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Sommario del 05/07/2010

Il Papa e la Santa Sede

  • Benedetto XVI inaugura la centesima fontana nella Città del Vaticano: è dedicata a san Giuseppe
  • Il Papa nel Regno Unito dal 16 al 19 settembre
  • Il dott. Patrizio Polisca nominato direttore di Sanità ed Igiene del Governatorato
  • Altre udienze
  • Intelligenza e fede per essere liberi da mode e conformismi: l'invito del Papa ai giovani di Sulmona
  • Il commento del vescovo di Sulmona: il Papa ha ridato speranza e coraggio
  • Presentato il programma della visita del Papa a Santiago de Compostela
  • Oggi su "L'Osservatore Romano"
  • Oggi in Primo Piano

  • Il liberale Komorowski è il nuovo presidente della Polonia
  • La Turchia minaccia di rompere le relazioni con Israele
  • Famiglie italiane e crisi: in calo le spese alimentari per la prima volta dopo 10 anni
  • Inaugurato a Roma il rinnovato pronto soccorso dell’ospedale Bambino Gesù
  • Chiesa e Società

  • Spagna: i vescovi dicono no all’entrata in vigore della nuova legge sull’aborto
  • Slovenia: cattolici e musulmani bocciano l’equiparazione delle coppie di fatto
  • Nel Kerala un professore cristiano aggredito e mutilato da estremisti islamici
  • India: i sacerdoti chiedono di intensificare l'impegno in favore dei Dalit
  • Sri Lanka: nasce il Tribunale del popolo per gli sfollati della guerra e dello tsunami
  • Myanmar: la neo diocesi di Kalay in prima linea nella difesa dell’etnia Chin
  • In Niger la crisi alimentare è grave: occorre raddoppiare gli aiuti
  • Burundi: giudizio positivo della Chiesa sulla regolarità delle presidenziali
  • Colombia: appello alla pace dal Consiglio Ecumenico delle Chiese
  • El Salvador: no della Chiesa all'obbligo della lettura della Bibbia nelle scuole
  • Bolivia: concluso il primo Congresso Educativo di professori di religione, etica e morale
  • Al via il Congresso missionario dei seminaristi del Brasile
  • Panama: Congresso dei giovani missionari "testimoni dell’amore di Cristo"
  • Malawi: messaggio dei vescovi per la conclusione dell’Anno Sacerdotale
  • Kenya: presentate le Linee guida dei vescovi sulla disciplina sacerdotale
  • Costa d’Avorio: consacrazione di un vescovo Orionino nella diocesi di Grand-Bassam
  • Algeria: l'ordinazione del primo sacerdote agostiniano ad Annaba
  • Aquileia: vescovi di tre Paesi per la festa dei Patroni del Friuli Venezia Giulia
  • Germania: al via a Rust il 7° Campo "giovani per la pace"
  • 24 Ore nel Mondo

  • India: sciopero generale contro il rincaro dei carburanti paralizza il Paese
  • Il Papa e la Santa Sede



    Benedetto XVI inaugura la centesima fontana nella Città del Vaticano: è dedicata a san Giuseppe

    ◊   “Grazie per questo delicato e cortese pensiero!”: così Benedetto XVI inaugurando, stamane, nei Giardini vaticani la nuova fontana, realizzata dal Governatorato, intitolata a San Giuseppe, in omaggio al nome di battesimo del Papa. Il servizio di Roberta Gisotti.

    Si tratta della centesima fontana, ad abbellire la Città del Vaticano, installata “in un contesto naturale – ha sottolineato Benedetto XVI - di singolare bellezza”:

     
    “E’ un’opera che va ad incrementare il patrimonio artistico di questo incantevole spazio verde della Città del Vaticano, ricco di testimonianze storico-artistiche di varie epoche.”

     
    “Uno spazio vitale” – ha aggiunto il Santo Padre - per i miei predecessori e anche per me, “un luogo che volentieri frequento per trascorrere un po’ di tempo in preghiera e in serena distensione”:

     
    “Infatti, non solo i prati, i fiori, le piante, gli alberi, ma anche le torri, le casine, i tempietti, le fontane, le statue e le altre costruzioni fanno di questi Giardini un unicum affascinante”.

     
    Dedicata al padre terreno di Gesù, una “figura cara e vicina al cuore del Popolo di Dio e al mio cuore”, ha confidato Benedetto XVI:

     
    “Questa bella fontana dedicata a san Giuseppe costituisce un simbolico richiamo ai valori della semplicità e dell’umiltà nel compiere quotidianamente la volontà di Dio, valori che hanno contraddistinto la vita silenziosa, ma preziosa del Custode del Redentore”.

     
    La fontana - formata da due grandi vasche ellittiche, di sei e otto metri, digradanti e comunicanti, con al centro una palma - è arricchita da sei formelle bronzee dell’artista bellunese Franco Murer, dedicate ad altrettanti episodi della vita di san Giuseppe, sui quali si è soffermato il Papa. Anzitutto lo ‘sposalizio’ tra Giuseppe e Maria, “un evento umano, ma determinante nella storia della salvezza dell’umanità” - ha ricordato il Papa - con “una connotazione soprannaturale” che i due sposi “accettano con umiltà e fiducia”. Poi il primo ‘sogno’ di Giuseppe, turbato dopo aver scoperto la misteriosa maternità di Maria, dove l’angelo gli fa comprendere ciò che avviene per opera dello Spirito Santo:

     
    “Affidarsi a Dio non significa attuare tutto chiaro secondo i nostri criteri, non significa realizzare ciò che noi abbiamo progettato; affidarsi a Dio vuol dire svuotarsi di sé, rinunciare a se stessi, perché solo chi accetta di perdersi per Dio può essere 'giusto' come san Giuseppe, può conformare, cioè, la propria volontà a quella di Dio e così realizzarsi”.

     
    Quindi la ‘natività’, la ‘fuga in Egitto’, il ritrovamento di Gesù nel tempio, il lavoro di Giuseppe nell’officina di Nazareth, completano la narrazione tratta dai Vangeli di Matteo e Luca.

     
    Benedetto XVI ha ringraziato tutti quanti hanno partecipato a realizzare la nuova fontana, riservando “un pensiero speciale ai coniugi Hintze e al signor Castrignano di Londra, che hanno finanziato l’opera, insieme anche alle Suore del monastero di san Giuseppe di Kyoto e a vari enti pubblici e privati del Trentino.

     
    In questa occasione la Direzione dei Servizi tecnici ha realizzato una collana di tre volumi che illustrano - per la prima volta - le 100 fontane nei viali e nel bosco, nei palazzi e monumenti, nelle piazze e nei Giardini Vaticani.

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    Il Papa nel Regno Unito dal 16 al 19 settembre

    ◊   Accogliendo gli inviti del governo della Regina Elisabetta II e delle Conferenze episcopali cattoliche di Inghilterra-Galles e della Scozia, Benedetto XVI compirà un viaggio apostolico nel Regno Unito dal 16 al 19 settembre prossimi: lo ha reso noto oggi ufficialmente il direttore della Sala Stampa vaticana padre Federico Lombardi. Nel corso del viaggio il Papa farà visita alla Regina nel Palazzo Reale di Holyroodhouse a Edimburgo; quindi, presiederà la celebrazione eucaristica nel Bellahouston Park di Glasgow e incontrerà i rappresentanti del mondo politico, culturale e imprenditoriale nella Westminster Hall. Parteciperà poi ad una celebrazione ecumenica nella Abbazia di Westminster, presiederà la Messa nella Cattedrale di Westminster e la Veglia di preghiera ad Hyde Park, a Londra. Infine, presiederà la celebrazione per il rito di beatificazione del cardinale John Henry Newman nel Cofton Park di Birmingham.

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    Il dott. Patrizio Polisca nominato direttore di Sanità ed Igiene del Governatorato

    ◊   Il Papa ha nominato direttore di Sanità ed Igiene del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano il dottor Patrizio Polisca. Nato l’11 dicembre del 1953 a Petriano, in provincia di Pesaro-Urbino, specialista in cardiologia, anestesia e rianimazione e professore all’Istituto di Cardiochirurgia all’Università romana di Tor Vergata di Roma, è stato cardiologo del Vaticano fin dal pontificato di Giovanni Paolo II, che seguì durante gli ultimi ricoveri al Gemelli. Nel giugno dell’anno scorso era succeduto al dott. Renato Buzzonetti nell’incarico di medico personale del Papa.

    Sempre oggi, Benedetto XVI ha nominato consigliere dello Stato il prof. Giovanni Rocchi.

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    Altre udienze

    ◊   Benedetto XVI ha ricevuto questa mattina in udienza anche il cardinale segretario di Stato Tarcisio Bertone, con i sacerdoti confratelli che celebrano il 50.mo di ordinazione sacerdotale. Ha quindi incontrato Ivan Rebernik, ambasciatore di Slovenia, in visita di congedo.

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    Intelligenza e fede per essere liberi da mode e conformismi: l'invito del Papa ai giovani di Sulmona

    ◊   Distinguete tra problemi concreti e falsi valori: così il Papa ha esortato i giovani a non lasciarsi impoverire dalla cultura consumistica. Lo ha fatto ieri nell’incontro nella cattedrale di Sulmona con i giovani della città. Un ragazzo e una ragazza hanno rivolto un sentito saluto a nome di tutti esprimendo a Benedetto XVI le proprie preoccupazioni per il futuro e confermando di contare sulla guida del Papa. Benedetto XVI li ha invitati a volere bene alla Chiesa. Il servizio della nostra inviata a Sulmona, Fausta Speranza:
     
    Il Papa ha incontrato i giovani nella cattedrale, dove ha pregato nella cripta che ospita in questo anno giubilare le spoglie di Celestino V. Benedetto XVI ha parlato dell’esempio di Celestino V e ha invitato i giovani ad avere chiara l’importanza della fede e dei valori morali:

     
    "Cari giovani! … Mi avete fatto delle domande, con molta franchezza, e, nello stesso tempo, avete dimostrato di avere dei punti fermi, delle convinzioni. E questo è molto importante. Siete ragazzi e ragazze che riflettono, che si interrogano, e che hanno anche il senso della verità e del bene. Sapete, cioè, usare la mente ed il cuore, e questo non è poco! Anzi, direi che è la cosa principale in questo mondo: imparare a usare bene l’intelligenza e la sapienza che Dio ci ha donato! La gente di questa vostra terra, in passato, non aveva molti mezzi per studiare, e nemmeno per affermarsi nella società, ma possedeva ciò che rende veramente ricco un uomo e una donna: la fede e i valori morali. E’ questo che costruisce le persone e la convivenza civile!"
     
