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Sommario del 24/07/2010
◊ “Voi, come i dodici Apostoli, aiuterete Gesù a distribuire quel Pane nelle diverse situazioni della vita”. È uno dei pensieri del Papa sul servizio offerto dai ministranti, più comunemente conosciuti come chierichetti. Tra pochi giorni, il 3 e 4 agosto, a decine di migliaia s’incontreranno a Roma per il decimo pellegrinaggio europeo, promosso dal Coetus internationalis ministrantium. L’evento si realizza ogni quattro anni e vede la presenza di giovani provenienti da 12 nazioni europee, 44 mila solo dalla Germania. Mons. Marco Frisina, direttore dell’Ufficio liturgico del vicariato di Roma, parla della preparazione al pellegrinaggio al microfono di Carla Ferraro:
R. – I ragazzi sono stati non solo preparati spiritualmente ma anche, in qualche modo, liturgicamente a questo incontro. Sono stati preparati anche dei canti, dei momenti spettacolari che possono coinvolgere questi piccoli e preziosi collaboratori nella liturgia. Quindi, sarà sicuramente un momento di grande gioia e anche, credo, di grande preghiera.
D. - In un’Europa sempre più segnata da una dilagante scristianizzazione, che tipo di testimonianza offrono oggi i giovani?
R. - Io credo che come sempre i giovani di ogni generazione hanno bisogno di stimoli forti e allo stesso tempo autentici. Una preghiera intensa, una testimonianza vera, un coinvolgimento di livello profondo, perché i giovani fuggono le cose finte, false, esteriori, ma vogliono cose vere, interiori, entusiasmanti. Quindi, spero che questo segnale che viene proprio dalle nazioni che hanno forse maggior bisogno di essere stimolate, riscaldate dalla testimonianza cristiana sia un segnale di speranza.
D. – Che significato assume per i ministranti il prossimo incontro con il Papa?
R. – Innanzitutto, essendo la maggioranza bambini, credo sarà un’esperienza fortissima perché l’incontro con il Santo Padre diventerà un evento che non dimenticheranno, che coglierà profondamente la loro sensibilità e anche un’occasione grande per ascoltare una parola forte che dia luce anche al loro ministero. Non dimentichiamo che questi giovanissimi sono dei veri collaboratori nella liturgia, quindi possono essere coscienti nella loro giovane età della ricchezza, della preziosità del loro servizio.
D. – L’amicizia è un valore a cui i giovani conferiscono in ogni tempo grande importanza. Che significato danno i chierichetti all’amicizia con Gesù?
R. – Per chi sta vicino all’altare, come fanno questi ministranti, l’amicizia con Gesù diventa proprio naturale e credo fondamentale, ovvero sia sentirsi coinvolti con Gesù nella preghiera della Chiesa. Credo che bisognerebbe proprio valorizzare i ministranti a questo livello, far sentire loro che in questo servizio loro collaborano con il sacerdote, ma direi di più: che collaborano con Gesù in questa offerta d’amore. Compiendo il loro servizio, loro si uniscono, si metteno alla sequela del sacerdote. Poi, soprattutto, diventano anche un testimonianza viva di fede di servizio per i loro coetanei e per l’intero popolo di Dio. L’amicizia con Gesù diventa quindi collaborazione.
◊ Proseguire nel cammino di profonda revisione del carisma dei Legionari di Cristo: è quanto auspica il Papa nella lettera di nomina del Delegato pontificio, mons. Velasio De Paolis, avvenuta lo scorso 9 luglio, e pubblicata sul sito Internet della Congregazione. E’ stato inoltre reso noto il decreto sulle modalità di espletamento dell’ufficio del delegato. Dal canto suo, mons. De Paolis ha indirizzato una lettera ai Legionari di Cristo in cui li invita a non lasciarsi scoraggiare dai tristi eventi del passato ma a guardare con fiducia al futuro. Il servizio di Alessandro Gisotti:
Un cammino di rinnovamento che conduca alla celebrazione di un Capitolo generale straordinario: è quanto scrive Benedetto XVI a mons. Velasio De Paolis nella lettera di nomina a delegato per la Congregazione dei Legionari di Cristo. La recente Visita apostolica alla Congregazione, si legge nella lettera, “ha evidenziato insieme allo zelo sincero ed alla fervente vita religiosa di un gran numero di Membri della Congregazione, la necessità e l’urgenza di un cammino di profonda revisione del carisma dell’Istituto”. Un cammino, annota il Papa, “che non mancherà di portare abbondanti frutti di bene”. Nel decreto sulle modalità di espletamento dell’ufficio del delegato pontificio, a firma del cardinale segretario di Stato, Tarcisio Bertone, si sottolinea che il delegato ha l’incarico di governare l’Istituto religioso a nome del Papa per il tempo necessario a condurlo alla celebrazione di un Capitolo generale straordinario il cui scopo principale sarà la revisione delle Costituzioni. Compito per il quale verrà costituita una commissione. Il delegato, che viene affiancato da quattro consiglieri personali, ha “un’autorità ampia” da esercitare su tutti i superiori “ai diversi livelli” e su tutte le comunità e i singoli religiosi. Tale autorità, viene specificato, “riguarda tutti i problemi propri dell’Istituto”. Sempre il delegato coordina la Visita apostolica al Movimento “Regnum Christi”. Nel decreto si stabilisce, infine che “contro gli atti del delegato pontificio sarà possibile il ricorso al Santo Padre”.
