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Sommario del 31/12/2010

Il Papa e la Santa Sede

  • Il Papa per la fine dell'Anno Compostelano: credibili testimoni di Dio solo se al servizio dell'umanità
  • Il 2010 di Benedetto XVI, pastore mite e fermo che annuncia Cristo, luce del mondo, tra persecuzioni, penitenza e rinnovamento
  • Lievito dell'umanità: editoriale di padre Lombardi
  • Circa 2 milioni e 300 mila le persone che hanno partecipato nel 2010 agli incontri con il Papa in Vaticano
  • Oggi su "L'Osservatore Romano"
  • Oggi in Primo Piano

  • Bombe contro le case dei cristiani a Baghdad: due morti. Mons. Warduni: terroristi senza religione
  • Ad Ancona la 43.ma marcia per la pace
  • Chiesa e Società

  • Colera ad Haiti: quasi 150 mila i contagi. A rischio anche i raccolti di riso
  • Sudan: Lettera pastorale di fine anno del vescovo di Rumbek
  • Guinea Bissau: chiesa costruita su un terreno donato da una famiglia musulmana
  • Burundi: dal Centro Jeunes Kamenge, un anno di solidarietà e pace per i giovani
  • Uganda: quasi 50 vittime per la Febbre gialla. Si aspettano i vaccini
  • Diminuisce il numero dei giornalisti uccisi nel mondo ma aumentano i sequestri
  • India: il cardinale Dias al "Giubileo d'argento" del Jesus Youth International
  • Pellegrinaggio di Taizé a Rotterdam: i giovani siano solidali con chi soffre
  • Il cardinale Sepe ai detenuti di Poggioreale: “La vera libertà è spezzare le catene del malaffare”
  • Comunità di Sant'Egidio: manifestazioni per la pace a Roma e in 400 città del mondo
  • Veglia di preghiera in Piazza San Pietro per la pace nelle famiglie e tra le Nazioni
  • A 'Radio Sol Mansi' in Guinea Bissau un premio per la lotta all’Aids
  • 24 Ore nel Mondo

  • Nigeria: retata contro i radicali islamici reponsabili delle violenze anticristiane
  • Il Papa e la Santa Sede



    Il Papa per la fine dell'Anno Compostelano: credibili testimoni di Dio solo se al servizio dell'umanità

    ◊   I pellegrini che si recano a Santiago de Compostela riportino nei loro luoghi la luce della presenza di Cristo, così da rafforzare le radici cristiane dell’Europa. E’ questo, in sintesi, l’auspicio che Benedetto XVI esprime in un Messaggio all’arcivescovo del Santuario galiziano, mons. Julian Barrio Barrio. Il Papa scrive in occasione della conclusione del 119.mo Anno Santo Compostelano, che avverrà oggi pomeriggio quando, alle 16.30, mons. Barrio Barrio celebrerà il rito di chiusura. Nel messaggio, accennando alla Gmg di Madrid del 2011, Benedetto XVI invita tra l’altro i giovani a rispondere con generosità alla chiamata di Cristo. Il servizio di Alessandro De Carolis:

    La luce di Santiago de Compostela “venga percepita in Europa come un costante invito a rinvigorire le proprie radici cristiane, e quindi ad aumentare l’impegno per la solidarietà e per una forte difesa della dignità dell'uomo”. L’augurio di Benedetto XVI si fonda su una base concreta: a diffondere questa luce attorno a sé devono essere i pellegrini che ogni anno – 270 mila solo nel 2010 – intraprendono il camino verso la tomba dell’Apostolo. Questo percorso, è stata l’analogia del Papa, sia per loro come avvenne per i discepoli che incontrarono Cristo sulla via di Emmaus. E’ un incontro, si legge nel Messaggio all’arcivescovo Barrio Barrio, che “non può lasciare indifferenti. I pellegrini devono tornare alle loro case, come fecero ritorno a Gerusalemme, i discepoli di Emmaus”, “con gioia e gratitudine”, per comunicare a tutti che Cristo era risuscitato ed era apparso loro vivo. Ciò, osserva il Pontefice, li ha resi “messaggeri gioiosi e fiduciosi del Cristo vivente, che è un balsamo per le nostre pene e il fondamento della nostra speranza”. Da questa rinnovata professione di fede, prosegue il Papa, deve scaturire “il proposito di rafforzare la nostra fede ogni giorno, partecipando regolarmente ai misteri della grazia, affidati alla Chiesa, e dando un esempio efficace e concreto di carità”. Altrimenti, scrive ancora Benedetto XVI, “non saremo credibili testimoni di Dio, se non siamo fedeli collaboratori e servitori degli uomini”. E questo servizio teso a “una profonda comprensione e a una strenua difesa dell'uomo è – dice – una esigenza del Vangelo e un contributo essenziale alla società della nostra condizione di cristiani”.

    Definendo “indimenticabili” i momenti vissuti al Santuario il 6 novembre scorso, Benedetto XVI dedica una parte del Messaggio ai giovani, molti dei quali, ricorda, incontrerà durante la Gmg del prossimo agosto a Madrid. “Li invito a lasciarsi interpellare da Cristo, impegnandosi con Lui in un dialogo franco e calmo e a chiedersi: conterà su di me il Signore per essere suo apostolo nel mondo, per essere un messaggero del suo amore?”. Non manchi “generosità nella risposta”, auspica il Papa, che conclude con un’intensa raccomandazione ai seminaristi. Siate, è il suo invito, “trasparenza” di Gesù, rendetelo presente ripetendo “ogni giorno con umiltà le sue parole e i suoi gesti”, perché “la vocazione al sacerdozio è un dono meraviglioso che deve farvi sentire orgogliosi”.

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    Il 2010 di Benedetto XVI, pastore mite e fermo che annuncia Cristo, luce del mondo, tra persecuzioni, penitenza e rinnovamento

    ◊   Stasera alle ore 18, nella Basilica Vaticana, Benedetto XVI presiede i Primi Vespri della Solennità di Maria Santissima Madre di Dio, con il tradizionale Te Deum di ringraziamento a conclusione dell’anno. Quindi, il Papa visiterà il Presepe in Piazza San Pietro. Saranno questi gli ultimi atti del 2010 di Benedetto XVI. Un anno intenso, che ripercorriamo nel servizio di Alessandro Gisotti:

    (musica)

    Il mare è stato spesso agitato nel 2010, ma Benedetto XVI, Pastore mite e fermo, ha tenuto saldamente il timone della Barca di Pietro. Fin dall’inizio dell’anno, con l’udienza di metà febbraio ai vescovi dell’Irlanda, il Papa traccia la via della penitenza e del rinnovamento per affrontare lo scandalo degli abusi sui minori da parte di membri del clero. Un “crimine abominevole”, lo definisce, e “un grave peccato che offende Dio e ferisce la dignità della persona umana creata a Sua immagine”. Il 20 marzo viene pubblicata la Lettera ai cattolici irlandesi, documento in cui il Papa scrive che tali abusi “hanno oscurato la luce del Vangelo a un punto tale cui non erano giunti neppure secoli di persecuzione”. Toccanti le parole di Benedetto XVI a conclusione dell’Anno Sacerdotale, celebrato l’11 giugno in Piazza San Pietro, davanti a 15 mila sacerdoti provenienti da 97 nazioni:

    “Era da aspettarsi che al ‘nemico’ questo nuovo brillare del sacerdozio non sarebbe piaciuto; egli avrebbe preferito vederlo scomparire, perché in fin dei conti Dio fosse spinto fuori dal mondo (applausi). E così è successo che, proprio in questo anno di gioia per il sacramento del sacerdozio, siano venuti alla luce i peccati di sacerdoti – soprattutto l’abuso nei confronti dei piccoli, nel quale il sacerdozio come compito della premura di Dio a vantaggio dell’uomo viene volto nel suo contrario”. (Messa per i sacerdoti, 11 giugno 2010)

    Il Papa assicura l’impegno della Chiesa a intraprendere la strada della purificazione ed esprime la sua profonda solidarietà alle vittime:

    “Anche noi chiediamo insistentemente perdono a Dio ed alle persone coinvolte, mentre intendiamo promettere di voler fare tutto il possibile affinché un tale abuso non possa succedere mai più”. (Messa per i sacerdoti, 11 giugno 2010)

    Nel corso dell’anno, come già accaduto precedentemente in Australia e Stati Uniti, il Papa incontra un gruppo di vittime degli abusi a Malta e poi a Londra. Vengono, inoltre, rese più efficaci le norme per affrontare “i delitti più gravi” compiuti dai sacerdoti e, nel segno della trasparenza, viene pubblicata sul sito web del Vaticano una pagina sulla risposta della Chiesa agli abusi sui minori. In questo sforzo di purificazione, va annoverata anche la visita apostolica alla Congregazione dei Legionari di Cristo che condanna la vita “priva di scrupoli” del fondatore padre Maciel Degollado. Nel discorso per gli auguri natalizi alla Curia Romana, il Papa torna a parlare dello scandalo degli abusi e a ribadire l’impegno della Chiesa:

    “Dobbiamo trovare una nuova risolutezza nella fede e nel bene. Dobbiamo essere capaci di penitenza. Dobbiamo sforzarci di tentare tutto il possibile, nella preparazione al sacerdozio”. (Discorso alla Curia, 20 dicembre 2010)

    Se lo scandalo della pedofilia segna profondamente la vita interna della Chiesa, il 2010 è anche contraddistinto da violenti attacchi esterni, con la recrudescenza delle persecuzioni anticristiane. Il Papa dedica proprio al tema della libertà religiosa il Messaggio della Giornata Mondiale della Pace dove definisce i cristiani il gruppo religioso più perseguitato al mondo. Nel discorso alla Curia Romana, inoltre, usa per la prima volta il termine “cristianofobia”. Accorato l’appello a fermare le violenze anticristiane dopo la terribile strage alla cattedrale siro-cattolica di Baghdad, del 31 ottobre:

    “Prego per le vittime di questa assurda violenza, tanto più feroce in quanto ha colpito persone inermi, raccolte nella casa di Dio, che è casa di amore e di riconciliazione. Esprimo inoltre la mia affettuosa vicinanza alla comunità cristiana, nuovamente colpita, e incoraggio pastori e fedeli tutti ad essere forti e saldi nella speranza”. (Angelus, 1 novembre 2010)

    Ai cristiani discriminati, il Pontefice si rivolge con parole di incoraggiamento nel Messaggio “Urbi et Orbi” di Natale, con un pensiero speciale ai cristiani in Cina:

    “...affinché non si perdano d’animo per le limitazioni alla loro libertà di religione e di coscienza e, perseverando nella fedeltà a Cristo e alla sua Chiesa, mantengano viva la fiamma della speranza. L’amore del ‘Dio con noi’ doni perseveranza a tutte le comunità cristiane che soffrono discriminazione e persecuzione, ed ispiri i leader politici e religiosi ad impegnarsi per il pieno rispetto della libertà religiosa di tutti”. (Messaggio Natale, 25 dicembre 2010)

    Del resto, in più occasioni, il Papa mette in guardia dal tentativo che si va rafforzando nelle società secolarizzate dell’Occidente di escludere la fede dalla dimensione pubblica, in particolare cancellando i segni visibili del Cristianesimo. C’è bisogno di una “Nuova evangelizzazione”, ne è convinto Benedetto XVI, che per questa impegnativa e inedita missione istituisce un nuovo dicastero:

    “Ho deciso di creare un nuovo Organismo, nella forma di 'Pontificio Consiglio', con il compito precipuo di promuovere una rinnovata evangelizzazione nei Paesi dove è già risuonato il primo annuncio della fede e sono presenti Chiese di antica fondazione, ma che stanno vivendo una progressiva secolarizzazione della società e una sorta di 'eclissi del senso di Dio', che costituiscono una sfida a trovare mezzi adeguati per riproporre la perenne verità del Vangelo di Cristo”. (Primi Vespri, 28 giugno 2010)

    Proprio l’accento sul ruolo e il contributo che la fede può dare ad una società moderna è la chiave di lettura dello storico viaggio di Benedetto XVI nel Regno Unito, culminato nella Beatificazione del cardinale Newman, testimone convincente del dialogo possibile tra fede e ragione. Memorabile resta il discorso del Pontefice a Westminster Hall:

    “In quel luogo così prestigioso ho sottolineato che la religione, per i legislatori, non deve rappresentare un problema da risolvere, ma un fattore che contribuisce in modo vitale al cammino storico e al dibattito pubblico della nazione, in particolare nel richiamare l’importanza essenziale del fondamento etico per le scelte nei vari settori della vita sociale”. (Udienza generale, 22 settembre 2010)

    Quello nel Regno Unito è uno dei cinque viaggi apostolici internazionali di Benedetto XVI, che nel 2010 visiterà anche Malta sulle orme di San Paolo, Fatima dove si farà pellegrino ai piedi della Vergine, Santiago de Compostela, nell’Anno Santo giacobeo, e Barcellona nel segno di Gaudì. Storica la visita di giugno a Cipro, la prima volta di un Pontefice nell’isola divisa del Mediterraneo e che avviene all’indomani della barbara uccisione in Turchia del vescovo Luigi Padovese. A Nicosia, il Papa consegna l’Instrumentum Laboris del Sinodo dei vescovi per il Medio Oriente, che si tiene in ottobre in Vaticano. Un evento, è l’auspicio del Papa, che possa aiutare a costruire ponti di pace in Terra Santa:

    “La pace è la condizione indispensabile per una vita degna della persona umana e della società. La pace è anche il miglior rimedio per evitare l’emigrazione dal Medio Oriente. (…) Preghiamo per la pace in Terra Santa. Preghiamo per la pace nel Medio Oriente, impegnandoci affinché tale dono di Dio offerto agli uomini di buona volontà si diffonda nel mondo intero”. (Messa conclusione Sinodo, 24 ottobre 2010)

    Nel 2010, il Papa compie anche quattro visite pastorali in Italia: a Carpineto Romano, Sulmona e Palermo, dove invita i giovani a “non cedere alle suggestioni della mafia”. Intensa la visita del Papa a Torino dove si raccoglie in preghiera dinnanzi alla Santa Sindone, che definisce “icona del Sabato Santo”. Quel telo sepolcrale, è la meditazione del Papa, ci fa comprendere che Dio, in Gesù Cristo, ha condiviso il nostro rimanere nella morte:

