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Sommario del 14/09/2009
L'omelia del Papa nella Messa per gli ex-allievi: la fede non è moralismo, ma l'incontro con la Verità in persona
◊ La Sala Stampa vaticana ha pubblicato oggi l’omelia che Benedetto XVI ha pronunciato in tedesco durante la celebrazione eucaristica con il circolo dei suoi ex-alunni, domenica 30 agosto a Castel Gandolfo. Il Papa nell’occasione aveva affrontato il tema della purezza dell'uomo davanti a Dio e il rapporto tra la legge e l’amore. Ce ne parla Sergio Centofanti.
Il cristianesimo - afferma il Papa - non è una forma di “moralismo” perché “non siamo noi a creare ciò che è buono” ma è la Verità che “ci viene incontro … Egli, che è la Verità e l’Amore –, ci prende per mano, compenetra il nostro essere. Nella misura in cui ci lasciamo toccare da Lui, in cui l’incontro diventa amicizia e amore, diventiamo noi stessi, a partire della sua purezza, persone pure e poi persone che amano con il suo amore, persone che introducono anche altri nella sua purezza e nel suo amore”.
Il Papa sottolinea il fatto che “non siamo come pecore senza pastore, che non sanno dove sia la via giusta. Dio si è manifestato. Egli stesso ci indica la strada. Conosciamo la sua volontà e con ciò la verità che conta nella nostra vita”. La gioia – ha detto - è questa: la verità che da soli non potevamo trovare c’è stata rivelata da Dio stesso. “È un dono immeritato che ci rende allo stesso tempo umili e lieti”.
“Dio – ha proseguito il Pontefice - ci ha mostrato gratuitamente il suo volto, la sua volontà, se stesso. Se questa gioia riemergerà in noi essa toccherà anche il cuore dei non-credenti. Senza questa gioia noi non siamo convincenti. Dove, però, tale gioia è presente, essa – anche senza volerlo – possiede una forza missionaria. Suscita, infatti, negli uomini la domanda se non si trovi forse veramente qui la via – se questa gioia non guidi forse effettivamente sulle tracce di Dio stesso”.
Il Papa parla del rapporto tra osservanza della Legge e amore. “Non siamo più servi ma amici” ci dice Gesù. “La Legge non è più una prescrizione per persone non libere, ma è il contatto con l’amore di Dio – l’essere introdotti a far parte della famiglia, atto che ci rende liberi e ‘perfetti’”. Allora – rileva Benedetto XVI - “la Legge, come parola dell’amore, non è una contraddizione alla libertà, ma un rinnovamento dal di dentro mediante l’amicizia con Dio”. Infine eleva questa preghiera a Dio: “purificaci nella verità. Sii tu la Verità che ci rende puri. Fa’ che mediante l’amicizia con te diventiamo liberi e così veramente figli di Dio, fa’ che diventiamo capaci di sedere alla tua mensa e di diffondere in questo mondo la luce della tua purezza e bontà”.
Visita in Vaticano dell’arcivescovo Hilarion del Patriarcato di Mosca: in programma l’incontro con Benedetto XVI
◊ Al via domani la visita a Roma dell’arcivescovo Hilarion di Volokolamsk, presidente del Dipartimento per le Relazioni Ecclesiastiche Esterne del Patriarcato di Mosca, su invito del cardinale Walter Kasper. La visita, che si concluderà il 20 settembre, testimonia la “continuità dei buoni rapporti” tra il Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani e l’organismo del Patriarcato di Mosca. Durante la visita, l’arcivescovo Hilarion avrà un colloquio personale con Benedetto XVI. Sono anche programmati incontri con il cardinale Kasper, con il cardinale segretario di Stato Tarcisio Bertone, con il cardinale Leonardo Sandri, prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali e con mons. Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della Cultura. Si tratta della prima visita dell’arcivescovo Hilarion a Roma dopo la sua nomina a presidente del Dipartimento per le Relazioni Ecclesiastiche Esterne del Patriarcato di Mosca, in sostituzione dell’allora Metropolita, ora Patriarca Kirill. “Sulla scia dei tanti incontri e conversazioni avute in passato con il Patriarca – sottolinea una nota del dicastero vaticano per l’Unità dei Cristiani – questa visita confermerà i rapporti d’amicizia tra la Chiesa cattolica e la Chiesa ortodossa russa, su solide basi di comprensione e rispetto reciproci, nella prospettiva di una più stretta collaborazione per la presenza delle Chiese nella vita dei popoli in Europa e nel mondo”.
Udienze
◊ Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina in udienza, nel Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo, alcuni presuli della Conferenza episcopale del Brasile (Nordeste 2), in visita "ad Limina". Ieri, in fine mattinata, sempre a Castel Gandolfo, aveva ricevuto, insieme con i loro familiari: mons. Gabriele Giordano Caccia, arcivescovo tit. di Sepino, nunzio apostolico in Libano; mons. Franco Coppola, arcivescovo tit. di Vinda, nunzio apostolico in Burundi; mons. Pietro Parolin, arcivescovo tit. di Acquapendente, nunzio apostolico in Venezuela; mons. Raffaello Martinelli, vescovo di Frascati; mons. Giorgio Corbellini, vescovo tit. di Abula, presidente dell’Ufficio del Lavoro della Sede Apostolica.
La Chiesa celebra l’Esaltazione della Santa Croce. Benedetto XVI: Cristo crocifisso mostra agli uomini che l’amore di Dio è più forte della morte
◊ La Chiesa celebra oggi la Festa dell’Esaltazione della Santa Croce. Una ricorrenza, ha detto ieri il Papa all’Angelus, che ci spinge a “testimoniare la nostra fede con una vita di umile servizio, pronti a pagare di persona per rimanere fedeli al Vangelo della carità e della verità”. In questo servizio di Alessandro Gisotti, ripercorriamo alcuni insegnamenti di Benedetto XVI sulla centralità della Croce nella vita di ogni cristiano:
“Il segno della Croce è in qualche modo la sintesi della nostra fede perché ci dice quanto Dio ci ha amati; ci dice che, nel mondo, c’è un amore più forte della morte”: il 14 settembre di un anno fa, Benedetto XVI sottolinea così il significato della Festa dell’Esaltazione della Santa Croce. Il Papa è in pellegrinaggio a Lourdes, un luogo dal quale Maria ci invita “ad alzare gli occhi verso la Croce di Gesù per trovarvi la sorgente della vita, la sorgente della Salvezza”. “Per essere guariti dal peccato, guardiamo il Cristo crocifisso!”, esortava Sant’Agostino. La Chiesa, afferma il Pontefice in quell’occasione, ci invita “ad elevare con fierezza questa Croce gloriosa affinché il mondo possa vedere fin dove è arrivato l’amore del Crocifisso per gli uomini”. Per questo, il segno della Croce è “il gesto fondamentale della preghiera del cristiano”:
“Segnare se stessi con il segno della Croce è pronunciare un sì visibile e pubblico a Colui che è morto per noi e che è risorto, al Dio che nell’umiltà e debolezza del suo amore è l’Onnipotente, più forte di tutta la potenza e l’intelligenza del mondo”. (Angelus, 11 settembre 2005)
“Quale mirabile cosa è mai il possedere la Croce! Chi la possiede, possiede un tesoro”, affermava Sant’Andrea di Creta. Eppure, per il mondo la Croce è scandalo, un patibolo infamante. Ma, spiega il Papa, i cristiani “non esaltano una qualsiasi croce, ma quella Croce che Gesù ha santificato con il suo sacrificio, frutto e testimonianza di un immenso amore”:
“Cristo sulla Croce ha versato tutto il suo sangue per liberare l'umanità dalla schiavitù del peccato e della morte. Perciò, da segno di maledizione, la Croce è stata trasformata in segno di benedizione, da simbolo di morte in simbolo per eccellenza dell'Amore che vince l'odio e la violenza e genera la vita immortale”. (Angelus, 17 settembre 2006)
Benedetto XVI sottolinea inoltre il legame indissolubile tra la celebrazione eucaristica e il mistero della Croce, binomio ribadito nell’Esortazione post-sinodale “Sacramentum Caritatis”:
“L’Eucaristia è mistero di morte e di gloria come la Croce, che non è un incidente di percorso, ma il passaggio attraverso cui Cristo è entrato nella sua gloria (cfr Lc 24,26) e ha riconciliato l’umanità intera, sconfiggendo ogni inimicizia”. (Angelus, 11 settembre 2005)
“Maria, presente sul Calvario presso la Croce – sottolinea Benedetto XVI – è ugualmente presente, con la Chiesa e come Madre della Chiesa, in ciascuna delle nostre celebrazioni eucaristiche”. Per questo, nessuno meglio di Maria può “insegnarci a comprendere e vivere con fede e amore la Santa Messa”:
“Quando riceviamo la santa Comunione anche noi, come Maria e a lei uniti, ci stringiamo al legno, che Gesù col suo amore ha trasformato in strumento di salvezza, e pronunciamo il nostro 'Amen', il nostro 'sì' all’Amore crocifisso e risorto”. (Angelus, 11 settembre 2005)
Ecco perché alla Festa dell’Esaltazione della Santa Croce è strettamente legata la memoria liturgica della Madonna Addolorata che si celebra domani. “Il suo dolore forma un tutt’uno con quello del Figlio”, ma - afferma il Papa -, è “un dolore pieno di fede e di amore”. Sul Calvario, infatti, la Vergine partecipa alla potenza salvifica del dolore di Cristo, “congiungendo il suo ‘fiat’, il suo ‘sì’ a quello del Figlio”:
“Spiritualmente uniti alla Madonna Addolorata, rinnoviamo anche noi il nostro ‘sì’ al Dio che ha scelto la via della Croce per salvarci. Si tratta di un grande mistero che è ancora in atto, fino alla fine del mondo, e che chiede anche la nostra collaborazione. Ci aiuti Maria a prendere ogni giorno la nostra croce e a seguire fedelmente Gesù sulla via dell'obbedienza, del sacrificio e dell'amore”. (Angelus, 17 settembre 2006)
Padre D'Ippolito: la croce è accettare la propria vita confidando totalmente in Dio
◊ L'odierna Festa dell'Esaltazione della Santa Croce affonda le sue radici nella Terra Santa, nel IV secolo, poi nel VII secolo ha voluto anche commemorare il recupero della reliquia della Croce di Cristo fatto dall’imperatore Eraclio nel 628. Ma la celebrazione di oggi vuole sottolineare che la glorificazione di Cristo passa attraverso il supplizio della croce, come spiega al microfono di Tiziana Campisi, padre Mario D’Ippolito, passionista, rettore del Santuario di San Gabriele dell’Addolorata, ai piedi del Gran Sasso, in provincia di Teramo:
R. – Il nostro Padre celeste ha scelto di salvarci attraverso la Croce ed è ciò che non riusciamo a capire. L’esaltazione dell’uomo, però, viene proprio da questa sofferenza e questo vuol dire quindi che ci ha voluto salvare per mezzo della Croce. Quando si parla di Croce si vuol dire sofferenza. Una sofferenza che Gesù ha accettato per ciascuno di noi.