Dal canto suo, mons. De Paolis, in una lettera alla Congregazione, evidenza che “il cammino di rinnovamento non è per mettere in discussione” la vocazione dei Legionari, ma “per riesaminarla in profondità e rinnovare con un nuovo spirito e più intensa partecipazione la propria adesione ad essa”. Si può capire, scrive mons. De Paolis, che “alcuni stiano attraversando momenti difficili ed alcuni abbiano già pensato ad altre strade”. Per questo, “bisogna ritrovare la serenità dello spirito e dell’anima, perché la decisione va presa di fronte a Dio, nella fedeltà a Gesù Cristo”. Il delegato invita dunque i Legionari ad avere pazienza, sicuri che il Papa li vuole incoraggiare nel cammino di rinnovamento. Se la Chiesa non fosse intervenuta, si legge ancora, la Congregazione sarebbe stata minacciata alla sua stessa radice. Il cammino di rinnovamento invocato dal Papa, scrive mons. De Paolis, dovrebbe concludersi “con un impegno di fedeltà rinnovata al Signore nella vita religiosa e sacerdotale, con un patto che rinnovi l’alleanza d’amore” tra i Legionari e il Signore.
◊ Benedetto XVI ha nominato membri della Congregazione delle Cause dei Santi i presuli: mons. Fortunato Baldelli, penitenziere maggiore, mons. Raymond Leo Burke, prefetto del Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica, e mons. Antoni Stankiewicz, decano della Rota Romana.
Nominato il nuovo rettore del Collegio Teutonico in Vaticano
◊ Don Hans-Peter Fischer, sacerdote dell’arcidiocesi di Friburgo in Brisgovia, è il nuovo rettore del Collegio presso il Campo Santo Teutonico in Vaticano e dell’annessa arciconfraternita di Santa Maria. Don Fischer è stato designato ieri a tale ufficio dalla Conferenza episcopale tedesca. Il nuovo rettore succede a mons. Erwin Gatz, della diocesi di Aquisgrana, noto storico della Chiesa, che aveva assunto l’incarico nel 1975. Il passaggio delle consegne tra il nuovo rettore e l’emerito avverrà il prossimo 8 dicembre, solennità dell’Immacolata, Patrona del Collegio e dell’arciconfraternita.
Oggi su "L'Osservatore Romano"
◊ L'uomo a tre dimensioni: in prima pagina, Ettore Gotti Tedeschi su retorica imprenditoriale e delocalizzazione.
Nell'informazione internazionale, un articolo di Pierluigi Natalia dal titolo "La crisi in Somalia questione continentale".
Figlio del tuono: in cultura, Juan Manuel de Prada su San Giacomo apostolo.
La grandezza di Pio XII: Antonio Filipazzi sulla seconda guerra mondiale nel diario di Celso Costantini. Con un articolo di Isabella Farinelli sulla presenza della Chiesa durante il passaggio del fronte a Perugia nell'estate 1944.
Nell'informazione vaticana, la Lettera del Papa al cardinale Marc Ouellet, inviato speciale al quarto centenario del battesimo del gran capo Membertou dei Mik'maq.
La crisi greca, lunedì la visita di funzionari europei per verificare il rispetto dell'austerity
◊ Lunedì prossimo, i funzionari dell’Unione Europea, del Fondo monetario internazionale e della Banca centrale europea arriveranno ad Atene per verificare se il governo greco abbia rispettato il piano di austerity e possa quindi beneficiare di altri nove miliardi di euro di aiuti, dopo la prima tranche di risorse per 20 miliardi già ottenuta. Ottimismo è stato espresso dal ministro delle Finanze ellenico, George Papaconstantinou. Cosa possiamo attenderci a questo punto? Salvatore Sabatino lo ha chiesto a Gianfranco Viesti, docente di Economia applicata presso l’Università di Bari:
R. – Nell’immediato, la speranza è che questi fondi internazionali aiutino il governo greco a stabilizzare il suo debito. Il problema è che – come tutti i Paesi – la Grecia deve rinnovare i titoli di Stato: quelli che scadono li deve rimborsare e venderne degli altri. Con la crisi che c’è stata qualche settimana fa, con le fortissime tensioni sulla Grecia e quindi con il conseguente aumento del tasso di interesse, questo mette molto in difficoltà le finanze elleniche e i fondi internazionali servono proprio a stabilizzare questa situazione. Quello che speriamo è che questa stabilizzazione del debito vada, un po’ alla volta, a regime e che il timore nei confronti della sostenibilità della Grecia si spenga. Questo serve anche a noi, poiché i timori poi si spostano da un Paese all’altro. Rimane, però, un dubbio di fondo: cosa succederà in Grecia nei prossimi due o tre anni? Questa è una "cura" molto energica e se l’economia non cresce, i problemi di finanza pubblica si possono ripetere.
D. – Allargando un po’ la prospettiva all’intera Europa, il Fondo monetario internazionale plaude ai risultati degli "stress-test" sulle banche del Vecchio continente. Si può parlare, secondo lei, di un passo verso il recupero della fiducia degli investitori?
R. – La situazione delle banche è certamente uno dei grandi interrogativi. Abbiamo visto che all’inizio della crisi alcuni istituti di credito – in particolare quelli americani, ma anche nord europei – si sono trovati in bilancio dei titolo spazzatura, che non si sapeva effettivamente quale valore potessero avere, perché erano fatti da parte di altri titoli che a loro volta erano fatti da parte di altri titoli, e che tornavano indietro, arrivavano fino a famosi mutui americani. La pulizia, e quindi lo stress-test, significa andare a controllare a fondo nei bilanci delle banche che non ci siano posizioni dubbie, incagliate o nascoste da qualche parte. La salute delle banche è molto importante, perché la fiducia reciproca fra le istituzioni di credito consente a ciascuna banca di prendere a prestito sul mercato interbancario, quotidianamente, quello che serve e quindi consente un buon funzionamento complessivo del credito. Questo è molto importante, proprio perché quando le banche sono più sicure di rifinanziarsi con questo sistema, sono poi anche più pronte a finanziare l’economia, che è poi la cosa che ci interessa di più.