    “Gesù Cristo, rimanendo nella morte, ha oltrepassato la porta di questa solitudine ultima per guidare anche noi ad oltrepassarla con Lui”. (Venerazione della Santa Sindone, 2 maggio 2010)

    Numerose anche le visite nella sua diocesi di Roma: dalle parrocchie al Seminario Romano Maggiore, dalla Madonna di Montemario all’Ostello Caritas. Di valore ecumenico, la visita alla chiesa evangelica luterana; storica quella d’inizio anno alla sinagoga di Roma. Il Papa auspica che cristiani ed ebrei possano testimoniare assieme la fede nell’unico Dio. E non manca di rievocare il dramma sconvolgente della Shoah:

    “La Chiesa non ha mancato di deplorare le mancanze di suoi figli e sue figlie, chiedendo perdono per tutto ciò che ha potuto favorire in qualche modo le piaghe dell’antisemitismo e dell’antigiudaismo. Possano queste piaghe essere sanate per sempre!” (Discorso alla Sinagoga di Roma, 17 gennaio 2010)

    Due i documenti di Benedetto XVI che hanno destato particolare attenzione quest’anno: il libro intervista “Luce del Mondo” e l’Esortazione apostolica post-sinodale “Verbum Domini”. Il Papa ribadisce, con questo documento, la necessità di rimettere la Parola di Dio al centro della vita dei cristiani:

    “…tanti cristiani hanno bisogno che sia loro riannunciata in modo persuasivo la Parola di Dio, così da poter sperimentare concretamente la forza del Vangelo (n. 96). I problemi sembrano talora aumentare quando la Chiesa si rivolge agli uomini e alle donne lontani o indifferenti ad una esperienza di fede, ai quali il messaggio evangelico giunge in maniera poco efficace e coinvolgente”. (Discorso alla Plenaria della Cultura, 13 novembre 2010)

    Il 2010 di Benedetto XVI è fatto anche di appuntamenti tradizionali come gli Angelus domenicali e le udienze generali. In particolare, le 45 catechesi del mercoledì rappresentano uno scrigno di meditazioni su figure universalmente note come San Francesco e San Domenico ma anche su mistiche meno conosciute che, grazie al Papa, tornano a parlare ai fedeli di oggi. Da settembre, in particolare, il Papa ha intrapreso un ciclo di catechesi sulle figure femminili nella Chiesa. Quest’anno, Benedetto XVI ha inoltre ricevuto in visita ad Limina i presuli di oltre 15 Stati, tra cui spicca il Brasile che annovera la più grande Conferenza episcopale del mondo. Ed ha celebrato il suo terzo Concistoro, nel quale ha creato 24 cardinali. Sei i nuovi Santi, canonizzati il 17 ottobre in Piazza San Pietro, tra cui Mary MacKillop, prima australiana elevata all’onore degli altari. Tra le decisioni importanti del Papa anche l’istituzione di una Commissione d’inchiesta sulle apparizioni mariane di Medjugorje, e la pubblicazione di un motu proprio sulla prevenzione e il contrasto delle attività illegali in campo finanziario nello Stato vaticano. “La Chiesa è giovane”, aveva affermato Benedetto XVI nella Messa d’inizio Pontificato. Una convinzione colma di speranza che il Papa ha ripetuto anche in quest’anno vissuto intensamente:

    “Abbiamo visto che la Chiesa anche oggi benché soffra tanto, come sappiamo, tuttavia è una Chiesa gioiosa, non è una Chiesa invecchiata, abbiamo visto che la Chiesa è giovane e che la fede crea gioia". (Discorso alla Bayerischer Rundfunk, Castel Gandolfo, 29 luglio 2010)

    (musica)

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    Lievito dell'umanità: editoriale di padre Lombardi

    ◊   Domani, 1° gennaio, Benedetto XVI presiederà alle 10.00, nella Basilica Vaticana, la Messa per la Solennità di Maria Santissima Madre di Dio e in occasione della 44.ma Giornata mondiale della pace, che quest'anno si svolge sul tema della libertà religiosa. Per la Chiesa è tempo di bilanci ma soprattutto di prospettive per rilanciare la propria missione al servizio del Vangelo e dell'umanità. Ascoltiamo in proposito il nostro direttore, padre Federico Lombardi, nel suo editoriale per Octava Dies, il settimanale informativo del Centro Televisivo Vaticano:

    Il Regno di Dio "è come il lievito dell'umanità: se mancasse, verrebbe meno la forza che manda avanti il vero sviluppo: la spinta a collaborare per il bene comune, al servizio disinteressato del prossimo, alla lotta pacifica per la giustizia. Credere nel Dio che ha voluto condividere la nostra storia è un costante incoraggiamento ad impegnarsi in essa, anche in mezzo alle sue contraddizioni". Queste parole del Papa nel suo messaggio natalizio illuminano il passaggio dal vecchio al nuovo anno, tempo di bilanci e di prospettive, con lo sguardo al passato e al futuro. Così è anche per i credenti, che vivono con i piedi ben piantati sulla terra ma con gli occhi aperti allo stesso tempo verso il cielo. Sia il messaggio del giorno di Natale, sia quello per la Giornata mondiale della Pace del 1° gennaio, sulla libertà religiosa, dicono l'attenzione intensa della Chiesa per quanto avviene attorno a noi, in ogni continente. Ma va notato soprattutto come la lettura della storia alla luce della fede coglie in profondità il rapporto fra le dimensioni che appaiono più materiali e terrene della vicenda umana e quelle morali e spirituali. In questa prospettiva la libertà religiosa, indissolubilmente connessa alla dignità della persona, è necessaria come "via alla pace". In questa prospettiva, come diceva Papa Benedetto nello storico discorso di Westminster Hall, la religione non è "un problema da risolvere" nella vita della società, ma è parte essenziale della soluzione. Solo nell'alleanza fra ragione e fede, e non nel loro scontro, possiamo guardare con fiducia alle sfide del futuro.

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    Circa 2 milioni e 300 mila le persone che hanno partecipato nel 2010 agli incontri con il Papa in Vaticano

    ◊   Le persone che hanno preso parte, nel corso del 2010, ai diversi tipi di udienze e incontri con Benedetto XVI in Vaticano o a Castel Gandolfo sono stati circa 2 milioni e 300 mila, in aumento di circa 30 mila presenze rispetto al 2009. Il dato presenta un ovvio margine di approssimazione, in quanto se per alcuni appuntamenti, come le udienze generali del mercoledì in Aula Paolo VI o le udienze particolari nel Palazzo Apostolico, la stima può basarsi su una cifra abbastanza precisa di partecipanti (che diventa sempre per difetto quando le udienze si svolgono in Piazza San Pietro), per altri momenti – come l’Angelus o il Regina Coeli domenicale, oppure cerimonie di ampio respiro come quelle legate a canonizzazioni o, ad esempio la chiusura dell’Anno Sacerdotale – il dato è necessariamente più sommario. Nel dettaglio, le presenze alle udienze generali del 2010 si possono quantificare attorno alle 493 mila, in poco più di 178 mila quelle alle udienze particolari, in 381 mila quelle alle celebrazioni liturgiche e in oltre un milione e 200 mila quelle all’Angelus/Regina Coeli.

