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Sommario del 08/02/2010

Il Papa e la Santa Sede

  • Benedetto XVI alla Plenaria del dicastero per la Famiglia: i bambini vogliono essere amati da una madre e da un padre
  • Altre udienze
  • Il cardinale Bertone presiede la Messa per i 10 anni della Beatificazione di Pio IX
  • Un Simposio fa il punto su 40 anni di dialogo ecumenico. Il cardinale Kasper: guardare a ciò che ci unisce per una testimonianza comune nel mondo
  • Mons. Vegliò per i 90 anni dell’Apostolato del Mare: marittimi ignorati dall'umanità
  • Sessione del Consiglio di amministrazione della Fondazione “Giovanni Paolo II per il Sahel"
  • Oggi su "L'Osservatore Romano"
  • Oggi in Primo Piano

  • Presidenziali in Ucraina: il leader filorusso Yanukovich verso la vittoria
  • Costa Rica: per la prima volta eletta una donna alla presidenza
  • Convegno a Roma sulla maternità in Italia
  • Campagna del Coni contro le bestemmie nel calcio
  • Chiesa e Società

  • Shazia e la violenze sulle donne cristiane in Pakistan
  • Indonesia: attaccata una chiesa domestica protestante
  • Unicef: un rapporto evidenzia la grave crisi che colpisce l’Africa
  • Sudafrica: alla Chiesa cattolica la gestione di un programma internazionale contro l'Aids
  • Cattolici cinesi apprezzati e riconosciuti dalla società e dai media
  • Lunedì prossimo l'ostensione delle reliquie di Sant’Antonio di Padova
  • Messico: il cardinale Rivera rinnova l’appello per un fronte comune contro la criminalità
  • Chiesa messicana preoccupata per la crescente diffusione dell’aborto
  • El Salvador: per frenare la violenza mons. Escobar Alas propone l'aiuto dei Paesi amici
  • Nuovo portale del Consiglio Mondiale delle Chiese per la pace in Terra Santa
  • India: commemorato il 75.mo anniversario della Consacrazione di Bandra a Cristo Re
  • Filippine: la Chiesa invia 45 mila volontari per evitare brogli alle prossime elezioni
  • Parigi: oggi all'Unesco inaugurazione dell'esposizione sulla Bibbia
  • Inghilterra: si apre oggi la Settimana dedicata al matrimonio
  • Germania: allo studio dell'Assemblea plenaria dei vescovi l'invecchiamento della società
  • Grecia: l’impegno della Chiesa contro la crisi economica
  • Capo Verde: inaugurata una vigna a sostegno dell'ospedale nell'isola di Fogo
  • Vertice Onu su cambiamenti climatici e traffico aereo
  • Rapporto sulla stampa free press: chiusura di molte testate e calo di 5 milioni di copie nel 2009
  • Movimento dei Focolari: giovani pronti per il meeting “Progetto mondo unito”
  • Sud Italia: quasi la metà di giovani con il solo diploma dell’obbligo non lavora
  • 24 Ore nel Mondo

  • Ahmadinejad annuncia collaborazione sul nucleare: al via l’arricchimento dell’uranio
  • Il Papa e la Santa Sede



    Benedetto XVI alla Plenaria del dicastero per la Famiglia: i bambini vogliono essere amati da una madre e da un padre

    ◊   La famiglia è l’aiuto più grande che si può offrire ai bambini: così, Benedetto XVI stamani nel discorso ai partecipanti alla XIX Plenaria del Pontificio Consiglio per la Famiglia, ricevuti in Vaticano. Il Papa ha ribadito la necessità di far crescere i figli in una famiglia unita e stabile. Nel suo discorso, il Pontefice ha deprecato con forza gli abusi compiuti su minori da alcuni figli della Chiesa. La Plenaria è stata aperta in mattinata da una Messa celebrata dal cardinale segretario di Stato, Tarcisio Bertone. L’indirizzo di omaggio al Papa è stato rivolto dal cardinale Ennio Antonelli, presidente del dicastero. Il servizio di Alessandro Gisotti:

    “Solo ponendo Cristo al centro dell’esistenza personale e di coppia è possibile vivere l’amore autentico e donarlo agli altri”: è quanto affermato da Benedetto XVI, che nel suo appassionato discorso ha innanzitutto sottolineato la insostituibilità dell’ambiente famigliare per la crescita e il benessere dei bambini:
     
    “E’ proprio la famiglia, fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna, l’aiuto più grande che si possa offrire ai bambini. Essi vogliono essere amati da una madre e da un padre che si amano, ed hanno bisogno di abitare, crescere e vivere insieme con ambedue i genitori, perché le figure materna e paterna sono complementari nell’educazione dei figli e nella costruzione della loro personalità e della loro identità. E’ importante, quindi, che si faccia tutto il possibile per farli crescere in una famiglia unita e stabile”.

    A tal fine, ha proseguito il Pontefice, “occorre esortare i coniugi a non perdere mai di vista le ragioni profonde e la sacramentalità del loro patto coniugale e a rinsaldarlo con l’ascolto della Parola di Dio”. E ancora, con “la preghiera, il dialogo costante, l’accoglienza reciproca ed il perdono vicendevole”:

    “Un ambiente familiare non sereno, la divisione della coppia dei genitori, e, in particolare, la separazione con il divorzio non sono senza conseguenze per i bambini, mentre sostenere la famiglia e promuovere il suo vero bene, i suoi diritti, la sua unità e stabilità è il modo migliore per tutelare i diritti e le autentiche esigenze dei minori”.

    Il Papa ha dedicato gran parte del suo discorso proprio ai diritti dell’infanzia, tema su cui è incentrata la Plenaria per il dicastero della famiglia. “La Chiesa – ha rammentato – lungo i secoli, sull’esempio di Cristo, ha promosso la tutela della dignità e dei diritti dei minori e, in molti modi, si è presa cura di essi”. Al contempo, Benedetto XVI non ha mancato di stigmatizzare gli abusi compiuti a danno dei minori da alcuni figli della Chiesa:

    “Purtroppo, in diversi casi, alcuni dei suoi membri, agendo in contrasto con questo impegno, hanno violato tali diritti: un comportamento che la Chiesa non manca e non mancherà di deplorare e di condannare. La tenerezza e l’insegnamento di Gesù, che considerò i bambini un modello da imitare per entrare nel regno di Dio, hanno sempre costituito un appello pressante a nutrire nei loro confronti profondo rispetto e premura”.
     
    “Chi scandalizza uno di questi piccoli che credono, è meglio per lui che gli si metta una macina da asino al collo e venga gettato nel mare”: Il Papa ha richiamato le “dure parole” di Gesù contro chi scandalizza i piccoli, riportate nel Vangelo di Marco. Parole, ha ribadito, che “impegnano tutti a non abbassare mai il livello di tale rispetto e amore”. Per questo, ha affermato, anche la Convenzione sui diritti dell’infanzia “è stata accolta con favore dalla Santa Sede, in quanto contiene enunciati positivi circa l’adozione, le cure sanitarie, l’educazione, la tutela dei disabili e la protezione dei piccoli contro la violenza, l’abbandono e lo sfruttamento sessuale e lavorativo”. Il Papa ha quindi rivolto il suo pensiero al “Vademecum per la preparazione al matrimonio” in elaborazione al dicastero, auspicando in particolare un percorso di catechesi ed esperienze vissute per i fidanzati. La celebrazione del matrimonio, ha soggiunto, deve essere percepita dai fedeli e particolarmente da quanti vi si preparano, come “un dono per tutta la Chiesa, un dono che contribuisce alla sua crescita spirituale”:

    “E’ bene, inoltre, che i Vescovi promuovano lo scambio delle esperienze più significative, offrano stimoli per un serio impegno pastorale in questo importante settore e mostrino particolare attenzione perché la vocazione dei coniugi diventi una ricchezza per l’intera comunità cristiana e, specialmente nel contesto attuale, una testimonianza missionaria e profetica”.

    Benedetto XVI si è inoltre soffermato sulle iniziative e gli eventi promossi in questo periodo dal dicastero vaticano, in vista del VII Incontro Mondiale delle Famiglie, in programma a Milano nel 2012. In particolare, ha parlato del progetto “La famiglia soggetto di evangelizzazione” e del progetto “La famiglia risorsa per la società”. Iniziative, ha affermato il Papa, che servono a “far crescere la consapevolezza del fondamentale valore della famiglia per la vita della Chiesa e della società”. Dal Pontefice infine un commosso ricordo del cardinale Trujillo, spentosi nell'aprile 2008, che per 18 anni ha guidato il dicastero vaticano "con appassionata dedizione alla causa della famiglia e della vita nel mondo di oggi".

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    Altre udienze

    ◊   Benedetto XVI ha ricevuto questa mattina alcuni presuli della Conferenza Episcopale di Romania, in visita "ad Limina", guidati dal presidente dell’organismo, mons. Ioan Robu, arcivescovo di Bucarest.

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    Il cardinale Bertone presiede la Messa per i 10 anni della Beatificazione di Pio IX

    ◊   Benedetto XVI ha voluto manifestare la propria vicinanza spirituale ai fedeli che ieri pomeriggio a Roma, nella Basilica di San Lorenzo fuori le Mura, hanno preso parte alla Messa presieduta dal cardinale segretario di Stato Tarcisio Bertone, per ricordare il decimo anniversario della Beatificazione di Pio IX. Ha affidato al porporato, il Papa, il compito di manifestare i suoi saluti. Nel giorno della memoria liturgica del Pontefice Beato, il cardinale Bertone ha sottolineato il vigore spirituale che ha caratterizzato Papa Pio IX, definito un vero “pastore d’anime”. Il servizio di Tiziana Campisi:

    Quello di Pio IX – Giovanni Maria Mastai Ferretti, nato a Senigallia il 13 maggio del 1792 – è stato il Pontificato più longevo, dopo quello di Pietro. Al timone della Chiesa per oltre 31 anni, il Papa beatificato da Giovanni Paolo II nel 2000, è stato protagonista di rilevanti eventi storici, tra i quali la Questione Romana e le grandi riforme dello Stato Pontificio.

     
    Come ha ricordato nella sua omelia il cardinale Tarcisio Bertone, Pio IX “rilanciò senza sosta la Chiesa del suo tempo sulla via della missione, in una logica di fedele adesione a Cristo e di docilità al Magistero ecclesiale”. A lui, ha aggiunto il porporato, si deve la convocazione - il 29 giugno del 1868 – del Concilio Ecumenico Vaticano I, la Costituzione dogmatica Dei Filius sulla fede cattolica e la Pastor aeternus sul primato del Pontefice.

