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Sommario del 28/09/2009
Benedetto XVI ai giovani nella Messa di Praga per la festa di S. Venceslao: la vera felicità è in Cristo, il potere del mondo è triste ed effimero
◊ Un’altra stupenda giornata di sole ha accompagnato questa mattina la Messa presieduta dal Papa a Stará Boleslav, nei pressi di Praga, luogo del martirio di San Venceslao, re boemo del decimo secolo e Patrono principale della Repubblica Ceca. Oggi ricorre la sua memoria liturgica e qui è festa nazionale. Benedetto XVI, prima della celebrazione che si è svolta su una spianata di fronte a 45 mila persone, ha venerato le reliquie del Santo nella Basilica a lui dedicata. Poi ha sottolineato che il potere del mondo è effimero e procura solo tristezza: solo Cristo dona la vera felicità che rimane per sempre. Da Praga, il servizio del nostro inviato, Sergio Centofanti:
Una sorta di Gmg dell’Europa centro-orientale: così si è presentata la Messa a Stará Boleslav. Decine di migliaia i giovani giunti da tutta la Cechia e poi da Slovacchia, Polonia, Germania e Austria. In tanti hanno vegliato tutta la notte, con canti, adorazione eucaristica e confessioni. Come a Brno, la Messa è stata vissuta con grande intensità. Nonostante le migliaia di persone presenti è stato grande il raccoglimento e la compostezza: tanti e lunghi i momenti di silenzio profondo, una forte esperienza di preghiera e di unità. Il Papa ha invitato tutti a imitare San Venceslao che ha dato la vita per seguire “sempre e fedelmente Cristo”. Poi si è chiesto se ai nostri giorni la santità sia ancora attuale o se forse non sono più ricercati successo e gloria umana. Obiettivi di scarsa durata come mostra la storia - ha detto - che ha visto cadere, anche in questa terra, non pochi potenti, che parevano giunti ad altezze quasi irraggiungibili. “All’improvviso si sono ritrovati privi del loro potere”:
“Chi ha negato e continua a negare Dio e, di conseguenza, non rispetta l’uomo, sembra avere vita facile e conseguire un successo materiale. Ma basta scrostare la superficie per costatare che, in queste persone, c’è tristezza e insoddisfazione. Solo chi conserva nel cuore il santo ‘timore di Dio’ ha fiducia anche nell’uomo e spende la sua esistenza per costruire un mondo più giusto e fraterno”.
Oggi - ha detto il Papa - c’è bisogno di persone che siano “credenti” e “credibili”, pronte a pagare di persona per diffondere gli ideali cristiani che professano. E’ la via “stretta” della santità indicata da Gesù: “Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua”:
“Certamente è un linguaggio duro, difficile da accettare e mettere in pratica, ma la testimonianza dei Santi e delle Sante assicura che è possibile a tutti, se ci si fida e ci si affida a Cristo. Il loro esempio incoraggia chi si dice cristiano ad essere credibile, cioè coerente con i principi e la fede che professa. Non basta infatti apparire buoni ed onesti; occorre esserlo realmente. E buono ed onesto è colui che non copre con il suo io la luce di Dio, non mette davanti se stesso, ma lascia trasparire Dio”.
Questa è la lezione di vita di San Venceslao, un sovrano che ebbe il coraggio di anteporre il Regno dei cieli al fascino del potere terreno. Il suo sguardo non si staccò mai da Gesù Cristo: costruì chiese, aiutò i poveri, difese le vedove, non tollerava l’ingiustizia. Cioè, era scomodo. Alla fine perdonò il fratello prima che questi lo facesse uccidere per salire sul suo trono:
“Venceslao è morto martire per Cristo. E’ interessante notare che il fratello Boleslao riuscì, uccidendolo, ad impadronirsi del trono di Praga, ma la corona che in seguito si imponevano sulla testa i suoi successori non portava il suo nome. Porta invece il nome di Venceslao, a testimonianza che ‘il trono del re che giudica i poveri nella verità resterà saldo in eterno’”.
Il Papa esorta a camminare come San Venceslao “con passo spedito verso la santità”. Un percorso “certamente difficile - ha aggiunto - poiché la fede è sempre esposta a molteplici sfide, ma quando ci si lascia attrarre da Dio che è Verità, il cammino si fa deciso, perché si sperimenta la forza del suo amore”.
Al termine della Messa il Papa si è rivolto ai tantissimi giovani presenti alla Messa. “Con voi - ha detto - anche il Papa si sente giovane!”. Ha parlato delle loro aspirazioni alla felicità che spesso la società dei consumi “sfrutta in modo falso e alienante”. E non sono pochi - ha notato - quanti “si lasciano attrarre da illusori miraggi di paradisi artificiali per ritrovarsi poi in una triste solitudine”. Invita a guardare all’esperienza di Sant’Agostino che cercava la felicità e l’ha trovata in Cristo: in realtà, ha poi capito che è Gesù che ci cerca e bussa alla nostra porta per renderci felici:
“La fede cristiana è questo: l’incontro con Cristo, Persona viva che dà alla vita un nuovo orizzonte e con ciò la direzione decisiva. E quando il cuore di un giovane si apre ai suoi divini disegni, non fa troppa fatica a riconoscere e seguire la sua voce. Il Signore infatti chiama ciascuno per nome e ad ognuno vuole affidare una specifica missione nella Chiesa e nella società.”
Il Papa esorta i giovani a costruire famiglie cristiane, famiglie sante. E nell’occasione di quest’Anno Sacerdotale, lancia un appello a essere disponibili alla chiamata di Gesù al sacerdozio o alla vita consacrata. “La Chiesa - ha detto - ha bisogno di numerosi e santi sacerdoti e di persone totalmente consacrate al servizio di Cristo, Speranza del mondo”:
“La speranza! Questa parola, su cui torno spesso, si coniuga bene con giovinezza. Voi, cari giovani, siete la speranza della Chiesa! Essa attende che voi vi facciate messaggeri della speranza, com’è avvenuto l’anno scorso, in Australia, per la Giornata Mondiale della Gioventù”.
Quindi ha ribadito il suo invito a partecipare in tanti alla prossima Gmg di Madrid, nell’agosto 2011. I giovani, da parte loro, hanno donato al Papa un album di foto che racconta la loro vita e - come impegno di solidarietà - oltre 11.000 euro per l’Africa: una colletta che non si fermerà. Benedetto XVI infine affida tutti alla protezione di Maria, in questo luogo dove si custodisce il Palladio della Boemia, un’immagine di Bronzo della Madonna che la tradizione vuole donata da San Metodio a Santa Ludmilla e da questa al nipote San Venceslao: è Maria che protegge vincendo il male con il bene.
Come rilevato da Benedetto XVI, la gioventù della Repubblica Ceca è minacciata da incertezze e crisi d’identità. Un fenomeno che colpisce anche la dimensione religiosa come afferma, al microfono di Sergio Centofanti, il gesuita padre Petr Havlicek, cappellano all’Università Carlo di Praga:
R. - Nell’attuale generazione dei giovani si manifesta una maggiore indifferenza religiosa e una sorta di sradicamento anche dalle tradizioni nazionali del Paese: si vive più del presente che del passato. Io penso che questo sia il problema sostanziale: non tanto il consumismo, quando questo sradicamento, questo perdere le proprie radici.
D. - Come può la Chiesa arrivare ai giovani cechi di oggi?
R. - E’ una grande domanda ed è anche una grande sfida riuscire a trovare le strade per avvicinarli. Una via che sembra stia funzionando è l’essere aperti a tutti, soprattutto ai giovani dai 18-20 anni in su, che nelle università stanno cercando qualcosa di diverso dal consumismo: essere aperti ed accoglierli, aperti alle loro domande, alle domande sul senso della vita…
D. - Quali sono le speranze per questo viaggio del Papa?
R. - Credo che per la Chiesa nel mio Paese possa diventare uno stimolo ad avere un’identità spirituale forte e riconoscere di nuovo l’importanza di vivere la nostra fede anche come una cosa ben pensata e ben riflettuta, in modo che per noi diventi un aiuto a dialogare con tutti coloro che non credono.
