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Sommario del 21/02/2010

Il Papa e la Santa Sede

  • Il Papa all'Angelus nella prima domenica di Quaresima: il mondo si migliora incominciando da se stessi, cambiando, con la grazia di Dio, ciò che non va nella propria vita
  • Da oggi fino a sabato prossimo gli esercizi spirituali per la Curia Romana alla presenza del Santo Padre
  • A Padova chiusura dell’ostensione delle reliquie di Sant’Antonio
  • Oggi in Primo Piano

  • Nell’ultima settimana uccisi 5 cristiani a Mossul. Ai nostri microfoni l’arcivescovo della città irachena
  • Haiti cerca di tornare alla normalità. Intervista con un missionario scalabriniano
  • Diocesi di Napoli, convegno e giornata di preghiera sul tema: "Il carcere, problema di tutti"
  • “Viaggio nell’8 per mille alla Chiesa cattolica”: in un libro, 20 anni di spot a sostegno dei valori cristiani
  • Presentato alla Lateranense il Dizionario di Ecclesiologia, edito da Città Nuova
  • Anno sacerdotale: la testimonianza di don Giorgio Bosini, impegnato nella lotta contro la tossicodipendenza
  • Chiesa e Società

  • Spagna. In Quaresima, urgente il ritorno a Dio
  • Inghilterra. Leader cristiani contro la detenzione di minori nei Centri immigrazione
  • Ieri la Giornata Mondiale della Giustizia sociale
  • Vietnam: la Quaresima tempo di affrontare la crisi di verità
  • Germania: da domani, la plenaria dei vescovi
  • Missione e annuncio del Vangelo in Papua Nuova Guinea
  • "Incontri in cattedrale": l'economista Mario Monti sull’enciclica “Caritas in Veritate”
  • Concluso a Berlino il festival del cinema
  • Africa. Il cinema delle e sulle donne
  • 24 Ore nel Mondo

  • Colpo di Stato in Niger. Liberati i membri del deposto governo
  • Il Papa e la Santa Sede



    Il Papa all'Angelus nella prima domenica di Quaresima: il mondo si migliora incominciando da se stessi, cambiando, con la grazia di Dio, ciò che non va nella propria vita

    ◊   Nella prima domenica di Quaresima Benedetto XVI ha salutato quanti hanno partecipato in piazza San Pietro alla preghiera dell’Angelus ricordando che in tutta la Chiesa viene vissuto il periodo quaresimale, “tempo di penitenza, di preghiera, di opere di carità e di conversione”. “Digiunare – ha detto il Papa rivolgendosi ai pellegrini di lingua tedesca - significa rinunciare e diventare liberi per il bene”. Si tratta di riconoscere cosa è importante ed essenziale e vivere di conseguenza. “Questa nuova vita – ha aggiunto - la vediamo in Gesù Cristo. Egli, che comprende la nostra debolezza umana perché, come noi, è stato indotto in tentazione, ci mostra che l’uomo vive di Dio”. Il servizio di Amedeo Lomonaco:

    La Quaresima – afferma il Papa - è come “un lungo ritiro” durante il quale “rientrare in se stessi e ascoltare la voce di Dio”, per vincere le tentazioni del Maligno. Ma come vivere questo tempo?

     
    “Un tempo di “agonismo” spirituale da vivere insieme con Gesù, non con orgoglio e presunzione, bensì usando le armi della fede, cioè la preghiera, l’ascolto della Parola di Dio e la penitenza. In questo modo potremo giungere a celebrare la Pasqua in verità, pronti a rinnovare le promesse del nostro Battesimo”.

    Nel Vangelo di questa domenica Gesù, dopo aver ricevuto il battesimo da Giovanni, si allontana dal Giordano ed è guidato “dallo Spirito Santo nel deserto, per quaranta giorni, tentato dal diavolo”. Le tentazioni – sottolinea il Papa - non furono “un incidente di percorso”, ma la conseguenza della “scelta di Gesù di seguire la missione affidatagli dal Padre”. Ma che cosa significa entrare nell’itinerario quaresimale?

    “Cristo è venuto nel mondo per liberarci dal peccato e dal fascino ambiguo di progettare la nostra vita a prescindere da Dio. Egli l’ha fatto non con proclami altisonanti, ma lottando in prima persona contro il Tentatore, fino alla Croce. Questo esempio vale per tutti: il mondo si migliora incominciando da se stessi, cambiando, con la grazia di Dio, ciò che non va nella propria vita”.

    La prima tentazione che il diavolo sottopone a Gesù prende origine dalla fame. Al Tentatore - ricorda il Papa - Gesù risponde che “non di solo pane vivrà l’uomo”. Poi il diavolo mostra a Gesù tutti i regni della terra e dice che tutto sarà suo, se prostrandosi lo adorerà. E’ l’inganno del potere che Gesù “smaschera e respinge”. Infine il Tentatore propone a Gesù di compiere un miracolo spettacolare, di “gettarsi dalle alte mura del Tempio e di farsi salvare dagli angeli”. Ma Gesù risponde che “Dio non va mai messo alla prova”:
     
    “Gesù antepone ai criteri umani l’unico criterio autentico: l’obbedienza alla volontà di Dio. Anche questo è un insegnamento fondamentale per noi: se portiamo nella mente e nel cuore la Parola di Dio, se questa entra nella nostra vita, possiamo respingere ogni genere di inganno del Tentatore”.

    Il Santo Padre ha ricordato infine che oggi, in preparazione alla Santa Pasqua, inizieranno in Vaticano, alla sua presenza, gli esercizi spirituali per la Curia Romana. Dio – ha concluso il Papa – “benedica tutti in questo santo tempo di rinnovamento spirituale”.

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    Da oggi fino a sabato prossimo gli esercizi spirituali per la Curia Romana alla presenza del Santo Padre

    ◊   Con l’esposizione eucaristica e la celebrazione dei Vespri iniziano oggi, alle ore 18.00, gli esercizi spirituali per la Curia Romana, in preparazione alla Santa Pasqua. Gli esercizi si terranno alla presenza di Benedetto XVI ed avranno luogo nella cappella “Redemptoris Mater” del Palazzo Apostolico fino a sabato 27 febbraio. Durante la settimana saranno sospese tutte le udienze pontificie, compresa quella generale di mercoledì prossimo. Le meditazioni saranno proposte da don Enrico dal Covolo, salesiano, e avranno come tema: “Lezioni di Dio e della Chiesa sulla vocazione sacerdotale”. Ma perché la scelta di questo titolo? Isabella Piro lo ha chiesto allo stesso don Enrico dal Covolo:

    R. – “Lezioni di Dio” indica il metodo di questi esercizi. Il metodo è quello antico della Lectio Divina, ma anche “lezioni della Chiesa”. Intendo infatti terminare ogni giornata degli esercizi spirituali con altrettanti “medaglioni” di figure sacerdotali esemplari: Sant’Agostino, il Santo curato d’Ars, il curato di campagna di Bernanos, don Giuseppe Quadrio e, finalmente, il venerabile servo di Dio Giovanni Paolo II che ha commissionato il restauro della cappella “Redemptoris Mater”, dove si terranno gli esercizi spirituali. Nel titolo si fa riferimento poi alla “vocazione sacerdotale” perché era un tema praticamente obbligatorio nel cuore dell’Anno Sacerdotale.

