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Sommario del 08/12/2010

Il Papa e la Santa Sede

  • Nella Solennità dell’Immacolata Concezione, Benedetto XVI all'Angelus rassicura che la misericordia di Dio è più potente del male
  • Il Papa, questo pomeriggio in Piazza di Spagna, per il tradizionale atto di venerazione all'Immacolata
  • Rinuncia e nomina
  • Oggi in Primo Piano

  • Pax Christi International consegna il Premio per la Pace 2010 a mons. Louis Sako
  • Chiude la Campagna della Caritas Europa "Zero Poverty": la lotta alla povertà chiede giustizia sociale e contrasto all'evasione fiscale
  • Presentato il volume fotografico “L’energia del sole in Vaticano”
  • Il cardinale Vallini e il sindaco Alemanno celebrano i 50 anni dell'Istituto Massimo nel quartiere romano dell'Eur. La testimoniaza di un alunno illustre: Mario Draghi
  • Il “Pensiero giuridico, economico e sociale del Pontefice Pio XII” in un libro di Alberto De Marco
  • Chiesa e Società

  • Lettera del cardinale Bertone a nome del Papa per i 10 anni del Centro Giovanni Paolo II a Loreto
  • Terra Santa. Al via ad un nuovo programma per la formazione primaria e secondaria
  • “Nazaret patrimonio dell’umanità?” Primo colloquio internazionale dedicato alla città israeliana
  • In India un “asharm” delle suore francescane, per entrare in dialogo con i non cristiani
  • Elezioni in Nicaragua: mons. Brenes auspica un presidente che lavori per il bene del Paese
  • Il Religion Today Filmfestival ambasciatore di dialogo tra popoli e culture attraverso il cinema
  • Ad Assisi in mostra presepi di tutto il mondo, da oggi al 2 gennaio
  • “La questione di Dio oggi. Il nuovo cortile dei gentili”: il nuovo libro di Lorenzo Leuzzi
  • 24 Ore nel Mondo

  • Disordini ad Haiti dopo il primo turno delle presidenziali. Al ballottaggio Manigat e Celestin
  • Il Papa e la Santa Sede



    Nella Solennità dell’Immacolata Concezione, Benedetto XVI all'Angelus rassicura che la misericordia di Dio è più potente del male

    ◊   La grazia è più grande del peccato e la misericordia di Dio è più potente del male: lo ha ricordato Benedetto XVI all’Angelus, in piazza san Pietro, nell’odierna solennità dell’Immacolata Concezione di Maria. Il servizio di Roberta Gisotti:

    “Rallegrati, piena di grazia: il Signore è con te”, dice l’Angelo Gabriele alla Vergine, rivelando “l’identità più profonda di Maria”, ha spiegato Benedetto XVI citando la Liturgia odierna. L’espressione, “piena di grazia”, ovvero “da sempre ricolma dell’amore di Dio” ci offre la spiegazione del mistero dell’Immacolata Concezione, segno – ha aggiunto il Papa - di “una singolare predilezione da parte di Dio” verso Maria, prescelta nel suo disegno eterno “per essere madre” del “Figlio fatto uomo e, di conseguenza, preservata dal peccato originale”. Un mistero “fonte di luce interiore, di speranza e di conforto.

    "In mezzo alle prove della vita e specialmente alle contraddizioni che l’uomo sperimenta dentro di sé e intorno a sé, Maria, Madre di Cristo, ci dice che la Grazia è più grande del peccato, che la misericordia di Dio è più potente del male e sa trasformarlo in bene. Purtroppo ogni giorno noi facciamo esperienza del male, che si manifesta in molti modi nelle relazioni e negli avvenimenti, ma che ha la sua radice nel cuore dell’uomo, un cuore ferito, malato, e incapace di guarirsi da solo".

    E se “all’origine di ogni male c’è la disobbedienza alla volontà di Dio” e “la morte ha preso dominio perché la libertà umana ha ceduto alla tentazione del Maligno”, “Dio non viene meno – ha rassicurato Benedetto XVI - al suo disegno d’amore e di vita: attraverso un lungo e paziente cammino di riconciliazione ha preparato l’alleanza nuova ed eterna, sigillata nel sangue del suo Figlio, che per offrire se stesso in espiazione è “nato da donna”.

    “Questa donna, la Vergine Maria, ha beneficiato in anticipo della morte redentrice del suo Figlio e fin dal concepimento è stata preservata dal contagio della colpa. Perciò, con il suo cuore immacolato, Lei ci dice: affidatevi a Gesù, Lui vi salverà”.

    Ha rammentato poi il Papa a tutti i fedeli raccolti in piazza San Pietro l’appuntamento pomeridiano che lo vedrà in Piazza di Spagna per il tradizionale omaggio al monumento dedicato alla Vergine Immacolata: sarà “interprete – ha sottolineato - dell’amore dei fedeli di Roma e del mondo intero per la Madre che Cristo ci ha donato.”

    “Alla sua intercessione affido le necessità più urgenti della Chiesa e del mondo. Ella ci aiuti soprattutto ad avere fede in Dio, a credere nella sua Parola, a rigettare sempre il male e a scegliere il bene”.

    Nei saluti finali nelle varie lingue indirizzi particolari sono andati alla Pontificia Accademia dell’Immacolata, dedicata ad approfondire studi e promuovere iniziative pastorali ispirate al dogma mariano, e all’Azione cattolica italiana che oggi rinnova in molte parrocchie il suo servizio alla Chiesa. Infine un augurio per tutti

    “A tutti auguro una buona e serena festa dell’Immacolata Concezione”.

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    Il Papa, questo pomeriggio in Piazza di Spagna, per il tradizionale atto di venerazione all'Immacolata

    ◊   Attesa per l’arrivo di Benedetto XVI, questo pomeriggio in piazza di Spagna a Roma, per il tradizionale atto di venerazione alla Madonna, nell’odierna solennità dell'Immacolata Concezione di Maria. Il Santo Padre giungerà intorno alle 16 - dopo una breve sosta davanti la chiesa della Santissima Trinità, per l’omaggio dell’Associazione dei commercianti di via Condotti – e sarà accolto dal cardinale vicario Agostino Vallini e dal sindaco Gianni Alemanno, oltre che da esponenti di associazioni e confraternite mariane e come sempre da numerosi fedeli e pellegrini. Ricordiamo che è stato il Papa Pio IX nel 1854 a definire il dogma dell’Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria, e ad inaugurare tre anni dopo il monumento dell’Immacolata nel cuore di Roma. Dogma, le cui radici sono da ricercare all’antica devozione che risale ai primi secoli della cristianità. Già i Padri della Chiesa d'Oriente, infatti, nell'esaltare la Madre di Dio, usavano espressioni che la ponevano al di sopra del peccato originale. Ma qual è l’esatto significato di questo dogma e come non confonderlo con altri titoli riferiti a Maria? Tiziana Campisi lo ha chiesto al mariologo padre Stefano De Fiores:

    R. – Bisogna evitare un equivoco: quello di confondere l’Immacolata Concezione che riguarda la persona di Maria, nel primo istante della sua esistenza, con la verginità di Maria, che invece è una decisione nella sua vita, quando è cosciente, quindi quando ha già fatto un bel cammino di anni, e cioè almeno fino alla sua adolescenza. E potremmo dire che l’Immacolata Concezione è questo: non è un privilegio che allontana Maria da noi, perché prima della differenza c’è l’uguaglianza. L’uguaglianza è in questo: sia Maria che noi siamo redenti da Cristo. Noi siamo redenti mediante la liberazione dal peccato, mentre per Maria si tratta di una preservazione dal peccato originale, cioè Gesù è stato perfettissimo mediatore per Maria in quanto non ha aspettato che lei cadesse nel peccato per poi risollevarla, ma la sua grazia redentrice fu talmente forte da impedire che Maria cadesse nel peccato.

    D. – Come comprendere allora, in questo senso, il libero arbitrio di Maria?

    R. – Maria è stata prevenuta dalla grazia in maniera tutta speciale, però questa grazia non toglie la libertà, perché Dio non può trattare noi – da Lui creati liberi – come se non fossimo liberi! E infatti, a Maria viene chiesto il consenso per l’incarnazione del Figlio di Dio. Lei avrebbe potuto dire di 'no': sostenuta dalla grazia, ha potuto dare quel sì completo, totale, perfetto di disponibilità “senza alcun peso di peccato”, dice il Concilio Vaticano II. E quindi, con la pienezza della sua umanità ha potuto aderire a Dio sospendendo tutta la sua vita alla Parola di Dio, alla promessa che Dio le aveva fatto di renderla Madre del Figlio di Dio.

    D. – In che modo leggere, vivere la collocazione di questa festività nell’immediata vicinanza del Natale?

    R. – Nell’Avvento, noi abbiamo la preparazione che viene dal Profeta Isaia con il suo invincibile ottimismo ci spinge a lavorare per un mondo nuovo, per un mondo di pace. Poi viene Giovanni il Battista che ci fa vedere che è la via della conversione, quella che può veramente portarci alla salvezza; alla fine, ecco che viene Maria come la preparazione radicale alla venuta del Messia. Infatti, Maria ci insegna la piena disponibilità, quindi Maria è la preparazione più perfetta perché noi possiamo accogliere veramente il Verbo di Dio che si fa carne. Sicché, come dice Benedetto XVI, ormai noi non possiamo più fare teologia senza mariologia, perché il nostro Dio è il Dio incarnato nel grembo della Vergine Maria per opera dello Spirito. (gf)

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    Rinuncia e nomina

    ◊   Benedetto XVI ha accettato la rinuncia al governo pastorale della Prelatura di Itaituba (Brasile), presentata da mons. Capistrano Francisco Heim, dell'Ordine Francescano dei Frati Minori. Gli succede il padre carmelitano Vilmar Santin, vicario parrocchiale della Parrocchia di "São Lázaro e Coração Imaculado de Maria", nell'arcidiocesi di Manaus. Padre Vilmar Santin è nato il 21 ottobre 1952, a Paranavaí, Paraná. Ha ricevuto l'ordinazione sacerdotale l'8 dicembre 1971, a Nova Londrina, Paraná. Nel corso del ministero sacerdotale ha svolto i seguenti incarichi pastorali: vicario parrocchiale della Parrocchia "Nossa Senhora da Conceição", a Curitiba (1980-1982 e anche 1990-1992); parroco della Parrocchia "São Sebastião", a Paranavaí (1985-1988) e poi vicario parrocchiale (1989); parroco della Parrocchia "Nossa Senhora da Conceição", a Curitiba (1993-1995 e anche 2003-2004); vicario parrocchiale della Parrocchia "São Lázaro e Coração Imaculado de Maria", a Manaus (dal marzo 2009 in poi). Allo stesso tempo ha ricoperto importanti ruoli all'interno dell'Ordine Carmelitano: consigliere del Commissariato provinciale del Paraná (1979-1989 e anche 2002-2005); formatore degli studenti di Filosofia e Teologia, a São Paulo (1983-1984); commissario provinciale dei Padri Carmelitani del Paraná (1990-1995); consigliere generale (1995-2001); formatore degli studenti di Filosofia, a Curitiba (2002); membro della Commissione Economica Internazionale dell'Ordine Carmelitano (dal 2001 in poi); priore del Collegio Internazionale "Sant'Alberto", a Roma (2005-2008).

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    Oggi in Primo Piano



    Pax Christi International consegna il Premio per la Pace 2010 a mons. Louis Sako

    ◊   Il Movimento cattolico internazionale Pax Christi consegna oggi a Parigi, presso la sede della Conferenza episcopale francese, il Premio per la Pace 2010 a mons. Louis Sako, arcivescovo cattolico di Kirkuk, tra i “più convinti difensori delle minoranze in pericolo in Iraq”. Il riconoscimento è anche un incoraggiamento per i costruttori di pace nel Paese arabo, continuamente scosso - come ha anche ricordato il Papa domenica scorsa all’Angelus - da attentati contro cristiani e musulmani. Il servizio di Amedeo Lomonaco:

    Il Premio per la Pace 2010 è stato conferito a mons. Louis Sako per il suo prezioso contributo “nel difficile processo di pace e democratizzazione dell’Iraq”. Il futuro del Paese arabo, visitato nel 2009 da una delegazione di Pax Christi International, è legato anche all’impegno di quanti “aiutano il popolo iracheno nella ricerca della riconciliazione”. Il Premio intende quindi incoraggiare “gli artigiani della pace” a proseguire “la loro azione per il bene dell’Iraq e di tutta la regione”, come conferma proprio mons. Louis Sako:

    R. - Penso che questo Premio non sia unicamente per me, ma sia per l’Iraq, che si trova a vivere questa difficile situazione. Ed è anche per i cristiani dell’Iraq. Senza il dialogo, senza questa cultura e questa apertura verso la pace e il rispetto dell’altro, non ci sono soluzioni! Ci sono solo barriere. Questo Premio arriva alla vigilia del Natale ed anche i nostri fratelli musulmani hanno festeggiato “īd al-aḍḥā” - festa del sacrificio: per noi il Natale è la festa della pace e il messaggio del cielo è “pace in terra”. La pace è un’esigenza imprescindibile della nostra vita, è un bisogno. Siamo tutti chiamati ad essere costruttori di pace. Questo premio invita tutti i cristiani e tutti gli iracheni a realizzare la pace, a promuovere la stabilità. Senza pace non c’è vita, non c’è libertà, non c’è dignità!