Il Papa nell’incontro con il mondo accademico: le università promuovano la ricerca della verità e non cedano alle mode e al relativismo
◊ Non separare la ragione dalla ricerca della verità: è l’esortazione che Benedetto XVI ha rivolto ieri pomeriggio ai rappresentanti del mondo accademico ceco, incontrati nel Castello di Praga. Il Papa ha esortato le università a non cedere alle mode e al relativismo e a promuovere la piena comprensione della relazione tra fede e ragione. L’indirizzo d’omaggio al Pontefice è stato rivolto dal prof. Václav Hampl rettore dell’Università Carlo di Praga, l’ateneo più antico dell’Europa centrale. Il servizio di Alessandro Gisotti:
“Veritas liberabit vos!”,“La verità vi farà liberi”: Benedetto XVI ha scelto questo passo del Vangelo di Giovanni per suggellare sul Libro d’oro dell’Università Carlo di Praga il suo incontro con il mondo accademico ceco. E proprio la verità è stato il tema dominante dell’intervento del Papa, che ha subito ricordato come proprio nelle università siano nati i movimenti di riforma che vent’anni fa portarono al crollo del comunismo nella terra ceca. Benedetto XVI ha ricordato che quando era professore teneva particolarmente al “diritto della libertà accademica e alla responsabilità per l’uso autentico della ragione”. Ed ha ribadito: “La libertà che è alla base dell’esercizio della ragione” ha “uno scopo preciso: essa è diretta alla ricerca della verità, e come tale esprime una dimensione propria del Cristianesimo, che non per nulla ha portato alla nascita dell’università”:
“The yearning for freedom and truth…”
“L’anelito per la libertà e la verità - ha detto il Papa - è parte inalienabile della nostra comune umanità. Esso non può mai essere eliminato e, come la storia ha dimostrato, può essere negato solo mettendo in pericolo l’umanità stessa”. Di qui l’esortazione a valorizzare la missione dell’università di “illuminare le menti e i cuori dei giovani” di oggi. L’istruzione, ha rilevato il Pontefice, “non consiste nel mero accumulo di conoscenze e di abilità”, ma piuttosto in una “formazione umana” finalizzata ad una “vita virtuosa”. C’è bisogno, ha esortato Benedetto XVI, di riguadagnare “l’idea di una formazione integrale basata sull’unità della conoscenza radicata nella verità”:
“It serves to counteract the tendency, so evident…”
“Ciò - ha affermato - può contrastare la tendenza, così evidente nella società contemporanea, verso la frammentazione del sapere”. Ed ha aggiunto: “Con la massiccia crescita dell’informazione e della tecnologia nasce la tentazione di separare la ragione dalla ricerca della verità. La ragione però - è stato il suo monito - una volta separata dal fondamentale orientamento umano verso la verità, comincia a perdere la propria direzione”. Benedetto XVI ha messo in guardia da “quanti danno in maniera indiscriminata uguale valore praticamente a tutto”, giacché “il relativismo che ne deriva genera un camuffamento, dietro cui possono nascondersi nuove minacce all'autonomia delle istituzioni accademiche”:
“While the period of interference from political…”
“Se per un verso è passato il periodo di ingerenza derivante dal totalitarismo politico - ha constatato il Pontefice - non è forse vero, dall’altro, che di frequente oggi nel mondo l'esercizio della ragione e la ricerca accademica sono costretti - in maniera sottile e a volte nemmeno tanto sottile - a piegarsi alle pressioni di gruppi di interesse ideologici e al richiamo di obiettivi utilitaristici a breve termine o solo pragmatici?” Cosa potrà accadere, si è chiesto ancora il Papa, “se la nostra cultura dovesse costruire se stessa solamente su argomenti alla moda, con scarso riferimento ad una tradizione intellettuale storica genuina o sulle convinzioni che vengono promosse facendo molto rumore e che sono fortemente finanziate?” Le nostre società, ha detto, “non diventeranno più ragionevoli o tolleranti o duttili, ma saranno piuttosto più fragili e meno inclusive, e dovranno faticare sempre di più per riconoscere quello che è vero, nobile e buono”. Riprendendo così la Fides et Ratio di Giovanni Paolo II, Benedetto XVI ha ribadito che è necessaria una più piena “comprensione della relazione tra fede e ragione” e ciò nonostante “vi siano ancora quelli che vorrebbero disgiungere l’una dall’altra:
“An understanding of reason that is deaf to the divine…”
“Una comprensione della ragione sorda al divino, che relega le religioni nel regno delle subculture - ha affermato - è incapace di entrare in quel dialogo delle culture di cui il nostro mondo ha così urgente bisogno”. Questa fiducia “nella capacità umana di cercare la verità, di trovare la verità e di vivere secondo la verità portò alla fondazione delle grandi università europee”. Proprio questa fiducia, ha concluso il Papa, dobbiamo riaffermare oggi “per donare al mondo intellettuale il coraggio necessario per lo sviluppo di un futuro di autentico benessere, un futuro veramente degno dell’uomo”.
L'incontro di Benedetto XVI con il Consiglio ecumenico ceco e il saluto ai rappresentanti della comunità ebraica praghese
◊ Che i cristiani siano uniti nel segno della speranza per incidere la vita pubblica dei Paesi europei: l’auspicio di Benedetto XVI è stato esprtesso nell’incontro con il Consiglio ecumenico delle Repubblica ceca, ospitato ieri pomeriggio nell’arcivescovado di Praga, al quale hanno partecipato anche due esponenti della comunità ebraica praghese. Il servizio di Roberta Gisotti:
“E’ difficile credere - ha esordito il Papa - siano passati solo due decenni dal crollo dei regimi comunisti e l’avvio di “una difficile ma produttiva transizione verso strutture politiche più partecipative”, che ha visto i cristiani uniti ad altri uomini di buona volontà per “ricostruire un ordine politico giusto”, tutt’ora impegnati nel dialogo “verso la comprensione reciproca” e “la collaborazione” per “la pace e il progresso del bene comune”. Benedetto XVI ha evidenziato i tentativi in atto “tesi a marginalizzare l’influsso del cristianesimo nella vita pubblica, talora sotto il pretesto - ha osservato - che i suoi insegnamenti siano dannosi al benessere della società”. Fermiamoci allora a riflettere, ha detto il Papa. Se oggi c’è “separazione artificiale del Vangelo dalla vita intellettuale e pubblica” dovremmo fare reciproca “autocritica” “dell’età moderna” e “del cristianesimo moderno”, specie sulla speranza che possono offrire all’umanità:
“We may ask ourselses,….
Possiamo chiederci: cosa ha da dire oggi il Vangelo alla Repubblica Ceca e più in generale all’intera Europa, in un periodo segnato dal proliferare di diverse visioni del mondo?”
“Il Vangelo non cessa mai di ispirare uomini e donne a porsi al servizio dei loro fratelli e sorelle. Pochi potrebbero contestare ciò”, ha aggiunto il Santo Padre:
“We take confidence in knowing…
Acquistiamo fiducia sapendo che la proclamazione da parte della Chiesa della salvezza in Gesù Cristo è sempre antica e sempre nuova, imbevuta della saggezza del passato e ricolma di speranza per il futuro. Quando l’Europa si pone in ascolto della storia del cristianesimo, ascolta la sua stessa storia”.
Le nozioni di giustizia, libertà e responsabilità sociale - ha spiegato Benedetto XVI - assieme alle istituzioni culturali e giuridiche stabilite per difendere queste idee e trasmetterle alle generazioni future, sono plasmate dalla eredità cristiana dell'Europa. “In verità, la memoria del passato anima le sue aspirazioni per il futuro”. E dunque, “i cristiani non devono ripiegarsi su di sé, timorosi del mondo”, ma “condividere con fiducia il tesoro di verità loro affidato” sull’esempio di Santi come Adalberto e Agnese di Boemia:
“Likewises Christians today…
Allo stesso modo i cristiani di oggi, aprendosi alla situazione attuale e riconoscendo tutto ciò che vi è di buono nella società, devono avere il coraggio di invitare uomini e donne alla radicale conversione che deriva dall’incontro con Cristo e introduce in una nuova vita di grazia”.
Del resto le radici cristiane - ha proseguito il Santo Padre - continuano a dare all’Europa “il sostegno spirituale e morale che permette di stabilire un dialogo significativo con persone di altre culture e religioni”:
“Precisely because the Gospel…
Proprio perché il Vangelo non è un'ideologia, non pretende di bloccare dentro schemi rigidi le realtà socio-politiche che si evolvono. Piuttosto, esso trascende le vicissitudini di questo mondo e getta nuova luce sulla dignità della persona umana in ogni epoca”.
Il Papa ha richiamato i cristiani ad impegnarsi “per sanare le divisioni del passato”, ricordando la figura di Jan Hus, e ricordando il Convegno del 1999 in Vaticano, dedicato all’eroe nazionale boemo, monaco del XV secolo che si batté contro il mercato delle indulgenze e contro le ricchezze della Chiesa, un secolo prima di Lutero, arso sul rogo come eretico:
“I pray that such ecumenical initiatives…
Prego perché tali iniziative ecumeniche portino frutto non solo per proseguire il cammino dell’unità dei cristiani, ma per il bene dell’intera società europea”.
Da annotare, infine, il saluto di Benedetto XVI ai due rappresentanti della comunità ebraica di Praga presenti all’incontro. Comunità oggi di circa 4 mila persone, rispetto alle 90 mila che risiedevano nella capitale boema prima della Seconda Guerra mondiale e che finirono in massima parte uccise nei campi di sterminio nazisti.
Padre Lombardi: il Papa felice per l’accoglienza ricevuta, raggiunti gli obiettivi apostolici della visita nella Repubblica Ceca
◊ Il 13.mo viaggio apostolico di Benedetto XVI si avvia ormai alla conclusione. Una visita, quella nella Repubblica Ceca, che ha riscosso un grande successo sotto ogni punto di vista. E’ quanto sottolinea il direttore della Sala Stampa della Santa Sede, padre Federico Lombardi, che, in questa intervista di Alessandro Gisotti, traccia un primo bilancio del viaggio:
R. - Mi sembra che il viaggio sia riuscito molto bene, raggiungendo i diversi scopi che si proponeva, sia per l’incoraggiamento e la conferma nella fede della Chiesa locale, sia per i rapporti positivi stabiliti tra la Chiesa e la società che il Papa ha anche visitato, dimostrando tutta la sua amicizia per il popolo della Repubblica Ceca, come anche per gli altri popoli europei.