     
    D. – Qual è il valore primario degli esercizi spirituali?

     
    R. – Il valore primario non è solo di oggi, ma è quello di sempre: il credente ha bisogno assoluto di trovare dei momenti fermi, nei quali potersi concentrare nella propria intimità con il Signore. Oggi questi esercizi spirituali possono rivestire un significato del tutto speciale perché forse siamo travolti da un’accelerazione della storia, che rischia di farci smarrire la vera gerarchia dei valori. Gli esercizi spirituali hanno lo scopo di aiutarci a mettere ordine nella nostra vita.

     
    D. – Ricordiamo che il Papa stesso è presente agli esercizi spirituali. La sua figura dona, quindi, un valore in più alle meditazioni?

     
    R. – La presenza del Santo Padre è esemplare, è un altissimo esempio per tutti i fedeli, quasi a dire che nessuno è escluso e che tutti abbiamo bisogno di questi momenti decisivi per un recupero in profondità della nostra vita spirituale. La presenza del Papa ci richiama anche a meditare su un altro aspetto: nella Chiesa nessuno è già Santo, tutti hanno bisogno dell’aiuto della grazia, dell’aiuto dello Spirito, della preghiera. Siamo tutti peccatori e tutti abbiamo bisogno della misericordia di Dio, di poterla incontrare.

     
    D. – Spesso si pensa alla Quaresima come ad un tempo liturgico di privazioni, di sofferenza, di sacrificio, mentre invece ha un significato positivo…

     
    R. – Certamente. Questa è proprio la logica evangelica: quanto più ci apriamo al dono di noi stessi, tanto più raggiungiamo la vera felicità. Questo è il significato proprio della Pasqua e quest’anno il Papa ci raccomanda, in modo speciale, di vivere la Quaresima all’insegna della giustizia più grande. Questa giustizia più grande è l’amore. Un amore che consiste, da parte nostra, nel dono di noi stessi. Questa è la via che ci richiama la Quaresima e questa è la via unica della nostra felicità.

     
    D. – Qual è, quindi, il suo auspicio per questo tempo quaresimale per tutti i fedeli?

     
    R. – Che tutti noi ci mettiamo con decisione su questa stessa strada, comprendendo che questa mortificazione non è certo legge di morte, ma è legge di vita. E' legge di una felicità più piena.

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    A Padova chiusura dell’ostensione delle reliquie di Sant’Antonio

    ◊   Conclusa l’ostensione dei resti mortali di Sant’Antonio, che ieri in tarda serata sono stati riposti sotto l’altare della cappella dell’Arca, ora restaurata. E ieri è arrivato anche un telegramma del Papa. Il servizio da Padova di Silvio Scacco:

    C’era, idealmente, anche Benedetto XVI tra i 60 mila pellegrini che ieri, a Padova, in paziente attesa sotto la pioggia, lungo una coda di oltre due chilometri, hanno atteso anche per sette ore di vedere e venerare le spoglie di Sant’Antonio. Il Santo Padre non ha fatto mancare un segno della sua vicinanza ai 150 mila devoti giunti alla Basilica Pontificia in sei giorni di ostensione del corpo di Antonio, inviando ieri un telegramma al superiore del convento del Santo. II Papa auspica che questo “provvido evento, riproponendo il luminoso esempio del sacerdote francescano tanto popolare, che affascinò generazioni di fedeli ispirando numerosi giovani ad abbracciare la vita consacrata, (…) susciti rinnovati propositi di amore a Cristo e ai fratelli, come pure un generoso impegno per la giustizia e la pace”. Solo alle 22, dunque, si è esaurita la fila dei pellegrini, da ogni parte d’Italia; molti gli stranieri, tra essi famiglie cingalesi residenti in Italia.

     
    R. – Per me, Sant’Antonio rappresenta forse uno dei santi più importanti …

     
    R. – Che ci protegga in salute, soprattutto!

     
    R. – Ogni tanto vengo, una o due volte l’anno: c’è qualcosa che ti attira a venire …

     
    Anche per i frati della Basilica e del Messaggero di Sant’Antonio, un evento carico di significati: il direttore generale, padre Danilo Salezze:

     
    "Il fatto che lui ricompare in mezzo a noi, con il suo corpo, ci da una scossa molto forte. Questo ogni tanto capita. La vita dei santi è fatta così, in mezzo a noi: ci risvegliano, è come un benefico schiaffo che ci riorienta il volto verso Gesù Cristo!"
     
    Durante la liturgia di riposizione, a porte chiuse con i frati della Basilica e i rappresentanti di tutte le associazioni e realtà che hanno prestato servizio nei sei giorni di ostensione, il delegato pontificio, mons. Francesco Gioia, ha articolato una apprezzata meditazione mettendo a confronto la concezione del corpo secondo Seneca e secondo San Paolo, per arrivare a sottolineare come il nostro corpo, grazie alla fede, diventi corpo mistico di Cristo, salvato e redento attraverso la sua morte e resurrezione.

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    Oggi in Primo Piano



    Nell’ultima settimana uccisi 5 cristiani a Mossul. Ai nostri microfoni l’arcivescovo della città irachena

    ◊   Non si ferma in Iraq il vero e proprio stillicidio che sta colpendo la comunità cristiana della città di Mossul e che ha fatto registrare cinque omicidi in sei giorni. Ieri è stata trovata l’ultima vittima, un cristiano-ortodosso di 57 anni rapito una settimana fa nel quartiere settentrionale di Al-Habda. Due giorni fa le autorità hanno voluto incontrare i vescovi locali per parlare delle ripetute violenze contro i cristiani. Lo racconta, al microfono di Fausta Speranza, l’arcivescovo dei siro-cattolici di Mossul, Basile Georges Casmoussa:

    R. – We bishops of Mosul City were to visit civil governor and …
    Noi vescovi di Mossul abbiamo avuto un incontro con il governatore locale. Abbiamo parlato con lui e con il capo della polizia sulla situazione dei cristiani, in particolare a Mossul. Siamo stati molto determinati nell’identificare le responsabilità delle autorità locali e centrali in merito alla sicurezza dei cittadini, in particolare dei cristiani. Siamo stati ascoltati con disponibilità. La sera stessa dell’incontro la televisione locale ha trasmesso un ampio programma su questo problema. Il governatore ha parlato pubblicamente del nostro incontro e ha fatto un’ottima dichiarazione. Sappiamo anche che in sede di governo ci sono stati dibattiti proprio sulla situazione dei cristiani.

     
    D. – A parte il messaggio alla popolazione che sicuramente è importante, davvero significativi sono i fatti: cosa può fare il governo?