    D. – Dunque un Premio, un riconoscimento da parte di Pax Christi che è anche segno di fiducia e di speranza per il futuro del Medio Oriente…

    R. – Senz’altro. In questo tempo di forte tribolazione noi siamo provati, nella nostra vita e nella nostra fede e questa vicinanza ci dà nuovo impulso, ci dà forza. (mg)

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    Chiude la Campagna della Caritas Europa "Zero Poverty": la lotta alla povertà chiede giustizia sociale e contrasto all'evasione fiscale

    ◊   Con una tavola rotonda si conclude oggi pomeriggio a Bruxelles la Campagna “Zero Poverty”, promossa dalla Caritas Europa nell’Anno Europeo 2010 per la lotta alla povertà e all’esclusione sociale. Roberta Gisotti ha intervistato don Livio Corazza, responsabile della Caritas Italiana per l’Europa:

    D. – Don Livio, la campagna “Zero poverty” mirava soprattutto ad una presa d’atto della povertà spesso nascosta e che affligge milioni di famiglie, ma la povertà – si dice – non fa notizia se non è collegata ad eventi drammatici. Allora qual è stato il bilancio di questa campagna?

    R. – E’ stato positivo perché per la prima volta le Caritas di tutta Europa si sono unite in un’unica campagna. Questo ci aiuta anche ad allargare il cerchio di quanti che con noi possano contribuire alla lotta alla povertà. Le Caritas diocesane sono state protagoniste e quasi tutte hanno promosso delle iniziative, coinvolgendo non soltanto il circuito ecclesiale ma anche persone appartenenti ad istituzioni sociali e civili. Certamente ci sono stati anche aspetti negativi: qualcuno ha sottovalutato questa opportunità e molte amministrazioni locali e statali non si sono molto interessate nel sensibilizzare i cittadini. Gli stessi mezzi di comunicazione sociale hanno trascurato questa campagna. Noi abbiamo potuto vedere come della povertà – come lei stessa diceva giustamente – ci si occupa soltanto di fronte a situazioni gravi: basta ricordare proprio quest’anno la vicenda dei rom. Devo dire, però, che nonostante questo, credo che in molti sia cresciuta la sensibilità sul fatto che la povertà è una questione che interessa tutti: non è soltanto il problema di qualcuno e non si può di conseguenza sempre delegare ad altri il compito di risolverlo.

    D. – Sì, don Livio, la povertà interessa tutti. Secondo i dati ufficiali sono quasi 80 milioni i poveri nell’Unione Europea, persone che vivono con redditi inferiore al 60 per cento del reddito medio familiare registrato nei loro Paesi. Per altro verso non abbiamo i dati di quanti ricchi vivono con redditi altissimi, anche questi spesso nascosti nell’illegalità. Non crede, don Livio, che la povertà si combatta anche attraverso sistemi fiscali equi e trasparenti e lotta all’evasione a frutto dell’intera comunità?

    R. – Certamente. Lei faceva cenno ad un dato clamoroso: gli 80 milioni di poveri dell’Unione Europea. Se consideriamo poi anche i poveri delle altre Nazioni non dell’Unione Europea possiamo considerare che lo Stato più grande e più popolato di tutto il continente europeo è composto da soli poveri. Questo in un continente che di solito viene considerato fra i più ricchi e i più benestanti è certamente scandaloso e clamoroso! Allora ci si domanda: “Cosa possiamo fare per lottare contro la povertà?”. Paghiamo le tasse: se tutti pagassero le tasse, se tutti agissero secondo la giustizia sociale, credo che questo rappresenterebbe una grande svolta anche nella lotta alla povertà. Da rilevare poi che questo Anno europeo dedicato alla lotta alla povertà è capitato nel pieno della crisi finanziaria ed economica, causata proprio da soggetti della finanza e dalle banche - almeno si dice - ma che è ricaduta soprattutto sui poveri. Credo che ci siano tantissimi milioni di poveri in Europa, ma ci sono anche tante persone ricche, anche solo semplicemente garantite e credo che se tutti intervenissero e facessero qualcosa, riusciremmo a sconfiggere la povertà. Concludo dicendo che certamente “Zero Poverty” è un sogno: pensare di azzerare la povertà è un sogno, ma noi dobbiamo crederci, perché soltanto così riusciremo ad abbattere, a diminuire la povertà, ma solo credendoci! (mg)

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    Presentato il volume fotografico “L’energia del sole in Vaticano”

    ◊   Un impegno all’avanguardia nel campo delle energie rinnovabili, che dimostra l’interesse del Santo Padre allo sviluppo sostenibile. E’quanto traspare dalla presentazione del volume fotografico “L’energia del sole in Vaticano”, che celebra i due anni dall’inaugurazione dell’impianto solare realizzato sulla copertura dell’Aula Paolo VI. Un’occasione quindi per fare un bilancio sull’utilizzo delle energie rinnovabili in Vaticano. Il servizio di Michele Raviart:

    Un impianto fotovoltaico, capace di riconvertire l’energia solare in una quantità di energia elettrica sufficiente a coprire il fabbisogno di 90 appartamenti e a risparmiare in un anno 80 tonnellate di petrolio. Sono solo alcuni dei benefici dell’impianto solare realizzato nel 2008 sul tetto dell’Aula delle udienze Paolo VI, che sostituisce la copertura realizzata dall’architetto Pierluigi Nervi negli anni ’60, fortemente deteriorata. Un intervento che ha rispettato in maniera filologica la funzione delle tegole originali, che erano già disposte in maniera tale da limitare i consumi energetici dell’Aula. Un vero e proprio restauro solare, come ci spiega il professore e ingegnere Livio De Santoli, ideatore del progetto ed “Energy Manager” all’Università “La Sapienza” di Roma:

    R. - “E’ un progetto che si chiama ‘Restauro solare’ perché riprende l’idea di Nervi degli anni ’60 che, con lungimiranza, aveva dotato la copertura con dei tegolini per schermare dalla radiazione solare. Sostituisce questi tegolini non solo per la schermatura, ma per la produzione di energia da sole. Quindi da questo punto di vista, è un’idea talmente semplice da essere quasi geniale. Il fotovoltaico, se concepito in maniera intelligente, è effettivamente una risorsa che contribuirà alla famosa transizione rispetto al petrolio che sta finendo. Si può fare fotovoltaico, si possono fare nuove installazioni con nuove tecnologie dappertutto, naturalmente nel rispetto della storia, del paesaggio e nel rispetto dell’efficienza energetica”.