    Queste cifre non tengono in conto le folle che abitualmente si raccolgono attorno al Pontefice in occasione dei suoi viaggi apostolici all’estero, come accaduto nel corso di quest’anno a Malta, in Portogallo, a Cipro, nel Regno Unito e a Santiago de Compostela e Barcellona. In modo analogo, non vengono conteggiate le presenze, quasi sempre superiori alle aspettative, che fanno da cornice alle visite pastorali del Papa in Italia (quest’anno a Torino, Sulmona, Carpineto Romano e Palermo), né le presenze durante le visite del Pontefice nelle parrocchie romane. (A cura di Alessandro De Carolis)

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    Oggi su "L'Osservatore Romano"

    ◊   Benedetto XVI e la sua "ars celebrandi": in prima pagina, il cardinale Lluis Martinez Sistach sulla dedicazione della Sagrada Familia di Barcellona.

    Nell'informazione internazionale, un articolo di Francesco Citterich sull'Ungheria, che assume la presidenza del semestre europeo.

    Tra l'ultima notte e il primo die: in cultura, Inos Biffi sul settimo canto del Paradiso dantesco.

    Sulle conferenze episcopali europee un articolo di Michele Madonna dal titolo "Un nuovo attore nelle relazioni tra Stati e Santa Sede".

    Il rischio di fermarsi sul come: su rete e cyber-teologia anticipazione dell'articolo di Antonio Spadaro dall'ultimo numero de "La Civiltà Cattolica".

    Il dono rimosso dell'essere figli: Giulia Galeotti sulla filosofia del "prendersi cura".

    Un'agenda in latino (e molti correttori volontari): Silvia Guidi su Agendae Res, che compie cinque anni.

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    Oggi in Primo Piano



    Bombe contro le case dei cristiani a Baghdad: due morti. Mons. Warduni: terroristi senza religione

    ◊   In Iraq, queste ore che precedono l’arrivo del nuovo anno sono ancora segnate da dolore e sofferenza per una serie di attentati compiuti contro la comunità cristiana. Diverse bombe sono state piazzate ieri sera a Baghdad davanti ad abitazioni di cristiani provocando la morte di almeno 2 persone. La nuova ondata di attacchi nella capitale irachena al momento non è stata rivendicata ma sembra portare, nelle modalità, la firma di Al Qaeda. Si tratta di azioni terroristiche ingiustificabili, come sottolinea al microfono di Amedeo Lomonaco il vescovo ausiliare di Baghdad dei Caldei, mons. Shlemon Warduni:

    R. - Anche la fine di quest’anno, già caratterizzato da attentati e persecuzioni, hanno voluto che lo concludessimo con questi nuovi atti terroristici… Non hanno vergogna di farli! E’ gente senza una coscienza, senza religione. Ciò che fanno è certamente contro Dio, è contro l’umanità, ma è anche contro se stessi e contro le loro famiglie, perché non stanno in pace… Le famiglie cristiane vivono con tanta amarezza: padri, madri, fratelli e figli sono tutti in grande pericolo. Noi viviamo una condizione di grande dolore, di grande tristezza, ma abbiamo comunque la speranza in Dio. Ringraziamo il Santo Padre, che ci ha ricordati nel suo messaggio per l’anno nuovo, e preghiamo il Signore affinché gli dia la forza per poter portare avanti il suo gregge, la sua Chiesa, affinché riusciamo a glorificare il Signore, tutti insieme in pace e in sicurezza.

    D. - Eccellenza, ultimamente il governo iracheno ha rafforzato le misure di sicurezza per proteggere i cristiani. Che cosa serve ancora per sconfiggere, finalmente, il terrorismo?

    R. - Hanno fatto tutto il loro possibile per farci celebrare il Santo Natale. Ma ora, invece, le cose sembrano andare ancora peggio: non c’è ora quella stessa sicurezza assicurata per il Natale. Per questo chiediamo di proteggere sempre le minoranze di questo Paese. E’ necessario che queste minoranze siano protette. E’ una vergogna! E’ una vergogna per quella nazione dove i suoi abitanti non possono vivere in pace e in sicurezza. Io accuso anche tutto il mondo, perché tutto il mondo deve aiutare a portare la pace nel mondo e in modo speciale in Iraq.

    D. - Comunque, eccellenza, il terrorismo porta sconforto, violenze, paura, ma non potrà mai cancellare il messaggio cristiano, perché questo messaggio resta indelebile così come la testimonianza dei martiri, dei cristiani che non abbandonano la loro fede nonostante tutto…

    R. - Certamente! Certamente noi siamo fermi e saremo sempre fermi anche a costo di spargere il nostro sangue per il Signore, per il mondo e per la nostra nazione. (mg)

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    Ad Ancona la 43.ma marcia per la pace

    ◊   Prende il via oggi ad Ancona la 43.ma marcia per la pace. L’iniziativa, promossa dalla Conferenza episcopale italiana, da Pax Cristi e Caritas ha per tema: “Libertà religiosa, via per la pace”. Lo stesso tema scelto da Benedetto XVI per la celebrazione della Giornata Mondiale per la Pace che ricorre domani. Il cammino prenderà il via alle 17.30 con la preghiera ecumenica presso la Parrocchia dei Salesiani. Alle 22.30, dopo l’Adorazione eucaristica nella Cattedrale di San Ciriaco, si terrà la Santa Messa che chiuderà la giornata. Massimiliano Menichetti ha intervistato don Nandino Capovilla, coordinatore nazionale di Pax Christi:

    R. – La marcia ogni anno, e da molti anni ormai – dal ’68 – si ripropone in una città diversa d’Italia. Quest’anno vuol dire sentire ancora più vicine le parti ai confini estremi della terra, lì dove il Vangelo viene annunciato, lì dove le frontiere della guerra e della pace si confrontano e hanno bisogno di una testimonianza sempre più coraggiosa dei cristiani.

    D. – Si partirà nel pomeriggio: alle 17 il punto di ritrovo; alle 17.30 la preghiera ecumenica; poi, si chiuderà alle 22.30 con una celebrazione eucaristica...

    R. – Passeremo tra il porto di Ancona e l’Università: due luoghi che vogliamo attraversare fisicamente per sentirci partecipi di disagi profondi - pensiamo ai respingimenti – in un camminare che diventa poi anche impegno di testimonianza.

    D. – Il tema scelto “Libertà religiosa, via per la pace” è lo stesso tema scelto dal Papa per la Giornata mondiale per la pace del 1° gennaio...

    R. – Il Papa ci ha consegnato questo messaggio, dove parla chiaramente di una responsabilità, di un impegno attraverso due parole chiave: il dialogo e la ricerca in comune. Questo vuol dire profondo rispetto dell’altro, in una società sempre più multietnica e multiconfessionale.

    D. – Per testimoniare bisogna avere forte anche la propria identità, anche per poter entrare in dialogo con l’altro...

    R. – Certo! Identità che nasce da questo ascolto, da questo rispetto, da questo camminare insieme. Il Papa - è molto significativo - nel messaggio ricorda il 25.mo anniversario dell’incontro di Giovanni Paolo II ad Assisi con i leader delle grandi religioni del mondo, che riconoscono che la propria identità religiosa diventa motivo di speranza per il futuro, a partire proprio dal riconoscimento dell’altro. Quindi, ci aspetta assolutamente una sfida grande nel dialogo interreligioso.

    D. – E’ stata scelta la città di Ancona, la città – lo ricordiamo – che ospiterà a settembre il prossimo Congresso eucaristico nazionale...

