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Sommario del 17/09/2009
Strage in Afghanistan: morti 6 soldati italiani e 10 civili afghani. Il dolore del Papa
◊ Gravissimo attentato contro il contingente italiano in Afghanistan. Un kamikaze si è fatto esplodere al passaggio di due mezzi dell’Isaf uccidendo 6 militari italiani e almeno dieci civili afghani. Si tratta dell’attentato più grave da quello avvenuto a Nassirya nel 2003. Il Papa, appena informato, ha espresso il proprio profondo dolore per l’accaduto assicurando la sua preghiera per le vittime e la sua vicinanza alle famiglie e a tutte le persone coinvolte. Lo ha detto ai giornalisti padre Federico Lombardi. Il direttore della Sala Stampa vaticana ha auspicato che “tutto questo sangue alla fine possa essere sostituito dalla pace per la quale tante persone sono impegnate e stanno donando la loro vita". "Quello che ferisce di più – ha sottolineato padre Lombardi - è il fatto che continui questa violenza proprio nei confronti di persone che sono impegnate per la pace". Il servizio di Stefano Leszczynski.
I talebani hanno rivendicato l’attacco condotto oggi a Kabul contro una pattuglia di militari italiani in servizio di scorta. L’attentato, forse portato a termine da un kamikaze, ha provocato la morte di sei soldati e di almeno 10 civili afgani, oltre al ferimento di almeno una trentina di persone, come confermato dal Ministero della Difesa e dal Ministero della Sanità afghano. Con l'attentato è salito a 20 il numero di militari italiani morti in Afghanistan dall'inizio della missione italiana nel 2004. Intanto, la Procura della Repubblica di Roma ha aperto un fascicolo ipotizzando il reato di strage a fini di terrorismo. ''Grande vicinanza'' e ''grande dolore'' sono stati espressi, oltre che dal Papa, dal cardinale Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova e presidente della Cei, appresa la notizia della morte dei militari italiani a Kabul. Unanimi le espressioni di cordoglio da parte del mondo politico ed istituzionale: la Camera, appresa la notizia, ha osservato su proposta del suo presidente un minuto di silenzio. L’attacco segna il picco di una escalation della violenza da parte dei ribelli talebani contro l’esercito afghano e il contingente internazionale. Lo scorso mese l’azione dei talebani si era fatta più aggressiva in occasione delle elezioni presidenziali, i cui risultati definitivi non sono ancora noti. I dati preliminari sulle presidenziali del 20 agosto scorso danno vittorioso il presidente uscente Hamid Karzai con il 54,6% delle preferenze contro il 27,8% del suo principale rivale Abdullah Abdullah. Un risultato tuttavia velato da forti dubbi per la denuncia di estese irregolarità. Anche l’Ue ieri aveva bollato come "sospetti" almeno un milione e mezzo di voti, la maggior parte dei quali, circa un milione e centomila, attribuiti proprio al presidente uscente.
Durissima la reazione del presidente, che ha bollato come “irresponsabile” l’accusa dell’Ue. Si teme, ora, per un rischiosissimo vuoto politico, in un Paese fortemente instabile, come dimostra l’attentato di oggi. Sul peggioramento della situazione nel Paese asiatico, Salvatore Sabatino ha intervistato Maurizio Simoncelli, esperto di geopolitica di “Archivio Disarmo”.
"Abbiamo visto che nel corso di quest’anno il livello della mortalità degli eserciti occidentali è cresciuto e c’è uno scontro molto duro, tanto è vero che mentre Obama ha voluto ridurre la presenza militare nell’Iraq ha invece ritenuto opportuno intensificare l’azione militare inviando anche alcune altre decine di migliaia di uomini in Afghanistan per tentare di risolvere militarmente la situazione. A tutt’oggi questo purtroppo non si vede. E’ una battaglia estremamente difficile e contemporaneamente la battaglia non è solo di tipo militare ma è anche una battaglia di tipo politico".
Non laicizzare i sacerdoti, non clericalizzare i laici: così il Papa ai vescovi brasiliani del Nordest
◊ La differenza tra il sacerdozio comune e il sacerdozio ministeriale è stata al centro del discorso che il Papa ha fatto stamane al gruppo di vescovi brasiliani della Regione Nordest 2, a Roma per la visita "ad Limina". Nelle parole di Benedetto XVI anche la raccomandazione ai sacerdoti a vivere con coerenza e fedeltà il proprio mandato. Il servizio di Fausta Speranza.
“E’ necessário evitar a secularização dos sacerdotes e a clericalização dos leigos...”
Evitare di laicizzare i preti e di clericalizzare i laici: lo chiede il Papa spiegando che “approfondire in modo armonico, corretto e chiaro” la relazione tra sacerdozio comune dei laici e sacerdozio ministeriale dei presbiteri è “uno dei punti più delicati della vita della Chiesa”. Dunque Benedetto XVI chiarisce: “E’ importante che ognuno agisca secondo la propria condizione”. Dunque “i laici si impegnino nella realtà anche attraverso il coinvolgimento politico, secondo la visione antropologica cristiana e la dottrina sociale della Chiesa”. “I sacerdoti, invece, devono evitare il coinvolgimento in prima persona nella politica”. Il Papa spiega perché: “I sacerdoti devono favorire l’unità e la comunione di tutti i fedeli e restare sempre punto di riferimento per tutti”. Benedetto XVI chiede ai vescovi del Brasile di “concentrare gli sforzi perché ci siano nelle loro diocesi nuove vocazioni”, perché ci siano “più sacerdoti e meglio formati”. Con una raccomandazione: i presbiteri sono chiamati a vivere con coerenza e pienezza di grazia il Sacramento dell’Ordinazione”.
“Sabemos que «a missão de salvação, confiada pelo Pai a seu Filho encarnado...”
