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Sommario del 23/02/2010

Il Papa e la Santa Sede

  • Rinuncia e nomine
  • Proseguono gli esercizi spirituali in Vaticano. Don Danilo Zanella: un'esperienza forte per la vita di ogni cristiano
  • Il cordoglio del Papa per le vittime delle alluvioni nell’isola di Madeira. La solidarietà dei vescovi portoghesi
  • Gli auguri del cardinale Kasper al Patriarca ortodosso ecumenico Bartolomeo I per il suo 70.mo compleanno
  • Il vescovo di Como, Diego Coletti, riflette sulla Quaresima: penitenza e digiuno mortificazioni che scuotono l'uomo dal suo egoismo
  • Mons. Vegliò alla Messa in concomitanza con la Borsa internazionale del turismo: trasformare la xenofobia in comprensione
  • Oggi su "L'Osservatore Romano"
  • Oggi in Primo Piano

  • Le violenze anticristiane riflesse nell’immagine blasfema di Gesù in India e nel grido di dolore della comunità di Mossul. Ai nostri microfoni padre Babu e mons. Warduni
  • Intervista a padre Michael Sinnot, che torna missionario nelle Filippine dopo l'esperienza del sequestro: è questo il lavoro della mia vita
  • Partito dall'Università di Roma La Sapienza il pellegrinaggio della Croce che sosterà negli atenei romani. Intervista con don Paolo Morocutti
  • In prima mondiale a Genova la proiezione del film-documentario su Totò, prodotto da una onlus che si ispira all'attore. Il ricavato destinato a un progetto solidale
  • Chiesa e Società

  • Germania: i vescovi chiedono perdono per i casi di pedofilia negli anni '70-'80
  • Cuba: l'arrivo del cardinale Dziwisz, a 12 anni dalla prima visita al seguito di Giovanni Paolo II
  • A Roma in anteprima la firma sul Codice di condotta contro il turismo sessuale
  • Dossier su Africa e migrazioni: il “terzo gigante” demografico povero come un secolo fa
  • Nigeria: i cristiani lanciano un appello per le popolazioni di Jos colpite dalla violenza
  • Sudafrica: i leader cristiani accolgono l'invito del presidente Zuma per un codice morale
  • Kenya: i vescovi auspicano una soluzione pacifica all'impasse che blocca il governo
  • Congo: appello del vescovo di Budjala per gli sfollati della provincia dell’Equatore
  • Incontro dei vescovi del sudest europeo sui diritti delle minoranze cattoliche
  • Si chiude oggi la visita di cinque giorni in Medio Oriente del primate anglicano Rowan Williams
  • Presentato a Barcellona l'Anno Santo della Vera Cruz
  • Il cardinale Cañizares: tutta la Chiesa festeggi “Gesù Cristo Sommo ed Eterno Sacerdote”
  • Spagna: Commissione permanente dei vescovi per preparare il Congresso eucaristico
  • Argentina: i vescovi chiedono di risolvere l’emergenza sanitaria a Santiago del Estero
  • Scambio di esperienze tra cattolici sudcoreani e thailandesi
  • Cina: le comunità ecclesiali di base rilanciano le iniziative per approfondire la fede
  • Africa settentrionale: viaggio di un gruppo di giovani dell'Agorà del Mediterraneo
  • Lettera del priore generale degli Agostiniani Recolletti nell'Anno Sacerdotale
  • Norcia: accolta la Fiaccola benedettina in partenza l’11 marzo per Trenton negli Usa
  • Don Giussani: Messa di suffragio celebrata a Milano dal cardinale Tettamanzi
  • Italia: appello per dire no ai "foto-ricatti". Petizione di fotografi e studiosi dell'immagine
  • Le Camilliane celebrano il centenario della morte della loro fondatrice, la Beata Vannini
  • 24 Ore nel Mondo

  • Ancora attentati in Afghanistan e il ministro della Difesa Usa ammette: offensiva più lenta del previsto
  • Il Papa e la Santa Sede



    Rinuncia e nomine

    ◊   Negli Stati Uniti, Benedetto XVI ha nominato vescovo di Scranton mons. Joseph C. Bambera, delegato dell’Amministratore apostolico di Scranton e parroco della “St. Thomas Aquinas” ad Archbald e della “St. Mary of Czestochowa” ad Eynon. Il neo presule, 54 anni, ha conseguito il Baccalaureato presso l’“University of Pittsburgh”. Ha seguito gli studi filosofici presso il Seminario “Saint Pius X” a Dalton e quelli teologici presso il Seminario “Mary Immaculate” a Northhampton. Ordinato sacerdote, ha continuato gli studi, conseguendo la Licenza in Diritto Canonico presso la “St. Paul University” di Ottawa Tornato in diocesi, ha svolto tra gli altri gli incarichi di giudice del Tribunale diocesano, direttore diocesano dell’Ecumenismo, parroco, direttore della formazione religiosa presso il Seminario “St. Pius X”, vicario episcopale per la Regione Centrale della diocesi. È Membro del Collegio dei Consultori e del Consiglio Presbiterale. Dal 1998 è Prelato d’Onore di Sua Santità.

    Negli Stati Uniti, il Papa ha nominato vescovo di Ogdensburg il sacerdote Terry R. LaValley, del clero della diocesi di Ogdensburg, amministratore diocesano e rettore della “St. Mary’s Cathedral” in Ogdensburg. Il 54.enne nuovo vescovo dopo due anni alla “State University of New York” a Plattsburgh, ha servito nella Marina militare degli Stati Uniti dal 1977 al 1983. Per gli studi filosofici ha frequentato il “Wadhams Hall Seminary” ad Ogdensburg e ha compiuto i suoi studi teologici presso il “Christ the King Seminary” in East Aurora, dove ottenne il "Master of Divinity" nel 1988. Ordinato sacerdote, ha continuato gli studi e ha conseguito la Licenza in Diritto Canonico presso la “St. Paul University” di Ottawa ed è stato successivamente amministratore della “St. Peter Parish” a Hammond, oltre che promotore della Giustizia, cancelliere e vicario per i Servizi Diocesani, e più volte parroco.

    In Uruguay, il Pontefice ha accettato la rinuncia al governo pastorale della diocesi di Canelones, presentata per raggiunti limiti di età da mons. Orlando Romero Cabrera. Al suo posto, Benedetto XVI ha nominato il sacerdote Alberto Sanguinetti Montero, del clero dell’arcidiocesi di Montevideo, parroco della parrocchia Nuestra Señora del Carmen a Cordón. Il 64.enne neo presule ha iniziato gli studi nel Seminario Interdiocesano Cristo Rey di Montevideo e, in pari tempo, ha frequentato i corsi di Umanità e Filosofia presso il Collegio San Juan Bautista. Ha ottenuto la licenza in Teologia presso la Pontificia Università Gregoriana e dopo l’ordinazione sacerdotale ha conseguito anche il dottorato in Teologia Dogmatica presso la Facultad de Teologia de San Miguel, in Argentina. Nel 2000, è stato nominato primo Rettore della Facultad de Teología del Uruguay “Mons. Mariano Soler”. Ha svolto il ministero di parroco e attualmente è membro del Consiglio presbiterale dell’arcidiocesi di Montevideo e postulatore della Causa di Beatificazione del Servo di Dio, mons. Jacinto Vera.

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    Proseguono gli esercizi spirituali in Vaticano. Don Danilo Zanella: un'esperienza forte per la vita di ogni cristiano

    ◊   Proseguono gli esercizi spirituali, nella Cappella Redemptoris Mater nel Palazzo apostolico, a cui prendono parte il Papa e la Curia Romana. A tenere le meditazioni, iniziate domenica pomeriggio, è il teologo salesiano, don Enrico Dal Covolo, sul tema “Lezioni di Dio e della Chiesa sulla vocazione sacerdotale”. Sull’importanza degli esercizi spirituali, soprattutto in questo tempo quaresimale, Alessandro Gisotti ha raccolto la riflessione di don Danilo Zanella, neosegretario nazionale della Fies, la Federazione italiana esercizi spirituali:

    R. – Bisogna dire che il Santo Padre, i suoi collaboratori danno un buon esempio a noi preti e così anche al popolo di Dio per potersi fermare, riflettere e quindi ripartire. Il rischio per tutti è che il tempo corra più della nostra anima e quindi che possiamo rimanere un po’ aridi, perdere l’orientamento.

     
    D. – Il tema degli Esercizi Spirituali di quest’anno è: “Lezioni di Dio e della Chiesa sulla vocazione sacerdotale”. Un tema assolutamente attuale, che si inserisce nell’Anno Sacerdotale…

     
    R. – Mi pare che la scelta sia ottima, anche perché ciascuno di noi porta un prete nel cuore, nel senso che abbiamo avuto sempre dei modelli positivi nella nostra vita per dire di sì, modellandoci proprio sulla santità di preti che ci hanno preceduto.

     
    D. – Abbiamo parlato dei sacerdoti, ma chiaramente gli esercizi spirituali, questi momenti, sono assolutamente fruttuosi anche per il fedele laico…

     
    R. – Certo. Bisogna che come Fies, ma anche le stesse case di spiritualità in comunione con i diversi organismi diocesani, abbiano davvero a promuovere questi tempi forti dello spirito, magari tenendo presente il ritmo, il lavoro e gli impegni e valorizzando i “weekend dello spirito”. Ho visto che sono molto importanti dal venerdì alla domenica: in diversi monasteri o in diverse case ho visto che possono costituire una ricarica molto forte.

     
    D. – E per il fedele che invece non avesse la possibilità di praticare gli esercizi spirituali, cosa consiglia in questo tempo quaresimale?

     
    R. – Ci sono anche gli esercizi nella vita ordinaria che i Padri gesuiti stanno portando avanti, però lo stesso cammino-itinerario quaresimale è penitenziale e battesimale. Bisogna accogliere quello che le comunità cristiane propongono. Ricordiamo bene Giovanni Paolo II che diceva che ogni parrocchia deve diventare un centro di spiritualità e quindi - guardando il Crocifisso, la Via Crucis, le opere di carità, la stessa liturgia - tutto questo può diventare davvero un corso di esercizi spirituali fruttuoso per il popolo di Dio, fino poi al momento bellissimo e ricapitolante che è il Triduo pasquale.

     
    D. – Nella sua lunga esperienza di predicatore di esercizi spirituali, quali frutti ha raccolto per lei e per chi ha partecipato a questi esercizi?

     
    R. – Bisogna dire che chi guida un corso di esercizi spirituali debba farli anche lui, nel senso di sentirsi coinvolto in ciò che annuncia. Con il gruppo sono stato recentemente a Bocca di Magra. Eravamo in 46 sacerdoti e ho constatato che c’è sempre un modo di dare ma anche molto da ricevere, soprattutto nei colloqui personali. C’è molta santità sommersa e santità diffusa.

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    Il cordoglio del Papa per le vittime delle alluvioni nell’isola di Madeira. La solidarietà dei vescovi portoghesi

    ◊   Benedetto XVI esprime il suo profondo cordoglio per le vittime delle alluvioni che, nei giorni scorsi, hanno colpito l’isola portoghese di Madeira provocando almeno 43 morti e 250 dispersi. In un telegramma, a firma del cardinale segretario di Stato, Tarcisio Bertone, indirizzato a dom António José Cavaco Carrilho, vescovo di Funchal, il Papa si dice “costernato” per le “gravi conseguenze” delle recenti piogge torrenziali. Il Pontefice assicura la sua preghiera e la sua vicinanza spirituale a quanti sono stati “provati da questo dramma” e incoraggia coloro che si stanno prodigando nell’opera dei soccorsi.