    L’impianto, pensato in Italia e realizzato in pochi mesi da una ditta tedesca, ha ottenuto prestigiosi riconoscimenti internazionali, come il premio Solare europeo 2008 ed ha dato il via ad altre iniziative analoghe. Nel 2009 è stata, infatti, installata nel centro industriale della Città del Vaticano, un’altra struttura, in grado di trasformare i raggi solari in energia termica e frigorifera per la climatizzazione della mensa. Un impegno nel risparmio energetico, fortemente voluto da Benedetto XVI, che testimonia l’attenzione del Pontefice alla tutela del patrimonio naturale dell’umanità. Il cardinale Giovanni Laiolo, presidente del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano:

    R. - “Il messaggio è molto semplice: valorizzare il Creato, secondo il compito che Dio ha affidato all’uomo, e valorizzare il Creato a servizio dell’uomo. Nell’ultima enciclica “Caritas in veritate”, il Papa fa anche presente come un migliore utilizzo dell’energia torni a vantaggio anche ai popoli più poveri, che verrebbero a trovarsi su un piano di uguaglianza con i popoli tecnologicamente più evoluti, perché avrebbero a disposizione anch’essi un’energia pulita ad un costo per loro equo e sostenibile”. (ma)

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    Il cardinale Vallini e il sindaco Alemanno celebrano i 50 anni dell'Istituto Massimo nel quartiere romano dell'Eur. La testimoniaza di un alunno illustre: Mario Draghi

    ◊   L’Istituto Massimiliano Massimo dei Gesuiti commemora in questi giorni, con una serie di eventi, i suoi cinquant’anni di presenza nel quartiere Eur di Roma. Questa mattina, in particolare, il cardinale vicario Agostino Vallini ha presieduto una celebrazione eucaristica, consacrando la scuola a Maria Immacolata, nell'odierna Solennità. Tante le personalità presenti alla Messa, tra cui diversi ex alunni diventati illustri protagonisti della vita civile, a testimoniare – ha sottolineato il cardinale Vallini nella sua omelia – i positivi effetti della pedagogia ignaziana. Il porporato ha poi rivolto un energico invito a tutta la comunità scolastica ad avere il coraggio di non abbassare il livello dei propri sogni dei propri ideali. Impegnatevi – ha detto – nello studio e nella formazione intellettuale senza fuggire la ricerca del vero, del bene e del bello, perché il Massimo non sia un felice ricordo, ma linfa spirituale di vita buona. Nonostante le vicissitudini del tempo viviate come testimoni dei valori più importanti che la scuola vi ha trasmesso. A seguire il sindaco Gianni Alemanno ha scoperto una targa simbolo della prima pietra dell'istituto, di cui è stato ricordato il prezioso contributo per l’educazione dei giovani. Allievo dell’Istituto Massimo, è stato anche il governatore della Banca d'Italia, Mario Draghi, che ricorda al microfono di Antonella Palermo con quale stato d’animo ha vissuto quegli anni di formazione:

    R. - Lo stato d’animo è di profonda gratitudine, perché all’insegnamento classico tradizionale si accompagnava l’educazione religiosa. Ricordo in particolare la dedizione dei padri gesuiti, l’attenzione con cui seguivano l’educazione degli alunni. Ricordo anche le molte amicizie e poi, alcune di queste, sono durate una vita. Quindi i ricordi sono antichi, ma sono anche molto vivi.

    D. - A suo parere qual è il segreto, la “ricetta” dell’educazione dei gesuiti?

    R. - Quello che posso dire è come ricordo questa educazione: un’educazione fatta di un insegnamento di qualità eccellente, che si accompagnava all’insegnamento della religione, anch’esso fatto con la stessa serietà, con la stessa attenzione dell’insegnamento tradizionale. Quindi, standard di eccellenza, ma insieme anche un messaggio morale, che pervadeva un po’ tutta la giornata che si passava a scuola: il messaggio che le cose andavano fatte al meglio delle proprie possibilità, che l’onestà è importante, ma poi, soprattutto, che tutti noi eravamo speciali in qualche modo, non tanto perché andassimo al “Massimo”, ma speciali come persone. Tutti noi, al di là di quello che potevamo fare come scolari, come alunni, al di là di quanto noi potessimo apprendere, avevamo, come dire, un compito nella vita, un compito che poi il futuro, la fede, la ragione, la cultura, ci avrebbero rivelato. (ma)

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    Il “Pensiero giuridico, economico e sociale del Pontefice Pio XII” in un libro di Alberto De Marco

    ◊   Un libro per indagare il contributo che Papa Pacelli diede con il suo Magistero all’epoca complessa in cui visse, dominata dalla brutalità della guerra e dal bisogno di ricostruire un nuovo ordine sociale. E’ l’ultima fatica di Alberto De Marco, autore del volume “Pensiero giuridico, economico e sociale del Pontefice Pio XII”, edito da Gangemi Editore, che domani verrà presentato a Roma con la partecipazione, tra gli altri, di mons. Giancarlo Centioni, decano dei cappellani militari. Il volume è corredato di foto inedite e di riproduzioni di documenti che fanno luce su aspetti poco conosciuti e considerati di Pio XII. Alessandro De Carolis ne ha parlato con l’autore:

    R. – Partendo dal pensiero giuridico, abbiamo analizzato una serie di Encicliche, come la “Summi Pontificatus”, mentre dal punto di vista sociale nel libro emerge il ruolo importantissimo che ha avuto Pio XII nel riconoscere l’importanza della famiglia e del rispetto dei diritti del cittadino, quindi dal punto di vista del lavoro e del giusto salario. Questo è un Papa che merita la dovuta attenzione anche su questo aspetto.

    D. – Come si legge nella prefazione del libro, “la storia sembra essersi impigliata nella definizione di Pio XII”. Il volume è, tra l’altro, un ulteriore contributo alla chiarezza su quanto Papa Pacelli compì in favore degli ebrei durante la guerra…

    R. – Certamente. Sappiamo che un attacco alla figura di Pio XII è partito in una certa epoca, dopo il 1963. Si è creata una visione diversa, ma questa si è dimostrata naturalmente non veritiera. A tale proposito, ho supportato questo libro con una serie di documenti ed immagini: chi ha dato l’ordine ai monasteri di clausura e ai conventi di essere disponibili ad ospitare tantissimi ebrei, e non soltanto gli ebrei? E’ avvenuto, e lo dimostro, perché ci sono stati degli ordini di Pio XII.