D. - Con quali sentimenti il Papa ha vissuto questo viaggio nella Repubblica Ceca?
R. - Il Papa è veramente molto contento di questo viaggio. Si è sentito accolto con amicizia, con cordialità, dalla società nel suo insieme e anche dai rappresentanti, dalle autorità del popolo ceco, e naturalmente con grandissimo amore dai fedeli che hanno partecipato molto numerosi, in particolare alle due grandi occasioni di celebrazione comune: quella a Brno, in Moravia, e quella nella Festa di San Venceslao.
D. - Uno dei messaggi forti di Papa Benedetto, in questo viaggio, è stata l’esortazione a riscoprire le proprie radici cristiane. Un messaggio non solo per la Repubblica Ceca, ma per tutta l’Europa?
R. - Certamente. Come sappiamo, questo è un tema che gli è caro. Sottolinea l’importanza fondamentale, in questo tempo in cui veramente tante cose cambiano nella società, nell’economia, di non mettere a rischio i punti di riferimento basilari che il cristianesimo ha dato per la civiltà europea. E anche perché la civiltà europea possa continuare a offrire il suo contributo di servizio alla dignità della persona umana, alla democrazia e alla libertà nell’intera umanità. Il Papa mi pare abbia parlato con una espressione nuova in questo viaggio dell’Europa come “casa”, e questo credo che abbia aiutato a comprendere come l’Europa debba essere un luogo dello Spirito, un luogo della grande tradizione del servizio all’umanità e ai valori che durano.
D. - Il Papa ha toccato i grandi temi del suo Pontificato: fede e ragione, carità e libertà nella verità, e su tutti il tema, il grande tema della speranza…
R. - Un tema che ha portato anche molta gioia, molta serenità in questo viaggio. Credo che sia la grande risposta alla domanda che molti pongono: ma cosa può fare la Chiesa in una società in cui la secolarizzazione è così avanzata, in cui molti sembrano indifferenti alla fede o non si considerano più religiosi o considerano di non avere più un rapporto con Dio? Ecco, la testimonianza della speranza penso sia qualcosa che manifesta un di più che i credenti hanno: una direzione in cui impegnare la propria vita, in cui guardare e che anche se sul brevissimo termine forse non è comprensibile nel suo valore, sui tempi più lunghi si manifesta invece come un tema assolutamente cruciale. E il fatto che il Papa abbia concluso il suo viaggio parlando con i giovani, che sono proprio i portatori della speranza del domani, mi sembra abbia dato una espressione molto bella dell’importanza essenziale di questo tema.
D. - Quali sono i frutti che questo viaggio può dare alla Chiesa locale, impegnata in un contesto fortemente secolarizzato ma che, come la partecipazione alle Messe ha dimostrato, può contare anche su una bella e viva comunità di fedeli?
R. - Penso proprio che sia il frutto che sempre l’incontro con Pietro porta, cioè il conforto nella fede, la conferma nella fede, nella vita cristiana e quindi il rilancio della gioia di vivere il cristianesimo, qualunque siano le situazioni circostanti. Questo è qualcosa di prezioso non solo per la comunità cattolica, per la comunità credente in senso stretto, ma anche per la società che la accoglie.
Tra circa due ore e mezzo, Benedetto XVI raggiungerà l’aeroporto di Praga dove pronuncerà il discorso di congedo. Quindi, alle 17.45 decollerà alla volta dello scalo romano di Ciampino, dove l’atterraggio del volo pontificio è previsto per le 19.50. Di lì, Benedetto XVI raggiungerà in auto la sua residenza estiva di Castel Gandolfo.
Oggi su "L'Osservatore Romano"
◊ In prima pagina, un editoriale del direttore sul viaggio del Papa nella Repubblica Ceca.
Nell'informazione internazionale, in evidenza le legislative in Germania.
L'equazione di Heckman: in cultura, la sintesi, a cura di Eugenia Scabini, della lectio magistralis tenuta - presso l'Università Cattolica del Sacro Cuore - dal premio Nobel per l'economia James J. Heckman.
Lotta ai nazisti in salsa pulp: Gaetano Vallini recensisce il film di Quentin Tarantino "Bastardi senza gloria".
Un articolo di Marcello Filotei dal titolo "Tutto il mondo in un solo suono": alla Biennale Musica di Venezia, Leone d'Oro per la carriera a Gyorgy Kurtag.
L'Iran lancia in via sperimentale due nuovi missili a media gittata. L'inquietudine della comunità internazionale. Intervista con il prof. Ennio Di Nolfo
◊ Nuovo esperimento missilistico iraniano. Teheran ha infatti lanciato oggi razzi definiti “a lungo e medio raggio”, dopo che ieri aveva eseguito un test con missili a corto raggio nel corso di esercitazioni militari condotte dai Guardiani della rivoluzione. Proprio secondo i Pasdaran, tra i razzi messi in orbita oggi figurano i missili "Sejil" - con una gittata di 2.000 km - e "Shahab-3", con una portata fra i 1.300 e i 2.000 km: potenzialmente, dunque, sono in grado di raggiungere Israele e le basi Usa nel Golfo. Ma tali missili potrebbero diventare una minaccia reale? Giada Aquilino lo ha chiesto al prof. Ennio Di Nolfo, esperto di Relazioni internazionali e docente emerito all’Università di Firenze:
R. - Credo che per ora siano una minaccia simbolica. Non sono missili a lunga ma a media gittata. Se è vero che possono raggiungere fino a duemila chilometri di distanza, bisogna pure ricordare che i missili a lunga gittata raggiungono i 16 mila chilometri di distanza: dall’Unione Sovietica, a suo tempo, potevano raggiungere gli Stati Uniti e viceversa e questo faceva la differenza. Ciò non toglie che, sebbene siano armi simboliche e convenzionali, è il momento in cui vengono lanciate che dà loro un significato preciso. E’ il momento in cui scade il termine entro il quale gli iraniani - alla fine di settembre - devono rendere conto all’Aiea della loro politica nucleare. Devono chiudere, se possibile, o aprire - anche se può sembrare un paradosso - un negoziato serio con i 5+1 che stanno cercando, finora vanamente, di trattare con loro. Mi pare di percepire una voluta ambiguità da parte iraniana, perché da un lato Ahmadinejad ha abbassato un po’ i toni dei suoi proclami e, dall’altro, con questi lanci e con la rivelazione del secondo sito nucleare a Qom mostra di avere a disposizione strumenti capaci davvero di raggiungere Israele.
D. - Secondo alcuni osservatori il vero obiettivo delle grandi manovre di Teheran sarebbe quello di ridimensionare l’opposizione interna, cioè i critici di Ahmadinejad…
R. - È possibile, ma si tratta di sapere anche come l’opposizione interna sia informata di queste cose. Ovviamente, i responsabili principali dell’opposizione sono al corrente dell’andamento della situazione. Ma l’opposizione potrebbe avere successo soltanto se riuscisse a far leva sulle masse che si rivolgono alle piazze e se le piazze riuscissero a persuadere i capi supremi del regime iraniano a non sostenere più la presidenza di Ahmadinejad: credo che ciò possa essere plausibile ma poco credibile.
D. - Il primo ottobre, a Ginevra, ci sarà la riunione del 5+1, ovvero di Stati Uniti, Gran Bretagna, Francia, Russia, Cina e Germania. Cosa ne potrebbe nascere?
R. - Un inasprimento delle misure non militari e di contenimento dell’aggressività degli iraniani, con provvedimenti che riguarderanno certamente la finanza ed il commercio internazionale.
Aperto a Strasburgo il Consiglio d'Europa: clima e situazione in Caucaso tra i temi centrali
◊ Un protocollo aggiuntivo alla Convenzione europea dei diritti dell'uomo per difendere il diritto ad un ambiente sano: è tra le proposte in tema di cambiamenti climatici dei quali discute il Consiglio d'Europa. L'Assemblea parlamentare si è aperta stamani a Strasburgo e prevede, oltre all'elezione del prossimo segretario generale, la discussione di molti altri argomenti. Ce ne parla la nostra inviata a Strasburgo Fausta Speranza:
Non solo clima. Al centro dei lavori c'è la situazione nel Caucaso: ad un anno dal conflitto tra Georgia e Russia, in particolare si discute della situazione dei difensori dei diritti umani nella regione del Caucaso del Nord. A proposito di Mosca, si dovrà vagliare la richiesta di riesame dei poteri della delegazione russa presentata da 72 parlamentari per - così si legge nell'ordine del giorno - “ragioni sostanziali”. Al centro dell'attenzione anche la Moldova, oggetto di una risoluzione dei mesi scorsi: si deve discutere dell'attuazione di tale risoluzione che raccomandava punti fermi basilari nel funzionamento delle istituzioni democratiche del piccolo ma strategico Stato. Più in generale, con lo sguardo allargato a tutti i Paesi membri, si parlerà delle situazioni di abuso del sistema giudiziario penale a scopi politici e dell'opportunità di proteggere i cosiddetti “informatori”. Ma anche di stupro: verrà analizzato il rapporto sulle violenze alle donne, molte delle quali perpetrate tristemente anche da parte di mariti.
