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Sommario del 27/09/2009

Il Papa e la Santa Sede

  • Giornata storica a Brno. Il Papa: Cristo, unica speranza certa. Senza Dio, l'umanità su vie assurde
  • Nel pomeriggio, l'incontro di Benedetto XVI con il Consiglio ecumenico ceco. Con noi, mons. Radkovský
  • Benedetto XVI alle autorità ceche e al corpo diplomatico: solo la verità garantisce la libertà e lo sviluppo umano integrale
  • Nel Castello di Praga, l'incontro tra il Papa e il presidente Klaus. Colloquio tra il cardinale Bertone e il premier Fischer
  • Il Papa ai Vespri nella Cattedrale di Praga: “La Chiesa non domanda privilegi, ma solo di poter servire tutti con spirito evangelico”
  • Padre Lombardi: il Papa ha messo la speranza al centro del suo viaggio apostolico nella Repubblica Ceca
  • Grande attesa per la Messa del Papa nella Festa di San Venceslao. Intervista all'ambasciatore Vošalik
  • 30.ma Giornata Mondiale del Turismo sul tema della diversità. Con noi, l'arcivescovo Marchetto
  • Oggi in Primo Piano

  • Al via le celebrazioni per il 350.mo della morte di San Vincenzo de’ Paoli e Santa Luisa di Marillac
  • Chiesa e Società

  • Forte tensione in Spagna per la nuova controversa legge sull’aborto
  • Domenica prossima iniziano le celebrazioni per l’Ottobre missionario
  • Oggi a Padova la salma di don Ruvoletto, il sacerdote ucciso in Brasile
  • India: l’emittente dei gesuiti “Radio Sarang” promuove l’armonia religiosa
  • Madagascar: per Radio don Bosco il lavoro minorile non è aumentato ma è sempre esistito
  • In Pakistan un centro medico cattolico per tutti i poveri senza distinzione
  • L’impegno della Chiesa vietnamita a favore dei disabili
  • Il XV Congresso del Movimento Apostolico Ciechi per "una società senza esclusi"
  • Ad Assisi convegno Aifo contro tutte le "lebbre"
  • Celebrata ieri da mons. Pelvi la messa per le Figlie di San Camillo
  • Portogallo: in rete il progetto “Chiesa solidale” promosso dal Patriarcato di Lisbona
  • Scozia: la Chiesa invita le parrocchie a mettersi “on line”
  • Religion today: "Rinascere dall'alto" è il tema della 12.ma edizione del Filmfestival
  • Inaugurato a Forlì il Villaggio della Gioia, promosso dalla comunità di don Oreste Benzi
  • 24 Ore nel Mondo

  • Elezioni in Germania. I vescovi tedeschi: più attenzione per la famiglia
  • Il Papa e la Santa Sede



    Giornata storica a Brno. Il Papa: Cristo, unica speranza certa. Senza Dio, l'umanità su vie assurde

    ◊   150mila fedeli hanno partecipato questa mattina alla Messa presieduta da Benedetto XVI sulla spianata accanto all’aeroporto di Brno, capoluogo della Moravia: presenti anche migliaia di pellegrini provenienti da Slovacchia, Polonia, Germania, Ungheria e Austria. Si tratta del più grande incontro religioso della storia della Repubblica Ceca. E’ la prima volta che un Papa viene in questa città. Nell’omelia Benedetto XVI ha invitato a riscoprire la salvezza operata da Gesù, unica speranza dell’umanità. La storia insegna – ha detto – a quali assurdità giunge l’uomo quando esclude Dio. Alla Messa erano presenti una cinquantina di cardinali e vescovi e il capo dello Stato ceco Václav Klaus con la consorte. Da Praga, il servizio del nostro inviato Sergio Centofanti:
     
    Una Messa intensa a Brno. Grande partecipazione. All’inizio un sacerdote ha spiegato che era desiderio del Papa vivere il rito in silenzioso raccoglimento, senza applausi e sventolii di bandiere. Un’esortazione accolta molto positivamente dai fedeli obbligati durante il regime comunista a manifestazioni di plauso forzatamente entusiastiche. Vicino all’altare, la celebre Madonna Lignea con Bambino del Santuario di Turany, la cosiddetta Madre delle Spine, consolatrice di quanti sono nel dolore. Il Papa ricorda che Gesù è venuto per annunciare liberazione e gioia a tutti gli afflitti e ai poveri: Lui è “l'unica speranza ‘certa’ e ‘affidabile’” di cui hanno bisogno questa terra, l’Europa e l’umanità intera:

     
    “L'esperienza della storia mostra a quali assurdità giunge l'uomo quando esclude Dio dall'orizzonte delle sue scelte e delle sue azioni, e come non è facile costruire una società ispirata ai valori del bene, della giustizia e della fraternità, perché l'essere umano è libero e la sua libertà permane fragile. La libertà va allora costantemente riconquistata per il bene e la non facile ricerca dei ‘retti ordinamenti per le cose umane’ è un compito che appartiene a tutte le generazioni”.

     
    La vera speranza – ha aggiunto – si è realizzata con la morte e risurrezione di Gesù che ci ha liberati dalla schiavitù dell'egoismo e del male. Ma oggi la cultura attuale rappresenta spesso “una sfida radicale per la fede e, quindi, anche per la speranza”:

     
    “In effetti, sia la fede che la speranza, nell'epoca moderna, hanno subito come uno ‘spostamento’, perché sono state relegate sul piano privato e ultraterreno, mentre nella vita concreta e pubblica si è affermata la fiducia nel progresso scientifico ed economico (cfr Spe salvi, 17). Conosciamo tutti che questo progresso è ambiguo: apre possibilità di bene insieme a prospettive negative”.

     
    “Gli sviluppi tecnici ed il miglioramento delle strutture sociali - ha spiegato il Papa - sono importanti e certamente necessari, ma non bastano a garantire il benessere morale della società”:

     
    “L'uomo ha bisogno di essere liberato dalle oppressioni materiali, ma deve essere salvato, e più profondamente, dai mali che affliggono lo spirito. E chi può salvarlo se non Dio, che è Amore e ha rivelato il suo volto di Padre onnipotente e misericordioso in Gesù Cristo? La nostra salda speranza è dunque Cristo: in Lui, Dio ci ha amato fino all'estremo e ci ha dato la vita in abbondanza (cfr Gv 10,10), quella vita che ogni persona, talora persino inconsapevolmente, anela a possedere”.

     
    Il Papa ha ricordato che “tanti hanno sofferto per mantenersi fedeli al Vangelo e non hanno perso la speranza; tanti si sono sacrificati per ridare dignità all'uomo e libertà ai popoli, trovando nell'adesione generosa a Cristo la forza per costruire una nuova umanità”:

     
    “E pure nell'attuale società, dove tante forme di povertà nascono dall'isolamento, dal non essere amati, dal rifiuto di Dio e da un'originaria tragica chiusura dell'uomo che pensa di poter bastare a se stesso, oppure di essere solo un fatto insignificante e passeggero; in questo nostro mondo che è alienato ‘quando si affida a progetti solo umani’ (cfr Caritas in veritate, 53), solo Cristo può essere la nostra certa speranza. Questo è l'annuncio che noi cristiani siamo chiamati a diffondere ogni giorno, con la nostra testimonianza”.

     
    Il Papa all’Angelus saluta i tanti pellegrini provenienti dai Paesi vicini: in molti hanno vegliato in preghiera durante la notte in attesa della Messa di questa mattina. Tutti affida a Maria perché ravvivi nei credenti una fede talora sopita dai ritmi della vita moderna: l’invito finale è a non restare indifferenti nei confronti di quanti cercano la verità, l’amore e la vita vera. A loro – ha concluso – mostriamo la via verso Gesù che “dona la vita in abbondanza”.

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    Nel pomeriggio, l'incontro di Benedetto XVI con il Consiglio ecumenico ceco. Con noi, mons. Radkovský

    ◊   Questo pomeriggio il Papa incontrerà all’arcivescovado di Praga gli esponenti del Consiglio ecumenico della Repubblica Ceca. Subito dopo si terrà nel Castello di Praga l’incontro col mondo accademico. A salutare il Papa saranno il rettore magnifico e uno studente della celebre università fondata nel 1348 dall’imperatore Carlo IV: si tratta del più antico ateneo dell’Europa centrale. Praga è sempre stata un vivacissimo centro culturale: è tuttavia molto diffuso l’ateismo. Di fronte a questa situazione quali sono i rapporti tra i cattolici, che sono circa il 30% della popolazione ceca, e le altre confessioni cristiane che toccano il 7%? Sergio Centofanti lo ha chiesto al vescovo di Plzeň, mons. František Radkovský, responsabile per l’ecumenismo della Conferenza episcopale ceca:

    R. – Sono molto buoni, perché adesso è chiaro per tutti i cristiani che collaborare è molto importante. Si dice che siamo una società, una nazione atea: il 20% circa delle persone si dichiarano atee, un altro 20% invece sono – si può dire – gli indecisi, cioè non appartengono ad alcuna religione. Per quanto riguarda l’ecumenismo, Chiesa cattolica, Chiesa evangelica, Fratelli boemi, Chiesa nazionale hussita e Chiesa evangelica della Slesia riconoscono reciprocamente il Sacramento del Battesimo. Un’altra cosa che condividiamo è l’accordo tra Stato e Chiese sulla presenza dei cappellani nelle Forze armate, nelle prigioni e negli ospedali. Queste sono cose molto pratiche. Abbiamo collaborato positivamente anche nelle trattative tra Stato e Chiese sui beni che sono stati tolti alle varie comunità ecclesiali dal regime comunista. Questo accordo però non è stato accolto favorevolmente dal Parlamento, ma è stato un segno di unità tra tutte le Chiese. Si vede che anche a livello pratico ci sono delle azioni comuni molto incoraggianti.

