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Sommario del 26/01/2010

Il Papa e la Santa Sede

  • Nomina
  • Benedetto XVI a conclusione della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani: riannunciare il Vangelo al mondo indifferente alla fede
  • Il Papa e il suo invito ai sacerdoti a evangelizzare Internet. Il commento di don Paolo Padrini
  • Rammarico del dicastero per l’Unità dei Cristiani per la pubblicazione non autorizzata della bozza di un testo sul dialogo tra cattolici e ortodossi
  • Speciale iniziativa dell’Ufficio Filatelico Vaticano in favore di Haiti. Caritas italiana promette aiuti per 40 mila famiglie in due mesi
  • Giovedì 20 prima udienza speciale del Papa alle Accademie Pontificie impegnate a rilanciare l’umanesimo cristiano
  • Oggi su "L'Osservatore Romano"
  • Oggi in Primo Piano

  • La prolusione del cardinale Bagnasco alla Cei: il Paese ha bisogno di riforme non di risse, sogno una generazione di cattolici che ami i valori della civiltà
  • Il cardinale di San Paolo, Odilo Scherer, ha inaugurato il primo Congresso arcidiocesano dei laici
  • Chiesa e Società

  • Il Consiglio mondiale delle Chiese chiede l'immediata cancellazione del debito di Haiti
  • Taizè propone di pregare ogni 12 del mese per la popolazione di Haiti
  • Venezuela: contro la violenza i vescovi chiedono di promuovere l'amore e il rispetto per la vita
  • La preoccupazione dei vescovi venezuelani per la chiusura di cinque canali tv
  • El Salvador: mons. Escobar parla del Paese e ricorda il 30.mo della morte di mons. Romero
  • Pakistan: la Chiesa condanna il lavoro minorile
  • Bangladesh: banda armata aggredisce un attivista cattolico e sua moglie
  • Anno europeo contro la povertà: l’impegno della Caritas
  • Italia: i funerali a Favara delle due sorelline morte nel crollo della loro casa
  • Stati Uniti: contraria all’aborto la maggior parte della popolazione
  • Laos: prima università buddista, i cattolici attendono ancora la loro
  • Senegal: assemblea della Caritas per la pianificazione dei programmi del nuovo anno
  • Slovenia: cerimonia d'insediamento a Lubliana del nuovo arcivescovo
  • Eurispes: in Italia cresce la fiducia nella Chiesa e nel volontariato
  • Madre Teresa di Calcutta: un dvd racconta la sua vita
  • 24 Ore nel Mondo

  • Iraq, nuovo attentato nel cuore della capitale. Almeno 18 le vittime
  • Il Papa e la Santa Sede



    Nomina

    ◊   Negli Stati Uniti, Benedetto XVI ha nominato vescovo di Austin mons. Joe Vasquez, finora ausiliare di Galveston-Houston. Il presule, 52 anni, ha frequentato il “St. Mary Seminary” a Houston per gli studi filosofici, ottenendovi il Baccalaureato. Inviato a Roma nel 1980 al Pontificio Collegio Americano del Nord, ha frequentato la Pontificia Università Gregoriana dove ha ottenuto la Licenza in Teologia. Ordinato sacerdote, ha svolto tra l’altro gli incarichi di parroco e di membro del “Personnel Board” e del Consiglio Presbiterale. Nominato vescovo titolare di Cova ed ausiliare di Galveston-Houston il 30 novembre 2001, ha ricevuto l’ordinazione episcopale il 23 gennaio 2002. Presiede la Regione X ed è Membro del Comitato “African American Affairs” della Conferenza episcopale. Oltre l’inglese e lo spagnolo, conosce l’italiano.

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    Benedetto XVI a conclusione della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani: riannunciare il Vangelo al mondo indifferente alla fede

    ◊   Comunione e unità: è il binomio che deve caratterizzare i discepoli di Cristo perché la loro sia una testimonianza credibile ed efficace. Lo ha sottolineato il Papa ieri pomeriggio, nella Basilica di San Paolo fuori le Mura, a Roma, dove ha presieduto i Secondi vespri della solennità della Conversione dell’Apostolo delle genti. La celebrazione, cui hanno preso parte i rappresentanti di diverse Chiese, ha concluso, tra l’altro, la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani, quest’anno sul tema “Di tutte queste cose mi sarete testimoni”. Il servizio di Tiziana Campisi:

    “Che tutti siano una sola cosa… perché il mondo creda”: Benedetto XVI ha chiesto ai cristiani anzitutto unità, ricordando le parole di Gesù nell’Ultima Cena citate da Giovanni, poiché avverte come necessaria “una nuova, intensa, attività di evangelizzazione, non solo tra i popoli che non hanno mai conosciuto il Vangelo”, ma anche lì dove il cristianesimo si è diffuso ed è patrimonio della storia.
     
    E’ un “mondo segnato dall’indifferenza religiosa, e persino da una crescente avversione nei confronti della fede cristiana” quello di oggi, ha osservato il Papa che ha aggiunto:

     
    “Non mancano, purtroppo, questioni che ci separano gli uni dagli altri e che speriamo possano essere superate attraverso la preghiera e il dialogo, ma c’è un contenuto centrale del messaggio di Cristo, che possiamo annunciare tutti assieme: la paternità di Dio, la vittoria di Cristo sul peccato e sulla morte con la sua croce e risurrezione, la fiducia nell’azione trasformatrice dello Spirito”.
     
    Pur se “in cammino verso la piena comunione” - ha proseguito il Pontefice - “siamo chiamati ad offrire una testimonianza comune, e ciò di fronte a sfide come:

     
    “…la secolarizzazione e l’indifferenza, il relativismo e l’edonismo, i delicati temi etici riguardanti il principio e la fine della vita, i limiti della scienza e della tecnologia, il dialogo con le altre tradizioni religiose. Vi sono poi ulteriori campi nei quali dobbiamo sin da ora dare una comune testimonianza: la salvaguardia del Creato, la promozione del bene comune e della pace, la difesa della centralità della persona umana, l’impegno per sconfiggere le miserie del nostro tempo, quali la fame, l’indigenza, l’analfabetismo, la non equa distribuzione dei beni”.
     
    E sull’impegno verso l’unità Benedetto XVI ha poi sottolineato:

     
    “Ciascuno è chiamato a dare il suo apporto per compiere quei passi che portino verso la comunione piena tra tutti i discepoli di Cristo, senza mai dimenticare che essa è innanzitutto dono di Dio da invocare costantemente”.
     
    Una risposta, in pratica, alla richiesta di incoraggiamento e di orientamento rivolta dal cardinale Walter Kasper. Nel suo indirizzo di saluto al Papa, all’inizio della celebrazione, il presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani si era chiesto:

     
    “Come possiamo assolvere in maniera credibile il compito lasciatoci dal nostro Signore, che è quello di annunciare l’unità, la riconciliazione e la pace, se noi stessi cristiani non siamo uniti e riconciliati tra noi? Pertanto, missione ed ecumenismo sono gli impegni più importanti che il mondo odierno e la cristianità devono riuscire a portare avanti”.
     
    (canto)

     
    Se questi impegni necessitano di un “rapporto costante” con il Risorto e devono essere animati da un “amore profondo verso di Lui”, ha affermato Benedetto XVI, c’è da proseguire anche l’esperienza iniziata cento anni fa dalla Conferenza missionaria di Edimburgo, che ha scelto il tema di quest’anno della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani. Nel 1910 protestanti, anglicani ed un ortodosso diedero impulso all’ecumenismo: oggi, il Papa esorta i cristiani a proseguire la strada da loro tracciata, sull’esempio dell’instancabile attività missionaria di San Paolo.

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    Il Papa e il suo invito ai sacerdoti a evangelizzare Internet. Il commento di don Paolo Padrini

    ◊   I sacerdoti annuncino il Vangelo nel continente digitale: l’esortazione di Benedetto XVI nel Messaggio per la Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali, pubblicato sabato scorso, è stata accolta con soddisfazione dai sacerdoti che già da tempo sono impegnati nell’evangelizzazione del web. Uno di questi è don Paolo Padrini, parroco della chiesa di San Giorgio a Stazzano, nella diocesi di Tortona, e coordinatore del progetto “Pope2you” del Pontificio Consiglio della Comunicazioni Sociali. Intervistato da Fabio Colagrande, don Paolo Padrini si sofferma sull’importanza di questo Messaggio del Papa:

    R. – L’attendevo come tanti sacerdoti. Sono molto, molto contento di questo messaggio e devo dire che non può non collegarsi a quello dell’anno scorso - lanciato in modo analogo ai ai giovani - nel quale il Papa aveva proposto una visione veramente propositiva, allo stesso tempo fondata, non ingenua, ma coraggiosa. Questo perché spinge davvero ad un utilizzo consapevole del web e, tra l’altro, nelle pieghe delle parole nasconde dei grandi stimoli.

