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Sommario del 30/12/2010

Il Papa e la Santa Sede

  • Motu Proprio del Papa: nuova legge contro riciclaggio e finanziamento del terrorismo
  • Padre Lombardi sulle nuove norme vaticane: trasparenza e credibilità
  • Motu Proprio: intervista al prof. Condemi
  • Il Papa ai cori giovanili dei "Pueri Cantores": esprimete la gioia dell'anima che incontra Dio
  • Nomina
  • Oggi su "L'Osservatore Romano"
  • Oggi in Primo Piano

  • Rapporto Fides: 23 operatori pastorali uccisi nel 2010
  • Il cardinale Bagnasco: la Chiesa italiana impegnata al fianco della gente
  • L'Anno Santo compostelano verso la conclusione. Mons. Barrio: evento di gioia e speranza
  • Natale sul grande schermo: dalla saga di Narnia a Megamind
  • Chiesa e Società

  • Istanbul: la visita del presidente dei Focolari Maria Voce al Patriarca di Costantinopoli
  • Orissa: gruppo di estremisti indù impedisce cremazione di dalit convertito al cristianesimo
  • India. Il cardinale Gracias sulla libertà religiosa: “L’unica via per la pace”
  • Vietnam. L’arcivescovo di Ho Chi Minh Ville: “Impariamo dal Papa come affrontare la vita”
  • Il governo del Nepal protegge il Natale per far fronte alla crisi economica
  • Filippine in ginocchio a causa delle piogge monsoniche
  • Caritas: progetti per aiutare Haiti
  • Sudan: il nuovo Provinciale dei Comboniani incoraggia l’integrazione etnica del sud
  • Rotterdam: il tema della gioia ha aperto il 33.mo incontro europeo di Taizé
  • Domani ad Assisi veglia di preghiera per la libertà religiosa
  • Capodanno: il Cenone del digiuno e la Marcia della Pace del Sermig
  • Inondazioni in Australia: un morto, oltre mille gli sfollati
  • 24 Ore nel Mondo

  • Costa d’Avorio: cresce il timore di nuovi scontri
  • Il Papa e la Santa Sede



    Motu Proprio del Papa: nuova legge contro riciclaggio e finanziamento del terrorismo

    ◊   E’ stata pubblicata oggi la Lettera apostolica del Papa, in forma di Motu Proprio, per la prevenzione e il contrasto delle attività illegali in campo finanziario e monetario. Ce ne parla Sergio Centofanti.

    "La pace purtroppo, ai nostri tempi, in una società sempre più globalizzata – scrive Benedetto XVI nella Lettera apostolica - è minacciata da diverse cause, fra le quali quella di un uso improprio del mercato e dell'economia e quella, terribile e distruttrice, della violenza che il terrorismo perpetra, causando morte, sofferenze, odio e instabilità sociale". Per questo, la Santa Sede – afferma il Papa - “approva” l’impegno della comunità internazionale nel dotarsi di “principi e strumenti giuridici” contro “il fenomeno del riciclaggio e del finanziamento del terrorismo” ed “intende far proprie queste regole nell’utilizzo delle risorse materiali che servono allo svolgimento della propria missione e dei compiti dello Stato della Città del Vaticano”. I nuovi provvedimenti, emanati in esecuzione della Convenzione Monetaria tra lo Stato della Città del Vaticano e l’Unione Europea del 17 dicembre 2009, sono quattro: la legge contro il riciclaggio dei proventi di attività criminose e il finanziamento del terrorismo; la legge sulla frode e contraffazione di banconote e monete in euro; due leggi in materia di banconote e monete in euro. “Il processo di elaborazione” di queste leggi – riferisce un comunicato della Segreteria di Stato – “è stato condotto con l’assistenza del Comitato misto … composto da rappresentanti dello Stato della Città del Vaticano e dell’Unione Europea”. Le normative – precisa il comunicato – non riguardano “meramente lo Stato della Città del Vaticano” ma anche la Santa Sede, “ordinamento distinto da quello dello Stato della Città del Vaticano – alla quale fanno capo enti ed organismi operanti in vari campi”, tra i quali anche lo Ior, l'Istituto per le Opere di Religione, riconfermando in questo modo l'impegno di quest'ultimo “ad operare secondo i principi ed i criteri internazionalmente riconosciuti”. Il comunicato rileva inoltre la costituzione dell’Autorità di Informazione Finanziaria (Aif), “Organismo autonomo ed indipendente con incisivi compiti di prevenzione e contrasto del riciclaggio e del finanziamento del terrorismo nei confronti di ogni soggetto, persona fisica o giuridica, ente ed organismo di qualsivoglia natura dello Stato della Città del Vaticano, dei Dicasteri della Curia Romana e di tutti gli Organismi ed Enti dipendenti dalla Santa Sede”. L’Aif, il cui presidente con i membri del Consiglio direttivo sono nominati dal Papa, è chiamata a vigilare sul rispetto dei “nuovi ed importanti obblighi di antiriciclaggio e di antiterrorismo a partire dal 1° aprile 2011, data di entrata in vigore della Legge”. La nuova normativa – conclude il comunicato della Segreteria di Stato – si iscrive nell’impegno della Sede Apostolica per l’edificazione di una convivenza civile e giusta ed onesta. In nessun modo si possono perciò trascurare o attenuare i grandi ‘principi dell’etica sociale, quali la trasparenza, l’onestà e la responsabilità’ (cfr. Benedetto XVI, Enciclica Caritas in Veritate, n.36)”.

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    Padre Lombardi sulle nuove norme vaticane: trasparenza e credibilità

    ◊   Sui nuovi provvedimenti vaticani per contrastare le attività illegali in campo finanziario e monetario, ascoltiamo la nota del direttore della Sala Stampa vaticana, padre Federico Lombardi:

    La pubblicazione odierna di nuove leggi per lo Stato della Città del Vaticano e per i Dicasteri della Curia romana e gli Organismi ed Enti dipendenti dalla Santa Sede è un evento di rilevante importanza normativa, ma anche di significato morale e pastorale di ampia portata. Tutti gli enti connessi con il governo della Chiesa cattolica e con quel suo “supporto” che è lo Stato della Città del Vaticano, vengono da oggi inseriti, in spirito di sincera collaborazione, nel sistema di principi e strumenti giuridici che la comunità internazionale sta edificando con la finalità di garantire una convivenza giusta e onesta in un contesto mondiale sempre più globalizzato; contesto in cui purtroppo le realtà economiche e finanziarie sono non di rado campo di attività illegali, come il riciclaggio di proventi di attività criminose e il finanziamento del terrorismo, veri pericoli per la giustizia e la pace nel mondo.

    Il Papa afferma senza mezzi termini che “la Santa Sede approva questo impegno” della comunità internazionale “e intende far proprie le regole” di cui essa si dota “per prevenire e contrastare” questi fenomeni terribili. Da sempre le attività illegali hanno dimostrato una straordinaria capacità di insinuarsi e di inquinare il mondo economico e finanziario, ma il loro svilupparsi a livello internazionale e l’uso delle nuove tecnologie le hanno rese sempre più pervasive e capaci di mascherarsi, cosicché per difendersi è diventato urgentissimo costituire reti di controllo e informazione mutua fra le autorità preposte alla lotta contro di esse.

    Sarebbe ingenuo pensare che l’intelligenza perversa che guida le attività illegali non cerchi di approfittare proprio dei punti deboli e fragili, talvolta esistenti nel sistema internazionale di difesa e di controllo della legalità, per insinuarsi al suo interno e violarlo. Perciò la solidarietà internazionale è di importanza cruciale per la tenuta di tale sistema, ed è comprensibile e giusto che le autorità nazionali di vigilanza e gli organismi internazionali competenti (Consiglio d’Europa e, in particolare, il GAFI: Gruppo di Azione Finanziaria Internazionale contro il riciclaggio di capitali) guardino con occhio favorevole gli Stati e gli enti che offrono le garanzie richieste e impongano invece vincoli maggiori a chi non vi si adegui.

    Ciò vale naturalmente anche per la Città del Vaticano e gli enti della Chiesa che svolgono attività economiche e finanziarie. La nuova normativa risponde quindi insieme all’esigenza di conservare un’efficace operatività agli enti che operano nel campo economico e finanziario per il servizio della Chiesa cattolica nel mondo, e – prima ancora - all’esigenza morale di “trasparenza, onestà e responsabilità” che va in ogni caso osservata nel campo sociale ed economico (Caritas in Veritate, 36).

    L’attuazione delle nuove normative richiederà certamente molto impegno. C’è la nuova Autorità di Informazione Finanziaria da avviare. Ci sono nuovi obblighi da rispettare. Nuove competenze da esercitare. Ma per la Chiesa non può venirne che bene. Gli organismi vaticani saranno meno vulnerabili di fronte ai continui rischi che si corrono inevitabilmente quando si maneggia il denaro. Si eviteranno in futuro quegli errori che così facilmente diventano motivo di “scandalo” per l’opinione pubblica e per i fedeli. Insomma, la Chiesa sarà più “credibile” davanti alla comunità internazionale e ai suoi membri. E questo è di importanza vitale per la sua missione evangelica. Oggi, 30 dicembre 2010, il Papa ha firmato un documento di genere per lui un po’ insolito, ma di grande coraggio e grande significato morale e spirituale. E’ un bel modo di concludere quest’anno, con un passo concreto nella direzione della trasparenza e della credibilità!

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    Motu Proprio: intervista al prof. Condemi

    ◊   Sulle nuove normative vaticane, Sergio Centofanti ha intervistato il prof. Marcello Condemi, professore associato di Diritto dell’Economia nell’Università G. Marconi di Roma, già esperto in materia di riciclaggio presso la Banca d’Italia e componente della delegazione italiana al Gafi.