D. – Come affrontare il percorso della Croce?
R. – Accettando prima di tutto la nostra vita, noi stessi. Poi accettando il nostro quotidiano, le prove che arrivano, saperle filtrare nel segno della fede. Ognuno di noi ha una missione e durante la nostra vita ci sono tanti accadimenti, tanti intrecci dolorosi e gioiosi. Dobbiamo saperli leggere e dar loro la nostra risposta attraverso la nostra stessa vita, facendo la volontà di Dio, come Gesù che ha detto: “Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?” e poi: “Nelle tue mani affido il mio spirito”. Questo è l’abbandono totale della nostra vita nel segno della fede, Dio – nostro Padre – guida i nostri passi, non ci lascia mai soli nei terribili momenti di sofferenza, quando dobbiamo portare la nostra croce.
D. – Non è facile accettare il dolore, la sofferenza ed un cammino di vita irto di difficoltà. In che modo, allora, guardare a Cristo per imparare da Lui?
R. – Lui è il nostro Maestro. Cristo non ha eliminato la sofferenza: è diventato solidale con noi, nostro fratello nella sofferenza. Ha affrontato la sofferenza per farci capire che ce la possiamo fare, perché la sofferenza è per noi purificazione, ridimensionamento di noi stessi. Noi non siamo niente, basta un nonnulla per buttarci a terra e quindi la sofferenza ci fa capire chi siamo. Ci rende ancora più dignitosi perché rispettiamo gli altri e sappiamo che, come posso soffrire io, anche l’altro può attraversare questo momento. In questo caso posso essere io stesso solidale con l’altro.
D. – In che modo è possibile far conoscere la catechesi sulla Croce?
R. – Far conoscere la catechesi vuol dire prendere come modello Gesù Cristo, sempre, nel segno della fede. Lui ha voluto scegliere la Croce come nostra salvezza. Nietzsche, che aveva capito questo, da una parte invidiava i cristiani e diceva: “Il legno maledetto della Croce”, proprio perché sapeva che la forza del cristiano sta proprio lì, nella croce, nell’affrontare la sofferenza a viso aperto tenendo come maestro il Maestro divino, quello crocifisso, morto per noi sul legno della Croce.
D. – Nel ventunesimo secolo che cosa significa accettare la croce?
R. – Significa trovare il senso di se stessi. Il problema dell’uomo si risolve soltanto nell’illuminazione della risurrezione di Cristo. Cristo, prima di risorgere, è passato attraverso la sofferenza della Croce, attraverso il Calvario.
Oggi su "L'Osservatore Romano"
◊ All’Angelus il Papa ha ricordato che la fede senza le opere è morta; solo chi ama conosce veramente Dio
In rilievo, nell’informazione internazionale, la difficile trattativa sul nucleare in Iran e la questione delle sanzioni allo Zimbabwe
In cultura, un’intervista esclusiva a Tony Blair: “Fai quello che vuoi ma non sposare una cattolica”, raccomandava la bisnonna all’ex premier inglese, che non ha ascoltato il consiglio e dopo un lungo percorso personale si è convertito alla stessa confessione religiosa della moglie
Padre Malachia e l’ironia sorridente di Bruce Marshall
Carenza di medicine e contraffazioni nel sud del mondo: le responsabilità dell’industria del farmaco e dei governi
◊ Medicine e industria: un binomio troppo sovente a danno dei più poveri nel mondo. La denuncia arriva dal Congresso mondiale della Federazione internazionale dei Farmacisti cattolici, sul tema “La sicurezza del medicinale”, che si chiude oggi a Poznan, in Polonia. Due gli aspetti che destano maggiore preoccupazione: un mercato dei farmaci dominato dal massimo profitto e la contraffazione dei farmaci. Roberta Gisotti ha intervistato il dott. Stefano Vella, responsabile del Dipartimento del Farmaco presso l’Istituto Superiore di sanità.
D. – Un farmaco su 10 nel mondo è contraffatto, ma nei Paesi in via di sviluppo la percentuale sale a 3 su 10, in America Latina e nel Sudest asiatico, e fino a 6 su 10 in alcuni Stati africani, addirittura 7 su 10 degli antimalarici. Sono stime spaventose. Dr. Vella, anzitutto, cos’è un farmaco contraffatto?
R. – Un farmaco contraffatto è un farmaco falso. Alcuni sono falsi 'veri', cioè sono farmaci che in realtà funzionano, vengono soltanto prodotti magari in laboratori clandestini, e sono quei farmaci che girano anche nei nostri Paesi occidentali. Ma, diciamo che dovremmo stare assolutamente tranquilli sui farmaci che si trovano in farmacia: ecco, su questo proprio non c’è dubbio. Per il momento, soprattutto nel nostro Paese, la filiera è controllatissima. Purtroppo, ci sono delle reti parallele di vendita di farmaci clandestini, che sono cosiddetti “recreazionali”, quindi sono quei farmaci per il doping: per esempio, tutti gli steroidi, che si possono trovare su internet, a volte a qualche angolo di strada o nelle palestre, e lì è dove, nel mondo occidentale, soprattutto è mirato il lavoro di questi malfattori. Molto più grave è la situazione invece nel Sud del mondo, perché lì purtroppo, non essendoci un controllo efficiente, alcuni gruppi criminali falsificano i farmaci essenziali. Quindi, se noi andiamo nelle farmacie di alcuni Paesi africani, il 30 per cento dei medicinali è falso. E addirittura, lì ci sono farmaci che proprio non funzionano! Cioè, invece del principio attivo c’è il nulla!
D. – Ecco: ma a che punto è la lotta messa in campo dall’Organizzazione mondiale della sanità?
R. – C’è una rete di sorveglianza, che sta partendo adesso e che è basata – per esempio – sul campionamento di confezioni di farmaci in giro per il mondo e sulla rete di laboratori di analisi che controllano la qualità di questi farmaci. Dopo di che, naturalmente, scattato il campionamento ed individuato il contraffatto, parte poi la ricerca del produttore, che a volte è complicatissima, perché quello che è contraffatto non è solamente la scatola finale, ma addirittura la materia prima! L’anno scorso, abbiamo avuto dei casi di contraffazione piuttosto grave anche sulle 'eparine', su un farmaco usato invece largamente nel mondo occidentale, per il quale era stata contraffatta la materia prima che arrivava, per esempio, dalla Cina. Quindi, siccome è un mercato enorme dal punto di vista economico, quello dei farmaci, è chiaro che alcune organizzazioni criminali stanno pensando di utilizzare anche questo settore.
D. – Dr. Vella, a proposito di mercato, un’altra nota dolente in campo sanitario è quello dei cosiddetti 'farmaci orfani'…
R. – Perché nessuno li vuole produrre, perché – appunto – non rappresentano un mercato. Come è stato detto – in questo convegno - c’è carenza di medicine per le malattie che colpiscono il Sud del mondo, perché il Sud del mondo non costituisce un mercato. Tutto questo andrebbe risolto comprendendo anche le ragioni dell’industria, nel senso che loro dicono: io purtroppo devo fare un investimento importante e chi potrebbe ripagare questo sforzo? Bè, dovrebbe essere il mondo ricco ad impegnarsi in questo. E lei sa quanti soldi sono stati spesi con questa crisi, l’enorme quantità di denaro che è stata spesa – forse giustamente – per salvare le economie occidentali, e poi, il poco denaro che viene speso per investire sulla salute globale.
Ripresa lenta in Europa a un anno dal crollo della Lehman Brothers
◊ In Europa stiamo uscendo dalla recessione ma il livello di incertezza resta elevato. Così la Commissione europea presenta le previsioni intermedie e conferma che il Pil di Eurolandia e dell'intera Ue si attesterà alla fine del 2009 a quota - 4%, l’inflazione a + 4%. Il commissario Ue agli affari economici e monetari, Almunia, afferma che “la situazione è migliorata, ma un'economia debole continuerà ad avere conseguenze sull'occupazione e sulle finanze pubbliche''. Fausta Speranza ha intervistato l’economista Giacomo Vaciago:
R. – E' una ripresa che crea pochi posti di lavoro perché l’industria sta ancora cercando di recuperare competitività; però, dobbiamo anche di nuovo dirci la verità: di riforme, in due anni, parlamenti e governi non ne hanno fatte e rimane una situazione fragilissima! Non si possono neppure escludere altri fallimenti di banche.
D. – Professore, a proposito di questo: 24 e 25 settembre, il vertice di Pittsburgh proprio sulle regole. E’ stato detto "fine dei paradisi fiscali" e forse su questo qualche passo avanti è stato fatto, ma bisogna vedere fino a che punto… Poi c’è il discorso dei bonus alle banche ... da rivedere, ma anche – di fondo – tutte queste regole che ancora aspettano di essere scritte … E’ così?
