere. Dobbiamo garantire ai nostri imprenditori, ai nostri operai, di poter riprendere le loro attività.

    D. – Casalserugo è uno dei paesi del padovano più colpiti da questa emergenza alluvione: su 5600 abitanti, 420 sono gli evacuati. Qual è adesso la situazione?

    R. – Fortunatamente, l’acqua è stata prosciugata in tutte le vie e adesso c’è una fase di ripristino della normalità. Stanno attivando tutta una serie di attività: bonifiche dei terreni, distribuzione di pasti caldi. I volontari sul territorio stanno dando una mano alle famiglie. Alcune famiglie hanno perso tutto, altre famiglie devono ritornare alla normalità perché non hanno, da un punto di vista psicologico, la forza di reagire. Allora, noi ci stiamo attivando, con la distribuzione di alimenti, di generi di prima necessità, di vestiario, anche con sostegni psicologici, che possano sostenere quanti, in questo momento, fanno fatica a riprendersi.

    D. – Quale è la stima dei danni?

    R. – Ora come ora, in base ad una cifra sommaria, intorno ai 70 milioni di euro. I primi giorni non erano pervenute notizie sul nostro stato e questa è la cosa che forse ci rammarica di più, perché non ci si è resi conto, a livello nazionale, dello stato in cui si versava. Adesso che ci sono i danni, bisogna in qualche modo trovare ristoro.

    D. – Diversi paesi limitrofi sono venuti ad aiutarvi…

    R. – Sì, devo dire che ho avuto molta solidarietà da altri sindaci, i quali mi hanno telefonato e stanno attivando delle raccolte fondi. E dobbiamo dire che la rete del volontariato è grandissima: dalle parrocchie, alle Pro loco e alle varie associazioni, senza dimenticare le istituzioni e le Forze armate. Stanno tutti collaborando veramente al ripristino della normalità. (Panoramica internazionale a cura di Amedeo Lomonaco)

    Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LIV no. 314

    E' possibile ricevere gratuitamente, via posta elettronica, l'edizione quotidiana del Bollettino del Radiogiornale. La richiesta può essere effettuata sulla home page del sito www.radiovaticana.va/italiano.

    inizio pagina