    R. – Proprio per ricordare al cristiano la coerenza che dall’eucaristia direttamente poi diventa criterio per le scelte quotidiane.

    D. – Qual è l’auspicio che puoi fare per questa marcia?

    R. – Che il cammino diventi impegno e testimonianza. Il Papa parla anche di ripensare le armi della pace, nel suo messaggio: “E’ una missione storica e profetica: cambiare per rendere migliore il mondo”. Credo che questo sia davvero l’augurio che possiamo farci, marciando per le strade di Ancona e portando questo cammino nelle nostre diocesi.(ap)

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    Chiesa e Società



    Colera ad Haiti: quasi 150 mila i contagi. A rischio anche i raccolti di riso

    ◊   Continua a crescere il numero delle vittime del colera ad Haiti: sono 3.333 le persone morte e quasi 150.000 quelle contagiate dall’epidemia, secondo il bilancio del ministero della Sanità haitiano – ripreso dall’Agenzia Misna - formulato sulla base dei dati raccolti fino al 26 dicembre e che rivede al rialzo quello fermo ai dati del 20 dicembre. Il dipartimento settentrionale di Artibonite, da dove l’epidemia è partita, resta il più colpito, con 828 morti, mentre la capitale, Port au Prince conta 281 decessi. Un nuovo bilancio è stato diffuso anche dalle autorità della Repubblica dominicana (l’altro Paese che divide con Haiti l’isola caraibica di Hispaniola), le quali hanno fatto sapere che i malati di colera sono saliti a 139, confermando di non aver registrato alcun decesso. Intanto, secondo quanto diffuso da uno studio della Fao sarebbe a rischio anche una parte significativa dei raccolti di riso nelle regioni nord-occidentali dell’isola, proprio a causa del timore degli agricoltori di contrarre il colera. Secondo l’organizzazione dell’Onu per l’Alimentazione e l’Agricoltura, infatti, molti contadini stanno evitando di raccogliere il riso per paura che l’acqua dei fiumi e dei canali utilizzata per irrigare i loro campi possa essere infettata. Per scongiurare nuove terribili conseguenze sulla popolazione, le autorità haitiane e la Fao stanno dunque mettendo in atto una campagna informativa destinata a contadini e consumatori. (L.G.)

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    Sudan: Lettera pastorale di fine anno del vescovo di Rumbek

    ◊   Nella tradizionale lettera di fine d’anno, il vescovo di Rumbek, in Sudan, mons. Cesare Mazzolari, rende grazie al Signore - fonte di ogni bene e risanatore misericordioso di colpe ed errori – per le abbondanti grazie ricevute ed estende la sua gratitudine al personale ecclesiastico, ai fedeli e agli amici della sua diocesi . Il testo traccia un bilancio dei numerosi eventi che hanno aperto nuovi orientamenti alla vita spirituale dell’intera comunità locale: la 12.ma Assemblea diocesana, l’ordinazione episcopale del padre John Mathiang, nativo di Rumbek, e il lancio dei “101 giorni di preghiera” per un pacifico svolgimento del referendum sull’autodeterminazione del Sud Sudan, in programma il 9 gennaio prossimo. Nella lettera vengono anche ricordati l’incontro di vescovi di diverse conferenze episcopali africane con esponenti governativi, svoltosi a Rumbek nel novembre scorso e il Terzo Congresso della Gioventù - con l’inaugurazione di un nuovo Centro giovanile - alla presenza del nunzio apostolico, mons. Leo Boccardi. Non manca nel messaggio di mons. Mazzolari un riferimento alle nuove presenze di sacerdoti e di religiose venuti a collaborare nelle attività pastorali della diocesi. Viene inoltre evocata l’apertura di due stazioni radio diocesane, a Rumbek e a Tonj, che hanno prestato efficace sostegno all’evangelizzazione e al processo di preparazione delle elezioni e del prossimo referendum. (A cura di Marina Vitalini))


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    Guinea Bissau: chiesa costruita su un terreno donato da una famiglia musulmana

    ◊   Una piccola chiesa è sorta su un terreno donato da una famiglia musulmana a Mansaba, piccolo villaggio della Guinea Bissau a pochi chilometri dal confine con il Senegal. La chiesa è stata inaugurata martedì scorso alla presenza del vescovo di Bissau e la notizia è stata data all'agenzia Misna da padre Carlo Andolfi. “Una piccola grande notizia” dice padre Carlo. Missionario degli Oblati di Maria Immacolata (Omi), padre Carlo è originario di Nettuno (Roma), ma vive in Guinea Bissau da sette anni dopo averne trascorsi 23 nella vicina Senegal. “A Mansaba, che si trova a una ventina di chilometri dalla nostra missione di Farim - racconta – una comunità cristiana esiste da ormai vent’anni. Da qualche tempo cercavamo un luogo dove poter celebrare meglio la messa, poi i vicini – una famiglia musulmana – ci hanno praticamente donato un terreno attiguo a un nostro piccolo appezzamento rendendo così possibile la costruzione di quella che oggi è la Chiesa di San Giuseppe”. Alla prima celebrazione eucaristica, a San Giuseppe erano presenti anche l’imam locale e alcuni componenti della famiglia musulmana donatrice. “E’ stato un momento molto intenso – dice ancora padre Carlo – vissuto nel segno del dialogo e della concordia, concluso con un grande pranzo di comunità a coronamento di una giornata che non dimenticheremo”. A Mansaba convivono animisti, cristiani e musulmani e questa convivenza prende anche forma nella scuola gestita dai missionari: “Attualmente abbiamo corsi fino alla terza elementare e i 180 bambini che la frequentano sono di religioni diverse” conclude il missionario. “Un’ottima esperienza di dialogo e di confronto, soprattutto se confrontata con situazioni di senso opposto che purtroppo vediamo a volte verificarsi in altre zone del mondo”. (R.P.)

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    Burundi: dal Centro Jeunes Kamenge, un anno di solidarietà e pace per i giovani

    ◊   Un anno all’insegna della ricerca della pace in Burundi, nei Quartieri Nord, tra i giovani e la gente. E’ il 2010 vissuto dal Centro Jeunes Kamenge, un progetto sostenuto da molti, che traccia oggi il bilancio delle sue attività, nell’anno che sta per finire. Un 2010 che si conclude con la corsa in bici dei ragazzi: 13 kilometri di corsa nei quartieri di Kamenge, Kinama, Cibitoke, Ngagara, vissuta come una manifestazione popolare dalla folla in festa. Tanti gli appuntamenti di questi giorni, tra i quali diversi spettacoli e il concerto di fine anno, cui hanno partecipato tutti gli artisti del Centro, 3 orchestre, 2 gruppi di teatro, il gruppo di acrobati e alcuni gruppi rap. Tra le attività c’è stato poi il torneo di calcio tra scuole, mentre partirà a breve la distribuzione del materiale scolastico per 500 bambini delle elementari e dei primi anni delle superiori. Prosegue inoltre la distribuzione di semi di riso, di legumi e di piantine di papaia, con la colalborazione della Fao. Ci sono però anche alcuni punti deboli: tra ciò che non va, per esempio, c’è da segnalare la partenza in questi giorni della comunità delle suore, arrivate ormai a un numero esiguo, la mancanza cronica di fondi per i diversi progetti internazionali, ma anche la rottura di macchine e strutture ormai vecchie o le continue interruzioni di elettricità. Tante le organizzazioni coinvolte nel progetto, tra le quali Misereor, Developpement et Paix, Manos Unidas, Fondazione Vismara, Caritas Italiana, Conferenza Episcopale Italiana. (L.G.)

