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Sommario del 12/09/2009

Il Papa e la Santa Sede

  • Benedetto XVI nella Messa per l’ordinazione di 5 nuovi vescovi: non lavorate per voi stessi, ma per condurre gli uomini a Dio con fedeltà, prudenza e bontà
  • La Chiesa celebra il Nome di Maria. La riflessione del cardinale Comastri
  • Al centro dell’Europa: l’editoriale di padre Lombardi
  • Oggi su "L'Osservatore Romano"
  • Oggi in Primo Piano

  • Migrazioni, clima, crisi, valori: le priorità del presidente del Parlamento europeo Buzek
  • Mons. Nunnari: risvegliare la coscienza del sud d'Italia
  • Assegnati i Premi cattolici al Festival del cinema di Venezia
  • Nel Duomo di Milano i funerali di Mike Bongiorno
  • Il commento di don Massimo Serretti al Vangelo della Domenica
  • Chiesa e Società

  • Colombia: il dramma di 4 milioni di sfollati al centro di un Congresso promosso dai vescovi
  • La Chiesa argentina promuove la Colletta nazionale contro povertà ed esclusione
  • A Gubbio mons. Fisichella torna a parlare della difesa della vita dall'inizio alla fine naturale
  • Palermo si prepara a ricordare padre Pino Puglisi, ucciso dalla mafia 16 anni fa
  • Sri Lanka: la Croce Rossa non può entrare in un "campo di riabilitazione"
  • Consiglio d'Europa: 11 settembre, spartiacque nella tutela dei diritti umani
  • Giornata antirazzista in Inghilterra e Galles
  • Australia: nuovo slancio all'evangelizzazione dei giovani da Pom e scuole cattoliche
  • I monaci benedettini festeggiano cento anni di attività in Corea del Sud
  • Mons. Crepaldi al Movimento Cristiano Lavoratori: "il lavoro sia una vocazione"
  • Movimenti e associazioni cristiane d'Italia insieme per riflettere sul futuro dell'Europa
  • Mons. Piero Coda: la teologia non è un'esclusiva dei sacerdoti
  • E' morto in Spagna il padre gesuita Iglesias, ex provinciale di Spagna
  • 24 Ore nel Mondo

  • Afghanistan: attacco talebano alla vigilia della pubblicazione dei risultati delle elezioni
  • Il Papa e la Santa Sede



    Benedetto XVI nella Messa per l’ordinazione di 5 nuovi vescovi: non lavorate per voi stessi, ma per condurre gli uomini a Dio con fedeltà, prudenza e bontà

    ◊   Fedele, prudente e buono: deve essere così il servo di Dio. Benedetto XVI lo ha ribadito stamani nella Basilica Vaticana, durante la Messa per le ordinazioni episcopali di cinque nuovi vescovi. Si tratta di mons. Gabriele Giordano Caccia, nunzio apostolico in Libano, mons. Franco Coppola, nunzio apostolico in Burundi, mons. Pietro Parolin, nunzio apostolico in Venezuela, mons. Raffaello Martinelli, vescovo di Frascati, mons. Giorgio Corbellini, presidente Ufficio Lavoro della Sede Apostolica. Alla Messa hanno partecipato, tra gli altri, i cardinali Tarcisio Bertone, Giovanni Battista Re e William Joseph Levada. Nella sua appassionata omelia, il Papa ha auspicato che i vescovi non cerchino potere e prestigio ma si impegnino a condurre gli uomini verso Dio. Il servizio di Alessandro Gisotti:

    Canti
     
    “Essere non per se stessi, ma per gli altri, da parte di Dio e in vista di Dio”: è questo, ha sottolineato Benedetto XVI, “il nucleo più profondo della missione di Gesù Cristo e insieme la vera essenza del suo Sacerdozio”. Un messaggio che il Papa ha voluto consegnare ai cinque nuovi vescovi, esortandoli a portare nel mondo “il lieto annunzio, la vera libertà e la speranza che fa vivere l’uomo e lo risana”. Nella sua riflessione sull’identità del vescovo, il Pontefice è partito dalla domanda di San Paolo, di fronte ai litigi che scuotevano la giovane Chiesa di Corinto: cosa è mai un Apostolo? Un interrogativo, ha spiegato il Papa, a cui il Signore stesso risponde indicando le tre caratteristiche fondamentali per servirlo nel modo giusto. Innanzitutto la fedeltà, nella consapevolezza che “la Chiesa non è la Chiesa nostra, ma la sua Chiesa, la Chiesa di Dio”:

     
    “Il servo deve rendere conto di come ha gestito il bene che gli è stato affidato. Non leghiamo gli uomini a noi; non cerchiamo potere, prestigio, stima per noi stessi. Conduciamo gli uomini verso Gesù Cristo e così verso il Dio vivente. Con ciò li introduciamo nella verità e nella libertà, che deriva dalla verità. La fedeltà è altruismo, e proprio così è liberatrice per il ministro stesso e per quanti gli sono affidati. Sappiamo come le cose nella società civile e, non di rado, anche nella Chiesa soffrono per il fatto che molti di coloro, ai quali è stata conferita una responsabilità, lavorano per se stessi e non per la comunità”.

     
    La fedeltà, ha proseguito, “non è paura, ma è ispirata dall’amore e dal suo dinamismo”. La fede “richiede di essere trasmessa: non ci è stata consegnata soltanto per noi stessi”. La fedeltà, ha sottolineato, coincide con la fede:

     
    “La fedeltà del servo di Gesù Cristo consiste proprio anche nel fatto che egli non cerca di adeguare la fede alle mode del tempo. Solo Cristo ha parole di vita eterna, e queste parole dobbiamo portare alla gente. Esse sono il bene più prezioso che ci è stato affidato. Una tale fedeltà non ha niente di sterile e di statico; è creativa”.

     
    La seconda caratteristica che Gesù richiede dal servo è la prudenza che, ha affermato il Papa, “è una cosa diversa dall’astuzia”. La prudenza indica il primato della verità che diventa il criterio del nostro agire:

     
    “La prudenza esige la ragione umile, disciplinata e vigilante, che non si lascia abbagliare da pregiudizi; non giudica secondo desideri e passioni, ma cerca la verità – anche la verità scomoda. Prudenza significa mettersi alla ricerca della verità ed agire in modo ad essa conforme. Il servo prudente è innanzitutto un uomo di verità e un uomo dalla ragione sincera. Dio, per mezzo di Gesù Cristo, ci ha spalancato la finestra della verità che, di fronte alle sole forze nostre, rimane spesso stretta e soltanto in parte trasparente”.

     
    La prima virtù cardinale del sacerdote ministro di Gesù Cristo, ha aggiunto, consiste dunque “nel lasciarsi plasmare dalla verità che Cristo ci mostra”:

     
    “In questa maniera diventiamo uomini veramente ragionevoli, che giudicano in base all’insieme e non a partire da dettagli casuali. Non ci lasciamo guidare dalla piccola finestra della nostra personale astuzia, ma dalla grande finestra, che Cristo ci ha aperto sull’intera verità, guardiamo il mondo e gli uomini e riconosciamo così che cosa conta veramente nella vita”.
     
    Infine, la caratteristica della bontà. Buono in senso pieno, ha rammentato il Papa, “è solo Dio. Egli è il bene, il Buono per eccellenza, la Bontà in persona”:

     
    “In una creatura – nell’uomo – l’essere buono si basa pertanto necessariamente su un profondo orientamento interiore verso Dio. La bontà cresce con l’unirsi interiormente al Dio vivente. La bontà presuppone soprattutto una viva comunione con Dio, una crescente unione interiore con Lui”.
     
    Il Papa ha infine ricordato che la Chiesa celebra oggi il “Nome di Maria”, che nella tradizione occidentale è stato tradotto con “Stella del Mare”. Quando la notte sembra “impenetrabile”, ha detto il Pontefice, vediamo molto vicina la luce che si accese quando Maria disse: “Ecco sono la serva del Signore”. Nella sua bontà, ha proseguito, “riconosciamo in maniera molto umana la bontà di Dio stesso”. Quindi, ha concluso l’omelia con un augurio affettuoso ai nuovi presuli:

     
    "Preghiamo perché diventiate servi fedeli, prudenti e buoni e così possiate un giorno sentire dal Signore della storia la parola: Servo buono e fedele, prendi parte alla gioia del tuo padrone".