Ricorda che la missione di salvezza che Dio Padre ha voluto attraverso il Figlio incarnato è stata affidata poi agli Apostoli e ai suoi successori. Da qui la “funzione essenziale e insostituibile del sacerdote, attraverso l’annuncio della Parola, la celebrazione dei Sacramenti, prima di tutto l’Eucaristia. Da qui l’invocazione a Cristo perché mandi operai nella sua vigna.
“Já se manifestam numerosos sinais de esperança para o futuro...”
Riconoscendo “numerosi segni di speranza” nella realtà della Chiesa brasiliana, il Papa parla di “un futuro che Dio sta preparando attraverso lo zelo e la fedeltà con i quali i vescovi esercitano il proprio ministero episcopale”. Il Papa indica due modelli: il Santo Curato d'Ars e Fra Antonio de Sant'Anna Galvao.
Il Papa visiterà la Sinagoga di Roma in autunno
◊ Benedetto XVI visiterà la Sinagoga di Roma nel prossimo autunno e attende di compiere con gioia questo evento. E’ quanto afferma il Papa stesso in un telegramma inviato al rabbino capo di Roma, Riccardo Di Segni, in occasione delle ricorrenze ebraiche di Capodanno, Yom Kippur e Sukkot. Il servizio di Sergio Centofanti.
Il Pontefice, nel messaggio reso noto dalla comunità ebraica, formula i più sentiti auguri per queste feste affinché siano motivo di comune santa letizia. Invoca quindi da Dio per tutti gli ebrei copiose benedizioni a costante incoraggiamento dell'impegno profuso per promuovere la giustizia, la concordia e la pace. Il Papa rinnova a Riccardo Di Segni la sua cordiale amicizia, in attesa della sua visita alla Sinagoga, animato dal vivo desiderio di manifestare alla comunità ebraica romana la sua personale vicinanza e quella di tutta la Chiesa cattolica. Il rabbino capo di Roma, Riccardo Di Segni, da parte sua – riportano le agenzie - ha espresso gratitudine per un messaggio così significativo e importante. Si tratta della terza Sinagoga che Benedetto XVI visiterà, dopo quelle di Colonia, in Germania, nell’agosto 2005, e di Park East a New York, nell'aprile del 2008. Già subito dopo l’elezione al Soglio pontificio, nell’aprile del 2005, Benedetto XVI aveva manifestato con un messaggio a Riccardo Di Segni la sua volontà di confidare “nell’aiuto dell’Altissimo per continuare il dialogo e rafforzare la collaborazione con i figli e le figlie del popolo ebraico”. L'evento si svolgerà a 23 anni dalla storica visita di Giovanni Paolo II nella Sinagoga di Roma, avvenuta il 13 aprile 1986 quando rabbino capo era il prof. Elio Toaff.
La questione della Cattedrale di Bucarest al centro dei colloqui tra il cardinale Bertone e il premier romeno Boc
◊ Questa mattina il cardinale segretario di Stato Tarcisio Bertone, accompagnato da mons. Dominique Mamberti, segretario per i Rapporti con gli Stati, ha ricevuto il premier romeno Emil Boc. Lo rende noto un comunicato della Sala Stampa vaticana. Il primo ministro aveva incontrato ieri Benedetto XVI al termine dell’udienza generale. “I cordiali colloqui – riferisce il comunicato - hanno permesso un fruttuoso scambio di opinione sui temi di attualità internazionale e di soffermarsi, in particolare, su alcuni aspetti della cooperazione bilaterale tra Santa Sede e Romania. Non si è mancato di toccare anche questioni di rilievo per i rapporti tra la Chiesa Cattolica e lo Stato romeno”. Al riguardo, il cardinale Bertone “si è interessato, fra altro, della situazione della Cattedrale di San Giuseppe di Bucarest, nonché delle comunità cattoliche in Romania”. La Chiesa romena – ricordiamo – ha manifestato la sua grande preoccupazione e il suo disappunto per la costruzione di un imponente grattacielo proprio accanto alla Cattedrale. Un progetto che, secondo l'arcidiocesi di Bucarest, potrebbe avere conseguenze sulla solidità statica della stessa Cattedrale, danneggiandone gravemente le fondamenta.
Il Papa riceve il Granduca Henri di Lussemburgo
◊ Il Papa ha ricevuto questa mattina a Castel Gandolfo Sua Altezza Reale il Granduca Henri di Lussemburgo, accompagnato da un seguito, in occasione della consegna del "Premio Van Thuân Solidarietà e Sviluppo". La cerimonia si è svolta ieri presso Palazzo Colonna a Roma, nel settimo anniversario della morte del cardinale vietnamita Van Thuân cui si ispira la Fondazione promotrice dell’iniziativa. I riconoscimenti sono andati quest’anno al Granduca Henri di Lussemburgo per il suo impegno a favore dei diritti umani e in particolare in difesa della vita e della libertà religiosa e a 4 progetti umanitari: il centro per persone non vedenti, Skills Development Centre for the Blind, guidato dal salesiano don Carlo Velardo a Pakkred in Thailandia, per insegnare arti e mestieri a persone in difficoltà; il Progetto Alas in Colombia, per la costruzione di un Centro di pastorale penitenziaria, voluto dalla Fondazione Caminos in Libertad dell’arcidiocesi di Bogotà; la Cooperazione Missionaria e Sviluppo, onlus di mons. Andrea Vece a Salerno, presso la parrocchia Madonna di Fatima; il progetto di Le Rocher Oasis des cités, un’associazione francese impegnata per la gente di strada.
Nomine
◊ In data 15 settembre 2009, il Santo Padre ha accettato la rinuncia al governo pastorale del Vicariato Apostolico di Mitú (Colombia), presentata da mons. José Gustavo Angel Ramírez, dell’Istituto per le Missioni estere diYarumal, per raggiunti limiti di età.
Benedetto XVI ha accettato la rinuncia all'ufficio di ausiliare dell'arcidiocesi di Dublino (Irlanda), presentata da mons. Fiachra Ó Ceallaigh, dell’Ordine dei frati Minori, per raggiunti limiti di età.