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    Uganda: quasi 50 vittime per la Febbre gialla. Si aspettano i vaccini

    ◊   Sono attesi nelle prossime 48 ore i primi vaccini contro la Febbre Gialla inviati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità per contrastare l’eccezionale epidemia in corso nel nord Uganda da quasi un mese, dopo un’assenza di oltre 40 anni della malattia dal Paese. In una nota inviata ieri e ripresa dall'agenzia Misna, il ministero della Sanità fa sapere che non appena arriveranno a Kampala le prime dosi, verrà avviata la campagna di vaccinazione nei distretti interessati. Secondo l’ultimo bilancio, 48 persone sono morte finora e 190 sono state infettate dalla malattia trasmessa dalle zanzare. I dati del ministero confermano anche che l’epidemia di Febbre Gialla interessa al momento 10 distretti del nord del Paese (Abim, Agago, Lamwo, Kitgum, Kotido, Pader, Gulu, Arua, Kaabong e Lira), precisando che i primi interventi messi a punto dovrebbero aver impedito l’ulteriore diffusione in altre zone. In attesa della massiccia campagna di vaccinazione, il ministero ha chiesto agli abitanti di bonificare le aree che favoriscono il prolificare delle zanzare e di dormire al riparo di tende. Essendo assente dall'Uganda da 40 anni, il vaccino contro la febbre gialla non era presente nelle scorte del Paese. A causa dell’epidemia in corso, infine, anche agli stranieri che si recheranno in Uganda viene ora richiesta obbligatoriamente la vaccinazione da Febbre Gialla, da compiersi almeno dieci giorni prima dell’arrivo nel Paese. (R.P.)

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    Diminuisce il numero dei giornalisti uccisi nel mondo ma aumentano i sequestri

    ◊   Nel 2010 è diminuito il numero di giornalisti uccisi, ma e' aumentato quello dei sequestri. E’ quanto emerge dal rapporto annuale di Reporter Senza Frontiere (Rsf), secondo cui i cronisti uccisi nel mondo durante l'anno sono stati 57, contro i 76 del 2009, mentre quelli aggrediti o minacciati sono stati 1.374. Stando ai dati diminuiscono in particolare le morti in zone di guerra, come l'Iraq o la Somalia, mentre aumentano gli omicidi ad opera di narcotrafficanti e altri criminali, cosa che ha fatto balzare il Messico al terzo posto della classifica dei Paesi con il maggior numero di vittime. ''Abbiamo la sensazione - ha commentato il segretario generale di Rsf, Jean-Francois Juillard - che sempre di piu' gli assassini dei giornalisti non siano da cercare sui campi di battaglia, ma nei Paesi vittime di milizie e mafie''. La tendenza piu' preoccupante, sottolinea Rsf, riguarda pero' i rapimenti di giornalisti, che sono in costante aumento negli ultimi tre anni: 29 nel 2008, 33 nel 2009 e ben 51 nel 2010. Per quanto riguarda infine l'informazione online, quest'anno sono stati arrestati 152 blogger e altri 52 sono stati brutalmente aggrediti. (C.S.)

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    India: il cardinale Dias al "Giubileo d'argento" del Jesus Youth International

    ◊   Diffondere la Parola con il linguaggio e gli strumenti propri delle nuove generazioni. È l’intento del Jesus Youth International, movimento cattolico internazionale nato trent'anni fa nello Stato del Kerala indiano, che celebra in questi giorni a Kochi, in India, la conclusione del «giubileo d'argento» con oltre 15mila delegati provenienti da ventinove Paesi. L'incontro, in programma fino a domani, prevede una serie di seminari, accompagnati da momenti di preghiera e di musica. L’evento è stato inaugurato dal cardinale Ivan Dias, prefetto della Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli, che ha sottolineato la partecipazione di migliaia di giovani e ha esortato questi “a diventare testimoni viventi di Cristo nel mondo moderno, con il duro lavoro e la parola e, se Dio lo vorrà, con il sangue”. Una ventina i temi di discussione al centro del programma degli interventi - rende noto l’Osservatore Romano - che serviranno a pianificare le linee guida dell'azione evangelizzatrice nel contesto dei mutamenti sociali ed economici in atto a livello globale. “Ciascun membro del movimento - ha spiegato il direttore spirituale, padre Thomas Tharayil - è in grado di portare nel mondo una testimonianza efficace di come Gesù trasforma le nostre vite e di come possiamo dedicare il nostro tempo alla preghiera e alla missione”. Il “giubileo d'argento” è stato caratterizzato nei mesi scorsi da diverse iniziative: tra queste il pellegrinaggio di gruppi di giovani che si sono alternati portando una croce di legno in vari Stati dell'India e l'adorazione perpetua del Santissimo svoltasi per un mese intero in tutte le arcidiocesi e diocesi indiane. Per l'evento infine è stato lanciato un programma di solidarietà a sostegno di 2.500 giovani studenti poveri. (L.G.)

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    Pellegrinaggio di Taizé a Rotterdam: i giovani siano solidali con chi soffre

    ◊   Continuano a vivere iniziative di festa e di preghiera e ad affollare tutti insieme le strade di Rotterdam gli oltre 30 mila giovani giunti il 28 dicembre scorso nella città olandese per il 33° “pellegrinaggio della fiducia” animato dalla comunità di Taizé. All’incontro – riporta l’agenzia Sir - partecipano circa 10 mila olandesi, ma soprattutto giovani polacchi; notevole anche la rappresentanza di ucraini, croati e francesi, seguiti da italiani e spagnoli. All’evento prendono parte anche giovani provenienti da altri continenti, soprattutto dal Sud America e perfino tre giovani di Haiti che vivono a Taizé. All'arrivo a Rotterdam i ragazzi hanno ricevuto la "Lettera dal Cile" scritta da frère Alois, priore di Taizé, attraverso la quale sono stati invitati a riflettere sulla gioia e la solidarietà con coloro che soffrono, "una gioia che resiste allo scoraggiamento". Il Parco delle Esposizioni è anche sede di alcuni degli incontri tematici che si svolgono nel pomeriggio, mentre altri appuntamenti si tengono in luoghi diversi della città, tra cui la chiesa ortodossa russa, quella anglicana di St. Mary, la Chiesa scozzese internazionale e la moschea Mevlana. Al mattino i giovani hanno momenti di preghiera e di riflessione nelle parrocchie di Rotterdam. Oltre 150 i “punti di accoglienza” distribuiti in tutta la città, mentre sono circa 10 mila le famiglie che hanno accolto uno o due giovani: tra queste anche alcune famiglie musulmane. La risposta di Rotterdam è stata sorprendente: oltre il 90% dei ragazzi è sistemato nelle case. (L.G.)