    Il Papa ha espresso la gioia di essere tra loro come un padre di famiglia. Ha sottolineato che ci sono ombre che oscurano l’orizzonte, ma ha invitato i giovani a distinguere: ci sono problemi concreti – ha spiegato – ma ci sono anche falsi valori e modelli illusori, che vi vengono proposti e che promettono di riempire la vita, mentre invece la svuotano. Di fronte a ciò, molto può la memoria storica:

     
    "Sì, la memoria storica è veramente una 'marcia in più' nella vita, perché senza memoria non c’è futuro. Una volta si diceva che la storia è maestra di vita! La cultura consumistica attuale tende invece ad appiattire l’uomo sul presente, a fargli perdere il senso del passato, della storia; ma così facendo lo priva anche della capacità di comprendere se stesso, di percepire i problemi, e di costruire il domani. Quindi, cari giovani e care giovani, voglio dirvi: il cristiano è uno che ha buona memoria, che ama la storia e cerca di conoscerla".

     
    A proposito di false illusioni, il Papa, mentre raccomandava la preghiera, ha sottolineato:

     
    "La vera preghiera non è affatto estranea alla realtà. Se pregare vi alienasse, vi togliesse dalla vostra vita reale, state in guardia: non sarebbe vera preghiera! Al contrario, il dialogo con Dio è garanzia di verità, di verità con se stessi e con gli altri, e così di libertà. Stare con Dio, ascoltare la sua Parola, nel Vangelo, nella liturgia della Chiesa, difende dagli abbagli dell’orgoglio e della presunzione, dalle mode e dai conformismi, e dà la forza di essere veramente liberi, anche da certe tentazioni mascherate da cose buone. … Così fu per san Celestino V: egli seppe agire secondo coscienza in obbedienza a Dio, e perciò senza paura e con grande coraggio, anche nei momenti difficili, come quelli legati al suo breve Pontificato, non temendo di perdere la propria dignità, ma sapendo che questa consiste nell’essere nella verità".

     
    Ai giovani che gli hanno detto: “Santità, siamo con lei!”, il Papa ha risposto:

     
    "Cari giovani! Amate le vostre Comunità cristiane, non abbiate paura di impegnarvi a vivere insieme l’esperienza di fede! Vogliate bene alla Chiesa: vi ha dato la fede, vi ha fatto conoscere Cristo! E vogliate bene al vostro Vescovo, ai vostri Sacerdoti: con tutte le nostre debolezze, i sacerdoti: sono presenze preziose nella vita! … Cari giovani, conservate il vostro entusiasmo, la vostra gioia, quella che nasce dall’aver incontrato il Signore e sappiate comunicarla anche ai vostri amici, ai vostri coetanei!".

     
    Prima dell’incontro pubblico con i giovani, ce n’è stato uno ben riservato: è stato l’incontro con la delegazione del carcere di Sulmona, noto come supercarcere di massima sicurezza. Il volto serio del direttore che usciva dalle sale del centro diocesano dove si è svolto l'incontro si è sciolto in un commosso sorriso, poche lapidarie parole alla Radio Vaticana: "E' stato incredibilmente toccante". Poi è apparso il cellulare che ha riportato nella casa di reclusione i 5 detenuti: qualche mano ha salutato fuori dal finestrino. Il cappellano, padre Franco Messori, ci ha raccontato dell’emozione nel momento i cui i carcerati hanno consegnato al Papa il mosaico fatto da loro su un’immagine sacra. Benedetto XVI è rientrato ieri sera in Vaticano, dopo aver lasciato in elicottero la città di Sulmona. A salutarlo a conclusione della giornata di visita c’erano autorità e in particolare tanti bambini. Ricordiamo che ieri mattina nella città abruzzese il Papa aveva celebrato la Messa e recitato l’Angelus in piazza Garibaldi. Aveva inaugurato la casa per sacerdoti anziani e malati che gli è stata intitolata, all’interno del Centro diocesano locale.

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    Il commento del vescovo di Sulmona: il Papa ha ridato speranza e coraggio

    ◊   La concelebrazione eucaristica, l’Angelus, l’incontro con i detenuti e i giovani. L’incoraggiamento a perseguire i valori cristiani per affrontare le ombre del presente e le incertezze del futuro. Sono esortazioni e incontri legati alla visita pastorale di ieri di Benedetto XVI a Sulmona. Su questa visita ascoltiamo, al microfono di Amedeo Lomonaco, il commento del vescovo di Sulmona-Valva, mons. Angelo Spina:

    R. - Il Santo Padre è venuto in mezzo a noi e ha detto soprattutto ai giovani: sono molto contento di incontrarvi. Quindi, nell’Anno Celestiniano ci ha dato parole forti, di incoraggiamento e di speranza. Prima era come se avessimo un’ala. Adesso c’è l’altra ala e, quindi, possiamo volare con la gioia spirituale.

     
    D. - Nella Messa il Papa ha detto che anche a Sulmona non mancano preoccupazioni, problemi dovuti all’incertezza per il futuro. Quale futuro attende adesso la comunità dopo la visita del Santo Padre?

     
    R. - Siamo tutti responsabili, le istituzioni e anche gli imprenditori e ogni cittadino. Qui bisogna dare una risposta non più fatta di promesse ma di certezze. La sfida sarà proprio quella di progettare questo futuro perché tutto questo territorio non venga privato di supporto. Sappiamo che il lavoro è un valore e l’uomo, senza il lavoro, perde la propria dignità.

     
    D. - Sempre rivolgendosi ai giovani, il Papa ha invitato a non cedere ai valori e modelli illusori che non riempiono la vita …

     
    R. - Il Santo Padre ha detto ai giovani: è importante che si abbia la memoria della storia, cioè del passato, del presente e del futuro. Questa cultura che concentra le cose sull’immagine, sull’immediato, poi non crea niente. Lascia soprattutto nei giovani il vuoto. Invece, partire con una cultura della memoria, fondare la vita su solidi valori, significa portarla avanti verso il futuro costruendo un bene. Questo futuro il Santo Padre lo ha fatto vedere alla luce di San Celestino: il futuro è la santità. Ma questo, proprio perché è una via alta, impegna nel presente, a non rinunciare al presente con una radicalità evangelica.

     
    R. - E poi il Pontefice ha chiesto ai giovani di voler bene ai sacerdoti che, nonostante le loro debolezze, sono presenze preziose nella vita …

     
    D. - Il Santo Padre ha chiesto di amare la Chiesa, la Chiesa è nostra madre. Il Santo Padre sta facendo il suo cammino di padre e ci sta dicendo: dove sta l’errore, quell’errore va condannato e va combattuto. Il Papa non nasconde. E’ il Papa della verità, non ha paura di dire la verità. Quindi, la Chiesa deve essere luce, sale e lievito vincendo il male con il bene. Ma se ci sono uomini, donne che sbagliano bisogna guardare a Cristo. La fedeltà a Lui, la fedeltà al Vangelo: questo allontana il peccato e fa bene alla Chiesa.

     
    D. - A proposito di uomini e donne che sbagliano, momento toccante della visita è stato anche l’incontro con i detenuti del carcere di Sulmona, carcere segnato da dolore e sofferenza...

     
    R. - E’ stato un incontro di grande umanità. Incontrando quel gruppo di detenuti, il Santo Padre ha voluto incontrare i detenuti di tutto il mondo. Ha voluto esprimere loro la vicinanza con la preghiera. Ma il Papa ha anche detto: Coraggio! La persona umana nel cammino della vita per le sue fragilità può anche cadere e fare del male. C’è il corso della giustizia, per cui queste persone stanno scontando la loro pena ma questo significa anche che queste persone hanno sempre la loro dignità; vanno trattate come persone e anche con la prospettiva futura di un cuore nuovo, del cambiamento di vita, per un reinserimento sereno nella società e nelle famiglie. E’ stato un gesto altissimo di umanità e di carità evangelica.

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    Presentato il programma della visita del Papa a Santiago de Compostela

    ◊   In Spagna è stato presentato stamani il programma del viaggio apostolico di Benedetto XVI a Santiago de Compostela, previsto il prossimo 6 novembre. La visita proseguirà il giorno successivo a Barcellona. Sul programma del viaggio nella città di San Giacomo, presentato stamani dall’arcivescovo di Santiago, mons. Julián Barrio, ascoltiamo proprio il presule intervistato da Rafael Alvarez Taberner:
     
    R. – Il Papa arriverà a Santiago la mattina e prima di tutto visiterà la cattedrale. Il Santo Padre saluterà poi i pellegrini, nella Piazza dell’Obradoiro. Si recherà quindi a visitare la Tomba dell’Apostolo San Giacomo e quindi si fermerà davanti alla Porta Santa. Andrà poi all’altare maggiore, dove potrà anche vedere il funzionamento del botafumeiro. Dopo il pranzo si terrà l’Eucaristia nella piazza dell’Obradoiro. Finita la Messa, Benedetto XVI ritornerà all’aeroporto per trasferirsi a Barcellona.