     
    “Durante il suo Pontificato ebbe attenta cura della formazione del clero – ha detto il cardinale segretario di Stato – e, ancora oggi, è di grande attualità la lettera sulla disciplina del Clero in Irlanda Nemo certe ignorat del 25 marzo 1852, dove fra l’altro si legge: ‘Ognuno di voi sa benissimo quanto sia importante per la Chiesa, soprattutto in tempi tanto avversi, avere ministri idonei, che non possono venire se non da chierici ottimamente formati. Perciò, venerabili fratelli, non desistete mai dal dedicare tutte le vostre cure e i vostri pensieri con indefesso zelo, affinché gli adolescenti chierici, fin dai primi anni, siano tempestivamente educati ad ogni pietà, virtù e spirito ecclesiastico, e siano accuratamente istruiti sia nelle umane lettere, sia nelle più severe discipline, specialmente quelle sacre…’”.

     
    Singolare, nella vita di Pio IX, la guarigione, dopo un pellegrinaggio a Loreto, dagli attacchi epilettici causati da un trauma cranico riportato in giovane età dopo una caduta in un torrente. L’allora studente di teologia la attribuì ad una grazia ricevuta e nel corso della sua esistenza fu tanta la devozione alla Madonna, contemplata come “icona di purezza e simbolo della Chiesa pellegrina nel tempo”.

     
    “Papa dell’Immacolata” viene anche chiamato Pio IX, ha aggiunto ancora nella sua omelia il cardinale Bertone, poiché, firmando la bolla Ineffabilis Deus l’8 dicembre del 1854, proclamò il dogma dell’Immacolata Concezione.

     
    Un Papa “desideroso di promuovere una vita spirituale più intensa – Pio IX – intento soprattutto a praticarla con la vita e con l’esempio, in un cammino di autentica spiritualità e di personale e docile adesione a quel Cristo che lo aveva chiamato a seguirlo”.

     
    Amava stare tra la gente, ebbe attenzione per i ragazzi abbandonati, i poveri e gli anziani. Elargì numerose elemosine; vescovo a soli 35 anni, giunto nell’arcidiocesi di Spoleto, impegnò i propri mobili per aiutare i più bisognosi. Fondò istituti per bambini e giovani e ancora ricoveri per la terza età. Credeva molto negli Ordini e nelle Congregazioni religiose; in essi, diceva, “la Chiesa trova aiuto, appoggio e sostegno in ogni maniera”. E non sono da dimenticare i suoi incoraggiamenti alle missioni e all’unità dei cristiani. Attribuiva molta importanza all’Eucaristia quotidiana e in uno dei suoi scritti si legge: “Gesù fa una vita attiva anche dentro il Tabernacolo e pensa, amoroso Pastore, a ravvivare le morte pecorelle, a consolare le afflitte, a regolare tutto il mondo”.

     
    Le spoglie del Beato Pio IX sono custodite oggi a Roma nella Basilica di San Lorenzo fuori le Mura, era suo desiderio esservi sepolto per rimanere accanto al suo popolo.

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    Un Simposio fa il punto su 40 anni di dialogo ecumenico. Il cardinale Kasper: guardare a ciò che ci unisce per una testimonianza comune nel mondo

    ◊   Si è aperto questa mattina a Roma, presso la sede del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani, un Simposio di tre giorni per fare il punto sull’ecumenismo. Presenti all’evento rappresentanti cattolici, luterani, anglicani, riformati e metodisti. A costituire la base dei lavori è un libro del cardinale Walter Kasper sulla “raccolta dei frutti” di 40 anni di dialogo ecumenico (“Harvesting the Fruits. Basic Aspects of Christian Faith in Ecumenical Dialogue” - Continuum, Londra, 2009). Sugli obiettivi del Simposio ascoltiamo il cardinale Kasper al microfono di Philippa Hitchen:

    R. - Vogliamo raccogliere i frutti dei dialoghi fatti in quarant’anni. C’è una grande pila di documenti che vorremmo fosse più digeribile anche a livello delle comunità per iniziare un processo di ricezione nel corpo vivente delle nostre Chiese. Non vogliamo che questi documenti restino impolverati e siano soltanto oggetto di dissertazione per gli studenti. E’ necessaria una ricezione vivente. Il secondo scopo è riflettere insieme con i nostri partners sui prossimi passi dell’ecumenismo, sulla base di ciò che abbiamo raggiunto; vogliamo parlare di quali sono i prossimi passi che possiamo intraprendere insieme.

     
    D. – Si parlerà del punto centrale dell’ecumenismo, cioè l’unità visibile ma anche intesa come unità nella diversità. Che cosa si intende con questo?

     
    R. – Questo è il punto centrale. Abbiamo diverse ecclesiologie: quella protestante è diversa da quella cattolica, perciò abbiamo diverse concezioni dell’unità della Chiesa. Io posso soltanto spiegare che la posizione cattolica vuol dire la piena comunione nella fede, nei Sacramenti e nel ministero apostolico della Chiesa. Possiamo raggiungere questa meta solo passo passo; ma in quanto le altre Chiese hanno già adesso elementi di questi tre fattori essenziali dell’unità, la Chiesa di Cristo è già operante in loro. Vuol dire che non c’è un vuoto ecclesiologico fuori della Chiesa cattolica anche se la piena realizzazione - come noi siamo convinti - è nella Chiesa dove il Papa è capo con i vescovi che sono in comunione con lui.

     
    D. – Lei, nel suo discorso d’apertura, ha affermato che con la pubblicazione del documento Dominus Iesus furono fatti degli sbagli verso i partners ecumenici. Che cosa intende?

     
    R. – Non voglio dire che ci siano sbagli dottrinali, in quanto questo documento riflette la dottrina cattolica, ma che ci sono dei problemi con alcune formulazioni che non sono facilmente accessibili per i nostri partners.
     
    D. – Continua a esserci un forte dibattito intorno al termine conciliare “subsistit in”, laddove la Lumen Gentium afferma che la Chiesa di Gesù Cristo “sussiste nella Chiesa cattolica”. C’è chi vede l’ecumenismo piuttosto come un ritorno alla Chiesa di Roma…

     
    R. – Noi non vogliamo parlare di un ritorno alla Chiesa di Roma ma di una piena comunione con la Chiesa di Roma, questa è un’altra cosa. C’era un grande disagio su questo documento ma se si legge questo “subsistit in” nel contesto dei documenti del Concilio, soprattutto della Costituzione sulla Chiesa al numero 8, si vede che ci sono due punti. Un punto è che la piena realizzazione della Chiesa di Cristo è soltanto nella Chiesa cattolica ma l’altro punto è che ci sono elementi importanti di ecclesialità anche fuori la Chiesa cattolica, in quanto la Chiesa di Cristo è presente in modo operante anche fuori della Chiesa cattolica. Si devono vedere i due punti, non soltanto uno.

     
    D. – Si parlerà dei frutti degli ultimi 40 anni ma soprattutto del futuro: quali sono i prossimi passi per il movimento ecumenico?

     
    R. - Il primo passo è certamente la ricezione di ciò che abbiamo già raggiunto. Non vogliamo dimenticare questi ricchissimi frutti: sono più di quanto mi aspettassi. Si deve riflettere su come si possono rendere presenti questi frutti a livello delle parrocchie, delle comunità ecclesiali. Il secondo punto è che dobbiamo rafforzare e confermare ciò che abbiamo in comune, perché spesso noi dimentichiamo, per esempio, la dottrina comune sulla Cristologia, sulla Croce, sulla Risurrezione di Cristo, sulla Trinità. Dobbiamo, invece, rafforzare ciò che è in comune e partire da qui per vedere le questioni che sono ancora aperte. Il terzo punto, che è molto importante oggi, è la cooperazione fra le Chiese perché abbiamo già molto in comune e dobbiamo anche dare insieme testimonianza della nostra fede in una società che è, più o meno, secolarizzata e non condivide i nostri valori etici: e qui le Chiese devono - se possono - parlare con una sola voce.

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    Mons. Vegliò per i 90 anni dell’Apostolato del Mare: marittimi ignorati dall'umanità

    ◊   Nel 2010, proclamato “Anno del Marittimo” dal Consiglio dell’Organizzazione marittima internazionale, l’Apostolato del Mare rinnova il proprio impegno a prendersi cura di quanti lavorano in mare e delle loro famiglie, accertandosi che abbiano “decenti condizioni di vita e di lavoro”. E’ quanto ha detto il presidente del Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti, mons. Antonio Maria Vegliò, incontrando stamani i coordinatori regionali dell’Apostolato del Mare, che quest’anno celebra il 90.mo anniversario della sua fondazione. Il servizio di Amedeo Lomonaco:

    Il contributo dei marittimi per il benessere della società è spesso ignorato e dato per scontato: sono poco più di 1 milione mezzo e provvedono ogni giorno ai bisogni quotidiani di oltre 6 miliardi e mezzo di persone nel mondo. Nella loro condizione di migranti e stranieri, sono spesso “lontani” non solo dagli affetti ma anche da una chiesa e da una comunità cristiana. Da 90 anni, l’Apostolato del Mare, provvede alla loro cura pastorale. Nella sua missione a servizio della comunità navigante, le sfide oggi sono molteplici e cruciali. Incontrando i coordinatori regionali dell’Apostolato del Mare, l’arcivescovo Antonio Maria Vegliò ha sottolineato, in particolare, che “la diminuzione del numero di sacerdoti e persone consacrate pronte a dare assistenza spirituale all’Apostolato del Mare”, esorta a “cercare nuovi metodi” per proseguire in questa missione. Il presule ha aggiunto che servono “diaconi permanenti e laici opportunamente formati da introdurre al servizio di questo ministero”. Combinando fede ed esperienza di vita, devono essere “idealmente preparati a provvedere alla cura pastorale di marittimi e pescatori”. Mons. Antonio Maria Vegliò ha infine ricordato che “la diminuzione degli aiuti finanziari da parte di organizzazioni caritative e la crisi economica mondiale hanno costretto molti centri per marittimi a chiudere o a ridurre considerevolmente le loro attività”. Per questo, si devono “sperimentare vie nuove” e favorire, ove è possibile, “la cooperazione economica condividendo risorse e collaborando maggiormente con organizzazioni marittime civili”.

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    Sessione del Consiglio di amministrazione della Fondazione “Giovanni Paolo II per il Sahel"

    ◊   Oggi si apre a Praia, capitale di Capo Verde, la sessione annuale del Consiglio di amministrazione della Fondazione Papale “Giovanni Paolo II per il Sahel”. La Fondazione venne istituita da Papa Wojtyła con chirografo del 22 febbraio 1984 al fine di dare forma più organica e permanente al sostegno delle popolazioni saheliane provate dalla desertificazione e dalla siccità, “in uno spirito di carità, di autentica promozione umana e di collaborazione con tutti gli organismi impegnati in programmi di assistenza”. L’organismo opera per nove Paesi: Niger, Mali, Guinea Bissau, Capo Verde, Mauritania, Senegal, Gambia, Ciad e Burkina Faso.