◊ Un’antica pagina di storia irlandese narra che, attorno al 441, San Patrizio trascorse 40 giorni e 40 notti in Quaresima a Croagh Patrick. Da allora, la montagna è diventata un famoso luogo di pellegrinaggio per gli irlandesi, specialmente per l’ultima domenica di luglio, detta il “Reek Sunday”. A guidare il pellegrinaggio di quest’anno è l’arcivescovo di Tua, mons. Michael Neary, che domattina celebrerà una Messa sulla sommità del Croagh Patrick. La collega della redazione inglese della nostra emittente, Emer McCarthy, ha parlato con il presule alla vigilia di questa importante e sentita tradizione:
R. - The mountain is a great tradition in irish history…
La montagna rappresenta una grande tradizione nella storia dell’Irlanda. E’ una tradizione molto profonda e molto forte nella fede e nel sentire della gente e questo lo si nota mentre si sale. Si trova a circa 800 metri di altezza ed è un percorso molto arduo, specialmente se il tempo non è favorevole. Io non vedo l’ora di iniziare questo nostro pellegrinaggio, che rappresenta un atto di penitenza e di preghiera. Non so cosa singolarmente spinga ciascuno a venire qui, i motivi sono tanti: il bene della nazione, forse per una malattia, per perdita o per un lutto, forse per una difficile situazione familiare. La montagna è una cattedrale naturale dell’est.
D. - Mons. Neary, non possiamo ignorare il fatto che per la Chiesa irlandese, dopo le rivelazioni e il successivo scandalo sugli abusi sessuali da parte di sacerdoti, lo scorso anno sia stato certamente doloroso. Eppure, questo pellegrinaggio vede la partecipazione di migliaia di persone - lo scorso anno sono state stimane in 25 mila. Come spiega questa partecipazione?
R. - Well, I believe…
Credo che questo fatto sia vero. Molte persone hanno perso la fiducia nella Chiesa, nelle promesse politiche e nelle instabili istituzioni del passato. Noi stiamo quindi cercando un significato nuovo, stiamo cercando la speranza, stiamo cercando una “terra solida” da cui ripartire. Io credo che questo pellegrinaggio sia una splendida opportunità per sostenerci in questa nostra ricerca. Le persone che partono non sono certamente le stesse persone che ritorneranno da questo pellegrinaggio.
D. - In particolare, arcivescovo Neary, su cosa chiedete di riflettere ai pellegrini mentre compiono questa salita…
R. - I would like focus on…
Io vorrei focalizzare questo nostro pellegrinaggio sul tema del perdono e del pentimento. Credo che questo possa essere molto importante per cercare di andare avanti e superare questo difficile momento che stiamo vivendo. Forse la Chiesa in passato è stata molto critica, ma Gesù non ci ha chiesto di giudicare o di condannare: Gesù ci invita ad essere lievito nelle nostre comunità. La fede non è il riconoscimento delle nostre colpe, ma rappresenta in realtà la certezza del perdono di Dio.
◊ Sei nuove “smart drugs” (droghe furbe), sono state individuate dall’Osservatorio Fumo Alcool e Droga dell’Istituto superiore di sanità italiano, che ha pubblicato la seconda edizione di un volume dedicato a queste droghe. Vi ha collaborato il ministro della Gioventù, Giorgia Meloni, che sottolinea come per i giovani siano spesso considerate “una facile scorciatoia” per ottenere risultati più brillanti nello studio o nello sport. Ma cosa sono queste “droghe furbe” e perché vengono chiamate così? Debora Donnini lo ha chiesto a Simona Pichini, coordinatrice dell’indagine:
R. - Perché possono sfuggire alla legge e questo per vari motivi: perché non sono state registrate nelle tabelle delle sostanze stupefacenti proibite per legge o perché magari il principio attivo è in queste tabelle, ma non c’è invece la pianta e quindi la pianta si può comprare. Le “smart drugs” sono, infatti, o di origine vegetale o di origine sintetica: quelle di origine vegetale sono rappresentate da foglie secche, radici secche e vengono quasi tutte dal Sudamerica o dall’Africa e hanno all’interno principi psicoattivi. Quelle di origine sintetica sono modificazioni di composti già esistenti, ma hanno una vacanza di legge e quindi possono essere comprate legalmente sul web.
D. - Quali sono i rischi di queste sostanze?
R. - Il rischio è che queste droghe si consumino senza posologia e quindi si rischia una intossicazione. Alcune sono psicoattive, ma altre sono allucinogene e molte possono dare problemi al sistema cardiovascolare e quindi tachicardia, ipertensione. Il rischio più grave è quello di mischiarle insieme e di mischiarle con le droghe legali.
D. - Chi fa ricorso maggiormente a queste droghe e perché?
R. - Fanno ricorso sia i giovani che i giovani adulti, quelli che vogliono cioè provare nuove esperienze. Si tratta di un mercato di nicchia e che nulla ha a che fare con le droghe di abuso convenzionali. Si cerca magari lo “sballo” di una serata, oppure - ad esempio con il "tribulos terrestris" - si cerca di aumentare la massa muscolare: in ogni caso, c’è il tentativo di praticare in modo non naturale scorciatoie e raggiungere certi obiettivi. I rischi sono tutti descritti nel libro, chiaramente.
D. - Lei diceva che queste "droghe furbe" si possono reperire soprattutto sul web. Perché?
R. - Perché in questo modo si possono comprare e ricevere a casa in maniera anonima. Si tratta quindi di un mercato che ha delle scorciatoie. Questi siti web, naturalmente, non sono in Italia e nessuno in realtà sa dove sono, così come nessuno sa dove si trovino i magazzini che contengono questi prodotti. E’ certamente un mercato più facile e che si può tenere più nascosto rispetto ad uno “smart shop” che si trova sulla strada.