     
    D. – Sono state quindi risanate le ferite del tempo di Hus?

     R. – Sicuro, anche se in fondo qualcosa rimane. Posso però dire che queste ferite si stanno risanando sempre di più.

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    Benedetto XVI alle autorità ceche e al corpo diplomatico: solo la verità garantisce la libertà e lo sviluppo umano integrale

    ◊   Un'appassionata riflessione sul senso della verità e della libertà: è quella che Benedetto XVI ha svolto ieri nell’incontro con le autorità politiche ceche e con il corpo diplomatico, nella Sala Spagnola del Castello di Praga. Il discorso del Papa è stato preceduto da una breve esecuzione dell’Orchestra Filarmonica ceca, che – ha detto Benedetto XVI – “ha espresso in maniera eloquente sia le radici della cultura ceca che il rilevante contributo offerto da questa nazione alla cultura europea”. Il servizio di Alessandro Gisotti:

     
    “Per quale scopo si vive in libertà? Quali sono i suoi autentici tratti distintivi?”. Benedetto XVI è partito da questi due interrogativi fondamentali per riflettere sul “corretto uso della libertà”:

    “True freedom presupposes the search for truth…”
    “La vera libertà – ha detto il Papa – presuppone la ricerca della verità, del vero bene, e pertanto trova il proprio compimento precisamente nel conoscere e fare ciò che è retto e giusto”. Ed ha aggiunto: “La verità, in altre parole, è la norma guida per la libertà e la bontà ne è la perfezione”. Per questo, ha sottolineato, “l’alta responsabilità di tener desta la sensibilità per il vero ed il bene ricade su chiunque eserciti il ruolo di guida” in campo religioso, politico o culturale:

     
    “Jointly we must engage in the struggle for freedom…”
    “Insieme – è stata l’esortazione del Pontefice – dobbiamo impegnarci nella lotta per la libertà e nella ricerca della verità: o le due cose vanno insieme, mano nella mano, oppure insieme periscono miseramente”. Per i cristiani, ha rammentato, “la verità ha un nome: Dio. E il bene ha un volto: Gesù Cristo”. Quindi, ha ribadito che la fede cristiana, il patrimonio dei suoi valori spirituali e culturali, ha dato forma all’identità della nazione ceca e “l’ha anche dotata della prospettiva necessaria ad esercitare un ruolo di coesione al cuore dell’Europa”. Il Papa non ha mancato di ricordare che la Repubblica Ceca porta ancora “le cicatrici dei tragici avvenimenti causati dall’incomprensione, dalla guerra e dalla persecuzione”. E tuttavia, ha osservato, “le sue radici cristiane hanno favorito la crescita di un considerevole spirito di perdono e riconciliazione” che ha permesso al popolo ceco di ritrovare la libertà e una rinnovata speranza e proprio di questo spirito ha bisogno l’Europa di oggi:

     
    “Europe is more than a continent. It’s a home!...”
    “L’Europa – ha affermato Papa Benedetto – è più che un continente. E’ una casa! E la libertà trova il suo significato più profondo proprio nell’essere una patria spirituale”. Ha così rimarcato “l’insostituibile ruolo del cristianesimo per la formazione della coscienza di ogni generazione e per la promozione di un consenso etico di fondo, al servizio di ogni persona” che chiama l’Europa “casa”. E ha reso atto a quanti in Europa “cercano di applicare la propria fede, in modo rispettoso ma determinato, nell’arena pubblica”. Quindi, rivolgendosi direttamente alle autorità presenti all’incontro le ha esortate ad essere fedeli “alla verità che, sola – ha detto – è la garanzia della libertà e dello sviluppo umano integrale”. Il coraggio di “presentare chiaramente la verità – ha soggiunto – è un servizio a tutti i membri della società”, e non bisogna far sì che l’attenzione alla verità universale sia eclissata da interessi particolaristici. Ciò, infatti, condurrebbe a nuovi casi di discriminazione che proprio quei gruppi di interesse dichiarano di voler superare:

     
    “Indeed, far from threatening the tolerance of differences…”
    “In effetti – ha rilevato – la ricerca della verità, lungi dal minacciare la tolleranza delle differenze o il pluralismo culturale, rende il consenso possibile e permette al dibattito pubblico di mantenersi logico, onesto e responsabile, assicurando quell’unità che le vaghe nozioni di integrazione semplicemente non sono in grado di realizzare”. Quindi, parlando dei magnifici gioielli architettonici che adornano Praga, ha detto che la bellezza delle sue chiese, del castello, dei ponti “non possono che orientare a Dio le nostre menti. La loro bellezza esprime fede; sono epifanie di Dio”. Ed ha osservato: “Come sarebbe tragico se si ammirassero tali esempi di bellezza, ignorando però il trascendente che essi indicano”. “La ragione – ha detto – non finisce con ciò che l’occhio vede, anzi essa è attratta da ciò che sta al di là, ciò a cui noi profondamente aneliamo”: lo Spirito della Creazione. Di qui, la preoccupazione del Papa per l’allarmante “scissione dell’unità di bontà, verità e bellezza”:

     
    “Veritas vincit. This is the motto that the flag…”
    “Veritas vincit. Questo – ha affermato il Papa – è il motto della bandiera del Presidente della Republica Ceca: alla fine davvero la verità vince, non con la forza, ma grazie alla persuasione, alla testimonianza eroica di uomini e donne di solidi principi, al dialogo sincero che sa guardare, al di là dell’interesse personale, alle necessità del bene comune”:

     
    “History has amply shown that truth can be betrayed…”
    “La storia – è stato l’avvertimento del Papa - ha ampiamente dimostrato che la verità può essere tradita e manipolata a servizio di false ideologie, dell’oppressione e dell'ingiustizia”. Ma, ha aggiunto, le sfide che deve affrontare la famiglia umana ci chiamano a guardare oltre a questi pericoli. “Alla fine – ha detto il Papa – cosa è più disumano e distruttivo del cinismo che vorrebbe negare la grandezza della nostra ricerca per la verità, e del relativismo che corrode i valori stessi che sostengono la costruzione di un mondo unito e fraterno?” Noi, però, ha concluso “dobbiamo riacquistare fiducia nella nobiltà e grandezza dello spirito umano per la sua capacità di raggiungere la verità, e lasciare che quella fiducia ci guidi nel paziente lavoro della politica e della diplomazia”.

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    Nel Castello di Praga, l'incontro tra il Papa e il presidente Klaus. Colloquio tra il cardinale Bertone e il premier Fischer

    ◊   E’ durato 15 minuti il colloquio privato, avvenuto ieri pomeriggio al Castello Hradčany di Praga, tra il Papa e il presidente della Repubblica Ceca Václav Klaus, accompagnato dalla moglie. A seguire si è svolto il tradizionale scambio di doni. Il Santo Padre ha regalato un mosaico raffigurante San Venceslao, patrono della Repubblica Ceca, mentre il presidente Klaus ha donato una coppa di cristallo di Boemia con due candelabri di cristallo e uno sgabello da pianoforte.

    Nel frattempo, si è svolto l’incontro tra il cardinale segretario di Stato vaticano Tarcisio Bertone, mons. Fernando Filoni, sostituto per gli affari generali della Segreteria di Stato, mons. Diego Causero, nunzio apostolico a Praga, e il premier ceco Jan Fischer. Tre i temi affrontati nel corso del colloquio: i rapporti bilaterali con riferimento all’Accordo ancora non ratificato dal Parlamento e alla questione della restituzione dei beni tolti dal regime comunista alla Chiesa. Riguardo a questo tema il dialogo non subirà accelerazioni, vista l'attuale situazione economica, ma c'è la prospettiva di riprenderlo appena possibile in un quadro di reciproca fiducia; la costruzione europea e, infine, la solidarietà internazionale verso i Paesi poveri, soprattutto in questo momento di crisi, con il coinvolgimento e la partecipazione della Chiesa.