     
    D. – Don Paolo, cosa significa annunciare il Vangelo attraverso Internet? Lei cosa ha imparato dalla sua esperienza?

     
    R. – Ho imparato una cosa molto importante: quanto predicare il Vangelo significhi sostanzialmente annunciare la presenza di Cristo in mezzo alle persone. E’ un Signore che ci arriva in tanti modi. Indubbiamente, c’è la presenza sacramentale, che è una presenza di altro tipo, ma c’è pure una presenza sacramentale che si realizza nell’incontro con il cristiano, che è testimone di Gesù Cristo, e la Rete ha molto bisogno di testimoni che contagino con la loro felicità di essere cristiani e con la loro voglia di annunciare un Vangelo nella concretezza. La rete stimola la concretezza, stimola le amicizie e noi cristiani forse siamo chiamati provvidenzialmente ad essere lì per dare un’anima a questa amicizia e darle un volto, che è quello di Gesù Cristo.

     
    D. – Don Paolo Padrini, tecnicamente, praticamente, come utilizza il web per fare pastorale?

     
    R. – Direi su due linee. Sicuramente, c’è la linea fondamentale, quella che mi dà più soddisfazioni, dei piccoli incontri quotidiani. Attraverso Facebook, attraverso blog che curo per Blogsfere, e attraverso altri strumenti, io ho la possibilità di incontrare persone: persone che mi scrivono, con le quali spesso prosegue anche una riflessione e un aiuto che va oltre Internet, persone con le quali ci sono stati poi contatti telefonici. A volte, ho auto la possibilità di incontrare persone che avevano delle necessità e che sono diventate poi amiche personali, vere. Poi c’è l’ambito della predicazione: una parola buona, detta con sincerità, è una parola che, purtroppo, a tante persone è preclusa, perché magari si sono allontanate dalle nostre parrocchie. E lì, sul web, io riesco a dire una parola, si riesce a dire di nuovo qualcosa d’interessante. Ed è bello, poi, vedere quando le persone dicono: “Interessante questo discorso, bello, bravo, hai detto delle belle cose”. Al che, da parte mia, la battuta: “Ma le ho dette a Messa anche stamattina...”. Quindi, tutto sommato la Rete può essere un mezzo che, in qualche modo, riavvicina a Cristo. (Montaggio a cura di Maria Brigini)

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    Rammarico del dicastero per l’Unità dei Cristiani per la pubblicazione non autorizzata della bozza di un testo sul dialogo tra cattolici e ortodossi

    ◊   Il Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani ha constatato “con rammarico” che è stato pubblicato, da un mezzo di comunicazione, un testo che è all’esame della “Commissione Mista Internazionale per il Dialogo Teologico tra la Chiesa cattolica e la Chiesa ortodossa nel suo insieme”. Il documento pubblicato, si legge in una nota del dicastero, “è un testo previo, che consiste in un elenco di temi da studiare e da approfondire, finora discusso solo in minima parte dalla suddetta Commissione”. Nell’ultima riunione della Commissione Mista Internazionale per il Dialogo Teologico tra la Chiesa cattolica e la Chiesa ortodossa - tenutasi a Paphos nell’ottobre scorso, rammenta il comunicato - “si era stabilito esplicitamente che il testo non sarebbe stato pubblicato finché non fosse stato esaminato nella sua totalità dalla Commissione”. Ad oggi, conclude la nota, “non esiste nessun documento concordato e pertanto il testo pubblicato non ha nessuna autorità, né ufficialità”.

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    Speciale iniziativa dell’Ufficio Filatelico Vaticano in favore di Haiti. Caritas italiana promette aiuti per 40 mila famiglie in due mesi

    ◊   Ad Haiti la fase di emergenza non è stata ancora superata: l’Onu rende noto che occorrono ancora 200 mila tende per ospitare oltre un milione di sfollati durante la stagione delle piogge. E’ stato poi annunciato che la conferenza internazionale per la ricostruzione di Haiti si terrà a marzo nella sede dell’Onu a New York. In Vaticano, intanto, il Governatorato promuove, tramite l’Ufficio Filatelico e Numismatico, una speciale iniziativa in favore della popolazione del Paese caraibico: l'emissione di un francobollo, ai primi di marzo, che avrà una plusvalenza destinata alla popolazione di Haiti. Ascoltiamo il responsabile dell'Ufficio filatelico e numismatico, Pier Paolo Francini, intervistato da Amedeo Lomonaco:

    R. – L’iniziativa, per come sarà effettuata, è per noi un po’ una novità, in quanto in passato c’erano state delle emissioni filateliche che nascevano già destinate a determinati eventi. Questa volta, l’immane dimensione del disastro ha sicuramente sollecitato un intervento che, per quanto si tratti alla fine magari di una goccia, chiaramente ha bisogno di un aggancio con un evento che fosse già programmato. Questa emissione di francobolli era già stata programmata per i primi del mese di marzo e dedicata al Santuario della Madonna delle Grazie, meglio noto come Santuario della Mentorella. Ricorre infatti quest’anno il 1500.mo anniversario della sua costituzione e a questo evento è stato dedicato appunto un francobollo.

     
    D. – Come è legata l’emissione di questo francobollo all’iniziativa in favore di Haiti?

     
    R. – Attraverso l’idea di questo francobollo si è poi concretizzata anche l’idea di realizzare una sovrastampa.

     
    D. – Cosa si intende per sovrastampa?

     
    R. – Vuol dire sovrastampare una plusvalenza su un francobollo, che è in corso di stampa o che è stato appena stampato, come quello per il Santuario della Madonna delle Grazie. In questo caso 20 centesimi di euro per ogni francobollo.

     
    D. – Ed è questa plusvalenza che sarà destinata alla popolazione di Haiti...

     
    R. – Chi compra questi francobolli non li pagherà il prezzo del valore dell’affrancatura, che in realtà è 0,65, ma li pagherà 0,85 centesimi. Quei 20 centesimi di euro di plusvalenza per ogni francobollo rappresentano realmente un aiuto concreto alla popolazione di Haiti.

     
    Dalla Caritas italiana sono stati stanziati inoltre 550 mila euro come contributo per la prima fase di emergenza. L’obiettivo, per i prossimi due mesi, resta quello di raggiungere oltre 40 mila famiglie con aiuti alimentari, cibo, coperte e medicinali. Ad Haiti, intanto, sono diverse le organizzazioni cattoliche che sostengono il prezioso lavoro della Chiesa locale per aiutare la popolazione del Paese caraibico. Tra queste realtà è particolarmente attiva l'ong "Manos Unidas", come sottolinea al microfono di Amedeo Lomonaco, Maria Gonzalez, membro dell’organizzazione non governativa spagnola:

    R. – Per rispondere a questa situazione veramente drammatica, abbiamo ricavato una cifra di oltre un milione di euro e stiamo lavorando su 15 progetti di emergenza che prevedono soprattutto l’acquisto di acqua e di beni di prima necessità.

     
    D. – Haiti, anche prima del terremoto, presentava una situazione economica disastrosa. Gli aiuti della comunità internazionale e anche l’impegno delle organizzazioni non governative possono far sperare realmente in un Paese che sia finalmente in grado di imboccare la strada dello sviluppo?

     
    R. – Haiti è tra i Paesi più poveri del mondo. Non dimentichiamo che vive una grandissima crisi alimentare. Quello che tutte le organizzazioni internazionali chiedono è il condono del debito pubblico di Haiti.

     
    D. – Voi da 30 anni finanziate progetti ad Haiti. Quali sono le priorità per il futuro, per un’autentica ricostruzione?

     
    R. – Crediamo che per un autentico sviluppo, in primo luogo debba esserci uno sviluppo educativo e nel campo dell’agricoltura. “Manos unidas” lavora nelle zone rurali, fuori da Port-au-Prince: tutti i nostri progetti sono, di norma, appoggiati alla Chiesa, alla Caritas. Stiamo lavorando insieme su questi progetti di educazione, per la ricostruzione del Paese, con le controparti locali.

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    Giovedì 20 prima udienza speciale del Papa alle Accademie Pontificie impegnate a rilanciare l’umanesimo cristiano

    ◊   Sarà la prima udienza di Benedetto XVI alle Pontificie Accademie, giovedì prossimo 28 gennaio, all’indomani della seduta pubblica, la 14.ma, ospitata domani pomeriggio nell’Aula magna del Palazzo di Via della Conciliazione, sede del Consiglio di coordinamento delle Pontificie Accademie, sul tema “La formazione teologica del presbitero”. Stamani, in Sala Stampa Vaticana, è stato presentato l’evento che prevede la consegna del Premio delle Pontificie Accademie, attribuito ogni anno dal Santo Padre a giovani studiosi, artisti o istituzioni che si siano distinti nella promozione dell’umanesimo cristiano. Il servizio di Roberta Gisotti:

     
    Trecentocinquanta accademici e membri delle Pontificie Accademie a colloquio per la prima volta con Benedetto XVI per rilanciare il progetto comune di un umanesimo cristiano nel terzo millennio. Un impegno che vede in prima fila il Pontificio Consiglio della Cultura, ha sottolineato ai giornalisti l’arcivescovo Gianfranco Ravasi, presidente del dicastero, che presiede il Consiglio di coordinamento tra Accademie Pontificie, creato nel 1995 da Giovanni Paolo II per valorizzare l’attività di queste antiche istituzioni, ponendole in rete fra di loro e con l’esterno, perché siano stimolo al pensiero corrente e riferimento per la società odierna.
     