    D. – Un pregio di questa opera è di unire alla ricerca storica una finalità solidale: di che cosa si tratta?

    R. – La finalità solidale è quella di rinunciare ai diritti d’autore per un progetto sul disagio mentale: quelle che ne sono affette sono persone che vanno curate e che vanno amate, perché la medicina è importante, ma la medicina dell’amore è ancora più importante. Noi non facciamo altro che sostenere l’Associazione “Un tetto insieme”, che è formata dai familiari di queste persone affette da queste patologie, e per far questo abbiamo chiesto al Comune di Roma di mettere a disposizione un immobile gratuitamente, come fatto per altre associazioni. Speriamo che alla nostra speranza seguano azioni concrete, che contribuiranno a risolvere problemi che sono molto seri all’interno della collettività. (mg)

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    Chiesa e Società



    Lettera del cardinale Bertone a nome del Papa per i 10 anni del Centro Giovanni Paolo II a Loreto

    ◊   Il Papa partecipa "con gioia" alla celebrazione con cui tutta la Comunità Lauretana ringrazia il Signore "per la preziosa attività del Centro Giovanni Paolo II", a dieci anni dalla sua nascita. E’ quanto scrive il cardinale segretario di Stato, Tarcisio Bertone in una lettera inviata a nome di Benedetto XVI a mons. Giovanni Tonucci, arcivescovo prelato di Loreto. Parlando di questo luogo come un importante punto di riferimento per molteplici iniziative che hanno visto i giovani come protagonisti, il porporato ricorda come nel corso dell'incontro internazionale giovanile che si tenne a Loreto nel 1995, Giovanni Paolo II rivolgendosi alle migliaia di giovani provenienti da tutta Europa disse: "Ecco la vostra casa"! Da quella entusiasmante esperienza nacque l'idea di realizzare un Centro permanente, che potesse dare ospitalità a chiunque e che potesse diventare una singolare palestra d'incontro e di dialogo tra la comunità cristiana e le nuove generazioni. “Quanti si recano in pellegrinaggio al Santuario della Santa Casa - spiega il cardinale Bertone - vengono carichi del proprio bagaglio esistenziale, a presentare alla Vergine Lauretana le proprie aspirazioni, le speranze ma anche le delusioni e le inquietudini" e "attendono da Lei, una risposta”. In questo luogo soprattutto i ragazzi, provenienti da tutto il mondo possono fare la piacevole scoperta di non essere soli, possono condividere le proprie esperienze, in altre parole, possono “vivere l'incontro con gli altri come un vero evento di grazia”. Sottolineando le difficoltà, i turbamenti, le complicazioni propri della fase giovanile dell'esistenza, il porporato ribadisce l’importanza di questi incontri che aiutano i giovani a compiere un itinerario di maturazione umana e relazionale, per giungere ad una maggiore conoscenza di sé stessi ma soprattutto ad una più forte consapevolezza della presenza del Signore Gesù nella loro vita. “Venendo a bussare alla porta di Maria Santissima - prosegue - essi hanno avuto la gioia inaspettata di incontrare il Signore, e questo ha impresso una svolta alla loro esistenza”. Quindi l’auspicio affinché ogni giovane, seguendo l’esempio di Gesù che ha dato la vita per i propri amici possa giungere in questo luogo per fare esperienza di un Dio, che lungi dall’essere solo un ideale è realmente vivo e presente. (C.S.)

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    Terra Santa. Al via ad un nuovo programma per la formazione primaria e secondaria

    ◊   E’ stato inaugurato alcuni giorni fa a Betlemme, in Terra Santa, un nuovo programma per la formazione primaria e secondaria. “Improving the Quality of Primary and Secondary School in Palestine”: questo il titolo del progetto che si articolerà per 4 anni e che coinvolgerà un centinaio di scuole, per un totale di 22 mila studenti, 1.100 insegnanti, 5 mila famigliari e 180 studenti universitari e che è stato reso possibile da due organizzazioni spagnole, la Fundación Promoción Social de la Cultura e l’Agencia Española de Cooperación Internacional para el Desarollo. Questo progetto inaugurato e benedetto dal patriarca latino di Gerusalemme Fouad Twal, prevede l’attivazione di laboratori e di stage volti al miglioramento dei metodi di insegnamento e di formazione degli insegnanti ma anche la costruzione di nuovi edifici. Alla sua realizzazione hanno contribuito l’USAIS/American School e la Luogotenenza tedesca dei Cavalieri del Santo Sepolcro. (C.S.)

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    “Nazaret patrimonio dell’umanità?” Primo colloquio internazionale dedicato alla città israeliana

    ◊   Si è svolto presso l'hotel Al-‘Ayn di Nazareth il primo colloquio internazionale dedicato a questa città israeliana, sul tema “Nazareth: archeologia, storia e patrimonio culturale”. Per il Sindaco, Ramiz Jaraisy, come riferisce una nota del Patriarcato Latino di Gerusalemme, questo incontro è stato il primo passo verso la dichiarazione di Nazareth come patrimonio mondiale dell'Unesco. L'iniziativa è stata organizzata dall'Associazione Maria di Nazareth, con il sostegno della Commissione israeliana per l'Unesco, del Centro Culturale francese di Nazareth e del Centro Culturale italiano di Haifa. Tra le altre autorità, hanno partecipato alla sessione l'ambasciatore di Francia in Israele, Christophe Bigot e il vicario patriarcale per Israele, mons. Giacinto-Boulos Marcuzzo. In alcune dichiarazioni all’Agenzia Zenit, Omar Massalah, musulmano, segretario del Mediterranean Peace Forum e autore della proposta ha spiegato che dichiararare Nazareth patrimonio dell’umanità, “sarebbe il modo migliore di proteggere la città e di evitare che la trasformazione e la modernizzazione pongano fine all'anima di questo centro cittadino”. Dal canto suo, ha espresso la propria intenzione di parlare con i Paesi arabi “per sostenere la richiesta, perché non si tratta di un'iniziativa con una connotazione politica, ma di una questione culturale e di culto”. L'obiettivo condiviso è dunque promuovere una cultura della pace e del dialogo, soprattutto tra i credenti, e più concretamente tra cattolici e musulmani, che hanno molti valori comuni, come la venerazione per la Vergine Maria. “L'idea di questo colloquio internazionale - ha aggiunto Massalah - è nata dalla constatazione che Nazareth è per tutto il mondo un luogo conosciuto e di grande contenuto simbolico, ma il suo immenso patrimonio continua ad essere come un tesoro nascosto”. Inoltre secondo quanto ha affermato da mons. Marcuzzo vicario patriarcale per Israele nel suo intervento di apertura, la ricchezza e la varietà delle dimensioni biblica, spirituale, culturale e storica della città sono state esplorate solo da una parte molto ridotta dei suoi abitanti, dei ricercatori e dei pellegrini. “Nazareth, con la sua archeologia preistorica e le sue costruzioni europee moderne, la prima chiesa giudeo-cristiana e le Crociate fino al periodo ottomano, - ha detto il presule - rappresenta per la Chiesa la fonte e l'origine, il luogo dell'Incarnazione”. (C.S.)