Il Santo Padre ha accettato la rinuncia al governo pastorale della diocesi di Cefalù (Italia), presentata da mons. Francesco Sgalambro, per raggiunti limiti di età. Gli succede mons. Vincenzo Manzella, finora vescovo di Caltagirone. Mons. Vincenzo Manzella è nato a Casteldaccia, in provincia e arcidiocesi di Palermo, il 16 novembre 1942. È stato ordinato sacerdote il primo luglio 1967, per l’arcidiocesi di Palermo. Eletto vescovo di Caltagirone il 30 aprile 1991, è stato consacrato vescovo il 29 giugno dello stesso anno. In seno alla Conferenza Episcopale Siciliana è delegato per i Problemi sociali, del Lavoro e Giustizia e Pace.
La visita del Papa alla nuova sede della Specola Vaticana
◊ Benedetto XVI ha visitato ieri pomeriggio la nuova Sede della Specola Vaticana nelle Ville Pontificie a Castel Gandolfo. La Specola o Osservatorio astronomico è un istituto di ricerca scientifica che ha le sue origini nel 1578, durante il Pontificato di Gregorio XIII. Della visita del Papa ci parla il direttore della Specola, il padre gesuita José Gabriel Funes, al microfono di Fabio Colagrande:
R. - E’ stata una visita, direi, famigliare perché c’era solo la comunità dei gesuiti e alcuni rappresentanti e gli ingegneri che hanno fatto il lavoro di ristrutturazione del monastero e alcuni nostri dipendenti. E’ stata una grande gioia per noi avere il Santo Padre.
D. – Si tratta tra l’altro della conferma di una tradizione, le visite dei Pontefici all’Osservatorio astronomico Vaticano...
R. - Infatti, ieri il Santo Padre ha firmato una pergamena; il primo Sommo Pontefice a firmare questa pergamena è stato Pio XI, proprio lo stesso giorno, il 16 settembre di 75 anni fa, e questo dimostra la tradizione della Specola Vaticana, l’interesse che i Papi hanno avuto per questa istituzione. In particolare con la visita di Papa Benedetto inizia una nuova tappa, un nuovo periodo nella storia della Specola.
D. - Nella nuova sede sono stati portati la collezione di meteoriti, molto preziosa, che voi avete e anche alcuni oggetti come antichi telescopi e astrolabi. Il Papa ha potuto ammirarli...
R . – In particolare gli abbiamo fatto vedere un meteorite che si crede sia arrivato da Marte: è un pezzo molto prezioso, neppure il Papa ha potuto toccarlo direttamente! Questo per dire il grande il valore che ha questo meteorite. Poi il Papa ha visitato la biblioteca, ha visto alcuni dei libri più antichi e ha anche visitato l’abitazione della comunità. E’ stata una visita molto bella. (Montaggio a cura di Maria Brigini)
Domani l'incontro tra il Papa e Hilarion. Il cardinale Kasper: rapporti costruttivi tra Chiesa cattolica e Patriarcato di Mosca
◊ L’arcivescovo Hilarion, presidente del Dipartimento per le Relazioni Ecclesiastiche Esterne del Patriarcato di Mosca, incontrerà il Papa domani mattina a Castel Gandolfo. Hilarion, alla sua prima visita a Roma dopo la nomina al suo attuale incarico, ha avuto un colloquio oggi con il cardinale Walter Kasper, presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani. Dei contenuti di questo incontro ci parla lo stesso porporato al microfono di Philippa Hitchen:
R. – L'incontro ha mostrato la nuova situazione tra Chiesa cattolica e Patriarcato di Mosca: abbiamo superato tutte le tensioni che c’erano negli anni scorsi e siamo adesso in un rapporto normale, tranquillo e anche positivo, costruttivo. Dapprima, Hilarion ha espresso la sua alta stima per il Papa Benedetto XVI, che è molto apprezzato nella Chiesa ortodossa russa, e poi abbiamo parlato dei nostri rapporti, soprattutto del dialogo teologico che avrà luogo a Cipro nelle prossime settimane. Adesso loro vogliono ritornare al tavolo del dialogo, hanno superato queste tensioni tra Mosca e Costantinopoli sul caso dell’Estonia, e vogliono collaborare normalmente. Poi abbiamo parlato anche dei nostri rapporti bilaterali: su una mostra, un concerto che loro vogliono fare qui a Roma; io ho suggerito che anche noi possiamo fare una mostra a Mosca. Abbiamo parlato dello scambio di preti, di teologi e tutto quello che può aiutare per migliorare i rapporti e superare anche i pregiudizi e le resistenze che esistono in Russia contro la Chiesa cattolica e contro l’ecumenismo; ma, passo dopo passo, possiamo superare anche questo. Le due parti sono decise ad andare avanti.
D. – Quindi, con questo progresso, la visita del Santo Padre a Mosca forse adesso è un po’ più vicina?
R. – Sì, ma questo è stato un punto marginale nella nostra discussione perché il nuovo Patriarca di Mosca Kirill adesso deve fare visita a tutti gli altri Patriarchi e per questo ci vuole tempo. Quindi, per il momento, la visita del Papa a Mosca non è sull’agenda, non è un punto che abbiamo discusso. Loro non rifiutano un incontro col Papa: questo probabilmente non sarà a Mosca né a Roma, ma in un terzo luogo. Il Patriarca Kirill conosce bene Benedetto XVI e lo ha incontrato già due volte come metropolita. Ma non si deve puntare solo su questo punto perchè abbiamo tanti altri canali di comunicazione con il Patriarcato di Mosca: questa è una prospettiva per il futuro e sarebbe auspicabile un tale incontro ma non è l’unico punto della discussione. (Montaggio a cura di Maria Brigini)
Oggi su "L'Osservatore Romano"
◊ Il Papa inaugura i nuovi locali della Specola Vaticana.
In rilievo nell'informazione internazionale: Uccisi a Kabul sei militari italiani.
Oltre un miliardo gli affamati nel mondo secondo i dati forniti dalla Banca mondiale e dal Pam.