     
    R. – They promised us to reinforce security, to put soldiers …
    Ci hanno promesso di rafforzare la sicurezza, di disporre soldati e polizia nei quartieri dove vivono i cristiani. Il problema è che a Mossul non c’è un quartiere specifico nel quale vivono i cristiani. I cristiani e le loro case sono sparsi in tutta la città! Quello che è veramente necessario è che il governo punisca chi commette queste azioni, perché l’unica forza che noi abbiamo è il diritto. E in questo momento il diritto non c’è! Tutti gli uomini politici e tutti i partiti politici sono impegnati nella campagna elettorale …

     
    D. – Quali sono i sentimenti della comunità cristiana?

     
    R. – Now, there are many families who leave Mosul to come into Christian cities …
    Ci sono molte famiglie che abbandonano Mossul per rifugiarsi nelle città cristiane attorno a Mossul o nel Kurdistan. Proprio oggi ho incontrato alcune famiglie che vogliono andare via … Come ho detto, è necessario l’intervento del governo. E' necessario anche un incontro con il primo ministro, a Baghdad, per parlare con lui di questo problema. Siamo in attesa di questo incontro. Ma tutte le nostre chiese rimangono aperte a Mossul. Dobbiamo continuare la nostra vita normale, nonostante questa situazione!

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    Haiti cerca di tornare alla normalità. Intervista con un missionario scalabriniano

    ◊   Dopo il tragico terremoto dello scorso 12 gennaio, Haiti cerca di tornare alla normalità. Ieri in un clima di festa è stato dato il benvenuto ai passeggeri dell’aereo proveniente da Miami. Si tratta del primo volo commerciale dopo il sisma. A questa notizia si aggiunge anche quella della riapertura di diverse scuole, come conferma padre Sergio Morotti, missionario scalabriniano raggiunto telefonicamente ad Haiti da Federico Piana:

    R. – Direi che adesso si sta riprendendo un po’ la vita, cominciando, ad esempio, dalla scuola: noi abbiamo sia la scuola dei seminaristi, sia una scuola elementare. Mentre lo Stato non ha ancora ricominciato, noi privati cominciamo a riaprire le scuole perché bisogna continuare a vivere. Non si può soltanto piangere. Adesso il problema grande è quello dei feriti che sono tanti. Anche noi stiamo cercando di organizzare un ospedale per lunga degenza. La salute è ancora al primo posto. Si parla di 400-500 mila feriti. Il secondo aspetto è quello relativo alla fame. Haiti è uno dei Paesi più poveri del mondo e il terremoto ha rallentato ancora di più la produzione di prodotti. Anche noi facciamo il pane e lo distribuiamo. Abbiamo anche parecchi aiuti che vengono dall'estero, anche dall’Italia sono arrivati alcuni container, che stiamo distribuendo.

     
    D. – Don Morotti un altro grave problema sono le piogge…

     
    R. – Le piogge porteranno ulteriori problemi per chi vive sotto ripari di plastica, perché qui non ci sono le tende come quelle che voi avete a L’Aquila. Quando la pioggia è un po’ forte, questi ripari non difendono quasi per niente perché l’acqua passa e specialmente i bambini saranno i primi ad essere esposti al rischio di malattie. Stiamo cercando di portare tende in questi campi, dove sono raccolti tutti coloro che sono rimasti senza casa. La città è piena di questi campi e con marzo arriveranno le piogge. Quando arriveranno le piogge pioverà quasi tutti i giorni. (Montaggio a cura di Maria Brigini)

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    Diocesi di Napoli, convegno e giornata di preghiera sul tema: "Il carcere, problema di tutti"

    ◊   Centralità della persona, recupero e reinserimento. Sono i cardini del convegno, che si chiude oggi: “Il carcere, problema di tutti”, organizzato dalla diocesi di Napoli. Due giorni di lavori per fare il punto sulla pastorale penitenziaria e sulla situazione degli istituti di detenzione. Massimiliano Menichetti ha intervistato don Franco Esposito, direttore della Pastorale carceraria e cappellano del carcere napoletano di Poggioreale:

    R. – La tematica che abbiamo scelto quest’anno – “Il carcere, problema di tutti” – vuole essere una sollecitazione per quanto riguarda sia la comunità civile, ma soprattutto la comunità ecclesiale. Perché – ci siamo detti – la Chiesa, proprio per sua natura, è una comunità di amore. Tutta la sua missione consiste nell’annunciare questo amore di Dio.

     
    D. – Come si spezza questo portare il pane per lo spirito in un carcere?

     
    R. – Anzitutto, stando accanto a chi è nel carcere. Le problematiche del sovraffollamento, anche le problematiche dei suicidi, dell’autolesionismo noi le viviamo quotidianamente. Questa sofferenza cerchiamo di condividerla. Con i volontari facciamo proprio un cammino di fede. A Poggioreale ci sono circa dieci padiglioni con gruppi di catechesi che vanno dai 10, 15 anche 20 partecipanti per gruppo: significa che veramente c’è sete di qualcosa di pulito, di nuovo …

     
    D. – Nel convegno avete anche presentato percorsi per quei detenuti che decidono di cambiare strada: di cosa si tratta?

     
    R. – Anche attraverso cooperative, diamo la possibilità di un minimo di lavoro a otto ex-detenuti. Il numero è esiguo, però diventa un segno ed una denuncia per le istituzioni che invece dovrebbero intervenire. Noi ci rendiamo conto che a volte anche con un minimo mensile – perché loro non ricevono più di 500 euro al mese – riescono poi a tagliare i legami con la criminalità, con la camorra… Buona parte dei detenuti è legata alla camorra perché la camorra, quando uno va in carcere, gli paga l’avvocato, aiuta la famiglia settimanalmente… Noi abbiamo proposto alle parrocchie di adottare un detenuto in modo che quando qualcuno entra in carcere, ci sia una parrocchia pronta a sostenere le spese per l’avvocato e la famiglia. Si deve fare in modo che poi dopo questa persona non si trovi in debito con la criminalità e, quindi, costretta a continuare su quella strada.

     
    D. – Ribadite: dobbiamo darci da fare affinché il carcere diventi un luogo di reinserimento e non un luogo di abbandono …

     
    R. – L’articolo 27 della Costituzione dice che il carcere deve essere rieducativo e deve servire per il reinserimento. Questo è quello che dovrà diventare il carcere. Ma questo lo si può ottenere non aspettandosi che le istituzioni si convertano, se non c’è un'opinione pubblica. E credo che la Chiesa, in questo, abbia molto da fare.

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    “Viaggio nell’8 per mille alla Chiesa cattolica”: in un libro, 20 anni di spot a sostegno dei valori cristiani

    ◊   “Viaggio nell’8 per mille alla Chiesa cattolica”: è il titolo del libro edito da Monti, a 20 anni dall’avvio del sistema di sostentamento economico diretto dei cittadini italiani alle attività ecclesiali, attraverso lo strumento fiscale. Un’occasione dunque di bilancio e riflessione. Roberta Gisotti ha intervistato la professoressa Simonetta Blasi, un passato da pubblicitaria, docente di comunicazione alla Pontifica Università Salesiana e alla Lumsa, autrice del volume insieme a suor Marie Gannon, esperta di statistica già docente alla Pontificia Università Salesiana e all’Auxilium:

    D. – Professoressa Blasi, una laica e una religiosa in questo viaggio che marca i rapporti recenti tra Chiesa cattolica e Stato italiano: qual è stato il vostro obiettivo di ricerca?