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    In India un “asharm” delle suore francescane, per entrare in dialogo con i non cristiani

    ◊   In India le suore Francescane Missionarie di Maria hanno aperto un “ashram” cristiano, ovvero un tradizionale santuario di meditazione e romitaggio, tipico di questo Paese, per poter entrare in relazione e dialogo con i non cristiani, in special modo con i credenti indù. L’ashram cristiano, situato nei pressi di Bangalore, nello stato di Andra Pradesh, si chiama “ISHALAYA”, acronimo di “Integrity, Solitudine, Happiness, Acceptance, Learning, Awareness, Yearning, Adorers”, che sottolinea come le religiose si ritrovino in un luogo per fare silenzio, meditare, prendere coscienza di sé, adorare Dio. "La meditazione – raccontano all’agenzia Fides le religiose – ha luogo al crepuscolo ed è il momento in cui si riflette sullo splendore di Dio e le meraviglie del creato". Segue il momento dell’arathi, in cui ogni religiosa si avvicina e tocca una fiamma ardente, a simboleggiare l’offerta di sé. Si passa poi a momenti di canto, di lode e di benedizione del nome di Dio e dopo una fase di profondo silenzio, vi è la celebrazione dell’Eucarestia. “Questo esercizio spirituale ci aiuta a compiere ogni giorno un viaggio verso Dio, a rinnovare il senso di armonia con noi stessi, con il Signore e con il prossimo e rende così più efficace la nostra missione”, spiegano le suore. Un’esperienza di vita all’ashram viene proposta a tutte le suore professe temporanee e costituisce una tappa essenziale nel percorso di formazione di ogni religiosa, teso all’inculturazione del messaggio evangelico nel contesto indiano. (C.S.)

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    Elezioni in Nicaragua: mons. Brenes auspica un presidente che lavori per il bene del Paese

    ◊   Un appello alla popolazione del Nicaragua affinché in questa tornata elettorale scelga un presidente che lavori non per l’interesse personale, ma per il bene del Paese. A lanciarlo, dalle pagine del quotidiano “La Prensa” è l'arcivescovo di Managua, mons. Leopoldo José Brenes Solórzano che chiede anche al presidente in carica Daniel Ortega di rispettare la Costituzione e di non presentarsi come candidato alle elezioni presidenziali e legislative in programma per novembre 2011. Nella prima parte dell'intervista, riportata all’agenzia Fides dalla Conferenza episcopale del Nicaragua, mons. Brenes, riflette sul Natale e sul tempo propizio che esso rappresenta, un’opportunità per cambiare il cuore e avere i sentimenti di Cristo. Poi rivolgendosi ai cittadini ribadisce: “il Natale è anche il tempo per dimostrare che siamo un popolo, una nazione, che può lasciare da parte gli interessi personali e cercare il bene di tutti”. Alla domanda: "cosa direbbe alla classe politica soprattutto in questo momento, quando sia il governo sia l’opposizione elargiscono pacchi dono alla popolazione?” mons. Brenes risponde: “la gente accetta sempre questi doni perché vive nell’indigenza, ma c’è bisogno di pane quotidiano e non solo in un momento particolare dell'anno; c’è bisogno di lavoro, perché un gran numero di persone non ha più un impiego, sia nel settore statale che in quello privato”. Quindi lancia un appello al governo, perché si adoperi per stabilizzare la situazione, per favorire l’occupazione e pensare al benessere delle famiglie. A proposito dei criteri sul voto mons. Brenes afferma: “bisogna vedere l'idoneità del candidato, e in questo la nostra gente è saggia. Bisogna scegliere colui che lavora, non per interessi personali, ma per il bene del Paese”. Poi conclude: “tutti i nicaraguensi hanno una Costituzione e tutti devono averla come punto di riferimento. È come un semaforo: quando hai la luce rossa dal tuo lato ti devi fermare. Si tratta di una norma valida in tutto il mondo: solo così si gettano le basi per una reale democrazia”. (C.S.)

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    Il Religion Today Filmfestival ambasciatore di dialogo tra popoli e culture attraverso il cinema

    ◊   Il Religion Today Filmfestival consolida la propria dimensione itinerante e la propria mission di valorizzazione del cinema come strumento per un “viaggio nelle differenze” religiose e culturali. Rispondendo a un invito della Fundacja Mlodego Kina - Young Cinema Foundation di Varsavia, Religion Today è di recente giunto in Polonia per una serie di proiezioni che hanno registrato una grande partecipazione di pubblico e addetti ai lavori favorendo, attraverso il linguaggio del cinema, l'incontro fra persone, popoli, religioni e culture. Il programma polacco ha visto tre giorni di proiezioni di cortometraggi e documentari a Czestochowa, Lublino e Varsavia. Dalla Polonia Religion Today si è spostato in Iran, sede di un movimento cinematografico di qualità presente ad ogni edizione di RT. In Iran, la direttrice Katia Malatesta ha rinsaldato i rapporti con i tanti registi e produttori che da anni frequentano Trento e il Festival. L'occasione è stata il “Tehran International Short Film Festival”, vetrina di grande prestigio per i giovani registi iraniani. Il consolidato radicamento internazionale di Religion Today ha trovato un'ulteriore conferma nell'accoglienza riservata a Gerusalemme nell'ambito del “Jerusalem Jewish Film Festival”, prestigiosa rassegna cinematografica in corso di svolgimento in questi giorni. In questi anni, la collaborazione fra Religion Today e la Cineteca di Gerusalemme ha portato ad un vero e proprio ampliamento di orizzonti per il Festival israeliano, tradizionalmente incentrato sulla valorizzazione dell'identità ebraica. Una visione “allargata” che trova preziosi spunti di riflessione in alcuni tra i film più significativi della XIII edizione di Religion Today, riproposti al pubblico di Gerusalemme. Pellicole capaci di affrontare i temi cruciali del dialogo fra mondo occidentale e medio oriente - e in particolare fra mondo ebraico e musulmano - come “Out of Cordoba”, che a Trento aveva ricevuto una menzione speciale. (C.S.)