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    Il Papa ai Vespri nella Cattedrale di Praga: “La Chiesa non domanda privilegi, ma solo di poter servire tutti con spirito evangelico”

    ◊   Una Chiesa unita nell’amore per testimoniare la bellezza della fede in una società ancora ferita dall’ideologia atea e affascinata dalla mentalità consumistica: è quanto ha chiesto Benedetto XVI ai cattolici della Repubblica Ceca durante i Vespri celebrati ieri pomeriggio nella Cattedrale di Praga con i sacerdoti, i religiosi e i rappresentanti dei movimenti laici. Da Praga, il servizio del nostro inviato Sergio Centofanti:

    La Cattedrale dei Santi Vito, Venceslao e Adalberto è il cuore stesso della Chiesa nella Repubblica Ceca: una stupenda mole gotica che con le sue torri innalzate verso il cielo attirano con forza l’anima in alto. Qui sono custodite le reliquie di tanti martiri che lungo i secoli hanno dato la loro testimonianza di fede in questa terra. Una cattedrale tolta dal regime comunista a una Chiesa cui è solo permesso di usarla. “Lei viene a visitare i suoi fratelli che sono in difficoltà – ha detto nel suo saluto il cardinale arcivescovo di Praga Miloslav Vlk – noi non siamo una grande Chiesa. Se lei viene da noi, non può esserci altro motivo che quello di confortarci”. Il Papa parla dei tanti “vescovi, sacerdoti, religiosi, religiose e fedeli, che hanno resistito con eroica fermezza alla persecuzione comunista, giungendo persino al sacrificio della vita” traendo forza dal Vangelo: “Si sono lasciati affascinare da Gesù” che ha detto: “Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi” (Gv 15, 20):

     
    “L’eroismo dei testimoni della fede ricorda che solo dalla conoscenza personale e dal legame profondo con Cristo è possibile trarre l’energia spirituale per realizzare appieno la vocazione cristiana. Solo l’amore di Cristo rende efficace l’azione apostolica, soprattutto nei momenti della difficoltà e della prova”.

     
    Benedetto XVI invita questa comunità a restare unita nell’amore, ad avere “un cuore solo e un’anima sola” ad essere “un corpo ben strutturato che ha Cristo come Capo, e nel quale ogni membro agisce in armonia con il tutto”. “L’amore – ha aggiunto - risplenda in ogni vostra parrocchia e comunità, nelle varie associazioni e movimenti”. Ora, infatti, dopo “il lungo inverno della dittatura comunista” c’è la libertà, ma ci sono nuove difficoltà:

     
    “Voi avvertite però che anche oggi non è facile vivere e testimoniare il Vangelo. La società reca ancora le ferite causate dall’ideologia atea ed è spesso affascinata dalla moderna mentalità del consumismo edonista, con una pericolosa crisi di valori umani e religiosi e la deriva di un dilagante relativismo etico e culturale”.

     
    In questo contesto la comunità cattolica è chiamata ad offrire il suo decisivo contributo controcorrente: è già forte l’impegno della Caritas locale per i più poveri. Il Papa esorta a guardare in modo particolare ai giovani, alla loro formazione, alle scuole cattoliche. Il suo auspicio è quello di “una sempre crescente intesa con le altre istituzioni sia pubbliche che private”:

     
    “La Chiesa – è sempre utile ripeterlo – non domanda privilegi, ma solo di poter operare liberamente al servizio di tutti e con spirito evangelico”.

     
    Il Papa ricorda infine alcune ricorrenze: i 280 anni della canonizzazione di San Giovanni Nepomuceno, ucciso per non svelare i segreti del confessionale, l’80.mo della dedicazione di questa Cattedrale intitolata a San Vito, un giovane “che preferì il martirio piuttosto che tradire Cristo”; e ancora il 20.mo anniversario della canonizzazione di Sant’Agnese di Praga, una principessa boema che scelse la povertà per seguire Gesù. Benedetto XVI invita tutti i credenti a seguire questi esempi per essere sale “che dona sapore alla vita”.

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    Padre Lombardi: il Papa ha messo la speranza al centro del suo viaggio apostolico nella Repubblica Ceca

    ◊   Quando siamo giunti a metà del viaggio apostolico di Benedetto XVI nella Repubblica Ceca sono già evidenti i grandi temi che il Papa sta proponendo ai fedeli e al popolo ceco: verità, fede, libertà e in particolare speranza. Un tema, quest’ultimo, al quale il Santo Padre ha dedicato l’omelia nella Messa di stamani a Brno e su cui si sofferma il direttore della Sala Stampa vaticana, padre Federico Lombardi, intervistato da Alessandro Gisotti:

    R. – Mi sembra chiaro che la speranza è il tema centrale di questo viaggio: è un tema anche caratteristico di questo Pontificato, basti pensare all’Enciclica "Spe salvi" dedicata – appunto – alla speranza. Il Papa si rende conto che nel nostro tempo ce n’è un grande bisogno, ce n’è una grandissima sete e può essere uno dei grandi contributi che la fede può dare, perché è capace di alimentare una grande speranza che va al di là delle piccole speranze che sono molto caduche e che alimentano le nostre giornate ma con un orizzonte corto. Invece, la grande speranza, quella che non muore mai, quella che guarda veramente lontano e alimenta e fonda le altre, è da risvegliare e nessuno – probabilmente – come i cristiani che credono in Gesù Cristo Risorto, possono alimentarla. Sulla spianata della Messa c’è una meravigliosa, grandissima àncora messa di lato; ora l’àncora, nella Lettera agli Ebrei, è proprio la descrizione della speranza. Noi abbiamo la speranza come un’àncora che è lanciata nel cielo, dove è Gesù Cristo insieme a Dio Padre, e lì noi attacchiamo con grande forza e sicurezza la nostra speranza, quella che ci sostiene e ci anima in tutta la nostra vita.

     
    D. – Tra gli incontri e gli eventi di ieri, il Papa ha pronunciato un appassionato discorso parlando al Corpo diplomatico, sulla libertà; anzi, parafrasando l’ultima Enciclica del Santo Padre, sulla “libertà nella verità” …

     
    R. – Effettivamente, il discorso fatto ieri dal Papa ha ripreso – in un certo senso – e rinnovato i grandi temi della responsabilità nella libertà, che erano propri di Giovanni Paolo II a popoli che riprendevano in mano la libertà. Ora, nel Pontificato di Benedetto XVI noi sappiamo bene come anche i fondamenti del retto uso della libertà e della responsabilità nella verità siano fondamentali. Quindi, bisogna riconoscere che c’è una ragione capace di raggiungere la verità, riconoscere il contributo che anche la fede può dare alla conoscenza di questa verità per fondare i valori, fondare i riferimenti su cui è pensabile anche una vita, una società, un mondo ordinato e non confuso perché vi regna l’arbitrarietà. Ecco, questo tema della verità è caratteristico del Pontificato ed è molto importante, ed è bello come il Papa lo abbia sviluppato anche nel contesto dell’Europa, dicendo: “L’Europa dev’essere una casa”, perché nella cultura, nello spirito con cui noi costruiamo la comunità, questo non è solo un continente, ma è un luogo in cui noi ci riconosciamo e viviamo insieme dei valori”.

     
    D. – In tutti gli interventi, discorsi ed omelie del Papa c’è questa premura per rinnovare le ragioni della fede in una terra dalle salde radici cristiane che però si confronta anche con uno spiccato processo di secolarizzazione …

     
    R. – E’ vero. Però, vivendo la Messa di questa mattina con oltre 100 mila persone attorno all’Eucaristia, uno dice: siamo certamente in una terra secolarizzata, ma è una terra in cui c’è anche una comunità cristiana molto viva, piena di fede e piena di speranza che può dare un contributo cordiale alla società in cui vive. A me pare che il tema della presenza serena, cordiale, pieno non solo di speranza ma anche di carità operativa, che la Chiesa, la comunità dei credenti possono dare nella società, sia un tema anche caratteristico di questo viaggio del Santo Padre e che può veramente aiutare a stabilire un clima di fiducia reciproca e di collaborazione tra la Chiesa e la società che la ospita.

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    Grande attesa per la Messa del Papa nella Festa di San Venceslao. Intervista all'ambasciatore Vošalik

    ◊   Domani mattina, Benedetto XVI si recherà a Stará Boleslav, a una trentina di chilometri da Praga, per celebrare la Messa nella ricorrenza di San Venceslao, Patrono della nazione ceca. Al rito parteciperanno migliaia di giovani ai quali il Papa rivolgerà un messaggio speciale. Su questo evento e sulle aspettative di questo viaggio, la collega Linda Bordoni ha intervistato l’ambasciatore della Repubblica Ceca presso la Santa Sede Pavel Vošalik:

    R. – I am sure that …
    Sono sicuro che i giovani della Repubblica Ceca siano aperti al suo messaggio. E io credo che il Santo Padre abbia tutto il potenziale per rivolgersi alle nuove generazioni e per costruire un dialogo con i giovani. Occorre dire che il Papa non è venuto solamente per i cattolici cechi: è venuto nella Repubblica Ceca. E’ qui nell’anno in cui noi commemoriamo il 20.mo anniversario della caduta del comunismo, e questo è un momento importante per parlare delle nostre aspettative di oggi. Ecco: il messaggio che mi aspetto dal Santo Padre è un messaggio di fiducia, è un messaggio che ci avvii alla soluzione dei problemi che ci troviamo ad affrontare oggi e che ci mostri la luce che c’è nel futuro.

     
    D. – Quali risultati si aspetta da questa visita del Papa?

     
    R. – When you look at the program of the visit…
    Guardando il programma della visita, si vede chiaramente quanto l’attenzione del Papa sia concentrata nella realizzazione di canali di comunicazione. Ecco, io considero questa visita come un passo molto importante nella costruzione e nella riapertura di canali di comunicazione tra la società ceca e la Chiesa cattolica. E mi aspetto un ritorno interessante dall’incontro di Sua Santità con il mondo accademico, durante il quale, credo, si parlerà di educazione e della nuova generazione. Guardo a questo momento con grande aspettativa, perché in questa occasione il Papa si rivolgerà all’intera società, non solo ai cattolici: parlerà di cultura e di formazione. E noi dovremmo ascoltare molto attentamente.

