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Sommario del 23/09/2009
Pregate, lavorate, soffrite per la Chiesa: il Papa all’udienza generale cita Sant’Anselmo che difese la libertà della Chiesa dalle ingerenze delle autorità politiche
◊ Pregate, lavorate e soffrite per la Chiesa: l’accorato invito rivolto stamane da Benedetto XVI all’udienza generale nell’Aula Paolo VI, così affollata di fedeli - circa 9 mila - che in parte si sono raccolti nell’atrio dell’edificio. Il servizio di Roberta Gisotti:
Non cerco di capire per credere, ma credo per capire: parole di Sant’Anselmo, “quanto mai utili anche oggi”, ha sottolineato Benedetto XVI nella catechesi dedicata al grande pensatore medievale, di cui ricorre quest’anno il IX centenario dalla morte. Nativo di Aosta, monaco benedettino, priore e poi abate di Bec in Francia, in seguito arcivescovo di Canterbury in Inghilterra, Anselmo fu strenuo difensore della libertà della Chiesa e per l’indipendenza del potere spirituale da quello temporale, denunciando le indebite ingerenze delle autorità politiche; costretto quindi all’esilio e infine riammesso alla sede vescovile quando Enrico I, nel 1106, rinunciò a conferire le investiture ecclesiastiche, a riscuotere le tasse e confiscare i beni della Chiesa. Fondatore della teologia scolastica, appellato nella tradizione cristiana ‘Dottore magnifico’, Anselmo fu consapevole che il cammino di ricerca di Dio non è mai concluso, almeno su questa Terra. “Chiarezza” e “rigore logico” del suo pensiero – ha osservato il Papa - hanno sempre il fine “di innalzare la mente alla contemplazione di Dio”.
"Egli afferma chiaramente che chi intende fare teologia non può contare solo sulla sua intelligenza, ma deve coltivare al tempo stesso una profonda esperienza di fede".
Sant’Anselmo insegna che l’attività del teologo si sviluppa in tre stadi:
"La fede, dono gratuito di Dio da accogliere con umiltà; l’esperienza, che consiste nell’incarnare la parola di Dio nella propria esistenza quotidiana; e quindi la vera conoscenza, che non è mai frutto di asettici ragionamenti, bensì di un’intuizione contemplativa".
L’amore per la verità e la costante sete di Dio di Anselmo “siano stimolo per ogni cristiano – ha auspicato Benedetto XVI – a ricercare senza mai stancarsi un’unione sempre più intima con Cristo, Via, Verità e Vita”.
"Inoltre, lo zelo pieno di coraggio che ha contraddistinto la sua azione pastorale, e che gli ha procurato talora incomprensioni, amarezze e perfino l’esilio, sia un incoraggiamento per i Pastori, per le persone consacrate e per tutti i fedeli ad amare la Chiesa di Cristo, a pregare, a lavorare e soffrire per essa, senza mai abbandonarla o tradirla".
Nei saluti finali, rivolto ai pellegrini polacchi, il Santo Padre ha reso omaggio alle vittime del recente incidente nella miniera di Wujek-Slask. “Dio protegga – ha invocato – da simili tragedie tutti i lavoratori”. Infine, la memoria di San Pio da Pietrelcina, nell’odierna festa, incoraggiando i giovani “a progettare il loro futuro come un generoso servizio a Dio e al prossimo”.
“L’esempio di questo Santo, tanto popolare, sia infine per i sacerdoti – in questo Anno sacerdotale – e per tutti i cristiani, un invito a confidare sempre nella bontà di Dio, accostandosi e celebrando con fiducia il Sacramento della Riconciliazione, di cui il Santo del Gargano, instancabile dispensatore della misericordia divina, fu assiduo e fedele ministro".
Il cordoglio del Papa per l’uccisione di padre Ruvoletto, missionario "fidei donum" in Brasile
◊ Profonda solidarietà per la tragica morte di padre Ruggero Ruvoletto, il missionario italiano fidei donum della diocesi di Padova ucciso sabato in Amazzonia, è stata espressa dal Papa in un telegramma a firma del cardinale segretario di Stato, Tarcisio Bertone, indirizzato all'arcivescovo di Manaus, Luiz Soares Vieira. Dal Pontefice, riferisce L’Osservatore Romano anche la ferma condanna per questo “atto vile e crudele contro un pacifico servitore del Vangelo” e la vicinanza spirituale nella preghiera.
Benedetto XVI nomina i membri del Sinodo per l’Africa
◊ Benedetto XVI ha nominato oggi i membri, gli esperti e gli uditori della Seconda assemblea speciale per l’Africa del Sinodo dei Vescovi, che avrà luogo dal 4 al 25 ottobre prossimo in Vaticano sul tema La Chiesa in Africa a servizio della riconciliazione, della giustizia e della pace. “Voi siete il sale della terra ... voi siete la luce del mondo” (Mt 5, 13.14). I membri del Sinodo nominati dal Papa sono: il cardinale Angelo Sodano, decano del Collegio cardinalizio; il cardinale Péter Erdő, arcivescovo di Esztergom-Budapest (Ungheria), presidente del Consiglio delle Conferenze episcopale europee; il cardinale André Vingt-Trois arcivescovo di Parigi, presidente della Conferenza episcopale francese; mons. Robert Sarah, arcivescovo emerito di Conakry, segretario della Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli; mons. Henri Teissier, arcivescovo emerito di Algeri; mons. Jaime Pedro Gonçalves, arcivescovo di Beira (Mozambico); mons. Orlando B. Quevedo, O.M.I., arcivescovo di Cotabato (Filippine), segretario generale della Federazione delle conferenze episcopali dell’Asia (F.A.B.C.); mons. Luigi Bressan, arcivescovo di Trento (Italia), presidente della Commissione episcopale per l'Evangelizzazione dei Popoli e la Cooperazione tra le Chiese della Conferenza episcopale Italiana; mons. Jorge Ferreira da Costa Ortiga, arcivescovo di Braga, presidente della Conferenza episcopale portoghese; mons. Ludwig Schick, arcivescovo di Bamberg, presidente della Commissione Weltkirche della Deutsche Bischofskonferenz (Germania);
E ancora: mons. Raymundo Damasceno Assis, arcivescovo di Aparecida (Brasile), presidente del Consiglio episcopale latinoamericano (Celam); mons. Jorge Enrique Jiménez Carvajal, C.I.M., arcivescovo di Cartagena en Colombia (Colombia); mons. Telesphore George Mpundu, arcivescovo di Lusaka (Zambia); mons. Cornelius Fontem Esua, arcivescovo di Bamenda (Camerun); mons. Wilton Daniel Gregory, arcivescovo di Atlanta (Stati Uniti d'America); mons. Henryk Hoser, S.A.C., arcivescovo-vescovo di Warszawa-Praga (Polonia); mons. Gabriel Charles Palmer-Buckle, arcivescovo di Accra (Ghana); mons. Odon Marie Arsène Razanakolona, arcivescovo di Antananarivo (Madagascar), mons. Michel Christian Cartatéguy, S.M.A., arcivescovo di Niamey (Niger); mons. Edward Tamba Charles, arcivescovo di Freetown and Bo (Sierra Leone); mons. John Anthony Rawsthorne, vescovo di Hallam (Inghilterra), presidente della Catholic Agency for Overseas Development (C.A.F.O.D.) della Bishops Conference of England and Wales; mons. Maurice