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    Oggi su "L'Osservatore Romano"

    ◊   Il fine dell'uomo è Dio: all'Angelus Benedetto XVI ricorda che l'esistenza umana va protetta in ogni condizione.

    La Chiesa condanna ogni violazione della dignità e dei diritti dei minori: il Papa all'assemblea plenaria del Pontificio Consiglio per la Famiglia.

    Accanto al malato: in prima pagina, un fondo dell'arcivescovo Zygmunt Zimowski, presidente del Pontificio Consiglio per gli operatori sanitari, sui ventincinque anni dell'organismo vaticano.
    Per la promozione di un'autentica integrazione sociale: nell'informazione internazionale, l'intervento della Santa Sede alla 48.ma sessione della Commissione per lo sviluppo sociale del Consiglio economico e sociale dell'Onu.

    In cultura, stralci dell'intervento di Franco Frattini, ministro degli Affari esteri del Governo italiano, alla presentazione - oggi pomeriggio a Roma - del volume "Quando il Papa pensa il mondo", inserito nella collana dei classici "Limes".

    Per compiere al meglio il proprio dovere: il Governatore della Banca d'Italia, Mario Draghi, ricorda il gesuita Franco Rozzi.

    Kibbutz da un secolo: Anna Foa sulla storia di una delle principali basi sociali dello Stato di Israele.

    Una nuova prospettiva per la giustizia; una bussola nel caos della politica e dell'economia: sulla "Caritas in veritate" il vescovo di Ivrea, monsignor Arrigo Miglio e Andrea Olivero, presidente nazionale dell'Associazione cristiana lavoratori italiani.   

    Più similitudini che differenze sul pianeta Terra: Gaetano Vallini recensisce la mostra fotografica "Il nostro mondo" allestita da National Geographic Italia al Palazzo delle Esposizioni.

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    Oggi in Primo Piano



    Presidenziali in Ucraina: il leader filorusso Yanukovich verso la vittoria

    ◊   In Ucraina il risultato finale del secondo turno delle presidenziali, tenutesi ieri, verrà annunciato domani. Ma con il 97,83 % delle schede scrutinate alle due di questo pomeriggio, la vittoria di Viktor Yanukovich, leader dell’opposizione ucraina filo-russa, appare scontata. A nulla sono valse le proteste del premier, la signora Tymoshenko, che ha denunciato irregolarità nei voti: il presidente della commissione elettorale centrale ha infatti annunciato che il ballottaggio è valido. In questo clima d’incertezza, dunque, si attende la pubblicazione dei dati ufficiali, che avverrà il 17 febbraio prossimo. A Fulvio Scaglione, vicedirettore di Famiglia Cristiana ed esperto di Europa orientale, Stefano Leszczynski ha chiesto come si presenti il futuro prossimo dell’Ucraina:

    R. – Temo che il futuro prossimo dell’Ucraina somigli tristemente al suo passato prossimo, che è fatto di elezioni tenute, poi annullate, e di una rissa politica permanente che impediscono, poi, un dibattito politico vero per un Paese che, non dimentichiamolo, è sull’orlo della bancarotta più totale. Nel 2009 il prodotto interno lordo è calato di oltre il 14 per cento e la produzione industriale è calata di oltre il 25 per cento. In ogni caso, questa elezione è la sepoltura della cosiddetta Rivoluzione Arancione e delle speranze che aveva suscitato.

     
    D. – C’è il rischio di tornare a quel clima di scontro della Rivoluzione Arancione?

     
    R. – E’ difficile a dirsi. Ci sono alcuni scenari possibili. Uno è che si ripeta quanto successo nel 2004, ma a parti invertite. Io non credo che oggi la Timoshenko possa avere la forza di “rioccupare” Kiev con una manifestazione a proprio favore. E’ persino più possibile che sia Yanukovich a portare la gente in piazza per difendere il risultato che lo vede vincitore. Io credo che proprio in questo momento vada riconosciuto almeno un merito alla Rivoluzione Arancione: quello di ridare dignità completa al processo democratico e quindi anche al meccanismo elettorale, in un Paese dove la trasparenza del potere è sempre stata assai scarsa.

     
    D. – Molti analisti parlano di un nuovo legame con Mosca...

     
    R. – In realtà, questa è una delle pochissime buone notizie, entro certi limiti, perché uno dei problemi del recente passato dell’Ucraina è stato proprio quello di aver lanciato una forsennata politica antirussa, che l’Ucraina non può in alcun modo permettersi. Non se la può permettere perché tutte le sue forniture energetiche arrivano dalla Russia. La Russia conta per l’economia dell’Ucraina per il 25 per cento sia dell’import che dell’export. Un Paese in queste condizioni, che si lancia in una politica ostile al Paese - che sostanzialmente tiene in piedi la sua economia - è uno Stato politicamente miope e, dal punto di vista economico, suicida.

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    Costa Rica: per la prima volta eletta una donna alla presidenza

    ◊   Laura Chinchilla è la prima donna eletta presidente in Costa Rica. Ha vinto le presidenziali tenutesi ieri nel Paese centroamericano conquistando il 47% dei consensi. E’ esponente del Partito di Liberazione Nazionale, lo stesso del presidente uscente Oscar Arias. E’ cattolica e ha più volte espresso la propria opposizione a riforme in contrasto con il magistero della Chiesa. Sul significato di questa affermazione elettorale ascoltiamo, al microfono di Amedeo Lomonaco, il nostro collega Luis Badilla, esperto di questioni latinoamericane:

    R. – Dopo Violeta Chamorro in Nicaragua negli anni Ottanta e Mireya Moscoso a Panama negli anni Novanta, Laura Chinchilla è la terza donna presidente in Centro-America. Anche nel suo discorso di ringraziamento, questa notte, ha detto di ritenere la propria elezione “un assegno non in bianco”. “Vorrei che tutti capissero – ha aggiunto Laura Chinchilla - che io sono qua per fare la volontà della maggioranza del Paese, in particolare la volontà delle donne e quindi mi attendo dalle donne del Costa Rica un sostegno non solo incondizionato ma anche critico”.

     
    D. – Su quali basi si fonda questa vittoria?

     
    R. – Lei ha affrontato, in particolare durante la fase finale della campagna, due problemi particolarmente a cuore dei costaricensi. Il primo riguarda la violenza cittadina che è molto singolare in Costa Rica, che è uno Stato abbastanza sereno dal punto di vista della convivenza civile. Poi c’è il problema della crescita della povertà. Quando lei ha affrontato questi due problemi, dal punto di vista della crisi economica globale, ha avuto una crescita di consensi notevole in tutti gli strati della popolazione, sia nelle classi popolari sia nei ceti medi.

     
    D. – E facendo riferimento al programma di Laura Chinchilla, quale futuro politico ed economico attende adesso il Costa Rica?

     
    R. – Le sfide sono importanti. Questa notte lei stessa, rivolgendosi al popolo, ha sottolineato tre impegni immediati: l’educazione, la salute ed il problema dell’insicurezza cittadina, ricordando che il Paese ha un 20-21 per cento di poveri ed oltre un 10 per cento di disoccupati. Ha poi aggiunto una cosa importante. Ha detto che ha vinto ma con una minoranza nel Paese. Ha raggiunto cioè il 47 per cento dei voti e questo vuol dire che il restante 53 per cento del Paese non l’ha votata. Quindi ha voluto mettere in evidenza un impegno al dialogo con coloro che non l’hanno sostenuta.

     
    D. – Possiamo quindi aspettarci anche dei cambiamenti rispetto alla linea del presidente uscente, Oscar Arias, che è del suo stesso partito…

     
    R. – C’è senz’altro un cambio di stile. Il presidente uscente Oscar Arias è un uomo molto schivo, di difficili rapporti con l’opinione pubblica, un “lavoratore nascosto” come lui stesso si definisce. Laura Chinchilla sembra invece più aperta al dialogo, ricorda molto lo stile del governo cileno di Michelle Bachelet.

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    Convegno a Roma sulla maternità in Italia

    ◊   “La maternità nell’Italia del Terzo millennio” è stato il tema del convegno che si è tenuto sabato a Roma nell'Università del campus Biomedico. L’incontro è stato realizzato in occasione della 32ª Giornata per la vita e promosso dalle Scuole di ostetricia e ginecologia delle università romane, in collaborazione con l’Ufficio della pastorale universitaria del Vicariato di Roma. Il servizio di Marina Tomarro.
     
    Un impegno maggiore nel sostegno delle famiglie, soprattutto se numerose o in disagio economico, alla vita nascente e alla maternità. E’ la richiesta che gli ordinari di ginecologia e ostetricia delle università romane hanno fatto al governo attraverso un documento sottoscritto da loro, a conclusione del convegno "La maternità nell’Italia del Terzo millennio". Domenico Arduini direttore della clinica di ostetricia e ginecologia dell’Università di Tor Vergata:

     
    “Innanzitutto si chiede una maggiore tutela della donna, perché è vero che oggi esistono molte leggi, molte dichiarazioni ma purtroppo molto spesso la coppia viene lasciata sola di fronte ai suoi problemi. Quindi da un lato va migliorata, in parte, anche la medicalizzazione della gravidanza per permettere a tutti di accedere alle cure. D’altro lato, invece, bisogna creare una sorta di difesa della famiglia, proprio per permettere di gestire, valutare e far crescere il nascituro”.

     
    Durante il convegno è emerso che in Italia la prima gravidanza avviene sempre più tardi. Infatti, il 34 per cento delle donne ha il primo figlio dopo i 35 anni. Una martenità, dunque, ritardata ma che resta momento essenziale nella vita delle donne. Carlo Casini, presidente del Movimento per la Vita italiano:

     
    “La radice di fondo della maternità è il mistero dell’universo, perché ciascuno di noi è passato dal non esserci all’esserci nel momento in cui è nel seno di sua madre. Se la creazione ha un senso e se questo senso consiste nell’affiorare del mistero dell’uomo – la sua libertà, la sua capacità di amare e di pensare -, la creazione in atto è la maternità che comincia”.

