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Sommario del 26/09/2009
Il Papa è nella Repubblica Ceca. L’esortazione ai fedeli nella cerimonia di benvenuto a Praga: riscoprite le tradizioni cristiane che hanno plasmato la vostra cultura
◊ La popolazione della Repubblica Ceca, che si è felicemente liberata 20 anni fa da un regime oppressivo, riscopra ora le tradizioni cristiane che così profondamente hanno plasmato la sua cultura: è l’appello lanciato da Benedetto XVI, stamani, al suo arrivo a Praga per l’inizio del suo 13.mo viaggio internazionale che si svolge sul motto: “L’amore di Cristo è la nostra forza”. Il Papa è stato accolto all’aeroporto Stará Ruzyně di Praga dal presidente ceco, Václav Klaus, dal cardinale arcivescovo di Praga, Miloslav Vlk, e dal presidente della Conferenza episcopale del Paese, mons. Jan Graubner. Il servizio del nostro inviato Sergio Centofanti.
Il Papa ha iniziato la sua visita a Praga in una stupenda giornata di sole. Molto calda l’accoglienza, con la tradizionale offerta dei doni tipici di questa nazione, il pane e il sale. Le prime parole di Benedetto XVI sono state in ceco, salutate dall’applauso dei presenti:
“Pane presidente, milí páni kardinálové...”
Poi, proseguendo in inglese, ha espresso la sua grande gioia per essere in questa terra, così “profondamente … permeata dal cristianesimo” grazie all’azione missionaria dei Santi Cirillo e Metodio nel nono secolo, allorché “l’antica lingua slava fu per la prima volta messa in iscritto”. Gli Apostoli dei popoli slavi, Patroni d’Europa e “grandi santi della tradizione bizantina incontrarono qui missionari provenienti dall’Occidente latino”. Così “questo territorio – sottolinea Benedetto XVI - posto nel cuore del continente europeo, al crocevia tra nord e sud, est ed ovest, è stato un punto d’incontro di popoli, tradizioni e culture diverse”:
“Undeniably this has sometimes led to friction…
Non si può negare che ciò abbia talora causato delle frizioni, tuttavia, nel tempo, ciò si è rivelato essere un incontro fruttuoso. Da qui il significativo ruolo che le terre ceche hanno giocato nella storia intellettuale, culturale e religiosa d’Europa, talora come un campo di battaglia, più spesso come un ponte”.
Il Papa ricorda il ventesimo anniversario della “Rivoluzione di Velluto”, che “felicemente pose fine in modo pacifico ad un’epoca particolarmente dura per questo Paese, un’epoca in cui la circolazione di idee e di movimenti culturali era rigidamente controllata”:
“I join you and your neighbours in giving thanks…
Mi unisco a voi e ai vostri vicini nel rendere grazie per la vostra liberazione da quei regimi oppressivi. Se il crollo del muro di Berlino ha segnato uno spartiacque nella storia mondiale, ciò è ancora più vero per i Paesi dell’Europa Centrale e Orientale, rendendoli capaci di assumere quel posto che spetta loro nel consesso delle Nazioni, in qualità di attori sovrani”.
“Non si deve tuttavia sottovalutare – ha aggiunto - il costo di quarant’anni di repressione politica”:
“A particular tragedy for this land…
Una particolare tragedia per questa terra è stato il tentativo spietato da parte del Governo di quel tempo di mettere a tacere la voce della Chiesa. Nel corso della vostra storia, dal tempo di San Venceslao, di Santa Ludmilla e Sant’Adalberto fino a San Giovanni Nepomuceno, vi sono stati martiri coraggiosi la cui fedeltà a Cristo si è fatta sentire con voce più chiara e più eloquente di quella dei loro uccisori”.
Benedetto XVI rende omaggio al cardinale Josef Beran, arcivescovo di Praga, nel quarantesimo anniversario della morte, e al suo successore, il cardinale František Tomášek, “per la loro indomita testimonianza cristiana di fronte alla persecuzione. Essi, ed altri innumerevoli coraggiosi sacerdoti, religiosi e laici, uomini e donne hanno mantenuto viva la fiamma della fede in questo Paese”:
“Now that religious freedom has been restored…
Ora che è stata recuperata la libertà religiosa, faccio appello a tutti i cittadini della Repubblica, perché riscoprano le tradizioni cristiane che hanno plasmato la loro cultura ed esorto la comunità cristiana a continuare a far sentire la propria voce mentre la nazione deve affrontare le sfide del nuovo millennio. ‘Senza Dio l’uomo non sa dove andare e non riesce nemmeno a comprendere chi egli sia’ (Caritas in veritate, 78). La verità del Vangelo è indispensabile per una società prospera, poiché apre alla speranza e ci rende capaci di scoprire la nostra inalienabile dignità di figli di Dio”.
Quindi, il Papa ha sottolineato il desiderio del presidente Klaus “di vedere riconosciuto alla religione un ruolo maggiore nelle questioni del Paese” e citando il motto della bandiera presidenziale, “La Verità vince”, ha auspicato “che la luce della verità” guidi il progresso di questa nazione nell’armonia tra fede e ragione. E in questo contesto c’è il richiamo all’abate agostiniano della Moravia Johann Gregor Mendel, “le cui ricerche pionieristiche gettarono le fondamenta della moderna genetica”: seguiva il monito di Sant’Agostino a non essere più portato “ad ammirare i fatti che a cercarne le cause”. “Il progresso autentico dell’umanità – ha affermato ancora - è servito al meglio proprio da una tale convergenza tra sapienza della fede ed intuito della ragione. Possa il Popolo ceco – ha concluso - godere sempre i benefici che provengono da questa felice sintesi”. Il presidente Klaus, da parte sua, ha detto di attribuire a questa visita la stessa importanza storica e simbolica del viaggio di Giovanni Paolo II in questa terra all’indomani della caduta del comunismo. Ha quindi sottolineato di condividere col Papa molti valori anche se a partire da basi filosofiche diverse e si è rallegrato del fatto di poter leggere ora la sua ultima Enciclica “Caritas in veritate” anche in ceco.
Rispetto per i bambini maltrattati e concordia per le famiglie. Lo ha chiesto il Papa nell’omaggio alla statua del Bambino Gesù di Praga
◊ Dopo il suo arrivo a Praga, il Papa si è recato nella Chiesa di Santa Maria della Vittoria dove ha reso omaggio alla piccola statua di legno e cera del Bambino Gesù, collocata lì fin dal 1628. Per l’occasione, Benedetto XVI ha regalato una corona per la Sacra Immagine del Bambino, conosciuta e venerata molto all’estero più che nella Repubblica Ceca. Devotissimi della statua furono San Francesco e Sant’Antonio, ma il culto venne diffuso nel periodo barocco grazie alle visioni di Santa Teresa d’Avila. Nel suo discorso, il Santo Padre ha ricordato i tanti bambini sfruttati e maltrattati e ha ribadito che loro “sono il futuro e la speranza dell’umanità”. Il servizio di Benedetta Capelli:
Canti
La luminosità della corona, il rosso della camicia e la tenerezza di un bambino piccolo incastonato nella dorata teca che lo accoglie. E’ il Bambino Gesù di Praga che “ci fa percepire – ha detto il Papa – la vicinanza di Dio e il suo amore”. Di fronte alla statua di cera e legno, ispiratrice di opere come “Il Piccolo Principe” di Saint-Exupéry, Benedetto XVI si è raccolto in preghiera. Dinanzi all’immagine che “fa subito pensare al mistero dell’Incarnazione”, il Santo Padre ha ricordato la famiglia di Nazareth e invocato “il dono dell’unità e della concordia per tutte le famiglie”:
Pensiamo specialmente a quelle giovani, che debbono fare tanti sforzi per dare ai figli sicurezza e un avvenire dignitoso. Preghiamo per le famiglie in difficoltà, provate dalla malattia e dal dolore, per quelle in crisi, disunite o lacerate dalla discordia e dall’infedeltà.
E di fronte a quel Bambino, esempio di “bellezza dell’infanzia” e segno della predilezione di Gesù verso i piccoli, il Papa ha pensato a tutti i bambini sfortunati del mondo:
Quanti bambini invece non sono amati, né accolti, né rispettati! Quanti sono vittime della violenza e di ogni forma di sfruttamento da parte di persone senza scrupoli! Possano essere riservati ai minori quel rispetto e quell’attenzione loro dovuti: i bambini sono il futuro e la speranza dell’umanità.
Un’umanità che deve ricordare che “ogni essere umano è figlio di Dio, quindi – continua il Papa – nostro fratello e, come tale, da accogliere e rispettare”:
Possa la nostra società comprendere questa realtà! Ogni persona umana sarebbe allora valorizzata non per quello che ha, ma per quello che è, poiché nel volto di ogni essere umano, senza distinzione di razza e cultura, brilla l’immagine di Dio.
“E questo vale – prosegue Benedetto XVI – soprattutto per i bambini”, a cui si è rivolto per invitarli a ricambiare l’amore del Bambino Gesù di Praga, esortando i tanti piccoli presenti in Chiesa a seguirne l’esempio nell’ubbidienza e nella carità, nell’essere “il conforto” dei genitori e soprattutto “veri amici di Gesù”.