Piat, C.S.Sp., vescovo di Port-Louis (Maurizio); mons. Edmond Djitangar, vescovo di Sarh (Ciad); mons. Peter William Ingham, vescovo di Wollongong (Australia), presidente della Federation of Catholic Bishops' Conferences of Oceania (F.C.B.C.O.); mons. Louis Nzala Kianza, vescovo di Popokabaka (Repubblica Democratica del Congo); mons. Jean-Pierre Bassène, vescovo di Kolda (Senegal), presidente della Fondazione Giovanni Paolo II per il Sahel; mons. Giorgio Bertin, O.F.M., vescovo di Djibouti (Gibuti), amministratore apostolico ad nutum Sanctæ Sedis di Mogadiscio; mons. Menghisteab Tesfamariam, M.C.C.J., Eparca di Asmara (Eritrea); mons. Benedito Beni Dos Santos, vescovo di Lorena (Brasile); mons. Maroun Elias Lahham, vescovo di Tunis (Tunisia); mons. Obiora Francis Ike, direttore del Catholic Institute for Development, Justice and Peace (C.I.D.J.A.P.), Enugu (Nigeria); il rev.do Raymond Bernard Goudjo, segretario della Commission Justitia et Pax della Conférence episcopale régionale de l’Afrique de l’Ouest Francophone (C.E.R.A.O), Cotonou (Benin); il rev.do Juvenalis Baitu Rwelamira, direttore del Centre for Social Justice and Ethics; prof. Associato e direttore del Centre for the Social Teaching of the Church presso la Catholic University of Eastern Africa (C.U.E.A.), Nairobi (Kenya); il rev.do Guillermo Luis Basañes, S.D.B., consigliere generale per la regione Africa-Madagascar della Società Salesiana (Stati Uniti d'America); il rev.do padre Emmanuel Typamm, C.M., segretario generale della Confederazione delle Conferenze dei Superiori Maggiori d’Africa e Madagascar (Madagascar); il rev.do padre Zeferino Zeca Martins, S.V.D., provinciale dell'Angola della Società del Divin Verbo (Angola).
Altre udienze
◊ Oggi pomeriggio, Benedetto XVI riceverà in udienza un gruppo di presuli della Conferenza episcopale del Brasile, della regione Nordest (1 e 4).
Assolutamente senza fondamento insinuare che il Papa fosse stato informato sulle posizioni del vescovo Williamson: così, padre Lombardi a proposito di una trasmissione della tv svedese
◊ A proposito delle notizie che circolano sulla nuova trasmissione della televisione svedese dedicata al “caso Williamson”, in risposta ad alcune domande dei giornalisti il direttore della Sala Stampa vaticana, padre Federico Lombardi, ha dichiarato che “è assolutamente senza fondamento affermare o anche solo insinuare che il Papa fosse stato antecedentemente informato sulle posizioni di Williamson”. Il servizio di Alessandro Gisotti:
Padre Federico Lombardi ha ricordato innanzitutto che già nella Nota della Segreteria di Stato del 4 febbraio scorso è stato "negato chiaramente" che il Papa fosse stato informato delle posizioni di Williamson. Una nota, ha rammentato, “che esprime anche nel modo più netto la radicale dissociazione del Papa e della Chiesa cattolica nei confronti di ogni posizione antisemita o negazionista dell’Olocausto”. Inoltre, ha detto ancora padre Lombardi, “la lettera del Papa ai vescovi, del 10 marzo scorso, ha messo un punto fermo su tutta la questione e non vi è quindi motivo di riaprirla”. Il Papa, ha detto il direttore della Sala Stampa, “ha spiegato il senso della remissione della scomunica come gesto per favorire l’unità della Chiesa e allo stesso tempo ha mostrato la totale infondatezza delle accuse a lui dirette di mancanza di rispetto per il popolo ebraico; ha anche riconosciuto con semplicità i limiti nella comunicazione vaticana interna ed esterna”. Inoltre, ha osservato, il Papa “ha provveduto a un nuovo status della Commissione Ecclesia Dei, proprio per garantire un migliore e più sicuro modo di procedere nelle questioni relative ai rapporti con i tradizionalisti”. “Rilanciare il ‘caso Williamson’ – ha concluso padre Lombardi - non può quindi servire ad altro che a continuare a creare confusione senza motivo”.
Consegnato al Papa il quarto ed ultimo volume della Nuova enciclopedia cattolica per il Giappone
◊ Un dono prezioso. E’ stato consegnato oggi al Papa, al termine dell’udienza generale, il quarto ed ultimo volume della Nuova enciclopedia cattolica in lingua giapponese. Un’opera poderosa, circa 6000 pagine, completata quest’anno dopo quasi trent’anni di lavoro, con la pubblicazione nell’aprile scorso del quarto tomo. L’omaggio è stato portato da padre Giuseppe Pittau, direttore del Consiglio di amministrazione della Sophia University di Tokyo, che ha sostenuto l’ambizioso progetto editoriale, nel quadro delle celebrazioni per il centenario di fondazione dell’Ateneo da parte della Compagnia di Gesù, che sarà festeggiato nel 2013. La nuova Enciclopedia, avviata nel 1981, rinnova la precedente edizione, risalente al 1960, datata ormai oltre che nella lingua e nell’ortografia anche nei contenuti privi delle novità apportate dal Concilio Vaticano II. Corale l’apporto degli studiosi - in massima parte giapponesi o stranieri residenti da lungo tempo nel Paese - che hanno collaborato alla stesura dell’opera, in spirito di dialogo ed ecumenismo. Nel comitato editoriale sono infatti cattolici, protestanti e non cristiani. La stesso editore Kenkyusha pubblica opere commerciali. Del resto l’intento non è quello di rivolgersi ai soli fedeli o lettori cattolici, considerato che i cristiani sono solo l’1 per cento della popolazione giapponese; una minoranza però influente nella vita socioculturale del Paese e per questo molto rispettata. (A cura di Roberta Gisotti)
Il prof. Gotti Tedeschi eletto nuovo presidente del Consiglio di Sovrintendenza dello Ior
◊ La Commissione cardinalizia di Vigilanza dell’Istituto per le Opere di Religione, presieduta dal cardinale segretario di Stato Tarcisio Bertone, su proposta del nuovo Consiglio di Sovrintendenza dello Ior, ha nominato il prof. Ettore Gotti Tedeschi come nuovo presidente del Consiglio stesso ed il dott. Ronaldo Hermann Schmitz come vice-presidente. Il prof. Tedeschi succede nell’incarico al prof. Angelo Caloia.
La commissione cardinalizia ha nominato membri del Consiglio di Sovrintendenza dello Ior: il dott. Carl A. Anderson, Cavaliere supremo dei Cavalieri di Colombo; il dott. Giovanni De Censi, presidente del “Credito Valtellinese”; il prof. Ettore Gotti Tedeschi, presidente della “Santander Consumer Bank”; il dott. Ronaldo Hermann Schmitz e il dott. Manuel Soto Serrano. La Commissione cardinalizia di Vigilanza ha ringraziato il prof. Caloia per il generoso servizio svolto ed ha espresso al nuovo Consiglio di Sovrintendenza, come pure al prelato dell’Istituto, mons. Piero Pioppo; al signor Paolo Cipriani, direttore generale, ed al dott. Massimo Tulli, vice-direttore, i migliori auguri di buon lavoro al servizio dell’Istituto.