    Dal canto suo, riferisce l’agenzia Sir, il vescovo di Funchal manifesta la sua “profonda comunione e solidarietà nei confronti della popolazione e delle vittime”. Il presule riferisce di “uno scenario di distruzione e sofferenza”, nel quale è importante ascoltare con attenzione i messaggi di allerta e i consigli delle entità competenti, e riconosce “il generoso servizio di missione e di volontariato, incurante dei rischi e dei sacrifici necessari”, svolto dalle Forze dell’ordine, dalla Protezione civile, dai Vigili del Fuoco. Ad inviare un messaggio di solidarietà alla Chiesa e agli abitanti dell’isola è anche il presidente della Conferenza episcopale portoghese (Cep), mons. Jorge Ortiga, che ricorda “coloro che hanno perso la vita in tale drammatica situazione”. “Sono profondamente vicino – si legge in una nota – al grande dolore provocato dalla morte delle persone care o dalla distruzione dei beni materiali; manifesto la disponibilità ad aiuti concreti che possano aiutare le persone a risollevarsi da questa tragica calamità”. Mons. Ortiga auspica, infine, che “tutta la comunità cristiana sappia mostrarsi presente con gesti di autentica vicinanza e solidarietà”.

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    Gli auguri del cardinale Kasper al Patriarca ortodosso ecumenico Bartolomeo I per il suo 70.mo compleanno

    ◊   Una ricorrenza gioiosa per ribadire l’impegno del dialogo ecumenico: il cardinale Walter Kasper ha inviato al Patriarca ortodosso ecumenico, Bartolomeo I, un messaggio di auguri per il suo 70.mo genetliaco. Il presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell'Unità dei Cristiani mette l’accento sull’“amicizia, la mutua fiducia e la franchezza” che hanno sempre caratterizzato gli incontri fraterni al Fanar e a Roma. Il porporato definisce queste conversazioni “un grande dono” e un segno di progresso “nelle relazioni tra le nostre Chiese”. Il cardinale Kasper auspica al Patriarca ecumenico che “possa continuare con instancabile impegno a contribuire ad una sempre più profonda conoscenza e proficua collaborazione tra la Chiesa cattolica e la Chiesa ortodossa, in modo da offrire al mondo una testimonianza comune” della fede nell’Unico Nostro Signore Gesù Cristo.

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    Il vescovo di Como, Diego Coletti, riflette sulla Quaresima: penitenza e digiuno mortificazioni che scuotono l'uomo dal suo egoismo

    ◊   All'Angelus, di domenica scorsa, prima di ritirarsi nel Palazzo apostolico per la settimana di esercizi spirituali, Benedetto XVI aveva definito la preghiera e la penitenza le "armi della fede" per eccellenza della Quaresima. Al microfono di Fabio Colagrande, il vescovo di Como, mons. Diego Coletti, indica come sia possibile declinare nella vita quotidiana quetse pratiche, assieme all'invito alla conversione:

    R. – La penitenza e il digiuno bisognerebbe volgerli in positivo, fare cioè in modo che queste rinunce e questi “no” cui ci invita il Vangelo siano sullo sfondo di un grande “sì” alla libertà, alla giustizia, alla pienezza di una vita spesa per amore: è soltanto questa funzione liberante che giustifica la mortificazione cristiana. Per quanto riguarda invece la conversione è da accettare, o meglio da attendere o da accogliere come un dono, perché è il Signore che è capace di farci un cuore nuovo e di toglierci dalla vecchiaia dell’uomo ripiegato su se stesso.

     
    D. – Proprio nella sua catechesi per il Mercoledì delle Ceneri, il Papa insisteva sull’importanza di andare controcorrente. Lei però sottolinea, anche ai fedeli della sua diocesi, la tentazione che consiste nel fatto di sentirsi migliori degli altri proprio perché si è fatta questa scelta…

     
    R. – Accade per tutti i gruppi che, avendo la vita segnata da qualche valore e da qualche ideale, corrono il rischio – come i farisei – di sentirsi una parte separata dell’umanità e migliore degli altri. Per cui, dal loro punto di vista, si sentono autorizzati a giudicare e a condannare piuttosto che a sentirsi solidali e a farsi prossimo. Questo è il rischio di tutte le persone che si mettono in un cammino alto ed esigente di vita interiore, mentre questo stesso cammino dovrebbe farci sentire ancora più vicini a chi è disperso, a chi è smarrito, a chi soffre, a chi è in ricerca. Questo perché sappiamo che il dono ricevuto è fondato sull’amore gratuito di Dio e non sui nostri meriti e quindi ci spinge ad essere ancora più attenti a chi, intorno a noi, ha bisogno di luce e di un sapore nuovo della vita: il Signore ci ha detto che noi siamo “il sale della terra e la luce del mondo” e quindi il sale non sala se stesso, non è ripiegato su di sé. La luce non illumina la lampadina, ma luce e sale sono continuamente a servizio di ciò che va illuminato e insaporito.

     
    D. – Come combattere questa tentazione, secondo lei, qual è il modo migliore?

     
    R. – Vivere nel clima della grazia, cioè vivere nel clima di un’accoglienza dell’amore gratuito che si manifesta nel suo vertice definito nella Croce di Cristo e quindi il cammino verso la Pasqua è significativo di questa cura della nostra supponenza, della nostra presunzione. Vivere la grazia vuol dire quindi vivere sapendo di essere amati gratuitamente e sapendo che lo scopo della vita non è quello di compiacersi delle proprie prerogative spirituali, ma di rendere tutto ciò che noi riceviamo gratuitamente da Dio un dono messo a disposizione degli altri. (Montaggio a cura di Maria Brigini)

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    Mons. Vegliò alla Messa in concomitanza con la Borsa internazionale del turismo: trasformare la xenofobia in comprensione

    ◊   Favorendo la mutua conoscenza, il turismo “può diventare un prezioso servizio alla pace, aiutando a costruire una società più giusta, solidale e fraterna”. E’ uno dei pensieri espressi dall'Arcivescovo Antonio Maria Vegliò, presidente del Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti, durante l'omelia della Messa celebrata sabato scorso nel Duomo di Milano, in occasione del convegno della Chiesa nell'ambito della Borsa Internazionale del Turismo (Bit). Se il turismo, come recita il titolo della rassegna, è “celebrazione della diversità”, mons. Vegliò – ha riferito “L'Osservatore Romano” ha invitato a atteggiamenti di rispetto e di fiducia reciproci in modo che “incontrando gli altri nella loro diversità, ci si possa aprire al dialogo e alla comprensione”. La diversità – ha affermato il presule – è un bene e non una minaccia, tanto meno un pericolo, e dunque è necessario che “le persone accettino non soltanto l'esistenza della cultura dell'altro, ma che desiderino anche di riceverne un arricchimento”.

    Parlando quindi del fenomeno migratorio, mons. Vegliò ha ribadito che esso è un fatto positivo, sempre gli spostamenti avvengano “nel rispetto dei diritti della persona che è costretta a emigrare, che si realizzino con una giusta regolazione dei flussi migratori e che si effettuino nell'osservanza delle leggi e delle culture del Paese che accoglie, evitando posizioni estreme quanto l'indifferenza, come anche detto da questa arcidiocesi proprio alcuni giorni fa”. “Tutti – ha soggiunto - dobbiamo impegnarci quindi per trasformare la discriminazione, la xenofobia, la violenza e l'intolleranza in comprensione”. (A cura di Alessandro De Carolis)

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    Oggi su "L'Osservatore Romano"

    ◊   Haiti, il terremoto dimenticato: in rilievo, nell'informazione internazionale, il milione di persone senza cibo e riparo (mentre la folla assalta un convoglio del Pam).

    Un dialogo di anime e di affetti: in cultura, Paolo Vian sul carteggio - pubblicato dall'Istituto Paolo VI di Brescia - tra Giorgio Montini e il figlio Giovanni Battista tra il 1900 e il 1942.

    Sulla "Caritas in veritate" il presidente del Senato italiano, Renato Schifani, il presidente emerito della Corte costituzionale, Giovanni Maria Flick e il presidente dell'università Bocconi, Mario Monti (in un articolo di Luca M. Possati).

    Nell'informazione vaticana, intervista di Mario Ponzi al cardinale Peter Kodwo Appiah Turkson, presidente del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace.

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    Oggi in Primo Piano



    Le violenze anticristiane riflesse nell’immagine blasfema di Gesù in India e nel grido di dolore della comunità di Mossul. Ai nostri microfoni padre Babu e mons. Warduni

    ◊   Un’esortazione alla pace in India e la richiesta al Ministero dell’istruzione di vigilare sulle case editrici e sui materiali didattici che vengono messi in circolazione nelle scuole. Questo l’appello dei vescovi indiani, ripreso dall’agenzia Fides, dopo la pubblicazione di un’immagine blasfema di Cristo su un libro scolastico, a seguito della quale nel distretto di Batala (Punjab) sono scoppiati scontri tra fondamentalisti indù e cristiani. Come riporta l’agenzia Asianews, nel testo Gesù è stato ritratto mentre beve birra, fuma sigarette e viene definito “idolo”. Nelle violenze, sono state incendiate due chiese, per le quali l’amministrazione locale ha già programmato lavori di riparazione. Delle tensioni, si parlerà da domani anche all’Assemblea della Conferenza episcopale indiana a Guwahati. Giada Aquilino ha raggiunto telefonicamente in India padre Joseph Babu, portavoce dei vescovi indiani:

    R. – Lately I was talking to…
    Ho parlato nelle ultime ore con alcuni cristiani in Punjab, che mi hanno informato della situazione tornata alla normalità. La polizia ha rilasciato tutti quelli che erano stati arrestati e il governo del Punjab ha dichiarato che alle chiese distrutte saranno date sovvenzioni e che le due persone che sono dietro all’incidente saranno messe sotto processo e rischiano una condanna ad almeno cinque anni. Quindi, si è ristabilita una normalità in Punjab. Comunque, bisogna sapere che il Punjab è una zona sensibile: ci sono state azioni di violenza basate su motivazioni religiose e questa è stata l’ultima. La Chiesa cattolica ha lanciato un appello per la pace, ha chiesto alla gente di incontrarsi e di affrontare il problema, piuttosto che andare per strada. E comunque, ci sono anche altre denominazioni che sono scese per strada contro la denigrazione subita dalla persona di Cristo. Questa è la situazione attuale, che comunque ora è più calma. Allo stesso tempo, vogliamo che il governo agisca seriamente contro quelle persone che stanno cercando di distruggere la pace e l’armonia nello Stato.

     
    D. – In particolare, qual è l’appello dei vescovi indiani che stanno per cominciare l’Assemblea della Conferenza episcopale?

     
    R. – We have been thinking…
    Noi abbiamo pensato al problema. L’Assemblea si tiene a Guwahati, dove si recherà la maggior parte dei vescovi del Punjab e questo incidente sarà tema di discussione. Quello che è accaduto in Punjab è un atto dannoso, deliberato, da parte di alcune persone del luogo, per provocare la comunità cristiana e creare disordine.

     
    D. – Affinché queste violenze in India - che ci sono già state in passato - non si ripetano più, cosa serve?

     
    R. – We are quite strong in Punjab…
    Siamo molto forti in Punjab: ci sono diverse scuole, lavoriamo nell’ambito della formazione, nell’ambito del servizio sanitario e quindi godiamo ancora di una buona reputazione nello Stato del Punjab. Ultimamente è stata un’area pacifica e stiamo facendo di tutto come Chiesa cattolica, assieme ad altre Chiese, per mantenere la pace, la calma: non crediamo nella violenza e non incoraggiamo la nostra gente ad agire violentemente. Ciò distrugge solamente la nostra comunità. Quindi, cerchiamo di seguire un cammino legale e pacifico per trovare una soluzione a questo tipo di problemi.

     
    Un altro Paese teatro di drammatiche violenze contro la comunità cristiana è l’Iraq. A Mossul, nell’ultima settimana, sono stati assassinati cinque cristiani. Alle uccisioni si aggiunge il clima di paura che minaccia anche la speranza nel futuro. Un futuro denso di ombre e incertezze come quello degli studenti del villaggio cristiano di Baghdida, che in questi giorni hanno disertato le lezioni dell'università di Mossul per il timore di atti terroristici. I vescovi iracheni ed il Consiglio dei leader cristiani in Iraq chiedono maggiore protezione e un immediato intervento da parte della comunità internazionale, come sottolinea mons. Shlemon Warduni, vicario patriarcale caldeo di Baghdad, intervistato da Amedeo Lomonaco:

    R. – Noi chiediamo a tutti quanti, ai Paesi stranieri, al governo centrale e al governo della regione di Mossul di guardare veramente ai cristiani, come a dei buoni cittadini. Noi facciamo del nostro meglio per difendere l’Iraq. Siamo pronti a compiere i nostri doveri e per questo chiediamo i nostri diritti. Chiediamo di essere protetti, nient’altro.