R. – Allora: il mondo è globale. Le banche operano in 200 Paesi. L’industria è globale anche lei; i governi sono rimasti nazionali. Le autorità di vigilanza addirittura frantumate anche negli Stati Uniti in tante piccole competenze. C’è necessità di governare il mondo globale: Pittsburgh è la terza riunione di questo G20 che dovrebbe essere utile proprio per stabilire regole e comportamenti comuni.
D. – Ma da dove cominciare? Quali sarebbero le regole-base?
R. – La riflessione, logicamente, dovrebbe essere: chi fa cosa e come? E quindi, riscrivere i codici delle regole. Le banche possono fare quello che vogliono? Possono guadagnare come vogliono, facendo speculazioni o cose utili come finanziare gli investimenti? Ricominciando a mettere ordine, chi regola poi deve anche decidere quali sono le attività ammesse e quelle vietate e poi deve anche decidere, alla fine, a chi vanno gli utili di tutto ciò. In questo momento, è di moda discutere dei compensi eccessivi ai banchieri. Io vorrei sapere: li paghiamo troppo ma fanno cose utili, o li paghiamo troppo e fanno cose pericolose? E’ facile prendersela con i guadagni dei banchieri – oggi è di moda, a destra e a sinistra: il populismo è sempre in agguato – però io, da studioso, vorrei che anzitutto decidessimo cosa fanno di utile, i banchieri…
D. – Forse potremmo cominciare con il dire quello che non dovrebbero fare, cioè le speculazioni…
R. – Bè, diciamo che si è guadagnato troppo, negli anni scorsi, comprando e vendendo in modo indiscriminato attività patrimoniali, finanziarie che si sapeva contenere al loro interno rischi eccessivi. Dai sub-prime – mutui con un’alta probabilità di non rimborso – cartolarizzati e venduti in tutto il mondo anche a quelli che una volta chiamavamo “orfani e vedove”, cioè risparmiatori non tutelati: questa è stata un’attività al confine con il crimine! Perché vendere cose che sono molto pericolose a risparmiatori non consapevoli, una volta era un reato!
Un anno fa la Lehman Brothers falliva. Al crac del colosso finanziario statunitense, consumato tra il 12 e 14 settembre 2008, faceva seguito quello di altre 107 banche americane, di cui la maggior parte solo nel 2009. E ciò a dimostrazione che, anche se il peggio della crisi economica mondiale è ormai alle spalle, molte difficoltà restano. Il servizio di Elena Molinari:
Wall Street quel giorno cambiò volto: seguirono, infatti, l’acquisizione di Merryl Lynch da parte di Bank of America, i salvataggi di AEG e il cambio di status di Goldman Sachs e Morgan Stanley. Ma nella sostanza, un anno dopo non molto è cambiato nel sistema finanziario Usa: le maggiori banche hanno ristrutturato ben poco, l’occupazione nell’industria finanziaria è scesa solo dell’8 per cento e i compensi dei manager sono tornati ai livelli del passato. L’amministrazione Obama ha proposto una riforma finanziaria che sta incontrando difficoltà in Congresso e le banche continuano a vendere e a scambiare prodotti derivati non regolamentati. Tanto che, proprio oggi, il presidente americano pronuncerà un discorso a New York per premere affinché la sua riforma venga passata rapidamente. Obama ricorderà che gli stessi economisti che avevano previsto il collasso, hanno messo in guardia da una crisi ancora maggiore se i rischi sistemici non verranno affrontati. Intanto, sono ancora discordi i giudizi su come l’amministrazione Bush prima e quella Obama dopo hanno affrontato la crisi. Secondo il New York Times, il panico dovuto al crollo di Lehman ha però probabilmente prevenuto una catastrofe: lasciarla fallire, dunque, si sarebbe rivelato una mossa fortunata.
Il cardinale Bagnasco all'Aquila: "esempio di speranza e fierezza"
◊ “L’Aquila continua a dare un esempio di speranza e di fierezza”. Così, ai nostri microfoni, il presidente della Conferenza episcopale italiana, cardinale Angelo Bagnasco, durante la visita, oggi, al capoluogo abruzzese e alle zone devastate dal sisma del 6 aprile scorso. Il porporato oltre ad aver ringraziato tutti coloro che stanno contribuendo alla ricostruzione ha sottolineato che il “patrimonio spirituale e religioso è il cemento delle comunità per evitare che si disperdano”. Massimiliano Menichetti lo ha raggiunto telefonicamente all’Aquila.
R. – All’Aquila ho trovato un punto di vista così generale e strutturale, con evidenti segni di ripresa e di determinazione. Quindi dei segni positivi. Da un punto di vista più profondo – quindi spirituale, morale, a contatto con la gente e soprattutto sentendo il vescovo ed i sacerdoti – lo spirito, il morale è molto alto nonostante i disagi di questi mesi. Questa volontà di procedere e di continuare è molto chiara e determinata.
D. – Che cosa ha portato lei a questa terra così segnata dal dolore?
R. - Ho rinnovato la vicinanza, la solidarietà e l’affetto dei vescovi italiani che si sono fatti presenti, sia nel contributo che abbiamo stanziato subito – un contributo di cinque milioni di euro – e poi anche nella raccolta della domenica dopo Pasqua che, com’è noto, ha raccolto altri 25 milioni. Quindi l’affetto e la vicinanza molto concreta – oltre che spirituale – è rinnovata e riconfermata attraverso anche questa visita.
D. – Quanto è importante, oltre all’aspetto di ricostruzione materiale, una vicinanza spirituale?
R. – Questa gente sente moltissimo, desidera ed è grata per questa vicinanza sia concreta – attraverso queste opere di ricostruzione – ma ancora di più attraverso questa vicinanza d’affetto spirituale, di preghiera e di presenza. Sanno benissimo, come tutti ricordiamo, che una città, un popolo, un paese ha sì bisogno delle strutture per viverci dentro ma al contempo anche di un patrimonio ideale, spirituale, religioso che è veramente il cemento per una comunità, altrimenti si disperde.
D. – La città è impegnata nelle ricostruzione, nel restauro delle chiese, ma c’è anche un segno immediato: la Chiesa provvisoria che entro Natale dovrebbe vedere la luce. Anche questo è un segno di una città viva…
R. – Sì, ci tengono moltissimo. Ancora adesso sono stato ad Ocre e sia il sindaco che la gente mi chiedevano, per Natale, se era possibile celebrare nelle chiese. Questo per dire come ci tengano al luogo del culto. Per Natale il progetto che si sta portando avanti con la Caritas nazionale e le Caritas regionali e diocesane, è quello di fare in modo che ogni comunità possa celebrare il Natale in una chiesa, sia la propria chiesa restaurata, resa agibile – la chiesa del paese – o anche un struttura costruita in modo abbastanza definitivo e polivalente ed in modo che possa essere celebrata anche la divina Eucarestia.
D. – Qual è il messaggio, il saluto per gli aquilani e gli abruzzesi in generale?
R. – Una parola di gratitudine a queste persone che continuano a darci il buon esempio di grande fierezza in mezzo alle difficoltà che stanno affrontando con determinazione e fiducia. Dall’altra parte anche i 2.500 volontari che qui, in questi mesi, hanno svolto e continuano a svolgere l’opera di presenza delle comunità cristiane. Sono tutti sostenuti – come ho potuto vedere – da una grande amicizia e da una grande dedizione, uno spirito religioso e umano per stare accanto a queste popolazioni.
I teatri del sacro a Lucca per comunicare la gioia della fede
◊ Teatro, ricerca spirituale e tradizione religiosa. Questi gli ingredienti della prima edizione della Rassegna dal titolo “I teatri del sacro” che si terrà a Lucca dal 21 al 27 settembre. L’iniziativa, aperta gratuitamente al pubblico, è stata promossa dalla Federgat (Federazione gruppi attività teatrali) e dalla fondazione Comunicazione e Cultura – servizio nazionale per il progetto culturale della Cei, in collaborazione con l’Acec (Associazione cattolica esercenti cinema) e con il patrocinio dell’Eti, Ente teatrale italiano. Ce ne parla Alessandra De Gaetano.
Venticinque spettacoli inediti di artisti italiani professionisti e compagnie amatoriali debutteranno in diversi spazi della città di Lucca; teatri, chiese, chiostri e piazze, in un palcoscenico dove l’azione teatrale diventa veicolo di testimonianze religiose. Il commento all’iniziativa nelle parole di Vittorio Sozzi, responsabile del servizio Cei per il progetto culturale:
“Io credo che sarà una grande opportunità per far cogliere come innanzitutto l’esperienza teatrale abbia ancora un grande influsso nel modo di stare insieme dei giovani, cioè molti giovani si ritrovano attorno a questa esperienza. Secondo, è uno strumento efficace anche rispetto all’evangelizzazione e alla comunicazione del senso del sacro e del valore del sacro”.
Una grande varietà di opere che abbracciano temi legati al Vangelo, figure di santi e laici che hanno dato un contributo significativo alla comunicazione della fede come occasione di riflessione, educazione, condivisione, come conferma Fabrizio Fiaschini, presidente Federgat:
“C’è chi ha manifestato un interesse molto intenso per la mistica, quindi ci sono spettacoli incentrati sui temi evangelici; altri sulle vicende bibliche e, per esempio, c’è uno spettacolo su Abramo e un altro sul libro di Tobia. Altri ancora, invece, hanno scelto di valorizzare le figure dei santi e c’è, ad esempio, uno spettacolo su sant’Alessandro, patrono di Bergamo, poi uno spettacolo su Santa Rosa, oppure spettacoli che hanno invece interessato più l’aspetto della religiosità popolare, soprattutto nel Sud. Il linguaggio teatrale è il linguaggio del corpo in scena, il corpo in scena è appunto quello che meglio trasmette anche un certo messaggio, il rapporto che la fede ha con l’uomo e che viene trasmessa anche attraverso l’uomo”.