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    30.ma Giornata Mondiale del Turismo sul tema della diversità. Con noi, l'arcivescovo Marchetto

    ◊   Si celebra oggi la 30.ma “Giornata Mondiale del Turismo”, dedicata quest’anno al tema “Il turismo, celebrazione della diversità”. Per l’appuntamento, il Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti ha diffuso un messaggio - a firma del suo presidente, l’arcivescovo Antonio Maria Vegliò - in cui si sottolinea l’importanza del turismo come via di conoscenza della ricchezza antropologica, in un’epoca in cui, accanto al continuo avvicinamento di culture e religioni, sussistono incomprensioni e pregiudizi, che possono degenerare in discriminazione, xenofobia e intolleranza. Proprio sul valore del tema della "diversità", Fabio Colagrande ha intervistato il segretario del dicastero vaticano, l’arcivescovo Agostino Marchetto:

    R. - Quest'anno ricorre la 30.ma edizione della Giornata Mondiale del Turismo e viene dedicata "alla diversità", una realtà sempre più presente nelle società globalizzate e che è oggetto di profonde considerazioni. Il tema scelto quest'anno dall'Organizzazione Mondiale del Turismo, e cioè Il turismo, celebrazione della diversità, fa riferimento a una delle sue forze trainanti, una delle sue risorse, in quanto pone a contatto modi di vivere, religioni e storie diverse. Come affermiamo nel Messaggio Pastorale del nostro Pontificio Consiglio per l'occasione, esso "apre cammini di incontro con l’uomo nella sua diversità e nella sua ricchezza antropologica". La diversità, dunque, come dato positivo, come bene che dovrebbe portare a interessarci di culture diverse per riceverne possibilmente un arricchimento in umanità. L'esperienza della diversità dovrebbe perciò favorire la crescita e la maturazione personale. Tutto ciò naturalmente richiede un impegno sia da parte del turista che di chi lo accoglie per "non chiudersi nella propria cultura". Bisognerebbe essere predisposti all'incontro, ad aprirsi al dialogo con rispetto. Spesso, lo stato d'animo disteso della vacanza e il benessere di cui si beneficia nell'essere turisti favoriscono il superamento della diffidenza verso gli altri e dispongono a superare i propri limiti, ad apprezzare chi è diverso da noi, fino a far nascere sentimenti di comprensione, di pace. Nel nostro Messaggio si attesta anche che "nel contemplare la diversità, l'uomo scopre le tracce del divino nelle orme dell'umano. E, per il credente, l'insieme delle diversità apre cammini per avvicinarsi all'infinita grandezza di Dio".

     
    D. - L'ultima Enciclica di Papa Benedetto XVI, Caritas in veritate, dedica un paragrafo al turismo, scorgendo in esso elementi positivi e negativi. Vuole fare un accenno al riguardo?

     
    R. - Si tratta di una parte importante del n. 61, nel quale il Santo Padre, riflettendo sul fenomeno del turismo internazionale, afferma che esso "può costituire un notevole fattore di sviluppo economico e di crescita culturale". Il pensiero del Papa spazia nella grande realtà turistica che influenza un crescendo di milioni e milioni di esseri umani, portando con sé incentivi e benefici significativi allo sviluppo, purché - osserva il Santo Padre - gli aspetti economici si combinino con quelli culturali, primo fra tutti l'educazione. Essa, con la formazione e l'etica, contribuiscono a dotare il turismo di grandi potenzialità, per combattere la povertà, lo sfruttamento delle risorse e lo svilimento delle culture. Esiste però il pericolo, come avverte il Santo Padre, che il turismo possa avere una crescita egoistica, consumistica e non sostenibile. Esso può arrivare perfino a trasformarsi in occasione di sfruttamento e di degrado morale, come nel caso "del turismo cosiddetto sessuale, al quale sono sacrificati tanti esseri umani, perfino in giovane età". Tutti dobbiamo ricordare sempre che il fine ultimo di ogni nostra azione è il benessere integrale dell'uomo e che, specialmente in questo ambito, è necessario seguire l'invito di Benedetto XVI a "pensare a un turismo diverso, capace di promuovere una vera conoscenza reciproca, senza togliere spazio al riposo e al sano divertimento".

     
    D. - Quale tipo di turismo sarebbe dunque bene sviluppare?

     
    R. - Vorrei utilizzare un termine che potrebbe forse sembrare un po' retorico, ma che è carico di significato, quello cioè di un turismo dal "volto umano", che ha nell'accoglienza il suo centro propulsivo e si caratterizza attraverso l'assunzione di responsabilità a livello individuale e collettivo. Tale turismo invita a forme più sobrie di comportamento, mirate alla socialità e alla solidarietà, all'ecologia e allo sviluppo sostenibile. Ciò presume una convergenza di impegno da parte dei Governi, con apposite leggi e provvedimenti, delle istanze internazionali, con adeguati protocolli, e della Chiesa, con la sua presenza pastorale, vigile e caritatevole, per far sì che i diritti delle persone siano sempre anteposti al mero profitto e che sia accessibile a tutti fruire dei beni della natura, della cultura e dell’arte. "Un turismo di questo genere va incrementato, grazie anche a un più stretto collegamento con le esperienze di cooperazione internazionale e di imprenditoria per lo sviluppo", come scrive il Santo Padre nella Caritas in veritate (n. 61). La sinergia di intenti, poi, tra i protagonisti del turismo, cioè gli albergatori, le agenzie di viaggio, i mezzi di comunicazione e gli istituti di istruzione, può contribuire anche a contrastare le forme più degradanti di turismo, offrendo dati, per esempio, sulle implicazioni giuridiche per i turisti che trasgrediscono le leggi. Si dà così supporto legale, psicologico e religioso alle vittime del loro sfruttamento. La Chiesa, nella realtà concreta delle diocesi, delle parrocchie, degli operatori pastorali e delle associazioni, si prodiga in favore anche di quanti accolgono il turismo, ne beneficiano o lo subiscono. Essa desidera offrire a tutti la sua assistenza pastorale indirizzata a un fenomeno turistico che sappia valorizzare la dimensione contemplativa della vita, celebrando altresì il giorno del Signore, che è di festa dell’uomo con Dio.

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    Oggi in Primo Piano



    Al via le celebrazioni per il 350.mo della morte di San Vincenzo de’ Paoli e Santa Luisa di Marillac

    ◊   Si aprono oggi le celebrazioni per il 350.mo anniversario della morte di San Vincenzo de’ Paoli e Santa Luisa di Marillac. Tutto il 2010 sarà un anno giubilare per la famiglia vincenziana che ha organizzato iniziative e manifestazioni nei 5 continenti. A Roma, a dare inizio all’Anno vincenziano - questo pomeriggio alle 17.30, nella Basilica di San Giovanni in Laterano - sarà una Messa presieduta dal cardinale vicario Agostino Vallini. Vissuti nel XVII secolo, San Vincenzo de’ Paoli e Santa Luisa di Marillac si sono dedicati particolarmente ai poveri ed hanno fondato famiglie di religiosi ed associazioni di laici a servizio della Chiesa. Tiziana Campisi ha chiesto a padre Giuseppe Guerra, procuratore generale della Congregazione della Missione e della Compagnia delle Figlie della Carità, qual è il carisma delle loro opere:

    R. – Il carisma di San Vincenzo de’ Paoli si fonda innanzitutto sulla carità, riorganizzata nel XVII secolo. E’ una carità non più lasciata all’individuo ma organizzata. Parlando della famiglia vincenziana pensiamo alle opere da lui fondate ma sono centinaia gli ordini religiosi, le suore e le associazioni che s’ispirano a lui. Santa Luisa è la santa – a lui contemporanea – che ha saputo collaborare con lui e che ha applicato questo carisma alla sua vita nella maniera più esemplare. C’è poi l’opera a favore del clero: lo scopo che egli ha lasciato ai suoi missionari è quello della formazione del clero. San Vincenzo è poi il santo che per la prima volta ha "creato" delle suore, donne consacrate, non nella vita claustrale ma nell’attività impegnata nel mondo.

     
    D. – Quale insegnamento hanno lasciato alla Chiesa San Vincenzo de' Paoli e Santa Luisa de Marillac?

     
    R. – Quello dell’impegno dei laici nella Chiesa come soggetti attivi nella pastorale. Nella prima metà dell’Ottocento, poi, Federico Ozanam si è ispirato a San Vincenzo per fondare quelle che sono le conferenze di San Vincenzo de’ Paoli.

     
    D. – Chi sono, oggi, i vincenziani?

     
    R. – La congregazione della missione, che alcuni chiamano “lazzaristi” dal nome della casa madre Saint-Lazare. Le figlie della carità, dame della carità, oggi associazione di volontariato vincenziano e poi tutti quei movimenti che s’ispirano a lui fanno parte della grande famiglia vincenziana: le conferenze di San Vincenzo di Ozanam, le suore della carità che sono fondate da una figlia della carità, Giovanna Antida Thouret, durante la Rivoluzione francese. Sono comunque centinaia le denominazioni di compagnie, di suore, di padri che hanno nel loro titolo il nome di San Vincenzo de' Paoli.