    “Il Pontificio Consiglio della Cultura di sua natura vorrebbe sempre di più far sì che la sua attività si possa appoggiare a tante istituzioni, che sono parallele, che alcune volte sono come dei corollari, o anche a tante istituzioni laiche. Stiamo, infatti, avendo rapporti con molte fondazioni di alto livello nel campo della ricerca scientifica, un po’ in tutto il mondo, in modo tale da poter avere un respiro che sia il più possibile universale e che sia il più possibile variegato nella ricchezza e nella complessità che ormai il termine cultura raccoglie in sé, non più esauribile nell’interno di quella dimensione quasi da 'turris eburnea', da torre d’avorio, asettica, in cui ci sono soltanto gli intellettuali alti. Ormai, la cultura, come ben sappiamo, ha una serie di iridescenze, di sfumature, di volti, che passano attraverso tante dimensioni in passato neppure sospettabili. Pensiamo soltanto a quando abbiamo fatto l’incontro con gli artisti e abbiamo cominciato ad introdurre i fotografi, la fotografia, la scenografia e, anzi, una famosa casa di moda si è lamentata con me perché non abbiamo introdotto anche la moda... Speriamo che anche l’Accademia della moda in futuro possa avere un dialogo con noi”.
     
    Ogni anno, le Accademie si alternano nell’organizzare la seduta pubblica su un tema di attualità. In questo 2010, visto per il tema collegato all’Anno sacerdotale, sono sette le Accademie coinvolte: quella di San Tommaso D’Acquino, quella di Teologia, quella dell’Immacolata, quella Mariana internazionale, quella delle Belle Arti e Lettere dei Virtuosi del Pantheon, quella Romana di Archeologia e quella “Cultorum Martyrum”:

    “Noi pensiamo che l’esistenza e anche l’attività di queste Accademie per buona parte sia ignota. Lo dobbiamo fare, quindi, per una conoscenza ad extra. Far conoscere questi piccoli mondi di ricerca, qualche volta anche di ricerca molto qualificata, altre volte di ricerca che ha qualche ridondanza di tipo più divulgativo. Ma io ho voluto, anche e soprattutto, attraverso questa conferenza stampa, stimolare le stesse Accademie, non solo ad avere una reviviscenza, ad avere una nuova vigoria, ma anche a far sì che la loro produzione, la loro ricerca, abbia anche ad essere comunicata, non rimanga soltanto nell’interno del cenacolo. E sarà anche l’occasione per mostrare come la teologia, e quindi anche queste Accademie, debbano aprirsi al mondo della ricerca teologica che è condotta anche da laici.”
     
    Ad aprire i lavori, domani, sarà lo stesso mons. Ravasi e, a seguire, vi saranno le relazioni dei teologi Charles Morerod e Manlio Sodi, quindi la consegna del Premio dotato di 20 mila euro al giovane teologo, laico americano, John Mortensen, sposato con quattro figli, autore di una tesi di dottorato alla Pontificia Università della Santa Croce a Roma, incentrata sull’analogia di San Tommaso.

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    Oggi su "L'Osservatore Romano"

    ◊   Per rispondere al terremoto della povertà: in prima pagina, un fondo di Alexander Douglas, ministro per lo Sviluppo internazionale del Governo britannico, sul ruolo della Santa Sede nel raggiungimento degli Obiettivi di sviluppo del Millennio.

    Cristiani uniti per dare credibilità all'annuncio del Vangelo: il Papa conclude la Settimana di preghiera a San Paolo fuori le Mura.

    Business come al solito: nell'informazione internazionale, Luca M. Possati sullo scontro fra Google e la Cina.

    In cultura, Giuseppe Sciacca sul libro di Giacomo Bertolini “Intenzione coniugale e sacramentalità del matrimonio”.

    Gaetano Vallini recensisce un volume sul lager nazifascista di Fossoli (“L'alba ci colse come un tradimento”) e un libro dedicato alla Shoah “Sei milioni di accusatori”, nell'ambito di un itinerario di letture per il Giorno della Memoria.

    “Il cantante di jazz” e l'identità ebraica: Emilio Ranzato sul film di Alan Crossland (1927).
     Un articolo di Marcello Filotei dal titolo “Poltronissima in soggiorno”: L'Opera Royal de Wallonie Liege è il primo teatro al mondo a mettere in rete la stagione lirica.

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    Oggi in Primo Piano



    La prolusione del cardinale Bagnasco alla Cei: il Paese ha bisogno di riforme non di risse, sogno una generazione di cattolici che ami i valori della civiltà

    ◊   Il sogno di una nuova generazione di italiani disposti a dare il meglio dei loro pensieri e progetti e, con l’aiuto della Grazia di Dio impegnati a fondare ogni impresa sui valori fondamentali della vita, della famiglia e dalla solidarietà. E’ quanto espresso dal presidente della Cei, cardinale Angelo Bagnasco, che ieri pomeriggio ha aperto il Consiglio permanente dei vescovi italiani. Il porporato ha indicato le riforme come obbiettivo urgente, ma colpevolmente sempre rinviato, quindi ha auspicato la riconciliazione in politica in un momento di surriscaldamento in cui sembrano riaffiorare i mostri del passato. Dal cardinale Bagnasco un “no deciso” a xenofobia e antisemitismo, “sì” a politiche per la famiglia, “la più grande risorsa” del Paese. Vicinanza alla popolazione di Haiti con l’appello alla solidarietà. Il servizio è di Paolo Ondarza:

    Gli uomini di oggi hanno bisogno di apprendere nuovamente lo stile del riconciliarsi. Nuovo appello al disarmo degli animi dal cardinale Bagnasco, che ha evidenziato il surriscaldamento del già rovente clima politico in Italia: a cominciare da quello che il porporato definisce il “violento ed esecrabile episodio che ha coinvolto il presidente del Consiglio Berlusconi”:
     
    “Maestri nuovi del sospetto e del risentimento sembrano talora riaffiorare all’orizzonte lanciando parole violente che, ripetute, possono resuscitare mostri del passato”.

    Il cardinale Bagnasco esorta i credenti a riscoprire il sacramento della Riconciliazione per contribuire nella società ad una coesione effettiva tra i componenti dell’intera comunità nazionale. Appello anche ai media da cui spesso provengono “intossicazioni e deviazioni”: nel bene del Paese non riducano il conflitto politico a rissa, non cadano nel disfattismo che si basa, più che sulle notizie, sui conflitti veri o immaginati:

    “Allo stesso modo è insopportabile concentrarsi unicamente sulla denigrazione reciproca, arrivando talora a denigrare il Paese intero, pur di far dispetto alla controparte”.
     
    Obbiettivo urgente – ricorda il presidente della Cei – sono le riforme:

    “L’obiettivo urgente, ma colpevolmente sempre rinviato, delle riforme, che invece sono attese per dare compiutezza a quella transizione istituzionale, politica e strutturale che, se ritardata, assorbe le risorse e corrode gli entusiasmi”.

    Pensando alla crisi economica, pur evidenziando la prontezza con cui il Paese è riuscito a fronteggiarla, il porporato ricorda che soprattutto per le aziende più piccole essa ha provocato un periodo difficilissimo, se non fatale, soprattutto per le categorie più deboli di persone. Da qui, le esortazioni al sistema bancario, perché solleciti una politica del credito, alla classe politica perché ascolti la voce di chi ha perso il lavoro. Dopo aver auspicato un ricentramento della politica sul perno delle famiglie con figli e la nascita di una nuova generazione di italiani che abbia a cuore i valori fondanti della civiltà, il cardinale Bagnasco ha espresso preoccupazione per gli episodi di contestazione di Rosarno, ricordando le condizioni non accettabili in cui vive parte degli immigrati in Italia:
     
    “Ritengo che l’opinione pubblica nazionale abbia con l’occasione potuto avviare una riflessione che nessuna ruspa può facilmente rimuovere”.

    E’ fondamentale – ha detto - ripartire dal significato di persona: “Un immigrato – ha spiegato - è un essere umano, e una persona è tale indipendentemente dal colore della pelle, dalla nazionalità o dalla religione:

    “Questo naturalmente vale in ogni angolo della Terra e vale anche per la violenza patita dai cristiani in alcuni Paesi, tanto più se si manifesta nei giorni più cari alla tradizione evangelica”.