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    Ad Assisi in mostra presepi di tutto il mondo, da oggi al 2 gennaio

    ◊   Da oggi fino al 2 gennaio, la Basilica Papale di Santa Maria degli Angeli in Porziuncola, nei pressi di Assisi, ospiterà una grande mostra di presepi provenienti da tutto il mondo. I presepi, spiega una nota dei Frati minori di Assisi, verranno distribuiti lungo l'itinerario delle memorie di San Francesco, all'interno del Santuario, ma anche presso il grande chiostro del convento, noto soprattutto per il ciclo di affreschi di Francesco Providoni (1633-1703). Quest’anno l’esposizione si amplia ulteriormente, ospitando anche una serie di antichi “bambinelli” artistici e un presepio artigianale di grandi dimensioni. La collaborazione con l’Associazione Amici del Presepio di Tesero e la provincia autonoma di Trento ha portato anche all’allestimento, presso la Sala San Pio X, di una mostra dedicata ad antiche Natività trentine di grande valore artistico e interesse storico. In collaborazione con queste istituzioni trentine, il percorso sarà arricchito da una suggestiva esposizione presso il cosiddetto “Conventino”, all’interno del Museo della Porziuncola. La mostra, intitolata “L’irrompere della vita”, raccoglie opere di noti artisti contemporanei trentini come Marco Arman, Robert Bosisio, Marco Nones, Anneliese Picler, Matthias Sieff, Lara Stefe, Elio Vanzo e Paolo Vivian, dedicate alla vita nel suo aspetto di dono e ricerca. Le mostre dei presepi sono aperte tutti i giorni dalle 7.30 alle 12.30 e dalle 14.30 alle 19.00. (C.S.)

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    “La questione di Dio oggi. Il nuovo cortile dei gentili”: il nuovo libro di Lorenzo Leuzzi

    ◊   “Questo libro va al cuore del pensiero di Benedetto XVI. Il confronto tra razionalità e fede, alla luce della novità del battesimo, ne fanno davvero un messaggio prezioso non solo per i credenti”. Così il cardinale Camillo Ruini, presidente del Comitato per il progetto culturale della Conferenza episcopale italiana, ha presentato ieri sera a Roma, presso la Pontificia Università Lateranense, l’ ultimo libro di mons. Lorenzo Leuzzi, direttore dell’ ufficio diocesano per la Pastorale universitaria, dal titolo “La questione di Dio oggi. Il nuovo cortile dei gentili”, edito dalla Libreria editrice vaticana. “Nel testo - ha evidenziato il porporato - viene spiegato il rapporto che ogni credente deve avere con Dio, come fondamento di quella realtà storica che ognuno di noi è chiamato a costruire, ricordando sempre che il progetto che Egli ha per noi si può conoscere solo alla luce della rivelazione che ci ha fatto tramite il suo unico figlio Gesù Cristo”. Una delle questioni nodali affrontate dall’autore, è proprio il realismo della fede nel nuovo cortile dei gentili, cioè il dialogo rinnovato con la cultura contemporanea. “Il cortile dei gentili - ha spiegato Sebastiano Maffettone, preside della Facoltà di Scienze politiche presso l’Università Luiss Guido Carli – è la questione del mondo di oggi. La ricerca della verità, come si affrontano i problemi attuali, trovare un punto di riconciliazione e di incontro tra fede e ragione”. Quindi la presentazione è stata conclusa dall’autore che ha spiegato la grande responsabilità della Chiesa di fronte alle nuove sfide del mondo contemporaneo. “Questo libro - ha detto mons. Leuzzi - è rivolto soprattutto a coloro che non hanno il dono della fede, perché soltanto insieme, superando le incomprensioni, contribuiremo alla costruzione di una nuova civiltà e di uno sviluppo futuro.” (A cura di Marina Tomarro)

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    24 Ore nel Mondo



    Disordini ad Haiti dopo il primo turno delle presidenziali. Al ballottaggio Manigat e Celestin

    ◊   L'ex first lady Mirlande Manigat e Jude Celestin, considerato uomo vicino al presidente uscente Renè Preval, accedono al ballottaggio delle elezioni presidenziali ad Haiti. L’annuncio del Consiglio elettorale, arrivato ieri in serata, ha suscitato le proteste dei sostenitori del popolare cantante Michel Martelly, uscito sconfitto dalle urne, e le perplessità degli Stati Uniti che hanno invitato la popolazione haitiana alla calma. Il servizio di Marco Guerra:

    L'ex first lady, Mirlande Manigat, ha vinto il primo turno delle elezioni presidenziali svoltesi lo scorso 28 novembre con il 31,3% dei voti e se la vedrà al ballottaggio, in programma per il 16 gennaio, con il candidato del governo, Jude Celestin, che ha ottenuto il 22,4% dei consensi. A dieci giorni dal voto arriva, dunque, l’atteso responso delle urne certificato dal Consiglio elettorale haitiano. Dietro di loro il cantante Michel Martelly con il 21,84% dei suffragi. Lo stretto margine di distacco dal candidato del governo, tra l'altro genero del presidente uscente Rene Preval, insieme ai sospetti di frodi elettorali hanno portato a momenti di tensione nella capitale Port-au-Prince, dove, subito dopo l'annuncio dei risultati, i sostenitori di Martelly hanno eretto diverse barricate. Gli Stati Uniti si dicono preoccupati e si sono offerti di analizzare i dati alla ricerca di eventuali brogli. Secondo una nota dell’ambasciata americana i risultati sono incoerenti rispetto a quelli pubblicati dopo il voto dal Consiglio nazionale di osservazione sulle elezioni. Intanto il Paese caraibico resta alle prese con l’epidemia di colera che ha già provocato la morte di circa 2.100 persone e il contagio altre 90 mila. E imperversa la polemica dopo la pubblicazione di un rapporto di un medico francese, secondo il quale il ceppo della malattia è stato portato dai caschi blu dell’Onu nepalesi. Le Nazioni Unite hanno detto di prendere “molto sul serio” le accuse pur ribadendo che non esiste alcuna “prova conclusiva” che dimostri l’origine dell’epidemia.

    Wikileaks
    All’indomani dell’arresto a Londra del fondatore di Wikileaks, Julian Assange, il figlio 20enne ha chiesto un trattamento giusto e non condizionato da obiettivi politici. E si registra anche la forte presa di posizione del governo australiano che ha accusato gli Stati Uniti di essere gli unici responsabili della fuga di notizie e non “il signor Assange”. Dal canto suo, il 39enne australiano ha chiarito che si batterà contro l'estradizione in Svezia, dove è accusato di violenza sessuale nei confronti di due donne, mentre Stoccolma e Washington negano che ci siano stati contatti per un accordo in merito alla cessione di Assange agli Usa, nel caso sarà portato in Svezia per affrontare la giustizia. Intanto prosegue la pubblicazione dei file riservati del Dipartimento di Stato Usa che sta causando non pochi incidenti diplomatici all’Amministrazione americana. Ieri il portavoce del Pentagono ha ammesso che la rivelazione dei rapporti ha danneggiato le relazioni statunitensi con i suoi alleati. Gli ultimi file resi noti riguardano diversi Paesi del Nord Africa e del Medio Oriente.