     
    R. – E’ stato quello di indagare in quale modo fosse concepita la strategia di comunicazione che per la prima volta la Chiesa cattolica doveva affrontare per comunicare a grandi fasce di pubblico l’evoluzione del sostentamento economico con l’8 per mille dell’Irpef. Questa è una situazione in cui la Chiesa doveva avere un esordio massmediatico e la scelta fu fatta appunto per gli spot. Quindi, una formula pubblicitaria classica; l’obiettivo è stato quello di capire come nel tempo questa strategia pubblicitaria si sia evoluta e a quali risultati abbia poi progressivamente portato.

     
    D. – Che cosa è emerso dall’analisi degli spot?

     
    R. – Sono 93 quelli presi in considerazione. Si è notata una profonda evoluzione da un primo approccio di presentazione della stessa Chiesa cattolica, riferendosi ai valori tradizionali della Chiesa stessa, a una comunicazione più orientata alla documentazione delle opere.

     
    D. – Possiamo dire che attraverso le campagne, la Chiesa si è presentata ai suoi fedeli ma anche a tutto il Paese?

     
    R. – Assolutamente sì! Questo era l’obiettivo primario che in qualche modo ha visto, attraverso l’evoluzione di questi spot, una presentazione della sua anima più nobile, che è quella della solidarietà verso i poveri, verso gli ultimi, cioè i veri protagonisti, i veri destinatari delle opere di bene, soprattutto degli ultimi dieci anni della programmazione pubblicitaria.

     
    D. – La Chiesa, attraverso queste campagne, ha raccolto la sfida di misurarsi con i media e con la sensibilità del pubblico verso i media …

     
    R. – La scelta non è stata facile, se noi pensiamo agli anni di esordio – 1990 – e se pensiamo anche al timore, la premura di affrontare attraverso i mass-media, attraverso una formula che è quella dello spot pubblicitario, classicamente intesa in senso commerciale: quella di comunicare se stessa e quindi, inevitabilmente, anche il messaggio evangelico. Non è stata una sfida semplice per la Chiesa, perché uno degli aspetti interessanti emersi dalla ricerca è proprio questa volontà di far convergere una informazione con una comunicazione dei valori solidali, fondamentali della Chiesa; che poi è un messaggio di amore per gli ultimi testimoniato – appunto – dalle opere.

     
    D. – Alla fine del viaggio, dunque, quale bilancio?

     
    R. – Un bilancio per me e per la mia coautrice suor Marie Gannon molto interessante e positivo, per il fatto che davvero la Chiesa – anche se non unica – è una delle poche, credibili emittenti che possa comunicare valori di auto-trascendenza, di benevolenza e di universalismo. E questo è documentato ampiamente dai risultati della ricerca. Quindi, un risultato positivo che è anche positivamente correlato al consenso che si progressivamente fatto sentire.

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    Presentato alla Lateranense il Dizionario di Ecclesiologia, edito da Città Nuova

    ◊   Presentato in questi giorni a Roma, alla Pontificia Università Lateranense, il “Dizionario di ecclesiologia”, volume pubblicato dalla casa editrice Città Nuova. Curata da Gianfranco Calabrese, Philip Goyret ed Orazio Piazza, l’opera è frutto di 5 anni di lavoro e intende offrire una visione ampia della Chiesa, che abbraccia anche il dialogo ecumenico ed interreligioso ed il confronto con la realtà sociale e culturale. Il servizio di Tiziana Campisi:

     
    Oltre 160 voci e 114 autori: sono questi i numeri del Dizionario di ecclesiologia che la casa editrice Città Nuova vuole offrire non solo a studiosi ed esperti di teologia, ma anche a quanti vogliono conoscere meglio la realtà della Chiesa, le sue sfaccettature, i suoi dogmi e quegli argomenti ancora aperti al dibattito. La riflessione di uno dei suoi curatori, il prof. Philip Goyret, docente di ecclesiologia alla Pontificia Università della Santa Croce:

    R. - E’ uno strumento utile affinché la Chiesa conosca meglio se stessa e, quindi, possa realizzare meglio la sua missione.

     
    D. – A quali lettori avete pensato?

     
    R. – Il dizionario intende essere uno strumento fruibile sia a livello scientifico che a livello pastorale per i parroci, per gli agenti della pastorale, anche ad un livello di catechesi adulto, elevato, oltre che, naturalmente, per l’insegnamento accademico.

     
    D. – Quali sono le voci più moderne di questo dizionario?

     
    R. – L’ossatura del dizionario è dogmatica, però ci sono anche voci di taglio più storico, più pastorale, voci più attuali: salvezza, religione, Israele, religiosità, papato, patriarcato, conferenze episcopali, circoscrizioni territoriali, circoscrizioni personali, ministero, presbiterato, diaconato, laicato e così via. Poi ci sono tutte le voci di stampo biblico e anche quelle di stampo più storico.

     
    D. – Sulla base di quali criteri avete curato questo dizionario?

     
    R. – Questo dizionario è nato come idea 5 anni fa: in quasi tre anni abbiamo maturato il progetto e poi abbiamo speso due anni nell’esecuzione. Nella maturazione del progetto ci sono state scelte di fondo. Con questo dizionario si intende presentare la dottrina ecclesiologica in modo tale da imprimere uno slancio missionario all’intera Chiesa e, quindi, tutte le voci hanno questa sfumatura di missionarietà. E’ presente anche il dialogo con le scienze moderne, con la cultura contemporanea, con le altre confessioni cristiane. C’è sempre un sottofondo ecumenico in tutte le voci ed è presente anche il dialogo interreligioso.

     
    Sono più di 1.500 le pagine di quest’opera, che vuole essere anche uno strumento per accostarsi di più al mistero della fede.

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    Anno sacerdotale: la testimonianza di don Giorgio Bosini, impegnato nella lotta contro la tossicodipendenza

    ◊   Imparare ad ascoltare ed insegnare che Dio ci ama davvero: sono le sfide che ogni giorno affronta don Giorgio Bosini, sacerdote della diocesi di Piacenza-Bobbio. Il religioso, soprannominato “il prete anti-droga”, è infatti presidente dell’Associazione “La Ricerca – Ceis” che da quasi trent’anni si occupa di recupero ed assistenza ai giovani tossicodipendenti. Ma come è nata l’idea di aiutare i ragazzi drogati? Ascoltiamo lo stesso don Giorgio Bosini al microfono di Isabella Piro:

    R. – Negli anni ’77–’78 si stava rientrando dalla grande azione di volontariato svolta in occasione del terremoto del Friuli. Nella Caritas c’era un gruppo di giovani che aveva deciso di impegnarsi a fare qualcosa. Il vescovo aveva detto loro: “Per non essere dei reduci che si ritrovano ogni tanto, cercate quali sono i problemi sul territorio”. Incominciava a sorgere a Piacenza questo problema di giovani vittime della droga e mi sono incontrato con questa realtà. Poi, quello che mi ha fatto decidere in particolare, è stata la richiesta di una ragazza che io avevo seguito nel percorso dell’Azione Cattolica Ragazzi che, ad un certo punto, è venuta a cerarmi e mi ha detto: “Aiutami, perché io mi drogo”. Allora lì mi è crollato il sistema. Pensavo che la dipendenza riguardasse famiglie disperate, giovani asociali, tutti quei pregiudizi che potevano esserci. Questa cosa mi ha aperto gli occhi e ho detto: “Beh, allora mi devo occupare di questo”.