    D. – Professor Condemi, qual è il contento dei provvedimenti e perché vengono pubblicati adesso?

    R. – Anzitutto, rispondo al secondo interrogativo: perché vengono pubblicati adesso? Vengono pubblicati adesso perché si è dovuto lavorare nel corso del 2010 all’elaborazione di documenti in esecuzione della Convenzione monetaria che lo Stato della Città del Vaticano ha stipulato con l’Unione Europea il 17 dicembre 2009. Che cosa prevede la Convenzione monetaria? La Convenzione, anzitutto, prevede che lo Stato della Città del Vaticano utilizzi l’euro come sua moneta ufficiale e conferisca corso legale alle banconote e alle monete in euro. La stessa Convenzione, per dar modo allo Stato della Città del Vaticano di adempiere a questo impegno, ha costituito un comitato – costituito da rappresentanti dello Stato della Città del Vaticano, da rappresentanti della Repubblica italiana, da rappresentanti della Commissione europea e della Banca Centrale Europea – che ha il compito, tra gli altri, di esaminare le misure adottate dallo Stato della Città del Vaticano ai sensi dell’articolo 8. Tale articolo prevede che lo Stato della Città del Vaticano si impegni ad adottare tutte le misure appropriate per attuare gli atti giuridici e le norme elencate nell’allegato alla presente Convenzione, in materia di banconote e monete in euro, di prevenzione del riciclaggio di denaro, della frode, della falsificazione di mezzi di pagamento in contante e diversi dal contante. Nell’allegato alla Convenzione monetaria, sono indicati alcuni provvedimenti per ciò che riguarda la prevenzione del riciclaggio del denaro, la prevenzione della frode e della falsificazione e, altresì, disposizioni sulle banconote e monete in euro, con l’indicazione del termine entro il quale sarebbe dovuta avvenire l’emanazione di detti atti giuridici e cioè entro il 31 dicembre 2010. All’interno, quindi, dello Stato si è dovuto lavorare per la predisposizione di alcune leggi – che sono esattamente quattro – al fine di dare esecuzione alla Convenzione monetaria, entro i termini ivi previsti, e cioè entro il termine del 31 dicembre 2010. Per quanto riguarda, invece, il contenuto dei provvedimenti, partendo dalla legge in materia di prevenzione e contrasto del riciclaggio dei proventi da attività criminosa, va detto che è una legge che disciplina gli obblighi che i soggetti operanti nello Stato della Città del Vaticano e nell’ambito della Santa Sede sono tenuti ad osservare. Tali obblighi consistono nell’ adeguata verifica, comprensiva dell’identificazione e registrazione di soggetti con i quali si intrattengono rapporti, sia di conto o di altra natura, rapporti continuativi o di affari; la legge prevede anche obblighi di segnalazione di operazioni sospette, che rappresentano, al pari delle altre legislazioni esistenti in altri Paesi, gli obblighi principali in materia di prevenzione e contrasto del riciclaggio e del finanziamento del terrorismo. La stessa legge, inoltre, prevede la costituzione di un’autorità di informazione finanziaria ed anche la previsione di sanzioni amministrative pecuniarie per la violazione di disposizioni ivi contenute. Ci sono poi altre disposizioni particolari, di controllo, quali la previsione di un obbligo di segnalazione e anche di registrazione e di conservazione, relativamente al denaro contante in entrata e in uscita dallo Stato. Nel testo della legge sono previste disposizioni normative penali in attuazione di principi contenuti, non solo nella direttiva europea in materia di riciclaggio ma anche in una raccomandazione del “Gafi” in ordine alla necessità che determinate fattispecie delittuose siano previste nell’ordinamento degli Stati quali reati presupposto, cioè quali reati dai quali si originino utilità oggetto di riciclaggio. Quindi, la legge dispone di fattispecie delittuose, sanzionate penalmente, e di una parte amministrativa, riguardante – come ho già precisato – previsioni amministrative per contrastare il fenomeno del riciclaggio e del finanziamento del terrorismo. Per quanto riguarda, invece, le leggi sulla monetazione, l’una sulle banconote in euro e l’altra sulle monete in euro, dettano disposizioni, in particolare, in materia di specificazioni tecniche, di riproduzione, sostituzione e ritiro di banconote. La legge sulle banconote precisa i tagli e le specifiche che riguardano le banconote in euro, e cioè si prevede che siano previsti sette tagli della serie di banconote in euro; essa poi contiene disposizioni in materia di riproduzione delle banconote in euro, disposizioni in materia di sostituzione di banconote mutilate o danneggiate e, infine, anche previsioni per contrastare le riproduzioni illegali. Diciamo che sulla medesima falsariga si muove la legge in materia di monetazione; essa riguarda i vari valori unitari e le specificazioni tecniche delle monete in euro, tant’è che all’articolo 1 si prevedono specificazioni tecniche riguardanti otto valori unitari (da un centesimo a 2 euro) che caratterizzano appunto le monete che saranno emanate dallo Stato della Città del Vaticano; sono poi previste anche disposizioni in materia di circolazione, di disegno sulle facce nazionali e anche disposizioni in materia di emissione di monete commemorative in euro destinate alla circolazione, oltre che – al pari dell’altra legge – sulla titolarità dei diritti d’autore. L’ultima legge delle quattro, non ultima in ordine di importanza ma soltanto in ordine di esame, riguarda la frode e la contraffazione delle banconote e monete in euro. Viene precisato in questa legge cosa debba intendersi per frode e falsificazione, e cioè tutti i fatti fraudolenti consistenti nella fabbricazione o nell’alterazione di banconote e di monete in euro, indipendentemente dal mezzo impiegato, e anche per moneta e banconota; si prevedono, inoltre, obblighi di ritiro dalla circolazione di banconote e di monete false e si introducono due sanzioni in caso di violazione degli obblighi di ritiro dalla circolazione delle banconote e monete false e anche, di gran lunga più pesante, per la produzione e la vendita di banconote e monete false. E la pena, in quest’ultimo caso, è della reclusione da 3 a 12 anni, ottenuta intervenendo sull’originario articolo 256, già contenuto nel Codice penale vaticano.

    D. – Per quale ragione sono state emanate, in materia di riciclaggio e finanziamento del terrorismo, una legge per lo Stato ed una Lettera apostolica per la Santa Sede?

    R. – Anzitutto, va fatta una precisazione al riguardo. La Santa Sede e lo Stato della Città del Vaticano, nel contesto delle relazioni internazionali, rappresentano due soggetti distinti anche se collegati apicalmente: cioè, il Romano Pontefice non solo è a capo della Santa Sede ma è anche il sovrano dello Stato della Città del Vaticano. La Santa Sede è l’organo del governo della Chiesa cattolica universale. A capo della Chiesa vi è il Romano Pontefice che governa la Chiesa, avvalendosi di organismi – la Curia Romana – ai quali partecipa la sua potestà. Ora, la Santa Sede non ha una dimensione temporale: lo Stato della Città del Vaticano costituisce lo strumento per garantire, anche territorialmente, l’indipendenza della Santa Sede da qualsiasi altro potere. Lo Stato della Città del Vaticano deve garantire alla Santa Sede la piena e visibile sovranità e indipendenza nella sfera temporale e politica, per la più perfetta applicazione dei suoi compiti religiosi e spirituali. La Santa Sede, al pari degli altri Stati, è titolare di prerogative, tra le quali si annovera – appunto – il diritto di emanare atti giuridici tra i quali sono da menzionare le Lettere Apostoliche in forma di Motu Proprio, con cui, nel caso di specie, è stata recepita nell’ordinamento canonico una legge civile. Da qui, la necessità quindi di far propria o di introdurre nell’ordinamento canonico – sostanzialmente – della Santa Sede, una legge civile che è appunto la legge dello Stato della Città del Vaticano in materia di prevenzione e di contrasto del riciclaggio e del finanziamento del terrorismo. Ecco la ragione per cui la Lettera apostolica, dopo una premessa di ordine pastorale, precisa che, nell’approvare la legge concernente la prevenzione e contrasto del riciclaggio e dei provvedimenti di attività criminosa e del finanziamento del terrorismo, che viene oggi promulgata, stabilisce che la suddetta legge dello Stato della Città del Vaticano e le sue future modificazioni abbiano vigenza anche per i dicasteri della Curia Romana e per tutti gli organismi ed enti dipendenti dalla Santa Sede, ove essi svolgano le attività di cui all’articolo 2 della legge medesima”; articolo 2 che prevede – appunto – le attività di carattere finanziario – in linea generale – in presenza delle quali i soggetti che le svolgono sono tenuti al rispetto degli obblighi antiriciclaggio. Con lo stesso Motu Proprio, poi, il Sommo Pontefice costituisce l’Autorità di Informazione Finanziaria che è prevista nell’articolo 33 della legge in materia di prevenzione e contrasto del riciclaggio e del finanziamento del terrorismo e stabilisce altresì che la stessa autorità di informazione finanziaria eserciti i suoi compiti non solo nei confronti dei dicasteri della Curia Romana ma anche di tutti gli altri organismi ed enti che esercitano la loro attività nella Città. Infine, il Motu Proprio delega i competenti organi giudiziari dello Stato della Città del Vaticano ad esercitare la giurisdizione penale nei confronti dei dicasteri della Curia Romana e di tutti gli organismi ed enti di cui alla lettera a). Sostanzialmente si è avvertita la necessità di dover trasferire nell’ambito dell’ordinamento canonico, come ho precisato poc’anzi, cioè nell’ambito della Santa Sede una legge civile emanata dallo Stato della Città del Vaticano, qual è quella – appunto – in materia di riciclaggio contenente anche sanzioni penali, al fine di applicare agli enti ed organismi dipendenti dalla Santa Sede, tra i quali c’è anche lo Ior, l’Istituto per le opere di religione, che negli ultimi tempi è stato un po’ sotto le luci dei riflettori la legge antiriciclaggio. Quindi, con il Motu Proprio, nell’introdurre nell’ordinamento della Santa Sede la legge anti-riciclaggio, si costituisce un’unica autorità, che eserciterà i propri compiti – un’autorità di informazione finanziaria – per gli enti e gli organismi dello Stato della Città del Vaticano e per gli enti e gli organismi dipendenti dalla Santa Sede.