Un’azione teatrale che si incarna nell’intimità dello spettatore in una commistione tra linguaggio ed emozione per avvicinare l’uomo ad un profondo rapporto con Dio, che trova la sua casa nelle parrocchie dove questi spettacoli saranno messi in scena. Ancora Fiaschini:
“Dopo Lucca noi abbiamo intenzione di valorizzare una circuitazione di questi spettacoli perché ovviamente il teatro vive quando è visto, quando è partecipato. Allora, noi vogliamo che questi spettacoli escano da Lucca e girino nei teatri parrocchiali, nelle sale della comunità, perché attorno a una sala della comunità si può creare, si può ritrovare quella comunità che è il fruitore privilegiato dell’esperienza teatrale”.
Inizia a Madrid il pellegrinaggio della croce dei giovani
◊ Inizia oggi a Madrid il pellegrinaggio della croce delle Giornate Mondiali della Gioventú che proseguirà fino al grande raduno mondiale dei giovani previsto nel 2011 nella capitale spagnola. Questa sera, come introduzione a questo avvenimento, si terrà una veglia di preghiera presieduta dall’arcivescovo di Madrid, il cardinale Antonio Maria Rouco Varela, nella cattedrale della Almudena. E’ stata scelta la data del 14 settembre perchè oggi ricorre, nella liturgia, la festività della esaltazione della Santa Croce. In una lettera ai giovani pubblicata per l’occasione, il cardinale Rouco afferma: “Questa croce che il Servo di Dio Giovanni Paolo II ha consegnato ai giovani l’anno 1984 perchè la portassero per tutto il mondo insieme all’icona della Vergine Maria, è un bel segno del significato delle Giornate Mondiali della Gioventù: l’incontro con Cristo morto e risorto per noi, redentore dell’uomo”. Nelle prossime settimane la croce sará portata dai giovani a tutte le parrocchie della arcidiocesi di Madrid. E’ prevista anche la visita al Vicariato castrense, ad alcune facoltà universitarie e a diversi centri di apostolato e asistenza pastorale. Nel mese di marzo sará portata al Castello di Saverio in occasione delle grandi celebrazioni annuali del santuario di San Francesco Saverio. Conclusa la visita a Getafe e Alcalá de Henares, diocesi suffraganee di Madrid, durante il mese di aprile, la croce dei giovani, accompagnata sempre dalla Icona della Vergine Maria, continuerà il suo pellegrinaggio per le diocesi di Spagna. La croce símbolo delle Giornate Mondiali della Gioventù é stata consegnata lo scorso 6 aprile da Benedetto XVI in Vaticano a un numeroso gruppo di pellegrini spagnoli accompagnati dall’arcivescovo di Madrid. (Dalla Spagna, Ignacio Arregui)
Usa: sulla riforma sanitaria, Chiesa e pro-life chiedono il rispetto della vita
◊ Da domani le associazioni pro-life hanno in programma di inondare letteralmente il Congresso per 48 ore di messaggi che mettano in chiaro che cosa renderebbe giusta la riforma sanitaria. A Capitol Hill - dopo una breve pausa estiva caratterizzata da dibattiti molto accesi sul tema - è ricominciata la discussione del testo della riforma. Durante il suo intervento del 9 settembre scorso davanti al Congresso, il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, ha promesso che l’aborto non sarà finanziato con fondi federali. Una promessa apprezzata anche dalla Chiesa cattolica, che chiede il rispetto della vita dal suo concepimento. A non lasciare tranquilli i movimenti pro-life, però, è che nel testo attualmente in discussione, il 3200, non c’è traccia dell’esclusione dell’aborto dai servizi finanziati dalla sanità pubblica del futuro. E gli emendamenti per inserirla come clausola sono finora stati respinti. Anche i vescovi statunitensi stanno tenendo sotto strettissima osservazione la riforma: la sanità deve essere garantita a tutti e la vita e la dignità di ogni persona umana va rispettata. E i presuli non stanno perdendo occasione per ribadilrlo. Il vescovo di Tucson, Gerald Frederick Kicanas, vicepresidente della Conferenza episcopale degli Stati Uniti, citato dall’Osservatore Romano, ha spiegato che “la complessità delle proposte per riformare il sistema sanitario negli Stati Uniti ha causato grande confusione e preoccupazione”, sottolineando che la Chiesa è “profondamente preoccupata, in particolare per i poveri e le persone comunque vulnerabili”. Sull’aborto poi il presule aveva ribadito che “nessuna legge dovrebbe costringere qualcuno a pagare per la distruzione della vita”. E lo stesso vescovo ha sostenuto la necessità che i cattolici si mobilitino in attesa del varo definitivo della riforma. A luglio il vescovo di Rockville Centre, William Francis Murphy, presidente della Commissione episcopale sulla giustizia interna e lo sviluppo umano, aveva scritto in una lettera al Congresso che “una sana riforma sanitaria che rispetti la vita e la dignità di tutti è un imperativo morale e un fondamentale dovere nazionale". Prima di lui già il presidente del Comitato per le attività pro-life della Conferenza episcopale, il cardinale Justin Francis Rigali, arcivescovo di Philadelphia, aveva scritto a una commissione del Congresso e l’arcivescovo di Boston, il cardinale Sean Patrick O'Malley, aveva messo in chiaro che “i vescovi sono desiderosi di supportare un piano per l’assistenza sanitaria universale” ma che non sosterranno mai un piano che "possa aprire la strada agli aborti in futuro". (V.F.)
Perù: appello del cardinale Cipriani nella "Giornata della Famiglia"
◊ In occasione della Giornata della Famiglia celebrata ieri, l'arcivescovo di Lima, il cardinale Juan Luis Cipriani, ha inviato una benedizione speciale a tutte le famiglie del Paese ed ha invitato coloro che sono prossimi a contrarre il matrimonio o nutrono il desiderio di farlo, a conoscere di più la vita interiore dell’altra persona, lasciando da parte gli egoismi. Bisogna “preoccuparsi di quello che non si vede, dei desideri, delle credenze, di ciò che unisce, in modo che questo amore e questo matrimonio possano essere stabili. È importante conoscersi! Cercare l’amore e la gioia dell’altro, ciò che piace all’uno o all’altro per donarglielo; lasciare da parte gli egoismi” ha aggiunto il cardinale Cipriani. Da parte loro, i genitori hanno la grande responsabilità dell’educazione dei loro figli attraverso l’esempio, affinché i minori non cadano nella rete negli educatori anonimi, che in molte occasioni deformano la verità. “Se l’esempio dei loro genitori è forte, il figlio ha un cuore e dei sentimenti profondi. Questa parte dell’educazione oggi viene trascurata, perché i genitori non sono in casa, escono a lavorare. Quando uno trascura la responsabilità di educare – ha messo in guardia l’arcivescovo di Lima ripreso dall'agenzia Fides – vengono alla ribalta gli educatori anonimi, i mezzi di comunicazione ed Internet”. Per questo motivo è fondamentale che i genitori educhino i loro figli alla fede, sin dal primo momento. “Il primo passo della fede consiste da parte dei genitori di essere i primi educatori e di stare in casa. Innanzitutto, occorre spiegare al figlio da dove viene, chi è il suo Creatore e Padre; successivamente, occorre educare i bambini nella preghiera” ha concluso. A partire da oggi e fino a giovedì prossimo, presso la parrocchia Santa Rosa di Lince, avrà luogo un ciclo di conferenze sul tema “Famiglia e Globalizzazione”, organizzato dall’Istituto di Famiglia (IFA) della Pontificia e Civile Facoltà Teologica di Lima insieme alla Commissione arcidiocesana della Famiglia. (R.P.)
In Perù si "scommette sulla famiglia" per difendere la vita
◊ Il Parlamenti del Perú ha ricevuto la settimana scorsa 33mila firme per dire “no all'aborto”. A presentarle è stato il vescovo di Chiclayo, mons. Jesús Moliné Labarta, dopo una campagna di sensibilizzazione per promuovere la difesa della vita dal concepimento fino alla morte naturale. L’iniziativa congiunta della Commissione della famiglia della diocesi di Chiclayo e dell'Istituto della familia per impedire la legalizzazione dell’aborto, scrive l’Osservatore Romano, è sostenuta, fra gli altri, dal presidente regionale, Nery Saldarriaga, e dai rettori di due università cattoliche del Paese. “E’ un incoraggiamento alle autorità nazionali ad assumersi il compito urgente di difendere la vita – ha detto mons. Moliné Labarta -. La stragrande maggioranza della gente è per la difesa della vita. Noi siamo sempre a favore della vita e tale vita deve essere protetta e tutelata fin dalla sua esistenza, ossia dal momento del concepimento fino al decesso naturale”. Il presule ha spiegato che “coloro i quali hanno sostenuto questa campagna con la propria firma lo hanno fatto con la convinzione che sia estremamente necessario essere la voce dei nascituri, di quelli che stanno nel grembo materno, i quali non possono gridare e non possono far sentire la loro voce”. Oltre a intellettuali e politici, a sostenere la causa della vita ci sono anche gli sportivi: durante il campionato, i calciatori del Juan Aurich indosseranno la maglia con la scritta “No all’aborto”. “Queste firme - ha spiegato il presule - mirano a far sì che le nostre autorità si sentano sostenute dai cittadini. Tali iniziative si estendono a tutto il Paese per dimostrare che la maggioranza della nostra società è a favore della vita”. Monsignor Moliné Labarta ha anche esortato i peruviani a “scommettere sulla famiglia” e ha rinnovato l’invito a tutti i peruviani a partecipare alla “Marcia per la vita... no all’aborto” che si svolgerà il prossimo 7 novembre per le principali strade e piazze della diocesi di Chiclayo. Gli organizzatori si aspettano circa diecimila partecipanti. In Perú dal 1994 è legale abortire quando c’è un rischio di vita per la madre, ma non esiste ancora un protocollo che lo regoli. (V.F.)