Resta da dire che l'Assemblea, che ha preso il via oggi e si concluderà venerdì prossimo, è l'appuntamento autunnale di questo 2009 che ha segnato i 60 anni dalla nascita del Consiglio d'Europa, voluto per promuovere i valori fondamentali comuni come i Diritti dell'Uomo, lo Stato di diritto e la democrazia. Oggi il Consiglio conta 47 Stati membri più diversi Osservatori tra i quali il Vaticano. Da non confondere con l'Unione Europea, unione economico-politica a 27, sovranazionale e intergovernativa.
Formare laici per la pastorale universitaria, obiettivo discusso all'incontro della Ccee di Oporto. Intervista con don Ferenc Janka
◊ Il ruolo dei laici nella Pastorale universitaria è fondamentale, ma c’è bisogno anche di formazione per poterli aiutare a trasmettere meglio il Vangelo nelle aule universitarie. Con questa riflessione si è concluso ieri pomeriggio ad Oporto in Portogallo l’incontro europeo dei delegati nazionali e vescovi di pastorale universitaria. Il convegno, promosso dal Consiglio delle Conferenze episcopali d’Europa (Ccee), ha visto la partecipazione di oltre 60 delegati provenienti da tutto il vecchio continente. Marina Tomarro ha intervistato don Ferenc Janka, vicesegretario generale del Ccee:
R. - Abbiamo fatto una riflessione sul ruolo dei laici: in che modo possiamo coinvolgerli nella pastorale universitaria? Abbiamo ascoltato l’esperienza della Polonia, dove cresce questa collaborazione volontaria degli studenti nella pastorale universitaria. Si organizza un incontro annuale ed una formazione continua di questi volontari. Un’esperienza molto importante ed interessante era anche la pastorale universitaria in Germania, dove ci sono collaboratori professionisti laici che fanno questa attività con una formazione di teologia, di psicologia, di pedagogia. Questo, secondo me, è molto importante: vuol dire che un’esperienza della vita cristiana, dei collaboratori della pastorale universitaria, deve puntare sulla prassi della fede e questa prassi mostrerà in trasparenza la grazia di Dio, grazie alla quale poi si troveranno persone che hanno occhi per vedere e orecchie per sentire.
D. - Di fronte ad un’Europa così laicizzata, in che modo è possibole far giungere il messaggio del Vangelo nelle università?
R. - La difficoltà comune nella nostra società europea è talvolta l’assenza del cristianesimo. Tanti non conoscono la bellezza della vita cristiana, il messaggio di Cristo. Secondo me, il nostro primo compito è accettare questa situazione ma non in modo passivo: si deve mostrare la prospettiva della verità nella carità. La scienza, cioè, non basta, ci vuole una dimensione etica di tutte le scienze. Questo mondo globalizzato ci rende vicini ma non ci rende fratelli. Diventiamo fratelli soltanto attraverso l’amore e la carità. Per poter vivere questa carità ci vuole Dio che ci rende testimoni di questa bellezza di vita, che poi può anche essere una prospettiva per la realtà universitaria europea.
D. - Perché è importante questo confronto europeo fra delegati di pastorale universitaria?
R. - La realtà europea è molto variegata. Il nostro scopo, quindi, non è trovare qualcosa di unitario per tutta la pastorale europea, ma attraverso lo scambio delle esperienze possiamo approfondire la nostra identità ed anche la nostra missione per la pastorale universitaria. Secondo me, lo scopo dei nostri incontri è sempre questo: imparare a vedere la nostra realtà con nuovi occhi.
La voce del Sud del mondo alla 64.ma Assemblea generale dell'Onu
◊ Nel corso della 64.ma Assemblea Generale dell’Onu, a New York, i delegati dei Paesi del sud del mondo hanno discusso di tre temi in particolare: lo sviluppo, la pace e la sicurezza. Temi collegati alla necessità di una riforma delle istituzioni delle Nazioni Unite e di un’azione concertata per far fronte agli effetti della crisi economica internazionale, sul tavolo anche il surriscaldamento del pianeta e il bisogno di coinvolgere i Paesi in via di sviluppo. Importanti gli interventi di alcuni rappresentanti come il primo ministro kenyano Raila Amollo Odinga per il quale “il mondo – si legge sull'agenzia Misna - non può più continuare a tenere ai margini un continente come l’Africa nel quale vivono quasi un miliardo di persone”. “È impossibile – ha continuato - trovare soluzioni sostenibili rispetto alle tante sfide che ci fronteggiano, se a una parte così importante della popolazione del pianeta vengono concessi così poca voce e un ruolo così poco incisivo nella ricerca della pace”. Gli effetti dei cambiamenti climatici sono stati al centro dell’intervento del premier del Bangladesh, Sheikh Hasina, il cui Paese è stato più volte devastato da disastrose calamità naturali dovute al passaggio di cicloni. Hasina ha parlato dei rischi di una "perdita di identità" per le popolazioni sconvolte da quei fenomeni.(B.C.)
Germania: la Chiesa invita il futuro governo ad una politica concreta ed equa
◊ “Alla campagna elettorale devono seguire i fatti”: così, mons. Robert Zollitsch, presidente della Conferenza episcopale tedesca, ha commentato oggi all'agenzia di stampa cattolica tedesca Kna, ripresa dall'agenzia Sir, l'esito delle elezioni del Parlamento federale tedesco (Bundestag). Mons. Zollitsch ha espresso inoltre preoccupazione per la bassa partecipazione al voto, registrata in quest’occasione. “Avrei preferito una partecipazione maggiore", ha detto, aggiungendo che, dopo la decisione degli elettori", si tratta ora di lavorare". Dal canto suo il direttore dell’Ufficio cattolico presso il Governo federale tedesco, Karl Jüsten, ha sollecitato il futuro governo a puntare su una politica socialmente equa. "Il risultato elettorale risicato mostra che la gente vuole un livellamento sociale”, ha dichiarato oggi a Berlino sempre all'agenzia di stampa Kna. “L’economia sociale di mercato, quale struttura principale, resta fondamentale per la Germania”, ha aggiunto Jüsten, sottolineando anche che “la Chiesa cattolica resterà particolarmente attenta alle questioni etiche. Tra queste”, ha aggiunto, “vi è in primo luogo la tutela della vita”. Il religioso ha inoltre valutato come “spaventosa” la scarsa partecipazione alle elezioni, registrata quest’anno, la più bassa nella storia della Repubblica federale. “Su questo tema, i partiti non devono passare rapidamente all’ordine del giorno, ma affrontare concretamente la questione". Jüsten ha espresso soddisfazione per la sconfitta del partito di estrema destra Dvu (Unione popolare tedesca) alle elezioni per il parlamento del Land Brandeburgo: “si tratta di un rifiuto verso posizioni politiche estreme”, ha detto, osservando che “per questo risultato è stato determinante anche la maggiore partecipazione alle elezioni rispetto alle ultime consultazioni elettorali per il Land". (R.P.)
Pakistan: il neo vescovo di Rawalpindi chiede ai cristiani di essere "luce" in mezzo alle persecuzioni
◊ In un Paese dilaniato da persecuzioni contro le minoranze, la “presenza” dei cristiani deve essere “simbolo di unità e di luce”. È quanto ha ricordato mons. Rufin Anthony, neo-vescovo di Rawalpindi – la quarta città per grandezza del Pakistan – durante una messa celebrata sabato scorso a Faisalabad, nella cattedrale dei Ss Pietro e Paolo. Centinaia i presenti fra prelati, religiosi, suore e laici, riuniti in cattedrale - riferisce l'agenzia AsiaNews - per salutare il vescovo, originario proprio di Faisalabad, che il 21 settembre ha preso possesso della nuova diocesi. “Il vescovo Rufin – ha ricordato mons. Joseph Coutts, vescovo di Faisalabad – è un figlio della nostra diocesi e sono lieto di accoglierlo fra noi” successori degli apostoli. Mons. Coutts ha sottolineato il ruolo svolto dalla diocesi di Faisalabad nella “crescita della comunità cristiana: molti sacerdoti e suore lavorano in altre zone del Paese e all’estero: due suore domenicane sono missionarie in Afghanistan”. Durante l’omelia mons. Rufin Anthony ha reso omaggio alla memoria di Francesco Benedetto Cialeo, missionario italiano e vescovo di Faisalabad, che insieme ai frati “cappuccini e domenicani” ha lavorato perché “nascessero vocazioni a livello locale” capaci di “assumere la guida della diocesi”. “La presenza dei missionari è stata una luce per noi – ha ricordato mons. Rufin – Ora dobbiamo andare avanti e lavorare per l’unità e la cooperazione”. Nelle ultime settimane il Pakistan ha registrato diversi casi di persecuzione verso le minoranze religiose, soprattutto cristiane, perpetrate in nome della legge sulla blasfemia. “La situazione è insopportabile – sottolinea il neo-vescovo di Rawalpindi – e le cause affondano nel sentimento di gelosia, pregiudizio e odio: sono elementi presenti anche nelle altre società, ma qui in Pakistan assumono anche un carattere confessionale”. Egli conferma che “l’intolleranza religiosa è in continua crescita” ed è sintomo di un “degrado della religione”. Il prelato ha infine ricordato il ruolo “preminente” ricoperto dai cristiani per il “progresso” del Paese, invitando i fedeli a essere “simbolo di unità e luce anche se perseguitati” e assicura il proprio impegno per “avvicinare le persone alla Chiesa e gli uni agli altri”. (R.P.)