    D. – Quali sono i tratti peculiari del nuovo impianto normativo?

    R. – Direi che i tratti peculiari dell’impianto normativo li ho in parte già indicati poc’anzi, ma vorrei – specie in materia di riciclaggio – segnalare e sottolineare alcuni aspetti che si pongono con caratteristiche di peculiarità. La legge anti-riciclaggio sulla prevenzione e il contrasto del riciclaggio e del finanziamento del terrorismo introduce il reato di “auto-riciclaggio”. E’ una fattispecie che ancora in alcuni ordinamenti non è presente ma che è richiesta da principi vigenti nella comunità internazionale. Lo Stato della Città del Vaticano, e anche la Santa Sede – in virtù del Motu Proprio, come dicevo poc’anzi – ha introdotto non solo il reato di “riciclaggio”, ma anche il reato di “anti-riciclaggio”, tant’è vero che all’articolo 3 della legge si prevede che nei confronti della persona che ha commesso il reato grave, che è appunto il reato che nella legge viene indicato come il “reato presupposto”, cioè il reato – come dicevo poc’anzi – che è produttivo di beni o utilità che poi possano essere riciclati, si applichi una reclusione da due a sei anni e una multa da 1.000 a 10.000 euro, che è una pena meno pesante rispetto al riciclaggio ordinario, cioè commesso da colui il quale non abbia commesso il reato presupposto. L’altro aspetto di peculiarità di questa legge è appunto contenuto nell’articolo 2, che ho poc’anzi richiamato nel delineare i tratti caratteristici del Motu Proprio, il quale indica le attività alle quali si applicano gli obblighi di prevenzione in materia di riciclaggio e di finanziamento al terrorismo. Ecco: a differenza delle altre leggi, e per tener conto della peculiarità dell’ordinamento del Vaticano, si è ritenuto di dover far riferimento non già agli enti e agli organismi – società, banche, intermediari finanziari, operatori di varia tipologia – ma si è ritenuto di dover indicare le attività da assoggettare, indipendentemente dai soggetti, poi, che svolgano queste attività, al fine di abbracciare il maggior numero possibile di soggetti che comunque svolgano le attività indicate nell’articolo 2, ma anche per tener conto della peculiarità dell’ordinamento vaticano nell’ambito del quale non esistono banche ai sensi della legislazione vaticana: non esistono intermediari finanziari perché non esistono leggi che definiscano i soggetti come tali, ma che comunque si trovino a poter svolgere attività che, ai sensi della normativa europea e ai sensi dei principi e degli standard internazionali, svolgano comunque attività che debbano essere assoggettate agli obblighi anti-riciclaggio. Da qui, l’indicazione ampia di ogni soggetto – persona fisica o giuridica, ente od organismo di qualsivoglia natura, incluse le filiali e le succursali dei soggetti esteri – che svolgano professionalmente un’attività consistente in una serie di attività che sono appunto indicate nell’articolo 2; ed indico nell’intermediazione, a titolo esemplificativo, l’intermediazione assicurativa, l’assunzione di partecipazione, ricevere deposito o altri fondi rimborsabili dal pubblico, nel concedere crediti per proprio conto, nell’emissione e gestione di mezzi di pagamento e tante altre attività – l’elenco è molto lungo – fino a ricomprendere anche l’attività svolta da professionisti nell’ambito dell’ordinamento dello Stato della Città del Vaticano. L’altra peculiarità è rappresentata dall’articolo 39 della legge che, appunto, riguarda i movimenti cosiddetti trans-frontalieri, cioè quei movimenti di denaro contante in entrata o in uscita dallo Stato, il quale articolo 39 prevede un obbligo di dichiarazione, di registrazione e di conservazione precisando che ogni persona fisica che entri od esca dallo Stato, trasportando denaro contante di importo pari a quello stabilità dalla disciplina vigente nell’ordinamento europeo, deve dichiarare tale somma in forma scritta all’autorità di informazione finanziaria, fornendo una serie di dati tra i quali i dati identificativi, di importo del denaro, l’itinerario seguito in modo da poter consentire anche un controllo su questa tipologia di movimentazione. Questa disposizione è stata introdotta nell’ordinamento vaticano, perché? Perché si è voluto aggiungere questa disposizione a quella che è già presente sul territorio italiano, ma ovviamente presente anche in virtù di un regolamento europeo sul territorio degli altri Stati comunitari, al fine di rafforzare questo controllo. Infatti, già anche senza la previsione di questo articolo 39, tutti i soggetti che sarebbero fuoriusciti dal territorio vaticano o avrebbero fatto ivi ingresso, debbono già – ai sensi della legislazione italiana e ai sensi del regolamento europeo – applicare disposizioni riguardanti il controllo del denaro in entrata e in uscita dalla Unione Europea. L’Italia, a questo punto, rappresenta uno Stato dal quale si esce dall’Unione Europea per fare ingresso – nel caso di specie, come ho appena precisato – nell’Ordinamento vaticano. L'Autorità di Informazione Finanziaria, a questo punto e in base alla disposizione che ho appena indicato e richiamato, svolge i propri compiti non solo per gli organismi ed enti dello Stato della Città del Vaticano, ma anche per gli organismi ed enti dipendenti dalla Santa Sede. E’ un’unica autorità, che è titolare di compiti particolarmente incisivi, pregnanti di prevenzione e di contrasto al riciclaggio e al finanziamento del terrorismo, con compiti anche di vigilanza e di controllo, di emanazione di disposizioni normative e anche di studio di materia di riciclaggio e di finanziamento, e con la possibilità, con il compito precipuo di ricevere la segnalazione di operazioni sospette. L’ultima disposizione – l’ultima soltanto per richiamare quelle che ritengo siano meritevoli in prima battuta di una qualche indicazione – c’è l’articolo 42 che prevede sanzioni amministrative e pecuniarie il cui arco edittale è rappresentato e indicato da 10 a 250 mila euro, sanzioni che vengono irrogate nei confronti di tutti i soggetti obbligati, quindi sia persone fisiche sia enti, persone giuridiche o comunque diverse dalle persone fisiche, ma con un’ulteriore precisazione: che il soggetto sanzionato, qualora si tratti di un soggetto diverso dalla persona fisica, è tenuto ad esercitare l’azione di regresso nei confronti dell’autore della violazione. Quindi, si è voluto, in definitiva, colpire la persona fisica poiché si ritiene che quest’ultima sia, comunque, l’artefice della violazione, ancorché poi la legge preveda che la sanzione debba essere applicata nei confronti della persona giuridica.

    D. - L’ampiezza della normativa emanata permette allo Stato della Città del Vaticano e alla Santa Sede di accedere nell’elenco dei Paesi equivalenti, la cosiddetta “White List”?

    R. - Diciamo che la disciplina, che sarà emanata, è una disciplina - direi - abbastanza ampia, articolata, sì da abbracciare quanto previsto nella direttiva europea, che detta appunto disposizioni in materia di riciclaggio e di contrasto al riciclaggio del finanziamento al terrorismo. Quindi, si tratta di una disciplina puntale, articolata e che disciplina gli aspetti fondamentali e principali in materia di contrasto e di finanziamento del terrorismo. E’ chiaro che parlare di Stato equivalente significa che ha una connotazione giuridica ben precisa e significa far parte di un elenco di Stati che sono indicati - nel caso della legislazione italiana - in un decreto del ministro dell’Economia e delle Finanze del 2008 e si tratta di Stati che rispondano a requisiti o la cui legislazione risponda a requisiti in materia di contrasto al finanziamento del terrorismo, previsti e disciplinati dalla legislazione europea e dai principi dettati dalla Comunità internazionale, leggasi in modo particolare “Gafi”. Io ritengo che la disciplina, in sé per sé, sia ampia ed articolata e che consenta sicuramente alla Città del Vaticano di avere un apparato normativo di livello pari a quello che è presente in altri ordinamenti avanzati, molto avanzati, e che può quindi consentire alla Città del Vaticano e alla Santa Sede di poter iniziare il percorso per l’inserimento nella cosiddetta “White List”: tecnicamente si tratta di pervenire al risultato dell’introduzione nell’elenco dei Paesi equivalenti. Questo comporterà - allorquando si perverrà a questo obiettivo - di consentire alla Città del Vaticano di poter colloquiare ed intrattenere rapporti con altri organismi esistenti presso altre giurisdizioni, adempiendo agli obblighi soltanto di adeguata verifica e agli obblighi semplificati di adeguata verifica e non invece ad obblighi rafforzati di adeguata verifica, come sta invece accadendo adesso non facendo parte e non essendo inserita la Città del Vaticano nell’elenco dei Paesi equivalenti. A questo punto - direi - che si è nelle condizioni di poter iniziare il percorso per essere inseriti nella lista e, quindi, percorrere questa ulteriore tappa verso l’inserimento nell’elenco dei Paesi - appunto - equivalenti.

    D. - Quali sono le tappe successive che lo Stato della Città del Vaticano e la Santa Sede potrebbero prefigurarsi?

    R. - Direi che a questo punto - emanata la legge e quindi essendo in possesso di un apparato normativo ed ordinamentale che collochi la Città del Vaticano e la Santa Sede tra i Paesi in possesso appunto di una legislazione avanzata - il passo successivo è quello di iniziare ad intrattenersi con gli Organismi internazionali che si occupano di contrasto e riciclaggio del finanziamento del terrorismo. La Santa Sede ha già preso contatti con il “Gafi” al fine di iniziare con questo organismo una fase di verifica, di colloqui tesi alla verifica della qualità del proprio ordinamento, anche eventualmente apportando quegli affinamenti necessari che fossero richiesti, non solo dall’evoluzione stessa della disciplina ma anche da elementi e da convenzioni esistenti, che potrebbero essere recepiti nell’ordinamento della Città del Vaticano e della Santa Sede. Quindi avendo già preso contatti, si tratta ora - alla luce di questa nuova legge, di questo nuovo apparato normativo - di continuare lungo questa strada al fine anche di partecipare a pieno titolo in queste Organizzazioni internazionale, al fine di partecipare anche - possibilmente - ai lavori così da potersi coordinare con questi Organismi per affinare la propria legislazione e quindi al fine di percorrere quel tratto di strada che manca ancora per l’ingresso nella cosiddetta “White List”. Passo, questo, che sulla base della legislazione esistente dovrebbe essere abbastanza agevole.