    Profughi Europei
    Cresce la preoccupazione internazionale per la sorte dei 250 eritrei ostaggio di predoni nel deserto del Sinai dal 20 novembre scorso, in condizioni terribili. E mentre si stringe il cerchio sulla banda dei sequestratori, l’Egitto avvia i primi contatti con i rais dell’area interessata per negoziare la liberazione, ma le persone sotto sequestro sarebbero molte di più, forse 1500. Il servizio di Cecilia Seppia:

    ''Fate presto, hanno ricominciato a picchiarci, siamo pieni di lividi e qualcuno ha le piaghe per le percosse, con noi ci sono anche donne incinte e bambini''. E’ il nuovo drammatico appello lanciato ieri sera da uno dei 250 profughi eritrei dal 20 novembre nelle mani di una banda di predoni, nel deserto del Sinai. A farsi interprete delle parole di questo uomo è ancora don Mussei Zerai, il sacerdote eritreo che tiene contatti con alcuni degli ostaggi. “Sono in catene - spiega don Zerai, in attesa che qualcuno paghi il riscatto, ora arrivato a 8 mila dollari per ciascuno. 6 di loro sono stati uccisi e ad almeno 4 sembra che stiano per prelevare un rene, come forma di pagamento”. Per alcuni di loro l'odissea è cominciata otto mesi fa, con fuga dall'Eritrea verso l'Italia, la cattura da parte dei soldati libici, la detenzione in Libia poi la fuga attraverso il deserto, per finire nelle mani di trafficanti di esseri umani senza scrupoli. Intanto l’Egitto si muove per la liberazione. I servizi di sicurezza del Cairo stanno trattando già da ieri con i capi tribù della regione al confine con Israele, ma le informazioni raccolte dagli 007 egiziani preoccupano la comunità internazionale. Insieme ai 250 profughi provenienti dall’Asmara, ci sarebbero altri 300 africani. Il gruppo degli eritrei sarebbe in mano ad un solo trafficante in una zona non localizzata, ma gli ostaggi in totale sarebbero circa 1500, provenienti da Sudan, Etiopia, Nigeria e Guinea e detenuti in un’area attorno ad El Hassnah, ma anche a sud di Rafah, pochi chilometri dal confine con Israele. Intanto l’Unhcr punta il dito contro l’Italia e ammonisce: “la situazione è anche frutto della politica italiana dei respingimenti”. E mentre cresce la mobilitazione internazionale per una evacuazione umanitaria e l’asilo ai profughi, dall’Ue i 27 preparano la stretta sui mercanti di uomini, con pene più severe fino a 10 anni di reclusione e la confisca dei beni e più protezione per le vittime.

    Messico, vertice Onu sul clima “Sono molto preoccupato perchè i nostri sforzi sono ancora insufficienti” in termini di lotta al cambiamento climatico. Così il segretario delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, rivolgendosi ai rappresentanti di oltre 190 Paesi che partecipano ai lavori della 16/a Conferenza Onu sul clima in corso a Cancun, in Messico, fino al 10 dicembre. Il passo più significativo al momento è stato fatto dalla Cina che ieri si è detta disponibile a ridurre le emissioni del 40% nei prossimi 10 anni rispetto ai livelli del 2005. La proposta della Cina si accompagna a quella delle altre potenze emergenti - India, Brasile e Sudafrica - che offrono un impegno volontario ma vincolante in cambio del prolungamento del protocollo di Kyoto che scade nel 2012. Contrari al rinnovo di Kyoto il Giappone e gli Stati Uniti, che ritengono l’accordo troppo punitivo nei confronti dei 44 Paesi industrializzati, che al momento producono “solo” 30% delle emissioni, mentre lascia liberi di inquinare quelli emergenti per non minarne lo sviluppo.

    Cile, incendio in carcere
    81 morti e 14 persone ricoverate con ustioni gravi: è il bilancio confermato in fine mattinata dal ministro della Sanità cileno Jaime Manalich, che si trova nel carcere San Miguel di Santiago dove stamani è scoppiato un incendio di grandi proporzioni. Intanto già si registrano le prime polemiche per i ritardi nei soccorsi: alcuni testimoni denunciano che la gendarmeria ha ritardato l'ingresso dei pompieri nella prigione per poter avere pieno controllo della situazione. L’istituto risulta inoltre sovraffollato, vi si trovavano 1.900 detenuti, quando è stato progettato per ospitarne 700.

    Usa e Corea del Sud annunciano nuove esercitazioni congiunte
    Gli Stati Uniti e la Corea del Sud effettueranno nuove manovre militari congiunte volte a “dissuadere in modo efficace l'aggressione della Corea del Nord”. Lo hanno annunciato gli stati maggiori dei due Paesi da Seul. L'ammiraglio Usa, Mike Mullen, e la sua controparte sudcoreana, Han Min-koo, hanno poi definito una “azione illegale e deliberata” l’attacco a sorpresa, del 23 novembre scorso, della Corea del Nord contro l'isola sudcoreana di Yeonpyeong. I due hanno inoltre invitato la Cina “a utilizzare tutta la sua influenza” su Pyongyang per stabilizzare la penisola coreana.

    Pakistan
    Almeno 17 persone sono morte e 25 sono rimaste ferite nel Pakistan nordoccidentale, nella cittadina Kohat, a nord di Peshawar, a seguito di un attacco kamikaze contro un pulmino nei pressi di un mercato molto affollato. Al momento l'atto terroristico non è stato rivendicato, ma spesso in queste zone del Pakistan i Talebani, sunniti, hanno attaccato la comunità sciita.

    Cina esplosione miniera
    Almeno 26 operai hanno perso la vita in seguito ad una esplosione avvenuta in una miniera di carbone nella provincia dell'Henan, nella Cina centrale. Questo tipo di incidente non è nuovo in Cina dove ogni anno si registrano centinaia di vittime fra i minatori.
    Montenegro
    Il Montenegro punta ad ottenere lo status ufficiale di Paese candidato all'adesione all'Unione Europea nel corso del vertice dei capi di Stato e di governo, in programma a Bruxelles il 16 e il 17 dicembre prossimi. L’obiettivo è quello di conquistare poi il via libera per l'apertura dei negoziati a dicembre del 2011. E' quanto emerso ieri da un incontro con il ministro montenegrino per gli Affari europei, Gordana Djurovic, organizzato dall'European Policy Centre a Bruxelles. (Panoramica internazionale a cura di Marco Guerra)

    Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LIV no. 341

    E' possibile ricevere gratuitamente, via posta elettronica, l'edizione quotidiana del Bollettino del Radiogiornale. La richiesta può essere effettuata sulla home page del sito www.radiovaticana.va/italiano.

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