     
    D. – Che importanza ha per l’Europa questo pellegrinaggio?

     
    R. – E’ molto importante. E’ la prima volta che un Papa si reca a Santiago nell’Anno Santo compostelano per compiere specificamente questo pellegrinaggio. Papa Giovanni Paolo II è venuto nell’’82, ma in questa occasione Benedetto XVI viene soltanto per partecipare a questo Anno Santo compostelano. E per questo pellegrinaggio eccezionale, di un pellegrino così importante, così speciale, com’è il Santo Padre, vorrei ringraziare veramente il Signore e anche il Santo Padre.

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    Oggi su "L'Osservatore Romano"

    ◊   Il realismo del Papa: in prima pagina, un editoriale del direttore sulla visita di Benedetto XVI a Sulmona.

    Nell’informazione religiosa, l’inaugurazione della centesima fontana dei Giardini Vaticani.

    In rilievo, nell’informazione internazionale, la Polonia: Bronislaw Komorowski eletto nuovo presidente.

    Il 6 luglio 1535, Thomas More veniva giustiziato a Londra sotto il regno di Enrico VIII: in cultura, la conferenza, a Roma, dell’arcivescovo Jean-Louis Bruguès , segretario della Congregazione per l’Educazione Cattolica. Con un articolo di Inos Biffi dal titolo “Niente paura, ci basta la verità”.

    Per favore parlate male di me: Sandro Barbagallo intervista il critico Gillo Dorfles.

    Un architetto all’insegna del sorriso: Paolo Portoghesi ricorda Carlo Aymonino.

    Appunti dal mondiale, in attesa delle semifinali: gli articoli di Sandro Mazzola “Il fallimento dei grandi solisti” e Damiano Tommasi “Stadi in lacrime nel destino dell’Uruguay”.

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    Oggi in Primo Piano



    Il liberale Komorowski è il nuovo presidente della Polonia

    ◊   Il liberale Bronislaw Komorowski è il nuovo presidente della Polonia. Il verdetto quasi definitivo delle urne non lascia spazio a dubbi con oltre il 95% delle schede scrutinate. Komorowski, alleato del primo ministro, l'europeista Donald Tusk, ha ottenuto il 52,63% dei voti contro il 47,37% di Jaroslaw Kaczynski, fratello dell’ex presidente Lech Kaczynski, morto lo scorso 10 aprile in un incidente aereo in Russia. Un’elezione che per molti analisti rappresenta una svolta nell’indirizzo politico della Polonia alle prese con un vasto piano di riforme. Stefano Leszczynski ha intervistato Taddeusz Konopka, corrispondente dell’Ansa da Varsavia.
     
    R. – Bronislaw Komorowski è un candidato della stessa formazione politica del premier e quindi si pensa che le riforme necessarie di ammodernamento dello Stato possano essere continuate nei prossimi cinque anni – tanto dura il mandato del presidente –, a meno che non ci sarà un’altra scelta nelle elezioni politiche che dovrebbero svolgersi l’anno prossimo.

     
    D. – Qual è la carta d'identità del nuovo presidente?

     
    R. – Komorowski è un uomo che ha radici nella svolta democratica in Polonia, avendo condiviso tutte le scelte fatte dopo l’89, e cioè l’adesione all’Unione Europea, l’adesione al Patto atlantico, l’apertura al mondo, il ristabilimento dei rapporti con la Chiesa …

     
    D. – Quanto ha contato effettivamente questa posizione filo-europeista nella sua vittoria?

     
    R. – Sicuramente, per una parte degli elettori il fatto che lui sia uno dei protagonisti dell’avvicinamento della Polonia all’Europa, è stato molto importante. La sua candidatura è stata sostenuta soprattutto dalle generazioni più giovani, quindi da studenti, da giovani che non hanno gli stessi legami delle generazioni nate ancora sotto il comunismo.

     
    D. – Si può dire tuttavia che il partito di Kaczynski non è stato sconfitto a queste elezioni? Insomma: le ha perse ma comunque si è affermato piuttosto bene …

     
    R. – Il partito esce da questa campagna elettorale delle presidenziali molto rafforzato: ha guadagnato le preferenze di quasi esattamente la metà della popolazione; quindi, torna ad essere una forza politica riconosciuta, sostenuta da una parte della società, quella che è andata a votare, e certamente in questo modo si è assicurato un ruolo importante nel futuro panorama politico polacco.

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    La Turchia minaccia di rompere le relazioni con Israele

    ◊   Si accentua la crisi tra Israele e Turchia provocata dal blitz contro la flottiglia di attivisti pro Gaza, che il 31 maggio costò la vita a nove cittadini turchi. Mentre lo Stato ebraico - dopo le pressioni internazionali - ha annunciato di aver preparato la lista delle merci il cui ingresso, per motivi di sicurezza, non sarà ancora consentito nella Striscia di Gaza, il ministro degli Esteri di Ankara, Ahmet Davutoglu, ha annunciato che il governo del premier Tayyip Erdogan romperà le relazioni in caso di mancate scuse da parte dello Stato ebraico, dando comunque il via libera alla chiusura degli spazi aerei turchi per i voli militari israeliani. Il premier israeliano Benjamin Netanyahu, in un comunicato, ha fatto sapere di non cambiare la propria linea. Sulle dichiarazioni della Turchia, ascoltiamo il prof. Michelguglielmo Torri, esperto di questioni mediorientali dell’Università di Torino, intervistato da Giada Aquilino:
     
    R. – E’ un’iniziativa che si pone in una nuova politica che ormai la Turchia sta intraprendendo da alcuni anni: è una politica caratterizzata dalla sempre maggiore attenzione ai Paesi arabi dell’area mediorientale e nei confronti dell’Iran. C’è stata negli ultimi anni una presa di distanza dalle posizioni filoisraeliane e appunto l’emergere di questa nuova linea, che alcuni definiscono politica "neo-ottomana". Si tratta di una svolta importante, perché i rapporti tra Turchia e Paesi arabi, negli ultimi decenni, non sono stati particolarmente caldi, mentre si era sviluppato un rapporto molto forte tra la Turchia e lo Stato di Israele. Quello che sta avvenendo ora è una svolta, perché Israele perde il suo alleato più importante nell’area mediorientale.

     
    D. – Quale potrebbe essere allora la linea di Israele, a questo punto?

     
    R. – Israele sta su questa strada, perché è incapace di rinunciare al piano di progressiva colonizzazione della Cisgiordania e di eliminazione di ogni resistenza politica da parte del popolo palestinese. Del resto, la politica d’Israele continua a basarsi essenzialmente sull’assoluto predominio militare nei confronti degli Stati vicini ed è una politica che si basa ed è resa possibile dall’appoggio che viene soprattutto dagli Stati Uniti d’America. E’ vero che l’attuale presidente è su posizioni più distaccate riguardo allo Stato d’Israele, rispetto alla gran parte dei presidenti precedenti; ma si è capito, in questo periodo in cui Obama è stato al potere, che sembra non avere la forza politica per affrontare le lobby filoisraeliane presenti negli Stati Uniti.

     
    D. – Proprio nelle prossime ore ci sarà l’incontro tra Obama e Netanyahu, alla Casa Bianca. Al centro dei colloqui è prevista la discussione sugli insediamenti a Gerusalemme Est. Che tipo d’incontro sarà?

     
    R. – Un incontro non facile. Entrambi i leader corrono il rischio di perdere la faccia se dovessero fare marcia indietro rispetto alle proprie posizioni. Netanyahu ha giocato tutto sulla continuazione a pieno regime della colonizzazione in Cisgiordania e soprattutto a Gerusalemme Est. Obama, in una serie di occasioni, ha fatto intendere il proprio scontento nei confronti di questo tipo di politica.

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    Famiglie italiane e crisi: in calo le spese alimentari per la prima volta dopo 10 anni

    ◊   Crollano nel 2009 i consumi delle famiglie italiane. La spesa media mensile per famiglia lo scorso anno è stata pari a 2.442 euro con un calo dell’1,7% rispetto al 2008. E’ la fotografia scattata dal rapporto Istat, secondo cui per metà delle famiglie la spesa mensile è al di sotto dei 2mila euro. In calo in particolare i consumi di cibo e di bevande, mentre è stabile la spesa non alimentare. Diminuiscono i consumi per servizi sanitari, tabacchi, comunicazioni ed è in aumento la spesa per combustibili ed energia. Linda Giannattasio ha chiesto un commento dei dati a Francesco Belletti, presidente del Forum delle associazioni familiari.
     
    R. - Si conferma quello che gli osservatori più attenti dicevano a metà 2009, cioè che la crisi si sarebbe concretizzata molto più avanti rispetto ai segnali di ripresa economica. Quindi, le famiglie sono affaticate dalla crisi economica per un periodo maggiore e oggi arrivano anche minori protezioni sociali e comincia ad esserci veramente una criticità economica per le nostre famiglie.

     
    D. - La spesa non alimentare risulta stabile mentre è diminuita del 3 per cento rispetto al 2008 la spesa media per cibo e bevande. Come si legge un taglio proprio sui beni primari?

     
    R. - Andiamo a incidere su costi che sono indispensabili. C’è un anche un grosso lavoro di educazione che le nostre famiglie devono fare.

     
    D. - Un numero sempre più in crescita di famiglie dichiara di sacrificare la quantità ma anche la qualità dei prodotti alimentari acquistati. Ci si rivolge sempre di più al discount. Quindi, come si sta affrontando la crisi?

     
    R. - La preoccupazione è molto alta perché si tratta anche di un investimento in salute che viene meno. Ovviamente per una famiglia in difficoltà economica il discount è una grande opportunità ma tutti sappiamo che si perde in qualità. Qui c’è un’emergenza forte. Il nostro Paese dovrebbe veramente mettere a tema i consumi delle famiglie, perché perdere in consumi alimentari significa denunciare povertà.

     
    D. - Per quanto riguarda il capitolo casa, denuncia l’Istat, il mutuo rappresenta poi una spesa in crescita per le famiglie...

     
    R. - Di fatto il mattone è il fattore di garanzia e di protezione delle famiglie italiane. E’ stato un bene rifugio ma dobbiamo ringraziare il Cielo visto quello che è successo a chi ha risparmiato in investimenti finanziari.