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    Il Papa ai cori giovanili dei "Pueri Cantores": esprimete la gioia dell'anima che incontra Dio

    ◊   Il canto che esprime l’amore di Dio per l’uomo e dell’uomo per Dio è un “servizio” che contribuisce ad aumentare la fede di tutta la Chiesa. Sono le parole con le quali Benedetto XVI ha accompagnato la propria gratitudine nei riguardi dei Pueri Cantores. Il Papa ha ricevuto in Aula Paolo VI le migliaia di ragazzi e ragazze appartenenti a numerosi cori di varia provenienza mondiale, che hanno partecipato in questi giorni, a Roma e in Vaticano, al 36.mo Congresso della Federazione internazionale dei Pueri Cantores. Il servizio di Alessandro De Carolis:

    Un grazie in otto lingue, dall’inglese al russo, per comunicare a tutti un medesimo pensiero: cercare le parole e le note giuste per cantare a Dio vuol dire portare l’anima di chi ascolta il canto a far suo in qualche modo un pezzetto di cielo, a toccare con le corde del cuore l’amore di Dio. In un’Aula Paolo VI echeggiante di musica e di vitalità come quella che solo un raduno di giovani sa infondere attorno a sé, Benedetto XVI si è rivolto ai presenti, circa 4500 persone, che in questi giorni hanno preso parte al Congresso internazionale dei Pueri Cantores: un centinaio di cori di 14 Paesi di quattro continenti, con tremila voci di ragazzi e ragazze dai 7 ai 17 anni. Il primo grazie, in inglese, il Papa lo ha dedicato all’impegno profuso dai giovani, ha detto, per “l’apostolato del canto corale nella liturgia”:

    “As you tell out God’s praises…
    Così come dite le lodi di Dio, voi date voce al desiderio naturale di ogni essere umano di glorificarlo, con canti d'amore. E' difficile trovare le parole per esprimere la gioia dell'incontro amoroso dell'anima con Dio. Eppure la bella musica è in grado di esprimere qualcosa del mistero dell'amore di Dio per noi e del nostro per Lui".

    “Ricordate sempre – ha proseguito Benedetto XVI – che il vostro canto è un servizio”. Un servizio a Dio, anzitutto, ai propri compagni di fede, perché questo tipo di canto rafforza nel cuore e nella mente la preghiera a Cristo. Ed è, ha chiarito il Papa, “un servizio a tutta la Chiesa, che offre un anticipo della liturgia celeste che è l’obiettivo di tutto il culto vero, quando i cori di angeli e santi si uniscono in una canzone senza fine di amore e di lode”. Quindi, in lingua italiana, ha soggiunto:

    “Cari giovani amici, ringrazio voi e coloro che vi istruiscono nel canto sacro, per il prezioso servizio che svolgete nella Liturgia. Vi incoraggio tutti a perseverare e vi invito a sentirvi sempre partecipi della vita delle comunità cristiane a cui appartenete. Custodite la gioia che la venuta di Gesù porta con sé e scoprite sempre più quanto Egli vi voglia bene”.

    Stati Uniti, Svezia, Irlanda, Lettonia, Sud Corea, Ucraina, nazioni di lingua spagnola e portoghese. Il mondo del canto sacro giovanile si è schierato di fronte al Papa, che ha ripartito in più lingue indicazioni, benedizioni e sostegno. In particolare, ha osservato salutando i Pueri Cantores di lingua tedesca:

    “Das Evangelium der Heiligen Nacht...
    Il Vangelo della Notte Santa racconta delle lodi degli Angeli che i pastori hanno sentito nei campi di Betlemme. Da sempre i cristiani hanno compreso queste parole come un canto e ne hanno preso spunto a loro volta per rendere onore a Dio attraverso la musica. Anche voi, con il vostro canto, partecipate a questo compito, perché Dio sia magnificato e gli uomini abbiano grande gioia”.

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    Nomina

    ◊   Benedetto XVI ha nominato vescovo di Huesca e di Jaca (Spagna) mons. Julián Ruiz Martorell, finora vicario generale dell’arcidiocesi di Zaragoza. Mons. Julián Ruiz Martorell è nato a Cuenca il 19 gennaio 1957. Ha compiuto gli studi ecclesiastici nel Seminario Metropolitano di Zaragoza. Ordinato sacerdote a Zaragoza il 24 ottobre 1981, fra il 1983 ed il 1988 ha completato i suoi studi a Roma, ottenendo la Licenza in Teologia Dogmatica presso la Pontifica Università Gregoriana e la Licenza in Sacra Scrittura presso il Pontificio Istituto Biblico. È autore di vari studi ed articoli sulla Sacra Scrittura.

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    Oggi su "L'Osservatore Romano"

    ◊   Finanze trasparenti per la Santa Sede: Benedetto XVI emana norme contro il riciclaggio e il finanziamento del terrorismo; con un commento di Marcello Condemi.

    In rilievo, nell’informazione internazionale, la Costa d’Avorio, dove s’intensificano gli sforzi diplomatici per scongiurare la guerra civile.

    Newman e quel terzo secolo così simile a oggi: in cultura, Bernadette Waterman al simposio “Il primato di Dio nella vita e negli scritti del beato John Henry Newman”.

    L’inevitabile intrusa: Oddone Camerana su morte, riti funebri e lutto nella società contemporanea.

    Un articolo di Isabella Farinelli dal titolo “Alla ricerca del volto qualunque”: la vita di Gesù come soggetto di narrazione artistica.

    Un tocco di vita nell’arida matematica: Maria Maggi ricorda Benoit Mandelbrot.

    Raffaello fra la gente: Matthew Milliner su arte sacra fra uso liturgico e musicale.

    Nell’informazione religiosa, intervista di Marta Lago all’arcivescovo Julian Barrio Barrio a conclusione dell’Anno santo giacobeo.

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    Oggi in Primo Piano



    Rapporto Fides: 23 operatori pastorali uccisi nel 2010

    ◊   Nell’anno 2010 sono stati uccisi 23 operatori pastorali: un vescovo, 15 sacerdoti, un religioso, una religiosa, 2 seminaristi, 3 laici. Ma è solo la punta dell'iceberg di una situazione critica che coinvolge oggi sempre di più la comunità cristiana nel mondo. E’ quanto emerge dal consueto Rapporto di fine anno presentato dalla Fides, l'agenzia missionaria vaticana. Analizzando l’elenco per continente, anche quest’anno il numero più elevato di martiri compare in America, dove sono stati uccisi 15 operatori pastorali. Seguono l’Asia e l’Africa. Della testimonianza che questi martiri della fede lasciano a tutti noi, Fausta Speranza ha parlato con padre Vito Del Prete, del Pime, direttore ad interim di Fides:

    R. – Sono state uccise 23 persone: vescovi, preti, religiosi, seminaristi, laici. E’ rappresentato un po’ tutto il popolo di Dio. Ma questa è la minima parte. Pensando alla persecuzione che la Chiesa subisce dobbiamo dire che il momento è veramente molto, molto difficile ma forse anche benedetto perché la Chiesa è nata nel sangue e dà testimonianza con il sangue. La persecuzione oggi è diventata quella nota caratteristica della Chiesa che in un certo senso ne sta descrivendo e autenticando la natura. Basta vedere come, nonostante tutto, il Vangelo continui a diffondersi. Ma perché continua a diffondersi? Non per l’organizzazione della Chiesa o per i finanziamenti che dà, ma proprio perché è il sangue dei martiri a generare cristiani.

    D. - Padre Vito, la persecuzione non è mancata nei secoli di storia della Chiesa. Quali sono i tratti salienti di questo momento storico?

    R. – Come agenzia di stampa, stiamo seguendo specialmente l’Asia, in maniera particolare il Pakistan e anche l’India. Il Pakistan ormai è diventato per noi un momento di evangelizzazione nel sangue e lì ci sono tanti cristiani, semplici cristiani che perfino davanti all’oppressione continua da parte di gruppi fondamentalisti islamici non hanno paura di testimoniare Cristo. Il problema non riguarda solamente i cristiani che sono stati uccisi, ma anche le chiese che vengono bruciate, i cristiani che sono costretti a scappare via: sono i “displaced people”. E questo fenomeno tocca in maniera molto forte i cristiani in Asia: in Pakistan; in Birmania, di cui nessuno parla ma dove i cristiani vengono discriminati, qualche volta vengono ammazzati e nessuno viene a saperlo, e sono esiliati all’interno del loro stesso Paese. Senza parlare, poi, del Medio Oriente. Ora, tutto questo denota il fatto che Cristo è ancora una “controcultura”: è una “cultura” umana che si oppone a tutti i regimi e a tutte le oppressioni e schiavitù che l’uomo subisce dovunque si trovi. Il cristianesimo, infatti, in un certo senso fa paura non perché conquista ma perché dà una testimonianza di vita diversa.

    D. – Cristo è per la vita eppure vediamo fratelli che muoiono nell’annuncio di Cristo: quanto questo chicco di grano porta frutto?