Oggi su "L'Osservatore Romano"
◊ In prima pagina, l'elenco dei partecipanti al sinodo di nomina papale
Nell’informazione internazionale, Ban Ki-moon chiede la messa al bando delle armi nucleari. Obama ottiene solo una stretta di mano fra Netanyahu e Abu Mazen. Un articolo di Pierluigi Natalia sull’Africa che cerca compattezza e visibilità
In cultura, “Il cristiano non deve essere pigro”; lavoro e carità nella società dei primi secoli, di Fabrizio Bisconti “La Repubblica di utopia nel Canavese” biografia di Adriano Olivetti, di Raffaele Alessandrini “Quando Francesco predisse il terremoto”; il sisma di Reggio e Bologna nelle cronache del Duecento, di Felice Accrocca “Cecilia torna a cantare”; riscoperto dalla Sagra musicale umbra l’oratorio composto nel 1708 da Antonio Scarlatti.
Promuovere un'alleanza per l'educazione: così, il cardinale Ruini alla presentazione del Rapporto-Proposta del progetto culturale della Cei
◊ Promuovere nella società un'allenza per l'educazione: è questo lo scopo del volume “La sfida educativa”, il Rapporto-Proposta curato dal Comitato per il progetto culturale della Conferenza episcopale italiana presentato ieri a Roma e già da alcuni giorni nelle librerie. Famiglia, scuola, comunità ecclesiale, mass media, sport, mondo del lavoro: il Rapporto chiama in causa tutti gli ambiti in cui si dà educazione. Fornisce ricerche empiriche che li riguardano, chiede loro di aprire un dibattito per rimettere l'educazione, al di là dei tecnicismi, al centro dei riflettori e riflette sulla questione antropologica, cioè la visione che si ha dell'uomo. La varietà degli ambiti affrontati è stata evidenziata anche dai diversi relatori intervenuti ieri alla presentazione: dal ministro dell'Istruzione, Maria Stella Gelmini, alla presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, fino al presidente della Rai, Paolo Garimberti. A prendere la parola, ieri, anche il presidente del Comitato per il progetto culturale della Cei, il cardinale Camillo Ruini, che in questa intervista di Debora Donnini si sofferma sul significato dell'iniziativa:
R. – Il Rapporto propone innanzitutto un’idea di educazione che non privilegi gli aspetti tecnici – anch’essi importanti – ma piuttosto quelli che sono gli aspetti umani fondamentali. Quindi non soltanto l’intelligenza, la capacità critica ma anche la capacità di voler bene alla gente e di farsi voler bene, stare insieme e poi ancora la libertà. Una libertà che sia però unita alla responsabilità. Da parte dell’educatore, invece, serve credibilità. Il Rapporto si rivolge non solo alla Chiesa ma a tutta la società italiana e vuole promuovere quella che potremmo chiamare “un’alleanza educativa”: i vari soggetti responsabili – da quelli istituzionali agli stessi educatori, da chi ha in mano i mezzi di comunicazione alla società nel suo complesso – devono rendersi conto di come vada assolutamente data priorità alla formazione delle persone.
D. – Perché si è arrivati a questa situazione di emergenza educativa? Forse una delle cause è anche il diffondersi sempre più del nichilismo e del relativismo…
R. – Credo che quest’ultimo sia davvero la ragione fondamentale. Ci saranno state tante carenze pratiche ma l’educazione è per sua natura formazione dell’uomo. Se però viene messa in discussione l’idea di uomo, se si elimina la sua superiorità sulla natura - anche se è parte della natura - la sua apertura a Dio, la sua dignità inviolabile allora per forza anche l’educazione si smarrisce. Dietro a questo Rapporto c’è un invito a ripensare e a cambiare le idee dominanti della nostra società. Queste idee tendono ad impoverire la società del suo capitale più prezioso, che è il capitale umano e morale. Occorre invece rinvigorire questo capitale e ciò si potrà fare soltanto riconoscendo veramente chi è l’uomo e non cedendo a riduzioni, ad amputazioni dell’uomo.
Ai nostri microfoni, la soddisfazione del rabbino Laras e di mons. Paglia per la ripresa della Giornata di riflessione ebraico-cristiana
◊ La Giornata di riflessione ebraico-cristiana del 17 gennaio tornerà a essere celebrata in Italia. Sulle reazioni all'importante annuncio fatto ieri al termine dell’incontro del presidente della Conferenza episcopale italiana, cardinale Angelo Bagnasco, con i rabbini Giuseppe Laras, presidente dell'Assemblea rabbinica italiana, e Riccardo Di Segni, rabbino capo della Comunità ebraica di Roma, ci riferisce Fausta Speranza:
L’iniziativa nasce nel ’90 e dal 2005 ha per tema le “Dieci Parole” o Decalogo, rivelate a Mosè sul monte Sinai. L’anno scorso c’è stata un’interruzione, in un momento di perplessità della comunità ebraica riguardo alla nuova formulazione - voluta da Benedetto XVI in seguito alla pubblicazione del motu proprio "Summorum Pontificum" - della preghiera “Oremus et pro Iudaeis": si recitava nella liturgia del Venerdì Santo prima del Concilio Vaticano II e verrà utilizzata solo dalle comunità che celebrano questa forma del rito latino. Dell’importanza della ripresa della Giornata di riflessione comune, abbiamo parlato con il Presidente dell'assemblea rabbinica Italiana, il rabbino Giuseppe Laras:
R. – E’ importante perché riflettere insieme su punti capitali delle Sacre Scritture, che sono molto importanti, può – anzi, senz’altro avrà – ripercussioni benefiche all’interno non solo delle nostre comunità, ma della società in generale. Il riprendere il rapporto e, soprattutto, riflettere insieme sulle 10 Parole, può dare un contributo a rafforzare il senso di spiritualità all’interno della società. Naturalmente, una spiritualità che deve sempre tradursi nei comportamenti, quindi nell’etica.
Il cardinale Bagnasco ha voluto ribadire che non c’è cambiamento nell’atteggiamento che la Chiesa cattolica ha sviluppato nei confronti degli ebrei soprattutto dal Concilio Vaticano II. Il presidente Laras sottolinea l’importanza di queste parole:
R. – Sicuramente, perché nell’ambito della comunità ebraica c’era stata qualche perplessità e anche qualche preoccupazione in ordine a quell’inserimento della Liturgia del Venerdì Santo: alcuni ritenevano che questo avrebbe potuto far pensare ad una ripresa di un intento conversionistico da parte della Chiesa nei confronti degli ebrei. Evidentemente, averlo ribadito già tempo fa da parte del cardinale segretario di Stato Bertone e poi averlo ieri sottolineato e ripreso da parte del presidente della Cei, ha costituito un elemento ulteriore di tranquillità e di fiducia. Per cui – ripeto – il rapporto può essere ripreso, anche se devo dire che il rapporto tra l’ebraismo italiano e la Chiesa non è stato mai interrotto: abbiamo sempre tenuto i rapporti e abbiamo entrambi – lo voglio dire – lavorato in vista di una ricostituzione di questo rapporto a cui entrambi tenevamo molto.