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    La Chiesa celebra il Nome di Maria. La riflessione del cardinale Comastri

    ◊   E come ha ricordato Benedetto XVI nella sua omelia, la Chiesa celebra oggi il “Nome di Maria”, che nella tradizione occidentale è stato tradotto con “Stella del Mare”. Sono molte le interpretazioni date nella storia al nome della Madre di Gesù e proprio l’accostamento alla parola “mare” per Pietro di Celles fa di Maria un “mare di grazie”, tanto che il Monfort diceva: “Dio Padre ha radunato tutte le acque e le ha chiamate mare, ha radunato tutte le grazie e le ha chiamate Maria”. Ma per una riflessione sul “Nome di Maria” ascoltiamo, al microfono di Tiziana Campisi, il cardinale Angelo Comastri, vicario del Papa per lo Stato della Città del Vaticano:

    R. - Il nome sta per la persona, e pertanto la festa del nome di Maria è la festa della persona di Maria e di ciò che essa è nella storia dell’umanità. La domanda è immediata: chi è Maria? Maria è la libertà umana che si è totalmente aperta a Dio mentre noi mettiamo tante resistenze a Dio. Maria si è consegnata totalmente e in Lei, l’Infinito, è entrato nella nostra storia ed è diventato nostro Salvatore. Maria è al crocevia del più grande avvenimento della storia di tutti i tempi: il momento in cui l’Onnipotente si è fatto piccolo, si è fatto uomo per ridarci un cuore da figli di Dio. Di questo se ne accorse anche un ateo come Jean-Paul Sartre. Quando era nel campo di concentramento di Treviri e quindi era sgonfio di orgoglio - perché molto spesso è l’orgoglio che rende cechi - ebbe un momento di lucidità e scrisse pagine stupende proprio riguardo a Maria e arrivò a dire che Maria è l’unica creatura al mondo che stringendo al petto il suo Figlio gli può dire: “ Dio mio”, ed è l’unica creatura al mondo che inginocchiandosi davanti a Dio gli può dire: “Figlio mio”.

     
    D. – Che cosa rievoca questa memoria?

     
    R. – Da un punto di vista biblico il nome è la persona, allora la riflessione deve essere sulla persona di Maria. Maria è l’esempio dell’accoglienza di Dio, è l’esempio dell’ospitalità di Dio ed è quello che dobbiamo fare anche noi, dare ospitalità a Dio, ma dargliela senza reticenze, senza ambiguità, senza infingimenti - come spesso facciamo - dobbiamo accogliere Dio con la stessa lealtà, con la stessa limpidezza, con cui l’ha accolto Maria. Credo che sia bello allora nel giorno della festa del nome di Maria sostare davanti a lei, guardarla, frequentarla, frequentarla nel mistero che essa rappresenta, perché frequentando Maria ci si trova sulla strada di Gesù. Perché Maria porta a Lui, Maria è colei che ha accolto Gesù e in Maria si ritrova sempre Lui.

     
    D. – E’ un periodo questo ricco di celebrazioni che richiamano alla figura di Maria..

     
    R. – Io credo che dobbiamo accostarci a Maria sempre per imparare la fede. La grandezza di Maria sta tutta nell’”eccomi”. Giovanni Paolo II disse: “mai tanto dipese dal consenso di una creatura”. Pensiamo quanto è gravido di responsabilità l’eccomi di Maria. E’ Dio che si affaccia alla storia umana piena di tanti no, e tra quei no ci sono sicuramente alcuni anche dei nostri e vede che Maria è colei che è capace di dire un sì vero. Accostarsi a Maria, vivere le feste di Maria non è soltanto l’entusiasmo, l’emozione di un momento, ma deve essere un momento di educazione alla fede imparando da Lei, imparando da Maria andando alla scuola del Suo eccomi.

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    Al centro dell’Europa: l’editoriale di padre Lombardi

    ◊   Fervono i preparativi nella Repubblica Ceca per l’ormai prossimo viaggio di Benedetto XVI: Praga, Brno e Stará Boleslav le tre tappe della visita pontificia. Ascoltiamo l’editoriale di padre Federico Lombardi per Octava Dies, il settimanale informativo del Centro Televisivo Vaticano:

    Fra poco il Papa sarà di nuovo in viaggio per una visita breve, ma intensa, nella Repubblica Ceca, dal 26 al 28 settembre. Si recherà nel cuore dell’Europa, in un Paese di antica e grande tradizione culturale a cui il cristianesimo ha dato un contributo essenziale, un Paese che ricorda in questi giorni il ventennale della fine del regime comunista e della rinascita pacifica della democrazia, un paese dove la secolarizzazione è così diffusa che la pratica religiosa è ridotta a una minoranza.