    R. – Noi stiamo predicando la vita, e l’evangelizzazione è dare vita. Dare vita - come lei ha già ricordato - vuol dire marcire sotto terra perché altrimenti la spiga di grano non cresce. Il cristianesimo predica assolutamente la comunione: la comunione, però, non è possibile senza il perdono, senza la comprensione. Il cristianesimo, sotto questo aspetto, è una religione della debolezza: della debolezza dell’amore di Dio. Sono convinto che a lungo andare anche questo martirio, questo dare la vita – laddove la vita viene soppressa per i fratelli cristiani – trionferà, perché è la verità: cioè, in fondo, sarà l’amore che è verità a trionfare. (bf)

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    Il cardinale Bagnasco: la Chiesa italiana impegnata al fianco della gente

    ◊   La Chiesa italiana è al fianco di quanti vivono un periodo di difficoltà a causa della crisi economica. E’ quanto sottolinea il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza episcopale italiana. In questa intervista di Luca Collodi, l’arcivescovo di Genova si sofferma sull’impegno delle diverse realtà ecclesiali e caritative in favore dei più bisognosi:

    R. – La Chiesa vive accanto alla gente, quindi conosce direttamente le vicende delle persone, delle famiglie in tutte le situazioni della vita. Questa è una grande grazia che abbiamo, nel nome del Signore, e anche una grande responsabilità. Ecco perché noi pastori non possiamo tacere le istanze della gente, del popolo e dobbiamo dar loro voce. C'è pertanto una grande preoccupazione: la disoccupazione, il costo della vita per le famiglie … la Chiesa da un lato cerca di rispondere nell’immediato attraverso tutta quella rete fittissima di carità, di intervento, di solidarietà evangelica operati da parrocchie, associazioni, gruppi in virtù dell’8 per mille, di cui una grande parte – come è noto – fluisce proprio in questa direzione. Dall’altro lato, auspica e ricorda continuamente ai responsabili a tutti i livelli di fare sempre più “rete”, di dialogare proprio per costruire risposte sempre più efficaci e risolutive per questo momento che sembra essere non soltanto una congiuntura economica, anche per indurre un cambiamento strutturale di mentalità e di stili.

    D. – Secondo voi vescovi, c’è una questione morale, oggi, nella politica italiana, in chi gestisce il bene comune?

    R. – La questione morale è una questione innanzitutto culturale e in quanto tale tocca sempre, continuamente, l’uomo e tutte le espressioni dell’umano, della vita, della società, della vita personale e della vita sociale, collettiva a tutti i livelli. Quindi, esiste sempre una questione morale: non è mai spenta, non è mai fuori moda. Non dobbiamo mai “addormentarci” su questo versante: nessuno. Ma sempre tenere viva la categoria della moralità, che non è “moralismo”, come qualcuno dice, ma è una dimensione strutturale della persona. Il “bene” e il “male” vuol dire costruire l’uomo e la società, oppure distruggere l’uomo e la società.

    D. – Un’ultima questione riguarda l’impegno in politica dei cattolici: più volte il Papa, più volte lei, i vescovi, avete sollecitato un nuovo impegno in politica proprio espressione del mondo cattolico. Quale strada, dunque, si può ipotizzare per un rinnovamento della politica italiana?

    R. – Innanzitutto, il nostro appello di vescovi ad una nuova generazione di politici cattolici, come spesso è stato detto, non è un atto di disistima o di ingratitudine, tantomeno, verso tutti i cattolici che già ora – e da tempo – sono impegnati in politica; ma certamente, viviamo nella storia e quindi bisogna pensare anche al futuro, come è logico: in qualunque società, in qualunque famiglia, in qualunque gruppo. Per questo, vogliamo proprio insistere e incoraggiare i giovani che si sentono portati per questa forma di servizio alla collettività, che è la politica – “questa grande forma di carità”, diceva Paolo VI – preparandosi però facendo un discernimento su se stessi, sulle proprie capacità e attitudini intellettuali, morali e via discorrendo, e preparandosi. “Prepararsi” vuol dire attraverso una vita cristiana radicata, profonda, attraverso una conoscenza il più possibile completa della dottrina sociale cattolica, attraverso una conoscenza più puntuale e un addestramento circa la “polis”, con tutte le sue articolazioni: dalle più immediate, vicine, quelle territoriali, amministrative, a quelle più ampie e complesse che sono quelle della politica nazionale. Questo a livello di esortazione, di incoraggiamento e di preparazione seria. Per quanto riguarda l’impegno diretto, noi vescovi non entriamo necessariamente nel merito delle dinamiche delle articolazioni o degli ingressi, ma noi affidiamo questo aspetto più problematico all’onestà, al discernimento, alla serietà dell’attuale politica per poter arricchire al più presto il mondo politico e quindi il servizio al bene nazionale di nuove intelligenze, di nuovi soggetti, di nuove preparazioni. Questo aspetto è un aspetto più tecnico. (gf)

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    L'Anno Santo compostelano verso la conclusione. Mons. Barrio: evento di gioia e speranza

    ◊   Si conclude domani l’Anno Santo Compostelano, iniziato con l’apertura della Porta santa a Santiago de Compostela il 31 dicembre del 2009. L’Anno Santo nella città dedicata a San Giacomo nella regione spagnola della Galizia ricorre ogni 7 anni quando la festività del santo apostolo cade di domenica. Il momento più alto è stata la visita del Papa il 6 novembre scorso. Il tema ispiratore dei pellegrinaggi nel 2010 è stato l’episodio evangelico dei discepoli di Emmaus, come esperienza vissuta lungo il cammino con il Signore. Inoltre dal 5 all’8 agosto c’è stato il grande incontro dei giovani in preparazione alla Giornata Mondiale della Gioventù del 2011 a Madrid. Rafael Alvarez Taberner, del Programma spagnolo della nostra emittente, ha intervistato l’arcivescovo di Santiago di Compostela, mons. Julián Barrio Barrio:

    R. - Vorrei ringraziare il Signore per i tanti eventi che ci sono stati in questo Anno Santo Compostelano. Fra tutti questi eventi il più importante è stato il pellegrinaggio del Santo Padre alla Tomba dell’Apostolo San Giacomo. Per tutti noi è stato un grande motivo di gioia e di ringraziamento perché il Papa ci ha lasciato una bellissima testimonianza di fede e ci ha aiutato a rivitalizzare la nostra speranza e la nostra fiducia nel Signore. Il Santo Padre ci ha indicato il vero senso del pellegrinaggio del Cammino di Santiago e anche della celebrazione dell’Anno Santo. E’ stata una grande gioia per tutti noi. Ci ha lasciato una vera testimonianza di fede perché dal primo momento lui ha voluto essere pellegrino della fede e testimone di Cristo risorto. Queste due caratteristiche sono state visibili in tutto quello che lui ci ha detto e che ha vissuto presso la Tomba dell’Apostolo San Giacomo.

    D. – Ci può anticipare il numero di pellegrini che hanno visitato quest'anno la Tomba dell’Apostolo San Giacomo?

    R. – A novembre, i pellegrini che hanno fatto il Cammino a piedi sono stati 274 mila: il 40 per cento in più dell’Anno Santo precedente. In questo momento non abbiamo ancora la cifra esatta, ma nell’Anno Santo precedente abbiamo registrato circa 5 milioni di pellegrini. Forse possiamo dire che i pellegrini che sono venuti in questo Anno Santo saranno stati all’incirca 7 milioni e mezzo. (bf)

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    Natale sul grande schermo: dalla saga di Narnia a Megamind

    ◊   Si chiude l’anno cinematografico ma è ancora il tempo dei film di Natale: la comicità lieve di Aldo, Giovanni e Giacomo ottiene un ottimo successo con “La banda dei Babbi Natale”. I cartoni animati sono sempre un divertimento sicuro per i più piccoli, ancor più affascinati dalla tecnologia 3D, che quest’anno amplia il senso dell’avventura anche nel terzo capitolo della saga di Narnia, un fantasy ricco di valori universali. Il servizio di Luca Pellegrini.

    Buona notizia per il Natale al cinema: i divertenti Babbi Natale di Aldo, Giovanni e Giacomo, ladri d'animo gentile alle prese con una serie di divertenti equivoci e contrattempi - un trio comico che ha fatto della leggerezza, del sorriso e della misura un vincente cavallo di battaglia - tallonano, negli incassi delle feste al botteghino, le sguaiataggini dei protagonisti della serie rivale. Parliamo del cosiddetto cine-panettone, riservata, invece, ad accogliere ad ogni stagione una scollacciata compagnia di bontemponi, dislocati in diversi luoghi del mondo, quest'anno in Sudafrica, per trascorrere un tempo di disinibite avventure all'insegna della banalità. Ma al cinema, con scelta oculata, è possibile portare i più piccoli a sognare avventure ben più nobili: la Disney offre il suo tradizionale adattamento animato, questa volta tratto dai fratelli Grimm, rileggendo con grande fantasia e ammirevole cura la favola di Rapunzel; Dreamworks risponde con una superlativa pellicola d'animazione in 3D, Megamind, una parodia divertentissima e intelligente dei super-eroi buoni e cattivi; l'Europa entra nell'agone con una bella produzione belga della Wave Pictures, Le avventure di Sammy, un toccante cartone animato ecologista in cui protagonista è una piccola tartarughina verde che scopre le cose belle e tristi del suo mondo, l'oceano, mentre va alla ricerca di Shelly, l'amore della sua vita.

    Poi c'è il terzo capitolo della saga di Narnia, Il viaggio del veliero, da non mancare: porta i due più piccoli fratellini Pevensie, Lucy e Edmund, insieme all'arrogante e generoso cuginetto Eustachio, ad affrontare acque davvero agitate e pericolose nelle quali sorge un'isola da cui si sprigionano le forze del male. La loro battaglia è una metafora di ciò che spesso agita i cuori e le menti degli uomini, nidi di passioni e di scelte funeste. Il film non è solo accattivante per gli effetti speciali, la simpatia degli interpreti, il fluire di un’immaginazione rigogliosa, la ricchezza dell'ambientazione. Il tessuto del racconto è impregnato di motivi e segni che lo rendono un manuale di pedagogia umanistica (il senso della misura, l'equilibrio delle passioni, la difesa del bello) e un piccolo e prezioso catechismo di virtù cristiane (la condanna dell'avidità, della superbia, dell'invidia, insomma dei vizi capitali, la giustizia e la fortezza come virtù insieme all'esercizio della carità). Queste e molte altre ragioni rendono il film, diretto con eleganza e fluidità da Michael Apted, un ottimo regalo di Natale, da consumarsi prima o dopo Capodanno.