Del significato della Giornata di riflessione comune su testi delle Sacre Scritture abbiamo parlato anche con mons. Vincenzo Paglia, presidente della Commissione della Conferenza episcopale italiana per l’ecumenismo e il dialogo, che innanzitutto ha espresso la sua soddisfazione per la ripresa:
R. – A me pare particolarmente significativa, questa ripresa: è una ripresa, appunto, che si fonda sulle 10 Parole. Io ricordo che rimasi sorpreso quando Papa Benedetto, alla Gmg di Colonia, visitando la Sinagoga, si espresse proprio sulla importanza che cristiani ed ebrei, nelle rispettive differenze di due religioni diverse, potessero tuttavia riscoprire una comune missione di comunicare al mondo il valore straordinario dei 10 Comandamenti: un patrimonio assolutamente decisivo in un mondo che sta perdendo ogni punto di riferimento. Nonostante ciò che ci divide, ci sono molte cose che ci uniscono e ci aiutano a donare un messaggio di speranza a questo nostro mondo.
Il cardinale Bagnasco ha espresso anche preoccupazione per i focolai di antisemitismo e antigiudaismo. Accrescere amicizia e stima reciproche è importante anche in relazione a questo. Ancora mons. Paglia
R. – L’incontro e la comprensione reciproca, anzi, stringere una sorta di alleanza di uomini spirituali è un argine per comunicare non solo l’amicizia reciproca ma anche per comunicare al mondo quella speranza che viene dai credenti. C'è la diversità delle religioni, in questo caso tra ebraismo e cristianesimo, e tuttavia – non bisogna dimenticare – le due religioni hanno un grande patrimonio in comune. La vicinanza e l’amicizia tra i credenti delle due parti è di grande vantaggio per un mondo più umano, più solidale e – appunto – per sconfiggere quelle presenze di antigiudaismo, di antisemitismo che ancora si ripresentano.
Un passo verso la pace in Medio Oriente: primo incontro trilaterale di Obama con Netanyahu e Abu Mazen
◊ Una stretta di mano tra il premier israeliano Netanyahu e il presidente dell’Autorità nazionale palestinese Abu Mazen. Sembra essere stato questo uno dei risultati più importanti ottenuti dal presidente statunitense Barack Obama, ieri a New York alla riunione trilaterale per il Medio Oriente. Al termine dell’incontro, Netanyahu ha comunicato che c’è un accordo, anche da parte palestinese, per riprendere al più presto i negoziati di pace. Da parte sua, Abu Mazen ha ribadito le richieste palestinesi di congelare gli insediamenti per riavviare i colloqui. Giada Aquilino ne ha parlato con la prof.ssa Maria Grazia Enardu, docente di Storia delle relazioni internazionali all’Università di Firenze:
R. – Il presidente Obama ha in pratica rinunciato alla richiesta di un totale "congelamento" degli insediamenti israeliani nel West Bank, però è anche vero che ha espresso a tutte e due le parti il suo profondo scontento per i ritardi nell’avvio di un vero negoziato di pace. Pare che abbia dato alle parti tre settimane per iniziare davvero a parlarsi e che in questo incontro abbia avuto toni di impazienza al di là poi chiaramente delle foto fatte alla fine degli incontri. C’è da parte americana una forte volontà di esercitare pressioni sugli israeliani riguardo agli insediamenti, sui palestinesi per un fermo controllo del terrorismo e delle azioni di protesta. La vera domanda, dopo questo summit, è cosa faranno gli americani fra tre settimane, come hanno detto, per verificare ed eventualmente incoraggiare di nuovo le parti in modo più costruttivo.
D. – Obama ha detto che nei prossimi giorni invierà di nuovo Mitchell in Medio Oriente e a ottobre Hillary Clinton riferirà alla Casa Bianca sul Medio Oriente. Perché Obama non ha parlato di "congelamento", bensì di contenimento degli insediamenti ebraici?
R. – Perché in tutti questi mesi l’incoraggiamento a congelare non ha assolutamente funzionato, per certi versi ha rafforzato Netanyahu al suo interno. Netanyahu ha un governo di destra ed estrema destra che si è letteralmente compattato nell’opposizione a questa misura e anche quando lo hanno accettato a parole, hanno trovato mille modi tecnici per ignorarla. D’altra parte, la richiesta di Obama di congelare tutti gli insediamenti è sempre stata una richiesta fondamentale degli americani. Quello che ora il presidente Obama voleva fare era renderla una richiesta vera.
D. – E allora l’accordo dove può stare?
R. – L’accordo può stare nella vera ripresa di negoziati, che però vanno controllati passo passo, con precisi “benchmark”, cioè ponendosi delle tappe e su queste tappe verificare che ci siano risultati parziali. Per esempio, la vera, grande scelta è se iniziare a parlare dello status finale o fare accordi ad interim. E la scelta degli americani sarà: quale di queste strade percorrere e in che modo misurare i progressi.
I vescovi tedeschi, riuniti in assemblea plenaria, lanciano un appello a partecipare alle elezioni legislative di domenica prossima
◊ A pochi giorni dalle elezioni del Bundestag, i vescovi tedeschi hanno lanciato un appello per la partecipazione al voto. Da lunedì, i presuli sono riuniti a Fulda in occasione della plenaria autunnale della Conferenza episcopale tedesca. Il servizio dell'inviata, Birgit Pottler, del nostro programma tedesco:
“Chi non vota, fugge dalle proprie responsabilità”, “l’assenza dalle urne non è la risposta adatta alle insoddisfazioni”, hanno scritto i presuli in una lettera ai fedeli. Per la Germania, colpita fortemente dalla crisi finanziaria, ci sono tanti temi in agenda, ha sottolineato il presidente della Conferenza episcopale, l’arcivescovo Robert Zollitsch, in questi giorni a Fulda parlando ai giornalisti. Le misure per superare la crisi devono essere pensate sotto l’aspetto etico:
Es geht darum, daß das, was nun diese gewaltige Schuldenlast bedeutet, …
“E’ importante che le conseguenze dello storico debito dello Stato non siano semplicemente trasferite alle generazioni che verranno dopo di noi”, dice mons. Zollitsch. “Dobbiamo considerare quale peso le giovani generazioni siano in grado di sopportare”. I vescovi tedeschi chiedono la sicurezza e la giustizia del sistema sociale e raccomandano ancora una volta la tutela della vita e una politica a favore dei bambini e della famiglia.
Per quanto riguarda la vita della Chiesa, i vescovi sono allarmati dall’aumento della gente che dichiara ufficialmente di lasciare la Chiesa cattolica per non pagare più l’imposta sul culto. Nel 2008, più di 120 mila persone hanno lasciato l’istituzione della Chiesa, 28 mila più del 2007.
Schmerzlich ist das für uns, …
“Questa tendenza è dolorosa, ma i motivi non sono ancora ben chiari”, ammette mons. Zollitsch e promette un ulteriore sforzo nell’impegno pastorale.