     
    D. - Come si possono sostenere le famiglie?

     
    R. - Come Forum delle associazioni familiari chiediamo politiche forti di promozione delle famiglie con figli. Si tratta di investire su chi si trova ad avere una riduzione di reddito del 20, 25 per cento alla nascita del figlio. Questo è inaccettabile. Bisogna che il figlio sia riconosciuto come un valore sociale e allora sostenerle. In questo caso rimetteremmo subito moneta fresca nel consumo perché le famiglie con figli stanno riducendo i consumi. Se vogliamo rimettere in movimento l’economia certamente dobbiamo restituire potere d’acquisto alle famiglie.

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    Inaugurato a Roma il rinnovato pronto soccorso dell’ospedale Bambino Gesù

    ◊   Inaugurato oggi a Roma il rinnovato pronto soccorso dell’ospedale pediatrico Bambino Gesù. La struttura, denominata Dipartimento di Emergenza e Accettazione, prevede innovazioni come l’Osservazione Breve Intensiva e un percorso per procedure di decontaminazione chimica prima dell’accesso nell’area sanitaria. In che consiste questa riorganizzazione? Federico Chiapolino lo ha chiesto al dott. Nicola Pirozzi, responsabile del dipartimento.
     
    R. – E’ il completamento di quelle che sono le possibilità assistenziali che vengono offerte al paziente. Noi ne facevamo due, ci mancava la terza. La prima prevede la visita del paziente, con una situazione gestibile con una prescrizione, in cui viene dimesso a domicilio. Il paziente giunge al pronto soccorso, ha una patologia grave, impegnativa, infettiva, per cui deve essere ricoverato e quindi viene ricoverato. Ci mancava la situazione per cui mandare a casa i pazienti, che sono comunque un numero consistente, è imprudente. Ricoverarli è eccessivo, perché devono essere osservati. Bisogna eventualmente valutare come proseguire e poi decidere per la dimissione o per il ricovero. Questa osservazione breve e intensiva, in cui con il termine “intensiva” si intende dire “intensità di cure” in poco tempo, è proprio lo strumento che ci mancava.

     
    D. – Quali altre sono le innovazioni che offre questa struttura?

     
    R. – Quello che avevamo iniziato a fare l’anno scorso e continueremo ancora di più grazie all'Obi è il “pain service”, ovverosia l’abolizione del dolore o da malattia o provocato da manovre nei bambini; stiamo attivando – entro fine anno dovrebbe essere operativo – un vero e proprio centro antiveleni pediatrico, con la possibilità di avere una raccolta epidemiologicamente significativa di questo fenomeno.

     
    D. – Ci sono strutture analoghe in Italia come questa?

     
    R. – Ci sono altre idee di secondo livello pediatrico. Il Bambin Gesù per una sua scelta iniziale ha la caratteristica di non aver fatto un ospedale nell’ospedale. Ma ha dotato il pronto soccorso di tutte quante quelle realtà che possono rappresentare delle criticità, per poter avere una rianimazione che si interfacci senza neanche la chiamata telefonica direttamente sull’emergenza reale. Per poter anche avere una radiologia, attiva 24 ore, che ci consenta di poter espletare esami senza dover dare appuntamenti ai pazienti.

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    Chiesa e Società



    Spagna: i vescovi dicono no all’entrata in vigore della nuova legge sull’aborto

    ◊   È prevista per oggi, in Spagna, l’entrata in vigore della nuova legge sull’aborto. La normativa “sulla salute sessuale e riproduttiva” – lo ricordiamo - prevede la possibilità di interrompere la gravidanza liberamente fino alla 14esima settimana e in particolari condizioni, quali rischi per la salute della madre o malformazione del feto, fino alla 22esima settimana. La legge permette anche alle minorenni di abortire senza il consenso dei genitori, con l’obbligo però di informarli a meno che non vi sia il rischio di conflitto familiare e quindi di violenza domestica. Inoltre, sarà possibile interrompere la gravidanza anche oltre le 22 settimane se dovessero essere rivelate anomalie del feto quali malattie estremamente gravi o incurabili, dietro parere favorevole di una commissione di specialisti. Una normativa molto discussa, che ha suscitato una reazione decisa da parte della Chiesa. In una nota diffusa stamani, infatti, la Conferenza episcopale spagnola (Ces) ricorda che “si tratta di una legge oggettivamente incompatibile con la giusta coscienza morale, e in particolare con quella cattolica, poiché dal punto di vista etico peggiora la legislazione vigente in tre modi”. Modi che i vescovi spiegano in dettaglio. “Innanzitutto – si legge nella nota – la legge considera l’eliminazione della vita del nascituro come un diritto della gestante durante le prime 14 settimane di gravidanza, lasciando praticamente senza alcuna difesa la vita umana, proprio nel periodo in cui si verificano la maggior parte degli aborti”. In secondo luogo, i presuli sottolineano come la nuova normativa “stabilisca un concetto di salute talmente ambiguo da equivalere all’introduzione di indicazioni sociali ed eugenetiche come giustificazione legale dell’aborto”. Infine, la legge “impone, nel sistema educativo obbligatorio, l’ideologia abortista e di genere”. Poi, la Ces rimanda alla dichiarazione resta nota dalla Commissione permanente il 17 giugno 2009: in essa, i vescovi spagnoli spiegavano di voler parlare “a favore di coloro che hanno il diritto di nascere e di essere accolti con amore dai loro genitori, a favore delle madri che hanno il diritto di ricevere il sostegno sociale e statale necessario per evitare di diventare vittime dell’aborto, a favore della libertà dei genitori e delle scuole, per dare ai ragazzi una formazione affettiva e sessuale in accordo con le loro convinzioni morali, in modo da essere pronti a diventare genitori a loro volta e ad accogliere il dono della vita e, infine, a favore di una società che ha il diritto di fare affidamento a leggi giuste, che non confondano l’ingiustizia con il diritto”. (I.P.)

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    Slovenia: cattolici e musulmani bocciano l’equiparazione delle coppie di fatto

    ◊   “Siamo profondamente convinti che l'equiparazione delle unioni omosessuali con quelle eterosessuali, nonché la possibilità di adozione dei bambini da parte di tali coppie, sia inopportuna, perché non garantisce il ruolo essenziale e non rimpiazzabile del padre e della madre nella vita della famiglia.” Lo hanno affermato in maniera unanime e sottoscritto in una dichiarazione congiunta firmata in Slovenia, l'arcivescovo di Ljubljana mons. Anton Stres, e il presidente della Comunità islamica in Slovenia, Nedžad Grabus. I due esponenti religiosi – riferisce l'agenzia Sir - hanno voluto affermare il dovere delle rispettive comunità di fedeli a salvaguardare il valore del matrimonio tra uomo e donna e della famiglia. L'iniziativa va inquadrata nell'ambito della proposta di legge, avanzata dall'attuale maggioranza di sinistra slovena, che ridefinisce il significato dei termini matrimonio e famiglia, concedendo alle coppie omosessuali gli stessi diritti delle coppie eterosessuali, incluso il diritto di adozione dei bambini. Entrambi i leader religiosi nella dichiarazione, sollecitano le rispettive comunità di fedeli a “salvaguardare pubblicamente la vita matrimoniale e famigliare, assistere le famiglie in difficoltà e sostenere il diritto dei genitori di educare i figli in conformità con le proprie convinzioni morali e religiose”. (M.A.)

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    Nel Kerala un professore cristiano aggredito e mutilato da estremisti islamici

    ◊   A Kerala – all’estremità sud-occidentale dell’India – un gruppo di estremisti ha reciso la mano e parte del braccio destro di un professore universitario, accusato di blasfemia in quanto avrebbe inserito, in un questionario preparato lo scorso marzo per gli esami, delle domande offensive verso Maometto. L’esecuzione – riferisce l’agenzia Asianews – è avvenuta ieri mattina a Muvattupuzha, nel distretto di Ernakulam, nel Kerala. Sajan K. George, presidente del Consiglio globale dei cristiani indiani (Gcoi), ha definito il gesto un “atto barbaro”, a cui rispondere garantendo giustizia, senza farsi intimidire dalle minacce dei militanti islamici del Kerala, e ricordando che “la Sharia non è la legge dell’India”. Altra condanna è stata espressa dal ministro dell’educazione, M. A. Baby, che ha manifestato “il suo dispiacere perché alcuni hanno trasformato il questionario degli esami in un problema di scontro interreligioso”. Le stesse organizzazioni nazionali musulmane hanno preso distanza da questi atti di pura violenza e chiedono una reazione decisa contro i colpevoli. L’estremismo islamico è in crescita nel Kerala e agisce anche in diverse scuole che sono costrette a subire pressioni anche sull’uso del velo. Dalla ricostruzione della polizia è emerso che la vittima – di ritorno dalla messa domenicale con la sua famiglia – sarebbe stata attaccata con coltelli e spade da un gruppo di persone, che l’ha costretto ad uscire dall’auto per recidergli la mano e parte del braccio destro “gettandoli lontano a circa 200 metri”. Portato d’urgenza in ospedale, i chirurghi si sono trovati di fronte a ferite profonde anche su altre parti del corpo, su cui agire con diversi interventi di ricostruzione. Alcuni dei fermati dalla polizia sono attivisti appartenenti al “Fronte popolare dell’India”, un gruppo musulmano di destra ben radicato a Kerala. Il progetto di questi militanti islamici è provocare pacifiche comunità cristiane per scatenare una guerra civile. “Il rapido incremento della popolazione musulmana e la loro influenza nelle elezioni fa crescere problemi di sicurezza per i cristiani in tutto il Paese”, riferisce ad Asianews il presidente del Gcoi. (C.F.)