In cultura:“Dispute, anatemi e roghi per i libri di Maimonide”; incontri e scontri culturali tra le comunità giudaiche d’Oriente e d’Occidente di Menachem Ben Sasson.
“Lavorare insieme è la miglior forma di dialogo” di Claudia Montuschi sulla pubblicazione del catalogo dei manoscritti ebraici della Biblioteca Apostolica Vaticana.
Rapporto-Proposta della Cei sulla sfida educativa da oggi nelle librerie
◊ ''Nel nostro tempo, l'educazione è diventata, in maniera nuova, un problema. Soprattutto, sono diventati più incerti e problematici i rapporti tra le generazioni, in particolare riguardo alla trasmissione dei modelli di comportamento e di vita”. E' quanto scrive il cardinale Camillo Ruini, presidente del Comitato Cei per il progetto culturale, nella prefazione del Rapporto-Proposta dal titolo 'La sfida educativa'. Al centro del volume, da oggi nelle librerie, la necessità di affrontare concretamente l’emergenza educativa, creando una solida alleanza e promuovendo una collaborazione a tutto campo anche con i non credenti. Il Rapporto-Proposta sarà prersentato a Roma il prossimo 22 settembre. Il servizio di Cecilia Seppia.
Da un lato fare luce sulla crisi e la debolezza dell’educazione e della formazione che caratterizzano la nostra società, dall’altro fornire risposte concrete per superare quella che sempre di più si pone come una vera emergenza. Questi gli obiettivi del Rapporto-Proposta del Comitato per il progetto culturale della Conferenza episcopale italiana, da oggi in tutte le librerie. Una fotografia della situazione educativa in Italia che tiene conto dei problemi ma anche delle risorse, incoraggiando un ritorno all’intelligenza, ai valori, al raggiungimento del bene comune. “Educare, sottolinea il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Cei, vuol dire accompagnare ciascun individuo, lungo tutta la sua esistenza, nel camino che lo porta a diventare persona, ad assumere quella forma per cui un uomo è autenticamente uomo”. Nella crisi epocale che travolge la scuola, i maestri, la tradizione diventa perciò prioritario un processo umano e globale, che lungi dal creare "buoni cittadini o solo buoni cattolici - spiega il cardinale Camillo Ruini - presidente del Comitato, sappia invece creare uomini veri". Per far questo però non basta una trasmissione tecnica di saperi e abilità, occorre invece, secondo le parole del porporato, un lavoro complesso, concreto che miri a ricostruire un ideale antropologico oggi perduto, una storia e una cultura di cui dobbiamo farci carico - con la nostra libertà, ricordandoci che per essere liberi occorre soprattutto sapere, ma solo l’educazione ben riuscita ci garantisce il retto uso della libertà. Perché questo si realizzi, come emerge dalle pagine del rapporto, bisogna infine creare una sorta di alleanza per l’educazione che sappia coinvolgere il maggior numero di interlocutori, in tutti quei luoghi, come la scuola, la famiglia, il lavoro in cui la difesa e l’implementazione di questo bene pubblico, è fondamentale.
Sui contenuti e le finalità del Rapporto-Proposta “La sfida educativa”, Emanuela Campanile ha sentito Ernesto Diaco, vice responsabile del progetto:
R. – L’obiettivo è quello di provocare una riflessione ulteriore sulle cause ma anche sulle direzioni che dobbiamo intraprendere per affrontare questa sfida, questa questione educativa. Se ne parla spesso in termini di un’emergenza – forse anche con un allarmismo un po’ esagerato – però raramente si va oltre un’analisi, magari anche la messa in luce di alcune contraddizioni, di alcuni fenomeni spiacevoli della nostra società. Il Rapporto-Proposta tenta d’indicare alcune direzioni, non è solo un’analisi con dei dati.
D. – Chi sono gli attori principali di questo Rapporto-Proposta?
R. – Non si ferma solo a ragionare di famiglia, di scuola e di comunità cristiana, ma si parla di educazione in termini del mondo del lavoro, dell’impresa. Si parla di educazione ragionando di consumi, di spettacolo, ovviamente anche di mezzi della comunicazione e di sport. Si cercano di vedere tutti gli elementi in gioco nel processo educativo, anche quelli che talvolta vengono sottovalutati.
D. – Il ruolo della comunità cristiana qual è?
R. – La comunità cristiana ha un patrimonio educativo straordinario, talvolta forse da riscoprire e da aggiornare. C’è una responsabilità a suscitare nuove educazioni vocative. Questo, forse, è quello che la comunità cristiana, oggi, può maggiormente fare non solo per stessa ma per il Paese.
L’educazione è dunque un bene pubblico che va difeso in ogni ambito. Ma per quale motivo spesso prevale una forma di indifferenza generalizzata nei confronti di un’emergenza, di una sfida prioritaria e ineludibile? Emanuela Campanile lo ha chiesto a Mario Pollo, docente di pedagogia generale e sociale della Facoltà di Scienze della Formazione alla Lumsa di Roma:
R. – Spesso noi viviamo troppo centrati sul consumare il presente, sul vivere su ciò che il momento offre dimenticando la dimensione progettuale che è tipica della condizione umana: dimentichiamo che l’uomo deve vivere e sviluppare se stesso secondo un progetto. E si pensa invece che la persona si sviluppi più per occasioni, per accadimenti contingenti che, piuttosto, per un’azione che segue una linea progettuale. Allora, la crisi profonda della progettualità che vive la nostra cultura, mette anche in crisi il concetto di educazione.
D. – L’educazione è un qualcosa che nasce – suppongo – da una collaborazione. Chi sono gli attori principali che dovrebbero coalizzarsi perché l’emergenza educativa non sia più emergenza?