    “No alla xenofobia così come all’antisemitismo, nonostante i focolai talora riaffioranti di odio”, rimarca il presidente dei vescovi italiani, che, ricordando la visita del Papa alla Sinagoga di Roma spiega che la Chiesa italiana si riconosce nell’atto di commosso omaggio che Benedetto XVI ha tributato alle vittime della Shoah. Guardando alle vicende internazionali il cardinale Bagnasco ha ricordato la tragedia di Haiti, facendo appello alla solidarietà di tutti. Parole anche su clima e ambiente: se la Conferenza di Copenaghen ha deluso le aspettative, la “crisi ecologica non può essere affrontata se non si ha la disponibilità di operare una revisione del modello di sviluppo”. Nell’ecologia rientra la bioetica, due i fronti in Italia: la pillola abortiva Ru486 - i pubblici poteri, chiede il porporato, ne circoscrivano i rischi - e la discutibile “iniziativa dei registri” sul testamento biologico, con l’appello alle forze politiche perché diano prova di massima saggezza nell’allestire la legge sul fine vita. Parlare di ambiente in Italia – ha aggiunto il presidente dei vescovi italiani – vuol dire mettere in sicurezza il territorio che la Provvidenza ci ha affidato. Ricordando i tanti drammi generati da fenomeni violenti – ultimo caso: il crollo di una casa in Sicilia con la morte di due bimbe – il cardinale Bagnasco ha evidenziato i tanti dissesti e incurie dipendenti dall’uomo, dal mancato rispetto dei vincoli o dalla sottovalutazione dei pericoli. La Chiesa ricorda alle istituzioni l’impegno più volte assunto nella tutela del territorio:

    “Bisogna essere consapevoli che a tutt’oggi ci sono anche allarmi inascoltati e segnalazioni non raccolte, quasi che la prevenzione, soprattutto quella mirata, non fosse l’unica via da battere se si vuole evitare ad una popolazione come la nostra una successione macabra di tragedie”.

    Parole anche sull’anno sacerdotale in corso con l’avvertimento: “si può anche predicare in modo ricorrente sul Dio amore, ma dimostrare che la propria vita non si fonda su questa esperienza. Ai sacerdoti il cardinale Bagnasco indica l’esempio di Paolo VI, un Papa da riscoprire, e la “scuola di predicazione” di Benedetto XVI, ricordando come dopo essere stato spinto per terra la notte di Natale il Papa si sia rialzato incedendo tranquillamente verso l’altare:

    “E’ una circostanza che ha finito per conferire uno stigma ancora più forte alla predicazione papale: ‘Dio è importante, la realtà più importante in assoluto nella nostra vita’”.

    Neppure l’uomo di oggi riesce ad accantonare la questione di Dio – ha proseguito il presidente della Cei – ciascuno è chiamato a respingere le intimidazioni del secolarismo. C’è una cultura pubblica, ha denunciato il porporato, che punta all’estraneazione, alla sottovalutazione, quando non all’irrisione del fenomeno religioso: ne è segno l’inaccettabile vicenda della sentenza di Strasburgo sul Crocifisso. Il cardinale Bagnasco ha esortato infine i cristiani a trovare modalità nuove di attenzione verso i non credenti e ha auspicato nuovi sviluppi per la filosofia, chiamata a recuperare le propria rilevanza civile, quale forma della ricerca del vero.

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    Il cardinale di San Paolo, Odilo Scherer, ha inaugurato il primo Congresso arcidiocesano dei laici

    ◊   Il 25 gennaio di ogni anno, festa della Conversione di S. Paolo, l'omonima metropoli brasiliana ricorda l'anniversario della sua fondazione e festeggia l'Apostolo delle genti, suo patrono. Ieri, in coincidenza con le celebrazioni di rito, è stato inaugurato il primo Congresso arcidiocesano dei laici, con l'obiettivo di coinvolgere i cristiani della Chiesa locale in una rinnovata riflessione sulla loro vocazione all'interno dei diversi settori sociali. Cristiane Murray della nostra redazione brasiliana ha parlato del Congresso con il cardinale arcivescovo di San Paolo, Odilo Scherer:

    R. – Vuole essere una occasione affinché tutti i laici battezzati prendano anzitutto coscienza della loro condizione, riaffermando la loro dignità di laici cristiani, di discepoli del Signore, per arrivare ad una loro riflessione su quello che significa essere battezzati ed essere cristiani. Per questo riproponiamo i grandi testi del Magistero del Concilio Vaticano II relativo proprio ai laici ed altri testi della Conferenza dell’episcopato latinoamericano di Aparecida, perché siano punti di riferimento per una loro riflessione sull’identità, sulla dignità, sulla vita e sulla missione dei laici nella Chiesa.

     
    D. – Questo è un primo momento di questo Congresso, ma nelle vostre intenzioni ve ne sono altri...

     
    R . – In un secondo momento, tra luglio e agosto, organizzeremo i laici in gruppi - composti seguendo gli interessi specifici, professionali, anche di affinità - in modo che possano riflettere e poi domandarsi cosa da laici, da cattolici possono fare e devono fare per meglio testimoniare il Vangelo nel mondo. Ci sarà poi un terzo momento, verso la fine dell’anno, in cui il Congresso sarà a livello arcidiocesano e a livello di città e la domanda che porremo sarà: cosa possiamo da laici, da cattolici fare per contribuire alla vita stessa della città?

     
    D. – Oltre a tutti i movimenti laici impegnati nella Chiesa, pensate dunque di coinvolgere i laici che, pur non facendo parte di un Movimento ecclesiale, si impegnano a trasmettere con il loro lavoro quotidiano i valori cristiani…

     
    R. - Questo Congresso vuole essere veramente un grande momento di riaffermazione dell’identità, di ripresa dell’entusiasmo e della gioia delle fede, ma vuole anche essere un momento di programmazione e di organizzazione della missionarietà e quindi un momento di elaborazione di progetti di vita e di azione dei laici nel mondo. Noi vogliamo, attraverso questo Congresso, cercare di far capire che ognuno ha le proprie capacità e quindi un dono da condividere con gli altri, così come si legge nella lettera di San Paolo ai Corinzi: “Voi siete il Corpo di Cristo: ognuno è come una membra del Corpo di Cristo ed ogni membra ha una sua funzione propria e deve dare il proprio contributo al benessere generale del Corpo”. Questa è una consapevolezza che dobbiamo riuscire a far arrivare ai cristiani laici, e non perché sono coinvolti in movimenti, in gruppi, in organizzazioni, in azioni specifiche della Chiesa o nella Chiesa. Tutti sono da valorizzare. Io credo che noi dobbiamo valorizzare ogni laico, valorizzare la consapevolezza che ognuno ha il proprio dono e ognuno, nel posto in cui si trova, è un cristiano e un discepolo del Signore e quindi anche un missionario di Cristo, un rappresentante della Chiesa, che deve compiere bene, alla luce del Vangelo, tutto ciò che deve fare. (Montaggio a cura di Maria Brigini)

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    Chiesa e Società



    Il Consiglio mondiale delle Chiese chiede l'immediata cancellazione del debito di Haiti

    ◊   La "cancellazione immediata e piena" del debito estero di Haiti. A chiederlo è il segretario generale del Consiglio Mondiale delle Chiese, il rev. Olav Fykse Tveit secondo il quale la cancellazione del debito haitiano sarebbe "solo un primo passo", in quanto un Paese colpito dal terremoto ha bisogno di “un più ampio piano di ricostruzione”. Tale piano, afferma Tveit, “deve essere sviluppato con la piena partecipazione del popolo di Haiti e con il sostegno della comunità internazionale, sotto il coordinamento delle Nazioni Unite”. Oltre alla cancellazione del debito e agli aiuti di emergenza a breve termine, - riferisce l'agenzia Sir - Haiti ha bisogno di "ricostruzione e sviluppo sostenibile nel medio e lungo termine". Ma "qualsiasi tipo di assistenza finanziaria dovrebbe venire in forma di sovvenzioni e non in forma di prestiti che affliggerebbero il paese con ulteriore debito". La dichiarazione Tveit è stata pubblicata in occasione della conferenza ospitata ieri a Montreal dal governo canadese per discutere della ricostruzione di Haiti. Vi hanno partecipato i ministri degli esteri provenienti da oltre una dozzina di Paesi, insieme a otto organismi internazionali. (R.P.)

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    Taizè propone di pregare ogni 12 del mese per la popolazione di Haiti

    ◊   Facendo propria la proposta fatta in questi giorni da un giovane di Haiti, la Comunità di Taizé invita “tutti coloro che possono, a pregare per la popolazione di Haiti, singolarmente o in gruppi, il 12 di ogni mese per 12 mesi”. Era il 12 gennaio alle 16 e 53 quando il terremoto ha colpito la capitale Port-au-Prince provocando morti e distruzione. Un giovane di Haiti, Richard, ha scritto un messaggio alla comunità di Taizé dove era stato ospite negli anni passati. “La notte, la vita, la morte, non vedo alcuna differenza. Da martedì, 12 gennaio, - riporta l'agenzia Sir - il Paese è sprofondato in un profondo caos. Ho visto decine e decine di anni cancellati in quei cinque secondi di scossa. Ho visto la speranza andarsene”. “Ma Dio è grande e dal momento che è amore, il suo piano è già preparato per noi. I Canti di Taizé mi danno una forza e una fiducia che mai avrei immaginato. Chiedete a tutti i popoli del mondo di pregare ogni 12 del mese per 12 mesi per il popolo haitiano. Non esitate! E' molto importante". Taizé ha raccolto la proposta e proporrà un'iniziativa di preghiera per il 12 di ogni mese. (R.P.)