A ottobre la consacrazione della prima Chiesa cattolica caldea della Georgia
◊ E’ prevista per il 17 ottobre, alla presenza del cardinale Emmanuel III Delly, Patriarca di Babilonia dei Caldei, la consacrazione della prima Chiesa cattolica caldea in Georgia. “Un evento importante” ha detto al sito internet Baghdadhope perché nell’ex Repubblica sovietica solo l’1% è cattolico di rito latino, armeno e siro caldeo mentre la stragrande maggioranza è ortodossa. L’evento è stato possibile grazie al sostegno di Aiuto alla Chiesa che soffre e soprattutto della diocesi caldea di San Tommaso apostolo a Detroit da dove proviene padre Benyamin Beth Yadegar che ad oggi guida i fedeli caldei in Georgia. Un sacerdote che ha lavorato con molta dedizione. Alla cerimonia di consacrazione prenderanno parte anche mons. Shleiman Warduni, vescovo ausiliare di Baghdad dei caldei, e mons. Thomas Meram, arcivescovo di Urmyā dei Caldei. (B.C.)
India: il governo del Tamil Nadu offre la cittadinanza a 100 mila rifugiati tamil srilankesi
◊ Una decisione estremamente significativa. E’ il commento di mons. Peter Fernando, vescovo di Madurai, alla decisione del governo del Tamil Nadu, di offrire la cittadinanza a circa 100mila rifugiati dello Sri Lanka che da anni vivono nello Stato indiano. Proprio il Tamil Nadu – riferisce Asianews - ospita più di 73mila rifugiati tamil in 115 campi profughi, cui vanno aggiunti gli oltre 30mila che vivono al di fuori dei centri gestiti dal governo. Sono arrivati in India fuggendo dalla guerra tra l’esercito di Colombo e i ribelli delle Tigri tamil. Nonostante il conflitto sia finito, in realtà non c’è possibilità di ritorno nelle loro terre, il governo cingalese infatti non è ancora stato capace di reinsediare gli oltre 250mila rifugiati che vivono nell’isola. (B.C.)
L’arcivescovo di El Salvador chiede preghiere per la pace in Honduras
◊ Nel suo consueto incontro con la stampa dopo la Messa della domenica, ieri mons. Luis Escobar Alas, arcivescovo di San Salvador, ha espresso “preoccupazione della Chiesa salvadoregna per la situazione in Honduras” e, allo stesso tempo, ha chiesto “a tutti i salvadoregni di pregare” per questo Paese e “per il suo bene”, chiedendo a Dio “protezione e benedizione per il suo popolo”. Sollecitato dai giornalisti che gli chiedevano commenti su alcuni aspetti più specifici e politici delle vicende honduregne, l’arcivescovo ha preferito non dire nulla limitandosi a precisare che da parte sua “è corretto non dare un’opinione al riguardo”. “Non sono cittadino dell’Honduras - ha aggiunto - e non conosco tutti gli elementi della crisi”. La stampa locale ha molto apprezzato la prudenza e la discrezione di mons. Escobar Alas poiché il Paese, in qualche modo, potrebbe essere coinvolto nella crisi che rischia di assumere dimensioni regionali. Il presidente destituito, Manuel Zelaya, prima del suo rientro clandestino a Tegucigalpa per rifugiarsi nell’ambasciata del Brasile, dove ancora si trova, aveva fatto una breve sosta nella capital de El Salvador. Qui aveva incontrato numerosi politici del governo e dell’opposizione. Tali incontri avevano dato origine a forti polemiche da parte di quei settori che temono un coinvolgimento del Paese nella crisi dell’Honduras. Una parte dell’opinione pubblica ritiene che El Salvador deve mantenere una posizione neutra, seppure di condanna alla destituzione del governante honduregno, poiché potrebbe far parte di una possibile mediazione all’interno della regione centroamericana. Le richieste di preghiera di mons. Escobar Alas non sono nuove. Nei giorni scorsi si era pronunciato lo stesso vescovo ausiliare di San Salvador mons. Gregorio Rosa Chàvez. Intanto il governo ad interim del presidente Roberto Micheletti ha confermato, con la pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale, la sospensione delle garanzie costituzionali per 45 giorni. Alcuni organi di stampa latinoamericani affermano, ma non esiste una conferma ufficiale, che il governo honduregno avrebbe dato a quello del Brasile 10 giorni di tempo per far uscire dalla sua sede diplomatico l’ex governante Manuel Zelaya.(A cura di Luis Badilla)
Perù: il saluto del cardinale Cipriani al Congresso sulle reti sociali
◊ “Dio è presente in questo mondo agitato per portare gioia e pace”. Lo ha affermato il cardinale Juan Luis Cipriani, arcivescovo di Lima, durante il consueto programma radiofonico “Dialogo di Fede” di sabato scorso. Nel suo intervento - riferisce l'agenzia Fides - il porporato ha salutato in particolare i partecipanti al Primo Congresso Internazionale sulle reti sociali per giovani e professionisti, organizzato lo scorso fine settimana dalla diocesi in collaborazione con “Link Únete A la Red”. A tale proposito, ha affermato che “nei tempi attuali, la nuova evangelizzazione richiede nuovi metodi per far arrivare il Messaggio di Dio nel mondo globalizzato e digitale”. La velocità con la quale il mondo comunica, infatti, rappresenta “una grande sfida per l’evangelizzazione”. Quindi, “bisogna intervenire senza timore nella tecnologia, riconoscendo che la nuova evangelizzazione richiede nuovi metodi”. Allo stesso tempo, “queste nuove tecnologie su supporti digitali ci permettono di comunicare tra noi in tempo reale, ma possono anche convertire l’essere umano in un soggetto facilmente manipolabile”, ha sottolineato il cardinale Cipriani. Per cui, occorre “dare un limite alle tecnologie, ritenendole come uno strumento affinché l’uomo, usandole correttamente, possa essere felice ed ampliare le sue conoscenze”. Sempre nel corso del suo intervento radiofonico settimanale, l’arcivescovo di Lima ha affrontato il tema del battesimo, suggerendo ai genitori di “battezzare quanto prima i loro figli, perché il diventare ‘figli di Dio’ non può attendere”. Inoltre “come un padre si preoccupa e cura il proprio figlio dandogli il vaccino e alimentandolo ogni giorno, il figlio necessita anche che il suo lato spirituale sia ben alinentato sin dalla nascita”. Da parte loro, i padrini sono chiamati ad essere “esemplari, affinché la creatura abbia un esempio per vivere bene”. L’ultimo tema del suo intervento, il cardinale Cipriani lo ha dedicato alla presenza del demonio, “una realtà rivelata da Dio e presente nelle Scritture, che molte volte passa sotto silenzio perché in questo modo tenta moltissime persone e le conduce per il cammino sbagliato”. (R.P.)
A Tokyo la prima domenica del mese preghiere e missione nell’Anno sacerdotale
◊ Per celebrare l’Anno Sacerdotale, le chiese della diocesi di Tokyo dedicano la prima domenica di ogni mese a una speciale preghiera per i sacerdoti e alla missione parrocchiale. L’iniziativa, comunicata all’agenzia Fides dalla Chiesa locale, intende da un lato sensibilizzare i fedeli all’ascolto e al compito di “prendersi cura” dei propri sacerdoti; dall’altro vuole rendere l’Anno Sacerdotale “un’occasione feconda di evangelizzazione, diffondendo la vita e la spiritualità di San Giovanni Maria Vianney, facendo conoscere la missione e le attività della piccola comunità cattolica giapponese, portando l’amore di Cristo a quanti ancora non lo conoscono e sono nella sofferenza e nella solitudine”. Inoltre, nella prima domenica del mese, si celebra nelle chiese di Tokyo una Santa Messa con un’intenzione particolare, di carattere locale o internazionale, mentre, ricordando l’esempio del Curato d’Ars, che trascorreva lunghe ore nel confessionale, i fedeli sono invitati a riscoprire l’importanza del Sacramento della Riconciliazione. “Essere riconciliati con il Signore e ricevere la Santa Comunione – ha sottolineato l’arcivescovo di Tokyo, mons. Takeo Okada – significa diventare buoni evangelizzatori nella propria vita quotidiana”.In particolare, nella diocesi è stato valorizzato un altare dedicato a San Giovani Maria Vianney presente nella chiesa di Koenji, che conserva anche, come reliquia, un pezzo di stoffa tratta da un vestito del santo. Fedeli e pellegrini da tutto il paese giungono di continuo nella Chiesa per fermarsi in preghiera davanti all’altare. (R.P.)