La giornata odierna è dedicata all’impegno della Chiesa tedesca nel mondo. Assieme a vescovi provenienti dall’estero e la presenza di esperti, i presuli tedeschi desiderano riflettere tra l’altro sulla situazione delle sette e della giustizia sociale, per esempio in America Latina, e sui problemi del post-totalitarismo nell’Est-Europa. L’arcivescovo Zollitsch ricorda che la metà del bilancio che gestiscono insieme tutte le diocesi è dedicata all’aiuto dei poveri. Nel futuro le opere di aiuto dovranno coordinare meglio il loro impegno, aggiunge il presidente della Conferenza episcopale, “ma anche in tempi di crisi finanziaria la Chiesa non si deve scordare dei Paesi poveri”.
Nella memoria di San Pio da Pietrelcina, si chiude l’ostensione delle sue spoglie a San Giovanni Rotondo. Il Papa: un instancabile dispensatore della misericordia di Dio
◊ Nell’ultimo giorno dell’ostensione del corpo di Padre Pio a San Giovanni Rotondo e nella sua memoria liturgica, il Papa nell’udienza generale ha voluto ricordare la figura del Santo come esempio di “instancabile dispensatore della misericordia di Dio”, “assiduo e fedele ministro” del Sacramento della Riconciliazione. Un aspetto evidenziato anche da frate Antonio Belpiede, portavoce dei padri cappuccini di San Giovanni Rotondo, intervistato da Emanuela Campanile:
R. – Padre Pio è il sacerdote crocifisso, icona, sacramento del Cristo. Quel sangue – il sangue di Gesù – è non solo il nutrimento per la Chiesa nell’Eucarestia, ma anche lavacro di rigenerazione e di rinnovamento nello Spirito Santo. E’ per questo che la gente andava da Padre Pio: non soltanto per essere riconciliata, per essere pacificata, ma anche perché tutte le divisioni della psiche e della vita potessero trovare unità, potessero essere simbolo nel Sacramento della Riconciliazione. E sono gli stessi motivi per cui ancora oggi vi si recano. Uno degli aspetti più importanti dell’eredità di Padre Pio, per noi che siamo i suoi frati – come ci ha ricordato il 21 giugno il Papa – è proprio quello di continuare a riconciliare, a perdonare, a lavare i peccati del mondo col sangue di Gesù.
D. – Padre Pio, quindi, è un punto riferimento non solo per i consacrati ma per la gente comune, per i laici …
R. – E’ un punto di riferimento per la riconciliazione del mondo. Tutti noi, tutti i Battezzati hanno un ruolo per riconciliare il mondo. Evidentemente, se il ruolo del presbitero, il nostro, è quello direttamente sacramentale – attraverso il Sacramento della Penitenza -, quello dei laici è di riconciliare il mondo attraverso la testimonianza civile nei sindacati, nei partiti politici che richiedono, da parte dei laici cristiani, uno sforzo di ordinare le realtà temporali secondo Dio e secondo la riconciliazione. Una riconciliazione che è avvenuta nel costato squarciato del Cristo che effonde sangue e acqua dalla Croce. Padre Pio, quando gli chiesero chi pensava di essere, lui disse: “Io sono solo un povero frate che prega”. Tutti noi possiamo essere dei poveri cristiani che pregano e che nella preghiera trovano la forza di svolgere ognuno il proprio compito nella Chiesa per il regno che viene.
Ieri sera è stata grande la partecipazione alla veglia di preghiera sul sagrato della chiesa di San Pio a San Giovanni Rotondo con la rievocazione del "beato transito" al cielo del Santo. Il particolare carisma di preghiera di Padre Pio è l’eredità che portano avanti i Gruppi di preghiera. In Italia se ne contano oltre 2.700 e quasi 650 in 56 Paesi del mondo. Emanuela Campanile ne ha parlato con don Pietro Bongiovanni, responsabile dei Gruppi di preghiera del vicariato di Roma:
R. – Padre Pio è un uomo fatto preghiera. E’ stato un esempio vivente di unità profonda tra l’essere cristiano e il Signore, come fulcro di tutta la vicenda esistenziale. E questo ovviamente è un’eredità che Padre Pio lascia in particolar modo ai suoi devoti e, in modo speciale, ai Gruppi di preghiera da lui fondati.
D. – In questi Gruppi di preghiera ci sono moltissimi giovani come Padre Pio è riuscito ad incantare anche loro?
R. – I giovani vogliono delle testimonianze forti. Padre Pio è stato questo e per questo ne sentono la vicinanza spirituale. Il Santo insegna loro che nella vita va dato spazio allo spirito, alla preghiera come luogo di incontro con l’amore del Signore.
D. – Il grande Santo diceva che bisogna “essere riserve di amore”. In che senso?
R. – La frase completa è che si sta creando una nuova militanza fatta di riserve d’amore per il Signore e per l’umanità. In questo contesto, si innesta il discorso della grande preghiera che i gruppi sono chiamati a vivere. Preghiera di intercessione come atto di amore, che si unisce all’amore redentivo di Cristo e diventa un fuoco che sale verso il cuore di Gesù a favore dell’umanità. Non dobbiamo dimenticare che Padre Pio inizia a proporre questi gruppi in un tempo nel quale Papa Pio XII intravedeva la grande sfida della secolarizzazione, ormai alle porte, e da allora in poi un mondo si è disgregato, lo vediamo costantemente davanti ai nostri occhi. L’idea di fondo era accanto alle molteplici iniziative pratiche. Noi non dobbiamo dimenticare che il centro della fede è proprio nel rapporto personale e comunitario con il Signore e quindi il primato assoluto della preghiera, di questo “tempo da perdere”, da consumare in unione al sacrificio di Cristo. (Montaggi a cura di Maria Brigini)
A Parigi, in ottobre, la plenaria dei presidenti delle Conferenze episcopali d'Europa
◊ Sarà incentrata sul tema: “Chiesa e Stato, venti anni dopo il crollo del muro di Berlino” la prossima assemblea plenaria del Consiglio delle Conferenze episcopali d’Europa (Ccee) in programma dal primo al 4 ottobre prossimo a Parigi, presso la Maison de la Conférence des évêques de France. Una riunione voluta dal cardinale André Vingt-Trois, arcivescovo di Parigi e presidente della Conferenza episcopale francese, nella quale saranno illustrati gli esiti di un’indagine europea sui vari modelli e le soluzioni giuridiche adottate dagli Stati membri per inquadrare giuridicamente la Chiesa cattolica nel proprio Paese e regolarne i rapporti. I lavori si concentreranno anche sul servizio dell'organismo alla Chiesa in Europa con la presentazione delle attività delle varie commissioni Ccee e verterà anche sulle collaborazioni con altri organismi continentali quali il Secam, Simposio delle Conferenze episcopali di Africa e Madagascar, e il Celam, Consiglio episcopale latinoamericano. Verrà anche presentato il programma del secondo Forum cattolico-ortodosso, in programma a Rodi in Grecia, dal 23 al 27 novembre sul tema “La relazione Chiesa e Stato”. All’incontro prenderanno parte anche il cardinale Giovanni Battista Re, prefetto della Congregazione per i vescovi, mons. Dominique Mamberti, segretario vaticano per i Rapporti con gli Stati, mons. André Dupuy, nunzio apostolico presso l’Unione Europea e mons. Aldo Giordano, osservatore permanente della Santa Sede presso il Consiglio d’Europa.(B.C.)