     
    Sono molti e forti i messaggi che il Santo Padre potrà indirizzare ai credenti e agli uomini di buona volontà da un tale Paese. Certamente un incoraggiamento per una Chiesa vivace e coraggiosa nella sua testimonianza di fede, che sappia diffondere speranza e carità solidale attorno a sé, e in particolare per le giovani generazioni. Un invito a un cordiale ecumenismo, che dia credibilità e profondità al contributo dei credenti all’edificazione del futuro nella società secolarizzata. Una prospettiva di grande spessore culturale e morale, perché il processo di unificazione europea non si riduca agli aspetti materiali ed economici, ma porti in sé la ricchezza di valori condivisi, necessari per garantire la dignità della persona umana.

     
    La festa della nazione, ragione della scelta della data del viaggio del Papa, è dedicata al martire San Venceslao. Come ricordare più efficacemente che il cristianesimo ha dato e vuol continuare a dare cordialmente un servizio prezioso nel più profondo dell’essere e delle speranze di un popolo, di ogni popolo?

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    Oggi su "L'Osservatore Romano"

    ◊   In prima pagina, un editoriale del direttore dal titolo “Gli uomini nelle mani di Dio”.

    L’omelia di Benedetto XVI in occasione dell’ordinazione episcopale di cinque nuovi vescovi suoi stretti collaboratori nella Curia Romana.

    Nell’informazione internazionale, cresce la tensione al confine tra Israele e Libano: tre razzi colpiscono il nord dello Stato ebraico.

    Un articolo di Pierluigi Natalia dal titolo “I cambiamenti climatici affamano l’Africa”.

    Un giallo ancora irrisolto per Modigliani: in cultura, Sandro Barbagallo sulla vicenda della mancata attribuzione all’artista delle sculture ritrovate venticinque anni fa nel Fosso Reale di Livorno.

    La svolta di Papa Marco: Vincenzo Fiocchi Nicolai sugli scavi nella basilica funeraria sulla via Ardeatina.

    L’Europa e il sogno di Paolo VI: stralci dell’intervento di Adriano Caprioli, vescovo di Reggio Emilia-Guastalla, che ha chiuso i lavori della XXXI Settimana Europea organizzata dalla Fondazione Ambrosiana Paolo VI e dall’Università Cattolica del Sacro Cuore.

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    Oggi in Primo Piano



    Migrazioni, clima, crisi, valori: le priorità del presidente del Parlamento europeo Buzek

    ◊   La cooperazione di tutta l’Europa per le politiche che riguardano il Mediterraneo è doverosa ed è nell’interesse di tutti: lo ha detto il presidente del Parlamento Europeo Jerzi Buzek che si trova in visita ufficiale in Italia. Oggi pomeriggio il colloquio con il presidente della Camera, Fini, e domani quello con il presidente della Repubblica Napolitano. Inoltre, in questi giorni a Roma prenderà parte all’incontro con i presidenti delle Camere Basse dei Paesi membri del G8. All’incontro con i giornalisti ha partecipato per noi Fausta Speranza:

    “Mediterranean cooperation is an extremely important issue...”
    La cooperazione per il Mediterraneo è fondamentale per le migrazioni, per l’energia, per il conflitto israelo-palestinese. Così ribadisce il neopresidente dell'Europarlamento che sceglie l’Italia per una delle sue primissime visite dopo l’elezione di luglio e che di migrazioni parla con il presidente della Camera Fini. Buzek annuncia che sarà un mandato di sfide: il Parlamento assumerà un nuovo ruolo tra le istituzioni e – sottolinea – bisognerà limitare la troppa burocrazia. Il tutto se passerà il Trattato di Lisbona che riforma e rafforza le istituzioni:

    “Well, it’s a crucial problem today, because people...”
    Qui una raccomandazione: il referendum non è un test di popolarità per il governo in carica: irlandesi votate per avere più Europa.

     
    “Climate change problem is for decades...”
    La posta in gioco è il futuro del pianeta minacciato dai cambiamenti climatici – sottolinea Buzek – e, in tema di crisi economica, occorre rilanciare la crescita e regolamentare i mercati.

     
    “And to be together, China, because ...”
    Sfide da affrontare uniti e non facili - ammette il neopresidente - considerate le esigenze di sviluppo e considerate le economie di Cina, Russia e Brasile.

    Infine, dopo la conferenza stampa, ha rilasciato una dichiarazione personale alla Radio Vaticana:
     
    "I’m christian…
    Sono cristiano, profondamente credente. Penso che la fede sia qualcosa che possiamo palesare in maniera più marcata al Parlamento europeo. Naturalmente siamo liberi e ognuno può decidere come vuole se credere o non credere, ma il fatto che i cristiani diano testimonianza della loro fede serve a mostrare che è possibile essere uomini e donne moderni ed essere insieme cristiani e custodi di alcuni valori. E’ molto importante ed io proverò a dimostrarlo".