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    Campagna del Coni contro le bestemmie nel calcio

    ◊   Ha avuto una vasta eco la proposta, lanciata nei giorni scorsi, dal presidente del Coni (Comitato Olimpico Nazionale Italiano) Gianni Petrucci di sanzionare le bestemmie pronunciate sui campi di calcio. Condannato in tv, il fenomeno è sempre più visibile, anche grazie alle numerose telecamere poste sul terreno di gioco. Benedetta Capelli ha intervistato lo stesso Gianni Petrucci:

    R. – Ormai le televisioni riportano ogni gesto, ogni labiale nelle nostre case e quello che non si può sopportare è che di fronte a questi turpiloqui nessuno intervenga. Allora ho fatto presente, durante la Giunta del Coni, al presidente della Federcalcio, Abete, di intervenire presso le società e presso i presidenti per fare in modo che questi giocatori - che peraltro dovrebbero essere di esempio ai nostri giovani, ai nostri ragazzi, ai nostri figli - eliminino il fenomeno della bestemmia. Quello che io vedo - e che mi fa sorridere ogni tanto - è che quando i giocatori entrano in campo si fanno 4-5 segni della Croce, si inginocchiano, alzano gli occhi al cielo e poi alla prima espulsione, al primo fischio che loro ritengono ingiusto nei confronti della propria squadra, si vedono questi pessimi labiali.

     
    D. – Un mondo del calcio che, però, non è immune da fenomeni discutibili come i cori razzisti od episodi di intolleranza…

     
    R. – Io non voglio adesso puntare l’indice contro il mondo del calcio. Il mondo del calcio ha una popolarità tale per cui è sempre sotto gli occhi di tutti e sulle pagine dei giornali. E’ chiaro che un fenomeno così popolare che cattura l’audience e l’attenzione di milioni di persone ovviamente è sotto una lente di ingrandimento maggiore. Il mondo del calcio fa anche tante belle cose ed ogni settimana lancia dei messaggi sulla pace, sulla solidarietà, contro la droga. Perché rovinare un fenomeno così emozionante, senza che nessuno intervenga su queste cose? In ogni caso non mi fermerò qui: laddove io seguitassi a vedere queste cose e gli arbitri non intervenissero, sarei anche disposto a fare nomi e cognomi.

     
    D. – Al vaglio c’è qualche misura concreta?

     
    R. – Le misure concrete sono quelle di fare appello agli arbitri, agli addetti alla regolarità dei diversi campionati ad intervenire laddove sentissero qualcosa. Non è che la domenica ci deve essere una gara meticolosa contro chi proferisce parole ingiuriose: si deve cercare di fare appello alla propria coscienza per dare degli insegnamenti veramente educativi ai nostri ragazzi.

     
    D. – Nel messaggio per le prossime Olimpiadi di Vancouver, il Papa ha parlato dello sport come la base per costruire la pace e l’amicizia tra le persone e le nazioni…

     R. – Lo abbiamo molto apprezzato il messaggio del Santo Padre proprio a coloro che parteciperanno ai Giochi Olimpici di Vancouver e noi saremo lì con la nostra delegazione. Noi siamo stati la prima delegazione – non per merito mio, ma dei miei predecessori – che abbiamo voluto un sacerdote insieme ai nostri ragazzi. E questo proprio perché il sacerdote non è utile solamente come confessore o come padre spirituale, ma perché avere la figura di un sacerdote che ti ricordi i veri valori della vita, credo sia una cosa importante. E poi ripeto, ci sono tante belle vittorie nella vita, ma la vittoria più importante è proprio quella di salvare le nostre anime.

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    Chiesa e Società



    Shazia e la violenze sulle donne cristiane in Pakistan

    ◊   La triste vicenda di Shazia – la ragazza cristiana violentata, torturata e uccisa dal suo datore di lavoro, un ricco avvocato musulmano di Lahore – “riporta all’attenzione dell’opinione pubblica e della comunità internazionale le violenze sulle donne in Pakistan, specialmente sulle lavoratrici cristiane”, dicono a Fides fonti della Chiesa in Pakistan. Secondo l’Ong pakistana “Alleanza contro la Violenza Sessuale” (“Alliance Against Sexual Harassment”), il 91% delle lavoratrici domestiche dice di aver subito abusi o violenze sessuali. In più “Shazia, che era giovane e appartenente a una comunità religiosa di minoranza era particolarmente vulnerabile”, nota l’Ong. Secondo l’organizzazione, ogni anno le denunce di casi simili sono numerose e riguardano anche veri e propri sequestri, subiti da tali lavoratrici: spesso vengono strappate alle famiglie cristiane, costrette a sposare ricchi uomini di affari e a convertirsi all’islam. Nel 2009 i casi denunciati di violenze contro le donne (cristiane e non) sono aumentati del 13%, nota la Fondazione “Aurat”, attiva da oltre 20 anni nella difesa della donna in Pakistan. E molti casi restano sconosciuti perché non registrati. Secondo i dati forniti dalla Fondazione, nel 2009 vi sono stati 1.052 omicidi di donne, 71 casi di stupro con omicidio, 352 stupri, 265 stupri di gruppo, 1.452 casi di torture, 1.198 sequestri. Alcuni di questi casi riguardano perfino delle bambine, come il recente episodio di una bimba di 4 anni violentata e uccisa il 31 gennaio scorso in un villaggio nell’area di Faisalabad, in Punjab. “La situazione è preoccupante”, notano le fonti di Fides. “La discriminazione sociale contro le minoranze religiose è diffusa, in particolare sono molti gli abusi sulle donne, perpetrati da gruppi militanti islamici ma anche da esponenti della media borghesia, come è accaduto nel caso di Shazia. Il governo deve adottare seri provvedimenti per garantire la libertà e i diritti delle donne in Pakistan”. (R.P.)

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    Indonesia: attaccata una chiesa domestica protestante

    ◊   Continuano le violenze contro i cristiani in Indonesia. Lo riferisce l’agenzia AsiaNews, che riporta l’attacco di una folla di almeno 200 musulmani avvenuto ieri pomeriggio contro una chiesa protestante domestica, situata a Pondok Timur Indah, nella reggenza di Bekasi, circa 30 chilometri ad est della capitale Jakarta. Testimoni locali hanno riferito che gli assalitori si sono riuniti attorno al luogo di culto sin dalle prime ore del mattino di domenica. I musulmani si spacciavano per abitanti della zona, ma il pastore protestante Luspida Simanjutak ha smentito quanto affermato dai fondamentalisti. La folla inferocita di islamici si oppone con forza al progetto di costruzione di una chiesa permanente nell’area. La volontà di erigere un luogo di culto cristiano risale a 19 anni fa, ma i musulmani si sono sempre opposti ed hanno iniziato i primi attacchi fin dal 2004. Il pastore protestante ha chiarito che l’edificio verrà realizzato all’interno della proprietà cristiana, ma le autorità non hanno ancora rilasciato l’indispensabile permesso di edificare, nonostante le ripetute richieste. Addirittura sono state raccolte 200 firme di persone favorevoli alla costruzione di una chiesa cristiana, ma il governo non è ancora intervenuto. Le violenze di domenica sono solo le ultime di una lunga serie di attacchi contro cattolici e protestanti negli ultimi anni. (F.C.)

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    Unicef: un rapporto evidenzia la grave crisi che colpisce l’Africa

    ◊   Sono 28 i Paesi in cui i bambini soffrono particolari situazioni di crisi a causa dei più svariati fattori, dalle difficoltà finanziarie ed economiche planetarie ai mutamenti climatici, fino alle conseguenze di scontri e conflitti. Lo riferisce l’ “Humanitarian Action Report 2010” dell’Unicef, il Fondo dell’Onu per l’infanzia. “Le necessità maggiori – sottolinea una nota diffusa a Ginevra la settimana scorsa con la pubblicazione del rapporto – riguardano l’Africa sub-sahariana”. Come riferisce l’agenzia Misna, solo nel Corno d’Africa si contano 24 milioni di persone colpite da siccità, cronica insicurezza alimentare e conflitti armati. L’Unicef ha dunque lanciato un appello per 1 miliardo e 200 milioni di dollari necessari per garantire “assistenza salvavita a milioni di bambini e donne in condizioni di disperata necessità”. Per la sola Africa centrale ed occidentale sono indispensabili almeno 263 milioni di dollari. L’Unicef è attualmente molto impegnata ad Haiti, paese distrutto dal terremoto. Tuttavia, Hilde Johnson, vice-direttore esecutivo del Fondo, ha precisato che occorre garantire a tutti i bambini del mondo l’assistenza necessaria. (F.C.)

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    Sudafrica: alla Chiesa cattolica la gestione di un programma internazionale contro l'Aids

    ◊   “Questo evento premia l’impegno e i risultati della Chiesa cattolica nel prendersi cura della più vasta popolazione del mondo colpita dal virus Hiv” ha affermato Ruth Stark rappresentante del Crs (Catholic Relief Services, la Caritas degli Stati Uniti) in Sudafrica, nel corso di una cerimonia svoltasi a Johannesburg. L’evento - riferisce l'agenzia Fides - si riferisce al trasferimento della gestione del programma AidsRelief dalle mani del Crs a quelle della Southern African Catholic Bishops’ Conference (Sacbc, la conferenza episcopale che riunisce i vescovi di Sudafrica, Botswana e Swaziland). AidsRelief fornisce cura e assistenza a più di 60mila persone nei tre Paesi dell’Africa australe, dove si registra la più alta incidenza di infezioni da virus Hiv. Il programma è finanziato dal President’s Emergency Plan for Aids Relief, i cui fondi sono inviati in Sudafrica attraverso il Crs. “Siamo orgogliosi e grati delle persone che lavorano sul campo, fornendo cure ai bambini a livello locale. È qui che la dedizione e l’impegno del nostro personale, specializzato e non, si mostra all’altezza di incredibili sfide, spesso in circostanze difficili. È l’impegno e il duro lavoro di queste persone che tiene insieme il tutto” ha detto suor Alison Munro, responsabile dell’ufficio Aids della Sacbc. Nel suo intervento, suor Alison ha ricordato la storia degli ultimi 10 anni dell’ufficio Aids della Conferenza episcopale dell’Africa australe, che ha il compito di coordinare gli sforzi della Chiesa cattolica in Sudafrica, Botswana e Swaziland a favore delle persone colpite dalla malattia. La religiosa ha inoltre sottolineato che assistono la Chiesa sudafricana in questa opera, oltre al Crs, anche altri organismi cattolici Cordaid (Olanda), Trocaire (Irlanda) e Cafod (Inghilterra e Galles). Il programma è rivolto soprattutto ai bambini e, pur rimanendo “una goccia nell’oceano”, come ha ricordato suor Alison, “il suo effetto a cascata è impossibile da misurare”. Grazie alla distribuzione gratuita di medicinali antiretrovirali, la maggior parte delle persone inserita nel programma sopravvivono e sono in grado di vivere un’esistenza dignitosa. (R.P.)