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    India: i sacerdoti chiedono di intensificare l'impegno in favore dei Dalit

    ◊   Intensificare e rendere più incisivo l’impegno dei sacerdoti indiani a favore dei Dalit, incoraggiando le sinergie e una maggiore collaborazione. Questa la principale indicazione scaturita da un recente seminario organizzato a Chennai in occasione della conclusione dell’Anno Sacerdotale. “L’impegno dei sacerdoti nella promozione umana dei Dalit e nella costruzione di comunità inclusive”, è stato il tema dell’incontro promosso dalla Commissione per i dalit, le popolazioni tribali e le categorie svantaggiate della Conferenza episcopale indiana (Cbci) e dalle corrispondenti commissioni regionali. 250 i partecipanti espressione delle diverse istituzioni e movimenti ecclesiali che lavorano al fianco degli ultimi della società indiana. L’incontro è stato un’occasione per scambiare esperienze e quindi conoscere meglio le problematiche dei Dalit, una realtà di circa 160 milioni di persone che continua ad essere oppressa ed emarginata. L’obiettivo era appunto di individuare nuove strategie e definire piani di azione comune per rendere più incisiva l’azione pastorale dei sacerdoti impegnati in questo apostolato. L’identità dalit, le varie fasi della loro lotta per l’emancipazione, la natura delle loro rivendicazioni, le iniziative positive sinora intraprese: questi alcuni dei punti affrontati nel dibattito in cui sono state individuate tre aree di intervento: educazione, lavoro e promozione umana, opportunità dalle quali per secoli gli intoccabili sono stati esclusi. Tra le diverse indicazioni proposte sono emerse quella di “fare rete”, di coinvolgere i Dalit istruiti nei vari progetti, di offrire nuove opportunità per l’imprenditorialità Dalit e di stabilire rapporti di collaborazione con altre organizzazioni non governative che lavorano in questo ambito. Tra le proposte più interessanti segnalate nel comunicato finale quella di convocare incontri regolari tra sacerdoti e religiosi Dalit e l’associazione indiana degli Amici dei Dalit per fare il punto della situazione. La Chiesa indiana – lo ricordiamo - è da anni attivamente impegnata contro le discriminazioni dei Dalit, in particolare di quelli cristiani, tuttora esclusi insieme a quelli convertiti all’islam, da alcuni benefici di legge riconosciuti invece ai Dalit indù, sikh e buddisti. (L.Z.)

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    Sri Lanka: nasce il Tribunale del popolo per gli sfollati della guerra e dello tsunami

    ◊   Il prossimo 10 luglio nel distretto di Puttalam – 80 miglia a nord di Colombo, nel nord ovest dello Sri Lanka – sarà creato il “Tribunale del popolo” per gli sfollati della guerra e dello tsunami, abbandonati dal governo che non provvede a rimediare ai loro disagi. L’obiettivo principale – riferisce l’agenzia Asianews – sarà quello di “modificare l’attuale legislazione per eliminare ogni barriera legale che impedisce di risolvere i problemi delle comunità colpite”. Si tratta di una struttura fondata dal network Prajaabhilasha , un movimento che si batte in difesa dei diritti di tutti coloro che in Sri Lanka non hanno una terra o l’hanno perduta. Nell’agosto dello scorso anno venne redatto e inviato al governo il rapporto “Problemi della terra in Sri Lanka” da parte del professore Abewickrama, che analizza le cause che portano centinaia di migliaia di cingalesi ad abbandonare le loro case. L’indagine non ha prodotto risultati concreti. Infatti, il governo non ha ancora provveduto alle 450 famiglie di Sampur sfollate a causa della guerra civile che vivono ancora nei campi a Killiweddi, nel distretto di Trincomalee. Altrettanti drammi irrisolti risultano sia quelli dei 17 mila sfollati per lo tsunami, che continuano a vivere nei campi profughi sia quelli delle famiglie del distretto di Monaragala, le cui case e coltivazioni vengono distrutte dai continui attacchi degli elefanti in cerca di cibo. Uno dei responsabili del network Prajaabhilasha ha fatto notare ad Asianews che non ha senso parlare di sviluppo se lo si pensa solo rapportato alle migliaia di acri di terra usati dal governo per costruire fabbriche e alberghi per i turisti mentre si resta indifferenti di fronte alle centinaia di migliaia di persone rimaste senza terra. (C.F.)

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    Myanmar: la neo diocesi di Kalay in prima linea nella difesa dell’etnia Chin

    ◊   Aiutare l’etnia Chin, a maggioranza cristiana, affinché riesca a sopravvivere in Myanmar, senza essere costretta ad emigrare: è questo uno dei punti-chiave della pastorale di mons. Lian Khen Thang, vescovo della nuova diocesi di Kaly, eretta nel Paese asiatico il 22 maggio scorso. Risultato del territorio dismembrato della diocesi di Hakha, la nuova giurisdizione ecclesiastica è suffraganea della sede metropolitana di Mandalay. Situata nel nord-ovest del Myanmar, quasi al confine con l’India, la neo diocesi comprende gran parte del territorio Chin. Ma ora questa etnia sta abbandonando i villaggi d’origine per tentare di guadagnarsi una nuova vita all’estero. “Oggi, la nostra sfida è l’emigrazione”, ha detto mons. Thang, anch’egli di etnia Chin, annunciando l’intenzione di lanciare dei progetti educativi per la popolazione, in modo da dare ai cattolici la possibilità di approfondire la fede. Nei giorni scorsi, inoltre, mons. Thang ha presieduto una Messa solenne per celebrare l’erezione della nuova diocesi: la celebrazione si è svolta nella Chiesa di Santa Maria di Kalay, divenuta cattedrale, alla presenza di 2mila cattolici e numerosi esponenti di altre confessioni cristiane. Nel corso della Messa, mons. Thang ha ordinato cinque nuovi sacerdoti. Bisogna ricordare che il regime militare birmano è responsabile di abusi sistematici contro l’etnia Chin, vittima di lavori forzati, torture e persecuzioni a sfondo confessionale. La denuncia è arrivata ultimamente dall’organizzazione per i diritti umani “Human Rights Watch” che tra il 2005 ed il 2008 ha intervistato 140 esponenti di questa minoranza etnica, riparatisi all’estero. Infine, qualche dato statistico sulla diocesi di Kalay: i fedeli sono circa 49mila, suddivisi in 20 parrocchie; i sacerdoti sono 26, i religiosi 84, i seminaristi 29 e i catechisti 120. (I.P.)

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    In Niger la crisi alimentare è grave: occorre raddoppiare gli aiuti

    ◊   Un netto peggioramento della crisi alimentare sta interessando il Niger: è necessario raddoppiare gli aiuti. E’ questa la decisione presa dal Programma Alimentare Mondiale (Pam) in seguito ai risultati di un’indagine del governo. L’obiettivo del Pam è adesso quello di distribuire aiuti alimentari ad almeno 4 milioni 700 mila persone con particolare riferimento ai bambini. La percentuale di minori di cinque anni di età malnutriti – riferisce l’agenzia Misna - è salita ben oltre le previsioni passando dal 12,3% dello scorso anno all’attuale 16,7%. Secondo alcune stime la siccità dello scorso anno ha determinato un calo del 30% della produzione di cereali, nell’ultimo biennio quella di foraggio è calata di oltre il 60% con gravi conseguenze per gli allevatori di bestiame. Particolarmente esposte sono le popolazioni del nord del Paese, abitato in prevalenza dai tuareg, una popolazione che vive nomade nel Sahara. Benché meno grave, la situazione è difficile anche nel vicino Ciad dove il Pam sta distribuendo aiuti per circa 850 mila persone. (M.A.)

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    Burundi: giudizio positivo della Chiesa sulla regolarità delle presidenziali

    ◊   Le elezioni presidenziali in Burundi del 28 giugno si sono ben svolte nell’insieme e la Commissione elettorale nazionale indipendente (Ceni) ha corretto gli errori constatati nello scrutinio comunale del 24 maggio scorso. E’ quanto ha dichiarato in conferenza stampa venerdì scorso la Commissione episcopale Giustizia e Pace (Cejp) del Burundi che per questa chiamata alle urne ha inviato in tutto il territorio nazionale 2304 osservatori e 152 supervisori. Nei giorni precedenti lo scrutinio si sarebbero verificati atti intimidatori, delle granate sono state lanciate come avvertimento alla popolazione per non andare a votare e dei volantini sono stati distribuiti allo stesso scopo. Il giorno dello scrutinio gli osservatori della Commissione Episcopale Giustizia e Pace hanno rilevato diverse irregolarità: insicurezza, errata interpretazione delle schede nulle e di quelle poco chiare, distribuzione di denaro per incitare la gente ad andare a votare, presenza di forze dell’ordine e di sicurezza armate in alcuni uffici elettorali. Gli osservatori della Chiesa cattolica hanno comunque dichiarato che nel complesso le operazioni di voto si sono svolte in maniera soddisfacente, e in alcuni casi gli scrutatori hanno chiesto ai rappresentanti della Cejp di sottoscrivere i verbali relativi alle operazioni di spoglio. Sulla base delle irregolarità riscontrate, tuttavia, gli osservatori della Chiesa cattolica chiedono al Ceni di vigilare perché non si verifichino le irregolarità che sono state riscontrate, e ciò per garantire che le prossime elezioni possano svolgersi regolarmente. Ai partiti politici gli osservatori della Cejp chiedono invece di impegnarsi per l’edificazione della pace e della democrazia sostenendo il processo elettorale in corso. (T.C.)