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    Venezuela: contro la violenza i vescovi chiedono di promuovere l'amore e il rispetto per la vita

    ◊   Gli arcivescovi e vescovi del Venezuela, al termine della loro XCIII Assemblea Ordinaria, hanno inviato un comunicato a tutto il popolo venezuelano. Il documento è diviso in 3 parti. Nella prima parte, intitolata “La nostra realtà”, i vescovi - riferisce l'agenzia Fides - rilevano che “il nostro paese sta vivendo una situazione sociale, politica ed economica che denota un allontanamento da Dio” e continuano: “Siamo molto preoccupati per le azioni e le dichiarazioni dei rappresentanti del governo che minano lo spirito democratico”. Denotano quindi la poca trasparenza nell'utilizzo dei fondi pubblici, e allo stesso tempo, la crescita della violenza, dell'insicurezza e della criminalità. Riguardo ai “criteri necessari”, esposti nella seconda parte, l’episcopato venezuelano ricorda: siamo un paese che cerca la pace e l'armonia sociale. La fede dei cristiani deve avere una chiara manifestazione, non solo nell'incontro intimo con Gesù Cristo. La costruzione della nuova società compete non solo a coloro che detengono qualche autorità, ma a tutti. Bisogna sempre andare alla ricerca di un dialogo fruttuoso.Le proposte dei vescovi sono: promuovere i principi e i valori cristiani; necessità del dialogo come unica via per risolvere i problemi; rispetto delle decisioni prese dalla popolazione nel referendum del dicembre 2007 con la bocciatura della proposta di riforma costituzionale; controllo dell'utilizzo dei fondi pubblici; impegno comune di tutti per promuovere l'amore e il rispetto per la vita. Quindi l’episcopato rivolge alcune raccomandazioni: “Ai nostri concittadini diciamo: bisogna mantenere lo spirito civico di patriottismo che si dimostra anche nel denunciare le ingiustizie. Alle autorità: bisogna agire in modo corretto seguendo un giusto processo, applicare con moderazione e obiettività le sanzioni penali. A tutti ricordiamo il deferente rispetto per la dignità della persona umana e per la promozione dei diritti e dei doveri”. Inoltre occorre considerare con urgenza una politica di rispetto per l'ambiente. A conclusione del documento, i presuli ribadiscono l’assunzione del loro impegno pastorale “di camminare con tutti, lavorando con le nostre migliori energie per raggiungere questo obiettivo”. (R.P.)

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    La preoccupazione dei vescovi venezuelani per la chiusura di cinque canali tv

    ◊   Il rifiuto governativo di rinnovare la licenza statale al canale privato RCTVI, in pratica la sua chiusura, è stato definito da mons. Ubaldo Santana, arcivescovo di Maracaibo, in Venezuela, come un “fatto grave che attenta allo spirito democratico”. Inoltre la misura, ha precisato il presule attuale presidente della Conferenza episcopale venezuelana, contraddice “le garanzie riconosciute nella Costituzione” e certamente “non favorisce il clima idoneo per la libertà d’informazione ed opinione” nel Paese. La RCTVI, è il network che ha continuato le trasmissioni della “Radio Caracas Televisión - RCTV", che fu in sostanza obbligata a spegnere il suo segnale nel 2007, anche perché le autorità governative, così come oggi, avevano negato il rinnovo della concessione statale. In entrambi i casi, nel contesto di questi rifiuti è stato evidenziato, a più riprese, da parte di settori vicini al governo, che si tratta di mass-media ostili al “socialismo bolivariano”. Insieme con RCTVI, sabato scorso le autorità hanno sospeso le attività di altri quattro canali, che operano via cavo, affermando che non rispettano l’attuale legislazione venezuelana in materia di audiovisivi. Perciò mons. Santana ha precisato che “esistono modi affinché i canali possano continuare a trasmettere e al tempo stesso rispettino le leggi” e dunque, se non si tratta di rappresaglie, era ed è “possibile trovare una buona soluzione”. Giovedì scorso il governo del presidente Hugo Chávez, fece includere RCTVI tra i 24 canali via cavo definiti “nazionali” facendo scattare così particolari esigenze legali in materia di programmazione affinché siano omologati al trattamento che hanno le trasmissioni televisive non criptate e che, tra l’altro, hanno l’obbligo di trasmettere i messaggi presidenziali. Da parte sua mons. Roberto Lückert, vice presidente dell’episcopato, arcivescovo di Coro, ha criticato duramente quanto è accaduto perché ritiene che si desidera consolidare un “mega-latifondo mediatico” che serva come strumento “per imporre una società dove tutti devono pensare allo stesso modo”. “Ogni qualvolta viene chiuso un mezzo di comunicazione - ha aggiunto il presule - si riduce ancora la democrazia” e poi ha ricordato che RCTVI “era l’unica finestra aperta che aveva l’opposizione”. Da più parti, osserva la stampa locale, molti osservatori temono che queste misure apparentemente burocratiche e amministrative, potrebbero incidere gravemente nella trasparenza delle elezioni del 26 settembre prossimo, nel corso delle quali sarà rinnovata l’Assemblea Nazionale. (A cura di Luis Badilla)

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    El Salvador: mons. Escobar parla del Paese e ricorda il 30.mo della morte di mons. Romero

    ◊   Nella sua abituale conferenza stampa dopo la Santa Messa della domenica, l’arcivescovo di San Salvador mons. Luis Escobar, interpellato dai giornalisti, ha sottolineato l’importanza che la classe politica e le autorità dello Stato “abbiano a cuore i problemi concreti, seppure piccoli, dei salvadoregni, in particolare il carovita”. Il presule, in concreto, ha voluto fare riferimento all’applicazione a sorpresa di nuove tariffe per l’acqua potabile e ha chiesto ai responsabile dell’Amministrazione del servizio pubblico di “agire con rispetto e responsabilità”. L’arcivescovo di San Salvador ha chiesto inoltre che il governo realizzi “un’indagine per individuare gli errori che sono stati commessi in questa materia e, al tempo stesso, prenda le decisioni necessarie per cancellare gli errori e dare sollievo ai settori più poveri della popolazione duramente colpiti”. “Sono cose che si devono e si possono fare” ha commentato il presule che, per il medesimo motivo, si è complimentato con i membri del Congresso, che pochi giorni fa hanno decretato la fine della “quota minima per la telefonia fissa” ritenuta un balzello che penalizzava i meno abbienti. D’altra parte, mons. Escobar, con riferimento alla plenaria dell’Episcopato che ha chiuso i suo lavori venerdì scorso, ha riflettuto anche sul bisogno di far fronte con “misure efficaci alla violenza, alla delinquenza e alla criminalità che colpiscono severamente la popolazione salvadoregna” e perciò, con i vescovi, ha rinnovato “l’appello all’unità nazionale per combattere insieme, tutti i settori della società, una simile e insidiosa piaga”. Tra le tante forme di violenza che il Paese conosce c’è anche purtroppo, ha detto, quella contro le “persone non ancora nate e dunque contro la vita innocente e indifesa”. L’arcivescovo ha spiegato che nel corso della plenaria i presuli hanno analizzato a fondo la situazione ecclesiale, gli impegni della Missione continentale, e “ovviamente – ha precisato – quella nazionale, occupandoci in particolare del bilancio possibile a 18 anni della firma degli Accordi di pace che misero fine alla guerra”. Al riguardo mons. Escobar ha rinnovato l’apprezzamento della Chiesa per la richiesta di perdono fatta a nome dallo Stato dal Presidente Mauricio Funes, che in questo modo riconosce “che in passato anche le istituzioni si sono rese colpevoli di violazioni dei diritti umani”. Infine, l’arcivescovo ha osservato che cominceranno presto la preparazione di numerosi eventi religiosi, ecclesiali, culturali e missionari con i quali, il 24 marzo prossimo, i cattolici salvadoregni ricorderanno i 30 anni dell’assassinio di mons. Oscar Arnulfo Romero, arcivescovo di San Salvador, ucciso per odio alla fede e per far tacere la sua voce profetica. (L.B.)

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    Pakistan: la Chiesa condanna il lavoro minorile

    ◊   Il lavoro minorile è una grande piaga del Pakistan. È il grido d’allarme lanciato dalla Chiesa cattolica a margine della tragica vicenda di Shazia, la piccola cattolica brutalmente uccisa a Lahore dal suo datore di lavoro islamico. In un documento inviato all’agenzia Fides dalla Commissione “Giustizia e Pace” dell’episcopato pakistano, i vescovi condannano con forza l’uccisione della fanciulla, “ma – proseguono – questo non è l’unico incidente che riguarda ragazzi costretti ai lavori domestici. Oltre 10 milioni di bambini lavoratori sono spesso sottoposti a violenze fisiche e psicologiche. Il governo dovrebbe far rispettare la Convenzione dei Diritti del fanciullo e portare i responsabili delle violenze dinanzi alla giustizia”. Il documento dei vescovi, firmato da mons. Lawrence Saldanha, arcivescovo di Lahore e presidente della Conferenza Episcopale, continua ricordando che le cause dello sfruttamento minorile vanno ricercate nell’estrema povertà in cui versano numerose famiglie, specialmente quelle cristiane. Nel distretto del Sialkot, per esempio, ben 5mila bambini, che costituiscono l’80% degli operai, sono attivi nella realizzazione di palloni, scarpe, mattoni d’argilla e tappeti: tutti beni che vengono esportati in Occidente. Il lavoro minorile in Pakistan produce un’alta mortalità infantile ed un elevatissimo tasso di analfabetismo. Problemi che il governo, secondo i vescovi, dovrebbe cercare di risolvere. (F.C.)