R. – Oggi l’educazione non è più inscrivibile solo all’interno della famiglia o della scuola, dell’associazionismo, della Chiesa: cioè, delle tradizionali istituzioni educative. Ma deve espandersi all’intera vita sociale, cioè, la società deve diventare una società educante. Questo è un vecchio tema della pedagogia sociale che era quello di fare in modo che la società diventi educante. Quindi, accanto all’azione degli educatori tradizionali, classici, la comunità locale dovrebbe sviluppare attività, azioni, luoghi che favoriscano l’educazione delle nuove generazioni.
D. – Forse gli stessi adulti dovrebbero essere educati ... perché, si pensa sempre ai più giovani, però i giovani sono educati dagli adulti …
R. – Il problema è che noi oggi siamo di fronte a molti adulti infantili, cioè adulti che non hanno maturato la loro “adultità” e quindi, ad esempio, il senso profondo di responsabilità nei confronti delle nuove generazioni, la capacità – ad esempio – di sottomettere i loro impulsi ad un piano dei valori, alla capacità di vivere la sofferenza, il dolore, la sconfitta … cioè, adulti che abbiano elaborato profondamente la propria “adultità”! E quindi, occorre un’azione che aiuti gli adulti a conquistare la propria “adultità”. Però, c’è un vantaggio: che se un adulto si mette a servizio dell’educazione, si impegna nell’educativo, mentre aiuta il giovane a crescere sviluppa anche la propria “adultità”. Quindi, l’educazione è un luogo in cui l’adulto può aiutare il giovane a crescere ma può diventare egli stesso più adulto. (Montaggio a cura di Maria Brigini)
Obama verso il no allo scudo antimissile nell'Est Europa
◊ Gli Stati Uniti starebbero accantonando il progetto, già ideato dell'amministrazione Bush, di realizzare lo scudo antimissile in Polonia e Repubblica Ceca. Lo scrive il Wall Street Journal, confermando un'ipotesi già ventilata nei giorni scorsi. Se andasse in porto un’eventualità del genere come cambierebbero i rapporti tra Washington, Russia ed Europa? Giancarlo La Vella lo ha chiesto ad Arduino Paniccia, docente di Studi Strategici all’Università di Trieste:
R. – Cambierebbero molto. Questa è una strategia nuova. E’ evidente che Obama sta abbandonando alcune delle posizioni chiave dell’amministrazione Bush e questo cambiamento vuole raggiungere due obiettivi. Come prima cosa, vuole cercare di ricucire i rapporti con la Federazione Russa, rapporti che sono indispensabili anche per la vicenda dell’Afghanistan, per la possibilità di far transitare aerei e di avere un appoggio fondamentale. L’altra vicenda riguarda la linea di Obama, che non è per un confronto duro, ma per la trattativa. Il presidente ha perfettamente capito che la vicenda dello scudo missilistico al confine con la Federazione Russa avrebbe provocato tensioni a non finire in Europa ed anche con gli stessi alleati della Nato.
D. – Rimane, comunque, in piedi il problema sicurezza per quella parte dell’Europa, innanzitutto nei confronti dell’Iran…
R. – Questo, naturalmente, è un problema che rimane aperto. Vi sono tuttavia altri modi per riuscire a garantire la sicurezza europea, nei confronti del fronte iraniano o comunque del fronte mediorientale, che possano coinvolgere maggiormente Mosca e sui quali si può raggiungere un accordo. A dire la verità il tentativo era già stato fatto, in modo sicuramente più timido, anche dalla stessa amministrazione Bush. Credo che questa volta Obama affronterà il problema della sicurezza, sentendo il parere dei rappresentanti diplomatici e militari della Federazione Russa. Probabilmente questa potrebbe essere la via d’uscita principale dalla situazione di stallo.
Chiesa del Kenya: governo incapace di fronteggiare violenze, corruzione e povertà
◊ “Siamo estremamente preoccupati per il notevole incremento dei conflitti di frontiera in Kenya, in particolare con Somalia, Sudan, Etiopia e Uganda. Così i membri delle Commissioni “Giustizia e Pace” di tutte le diocesi del Kenya, che denunciano l'incapacità dello Stato a fronteggiare le violenze e ad assicurare protezione ai suoi cittadini. Le dispute di confine, l’insicurezza causata dalla criminalità dilagante, i danni ambientali, la situazione degli sfollati interni, l’impunità e la corruzione e la riforma della Costituzione: sono alcuni dei problemi per i quali la Chiesa cattolica sollecita il governo affinché trovi una soluzione definitiva per le centinaia di migliaia di persone che ancora vivono nei campi per sfollati, dopo essere fuggiti dalle loro case. Nel Paese si è infatti registrato un incremento dei crimini violenti e dell’uso politico della violenza soprattutto a seguito delle contestate elezioni presidenziali di fine dicembre 2007 che provocarono forti disordini. “La violenza organizzata ha distrutto l'identità africana e questo sta avvenendo attraverso l'istigazione e lo sfruttamento da parte dell'élite politica”, afferma il documento finale della Commissione “Giustizia e Pace”. Il documento inoltre ricorda la missione della Chiesa, quella di dare voce ai senza voce, essere solidali con gli oppressi. La Dottrina sociale della Chiesa, continua il comunicato, diventa giudice e difensore dei diritti violati e non riconosciuti, in particolare di quelli dei poveri, degli ultimi e dei deboli. (M.P.)