     
    D. – Cosa si impara stando accanto a persone che soffrono per la dipendenza dalla droga?

     
    R. – Si impara prima di tutto ad ascoltare, a guardare le persone non per come appaiono, ma per quello che sono dentro. Ho imparato l’onestà con me stesso, riconoscendo che il Signore, quando ti fa incontrare i poveri, ti dà un beneficio. Non è un problema in più. A me ha fatto crescere molto sul piano umano e nel rispondere al vero bisogno di ogni persona.

     
    D. – Siamo nell’Anno Sacerdotale. Lei perché ha scelto di diventare sacerdote?

     
    R. – Sicuramente la vocazione è un dono. Io credo di essere stato aiutato dalla mia famiglia: sono cresciuto in campagna, in un clima molto sereno e quindi anche il pregare, il partecipare a momenti della comunità per me era una cosa bella. Ho trovato un sacerdote che mi ha anche stimolato in tante cose. Fondamentalmente, è stato un dire “sì” alle varie porte che si aprivano. Mi sono ritrovato prete, contento di esserlo.

     
    D. – Quindi, se tornasse indietro sceglierebbe nuovamente questa strada?

     
    R. – Sicuramente sì. Per me è stato un grande dono. Mi sono sentito realizzato in tante cose.

     
    D. – Cosa rappresenta per lei San Giovanni Maria Vianney, al quale è dedicato l’Anno Sacerdotale?

     
    R. – Mi ha sempre un po’ accompagnato la figura di questo prete, la sua austerità … È stato un uomo di grande preghiera, soprattutto legato all’Eucaristia. E poi questo amore che lui riusciva a trasmettere alle persone: non rimproverava, non condannava! Aiutava la persona a farsi sentire amata da Dio e quindi quello che trasmetteva era questa gioia, questa voglia di sentirsi amati da Dio, di credere che Dio ci ama veramente.

     
    D. – Quale consiglio si sente di dare ad un giovane che volesse intraprendere la vita sacerdotale?

     
    R. – La vocazione è una chiamata. Non è che uno può costruirsela da solo. Il consiglio che darei è di non aver paura: non è un giogo. E' un “sì” che si dice ad una scelta di vita molto bella e se uno si fida della bontà di Dio, quando uno è aperto a questo “sì”, si possono dire anche i “no” a tante cose che magari costano …

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    Chiesa e Società



    Spagna. In Quaresima, urgente il ritorno a Dio

    ◊   In questa Quaresima, segnata dalla crisi sociale ed economica, l'abituale invito alla conversione assume un'evidente gravità: "non c'è tempo da perdere nel ritorno alla legge e alla grazia di Dio". Questo è l'invito del cardinale Antonio Maria Rouco Varela, arcivescovo di Madrid, nella prima domenica di Quaresima. In Spagna, quest’anno, il periodo quaresimale è immerso “nella preparazione della Giornata mondiale della gioventù del 2011 e nella pastorale della famiglia”; questa – secondo il porporato – va vissuta “insieme con tutti i membri della Chiesa diocesana come famiglia di Dio”, allo scopo di “superare questo umanesimo materialista che, per escludere Dio, condanna al fallimento ogni proposito di uscire dal dilemma critico in cui sono immersi gli uomini e la società attuali". "Un umanesimo - aggiunge il porporato, le cui parole sono state riprese dal Sir - che essendo inumano, come insegna Benedetto XVI, non è capace di liberare la persona dai vincoli dell'egocentrismo". Solo "l'amor di Dio - conclude l'arcivescovo di Madrid - ci dà coraggio per lavorare e continuare nella ricerca del bene comune". (C.D.L.)

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    Inghilterra. Leader cristiani contro la detenzione di minori nei Centri immigrazione

    ◊   Uniti contro la detenzione di minori nei centri per immigrati. In Inghilterra i leader cristiani, cattolici, metodisti, evangelici e battisti hanno rivolto un appello al premier Gordon Brown per chiedere “di porre immediatamente fine alla pratica, inutile e disumana, di imprigionare bambini e giovani nei Centri di permanenza temporanea per gli immigrati”, in attesa di espatrio. Pubblicata sul quotidiano “The Daily Telegraph”, la missiva ricorda “gli effetti sconvolgenti” che la detenzione può avere sui minori: “l’insonnia, l’enuresi, la perdita di peso, la regressione nel parlare, la depressione e l’autolesionismo”. “La nostra fede – si legge nella lettera – ci richiede uno sguardo particolarmente attento alle necessità dei più vulnerabili all’interno della nostra società”. Segue l’appello al premier britannico perché porti la Gran Bretagna “in linea con gli altri Paesi del Commonwealth e dell’Unione Europea, che mettono in pratica soluzioni sociali meno dannose per le famiglie in attesa di una decisione sul proprio futuro”. (C.D.L.)

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    Ieri la Giornata Mondiale della Giustizia sociale

    ◊   “La giustizia sociale si basa su principi di equità, uguaglianza, rispetto per la diversità, accesso alla protezione sociale e rispetto dei diritti umani in tutte le sfere della vita, anche sul posto di lavoro”. Questi i principi che hanno trovato eco ieri in occasione della Giornata Mondiale per la Giustizia sociale indetta dall’Onu. Un’opportunità per richiamare la necessità di “unire gli sforzi per creare un mondo più giusto, equo e sicuro”, per “stabilire priorità comuni e soluzioni, al fine di assicurare a tutti le garanzie sociali fondamentali” particolarmente importanti – si legge in un comunicato delle Nazioni Unite - “ora che ci troviamo ad affrontare le conseguenze della crisi finanziaria ed economica mondiale, che hanno portato ad un aumento significativo della disoccupazione e della povertà, gravando sull’integrazione sociale”. “Le principali economie del mondo stanno continuando ad uscire da questa recessione globale", continua il comunicato. "Dobbiamo assicurarci che la gente nel mondo possa fare altrettanto”, giacché “nonostante alcuni progressi siano stati compiuti, c’è ancora molto da fare. La mancanza di giustizia sociale è da considerarsi un oltraggio, per ognuno di noi”. (C.D.L.)

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    Vietnam: la Quaresima tempo di affrontare la crisi di verità

    ◊   E’ il cammino proposto dal vescovo di Vinh Long, nel sud del Vietnam, mons. Thomas Nguyên Văn Tân, per il quale “la crisi della verità in una società materialistica è soprattutto la crisi dei valori del popolo”. Il presule - riferisce AsiaNews - esorta i fedeli ad intraprendere un cammino di riconciliazione, di atteggiamento penitenziale, di rispetto per la verità e di amore verso tutte le persone. Mons. Thomas Nguyên Văn Tân ricorda anche che “uno dei cinque obiettivi dell’Anno giubilare della Chiesa vietnamita è di accrescere lo spirito di riconciliazione e penitenza”. Il vescovo di Vinh Long esorta quindi tutti i cristiani ad “annunciare di nuovo la Buona Novella ad ognuno” per fronteggiare quella “crisi della verità e della solidarietà” che attraversa la società di oggi in generale ed in particolare quella vietnamita. “La società sta perdendo umanità e vita spirituale. Le persone si preoccupano di guadagni materiali, di dominare gli altri. La crisi dei valori culturali e della moralità tocca le nostre comunità, le istituzioni sociali e le nostre famiglie”. “Durante la Quaresima e il Giubileo – è infine l’auspicio del presule - la Parola di Dio ci aiuterà a cambiare il nostro atteggiamento e il nostro stile di vita”. (C.D.L.)