◊ Ha da poco compiuto un anno il giornale “Vola”, quindicinale dell’arcidiocesi de L'Aquila, nato il 13 luglio 2009, tre mesi dopo il grave terremoto che ha semidistrutto la città. A dirigerlo è don Claudio Tracanna, responsabile dell’Ufficio Comunicazioni Sociali dell'arcidiocesi e uno dei parroci del capoluogo abruzzese. Pochi giorni fa, l'arcivescovo Giuseppe Molinari aveva detto di essere certo che ‘Vola’, "avendo a cuore la verità e mettendo in rilievo il bene che nonostante tutto c’è nella città e nella chiesa aquilana, contribuisca efficacemente alla crescita della civiltà dell’amore". Al microfono di Fabio Colagrande, don Tracanna commenta le parole di mons. Molinari e traccia un bilancio di 12 mesi di lavoro giornalistico:
R. - Certamente sono parole importanti e per noi anche commoventi. L’arcivescovo è stato tra i primi – ovviamente – ad appoggiare l’iniziativa. Questa parole sono state come un rinnovamento di un incarico che ci aveva dato lo scorso anno, quando ci aveva chiesto di rimettere in piedi un periodico diocesano. Allo stesso tempo, quelle parole sono state uno stimolo per noi a continuare quel sogno nato in una tenda nelle montagne dell’aquilano e in particolare a Lucoli, a Campo Felice. Quel sogno oggi continua.
D. - Il giornale è nato come un giornale di condivisione e quindi all’inizio, in qualche modo, ha fatto eco alla sofferenza dei cittadini aquilani, sempre ed ovviamente con una nota di speranza e di positività, come è giusto che sia in un giornale diocesano…
R. - E’ nato in un momento di frammentazione enorme e molto grave della nostra città. E’ stato, quindi per noi, anzitutto uno strumento di comunione, oltre che ovviamente di comunicazione. Per il futuro, oltre che favorire la comunione all’interno della nostra chiesa e per quanto sia possibile il dialogo con la città – dove non mancano, data la situazione, delle tensioni – vorremmo continuare a testimoniare la speranza, soprattutto la convinzione che si può rinascere. Vogliamo, pur ricordando il dolore e raccontando il dolore della gente, che c’è tuttora, poiché i problemi sono tantissimi, da annunciare quel mattino, quel nuovo giorno, quella nuova città che vogliamo costruire e che vediamo in lontananza.
D. - La Caritas diocesana racconta una realtà che è però ancora estremamente difficile: una città che non riparte economicamente e commercialmente, mancanza del lavoro e così via. Un periodo duro anche per voi sacerdoti...
R. - Sì, molto pesante, seppure sia stato fatto già molto. Il terremoto c’è tutt’oggi: c’è nelle conseguenze che ha provocato.
D. - Voi dovete dare molta speranza alla gente, proprio perché ne ha molto bisogno. Credo che come operatori pastorali abbiate un compito fondamentale…
R. - Cerchiamo di stare accanto alla gente, proprio perché la protesta e le tensioni che ci sono non sfocino in qualcosa di autodistruttivo e che possa quindi più nuocere che far bene alla nostra città. La nostra chiesa, tramite il nostro arcivescovo, ha da sempre appoggiato tutte le legittime richieste della popolazione e dei comitati. E questo perché vogliamo dimostrare questa vicinanza e vogliamo essere realmente vicini alla nostra gente per aiutarli a non cadere nella disperazione. (Montaggio a cura di Maria Brigini)
◊ Nella regione italiana dell'Alto Adige, la questione della segnaletica di montagna esclusivamente in lingua tedesca ha provocato una polemica tra la provincia di Bolzano e il governo italiano. Al ministro delle Regioni, Raffaele Fitto, che ha chiesto di rimuoverle e tutelare il bilinguismo, il presidente altoatesino, Luis Durnwalder, ha risposto con toni molto duti. Massimiliano Menichetti ne ha parlato con Massimo De Leonardis, ordinario di Storia delle relazioni e delle istituzioni internazionali e docente di Storia dei Trattati e Politica Internazionale nell'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano:
R. – Sarebbe il caso di precisare che stiamo parlando di scritte non ufficiali, cioè non messe da enti dello Stato – regione o provincia – ma stiamo parlando di scritte messe dall’equivalente altoatesino del Club Alpino Italiano. Bisogna anche precisare che il presidente della provincia autonoma di Bolzano ammette che sia un errore mettere cartelli con indicazioni esclusivamente in lingua tedesca. Il problema, allora, è capire se queste scritte devono essere tradotte, se dev’essere usato anche il toponimo italiano per località tedesche. Qui si ripresenta, ancora una volta, il vecchio problema storico sorto dopo l’annessione, dopo la Prima Guerra Mondiale.
D. – La Prima Guerra Mondiale segnerà molto queste terre. Una questione che si chiuderà intorno alla fine degli anni Sessanta...
R. – A seguito della Prima Guerra Mondiale, l’Italia ottenne d’inglobare non solo la Provincia di Trento ma anche quella di Bolzano. Era una chiara violazione del principio di nazionalità, che veniva giustificata con la necessità, per l’Italia, di avere una frontiera strategicamente sicura. A seguito della Seconda Guerra Mondiale, siamo riusciti a conservare la frontiera del Brennero. Nel 1946, ci fu l’accordo De Gasperi-Gruber, nel quale lo stesso ministro degli Esteri austriaco accettò che l’Alto Adige restasse territorio italiano purché venisse concessa un’autonomia alla regione. Dopo una serie di passaggi anche piuttosto drammatici – perché non dobbiamo dimenticare che all’inizio degli anni Sessanta si sviluppò un terrorismo altoatesino – si arrivò a degli accordi, il cosiddetto “pacchetto Moro” del 1966, che ampliò molto le tutele e le autonomie per la provincia, perché in Alto Adige l’ente che ha i maggiori poteri non è la regione ma sono le due Provincie autonome.
D. – Dunque, per quanto riguarda la minoranza linguistica in lingua tedesca, non c’è soltanto una questione mera di toponomastica ma anche d’identità...