Sri Lanka: successo della Chiesa cattolica alla Fiera internazionale del Libro
◊ Grande successo per lo stand della Chiesa cattolica dello Sri Lanka alla Fiera internazionale del Libro di Colombo. Oltre un milione di persone hanno partecipato alla manifestazione, conclusasi ieri, visitando i 400 stand allestiti nella Bandaranayake Memorial International Conference Hall. Upali Wanigasuriya, segretario della Sri Lanka Book Publishers Association, afferma che “questa edizione ha avuto più successo di tutte le 11 precedenti”. Per padre Bertram Fernando, responsabile dello stand della Chiesa cattolica, il boom di quest’anno è dovuto alla fine della guerra. Il sacerdote dice ad AsiaNews che “la paura di minacce e bombe è svanita e la gente ha ritrovato la possibilità di viaggiare liberamente”. Lo stand della Chiesa, per la prima volta, ha esposto insieme ai libri anche alcuni articoli religiosi: rosari, statue e medaglie. Ma i prodotti che hanno riscosso maggior successo sono stati i cd con inni e canti cristiani. Padre Fernando afferma che “molti fedeli buddisti, ed in particolare i monaci, hanno comprato libri, riviste e dvd dedicati a Madre Teresa. Ma gli articoli più venduti sono stati i cd con gli inni a Maria dello scomparso padre Mercelin Jayakody”. (R.P.)
Usa: la maggioranza degli americani contraria a includere l'aborto nella riforma sanitaria
◊ Anche tra i sostenitori della riforma sanitaria voluta dal Presidente Obama, la maggioranza dei cittadini americani è contraria al finanziamento pubblico dell’aborto ed è favorevole, invece, alla tutela della libertà di coscienza degli operatori sanitari. È quanto emerge da un sondaggio di opinione commissionato dalla Conferenza episcopale degli Stati Uniti (USCCB). L’indagine è stata effettuata tra il 16 e il 20 settembre dall’International Communications Research di Philadelphia su un campione di 1.043 persone. Da essa risulta che il 60% degli intervistati favorevoli alla riforma, si oppone a “misure che richiederebbero ai contribuenti di pagare con le loro tasse anche la copertura dell’aborto”, mentre appena il 25% è di avviso contrario. Analogamente, il 60% di questo gruppo di intervistati è favorevole al mantenimento delle attuali leggi federali che tutelano l’obiezione di coscienza, contro il 30% che vorrebbe modificarle. Queste percentuali salgono nel campione complessivo comprendente anche i cittadini contrari alla riforma sanitaria. “Il sondaggio – ha commentato Deirdre McQuade, portavoce del Segretariato per le attività pro-vita della USCCB - conferma i risultati di altre recenti indagini. Ogni settimana che passa risulta sempre più chiaro che l’opinione pubblica americana non vuole pagare la copertura dell’aborto e che la riforma sanitaria venga usata per promuoverlo”, ha detto la portavoce ricordando l’impegno dei vescovi americani “per assicurare che la riforma della sanità tuteli i più deboli, in modo particolare i poveri, gli immigrati e i non nati”. E a proposito di immigrazione, diversi vescovi hanno espresso l’auspicio che la riforma possa beneficiare anche gli immigrati illegali. Una preoccupazione manifestata da una delegazione di presuli ispanici durante un incontro, il 17 settembre, con alcuni membri del Congresso. (L.Z.)
Aperta in Kenya la prima Conferenza internazionale sull’accoglienza familiare dei minori
◊ E’ in programma fino al 30 settembre la prima conferenza internazionale sulle politiche per l’accoglienza familiare dei minori che si è aperta oggi a Nairobi in Kenya. Alla riunione – riferisce il Sir – prendono parte diverse associazione raccolte nel network “African Network for the Prevention and Protection against Child Abuse and Neglected” (ANPPCAN). Obiettivo dell’assise è di individuare risposte al dramma dell’infanzia che si sta consumando nel Paese africano. Secondo i dati dell’associazione italiana, Aibi-Amici dei bambini, nel 1998 i piccoli orfani erano 1,4 milioni, nel 2007 sono cresciuti fino ad arrivare a 2,4 milioni. Ad incidere la crescente povertà e il costante abbandono dei minori che, scappando verso le città, finiscono nelle reti di organizzazioni criminali che li costringono a spacciare droga e prostituirsi. Tra i tanti approfondimenti in programma: il ruolo delle comunità e i tipi di interventi attuati nel caso di abbandono ma anche il compito dei nonni. (B.C.)
Il cardinale vicario Agostino Vallini ha aperto ieri a Roma l’Anno giubilare vincenziano
◊ Si è aperto ieri sera a Roma nella Basilica di S. Giovanni in Laterano con una celebrazione eucaristica presieduta dal cardinale vicario Agostino Vallini, l’Anno Giubilare Vincenziano, in occasione del 350.mo anniversario della morte di San Vincenzo de Paoli e Santa Luisa de Marillac. “S. Vincenzo de Paoli e Santa Luisa de Marillac, furono profeti del loro tempo, cioè ripieni dello Spirito Santo, che con il loro carisma illuminarono la Francia del XV secolo troppo indifferente al dolore della povertà in cui vessava la maggior parte del popolo.” Con queste parole il porporato ha ricordato, durante la celebrazione, le due figure di santi definendoli capolavori di Dio. “La loro vita esemplare - ha continuato il cardinale – deve esserci da esempio per arrivare alla santità” e, parlando di San Vincenzo e del suo grande amore per i poveri, il cardinale ha spiegato che è stato anche un grande educatore, insegnando ad amare i bisognosi e formando le confraternite e le figlie della carità, Ordine cui apparteneva Santa Luisa. E rivolgendosi proprio ai numerosi vincenziani presenti all’Eucaristia, il cardinale Vallini ha fatto accenno alle nuove povertà di oggi, che chiedono di essere ascoltate e sanate. “La carità” - ha detto – “non è solo assistenza sociale, ma è riconoscere il volto di Cristo in Croce in ogni fratello bisognoso e quindi capire non solo i suoi bisogni materiali ma saper ascoltare e diventare segni reali di speranza per gente disperata. E per aiutarvi in questa missione sia il Vangelo la vostra preghiera quotidiana.” Durante tutto il 2010 si svolgeranno iniziative e manifestazioni nei cinque continenti, in memoria dei due santi. (A cura di Marina Tomarro)
Australia: dedicata a San Luca la II Conferenza nazionale via Internet
◊ Dopo il grande successo della e-conference nazionale su San Paolo, realizzata il 30 giugno scorso e che ha visto la partecipazione di oltre 300mila persone, in Australia e nel mondo, la Conferenza episcopale australiana si prepara a bissare. Al centro dell’incontro virtuale ci sarà, questa volta, san Luca. L’evento è fissato per mercoledì 4 novembre e sarà trasmesso in diretta, come accaduto in precedenza, sul sito Internet del Broken Bay Institute, che si occupa di formazione alla fede cattolica. “Il successo della e-conference su San Paolo – afferma l’arcivescovo John Bathersby, presidente della Commissione episcopale per la missione e la fede- ha dimostrato c’è desiderio di educazione alla fede adulta di qualità”. “Alcuni riscontri – continua l’arcivescovo – sono stati straordinari. I parrocchiani, gli studenti, gli ordini religiosi, le agenzie cattoliche hanno colto tutti insieme l’opportunità di un meraviglioso programma, molto stimolante”. “Siamo felici – conclude il presidente della Commissione episcopale per la missione e la fede – di offrire una nuova e-conference su San Luca che, siamo sicuri, riceverà la stessa accoglienza”. Infine, qualche numero fornito dal Broken Bay Institute: nelle sei settimane successive alla e-conference su San Paolo, circa 2.500 nuovi gruppi dell’’Australia si sono collegati al sito Internet, altri 2000 dalla Nuova Zelanda, 150 dagli Stati Uniti e 50 dall’Irlanda, dal Canada e dal Regno Unito. (I.P.)
Inghilterra: le reliquie di Santa Teresa di Lisieux per la prima volta in un luogo di culto anglicano
◊ Le reliquie di Santa Teresa di Lisieux, Patrona delle missioni, saranno esposte per la prima volta in un luogo di culto anglicano: la storica cattedrale di York, nel nord-est dell’Inghilterra. I sacri resti della Santa, venerata anche come patrona dei fiori, sono dal 16 settembre nel Regno Unito per un pellegrinaggio di un mese che le porterà in numerose chiese, parrocchie, cappelle universitarie, carceri e ospedali. Trasportata dalla Francia attraverso il tunnel della Manica, la teca ha fatto la sua prima tappa nella cattedrale di Portsmouth, sulla costa meridionale dell’Inghilterra, dove centinaia di persone l‘hanno visitata. Il primo ottobre – riferisce un comunicato ripreso dall’agenzia Apic - sarà la volta della cattedrale di York, luogo simbolo dell’anglicanesimo. “Santa Teresa è un dono per noi tutti e la sua visita qui è un’occasione per i cristiani delle diverse tradizioni di pregare per l’unità e rinnovare la nostra fede”, ha dichiarato il decano della cattedrale Keith James. La teca vi resterà esposta fino al 2 ottobre, per proseguire poi il suo pellegrinaggio fino al 16 ottobre. Le reliquie della Santa francese morta di tubercolosi nel 1897 hanno visitato in questi ultimi venti anni più di 40 Paesi. In Irlanda si stima che più della metà della popolazione le abbia reso omaggio. (L.Z.)