La maggioranza degli americani contrari a includere l'aborto nella riforma sanitaria
◊ Anche tra i sostenitori della riforma sanitaria voluta dal Presidente Obama, la maggioranza dei cittadini americani è contraria al finanziamento pubblico dell’aborto ed è favorevole, invece, alla tutela della libertà di coscienza degli operatori sanitari. È quanto emerge da un sondaggio di opinione commissionato dalla Conferenza episcopale degli Stati Uniti (Usccb). L’indagine è stata effettuata tra il 16 e il 20 settembre dall’International Communications Research di Philadelphia su un campione di oltre mille persone. Dall’analisi risulta che il 60 per cento degli intervistati favorevoli alla riforma si oppone però a “misure che richiederebbero ai contribuenti di pagare con le loro tasse anche la copertura dell’aborto”, mentre appena il 25 per cento è di avviso contrario. Analogamente, il 60 per cento di questo gruppo di intervistati è favorevole al mantenimento delle attuali leggi federali che tutelano l’obiezione di coscienza, contro il 30 per cento che vorrebbe modificarle. Queste percentuali salgono nel campione complessivo comprendente anche i cittadini contrari alla riforma sanitaria. “Il sondaggio – ha commentato Deirdre McQuade, portavoce del Segretariato per le attività pro-vita della Usccb - conferma i risultati di altre recenti indagini. Ogni settimana che passa risulta sempre più chiaro che l’opinione pubblica americana non vuole pagare la copertura dell’aborto e soprattutto che la riforma sanitaria venga usata per promuovere l’interruzione di gravidanza”. La portavoce ha poi ricordato l’impegno dei vescovi americani “per assicurare che la riforma della sanità tuteli i più deboli, in modo particolare i poveri, gli immigrati e i non nati”. E a proposito di immigrazione, diversi presuli hanno espresso l’auspicio che a beneficiare della riforma siano anche gli immigrati irregolari. Una preoccupazione in questo senso è stata manifestata da una delegazione di vescovi ispanici durante un incontro, il 17 settembre, con alcuni membri del Congrsso. (L.Z.)
In Sud Sudan proseguono le violenze anti-cristiane
◊ Un forte appello alla comunità internazionale per interrompere le violenze e restituire sicurezza ai cristiani sudanesi. E’ quanto ha lanciato mons. Edward Hiiboro Kussala, vescovo di Tombura-Yambio. Secondo quanto riporta l’agenzia Zenit, il presule ha organizzato e guidato una tre giorni di preghiera che ha coinvolto ventimila cristiani, in risposta alle sanguinose azioni delle milizie del Lra, il sedicente “Esercito di Resistenza del signore”. Molti di essi hanno camminato per più di due chilometri, scalzi e con il capo cosparso di cenere in una protesta silenziosa contro la mancanza di azioni da parte del governo provinciale e centrale. Le violenze si sono susseguite nella zona di Ezo in particolare ad agosto con l’irruzione in chiese, la tortura dei fedeli, il loro rapimento, conclusosi in molti casi con l'assassinio. "Il governo - ha detto mons. Kussala - qui non può risolvere davvero il problema dell'Lra. Ha promesso che avrebbe tenuto la situazione sotto controllo ma nessuno viene in nostro aiuto”.(B.C.)
Cambiamenti climatici: appello dei leader religiosi all'Onu
◊ Un richiamo alla responsabilità collettiva perché non si sottovalutino i pericoli derivanti dai cambiamenti climatici e perché ci sia attenzione alle comunità povere che non hanno mezzi per adattarsi ai mutamenti in atto. E’ l’appello – riportato dall’Osservatore Romano - lanciato dai leader religiosi nel mondo, in occasione del vertice delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici che si è aperto ieri a New York. L'appello dei leader religiosi è un'iniziativa sorta nell'ambito dell'International Day of Prayer for Peace, celebrato il 21 settembre. La giornata di preghiera è stata organizzata da un gruppo di organismi, tra cui il Religions for Peace, il Committee of Religious alle Nazioni Unite, la Cappellania delle Nazioni Unite, il New York Interfaith Power and Light, in cooperazione con i promotori della campagna "TckTckTck" cui aderisce anche il Consiglio ecumenico delle Chiese (Cec). "Senza misure adeguate e urgenti – si legge nell’appello - le piante e le specie animali, così come le persone e le culture continueranno sempre più a soffrire e a morire. Questa è la nostra preoccupazione”. Per questo motivo si chiede ai Paesi più industrializzati di “contribuire responsabilmente agli sforzi di riduzione dell'inquinamento, facendo tagli più ampi delle emissioni di carbonio, dando prova di leadership nel loro comportamento etico”. Fondamentale in tal senso il coinvolgimento delle popolazioni indigene nella gestione dell'ambiente perché “le voci delle nazioni e dei popoli più colpiti servano come testimonianza visibile che la crisi climatica va affrontata adesso”.(B.C.)
Messaggio di mons. Crociata al convegno della Fondazione Migrantes
◊ C'è bisogno dell’annuncio del Vangelo tra i migranti. E’ quanto evidenziato da mons. Mariano Crociata, segretario generale della Cei, nel messaggio ai direttori diocesani della fondazione Migrantes che, da lunedì scorso fino a domani, sono riuniti a Frascati in un convegno sul tema: “Nuovi cieli e nuova terra”. Come riporta l’Osservatore Romano, il presule ha ricordato che “il prossimo, quale che sia la cultura o il Paese d’origine, ha sempre il volto di un fratello” e che sul Vangelo si fonda un futuro di speranza. “In tanti – si legge – sono ancora digiuni e per essi la migrazione può essere areopago di evangelizzazione”. Poi mons. Crociata, parlando dell’attività di Migrantes, ha aggiunto che il lavoro svolto “non è disincarnato” ma ovunque c’è un volto umano, spesso alle prese con situazioni difficili, in cui gli operatori si imbattono. L’importanza dell’accoglienza è stata sottolineata nel messaggio inviato da mons. Antonio Maria Vegliò e mons. Agostino Marchetto, rispettivamente presidente e segretario del Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti. Accoglienza come elemento chiave per la pastorale, “il calore della schietta accoglienza – scrivono – è la testimonianza più bella e può predisporre all’annuncio diretto del Vangelo”. Necessari non solo gli interventi di emergenza, aggiunge mons. Piergiorgio Saviola, direttore generale della Fondazione Migrantes, ma costanti stimoli per rendere il migrante autonomo e far sentire la nuova terra come la sua nuova patria.(B.C.)
Solidarietà della diocesi di Roma a chi ha subito attacchi discriminatori
◊ “E’ necessario lavorare quotidianamente per favorire la cultura del rispetto, del dialogo, del riconoscimento della dignità della persona umana, creata a immagine di Dio, come primo e inalienabile valore”. E’ quanto si legge su "Romasette", foglio informativo della diocesi di Roma, in un articolo a firma di Angelo Zema. L’editoriale “Intolleranza, un no che unisce”, ricorda la fiaccolata contro l’intolleranza e tutti i razzismi in programma per domani sera a Roma. All’iniziativa prenderanno parte le istituzioni, i sindacati, le associazioni, i rappresentanti della società civile per respingere le manifestazioni di violenza e di discriminazione culminate nelle recenti aggressioni compiute ai danni anche di omosessuali. “Il passato sembra non insegnare nulla – scrive Zema - Roma ha già subìto affronti simili, con persone innocenti oltraggiate da chi non è capace di riconoscere nell’altro la comune umanità”. Pertanto, si legge, “è importante offrire solidarietà a chi ha subìto discriminazioni e riaffermare i valori che sono alla base della storia di Roma, faro di amore, di civiltà e di accoglienza”. Necessario il richiamo all’impegno che sia soprattutto “paziente e incessante”. (B.C.)