     
    D. – Quale testimonianza vogliono dare nel Terzo millennio i membri della famiglia vincenziana?

     
    R. – Il padre generale, padre Gregory Gay, indicendo questo 350.mo anniversario come Anno Giubilare ha dato come slogan “carità e missione”. Carità, oggi, significa impegno in un mondo globalizzato, in un mondo completamente trasformato e la missione come nuova evangelizzazione.

     
    D. – C’è una frase di San Vincenzo de’ Paoli che è possibile tenere a mente oggi?

     
    R. – “L’amore è inventivo all’infinito”. Cioè, l’amore sincero, autentico sa trovare le applicazioni, sempre in meglio, dovunque e sempre.

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    Chiesa e Società



    Forte tensione in Spagna per la nuova controversa legge sull’aborto

    ◊   Il governo spagnolo ha varato nella riunione di ieri un controverso disegno di legge sull’aborto. La norma, “La salute sessuale e riproduttiva e l’interruzione volontaria della gravidanza”, è destinata a sostituire quella ancora in vigore sull’aborto approvata nel 1985. Con la nuova legge, l’aborto diventa possibile fino alla 14.ma settimana di gravidanza ma, in caso di rischio per la vita e la salute della donna e di gravi anomalie del feto, sarà possibile fino alla 22.ma settimana su decisione dei medici. Infine, in altri casi di malattia estremamente gravi e incurabili del feto, l’aborto potrà essere eseguito senza limiti di tempo su decisione di una commissione medica. Uno fra gli aspetti più discussi della nuova legge è l’articolo che permette alle giovani di 16 anni di decidere sull’aborto, dopo aver ascoltato gli orientamenti del medico, indipendentemente dal parere dei genitori. Il Consiglio di Stato ha raccomandato che i genitori siano informati in precedenza ma l’attuale disegno di legge non include questo consiglio. Ora bisogna attendere il passaggio al parlamento ma intanto il governo cercherà il massimo consenso possibile intorno a questa legge. In realtà alcune forze politiche l’hanno già respinta e in particolare sono molti i pareri contrari sulla libertà concessa anche alle giovani di 16 anni. Secondo la legge si prevedono severe sanzioni contro la violazione di alcuni dei requisiti formulati in questa legge. Gli interventi negli ospedali pubblici saranno inoltre gratuiti. Secondo dati statistici sono stati 112 mila gli aborti praticati in Spagna, durante l’anno 2007. La stragrande maggioranza degli interventi vengono eseguiti in cliniche private. La questione ha provocato una forte divisione nell’opinione pubblica spagnola sia sul contenuto sia sulla urgenza con la quale é stata varata la legge. Alcuni gruppi politici e associazioni in favore della vita hanno convocato una manifestazione a Madrid il prossimo 17 ottobre per la quale gli organizzatori prevedono la partecipazione di circa un milione di persone. Una dichiarazione della Conferenza episcopale spagnola contraria alla nuova legge era già stata pubblicata lo scorso 17 giugno. (Dalla Spagna, Ignacio Arregui)

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    Domenica prossima iniziano le celebrazioni per l’Ottobre missionario

    ◊   Prenderanno il via il prossimo 4 ottobre le celebrazioni per il mese dedicato alle missioni. Una messa solenne nella cattedrale di Saint Etienne, a Batroun, in Libano, – riferisce l’agenzia Misna – segnerà l’apertura dell’appuntamento al quale prenderanno parte tutti i Patriarcati e le Eparchie cattoliche, invitate dalle Pontificie opere missionarie, insieme agli studenti delle scuole cattoliche di tutto il Paese. In altre parti del mondo si svolgeranno analoghi riti per “incoraggiare un risveglio alla sensibilità alla missione – ha detto il missionario saveriano, padre Marcello Storgato - ovvero portare il Vangelo nel cuore e sulla bocca”. Il religioso ha ricordato che accanto alla “simpatia” che i missionari suscitano è necessaria “una partecipazione attiva alla missione, intesa come diffusione della Parola di Gesù”. “Il mondo ha bisogno di nuovi testimoni - ha aggiunto - che continuino con noi l’opera chiestaci da Gesù, con un atteggiamento di gioia e di fiducia nel futuro”. Padre Storgato ha richiamato ad una maggiore coerenza con gli insegnamenti del cristianesimo negati oggi da “contraddizioni insopportabili”. Numerose iniziative in tutte le comunità cattoliche del mondo per far conoscere le missioni e i missionari accompagneranno il mese di Ottobre, che culminerà domenica 18 con la Giornata Missionaria Mondiale (GMM), istituita nel 1926 da papa Pio XI; il tema di quest’anno è “Vangelo senza confini”. Inoltre le Pontificie opere missionarie di Toronto, in Canada, hanno lanciato in questi giorni la “World mission Tv” un videogiornale che riguarda il mondo missionario.(B.C.)

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    Oggi a Padova la salma di don Ruvoletto, il sacerdote ucciso in Brasile

    ◊   C’è grande commozione nella diocesi di Padova per l’arrivo, oggi pomeriggio, della salma di don Ruggero Ruvoletto ucciso a Manaus, in Brasile, il 19 settembre scorso. Nella cripta della cattedrale della città veneta sarà allestita la camera ardente; la data dei funerali sarà invece decisa proprio oggi. Prima della sepoltura nel cimitero di Vigonovo, in provincia di Venezia, si terrà anche una celebrazione – riferisce Avvenire – a Galta, sua parrocchia di origine. Per l’occasione, il settimanale diocesano di Padova “La Difesa del Popolo” ha dedicato diverse pagine a don Ruvoletto che aveva intrapreso un cammino missionario prima come direttore del centro missionario diocesano e poi come sacerdote fidei donum in Brasile. Una vocazione missionaria – aveva detto padre Ruggero in un’intervista – che era nata con la sua ordinazione. (B.C.)

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    India: l’emittente dei gesuiti “Radio Sarang” promuove l’armonia religiosa

    ◊   Promuovere l’armonia fra le diverse comunità religiose di Mangalore, città indiana che, lo scorso anno, ha visto molti episodi di violenza. È l’obiettivo dell’emittente radiofonica “Sarang”, traducibile in “armonia di colori”, lanciata dal St. Aloysius College della città. Dopo i test di trasmissione effettuati a giugno, i programmi radiofonici - riferisce l'agenzia Ucanews - hanno preso ufficialmente il via nei giorni scorsi, sotto la direzione del padre gesuita Richard Rego. A benedire il progetto è stato il vescovo di Mangalore, mons. Aloysius Paul D’Souza, il quale ha espresso il suo auspicio perché l’emittente diventi un canale di pace, giustizia ed armonia. “La gente comune – ha aggiunto – specialmente i giovani, hanno bisogno di una piattaforma condivisa per condividere le proprie opinioni”. Radio Sarang trasmette due volte al giorno, tre ore al mattino a partire dalle 6.30, e quattro ore al pomeriggio, dalle 17.30 in poi. Tra i temi trattati dal palinsesto: la religione, la salute, l’igiene, ed argomenti relativi all’agricoltura, alla pesca e al mondo giovanile. Inoltre, l’emittente ha intenzione di approfondire alcuni temi specifici come la lotta alla tossicodipendenza e al propagarsi dell’Aids, il contrasto dell’alcolismo, della depressione e dello stress da studio. Da ribadire che molti programmi vengono allestiti dagli stessi studenti del College, iscritti al Dipartimento “Giornalismo e Mass Media”. (I.P.)

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    Madagascar: per Radio don Bosco il lavoro minorile non è aumentato ma è sempre esistito

    ◊   Viene definito “eccessivo” il recente rapporto sul lavoro minorile in Madagascar, redatto dall’Ufficio Internazionale del Lavoro (Ilo), dall’Unicef e dall’Istituto nazionale di Statistica. Secondo Radio don Bosco, la principale radio cattolica dell’isola, la grave crisi politica iniziata a gennaio ha fortemente impoverito la popolazione, che è stata costretta a far lavorare i propri figli per incrementare il bilancio familiare, ma il problema è di lunga data. Il rapporto – riporta l’agenzia Fides – evidenzia che dall’inizio dell’anno, il lavoro minorile in Madagascar è aumentato del 25%. I bambini e i ragazzi dai 5 ai 17 anni che lavorano sono un 1 milione e 800 mila “questo non significa – dice Radio don Bosco - che la questione sia esplosa perché essa è un dato strutturale della vita del Paese, specie nelle campagne, dove si fa fatica a convincere i genitori a mandare i figli a scuola”. Inoltre “sul piano economico, a parte il turismo e le aziende dell’ex presidente Ravalomanana, dimessosi per la protesta guidata dall’oppositore Rajoelina, nessuna impresa ha chiuso i battenti”. “È aumentata la disoccupazione - aggiunge Radio don Bosco - ma non in maniera drammatica, almeno per il momento. Certamente la maggior parte dei malgasci vive in condizione modeste, ma questo era vero anche prima della crisi”. (B.C.)