La statuetta del Bambino Gesù di Praga è alta 47 centimetri ed ha indosso una camicetta. Sono almeno 60 i vestitini riccamente decorati offerti come ex-voto dai fedeli, alcuni provengono dal Vietnam e dalla Cina. E’ infatti molto diffuso il culto in diverse parti del mondo, copie della statua si trovano in Slovacchia, Germania e anche nelle Filippine. La Sacra Immagine, risalente al XVII secolo, sarebbe partita dalla Spagna e poi donata ai Carmelitani dalla principessa Polyxena di Lobkowicz nel 1628.
Crisi economica, contributo dei cattolici nella società e 20.mo della fine del comunismo tra i temi affrontati da Benedetto XVI nella conferenza stampa sul volo papale
◊ Prima della partenza alla volta di Praga, il Papa è stato salutato all’aeroporto di Ciampino dal premier italiano, Silvio Berlusconi, appena rientrato in Italia dal G20 di Pittsburgh. Il premier era giunto a Ciampino prima dell’arrivo del Papa. Berlusconi ha conversato brevemente con il cardinale segretario di Stato, Tarcisio Bertone, e con le altre personalità del seguito tra cui il sostituto alla Segreteria di Stato, mons. Fernando Filoni, il cardinale vicario Agostino Vallini e il nunzio in Italia, mons. Giuseppe Bertello. Era anche presente il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Gianni Letta. Quindi, all’arrivo del Papa, il premier italiano lo ha salutato ed ha scambiato brevemente alcune parole con il Santo Padre, parlando di temi internazionali, in particolare del G20 e lo ha poi accompagnato alla scaletta dell’aereo. E’ quanto rende noto il direttore della Sala Stampa vaticana, padre Federico Lombardi. E proprio padre Lombardi, raggiunto telefonicamente a Praga da Alessandro Gisotti ci riferisce sulla conferenza stampa tenuta da Benedetto XVI sul volo papale:
Il Papa ha spiegato come la Repubblica Ceca sia la terra in cui si sono incontrate nel corso dei secoli prima la cultura slava con quella latina – ai tempi di Cirillo e Metodio – poi la cultura slava e quella germanofona ai tempi del Medioevo, del Rinascimento; e poi, in un tempo più vicino a noi, come sia stata la terra in cui si è vissuto con grande intensità il passaggio dai regimi comunisti alla libertà.
“La Repubblica Ceca ha sofferto di una dittatura comunista particolarmente rigorosa ma anche avuto una resistenza sia cattolica, sia laica, di grandissimo livello. Penso ai testi di Vaclav Havel che realmente hanno dato all’Europa un messaggio di cosa sia la libertà e come dobbiamo vivere e lavorare nella libertà”.
La terra ceca è quindi una terra che è stata luogo di tensioni, anche di confronti, ma pure – ha messo in rilievo il Papa – una terra-ponte in cui si sono vissuti grandi incontri a livello culturale, e quindi è una terra feconda, anche per guardare avanti nel cammino del continente europeo.
“La Chiesa (…) può contribuire in diversi settori. Direi che il primo è proprio il dialogo intellettuale tra agnostici e credenti. Ambedue hanno bisogno l’uno dell’altro: l’agnostico non può essere contento di non sapere se Dio esiste o no ma deve essere in ricerca e sentire la grande eredità della fede; il cattolico non può accontentarsi di avere la fede ma deve essere alla ricerca di Dio, ancor di più, e nel dialogo con gli altri ri-imparare Dio in modo più profondo”.
Qui il Papa è stato molto efficace nel parlare della Chiesa come di una minoranza che può essere “creativa”. Le minoranze, se sono creative, danno un contributo determinante al cammino della cultura e dei popoli. Rispondendo a proposito dell’eco della Enciclica “Caritas in veritate”, il Papa ha detto che il bilancio del dibattito su questa Enciclica è molto positivo.
“L’etica non è una cosa esteriore all’economia (…) ma l’etica è un principio interiore dell’economia che non funziona se non tiene conto dei valori umani della solidarietà, della responsabilità. (…) E’ questa la grande sfida del momento e spero di aver contribuito a questa sfida con l’Enciclica”.
C’è stata anche una domanda di carattere più personale, a proposito del piccolo incidente che il Papa ha avuto nel corso dell’estate.
“Vedete che la mano destra è in funzione e l’essenziale posso farlo: posso mangiare, e soprattutto posso scrivere. Il mio pensiero si sviluppa soprattutto scrivendo così per me è stata realmente una pena e anche una scuola di pazienza non poter scrivere per sei settimane”.
A questo ha dovuto rinunciare, ma ha utilizzato il tempo per leggere, per riflettere e adesso anche questa tappa è stata superata. Il Papa ha parlato anche del suo lavoro per la seconda parte del libro su Gesù, dicendo che spera che nonostante il ritardo dovuto, appunto, all’incidente di quest’estate, nella primavera prossima possa essere concluso.
I telegrammi del Papa ai presidenti italiano, austriaco e tedesco
◊ Rivolgo “a tutti gli italiani il mio affettuoso e beneaugurante saluto che accompagno con ogni più cordiale ed orante auspicio di pace e di serenità”. E’ quanto scrive Benedetto XVI nel telegramma di sorvolo verso Praga, indirizzato al presidente della Repubblica italiana, Giorgio Napolitano. Dal canto suo, il presidente Napolitano ha risposto sottolineando che questo viaggio del Papa in in terra ceca, a 20 anni dalla caduta del Muro di Berlino, “offrirà a tutti non solo conforto ma anche rinnovata speranza e fiducia nell’avvenire”. Nel telegramma al presidente della Repubblica d’Austria, Heinz Fischer, il Papa augura a tutto il popolo austriaco cordiali saluti e la benedizione di Dio. Nel telegramma al presidente della Repubblica federale di Germania, Horst Köhler, ricordando la “comune patria”, il Pontefice invia i suoi sinceri saluti ai propri connazionali invocando la protezione e benedizione di Dio.
Il nunzio a Praga, mons. Causero: il Papa darà nuovo vigore alla Chiesa ceca. La gioia dei giovani, affascinati dal messaggio di Benedetto XVI
◊ Un viaggio nel cuore dell’Europa per rinnovare le ragioni della fede e della speranza. Sulle aspettative e il significato più profondo di questa visita di Benedetto XVI in Cechia, Sergio Centofanti ha intervistato mons. Diego Causero, nunzio apostolico a Praga:
R. – C’è un interesse di tutti, credenti e non credenti. I cattolici però – soprattutto i laici – aspettano il Papa come uno che viene per ridare un po’ di vigore alla Chiesa. Una Chiesa che è leggermente appesantita e rallentata.
D. – Qual è, dunque, la situazione della comunità cattolica e quali sono le sfide principali della Chiesa in questo Paese?
R. – E’ una comunità che è uscita da un periodo di oppressione e di persecuzione, che è rimasta sempre sotto questa cappa di qualcuno che ha comandato, che ha diretto e che non ha mai ripreso completamente coraggio. E’ una Chiesa numericamente piccola, perché rappresenta forse un 30 per cento - o leggermente meno - della popolazione. Ma è piena di fermenti, che mi pare siano vivaci soprattutto nei giovani: sia nei giovani preti sia nei giovani laici. La Chiesa ceca ha una situazione particolare, perché è vissuta per 200 anni sotto due aspetti diversi di secolarismo: prima c’era il secolarismo stile rivoluzione francese e poi c’è stato il periodo comunista, in cui la religione è stata direttamente avversata come oppio dei popoli. Ha quindi vissuto 200 anni di continuo anticattolicesimo.
D. – I dati ci dicono che nella Repubblica Ceca c’è un alto numero di atei. E’ vero?
R. – Non so se sono atei. Sono non affiliati ad una religione. Credo che la maggior parte non sia nemmeno atea. Una volta mi è successo di discutere con dei senatori, i quali ad un certo punto volevano trasmettere quest’idea: “Non siamo atei, non siamo cattolici né cristiani” e trovarono una frase per spiegare la loro posizione: “Siamo trascendentalisti”. Suppongo sia una specie di religione naturale, fatta a loro immagine e somiglianza, per cui credono che c’è qualcuno al di sopra, ma quel qualcuno è quello che la mia ragione deciderà.
D. – In questo contesto quali sono le priorità della Chiesa nella Repubblica Ceca?
R. – Ricreare un nucleo, una base di cristiani, i quali abbiano una buona formazione religiosa. Non solo una buona formazione religiosa, ma anche il sentimento d’una comunità che ha contato sempre nella vita della Cechia, ha contato profondamente e che può contare ancora. Poi una comunità che sia gioiosa, perché in Cechia uno arriva ed ha l’idea di un paesaggio che è totalmente cristiano, bello. Tra l’altro è il più bel barocco dell’Europa. E’ un sentimento particolare che dovrebbe tornare nella Chiesa, orgogliosa del suo passato, perché ciò che in Cechia è orgoglio dei cechi e desiderio dei turisti per le loro visite è fondato dalla Chiesa oppure ispirato da essa. Occorre quindi una catechesi che sia molto buona, un’indipendenza dalla paura e quest’immagine della Chiesa gioiosa perché ha una tradizione enorme di cui la Repubblica Ceca deve essere fiera.
D. – Quali sono i suoi auspici, le sue speranze?
R. – Ciò che io vorrei in particolare è che la Chiesa ceca riprendesse un po’ di vigore, si rianimasse, perché finora credo che parte dell’influenza della Chiesa sia rimasta limitata da una specie di relazione con il Paese che era quella di rammarico per le persecuzioni ricevute. Un atteggiamento un po’ rivendicativo nei confronti dello Stato, che non ha aiutato a risolvere i problemi che erano pendenti e infatti sono ancora tutti lì, irrisolti. Ciò che spero, quindi, è che il Papa riesca a dare animo ai vescovi, senso di unità ai sacerdoti e il gusto di annunciare e di evangelizzare. La Chiesa deve presentarsi cioè come quello che è.