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    Colombia: appello alla pace dal Consiglio Ecumenico delle Chiese

    ◊   Si terrà in Colombia la prossima riunione della Rete ecumenica mondiale sulla Migrazione (Gem) del Consiglio Ecumenico delle Chiese (Coe). L’incontro è previsto per il prossimo anno e vuole essere un segno concreto di solidarietà con le Chiese e i colombiani da anni dilaniati dal conflitto armato che coinvolge forze armate del governo, gruppi ribelli, trafficanti di droga e unità paramilitari. Ad evidenziare questo stato di cose è stato Milton Mejía, teologo presbiteriano incaricato del coordinamento dell’Osservatorio di Chiesa e società all’Università riformata di Barranquilla, intervenuto alla riunione annuale della Rete ecumenica mondiale sulla Migrazione svoltasi dal 24 al 30 giugno a Ginevra. “Per molte persone la Colombia è sinonimo di caffè e di droga” ha detto Milton Mejía che ritiene questi stereotipi alimentati dal conflitto armato che lacera il Paese da diversi decenni. Per il teologo presbiteriano la solidarietà per la Colombia in questi ultimi anni si sarebbe affievolita dando vita ad una crisi umanitaria grave e urgente. Per questo Milton Mejía chiede sostegno ed iniziative a favore del suo Paese. All’incontro di Ginevrasi è discusso essenzialmente di ciò che le organizzazioni ecumeniche considerano la peggiore crisi umanitaria dell’America latina e una delle più gravi al mondo. Secondo le statistiche ufficiali, la violenza ha costretto oltre 3 milioni di colombiani a fuggire dalle loro case, ma organizzazioni non governative ne stimerebbero più di 4 milioni, mentre nel 2008, per l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati 552 mila colombiani avrebbero cercato rifugio in altri Paesi. “I valori fondamentali della società sembrano invertiti – ha affermato Milton Mejía – si è vista stabilirsi una cultura di non diritto; tutto è buono per raggiungere i propri obiettivi”. Alcune comunità e organizzazioni sociali si sforzano di proporre dei contro-modelli, ha aggiunto il teologo, e non è venuto meno il sogno di costruire un avvenire migliore dando spazio alla verità e alla giustizia. Per Sydia Nduna, responsabile del programma “Migrazione e giustizia sociale” del Coe, la riunione della Rete ecumenica mondiale sulla Migrazione del 2011 in Colombia può essere un’occasione d’incontro con le Chiese locali e per sostenere la difesa del bene comune. (T.C.)

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    El Salvador: no della Chiesa all'obbligo della lettura della Bibbia nelle scuole

    ◊   La Chiesa cattolica salvadoregna è contraria al recente provvedimento che renderebbe obbligatorio leggere nelle scuole ogni giorno brani della Bibbia: con queste parole – diffuse in un comunicato dei vescovi – l’arcivescovo di San Salvador, mons. José Luis Escobar Alas, ha ieri commentato, durante un incontro con i giornalisti, la decisione presa giovedì scorso dal Parlamento (46 voti favorevoli su un totale di 84 parlamentari), riguardante la lettura obbligatoria di brani biblici nelle scuole del Paese centroamericano, ritenendo che ciò "può aiutare a combattere la violenza". Il provvedimento stabilisce che nel corso dell'anno scolastico – in modo "sistematico, ogni giorno" – dovranno essere letti passaggi biblici "senza fare nessun commento religioso, settario o confessionale" fino ad un massimo di 7 minuti. La legge è ora in attesa della firma o del veto del presidente della Repubblica, Mauricio Funes, che ha fatto sapere di non condividere nell'immediato la misura votata favorevolmente da buona parte dei suoi sostenitori nell'Assemblea nazionale. Funes ha detto di ritenere opportuna la legge "solo se sia in grado di creare un clima di armonia e pacifica convivenza civile". Perciò, "con molta attenzione e grande rispetto" – scrivono i presuli salvadoregni – "chiediamo al signor presidente di porre il veto su questo provvedimento". "La Parola di Dio – proseguono – non può far parte del gioco politico e partitico e non può essere sottoposta ai compromessi dei partiti e dei gruppi religiosi. La Parola di Dio è al di sopra di qualsiasi interesse". Mons. Escobar Alas ha precisato di non "dubitare della buona volontà" dei deputati e ha poi ricordato che si tratta di una misura incostituzionale "poiché viola il diritto di ogni bambino a essere educato nella fede dei suoi genitori". D'altra parte, l'arcivescovo di San Salvador ha voluto richiamare l'attenzione sulla delicatezza e complessità della misura, che prevede per esempio "la scelta o selezione dei brani da leggere; la lettura da parte di maestri che abbiano un credo religioso diverso da quello della maggioranza dei suoi studenti; così come il divieto che tali brani possano essere commentati o spiegati adeguatamente". L'arcivescovo – che ha lanciato anche un appello agli evangelici "a stare vigili per respingere l'imposizione di una legge che può provocare più divisioni" – ha detto che, se il presidente finisce per promulgare la legge, sarà il "caso di fare ricorso alla Corte Suprema di giustizia perché si pronunci sulla sua costituzionalità". (A cura di Luis Badilla)

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    Bolivia: concluso il primo Congresso Educativo di professori di religione, etica e morale

    ◊   L’obiettivo principale del I Congresso Educativo Internazionale di professori di religione, etica e morale della Bolivia, realizzato dal 1 al 3 luglio nella città di Cochabamba, è stato quello di rafforzare l'identità e la struttura organizzativa del Consiglio nazionale dei professori di religione, etica e morale) per un servizio più efficace, educativo, pastorale e professionale. Secondo la nota inviata all’agenzia Fides, la Bolivia soffre una grande dispersione di energie da parte dei professori di religione in un momento molto delicato. Padre Sabino Colque, coordinatore dell'Unità pastorale educativa della Conferenza episcopale della Bolivia (Ceb), ha affermato: “Il Consiglio nazionale dei professori di religione, etica e morale, è una istituzione che sta emergendo grazie ad un processo che ha 5 anni di storia e di vita, ma non è ancora ben strutturato”. “È un momento critico e preoccupante per il settore in materia di educazione - continua padre Colque - gli insegnanti, attraverso questo primo Congresso hanno espresso la necessità di discutere il motivo per cui questa area di insegnamento debba cambiare nome. Vale a dire che non sarà più chiamata religione, etica e morale, ma, secondo il governo, spiritualità e religioni.” Secondo padre Colque, “è importante poter lavorare e discutere sull'identità e sui diritti come insegnanti, in modo di mostrare nel campo educativo una formazione integrale, soprattutto in un ambiente come il nostro, dove la società si sta sgretolando e dividendo con la violenza, con la droga e l’alcool”. Una delle conclusioni principali di questo Congresso è la riaffermazione che gli insegnanti di religione sono chiamati a contribuire con il loro granello di sabbia, alla costruzione di una società che vede la vita con speranza, come una comunità che può effettivamente dimostrare che la fede in Dio non è un ornamento, ma qualcosa di più profondo che può trasformare qualsiasi società. Al Congresso hanno partecipato circa 500 professori, sotto la presidenza dell’arcivescovo mons. Luis Sainz, ausiliare di Cochabamba, presidente dell’area Promozione umana della Conferenza episcopale della Bolivia. (R.P.)

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    Al via il Congresso missionario dei seminaristi del Brasile

    ◊   Con la Santa Messa presieduta dal segretario della Conferenza episcopale del Brasile (Cnbb), mons. Dimas Lara Barbosa, si è aperto ieri a Brasilia, il I Congresso missionario per i seminaristi. L'evento riunisce circa 160 seminaristi provenienti da tutto il Brasile, insieme a tre vescovi ed alcuni sacerdoti che lavorano nella formazione dei seminaristi. Padre Estêvão Raschietti, direttore del Centro culturale missionario del Brasile, ha inviato all’agenzia Fides il programma dettagliato del Congresso. I relatori sono: padre Vito del Prete, segretario generale della Pontificia unione missionaria; Suor Maria de Fátima Morais; padre Guy Labonté; padre Joachim Andrade; padre Antônio Almir Magalhães de Oliveira e padre Paulo Suess. Il Congresso proseguirà nei suoi lavori fino a sabato 10 luglio. Ogni giorno la preghiera del mattino sarà guidata da un vescovo. Il segretario generale della Pontificia unione missionaria, padre Vito del Prete, all'apertura del Congresso, presso il seminario dell'arcidiocesi di Brasilia, nella capitale federale, ha invitato i sacerdoti a prendere in consegna la missione, ricordando che la Pontificia unione missionaria mira ad incoraggiare e a formare nello spirito missionario, vescovi, sacerdoti, seminaristi e religiosi. "Se riusciamo a mobilitare il clero per le missioni, tutta la Chiesa diventa missionaria - ha detto padre Del Prete -. Questo è il primo obiettivo di questo Congresso, e spero non sia l'ultimo". Padre Vito ha sottolineato che la Chiesa in Brasile "è come il motore della rivitalizzazione della missione in America Latina” ed ha aggiunto che il Congresso dovrebbe "mettere di nuovo in movimento la partecipazione alla missione universale". (R.P.)

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    Panama: Congresso dei giovani missionari "testimoni dell’amore di Cristo"

    ◊   Da venerdì 9 a domenica 11 luglio la Pastorale Giovanile della Chiesa cattolica di Panama celebrerà il suo Terzo Congresso, nella provincia di Colon, sull'isola di Manzanillo, all'ingresso del Canale nel Mare delle Antille. Lo slogan dell’incontro sarà: "Giovani missionari, testimoni dell'amore di Cristo.” L'obiettivo di questo Congresso –riferisce l’agenzia Fides - è quello di rivitalizzare la pastorale giovanile nazionale rendendola più incisiva nella vita degli stessi giovani, per mezzo di un incontro personale e comunitario con Gesù Cristo e con il suo progetto, per assumere il discepolato missionario come stile di vita nella trasformazione di Panama. Sarà un’occasione per identificare i punti deboli dell'organizzazione della Pastorale della Gioventù a livello nazionale, e per rivedere le strategie adottate alfine di promuovere un lavoro integrato. (M.A.)