Uruguay: associazioni cattoliche escluse dal sistema di adozione
◊ In Uruguay ora c’è una legge che permette l’adozione alle coppie gay ma taglia fuori i cattolici. Secondo quanto prevede la legge, approvata la settimana scorsa dal Senato, il Movimento Familiare Cristiano non potrà più offrire il suo servizio di assistenza nel sistema di adozioni. I senatori hanno votato in grande maggioranza (17 su 23) per la modifica del Codice dell’Infanzia e dell’Adolescenza, sostenuta con i voti dei senatori del Frente Amplio, al Governo, e del Partido Colorado. Il Partito Nazionale invece si è opposto alla riforma perché è contro il concetto di famiglia raccolto dalla Costituzione della Repubblica. La Camera dei Deputati aveva approvato l’iniziativa con alcune modifiche il 27 agosto scorso, con 40 voti favorevoli su 53. Ora manca soltanto la promulgazione della legge, che affida il processo di tutte le adozioni all’Istituto Nazionale del Bambino e dell’Adolescente dell'Uruguay (Inau), un organismo, spiega l’agenzia Zenit, che gravita nell'orbita statale. Il Movimento Familiare Cristiano non potrà quindi più offrire il suo servizio in questo campo come aveva fatto finora. Il presidente della Commissione per la Famiglia della Conferenza Episcopale dell'Uruguay, mons. Nicolás Cotugno, arcivescovo di Montevideo, ha sottolineato in un comunicato la gravità morale di questa riforma. “I bambini non possono essere utilizzati come strumento per la rivendicazione dei diritti di alcune persone, di un gruppo - ha affermato -, né l'adozione è un istituto che si può basare su criteri di convenienza politica”. Anche perché in Uruguay manca poco alle elezioni, convocate per il 25 ottobre. Nella nota era messo anche in chiaro che “tale discussione non riguarda gli omosessuali come persone, che meritano il massimo rispetto”. (V.F.)
La Chiesa argentina: garantire libertà e pluralismo nei mass media
◊ Da alcuni giorni l’opinione pubblica argentina è molto divisa su un progetto di legge del presidente, Cristina Fernández de Kirchner, ora allo studio di alcune commissioni del Parlamento, che si propone di introdurre una drastica riforma nell’ambito dei mass-media audiovisivi. Sulla stampa locale osservatori e analisti affermano che si tratta di uno scontro tra il governo e l’importante quotidiano “El Clarin”, fortemente critico sulle politiche dell’Amministrazione di Cristina Fernández. Presentando la sua iniziativa, giorni fa il presidente ha affermato “che la libertà di espressione non può essere trasformata in libertà di estorsione. La libertà di stampa non va mai confusa con la libertà dei proprietari dei mezzi di comunicazione”. Ad ogni modo da più parti, fuori e dentro i confini argentini, sono state sollevate molte critiche, oltre a essere stati palesati anche timori sul futuro della libertà di stampa nel Paese. La potente Società Interamericana della stampa (Sip), in un comunicato, ha chiesto al Congresso una “discussione senza fretta e senza passioni”, sottolineando che il “diritto del cittadino ad essere correttamente informato non va mai messo in discussione”. Uno degli aspetti più criticati del progetto - che secondo molti è diretto contro “El Clarin” - riguarda la nuova regolamentazione sulla proprietà di canali televisivi in chiaro e/o criptati e le regioni del Paese dove entrerebbero in vigore modalità proprietarie differenti. Fin dall'inizo, la Chiesa argentina, tramite il presidente della commissione episcopale per i mezzi di comunicazione sociale, mons. Agustín Radrizzani, ha chiesto serenità ed equilibrio augurandosi che si eviti la fretta così come le posizioni chiuse al dialogo. Lo scorso 10 settembre, intervenendo brevemente ad un’audizione di una commissione del Congresso, il presule ha ribadito: “Riteniamo della massima importanza che il dibattito su questa legge si svolga in una cornice razionale, garantendo la partecipazione dei cittadini ed evitanto qualsiasi manipolazione dell’informazione a beneficio solo di pochi”. D’altra parte, mons. Radrizzani ha anche definito come fondamentale la presa di misure adeguate “onde impedire che il potere economico controlli la politica delle comunicazioni così come che la politica eviti la ricerca d’interessi economici o ideologici attraverso l’utilizzo dei media”. Occorre, secondo i vescovi argentini, “mantenere lo spirito sulla base del quale è stata concepita la legge”, vale dire “partecipazione plurale e democratica”; esigenze, ha precisato il presule, “che andrebbero rispettate nella fase della discussione, della regolamentazione pratica e dell’applicazione”. Infine, mons. Radrizzani ha insistito molto sulla necessità di “rispettare i valori della nostra nazione e delle nostre radici cristiane”, così come la piena libertà di espressione, “in particolare dei più poveri” e il pieno “accesso di tutti i cittadini all’informazione”. Infine, il rappresentante della conferenza episcopale ha augurato "una nuova legge che sia frutto di un ampio e generoso accordo fra tutti gli argentini”. (A cura di Luis Badilla)
Costa Rica: dal Congresso missionario un forte impulso all'evangelizzazione
◊ “Consolidare il nostro senso di appartenenza alla Chiesa discepola e missionaria di Cristo, per assumere l’impegno della evangelizzazione dove ve ne è più bisogno”. È questo l’obiettivo generale che ha caratterizzato i lavori del III Congresso Missionario Nazionale sul tema “Guai a me se non annuncio il Vangelo”, svoltosi nei giorni scorsi su iniziativa del Consiglio nazionale delle missioni (Conami) della Conferenza episcopale del Costa Rica. Come riferisce l'agenzia Fides, il Congresso ha visto la partecipazione di circa 250 persone, tra vescovi, sacerdoti, religiosi, consacrati e laici. Come obiettivi concreti dei lavori, si è cercato di “rafforzare l’impegno delle nostre Chiese per la missione universale”; “promuovere la missione ‘ad gentes’, a partire da una conversione personale e pastorale, e come esigenza del passaggio da una pastorale di mantenimento ad una pastorale chiara e definitivamente missionaria”; “accogliere, animare e accompagnare le vocazioni dei laici, dei consacrati, dei religiosi e dei sacerdoti per la missione ad gentes”. Tra i temi centrali discussi, “La Missiologia, oggi”, affrontato da mons. Vittorino Girardi, vescovo di Tilarán e presidente del Conami, che ha proposto il concetto di Missione “non solo come attività pastorale ma anche come invio di Cristo ai suoi, per un’attività evangelizzatrice senza frontiere”. Mons. Luis Augusto Castro Quiroga, arcivescovo di Tunja (Colombia), è invece intervenuto sul tema “Dalla missione continentale alla missione universale”, affermando che la stessa missione continentale deve dare “tre grandi frutti”. Il primo di questi è di indole personale, “una identità più piena del cristiano come discepolo missionario”; il secondo riguarda la promozione di “un'autentica pastorale missionaria”; ed il terzo va inteso a livello planetario, “proiettando la missione molto al di là delle frontiere della fede e della cultura”. Un terzo tema di indole missionaria affrontato durante il Congresso è stato “La missione 'ad gentes' alla luce di San Paolo”, affidato a mons. Silvio José Báez, vescovo ausiliare dell’arcidiocesi di Managua (Nicaragua). Il presule ha presentato le Lettere dell’Apostolo delle genti nella storia della salvezza, mostrando come la nuova fede in Cristo uscisse dalla sfera limitata del giudaismo per aprirsi al vasto mondo esterno. Mons. Hugo Barrantes Ureña, arcivescovo di San José de Costa Rica, presidente della Conferenza episcopale del Costa Rica, ha manifestato l’importanza dell’evento per la Chiesa costaricana, “la quale fa parte della Chiesa latinoamericana, che si sente motivata ad unirsi nella grande missione universale”. (R.P.)
L'Onu sostiene l'appello del Kenya per salvare le foreste Mau
◊ Al governo di Nairobi servono 81 milioni di dollari per salvare le foreste Mau. Lo ricorda il Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente (Unep), che specifica come il polmone verde del Kenya, 400mila ettari di foreste, sono la fonte idrica più importante per tutto l’ovest del Paese. Questi alberi servono a controllare il flusso dei fiumi, a mitigare le inondazioni, a ridurre l’erosione dei terreni e a conservare la biodiversità. La distruzione delle foreste Mau porterebbe ad una crisi di proporzioni enormi, soprattutto visto che il Kenya sta già soffrendo le conseguenze di una forte siccità, che ha portato al razionamento di acqua ed elettricità. In più il complesso di Mau ha perso circa 107mila ettari, un quarto della loro estensione totale, a causa di insediamenti illegali e non pianificati. La cifra chiesta da Nairobi e citata dall’Unep è necessaria per attivare nel giro di tre anni gli interventi di recupero necessari. (V.F.)
Solidarietà inter-africana per le alluvioni in Burkina Faso e Niger
◊ Dal Marocco partono tende, coperte e medicinali verso Niger e Burkina Faso; dalla Costa d’Avorio viene erogato uno stanziamento dell'equivalente di 760.000 euro per aiutare i vicini burkinabé nella ricostruzione; dalla fondazione della Bank of Africa – un gruppo finanziario fondato in Mali – giungono viveri e materiali: sono alcuni esempi della solidarietà interafricana messa alla prova dal dramma delle alluvioni che interessa in questi giorni numerosi paesi dell’Africa, in particolare nella regione occidentale. A intervenire in aiuto alle persone colpite – tra 400.000 e 600.000 – sono anche grandi organizzazioni umanitarie internazionali, agenzie dell’Onu e dell’Unione europea, che stanno provvedendo con finanziamenti e aiuti, soprattutto alimentari. “L’intensità particolare delle alluvioni - riferisce l'agenzia Misna - quest’anno sta mettendo a dura prova la capacità dei governi a far fronte all’emergenza, nonostante alcuni provvedimenti preventivi” ha detto il portavoce dell’organizzazione umanitaria Oxfam, ricordando che il 1° settembre è caduto in Burkina Faso l’equivalente di un quarto delle piogge annuali nel paese. (R.P.)