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    Mons. Nunnari: risvegliare la coscienza del sud d'Italia

    ◊   "Consistenti e incisive scelte politiche di assistenza, sostegno al reddito e inserimento nel mercato del lavoro" per sostenere il Mezzogiorno di fronte alla crisi economica. A chiederle è il presidente Napolitano in un messaggio inviato ieri ai partecipanti ad un convegno a Napoli sul crescente disagio sociale nel meridione. Napolitano elogia il “prezioso contributo” offerto dalla Chiesa e dalle tante forze di volontariato per la “costruzione di una società più giusta, coesa e solidale”. Solo pochi giorni fa in un’omelia era stato l’arcivescovo di Cosenza Bisignano, mons. Salvatore Nunnari, a denunciare l’assenza delle istituzioni regionali e nazionali nel Mezzogiorno e ad invocare “seri progetti di crescita economica”. Paolo Ondarza lo ha intervistato.

    R. – Progettiamo con serietà. Cosa può dare questa povera terra derubata? Derubata all’esterno ed anche all’interno ad opera della mafia. I nostri giovani sono sulla strada con una laurea, una valigia, un computer e via ... al nord.

     
    D. – Da quanto le istituzioni sono assenti?

     
    R. – In quest’ultimo periodo sono paurosamente assenti. Basti pensare anche al discorso della malasanità in Calabria.

     
    D. – Quanto desiderio c’è di riscatto da parte della gente?

     
    R. – La gente si è rassegnata. Come Chiesa dobbiamo risvegliare le coscienze e dare alla politica la giusta tonalità di un servizio all’uomo.

     
    D. – Di sud si parla tanto. Ora c'è anche il dibattito sulla nascita di un partito del sud. Quanto questa soluzione potrebbe contribuire nel dare una risposta ai problemi del Mezzogiorno?

     
    R. – Io lo vedo come una disdetta. Qui non si tratta di contrapporre la Lega del nord ed il partito del sud. L’Italia deve salvarsi insieme. Il nord avrà la tecnica ma il sud ha anche il cuore. Ci vuole l’uno e l’altro. Abbiamo bisogno di un partito della nostra nazione.

     
    D. – Oltre all’assenza delle istituzioni che lei lamentava, quanto contribuisce alla mancanza di uno sviluppo del Mezzogiorno la mentalità locale?

     
    R. – La mafia è una terribile piovra. Quello meridionale è un popolo che non solo vive nel bisogno, ma si trova a subire anche la mafia. Quando a Palermo hanno messo in carcere Totò Riina, qualcuno scrisse: "Almeno la mafia ci dava lavoro”. E’ davvero terribile. L’antistato va sconfitto, perché sia lo Stato a guidare ancora le sorti di un popolo che nel sud è stato abbandonato e molte delle sue attese sono andate deluse.

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    Assegnati i Premi cattolici al Festival del cinema di Venezia

    ◊   In attesa di conoscere i vincitori ufficiali della Mostra del Cinema di Venezia che saranno annunciati questa sera nel corso della cerimonia di chiusura al Palazzo del Cinema, sono stati assegnati i premi delle quattro giurie di ispirazione cattolica presenti a Venezia. Ecco i loro verdetti. Il servizio di Luca Pellegrini:

    Sarebbe una notizia importante e un dato confortevole per la cultura cattolica se i premi ufficiali di questa sera assegnati dalle diverse Giurie presenti alla Mostra veneziana concordassero, almeno in parte, con quelli che le quattro giurie di ispirazione cattolica hanno ieri attribuito ad alcuni film di grande spessore artistico e capaci di interpretare il nostro tempo con maturità, interrogativi alti e afflato etico. Ecco, dunque, che Lourdes della regista austriaca Jessica Hausner ha subito convinto i giurati del 'Premio La Navicella Venezia Cinema 2009' attribuito dalla Fondazione Ente dello Spettacolo, che ha messo in evidenza come questo sia “un piccolo grande film sul tema del miracolo che con toni cronachistici e privi di enfasi si interroga sul destino e la salvezza”. Anche i giurati del 'Premio Signis', come conferma uno di loro, Gianluca Arnone, hanno fatto convergere la loro attenzione su questo film intenso e bellissimo:

     
    “‘Lourdes’ ci è sembrato fin da subito uno dei film più riusciti di questa mostra. Sia perché analizza quasi con obiettività e freddezza il microcosmo di paraplegici, malati terminali, suore e preti che animano la cittadina di Lourdes, sia perché, nel fare questo, il film in qualche modo suscita le domande fondamentali dell’animo umano. Domande che sono appunto quelle inerenti alla fede, alla salvezza, al miracolo, la ricerca dell’assoluto e la sofferenza umana. ‘Lourdes’ fa questo con uno stile ed un rigore decisamente al di sopra di tutti gli altri film che abbiamo visto in concorso”.