Due momenti importanti della visita del Papa saranno l’incontro, domani pomeriggio, con il mondo accademico e gli studenti universitari nel Castello di Praga, e la Messa, domenica mattina, a Stará Boleslav, nella festa di San Venceslao, a cui parteciperanno migliaia di giovani e ai quali il Papa rivolgerà un messaggio speciale. Gli studenti universitari cattolici, da parte loro, hanno scritto una lettera a Benedetto XVI. Al microfono di Marketa Sindelarova, e ne parla Lenka Ceskova, una studentessa dell’Università fondata dall’imperatore Carlo IV nel 1348:
“Abbiamo voluto scrivere una lettera al Santo Padre perché sappiamo che lui è un ex professore universitario e tiene molto alla pastorale universitaria e soprattutto volevamo rispondere ai suoi appelli rivolti a noi studenti universitari. Volevamo rispondere col nostro sì, col nostro ‘fiat’. Volevamo dirgli che siamo coscienti della nostra corresponsabilità per il futuro dell’Europa e che facciamo il nostro meglio per rispondere alle sue aspettative. Volevamo anche rassicurarlo della nostra lealtà e del nostro amore verso di lui. Volevamo quindi lanciare un appello alla responsabilità per quanti lavorano nei mass media perché dicano e scrivano la verità, cioè informino la gente in modo obiettivo riguardo al messaggio del Santo Padre e al vero senso delle sue parole”.
Rilanciare la grande speranza: l’editoriale di padre Lombardi sul viaggio del Papa nella Repubblica Ceca
◊ Il viaggio di Benedetto XVI nella Repubblica Ceca è un evento che porta speranza non solo ai fedeli, ma a tutto il popolo ceco. Su questa speranza, radicata in Cristo, si sofferma padre Federico Lombardi nell’editoriale per Octava Dies, il settimanale informativo del Centro Televisivo Vaticano:
“Io non so che cosa sia un miracolo. Ma se c’è un miracolo, è questo. Io pochi mesi fa ero in carcere e ora sto ricevendo qui a Praga il Papa della Chiesa cattolica”. Così Vaclav Havel riceveva Giovanni Paolo II il 21 aprile 1990, all’arrivo del suo primo viaggio nella Repubblica Ceca, il primo in un paese postcomunista, dopo la “rivoluzione di velluto” e il crollo del muro di Berlino. Tempo di nuovi orizzonti e di grandi speranze. Una società da ricostruire nella libertà e nella responsabilità. Altre due volte lo stesso Papa ritornò nel Paese per ribadire e offrire di nuovo i suoi grandi messaggi. La storia ha continuato a camminare. Le speranze di allora si sono realizzate? Probabilmente in parte sì. Certamente in parte no o non ancora. Venti anni sono passati e il Successore ritorna a Praga. Certamente parlerà di speranza: è un tema che gli è caro e familiare, perché risponde ad attese profonde dell’umanità di questo tempo. Nella sua Enciclica sulla speranza egli ha fatto una profonda distinzione, fra le “piccole” speranze e la “grande” speranza, quella che può dare un senso e un’anima a tutte le altre, affinché non si disperdano e si inaridiscano. La grande speranza può guardare e andare lontano perché ha un fondamento solido, che non va dimenticato, trascurato o peggio negato. Parliamo di Dio. Ricordandoci di lui possiamo contribuire a rilanciare la grande speranza.
Rinuncia
◊ In Canada, Benedetto XVI ha accettato la rinuncia al governo pastorale della diocesi di Antigonish, presentata da mons. Raymond John Lahey, in conformità al can. 401 § 2 del Codice di Diritto Canonico.
Oggi su "L'Osservatore Romano"
◊ Il viaggio del Papa a Praga
Nell'informazione internazionale, Giuseppe Maria Petrone sull'Iran e la sfida della centrifuga nucleare e Francesco Citterich sul voto di domani in Germania
In cultura, un articolo di Maria Voce, presidente del movimento Focolari: "Nei tempi difficili per la mediocrità non c'è posto"; si chiude la fase diocesana del processo di canonizzazione di Igino Giordani
"Fedelissima. Anche alla civiltà", centinaia di migliaia di opere d'arte recuperate in quarant'anni. Antonio Paolucci rende omaggio all'Arma dei carabinieri
"Cristianesimo esplosivo", Lucetta Scaraffia parla del libro di Lorenzo Fazzini su dieci storie di conversione
Si è conclusa a Perugia la sessantaquattresima edizione della Sagra musicale umbra; due articoli di Marcello Filotei "Quando il suono è il senso della parola" e "La letizia di Gounod e il surplace di Pärt"
Si è chiuso il vertice G20 a Pittsburgh: per le questioni economiche l’organismo sostituirà il G8
◊ Cambiamenti radicali in vista dal vertice G20 conclusosi ieri a Pittsburgh. L’organismo, è stato deciso nel documento finale, prenderà stabilmente il posto del G8, dimostratosi troppo ristretto per gestire una crisi economica così vasta come quella attuale. Dall’assise internazionale, attenzione anche ai Paesi del Terzo Mondo. Da Pittsburgh, Elena Molinari:
Era nato per fronteggiare l’emergenza della crisi, ma il G20 è destinato a rimanere. Una decisione che riconosce l’importanza di vedere rappresentate le potenze emergenti come la Cina, l’India e il Brasile, nell’organismo che coordina le politiche finanziarie internazionali. Dal G20 è emersa inoltre una nuova intesa, che verrà denominata appunto “Patto di Pittsburgh”, il cui scopo è la creazione di una cornice per una crescita sostenibile, bilanciata e solida. Un punto su cui i 20 hanno trovato un consenso è anche l’intenzione dei Paesi di non ritirare le misure statali di supporto all’economia. Come ha sottolineato ieri anche Barack Obama, infatti, c’è molto da fare, troppa gente ancora non ha lavoro, per questo le misure di stimolo resteranno. E nel documento finale ha trovato spazio anche il raggiungimento degli Obiettivi del Millennio: i 20 si impegnano, infatti, ad accelerare il processo di allocazione delle risorse promesse da anni ai Paesi più poveri.
Ma qual è la portata del cambiamento dal G8 al G20? Giancarlo La Vella lo ha chiesto all’economista Riccardo Moro, direttore della Fondazione “Giustizia e Solidarietà”:
R. – Portare la centralità dal G8 al G20 era una cosa che era nell’aria. Nell’ultimo anno i vertici mostravano di non essere nelle condizioni di poter gestire una crisi che evidentemente supera le dimensioni degli otto Paesi maggiormente industrializzati. Certo, anche il G20 non basta, se vogliamo, perché se è vero che il G20 dà spazio a Paesi emergenti anche del Sud del mondo, come il Brasile, però non considera quei Paesi più piccoli, dove, tra l’altro, si registrano sacche di povertà anche più gravi o comunque molto consistenti.
D. – Un allargamento così radicale, da otto a venti membri, non potrebbe provocare un rallentamento nell’adozione delle decisioni?
R. – Direi di no. La crisi ha “spaventato” tutti i governi e il risultato è che abbiamo avuto tre vertici G20 in meno di 12 mesi, a fronte di riunioni molto più pachidermiche del G8 che si è riunito solamente una volta l’anno. Oltre a questo direi che, dal punto di vista politico, emerge una leadership che prima mancava: la figura di Barack Obama. Sicuramente non basta un uomo solo alla guida di un organismo del genere, però, quantomeno, se quest’uomo propone uno stile che è quello del dialogo, del multilateralismo, del coinvolgimento, mi pare che ciò sia positivo per il buon funzionamento delle istituzioni che collaborano al governo del mondo.
D. – A margine di questo G20, forti motivi di preoccupazione e severe prese di posizione per la questione nucleare iraniana. E’ un po’ un sostituirsi di quest’organismo a quanto invece dovrebbe fare l’Onu?
R. – Direi di no. Tutto dipende da come vengono fatte queste cose. Il Consiglio di Sicurezza dell’Onu ha detto, con estrema chiarezza, che non bisogna andare verso una proliferazione nucleare e per la prima volta c’è stato un documento unanime del Consiglio di Sicurezza su questo tema. Il giorno dopo, quando è stata resa pubblica la questione del secondo sito nucleare iraniano, di questo hanno parlato tre membri del Consiglio di Sicurezza in modo congiunto presso il G20. Penso che se il G20 dovesse parlare al posto del Consiglio di sicurezza, evidentemente esisterebbero dei problemi. Ma, nel momento in cui le prese di posizioni vengono costruite in sintonia, credo che non si determini uno spiazzamento del Consiglio di Sicurezza.
Il cardinale Tettamanzi incontra i giovani nel Duomo di Milano: rispondete al progetto d'amore che Dio ha per ognuno di voi
◊ Il cardinale arcivescovo di Milano, Dionigi Tettamanzi, ha incontrato ieri sera in Duomo circa 6mila giovani per una veglia di preghiera nel corso della quale i ragazzi hanno consegnato al porporato la loro “regola di vita” per ribadire la loro fede. Dalla diocesi ambrosiana il servizio di Fabio Brenna:
Mettetevi nel mezzo! E’ l’invito che il cardinale Tettamanzi ha rivolto ai giovani della diocesi di Milano, nel corso della Veglia durante la quale gli hanno consegnato la loro “Regola di Vita”, una lettera in cui sintetizzano i motivi della propria fede e si assumono alcuni impegni precisi. “Mettersi in mezzo” è un modo per rispondere al progetto d’amore che il Signore ha per ognuno.