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    Il cardinale Sepe ai detenuti di Poggioreale: “La vera libertà è spezzare le catene del malaffare”

    ◊   “Per essere davvero liberi è necessario spezzare le catene che tengono legati al malaffare”. È il messaggio rivolto ai detenuti dal cardinale arcivescovo di Napoli Crescenzio Sepe, nel corso della messa celebrata ieri nel carcere di Poggioreale. “Il bambino che è nel presepe – ha detto – si identifica con ogni carcerato. Voi siete chiusi qui perché avete agito male e questo va pagato, ma conosco anche la vostra sofferenza. Oggi dovete credere che avrete un’occasione per riscattarvi”. Il porporato – rende noto il quotidiano Avvenire - ha quindi donato un rosario a ciascun detenuto e ha ricevuto in dono un candelabro in ferro battuto realizzato dai carcerati. Il cardinale Sepe ha inoltre portato a tutti i presenti – 300 tra detenuti, agenti e dirigenti della casa circondariale – l’annuncio dell’Anno straordinario indetto per la città di Napoli che li vedrà protagonisti perché la riflessione giubilare seguirà le Sette Opere di Misericordia. Tra gli appuntamenti di solidarietà durante il periodo del Natale, si è celebrato ieri anche il pranzo di fine anno con i poveri nel Salone del palazzo arcivescovile, al termine del quale è stato donato agli ospiti della Curia un pacco di cibi prodotti nelle terre confiscate alla camorra. (L.G.)

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    Comunità di Sant'Egidio: manifestazioni per la pace a Roma e in 400 città del mondo

    ◊   I cristiani non possono rassegnarsi ad accettare la guerra come soluzione ai conflitti e desiderano essere sempre operatori di pace. È il messaggio che anima la Giornata mondiale della Pace che si celebrerà domani. Una ricorrenza celebrata ogni anno dalla Chiesa cattolica, che ha origine con il pontificato di Paolo VI, il quale nel 1968 scrisse il primo Messaggio per la Pace: “… sarebbe Nostro desiderio che poi, ogni anno, questa celebrazione si ripetesse come augurio e come promessa, all'inizio del calendario che misura e descrive il cammino della vita umana nel tempo – recitavano le sue parole - che sia la Pace con il suo giusto e benefico equilibrio a dominare lo svolgimento della storia avvenire…”. La Comunità di Sant’Egidio, che nel 1968 muoveva i suoi primi passi, in questi 43 anni ha lavorato come ha potuto per la pace, nel dialogo con tutti, nell’incontro con uomini e donne di fedi diverse, nell’impegno quotidiano per costruire ovunque società della pace e della convivenza a partire dai più poveri. Da nove anni Sant’Egidio, sostenendo il Messaggio del Papa, inizia l’anno con il passo della pace, gridando: “Pace in tutte le Terre”. Un messaggio che risuonerà anche attraverso le oltre 400 manifestazioni previste domani in tutto il mondo. La Comunità si unisce così alle parole di Benedetto XVI: “Libertà religiosa, via per la pace”, per riaffermare quella vocazione che va riconosciuta come diritto fondamentale dell’uomo, presupposto per lo sviluppo umano integrale e condizione per la realizzazione del bene comune e l’affermazione della pace nel mondo. (L.G.)

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    Veglia di preghiera in Piazza San Pietro per la pace nelle famiglie e tra le Nazioni

    ◊   Una “Veglia di preghiera per la pace nelle famiglie e tra le Nazioni” si tiene questa sera in Piazza San Pietro, per iniziativa del Movimento dell’Amore Familiare; la Veglia durerà tutta la notte, dalle 23.30 di oggi fino alle 7 di domani mattina. Ad aprire la preghiera notturna, dopo il canto di inizio, sarà l’arcivescovo mons. Oscar Rizzato, alla presenza di don Stefano Tardani, fondatore ed assistente ecclesiastico del Movimento, famiglie, nuclei parrocchiali, membri di altri movimenti ed associazioni ecclesiali. Durante la notte, ad ogni ora, le famiglie animeranno la recita del Santo Rosario per chiedere al “Principe della Pace” il bene della fraternità universale. La Veglia ha un profondo significato spirituale e formativo, poiché indica il cammino privilegiato di un’autentica cultura della pace: la disposizione recettiva della singola persona, l’educazione nella famiglia, mediante il rispetto e la collaborazione reciproca, l’apertura e l’accoglienza degli altri con i loro diversi valori, nella comune appartenenza alla grande famiglia umana. (M.V.)

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    A 'Radio Sol Mansi' in Guinea Bissau un premio per la lotta all’Aids

    ◊   Un premio al lavoro realizzato nella lotta all’Aids, ma anche un riconoscimento ai suoi programmi di impatto nella vita delle persone portatrici del virus e alle informazioni fornite sulla diffusione della malattia. Sono le motivazioni dei riconoscimenti ottenuti da Radio Sol Mansi da parte del Segretariato nazionale per la lotta all’Aids, che ha attribuito all’emittente cattolica animata dal missionario del Pontificio Istituto Missioni Estere (Pime) padre Davide Sciocco, il Primo premio nella categoria ‘Organi di comunicazione sociale’ e nella sezione giornalisti. “E’ una soddisfazione grande come radio essere riconosciuti da un organo nazionale laico” ha detto all’agenzia Misna padre Davide Sciocco, sottolineando che si tratta del primo riconoscimento ricevuto dall’emittente in Guinea Bissau. Nella categoria giornalisti il primo premio è andato a Casimiro Cadjucam che a Sol Mansi ha curato per un anno un programma di sensibilizzazione e prevenzione sull’Aids in onda ogni sabato. (L.G.)


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    24 Ore nel Mondo



    Nigeria: retata contro i radicali islamici reponsabili delle violenze anticristiane

    ◊   In Nigeria, la polizia ha arrestato 92 esponenti della setta islamica radicale Boko Haram coinvolta negli attacchi contro le comunità cristiane che, nei giorni a cavallo delle festività natalizie, hanno insanguinato il nord e il centro del Paese africano, con un bilancio complessivo superiore agli ottanta morti. Il servizio di Marco Guerra:

    La retata è avvenuta a Maiduguri, capitale dello Stato federato settentrionale di Borno a maggioranza mussulmana. Qui, nella notte fra il 24 e il 25 dicembre scorsi, sei fedeli cristiani persero la vita nell’attacco contro due chiese mentre si svolgevano le celebrazioni del Natale. Secondo il capo della polizia locale, tra gli arrestati ci sarebbe anche un individuo di circa settant’anni, considerato il principale finanziatore della formazione radicale islamica, Boko Haram, protagonista già nel 2009 di una sanguinosa rivolta nel nord del Paese che causò centinaia di vittime. Lui e i suoi complici sono stati trasferiti nella capitale Abuja, al quartier generale della Sicurezza nazionale, per essere sottoposti a interrogatorio. Nell'abitazione dell'anziano sono stati confiscati tra l'altro un machete, l'arma principale utilizzata nelle stragi, come pure sostanze chimiche idonee alla confezione di esplosivi e nastri audio contenenti slogan che incitano al fanatismo religioso. Sul terreno, intanto, non si fermano le violenze: nelle 24 ore che hanno preceduto l’operazione si sono registrati altri cinque attacchi dei miliziani integralisti, nei quali hanno perso la vita almeno otto persone, fra cui tre agenti di polizia.