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    Bangladesh: banda armata aggredisce un attivista cattolico e sua moglie

    ◊   Una banda armata di teppisti ha assaltato un attivista cattolico, leader di un’associazione che si batte per i diritti delle comunità indigene. Il fatto è avvenuto il 22 gennaio scorso a Netrokona, distretto del Bangladesh centrale, 173 km dalla capitale Dhaka. Sanjeeb Drong e la moglie Mitali Chisim - riferisce l'agenzia AsiaNews - stavano rientrando a casa, quando un gruppo di otto persone li ha attaccati. Solo l’intervento del vescovo e di alcuni fedeli ha sventato il tentativo di assalto, che pare legato ai festeggiamenti per i 100 anni di una locale comunità cattolica. “La Madonna mi ha salvato la vita” racconta Sanjeeb Drong, “ma sia io che mia moglie abbiamo riportato serie ferite. Ho paura”. L’attivista cattolico è originario del nord e ricopre la carica di segretario generale del Forum delle popolazioni indigene del Bangladesh, un organismo nazionale che comprende 45 comunità del Paese. Mons. Paul Ponen Kubi, vescovo di Mymensingh, conferma di essere intervenuto in aiuto dell’attivista cattolico, ma non vuole commentare l’accaduto. Padre Simon Hacha, parroco della chiesa di San Giuseppe, riferisce di aver visto l’uomo “sanguinare e lo abbiamo portato in parrocchia per i medicare le ferite”. Il sacerdote testimonia “lo shock dei fedeli” per l’attacco subito alla vigilia delle celebrazioni per i 100 anni di vita della locale comunità cattolica. “Siamo confusi – aggiunge – e temiamo nuovi assalti durante i festeggiamenti: vogliamo sicurezza”. Intanto diverse organizzazioni per i diritti umani, attivisti studenteschi e leader cristiani condannano senza mezzi termini l’attacco e chiedono punizioni esemplari per gli assalitori, ma soprattutto di “garantire la sicurezza in vista del giubileo della chiesa di San Giuseppe”. (R.P.)

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    Anno europeo contro la povertà: l’impegno della Caritas

    ◊   “Zero Poverty” è il nome della campagna di sensibilizzazione che domani sarà lanciata da Caritas Europa presso il Parlamento europeo. L’iniziativa nasce in occasione dell’“anno della lotta alla povertà e all’esclusione sociale” indetto dalle istituzioni comunitarie. Nello scorso fine settimana, gli operatori diocesani per la comunicazione di Caritas Italia hanno tenuto a Roma un incontro in cui sono stati illustrati alcuni dei contenuti della campagna. I dati affermano che il 17% della popolazione dei cittadini dell’Unione europea è a rischio povertà: si tratta, come riporta l’agenzia Zenit, di 84 milioni di persone, delle quali 19 milioni sono minorenni. Convenzionalmente, essere a rischio di povertà significa avere un reddito che non raggiunge il 60% di quello nazionale medio del Paese in cui si vive. “È la prima volta – ha spiegato don Livio Corazza, responsabile del Servizio Europa di Caritas italiana – che si realizza una campagna promossa da Caritas Europa con il coinvolgimento di tutte le 48 Caritas presenti in 44 Paesi d’Europa, al di là, quindi, dell’appartenenza all’Unione europea. È il segno della comune azione a favore degli ultimi che fa della Caritas la rete di solidarietà diffusa più capillarmente sul territorio europeo, anche se non sempre adeguatamente valorizzata”. “L’aumento delle cifre di povertà – ha sottolineato don Corazza – rende importante la campagna di sensibilizzazione”, che ha lo scopo di far impegnare i governi nella lotta contro l’indigenza. Proprio per cercare di informare l’opinione pubblica, domani verrà presentato anche il “Poverty paper”, un documento redatto dalla Commissione politiche sociali di Caritas Europa, che offre un’analisi sul fenomeno della povertà in Europa. Nel contesto della campagna, un gesto importante sarà la visita che Benedetto XVI compirà il 14 febbraio all’ostello per i poveri “Don Luigi Di Liegro”, a Roma. Per l’occasione, i vescovi europei sono stati invitati ad unirsi al gesto del Papa visitando un’opera caritativa della propria diocesi. “L’attenzione alla povertà e all’esclusione – ha affermato don Vittorio Nozza, direttore della Caritas italiana – fa parte del dna dei cristiani e delle Chiese. L’anno europeo contro la povertà dovrebbe provocare la capacità di discernere le sfide che ci stanno di fronte ed alcune attenzioni da far crescere, tra le quali quella educativa e l’agire per il bene comune”. C’è bisogno, secondo il sacerdote, di una “ridefinizione di alcuni stili di vita collettiva, insieme alla consapevolezza del proprio ruolo dei cittadini”. (F.C.)

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    Italia: i funerali a Favara delle due sorelline morte nel crollo della loro casa

    ◊   “Questa è una città generosa. Lo è sempre stata e lo dimostra ancora di più in questa tragica occasione. E’ però una città disastrata. Favara ha bisogno di aiuto e che Dio perdoni tutti noi che oggi piangiamo e preghiamo per Marianna e Chiara. Dio non ha abbandonato il suo popolo e i politici, che sono stati scelti dal popolo, non dovrebbero abbandonare coloro che sono rimasti indietro e i più poveri”. E' uno dei passaggi dell'omelia pronunciata dall'arciprete di Favara don Mimmo Zambito ai funerali di Marianna e Chiara Bellavia, le due sorelle morte sabato scorso nel crollo della loro casa in piazza del Carmine a Favara. Nel corso della celebrazione - riferisce l'agenzia Sir - anche il ricordo della catechista di Marianna, che ha parlato a nome della comunità del Carmine: "Avevi 8 anni quando il Signore ti ha affidata a me, e adesso proseguivi il tuo percorso di fede, accingendoti a ricevere, il prossimo anno, il sacramento della Cresima – ha detto - ma ora hai raggiunto la piena conoscenza di Dio e stai contemplando il suo volto. Sarai sempre nei nostri cuori, così come la tua sorellina Chiara". Fra la gente di Favara, seduto, con gli occhi fissi sull’altare e sulle due bare, per tutto il tempo della celebrazione è rimasto l’arcivescovo di Agrigento, monsignor Francesco Montenegro, fisicamente vicino alla famiglia. Un lunghissimo applauso ha salutato l'uscita dalla Chiesa Madre delle bare bianche portate in spalla da uomini della protezione civile e dei vigili del fuoco. "Quanto accaduto a Favara, purtroppo, fa tornare alla ribalta le condizioni in cui si trovano molti luoghi della Sicilia, che sta venendo fuori da anni di degrado e di miseria, con la mafia che ha fatto pressioni sulle amministrazioni comunali". Lo ha detto il prefetto di Agrigento, Umberto Postiglione, presente ai funerali, nella chiesa madre di Favara. E’ stato aperto un conto corrente per raccogliere fondi in favore della famiglia Bellavia, che sta in queste ore ricevendo la solidarietà concreta di tanta gente. (R.P.)

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    Stati Uniti: contraria all’aborto la maggior parte della popolazione

    ◊   La maggior parte degli statunitensi ritiene che l’aborto sia “moralmente scorretto”. Lo rivela, come riferisce l'agenzia Zenit, un sondaggio commissionato dai Cavalieri di Colombo e realizzato dall’Istituto Marista per l’Opinione pubblica tra fine dicembre e gli inizi di gennaio. Secondo lo studio, sono contrari all’aborto il 58% dei giovani tra i 18 ed i 29 anni, il 60% di chi ha un’età dai 30 ai 44 anni ed il 51% della generazione dai 45 ai 64 anni. Tra chi supera i 65 anni, 6 intervistati su 10 hanno espresso la propria opposizione all’interruzione di gravidanza. “Gli Stati Uniti hanno compiuto una virata – ha dichiarato il Cavaliere Supremo Carl Anderson – e stanno abbracciando la vita e, facendolo, stanno abbracciando un futuro di cui loro e tutti noi possiamo essere orgogliosi”. “I progressi della tecnologia mostrano chiaramente che un bambino non nato è in tutto un essere umano” ha aggiunto Anderson. “Questo, insieme al gran numero di statunitensi che conoscono una delle tante persone che si sono viste coinvolte negativamente dall’aborto – ha continuato - è certamente una ragione per cui gli americani sono sempre più insoddisfatti dell’eredità della sentenza Roe versus Wade”, ossia la sentenza con cui si introdusse l’aborto negli Usa. “La maggior parte della popolazione capisce che l’aborto ha conseguenze e che queste non sono positive”, ha concluso il Cavaliere Supremo. (F.C.)