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    Chiesa e Società



    Istanbul: la visita del presidente dei Focolari Maria Voce al Patriarca di Costantinopoli

    ◊   Nuvole basse su tutto il Bosforo e una inarrestabile pioggerellina hanno accompagnato lunedì scorso Maria Voce, presidente dei Focolari, lungo le trafficate vie di Istanbul sino al Fanar, la storica sede del Patriarcato ecumenico ortodosso di Costantinopoli. Un’accoglienza calorosa e solenne ad un tempo è stata riservata da Bartolomeo I alla persona che ha raccolto l’eredità di Chiara Lubich. Il Patriarca ha ricevuto nel suo studio privato la presidente dei Focolari, giunta assieme ai responsabili del movimento per la Turchia, Angela Caliaro e Carmine Donnici, e ai componenti dei due focolari ad Istanbul. Nel suo indirizzo di saluto, Bartolomeo I ha ricordato di essere stato testimone «della stima, dell’affetto e dell’ammirazione che il predecessore, Patriarca Dimitrios, ha nutrito per l’attuale presidente e per l’opera svolta dal focolare». Maria Voce ha infatti vissuto in questa metropoli dal 1978 al 1988. In quegli anni, Bartolomeo, allora segretario del Patriarca, e Maria Voce si sono conosciuti. Adesso s’incontravano per la prima volta nei rispettivi ruoli istituzionali. «Il focolare unisce, in particolare, le Chiese dell’antica e della nuova Roma – ha proseguito -. Voi tutti siete oggi entusiasti collaboratori dell’amato papa Benedetto e della nostra modesta persona», sottolineando poi «i frutti già evidenti prodotti dal focolare: da Chiara Lubich alla giovane Chiara Luce, la prima focolarina giunta al traguardo della santità». Tornando sul tema dei rapporti tra credenti, Bartolomeo I ha voluto sottolineare come solo sulla base della testimonianza della vita «il dialogo non resta una vuota e sterile esercitazione accademica, facilmente contestabile da quanti continuano ad opporsi ai dialoghi ecumenici e interreligiosi». «Il dialogo è per noi una priorità». Ieri la visita alle tombe dei Patriarchi Athenagoras I e Demetrios I, che ben avevano conosciuto la fondatrice dei Focolari. Dopo l’importante udienza con il patriarca Bartolomeo I - motivo del viaggio - la permanenza della presidente nella storica città è stata legata ad alcuni incontri, come quello con padre Luigi Iannitto, francescano conventuale, 91 anni, che aveva conosciuto il carisma dell’unità nel 1949 e che, negli anni Settanta, dette vita al primo gruppo (tutti giovani) che iniziò a vivere la spiritualità focolarina. In un clima di grande amicizia s’è svolto l’appuntamento con un gruppo di musulmani di Istanbul, da anni in stretta collaborazione con il movimento. Mons. Louis Pelatre, vicario apostolico della Chiesa latina a Istanbul, ha accolto con viva cordialità Maria Voce. Si conoscono dagli anni Ottanta, quando entrambi vivevano in questa metropoli. È stato perciò immediato entrare subito sui grandi temi, ad iniziare dai dialoghi e dalla loro priorità. Nella stessa via – dedicata a Papa Roncalli, perché qui il futuro Giovanni XXIII fu nunzio a cavallo degli anni Quaranta – ha sede la Nunziatura apostolica, dove è avvenuto l’incontro con l’arcivescovo Antonio Lucibello. Molto confidenziale il colloquio, in buona parte dedicato al rapporto con l’Islam. (Da Istanbul, Carla Cotignoli)

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    Orissa: gruppo di estremisti indù impedisce cremazione di dalit convertito al cristianesimo

    ◊   Non si arrestano le discriminazioni ai danni dei cristiani nello Stato indiano dell’Orissa, già teatro dei pogrom nel 2007 e nel 2008. L'agenzia AsiaNews riferisce del divieto di cremazione imposto dagli estremisti indù del Sangh Parivar a un dalit convertito al cristianesimo. Il fatto è avvenuto il 27 dicembre scorso a Milsikia: dopo la morte di Subarna Digal, 83 anni, i suoi familiari hanno portato il corpo nell’area del villaggio destinate alle cremazioni, ma sono stati fermati dagli estremisti indù che li hanno cacciati perché, dal momento che il loro parente aveva iniziato i corsi del catechismo per ricevere il battesimo, aveva contaminato tutta la famiglia. “Gli estremisti indù ci costringono a ripudiare i nostri parenti che diventano cristiani – ha raccontato un parente del defunto – ma come potremmo fare una cosa del genere a membri della nostra famiglia?”. Secondo alcuni testimoni, la situazione sarebbe peggiorata nell’area dopo l’anniversario della fondazione del gruppo del Sangh Parivar, il 25 novembre, nonostante impedire alla popolazione di abbracciare la fede cristiana sia contrario alla Costituzione. “A nessuno dovrebbe essere impedito di dare l’ultimo saluto al proprio caro – è la condanna dell’arcivescovo di Cuttack-Bhubaneswar, mons. Raphael Cheenath – il defunto desiderava il battesimo e aveva abbracciato la fede cristiana di sua volontà”. (R.B.)

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    India. Il cardinale Gracias sulla libertà religiosa: “L’unica via per la pace”

    ◊   Il cardinale Oswald Gracias, arcivescovo di Mumbai e presidente della Conferenza episcopale indiana, ha commentato all’agenzia AsiaNews il messaggio del Papa per la Giornata Mondiale della Pace, che sarà celebrata il 1° gennaio prossimo, incentrando la sua riflessione sul tema della libertà religiosa, molto d’attualità in India. “È negli ultimi 20 anni che la libertà religiosa è stata messa sotto accusa – ha detto – e che la religione, che può essere una forza potente di coesione, tolleranza e crescita dell’amore, della pace e del rispetto, oltre che della solidarietà in una società, è invece diventata pretesto per divisione, intolleranza, ostilità e violenza”. Il porporato sottolinea che la libertà religiosa è un diritto umano basilare che consiste nella libertà di ricerca della verità, una ricerca che i governi devono facilitare e non ostacolare: “Come può un potere o una persona diversa da me decidere quale sia la verità per me?”, si chiede. Portando ad esempio il caso specifico dell’India, in cui la comunità cristiana rappresenta un’esigua minoranza, circa il 2,18 per cento della popolazione stando al censimento del 2001, evidenzia come sia di fondamentale importanza la libertà religiosa in un Paese che sta emergendo a livello globale. “I leader spirituali hanno la responsabilità di promuovere la pace, la tolleranza e l’armonia tra i loro fedeli – ha aggiunto – nessuno può sostenere di essere un leader religioso se promuove comportamenti violenti tra i suoi fedeli in nome della religione”. Il porporato, infine, mette in guardia dalla politicizzazione della religione e ribadisce che lo Stato deve essere laico e non discriminare nessuno sulla base del credo religioso. (R.B.)

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    Vietnam. L’arcivescovo di Ho Chi Minh Ville: “Impariamo dal Papa come affrontare la vita”

    ◊   “Impariamo dal Papa l’apertura agli uomini di buona volontà”: così l’arcivescovo di Ho Chi Minh Ville, in Vietnam, cardinale Jean-Baptiste Pham Minh Man commenta il messaggio del Santo Padre per la Giornata Mondiale della Pace. Il porporato racconta di aver imparato dal Papa l’atteggiamento corretto per affrontare i problemi della vita umana e ne cita l’esempio anche nell’affrontare problemi come la libertà religiosa nei continenti, senza pronunciare alcuna sentenza, ma con un’attitudine che apre la via al dialogo e alla collaborazione e aiuta gli uomini di buona volontà a superare la situazione di mancanza di libertà o di libertà liberista. “Ho imparato che il Papa vive la sua personale libertà nella luce della verità e dell’amore di Cristo – conclude il porporato – mentre la maggior parte degli esseri umani vive nel mondo la propria libertà personale con un atteggiamento antagonista e di competizione. La libertà che il Papa vive è una vera e sana libertà; la libertà che la maggior parte della gente vive è una libertà insana e inadeguata”. (R.B.)

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    Il governo del Nepal protegge il Natale per far fronte alla crisi economica

    ◊   Per far fronte alla crisi economica, i turisti cristiani di tutto il mondo sono stati invitati a trascorrere le feste di Natale e di fine anno in Nepal. Grazie a questo interesse per la festività cristiana, il governo si è impegnato a proteggere luoghi di culto e strutture da eventuali attacchi degli estremisti indù. Ciò ha permesso a cristiani cattolici e protestanti la celebrazione di messe e processioni dedicate al Natale. Nei giorni scorsi, Prachandaman Shrestha, responsabile del turismo in Nepal, ha annunciato agevolazioni e pacchetti promozionali per tutti i turisti desiderosi di restare nel Paese per tutte le vacanze natalizie. Sujata Koirala, Ministro degli esteri, dichiara all’agenzia AsiaNews: "Il nostro Paese è ormai laico e le persone di qualsiasi religione sono benvenute in Nepal. I tempi sono cambiati e invitiamo i cristiani del mondo a celebrare il Natale qui. Ogni attività cristiana, che non danneggia il Paese è la benvenuta in Nepal." Dal 2007, il Nepal è uno Stato laico, dopo secoli di monarchia indù e oltre 10 anni di guerra civile. Tuttavia, cristiani e altre minoranze religiose sono ancora al margine della società e il governo vieta attività di apostolato e proselitismo. In questi anni, a causa dell’instabilità politica le comunità cattoliche e protestanti sono state spesso oggetto di violenze e attacchi da parte degli estremisti indù. Padre Robin Rai, sacerdote della cattedrale dell’Assunzione di Kathmandu afferma che nel 21mo secolo, lo Stato non può ignorare la presenza delle minoranze religiose e bandire le loro attività. “Le condizioni sono cambiate e la popolazione indù deve accettare e comprendere la nostra fede”: così ha concluso Rai dopo aver anche ascoltato la testimonianza di un commerciante : “Insieme a protestanti e cattolici ho visto persone di altre fedi comprare souvenir natalizi e scambiarsi gli auguri”. (C.P.)