     
    D. – Queste violenze contro i cristiani avvengono a due settimane dalle elezioni generali. Quali parole, quali azioni bisogna contrapporre a chi vuole un Iraq diviso, un Paese privo di una minoranza vitale come quella cristiana?

     
    R. – Noi vogliamo che tutti partecipino alle elezioni, perché questo è un diritto ed è un dovere per tutti noi se vogliamo veramente costruire il nostro Paese. Poi si devono eleggere le persone adatte: non si deve badare alla religione, ai partiti o alle etnie ma si deve anteporre il bene dell’Iraq. Perciò, chiediamo di non politicizzare la questione dei cristiani, perché noi siamo con tutti quelli che vogliono il bene dell’Iraq, che vogliono costruire l’Iraq. Siamo pronti a fare tutto per questo, anche a chiedere a tutti quelli che lanciano questi attacchi di guardare al cielo, di aver timore di Dio, perché il Signore non vuole che nessuno uccida l’altro. La vita viene da Dio e torna a Lui, quindi noi siamo per un Paese che viva in pace e in sicurezza.

     
    D. – E in questo Paese i cristiani hanno partecipato anche all’edificazione, alla costruzione della cultura irachena. Cosa sarebbe l’Iraq senza cristiani?

     
    R. – Certamente, mancherebbe una parte molto consistente e buona sia per la cultura sia per la civilizzazione e sia per il bene comune, perché amare gli altri non è tanto facile. Promuovere l’unità con tutti non è facile. Noi seminiamo proprio questo spirito di amore e di unità.

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    Intervista a padre Michael Sinnot, che torna missionario nelle Filippine dopo l'esperienza del sequestro: è questo il lavoro della mia vita

    ◊   Padre Michael Sinnott, il religioso irlandese della Congregazione di San Colombano, per 32 giorni nelle mani dei rapitori nelle Filippine, è ritornato a Pagadian, nell’isola di Mindanao, per continuare il suo lavoro di missionario. Ad accoglierlo, i volontari della Fondazione Hangop Kabataan, opera di sostegno per i bambini disabili istituita e diretta dallo stesso padre Sinnott. Il missionario di San Colombano, 79.enne e malato di cuore, era stato rapito l’11 ottobre scorso da un commando di sei uomini e rilasciato il 12 novembre. Negli ultimi annim, 13 missionari stranieri sono stati rapiti o uccisi nel Paese. Al microfono di Emer McCarthy, padre Sinnott ha parlato della sua decisione di ritornare nelle Filippine:

    R. – Well, this has been my work all my life …
    Questo è stato il lavoro della mia vita e vorrei continuarlo ancora per quei pochi anni che mi saranno dati, facendo quel poco che posso faNon credo che ci sia pericolo, onon credo che possa succedere una seconda volta. Ma tutto è nelle mani di Dio e noi siamo suoi strumenti per portare la grazia di Dio alla gente. Sì, come ogni prete penso di dover riconoscere che Dio mi ha usato per toccare la vita di molte persone. A volte, il Signore cerca gli strumenti più strani per raggiungere i .oi obiettivi …

     
    D. - Cosa ricorda di quella esperienza?

     
    R. – I was amazed when I came out to hear that a nuber of people …
    Sono rimasto sbalordito quando ho saputo che tanta gente ha pregato per me. E penso proprio che queste preghiere siano tate efficaci perché - nonostante la mia salute malferma - non ho avuto alcuna conseguenza per quello che ho passato durante i 32 giorni del rapimento. I primi dieci giorni li abbiamo trascorsi nelle paludi, ed è stato un periodo molto difficile. Sono stato sempre all’aperto, avevo soltanto un telo che mi proteggeva dalla pioggia. Le condizioni di vita erano veramente molto dure, ma è vero che ci si abitua a tutto e dopo un po’ mi sono abituato anch’io. All’inizio mi era difficile pregare, anche se avevo tutto il giorno a disposizione; ci provavo, in me c’era un profondo fervore, sentivo che il Signore mi era vicino. Dopo un giorno o due, è subentrata la serena consapevolezza che potevo tranquillamente abbandonare tutto nelle sue mani, perché ero certo che Dio si occupava di me, qualsiasi cosa potesse accadere. Posso dire che Dio è stato sempre al mio fianco, per tutto il tempo, anche se non sempre me ne rendevo conto …

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    Partito dall'Università di Roma La Sapienza il pellegrinaggio della Croce che sosterà negli atenei romani. Intervista con don Paolo Morocutti

    ◊   E’ iniziato lo scorso Mercoledì delle Ceneri, dalla Cappella dell'Università di Roma "La Sapienza", il pellegrinaggio della Croce organizzato dall’Ufficio per la Pastorale Universitaria della diocesi, che durante questo tempo di Quaresima visiterà tutti gli atenei della capitale. L’iniziativa si concluderà il 25 marzo a Tor Vergata, quando la Croce sarà trasferita in Piazza San Pietro, per la celebrazione della XXV Giornata mondiale della gioventù. Marina Tomarro ha intervistato don Paolo Morocutti, cappellano della Libera Università Maria Santissima Assunta (Lumsa):

    R. – La Croce ci identifica e ci unisce. Questa visitazione di tutte le Università di Roma ci permette di riflette proprio come giovani universitari sull’essenzialità della vita cristiana, sul tema della rinuncia, sul tema anche del sacrificio.

     
    D. – Quali sono le iniziative legate a questo pellegrinaggio?

     
    R. – Le iniziative evidentemente sono molteplici e ciascuna Cappellania universitaria proporrà un suo modo per accogliere la Croce: attraverso la riflessione del magistero della Chiesa e della Parola di Dio, attraverso una lectio divina. Ciascuna Università proporrà un suo cammino particolare e questo credo sia importante anche per sottolineare che ciascuna Cappellania ha un suo modo di esprimersi, un suo modo di trovare l’essenzialità della Croce attraverso lo studio e attraverso ciò che propone ciascuna Facoltà.

     
    D. – Qual è il significato di questo pellegrinaggio?

     
    R. – La presenza della Croce impone, nella vita di ciascuno di noi, un profondo silenzio. Mi accorgo che quando i giovani accolgono la Croce nasce un profondo desiderio di silenzio e da qui nasce poi una profonda revisione di vita, che si concretizza spesso e volentieri nella ricerca del sacerdote per un confronto ed una direzione spirituale.

     
    D. – Questo pellegrinaggio può servire ad avvicinare anche i giovani che normalmente non frequentano la realtà della Cappellania universitaria?

     
    R. – Certamente. Si tratta di un evento che accoglie tutti i giovani e direi anche giovani di altre confessioni religiose, che si avvicinano per conoscere questa iniziativa. Essendo poi nel periodo quaresimale, viene data ai giovani anche la possibilità – e questo è molto importante – di accostarsi al Sacramento della riconciliazione. In ciascuna Cappellania ci sarà una attenzione particolare a questo, dando anche del tempo per riscoprire un Sacramento un po’ dimenticato.

     
    D. – Che importanza ha avere una Cappellania universitaria all’interno di un Ateneo?

     
    R. – Questa è una grande possibilità per lo studente, così come per il docente. La Cappellania è il luogo del dialogo e, d’altronde, rimane il luogo dove il Vangelo viene proposto e diventa così un luogo di discussione e di incontro di straordinaria importanza.

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    In prima mondiale a Genova la proiezione del film-documentario su Totò, prodotto da una onlus che si ispira all'attore. Il ricavato destinato a un progetto solidale

    ◊   Il cinema Sivori della città di Genova sarà teatro, questa sera alle 21, della proiezione in prima mondiale del film-documentario “Omaggio a Totò, Maschera, Principe, Poeta”, una produzione nata sull’onda delle commemorazioni per il 40.mo della scomparsa del grande attore comico napoletano, avvenuta nel 1967. Due anni di lavorazione e il contributo di grandi artisti hanno permesso al regista Arnaldo Ninchi di realizzare un viaggio, ricco di immagini inedite, nella vita e nel percorso artistico di Totò. L’idea del film è di Alberto De Marco, presidente dell’“Associazione Amici di Totò… a prescindere!”, la onlus che ha prodotto l'opera e che da una decina d’anni opera nel campo della promozione sociale. Anche i ricavati delle proiezioni saranno devoluti per un progetto riguardante il disagio mentale. Il servizio di Alessandro de Carolis:

     
    (Parole di Totò dal film "Signori si nasce": "Battista..". "Comandi Barone..." - "Quante volte ti debbo dire che a tavola voglio essere servito con i guanti, voglio essere.." - "Ma i guanti sono più sporchi....")

    Acclamato “Principe della risata”, ma anche discreto principe della solidarietà. Esilarante maschera della Commedia dell’arte, di volta in volta accostato ad attori come Chaplin o Buster Keaton, quanto misurato gentiluomo nella vita, capace di offrire aiuto quando qualcuno bussava alla sua generosità. Di Totò si conosce tutto o quasi del suo mestiere di attore, meno di ciò che era quando l’inimitabile istrione cedeva i panni all'elegante principe Antonio De Curtis. Nasce dall’ammirazione per queste qualità pubbliche e private il film documentario “Omaggio a Totò Maschera, Principe e Poeta” realizzato dall’Associazione Amici di Totò… a prescindere!”. Tra immagini edite e inedite, e il contributo di grandi artisti – come il regista Mario Monicelli o Renato Zero – il film ripercorre la carriera dell’attore, ma con una importante finalità solidale, che sottolinea l’ideatore del film e presidente dell’Associazione, Alberto De Marco:

     
    “Attraverso la proiezione del film, la distribuzione cinematografica e la distribuzione televisiva, il ricavato sarà integralmente devoluto ad un progetto sociale sul disagio mentale. Intendiamo operare anche con le tecniche del professor Giorgio Nardone, uno scienziato che appartiene alla scuola di Palo Alto e che ha realizzato delle tecniche per l’eliminazione delle fobie senza utilizzare i farmaci, riuscendovi in tempi brevi o in tempi maggiori qualora le fobie siano cronicizzate. Questa conoscenza l’abbiamo fatta attraverso un’altra importante associazione, ‘Un tetto insieme’, formata dai familiari di queste persone affette da patologie, che hanno sortito effetti positivi e determinanti alla soluzione di tali malattie”.

     
    Uno dei fautori del film-documentario, che il 15 aprile alle 11 sarà proiettato anche nella Basilica di Santa Maria della Sanità a Napoli, nelle zone che furno di Totò, ha avuto uno dei suoi principali sostenitori nel maestro Irio Ottavio Fantini, socio fondatore della onlus e grande illustratore e ritrattista di Papi, ma soprattutto indimenticato collega della Radio Vaticana, dove ha lavorato per 30 anni fino alla sua scomparsa avvenuta lo scorso anno. Nel ricordarne la carica umana, Alberto De Marco racconta pure come lo spirito di solidarietà che caratterizzò in vita Totò sia un esempio che oggi ispira l’Associazione nella sua opera di promozione sociale:

     
    “Non facciamo altro che seguire le sue orme, perché Totò era straordinario non soltanto dal punto di vista artistico, ma era altrettanto straordinario dal punto di vista della sua grande umanità. Posso raccontare uno dei tanti episodi, quello di una signora che si sente talmente in dovere con Totò - che l'aiutò a sostenere le spese per un intervento del figlio - che a tutt’oggi, come una figlia, tiene sempre in ordine la tomba di Totò. Ma i suoi gesti d'aiuto sono tantissimi, come tante sono le persone meno abbienti che Totò ha aiutato, per sempio, attraverso il suo avvocato, Eugenio De Simone, al quale diede milioni di lire per difendere la povera gente”.

     

     
    (Parole Totò dal film "Signori si nasce": "Sono un signore e signore si nasce... io lo nacqui, modestamente!".)