    Costa d’Avorio
    Sempre sull’orlo della guerra civile lo Stato africano della Costa d'Avorio. Il presidente uscente, Gbagbo, continua a non riconoscere la vittoria del rivale, Ouattara, alle presidenziali del mese scorso. I timori di violenze vengono espressi anche dalle Nazioni Unite, mentre i capi militari della Comunità economica degli Stati dell'Africa occidentale (Cedeao) hanno annunciato la messa a punto di un piano di intervento militare che mira a rovesciare il presidente Gbagbo, nel caso in cui i negoziati con il neo-eletto Ouattara dovessero fallire. E alla luce degli ultimi eventi, il Ministero degli esteri di Parigi ha raccomandato alle famiglie francesi con bambini di lasciare la Costa d'Avorio.

    Afghanistan
    Nuovo lutto fra il contingente italiano in Afghanistan. Lo Stato maggiore della Difesa ha confermato l’uccisione, con un colpo d’arma da fuoco, di un militare italiano, il caporlmaggiore Matteo Miotto, in forza al settimo Reggimento Alpini di Belluno. Stando alle prime informazioni disponibili, il soldato sarebbe stato colpito da un proiettile sparato a distanza da un cecchino nel distretto di Gulistan, nell'ovest dell'Afghanistan, mentre era in servizio su una torretta di guardia. Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha appreso con profonda commozione la notizia, esprimendo partecipazione al dolore dei familiari del caduto. E un'altra vittima della Forza internazionale di assistenza alla sicurezza (Isaf) si registra nel sud del Paese. Il soldato, di cui non è stata resa nota la nazionalità, è morto a seguito dello scoppio di un ordigno artigianale. Con questi due ultimi casi, il bilancio delle vittime straniere del 2010 è salito a 711, confermandosi come il più cruento dall’inizio dell’intervento militare nel 2001. Tuttavia, nel Paese prosegue la lotta contro il terrorismo. Le forze locali appoggiate da quelle internazionali hanno ucciso un importante leader dei talebani nell’area di Kunduz. Lo scontro a fuoco ha provocato la morte di una delle sue guardie del corpo e la cattura di altre quattro.

    Pakistan
    Proseguono le azioni della guerriglia in Pakistan. Stamattina, c’è stato un attacco contro un posto di polizia nella zona nordovest. Il bilancio è di due vittime: lo stesso attentatore è stato ucciso dagli agenti mentre stava piazzando un ordigno. Intanto, le principali città del Paese oggi risultano paralizzate a causa di uno sciopero organizzato dai partiti religiosi contro la riforma della legge sulla blasfemia. In seguito alla vicenda di Asia Bibi, la cristiana condannata a morte per blasfemia, il governo di Islamabad ha promesso di introdurre alcuni emendamenti per evitare abusi contro le minoranze religiose. Ma le proposte di modifica incontrano una strenua resistenza negli ambienti conservatori, che rappresentano una larga fetta della società pakistana.

    Russia, Khodorkovski
    Fa discutere la nuova condanna comminata in Russia all’ex patron della Yukos, Khodorkovski, e il suo socio, Lebedev. Khodorkovski resterà in carcere fino al 2017 per aver sottratto illegalmente migliaia di barili di petrolio alla sua compagnia. Ieri, un tribunale di Mosca gli ha inflitto altri 5 anni e mezzo di prigione, che si aggiungono agli 8 del primo processo per frode. La difesa, che ha definito la sentenza “illegale” e frutto delle pressioni del premier Putin, ha depositato un appello "preventivo" allo scopo di scongiurare un'eventuale inappellabilità per scadenza dei termini. Critiche gungono anche da "Human Rights Watch", che in un comunicato ha denunciato il carattere politico della condanna. La Russia ha respinto con sdegno le critiche tramite il ministro degli Esteri, Serghej Lavrov, il quale ha ricordato che i giudici in Russia agiscono nella più totale indipendenza dall'esecutivo.

    Brasile: no all'estradizione di Battisti
    Fra mille polemiche e la rabbia dei familiari delle vittime in Italia, nel primo pomeriggio di oggi il ministro degli Esteri brasiliano ha reso noto che il presidente uscente, Lula da Silva, non ha concesso l'estradizione in Italia dell’ex terrorista, Cesare Battisti, detenuto in Brasile dal 2007 e condannato in Italia all'ergastolo per 4 omicidi commessi negli anni Settanta, quando era leader dei Proletari armati per il comunismo. Ieri, aveva espresso parere contrario all’estradizione anche l'Avvocatura generale del Brasile. Ed è subito scontro diplomatico tra Roma e Brasilia: il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, ha ribadito che l’Italia ''non lascerà nulla di intentato'' affinché il Brasile “receda da questa decisione gravemente offensiva” e faccia valere il trattato sull'estradizione. Dal canto suo, l’esecutivo brasiliano esprime stupore per le reazioni italiane, sostenendo che la decisione di Lula non rappresenta un affronto verso un altro Paese.

    Italia-Rifiuti
    Migliora, in Campania, la situazione rifiuti grazie alla raccolta straordinaria ancora in corso che sta interessando Napoli e provincia al fine di togliere i cumuli di spazzatura dalle strade prima della notte di capodanno. Secondo le autorità, è probabile tuttavia che a fine giornata nelle strade di Napoli ci saranno ancora intorno alle 200-250 tonnellate di rifiuti. Per un punto della situazione, Luca Collodi ha sentito il parere di mons. Beniamino Depalma, arcivescovo-vescovo di Nola:

    R. - Dopo le manifestazioni dei mesi scorsi, la situazione è più tranquilla: la gente ha avuto la certezza che non ci sarà una terza discarica. L’emergenza non è completamente risolta e non sarà mai risolta se non si accetta il ciclo completo dei rifiuti, che va dalla raccolta differenziata al compostaggio e all’inceneritore. Il verso problema di Napoli e della Provincia di Napoli nella raccolta differenziale è un problema culturale.

    D. - La raccolta differenziata, forse, toglie affari alla criminalità organizzata che opera nel settore dei rifiuti…

    R. - La criminalità c’è, la camorra c’è, ma credo non sia opportuno scaricare tutto e sempre sulla camorra. Il Campania abbiamo una gestione dei rifiuti in ritardo di almeno 30 anni e questo perché coloro che dovevano fare delle scelte e prendere delle decisioni hanno sempre rimandato, accontentandosi di risolvere la situazione sempre con i tamponamenti.

    D. - Lei sostiene che serve anche una educazione alla gestione della differenziata da parte della gente. Ma questo forse si potrebbe ottenere con una sensibilizzazione anche da parte della Chiesa…

    R. - E’ quello che noi stiamo facendo: questo è un problema che riguarda la coscienza sociale. Le parrocchie possono quindi costituire un grande punto di riferimento. (mg)

    Turchia
    In Turchia, un’operazione antiterrorismo che ha portato all’arresto di 10 presunti membri di Al Qaeda. Secondo la stampa locale, avrebbero pianificato un attacco nel Paese da condurre in questi giorni. Otto sospettati sono stati prelevati mercoledì dalle loro abitazioni a Bursa, una città industriale del nordovest della Turchia, e ieri gli altri due a Istanbul. (Panoramica internazionale a cura di Marco Guerra)

    Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LIV no. 365

    E' possibile ricevere gratuitamente, via posta elettronica, l'edizione quotidiana del Bollettino del Radiogiornale. La richiesta può essere effettuata sulla home page del sito www.radiovaticana.va/italiano.

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