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    Cattolici cinesi apprezzati e riconosciuti dalla società e dai media

    ◊   Un cattolico è stato eletto dai maggiori mass media nazionali cinesi e dai voti espressi on-line, nell’elenco dei “10 personaggi 2009”, mentre uno studente universitario cattolico, morto per salvare un bambino, è stato indicato dalle Autorità provinciali e comunali come modello morale di coraggio e di dedizione: sono due recenti ed eloquenti testimonianze di come oggi i cattolici cinesi siano apprezzati e riconosciuti dalla società e dai media cinesi in generale. Secondo le informazioni giunte all’agenzia Fides, Wang Ping An (Ping An significa “pace”), un contadino cattolico di 71 anni di modeste condizioni, da oltre 23 anni si è preso cura di anziani, bambini abbandonati, malati, soli, disabili, accogliendone centinaia nella propria casa. Ha accompagnato 63 anziani nel tratto conclusivo della loro vita terrena, occupandosi di tutto, anche del loro funerale. Nel 2000 ha costruito una casa con 50 semplici stanze, facendosi accordare un prestito, per dare una casa a tutti quelli che non ne avevano una. Durante il pellegrinaggio a Roma, nel 2007, offertogli da un benefattore, ha partecipato all’udienza generale del Santo Padre: per lui è stato il premio più grande, la realizzazione del sogno della sua vita. Oggi, dopo le selezioni tra migliaia di persone, è stato eletto come canditato tra i “10 personaggi 2009” che hanno commosso tutta la Cina, dalla Commissione composta dai rappresentanti dei maggiori mass media cinesi come Cctv (China Central Television), Agenzia Xin Hua e People Daily, e dai voti popolari espressi on-line. La premiazione avrà luogo per il Capodanno cinese e sarà trasmessa in diretta dalla Cctv in prima serata. Ma lui, nella sua semplicità di contadino, ha ripetuto: “Gesù ci ha insegnato ‘ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l'avete fatto a me’”. Invece il giovane universitario cattolico Giovanni Huang Chuan Ding, 21 anni, della parrocchia di Nan Guan della diocesi di Bao Ji nella provincia dello Shaan Xi, è morto il 27 gennaio per salvare un bambino di 5 anni caduto nelle acque del fiume gelato. Al suo funerale, celebrato il 3 febbraio, hanno partecipato oltre tre mila fedeli, compresi i compagni di università, le autorità provinciali e comunali, che lo hanno ricordato commossi. “Esempio per tutti i cittadini di Bao Ji”, “universitario eroico, coraggioso, di alto profilo morale”, “il miglior universitario” sono i titoli con cui le Autorità lo hanno ufficialmente indicato a modello. (R.P.)

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    Lunedì prossimo l'ostensione delle reliquie di Sant’Antonio di Padova

    ◊   “Sono poco convincenti quelle razionalizzazioni che immaginano una fede pura, senza segni, tutta idee precise e valori buonisti”. Così si è espresso padre Ugo Sartorio, direttore del “Messaggero di Sant’Antonio”, in una nota indirizzata all’agenzia Sir, riferendosi all’ostensione del corpo di sant’Antonio da Padova. L’iniziativa si terrà dal 15 al 20 febbraio all’interno della Basilica del Santo, prima del suo ritorno alla Cappella dell’Arca, da poco restaurata. Secondo padre Sartorio, “le reliquie rendono il santo vivo ed operante agli occhi degli uomini”. “Esse infatti – ha proseguito – non hanno valore nella loro materialità, ma in quanto richiamano un corpo che è traccia di una vita pienamente cristiana e, quindi, realizzata”. Le reliquie sono dunque importanti perché “attraverso di esse un pezzo di eternità entra nella storia e diventa accessibile”. D’altronde, come ha sottolineato padre Sartorio, “la nostra fede si fonda sull’incarnazione, realtà di spessore, concreta, che non diserta mai la storia”. Ecco allora che “chi si reca ai santuari ha forse una fede semplice, ma sana, tenace, autentica”. L’ostensione coinciderà con la festa liturgica della Traslazione del Santo, che ogni anno si celebra a Padova la domenica successiva al 15 febbraio. Per avere ulteriori informazioni sulle celebrazioni liturgiche, è stato attivato il sito internet santantonio.org/ostensionedelsanto2010. (F.C.)

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    Messico: il cardinale Rivera rinnova l’appello per un fronte comune contro la criminalità

    ◊   Ricordando spaventosi fatti di violenza accaduti in quest’ultima settimana a Ciudad Juárez, Chihuahua, Torreón e Coahuila, il cardinale di Città del Messico arcivescovo Norberto Rivera ha definito ieri la situazione del Paese “drammatica e preoccupante” anche perché “si sta distruggendo il nostro tessuto sociale”. Il porporato, nella nota editoriale della rivista della sua arcidiocesi “Desde la Fe”, ha rilevato che la situazione è molto complessa e che nessuno ha la soluzione magica ma, al tempo stesso, ha osservato che occorre non fermarsi cercando il più ampio consenso sia per reprimere sia per prevenire la violenza dilagante. “E’ chiaro, ha aggiunto, che sono molto di più le vittime di questa violenza che i criminali” e da qui si deve partire per organizzare un “fronte comune di lotta contro il crimine” per restituire alle famiglie sicurezza e certezza. “La famiglia e i diritti umani, ha osservato il cardinale Norberto Rivera, sono valori fondamentali sui quali lo stato ha il dovere di vegliare con la massima attenzione”, soprattutto quando il tessuto sociale viene dilaniato “da bande giovanili e gruppi criminali che si sono spinti fino alla barbarie”. In Messico, ha sottolineato il porporato questa violenza colpisce persone innocenti, sconvolge i valori culturali e gli aneliti di pace e progresso. “Ecco perché occorre con urgenza mettere in atto programmi globali di prevenzione capace di motivare ogni slancio morale, religioso e civico”. Un’attenzione speciale, ha spiegato, “va attribuita al lavoro, soprattutto a quello che si deve creare e offrire ai giovani prima che, disperati e disorientati, finiscano nelle reti di questa delinquenza”. La nota chiede “programmi sociali per dare lavoro ai giovani”. E’ urgente, precisa l’editoriale, “un cambiamento nella strategia contro il narcotraffico” tenendo sempre presente che con il lavoro si può strappare al traffico della droga migliaia di giovani. Se le azioni di repressione, giuste e necessarie, non sono accompagnate da programmi sociali di prevenzione, recupero e riabilitazione, l’intera stratega contro la violenza può fallire, sottolinea la nota dell’arcivescovo che insiste sul fatto che l’intera nazione, popolo e autorità, devono assumere l’impegno di educare “ai valori morali, etici e religiosi autentici affinché questi grandi principi “possano fiorire anche tra coloro che oggi vivono sotto il dominio della legge della giungla e che conservano nel proprio cuore odio,vendetta e desiderio di ricchezza facile”. (A cura di Luis Badilla)

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    Chiesa messicana preoccupata per la crescente diffusione dell’aborto

    ◊   Una vera e propria piaga sociale. Si tratta dell’aborto legale, che in Messico, come riferisce “L’Osservatore Romano”, è sempre più praticato. Secondo i dati resi noti dalle autorità di Città del Messico, sette donne su dieci hanno dichiarato di aver abortito grazie alla procedura attualmente in vigore. La Commissione Sanità dell’assemblea legislativa messicana ha rilevato che, dall’aprile 2007, quando il Parlamento ha legalizzato l’interruzione di gravidanza, fino al dicembre 2009, 34.660 donne hanno deciso di abortire. Intanto, nei giorni scorsi, si è tenuto nello Yucatan il secondo congresso su “Salute, vita e famiglia”, che aveva per motto “L’amore della famiglia cura e dà vita”. Gli organizzatori dell’evento hanno sottolineato che “la famiglia è patrimonio dell’umanità” e che “è un dovere dei genitori insegnare alle nuove generazioni il valore, l’identità e la funzione personale e sociale” della stessa. Di conseguenza, l’adozione è un sublime atto di bontà, un’espressione squisita di carità che la Chiesa promuove soprattutto nelle coppie che non possono avere figli. Tuttavia, al congresso si è ribadito “il diritto dei bambini senza famiglia di trovare una madre ed un padre uniti in matrimonio” e l’impegno della Chiesa nella lotta all’aborto e nella difesa della vita umana fin dal concepimento. (F.C.)

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    El Salvador: per frenare la violenza mons. Escobar Alas propone l'aiuto dei Paesi amici

    ◊   La violenza che colpisce El Salvador, dove nel solo mese di gennaio si sono registrati 404 omicidi, configura, ha detto ieri mons. Luis Escobar Alas, arcivescovo della capitale, “una situazione gravissima che minaccia di affondare la nostra società”. Con riferimento a questa realtà così preoccupante anche perché nessuna misura sembra metterla sotto controllo, il presule - ha detto dopo la Messa in cattedrale conversando con i giornalisti - che “forse sarebbe il caso di pensare a chiedere aiuto ad altri Paesi; agli Stati Uniti, per esempio, che possono dare una mano nell’ambito dell’intelligence, oppure ad altri Paesi amici come il Brasile”, il cui presidente, Luiz Inácio Lula da Silva visiterà El Salvador nei prossimi giorni. “L’escalation violenta sembra non avere frontiere e se una società tollera e consente tanta violenza mette a repentaglio il suo futuro. Non sappiamo dove andremo a finire”, ha osservato con amarezza mons. Escobar Alas ed ha ribadito la sua richiesta al presidente della Repubblica Mauricio Funes di “fare il possibile per risolvere la questione”. E per dare forza al suo appello il presule ha ricordato ancora una volta che il Paese ha chiuso il 2009 con 4.365 omicidi, vale a dire una media giornaliera di 11,9 omicidi. D’altra parte l’arcivescovo di San Salvador ha rinnovato la richiesta, fatta nei mesi precedenti, nel senso di aumentare le risorse umane che operano nel campo della sicurezza e difesa cittadine così come rispondere al bisogno urgente di dotare la Polizia di tutti gli strumenti adeguati e sufficienti per combattere la delinquenza organizzata o spicciola e, al riguardo, ha anche chiesto un maggiore controllo “del comportamento degli stessi agenti dell’ordine” arrivando, se necessario “alle radiazioni che si rendano opportune”. Per l’arcivescovo occorre prendere coscienza che “la situazione di violenza dominante nel Paese è gravissima e dunque è urgente organizzare delle risposte adeguate”. Il governo del presidente Funes ha già annunciato e messo in atto alcuni programmi contro la violenza ma tutto fa pensare, osserva la stampa locale, che fino adesso non hanno dato molti frutti e la media di 13 omicidi al giorno nel primo mese dell’anno, sembra confermare questa diagnosi. (L.B.)