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    Chiesa e Società



    Germania: i vescovi chiedono perdono per i casi di pedofilia negli anni '70-'80

    ◊   Sotto la presidenza dell'arcivescovo mons. Robert Zollitsch si è aperta ieri a Friburgo l'Assemblea plenaria di primavera della Conferenza episcopale tedesca. Tra i temi in agenda l'abuso di minori da parte del clero dopo i casi di pedofilia emersi nelle ultime settimane, verificatesi in alcune scuole gestite dai gesuiti negli anni '70-'80. “Ogni abuso sessuale nei confronti di un minore è un crimine orrendo” ha detto ieri pomeriggio mons. Robert Zollitsch, incontrando a Friburgo i giornalisti in apertura dell'Assemblea plenaria. Il presule ha anche chiesto scusa alle vittime. “Questo tema è per me importante e ne parlerò con il Santo Padre durante la mia visita a marzo” ha aggiunto mons. Zollitsch che ha affermato di condividere pienamente i passi intrapresi dalla Compagnia di Gesù. Dopo varie segnalazioni, infatti, i gesuiti hanno deciso di affidare ad un legale la delicata questione, perché tutte le vittime potessero denunciare gli abusi subiti. In tutta la Germania si sarebbero verificati 115 casi in strutture dei gesuiti e nell’ambito di attività pastorali giovanili; le vittime hanno accusato 12 padri gesuiti, 2 donne e ancora impiegati e docenti. (T.C.)

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    Cuba: l'arrivo del cardinale Dziwisz, a 12 anni dalla prima visita al seguito di Giovanni Paolo II

    ◊   Dopo 12 anni, mons. Stanislaw Dziwisz, arcivescovo di Cracovia, è tornato ieri a Cuba, dove si era recato come segretario privato di Giovanni Paolo II tra il 21 e il 26 gennaio 1998. All’aeroporto “José Martì” de L’Avana, hanno accolto il porporato polaccco, il cardinale della capitale cubana Jaime Ortega e i suoi vescovi ausiliari nonché alti rappresentanti dello Stato. La permanenza del cardinale Dziwisz sarà breve, circa 60 ore, ma intensa. Già oggi l’arcivescovo celebrerà la Santa Messa, alla quale sono stati invitati specialmente i giovani, nella cattedrale de L’Avana e in seguito avrà diversi incontri con vescovi e dirigenti dei movimenti laicali. Il cardinale Dziwisz è stato invitato dal cardinale Ortega e dall’ambasciatore del Sovrano Militare dell’Ordine di Malta, Przemyslaw Jan Häuser, con lo scopo di parlare del suo libro su Giovanni Paolo II, “Una vita con Karol”, e soprattutto per presiedere la prima proiezione cubana del film, tratto da questo libro, che s’intitola “Testimone” (in italiano “Testimonianza”); film che fu presentato la prima volta il 16 ottobre 2008 a Benedetto XVI in Vaticano. In quell’occasione, il Santo Padre, osservò: “La proiezione a cui abbiamo assistito, ci fa riandare con il pensiero a quella tarda sera del 16 ottobre 1978 di 30 anni fa, rimasta impressa nel cuore di tutti. Come oggi, e quasi alla stessa ora, il nuovo Papa rivolto ai numerosi fedeli raccolti in Piazza San Pietro disse: ‘Se mi sbaglio mi corriggerete’ ”. Poi, Benedetto XVI rilevando il legame tra il Giovanni Paolo II e l’allora suo segretario privato aggiunse: “Potremmo dire che il Pontificato del Papa Giovanni Paolo II è racchiuso tra due espressioni. La prima - “Aprite le porte a Cristo! Non abbiate paura” – fu vibrante, e impressionò e scosse l’opinione pubblica e risuonerà sulle sue labbra molte volte ancora lungo gli anni seguenti; l’altra – “Lasciatemi andare alla Casa del Padre” – il Papa la pronunciò flebilmente sul letto di morte, al compiersi di un lungo e fruttuoso pellegrinaggio terreno. Ad ascoltare le prime erano in tanti, a raccogliere le ultime parole furono soltanto gli intimi, tra i quali il fedele segretario don Stanislao, ora arcivescovo metropolita di Cracovia. Nel libro “Una vita con Karol”, diventato un film dal titolo: “Testimonianza”, egli ha voluto raccontare la sua lunga familiarità con questo grande Pontefice, a Cracovia prima e poi a Roma, ripercorrendo momenti di gioia e di tristezza, di speranza e di audacia apostolica. Rivelando inediti episodi, il film lascia trasparire l’umana semplicità, il coraggio deciso e infine la sofferenza di Papa Wojtyła, affrontata sino alla fine con la tempra del montanaro e la pazienza dell’umile servitore del Vangelo”. (A cura di Luis Badilla)

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    A Roma in anteprima la firma sul Codice di condotta contro il turismo sessuale

    ◊   Roma è la prima città al mondo a firmare il Codice di condotta contro il turismo sessuale. La firma è stata posta stamane in Campidoglio in vista del lancio il prossimo aprile della Campagna contro la tratta dei bambini, promossa da Ecpat e Terre des Hommes, in occasione dei Mondiali di calcio 2010 in Sud Africa. Sono 2 milioni e 700 mila ogni anno, per l’80% minori, le vittime della tratta nel mondo, che frutta alle organizzazioni criminali un volume d’affari pari a 32 miliardi di dollari. Non possiamo permettere che i diritti dell’infanzia vengano calpestati per i desideri di chi chiede sesso con minori e per l’arricchimento illecito di chi gestisce questo osceno mercato. La condivisione di questo documento da parte del Comune di Roma ha l’intento di tutelare i minori presenti sul territorio italiano, ma anche di sensibilizzare tutta la popolazione affinché non si commettano più reati di questo genere anche oltre i confini nazionali. “E’ fondamentale – sottolineano i promotori della Campagna - capire l’intensità delle violazioni dei diritti dei bambini per costruire un ambiente che li protegga e dia loro l'opportunità di crescere”. (R.G.)

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    Dossier su Africa e migrazioni: il “terzo gigante” demografico povero come un secolo fa

    ◊   Se già oggi 1 miliardo di persone vivono in Africa, nel 2050 per ogni europeo vi saranno tre africani, in totale 2 miliardi di abitanti. L’Africa, da un punto di vista demografico, diventerà il “terzo gigante” dopo India e Cina. Anche se, nell’ambito delle strategie di lotta alla povertà, pochi passi in avanti sono stati fatti dal 1935 ad oggi, visto che l’Africa subsahariana è la regione più povera al mondo e l’intero continente ha il primato di abitanti costretti a vivere negli slums. Sono alcuni dei dati illustrati ieri da Antonio Ricci esperto del Dossier immigrazione Caritas/Migrantes, aprendo a Praia nell’isola di Capo Verde, i lavori di un Seminario dedicato alle migrazioni africane, di cui riferisce l’agenzia Sir. Partecipano all’incontro, ospitato nell’Università capoverdiana, una cinquantina di esperti italiani e africani, chiamati a valutare gli scenari attuali e futuri del continente africano, oltre che la presenza africana in Italia e l’emigrazione italiana in Africa. “Uno studio anglosassone del 1935 - ha spiegato Ricci - descriveva la povertà dell’Africa così come viene descritta oggi. Questo vuol dire, purtroppo, che le strategie non sono state efficaci. L’Africa ha il potenziale demografico e le risorse per diventare il ‘terzo gigante’ mondiale, ma tanti fattori negativi ne condizionano lo sviluppo”. L’economista Roberto Bisogno ha poi tracciato un affresco dell’economia africana, afflitta da povertà e sottosviluppo, ad eccezione del Maghreb e di pochi altri Paesi. “Dei 32 Paesi del mondo che l’Indice di sviluppo umano colloca nella fascia più debole - ha ricordato l’esperto - 30 appartengono all’Africa sub sahariana. Il tasso di disoccupazione medio in Africa è stimato intorno al 40%, con punte del 95 nello Zimbabwe e dell’85 in Liberia. L’agricoltura, soprattutto di sussistenza, è l’attività prevalente in Africa, mentre l’industria è il settore meno sviluppato”. Capitolo a parte è costituito dalle risorse minerarie, le quali, se “fossero completamente sfruttate sarebbero in grado di liberare molti Paesi dalla miseria e dal sottosviluppo”. Secondo Bisogno “il futuro dell’economia africana è legato allo sfruttamento delle sue miniere” anche se “la proprietà dei maggiori e più redditizi giacimenti è tuttora controllata da società straniere che non lavorano in loco i prodotti ma li esportano in forma grezza”. Dal canto suo Alberto Colaiacomo, dell’equipe del Dossier immigrazione ha reso noto oggi che 30 milioni di migranti africani contribuiscono alle economie dei Paesi di origine con 40 miliardi di dollari di rimesse; un ammontare che, secondo la Banca mondiale, corrisponde ad un decimo del totale mondiale delle rimesse. I flussi di rimesse degli immigrati africani, secondo le stime della Banca mondiale, ammontano al 3% del Pil africano, pari a “quanto gli Stati ricevono sotto forma di aiuti allo sviluppo - ha precisato Colaiacomo -, superando gli investimenti esteri in forma diretta”. Le rimesse sono particolarmente significative per il Lesotho (28% del Pil), il Senegal (11%), il Togo (10%) e Capo Verde (9%). A livello di distribuzione mondiale, due Stati africani figurano tra i primi 10 Paesi ricettori: la Nigeria (al sesto posto con 10 miliardi) e l’Egitto (ottavo posto con 8,5 miliardi). Nei due Paesi si dirige la metà delle rimesse del continente. (R.G.)

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    Nigeria: i cristiani lanciano un appello per le popolazioni di Jos colpite dalla violenza

    ◊   L’Associazione dei Cristiani della Nigeria (Can) dei 19 Stati del nord del Paese ha lanciato un appello per aiuti urgenti alle popolazioni colpite dalle violenze settarie che lo scorso gennaio hanno insanguinato la città di Jos, capoluogo dello Stato del Plateau. In un comunicato pubblicato sul quotidiano nigeriano “Daily Champion” e ripreso dall’agenzia Apic, l’associazione che riunisce le principali confessioni cristiane della Nigeria chiede inoltre al governo centrale e a quello dello Stato di Plateau di risarcire le vittime degli scontri e di quelli precedenti del 2008. Il testo, firmato del presidente della sezione nord del Can, mons. Peter Yariyok Jatau, arcivescovo emerito di Kaduna, e dal segretario generale Elder Saidu Dogo, invita tutti i suoi membri, ma anche le Ong e altre organizzazioni a inviare al più presto aiuti umanitari (vestiti, cibo ecc…) agli sfollati. Gli esponenti cristiani esortano inoltre tutti i nigeriani “a vivere in pace gli uni con gli altri” ed il governo di Abuja a un atteggiamento “attivo e incisivo” contro i conflitti etnico-religiosi che periodicamente scuotono il Paese. In questo senso essi invitano i dirigenti del Paese ad assicurare alla giustizia tutte le persone implicate in questi scontri. La nota ribadisce quindi la ferma condanna dei fatti di Jos e punta il dito contro le autorità dello Stato settentrionale di Bauchi, uno degli Stati che ha registrato il maggior numero di violenze interreligiose in Nigeria. A preoccupare i leader cristiani è in particolare una recente mozione parlamentare approvata a larga maggioranza che chiede l’espulsione di tutti i cittadini originari dello Stato del Plateau. Una misura, denuncia il comunicato del Can, “antipatriottica e che alimenta le divisioni”. Gli scontri tra cristiani e musulmani a Jos, già teatro in passato di violenze analoghe, sono scoppiati – lo ricordiamo - il 17 gennaio e hanno causato più di 200 morti oltre a ingenti danni materiali. I leader cristiani, ma anche diversi esponenti musulmani nigeriani, hanno ripetutamente denunciato come dietro a questi scontri ricorrenti si celino in realtà motivazioni politiche ed economiche. (L.Z.)