R. – Certamente. Il Tirolo, dalle due parti della catena delle Alpi, è sempre stata una delle zone di maggiore fedeltà all’impero austriaco e, ancora oggi, sappiamo che è molto diffuso un sentimento nostalgico verso quel tipo di esperienza che era, peraltro, un’esperienza multietnica, multinazionale e multilinguistica.
D. – Qual è il suo auspicio per risolvere questa situazione?
R. – Dobbiamo tenere conto del fatto che, se prendiamo il complesso della provincia, la maggioranza è di lingua tedesca. La provincia, però, fa parte dello Stato italiano e quindi mi sembra evidente che non possano non esserci scritte anche in lingua italiana. Aggiungere la denominazione italiana a termini tipo "lago", "montagna" per località tedesche potrebbe essere una soluzione.
Il commento di padre Bruno Secondin al Vangelo della domenica
◊ Nella 17.ma Domenica del Tempo ordinario, il Vangelo presenta il passo di Luca nel quale i discepoli chiedono a Gesù di insegnargli a pregare. E Gesù, accogliendo la loro richiesta, risponde:
“Quando pregate, dite: Padre, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno…”
Su questo brano del Vangelo, ascoltiamo il commento del padre carmelitano Bruno Secondin, docente di Teologia spirituale alla Pontificia Università Gregoriana:
Doveva essere qualche cosa di affascinante vedere Gesù pregare! Secondo l’evangelista Luca Gesù fa precedere le decisioni importanti dalla preghiera, intensa, a volte per notti intere. Per Gesù il pregare non era un mestiere o una pausa di relax, ma un dialogo misterioso col Padre celeste. Questa volta i discepoli si spingono a chiedere apertamente di conoscere il suo dialogo segreto, vogliono imparare questo dialogo cuore a cuore col Padre.
Rispetto a Matteo, che riporta il Padre Nostro che siamo abituati a recitare, Luca ha una formula più breve, ma nelle cinque domande c’è tutta la sostanza. Infatti abbiamo la lode al nome, il desiderio del regno, la richiesta del pane quotidiano e del perdono dei peccati, e infine l’implorazione nell’ora della tentazione.
Pregare è un’arte, non un mestiere; non una lagna irritante, ma un dialogo fiducioso con Colui che sappiamo che ci ama (come diceva santa Teresa): e perciò la fiducia incoraggia anche l’insistenza. Lo insegnano le due parabole che completano il testo del Vangelo e la vicenda di Abramo della prima lettura. Chi si sente amato dal Padre è anche audace, senza ipocrisia e senza adulazione.
Usa: i vescovi plaudono all’esclusione dell’aborto dall’assicurazione sanitaria
◊ Soddisfazione è stata espressa dal cardinale Daniel Di Nardo, presidente della Commissione Pro-Life della Conferenza episcopale degli Stati Uniti, per la decisione del Dipartimento della salute e dei servizi alla persona di fare un passo indietro ed escludere l’aborto dalle pratiche coperte dal nuovo piano di assicurazione sanitaria finanziato dal governo federale. “Accogliamo con favore questa nuova politica – ha dichiarato il porporato – ma continuiamo ad essere seriamente preoccupati per il fatto che alcuni Stati abbiano approvato piani sanitari in favore dell’aborto e abbiano cominciato ad arruolare pazienti”. Il cardinale si riferisce all’approvazione del nuovo piano di assicurazione per i residenti dello Stato della Pennsylvania, nel quale si prevede una copertura finanziaria pressoché totale dei casi di aborto, tranne quelli esplicitamente riconosciuti come illegali dalla legislazione dello Stato. In seguito, è emerso che anche il New Mexico avrebbe incluso i casi di aborto volontario nella sua copertura assicurativa federale e che si sono già aperte le iscrizioni al programma assicurativo. Questo programma di assicurazione finanziata dal governo federale è stato stabilito dalla riforma sanitaria, che prevede l’erogazione di servizi sanitari a persone prive di assicurazione, ma in possesso di determinati requisiti, fino al 2014. “In questa riforma come in altre, in cui il governo è direttamente coinvolto nelle decisioni che riguardano vite umane innocenti, bisogna che le scelte non restino soggette alla discrezionalità, o alla vigilanza dei movimenti per la vita – ha concluso il porporato – è di vitale importanza per tutte quelle persone che versano in gravi condizioni di salute e che non hanno potuto ottenere una copertura né ricevere l’aiuto offerto da programmi come questo. Bisogna dare loro la certezza che la copertura assicurativa sanitaria sarà orientata all’affermazione del valore della vita, non pericolosa per la vita stessa”. La Conferenza episcopale, inoltre, ribadisce la richiesta al governo di una legge che disciplini in via definitiva la materia. (R.B.)
In Bolivia l'incontro delle Chiese latinoamericane del nord sui temi dei media
◊ Rafforzare l’interscambio di esperienze e il consolidamento della Pastorale della comunicazione per promuovere una cultura della comunicazione ispirata ad Aparecida e ai documenti del Magistero della Chiesa: è questo l’obiettivo dell’incontro che si terrà dal 28 al 30 luglio a Cohchabamba, in Bolivia, tra vescovi e segretari della comunicazione dei Paesi della regione: Colombia, Ecuador, Venezuela, Perù e, appunto, Bolivia. All’incontro, specifica l’agenzia Fides, parteciperanno anche i segretari esecutivi delle Commissioni di comunicazione delle Conferenze episcopali di America Latina e Caraibi. In questi giorni, in Bolivia ricorre anche il nono anniversario della nascita di “Católica Televisión”, l’emittente televisiva che dal 2001 si occupa di annunciare il Vangelo e promuove i valori della vita, della giustizia, del dialogo e della fraternità, affinché la comunicazione sia portatrice del bene comune. Il direttore generale dei mezzi di comunicazione dell’arcivescovado, Próspero Cáceres, ha fatto sapere che presto il segnale della tv verrà ampliato ed esteso ad altre zone del municipio di Sucre, realizzando, così, in prima persona, lo slogan “Un segnale di speranza”. (R.B.)