In Uruguay parte il 4 ottobre la “Settimana della famiglia”
◊ “La famiglia, culla di valori umani e cristiani”: è questo il tema della “Settimana della famiglia 2009”, organizzata, nei giorni dal 4 al 10 ottobre, dalla Commissione nazionale per la Pastorale Familiare della Conferenza episcopale dell’Uruguay (Ceu). Per l’occasione, tutti i responsabili del settore hanno ricevuto un opuscolo informativo così da realizzare attività pastorali e missionarie con i gruppi e le famiglie. “L’obiettivo di tale materiale – informa una nota – è quello di spingere le famiglie a incontrarsi in modo organizzato nelle comunità sia parrocchiali che educative”. In particolare, l’opuscolo spiega il tema scelto per l’evento, ribadendo che “la famiglia dovrà sempre tendere a costruirsi alla scuola dei valori umani e cristiani. Il nucleo familiare, infatti, fa sì che, nella coscienza e nella vita dei suoi membri, fiorisca la maggior parte dei valori per la convivenza quotidiana e concreta di ciascuno”. Da ricordare, infine, che la Commissione Pastorale per la Pastorale Familiare ha uno spazio radiofonico di riflessione che va in onda su Radio Orientale: intitolato “In famiglia” il programma approfondisce temi relativi alla vita familiare, con l’aiuto di esperti e il contributo degli ascoltatori. (I.P)
A Lima il primo congresso internazionale sulle reti sociali
◊ Una due giorni, organizzata dall’arcidiocesi di Lima, con l’obiettivo di promuovere un utilizzo adeguato di Internet e delle reti sociali tra i giovani. A partire da sabato fino a domenica – riferisce Fides – numerosi ragazzi ma anche esperti del web, riuniti all’università della capitale peruviana, sono chiamati a riflettere sulle innovazioni tecnologiche per incoraggiare un uso etico e trasparente. L’iniziativa rientra nell’ambito della Grande Missione di Lima e intende anche farsi eco del recente messaggio per la Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali di Benedetto XVI, in particolare quando invita i giovani a promuovere una cultura di rispetto, dialogo e amicizia nella comunicazione digitale e a trasmettere la testimonianza della fede e della evangelizzazione attraverso il “continente digitale”.(B.C.)
Nelle Filippine si diffonde l’agricoltura biologica grazie ad un'organizzazione cattolica
◊ Dal 2005 quando è nato il progetto, sono ormai oltre cento gli agricoltori della città di Pamplona, nelle Filippine centrali, che hanno sviluppato sistemi di agricoltura biologica per diminuirne i costi di produzione, migliorare la gestione e la qualità delle coltivazioni. Fondamentale in tal senso – riporta Asianews – l’apporto dell’organizzazione cattolica “Prelature of Libmanan Development Foundation” (Pldfi). All’inizio il Pldfi ha riunito in cooperativa cinque coltivatori di grano confinanti tra loro, per aiutarli nella gestione del fondo e nel miglioramento delle tecniche di concimazione. Grazie al successo di questa prima iniziativa è riuscita ad estendere il suo operato anche al resto della regione e offre ora, oltre al supporto organizzativo, anche semi, know-how tecnologico, educazione e assistenza medica alla popolazione. “La Chiesa è felice - ha detto il direttore del Pldfi – soprattutto perché i contadini hanno compreso l’utilità di questi nuovi metodi nella loro vita”.(B.C.)
In India un sacerdote cattolico donerà un rene ad un indù
◊ Sarà effettuato il 30 settembre il trapianto di rene donato da un sacerdote cattolico, padre Davis Chiramel, parroco della chiesa di san Francesco Saverio a Vadanapally nello Stato del Kerala, ad un ex-elettricista indù, affetto da insufficienza renale cronica. Asianews racconta che il padre gesuita è venuto a conoscenza casualmente della necessità dell’uomo. Alcuni volontari di un’organizzazione sanitaria, infatti, ne stavano parlando all’interno della sua chiesa. “Donare il mio rene per me è una grazia – ha raccontato padre Chiramel - è avvenuta a febbraio, ma solo lo scorso 19 giugno ho capito quello che stavo facendo. Quel giorno il Papa ha inaugurato l’Anno sacerdotale ed io ero in ospedale per una delle analisi necessarie per il trapianto. In quel momento, mi sono reso conto che mi era stata donata la grazia di offrire anche il mio corpo per salvare un uomo”. “Cristo – ha aggiunto il gesuita - dona se stesso per la salvezza del mondo ed ogni giorno, nella Messa, i sacerdoti offrono il sacrificio del Suo corpo e del Suo sangue ma lo fanno senza condividere le pene e le sofferenze di nostro Signore”. “Per me – ha concluso - la possibilità di donare un mio organo ad una persona che non conosco è diventata l’occasione unica e privilegiata di partecipare alle sofferenze di Cristo”.(B.C.)
Rischio di catastrofe irreversibile: così, Obama al vertice Onu sul clima
◊ Alla presenza di tutti i più importanti capi di Stato e di governo del mondo oggi entrano nel vivo al Palazzo di Vetro di New York i lavori della 64.ma Assemblea generale dell’Onu. Il dibattito si aprirà con il saluto del Segretario generale Ban Ki-moon, seguito da tutti i “grandi” della comunità internazionale, che poi si sposteranno a Pittsburgh per il G20, a cominciare dal presidente Usa, Barack Obama. Grande attesa è riservata all’intervento del presidente iraniano Ahmadinejad, che Israele ha invitato boicottare per protesta contro la sua negazione dell'Olocausto.
Vertice clima
Intanto ieri, sempre nell’ambito dell’assemblea delle Nazioni Unite, si è tenuto il vertice mondiale sul clima per riavviare i colloqui in vista della Conferenza di Copenhagen di dicembre, da cui dovrà scaturire un nuovo accordo sulle emissioni. Il segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon ha ammonito la comunità internazionale per la lentezza con cui procedono i negoziati sul nuovo trattato. Sulla stessa lunghezza d'onda il presidente Usa Obama che ha parlato del rischio di una “catastrofe irreversibile”. La prima giornata dell'assise ha poi registrato la promessa, seppure vaga, del presidente cinese Hu Jintao, secondo il quale Pechino intende ridurre di “un margine notevole” entro il 2020 le emissioni di anidride carbonica. Da New York, ci riferisce Elena Molinari:
“I negoziati per un accordo sul clima stanno procedendo più lenti della velocità di scioglimento dei ghiacciai”. Il segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon ha aperto il vertice sul clima da lui convocato con un duro atto di accusa. La speranza del summit era di riavviare i colloqui internazionali per giungere ad un’intesa globale prima della Conferenza di Copenhagen sul clima di dicembre. “Un nuovo accordo è fattibile ma non sarà facile” ha risposto a Ban Ki-moon Barack Obama durante il suo intervento. “Tutti noi”, ha detto ancora, “dovremmo affrontare dubbi e difficoltà nelle nostre capitali”. Come primo passo Obama chiederà ai partner del G20, giovedì e venerdì al vertice di Pittsburgh, lo smantellamento progressivo delle sovvenzioni ai carburanti fossili per contribuire a diminuire l’effetto serra. La proposta statunitense rischia però di irritare proprio Cina, Russia e India che pagano ingenti sovvenzioni al settore. Ieri il presidente cinese Hu Jintao, parlando sempre all’Onu, si è tenuto vago, impegnandosi solo a ridurre in modo notevole, entro il 2020, le emissioni di anidride carbonica. Il momento più drammatico al Palazzo di Vetro si è però avuto quando sul podio è salito il presidente delle Maldive, l’arcipelago la cui sopravvivenza è messa a rischio dall’innalzamento del livello del mare. “Se le cose continueranno così”, ha detto, “noi moriremo e il mio Paese non esisterà più”.