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    Sudafrica: i leader cristiani accolgono l'invito del presidente Zuma per un codice morale

    ◊   “Accogliamo con favore la prospettiva di un dialogo nazionale sulla morale e sui principi morali nel nostro Paese. La proposta del Presidente Zuma è tempestiva. È giunta l’ora per i sudafricani di partecipare a una responsabilità collettiva per il nostro futuro” afferma un comunicato inviato all'agenzia Fides dal “National Church Leaders' Consultation”, l’organismo che raggruppa le principali confessioni cristiane sudafricane, tra cui la Chiesa cattolica. In un’intervista rilasciata domenica scorsa al “Sunday Times” del Sudafrica, il Presidente sudafricano Jacob Zuma, aveva lanciato la proposta di un dialogo nazionale sul codice di condotta morale del Paese. “Abbiamo bisogno di questo dialogo, che ci deve aiutare a ottenere una comprensione comune come sudafricani” ha affermato Zuma. I leader cristiani accolgono positivamente la proposta del Presidente perché, come sottolineano nel loro messaggio, il Sudafrica si trova in una grave crisi morale. “Come nazione, stiamo raccogliendo i frutti di atteggiamenti sociali, economici, politici e morali, che hanno minato e continuano a minare i valori e i principi comuni di comportamento che abbiamo condiviso nel recente passato, per realizzare il nostro nuovo Sud Africa. Il patrimonio che cominciava ad emergere, sotto la guida dell'ex presidente Nelson Mandela e della sua generazione di leader - affermano i leader cristiani - è stato sostanzialmente sprecato”. “È chiaro che al momento siamo un Paese allo sbando, senza direzione e senza una meta. La buona volontà, lo slancio e l'opportunità storica della Coppa del Mondo non deve essere sprecata, per timore che, dopo l'evento tutto ciò che rimane sia il debito e l’acrimonia” continua il messaggio. “Accogliamo con favore questa opportunità di costruire una società più responsabile in Sud Africa” conclude la missiva dei leader cristiani. (R.P.)

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    Kenya: i vescovi auspicano una soluzione pacifica all'impasse che blocca il governo

    ◊   I vescovi del Kenya auspicano una soluzione pacifica “nazionale” all’impasse politico che da due settimane sta bloccando l’attività dell’attuale governo di coalizione. Il 6 febbraio il Primo Ministro Raila Odinga, capo del partito rivale del Presidente Mwai Kibaki, ha sospeso due ministri accusati di corruzione che, con l’appoggio del Capo dello Stato, hanno rifiutato di dimettersi affermando che non spetta al Primo Ministro la nomina o la dimissione di un ministro. I due Ministri sono quello dell’Educazione Sam Ongeri e quello dell’Agricoltura William Ruto. Ambedue sono accusati di malversazioni. Per tutta risposta il partito del Primo Ministro, l’Orange Democratic Movement (Odm) ha deciso di boicottare le attività di governo. In una dichiarazione firmata, tra gli altri dal cardinale John Njue e ripresa dall’agenzia cattolica Cisa, i vescovi keniani hanno chiesto all’Odm di porre fine all’ostruzionismo e di trovare una soluzione politica agli attuali contrasti che - affermano - rischiano di portare il governo alla paralisi contro l’interesse del Paese. Secondo la nota, la soluzione all’attuale situazione di stallo dovrebbe essere “autenticamente nazionale”: “Dobbiamo evitare di ricorrere alla comunità internazionale per ogni crisi prima di avere esaurito tutti i meccanismi interni per la soluzione pacifica dei conflitti”, scrivono i presuli, che esprimono inoltre il loro pieno sostegno alla nuova Commissione “Verità Giustizia e Riconciliazione” incaricata di fare luce sulle violenze politiche che hanno segnato il Paese in questi ultimi anni. Preoccupazione per i possibili sviluppi della nuova crisi politica in Kenya è stata intanto espressa dalla Commissione di personalità eminenti dell’Unione Africana. Della Commissione fa parte, tra gli altri, l’ex Segretario generale dell’ONU Kofi Annan, mediatore nella crisi scoppiata dopo le elezioni politiche del 2007-2008. (L.Z.)

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    Congo: appello del vescovo di Budjala per gli sfollati della provincia dell’Equatore

    ◊   Mons. Philibert Tembo Nlandu, vescovo di Budjala, nella Repubblica Democratica del Congo, ha chiesto il sostegno del vice Primo Ministro in carica per i bisogni sociali fondamentali, Nzanga Mobutu, per il ritorno degli sfollati di Dongo nella provincia nord-occidentale dell’Equatore. Tra ottobre e novembre 2009 questa zona era stata interessata da violenti scontri inter-comunitari fra le tribù Enyele e Munzaya per dispute relative ai diritti agricoli e di pesca, ai quali sembra essersi associato un tentativo di destabilizzazione di questa area del Paese. Si calcola che circa 100mila persone sono sfollate dall’area: diverse decine di migliaia sono state accolte in alcune località della RDC (tra cui Budjala), mentre altre nella Repubblica del Congo (Congo Brazzaville). Mons. Tembo è stato ricevuto dal vice Primo ministro ed hanno discusso delle necessità degli sfollati e del loro possibile ritorno a Dongo. “Per ottenere un maggiore coinvolgimento del governo della RDC nel miglioramento della situazione sul terreno, ho incontrato il Vice-Premier con delega per i bisogni di base sociali. Gli sfollati sono vittime di epidemie, della fame, dell'insicurezza e della mancanza di alloggi oltre che di numerose altre necessità di base. Abbiamo scoperto che il Paese è impotente di fronte a questa situazione" ha detto mons. Tembo ai giornalisti dopo la sua audizione. Il vescovo ha chiesto il coinvolgimento personale del Capo dello Stato, Joseph Kabila, e delle altre autorità superiori della nazione per porre fine a questa tragica situazione. Da parte sua, il vice Primo Ministro, Nzanga Mobutu, ha promesso una risposta positiva alle richieste del vescovo di Budjala. (R.P.)

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    Incontro dei vescovi del sudest europeo sui diritti delle minoranze cattoliche

    ◊   “Diritti e doveri delle minoranze cattoliche nei Paesi del Sud-Est Europa”. Questo il filo conduttore dell’Incontro dei presidenti delle Conferenze episcopali del Sud-Est Europa, che si svolgerà quest’anno a Chişinău (Repubblica Moldava) dal 25 al 28 febbraio su invito del vescovo locale, mons. Anton Cosa. Nove – informa un comunicato del Consiglio delle conferenze episcopali europee (Ccee) ripreso dall'agenzia Sir - saranno i Paesi rappresentati: Albania, Bosnia e Erzegovina, Bulgaria, Cipro, Grecia, Moldavia, Romania, la Conferenza episcopale internazionale Ss. Cirillo e Metodio e la Turchia. Nel corso dell’incontro interverranno anche il presidente del Ccee, il cardinale Péter Erdő, arcivescovo di Esztergom-Budapest, il nunzio apostolico in Romania e nella Repubblica Moldava, mons. Francisco-Javier Lozano e l’Osservatore permanente della Santa Sede presso il Consiglio d’Europa, mons. Aldo Giordano. ”Attraverso questo incontro - afferma il cardinale Vinko Puljic, arcivescovo di Sarajevo - vogliamo analizzare la peculiare situazione della Chiesa cattolica in quei paesi in cui siamo minoritari, non solo per parlare dei diritti che ci sono dovuti al pari di qualsiasi altra istituzione localmente riconosciuta, ma soprattutto per verificare il contributo specifico che i cattolici possono e devono portare alla realizzazione del bene comune delle nostre società”. I presuli analizzeranno insieme anche “il rapido cambiamento in atto” nelle loro società, “già ampiamente provate in passato” ed “oggi insidiate da un processo di secolarizzazione incontrollato, che, seppur diverso da Stato a Stato, presenta elementi comuni”. “Oggi, ad esempio – aggiunge il cardinale Puljic -, le famiglie nei nostri paesi devono far fronte a nuovi problemi, precedentemente poco conosciuti, quale la disoccupazione, l’emigrazione, l’alcolismo, la droga e l’aborto. In questo contesto, la Chiesa cattolica è chiamata a favorire il mantenimento dei valori tradizionali dei nostri popoli, riproporli e rafforzarli”. L’incontro prevede anche una serie di visite a diverse realtà ecclesiali della Repubblica moldava: la Casa della provvidenza, centro sociale pastorale della Diocesi che gestisce una mensa per i meno abbienti con 100 pasti al giorno; una scuola materna e una casa di accoglienza per studenti universitari; la parrocchia di Stauceni, poco fuori della capitale, che gestisce anche una scuola materna ed una casa di accoglienza per i poveri; e il Cenacolo “Regina Pacis”, struttura di accoglienza per ragazzi di strada che hanno iniziato un cammino di fede. Si occupa anche dell’accoglienza e del reinserimento sociale delle vittime del traffico di persone. (R.P.)

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    Si chiude oggi la visita di cinque giorni in Medio Oriente del primate anglicano Rowan Williams

    ◊   Si chiude oggi il viaggio dell'arcivescovo di Canterbury, Rowan Williams, in Giordania, Israele e Territori palestinesi per incontrare i fedeli della Comunione anglicana che vivono in quest'area del Medio Oriente. La visita iniziata venerdì scorso – riferisce l’Osservatore Romano - ha previsto una serie d'incontri con capi di Stato, leader religiosi e politici ed esponenti locali della Comunione anglicana. Ad accompagnare il primate anglicano è il vescovo Michael Jackson, presidente della Anglican-Jewish Commission. Prima tappa della visita di Williams è stata la Giordania dove, sabato, ha incontrato il re Abdullah ii Bin Hussein ed ha tenuto un sermone rivolto ai cristiani di questo Paese. Nel corso di una cerimonia sulla riva orientale del fiume Giordano, Williams ha benedetto la prima pietra di una nuova chiesa anglicana, intitolata a Giovanni il Battista. Nello stesso sito, che secondo la tradizione dei vangeli è il luogo dove Gesù ricevette il battesimo, il Governo giordano ha concesso i permessi per la costruzione di otto nuove chiese cristiane. Nel corso del sermone, rivolgendosi a circa seicento fedeli, Williams ha pregato: "Possa il Dio che ci ha eletti amati figli e figlie nel battesimo, darci il coraggio di essere fedeli al dono della fede. Il coraggio di iniziare di nuovo, giorno dopo giorno, a essere cristiani". All'inizio del suo viaggio in Giordania, l'arcivescovo Williams aveva espresso gravi preoccupazioni per il forte decremento dei cristiani. Mentre nel 1950 i cristiani rappresentavano circa il 30% della popolazione del Paese, attualmente sono meno del 2%, sia per la crescita della componente musulmana, sia per la forte emigrazione. Domenica il primate anglicano ha visitato Gerusalemme accompagnato da Suheil Dawani, vescovo anglicano di questa città. Nel corso della visita in Israele, si è tenuto anche il quarto incontro tra la delegazione anglicana con i membri del Gran Rabbinato d'Israele. Ieri si è svolta la visita di Williams nel Territorio palestinese di Ramallah mentre oggi è in programma un incontro con i medici volontari anglicani dell'Ahli Hospital a Gaza. (R.G.)

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    Presentato a Barcellona l'Anno Santo della Vera Cruz

    ◊   Il Giubileo della Vera Cruz di Caravaca, una delle reliquie della croce su cui morì Cristo, è stato presentato a Barcellona dal vescovo di Cartagena, monsignor José Manuel Lorca Planes. Il Giubileo di Caravaca - nella regione spagnola di Murcia - è un avvenimento che risale al XIII secolo. La presentazione - riporta l'agenzia Zenit - si è svolta nell'Aula Magna dell'Università Abat Oliba Ceu di Barcellona alla presenza dell'arcivescovo della diocesi, il cardinale Lluís Martínez Sistach, che ha definito la croce una devozione “centrale”. “Senza la croce non saremmo cristiani”, ha spiegato il porporato catalano, aggiungendo che “costa capire la croce, è un mistero, un apparente fallimento, ma senza Croce non c'è resurrezione”. Il cardinale di Barcellona ha definito la Vera Cruz come “segno delle radici cristiane di Caravaca, così come della Spagna”, e ha detto che non si tratta solo delle radici in quanto tali, ma di “radici che portano frutto”. Per mons. Lorca Planes, è un buon momento per “contemplare il tesoro della croce, dell'amore, un pezzetto della croce su cui è stata inchiodata la salvezza del mondo”. Per la devozione intorno alla Vera Cruz di Caravaca, nel 1998 la Santa Sede ha concesso un anno santo con carattere perpetuo da celebrare ogni sette anni, il primo dei quali è stato nel 2003. La reliquia (Lignum Crucis) è avallata dalla sua provenienza dalla Terra Santa e dal suo legame con la Vera Croce, scoperta nel IV secolo dall'imperatore Costantino (335-347) o da sua madre, Sant'Elena. Il luogo ha attirato santi e grandi personaggi. San Giovanni della Croce lo ha visitato sette volte, il cardinale Joseph Ratzinger vi si è recato prima di diventare Papa. Il 3 dicembre 2007, Benedetto XVI ha concesso al Santuario della Vera Cruz il titolo di Basilica Minore. Durante la presentazione è stato visionato il Dvd “Sotto la protezione della Vera Cruz”, edito dall'Università Ceu. E' previsto che oltre un milione di pellegrini si rechi a Caravaca in questo Anno Santo. (R.P.)