Filippine: Chiesa e associazioni umanitarie condannano l'uccisione di padre Lucero
◊ Padre Cecilio Lucero era un attivista per i diritti umani, responsabile del Social Action Center nelle Filippine. Il 7 settembre è stato assassinato da un commando di 30 uomini armati sull’isola di Samar del Nord, a sud-est di Manila. Su quell’isola da anni l’esercito combatte contro il braccio armato del Partito comunista filippino, il New People Army (Npa). Ma secondo quanto spiega l’agenzia AsiaNews, con il pretesto di contrastare i ribelli l’esercito si macchia di soprusi a danno della popolazione, soprattutto dei contadini. E spesso coloro che osano criticare le violenze compiute dai militari sono costretti al silenzio. L’omicidio di padre Lucero va ad allungare la lista, già arrivata a 18 negli ultimi sei mesi, dei casi irrisolti dalla polizia. La Chiesa ha condannato duramente “un tale atto di malvagità, che ha ucciso un uomo di Dio che ha dedicato la vita per servire le persone e attende un rapido risultato dell’indagini condotte dalle autorità”. Ma secondo il vescovo di Catarman, mons. Emmanuel Trance, il sacerdote “, si era messo contro militari e ribelli comunisti per il suo lavoro in difesa dei diritti umani e per aver investigato sulle morti sospette avvenute in questi mesi”. Suo fratello, Wiliam Lucero, è un parlamentare di lunga data in lista per le elezioni presidenziali del 2010, mentre l’altro fratello, Antonio Lucero, è governatore aggiunto della provincia di Samar del Nord. Secondo la segretaria dell’associazione per i diritti umani Katungod Sinirangang Bisaya, Flor Chantal Eco, ha raccontato ad AsiaNews che “molti agricoltori si rivolgevano a lui per chiedere assistenza ogni volta che i militari o i ribelli violavano loro i diritti”. E per questo tipo di contatti e attività “aveva ricevuto numerose minacce da parte dei militari, tanto da essere costretto a viaggiare sotto scorta”. Il direttore della polizia regionale, Mario San Diego, ha annunciato la costituzione di un gruppo di forze speciali che coordinerà la polizia nelle indagini. I manifestanti che lo hanno ricordato l’8 settembre e hanno chiesto giustizia hanno definito padre Lucero “ il difensore dei poveri e degli oppressi”. (V.F.)
Il 2010 sarà un Anno Giubilare per la Chiesa del Vietnam
◊ Come comunica all’agenzia Fides la Conferenza episcopale del Paese, la Chiesa vietnamita festeggerà il 50° anno di istituzione della gerarchia e, nel contempo, il 300° anniversario dell’arrivo del cristianesimo in Vietnam. Fra le iniziative che scandiranno l’Anno Giubilare è stato già annunciato e programmato l’evento culminate dell’Anno: il Congresso nazionale che si terrà a Hué dal 7 al 10 ottobre 2010. Il Congresso, che riunirà tutte le componenti della comunità cattolica vietnamita, sarà l’occasione per fare il punto sulla vita e sulla missione della Chiesa in Vietnam, segnata nuovamente, negli ultimi mesi, da alcuni episodi di difficili relazioni con le autorità civili locali. Nell’Anno Giubilare saranno ricordate le figure di eminenti missionari che hanno dato un importante contributo all’evangelizzazione del paese, come padre Cardiere, delle Missioni Estere di Parigi e il gesuita padre Alessandro De Rhodes. Come spiega Suor Elisabeth Tran Thi Quynh Giao, delle Francescane Missionarie di Maria, per la preparazione di questo Anno, la Conferenza episcopale del Vietnam e il Comitato organizzatore hanno inviato alle parrocchie alle diverse congregazioni religiose e alle associazioni un invito a sensibilizzare i fedeli e a preparare questo storico evento rivedendo la loro storia soprattutto nei seguenti periodi: quello delle prime missioni (1553 – 1659); quello del Vicariato apostolico (1659 – 1960); quello delle diocesi (1960 – 2010). Dopo questa ricerca, le congregazioni religiose potranno offrire una visione d’insieme sulle loro attività passate, mostrando i risultati positivi nel campo della missione, nonché le difficoltà attraversate nel contesto culturale, sociale e politico di ogni periodo. Daranno inoltre un profilo delle loro azioni e delle loro strategie pastorali future. Tutto questo materiale sarà raccolto in un libro, con lo scopo di presentare le diverse congregazioni religiose e la loro missione, di procurare informazioni ufficiali per coloro che desiderano conoscere queste congregazioni e promuovere le vocazioni religiose e sacerdotali. (R.P.)
Lettera del vescovo di Hong Kong a sostegno della Caritas
◊ “Diamo loro una speranza” è titolo della Lettera pastorale di Mons. John Tong, vescovo della diocesi di Hong Kong, che invita a sostenere con generosità la Caritas. Secondo quanto riferisce Kong Ko Bao (il bollettino diocesano in versione cinese ripreso dall'agenzia Fides), nella Lettera indirizzata a tutti i fedeli, si legge: “‘Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla creazione del mondo. In verità io vi dico: tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l'avete fatto a me’ (Mt 25, 34-40). Con queste parole Benedetto XVI ha aperto la sua prima enciclica 'Deus caritas est' per spiegarci cosa significa il prossimo”. Mons. Tong prosegue: “in realtа tutti quelli che sono deboli, emarginati, sono il nostro prossimo. La parola Caritas viene dal latino, e indica la carità gratuita dei cristiani, quindi si riassume così l’obiettivo e l’impegno della Caritas: dare una speranza agli ultimi, ai disperati, con tutta la nostra forza. Nonostante i sussidi governativi e le generose donazioni di altri enti civili, la Caritas si trova spesso in difficoltà finanziarie per portare avanti tanti progetti caritativi. Quindi ogni anno conta su di voi, sulle vostre generose offerte, perché possa dare loro una speranza”. Infine mons. Tong invita a riflettere sulle parole di San Paolo: “Chi semina scarsamente, scarsamente raccoglierà e chi semina con larghezza, con larghezza raccoglierà. Dio ama chi dona con gioia” (2 Cor 9, 6-9). Quindi conclude con una esortazione: “ricordatevi, tutto passerà, ma il vero amore, la vera carità rimarrà per sempre”. (R.P.)
I professionisti dei media cattolici si incontrano in Thailandia
◊ Dal 17 al 21 ottobre, a Chiang Mai, in Thailandia, si svolgerà il prossimo Congresso mondiale di Signis, l’associazione internazionale cattolica di professionisti della comunicazione. II tema scelto è: “I media per una cultura di pace: i diritti dei fanciulli, promessa per il domani”. Il presidente per la sezione pachistana del Signis, padre Nadeem John Shakir, responsabile del National Catholic office for Social Communications a Lahore, ha spiegato all’agenzia Uca News che “al convegno parteciperanno professionisti dei mezzi di comunicazione provenienti da diversi Paesi asiatici con il proposito di fare del tema dei diritti del fanciullo una priorità da promuovere con ogni tipo di moderna tecnologia di comunicazione”. II ruolo che le nuove tecnologie di comunicazione dovrebbero avere nell'opera di evangelizzazione svolta dalla Chiesa cattolica è esattamente quello indicato nel messaggio di Giovanni Paolo II in occasione della Giornata mondiale delle comunicazioni del 1999, “una presenza amica”. Secondo padre Shakir, i media negli ultimi anni hanno rinunciato sempre più al ruolo di mezzi di formazione e d’informazione per non soccombere all’ondata di “contenuti commerciali spesso privi di valori morali” che arrivano attraverso radio, tv e stampa. “Quando ancora non esistevano telefonini e canali televisivi commerciali - ha detto padre Shakir - le famiglie cristiane si riunivano per recitare insieme inni e preghiere. Attualmente perfino la frequenza alla Messa domenicale è diminuita perche i fedeli, soprattutto i più giovani, spesso trascorrono l'intera giornata guardando la televisione o scambiandosi sms sul cellulare. Certamente nei villaggi rurali, dove l'uso dei media è meno intenso, la Messa e i momenti dl preghiera rimangono ancora al centro della domenica”. Sui mezzi di comunicazione nel suo Paese il sacerdote ha spiegato che “rimane molto lavoro da fare per promuovere l’evangelizzazione attraverso i mezzi multimediali”. Anche perché gli audio e i video sulle liturgie e gli inni sacri non hanno riscosso grande successo fra i credenti. In Pakistan Signis è attiva dal ‘77 con l’etichetta di produzione di audiovisivi Wave. In vista del Congresso, padre Shakir sta preparando un documentario sulla vita dei bambini poveri in Pakistan aiutati dai volontari cattolici. (V.F.)
Incontro a Siviglia della Commissione delle Chiese europee sulle migrazioni
◊ “Quali frontiere per la solidarietà in Europa?”: su questo tema, focalizzato soprattutto sulla situazione delle migrazioni e le nuove povertà, si confronteranno dal 18 al 22 settembre a Siviglia, in Spagna, i rappresentanti delle 31 Commissioni nazionali che aderiscono alla Conferenza delle Commissioni europee Giustizia e pace (Giustizia e pace Europa). Il presidente, mons. Gérard Defois, accompagnato da alcuni vescovi, guiderà una delegazione a Ceuta, frontiera spagnola dove approdano tanti migranti dal Marocco e dall’Africa sub-sahariana e qui visiteranno il centro diocesano di aiuto ai migranti irregolari. A Siviglia - riferisce l'agenzia Sir - incontreranno i responsabili della Ong “Siviglia accoglie”, che lavora per l’integrazione dei migranti con i mediatori culturali. Altri incontri con gruppi di solidarietà locali riguarderanno la povertà delle periferie urbane, la disoccupazione giovanile, ecc. Alla fine dell’incontro tutti i partecipanti si ritroveranno sulla spiaggia di Algesiras, per una preghiera in memoria di tutti i migranti morti in mare nel tentativo di raggiungere l’Europa. Al seminario internazionale seguirà l’assemblea generale di Giustizia e pace Europa, che sarà aperta da una celebrazione solenne nella cattedrale di Siviglia, presieduta dal cardinale Carlos Amigo Vallejo, arcivescovo di Siviglia. (R.P.)