Save the children denuncia il dramma dei bambini indonesiani detenuti con gli adulti
◊ L’Associazione Save the Children denuncia la gravissima situazione in cui versano migliaia di bambini in Indonesia, reclusi in carcere insieme con gli adulti e, spesso, vittima di abusi. Nel Paese asiatico, infatti, come riporta Fides, l’età minima per la responsabilità penale dei reati è 8 anni, anche per i crimini più banali. La comunità della provincia di Aceh è in prima linea nella lotta alla detenzione dei bambini e sta portando avanti un’opera di sensibilizzazione della popolazione attraverso riunioni tra famiglie e polizia. Solo in questa provincia, nel mese di aprile, erano 66 i bambini in prigione, compresi 29 in attesa di giudizio e 37 già condannati. Nel 2009, nove bambini su dieci sottoposti a processo sono stati chiusi in carcere per scontare la loro pena. È in preparazione, però, un nuovo disegno di legge sulla delinquenza giovanile, che prevede l’innalzamento dell’età minima della responsabilità penale da 8 a 12 anni e la prigione come l’ultima misura da adottare, una volta valutata l’entità dei reati. (R.B.)
Honduras: l’annuale Campagna per l’Infanzia della Chiesa dedicata al valore della vita
◊ È iniziata il 5 luglio e si concluderà alla fine di agosto l’annuale Campagna dell’Infanzia promossa dalla Chiesa cattolica in Honduras. Quest’anno, vi parteciperanno 250 mila bambini, 11 mila sono gli insegnanti coinvolti e 860 le scuole impegnate, come ha annunciato alla Fides il vescovo di San Pedro Sula, mons. Angel Garachana. Il tema proposto per il 2010 è “I valori della vita”: “Attraverso i bambini arriviamo alle famiglie”, ha rivelato il vescovo, sottolineando come questo serva a fare in modo che a dominare non siano la violenza e l’insicurezza, ma piuttosto la fiducia degli uni verso gli altri, per costruire una convivenza pacifica, giusta e serena. In fondo, tutta la crisi dei valori, commenta il presule, la violenza e l’ingiustizia sociale trovano la loro radice ultima nella mancanza di rispetto per il valore sacro della vita e della persona umana. (R.B.)
Australia, molte religiose impegnate nella lotta contro la tratta delle donne
◊ Si è presentata alle Nazioni Unite per denunciare le condizioni delle donne schiave della tratta in alcune città dell’Australia, suor Joan Kennedy, membro dell’"Australian Catholic Religious against trafficking of humans", un’organizzazione religiosa che, come riporta la Fides, si occupa di contrastare il traffico di esseri umani. In seno all’Onu, è stata creata la Commissione per la Convenzione dell’eliminazione della discriminazione contro le donne, che si occupa di verificare che ogni Paese firmatario tenga fede agli impegni previsti. “Le donne vittime della tratta a Sydney e a Melbourne – ha detto la religiosa – sono tornate involontariamente a prostituirsi per pagarsi la casa. Non sanno dove andare a vivere perché non hanno un lavoro e l’unica via, spesso, è questa per avere un guadagno sicuro”. (R.B.)
Spagna: proposta ai monasteri la Giornata di preghiera per le missioni
◊ Una giornata di preghiera al mese dedicata all’opera missionaria universale della Chiesa: è questa la proposta della Pontificia Opera di San Pietro ai monasteri di vita contemplativa in Spagna. Un’esperienza del genere, precisa Fides, in Spagna è già attiva a Madrid, in cui il terzo lunedì di ogni mese si celebra la Giornata di preghiera e di sacrificio per le missioni. Il momento centrale della Giornata è la celebrazione liturgica, a volte arricchita da testimonianze o dalla colletta, se partecipano i fedeli, il cui ricavato sarà destinato a sostenere i progetti delle Pontificie Opere missionarie. Per stimolare le comunità contemplative a celebrare questa giornata, l’Opera di San Pietro invia ogni mese un poster “Chiesa in missione” a ricordo dell’iniziativa e ha preparato una guida liturgica con proposte di testi per la riflessione e gesti che possono essere adattati alla realtà locale, destinati ad accrescere la coscienza missionaria e a dare maggiore impulso alla cooperazione spirituale e materiale con le missioni. (R.B.)
La delegazione di Rondine incontra la comunità cattolica dell’Abkhazia
◊ Il “Viaggio dell’Amicizia” compiuto in questi giorni nel Caucaso da una delegazione di Rondine-Cittadella della Pace, ha toccato ieri l’Abkhazia, dove la comunità cattolica è piccolissima: appena 80 fedeli su un totale di 300 mila abitanti. La maggior parte, inoltre, è costituita da anziani, perché molti giovani sono scappati allo scoppio della guerra tra Russia e Georgia, nel 2008. L’inviato del Sir ha raccolto le parole di padre Jerzy Pilus, sacerdote polacco fidei donum della parrocchia di San Simone Cananeo, che ha ricevuto la delegazione: “Siamo il segno della presenza cattolica tra questo popolo – è la sua testimonianza – sarebbe utile avere una missione popolare, magari fatta da laici, perché abbiamo bisogno di testimoni”. Il religioso, infine, ha raccontato che nella regione, autoproclamatasi autonoma dalla Georgia, la libertà religiosa è garantita, ma ci sono problemi con gli ortodossi, che in questo momento "non hanno il vescovo". (R.B.)