Il cardinale Angelo Bagnasco indica gli obiettivi pastorali ai fedeli della diocesi di Genova
◊ Con una celebrazione che si è svolta ieri pomeriggio nella cattedrale di San Lorenzo a Genova, l’arcivescovo della città, cardinale Angelo Bagnasco, ha indicato i cinque obiettivi che la diocesi genovese è invitata a perseguire. Un anno che coincide con l’Anno Sacerdotale indetto dal Papa, “un anno di grazia” ha aggiunto il porporato, che “noi sacerdoti non vogliamo perdere né trascurare" perché è in questione "la nostra affascinante vocazione, il cammino della santità sacerdotale, l'efficacia del nostro apostolato e, non ultima, la nostra stessa felicità”. Il primo dei cinque obiettivi – riferisce il Sir - riguarda l'invito a "riflettere sulla grandezza del sacerdozio ordinato e quindi sulla preziosità dei propri sacerdoti" che rappresentano, per la propria comunità, "una grazia" perché "senza sacerdozio non c'è Eucarestia e perdono dei peccati, non c'è Chiesa". In secondo luogo, il cardinale Bagnasco ha inviato i fedeli a "riscoprire la necessità di nuovi e santi preti e quindi a pregare e a sacrificarsi di più per le vocazioni da chiedere a Dio". Terzo obiettivo è quello di "far crescere la generosa e giusta collaborazione dei laici alla vita ed alla missione della Chiesa, sotto la guida di coloro che Cristo ha costituito pastori". Gli ultimi due obiettivi riguardano la "riscoperta del sacerdozio battesimale, proprio di ogni battezzato", e "intensificare il cammino della santità". Il presidente della Conferenza episcopale italiana ha anche indicato 5 modalità per raggiungere gli obiettivi. La prima riguarda la lettura della Lettera pastorale “Camminare nelle vie dello spirito. Alle sorgenti della vita spirituale”, che sia base degli incontri di catechesi parrocchiali. La seconda modalità riguarda una seconda lettera pastorale, "in procinto di essere pubblicata" che contiene riflessioni "sul grande dono del sacerdozio" e sulla "bellezza, la preziosità, l'indispensabilità dei nostri sacerdoti". La terza modalità è rappresentata dal tradizionale pieghevole "da portare nella case in occasione della benedizione delle famiglie" che avrà come tema "il sacerdozio battesimale" perché "tutti i laici possano riflettere ed esercitare meglio il culto spirituale di cui ogni battezzato è ministro insostituibile". Il cardinale ha poi invitato a "rimotivare e ravvivare i consigli pastorali parrocchiali e vicariali" che sono "la prima e fondamentale forma di partecipazione e collaborazione alla vita concreta della Chiesa e di aiuto ai nostri pastori". Infine la quinta modalità riguarda la celebrazione del matrimonio. In proposito l’arcivescovo di Genova ha ricordato “che è un sacramento e non una festa mondana" inoltre costituisce "il nucleo fondamentale, ineguagliabile ed insostituibile della società e della Chiesa. Si sta lavorando dunque a un documento, probabilmente pronto a Natale, recante "alcune normative" che riguardano il "modo di celebrare il sacramento del matrimonio". (B.C.)
Presentata la ricerca di Caritas-Migrantes “America Latina-Italia, vecchi e nuovi migranti”
◊ Un invito alla convivenza. Si tratta del nuovo volume curato da Caritas italiana e Migrantes dal titolo “America Latina–Italia, vecchi e nuovi migranti”, presentato oggi a Roma. Tre le assi portanti della ricerca, che presenta a tutto campo le migrazioni degli italiani in America Latina ma anche i flussi che più di recente si sono determinati da quell’area verso l’Italia. La prima parte del volume si occupa della storia dell’emigrazione italiana, che oggi vede oltre un milione e 100 mila italiani in America Latina, in particolare in Argentina, con 544 mila connazionali, quindi in Brasile e Venezuela. Le collettività italiane all’estero – evidenzia la ricerca – hanno una vita intensa, come dimostrano anche i tanti giornali, programmi televisivi e radiofonici in lingua italiana, ma anche le realtà degli istituti e dell’associazionismo. Nella seconda parte, il testo affronta poi la situazione delle collettività latinoamericane in Italia. Un tipo di immigrazione iniziata negli anni Settanta e una realtà che conta oggi più di 300 mila persone. Tra questi molti giovani: sei su dieci hanno meno di quaranta anni e un quarto sono minori. Tante le donne, poco più della metà. Gli immigrati trovano occupazione nelle famiglie, ma anche in imprese, alberghi e ristoranti. Il motto della ricerca Caritas è “non dimenticare” la realtà di italiani immigrati ma anche l’accoglienza come base della pastorale migratoria. Un’accoglienza soprattutto spirituale che richiede maggiore attenzione ai fedeli latinoamericani nelle parrocchie e richiama il ruolo svolto nel tempo da tutti quei sacerdoti che hanno supportato la fede di queste persone e le hanno aiutate in ogni loro attività sociale. Comunione e rispetto della diversità sono quindi alla base di questo studio, che richiama la virtù dell’accoglienza e la ricchezza dell’integrazione. (A cura di Linda Giannattasio)
L’associazione Meter fa oscurare due gruppi pedopornografici su diversi social network
◊ Prosegue l’attività di monitoraggio su internet portata avanti dall’associazione Meter di don Fortunato di Noto che si occupa di pedofilia on line e collabora da tempo con la Polizia Postale. Due gruppi di social network a contenuti pedopornografici – riferisce il Sir - sono stati oscurati a seguito della scoperta e della denuncia da parte di Meter. Il primo gruppo pedofilo era su Facebook, aveva 344 iscritti e decine di foto di violenze sessuali su minori. Immediatamente è stato oscurato. La sua scoperta ha aperto la strada all’individuazione di un altro gruppo con 67 iscritti e una quarantina di foto pedopornografiche. Don Fortunato ha riferito che nei primi 8 mesi dell’anno sono stati raccolti 1220 fascicoli per quasi 8880 segnalazioni.(B.C.)
Rinnovamento nello Spirito Santo organizza un convegno su don Luigi Sturzo
◊ Si terrà dal 2 al 4 ottobre, tra Catania e Caltagirone, un convegno internazionale con i massimi esponenti del mondo cattolico, istituzionale, economico e culturale per rilanciare il messaggio di don Luigi Sturzo nel 50. mo anniversario della sua morte. Nato su iniziativa del Rinnovamento nello Spirito Santo e dell’Istituto di promozione umana mons. Francesco Di Vincenzo, il convegno – si legge nel comunicato - si pone anche come incubatore di idee per nuove prassi di intervento nella società e di dialogo tra fede e politica, tra fede ed economia, tra fede e cultura, tra fede e giustizia. Il movimento ecclesiale sta lavorando per mettere a punto anche l’Agenzia Nazionale per il Reinserimento e Lavoro, uno speciale progetto di rete dedicato ai detenuti ed ex detenuti nato dalla collaborazione tra il Ministero della Giustizia e l'istituto “Mons. Francesco Di Vincenzo”. L’iniziativa sarà presentata a Roma mercoledì prossimo, vi prenderanno parte Salvatore Martinez, presidente del Rinnovamento nello Spirito, il Guardasigilli Angelino Alfano e mons. Michele Pennisi, presidente della Commissione storica per la Causa di beatificazione di don Luigi Sturzo. (B.C.)
Domani i funerali a Padova di don Ruggero Ruvoletto, ucciso in Brasile
◊ Ultimo saluto domani nella cattedrale di Padova per don Ruggero Ruvoletto, il sacerdote fidei donum, ucciso a Manaus, in Brasile, lo scorso 19 settembre. Il funerale sarà celebrato dal vescovo di Padova, mons. Antonio Mattiazzo, e da altri cinque vescovi provenienti dal Brasile. A Vigonovo, comune di origine di don Ruggero, alle 16 di domani si terrà un’altra celebrazione presieduta da mons. Francesco Biasini, vescovo di Pesqueira, subito dopo la sepoltura. Per stasera è prevista una veglia di preghiera organizzata dal Centro missionario diocesano nella cattedrale di Padova, dove è stata allestita la camera ardente. Sempre domani sera, il comune euganeo renderà omaggio a don Ruvoletto nel corso del consiglio comunale, “un’occasione – ha detto l’assessore Claudio Piron – per dare il giusto riconoscimento a questo fratello-amico, per dirgli grazie di quanto ha fatto per il mondo giovanile e raccogliere il testimone del suo operato”. Lo stesso assessore ha annunciato che il concerto “Play the voice”, in programma il 9 dicembre al teatro Verdi di Padova, sarà dedicato a don Ruggero. Intanto sono due le piste battute dagli inquirenti per spiegare l’omicidio del sacerdote: una rapina finita male ma anche un’esecuzione per intimidire la Chiesa locale. Al momento, sono tre le persone fermate. (B.C.)