“Di vocazione, sì di vocazione dobbiamo parlare di più se vogliamo che la vita sia salvata dalla banalità, da quella miopia che riduce le scelte dell’esistenza ad una trama di coincidenze casuali, ad una serie di esperienze slegate tra di loro. Solo la vita vissuta come vocazione impedisce alla libertà di abbandonarsi all’arbitrio, alla solitudine, alla non speranza”.
Commentando l’episodio della chiamata dei Dodici nel racconto di Marco, ha spronato i giovani a non rimanere ai margini delle scelte da prendere, delle vicende che agitano il mondo. “Non fatevi vincere dalle paure o dall’indifferenza, fatevi invece provocare dalle ferite e dal dolore del mondo, dai bisogni di tutti i vostri fratelli”, ha detto il cardinale, “ Mettetevi in mezzo e scoprirete che tanti vostri blocchi, si scioglieranno”. Ai circa seimila giovani presenti in Duomo, l’arcivescovo ha indicato come guida ed esempio, don Carlo Gnocchi, che sarà beatificato il prossimo 25 ottobre. In quest’Anno Sacerdotale, il cardinale Tettamanzi ha poi chiesto di coltivare l’amicizia e la preghiera con i propri preti e di trovare una guida spirituale che li aiuti a mettere in pratica la regola spirituale che si sono dati. Un mettersi in mezzo dunque che implica coraggio:
“Non abbiate paura cari giovani di preferire le vie alternative, indicate dall’amore, dall’amore vero”.
Un invito a vivere con gli altri questo “slancio”: “Accettatevi per come siete e vogliatevi bene, anche nelle vostre fragilità, che naturalmente cercherete di migliorare. “Se il Signore vi ama così”, ha concluso il cardinale Tettamanzi, “perché non dovreste farlo voi?”
Il commento di don Massimo Serretti al Vangelo della Domenica
◊ In questa 26.ma Domenica del Tempo Ordinario la liturgia ci presenta il passo del Vangelo in cui Gesù ordina ai discepoli di non impedire ad un uomo di scacciare demòni nel Suo nome perché – afferma - non c'è nessuno che faccia un miracolo nel Suo nome e subito possa parlare male di Lui. “Chi non è contro di noi – sottolinea il Signore - è per noi”. Poi invita a non scandalizzare nessuno “di questi piccoli” che credono in Lui: sarebbe “meglio per lui che gli venga messa al collo una macina da mulino e sia gettato nel mare”. Quindi aggiunge:
“Se la tua mano ti è motivo di scandalo, tagliala: è meglio per te entrare nella vita con una mano sola, anziché con le due mani andare nella Geenna”.
Su questo brano del Vangelo, ascoltiamo il commento del teologo, don Massimo Serretti, docente di Cristologia alla Pontificia Università Lateranense:
Il discorso di Gesù sullo scandalo suppone il fatto che una relazione da persona a persona possa ostacolare la relazione di ciascuno con Dio. Lo scandalo è un inciampo che impedisce ed ostacola il rapporto diretto con il Signore.
In primo luogo Gesù fa menzione dello scandalo recato ad un piccolo che crede, in secondo luogo a ciò che è di scandalo per la singola persona.
Chi ostacola un piccolo nel vivere la sua relazione con Dio, non è degno neppure di rimanere in vita.
Chi trova scandalo nella sua mano, nel suo piede, nel suo occhio, è invitato a Gesù a separarsi da essi, in maniera drastica e risoluta: senza mezze misure.
Con la mano l'uomo compie la fornicazione, la violenza sull'altro, con la mano prende ciò che non è suo. Con il piede l'uomo si dirige su sentieri non buoni e si orienta verso vie di perdizione. Gli occhi, con la loro concupiscenza, fanno entrare nel nostro cuore desideri disonesti e «come cavalli in fregola, smaniano di far deviare il carro».
Di fronte a ciò Gesù chiede la risolutezza di chi stacca immediatamente e decisamente con tutto ciò che impedisce, in un modo o in un altro, l'amicizia con Dio: la santità.
L'alternativa Egli la chiama 'Geenna', inferno.
Guai agli irresoluti!
Sono oltre 50mila i rifugiati somali in Kenya in fuga dal conflitto
◊ In Somalia il conflitto politico armato tra governo e opposizione è entrato in una nuova dura fase. Sono oltre 50mila i somali che dall’inizio dell’anno sono fuggiti dal conflitto e dalla peggior crisi umanitaria che ha investito la Somalia negli ultimi anni, nella speranza di trovare migliori condizioni di vita nel confinante Kenya . Purtroppo - secondo quanto riferisce l'agenzia Misna - lo storico campo profughi di Dadaab, è già sovraffollato e in pessime condizioni di manutenzione e si sta già provvedendo al trasferimento di alcune migliaia di rifugiati in altre strutture. L’operazione dovrebbe essere effettuata in tempi veloci, dal momento che i metereologi hanno previsto che il Kenya nelle prossime settimane sarà investito dalle piogge che dovrebbero accompagnare il fenomeno del “Nino”. ( G.C.)
Francia: al via al santuario di Ars, il ritiro internazionale dei sacerdoti
◊ Inizia domani il ritiro internazionale dei sacerdoti presso il santuario di Ars, in Francia, nella diocesi di Belley-Ars, al quale parteciperanno 1200 sacerdoti provenienti da 75 Paesi. L’incontro assume un significato particolare in quest’Anno Sacerdotale che coincide con il 150.mo anniversario della morte del Santo curato d’Ars Giovanni Maria Vianney, proclamato da Benedetto XVI patrono dei sacerdoti. “Il tema 'La gioia di essere sacerdote: consacrato per la salvezza del mondo' – sottolinea il vescovo di Belley-Ars mons. Guy Bagnard sulle pagine de L’Osservatore Romano – rimarca il carattere positivo dell’incontro e le felicità di essere preti. Attraverso questa gioia, ci appelliamo ai giovani affinché seguano il cammino vocazionale. Questo è lo spirito che vogliamo mantenere per tutta la durata dell’incontro”. “Il curato d’Ars – aggiunge il rettore del santuario Jean Philippe Nault – è veramente come un grande fratello. Per la sua testimonianza e la sua vita, la figura del Santo risuona fortemente nei cuori dei sacerdoti”. A caratterizzare il ritiro saranno i diversi interventi di sacerdoti e presuli. Il cardinale Christoph Schönborn, arcivescovo di Vienna, offrirà le sue riflessioni su temi come il ministero e le vita sacerdotale; la preghiera e la lotta spirituale; l’Eucarestia e la carità pastorale; la predicazione e la missione. Le Messe quotidiane nella chiesa di Notre Dame de la Misericordie saranno presiedute dal prefetto per la Congregazione del Clero, cardinale Claudio Hummes; dal cardinale André Vingt-Trois, arcivescovo di Parigi; dal cardinale Sean Patrick O’Malley, arcivescovo di Boston e dal cardinale Philippe Barbarin, arcivescovo di Lione. (V.V.)
E' entrato nel vivo a Oporto l'incontro europeo di pastorale universitaria
◊ Si è aperto ieri ad Oporto in Portogallo, l’ incontro europeo dei delegati nazionali e vescovi di pastorale universitaria, promosso dal Consiglio delle conferenze episcopali d’Europa sul tema: “La figura del laico nella Pastorale universitaria”. Il convegno che si concluderà domani, vede la partecipazione di oltre 60 delegati provenienti da tutto il vecchio continente. Capire il ruolo dei laici all’interno della pastorale universitaria, la loro formazione e le attività che possono animare. Questo è l’obiettivo degli organizzatori dell'evento. “La pastorale universitaria - ha spiegato don Enrico Dal Covolo docente della Pontificia Università Salesiana che ha introdotto l’incontro – non deve mai stancarsi di riproporre ai suoi destinatari la giusta scala di valori di fronte ad una cultura contemporanea che tenta di ridimensionare le vere attese dell’ uomo, cioè l’ incontro con il Risorto”. Proprio per questo appare sempre più importante il lavoro di rete tra le varie delegazioni dei singoli Paesi. “Di fronte alle imponenti dinamiche del mondo globalizzato - ha continuato don Dal Covolo - bisogna cercare insieme itinerari specifici e mirati - che nel concreto delle situazioni locali, siano in grado di formare gli universitari cattolici europei come nuovi discepoli di Emmaus”. E oggi i delegati si confronteranno proprio su questa linea attraverso le esperienze delle pastorali inglese, spagnola, tedesca e slovacca. Mentre domani mattina i lavori si concentreranno sulla preparazione del prossimo congresso europeo di pastorale universitaria che si svolgerà a Monaco di Baviera nel gennaio del 2011. (A cura di Marina Tomarro)
Pakistan: la Chiesa critica la norma che obbliga lo studio dell'islam nelle scuole
◊ La Commissione nazionale di giustizia e pace (Ncjp) della Chiesa cattolica pakistana critica la Politica nazionale per l’istruzione 2009, varata il 9 settembre dal governo di Islamabad. Mons. John Saldanha, arcivescovo di Lahore, presidente della Ncjp, e Peter Jacob, segretario, sono preoccupati per gli aspetti discriminatori e coercitivi contenuti, in modo spesso implicito, nelle nuove linee guida. In un comunicato stampa diffuso ieri, ripreso dall'agenzia AsiaNews, i due responsabili manifestano disappunto sul capitolo 4 del documento, dedicato all’Educazione islamica. Affermano che “se il governo crede sia impossibile una pubblica istruzione senza l’insegnamento obbligatorio di arabo e islam, noi siamo costretti a chiedere l’educazione religiosa per indù, cristiani, sikh e parsi secondo le loro rispettive confessioni”. Il programma stilato dal governo contempla che gli Islamiyat (studi islamici) siano obbligatori sino alla 12ma classe (15 e 16 anni). Agli alunni che da lì in poi non vorranno più seguire le lezioni di religione musulmana, sono permessi corsi alternativi di etica pubblica. Giustizia e pace sottolinea che anche su questo fronte vi è discriminazione, pur latente. La Ncjp afferma infatti che per i ragazzi non musulmani che non frequentano le ore di Islamiyat “c’è il rischio dell’isolamento dal resto della classe”, ma non solo. I corsi di educazione civica ed etica pubblica vengono fatti su testi che affrontato il tema solo dal punto di vista musulmano, senza considerare le tradizioni delle diverse confessioni presenti nel Paese. Inoltre essi contengono pregiudizi, errori e falsità riguardo alle religioni non musulmane. La Commissione chiede al governo di rivedere la Politica nazionale per l’istruzione 2009 perché la sua attuale stesura infrange gli articoli 20 e 22 della Costituzione pakistana, che garantisce uguale e libera cittadinanza a tutti i cittadini a prescindere dalla loro fede. La Ncjp si appella inoltre alla Corte suprema perché prenda iniziativa in materia. (R.P.)