Nasce a Venezia un'Alta scuola in teologia ed economia
◊ Da domani al 17 settembre si svolgerà a Venezia il Congresso internazionale promosso dallo Studium Generale Marcianum, intitolato “La società plurale”. I partecipanti svilupperanno il tema a partire dai loro ambiti di competenza: quello giuridico, filosofico, teologico, oppure economico o sociologico. In questa occasione sarà lanciata una nuova Alta Scuola, nata all’interno Studium Generale Marcianum dopo tre anni di sperimentazione del progetto ricerca UPE. Si chiamerà Asset, Alta Scuola Società Economia Teologia. Al centro della scuola c’è da un lato la necessità delle scienze sociali e dell’economia di saper rendere ragione di tutte le dimensioni dell’esperienza umana, compresa quella religiosa, e dall’altra la possibilità per la teologia e la dottrina sociale della Chiesa di partecipare al dibattito pubblico confrontandosi a tutto campo con le metodologie di ricerca propri delle altre scienze. Alla presentazione della scuola, domani alle ore 12.45, presso la Sala Sant’Apollonia, interverranno il Patriarca di Venezia, il cardinale Angelo Scola, il sindaco di Venezia, Massimo Cacciari, il prof. Giuliano Segre, Presidente della Fondazione Venezia e il prof. Alberto Peratoner, direttore di Asset. Tra i docenti e le personalità coinvolti nell’Alta scuola ci sono: il prof. Robert Spaemann (Universität zu München- Germania); la prof.ssa Margaret Archer, (University of Warwick – UK); la prof.ssa Angelika Nussberger, (Universität zu Köln – Germania); il prof. Guy Bédouelle op, (Université Catholique de l’Ouest– Angers, France); il prof. Rubio de Urquia (Universidad CEU San Pablo Madrid – Spagna); il prof. Juan Manuel Blanch Nougués (Universidad CEU San Pablo Madrid – Spagna); il prof. Roberto Gatti (Università di Urbino); il prof. Giuliano Segre (Università Ca’ Foscari, Venezia); il prof. Simona Beretta (Università Cattolica del Sacro Cuore Milano). (V.F.)
Facoltà teologica dell’Italia Meridionale: aperto un corso di architettura sacra
◊ Sono aperte alla sezione ‘San Luigi’ della Pontificia Facoltà teologica dell’Italia Meridionale le iscrizioni per "Proposte per una nuova architettura sacra", il nuovo indirizzo di studio rivolto a ingegneri e architetti inaugurato dalla Scuola di Alta Formazione di Arte e Teologia, che ha sede a Napoli. Il sottotitolo dell’indirizzo è “Fondamenti estetico-teologici, aspetti artistici e decorativi, approfondimenti tecnico-tecnologici”. Qui si approfondiranno le discipline coinvolte nella progettazione di una chiesa e nell’adattamento di quelle già esistenti secondo le indicazioni del Concilio Vaticano II. L’indirizzo è strutturato in vari ambiti di ricerca: l’area delle conoscenze storiche di base, quella dei fondamenti teologici e liturgici, quella estetica, quella artistica e quella specifica per la progettazione dei luoghi di culto, che comprende l’organizzazione funzionale e tecnologica delle chiese dalla nascita all’Ottocento, l’architettura sacra moderna e contemporanea, il Concilio Vaticano II e gli indirizzi progettuali dello spazio sacro, l’acustica nell’edilizia sacra e la modellazione computerizzata, comfort ambientale termico e risparmio energetico, la prevenzione incendi, le linee guida per la progettazione e il recupero. “La nostra finalità è promuovere l'interesse e la ricerca nel campo dell'architettura di culto, affinché lo spazio sacro diventi un luogo di esaltazione spirituale”, ha detto il direttore della Scuola, padre Giuseppe Manca. L’indirizzo ha il patrocinio del Servizio nazionale per i Luoghi di Culto e dell'Ufficio Nazionale per i Beni Culturali Ecclesiastici della Cei e quello del Dipartimento di Ingegneria edile della Facoltà di Ingegneria della Federico II. (V.F.)
Associazione Giovanni XXIII: il "Villaggio della Gioia" apre il 26 settembre
◊ Verrà inaugurato nel pomeriggio del 26 settembre, a Villafranca di Forlì, il "Villaggio della gioia" promosso dall’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII. L’evento “rappresenta l’occasione per riflettere sull’attuale stato di salute della famiglia italiana e presentare un progetto sociale nato dalla trentennale esperienza al fianco degli ultimi della Comunità Papa Giovanni XXIII, fondata nel 1968 da don Oreste Benzi”. Il Villaggio - riferisce l'agenzia Sir - comprenderà tre immobili, adibiti a casa famiglia, già terminati, dodici appartamenti indipendenti per l’accoglienza delle famiglie, un locale ad uso uffici e un salone polivalente per attività comuni. “Obbiettivo principale di questo progetto – affermano dalla Giovanni XXIII – è quello dell’accoglienza di persone e famiglie in difficoltà relazionali e psicologiche, nonché economiche, che rischierebbero di vedere allontanati i loro figli per l’affido ad un’altra famiglia. Quindi una presa in carico dell’intero nucleo familiare, evitando ai bambini il trauma della separazione”. L’inaugurazione, alla presenza di diversi esponenti politici nazionali, vedrà una tavola rotonda dal tema: “Bambino, Famiglia, Villaggio della Gioia: dal bisogno alla crescita sociale” e la celebrazione della messa, presieduta dal vescovo della diocesi di Forlì-Bertinoro mons. Lino Pizzi. (R.P.)
Si apre a Pisa la rassegna musicale Anima Mundi
◊ Inizia domani a Pisa la nona edizione della Rassegna Internazionale di Musica Sacra Anima Mundi, premio Abbiati della critica italiana. La location dell’evento - organizzato dall’Opera della Primaziale Pisana, dal Comune e dalla Provincia di Pisa, dalla Fondazione Cassa di Risparmio di San Miniato – è piazza dei Miracoli, fra la Cattedrale e il Camposanto monumentale. Anche quest’anno, come nelle ultime quattro edizioni precedenti, la direzione artistica è affidata a sir John Eliot Gardiner. Fino al 9 ottobre, sette serate presenteranno al pubblico grandi interpreti internazionali. La novità di quest’anno è che la partecipazione ai concerti è gratuita: per assistere basterà chiedere l’assegnazione dei tagliandi nominativi a partire da due giorni prima del concerto. Questa edizione presenta un itinerario attorno al Settecento europeo, cui sono dedicate l’apertura e la chiusura della rassegna. Per ricordare i 250 anni dalla morte di Haendel il primo concerto, quello di domani sera all’interno della Cattedrale, sarà la sua opera “Israel in Egypt”, eseguito dal Monteverdi Choir e dagli English Baroque Soloists. E sempre nella cattedrale andrà in scena la chiusura della rassegna, il 9 ottobre, "La Creazione" di F.J. Haydn, di cui ricorre il bicentenario dalla morte, eseguita dall’Orchestre Révolutionnaire et Romantique unita al Monteverdi Choir. Il 2 ottobre un’altra opera di Hydn, “Le sette ultime parole di Cristo”, sarà eseguita dal Leipzig String Quartet e con la voce recitante del grande attore e regista Arnoldo Foà. (V.F.)
Il primo ottobre, a colloquio sul nucleare l’Iran e il gruppo dei 5+1
◊ Un incontro tra l'Iran e il gruppo di Paesi 5+1 che conducono il confronto con Teheran sul suo programma nucleare, è stato programmato per il primo ottobre. La decisione è stata presa durante un colloquio telefonico tra il capo negoziatore iraniano, Said Jalili, e l'Alto commissario della Ue per la politica estera comune, Javier Solana. La sede dell'incontro non è stata ancora indicata. Del gruppo 5+1 fanno parte i cinque membri permanenti del Consiglio di Sicurezza dell'Onu, cioè Usa, Russia, Cina, Francia e Gran Bretagna, più la Germania. Mercoledì l'Iran ha presentato ai 5+1 un "pacchetto" di proposte per avviare trattative e Solana fa sapere che l’incontro del primo ottobre servirà per avere da Teheran maggiori informazioni al proposito. Ieri, però, il presidente iraniano Ahmadinejad ha riaffermato che Teheran considera ormai “chiusa” la questione del proprio programma nucleare e che quindi non è intenzionata a “negoziare i suoi inalienabili diritti”.
Iran: si è aperto il quinto processo ai riformisti anti-Ahmadinejad
È cominciato oggi il quinto processo a sei militanti riformisti tra cui spicca Abdollah Momeni, noto dirigente del movimento studentesco. Ammonta a 160 il numero delle persone comparse davanti alla Corte nelle scorse settimane, dopo gli arresti in seguito alle proteste contro la rielezione del presidente iraniano Ahmadinejad. Tra loro un ex ministro, tre ex vice ministri e un ex portavoce governativo. Finora non si è avuta notizia di alcuna sentenza. Intanto è stata resa nota oggi la notizia dell’uccisione avvenuta due giorni fa di Mamusta Borhan Ali, noto religioso sunnita iraniano sostenitore di Ahmadinejad.
Netanyahu: nessun congelamento delle colonie ma solo alcune concessioni
Sì a concessioni per facilitare la ripresa del negoziato con i palestinesi, no a “un congelamento totale” degli insediamenti di coloni ebrei nei territori occupati. È questa la posizione ribadita oggi dal premier israeliano, Benyamin Netanyahu, alla vigilia di un incontro delicato con l'emissario del presidente americano Barack Obama per il Medio Oriente, George Mitchell, rinviato a domani a causa dell'odierno funerale di Assaf Ramon, il giovane pilota - figlio dell'astronauta israeliano perito nel disastro dello shuttle Columbia del 2003 - morto in un incidente aereo. Reduce da una visita-lampo al Cairo, dove il presidente egiziano, Mubarak, è tornato a sollecitare lo stop delle attività di colonizzazione chiesto anche da Washington, il primo ministro ha toccato stamattina l'argomento dinanzi alla commissione Esteri e Difesa della Knesset (il parlamento israeliano). Quanto a Gerusalemme est (annessa da Israele dal 1967, ma considerata anch'essa area occupata dalla comunità internazionale), il premier ha detto che “Gerusalemme non è un insediamento e quindi le costruzioni proseguiranno in modo usuale”.