Per i volontari della Caritas, un’estate in mezzo ai terremotati d’Abruzzo
◊ Un’estate di solidarietà è quella che stanno vivendo circa 1500 volontari della Caritas italiana e di altre organizzazioni religiose, provenienti dalle diocesi di tutta Italia, impegnati all’Aquila e nelle altre zone terremotate dell’Abruzzo. Il servizio svolto è principalmente di animazione nei 13 campi organizzati per i bambini, negli alberghi dove sono ancora ospitate molte famiglie e nei centri anziani, ma alcuni si occupano, invece, dei lavori manuali di ristrutturazione e messa in sicurezza delle parrocchie. La vera ricostruzione da operare, però, è quella del tessuto economico dell’area colpita: la Caritas, a questo proposito, ha avviato un progetto con gli istituti di credito, per offrire alle famiglie un sostegno finanziario e tecnico-formativo. Nel contempo, sono stati aperti molti sportelli di ascolto. “I problemi sono quasi sempre di natura economica – è la testimonianza del co-direttore della Caritas diocesana, Ramon Mangili all’Osservatore Romano – ma molto spesso vediamo che, al di là del bisogno materiale, le persone hanno la necessità di sfogarsi e di essere ascoltate”. (R.B.)
Arriva “Evangelizio” per scaricare in 10 lingue il Vangelo del giorno sul telefonino
◊ Si chiama “Evangelizio” la nuova applicazione di piattaforma Android, che da domani sarà disponibile gratuitamente per iPhone e telefoni intelligenti. Il servizio, al quale lavorano 68 volontari in tutto il mondo, consentirà agli utenti di avere accesso a tutte le letture della liturgia cattolica del giorno, ma anche della settimana precedente e della successiva. “Abbiamo pensato a quelle persone che non possono collegarsi in modo costante e che possono sentire la mancanza della Parola di Dio”, ha spiegato la responsabile della versione in spagnolo, Blandine Girardon, attraverso la Zenit. “Evangelizio” è disponibile, infatti, in dieci lingue e include diversi calendari liturgici per il lettore arabo (romano, maronita e melchita), per quello francese e quello inglese, che possono essere tutti configurati dalla medesima applicazione. Il servizio, che comprende anche una pagina di preghiere legate all’attualità della Chiesa, ha già raggiunto 500 mila utenti per posta elettronica, mentre molti altri vi arrivano dal web. “Siamo interessati ad aumentare le lingue del servizio per renderlo accessibile al maggior numero possibile la Parola di Dio – ha aggiunto – in questo senso riceviamo lo stimolo di molti vescovi e del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali”. (R.B.)
I seminaristi dell’Opera Don Guanella aprono un profilo su Facebook
◊ Utilizzare un social network molto diffuso come Facebook per promuovere la condivisione e lo scambio dei vissuti, le proposte, le idee, le competenze e le formazioni: è lo scopo con cui i seminaristi dell’Opera Don Guanella hanno aperto il proprio profilo “Seminaristi guanelliani nel mondo” dedicato ad aspiranti, postulanti, novizi, professi temporanei in prima formazione, formatori delle varie tappe formative, superiori maggiori e incaricati della formazione. “Ci siamo chiesti come poter valorizzare al meglio le risorse della Rete – spiega al Sir il superiore responsabile della formazione, don Domenico Scibetta – al fine di favorire una maggiore e più immediata conoscenza tra coloro che, in realtà geografiche e culturali diverse, ma nell’unico grande carisma di Don Guanella, vivono l’esperienza del seminario nelle varie realtà guanelliane sparse per il mondo”. (R.B.)
Crisi Colombia-Venezuela: Caracas schiera l'esercito
◊ Sale la tensione tra Venezuela e Colombia, in seguito alla decisione del presidente Chavez di rompere i rapporti diplomatici con Bogotà. Le forze armate di Caracas sono in stato d'allerta, dispiegate lungo i 2.200 chilometri di frontiera tra i due Paesi. Intanto, prendono la parola le Conferenze episcopali colombiana e venezuelana, mentre tutta la diplomazia dell’America Latina è impegnata per superare lo stallo. Il servizio di Francesca Ambrogetti:
Il capo dello Stato argentino, Kirchner, ha annunciato che si recherà nei prossimi giorni a Caracas e Bogotá per tentare di avvicinare le posizioni. Anche il presidente brasiliano, Lula da Silva, ha espresso la sua preoccupazione e si è dichiarato disposto a mediare. Un appello alla concordia è giunto dalle autorità della Chiesa dei due Paesi coinvolti nella crisi. Il presidente della Conferenza episcopale colombiana, mons. Rubén Salazar Gómez, ha auspicato che si possano riallacciare rapporti fraterni: “Il Venezuela e la Colombia meritano di vivere in pace”, ha detto. “La situazione è preoccupante, ma le Chiese dei nostri due Paesi possono lavorare insieme per dare una testimonianza di fraternità”, ha affermato, dal canto suo, mons. Ubaldo Ramón Santana Sequera, presidente della Conferenza episcopale venezuelana. Prudente silenzio di Juan Manuel Santos, il presidente eletto della Colombia, che a Panama – seconda tappa del suo viaggio in America Latina – ha detto che non intende parlare della crisi fino al suo insediamento, il 7 agosto. Una data alla quale molti guardano con speranza.
Tensioni Corea del Nord - Stati Uniti
A meno di 24 ore dall’avvio delle grandi esercitazioni navali di Usa e Corea del Sud nelle acque del Mar del Giappone, cresce la tensione nella penisola coreana. Il regime di Pyongyang ha minacciato il ricorso ad una "potente dissuasione nucleare" dopo che il segretario di Stato americano Hillary Clinton aveva invitato, durante il vertice dell’Asean, i Paesi asiatici ad appoggiare le nuove sanzioni decise da Washington. Le operazioni militari di domani sono state criticate anche dalla Cina, che ha messo in guardia la comunità internazionale da prendere ogni azione che possa esasperare le tensioni regionali.