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    Il cardinale Cañizares: tutta la Chiesa festeggi “Gesù Cristo Sommo ed Eterno Sacerdote”

    ◊   Il prefetto della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, il cardinale Antonio Cañizares, ha annunciato ieri, nel corso di una conferenza stampa, che quest’anno vorrebbe proporre al Santo Padre Benedetto XVI che la festività di Gesù Cristo Sommo ed Eterno Sacerdote - promossa da mons. García Lahiguera, arcivescovo di Valencia dal 1969 al 1978 e di cui oggi è in corso processo di canonizzazione - “sia celebrata da tutta la Chiesa”. Il cardinale Cañizares nella cornice dei “Dialoghi della Teologia” ha proposto, come modello di spiritualità per i presbiteri, la figura di “Gesù Cristo Sommo ed Eterno Sacerdote” durante una conferenza sulla figura di mons. José María García Lahiguera, organizzata per la facoltà di Teologia San Vincent Ferrer e la Biblioteca Sacerdotale Almudí. “La missione di Cristo, sommo sacerdote – ha sottolineato il cardinale Cañizares - è alla base della sua spiritualità. La devozione a Cristo-sacerdote era, in lui, viscerale. Per questo lavorò tantissimo, proprio perché fosse istituita la festa di Gesù Cristo, sommo ed eterno sacerdote”. Nella sua dissertazione il porporato valenciano ha incoraggiato i sacerdoti ad identificarsi pienamente con Cristo, in “questi tempi affatto facili per loro”. Ricordando il magistero di mons. Lahiguera, ha invitato i sacerdoti a “sacrificarsi per gli altri come ha fatto Cristo, ponendo sempre il nostro sguardo su di Lui”. Según ha anche detto “non facciamo i sacerdoti, ma siamo sacerdoti 24 ore al giorno e 365 giorni all’anno”, perché questo nostro ministero - ha detto - “impegna appieno tutta la persona, non è un qualcosa in più”. Il cardinale valenciano ha sottolineato anche l’umiltà di mons. Lahiguera e gli ha chiesto se “qualcuno lo ha mai visto, qualche volta, occupare i primi posti”. Per quello, riferendosi ai sacerdoti, ha aggiunto che “la nostra missione è servire, passare per uno dei tanti”. La conferenza è stata pronunciata dinanzi a centinaia di sacerdoti. (R.G.)

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    Spagna: Commissione permanente dei vescovi per preparare il Congresso eucaristico

    ◊   Si riunisce da oggi al 25 febbraio, a Madrid, la Commissione permanente dell’episcopato spagnolo per una riflessione particolarmente dedicata al tema dell’insegnamento e della preparazione del Congresso Eucaristico nazionale. Nella discussione intorno alla questione formativa, i vescovi si avvarranno di una relazione curata dal presidente della Commissione episcopale per l’insegnamento, mons. Casimiro López Llorente. Nella circostanza, la Commissione medesima presenterà anche una bozza di documento dal titolo “Proposta di coordinamento della trasmissione della fede in famiglia, in parrocchia e nelle scuole”, da sottoporre alla prossima Assemblea plenaria. Il secondo dei temi in agenda focalizzerà l’attenzione sul decimo Congresso Eucaristico spagnolo, da tenersi a Toledo a fine maggio sul tema “«Io sono il pane di vita» (Gv 6, 35). Vivere dell’Eucaristia”; al riguardo la Commissione permanente dell’episcopato si soffermerà sull’approvazione di un Messaggio della Conferenza episcopale spagnola per il Congresso stesso. Gli altri temi in discussione riguardano la tenuta di un convegno di pastorale giovanile nel corso del 2010, che verrà proposta dall’arcivescovo di Santiago di Compostella, mons. Julián Barrio, presidente della Commissione per l’Apostolato dei Laici. Nell’agenda della riunione si colloca infine l’approvazione dell’ordine del giorno della 95.ma Assemblea plenaria, che si svolgerà dal 19 al 23 aprile prossimi. (M.V.)

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    Argentina: i vescovi chiedono di risolvere l’emergenza sanitaria a Santiago del Estero

    ◊   Mons. Francisco Polti, vescovo di Santiago del Estero, il suo ausiliare, mons. Ariel Torrado Mosconi e mons. Adolfo Uriona, vescovo di Añatuya, hanno preparato un messaggio congiunto per esprimere la propria preoccupazione per “la situazione dell’assistenza sanitaria ai più poveri della provincia, per la situazione degli ospedali, per la mancanza di materiale sanitario e per i conflitti di lavoro in questo settore”. I Pastori delle due diocesi che compongono la provincia, - riporta l'agenzia Fides - hanno lanciato un appello "all'intera comunità cristiana di pregare il Signore, perché si possano presto trovare le vie del dialogo e il consenso e, quindi, si possano superare le attuali difficoltà". Inoltre chiedono a "tutti i soggetti coinvolti di aprire la mente e il cuore per ascoltare gli altri in modo che, con creatività, si possano trovare le soluzioni giuste". Infine rivolgono un invito alla preghiera "perché i servizi ospedalieri tornino alla normalità nel più breve tempo possibile". Sono ormai passati 5 mesi dall'inizio di questa situazione conflittuale e, dopo quasi 20 giorni di sciopero negli ospedali, i vescovi hanno preso la parola chiamando al dialogo. La stampa locale parla di un “conflitto storico” per la durata della paralisi degli ospedali, mentre dopo diverse marce, anche verso la capitale, il governo centrale ancora non interviene. La situazione sta degenerando e si teme che questo stato di cose possa propagarsi ad altre parti del paese. Gli operatori sanitari chiedono salari più alti, ma chiedono anche di migliorare le precarie condizioni sanitarie negli ospedali pubblici in questa provincia di Santiago del Estero. La diocesi di Santiago del Estero ha un’area di 81.969 kmq con una popolazione di 666.000 abitanti di cui 590.000 catttolici. (R.P.)

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    Scambio di esperienze tra cattolici sudcoreani e thailandesi

    ◊   Una delegazione di laici cattolici dalla Corea, guidata da mons. Andrew Yeom Soo-Jung, ha visitato alcune opere della diocesi di Bangkok per scambiare idee sulle modalità con cui vivere la testimonianza laicale nella società contemporanea asiatica. Oltre a mons. Yeom, presidente della Commissione cattolica coreana per i laici, anche un sacerdote, padre Min Myong Dok, segretario generale della Commissione. Essi sono stati ricevuti da padre Vincent Eakapong Pongsungnern, assistente della Commissione per i laici cattolici in Thailandia, che ha fatto loro visitare il centro pastorale di Samphran, Nakhon Pathom, specializzato nell’educazione dei laici. Essi hanno voluto conoscere il metodo catechetico usato in Thailandia per preparare i catecumeni al battesimo e hanno incontrato pure alcuni di loro. La delegazione sudcoreana - riferisce l'agenzia AsiaNews - ha potuto anche partecipare a una messa nella cattedrale di Bangkok, dedicata all’Assunta e incontrare alcuni gruppi di laici della parrocchia. Dopo la messa essi hanno incontrato l’arcivescovo di Bangkok, mons. Francis Xavier Kriengsak Kovithavanij. Mons. Yeom ha donato all’arcivescovo di Bangkok una copia di un libro sui martiri coreani. “Vorremmo che questa nostra buona relazione – ha detto mons. Yeong all’arcivescovo – continui come per il passato”. La visita della delegazione coreana ha avuto come scopo anche la preparazione del Congresso dei laici cattolici asiatici, che si terrà in Corea del sud dal 31 agosto al 5 settembre di quest’anno.(R.P.)

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    Cina: le comunità ecclesiali di base rilanciano le iniziative per approfondire la fede

    ◊   Con l’inizio dell’anno nuovo, diverse comunità ecclesiali di base hanno rilanciato i corsi di formazione per aiutare i fedeli ad approfondire la loro vita di fede e per essere autentici testimoni di Cristo nell’ambiente dove si trovano. Citiamo alcune tra le numerose informazioni pervenute all’agenzia Fides. La parrocchia di Yan Quan della provincia dello Shan Xi ha organizzato un corso invernale, destinato ai giovani, che si è svolto dal 9 all’11 febbraio, ed ha avuto come tema il senso della vita e il valore della fede. Tre giorni di “purificazione dell’anima e di ricarica spirituale hanno aiutato i giovani a vivere la loro vita in armonia con la fede, avvicinandosi sempre di più al Signore” confermano i sacerdoti organizzatori. I seminaristi della Congregazione di S. Giuseppe e i seminaristi Francescani, con l’aiuto delle religiose locali, hanno organizzato un breve corso di formazione della fede per una trentina di giovani tra lavoratori immigrati tornati a casa per il Capodanno e studenti in vacanza scolastica. L’iniziativa si è tenuta nella parrocchia di Qian Jia Tan della diocesi di Feng Xiang, della provincia dello Shaan Xi. Secondo il sacerdote che è stato il direttore spirituale, si è voluto lanciare un segnale ai giovani: “Gesù vi ama, vi aspetta, è sufficiente la vostra conversione”. La diocesi di Cang Zhou ha pensato in particolare ai lavoratori e ai commercianti immigrati, approfittando del loro ritorno a casa per il capodanno. Dal 18 al 21 febbraio, 45 persone si sono radunate per scambiarsi le loro esperienze su come vivere la vita di fede sul luogo di lavoro. Oltre ad offrire il sostegno e il conforto della fede attraverso l’insegnamento della Chiesa, i sacerdoti della diocesi hanno anche cercato di venire incontro alle esigenze manifestate proponendo una visita pastorale nel luogo dove lavorano, perché “si consolidi la loro fede”, inoltre è anche un modo di aiutarli a “rendere testimonianza di fede nel loro ambiente”. (R.P.)

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    Africa settentrionale: viaggio di un gruppo di giovani dell'Agorà del Mediterraneo

    ◊   Inizia oggi un viaggio nell’Africa settentrionale di un gruppo di giovani dell’Agorà del Mediterraneo, un’esperienza di dodici giorni che offrirà ai partecipanti la possibilità di incontrare coetanei delle piccole, ma vivaci comunità cristiane dei tre Paesi meta della visita: Libia, Tunisia ed Egitto. A guidare i giovani è don Francesco Pierpaoli, direttore del Centro “Giovanni Paolo II” di Loreto, una struttura all’ombra della Santa Casa, voluta da Papa Wojtyła, il cui decennale sarà celebrato il 7 dicembre 2010. A Tripoli, prima tappa del viaggio, i giovani italiani incontreranno i membri di un’associazione libica per i disabili e parteciperanno all’Eucaristia presieduta dal vicario apostolico, il vescovo francescano mons. Giovanni Martinelli. Il viaggio proseguirà in Tunisia, dove è in programma un pellegrinaggio a Cartagine, alle radici del cristianesimo in Africa, sui luoghi di San Cipriano, delle SS. Perpetua e Felicita, di Sant’Agostino e Santa Monica. A Tunisi i giovani italiani condivideranno la mensa eucaristica con i gruppi giovanili locali e approfondiranno la reciproca conoscenza in momenti di dialogo e di comunicazione della fede. Dal 1° al 6 marzo, al Cairo, il gruppo incontrerà la Commissione episcopale per i giovani, il direttore delle Pontificie Opere Missionarie, il Patriarca di Alessandria dei Copti, S.B. Antonios Naguib e il vescovo di Ismayliah dei Copti, mons. Makarios Tewfik. Sono anche previste visite in nunziatura e al Seminario maggiore, per colloqui con i seminaristi e con i responsabili dell’istituto formativo per il clero cattolico egiziano. Percorsi culturali attraverso i monumenti più significativi dell’antichità egizia completano l’ultima parte del viaggio, prima del rientro in Italia della «Agorà itinerante». Ma già si pensa ai prossimi eventi celebrativi del decennale: un pellegrinaggio in Terra Santa, una visita a Cracovia per un gemellaggio con il Centro “Giovanni Paolo II” della città polacca, e un campo estivo ecumenico a Loreto rivolto a giovani cristiani di tutta l’Europa. (M.V.)