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    Nuovo portale del Consiglio Mondiale delle Chiese per la pace in Terra Santa

    ◊   Un nuovo portale cristiano per richiamare l’attenzione sull’emergenza umanitaria nella Striscia di Gaza e sull’impegno delle Chiese per la pace in Terra Santa. A lanciarlo è il Forum Ecumenico Palestina-Israele (Pief in sigla), costituito nel 2007 dal Consiglio Mondiale delle Chiese per coordinare la loro opera a sostegno della pace e della giustizia per tutti i popoli in Medio Oriente. Il portale è stato messo on-line nei giorni scorsi insieme a una Newsletter mensile con informazioni aggiornate sulle varie iniziative messe in campo e una rassegna di notizie dal Medio Oriente in una prospettiva ecumenica. L’obiettivo è di mobilitare le coscienze sul dramma delle comunità cristiane nella regione e sulla drammatica situazione umanitaria dei palestinesi di Gaza e di promuovere la causa di una pace giusta per tutti. Come si legge nell’editoriale del primo numero della Newsletter, “La guerra a Gaza è da tempo finita, ma mezzo milione di palestinesi sopravvissuti agli attacchi continuano a pagarne le disastrose conseguenze”. L'operazione "Piombo Fuso” - la campagna militare lanciata alla fine del 2008 dall’esercito israeliano con l'intento di colpire l'amministrazione di Hamas e di fermare il lancio di razzi contro Israele - ha infatti lasciato diverse migliaia di persone ferite, menomate, traumatizzate, senza casa, vedove e orfani, ma anche infrastrutture distrutte, quartieri sovraffollati in pessime condizioni igienico-sanitarie, malnutrizione e una disoccupazione altissima. La Newsletter proporrà analisi e prospettive per una pace giusta in Palestina e Israele, con l’obiettivo di creare nuove premesse per garantire libertà, pace e giustizia sia agli israeliani che ai palestinesi. L’indirizzo del nuovo portale del Forum Ecumenico Palestina-Israele è http://pief.oikumene.org. (L.Z.)

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    India: commemorato il 75.mo anniversario della Consacrazione di Bandra a Cristo Re

    ◊   Oltre 5mila sacerdoti, religiosi e fedeli hanno partecipato ieri alla messa di commemorazione del 75° anniversario della consacrazione di Bandra (Mumbai) a Cristo Re, presso la scuola Sant'Andrea. Il Santissimo Sacramento - riferisce l'agenzia AsiaNews - è stato portato in processione lungo le vie della zona, su un carro coperto di fiori, con canti di lode, salmi e striscioni celebrativi. Il cardinale Oswald Gracias, presidente della Conferenza episcopale indiana, ha presieduto la messa e in una vibrante omelia ha invitato tutti i fedeli a non avere paura di testimoniare il regno di Cristo, fattore di pace e di armonia, e a vivere la preghiera anzitutto in casa e nella famiglia. Il porporato ha invitato tutti a “non ricordare soltanto, ma a rinnovare la consacrazione, che significa avere Dio come proprio Re. Un Re è colui le cui leggi sono seguite, è un capo che indica la strada. Oggi i re non sono popolari, ma Cristo è un Re il cui regno - come dice il Vangelo - non è di questa terra. Cristo desidera essere Re delle nostre vite, dei nostri cuori, delle nostre case e del nostro spazio interiore. Accettare Cristo come Re significa accettare il Suo insegnamento evangelico, è un invito a seguire Cristo in modo completo”. Il porporato ha ricordato la risposta del Mahatma Gandhi quando Stanley Jones gli chiese cosa i cristiani devono fare per essere veri cittadini indiani: “Voi cristiani – disse Gandhi - dovete seguire Cristo in modo pieno, non dovete trascurare il Vangelo, dovete vivere con Amore in modo forte e motivato”.“Oggi – ha ribadito il cardinale Gracias - che noi celebriamo questo anniversario, dobbiamo seguire Cristo in modo pieno, non dobbiamo trascurare il Vangelo, dobbiamo vivere con Amore in modo forte e motivato”. Una speciale attenzione è stata rivolta alle famiglie, istituzione che deve essere preservata dalle molte minacce della società moderna. “Noi viviamo in un ambiente non cristiano, ed è possibile che la sola luce di Cristo che la gente vede, sia la nostra vita. La sola dimostrazione del Vangelo che diamo a milioni di persone è la nostra vita. La vita di Madre Teresa ha mostrato alla gente il volto di Dio. La vita dei nostri missionari, che si dedicano instancabili al servizio comune, nelle città come in zone rurali remote, mostra alla gente la volontà di Cristo. Questa è la missione di religiosi e fedeli laici: mostrare l’amore l’uno verso l’altro e verso gli estranei. Le nostre istituzioni, le nostre case siano luoghi dove prestare servizio agli altri”. “Questo significa avere Cristo come Re”. “Se Cristo è il nostro Re (ed Egli lo è), - ha concluso il cardinale Gracias - è nostro dovere diffondere il Regno di Gesù, il Regno dello spirito, di amore, pace, gioia e giustizia”. (R.P.)

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    Filippine: la Chiesa invia 45 mila volontari per evitare brogli alle prossime elezioni

    ◊   In vista delle elezioni di maggio la Chiesa invia oltre 45mila volontari nelle varie parrocchie del Paese per monitorare i seggi elettorali, denunciare i brogli e sensibilizzare la popolazione a un voto responsabile. Il nome del gruppo è Parish Pastoral Council for Responsable Voting (Ppcrv) ed è un’iniziativa della Conferenza episcopale filippina.  Attraverso una campagna di informazione inaugurata a Manila - riferisce l'agenzia AsiaNews - i volontari del Ppcrv insegneranno alla gente l’utilizzo dei nuovi sistemi di scansione elettronica dei voti predisposti dal governo. “Il nostro compito è quello di controllare il comportamento degli elettori – afferma Henrietta de Villa responsabile del Ppcrv – quando le persone sanno che devono votare con responsabilità, la frequenza dei brogli cala”. “La missione della Chiesa – continua – è anche quella di aiutare il Paese ad avere elezioni libere e limpide, che è uno dei principali problemi della nostra Nazione”. Le elezioni filippine sono da sempre  occasione di compravendite di voti, intimidazioni e frodi.  Ciò è dovuto al sistema “feudale” che caratterizza le famiglie dei candidati e il clima elettorale sfocia spesso in omicidi e violenze a danno della popolazione. Dopo i fatti di sangue legati alle elezioni avvenuti a Maguindanao lo scorso 23 novembre, il governo ha realizzato per il 2010 un nuovo sistema automatico di conta dei voti. Esso consiste in una lettura ottica fatta da un computer delle schede elettorali che mira a limitare l’intervento umano nel controllo delle votazioni. Con il precedente sistema erano infatti gli osservatori elettorali assoldati dai canditati a controllare in modo manuale ogni singolo voto. (G.C.)

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    Parigi: oggi all'Unesco inaugurazione dell'esposizione sulla Bibbia

    ◊   In calo la lettura del testo biblico in Francia. Da un’inchiesta promossa dall’Alleanza biblica francese risulta che solo il 37% dei francesi possiede in casa una Bibbia e che tra loro una residua minoranza del 3% la legge tutti i giorni o quasi. L’indagine – commissionata all’Istituto Ipsos e condotta su un campione di 1.017 persone - è stata resa nota ieri in vista della cerimonia di apertura di una esposizione culturale itinerante dal titolo “La Bibbia, patrimonio dell’umanità” che si terrà questo pomeriggio a Parigi presso la sede dell’Unesco alla presenza del ministro della Cultura e di numerose personalità del mondo politico, culturale e religioso. L’esposizione - riferisce l'agenzia Sir - sarà aperta al pubblico da oggi fino al 12 febbraio. Dall’indagine risulta che il numero di chi possiede una Bibbia in Francia è calato di 5 punti percentuali rispetto all’ultimo sondaggio realizzato nel 2001. I cattolici praticanti sono tra i lettori più assidui del testo biblico (il 68%) e che più di un cattolico su due la legge almeno una volta alla settimana. Nel complesso, il 66% dei francesi considera la Bibbia un riferimento culturale relativamente poco presente nella società francese. In occasione dell’esposizione, l’Unesco ospiterà una serie di tavole rotonde. Le manifestazioni termineranno venerdì 12 con un galà dove musicisti, attori e cantanti alterneranno pezzi musucali e letture di testi biblici. (R.P.)

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    Inghilterra: si apre oggi la Settimana dedicata al matrimonio

    ◊   Si apre oggi (fino al 14 febbraio) la settimana dedicata al matrimonio Marriage Week Uk”, iniziativa nata nel 1997, promossa dalla conferenza episcopale di Inghilterra e Galles. Diversi gli appuntamenti, nazionali e diocesani, inseriti nel programma stilato dalla Commissione per il matrimonio e la vita famiglia dei vescovi inglesi, presieduta da mons. John Hine. Tra questi - riferisce l'agenzia Sir - la celebrazione annuale nella cattedrale di Liverpool domenica prossima, guidata dal primate cattolico, mons. Vincent Nichols, una Messa di ringraziamento celebrata nella chiesa di san Colombano, a Chester, nella diocesi di Shrewsbury sabato 13 febbraio e una funzione nella cattedrale di san Barnaba a Nottingham presieduta dal vescovo locale, mons. Malcolm McMahon. La Settimana è anche l’occasione per lanciare un sondaggio su come i cattolici si preparano al matrimonio e sul tipo di preparazione offerta dalla Chiesa. Coppie che si stanno preparando al matrimonio, sacerdoti, diaconi e organizzazioni responsabili dei corsi prematrimoniali potranno rispondere via internet, collegandosi ai siti www.catholicmarriage.org.uk e www.catholicchurch.org.uk. Il sondaggio ha ricevuto anche il sostegno del Pontificio Consiglio per la famiglia. (R.P.)

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    Germania: allo studio dell'Assemblea plenaria dei vescovi l'invecchiamento della società

    ◊   L’andamento demografico in Germania e le conseguenze per la Chiesa cattolica è uno dei temi della prossima assemblea plenaria dei vescovi tedeschi. L’incontro si svolgerà per la prima volta a Friburgo dal 22 al 25 febbraio, come annunciato a Bonn dall'Ufficio stampa della Conferenza episcopale tedesca (Dbk). All’invecchiamento della popolazione - riferisce l'agenzia Sir - è dedicata una giornata di studi dal titolo “L’invecchiamento della società come sfida per la Chiesa”, che "intende illustrare le conseguenze della svolta demografica per il servizio della Chiesa", si legge nel documento. All’ordine del giorno anche questioni relative all'impegno ecclesiastico nel settore dell'assistenza. Alla giornata di studi parteciperanno, oltre al presidente della Dbk, mons. Robert Zollitsch, il presidente della Caritas tedesca, Peter Neher, insieme ad altri vescovi ed esperti del settore. Tra gli altri temi da discutere vi sono l’impiego delle truppe tedesche in Afghanistan, questioni relative alla pastorale delle vocazioni e gli aiuti alla popolazione di Haiti. Verranno inoltre discusse le modalità di approccio con i casi di abusi sessuali nella Chiesa cattolica. All’inaugurazione del 22 febbraio saranno presenti anche il nunzio apostolico, mons. Jean-Claude Perisset e vescovi del Mali, del Brasile, del Vietnam e Haiti. (R.P.)