     
    Interessante il verdetto della Giuria del 'Premio Gianni Astrei pro life' istituito dal Movimento per la Vita e dal Family Festival, presieduta da Andrea Piersanti. Il riconoscimento non poteva che essere assegnato al film di Francesca Comencini 'Lo spazio bianco', una pellicola capace di “dimostrare – così recita la motivazione – una incontenibile forza della vita che, anche se imperfetta, riesce a riempire il vuoto di una esistenza”. Infine, la scelta del Premio intitolato al gesuita 'Padre Nazareno Taddei'. Il presidente di Giuria, Paolo Mereghetti, con soddisfazione ha annunciato come la scelta sia caduta sul forte e travolgente film israeliano 'Lebanon' di Samuel Moaz, anche menzione speciale del 'Signis'. Ecco come il noto critico spiega ai nostri microfoni le ragioni di questa scelta:

     
    “Ci è sembrato che rispondesse perfettamente alle motivazioni del premio: raccontare con un linguaggio cinematografico innovativo. Il film lo fa: è girato tutto in un carro armato,con una capacità di rendere la claustrofobia di questa situazione in maniera eccezionale. Questo linguaggio innovativo riesce perfettamente a trasmettere quei valori umani che sono lo scopo del premio. Il film racconta il primo giorno in guerra di quattro soldati israeliani che si vedono confrontati con la durezza e la drammaticità di alcuni avvenimenti cui non erano preparati e che riescono – pur in una situazione di difficoltà, paura ed angoscia – a scoprire quei valori fondanti dell’umanità che permettono poi di chiudere il film con un atto di piccola, grande civiltà rispetto ad un prigioniero siriano che è stato loro affidato”.

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    Nel Duomo di Milano i funerali di Mike Bongiorno

    ◊   Si sono svolti stamane nel Duomo di Milano i funerali di Mike Bongiorno, scomparso l’8 settembre scorso all’età di 85 anni. Ha presieduto il rito il vescovo ausiliare Erminio De Scalzi. Ce ne parla Fabio Brenna.

    Mike Bongiorno non è stato solo un grande uomo della televisione. Era un uomo felice di vivere, sposo e padre affettuoso, un uomo che suscitava amicizia. E’ il ritratto che mons. Erminio De Scalzi ha consegnato nell’omelia dei funerali di Stato celebrati in un Duomo troppo piccolo per contenere tutti i partecipanti al rito. Di uno dei “padri della tv”, com’è stato definito Bongiorno, mons. De Scalzi ha sottolineato la preoccupazione che la televisione non educasse più, temendone la deriva del cattivo gusto. Il vescovo ha poi voluto sottolineare l’aspetto del credente, ricordando come Mike amasse ripetere la citazione: “Ricordati che Dio c’è e che Dio ci dà sempre una mano”. E’ la convinzione che, ha concluso il celebrante, “nelle mani di Dio c’è l’indefettibile felicità, compresa quella che Mike chiamava allegria”. Al termine della celebrazione, sul sagrato del Duomo, la commemorazione civile. I colleghi Fabio Fazio, Rosario Fiorello e Pippo Baudo con ricordi personali hanno sottolineato il carattere popolare e l’umanità dello scomparso presentatore. Infine l’orazione del presidente del Consiglio italiano, Silvio Berlusconi.

    Vent’anni fa, padre Vito Magno aveva intervistato Mike Bongiorno per il programma Orizzonti Cristiani della Radio Vaticana chiedendogli, di fronte al calo delle vocazioni religiose, chi fossero per lui i consacrati. Ecco la risposta di Mike Bongiorno:

    “Chi oggi intraprende questa strada è meritevole della nostra attenzione. Anzi, è meritevole di essere avvicinato, perché sicuramente avrà qualcosa da dirci. Le persone che oggi scelgono questa strada, sono le persone di cui avremo sicuramente bisogno, presto o tardi, nel corso della nostra vita. Occorre che queste persone non diminuiscano; semmai li dobbiamo rispettare ed aiutare perché vivano con coerenza la loro vocazione”.