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    Filippine in ginocchio a causa delle piogge monsoniche

    ◊   È di almeno due morti il bilancio delle inondazioni causate dalle piogge monsoniche che da sei giorni stanno mettendo in ginocchio le Filippine. Secondo il governatore della provincia di Albay, una delle zone più colpite, si tratterebbe di una donna di 80 anni e del figlio di 50, trascinati via dalla corrente mentre tentavano di recuperare alcuni effetti personali dalla propria casa prima di raggiungere un centro per l’evacuazione. Dal giorno della vigilia di Natale sono quattromila le persone fatte evacuare dalla regione di Bicol per motivi di sicurezza, dal momento che le aree sulle quali le piogge imperverseranno, stando alle previsioni, fino al 2 gennaio, sono a rischio smottamenti e inondazioni. L’ondata di piogge è giudicata dagli esperti eccezionale, in quanto la stagione monsonica nelle Filippine solitamente inizia a giugno e si prolunga fino a novembre. (R.B.)

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    Caritas: progetti per aiutare Haiti

    ◊   “L'inizio di un nuovo anno è da sempre una data importante per noi: il 1° gennaio infatti si celebra l’indipendenza” dice al quotidiano Avvenire, Joseph Smith, giovane assistente sociale haitiano. La prima “Repubblica nera” della storia è nata ufficialmente il Capodanno di 206 anni fa. “ Stavolta l’inizio del nuovo anno acquista un nuovo valore”. Può segnare la fine di un incubo. Noi haitiani abbiamo voglia di speranza” . Parole queste che esprimono un sentimento diffuso nella popolazione. Infatti la Caritas italiana ha scelto di intitolare il bilancio della sua attività a un anno dal terremoto: “ La speranza che non muore”. In tutto, la Caritas ha raccolto oltre 21,5 milioni. Grazie a questi fondi tantissimi haitiani hanno avuto accesso all’acqua, hanno ricevuto cure e molti haitiani sono stati raggiunti dai programmi di prevenzione per il colera che continua ad affliggere il Paese. Anche la Fao sta portando avanti una campagna di prevenzione rivolta ai contadini . Il rischio è che la paura dei consumatori paralizzi l’attività agricola, principale risorsa di Haiti. (C.P.)

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    Sudan: il nuovo Provinciale dei Comboniani incoraggia l’integrazione etnica del sud

    ◊   Lavorare alacremente in vista dell’unico obiettivo di pace, giustizia, riconciliazione e unità: è questo l’incoraggiamento che il nuovo Provinciale dei Missionari Comboniani in Sudan, l’italiano padre Daniele Moschetti, ha rivolto alla gioventù del Paese, in particolare quella del sud Sudan, in cui a gennaio si svolgerà il referendum per l’indipendenza della regione. Il missionario - che ha parlato alla radio locale Good News - ha espresso la propria ammirazione per la popolazione del sud del Sudan, per la sua pazienza nell’affrontare i momenti difficili della guerra civile e l’ha sollecitata a continuare a coltivare le buone attitudini utili allo sviluppo della nuova nazione. Padre Moschetti si è detto pronto a guidare i fratelli Comboniani del sud Sudan a ripensare il proprio impegno pastorale in modo da renderlo “coerente e pertinente” con il contesto politico che si verrà a creare nel Paese all’indomani della consultazione referendaria, sperando che si realizzi finalmente la pace in tutto il Paese. In questo ambito la Chiesa avrà un grande compito: quello di contribuire all’integrazione dei diversi gruppi etnici del sud Sudan. Padre Moschetti, prima di venire in Sudan e lavorare per 15 mesi nella diocesi di Rumbek, ha prestato servizio nella slum di Korogocho a Nairobi, in Kenya. (R.B.)

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    Rotterdam: il tema della gioia ha aperto il 33.mo incontro europeo di Taizé

    ◊   Si è aperto martedì a Rotterdam, in Olanda, il 33.mo incontro europeo dei giovani della comunità di Taizé. Il tema della meditazione pronunciata all’inaugurazione dal Priore fratel Alois davanti ai 30mila giovani presenti, è stato la gioia, un tema ripreso anche da Benedetto XVI nel messaggio inviato per l’occasione: “Questa gioia non vi allontana da una solidarietà con le sofferenze dell’umanità – scrive il Papa, le cui parole sono riportate dall’Osservatore Romano – ma è profondamente legata alla fiducia in Dio”. E proprio la gioia, insieme con la compassione e il perdono, sono le tre parole chiave intorno alle quali ruota la Lettera dal Cile, scritta dal Priore di Taizé in occasione del recente incontro latino-americano della comunità svoltosi a Santiago. I due incontri sono legati da un fil rouge che invita i giovani partecipanti al raduno olandese a riflettere con la prospettiva di farsi guidare dalla gioia nella solidarietà nei confronti di coloro che vivono nella sofferenza e nella povertà, dal momento che la gioia in Cristo deve vincere ogni difficoltà umana. Nella Lettera fratel Alois mette in evidenza la consapevolezza che appartenere a Cristo non significa essere migliori di altri, ma solo avere una responsabilità profonda nell’aiutare gli altri proprio alla luce della fede. I giovani sono quindi esortati a fare “un’esperienza concreta di Chiesa” e ad approfondire la propria fede per diventare “testimoni di speranza che cercano di vivere il Vangelo tra le sfide di oggi”; resta, tuttavia, centrale la dimensione ecumenica che eventi come quello in corso a Rotterdam, che si concluderà il 1° gennaio, anche se l’atmosfera del pellegrinaggio sarà mantenuta nelle comunità locali per tutto il mese, rivestono per la capacità di creare dialogo e amicizia tra giovani di confessioni diverse. (R.B.)

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    Domani ad Assisi veglia di preghiera per la libertà religiosa

    ◊   Sarà dedicata alla libertà religiosa nel mondo la veglia di preghiera che la comunità francescana ha organizzato per domani accanto alla tomba di San Francesco nella Basilica di Assisi. Lo ha annunciato il Custode del Sacro convento, padre Giuseppe Piemontese, che rilancia l'appello del Papa "per la tutela e la promozione della libertà religiosa, che assieme al diritto alla vita costituisce l’elemento essenziale della dignità dell'uomo". Da Assisi, "luogo di intensa spiritualità, che 25 anni fa ospitò la prima Giornata mondiale di preghiera per la pace convocata da Giovanni Paolo II, presenti i leader delle grandi religioni", padre Piemontese chiede che vengano ascoltati i rappresentanti religiosi di tutto il mondo. Dal canto suo padre Enzo Fortunato, direttore della rivista San Francesco patrono d’Italia, ha annunciato che il prossimo numero del giornale conterrà un servizio sulla libertà religiosa che è "via per la pace", mentre su sanfrancesco.org è stato aperto un blog di discussione su questo tema, ricordando proprio il messaggio di Benedetto XVI per la Giornata mondiale della Pace, del 1° gennaio prossimo”. (C.P.)

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    Capodanno: il Cenone del digiuno e la Marcia della Pace del Sermig

    ◊   Un modo diverso per leggere gli eventi del 2010 e “fare” la storia partendo dal proprio stile di vita. È la proposta del Sermig, Servizio Missionario Giovani, un'istituzione nata a Torino nel 1964 da un’intuizione di Ernesto Olivero, per il Capodanno 2011. Si svolgerà domani alle ore 20.30 presso l’Arsenale della Pace di Torino, con ingresso da piazza Borgo Dora 61, l’incontro di riflessione e preghiera sul tema “Per una storia diversa, un diverso stile di vita”. A seguire, alle 23.00, la Marcia della Pace attraverso le vie cittadine fino in Duomo per la celebrazione eucaristica delle 24.00. Ad officiare, l’arcivescovo di Torino mons. Cesare Nosiglia. Insieme a lui, parte dei 1.500 giovani di tutta Italia che tra Natale e l’Epifania vivranno all’Arsenale un’esperienza di formazione e servizio. La crisi e le difficoltà economiche di questi anni impongono una scelta di sobrietà e di solidarietà con chi sta perdendo lavoro, casa, la possibilità di una vita dignitosa per sé e per la propria famiglia. Per questo, ai partecipanti verrà proposto di iniziare il nuovo anno con un gesto di solidarietà nei confronti di chi è nel bisogno, rinunciando al cenone tradizionale e devolvendo l’equivalente a favore delle tante situazioni che bussano alla porta degli arsenali. All’ingresso dell’Arsenale verranno anche raccolti prodotti alimentari a lunga conservazione destinati alla popolazione della Georgia e alle persone che chiedono aiuto all’Arsenale di Torino. I bambini presenti potranno vivere l’attesa del nuovo anno con alcuni animatori del Sermig nella sala “Helder Camara”, accanto a quella dell’Auditorium. Insieme a loro verrà preparato un breve intervento da proporre agli adulti nel corso del Cenone del Digiuno. La Marcia della Pace vedrà la presenza straordinaria di un’icona del XIX secolo raffigurante la Madonna delle Tre Mani, proveniente dalla Russia ortodossa. L’icona, dono di Massimo D’Alema e benedetta dal Papa il 15 agosto scorso, è dedicata dal Sermig a “Maria Madre dei giovani”. La presenza dell’icona alla Marcia è la risposta ad una lettera del 13 settembre scorso del Sindaco di Torino, Sergio Chiamparino, che chiedeva al Sermig di “costruire, durante la tradizionale marcia di fine anno, un momento comunitario e simbolico, ispirato a un’idea di aiuto reciproco e convivenza fraterna come quella rappresentata dall’icona della Madonna di Russia”. La serata è aperta a tutti. (C.P.)