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    Laos: prima università buddista, i cattolici attendono ancora la loro

    ◊   Prima università buddista in Laos. Lo scorso 24 gennaio è stata infatti posta la prima pietra del nuovo istituto, nella città di Vientiane. L’università ha lo scopo di dare istruzione non solo ai monaci ed ai novizi buddisti, ma anche a tutti i giovani con scarse possibilità economiche. “Svolgerà dunque una rilevante opera di natura sociale”, ha sottolineato il Venerabile Bouakham Saribouth, vicepresidente della “Lao Buddhist Fellowship Organization” e presidente della Commissione educativa nazionale. “Contribuire all’istruzione dei cittadini svantaggiati o emarginati fa parte della politica educativa del governo. Nella nuova università si formeranno giovani pronti a servire il Paese”, ha aggiunto. Fonti missionarie interpellate dall’agenzia Fides hanno notato che anche il sistema educativo cattolico è compatibile con l’essere buoni cittadini e si sono domandati quando sarà possibile aprire una scuola cattolica in Laos. Nel Paese, i cattolici sono 35mila ed intendono instaurare buone relazioni con il governo, in modo da poter svolgere meglio le proprie attività di carattere sociale, caritativo ed educativo. “La Chiesa cattolica – hanno affermato le fonti di Fides – sarebbe molto felice di dare alla nazione un contributo nel campo dell’istruzione”. (F.C.)

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    Senegal: assemblea della Caritas per la pianificazione dei programmi del nuovo anno

    ◊   “Caritas Senegal per una società di riconciliazione giusta e fraterna”: su questo tema si è svolta in Senegal, a Mbour, al Centro di formazione pedagogica, l’assemblea generale della Caritas. Padre Jean Marie Ndour, direttore della Caritas della diocesi di Dakar, ha spiegato che la scelta di questo tema è legata “al contesto mondiale, ma anche del Senegal in particolare riguardo ai conflitti di ordine politico, alle divergenze e alle violenze che si manifestano nel tessuto sociale”. Per far fronte ai mali della società, ha detto padre Ndour, la caritas cerca anzitutto di mettere in pratica le parole della Bibbia aiutando il prossimo, coltivando la fraternità e la carità, ma soprattutto l’amore che dimora nelle profondità dell’essere umano. La Caritas si propone la promozione sociale dei poveri, l’aiuto ai giovani, l’investimento nel campo dell’agricoltura, dell’idraulica e della sanità. Il direttore della Caritas di Dakar ha aggiunto che sono diverse le realizzazioni della Ong nonostante la crisi economica. La Caritas, tra l’altro, beneficia di aiuti dello Stato grazie ad una convenzione. Lo scorso anno le sue attività si sono concentrate in particolare sul programma di sicurezza alimentare, sulla formazione dei giovani e sulle problematiche della migrazione. “Per accompagnare lo sviluppo lottiamo perché ciò che Dio ha dato al mondo, in termini di risorse naturali, finanziarie, umane, sia utilizzato in modo razionale e secondo i principi della giustizia e dell’equità” ha detto padre Ambroise Tine, segretario generale di Caritas-Senegal. (T.C.)

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    Slovenia: cerimonia d'insediamento a Lubliana del nuovo arcivescovo

    ◊   Nel duomo di San Nicolò di Lubliana si è svolta domenica scorsa la cerimonia d'insediamento di mons. Anton Stres, nuovo arcivescovo metropolita della capitale slovena. Alla solenne cerimonia hanno partecipato quattro cardinali, il Presidente della Repubblica ed il Capo del Governo, ospiti illustri del mondo ecclesiastico e politico nonché numerosi fedeli dell'arcidiocesi e di tutta la Slovenia. Mons. Stres è stato insediato durante la solenne concelebrazione dal nunzio apostolico in Slovenia, l’arcivescovo Santos Abril y Castelló. Il 28 novembre 2009 Benedetto XVI ha nominato mons. Anton Stres arcivescovo metropolita di Lubliana, dopo aver accettato la rinuncia al governo pastorale da parte del suo predecessore, l’arcivescovo metropolita mons. Alojz Uran. Il motto episcopale del nuovo arcivescovo della capitale slovena è tratto dalla Lettera ai Corinzi (9,23): "Tutto faccio per il vangelo". (D.D.)

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    Eurispes: in Italia cresce la fiducia nella Chiesa e nel volontariato

    ◊   Cresce la fiducia degli italiani nei confronti delle associazioni di volontariato (82,1%; +10,8% rispetto al 2009) e della Chiesa (47,3%), con un aumento dei consensi dell'8,5% rispetto all'anno precedente. Ad affermarlo è il sondaggio contenuto nel “Rapporto Italia 2010”, che verrà presentato il 29 gennaio a Roma. Secondo la scheda anticipata ieri dall’Eurispes alla stampa e ripresa dall'agenzia Sir, il 47,3% degli intervistati afferma di riporre nella Chiesa “abbastanza” o “molta” fiducia. Rispetto allo scorso anno infatti il dato segna 8,5 punti in più e si riassesta sui valori del 2008. In riferimento alle posizioni politiche, circa un terzo (27,8%) degli intervistati vicini al centro-sinistra sostiene di avere abbastanza fiducia nella Chiesa, mentre solo il 12,9% di chi si dichiara di destra ripone la massima fiducia, percentuale quasi identica per gli intervistati dello schieramento politico opposto (12,3%). Secondo l’Eurispes “via via che il pontificato di Papa Benedetto XVI procede, il suo messaggio riesce a penetrare nell’immaginario collettivo anche per la sua fermezza, lucidità e chiarezza. Molto apprezzate sembrano essere le posizioni assunte recentemente sul ruolo e sulle responsabilità della Chiesa anche di fronte a temi e a questioni dolorosamente aperti dalla cronaca”. Dal rapporto emerge che aumenta la fiducia degli italiani nelle istituzioni: del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano si fida addirittura il 70% della popolazione, mentre registra un lieve calo la fiducia verso l'operato del governo. A perdere consensi sono anche scuola, partiti e sindacati. (R.P.)

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    Madre Teresa di Calcutta: un dvd racconta la sua vita

    ◊   La vita di Madre Teresa di Calcutta raccontata in un dvd. A cento anni dalla nascita della beata, avvenuta a Skopje, in Albania, il 26 agosto 1910, sono già disponibili on line un libro ed un documentario che presentano l’attualità del suo esempio di carità. Come riferisce l’agenzia Zenit, il dvd “Madre Teresa. Una bambina di nome Gonxhe”, è patrocinato dalla Pontificia Commissione per i Beni culturali della Chiesa e racconta il segreto della nascita della vocazione della suora di Calcutta, documentando, con immagini inedite, la sua infanzia, la storia della sua famiglia, il contesto sociale ed economico in cui maturò la sua esperienza di vita. Al dvd, che si può trovare sul sito di HDH Communications, è allegato un volume con la biografia di Madre Teresa e con le testimonianze di Benedetto XVI, di Giovanni Paolo II e di altri che la conobbero. (F.C.)

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    24 Ore nel Mondo



    Iraq, nuovo attentato nel cuore della capitale. Almeno 18 le vittime

    ◊   Ancora una giornata di violenza in Iraq. Almeno 18 persone sono morte e 80 sono rimaste ferite in un attentato, stamani a Baghdad, causato da un’autobomba. Lo riferisce una fonte del Ministero dell'interno citata dalla tv Al Jazeera. Ieri, una quarantina circa le vittime di un triplice attentato, nel cuore della capitale irachena, che aveva colpito tre principali alberghi della capitale. Il servizio di Roberta Rizzo:

     
    Baghdad è sotto attacco. Il giorno dopo il triplice attentato alla zona alberghiera della capitale irachena, oggi un’altra esplosione ha scosso la città. Nel mirino, ancora una votla, il quartiere di Karrada dove si trova l’Istituto medico legale del Ministero dell’interno iracheno. Un terrorista suicida si è fatto saltare in aria in un'auto imbottita d’esplosivo nella centralissima piazza Tahariyat. L’edificio – dove lavoravano decine di persone – è crollato dopo la deflagrazione. Le squadre di soccorso cercano ancora vittime sotto le macerie e il bilancio, provvisorio, è purtroppo destinato a salire. L’attacco di oggi giunge un giorno dopo l’esplosione di tre enormi bombe: la prima nei pressi degli hotel Palestine e Sheraton, la seconda nello stesso quartiere di Karrada, accanto all’Hotel Babylon, l’ultima nell’hotel Hamra, nel sud della capitale. L’escalation di violenza, sfociata negli ultimi giorni, si verifica a poche settimane dalle elezioni previste per il 7 marzo prossimo e in concomitanza con l’impiccagione del braccio destro di Saddam Hussein, Ali Hassan al Majid, detto “il chimico”.

     
    Afghanistan, bombe a Kabul
    Escalation di violenza anche in Afghanistan dove poco fa un attacco suicida è stato sferrato a Kabul nei pressi di una base militare statunitense. È quanto riferisce l'emittente televisiva “Al Jazeera”, precisando che l'attentato ha provocato morti e feriti, tra i quali civili afghani e alcuni stranieri. Questa mattina altre due bombe erano state fatte esplodere nella zona di Helmand, nella capitale afghana. Sul piano politico, la cancelliera tedesca Merkel ha fatto sapere che intende aumentare da 220 a 430 milioni di euro i fondi destinati alla ricostruzione dell’Afghanistan, dove da Berlino potrebbero arrivare anche 500 soldati. Il tutto in vista della Conferenza internazionale sull’Afghanistan, che si terrà giovedì a Londra.