Filippine: cristiani e musulmani insieme a scuola per imparare rispetto e solidarietà
◊ Alla Notre Dame High School di Katico, nel Mindanao, Filippine, studenti musulmani, cattolici e indigeni lumad, studiano insieme e imparano il rispetto reciproco attraverso l’approfondimento delle rispettive religioni e culture. “Insegniamo ai nostri studenti ad amare la loro religione e a conoscere e rispettare quella degli altri. Ciò è per noi un modo per mantenere una pace durevole a Mindanao”, spiega all’agenzia AsiaNews Jose Salamanca, preside dell’istituto cattolico. La scuola è gestita dalla diocesi di Cotabato e raccoglie oltre 300 studenti: 200 cattolici, 98 musulmani e un piccolo numero di indigeni lumad. Le classi sono miste e durante l’anno gli studenti partecipano alle festività delle diverse fedi. Oltre al programma scolastico, l’istituto propone lo studio della cultura cristiana, islamica e indigena in modo da creare fra i ragazzi una reale interazione basata sulla conoscenza. Il progetto prevede anche il coinvolgimento dei genitori per educare famiglie cristiane e musulmane a farsi promotrici del messaggio di pace. Intanto il 20 settembre, per la fine del Ramadan, il governatore musulmano della Regione autonoma del Mindanao, Datu Zaldy Ampatuan, ha affermato che “la via migliore per diffondere la pace e il progresso nelle province più problematiche della regione è promuovere la solidarietà religiosa e politica tra cristiani e musulmani unita alla cooperazione socio–economica”. Egli ha concluso dicendo che “queste iniziative non contemplano la violenza e ci aiuteranno a introdurre la pace tra di noi”. La regione di Mindanao è teatro da quarant’anni di una guerriglia tra esercito filippino e Moro Islamic Liberation Front. Il conflitto ha coinvolto tutta la popolazione, senza distinguere tra cristiani, musulmani e indigeni, causando negli ultimi 17 mesi oltre 750mila profughi. (V.V.)
Nella scuola cattolica a Hong Kong un corso di religione e di morale
◊ Un corso di religione e morale nella scuola cattolica per offrire una formazione integrale e preparare buoni cittadini. È questa la novità che le scuole cattoliche di Hong Kong offrono agli studenti, da poco tornati nelle loro aule. Padre B.Lepeu, responsabile della pastorale giovanile della diocesi di Hong Kong, ha presieduto l’apertura dell’anno scolastico della scuola cattolica di Li Jing, alla presenza di 8 presidi di scuole cattoliche e di una settantina di studenti che hanno già scelto il nuovo corso. Saranno trattate le materie di morale, tradizione religiosa (cattolica) ed esperienza religiosa, e prevedendo un minimo di frequenza di 270 lezioni. Suor Mary Luck Chung, delle Missionarie francescane della Madonna Addolorata, presidente del Consiglio della scuola cattolica ha dichiarato all’agenzia Fides: “tale iniziativa è frutto della collaborazione tra le scuole cattoliche (religiose e diocesane) e la Caritas. Aiuterà i giovani ad avere una completa formazione sul senso della vita”. Per esempio, “per gli studenti che studiano medicina - ha concluso - sarebbe essenziale una formazione anche morale e religiosa”. (V.V.)
Myanmar: due nuovi sacerdoti autoctoni tra le popolazioni tribali della diocesi di Banmaw
◊ “L’Anno Sacerdotale è un anno speciale per noi sacerdoti e viverlo nel primo anno della nostra Ordinazione è un grande segno di grazia che il Signore ci ha concesso”, sono queste le parole di John Bosco Mung Sawng e James Awng Nana, due sacerdoti, ordinati nell’aprile scorso, che hanno iniziato il loro ministero nell’Anno Sacerdotale, nella diocesi di Banmaw, in Myanmar. Quest’anno, che resterà per entrambi memorabile, i due lo vivono dedicandosi al servizio dell’evangelizzazione, soprattutto nei villaggi remoti e presso le popolazioni tribali, che non hanno ancora ascoltato l’annuncio del Vangelo, secondo un incarico conferito loro da mons. Raymond Sumlut Gam, vescovo di Banmaw. Inoltre i due nuovi presbiteri porteranno la loro testimonianza personale ai giovani che si avvicinano al Centro di promozione vocazionale nella diocesi di Banmaw, dove essi stessi sono passati agli albori della loro vocazione. “Questo per noi significa restituire a Dio quanto di bello ci ha concesso ed essere suoi strumenti”, hanno dichiarato all’agenzia Fides i due giovani. “Se in passato l’annuncio di Cristo è stato portato in Myanmar da missionari stranieri, oggi è nostro compito evangelizzare la popolazione e portare un raggio di speranza e di amore nella vita dei poveri e degli emarginati”, hanno concluso. Oggi la diocesi di Banmaw conta 26.770 battezzati su una popolazione civile di 407mila persone. Vi sono 12 parrocchie, 19 preti, 58 fra religiosi e religiose, 167 catechisti. (V.V.)
Madagascar: mons. Ramananarivo guida il negoziato per far uscire il Paese dalla crisi
◊ Un piano di riconciliazione: è quello che stanno cercando di portare a termine tra le diverse fazioni politiche in Madagascar il gruppo di mediatori presieduto da mons. Félix Ramananarivo, vescovo di Antsirabé. Esponenti di diversi culti, laici e responsabili di entità civili che fanno parte del gruppo, stanno lavorando al fianco del presule da quattro mesi, quando mons. Ramananarivo ha lanciato il primo appello alla riconciliazione. L’equipe ha già avuto dei colloqui con l’ex presidente della repubblica Marc Ravalomanana, con alcuni rappresentanti del movimento Rajoelina con a capo Norbert Lala Ratsirahonana, con il segretario generale della presidenza dell’Alta autorità della transizione (HAT) Haja André Resampa e ancora con il ministro delle Forze armate il colonnello Rakatonandrasana. “La nostra missione è convincerli ad una risoluzione interna della crisi” ha detto Stanislas Limbaza, uno dei laici dell’équipe di mediatori guidati dal vescovo di Antsirabé. (T.C.)
Senegal: appello dei sacerdoti ai politici ad un maggiore impegno per garantire la pace sociale
◊ Un invito al “dialogo sincero e vero”: lo ha rivolto ai politici l’Unione del clero senegalese (Ucs) al termine dell’assemblea generale che si è svolta a Saint-Louis, in Senegal. L’appello dei sacerdoti è un’esortazione al superamento delle tensioni e alla pace sociale. Il clero ricorda che “il buon governo esige trasparenza nella gestione del denaro pubblico” e che “il soddisfacimento della domanda sociale deve essere la sola priorità per chi governa”. Per il presidente dell’Ucs, padre Pierre Dione, “la lotta contro la povertà e l’ingiustizia sociale costituisce un aspetto essenziale della missione della Chiesa” così come l’impegno per “lo sviluppo integrale dell’uomo per la promozione dei valori fondamentali e dei diritti umani”. Padre Dione ha aggiunto che il diritto all’informazione e il rispetto delle libertà pubbliche sono condizioni “necessarie alla concordia nazionale e al progresso”. Quanto all’impegno dei sacerdoti sarà quello di “servire i più poveri e di essere presenti in tutti gli ambiti di vita dei loro cittadini”. Alla conclusione dei lavori della loro assemblea generale i sacerdoti hanno anche voluto esprimere la loro solidarietà alle vittime delle inondazioni ed hanno denunciato “la recrudescenza della violenza in tutte le sue forme”. Infine l’Ucs ha esortato i cristiani impegnati nella politica a proseguire il loro impegno nella vita della nazione. (T.C.)