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    Inondazioni in Australia: un morto, oltre mille gli sfollati

    ◊   “Un disastro senza precedenti”: così il primo ministro australiano, Anna Bligh, ha definito l’eccezionale ondata di maltempo che sta colpendo l’area del Queensland, nel nordest del Paese. Finora è stata accertata una vittima, perché il cadavere di un uomo di 50 anni è riaffiorato dalle acque di un fiume vicino alla città di Cairns, ma oltre mille persone sono state evacuate da una decina di villaggi isolati dall’acqua e la situazione è difficile anche nella capitale dello Stato, Brisbane, mentre nella zona di Emerald l’80% dei centri abitati rischia di essere travolto dal fiume che ha raggiunto livelli record di altezza. A rischio anche Bundaberg e Rockhampton. Altre persone aspettano di essere allontanate dalle loro case per motivi di sicurezza perché l’emergenza “potrebbe durare”, ha avvertito il primo ministro. Nelle aree interessate è stato dichiarato lo stato di calamità naturale e i danni sono già stati stimati in miliardi di dollari australiani, ma un altro rischio si profila per gli abitanti: a causa delle inondazioni, infatti, coccodrilli e squali potrebbero abbandonare il loro habitat e spingersi verso spiagge frequentate da bagnanti. (R.B.)

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    24 Ore nel Mondo



    Costa d’Avorio: cresce il timore di nuovi scontri

    ◊   Rischia di precipitare la situazione in Costa D’Avorio: i sostenitori del presidente uscente Gbagbo minacciano di assaltare il quartier generale di Ouattara, riconosciuto vincitore alle passate elezioni presidenziali da tutta la comunità internazionale. Ouattara è infatti rinchiuso al Golf Hotel di Abidjan, insieme ai suoi fedelissimi, protetto dai 800 caschi blu. Intanto, lunedì prossimo tornerà nel Paese africano la delegazione della Comunità economica dell'Africa occidentale, incaricata di mediare tra i due leader. E mentre continua lo stallo nelle trattative, L'Ue ha deciso di rafforzare le sanzioni contro l'entourage Gbagbo. Dal prossimo mese, salgono a 61 le persone a cui verranno congelati i conti e negati i visti.

    Sudan
    Il Sudan ha annunciato che, in caso di mancato accordo coi capi dei ribelli in Darfur entro la fine della settimana, si ritirerà dai colloqui di pace attualmente in corso a Doha. In quel caso, il presidente sudanese, Omar el-Bechir, ha dichiarato che organizzerà negoziati diretti.

    Algeria
    L’esercito algerino nell’ultimo mese ha condotto una maxi operazione antiterrorismo in Cabilia, che ha portato all’uccisione di almeno 50 presunti affiliati ad Al Qaeda nel Maghreb islamico. E almeno sette membri della rete di Osama Bin Laden sono finiti in manette in Iran. Sono accusati di proselitismo in favore di una dottrina che prevede una rigorosa interpretazione dell’Isalm sunnita.

    Afghanistan
    Ancora violenza in Afghanistan. Almeno 14 civili, fra cui donne e bambini, sono morti oggi quando il minibus su cui viaggiavano è finito su una mina collocata sul ciglio della strada, nella provincia del Helmand. Nel mirino della guerriglia integralista anche le truppe straniere: due razzi sono stati sparati contro la base aerea statunitense di Bagram, a nordest di Kabul, senza apparentemente causare danni.

    Israele
    In Israele, il Tribunale distrettuale di Tel Aviv ha riconosciuto l’ex presidente Katzav colpevole di due casi di stupro, compiuti tra il 1996 e il 2007, ai danni di sue ex dipendenti. Rischia una condanna a 16 anni di reclusione. I giudici hanno valutato densa di bugie la versione dei fatti fornita da Katsav che nel 2006 – data di inizio del procedimento – aveva riferito alla corte di essere vittima di un ricatto. Il Tribunale ha accolto quasi totalmente la linea dell’accusa.

    Haiti
    Haiti vive ancora in una situazione di emergenza a quasi un anno dal terribile terremoto del 12 gennaio scorso. Ricostruzione che tarda a partire, colera per il quale si calcolano 40 vittime al giorno e situazione politica di crisi post-elettorale. Ma come ha passato il Natale appena trascorso la martoriata popolazione haitiana? Anna Rita Cristaino lo ha chiesto suor Martha Seide, Figlia di Maria Ausiliatrice haitiana:

    R. - Un Natale molto particolare, perché tanta gente non sente la festa, nonostante le strade siano sempre affollate, ci sia sempre un traffico impossibile ed una grande ricerca di vita… realmente la situazione è sempre molto difficile e la vita è dura. Per i cristiani, questo momento, è una riscoperta del senso profondo del Natale: le chiese sono tutte piene, anche quelle allestite fuori o sotto una tenda. La situazione stessa obbliga ad andare all’essenziale, a puntare su ciò che è veramente il Natale: l’essenziale del mistero.

    D. - Che tipo di iniziative avete messo in atto in questi giorni?

    R. - Abbiamo terminato tutti i programmi della scuola e per tutti coloro che vivono in case-famiglia cioè, case in cui ospitiamo 40-50-80 persone che vivono con noi abbiamo cercato di celebrare insieme la notte di Natale, con la celebrazione eucaristica e poi con la festa: in modo da far loro vivere la loro l’infanzia, seppure in questa situazione di fragilità.

    D. - La gente vive ancora nelle tendopoli?

    R. - Sì, ancora tantissima gente vive nelle tendopoli, che ora cominciano anche a non tenere più: dopo un anno con sole, pioggia, vento e cicloni queste tende non tengono più.

    D. - In che modo riuscite a dare speranza?

    R. - La ricostruzione è indispensabile ed è soprattutto urgente, perché la gente ha bisogno almeno di un minimo di dignità. A mio avviso, però, la ricostruzione materiale deve iniziare anzitutto con la “ricostruzione dell’umano” e questa ricostruzione passa necessariamente attraverso l’educazione: le nostre scuole sono aperte anche oltre l’orario scolastico proprio per cercare di creare un ambiente educativo per i ragazzi. Quando si vede quella che realmente è la situazione attuale a livello politico, ma anche nell’incapacità di mettersi d’accordo e nel far prevalere la ricerca del proprio interesse ci si rende conto di quanto importante sia il compito dell’educazione: dobbiamo iniziare proprio da questi elementi! Penso che l’educazione responsabile della cittadinanza sia qualcosa che dobbiamo operare, perché solo così potremmo sperare che questi ragazzi, crescendo, riusciranno a pensare ad una nazione, ad una collettività. E’ tempo che Haiti sia autonoma: quello che le serve, in questo momento, è un aiuto che aiuti proprio la formazione delle persone. (mg)

    Bomba al tribunale di Atene
    Paura ad Atene. Una bomba è esplosa davanti al Tribunale di primo grado della capitale greca, dopo una telefonata di avvertimento che ha consentito l'evacuazione della zona circostante. L’esplosione non ha provocato feriti ma solo lievi danni alle auto in sosta e alle vetrate degli edifici vicini. Secondo le prime ricostruzioni della polizia, la bomba era piazzata su una moto parcheggiata davanti al Tribunale. L’attacco, che non è stato rivendicato, arriva a due settimane dal processo di 12 presunti membri di un gruppo anarchico radicale, sospettati di attacchi con pacchi-bomba contro alcune ambasciate, nel novembre scorso. Ma il Tribunale attaccato questa mattina non è quello in cui si svolgerà il processo il 17 gennaio.

    Italia, accordo Fiat
    Fiat e sindacati hanno firmato ieri il nuovo contratto di lavoro per i 4.600 dipendenti dello stabilimento campano di Pomigliano, dove si produrrà la nuova Panda. Confermato il "no" della Fiom-Cgil, che ha proclamato uno sciopero generale dei metalmeccanici. Sentiamo Giampiero Guadagni:

    Salario legato alla produttività, con un incremento medio di 30 euro lordi per dodici mensilità e un nuovo inquadramento professionale con più possibilità di promozioni. Sono questi i punti salienti del nuovo contratto per i lavoratori dello stabilimento di Pomigliano, sul quale la Fiat investirà 700 milioni per la produzione della nuova Panda. Un contratto migliorativo, rispetto a quello dei metalmeccanici, affermano i mercati firmatari, cioè tutti tranne la Fiom Cgil che parla di accordo che lede i diritti dei lavoratori e ha indetto per il 28 gennaio uno sciopero generale della categoria di otto ore. Soddisfatto invece il governo: per il ministro del Lavoro, Sacconi, l’intesa consolida gli investimenti annunciati dall’amministratore delegato del Lingotto Marchionne. Per il ministro delle Attività produttive, Romani, l’accordo apre una nuova fase di crescita. E in proposito, il premier Berlusconi si è detto convinto che nel 2011 la crescita economica tornerà ai livelli precedenti alla crisi.

    Italia-Brasile: estradizione Battisti
    E’ attesa per oggi la decisione del presidente brasiliano uscente, Ignacio Lula da Silva, sul destino di Cesare Battisti, l’ex militante dei Proletari armati per il comunismo condannato in Italia all’ergastolo per quattro omicidi avvenuti alla fine degli anni Settanta. Secondo indiscrezioni Lula, che concluderà domani il suo mandato, dovrebbe annunciare il rifiuto dell’estradizione, decisione che ha già scatenato numerose reazioni negative in Italia, in particolare tra i familiari delle vittime, mentre il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, ha detto che un “no” all’estradizione avrebbe delle conseguenze.

    Bielorussia
    In Bielorussia, esponenti dell'opposizione ad Aleksand Lukashenko, candidati alle elezioni presidenziali dello scorso 19 dicembre, sono stati incriminati in relazione alle proteste organizzate a Minsk dopo la chiusura delle urne, accuse che potrebbero portare a condanne fino a 15 anni di prigione. Fra gli imputati, il poeta Vladimir Neklayev, e l'ex viceministro degli Esteri, Andrei Sannikov.

    Obama nomina ambasciatore in Siria
    Il presidente Barack Obama ha nominato il nuovo ambasciatore statunitense in Siria. Si tratta di Robert Ford e sarà il primo dopo sei anni di assenza da Damasco. Forti resistenze alla nomina si erano registrate da parte repubblicana. (Panoramica internazionale a cura di Marco Guerra)

    Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LIV no. 364

    E' possibile ricevere gratuitamente, via posta elettronica, l'edizione quotidiana del Bollettino del Radiogiornale. La richiesta può essere effettuata sulla home page del sito www.radiovaticana.va/italiano.

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