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    Malawi: messaggio dei vescovi per la conclusione dell’Anno Sacerdotale

    ◊   “Il sacerdozio è una chiamata, non una carriera; uno stile di vita, non un lavoro; un modo di essere, non una funzione; un impegno che dura tutta la vita, non un servizio temporaneo, un’identità, non un semplice ruolo”. Così la Conferenza episcopale del Malawi (Cem) riassume il significato della vita sacerdotale, in un lungo messaggio pubblicato recentemente, a conclusione dell’Anno Sacerdotale. Nel documento, i vescovi malawaiani si concentrano innanzitutto sulla “grandezza, bellezza e mistero del sacerdozio” e ribadiscono che esso è parte fondante della tradizione della Chiesa cattolica. Quindi, i presuli sottolineano l’importanza della vocazione, da intendere come “una chiamata gratuita”, poiché “ciò che conta è innanzitutto "Chi chiama", cioè Dio, e non colui che è chiamato. Perché Dio non solo chiama, ma crea in noi la capacità di rispondere”. In virtù di questo principio, la Cem ribadisce: “Il sacerdozio non è un semplice lavoro, ma un sacramento. Dio si serve degli uomini per essere presente, attraverso di essi, nell’umanità ed operare al suo fianco”. E questo, continuano i presuli del Paese africano, è vero “non solo per i sacerdoti, ma anche per tutti i credenti. Nessuno si merita la chiamata e l’amore di Dio, ma è Dio stesso che ci rende meritevoli e decide di chiamarci a Lui”. Poi, la Cem ricorda che la chiamata alla vita sacerdotale è una chiamata alla vita missionaria: “Veniamo chiamati - si legge nel Messaggio – con l’unico obiettivo di servire il popolo di Dio, così da portare avanti il servizio di Cristo stesso. La vita del sacerdote, come quella di Cristo, è un servizio di amore”. Questo servizio, spiegano i vescovi, include “la preghiera e l’insegnamento della Parola di Dio, senza delegare queste funzioni a persone non adeguatamente formate; la celebrazione dei Sacramenti; la cura pastorale delle comunità cristiane di base, delle famiglie, degli ammalati, degli anziani, degli abbandonati e degli emarginati; la pianificazione dell’attività pastorale”. Ma bisogna fare attenzione, puntualizza la Conferenza episcopale del Malawi: “Per portare avanti tale missione, i sacerdoti devono condurre una vita di disciplina e dedizione”. E in questo contesto, centrale diventa la riflessione sull’importanza del celibato, poiché attraverso di esso “scelto e vissuto per amore del Regno dei Cieli, un sacerdote risponde alla chiamata di imitare Cristo e di essere totalmente disponibile per il suo ministero”. Perciò, ribadiscono i vescovi, “la sessualità umana è un dono di Dio che richiede maturità, onestà e fedeltà. Allo scopo di proteggere il sacramento del matrimonio, quindi, l’omosessualità, l’incesto, l’adulterio, la promiscuità, la prostituzione e gli abusi sui minori non devono essere tollerati. I fedeli cristiani e tutte le persone dovrebbero desistere da tali pratiche immorali”. “Come cristiani e come nazione timorata di Dio – continua la Cem – abbiamo bisogno di un esame di coscienza collettivo, per capire cosa fare a questo riguardo”. A conclusione del Messaggio, i vescovi malawaiani lanciano un appello all’unità della Chiesa. (I.P.)

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    Kenya: presentate le Linee guida dei vescovi sulla disciplina sacerdotale

    ◊   Aiutare i sacerdoti a vivere il loro ministero a servizio dell’Eucaristia e della comunità rimanendo fedeli ai loro voti di castità, povertà e obbedienza ed evitando comportamenti indegni del loro ministero, come lo sono gli abusi contro i minori. Questo, in sintesi l’obiettivo delle “Linee guida sulla disciplina sacerdotale e le regole di condotta dei sacerdoti” preparate dalla Conferenza episcopale del Kenya in occasione della conclusione dell’Anno Sacerdotale. Le nuove direttive sono state presentate durante la Messa conclusiva presieduta il 30 giugno scorso a Nairobi dal nunzio apostolico mons. Alain Lebeaupin e concelebrata da una ventina di vescovi del Paese. A presentarle è stato il cardinale John Njue, arcivescovo della capitale, nonché presidente della Conferenza episcopale. “Queste linee guida – ha spiegato il porporato ai 500 sacerdoti presenti – vogliono aiutare i presbiteri ad approfondire il loro impegno e allo stesso tempo ad evitare trappole che indeboliscono la loro testimonianza e minacciano la loro vocazione. La mia speranza – ha proseguito - è che ogni diocesi trovi il modo di spiegare ai sacerdoti queste direttive che coprono diversi aspetti della vita sacerdotale”. Per combattere la piaga della pedofilia nella Chiesa il cardinale Njue ha inoltre annunciato che anche le diocesi del Kenya predisporranno a breve diverse misure a protezione dei minori. “Come Chiesa – ha rimarcato - non possiamo tollerare che un membro del clero possa fare del male e violare i diritti, la dignità, l’integrità di una persona. Quei presbiteri che, purtroppo per loro, non riescono a vivere il celibato dopo avere scelto il sacerdozio”, devono ricordare che “nessuno li ha costretti a diventare sacerdoti cattolici”, ha detto in conclusione il cardinale. Nell’omelia mons. Lebeaupin ha invitato, da parte sua, tutti i sacerdoti keniani a riflettere sull’anno appena trascorso e sulla natura particolare del loro ministero, che - ha ricordato - non è un semplice “ufficio”. Egli li ha altresì esortati a considerare l’attuale crisi che investe la Chiesa come un “invito alla purificazione”. (L.Z.)

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    Costa d’Avorio: consacrazione di un vescovo Orionino nella diocesi di Grand-Bassam

    ◊   La Famiglia Orionina ha un nuovo vescovo: si tratta di mons. Raymond Ahoua, originario della Costa d’Avorio e consacrato ieri, nella diocesi ivoriana di Grand-Bassam. Ad assistere alla cerimonia, circa 9mila persone. E moltissimi erano anche i celebranti: 300 sacerdoti, 25 vescovi presieduti da mons. Ambrosie Madtha, nunzio apostolico nel Paese, ed il cardinale Bernard Agré, arcivescovo emerito di Abdjan. A consegnare al nuovo vescovo una delle reliquie più importanti della Congregazione, ovvero l’anello di San Pio X, è stato invece don Flavio Peloso, superiore generale degli Orionini. “Devo imparare a divenire vescovo così come ho imparato a diventare sacerdote e a esercitare il sacerdozio – ha confidato mons. Raymond - Potrò contare sui doni di Dio e sulla collaborazione degli altri. Non ho paura”. Nato il 1 maggio 1960 a Bonoua, proprio in Costa d’Avorio, mons. Ahoua è cresciuto negli ambienti della parrocchia orionina di Saint Pierre Clavier. Entrato nel seminario per adulti di Dapaong, in Togo, per 4 anni, è poi passato definitivamente con gli Orionini. Ordinato sacerdote il 14 luglio 1990, ha svolto soprattutto incarichi di insegnamento e di formazione in Costa d'Avorio fino al 1998 e poi in Kenya. Dal dicembre 2009 è ritornato in Costa d'Avorio e lì ha avuto la notizia della nomina a vescovo. La diocesi di Grand-Bassam che ora mons. Ahoua guiderà è stata eretta l'8 giugno 1982, ricavandone il territorio dall'arcidiocesi di Abidjan. I cattolici sono 294.273 su una popolazione di 1.650.250 abitanti: questi dati rivelano un grande incremento, dato che nel 1990 c'erano 137.811 cattolici su una popolazione di 879.845 abitanti. Attualmente le parrocchie sono 34. I sacerdoti diocesani sono 114 e quelli religiosi 13; 62 le suore e 48 i seminaristi maggiori. Nell'ultimo anno ci sono stati 3844 battesimi. Da ricordare infine che Grand-Bassam è stata l’antica capitale della Costa d’Avorio dal 1893 al 1900, durante il potere coloniale francese. Negli ultimi decenni, la città si è fortemente sviluppata, anche grazie turismo, attratto dalle bellezze naturalistiche. (I.P.)

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    Algeria: l'ordinazione del primo sacerdote agostiniano ad Annaba

    ◊   La realtà e il mistero di tutta la nostra Chiesa sono spiegati dall’ordinazione di un sacerdote: ha parlato così mons. Paul Desfarges ai fedeli della sua diocesi – quella di Costantina-Ippona, in Algeria – attraverso le pagine del numero di maggio-giugno del bimestrale “L’ècho du diocèse de Constantine et d’Hippone”, commentando la recente imposizione delle sue mani ad Annaba sul capo di padre Jose Manuel Vizcarra Gamero, il primo prete agostiniano ordinato nella basilica di Sant’Agostino. “È una grazia per la nostra Chiesa ordinare un sacerdote ad Ippona, nella nostra cara terra d’Algeria – ha detto il presule nell’omelia pronunciata il 12 giugno, giorno dell’ordinazione di padre Vizcarra Gamero – il sacerdote è colui che rende presente Cristo in persona. Ma ricevendo la vita di Cristo … tutti insieme, nella Chiesa, diveniamo sua presenza sacramentale e mistica per tutto il nostro popolo. L’avventura di Sant’Agostino continua. I figli di Sant’Agostino … continuano l’avventura di Sant’Agostino nel nostro caro Paese”. Al neo sacerdote il presule ha rivelato che l’Algeria potrà fargli sperimentare la fecondità dell’amicizia e che la fecondità della vita di un apostolo è frutto dell’unione intima con Dio. Nel suo editoriale, il vescovo di Costantina-Ippona ha evidenziato che nella diocesi hanno caratterizzato questi ultimi mesi due belle testimonianze: quella appunto di padre Vizcarra Gamero, peruviano, che ha lascito il suo Paese per vivere la sua missione in Algeria, e quella dei 7 monaci trappisti di Thibirine, uccisi nel ‘96, portata alla ribalta nel giorno di Pentecoste, nell’anniversario della scoperta del testamento di frate Christian Chergé, il priore della comunità trappista, dal Festival di Cannes. La kermesse cinematografica ha attribuito il Gran Premio della Giuria e il Premio della Giuria Ecumenica al film “Des hommes et des dieux”, la pellicola che racconta la vita quotidiana di amore e preghiera proprio dei monaci di Thibirine. (T.C.)