Ghana: l'istruzione al centro dell’incontro annuale del Consiglio giovanile cattolico
◊ Essere intellettuali della Chiesa e per l’intera nazione: è l’appello lanciato ai giovani, nei giorni scorsi, da mons. Joseph Osei Bonsu, vescovo di Konongo Manpong, in Ghana. Il presule è intervenuto al 35.mo incontro generale del Consiglio nazionale giovanile cattolico (GHANYC), che si è svolto ad Ejisu, sul tema “Abbiamo risposto la nostra speranza nel Dio vivente”. Nel suo discorso, mons. Bonsu ha spronato i ragazzi a studiare seriamente per ottenere una preparazione accademica eccellente, evitando la mediocrità. Il presule ha poi ribadito che l’intellettuale cattolico è colui che cerca costantemente di comprendere nel profondo la fede che ha abbracciato, ovvero colui che si sforza di perseguire risultati ottimali in campo accademico e professionale, qualunque sia il suo ambito di studio. Per questo, ha continuato il vescovo di Konongo Manpong, l’intellettuale cattolico dovrebbe cercare di approfondire la sua conoscenza della fede, specialmente delle Scritture sulla quale essa si basa. Quindi, mons. Bonsu ha consigliato ai giovani di fare del loro meglio per diventare “giganti” del mondo accademico, evitando il “nanismo” spirituale e teologico. “Dovreste assicurarvi – ha continuato il presule – che le vostre vite siano caratterizzate da una spiritualità profonda”. Poi, mons. Bonsu ha ricordato ai ragazzi la grande sfida, nell’ambito della moralità, che hanno davanti in quanto cattolici, mettendoli in guardia dal considerare il cattolicesimo solo come una dottrina in cui credere, piuttosto che un insieme di valori da mettere in pratica nella vita di tutti i giorni. Riferendosi ai problemi più urgenti nella società del Ghana, come l’erosione della morale tradizionale, la promiscuità sessuale e la pratica dell’aborto, il vescovo ghanese ha rivolto questo appello ai giovani: “Dovete portare la Buona Novella a tutti, nel vostro quartiere, nelle istituzioni, nelle parrocchie, nelle città e nei villaggi”. All’incontro ha partecipato anche il capo di gabinetto del Comune di Ejisu-Juaben, Alhaji Mohammed Boakye Agyeman, che ha ribadito la supremazia di Dio, senza la cui guida tutto ciò che facciamo sarebbe vano. (I.P.)
Nigeria: si teme che il giornalista Bayo Ohu sia stato ucciso per ‘tacitare’ il suo lavoro
◊ L’Unione dei giornalisti della Nigeria (Nuj) non crede alla pista dell’uccisione a scopo di rapina di Bayo Ohu, 45 anni, vice caporedattore del quotidiano ‘The Guardian’. Il giornalista – riferisce l’associazione Information Safety and Freedom (Isf) – è stato colpito da diversi proiettili sparati da persone non identificate, domenica mattina, nel quartiere di Egbeda, periferia della capitale Lagos. Il giornalista era in casa sua, in compagnia dei cinque figli, quando alcuni sconosciuti hanno suonato. Appena aperta la porta Ohu è stato crivellato di proiettili. Sono in corso indagini per individuare gli autori del delitto, che dopo aver sparato si sono impossessati del computer e del telefono cellulare della vittima. Secondo un testimone, uno dei killer, prima di fuggire avrebbe gridato: "The fool is dead (lo stupido è morto)". Secondo i colleghi di Ohu, il giornalista possedeva informazioni compromettenti e per questo motivo potrebbe essere stato assassinato. (R.G.)
India: Giubileo d’argento per la diocesi di Gorakhpur
◊ Il Giubileo che si accinge a festeggiare il 4 ottobre la diocesi di Gorakhpur, India, è un giubileo celebrato nel servizio ai poveri e ai lebbrosi. “ La comunità cattolica - come ha spiegato Mons. Thomas Thuruthimattam, vescovo di Gorakhpur, alla Fides - ha qui radici antiche, dato che i primi insediamenti missionari risalgono agli inizi del 1800”. Le sfide che si presentano in questo territorio sono diverse e riguardano i campi dell’ecumenismo, del dialogo interreligioso, l’istruzione, lo sviluppo delle popolazioni tribali, e la cura di emarginati e malati. Oggi la diocesi ha 2 parrocchie, 20 stazioni missionarie, 24 conventi e scuole primarie e superiori, oltre a 11 cliniche. La ricorrenza giubilare sarà l’occasione per rafforzare l’impegno dei fedeli a fianco dei poveri e degli ultimi, di quanti non godono dei servizi sociali e sanitari. La Chiesa offre servizi o gratuiti o a costi bassissimi. (G.C.)
Incontri, dibattiti, momenti di preghiera a margine del II Sinodo per l’Africa
◊ “Riconciliazione, giustizia e pace per l'Africa”: l'Ucsi Lazio, in collaborazione con il Cimi, Conferenza Istituti Missionari in Italia, propone per il mese di ottobre una serie di iniziative, in vista del seconda Assemblea speciale del Sinodo per l’Africa, che si terrà in Vaticano dal 4 al 25 ottobre. Il primo ottobre, alle ore 16, a Palazzo Valentini, Convegno su “un evento da conoscere e celebrare”; tra gli ospiti: padre Venanzio Milani, presidente dell’agenzia Misna, padre Fernando Zolli, rappresentante del Cimi, Vania De Luca, presidente Ucsi-Lazio, Nicola Zingaretti presidente della Provincia di Roma, mons. Lorenzo Monsengwo, arcivescovo di Kinshasa, nello Zimbabwe, Umberto Dal Maso, presidente della Focsiv. Il 12 ottobre alle ore 19, momento di riflessione e preghiera nella chiesa della Traspontina con alcuni padri sinodali insieme a rappresentanti della Cei e del Cimi. Nella stessa chiesa nei giorni 7, 13, 16 e 21 ottobre, alle ore 21 incontri di preghiera organizzati dal Movimento giovanile missionario (Mgm). Nei giorni di martedì e venerdì, presso la libreria Ave di via della Conciliazione, alle ore 18.30, incontri tra missionari, direttori di riviste e organizzazioni missionarie e di volontariato. Conferenze ed approfondimenti presso la Curia generalizia della Consolata. Il 19 ottobre presso l’Auditorium della Conciliazione, alle ore 20, spettacolo di Filomeno Lopez della Guinea Bissau, con musiche e artisti dell’Africa. (R.G.)
Paraguay: l’episcopato presenta il IV Congresso delle comunicazioni sulle sfide dell’era digitale
◊ Alla presenza del segretario aggiunto del Pontificio consiglio per le comunicazioni sociali mons. Giuseppe Scotti, ieri, ad Asunción, Paraguay, l’episcopato locale ha presentato il IV Congresso nazionale delle comunicazioni che il 15 e 16 ottobre rifletterà sula tema: “Le sfide della culturale digitale, e l’educazione e l’umanizzazione”. Accanto all’episcopato paraguayano partecipano nell’organizzazione dell’evento l’Associazione dei comunicatori cattolici, l’Università cattolica, che ricorderà i suoi 50 anni dalla fondazione, e altri istituzioni legate al mondo dei mass-media. Alla presentazione c’era anche mons. Hector Gutiérrez, direttore del dipartimento per le comunicazione del Consiglio episcopale latinoamericano (Celam). Gli intervenuti hanno ricordato che il congresso si rivolge in particolari ai giornalisti, ai catechisti e agli studenti così come ai genitori e famiglie che siano interessate. Con riferimento al tema scelto per questo IV Congresso, è stato spiegato che lo scopo fondamentale è quello di identificare le sfide più rilevanti che la moderna cultura digitale pone sia al processo educativo sia all’umanizzazione dei rapporti interpersonali. I relatori cercheranno di tracciare il profilo dei cosiddetti “nativi dell’era digitale”, con particolare attenzione al loro modo di consumare informazione e alle loro “migrazioni” all’interno del web. Per l’arcivescovo di Asunción e presidente della Conferenza episcopale, mons. Pastor Cuquejo, “si tratta - riferisce la stampa locale - di una sfida di prima importanza perché la Chiesa possa continuare ad essere attiva e presente nel mondo delle comunicazioni”. In tale contesto, nei diversi interventi sono state ricordate le conclusioni del recente incontro in Vaticano dei vescovi delle diverse conferenze episcopali che sono responsabili di questo settore, e in particolare il Messaggio di Benedetto XVI per la XLIII Giornata mondiale delle comunicazioni sociali (24 maggio) dedicato, precisamente, al tema: “Nuove tecnologie, nuove relazioni. Promuovere una cultura di rispetto, di dialogo, di amicizia". "Le nuove tecnologie - scrive il Santo Padre - hanno anche aperto la strada al dialogo tra persone di differenti Paesi, culture e religioni. La nuova arena digitale, il cosiddetto cyberspace, permette di incontrarsi e di conoscere i valori e le tradizioni degli altri. Simili incontri, tuttavia, per essere fecondi, richiedono forme oneste e corrette di espressione insieme ad un ascolto attento e rispettoso". Infine, il Papa conclude: "Coloro che operano nel settore della produzione e della diffusione di contenuti dei nuovi media non possono non sentirsi impegnati al rispetto della dignità e del valore della persona umana. Se le nuove tecnologie devono servire al bene dei singoli e della società, quanti ne usano devono evitare la condivisione di parole e immagini degradanti per l’essere umano, ed escludere quindi ciò che alimenta l’odio e l’intolleranza, svilisce la bellezza e l’intimità della sessualità umana, sfrutta i deboli e gli indifesi". (A cura di Luis Badilla)
Bolivia: due incontri di formazione missionaria del Cono Sur
◊ “Non si può parlare di formazione missionaria se non vi è spazio per un incontro con Gesù Cristo”: è la conclusione cui è giunto l’incontro dei membri della Scuola di Animatori Missionari, che ha avuto luogo dal 10 al 13 settembre nel Vicariato apostolico di Camiri, in Bolivia. Come ha reso noto l’agenzia Fides, circa 80 partecipanti hanno discusso sullo stato delle missioni a livello mondiale, sulla loro realtà di animatori e sulle azioni da intraprendere. L’iniziativa, organizzata da mons. Leonardo Bernacchi e da suor Angelina Valdez, ha altresì favorito “la riflessione sulla base trinitaria della missione, attraverso un’esposizione dei fondamenti ecclesiologici: il perché della missione e dove nasce”. Un altro tema discusso è stato quello delle Pontificie Opere Missionarie, ed in particolare della Pontificia Opera dell’Infanzia Missionaria. Infine, i partecipanti hanno affrontato l’aspetto della spiritualità, considerato “un tema chiave” per la loro formazione. Intanto, da giovedì scorso e fino a domani, presso la Casa di ritiri Nazareth a Santa Cruz (arcidiocesi di Santa Cruz de la Sierra), si sta svolgendo il III Incontro dei Segretari della Infanzia e dell’Adolescenza Missionaria (Iam) del Cono Sur sul tema “Lasciate che i bambini e gli adolescenti vengano a me”. Ad inaugurare i lavori è stata la Santa Messa presieduta dal cardinale Julio Terrazas Sandoval, arcivescovo di Santa Cruz de la Sierra e Presidente della Conferenza Episcopale Boliviana, il quale, durante l’omelia, ha invitato i bambini ed i giovani ad avere un vero incontro con Cristo per riconoscerlo nella loro vita. Inoltre ha ricordato che “il vero discepolo non è colui che apprende la lezione a memoria, ma colui che incontra Cristo nella sua vita”. Rivolto ai Segretari della Iam del Cono Sur, il cardinale li ha invitati a non lasciarsi guidare dai concetti, ma a “vivere l’incontro come un’esperienza che unisce la nostra Chiesa annunciando il Signore”. A questo riguardo, ha invitato i presenti a “guardare al di là di ciò che hanno imparato e preparato per vivere questo appuntamento”. (V.V.)