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    Lettera del priore generale degli Agostiniani Recolletti nell'Anno Sacerdotale

    ◊   Il Priore generale dell'Ordine degli Agostiniani Recolletti, Javier Guerra Ayala, ha indirizzato una lettera a tutti i religiosi esortandoli a vivere la loro consacrazione sacerdotale seguendo lo spirito di Sant'Agostino. In occasione dell'Anno Sacerdotale, chiede ai presbiteri agostiniani recolletti di “vivere il presente della Chiesa senza guardare indietro. Dobbiamo considerare questo Anno Sacerdotale e viverlo come una grazia speciale che il Signore ci offre per approfondire e rivitalizzare la nostra risposta alla chiamata che Egli ci ha rivolto un giorno, con la nostra consacrazione radicale alla sua persona e al suo Vangelo”, scrive il Priore Generale nel testo, inviato a tutte le comunità dell'Ordine, secondo quanto rende noto la pagina web degli Agostiniani Recolletti ripresa dall'agenzia Zenit. “Ciò implica mettere Cristo al centro della nostra vita, rispondere con attenzione, amore e fedeltà alle sue richieste nel presente della Chiesa, senza guardare indietro, vivendo in comunità la sequela di Cristo, con i valori specifici della nostra spiritualità agostiniana recolletta”, aggiunge la lettera di padre Guerra. Il Priore generale, in visita alle comunità delle Filippine, ha voluto ricordare il 150° anniversario della morte di San Giovanni Maria Vianney, “Curato d'Ars” e patrono dei sacerdoti, mentre in coincidenza con il suo soggiorno a Manila si svolgeva un congresso sacerdotale al quale hanno partecipato 5.500 presbiteri, tra cui 41 agostiniani recolletti. Oltre ad aver citato Benedetto XVI e il Curato d'Ars, padre Guerra ha voluto ricordare alcune parole di Sant'Agostino sul sacerdozio per invitare tutto l'Ordine a vivere con entusiasmo e spirito rinnovato questa opportunità: “Sant'Agostino ci ricorda che Cristo prende forma in colui che riceve la forma di Cristo, e riceve la forma di Cristo colui che vive unito a Lui con un amore spirituale (Commento ai Galati, 38)”. (R.P.)

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    Norcia: accolta la Fiaccola benedettina in partenza l’11 marzo per Trenton negli Usa

    ◊   Cerimonia solenne, domenica pomeriggio a Norcia, dove la comunità cristiana dell’Alta Valenerina si è riunita con l’arcivescovo Renato Boccardo per accogliere nella concattedrale di Santa Maria la Fiaccola benedettina “Pro Pace et Europa Una”, in partenza a marzo per gli Stati Uniti. Accesa nella basilica di San Benedetto e scortata fino alla concattedrale dai tedofori, dai tamburini e dalle chiarine del corteo storico San Benedetto, con al seguito i monaci benedettini, il gonfalone, il sindaco, gli assessori e i consiglieri comunali e altre autorità civili e militari, la “Luce” di San Benedetto è stata portata al cospetto di mons. Boccardo che l’ha benedetta con queste parole: "alla sua luce – ha detto - possano quanti incontriamo lungo le strade del nostro cammino sentirsi fratelli e comporre le ragioni dei dissidi e dei conflitti che fanno gli uomini nemici tra loro, e diventare capaci di perdono reciproco, di rispetto, di concordia e di collaborazione. Questa umile fiammella – ha concluso il presule - sia per tuo dono fiaccola di luce e di pace, memoria viva di Cristo, luce che non conosce tramonto”. E’ stato poi il sindaco Gian Paolo Stefanelli ad illustrare il programma delle prossime celebrazioni benedettine, ricordando le ragioni del viaggio della Fiaccola in America. “L’11 marzo – ha spiegato – porteremo la Fiaccola ai nostri congiunti emigrati, a Trenton e ad Hamilton agli inizi del ‘900, in cerca di migliori opportunità di lavoro. La Fiaccola sarà il nostro abbraccio, la nostra testimonianza di amicizia e di massima apertura, nel nome di Benedetto, il Santo dell’unione per eccellenza”. (R.G.)

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    Don Giussani: Messa di suffragio celebrata a Milano dal cardinale Tettamanzi

    ◊   Ieri sera in Duomo a Milano il cardinale Dionigi Tettamanzi ha celebrato una messa di suffragio a ricordo di don Luigi Giussani “uomo, cristiano, sacerdote, insegnante, educatore, maestro di vita cristiana nella Chiesa e nella società, amico e padre”, scomparso il 22 febbraio del 2005. La cattedrale ambrosiana era gremita dai membri del movimento di Comunione e Liberazione, gruppo fondato da don Giussani al liceo milanese Berchet e ufficialmente riconosciuto dalla Chiesa l’11 febbraio del 1982. Sull’altare, insieme all’arcivescovo, era presente don Julian Carron, presidente della Fraternità di Cl. Il cardinale Tettamanzi ha ricordato alcuni cardini del pensiero di don Giussani e ha aggiunto che “nell’attuale contesto di esasperato pluralismo culturale”, la formazione della coscienza “secondo la fede cristiana si pone come fondamento e forza di quell’impegno educativo che rappresenta senza alcun dubbio, come spesso ripete il Santo Padre, una delle attuali priorità pastorali della Chiesa”. In quest’ambito, ha concluso la riflessione il cardinale Tettamanzi, “penso che l’insegnamento, la vita, le opere di don Giussani abbiano al riguardo ancora tanto da offrire alle nostre comunità”. (R.P.)

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    Italia: appello per dire no ai "foto-ricatti". Petizione di fotografi e studiosi dell'immagine

    ◊   “No ai foto-ricatti’’: è l’appello lanciato in Italia da alcuni fotografi e studiosi della fotografia, che hanno pubblicato una nota di protesta per avviare una raccolta di firme, pubblicata da Fotografia&Informazione. “Da diversi mesi – si legge nel documento - il mondo dell’editoria e del giornalismo fotografico è al centro di notizie di cronaca relative a vicende giudiziarie, nelle quali le immagini fotografiche sono utilizzate come pretesto di inaccettabili pratiche ricattatorie. Per ognuno di noi - fotografi, studiosi, operatori delle immagini - il valore delle riprese è costituito dall’accuratezza della testimonianza, dalla completezza documentaria, in certi casi dalla creatività degli autori. Produrre, valutare e utilizzare fotografie in ambito giornalistico e documentario, significa per noi far conoscere meglio il mondo attraverso di esse. Per questo motivo siamo contro ogni manipolazione e ogni censura che non sia motivata da valori etici o dal rispetto della privacy. Ci appare quindi inammissibile – prosegue la nota - che esistano e si diffondano pratiche mirate all’occultamento delle immagini; o alla loro pubblicazione, solo in cambio di somme di danaro dai soggetti ritratti, o di altri meno confessabili vantaggi. Chi lavora per e attraverso le immagini, come tutti noi - scrivono i firmatari dell’appello - non può accettare questo offensivo capovolgimento di ruoli. Tanto meno possiamo accettare che il discredito, le ombre sul nostro lavoro, attraverso ingiuste generalizzazioni, si diffondano e ci travolgano. Crediamo che le fotografie, ed ogni tipo di immagine ottica, non debbano restare chiuse nelle casseforti. Esse nascono in vista della loro diffusione più estesa, per una civile informazione, per un’opinione pubblica più matura e, in prospettiva, per favorire una maggiore cultura visiva. Non dovrebbero mai essere usate strumentalmente attraverso minacce e ricatti. Tutto ciò infatti si trasformerebbe, alla fine, - conclude la nota - in un ricatto anche per la nostra professione, i nostri diritti, le nostre idee. E ovviamente anche in un peggioramento della qualità dell’informazione nel nostro Paese. (R.G.)

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    Le Camilliane celebrano il centenario della morte della loro fondatrice, la Beata Vannini

    ◊   “Un pensiero speciale rivolgo alle Figlie di San Camillo, che si apprestano a celebrare il centenario della morte della loro Fondatrice, la Beata Giuseppina Vannini”. Così domenica scorsa il Santo Padre ha salutato le religiose camilliane presenti in piazza San Pietro, ricordando l’inizio delle celebrazioni, al via proprio oggi, per i cento anni della nascita al cielo della loro fondatrice. Un calendario di eventi molto fitto che interesserà tutte le strutture (per lo più ospedali, dispensari e centri di accoglienza) presenti nel mondo. A cominciare dalla casa generalizia di Grottaferrata, dove questa mattina il cappellano, padre Rodolfo Girdardello, ha celebrato la messa davanti ad un centinaio di fedeli provenienti dall’Ospedale di Roma e dalla scuola per infermieri di Rieti, entrambi intitolati alla fondatrice. In Portogallo, oggi pomeriggio, mons. Jacinto Botelho, vescovo di Lamego presiederà la messa nella Cattedrale, mentre a Tblisi, in Georgia, mons. Giuseppe Pasotto, amministratore apostolico per i cattolici di rito latino nel Caucaso, ricorderà la beata Vannini insieme ai padri camilliani. Nelle Filippine, sarà il cardinale Ricardo Jamin Vidal, arcivescovo di Cebu, ad aprire l’anno giubilare. In Messico, la celebrazione eucaristica sarà presieduta dal cardinale Juan Sandoval Íñiguez, arcivescovo di Guadalajara, in Perù dal cardinale Juan Luis Cipriani Thorne, arcivescovo di Lima. La fondatrice è stata ricordata oggi anche nel paese natale di San Camillo de Lellis, Bucchianico, con una messa presieduta da mons. Domenico Scotti, vescovo di Trivento. La Fondatrice delle Figlie di San Camillo venne elevata agli onori degli altari il 16 ottobre 1994 da papa Giovanni Paolo II. Oggi le religiose operano in quattro continenti: Europa, Asia, Africa ed America. “Insieme con il beato padre Luigi Tezza, istituì una famiglia religiosa femminile in funzione dell’apostolato cristiano nell’ambiente della sanità” spiega la Superiora generale, Madre Laura Biondo. “Nelle sue intenzioni, questa compagnia di umili e coraggiose testimoni del Vangelo, da lei guidate, doveva costituire una punta di diamante nel settore della pastorale sanitaria”, ha aggiunto la religiosa. “Oggi ne apprezziamo, giorno dopo giorno, la ragione profonda di quella intuizione, tipica del “genio” femminile: e cioè la costituzione di un gruppo di donne cristianamente ispirate e apostolicamente impegnate secondo le linee dettate da San Camillo de Lellis”. (A cura di Davide Dionisi)

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    24 Ore nel Mondo



    Ancora attentati in Afghanistan e il ministro della Difesa Usa ammette: offensiva più lenta del previsto

    ◊   Non si arresta la drammatica sequenza di attentati in Afghanistan: almeno 10 le persone che hanno perso la vita stamane. Di fronte a questa triste sequenza di morte, il presidente Karzai esprime la sua ferma condanna per quelli che definisce nemici del Paese. Il servizio di Fausta Speranza:

     
    Colpite oggi da atti terroristici tre province afghane tra sud e sud est del Paese: L’attacco più grave nella martoriata provincia di Helmand, dove sono rimaste uccise 8 persone tra cui sembra ci siano donne e bambini. Nella provincia meridionale di Helmand è in corso da dieci giorni l'Operazione Mushtarak (in dari, "Insieme") contro due bastioni dei talebani, la cittadina di Marjah e il distretto di Nad Ali. Da queste zone, dove è allarme umanitario per la scarsità di acqua e di cibo, stanno fuggendo verso il capoluogo migliaia di persone. Di un’altra delle province colpite, quella di Nagarhar, bisogna dire che ieri pomeriggio un altro attentato era costato la vita a 14 persone. E intanto, viene reso noto un altro bilancio di morte che riguarda i soldati statunitensi uccisi: dall’inizio della guerra sono almeno 1000. E il ministro della Difesa Usa ammette: l'offensiva in Afghanistan sta andando più lentamente del previsto. Di Afghanistan sembra parlare anche Al Qaeda: in un video, quello che dice di essere Ayman al-Zawahiri, il 'numero due' dell'organizzazione terroristica islamica, condanna la Turchia per il ruolo svolto nel Paese dell’Asia centrale. Sono 1.755 i soldati turchi sotto la bandiera della Forza internazionale di assistenza alla sicurezza della Nato (Isaf): sono dispiegati nella capitale Kabul e nei suoi immediati dintorni, ma non prendono parte ad operazioni militari. Piuttosto c’è da dire che lo scorso 22 gennaio i servizi di sicurezza turchi hanno inflitto un durissimo colpo ad al Qaeda arrestando 120 persone ritenute membri dell'organizzazione terroristica che fa capo a Osama Bin Laden. Nell'operazione sono state sequestrate anche armi e munizioni e numerosi documenti.