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    Il commento di don Massimo Serretti al Vangelo della Domenica

    ◊   In questa 24.ma Domenica del Tempo ordinario, la liturgia ci propone il passo del Vangelo in cui Gesù rivela ai discepoli che il Figlio dell'uomo deve soffrire molto, venire ucciso e, dopo tre giorni, risorgere. Di fronte a queste parole, Pietro lo prende in disparte, rimproverandolo. Ma Gesù dice:

    «Va' dietro a me, Satana! Perché tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini».

    Su questo brano del Vangelo, ascoltiamo il commento del teologo, don Massimo Serretti, docente di Cristologia alla Pontificia Università Lateranense:

    Il Vangelo di questa domenica ci pone dinanzi a tre passaggi stretti ed essenziali per la verità della nostra relazione personale con Gesù Cristo. Essi costituiscono uno specchio nel quale possiamo specchiarci e una pietra di prova sulla quale testare il grado di realtà della nostra appartenenza a Lui.

     
    Il primo è il riconoscimento, il poter dire, insieme a Pietro, “Tu sei il Cristo!”. Questo atto elementare è un dono di grazia che consente l’identificazione, la conoscenza precisa e definita della Sua identità.

     
    Il secondo è il cambiamento della mente. “Tu non pensi secondo Dio”. Gesù chiede a chi lo riconosce di pensare “secondo Dio”. Al riconoscimento deve seguire la trasfigurazione nella conversione.

     
    Il terzo, nel quale culminano i primi due, è la sequela e la perdita della vita: l’offerta di sé. Il Signore lo si può amare solo con la totalità e secondo la totalità. “Amerai il Signore Dio tuo con tutta la tua anima” (Dt 6, 5), cioè, facendo a Lui il dono della tua vita, dell’integrità dell’essere che hai ricevuto da Lui.

     
    Senza il riconoscimento l’offerta è inconcepibile, senza l’acquisizione del pensare “secondo Dio” il riconoscimento resta ineffettuale e senza l’offerta di sé sia il riconoscimento che il cambiamento della mente non giungono al loro fine proprio.

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    Chiesa e Società



    Colombia: il dramma di 4 milioni di sfollati al centro di un Congresso promosso dai vescovi

    ◊   Ieri, nel corso dell’apertura del “Congresso per l’inserimento sociale”, organizzato dall’episcopato colombiano nella cornice della “Settimana per la pace – 2009”, tutti gli intervenuti hanno messo al centro delle priorità la situazione degli sfollati, una drammatica realtà sociale del Paese sudamericano e della quale si parla relativamente poco. Gli sfollati, tutti coloro che sono costretti a fuggire dalle violenze incrociate che causano i diversi conflitti interni, dalla guerriglia al narcotraffico passando per le bande paramilitari, tra il 2007 e il 2008 sono aumentati del 41% secondo l’Ong “Codhes” (Derechos Humanos y el Desplazamiento Forzado) che si occupa della questione da anni. E così oggi il numero complessivo di sfollati ha ormai superato i 4 milioni di colombiani di cui 2,6 milioni sono registrati presso gli organismi competenti. Il presidente della Conferenza episcopale colombiana, mons. Rubén Salazar Gómez, arcivescovo di Barranquilla, nel suo intervento ha voluto rilevare la grande importanza, al fine di affrontare questo dramma terribile, della stretta collaborazione fra gli organi dello Stato e la Pastorale sociale della Chiesa cattolica che guida mons. Héctor Fabio Henao Gaviria. “In Colombia - ha detto - purtroppo è cresciuto senza interruzione il gruppo di persone che sono escluse da ogni diritto e da ogni dovere. Occore quindi lavorare affinché queste persone possano diventare cittadini come tutti. (…) In questo senso, ha poi spiegato, ha grande importanza la questione degli sfollati. Sono persone alle quali non basta restituire le terre e altri beni perduti. Occorre darsi da fare anche nell’ambito del loro recupero psicosociale poiché queste vittime hanno pieno diritto a riavere la loro qualità di cittadini a tutti gli effetti. L’inserimento esige una reintegrazione completa delle persone nella vita sociale del Paese”. Dal canto suo mons. Héctor Fabio Henao Gaviria, responsabile della pastorale sociale e della Caritas, insistendo sui diritti e doveri degli sfollati, ha sottolineato che la sfida è di grande importanza poiché “si tratta di aiutare migliaia di persone a ricomporre un progetto di vita e non solo a riavere qualche bene o proprietà”. Per il presule si tratta inoltre di un dovere scritto nella Carta costituzionale che consacra diritti e obblighi per i quali servono delle condizioni minime. E’ una cosa che deve interessare tutta la nazione poiché riguarda l’integrazione costruttiva di tutti i cittadini nell’ambito di una comunità come deve essere la Colombia. Clara López Obregón, in rappresentanza del governo colombiano, ha salutato come molto positiva l’iniziativa della Chiesa ormai alla sua seconda edizione e ha molto insistito sulla “complessità del problema e sulla necessità che tutti possano concorrere a trovare le soluzioni migliori”. La signora López ha ricordato anche che spesso gli sfollati sono stati vittime di numerose violenze poiché il loro dramma non si riduce al fatto di dover abbandonare i luoghi dove hanno vissuto; anzi, queste persone fuggono alla fine di una lunga e terribile catena di soprusi, sofferenze e lutti. La risposta, ha concluso, passa “attraverso una rete di solidarietà fraterna” e perciò ha voluto ringraziare la Chiesa cattolica per quanto fa in questo campo in forma silenziosa e anonima. (A cura di Luis Badilla)