Violenze Afghanistan-Pakistan
Non accenna a placarsi la violenza in Afghanistan e Pakistan. La guerriglia talebana continua sferrare attacchi contro le truppe del contingente internazionale mentre droni statunitensi sono tornati a colpire le roccaforti degli insorti in Pakistan, a ridosso del confine afgano. Il servizio di Marco Guerra:
A quattro giorni dalla Conferenza internazionale sull’Afghanistan, la ribellione talebana torna a mostrare la sua capacità d’azione. Cinque soldati Usa sono rimasti uccisi oggi in due distinti attacchi dinamitardi nel sud del Paese. Dall'1 luglio sono morti 75 i militari stranieri, 53 dei quali statunitensi. Vittime anche tra i civili: stamani, è morto per le ferite riportate il candidato alle elezioni legislative di settembre che ieri aveva subito un attentato nel corso di un comizio nella provincia di Khost. È ancora incerto invece il bilancio degli scontri fra militari dell’Isaf e i talebani nella provincia di Helmand, a seguito del quale fonti afghane parlano di diverse vittime fra la popolazione inerme. La guerriglia sembra quindi tutt’altro che fiaccata dai raid e dai blitz che si susseguono su tutto il territorio. Solo ieri, sei comandanti Talebani sono stati arrestati in un'operazione militare nella provincia di Ghazni. Nuovi bombardamenti si registrano invece nelle aree tribali pakistane al confine con l’Afghanistan. Cinque missili sono stati sparati da un drone statunitense contro un sospetto campo di addestramento nel Waziristan meridionale. Sedici i militanti integralisti uccisi. Secondo fonti di sicurezza pakistane, il campo veniva usato come base per azioni oltre confine contro le truppe della coalizione internazionale. Alla luce della nuova fiammata di violenze, appare lontanissimo l’obiettivo del passaggio di consegne alle autorità di Kabul fissato per il 2014.
Daghestan
Ancora violenze nel Caucaso russo. Almeno sette persone sono state uccise in Daghestan, nelle ultime ore, fra cui quattro ufficiali, un responsabile e due poliziotti. In questi giorni la regione è in fiamme per una serie continua di attentati da parte delle milizie islamiche. Attentati e omicidi avvengono praticamente ogni giorno in Daghestan e in altri Repubbliche caucasiche della Russia.
Iran-Russia
L’Iran ha annunciato la creazione di un fondo di otto milioni di dollari per condurre ricerche “serie” nel campo della fusione nucleare. Intanto, dura reazione di Teheran nei confronti della Russia. Il Cremlino è diventato il portavoce degli Stati Uniti, ha detto il presidente Ahmadinejad che proprio non ha digerito le recenti dichiarazioni critiche del presidente russo Medvedev verso il programma nucleare della Repubblica Islamica.
Medio Oriente - blocco marino Gaza
Dopo essere riuscito a bloccare, una settimana fa, una nave che trasportava aiuti umanitari dalla Libia a Gaza, adesso Israele guarda con preoccupazione ad almeno due navi si stanno preparando a salpare dal Libano. La flottiglia che si sta organizzando per forzare il blocco marino a Gaza “è una provocazione inutile”, ha detto il ministro israeliano della difesa Ehud Barak, spiegando che se le navi libanesi dovessero forzare il blocco, la marina israeliana “non avrà altra scelta che fermarle in mare”. Sulla questione è intervenuta anche l’ambasciatore di Israele presso l’Onu, lanciando un appello ai dirigenti del Libano e alla comunità internazionale “affinchè fermino quelle navi”. Lo Stato ebraico consente l’ingresso di aiuti nella striscia solo via terra.
Marea Nera: l’allarme era disattivato sulla piattaforma
L’ombra dell’errore si allunga sul disastro ecologico della Marea Nera nel Golfo del Messico. Il dispositivo d’allarme installato sulla piattaforma "Deepwater Horizon" era stato disattivato alcuni mesi prima del 20 aprile, giorno in cui si verificò l’incidente all’origine della fuori uscita di petrolio dal pozzo della Bp. Secondo la Transocean, società proprietaria della piattaforma, la disattivazione si sarebbe resa necessaria per far cessare i continui falsi allarmi. Intanto, la tempesta "Bonnie", sta raggiungendo il Golfo del Messico dopo aver attraversato il sud della Florida. Nelle ultime ore, il Centro nazionale Uragani ha fatto sapere che la tempesta sta riacquistando potenza proprio nella direzione in cui si trovano le navi e le circa 2 mila persone impegnate nelle operazioni di bonifica e che da ieri sono state evacuate dalle autorità americane.
Messico narcotraffico
Scoperte nove fosse comuni in Messico, al confine con il Texas. Almeno 38 i corpi carbonizzati emersi nel Nuevo Leon, Stato flagellato dalla guerra fra bande rivali di narcotrafficanti. Gli investigatori ritengono che si tratti di azioni realizzate nelle ultime due settimane.
Olanda
Olanda ancora senza governo a circa un mese e mezzo dal voto politico delle scorso giugno. Il risultato elettorale ha consegnato la vittoria ai liberali Pvv, a scapito dei democristiani Cda del leader uscente Jan Peter Balkenende, ma le trattative per formare un nuovo esecutivo finora hanno sempre dato esito negativo. Il nuovo negoziatore incaricato dalla regina, Ruud Lubbers, negli ultimi giorni è tornato a ipotizzare un accordo che comprenda anche la destra anti-islam di Geert Wilders.
India: pullman precipita in un fiume, almeno 25 morti
Un pullman è precipitato in un fiume nelle regione montuosa dello Stato indiano di Jammu e Kashmir provocando la morte di almeno 25 persone. Lo ha reso noto oggi la polizia locale, precisando che l’incidente è avvenuto la notte scorsa quando il veicolo è precipitato in un burrone di 80 metri. Solo tre i superstiti che si sono salvati saltando fuori dal veicolo. (Panoramica internazionale a cura di Marco Guerra ed Elisa Castelucci)
Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LIV no. 205
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