Somalia
Ennesima giornata di violenti scontri a Mogadiscio tra ribelli islamisti e soldati della forza di pace dell'Unione Africana (Amisom). Fonti locali riferiscono di almeno 10 vittime, in larga misura civili. I nuovi combattimenti arrivano dopo appena sei giorni dall’attacco terroristico al quartier generale dell'Amisom in cui hanno perso la vita 22 soldati della missione. Che la Somalia sia uno dei fronti più caldi del radicalismo islamico lo conferma anche un video, apparso domenica su internet, in cui gli Shabaab, considerati il braccio armato di Al Qaeda nel Corno d’Africa, esprimono fedeltà a Bin Laden.
Video di Al Qaeda
La crisi finanziaria e l’elezione di Obama sono al centro di un video diffuso sul web in cui compare il numero due di Al Qaeda, il medico egiziano Al-Zawahri. Il filmato, in lingua araba e della durata di un'ora e 46 minuti, ricorda inoltre l'anniversario degli attacchi agli Stati Uniti dell'11 settembre 2001.
Afghanistan
Mentre in Italia è ancora grande l’emozione per i 6 paracadutisti morti nell’attentato di Kabul, oggi, un soldato italiano è rimasto ferito in un nuovo attacco avvenuto nella zona di Herat. Secondo fonti militari italiane, il soldato ha riportato la probabile frattura del gomito destro e non è in gravi condizioni. Intanto la Casa Bianca attende un quadro più chiaro sull’Afghanistan per mettere a punto una nuova strategia. Un cambio in tal senso è stato invocato anche dalla Nato che ha chiesto un maggiore dispiegamento di forze per evitare il fallimento della missione internazionale.
Honduras
L'Honduras, dopo il ritorno clandestino del presidente Manuel Zelaya, destituito lo scorso 28 giugno, vive in queste ore momenti di grande tensione politica e da più parti, fuori e dentro della nazione centroamericana, sono in molti a temere uno scoppio incontrollato della violenza. Il servizio di Luis Badilla:
Il “Fronte nazionale contro il colpo di Stato”, che raggruppa tutti gli oppositori al governante in carica Roberto Micheletti, ha annunciato per oggi una manifestazione a sostegno di Zelaya, tuttora rifugiato nella sede dell'ambasciata brasiliana a Tegucigalpa. Zelaya, che in passato sembrava molto rigido nelle sue posizioni, ora chiede un negoziato, ma Micheletti lo rifiuta e impone nuove misure restrittive alle libertà costituzionali poiché il “momento è molto grave per l'ordine interno”. Da Brasilia, intanto, il Ministro della Presidenza, la signora Dilma Rousseff, in risposta al governo honduregno smentisce che il suo Paese abbia in qualche modo facilitato l'ingresso nella sua sede diplomatica di Zelaya e aggiunge: “Lo abbiamo accolto solo perché la questione riguarda i diritti umani”. Dal canto suo, Micheletti nelle ultime ore ha aperto al dialogo, ma con una condizione: che Zelaya accetti il normale svolgimento delle elezioni presidenziali in programma per il 29 novembre. Mentre le diplomazie regionali e internazionali lavorano alacremente alla ricerca di uno sbocco, i principali candidati alla presidenza in queste ore si sono offerti per un’eventuale mediazione tra le parti.
Unesco-nomina
Da ieri l’Unesco ha un nuovo direttore. Si tratta della bulgara Irina Bokova che a sorpresa ha sconfitto il ministro egiziano della cultura Faruk Hosni, sul quale si sono sollevate grandi polemiche per il ruolo avuto nel 1985 nella protezione dei dirottatori palestinesi della nave Achille Lauro. Per la prima volta dal 1945, anno della fondazione dell’Unesco, l’organizzazione sarà guidata da una donna.
Gran Bretagna disarmo nucleare
La Gran Bretagna è pronta a ridurre i progetti di costruzione di sommergibili nucleari, nel quadro di misure di disarmo generali. Lo ha annunciato un portavoce di Downing Street precisando che il piano di riduzione sarà illustrato oggi dal premier britannico Brown, in una sessione speciale del Consiglio di sicurezza dell'Onu dedicata al disarmo nucleare.
Sudafrica: in aumento i dati della criminalità
È allarme criminalità in Sud Africa. Secondo alcuni dati diffusi dalla Bbc oltre 2,1 milioni di crimini gravi sono stati commessi nel Paese nell’ultimo anno. Anche se per gli omicidi si registra un leggero calo, c’è però un aumento del 10% per le violenze sessuali, che un maschio su quattro ha ammesso di aver commesso. A ciò si aggiungano i 18mila sudafricani attaccati da ladri all’interno delle loro case.
Australia: tempesta di sabbia cancella voli su Sydney
In Australia una violenta tempesta di sabbia ha colpito Sydney causando forti disagi alla circolazione soprattutto all’aeroporto della città con l’annullamento o il dirottamento di molti voli. Disagi anche per il traffico marittimo. Le autorità hanno raccomandato a tutti estrema attenzione sulle strade per la scarsa visibilità.
Grecia: attentato all’ex ministro dell’Economia del Pasok
In Grecia si intensificano gli attacchi da parte dei gruppi anarco-insurrezionalisti. Stamattina è stato colpito ad Atene l’ufficio dell’ex Ministro dell’Economia, il socialista Geraminos Arsenis, candidato a ricoprire la stessa carica in caso di un’eventuale vittoria del Movimento Socialista Panellenico alle prossime elezioni di ottobre. L’ordigno non ha fatto vittime e i danni non sono gravi.
Usa: eseguita condanna a morte in Texas
Eseguita nuova condanna capitale negli Stati Uniti. Christopher Coleman, un afroamericano di 37 anni, è stato ucciso ieri sera con un’iniezione letale in una prigione del Texas per essere stato riconosciuto colpevole dell’omicidio di tre persone durante uno scambio di droga. Pur avendo ammesso di essere stato presente sul luogo degli omicidi, ha sempre negato di esserne l’autore. Si tratta della 18.ma esecuzione del 2009 nello Stato del Texas.(Panoramica internazionale a cura di Marco Guerra e Gaia Ciampi)
Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LIII no. 266
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