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    Grecia: l’impegno della Chiesa contro la crisi economica

    ◊   “La Grecia sta vivendo un momento particolarmente difficile, a causa della crisi finanziaria”. Lo ha detto mons. Francesco Papamanolis, presidente della Conferenza episcopale greca annunciando l’incontro di tutti i sacerdoti del Paese a Syros, il 18 e 19 maggio, in occasione dell’Anno sacerdotale. “Sarà il momento per verificare tutta la nostra pastorale parrocchiale e diocesana, per delineare le linee future di impegno e pregare per la soluzione della crisi che attanaglia il nostro Paese e che ci preoccupa non poco per le ricadute sulla popolazione”, ha riferito il presule all’agenzia Sir. Altro tema al centro delle riflessioni del vescovo è la violenza antisemita ed anticattolica portata avanti da gruppi di estremisti. In particolare, il presule si è riferito all’incendio contro la sinagoga di Etz Hayyim a Chania, sull’isola di Creta ed alla profanazione del locale cimitero cattolico. “Il Governo ha detto che riparerà e proteggerà tutti i monumenti ebraici del Paese”, ha affermato mons. Papamanolis. “Speriamo che questa decisione possa riguardare anche i monumenti cattolici della Grecia”. Al riguardo, qualcosa sembra muoversi. Intanto, i vescovi pregano affinché si possa superare questo momento di crisi. “La preghiera – ha dichiarato il presule – è il principale contributo della Chiesa”. (F.C.)

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    Capo Verde: inaugurata una vigna a sostegno dell'ospedale nell'isola di Fogo

    ◊   Ieri mattina, alla presenza di Mons. Giovanni Battista Gandolfo, Presidente del Comitato Aiuti Caritativi della Cei per il Terzo Mondo, è stata inaugurata nell’isola di Fogo a Capo Verde, una vigna la cui rendita servirà soprattutto per sostenere l’economia dell’ospedale aperto otto anni nella stessa isola dal Segretariato delle missioni affidate ai Frati Cappuccini di Torino. La vigna occupa una superficie di 25 ettari ed è la prima, in tutto l’arcipelago, con impianto moderno goccia a goccia che alimenta attualmente 130 mila barbatelle, messe a dimora qualche mese fa nella zona conosciuta come Maria Chaves. Il progetto, finanziato in gran parte dalla Cei, prevede non solo la produzione del vino (220 mila bottiglie l’anno), ma l’inizio di un nuovo modello di sviluppo in campo agricolo vitinicolo (già conosciuto nell’isola), nonché creare nuovi posti di lavoro; educare i capoverdiani all’imprenditoria, sostenere le spese per l’ospedale e per la casa di accoglienza per ragazze madri e in difficoltà a Santa Cruz, nell’isola di Praia. Il primo raccolto è previsto per l’autunno prossimo. Alla cerimonia hanno preso parte il Capo dello Stato, Comandante Pedro Pires de Verona, il Ministro dell’Agricoltura Josè M. Veiga, il Ministro delle Comunicazioni Sidonia e il Delegato del Ministero dell’Agricoltura per l’isola di Fogo, Ing. João Batista Gonzales, e alcuni missionari cappuccini. (A cura di Padre Egidio Picucci)

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    Vertice Onu su cambiamenti climatici e traffico aereo

    ◊   Quasi la metà degli incidenti aerei avviene in condizioni meteorologiche avverse. Lo documenta un rapporto dell'Organizzazione meteorologica mondiale (Omm), rivelando anche che tre quarti dei ritardi del traffico aereo, in regioni con un'alta densità di traffico, sono pure legati alle condizioni atmosferiche. Per questo, in vista di un aumento degli eventi climatici estremi a causa del riscaldamento globale, l'Onu ha promosso un Forum ad hoc, in corso ad Hong Kong. Al centro della riunione, l'esame della relazione fra aviazione e clima, cercando di migliorare l'accuratezza delle previsioni meteo. ''Previsioni meteo accurate e allarmi - riferisce l'Omm - sono assolutamente vitali per un trasporto aereo regolare e sicuro, in cieli sempre più affollati'', sottolineando come la pianificazione delle rotte di volo e lo sviluppo di infrastrutture si basi molto sui dati climatici. La riunione di Hong Kong affronterà anche la necessità di stabilire standard di competenza per il personale meteo che lavora nell'aviazione civile. (R.G.)

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    Rapporto sulla stampa free press: chiusura di molte testate e calo di 5 milioni di copie nel 2009

    ◊   Scende a sorpresa del 12% la diffusione nel mondo dei quotidiani gratuiti, percentuale che sale al 18% in Europa, dove ne vengono distribuiti il 60% sul totale, mentre nelle Americhe e in Asia il calo è stato del 3%. La perdita complessiva è di 5 milioni di copie. La quota della stampa free press è infatti triplicata fra il 2003 e il 2007, passando da 14 a 42 milioni di copie. Nel 2008 però la tendenza si è fermata allo stesso livello dell’anno prima, mentre nel 2009 i quotidiani free hanno cominciato a calare in maniera rapida fino a raggiungere 37 milioni di copie, alla fine dello scorso anno. Sono i dati riportati dall’agenzia Lsdi-Libertà di stampa Diritto all’informazione, che evidenzia come chiusure e tagli abbiano portato meno concorrenza, tanto che nella maggioranza dei Paesi si è affermato il monopolio di alcuni gruppi editoriali. Guardando in dettaglio al mercato europeo, in Gran Bretagna sono rimasti solo 3 quotidiani gratuiti (Metro, City AM ed Evening Standard), dopo la chiusura di una dozzina di testate. In Svezia è sopravvissuto solo uno dei 3 giornali nazionali free; in Danimarca 2 su 5 hanno chiuso, oltre a tutte le testate locali; in Spagna il numero dei giornali gratuiti è crollato da 34 del 2006 a 14 di oggi; in Svizzera delle 8 testate presenti sul mercato nel 2008 ne sono rimaste in piedi solo 3. In Germania nell’ultimo decennio sono stati lanciati 12 titoli, tutti soppressi. L’Europa orientale (Bulgaria, Ungheria, Repubblica Ceca, Ukraina, Polonia, Croazia, Turchia) mostra lo stesso panorama: meno titoli e calo di diffusione. Tutti i giornali rimasti hanno proceduto a chiusure di redazioni e tagli nella distribuzione. (A cura di Roberta Gisotti)

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    Movimento dei Focolari: giovani pronti per il meeting “Progetto mondo unito”

    ◊   “Progetto mondo unito”. È il nome del meeting internazionale promosso dal Movimento dei Focolari, che si terrà al Centro Mariapoli di Castelgandolfo dal 19 al 21 febbraio. Vi parteciperanno, come ricorda l’agenzia Sir, giovani dai cinque continenti. L’evento si pone sulla scia degli incontri promossi da Chiara Lubich, che, fin dal 1985, lanciò ai giovani focolarini l’idea di allargare ai coetanei di ogni nazionalità, cultura e confessione religiosa l’invito a lavorare insieme per costruire un mondo più solidale. In effetti, nel corso degli anni, numerose sono state le attività ed i progetti messi in campo dai giovani partecipanti nei Paesi in via di sviluppo e nelle città. Il meeting sarà caratterizzato da riflessioni, testimonianze ed incontri, alternati a momenti di festa, di amicizia e di lavoro concreto. (F.C.)

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    Sud Italia: quasi la metà di giovani con il solo diploma dell’obbligo non lavora

    ◊   In Italia, quasi la metà dei giovani con la sola licenza media è senza lavoro. Lo documenta uno studio del Ministero del Lavoro, evidenziando che la disoccupazione tra chi ha un basso titolo di studio è più alta nel sud del Paese. Se infatti la quota nazionale di giovani, tra i 19 e i 29 anni, che abbandonato i banchi dopo la scuola dell’obbligo e non hanno ancora lavoro è del 9% fra i loro coetanei, tale percentuale nelle regioni meridionali sale al 15% e al 16% per le donne. In particolare, su quasi 3 milioni di ventenni, nel Mezzogiorno ben il 30% si è fermato alle medie, circa 900 mila, e tra questi quasi la metà, il 47%, 423 mila, è ritenuto - con un termine tecnico - ''disperso'': cioè non studia ed è senza impiego. (R.G.)

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    24 Ore nel Mondo



    Ahmadinejad annuncia collaborazione sul nucleare: al via l’arricchimento dell’uranio

    ◊   Teheran “è pronta a cooperare” con la comunità internazionale “nel campo dell'arricchimento” dell’uranio e, comunque, eventuali sanzioni contro la Repubblica islamica “non serviranno”. Queste le ultime dichiarazioni del presidente iraniano Ahmadinejad, che soltanto nelle ultime ore aveva ordinato l'avvio dell'arricchimento dell'uranio al 20% a partire da domani nella centrale di Natanz. E sempre nelle ultime ore c’è da dire che Teheran ha annunciato l’intenzione di costruire 10 nuovi siti per l'arricchimento dell'uranio entro il prossimo anno. Ma che significato assume la decisione di Teheran di accelerare i propri programmi atomici? Risponde Riccardo Redaelli, docente di Geopolitica all’Università Cattolica di Milano, intervistato da Giada Aquilino.

    R. – Da una parte sostanziale. Da un'altra parte di schermaglia, in questa ormai interminabile partita a scacchi, che dura da anni, con la comunità internazionale. La parte sostanziale è che si decide di arricchire l’uranio dal 4 per cento - che diciamo è la misura minima, per utilizzarlo come combustibile per future centrali nucleari - ad una soglia più alta, il 20 per cento. Tecnicamente questo è reso necessario dal fatto che l’Iran ha un reattore di ricerca che utilizza appunto come combustibile questo uranio al 20 per cento. Perché questo preoccupa molto la comunità internazionale? Perché passare dal 4 al 20 per cento significa avvicinarsi alla soglia che è superiore al 90 per cento dell’uranio arricchito per fini militari.

    D. – Ecco, ma poi effettivamente, Teheran ha le capacità tecniche per arrivare a costruire la bomba atomica?

     
    R. – In questi anni di ricerche, l’Agenzia atomica non ha mai trovato una prova definitiva di un programma militare nucleare clandestino. Il fatto di arricchire l’uranio a scopi civili è sicuramente servito molto a Teheran per sviluppare delle tecnologie “dual use”, che possono essere utilizzate sia a scopi civili, sia a fini militari. In questi anni l’Iran sembra aver affinato la propria capacità teorica. Che poi ci sia la volontà davvero di arrivare ad un ordigno, di questo non vi è la certezza. Molti analisti pensano che l’Iran voglia raggiungere quella che viene chiamata una deterrenza teorica, cioè avere la possibilità di costruire una bomba e farlo capire alla comunità internazionale, senza poi costruirla veramente.