     
    Attentato al comitato antitalebano a Peshawar
    Un ordigno è stato fatto esplodere oggi nella località pachistana di Adezai, alla periferia di Peshawar, ma non è ancora chiaro se abbia provocato vittime. Lo ha reso noto la polizia. Secondo Geo Tv, è stato preso di mira un veicolo in cui viaggiavano esponenti del Comitato per la Pac, una organizzazione anti-talebana della zona. Intanto le autorità pachistane fanno sapere di aver catturato il mullah Abdul Kabir, un importante leader dei talebani ed ex governatore della provincia di Nanghar, considerato uno dei dieci più importanti comandanti ricercati dagli Stati Uniti.

    Emirati Arabi Uniti approvano documento UE su passaporti falsi
    Gli Emirati Arabi Uniti (Eau) hanno accolto con favore la dichiarazione di condanna dell'Unione Europea riguardo l'assassinio dell'esponente di Hamas ucciso in un hotel di Dubai da un commando di almeno 11 persone con passaporti europei falsi. Nel comunicato emanato ieri dai ministri degli Esteri dell’Unione europea, si legge: “Si tratta di un’azione che non può condurre alla pace ed alla stabilità del Medio Oriente”. L’Europa condanna un simile utilizzo di documenti di identità ed appoggia favorevolmente le indagini che le autorità degli Emirati Arabi Uniti stanno conducendo. Da parte sua, il ministro degli Esteri dello Stato ebraico Lieberman ha dichiarato, nella sua visita a Bruxelles, che non c’è alcuna prova che metta in luce la responsabilità del Mossad, il servizio segreto israeliano, in quanto accaduto.

    Il ministro della Difesa israeliano Barak in missione negli Usa per parlare di Iran
    Il ministro israeliano della Difesa, Ehud Barak, parte oggi per gli Stati Uniti dove discuterà della minaccia nucleare iraniana con il ministro della Difesa, Robert Gates, e con il capo degli stati maggiori riuniti, ammiraglio Richard Mullen. Quest'ultimo è stato in visita in Israele la settimana scorsa. Secondo la stampa locale, l'obiettivo di Barak è di discutere in particolare con i responsabili statunitensi la possibilità che il mese prossimo siano messe a punto più severe sanzioni economiche nei confronti dell'Iran: un provvedimento che il premier Benyamin Netanyahu ha perorato la settimana scorsa a Mosca e che una delegazione ufficiale israeliana si accinge ad affrontare nei prossimi giorni in Cina. Barak, precisa il quotidiano Haaretz, è preoccupato che l'Iran possa da parte sua fomentare tensioni ai confini settentrionali di Israele, con la Siria e con il Libano. Il ministro della Difesa incontrerà inoltre il segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, con cui tornerà ad esaminare le ripercussioni del Rapporto Goldstone sulla Operazione "Piombo Fuso" condotta un anno fa dall'esercito israeliano a Gaza. A Washington e a New York, Barak discuterà infine la possibile ripresa di negoziati con l'Anp di Abu Mazen, anche in forma indiretta.

    49 arresti in Turchia, per lo più alti esponenti militari
    Almeno 49 persone, per lo più alti gradi militari in pensione o ancora in servizio, sono state arrestate ieri in Turchia. Il premier Erdogan, ieri in visita ufficiale a Madrid, ha detto che i fermi sono stati effettuati nell'ambito dell'inchiesta su 'Ergenekon', una presunta organizzazione segreta nazionalista che avrebbe tentato di rovesciare il governo. Ma per una lettura degli ultimi fatti, Gabriella Ceraso ha intervistato Antonio Ferrari, inviato speciale del Corriere della Sera:

    R. – Abbiamo il Paese, in sostanza, diviso in due. Da una parte, ci sono gli islamici moderati di Erdogan i quali sostengono che magistratura, ma soprattutto forze armate, stanno tramando per sfibrare e far cadere l’esecutivo. Dall’altra, le forze laiche, che dicono che tutte queste inchieste sono stratagemmi del governo per cercare di dimostrare che esiste un clima da colpo di Stato, ma, in realtà, quello che vuole il governo è cancellare quella che è la legalità laica dello Stato, voluta da Ataturk. Quindi, situazione estremamente confusa. Le polemiche, il tono sollevato, anche nei giorni recenti, nei confronti della magistratura, e in qualche misura anche delle forze armate, lasciano intendere che quanto avvenuto sia quasi una resa dei conti tra islamici moderati e laici.

     
    D. – C’è qualcuno che teme una reazione delle forze armate...

     
    R. – Io non credo che ci siano le condizioni per vedere una situazione come quella del 1980, con i carri armati per le strade e con le forze armate che decidono di cambiare la Costituzione e di mettere un presidente militare e così via. Certo, se la situazione dovesse peggiorare, ci sarebbero comunque degli aggiustamenti. Non dimentichiamo che un colpo di Stato militare allontanerebbe sine die tutto quel processo verso l’Unione Europea, che sta continuando tra mille difficoltà.

     
    Flessione della Borsa di Atene, al via missione di Commissione Europea, Bce e Fmi
    Borsa in netta flessione oggi ad Atene, mentre è iniziata la missione della task force composta da esperti della Commissione europea-Bce-Fmi e il Paese si prepara allo sciopero generale di domani che paralizzerà trasporti e commerci. A metà giornata, l'indice generale perde quasi il 2%, in un clima di preoccupazione e cautela di fronte alla situazione interna ed esterna. La task force internazionale, che si tratterrà ad Atene fino a mercoledì, ha già iniziato i contatti con il ministero delle Finanze, del Lavoro e della Banca Centrale in vista di verificare l'applicazione delle misure previste dal piano di risanamento. Prima di ripartire gli esperti dovrebbero essere ricevuti dal ministro delle finanze Giorgio Papaconstantinou.

    Esplosione in Ulster, a pochi giorni da accordo tra nazionalisti ed unionisti
    L’Irlanda del Nord è stata colpita da un attentato che cade a pochi giorni dall’accordo tra nazionalisti ed unionisti sulla devolution. Il servizio di Federico Catani:

    Torna a farsi vivo il terrorismo nell’Irlanda del Nord. Ieri sera un’autobomba è esplosa davanti ad un tribunale della città di Newry, il quarto centro più importante del Paese. La deflagrazione, che era stata annunciata, non ha causato vittime. L’attentato è avvenuto a pochi giorni di distanza dall’accordo di “devolution” tra nazionalisti ed unionisti. Il 5 febbraio scorso è stato infatti deciso di fissare per il prossimo 12 aprile il tanto discusso passaggio di poteri in materia di polizia e di amministrazione della giustizia: un ulteriore passo avanti nell’applicazione degli Accordi di pace del 1998. Dopo il consenso dato dal partito unionista, ora si attende la ratifica dell’accordo sulla devolution da parte dell’assemblea dell’Ulster, che si riunirà il 9 marzo. Il testo, tra le altre cose, prevede la creazione del ministero della Giustizia dell’Ulster ed uno stanziamento di 800 milioni di sterline da parte del governo britannico per sostenere i costi del passaggio dei poteri.

     
    La Cina chiede agli Usa di “rimediare” alla tensione sulla questione del Dalai Lama
    Nuovo capitolo nelle relazioni ad alta tensione tra Pechino e Washington. E nuove critiche sull’incontro della scorsa settimana a Washington tra il presidente americano Barack Obama ed il Dalai Lama. L’occasione l’ha fornita un incontro con la stampa del portavoce del Ministero degli esteri cinese, che ha chiesto ufficialmente agli Usa di "rimediare ai danni fatti" alle relazioni sino-americane. Più che una minaccia, un appello, quello che giunge dalla capitale del gigante asiatico, "per sostenere lo sviluppo armonico delle relazioni sino-americane". Il commento di Fernando Mezzetti, esperto di Cina, intervistato da Stefano Leszczynski:

    R. – I cinesi si sono resi conto di aver tirato un pò troppo la corda, cercando di imporre una loro linea politica alla Casa Bianca e gli Stati Uniti hanno ripreso, con queste tre mosse: aver fatto assurgere un problema commerciale com’era quello di Google ad un problema di Stato; aver dato le armi a Taiwan, che non sono nulla di eccezionale, però lo hanno fatto in questo momento; e, infine, l’udienza concessa al Dalai Lama, che rappresenta una ripresa di iniziativa politica americana.

     
    D. – In questo contesto si pone, poi, l’altro difficilissimo problema, quello delle sanzioni all’Iran…

     
    R. – Quando la Cina, ancora oggi, dice che bisogna ricercare una “posizione negoziata”, come peraltro dicono i russi, vuol dire che non sono per le sanzioni, sono contro le sanzioni. Ed anche questo spiega la ripresa d’iniziativa politica americana. Sull’Iran, la Cina non approverà le sanzioni. Nella migliore delle ipotesi, se i russi dovessero astenersi, anche la Cina si asterrà; se i russi dovessero votare a favore, la Cina non voterà contro, ma si asterrà. Probabilmente, non metteranno il veto, ma certamente non sono per le sanzioni. Questo spiega la ripresa di iniziativa politica americana, perché non hanno avuto in cambio nessuna modifica della posizione cinese sull’Iran, soprattutto non hanno avuto in cambio neanche nulla sul nucleare della Corea del Nord. E i cinesi non esercitano su Pyongyang la pressione che essi soltanto sarebbero in grado di esercitare, perché il regime nordcoreano si regge grazie agli aiuti cinesi.

     
    D. – Quindi, possiamo dire che questa crisi, alla fine, sarà possibile risolverla soltanto attraverso una politica molto pragmatica…

     
    R. – La Cina non può fare a meno degli Stati Uniti. Da soli assorbono un quarto delle sue esportazioni. Gli Stati Uniti sono debitori verso la Cina di circa 800 miliardi di dollari e direi che i Buoni del Tesoro americani, in ultima analisi, legano la Cina al destino americano e anche la nostro. Quindi, la Cina deve essere, e lo è certamente, una potenza responsabile.

     
    Inviato Usa in Asia per la questione del nucleare nordcoreano
    Ripristinare i negoziati a Sei nazioni sul nucleare nordcoreano. È lo scopo del viaggio in Cina, Giappone e Corea del Sud che effettuerà da oggi Stephen Bosworth, responsabile statunitense per le questioni nordcoreane. Il Dipartimento di Stato americano ha chiarito che al momento non esistono cambiamenti nella posizione di Pyongyang sui negoziati e che gli Usa sono in attesa di un segnale da parte del regime comunista di Kim Jong-il. (Panoramica internazionale a cura di Fausta Speranza)

     Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LIV no. 54

     E' possibile ricevere gratuitamente, via posta elettronica, l'edizione quotidiana del Bollettino del Radiogiornale. La richiesta può essere effettuata sulla home page del sito www.radiovaticana.va/italiano.

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