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    Germania: da domani, la plenaria dei vescovi

    ◊   Al via domani, fino al 25 febbraio, a Friburgo, l’assemblea plenaria della Conferenza episcopale tedesca (Dbk). Due i temi principali in agenda: i casi di abuso denunciati presso le scuole gestite dai gesuiti e la missione tedesca in Afghanistan. In particolare, i vescovi si confronteranno sulle misure da adottare rispetto ai casi di abuso. Inoltre, come annunciato, i presuli si pronunceranno sulla questione della presenza delle truppe tedesche in Afghanistan, anche se – precisa mons. Robert Zollitsch, presidente della DbK - “come Chiesa non possiamo dare ricette alla politica sul modo in cui in Afghanistan debba essere portata la pace in tempi rapidi”. (C.D.L.)

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    Missione e annuncio del Vangelo in Papua Nuova Guinea

    ◊   E’ partita nelle scorse settimane a Wutung, un villaggio della Papua Nuova Guinea, una vasta missione popolare che coinvolge circa 60 operatori, tra religiosi e laici. L’obiettivo – raccontano all’Agenzia Fides i missionari, fra cui coppie di sposi, catechisti, giovani, adolescenti, e cinque suore – è quello di “scuotere la comunità di Wutung, composta di 500 persone, e ravvivare la loro fede e la loro vita cristiana”, un po’ assopita nella quotidianità o emarginata da pratiche sociali e morali poco in sintonia con la dottrina cristiana. Nata per iniziativa di due missionari dell’Istituto del Verbo Incarnato, padre Augustin e padre Emilio, la missione si concretizza in giornate di predicazione, visite alle famiglie, incontri con i giovani e con le coppie. Numerosi i frutti già raccolti: “tante confessioni e prime Comunioni” e la celebrazione di oltre 50 matrimoni cristiani. (C.D.L.)

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    "Incontri in cattedrale": l'economista Mario Monti sull’enciclica “Caritas in Veritate”

    ◊   “Gli attori e le cause dello sviluppo umano integrale”: è il tema del secondo appuntamento con gli “Incontri in cattedrale” dedicati all’enciclica “Caritas in veritate”, organizzato dalla diocesi di Roma nella basilica di San Giovanni in Laterano, domani alle 20.00. L’intervento introduttivo del cardinale vicario Agostino Vallini sarà seguito da una relazione dell’economista Mario Monti, presidente dell’Università Bocconi di Milano. Dopo l’esordio dello scorso 8 febbraio con il cardinale Camillo Ruini, prosegue il ciclo di approfondimento dedicato all’enciclica di Benedetto XVI. La terza e ultima tappa di questo itinerario è in programma lunedì 8 marzo: per l’occasione un altro economista, Stefano Zamagni, interverrà sul tema “Sviluppo economico e società civile”. (C.D.L.)

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    Concluso a Berlino il festival del cinema

    ◊   Notte di verdetti quella che si è consumata ieri a conclusione del 60.mo Festival di Berlino. Le scelte delle giurie erano molto attese per sapere chi avrebbe vinto l’Orso d’Oro, ma anche il premio della Giuria Ecumenica. Con pieno merito uno stesso film se li è aggiudicati entrambi, “Bal” (Miele) del turco Semih Kaplanoglu, il cui protagonista bambino si avventura in un viaggio solitario alla ricerca del padre apicoltore, perduto con le sue arnie nelle foreste del Nord. Terzo atto di una trilogia dai toni fortemente poetici, il film è il ritratto di una vita colto in un ambiente rurale ai confini dell’occidente, dove i ricordi personali si fondono nelle memorie ancestrali. La giuria ecumenica, che individua nelle varie sezioni del festival i cineasti che meglio ritraggono azioni ed esperienze in grado di trasmettere valori spirituali, umani e sociali, ha poi premiato per la sezione Panorama “Kawasaki’s Rose” del ceco Jan Hrebejk, che, nel rievocare un tradimento consumato ai tempi della Primavera di Praga e a lungo nascosto, esplora i limiti della memoria collettiva, interrogandosi su valori quali la colpa, il perdono e la responsabilità delle proprie azioni. Fra le opere in programma al Forum si è invece affermato “Still Alive in Gaza” dello svizzero Nicolas Wadimoff, un documentario che racconta la situazione umana e sociale nella striscia di Gaza, un mese dopo i bombardamenti intensivi che hanno distrutto gran parte delle infrastrutture senza fiaccare l’anima di un popolo. Oltre all’Orso d’Oro, la Giuria Ufficiale ha completato il suo verdetto assegnando altri premi, con decisioni che ci trovano del tutto concordi. L’Orso d’Argento, Gran Premio della Giuria, è andato al rumeno “If I Want to Wistle I Wistle” di Florin Serban, ritratto di un giovane detenuto alle prese con il degrado morale e civile del suo Paese. L’Orso d’Argento per la miglior regia ha invece premiato “The Ghostwriter” di Roman Polanski, storia di fantapolitica resa avvincente da un implacabile meccanismo narrativo. Migliori attori sono risultati la giapponese Shinobu Terajima per “Caterpillar” di Koji Wakamatsu, polemico ritratto del Giappone in guerra, e Grigory Dobrygin e Sergei Puskepalis, la coppia di interpreti di “How I Ended this Summer” di Alexej Popogrebski, conflitto generazionale in territorio artico che si è anche aggiudicato il premio per la miglior fotografia. Il 60.mo Festival di Berlino si chiude qui, confermandosi una manifestazione di grande impatto pubblico, con un’organizzazione quasi sempre impeccabile, con un cartellone debordante e non sempre all’altezza, con una vocazione inesauribile nella scoperta di nuovi cineasti del Sud e dell’Est del mondo. (A cura di Luciano Barisone)

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    Africa. Il cinema delle e sulle donne

    ◊   Promuovere il lavoro delle registe africane e i film dedicate alle donne, e favorire il dialogo e lo scambio fra le professioniste del settore, in coincidenza con la ricorrenza della Giornata mondiale della donna, il prossimo 8 marzo. Con questi obiettivi prenderà il via il prossimo 3 marzo a Ouagadougou, capitale del Burkina Faso, la prima edizione delle “Giornate cinematografiche della donna africana, dell’immagine e del suono”. Promossa dal Fespaco, il festival panafricano del cinema e della televisione nato 40 anni fa - secondo quanto riferito da Zenit - la nuova manifestazione si terrà ogni due anni, in alternanza con lo stesso Fespaco. Trentasette i lavori in concorso per la prima edizione, realizzati da registe provenienti da 13 diversi Paesi africani. Presentando la biennale del film tutta al femminile, il delegato generale della Fespaco, Michel Ouèdraogo, ha ribadito la fiducia nella “forza creatrice delle registe africane e l’importanza del loro contributo al progresso delle nostre società”. (C.D.L.)