     
    Esplosione in una centrale elettrica nel Connecticut: almeno 5 morti
    Dolore e apprensione negli Stati Uniti a seguito dell’esplosione avvenuta ieri nella centrale elettrica di Middletown, nel Connecticut. Il bilancio delle vittime, ancora provvisorio, parla di cinque morti accertati, 12 operai ricoverati, ma ancora un numero imprecisato di persone che manca all'appello. La struttura era in fase di collaudo. Ce ne parla Giancarlo La Vella:

    “Non sappiamo esattamente quanti operai si trovavano nell'impianto al momento dell'esplosione”. Le parole del sindaco di Middletown, l’italo-americano Sebastian Giuliano, giungono al termine di una giornata di confusione, a causa della grande incertezza, concretizzatasi dopo che sono stati diffusi i particolari della vicenda: la struttura era in fase di collaudo, ed in quel momento era affollata da un numero imprecisato di tecnici, 100 o 200, giunti nella centrale per effettuare gli opportuni controlli. Su una cosa non ci sono dubbi: l’esplosione – causata da una fuga di gas – è stata fortissima, tanto da essere avvertita a 15 chilometri di distanza. C’è anche chi ha pensato ad un terremoto. E mentre si scava sotto le macerie, anche con l’ausilio delle unità cinofile, gli inquirenti sono al lavoro per capire che cosa sia accaduto realmente e per ravvisare eventuali responsabilità. Sembra, comunque, esclusa la matrice terroristica. L’episodio sta destando forte apprensione anche a molti chilometri di distanza: per l’esattezza nella cittadina siciliana di Melilli, dalla quale, nei primi anni del '900, partì un consistente flusso migratorio alla volta proprio di Middletown, dove oggi esiste una folta colonia di melillesi ormai di quarta e quinta generazione. Tutti attendono con ansia notizie dei propri cari.

     
    In Iran, sei anni di carcere all’ex viceministro degli Esteri del governo di Khatami
    Un importante attivista riformista iraniano, l'ex vice ministro degli Esteri Mohsen Aminzadeh, è stato condannato a sei anni di reclusione nell'ambito dei processi per le proteste seguite alla rielezione del presidente Ahmadinejad, l'estate scorsa. Aminzadeh, che aveva occupato la carica di governo durante la presidenza del riformista Mohammad Khatami, è stato riconosciuto colpevole di partecipazione a raduni illegali, azioni contro la sicurezza nazionale e propaganda contro il sistema islamico. La stessa condanna a sei anni di reclusione è già stata inflitta ad altri ex membri del governo di Khatami arrestati lo scorso anno. Fra loro, l'ex portavoce dell'esecutivo, Abdollah Ramezanzadeh, l'ex vice presidente Mohammad Ali Abtahi e l'ex vice ministro dell'Industria, Mohsen Safai-Farahani, che in passato è stato anche presidente della Federcalcio. Inoltre, nelle ultime 24 ore altri dieci giornalisti sono stati arrestati, in vista dell'anniversario della rivoluzione, l'11 febbraio, quando l'opposizione intende tornare a manifestare nelle piazze. Lo hanno reso noto oggi mezzi di stampa riformisti, sottolineando che salgono così a oltre 50 i giornalisti in carcere. Tra gli arrestati delle ultime ore figurano anche giornalisti di mezzi d'informazione ufficiali o semi-ufficiali. Tra questi, Mahsa Jazini, che lavora per il quotidiano governativo 'Iran', Ahmad Jalali-Farahani, capo del servizio affari sociali dell'agenzia conservatrice Mehr, e Zeinab Kazemkha, redattrice della sezione artistica dell'agenzia Isna. In carcere sono finiti anche Akbar Montajabi, responsabile della redazione politica della rivista 'Iran Dokht', e il fotografo Amir Sadeghi, accusato di avere diffuso immagini degli scontri del 27 dicembre scorso, quando, nella ricorrenza sciita dell'Ashura, manifestazioni dell'opposizione vennero represse con un bilancio di almeno otto morti.

    Afghanistan
    Due soldati appartenenti alla Forza internazionale di assistenza alla sicurezza (Isaf) in Afghanistan sono morti ieri nel sud del Paese. Dall'inizio dell'intervento nel 2001, sono 1.628 i militari della Coalizione internazionale morti in Afghanistan. Sempre ieri, sconosciuti, probabilmente talebani, hanno fatto saltare in aria un gasdotto in costruzione ad ovest di Quetta, capoluogo della provincia pakistana del Beluchistan. Il gasdotto, si è appreso, non era ancora in servizio, per cui non vi è stata alcuna interruzione di gas in città. La polizia ha aperto un’inchiesta per cercare di risalire agli autori dell'attentato.

    Stampa israeliana: Abu Mazen accetta proposta Usa per la ripresa di negoziati
    Il presidente dell'Anp Abu Mazen (Mahmud Abbas) accetta la proposta statunitense di intraprendere con Israele “colloqui in prossimita”' ('proximity talks') con la mediazione attiva di George Mitchell, l'emissario per il Medio Oriente del presidente Obama. Lo afferma oggi con grande evidenza il quotidiano "Haaretz" secondo cui per il momento Abu Mazen si è limitato a chiedere ulteriori chiarimenti sul progetto anche se - assicura il giornale israeliano - ha già dato un assenso di principio. Secondo "Haaretz", Mitchell dovrebbe in futuro convocare in stanze separate nel medesimo edificio due rappresentanti, uno palestinese e l'altro israeliano, e scambiare fra di loro documenti. Da ambienti vicini al premier israeliano Benyamin Netanyahu, "Haaretz" ha appreso che questi contatti potrebbero iniziare entro la fine del mese.

    Arresti in Egitto tra i membri dei Fratelli Musulmani
    Le forze di sicurezza egiziane hanno compiuto oggi all'alba una retata tra i membri della confraternita dei Fratelli Musulmani, arrestando anche il numero due. Lo riferisce il sito dell'organizzazione, formalmente al bando nel Paese. Tra i quadri arrestati figurano, oltre al numero due Mahmoud Ezzat, anche membri dell'ufficio politico della direzione Essam El Eryane e Abdel Rahman El Bar, professore dell'università di al Azhar. Secondo la stessa fonte altri dieci quadri sono stati arrestati nei governatorati del Cairo, Giza, Charkieh, Assiout, Alessandria e Gharbieh.

    Somalia
    Truppe etiopiche con mezzi blindati sembra abbiano fatto irruzione in due cittadine della Somalia vicino al confine, arrestando diverse persone descritte come familiari di un membro locale di Shabaab, la milizia integralista islamica che imperversa in tutto il Paese ed è considerata il braccio somalo di Al Qaeda. Le cittadine sono quelli di El Barde e Yeed. Le truppe etiopiche entrarono in Somalia in forze alla fine del 2006 a sostegno del governo somalo per contrastare i miliziani delle Corti islamiche ed hanno lasciato il Paese nel gennaio del 2009, anche se hanno compiuto successivamente almeno un’incursione oltreconfine lo scorso maggio.

    Borsa di Atene in rialzo
    La Borsa di Atene è stamane in rialzo. Dopo le prime contrattazioni l'Indice Generale fa segnare guadagni di circa lo 0,60%. Il mercato resta tuttavia assai volatile in attesa delle misure fiscali e pensionistiche che il governo si appresta a definire nel quadro del piano di risanamento. Intanto, continua la protesta degli agricoltori, entrata nella quarta settimana, anche se una parte dei lavoratori ha tolto le barricate. Mercoledi vi sarà lo sciopero nazionale di 24 ore indetto dal sindacato dei dipendenti pubblici contro il piano di austerità. Giovedi seguirà uno sciopero convocato dal sindacato comunista Pame e il 24 febbraio incroceranno le braccia i lavoratori del settore privato. La settimana scorsa la Borsa aveva chiuso con un bilancio fortemente negativo con perdite pari all'8,27% e l'Indice era sceso ben sotto la soglia critica dei 2000 punti, attestandosi a 1878.

    Almeno 30 militari morti a causa di una valanga nel Kashmir
    Almeno 30 militari indiani sarebbero sepolti sotto la valanga caduta oggi sulla base avanzata di Gujjar Hut, nel montagnoso Stato indiano del Kashmir. I cadaveri recuperati sono 17, le persone estratte vive dalla neve in vita sono 70, e dunque una trentina dovrebbero ancora essere sepolte. Nella zona è in corso una intensa nevicata che rende difficile il lavoro dei soccorritori. Sembra che fra le vittime ci sia un ufficiale dell'esercito e che la valanga sia caduta dalla vetta del Khilanmarg, montagna cara agli appassionati dello sci.

    Attentato ad un convoglio ferroviario nello Stato di Orissa: nessuna vittima
    Un commando maoista indiano ha fatto saltare oggi un tratto della linea ferroviaria nelle vicinanze di Rourkela (Stato centro-orientale di Orissa), causando il deragliamento di un treno merci e la paralisi dei trasporti fra Howrah e Mumbai. Lo scrive l'agenzia di stampa Pti. L'incidente, che avviene nel secondo giorno di uno sciopero di 72 ore decretato dai maoisti (denominati anche naxaliti), in segno di protesta per una possibile offensiva dell'esercito indiano nella zona, è stato confermato dal capostazione di Rourkela, S.K. Panda. I media indiani sostengono che lo sciopero per protestare contro l'operazione dell'esercito denominata "Caccia verde", indetto dai naxaliti con scarsi risultati negli Stati di Bihar, Jharkhand, Orissa, West Bengala e Chhattisgarh, terminerà domani.

    Spettacolare lancio dello shuttle Endeavour
    Lo shuttle Endeavour è in viaggio verso la Stazione Spaziale Internazionale (Iss) portando i due grandi moduli che la completeranno per la parte europea. La missione, chiamata Sts-130, apre una nuova pagina nella storia della stazione orbitale: completata la costruzione, adesso si tratta di utilizzarla per i prossimi 10 anni e probabilmente oltre. Dopo il rinvio imposto ieri da uno spesso strato di nuvole, oggi lo shuttle Endeavour ha dato spettacolo: l'ultimo lancio notturno della navetta americana (i quattro che mancano avverranno di giorno) ha illuminato il cielo e la lunga scia luminosa è stata imponente. (Panoramica internazionale a cura di Fausta Speranza)
     
    Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LIV no. 39

     
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