Elezioni in Germania: vittoria per la Cdu. In Portogallo vince, ma senza maggioranza assoluta, il partito socialista
◊ Due importanti consultazioni elettorali ieri in Germania e Portogallo. Nelle federali tedesche si è imposta la Cdu del cancelliere, Angela Merkel. Buona affermazione anche dei liberali. Saranno questi i due partiti che formeranno il prossimo governo, che segna il tramonto della cosiddetta “grande coalizione” tra Cdu e socialdemocratici, vista la battuta d’arresto di quest’ultima formazione. In Portogallo, invece, si conferma alla guida del Paese il partito socialista del premier uscente, José Socrates. Due risultati di segno opposto, dunque. Quale influenza potranno avere all’interno dell’Unione Europea, che in questo momento è alla ricerca di una maggiore compattezza, soprattutto per la ratifica del Trattato di Lisbona, sulla riforma istituzionale dell’Unione? Giancarlo La Vella lo ha chiesto ad Adriana Cerretelli, corrispondente da Bruxelles per il Sole 24 Ore:
R. – Credo che queste due vittorie, in un periodo di crisi economica e soprattutto di forte aumento della disoccupazione, siano dei segnali di continuità che vengono dai rispettivi Paesi. Questo mi sembra si possa interpretare anche come un segnale di stabilità auspicata per quanto riguarda l’Europa. In questo momento l’Europa non vive una grande stagione, come sempre nella sua storia quando è colpita da crisi economiche e soprattutto sociali. Penso quindi che la Merkel sia per la Germania e per l’Europa un timoniere rassicurante. Detto questo non mi aspetto dei grandi soprassalti di europeismo, anche perché gli appuntamenti che vanno superati sono ancora diversi. Il 2 ottobre ci sarà il referendum in Irlanda per la ratifica del Trattato di Lisbona; gli ultimi dati sembrerebbero indicare la vittoria del sì, ma dopo l’eventuale approvazione irlandese si profilerebbe il nuovo ostacolo della Repubblica Ceca.
D. – Quanto c’è bisogno, nell’Europa a 27, della riforma istituzionale?
R. – La riforma istituzionale serve perché allarga il voto a maggioranza, dunque allarga l’integrazione e questo è importante nel mondo globale, perché soltanto con un’Europa forte ed integrata noi potremo essere in grado di parlare da pari a pari con colossi come gli Stati Uniti e soprattutto la Cina. È quindi importante avere il Trattato di Lisbona.
Pakistan: kamikaze uccide 5 persone e un leader filogovernativo
Un kamikaze alla guida di un'autobomba ha ucciso stamani in Pakistan un leader tribale pashtun filo-governativo, Abdul Hakeem. Nell’attentato avvenuto nel distretto di Bannu sono morte altre 4 persone. Numerosi i feriti. Intanto sempre a Bannu, il bilancio dell’attentato di sabato scorso è salito a 16 morti e 32 feriti.
Iraq: 6 morti in un attentato a Baghdad
Continuano gli attacchi kamikaze in Iraq. Oggi sei civili sono morti e almeno due sono rimasti feriti a sud di Baghdad a seguito di un attentato contro un autobus di linea. Da agosto in Iraq, in coincidenza con il ritiro delle truppe statunitensi dalle città, si è registrata una recrudescenza delle violenze: lo scorso mese è stato quello più sanguinoso da oltre un anno.
Messaggio al-Zawahri
Con un messaggio su Internet torna a farsi sentire il numero due di Al Qaeda, Ayman al-Zawahri, nel quale elogia il leader talebano pachistano Baitullah Mehsud, ucciso dalle forze armate statunitensi il mese scorso. Il medico egiziano, che si ritiene nascosto sulle montagne fra Pakistan e Afghanistan, ha poi attaccato Obama per non aver fermato le colonie israeliane in Cisgiordania e ha lanciato un appello per una lotta globale contro gli ebrei di tutto il mondo.
Afghanistan
A partire da domani la Casa Bianca inizierà la revisione della strategia in Afghanistan mentre il segretario generale della Nato, Rasmussen, che secondo indiscrezioni vorrebbe altri 40 mila soldati, ha ricordato ieri il tributo di tutti i Paesi coinvolti nello scenario afgano. Il generale Stanley McChrystal, comandante delle forze Usa e Nato nel Paese asiatico, preme per accelerare sulla decisione sui rinforzi, ma il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, continua a propendere per una valutazione ponderata per la quale occorre tempo.
Filippine
Emergenza umanitaria nelle Filippine messe in ginocchio dalla furia del tifone tropicale Ketsana. Sono una novantina i morti accertati e centinaia i dispersi, mentre le segnalazioni di decine di altre vittime provengono dalle radio locali che in qualche modo coordinano i soccorsi. In prima linea negli aiuti anche la Conferenza episcopale filippina, che ha stanziato beni di prima necessità per 5 milioni di pesos, già distribuiti a Manila e in almeno cinque diocesi limitrofe alla capitale. La Caritas ha poi lanciato una raccolta fondi per proseguire le operazioni di soccorso. Ci aggiorna Stefano Vecchia:
Mentre davanti all’entità del disastro naturale - con migliaia di persone ancora isolate sui tetti delle case o nei rifugi di fortuna - il governo ha ammesso la sua sconfitta, 500 mila filippini sono in fuga dalle disastrose inondazioni, che sabato hanno colpito l’isola settentrionale di Luzon. In nove ore, sulla sola capitale Manila e sui 12 milioni di abitanti, si è riversata pioggia equivalente a quella dell’intera stagione monsonica. Le diverse aree della capitale – come anche quelle delle province limitrofe – sono state sommerse da una valanga d’acqua, alta fino a sei metri. La presidente Gloria Macapagal Arroyo ha proclamato uno stato di calamità naturale nell’area metropolitana della capitale e in 25 aree limitrofe, ma ha anche aperto il palazzo presidenziale alle attività di soccorso. Inizia a scarseggiare il cibo e l’acqua potabile. A due giorni dal passaggio del tifone si fa concreto il pericolo di malattie, soprattutto nelle aree ancora isolate. Difficile recapitare i soccorsi con i pochi elicotteri militari disponibili, impegnati continuamente nel lavoro di salvataggio e, in diverse aree, per gli sfollati è impossibile l’eccesso ai vicini centri di raccolta aperti tempestivamente. Anche la Conferenza episcopale filippina ha lanciato una campagna di soccorso in almeno cinque diocesi limitrofe alla capitale, affidando alle sue organizzazioni caritative la distribuzione dei generi di prima necessità – soprattutto il cibo – e lo studio di altre iniziative.
India: uccisi leader militanti islamici in Kashmir
Una famiglia musulmana ha ucciso nel Kashmir un leader dell’organizzazione terroristica Lashkar-e-Taiba, e ferito due suoi compagni che sono riusciti a fuggire. È la prima volta, negli ultimi 20 anni, che i civili si ribellano contro lo strapotere dei militanti islamici pachistani nella zona. Altri tre militanti della stessa organizzazione sono rimasti uccisi in uno scontro con le forze di sicurezza nel Kashmir mentre quattro poliziotti sono rimasti feriti. Le uccisioni sono avvenute in seguito alle irruzioni dei terroristi nelle abitazioni dei civili dove sempre più di frequente entrano per rubare o molestare le donne. La polizia è riuscita a contrastare gli attacchi suicidi grazie a operazioni più efficaci ed azioni di controllo.
Russia: ucciso a Mosca un funzionario del Daghestan
Un gruppo di uomini armati ha ucciso nella giornata di ieri a Mosca un funzionario della Repubblica del Daghestan. L’uomo era già riuscito a scampare a tre diversi tentativi di assassinio. L’omicidio si inserisce nella spirale di violenze in corso nel piccolo Stato del Caucaso russo, dove, poche ore prima, un altro funzionario, vicecapo della sezione criminale del Ministero degli interni regionale, è stato ucciso in un agguato.
Economia
Incoraggianti segni di stabilizzazione dell’economia mondiale ma restano serie sfide da affrontare soprattutto sul fronte della crescita e dell'occupazione. Lo si legge in un documento del Fondo monetario internazionale. “Rispetto alle crisi precedenti - si afferma - la stabilizzazione arriva prima ma per una ripresa ci vorrà tempo”. In linea con questa analisi i dati diffusi oggi in Italia sulle domande di disoccupazione liquidate dall'Inps tra agosto 2008 e luglio 2009, che hanno registrato un aumento del 52% per un totale di quasi un milione di richiedenti. (Panoramica internazionale a cura di Marco Guerra e Gaia Ciampi)
Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LIII no. 271
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