Hawai: festival culturale in omaggio a padre Damiano "apostolo dei lebbrosi"
◊ Si tiene oggi a Waikiki, nelle Hawai, la “Aloha Week Parade”, un festival culturale con concerti, parate, sfilate di barche e la tradizionale “benedizione dell’oceano”. Quest’anno l’evento vuole tributare uno speciale omaggio al Beato padre Damiano de Veuster, (1840-1889), l’ “apostolo dei lebbrosi”, la cui canonizzazione si terrà il prossimo 11 ottobre in Piazza San Pietro. Prendono parte all’odierna manifestazione numerosi giovani e giovani adulti, invitati dalla diocesi di Honolulu a testimoniare l’amore e la compassione del Beato Damiano, sacerdote belga della Congregazione dei Sacri Cuori di Gesù e Maria, servitore dei fratelli lebbrosi per 16 anni nel lebbrosario di Molokai, dove egli stesso si spense dopo aver contratto il morbo di Hansen. (M.V.)
Papua Nuova Guinea: l’offerta missionaria dei Fratelli De La Salle ai giovani australiani
◊ “Provare per credere alla vocazione missionaria”: è questa la proposta - di cui riferisce l’agenzia Fides - dei Fratelli de La Salle, rivolta ai giovani australiani per avere lumi sul discernimento personale e decidersi a donare tutta la propria vita all’annuncio del Vangelo e al servizio del prossimo. L’invito è di cogliere la “incredibile opportunità di vivere due settimane di servizio missionario in Papua Nuova Guniea”. Si tratta di un servizio volontario soprattutto con giovani e bambini disagiati o di famiglie povere, che viene svolto nelle missioni Lasalliane in Papua. I Fratelli lasalliani credono che proprio tale esperienza di dono e di servizio gratuito, all’insegna del Vangelo, possa costituire la spinta decisiva per far germogliare e crescere nel cuore dei giovani australiani la vocazione missionaria. (R.G.)
Si chiude la fase diocesana del processo di Beatificazione di Igino Giordani
◊ Domani presso il Centro Internazionale Movimento dei Focolari, a Rocca di Papa, ci sarà la chiusura ufficiale della fase diocesana del processo di beatificazione e canonizzazione di Igino Giordani (Tivoli 1894 – Rocca di Papa 1980), una delle figure più rappresentative della cultura del Novecento. Padre di 4 figli, scrittore, giornalista, politico, ecumenista e patrologo, confondatore del Movimento dei Focolari, ha dato un notevole contributo al dispiegarsi del carisma dell’unità specialmente nel mondo della famiglia, dell’ecumenismo, della politica e nei diversi ambiti della società. L’apertura della causa, presieduta dall’allora vescovo tuscolano mons. Giuseppe Matarrese, aveva avuto luogo il 6 giugno 2004 nella cattedrale di Frascati, diocesi dove Igino Giordani concluse il suo cammino terreno. In 5 anni di lavoro sono state prodotte 2500 pagine di atti processuali. I censori teologi hanno esaminato 98 libri e più di 4000 articoli; i periti storici, 120 faldoni di scritti inediti, costituiti da oltre 60.000 pagine. Si ha, inoltre, documentazione di più di 50 grazie ricevute per intercessione di Giordani. Tra queste il postulatore della causa sceglierà quella da sottoporre al giudizio della Chiesa per l’accertamento del miracolo. La cerimonia conclusiva si svolgerà domani alle ore 16,30 nella cappella dove sono custodite le spoglie di Igino Giordani e di Chiara Lubich. Sarà il nuovo vescovo, appena insediato nella diocesi di Frascati, mons. Raffaello Martinelli, a presiedere l’atto giuridico, che sarà preceduto dall’intervento dell’attuale presidente dei Focolari, Maria Voce. (V.V.)
La "Caritas in veritate" presentata a Bologna dal cardinale Caffarra e dall'economista Zamagni
◊ Una solenne convocazione di associazioni e fedeli laici si è svolta in cattedrale per riflettere sull’enciclica di Benedetto XVI “Caritas in veritate”. Relatori, il cardinale Carlo Caffarra e l’economista Stefano Zamagni. L’arcivescovo di Bologna ha ricordato nella sua lezione magistrale il punto centrale dell’enciclica, ovvero che la principale forza propulsiva per il vero sviluppo di ogni persona e dell’umanità intera è la carità nella verità. In questa prospettiva ha osservato che l’enciclica si rivolge a tutti e che “se non esiste una verità circa il bene della persona, se la carità non è nella verità, l’uomo è esposto ad ogni pericolo. L’enciclica ci aiuta a capire il fatto sociale nelle sue espressioni fondamentali, alla luce congiunta della ragione e della fede, e in una situazione come quella attuale vivrà l’incertezza. Fare luce è la prima necessità”. Da parte sua il prof. Stefano Zamagni ha richiamato i principali aspetti di novità del documento e pensa di poter dire che “questa enciclica sarà la prima enciclica della postmodernità. Un po’ come la “Rerum Novarum” di Leone XIII fu la prima enciclica in ambito sociale della modernità, questa inaugura la nuova era. L’enciclica dice una parola, definitiva, sulla motivazione profonda dell’attuale crisi, e cioè la perdita di senso, della direzione. Il Papa ci dice che quello che sta succedendo - crisi, problemi ambientali, e così via - ultimamente sono dovuti alla perdita di senso. C’è, dunque, una proposta su come rimediare alla perdita di senso e nell’enciclica ci sono alcune interessanti e veramente originali proposte al riguardo”. A conclusione dell’incontro, il cardinale Carlo Caffarra ha consegnato copia dell’enciclica ai responsabili di associazioni e movimenti della diocesi.(Da Bologna, Stefano Andrini)
A Reggio Emilia il primo Festival Francescano
◊ Si è aperto ieri a Reggio Emilia il primo Festival Francescano. Per tre giorni la città emiliana ospiterà numerosi momenti di preghiera, spiritualità, seminari, mostre. Tanti gli appuntamenti fino a domani tra cui le lezioni magistrali di Orlando Todisco sul tema "Francesco, la forza ispiratrice di una scuola di pensiero profondo ed attuale", le riflessioni di Franco Cardini su "Francesco, 800 anni dopo", l'intervento di Stefano Zamagni su "Francescanesio ed economia". Durante la prima giornata del festival, abbiamo chiesto al cappuccino Dino Dozzi il perché di un festival in piazza? La risposta è stata "perché andremo ad incontrare la gente nelle loro piazze cosi come i discepoli sono andati per le strade". Il festival celebra l'ottavo centenario della nascita del francescanesimo. L'evento è organizzato dai Frati Minori Cappuccini dell'Emilia Romagna in collaborazione con l'Ordine Francescano Secolare e gli Ordini femminili. Gli ascoltatori potranno seguire in diretta la manifestazione al seguente sito digitale: www.festivalfrancescano.it. (A cura di Antonio Torrenzano)
Pakistan: almeno 16 morti in due attentati rivendicati dai talebani
◊ È di almeno 16 morti il bilancio dei due attentati compiuti questa mattina in Pakistan e rivendicati da gruppi terroristi talebani. Un attentatore suicida in un veicolo imbottito di esplosivo si è lanciato contro la stazione di polizia di Mandan, a Bannu, provocando sei morti e oltre 60 feriti. Qualche ora dopo a Peshawar un’auto imbottita di esplosivo è saltata in aria nei pressi di una banca facendo 10 morti e almeno 75 feriti. Le autorità locali hanno dichiarato lo stato di emergenza in tutta la provincia.