Cuba: gioia della Chiesa per l'apertura delle carceri ai riti religiosi
◊ Padre José Félix Pérez, segretario esecutivo della Conferenza dei vescovi cattolici di Cuba ha dichiarato ieri all’agenzia Afp che la Chiesa cubana “ha accolto con molta gioia” la notizia sulla decisione del governo del presidente Raúl Castro che dopo cinquanta anni autorizza la celebrazione di riti religiosi all’intero delle carceri del Paese. “Si tratta - ha precisato padre Pérez - di un tema sul quale da tempo si parlava con le autorità e ora abbiamo avuto una comunicazione al riguardo”. Osservando che si tratta di una “notizia reale e vera” dopo alcune indiscrezioni dei giorni scorsi, ha poi precisato “che i dettagli si conosceranno mano a mano che quell’autorizzazione andrà a concretizzarsi”. Martedì scorso la stessa soddisfazione era stata espressa da parte delle Chiese evangeliche riunite nel Consiglio delle Chiese di Cuba. La Chiesa cattolica a Cuba da molti anni ha una sua, seppur piccola, struttura per la pastorale penitenziaria e i sacerdoti che lavorano in questo settore periodicamente, con autorizzazioni speciali e a richiesta degli interessati, hanno potuto in via del tutto eccezionale prestare servizi religiosi e spirituali. Negli ultimi anni, in particolare dopo la visita di Giovanni Paolo II nel 1998 e dopo il ripristino della festa di Natale che era stata soppressa negli anni '60, i vescovi di tutte le diocesi cubane hanno potuto celebrare la Santa Messa nelle carceri per chi desiderava prenderne parte. Ad ogni modo si è sempre trattato di occasioni eccezionali e previamente autorizzate. Da oggi invece dovrebbe essere diverso poiché, quando la misura entrerà a regime, diventerà un meccanismo meno farraginoso. Per padre José Félix Pérez, segretario esecutivo dell’Episcopato “anche se la decisione consente di parlare di un meccanismo permanente occorrerà comunque tener conto dei luoghi in cui si trovano le carceri”. Le prigioni provinciali inoltre, ha ricordato, hanno i propri specifici regolamenti, cosa da tenere in considerazione. Molto dipenderà anche dal numero dei reclusi che chiederanno il servizio religioso. Ora si dovranno studiare le modalità di tali servizi poiché è chiaro “che non saranno limitati soltanto alla Settimana Santa e al Natale”. (A cura di Luis Badilla)
Preghiera dei cattolici del Tamil Nadu per i profughi dello Sri Lanka
◊ Un giorno di preghiera e di digiuno per tutti i cattolici dello Stato indiano del Tamil Nadu in segno di solidarietà dei profughi dello Sri Lanka. È l’iniziativa, riportata dall’agenzia Asianews, prevista per il 19 settembre prossimo e proposta dalla Chiesa del Tamil Nadu, Stato indiano che ospita il maggior numero di profughi srilankesi. Mons. Peter Fernando, arcivescovo di Madurai, ha lanciato un invito ai vescovi di Trincomalee e Mannar affinché forniscano notizie sulla reale situazione dello Sri Lanka e sugli affollati campi profughi dopo la guerra. Gli oltre 260mila rifugiati, tra i quali centinaia di donne e bambini, precisa mons. Fernando, soffrono “una crisi umanitaria che non trova ascolto nei forum internazionali per i diritti umani”. Il vescovo di Madurai chiede assicurazioni sul reinsediamento dei profughi, garanzie sull’assistenza economica loro promessa e invita le autorità del Tamil Nadu a fare pressioni presso il governo centrale dell’India affinché aiuti i rifugiati. Intanto la Chiesa sta organizzando un gruppo per l’assistenza sanitaria comprendente medici, infermieri, consulenti e personale paramedico pronto a intervenire in aiuto delle Internally displaced persons(Idp). Il governo di Colombo aveva promesso il ritorno dei profughi nei loro villaggi entro 180 giorni dalla fine del conflitto, il 19 maggio scorso. Il presidente dello Sri Lanka, Mahinda Parajapaksa, aveva però già ridimensionato la promessa garantendo la sistemazione dell’80% delle Idp entro la fine dell’anno ma questo nuovo termine potrebbe nuovamente non essere rispettato. Il 17 e il 18 settembre è attesa la visita dell’inviato Onu, Lynn Pascoe, sottosegretario delle Nazioni Unite per gli affari politici che, preoccupato per l’andamento del processo di pace, ha annunciato di voler discutere con il governo di Colombo. (M.P.)
Giornata della Giustizia sociale: i vescovi australiani lanciano un appello ai giovani
◊ “Essere testimoni credibili del Vangelo per poter affrontare le sfide sociali del Paese”. È l’appello lanciato dalla Conferenza Episcopale australiana ai giovani del Paese in occasione della Giornata della Giustizia sociale che si celebrerà il 27 settembre. Il tema che riporta lo spirito della Gmg di Sydney 2008, sottolinea il Sir, sarà: “Voi sarete miei testimoni: giovani e giustizia”. I vescovi australiani ricordano le diverse sfide che i ragazzi devono affrontare, problemi che ha anche menzionato il Santo Padre: l’integrazione degli aborigeni, la tutela ambientale, la disoccupazione, lo sviluppo sostenibile. Per far fronte a tali sfide i vescovi suggeriscono un vero simbolo della giustizia, la Croce, immagine dei pellegrinaggi della Gmg nei luoghi della memoria australiana. Luoghi in cui si testavano i missili e dove venivano detenuti gli immigrati e i richiedenti asilo politico. Cristo, affermano i vescovi, si può incontrare anche guardando l’ingiustizia intorno a noi, difendendo il più debole e restaurando la giustizia. (M.P.)
Attesi due milioni di giovani alla Gmg di Madrid nel 2011
◊ Si attendono almeno due milioni di giovani alla prossima Giornata Mondiale della Gioventù 2011 di Madrid. L’agenzia Zenit ha riportato il contributo dell’Arcivescovo di Madrid, il cardinale Antonio María Rouco Varela, il quale ha illustrato quali saranno i momenti più salienti dell’incontro mondiale. Lunedì ha avuto inizio il pellegrinaggio della Santa Croce delle Giornate Mondiali, consegnata all’Arcidiocesi della capitale spagnola nella Domenica delle Palme. La Croce visiterà tutte le parrocchie dell’Arcidiocesi e in seguito le Diocesi dell’intera Spagna. Gli appuntamenti più significativi della Gmg presieduti da Benedetto XVI saranno la Veglia e l’Eucaristia conclusiva il 19 e il 20 agosto. La Messa che darà inizio alla Giornata e l’accoglienza del Santo Padre verranno celebrate in Plaza de la Cibeles, in pieno centro a Madrid, il 16 agosto. È possibile che si celebri anche una Via Crucis solenne venerdì 18 agosto lungo il Paseo de la Castellana. “Le Gmg hanno condizionato la storia dell’evangelizzazione dei giovani del mondo, aiutando a creare una cultura giovanile distinta, un’aria nuova per la vita dei giovani dei loro ambienti e gruppi ecclesiali”. È lo spirito, secondo il cardinale Rouco, di tutte le Giornate Mondiali, occasione di incontro e reincontro con la fede. Il Comitato organizzatore della Gmg ha già approvato il logotipo ufficiale e l’inno e coordinerà le catechesi nelle altre lingue. Il porporato ha chiesto a tutte le istituzioni ecclesiali e del governo di offrire spazi disponibili per l’accoglienza dei pellegrini e dei circa 15.000 volontari. (M.P.)