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    24 Ore nel Mondo



    Colpo di Stato in Niger. Liberati i membri del deposto governo

    ◊   Sono tutti liberi i membri del governo del Niger deposti dal golpe di giovedì scorso. Lo afferma uno dei leader della giunta ora al potere. Il consiglio dei militari ha assicurato elezioni al più presto, quando il Paese si sarà stabilizzato. Intanto oggi a Niamey, la capitale, sono sbarcati alcuni inviati delle Nazioni Unite e dell’Unione Africana per intraprendere colloqui con i golpisti. Ieri, oltre 10 mila persone erano scese in piazze a sostegno dei militari. Non è ancora chiaro il disegno dietro la destituzione. Dagli aspetti legati allo sfruttamento dell’uranio, alle questioni interne legate al cambiamento della Costituzione che ha permesso a Tandja di essere insieme capo di Stato e premier. Sulla questione, Francesca Sabatinelli ha intervistato Simone Teggi dell’ong Cospe, in Niger dal 2008:

     
    R. – I Paesi africani diventano molto instabili quando si vengono a trovare risorse minerarie importanti. Attraggono l’attenzione di altri Paesi che hanno la necessità di sfruttare queste risorse minerarie. Questo è il primo punto. Ci sono diversi campi di influenza. C’è la Cina che cerca di entrare nel Niger e quindi si sostituisce, nell’appoggio finanziario, all’Unione Europea; dall’altro lato c’è la Francia che, in un primo momento, scontenta del lavoro di Tanja sembra abbia contrastato fortemente il governo. E poi, nel momento in cui è stato firmato l’accordo sull’uranio tra la Francia e il Niger, Mamadou Tandja si è trovato ad avere un appoggio informale dalla Francia che gli ha dato la forza anche di arrivare a questo cambiamento repentino della Costituzione. A livello locale è molto diversa la situazione; soprattutto, il problema è stato l’annullamento dell’opposizione, soprattutto in alcune regioni. C’è stato un malcontento enorme …

     
    D. – Al di là di tutti questi scenari, resta il fatto che il Niger è un Paese estremamente povero, messo in ginocchio dalle carestie. Che cosa succede ora a questa gente?

     
    R. – In questo momento è difficile valutare già dei cambiamenti: è un Paese molto povero che sta affrontando un’annata difficile anche a livello agricolo; bisognerà vedere nei prossimi mesi, quando non ci saranno più le scorte di alimenti, come influenzerà questa situazione di crisi politica. In più, questa crisi porterà dei blocchi a livello di funzionamento del governo, quindi cellule che lavorano sulla crisi alimentare, forse anche di appoggi da parte di ‘donors’ esterni. E’ difficile valutare la vera situazione …

     
    Darfur. Accordo tra il governo del Sudan e i ribelli del Jem
    Il governo sudanese e i ribelli Movimento Giustizia ed Uguaglianza (Jem) del Darfur hanno siglato ieri un accordo che prevede il cessate il fuoco e l'avvio di negoziati di pace. Lo ha annunciato il presidente sudanese, Omar Hassan al-Bashir, alla tv di Stato. La notizia è stata confermata anche dai ribelli. L'accordo è stato siglato a N'Djamena e verrà controfirmato martedì prossimo a Doha alla presenza del presidente sudanese e del suo omologo del Ciad, Idriss Deby, che ha svolto un ruolo di mediazione tra i ribelli ed il governo di Khartoum. Il cessate il fuoco è già operativo e i leader del Jem hanno ordinato ai loro uomini di interrompere ogni attività militare. Il conflitto in Darfur, secondo i dati dell'Onu, ha causato fino ad oggi almeno 300 mila morti e 2,7 milioni di rifugiati.

     
    Mali. Localizzati gli ostaggi europei. Il presidente Touurè: “sono ottimista”
    Il presidente del Mali, Amadou Toumani Toourè, ha detto in un’intervista pubblicata oggi dal quotidiano spagnolo “El Mundo” di essere ottimista sulla vicenda dei sei ostaggi occidentali sequestrati da Al Qaeda per il Maghreb Islamico (Aqmi), fra i quali l'italiano Sergio Cicala e la moglie Filomena Kaboure. Le stesse autorità maliane avevano dichiarato, ieri, di aver individuato il luogo dove vengono tenuti prigionieri gli ostaggi precisando però che non sarebbero intervenuti, per il momento, per evitare rischi. Secondo “El Mundo” sarebbe in corso il pagamento di un riscatto di 5 milioni di dollari da parte della Spagna per i tre catalani nelle mani dei terroristi islamici.

    Afghanistan. Talebani respingono nuovo appello Karzai
    “Karzai è un burattino e non può rappresentare una nazione o un governo”. Con queste parole il portavoce dei talebani, Qari Mohammad Yusuf, ha respinto oggi l’offerta di pace avanzata dal presidente Hamid Karzai e rilanciata ieri di fronte al Parlamento. L’appello di Karzai è giunto proprio nei giorni della vasta offensiva congiunta della Nato e dell’esercito di Kabul contro le roccaforti talebane nel sud del Paese e la cattura nel numero due dei ribelli. I talebani hanno sempre respinto gli appelli di Karzai, la cui proposta di colloqui con i militanti che rinuncino alla violenza è stata avallata dai Paesi donatori alla conferenza sull'Afghanistan tenutasi in gennaio a Londra.

    Marocco, funerali per le vittime del crollo del minareto
    Si sono celebrati i primi funerali delle 41 vittime travolte dal crollo del minareto e di parte della moschea di Bab El Berdieyinne, nella medina di Meknes, città nel centro del Marocco. Iniziano già le proteste contro le autorità locali accusate di aver ignorato gli allarmi sullo stato della costruzione. La catastrofe, avvenuta durante la preghiera di metà giornata del venerdì, forse dovuta alle piogge torrenziali dei giorni scorsi, è la più drammatica del genere vissuta dal Marocco.

    Egitto. Ordigno contro una sinagoga del Cairo: nessun ferito
    Un ordigno artigianale è stato scagliato stamani contro il portone di una sinagoga nel centro del Cairo, senza provocare danni o feriti. Lo hanno reso noto fonti dei servizi di sicurezza nella capitale egiziana. Secondo le fonti, l'ordigno sarebbe stato lanciato da un ragazzo, che poi è fuggito. La polizia ha sigillato l'area intorno alla sinagoga, la più grande del Paese arabo.