Pubblicata una sintesi del Rapporto Onu sull’Afghanistan
Il futuro governo dell'Afghanistan, quello che nascerà dopo che sarà concluso il controllo in corso sui risultati delle elezioni presidenziali del 20 agosto scorso, dovrà assumere le “responsabilità proprie di uno Stato sovrano”. Lo ha sostenuto il segretario generale dell'Onu, Ban Ki-moon. Nel suo ultimo rapporto sulla situazione in Afghanistan, e di cui una sintesi è stata fatta conoscere a Kabul dalla Missione dell'Onu nel Paese (Unama), il massimo responsabile del Palazzo di Vetro ricorda che dopo le numerose denunce di brogli presentate alle autorità elettorali, “sta avviandosi alla sua conclusione un controllo credibile ed un nuovo conteggio” dei voti espressi.
Teheran si dice disponibile a un’ispezione nel sito nucleare
Il capo dell'Organizzazione iraniana per l'energia atomica, Ali Akbar Salehi, ha detto oggi che Teheran concorderà con l'Agenzia internazionale per l'energia atomica (Aiea) la data per una ispezione al suo secondo sito per l'arricchimento dell'uranio, la cui esistenza è stata resa nota ieri. “Non abbiamo problemi con le ispezioni. Parleremo con l'Aiea - ha detto Salehi - e quando avremo raggiunto un accordo sul nuovo impianto, annunceremo i tempi per una visita degli ispettori”. Da parte sua il ministro degli Esteri israeliano Lieberman ha detto che il suo Paese non è stato sorpreso dalle rivelazioni sull'esistenza di un secondo impianto per l'arricchimento dell'uranio ad asseriti esclusivi fini militari in costruzione in Iran. E ha aggiunto di sperare che dopo l'1 ottobre (in cui i cinque stati membri permanente del Consiglio di Sicurezza dell'Onu più la Germania si incontreranno con l'Iran) - il quadro e il messaggio che emergeranno saranno inequivocabili.
Razzo sparato da Gaza dopo l’uccisione ieri di 3 miliziani islamici
Un razzo sparato stamane dalla Striscia di Gaza è caduto in un'area desertica nel Neghev, in territorio israeliano, senza causare vittime o danni. Il lancio del razzo sembra essere in risposta a un raid dell'aviazione israeliana che ieri sera ha ucciso a nord di Gaza City tre miliziani della Jihad Islamica che, secondo un portavoce militare, si accingevano a sparare razzi contro Israele.
Ancora scontri tra manifestanti e polizia a Pittsburgh al termine del vertice
Gruppi di manifestanti si sono scontrati con le forze dell'ordine anche ieri sera nel campus dell'Università di Pittsburgh, qualche ora dopo il termine del Vertice del G20. La polizia ha sparato pallottole di gomma per disperdere circa 40 dimostranti che avevano organizzato un raduno anti-polizia attraverso Twitter. Altri centinaia di studenti scesi in strada per assistere alle proteste sono stati dispersi dalla polizia.
La Germania ratifica il Trattato di Lisbona
Con la conclusione oggi del processo di ratifica da parte della Germania, il Trattato di Lisbona fa un nuovo passo in avanti verso il traguardo finale che, salvo nuovi colpi di scena da parte di Irlanda, Polonia e Repubblica ceca, gli ultimi tre Paesi Ue che mancano all'appello, dovrebbe essere completato entro l'autunno. L'atto di ratifica della Germania è stato depositato oggi a Roma, alla Farnesina, dove sono custoditi i trattati istitutivi delle Comunità europee, dall'ambasciatore tedesco in Italia Michael Steiner. Tutti gli occhi sono ora puntati sull'Irlanda, dove il 2 ottobre prossimo i cittadini sono chiamati per la seconda volta ad esprimersi sulla nuova riforma istituzionale della Ue, dopo il no di un anno e mezzo fa che ha bloccato tutto l'iter. Resteranno poi da superare le resistenze dei presidenti di Polonia e Repubblica Ceca, Lech Kaczynski e Vaclav Klaus, che attendono il sì dell'Irlanda prima della loro firma sotto gli atti di ratifica.
La Germania domani al voto per eleggere il nuovo cancelliere
Domani elezioni federali in Germania. Circa 62 milioni di aventi diritto al voto scelgono direttamente il futuro cancelliere, carica per la quale i sondaggi vedono sinora la riconferma di Angela Merkel, ed i 598 deputati del Bundestag, la camera bassa del parlamento di Berlino.
Elezioni in Portogallo: si prefigura una difficile coalizione
Circa 9 milioni e mezzo di cittadini portoghesi sono chiamati alle urne per le elezioni legislative di domani. I sondaggi danno ancora favoriti i socialisti del primo ministro in carica, José Socrates, ma la crescita dei socialdemocratici guidati Manuela Ferrera Leite vincitori alle scorse elezioni europee, potrebbe spingere verso un difficile governo di coalizione. Ce ne parla Riccardo Carucci:
Il governo socialista ha registrato successi e sconfitte e ha affrontato con un certo successo gli effetti della crisi economica mondiale. Dopo essersi mostrato per anni indifferente e anche ostile di fronte al problema del matrimonio tra omosessuali, il partito socialista ha deciso di inserire nel suo programma la rimozione delle barriere giuridiche al matrimonio tra persone dello stesso sesso. La Chiesa ha reagito, nei mesi scorsi, con due note pastorali della Conferenza episcopale. La prima, per condannare esplicitamente tale punto programmatico, la seconda per dare orientamenti generali di voto ai cattolici. Tra i vari punti da difendere, secondo la dottrina della Chiesa, è incluso il matrimonio fra un uomo e una donna. Nella campagna elettorale, comunque, il tema non è stato quasi mai trattato, lasciando spazio alla crisi economica, alla disoccupazione e alle piccole polemiche quotidiane.
Ancora attacchi di anarchici ad Atene
Attacchi anarchici a colpi di bombe molotov la scorsa notte contro il Pasok, hanno spinto ieri il Partito socialista ad accusare il governo di essere “incapace di garantire la sicurezza dei cittadini nel centro stesso di Atene”, già scossa nel dicembre scorso da violente rivolte. È la seconda azione da parte di forze radicali in pochi giorni contro il Pasok, che i sondaggi danno vincitore alle elezioni del 4 ottobre. L'ultimo attacco segue gli scontri di giovedì ad Atene tra centinaia di anarchici e la polizia, avvenuti dopo gli arresti e i mandati di cattura contro 10 giovani accusati di far parte del gruppo Cospirazione dei Nuclei di Fuoco ritenuto autore dell'attentato contro i dirigenti del Pasok.
Al via la vendita del vaccino contro l’influenza A/H1N1
Via libera in Europa alla commercializzazione del vaccino contro l’influenza A/H1N1. L’Agenzia europea per il controllo sui farmaci raccomanda la somministrazione di due dosi per adulti e bambini. Aumentano intanto i casi dell’influenza che è presente in 191 Paesi ed ha già provocato oltre 4mila vittime.
La situazione in Honduras all’attenzione del Consiglio di Sicurezza dell'Onu
La situazione in Honduras è stata al centro ieri della riunione urgente del Consiglio di Sicurezza dell'Onu. L’incontro, richiesto dal Brasile, ha cercato di fare il punto sul Paese centro americano: il deposto presidente Zelaya si trova asserragliato all'interno dell'ambasciata brasiliana di Tegucigalpa, mentre il leader de facto Micheletti - al potere dopo il golpe del 28 giugno scorso - si è detto pronto a riaprire un dialogo con Zelaya. Il servizio di Francesca Ambrogetti:
Manuel Zelaya ha accusato il governo del facto per il lancio di gas tossici contro l’ambasciata del Brasile dove è rifugiato. Della denuncia ha fatto eco il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. L’organismo ha condannato le azioni di intimidazione a Tegucigalpa. Ha detto anche che sta seguendo con estrema attenzione la situazione del Paese e ha ordinato il rispetto dell’inviolabilità della sede diplomatica. Da Pittsburgh, dove si trova per la riunione con il G20, il presidente Lula da Silva ha confermato che Zelaya potrà restare nella sede finché sarà necessario per la sua sicurezza. Ieri i sostenitori del presidente deposto hanno manifestato di nuovo nei pressi dell’ambasciata da dove erano stati allontanati con la forza nei giorni scorsi. Quando all’apertura di un dialogo per sbloccare la situazione, Zelaya si è riunito a lungo con i candidati per le prossime elezioni. Per quanto riguarda i rapporti con il governo de facto, ha detto che finora ci sono stati solo collegamenti informali mentre continua ad essere circondato da militari. (Panoramica internazionale a cura di Fausta Speranza e Gaia Ciampi)
Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LIII no. 269
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