Al via i preparativi per l’Anno Santo Compostelano
◊ Sono cominciati i preparativi per l’Anno Santo Compostelano, che si aprirà ufficialmente il primo gennaio del 2010. L’Opera Romana Pellegrinaggi, su richiesta della Chiesa Spagnola, sta offrendo la propria consulenza nella preparazione di questo anno giubilare in collaborazione con GEIE Cammini d’Europa, ente dell’Unione Europea, impegnandosi a rendere il viaggio di Santiago più appropriato ai pellegrini del XXI secolo e offrendo la propria consulenza nell'ambito di una serie di programmi. In primis la ristrutturazione della “Casa del Deàn (canonico)”, che comprende il nuovo punto di incontro, il centro di accoglienza e di rilascio della Compostele, che ieri è stata inaugurata e benedetta dall’arcivescovo di Santiago, Julian Barrio Barrio. Inoltre l’Opera Romana è impegnata nella formazione degli animatori pastorali dediti all’accoglienza, nell’organizzazione delle visite all’interno della Cattedrale e nell’assistenza lungo il cammino di Santiago. Il Cammino di Santiago di Compostela è il lungo percorso che i pellegrini fin dal Medioevo intraprendono, attraverso la Francia e la Spagna, per giungere alla Cattedrale di Santiago, dove riposano le spoglie di San Giacomo, Sant Yago. A distanza di secoli quei passi che hanno tracciato la nostra identità culturale sono gli stessi che fanno di Santiago, capitale della Galizia, il cuore pulsante di quella gioventù europea che qui arriva spinta dal desiderio di vivere un’esperienza “forte” di fede e di vita, trovando una straordinaria accoglienza. Basti pensare che si contano circa 70mila universitari, su 80 mila abitanti. (C.S.)
L’opera dei religiosi italiani in un convegno ad Assisi su “Welfare e Carità”
◊ “Il Vangelo nelle opere di carità e nelle attività sociali dei religiosi in Italia” è il titolo e lo spirito del convegno che si svolgerà ad Assisi dal 12 al 16 ottobre. I lavori, secondo quanto riporta il Sir, saranno presieduti dai presidenti della Conferenza dei Superiori Maggiori don Alberto Lorenzelli, e dell'Unione delle Superiore Maggiori madre Viviana Ballarin. Con loro il direttore della Caritas italiana, mons. Vittorio Nozza. La seconda giornata del convegno metterà al centro il welfare degli istituti religiosi italiani visto nell'ottica della “Deus caritas est”. Mons. Vittorio Pasini, presidente della Fondazione Zancan, presenterà la sua relazione sulle opere di carità degli istituti religiosi nella realtà culturale e sociale italiana. La mattinata si chiuderà con la Messa celebrata dal vescovo di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino, mons. Domenico Sorrentino. La celebrazione di martedì 14 sarà affidata all'arcivescovo di Chieti-Vasto, mons. Bruno Forte, che presenterà la sua relazione intitolata “Il Vangelo della carità, sorgente, anima e scopo delle nostre opere”. L'ultima giornata, dedicata alla profezia della carità, sarà aperta dalla Messa presieduta dal vescovo emerito di Perugia-Città della Pieve, mons. Giuseppe Chiaretti. Durante i lavori sarà presentato il IV Censimento delle opere socio-sanitarie. (M.P.)
La Fao nomina cinque nuovi "ambasciatori di buona volontà”
◊ La Fao ha reso noto i nomi dei cinque nuovi ambasciatori di buona volontà: personalità distintesi per l'impegno sociale a beneficio dei più poveri. Si tratta della first lady della Repubblica Domenicana, Margarita Cedeño de Fernández, dello stilista francese Pierre Cardin, dell’atleta americano Carl Lewis, della cantautrice indonesiana Anggun e del compositore e cantante colombiano Fanny Lu. Il titolo di ambasciatore sarà assegnato loro in occasione della 35.esima sessione della Giornata mondiale dell’alimentazione, il 16 ottobre prossimo a Roma. Il tema della Giornata sarà "Il raggiungimento della sicurezza alimentare in tempi di crisi". Verrà messa in evidenza la situazione critica di 1,2 miliardi di persone che attualmente sono malnutriti e la necessità, nonostante il clima economico di depressione mondiale, di aiutare gli affamati. La Fao chiede maggiore assistenza d'emergenza alle famiglie più colpite e un aumento sostanziale degli investimenti nel settore agricolo. La Fao ospiterà inoltre una serie di eventi tra il 12 e il 16 ottobre presieduti da esperti sul tema "Come sfamare il mondo nel 2050" e dal Comitato sulla Sicurezza Alimentare Mondiale. (M.P)
Yemen: raid governativo fa strage di civili
◊ Almeno 87 civili sono stati uccisi nel nord dello Yemen, dove l’aviazione governativa ha bombardato un campo profughi nel corso di un’offensiva contro i ribelli sciiti. E mentre circolano versioni discordanti sulle dinamiche della strage, Human Rights Watch ha chiesto al governo yemenita di aprire immediatamente un’inchiesta. Il servizio di Marco Guerra:
È pesantissimo il bilancio di quattro diversi raid effettuati nei pressi di una scuola nella zona di Adi, nel nord del Paese, teatro di furiosi combattimenti tra la guerriglia sciita e le truppe regolari. Le 87 vittime sono per lo più donne e bambini. Una fonte delle forze armate ha affermato che i ribelli avevano precedentemente aperto il fuoco contro i militari, nascondendosi poi tra i profughi. A sua volta la guerriglia ha accusato il governo yemenita di voler soffocare la rivolta nel sangue. Human Rights Watch ha chiesto alle autorità di Sanaa di “investigare prontamente e con imparzialità” per individuare le responsabilità. Mentre un testimone sentito dalla Ong per i diritti umani ha riferito che nella zona non c'erano scontri, anche se nei pressi c'è una strada usata dai guerriglieri. Fonti ufficiali al momento non confermano. Tuttavia è noto che da metà agosto è in corso nel Nord del Paese un'offensiva militare denominata 'Terra Bruciata' contro i ribelli zaiditi e sciiti che dal 2004 conducono una rivolta contro le autorità centrali in prevalenza sunnite. Stime ufficiose, dopo cinque anni di combattimenti, parlano di migliaia di morti e di oltre 150 mila profughi.