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    In Pakistan un centro medico cattolico per tutti i poveri senza distinzione

    ◊   Con una sanità al collasso, un medico ogni 900 persone e un letto d’ospedale ogni mille, in Pakistan fioriscono le iniziative per offrire cure mediche a chi ne ha bisogno. Asianews riferisce dell’esperienza di padre Bashir Francis della chiesa del Santo Rosario di Madina Town, a Faisalabad, che in un terreno attiguo alla parrocchia ha costruito, grazie all’aiuto della Caritas, un dispensario. La struttura è dedicata a mons. Paolo Andreotti, missionario domenicano e vescovo di Faisalabad, scomparso nel 1995. Due volte al mese, due medici ed un infermiera fanno check-up gratuiti, analisi e portano medicine. Al dispensario si rivolgono anche donne musulmane che, a volto coperto, vanno per essere visitate. Proprio una donna musulmana è riuscita grazie all’aiuto di padre Bashir a portare avanti la sua gravidanza. Viste le tante difficoltà che aveva, povera e con il marito senza occupazione, aveva deciso di interromperla ma le cure delle suore francescane del St. Raphael's Hospital di Faisalabad le hanno fatto cambiare idea. (B.C.)

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    L’impegno della Chiesa vietnamita a favore dei disabili

    ◊   Negli ultimi anni la Chiesa cattolica in Vietnam si è impegnata in prima fila nell’aiuto ai disabili che, nella maggior parte dei casi, provengono da famiglie povere. Su una popolazione di 85 milioni di abitanti, riferisce Asianews, il Vietnam conta circa 4milioni e mezzo di disabili, il 40% dei quali sono bambini, nel 2009 il loro numero è arrivato a 1milione e 800mila. Sono diverse le iniziative fiorite per offrire sostegno ai portatori di handicap. Ad esempio l’opera di padre Nguyen, della provincia di Nghe An, è di aiutare i genitori ad imparare a curare i loro figli. È un luogo di accoglienza che i piccoli disabili frequentano per periodi dai tre ai cinque anni. C’è poi l’esperienza di uno dei tanti bambini accolti in una di queste opere come Nguyen Cong Hung che ad oggi dirige un centro di formazione a Saigon. Nel centro aiuta i disabili ad imparare ad usare il computer; c’è poi la Comunità di Betania, della Congregazione delle Amanti della Santa Croce, che da anni opera con bambini disabili a Bien Hoa. Gestisce una casa d’accoglienza ed un laboratorio. Oltre 120 bambini, tra i due ed i 17 anni, sono seguiti dalla congregazione di origine vietnamita e tutti quelli che hanno un’età scolare vengono mandati a studiare in istituti pubblici. (B.C.)

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    Il XV Congresso del Movimento Apostolico Ciechi per "una società senza esclusi"

    ◊   Si terrà a Sassone di Frattocchie, presso Roma, dal 1 al 4 ottobre 2009, il XV Congresso del Movimento Apostolico Ciechi. Saranno presenti, per vivere una forte esperienza associativa, quasi tutti i presidenti e i delegati dei 60 gruppi diocesani tuttora costituiti sul territorio italiano e, oltre a rinnovare il Consiglio Nazionale, che guiderà l’associazione per i prossimi quattro anni, saranno chiamati a verificare e approfondire le linee portanti del carisma del Movimento, al fine di ridare slancio e concretezza al cammino futuro. Il tema “Sulla strada del Risorto per una comunità senza esclusi”, che ha caratterizzato la formazione dei gruppi durante tutto questo anno, fa da sfondo al Congresso. ‘Sulla strada del Risorto’ colloca il Movimento - che per sua natura collabora alla missione apostolica della Chiesa - nel cammino della Chiesa Italiana, che, col Convegno del 2006 a Verona, ha posto al centro della sua attenzione il messaggio trasformante della Pasqua di Cristo. ‘Per una comunità senza esclusi’ è un richiamo alla missione più propria e alle attività del Movimento che, ponendosi a servizio di quanti, in Italia e nel mondo, si trovano in situazioni di svantaggio, è impegnato a rimuovere le cause di esclusione e a promuovere la partecipazione e l’inclusione di tutte le persone nella vita sociale. In uno stile di comunione, reciprocità e condivisione i soci del Movimento si impegnano ad essere, nell’ambiente in cui vivono, fermento per una comunità, sia ecclesiale che civile, ospitale e aperta alle differenze, una casa per tutti. Nella mattinata di venerdì 2 ottobre, è prevista la relazione di Paolo Bustaffa - direttore dell'agenzia Sir - sul tema: ‘I Movimenti laicali nell’attuale situazione italiana’. Il Movimento, associazione di fedeli laici, ciechi e vedenti, vuole stare dentro al nostro tempo, dentro la storia, non indebolendo la propria identità cristiana, ma, al contrario, a partire da essa e in forza di essa. Nel pomeriggio di venerdì, sentita e discussa la relazione del presidente uscente Rino Nazzari, su queste tematiche, sarà presente mons. Vittorio Nozza, direttore della Caritas Italiana, per una proposta di riflessione a partire dalla parabola evangelica del Buon Samaritano. A conclusione del Congresso, domenica 4 ottobre, mons. Mariano Crociata, Segretario generale della Conferenza episcopale italiana, presiederà la Celebrazione Eucaristica e inviterà il Movimento a riprendere il cammino per vivere, con coraggio e gioia, la propria missione. (R.P.)

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    Ad Assisi convegno Aifo contro tutte le "lebbre"

    ◊   “Diventare persone” è il titolo del 23° Convegno internazionale dell’Associazione italiana Amici di Raoul Follereau (Aifo), che si svolgerà ad Assisi dal 16 al 18 ottobre. L'iniziativa si inserisce nella riflessione già avviata da molti anni parallelamente all'impegno concreto nei Paesi del Sud del mondo per vincere la lebbra e per restituire dignità e diritti alle persone più svantaggiate. “Gran parte dell’umanità è oggi esclusa dalle scelte che riguardano il futuro di tutti – spiegano gli organizzatori all'agenzia Sir -. L’amore politico opera, al contrario, per una cittadinanza universale, che non si accontenta mai del risultato finché ci sono ‘lebbre’ da combattere e sradicare. Da qui nasce l’obiettivo primario dell’amore politico nonviolento: aiutare ogni individuo a diventare persona”. Tra i relatori, saranno presenti numerosi esperti e personalità della società civile come Fabio Salviato, Alessandra Carozzi de Carneri, Giuseppina Tripodi, Giampiero Griffo, Aldo Morrone, Antonio Papisca, Sergio Marelli, Enzo Bianchi. Il convegno dedicherà anche un approfondimento alla figura di padre Damiano de Veuster, che consacrò la sua vita ai malati di lebbra. Alla cerimonia di canonizzazione del missionario, che si svolgerà a Roma l'11 ottobre 2009, l'Aifo parteciperà attivamente. (R.P.)

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    Celebrata ieri da mons. Pelvi la messa per le Figlie di San Camillo

    ◊   “L’amore di Gesù è lo spazio nel quale noi consacrati dobbiamo stabilmente e fedelmente abitare”. E’ quanto ha sottolineato ieri, mons. Vincenzo Pelvi, Ordinario militare per l’Italia, durante la solenne celebrazione per la professione perpetua di otto religiose Figlie di San Camillo, tenutasi nella casa generalizia dell’Istituto a Grottaferrata, vicino Roma. Nel giorno della ricorrenza della morte di uno dei fondatori della Congregazione, il beato Padre Luigi Tezza, il presule ha invitato le religiose a spendersi per il mondo della sofferenza “consapevoli sempre che l’unica misura dell’amore è amare senza misura”. “Contagiate – ha aggiunto - con questo amore di predilezione per i più piccoli tutti quelli che incontrate in particolare i laici che chiedono di condividere il vostro carisma e la vostra missione”. Nel saluto iniziale, la Superiora Generale delle Figlie di San Camillo, madre Laura Biondo, ha ricordato i sei militari italiani uccisi in Afghanistan. “Dinanzi a tanta barbarie si resta profondamente sconvolti, e ci si chiede - ha sottolineato la religiosa - come l’animo umano possa giungere a concepire misfatti così esecrandi”. Riprendendo un passaggio della missiva inviata nel mese di luglio dallo stesso Ordinario militare alle truppe impegnate nella missione di pace, madre Laura Biondo ha ricordato quanto detto da mons. Pelvi cioè che “la cosa più grave del nostro tempo è impedire all’uomo di prendersi cura dell’altro, ostacolando addirittura l’esercizio di quella innata bontà che è riflesso della volontà divina”. “In questo momento di profondo dolore – ha continuato - il nostro Istituto fa sua questa riflessione e, attraverso le sue missioni sparse nei quattro continenti, continuerà a promuovere valori eterni quali la pace e la solidarietà”. (A cura di Davide Dionisi)

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    Portogallo: in rete il progetto “Chiesa solidale” promosso dal Patriarcato di Lisbona