     
    Portogallo. Maltempo: piogge sulle Azzorre, 40 morti e oltre 120 feriti
    È salito a 40 morti e 100 feriti il bilancio, ancora provvisorio, della tempesta e delle inondazioni che hanno messo in ginocchio l'isola portoghese di Madeira, davanti alle coste africane. Una fregata della Marina del Portogallo con a bordo elicotteri, medici e materiale di soccorso è salpata ieri sera da Lisbona verso l’isola. Il primo ministro, Josè Socrates, è arrivato ieri sera sull'isola per coordinare i soccorsi. Il servizio di Roberta Rizzo:

     
    “Un numero ancora imprecisato di dispersi e il bilancio delle vittime che continua a salire. Sono ore difficili per il Portogallo alle prese con la tragedia che ha investito l’isola di Madeira, nell’oceano atlantico. "Farò tutto il possibile per aiutare", ha dichiarato il premier portoghese, Josè Socrates, arrivato ieri sera sull'isola per coordinare i soccorsi. Fra le zone più colpite c'è la capoluogo Funchal, ma preoccupa la zona montagnosa e ancora isolata della valle di Nuns. Un portavoce del governo locale ha denunciato “grandi difficoltà” nelle comunicazioni. Le autorità hanno sollecitato gli abitanti dell'isola a non lasciare le proprie abitazioni, anche se le condizioni meteorologiche stanno migliorando rendendo più facili le operazioni di soccorso. L'ondata di maltempo, particolarmente intensa nel sud dell'isola, ha causato inondazioni, frane e smottamenti. L'acqua ha trascinato via automobili e alberi e alcune vie della capitale Finchal sono state invase da torrenti di fango. Le raffiche di vento, ieri, hanno raggiunto la velocità di cento chilometri l'ora. Numerose località sono rimaste completamente isolate e prive di energia elettrica. Duecentocinquanta persone sono rimaste senza casa”.

     
    Olanda. Crisi di Governo: da lunedì al via le consultazioni
    Cominceranno domani le consultazioni per la formazione di un governo provvisorio che traghetti il Paese verso le elezioni anticipate. Il primo ad essere ricevuto dalla regina Beatrice d'Olanda sarà il premier dimissionario, Jan Peter Belkenende. Il leader del principale partito di maggioranza, quello dei cristiano-democratici, ha rassegnato le dimissioni all'alba di ieri dopo oltre quindici ore di Consiglio dei ministri. I laburisti avevano lasciato l'esecutivo perchè in disaccordo con la decisione di prolungare la missione in Afghanistan. Le elezioni anticipate dovrebbero essere indette entro 3 mesi, forse a giugno.

    La Ue pronta ad aiutare la Grecia. Piano tedesco per bloccare la crisi
    Sono pronti i piani dell’Unione Europea per un aiuto d'emergenza alla Grecia. Stilati in base ad analisi del ministero delle finanze tedesco. Si parla, secondo “Spiegel online”, di una somma fino a 25 miliardi di euro, per il risanamento dei conti pubblici ad Atene e garanzie a crediti. Al piano d'emergenza per salvare la Grecia dalla bancarotta - che minaccia di innestare reazioni a catena anche in altri paesi Ue, Italia inclusa - parteciperanno tutti i Paesi membri dell'Unione monetaria, in misura pari alla loro quota di partecipazione al capitale della Banca Centrale Europea (BCE).

    India, sale a 15 il bilancio morti attentato di Pune
    È salito a 15 morti il bilancio delle vittime dell'attentato contro il ristorante tedesco di Pune, in India, in cui ha perso la vita anche una giovane italiana. Altre tre persone, due studenti di 23 e 24 anni e un uomo d'affari, sono morte fra ieri sera e questa mattina, per le ferite riportate nell'esplosione del 13 febbraio scorso. Nell'attentato sono rimaste ferite 60 persone, 30 delle quali ancora ricoverate in ospedale. A rivendicare l'attacco la nuova sigla “al-Almi” legata al gruppo pachistano di Lashkar-e-Taiba (Let). Gli inquirenti indiani ritengono che i responsabili siano i Mujahiddin indiani e lo stesso Let, cui è stato attribuito l'assalto di Mumbai del 2008 in cui furono uccise 166 persone.

    Filippine. Uccisi 6 ribelli Abu Sayyaf
    L'esercito filippino ha ucciso almeno sei ribelli islamici di Abu Sayyaf. Fra loro potrebbe esservi uno dei leader del gruppo, Albader Parad, ritenuto il cervello del sequestro dei tre volontari della Croce Rossa internazionale, fra cui l'italiano Eugenio Vagni. I sei sono stati uccisi stamani durante un'operazione dell'esercito contro un campo dei ribelli in un villaggio sull'isola meridionale di Jolo. Il comandante militare della regione ha riferito che durante gli scontri un militare è morto e altri tre sono rimasti feriti.

    Medio Oriente. Incontro a Parigi tra Abu Mazen e Nicolas Sarkozy
    Il presidente dell'Autorità nazionale palestinese, Abu Mazen, è atteso oggi a Parigi, dove incontrerà il presidente francese, Nicolas Sarkozy e il ministro degli Esteri, Bernard Kouchner. La visita di Abu Mazen coincide con l'iniziativa franco-iberica di realizzare - entro diciotto mesi - il riconoscimento di uno Stato palestinese da parte dell'Unione Europea. La mossa ha già suscitato l'irritazione del governo di Benjamin Netanyahu.

    Forse Netanyahu dietro l’assassinio del capo di Hamas ucciso
    A un mese dall'uccisione a Dubai del dirigente di Hamas, Mahmud al-Mabhouh, attribuita al Mossad, il “Sunday Times” rivela che il premier israeliano, Benjamin Netanyahu, avrebbe dato il via all'operazione ai primi di gennaio incontrando gli agenti in partenza. Il settimanale britannico riferisce che la dinamica dell’operazione sarebbe stata discussa da Netanyahu nella sede del Mossad a nord di Tel Aviv.

    Iran nucleare. Delegazione israeliana in Cina per sanzioni
    Una delegazione israeliana ad alto livello si recherà nei prossimi giorni in Cina nel tentativo di convincere i dirigenti di Pechino a sostenere nuove sanzioni all’Iran, per bloccare i suoi progetti nucleari. Lo riferisce la stampa israeliana. La delegazione sarà guidata dal ministro per le questioni strategiche Moshe Yaalon e dal governatore della Banca di Israele, l'economista Stanley Fisher. La questione delle sanzioni all’Iran era stata già discussa dal premier Benyamin Netanyahu a Mosca con il presidente Dmitri Medvedev e con il premier Vladimir Putin. Secondo Israele per bloccare i progetti nucleari di Teheran è necessario che la comunità internazionale organizzi al più presto “sanzioni paralizzanti”.

    Italia, dati contrastanti di Banca d'Italia e Agenzia delle Entrate
    Polemica a distanza sui numeri dello scudo fiscale tra Banca d'Italia e governo. L'istituto di Via Nazionale parla di un gettito da 35 miliardi. Pronta la replica del governo attarverso l'Agenzia delle Entrate che precisa: la cifra di Banca d'Italia si riferisce ai soli flussi finanziari provenienti dall'estero come ad esempio i bonifici bancari. In realtà - secondo l'Agenzia delle Entrate - il rimpatrio ha riguardato anche e soprattutto titoli ed altre consistenze patrimoniali. La somma totale è quindi pari a 93 miliardi. (Panoramica internazionale a cura di Roberta Rizzo)

     
    Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LIV no. 52

     
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