Pakistan
Due capi operativi di Al Qaeda in Pakistan sono stati uccisi in un raid missilistico statunitense avvenuto alcuni giorni fa nel nord del Paese. Lo hanno reso noto oggi le autorità pakistane. La notte scorsa, nella valle dello Swat, forze di polizia pachistane hanno ucciso almeno dieci talebani e ne hanno arrestati altri sei.
Somalia
Non si ferma la violenza in Somalia. Al Shabaab, il braccio armato somalo di al Qaeda, ha compiuto stamani un doppio attentato suicida contro una base delle forze di pace dell'Unione Africana a Mogadiscio. Secondo fonti ufficiali ci sarebbero solo alcuni feriti. Lo stesso gruppo radicale poche ore prima aveva posto al governo francese quattro condizioni per la liberazione di un loro militare, preso in ostaggio lo scorso luglio nella capitale. Per un commento sulla drammatica situazione nel Corno d’Africa, Oliver Tosseri ha sentito mons. Giorgio Bertin, amministratore apostolico di Mogadiscio:
R. - La situazione in Somalia rimane molto precaria. Coloro che soffrono di questa situazione sono anzitutto i somali stessi. Ci sono almeno tre milioni e settecentomila persone che devono vivere sull’aiuto internazionale. Il problema grave è quello della mancanza dello Stato, della mancanza di una vera autorità che possa esercitare il suo servizio e questo perché il governo attuale di transizione purtroppo, quando è arrivato al potere alla fine di gennaio, quando è tornato a Mogadiscio, ha trovato che la gran parte del centro sud della Somalia era stata già presa con le armi dai diversi gruppi islamisti radicali. Ci si trova di fronte a un governo estremamente debole e che ha bisogno di sostegno della comunità internazionale, la quale è presente attraverso una forza militare africana.
D. - Mons. Bertin, ma basta la presenza di questa forza militare africana o andrebbe fatto qualcosa di più?
R. - Purtroppo questa forza militare è spesso più simbolica che altro. Ci sarebbe bisogno di un sostegno molto più importante da parte della comunità internazionale, la quale però non si deve limitare a pensare ad azioni di carattere militare ma deve coniugare insieme l’aspetto politico, l’aspetto economico e anche quello militare.
Libano
Saad Hariri è stato rinominato ieri primo ministro, con l’obiettivo di formare un governo dopo il fallimento del primo tentativo, a causa dell’ostruzionismo di Hezbollah. Sempre ieri l’inviato americano per il Medio Oriente, George Mitchell, ha discusso con il capo di Stato Michel Suleiman del rilancio del processo di pace nella regione e dello spinoso dossier dei rifugiati palestinesi in Libano.
Vertice Ue in vista del G20
Misure di sostegno all’economia e sanzioni per le banche che continuano a corrispondere superbonus ai propri manager. Queste, in sintesi, le proposte principali del documento sul tavolo dei 27 leader dell’Unione Europea, che si incontreranno oggi pomeriggio a Bruxelles per mettere a punto la posizione comune da portare al G20 di Pittsburgh, il 24 e il 25 settembre prossimi.
Colloqui Russia – Georgia
Ripresi stamani a Ginevra i colloqui tra Russia e Georgia, a poco più di un anno dalla guerra che ha opposto Mosca a Tbilisi per il controllo di Abkhazia e Ossezia meridionale. Si tratta del settimo round di negoziati per discutere di sicurezza nel Caucaso e di rifugiati.
Honduras: dopo il golpe 4 candidati alle presidenziali appoggiano il negoziato
Si tenta di percorrere la via della riconciliazione nazionale in Honduras. Quattro dei principali candidati alle elezioni presidenziali si sono pronunciati in favore di una soluzione negoziale alla crisi politica in cui versa il Paese in seguito al golpe scoppiato il 28 giugno scorso e che ha costretto Manuel Zalaya all’esilio. Nonostante il loro impegno a compiere sforzi verso una distensione politica, nessuno si è detto pronto ad appoggiare il reinsediamento del deposto presidente. Tuttavia l’intera comunità internazionale riconosce Zalaya come unico Presidente legittimo della Repubblica dell’Honduras.
Brasile: influenza A
In Brasile il bilancio delle vittime per la nuova influenza ha raggiunto il triste primato di 899 morti. Secondo i dati diffusi dal Mnistero della Sanità, dunque, il Paese sudamericano è il più colpito al mondo per la diffusione del virus A/H1N1. (Panoramica internazionale a cura di Marco Guerra)
Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LIII no. 260
E' possibile ricevere gratuitamente, via posta elettronica, l'edizione quotidiana del Bollettino del Radiogiornale. La richiesta può essere effettuata sulla home page del sito www.radiovaticana.va/italiano.