Pakistan: 18 morti durante la distribuzione gratuita di farina
A Karachi, in Pakistan, almeno 18 persone, tutte donne o bambini, sono morte in una ressa per accaparrarsi sacchi di farina distribuiti gratuitamente da una ditta privata. Decine di persone sono rimaste ferite. Intanto, un missile lanciato da un drone americano ha ucciso almeno otto persone nella regione tribale pachistana del Waziristan del Nord, al confine con l'Afghanistan, considerata una delle roccaforti talebane nel Paese.
Afghanistan
Un soldato britannico è stato ucciso in un conflitto a fuoco nella zona di Babaji, provincia di Helmand, in Afghanistan. Il militare apparteneva al II battaglione, Reggimento Duke of Lancaster. Salgono così a 214 i caduti britannici dall'inizio delle operazioni nel 2001. Intanto, la Camera alta del Parlamento afghano ha contestato la liberazione del giornalista Sayed Pervez Kambakhsh, che era stato condannato a morte - pena poi commutata in appello in venti anni di carcere - per blasfemia per un articolo in cui si occupava dei diritti delle donne. Kambakhsh, 24 anni, che aveva scaricato da Internet e pubblicato in Afghanistan un articolo iraniano in difesa dei diritti delle donne nel quale si sosteneva che Maometto li ignorò, ha passato due anni in carcere e, in seguito a una mobilitazione mondiale in suo favore, ha ricevuto la grazia presidenziale ed ha lasciato l'Afghanistan, come si è appreso lunedì scorso da fonti vicine al giornalista.
Messaggio audio di Osama Bin Laden: Obama non ha cambiato la politica Usa
Il leader di Al Qaeda, Osama bin Laden, ha lanciato un monito al popolo americano sugli stretti legami del loro governo con Israele, in un messaggio audio all'apparenza inedito diffuso su un sito islamista spesso usato da sostenitori dell'organizzazione terroristica. Nell'audio, Bin Laden dice che non c'è stato un vero cambiamento nella politica Usa, perchè il presidente Obama ha mantenuto esponenti della precedente amministrazione Bush, come il segretario alla Difesa Robert Gates.
Iraq: sarà rilasciato domani il giornalista che lanciò la scarpa contro Bush
Slitta a domani “per formalità di tipo amministrativo” la scarcerazione del giornalista iracheno Muntazer al Zaidi, che l’anno scorso lanciò una scarpa all’allora presidente Usa George W. Bush. Inizialmente il giornalista era stato condannato a tre anni di carcere, ma in aprile la pena era stata ridotta ad un anno data la sua giovane età, il suo essere incensurato e le motivazioni del suo gesto.
Soldato turco ucciso in scontri con militanti del Pkk: ieri uccisi tre militanti
Un soldato turco è rimasto ucciso oggi nel corso di un'operazione contro un gruppo di militanti del separatista Partito dei Lavoratori del Kurdistan (Pkk). Lo ha reso noto l'emittente privata Ntv. Gli scontri si sono verificati nei pressi della località turca di Cukurca, presso la frontiera con l'Iraq, la stessa dove ieri sono rimasti uccisi tre militanti del Pkk. Il Pkk, che da anni si batte per un Kurdistan indipendente sul territorio turco, lo scorso primo settembre ha annunciato di aver prolungato sino alla fine del mese sacro del Ramadan - ovvero il 22 settembre - una tregua unilaterale ma non riconosciuta dalle autorità turche.
È sempre più critica la situazione nella capitale della Somalia
Proseguono i combattimenti a Mogadiscio tra i guerriglieri islamici shabaab e le forze governative, appoggiate da una missione dell’Unione africana. Negli ultimi quattro mesi, i morti sono stati centinaia e gli sfollati hanno raggiunto quota 250.000. Da Mogadiscio, Matteo Fagotto:
La città assediata dalle milizie islamiche dello Shabaab e abbandonata da più di metà della popolazione sta vivendo il Ramadan più sanguinoso degli ultimi vent’anni. Solo nell’ultima settimana i morti sono stati più di 40, per la maggior parte donne e bambini, vittime di una guerra senza quartiere che non risparmia nessuno. Devastata da quasi vent’anni di guerra civile, alla mercé di bande e di rapitori pronti a vendersi al miglior offerente, Mogadiscio assomiglia sempre più a una città fantasma. Alle quattro del pomeriggio i negozi chiudono e la gente si rintana in casa lasciando le strade in mano alle milizie islamiche che si contendono i quartieri a colpi di kalashnikov e rpg. Da una parte all’altra della Makkah Al Mukarramah, la strada principale che taglia la città da nord a sud, lo Shabaab e le truppe del governo di transizione si scontrano per il controllo delle aree vitali di Mogadiscio: porti, aeroporti e linee di rifornimento che le autorità somale mantengono a fatica, grazie anche al supporto dei cinquemila uomini della missione di pace dell’Unione africana. Senza il supporto economico della comunità internazionale, senza un esercito e con una marina costretta a operare senza navi, il governo di transizione è in difficoltà contro una ribellione islamica che diventa ogni giorno più forte e aggressiva. Ormai apertamente affiliato ad Al Qaeda, lo Shabaab mira a rovesciare il presidente Sheikh Sharif e fare della Somalia una testa di ponte per la creazione di un regno islamico nel Corno d’Africa dove addestrare martiri e terroristi, una minaccia che molti somali sperano stimoli la comunità internazionale a interessarsi a una crisi che non conosce fine, costata la vita a più di un milione di persone.
16 morti, tra cui 4 bambini, per il maltempo in Algeria
L'ondata di maltempo che da mercoledì scorso si sta abbattendo sulle regione centrali dell'Algeria ha fatto fino ad oggi 16 morti, tra cui quattro bambini. Due persone sono morte sabato a Biskra e M'sila (sud-est) mentre altre 8 sono state travolte dalle acque di un torrente stagionale in piena nella regione di El Bayahd, 700 km a sud-ovest di Algeri. Vicino a Naama, sempre nel sud-ovest algerino, quattro membri di una stessa famiglia sono stati travolti mentre si trovavano a bordo della loro auto. Nella stessa zona un uomo è deceduto dopo essere stato colpito da un fulmine. Giovedì, è morto a causa del maltempo il sotto prefetto di Laghouat, 400 km a sud di Algeri.
Il presidente italiano Napolitano in Corea del Sud
Con un appello alla ripresa dei negoziati sul nucleare, sono cominciati gli incontri ufficiali a Seul del presidente italiano Giorgio Napolitano, accompagnato dalla moglie e dal ministro degli Esteri, Frattini. Nell’incontro con il presidente coreano Lee Myung-bak, Napolitano ha discusso della questione per il disarmo nucleare della Corea del Nord, incoraggiando la ripresa dei colloqui, interrotti a dicembre per volontà di Pyongyang. Sembra che la Corea del Nord rifiuti al momento colloqui a 6 e chieda invece bilaterali con gli Usa. Tra Roma e Seul c’è sintonia su molti temi internazionali, dalla riforma dell’Onu alla conduzione delle crisi internazionali. Inoltre, l’Italia caldeggia le iniziative della Corea del Sud per la distensione dei rapporti con la Corea del Nord lanciate nel 2003. Nell’agenda degli incontri del presidente Napolitano, anche due inaugurazioni: della nuova sede dell’Ambasciata d’Italia a Seul e del “Progetto Milano Design city” ospitato dalla città di Incheon, a un’ora e mezza dalla capitale. Nell’ambito della visita, che terminerà il 16 settembre, anche colloqui di stampo economico e commerciali.
Elezioni in Norvegia
Nelle quadriennali elezioni politiche che si svolgono oggi in Norvegia tutto è ancora incerto. Alle urne sono chiamati 3 milioni e 800 mila elettori. Il servizio di Vincenzo Lanza:
La campagna elettorale si è svolta senza attacchi personali tra i leader degli otto partiti che hanno invece puntato sopratutto a far capire quali fossero le posizioni pratiche dei rispettivi partiti. Il premier socialdemocratico, il 40enne Jens Stoltenberg, capo della coalizione governativa negli ultimi quattro anni assieme al Partito di Centro ed a quello Socialista di Sinistra, crede e spera in una riconferma del suo centro-sinistra che è riuscito a far superare alla Norvegia le conseguenze della recente crisi economica mondiale che ha sfiorato il Paese senza eccessivi danni. La coalizione dei partiti di Centro-Destra all'opposizione, quelli del Progresso, dei Conservatori, dei Liberali e dei Cristiano-Popolari, naviga invece in acque alquanto tumultuose che potrebbero placarsi - in parte - solo dopo una non prevedibile comune e chiara maggioranza ottenuta eventualmente con i voti odierni. Oggetto principale di discordia nel Centro-Destra è la eventuale alleanza con il Partito del Progresso, un partito populista balzato al secondo posto nelle elezioni di quattro anni fa e che potrebbe decisamente condizionare proprio un eventuale governo di centro-destra. La 40enne leader di tale partito del Progresso, l’economista Siv Jensen, fonda il programma del proprio partito su irrevocabili principi quali drastico ostacolo all'immigrazione, notevole riduzione delle tasse ed ulteriore sfruttamento dei ricchi giacimenti petroliferi sottomarini. Giacimenti di cui la Norvegia dispone nei fondali del Mar del Nord nell'area delle Isole Lofoten, con enormi rischi per possibili incidenti e inquinamenti dovuti alla fuoriuscita di petrolio in quell'area che per il merluzzo pescato costituisce un vero e proprio Eldorado per le casse statali norvegesi. (Panoramica internazionale a cura di Fausta Speranza)
Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LIII no. 257
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