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    Aquileia: vescovi di tre Paesi per la festa dei Patroni del Friuli Venezia Giulia

    ◊   Ermagora fu scelto come primo vescovo della comunità di Aquileia da san Marco, e consacrato a Roma da san Pietro. Fortunato era il suo diacono. I due subirono assieme il martirio nell’anno 70 ad Aquileia. Nella basilica della città, lunedì 12 luglio, mons. Giampaolo Crepaldi, vescovo di Trieste, presiederà la solenne celebrazione eucaristica per la festa di questi due santi, patroni del Friuli Venezia Giulia e delle arcidiocesi di Gorizia e Udine. Il rito – riferisce il Sir - sarà concelebrato dai vescovi della regione e di alcune diocesi venete, slovene e austriache. Aquileia è stata Chiesa Madre per i popoli di quella che oggi definiamo ‘MittelEuropa’ e oggi che l’Europa sembra avere dimenticato le sue origini cristiane, la città può proporsi come esempio di Chiesa locale con un forte radicamento popolare. “È’ da questo – sostiene mons. Crepaldi - che bisogna ricominciare, iniziando in modo particolare da quelle realtà in cui il tessuto umano e relazionale è ancora vivo. Sarà da queste comunità che potranno emergere nuovi laici cattolici impegnati.” (M.A.)

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    Germania: al via a Rust il 7° Campo "giovani per la pace"

    ◊   Si è aperto ieri all’Europa Park di Rust, in Germania, il settimo Campo dei giovani per la pace del Consiglio d’Europa, che vedrà riuniti fino all’11 luglio 54 giovani provenienti da aree di conflitto o post-conflitto, in particolare Israele e territori posti sotto l’Autorità palestinese, Armenia e Azerbaijan. Ad essi - riferisce l'agenzia Sir - si uniscono appartenenti alle comunità serba e albanese del Kosovo. Obiettivo del seminario, promuovere il dialogo e la comprensione reciproca. L’incontro, spiega una nota, “offre ai partecipanti”, leader o attivisti di comunità antagoniste, “l’opportunità di affrontare la realtà dei conflitti e dell’odio tra questi stessi gruppi mediante l’interazione face-to-face: in programma una serie di esercizi pratici volti a stabilire un clima di fiducia reciproca e dissipare pregiudizi e stereotipi”. L’Europa Park, che ospita per il settimo anno consecutivo l’iniziativa, costituisce “un ambiente sicuro per raccontare e condividere le proprie storie e costruire network e partnership intercomunitari”. Michael Raphael, formatore interculturale, coordinerà i lavori nella “multiprospettiva di sei diverse comunità”. Organizzato dal 2004, il Campo intende offrire un contributo alla “peer education” alla pace, alla democrazia e ai diritti dell’uomo. (R.P.)

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    24 Ore nel Mondo



    India: sciopero generale contro il rincaro dei carburanti paralizza il Paese

    ◊   Sono ore molto difficili per l’India, a causa del “bandh”, lo sciopero di 12 ore iniziato questa mattina alle 6 ora locale, contro la liberalizzazione dei prezzi dei carburanti, decisa la scorsa settimana dal governo, che ha provocato forti rincari. Il servizio di Roberta Barbi.
     
    Decine di voli cancellati, treni che non riescono a partire, il blocco dei trasporti pubblici e la chiusura di scuole, negozi e industrie: una vera e propria paralisi è quella che stanno vivendo le metropoli indiane, da Mumbai a Calcutta, a causa dello sciopero indetto dai partiti d’opposizione. La protesta è seguita al forte rincaro dei carburanti, benzina, diesel e gas per cucinare, degli ultimi giorni, conseguenza della politica economica del governo in favore della liberalizzazione dei prezzi del settore. Le proteste più violente sono avvenute a Mumbai, dove si sono verificati atti vandalici e sassaiole con le forze dell’ordine; molto colpiti anche gli Stati del West Bengala, il Maharashtra, l’Uttar Pradesh, il confinante Bihar e, a sud, il Karnataka. Cortei di protesta anche a New Delhi, mentre a Pune 12 autobus sono stati dati alle fiamme. Alcuni politici sono stati fermati dalla polizia. I nuovi aumenti dei prezzi potrebbero aggravare ulteriormente la situazione dell’inflazione in India, che oggi si attesta al 10 per cento, con conseguenze già pesanti per i ceti più deboli. Il ministro delle Finanze, però, ha escluso che il governo faccia marcia indietro sul procedimento.
     
    Cina – allarme caldo
    Dopo uno degli inverni più freddi della sua storia, Pechino è ora investita da un’eccezionale ondata di caldo: tra ieri e oggi la temperatura ha raggiunto i 42°. Secondo gli esperti l’afa permarrà almeno per metà di questa settimana e coinvolgerà una vasta area della Cina settentrionale.

     
    Cina – operai morti
    Almeno 24 persone sono morte e 19 sono rimaste ferite nell’incendio di un autobus nella provincia orientale cinese di Jiangsu. A bordo dell’autobus si trovavano 45 persone, dipendenti di un’acciaieria della città di Wuxi. La causa dell'incendio non è ancora stata chiarita.
     
    Caucaso
    Continuano le violenze nel Caucaso russo, regione afflitta da una forte ribellione esarcebata anche dalle due guerre in Cecenia. Nella notte un gruppo di guerriglieri ha attaccato un convoglio militare in Inguscezia uccidendo due soldati e ferendone cinque. Un altro attacco notturno è avvenuto, invece, in Daghestan, contro una colonna motorizzata di Omon, in cui sono rimasti feriti due militari.
     
    Pakistan
    Quattro kamikaze sono stati uccisi oggi dalle forze di sicurezza nel distretto di Lowen Dir, nel Pakistan nord-occidentale, mentre cercavano di introdursi in una base della Guardia di frontiera con auto cariche di esplosivo. Bombardate anche diverse basi di terroristi nell’Oraksai Agency, zona tribale non lontana dal confine con l'Afghanistan: 15 i morti, 45 i feriti.
     
    Iraq
    Un’esplosione si è verificata nella notte a Baghdad, non lontano dall’ambasciata Usa dove si trovava in quel momento il vicepremier Joe Biden con la moglie, che ieri, in occasione dell’Independence day, avevano fatto una visita a sorpresa ai soldati.
     
    Usa – falso allarme bomba
    Dopo circa tre ore di chiusura precauzionale è stato riaperto l’aeroporto Jfk di New York, chiuso ieri sera in seguito ad una telefonata anonima che segnalava la presenza di un ordigno presso il Terminal One dello scalo. Riaperta anche la stazione dell’Air Train, il treno automatico che porta i passeggeri dalla città all’aeroporto.
     
    Usa – marea nera
    La British Petroleum ha fatto sapere con una nota di aver già speso oltre 3 miliardi di dollari nel tentativo di arginare il disastro nel Golfo del Messico. C’è attesa, inoltre, per i risultati dei test effettuati sulla nave per la scrematura di petrolio “A Whale”, in grado di separare l’acqua dal petrolio per una quantità massima di 500mila barili al giorno.
     
    Messico
    Importante vittoria per il Partito rivoluzionario istituzionale, ieri, alle elezioni per il rinnovo dei governatori: secondo i primi risultati, infatti, ha conquistato la maggioranza dei 12 governatori per cui si è votato. Il partito, che ha governato il Paese per 71 anni, è all’opposizione dal 2000.
     
    Italia – dimissioni Brancher
    Il ministro Aldo Brancher ha rinunciato al legittimo impedimento e si è dimesso dalla carica conferitagli nello scorso mese di giugno. Stamattina si è presentato nell’aula del tribunale di Milano al processo che lo vede imputato insieme alla moglie per un filone dell’inchiesta sulla tentata scalata ad Antonveneta. L’ex ministro, inoltre, ha chiesto alla corte della quinta sezione penale il rito abbreviato incondizionato: il processo, quindi, continuerà a porte chiuse e si baserà esclusivamente sugli atti istruttori.
     
    Russia
    Sei persone sono morte per un’esplosione in una base militare, dovuta a un equipaggiamento ormai obsoleto. I morti sono due ufficiali e quattro impiegati di una fabbrica di armamenti. L’esplosione è avvenuta in uno spazio adibito alle esercitazioni.
     
    Kosovo
    Un deputato serbo del Parlamento kosovaro, Petar Miletic, leader del Partito liberale indipendente, è stato ferito da alcuni colpi di arma da fuoco stamattina davanti alla sua abitazione di Kosovska Mitrovica. La città, divisa in due settori, uno serbo e l’altro albanese, è il simbolo della persistente tensione etnica tra i due gruppi.
     
    Francia
    Bufera nel governo di Nicolas Sarkozy: il presidente e il premier Fillon hanno chiesto le dimissioni di due ministri accusati di aver utilizzato denaro pubblico per spese private. I due ministri in questione sono: il segretario di Stato allo Sviluppo della regione-capitale, Christian Blanc, e il ministro della Cooperazione, Alain Joyandet.
     
    Grecia
    Il sindacato comunista Pame ha annunciato la sua adesione allo sciopero generale dell’8 luglio prossimo, il sesto dall’inizio della crisi. Lo sciopero coinciderà con il dibattito in Parlamento della riforma delle pensioni, sulla quale i lavoratori sono divisi.

    Germania
    Un italiano di 47 anni è stato ucciso stamattina con un colpo alla testa mentre si trovava in un bar ad Hannover. L’uomo che era con lui, 49 anni, è invece stato ferito gravemente. La Farnesina ha confermato l’episodio. Il motivo della lite, probabilmente, una discussione sui Mondiali di calcio. (Panoramica internazionale a cura di Roberta Barbi)

    Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LIV no. 186

     
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