    ◊   Il progetto "Chiesa Solidale", lanciato la scorsa primavera dal Patriarcato di Lisbona, è ora accessibile al pubblico anche attraverso internet. Visitando il sito all'indirizzo: www.igrejasolidaria.org - riferisce l’agenzia Sir - è possibile ottenere tutte le informazioni sulle iniziative di solidarietà organizzate e condivise dalle istituzioni socio-caritative che partecipano al progetto, cui è possibile far giungere direttamente richieste e disponibilità di aiuto da parte di tutti i cittadini. Alla presentazione dell’l'iniziativa, il cardinale patriarca José Policarpo ha spiegato che "l'idea è sorta nel contesto dell'attuale crisi economica, con l'obiettivo di sostenere le organizzazioni promotrici di impegno sociale nella città di Lisbona, e con l'intento di fornire risposte rapide e concrete in modo coordinato". Il progetto, ha precisato, "intende affermarsi al di là del momento dell'emergenza e dell'urgenza degli interventi, per costituire invece una vera e propria rete permanente di appoggio socio-caritativo, che consenta di collegare istituzioni, di sviluppare sinergie, di condividere problemi e soluzioni". Il patriarca ha infatti spiegato che "quella posta in essere è solo la prima parte progettuale: di mobilitazione comunitaria, costruzione tecnica ed organizzativa, e costituzione di un fondo monetario a disposizione delle istituzioni e delle singole persone". "Ad essa, seguirà una seconda fase che s'impegnerà attivamente nella creazione di posti di lavoro, cercando di avviare disoccupati verso impieghi in istituzioni sociali, e alla creazione di microimprese di servizio alla comunità". "Una terza fase riguarderà infine lo studio di strategie e la realizzazione di strutture atte a favorire i servizi e le cure di persone anziane secondo i migliori criteri di qualità e sostenibilità". "Organizzare, cooperare, distribuire, lavorare in unità, sono i temi di questa Chiesa Solidale che vogliamo divulgare mediante questa nuova ed attuale piattaforma di comunicazione online", ha concluso il card. Policarpo. (L.Z.)

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    Scozia: la Chiesa invita le parrocchie a mettersi “on line”

    ◊   Un’iniziativa congiunta della Chiesa cattolica scozzese e della compagnia ISYS Computer Services di Glasgow verrà lanciata il prossimo sabato, per invitare tutte le 500 parrocchie del Paese a mettersi on line. In una recente lettera pastorale, mons. Philip Tartaglia, presidente della Commissione nazionale delle Comunicazioni, ha illustrato ai parroci lo sviluppo dell’Ufficio delle Comunicazioni Sociali, in particolare grazie al sito Internet, ribadendo quindi l’importanza – per chi non lo avesse già fatto – di allestire un sito web. Quindi, la Chiesa scozzese ha creato un modello di sito Internet, che dovrebbe permettere ad ogni parrocchia di avere visibilità sul web e di mantenerla in modo veloce e professionale. “Si tratta di un modello innovativo e facile. – ha detto Peter Kearney, direttore dell’Ufficio delle Comunicazioni Sociali – Spero che il maggior numero possibile di parrocchie si metta in rete quanto prima”. La nuova piattaforma on line sarà utilizzabile anche per quelle parrocchie già dotate di un proprio sito Internet. (I.P.)

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    Religion today: "Rinascere dall'alto" è il tema della 12.ma edizione del Filmfestival

    ◊   “Rinascere dall’alto. Vita nuova nella fede”. Sarà questo il tema della XII edizione di Religion today (Rt), il primo Filmfestival itinerante dedicato al cinema delle religioni in programma quest’anno dal 14 al 24 ottobre con tappe a Trento, Roma, Bolzano, Bassano e Nomadelfia. Tra i 168 iscritti al concorso, la commissione di selezione ha deciso di ammettere 57 film provenienti da 26 paesi di tutti i continenti e rappresentativi di un vasto panorama di diverse fedi religiose. “Il ventaglio dei film offre una concreta riflessione sul ruolo e sul significato della religione in relazione a tematiche come le migrazioni e l’accoglienza – afferma Katia Malatesta, direttrice di Rt –, le tensioni politiche e sociali dopo l’11 settembre, la relazione tra identità, tradizione e modernità sullo sfondo delle dinamiche della globalizzazione, il rapporto tra fede e sessualità. Il Filmfestival intende quindi costituire una viva testimonianza della complessità del rapporto religione-società in un mondo in continuo cambiamento”. Il concorso prevede tre sezioni: film a soggetto, cortometraggi documentari e reportages televisivi. Novità di questa edizione è la Giuria dei migranti, formata da rappresentanti delle diverse culture e religioni presenti sul territorio trentino. (R.P.)

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    Inaugurato a Forlì il Villaggio della Gioia, promosso dalla comunità di don Oreste Benzi

    ◊   Affidamento non solo del bambino, ma dell’intera famiglia. E’ questo l’obbiettivo del Villaggio della Gioia, progetto realizzato dalla Comunità Papa Giovanni XXIII, fondata nel 1968 da don Oreste Benzi, da oltre 40 anni al fianco degli ultimi e di cui la “casa famiglia”, inaugurata ieri, e’ una delle espressioni più originali e profonde. La famiglia intesa come colonna portante della società, luogo sacro e naturale voluto da Dio per la crescita dei figli. “Non bisogna dimenticarsi quanto siano importanti le figure di entrambi i genitori in ogni famiglia per crescere un figlio – afferma Paolo Ramonda, successore di don Benzi alla guida della comunità - questo progetto, al quale stiamo lavorando da anni, è nato per aiutare quelle coppie che si trovano in difficoltà e spesso oltre a vedersi allontanare i figli, sono lasciate a se stesse”. “Noi vogliamo evitare – ha aggiunto - il trauma del distacco figli-genitori, cercando di sostenerli in momenti di difficoltà, che possono colpire qualsiasi nucleo famigliare”. Al centro dell’evento forlivese, una tavola rotonda dal titolo: “Bambino, Famiglia, Villaggio della Gioia: dal bisogno alla crescita sociale”, che ha rappresentato l’occasione per riflettere sull’attuale stato di salute della famiglia italiana. “Alla famiglia – ha rimarcato l’on. Savino Pezzotta, presente alla tavola rotonda - non serve la retorica, ma occorre che la politica se ne faccia carico con interventi concreti”. Il complesso abitativo, sogno di don Oreste, comprenderà tre immobili, adibiti a casa famiglia, già terminati, dodici appartamenti indipendenti per l’accoglienza delle famiglie, un locale ad uso uffici e un salone polivalente per attività comuni. Tutto si svilupperà su una superficie di circa 10mila metri quadrati, in un terreno donato dalla diocesi di Forli’-Bertinoro. Dunque, un progetto sociale di welfare community unico nel suo genere, teso a sostenere la famiglia e in cui altri enti del territorio sono coinvolti. Un progetto che proseguirà con l’aiuto e la partecipazione anche dei semplici cittadini che decideranno di sostenerlo diventando padrino o madrina. Per maggiori informazioni sul “Villaggio della gioia”, è possibile telefonare al numero verde 800.629.639, oppure visitare il sito www.villaggiodellagioia.it. (A cura di Francesca Baldini)


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    24 Ore nel Mondo



    Elezioni in Germania. I vescovi tedeschi: più attenzione per la famiglia

    ◊   Si sono aperti stamani i seggi in Germania per le elezioni legislative: circa 62,2 milioni di aventi diritto sono chiamati a votare per il rinnovo del Bundestag (Parlamento federale), il 17.mo nel dopoguerra. Per i 598 seggi corrono 3.556 candidati di una trentina di partiti. Intervistato da Birgit Pottler, della nostra redazione tedesca, mons. Ludwig Schick, arcivescovo di Bamberg e presidente della commissione “Chiesa nel mondo” della conferenza episcopale tedesca, si sofferma sui temi che stanno maggiormente a cuore all'episcopato:

     
    “Per noi vescovi è molto importante la famiglia perché è il nucleo della società ed anche della Chiesa. Noi vogliamo che il nuovo governo si interessi di più alla famiglia e ai matrimoni e ai loro valori. Abbiamo sperimentato un disastro nell’economia: tutti sappiamo che la mancanza di valori è la causa fondamentale di questi disastri e per questo il nuovo governo deve parlare di più dei valori. Deve parlare del modo di educare i bambini e la gioventù, perché loro diventeranno poi persone con dei valori. Questo è un punto molto importante per noi. La terza cosa che chiede la Chiesa è che devono svilupparsi le relazioni tra il governo e gli altri componenti della società. Il governo deve ascoltare la Chiesa”.

     
    Elezioni - Portogallo
    Seggi aperti da stamani in Portogallo per il rinnovo del parlamento, un’elezione nella quale, secondo gli ultimi sondaggi, i socialisti del premier uscente Jose’ Socrates sono dati favoriti per la vittoria davanti ai conservatori della sfidante Manuela Ferreira Leite.

     
    Iran
    Nel corso di manovre missilistiche avviate dai Pasdaran, i Guardiani della Rivoluzione, l'Iran ha sperimentato per la prima volta un sistema per il lancio multiplo simultaneo di vettori, lanciando due missili a corto raggio. Lo ha detto il comandante delle forze aeree dei Guardiani della rivoluzione, generale Hossein Salami che ha annunciato anche che domani l'Iran testerà un missile a lungo raggio che, secondo analisti, sarebbe in grado di raggiungere Israele e le basi Usa nella regione del Golfo. L'Iran sostiene che lo Shahab 3, già testato più volte in passato, può percorrere circa duemila chilometri. E Ali Asghar Soltanieh, l'ambasciatore iraniano presso l'Agenzia internazionale per l'energia atomica (Aiea) ha dichiarato che le dichiarazioni degli Usa e altri Paesi occidentali sul nuovo impianto iraniano per l'arricchimento dell'uranio “avranno un effetto negativo” sui colloqui fra Teheran e il gruppo dei 5+1, la cui ripresa è in programma il primo ottobre a Ginevra. Secondo Soltanieh, citato dall'agenzia Isna, l'Iran ha comunicato all'Aiea “volontariamente e prima del limite di tempo previsto” dal Trattato di non proliferazione nucleare (Tnp) l'esistenza del nuovo sito, nel quale, ha sottolineato “non c’è ancora materiale nucleare”.