    Obama: “Il messaggio di Bin Laden mostra la sua debolezza”
    Il presidente statunitense, Barack Obama, ha dichiarato oggi in un’intervista all’emittente Usa Abc, che grazie alle operazioni americane contro il terrorismo Al Qaeda è stata indebolita rispetto al 2000. Obama ha citato come prova la rivendicazione attribuita al capo di Al Qaeda, Osama bin Laden, sul fallito attentato di Natale sul volo Amsterdam-Detroit. “La stessa Al Qaeda si è grandemente indebolita rispetto al 2000 - ha detto il Capo della Casa Bianca intervenuto al programma dell’Abc “Good Morning America” - l'invio del nastro di Bin Laden per dare credito allo studente nigeriano coinvolto nel fallito attentato è un'indicazione di questo”.

    Elezioni Sri Lanka: chiusi i seggi
    Sono terminate, questa mattina, le operazioni di voto per le elezioni presidenziali anticipate in Sri Lanka. I problemi di ordine pubblico si sono concentrati soprattutto nel nord del Paese, dove non si votava da quasi 30 anni, a causa di una sanguinosa guerra civile con la minoranza Tamil. I due principali candidati, il presidente uscente Mahinda Rajapaksa e l'ex comandante dell'esercito, Sarath Fonseka, si sono detti sicuri del successo. Sullo scenario che si aprirà nel Paese nel dopo voto Kelsea Brennan-Wessels della nostra redazione inglese, ha intervistato mons. Thomas Savundaranayagam, vescovo di Jaffna:

    R. – The main contestant people who are involved...
    Gli sfidanti principali sono persone coinvolte in questa guerra. Quindi, i tamil non si aspettano molto. Tuttavia si tratta dell’elezione del presidente e il presidente poi resterà per qualche tempo, quindi i tamil vogliono esercitare i loro diritti democratici. L’ultima volta, le Tigri Tamil hanno impedito alla gente di andare a votare. Questa volta, almeno così dicono, eserciteranno il diritto di voto per il candidato che hanno scelto. Ora, dei due candidati in lizza, uno è l’attuale presidente; nel suo manifesto elettorale ha detto che risolverà tutti i problemi, specialmente quelli del Nord-Est. E’ stato al governo negli ultimi 4 anni, ma non è stato fatto molto per la minoranza cristiana. Il prossimo uomo che prenderà il potere, dovrà occuparsi di questo aspetto importante, cioè dei cristiani in politica, introducendo il decentramento del potere, così che sia al Nord sia all’Est possano sentirsi parte del Paese e del processo politico.

     
    India, attacchi contro le chiese cristiane
    Nuovi attacchi contro i cristiani nello stato del Karanataka, in India, dove questa notte due chiese sono state danneggiate e profanate. Il primo è avvenuto poco dopo la mezzanotte nel villaggio di Thernamakki. Il secondo, invece, nel villaggio di Inkal, dove è stata profanata la statua della Vergine posta nel sagrato della chiesa della Sacra famiglia, già attaccata da una folla di 70 induisti nel 2002. Si teme la mano dell’estremismo indù. C’è grande preoccupazione nella comunità cristiana. Sulla situazione, Kelsea Brennan-Wessels ha intervistato mons. Bernard Moras, vescovo della dicoesi di Bangalore:

    R. – This fundamental group considers ...
    Questo gruppo fondamentalista considera i cristiani come stranieri e la religione cattolica una religione straniera; in particolare, pensano che stiamo portando la gente a lasciare la loro religione per la nostra. Pur apprezzando i servizi che rendiamo loro, questi fondamentalisti sono anticristiani. I nostri servizi si sviluppano nel campo dell’educazione, degli aiuti, nel campo del lavoro sociale, del sostegno ai poveri. Alla fine, in realtà, i nostri servizi sono apprezzati a tutti i livelli, sia nel governo sia altrove; ne fanno uso e ne traggono beneficio tutti. Nelle nostre scuole, nei nostri ospedali più dell’80 per cento delle persone che beneficiano di questi servizi sono non-cristiani.

     
    Francia, commissione parlamentare limita il burka nei luoghi pubblici
    La Francia va verso il divieto del burqa e del niqab nei luoghi pubblici. La commissione di studio istituita dal Parlamento francese ha, infatti, raccomandato che il velo islamico che copre interamente il volto delle donne sia vietato in tutte le scuole, gli ospedali, i trasporti pubblici e negli uffici statali. Il burqa, si legge nelle conclusioni del rapporto, offende i valori nazionali della Francia.

    Nigeria
    La polizia nigeriana ha ammesso che sono almeno 326 i morti negli scontri della scorsa settimana fra cristiani e musulmani nello stato del Plateau. Il bilancio delle autorità resta, comunque, molto inferiore a quello stimato da fonti mediche locali che hanno parlato di oltre 550 morti. Le forze dell’ordine nigeriane hanno arrestato più di 300 persone in relazione alle violenze nel distretto di Jos e nelle aree circostanti, che si sono protratte per quattro giorni fino all'intervento dell'esercito.

    Iran
    L’Iran “non indietreggerà” nel braccio di ferro sul nucleare. Lo ha affermato oggi la Guida suprema, ayatollah Ali Khamenei, indicando gli Stati Uniti insieme con Israele come “i più nemici tra i nemici” di Teheran. Khamenei, in un discorso riferito dalla televisione di Stato, ha accusato questi “nemici” di avere, tra l'altro, pianificato le proteste degli ultimi sette mesi in Iran. “I nostri nemici internazionali hanno fatto pressioni e hanno cercato di ricattarci, ma non arretreremo”, ha detto la Guida Suprema, con evidente riferimento al programma nucleare iraniano.

    Corea del Nord
    La Corea del Nord ha imposto il blocco della navigazione in una vasta area nelle acque del mar Cinese, al limite della propria costa occidentale. È quanto riferisce l’emittente sudcoreana Ytn. Secondo le autorità militari di Seul, questa mossa potrebbe essere preparatoria per il lancio di nuovi missili a corto raggio. Pyongyang ha infatti reso noto che l'aerea interessata si trova a sud della Northern Limit Line (Nll), la linea ideale di divisione delle acque tra le due Coree, mai ufficialmente accettata dal Nord, tracciata alla fine del conflitto del 1950-53.

    Somalia
    Gli Shabaab, braccio armato somalo di Al Qaeda, hanno rivendicato l'attacco di ieri pomeriggio a colpi di mortaio contro l'ospedale situato nell'aeroporto di Mogadiscio, dove si trova anche il quartier generale dei peacekeeper africani dell'Amisom, le truppe inviate dall'Unione Africana (Ua) per combattere l'insurrezione islamica. Lo rende noto il sito somalo Shabelle. Resta ancora imprecisato il numero delle vittime: almeno quattro civili che si trovavano in coda per essere visitati nell'ambulatorio.

    Israele
    Israele non formerà una commissione d’inchiesta per accertare le accuse di crimini di guerra durante l'operazione “Piombo Fuso” contro Hamas, l'anno scorso a Gaza, contenute nel rapporto della commissione dell'Onu presieduta dal giudice sudafricano Richard Goldstone. Lo ha dichiarato oggi il ministro dell'Informazione Yuli Edelstein, intervistato a New York dalla Radio pubblica israeliana. Edelstein ha detto che Israele consegnerà giovedì prossimo all’Onu un documento con i risultati dell’inchiesta interna condotta dalle sue forze armate sul comportamento delle truppe durante "Piombo Fuso".

    Cina
    Cinque deputati di Hong Kong si sono dimessi per protestare contro la lentezza delle riforme democratiche in Cina. Ad oggi, soltanto la metà dei 60 deputati del parlamento di Hong Kong è eletta direttamente dai cittadini. Gli altri sono scelti da Pechino. Le prime elezioni democratiche per l’elezione del capo dell’esecutivo di Hong Kong sono previste nel 2017, quelle per il Consiglio legislativo nel 2020. Lo scorso primo gennaio più di mille persone hanno marciato per richiedere elezioni a suffragio universale per il 2012.

    Italia - Massimo D'Alema eletto alla presidenza del Copasir
    Massimo D'Alema è stato eletto all'unanimità presidente del Copasir, il comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica. Il deputato e dirigente del partito Democratico sostituisce così alla presidenza il dimissionario Francesco Rutelli, che resta componente dell'organismo. Il Copasir è un organo del Parlamento italiano che svolge funzioni di controllo sull'operato dei servizi segreti.

    L’italiano Filippo Grandi, nominato Commissario Generale dell'Unrwa
    Il segretario generale dell'Onu Ban Ki-Moon ha nominato l’italiano Filippo Grandi Commissario Generale dell'Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l’impiego dei rifugiati palestinesi del Vicino Oriente (Unrwa), carica effettiva da oggi. Grandi, che è stato il vice-commissario generale dell'Agenzia dal settembre 2005, succede alla statunitense Karen AbuZayd. L’Unrwa protegge e difende circa 4,7 milioni di rifugiati palestinesi registrati in Giordania, Libano, Siria e nel Territorio occupato della Palestina, fornendo loro assistenza per quanto riguarda l'educazione, la salute, il sostegno comunitario e la risposta alle emergenze nei periodi di conflitti armati. (Panoramica internazionale a cura di Roberta Rizzo)

     
    Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LIV no. 26

     
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