    Vertice Onu
    Da poco rientrato dal vertice ministeriale convocato a New York dal segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon, Piero Fassino - inviato dell’Unione Europea in Myanmar - ha parlato della situazione nel Paese in questa intervista di Federico Piana:

     
    R. – La riunione di New York ha dimostrato un avvicinamento forte di posizioni. C’è una comune consapevolezza che bisogna agire adesso, che le elezioni del 2010 possono essere effettivamente un’opportunità da non perdere. Naturalmente perché siano un’opportunità da non perdere però è necessario che prima accadano delle cose, soprattutto tre: che siano liberati tutti i prigionieri politici e Aung San Suu Kyi, che si apra effettivamente il dialogo tra la Giunta al potere, l’opposizione e le minoranze etniche, e che si definisca una legge elettorale e norme della campagna elettorale che garantiscano una piena agibilità politica per tutti i candidati e tutti i partiti. In questi giorni c’è un altro piccolo evento significativo: per la prima volta dopo 14 anni il primo ministro del Myanmar parteciperà all’Assemblea generale dell’Onu. Sarà l’occasione per avere una serie di colloqui, di contatti, a partire da colloqui con Ban Ki-moon e con Gambari, che rappresenteranno già un primo momento per verificare se la nostra strategia può riuscire ad aprire un varco.

     
    D. – Per ottenere questo però bisogna fare pressione sul Myanmar. In che modo fare pressione sulla giunta al potere?

     
    R. – Quello che nella riunione è emerso con grande chiarezza è che una strategia di solo isolamento del potere e di sole sanzioni, che pure sono uno strumento che abbiamo adottato e che continuiamo a mantenere, non è sufficiente perché tra l’altro il Myanmar è un Paese assolutamente isolato dalla comunità internazionale e la forza dei generali che lo dominano da più di 40 anni è stata proprio averlo isolato: più lo si isola più si rafforza il potere che non ha paura dell’isolamento, ha paura semmai dell’apertura. Quindi lì si è deciso che accanto agli strumenti di pressione, come le sanzioni decise, che vengono mantenute, però si rafforzi molto il volere delle relazioni per cercare di far arrivare messaggi e riuscire a sviluppare una strategia persuasiva che accanto alle pressioni produca dei risultati.

     
    Filippine
    Sono almeno 73 le persone morte e 23 risultano ancora disperse in seguito alle inondazioni e alle frane provocate da un tifone che si sta abbattendo sull'isola di Luzon, la più grande delle Filippine. Gli sfollati sono oltre 300.000, e il ministro della Difesa, Gilbert Teodoro, ha fatto sapere che sono state tratte in salvo circa 4mila persone, molte di loro trovate sui tetti, aggrappate l’una l’altra. L'energia elettrica è saltata a Manila, che è sommersa fino all'80% della sua superficie, e gli aeroporti sono chiusi. Il vento soffia a 100 Km all'ora. È stato dichiarato lo stato di calamità. Un vero e proprio esercito è sceso in campo per far fronte all'emergenza: ci sono militari, agenti di polizia, ma sono moltissimi anche i volontari civili. Le autorità sottolineano che si tratta del più grave disastro del genere nella capitale dal 1967.

    Afghanistan
    Quattro persone sono morte e circa 17 sono rimaste ferite, a causa di un attentato contro il ministro dell'Energia e dell'Acqua Mohammad Ismail Khan. E' avvenuto nei pressi di una scuola a Herat, nell'Afghanistan occidentale. L'attentato è stato rivendicato alla Reuters da un portavoce dei talebani. Il ministro era diretto all'aeroporto ed è rimasto illeso. Fra le vittime, tutte civili, vi sarebbero anche una donna e un bambino. E nel sud del Paese tre soldati della Nato, di cui due americani, sono morti in combattimento nelle ultime 24 ore. Il primo incidente si è verificato ieri: un militare Usa è deceduto dopo essere stato ferito in seguito all'esplosione di una mina artigianale. Un secondo soldato americano è rimasto ucciso in uno scontro a fuoco. Un altro militare, la cui nazionalità non è stata precisata, è deceduto per l'esplosione di una mina artigianale nel sud.

    Medio Oriente
    Lanci di sassi da parte di fedeli islamici in direzione della polizia israeliana sono avvenuti oggi nella Spianata delle Moschee di Gerusalemme. Secondo le prime informazioni, ci sarebbero alcuni feriti. Gli incidenti sarebbero legati all'intenzione di ebrei nazionalisti di entrare oggi nel perimetro della Spianata - dove fino al 70 d.C. sorgeva il Tempio di Gerusalemme - in occasione del digiuno ebraico di espiazione del Kippur, che inizia in serata. Nei giorni scorsi i responsabili islamici della Spianata hanno fatto appello ai loro fedeli affinché blocchino i nazionalisti ebrei.

    Honduras
    Il presidente deposto dell'Honduras, Manuel Zelaya, ha lanciato un appello ai suoi compatrioti che vivono nelle province a marciare oggi sulla capitale Tegucigalpa, come “offensiva finale” conto il governo golpista. Zelaya, rientrato a sorpresa nel suo Paese lunedì scorso, ha trovato rifugio nell'ambasciata del Brasile a Tegucigalpa. Ieri, migliaia di manifestanti, hanno organizzato un corteo di auto che, a clacson spiegati, è ripetutamente transitato davanti all'ambasciata del Brasile.

    Canada
    Il leader libico Gheddafi ha cancellato la sosta in Canada, martedì prossimo, per le previste proteste per aver dato un caloroso benvenuto al terrorista condannato per la strage di Lockerbie nel 1988 (270 morti). Lo ha reso noto il sito dell'emittente televisiva Cbc (Canadian Broadcasting Corp). Il primo ministro canadese Stephen Harper ha chiesto al suo ministro degli Esteri, Lawrence Cannon, di protestare ufficialmente al momento dell'atterraggio dell'aereo di Gheddafi, nella città di St. John's, Newfoundland. Sulla rotta di ritorno in Libia, era prevista una sosta dell'aereo del leader libico per rifornirsi di carburante, mentre Gheddafi avrebbe dovuto trascorrere la notte nella città canadese. Ma la visita non ufficiale è stata cancellata.

    Accordo Turchia-Armenia
    La Turchia e l'Armenia firmeranno il 10 ottobre a Zurigo un accordo in vista dell'allacciamento delle relazioni diplomatiche. Lo ha annunciato oggi un esponente governativo turco. “E' previsto che l'accordo sia siglato il 10 ottobre a Zurigo”, ha dichiarato all'Afp mantenendo l'anonimato. Dopo un secolo di ostilità, Turchia e Armenia avevano annunciato il mese scorso di aver convenuto i due protocolli che prevedono, da una parte, la normalizzazione dei rapporti diplomatici e la riapertura della frontiera comune, dall'altra l'avvio di un calendario per una serie di misure di miglioramento dei reciproci legami. Per diventare effettivi, i due protocolli dovranno tuttavia essere ratificati dai Parlamenti dei due Paesi.

    India
    E' salito a 50 il bilancio delle vittime del crollo della ciminiera della compagnia Balco (Bharat Aluminium Company Ltd) a Korba, nello Stato indiano del Chhattisgarh, avvenuto mercoledì scorso. Da allora si scava nelle macerie alla ricerca di superstiti (ancora diversi operai mancano all'appello) e al recupero dei cadaveri. Secondo la televisione indiana Ibn Live, per paura di repressioni, tutto il personale cinese che doveva sovrintendere alla costruzione ha fatto perdere le proprie tracce e il governo locale ha chiesto un mandato di cattura per loro. Sono partite le ricerche, e cinque dipendenti cinesi sono stati già fermati. Ottantanove tra ingegneri e operai erano dipendenti della Shandong Electrical Power Corporation (Sepc), la società che per conto della indiana Balco, stava costruendo la ciminiera alta 270 metri che doveva servire nell'impianto di produzione di energia elettrica. Arrivata all'altezza di 100 metri, la ciminiera è crollata a causa delle piogge.

    Cina
    Nella provincia costiera di Fujian, nel sud-est della Cina, 120 bambini sono rimasti contaminati e avvelenati dal piombo. La notizia è stata data dalle stesse autorità, che avevano ordinato test specifici su 287 minori. Non si tratta di un caso isolato. Lo stesso fenomeno si registra nella provincia di Hunan e in quella di Shaanxi. In queste ultime due province, complessivamente, i bimbi contaminati sono 1.500. Nelle vicinanze della zona della contaminazione si trova una fabbrica di batterie. (Panoramica internazionale a cura di Virginia Volpe)
     
    Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LIII no. 270


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