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    La Chiesa argentina promuove la Colletta nazionale contro povertà ed esclusione

    ◊   Oggi e domani la Chiesa Cattolica in Argentina promuove la Colletta nazionale “Más por Menos” all’insegna del motto “Maggiore solidarietà per una minore esclusione”; l’annuale raccolta, giunta alla sua 40.ma edizione, si svolge in tutte le parrocchie, chese e cappelle nelle Messe prefestive e domenicali. All’iniziativa il Santo Padre Benedetto XVI ha dedicato un particolare pensiero, attraverso un messaggio indirizzato al nunzio apostolico, mons. Adriano Bernardini. Nel testo il Pontefice incoraggia i cristiani e tutti i partecipanti alla Colletta a unirsi nello sforzo solidale teso a ridurre lo scandalo della povertà e l’iniquità sociale e ad attuare il dettato evangelico che esorta a concorrere all’avvento di una società più giusta e solidale. Il Papa manifesta inoltre viva gratitudine a quanti si adoperano per il buon risultato della Campagna e li affida alla protezione di Nostra Signora di Luján, patrona della Nazione. Un recente rapporto elaborato dall’Università Cattolica Argentina (UCA) ha posto l’accento su un dato allarmante: l’11% dei bambini del Paese soffre la fame e il 70% dei bambini e adolescenti poveri non ha accesso nel proprio domicilio ai servizi essenziali di acqua, elettricità e gas. Nell’imminenza della Colletta 2009, il presidente della Commissione episcopale di aiuto alle regioni più bisognose, vescovo Adolfo Uriona, ha presentato la Campagna come una grande opportunità donata dalla Provvidenza per esprimere quanto di meglio alberga nel cuore dell’uomo: la solidarietà e ha aggiunto che l’iniziativa costituisce uno strumento efficace e concreto per “rendere la nostra Chiesa casa e scuola di comunione”. (M.V.)

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    A Gubbio mons. Fisichella torna a parlare della difesa della vita dall'inizio alla fine naturale

    ◊   La vita va rispettata fin dal suo inizio: un embrione non è un ammasso di cellule, una muffa, ma diventerà un feto e poi un bambino. Il presidente della Pontificia Accademia per la Vita, mons. Rino Fisichella, ha ribadito le posizioni della Chiesa in materia di bioetica in un dibattito a Gubbio sull’enciclica “Caritas in veritate” con il ministro italiano dell’Economia, Giulio Tremonti. Al centro dell’enciclica c’è lo sviluppo della persona, considerata nella sua “unità fondamentale”, un’unità che impone il rispetto di ogni vita, dal concepimento naturale alla morte naturale. E quando nell’enciclica il Papa difende l’ecologia ambientale, chiede che anche la vita umana sia difesa nella sua pienezza. Per questo, ha sottolineato il presule, la Chiesa è contraria alle produzione di embrioni in eccesso e al loro congelamento. Da un embrione nascerà un uomo o una donna. Ma quando si parla invece di fine vita, con i progressi della scienza, a chi spetterà stabilire il limite della morte? All’uomo o alla macchina? Per questo, ha spiegato mons. Fisichella, non si può ridurre la vita soltanto a una condizione biologica. E se in una società laica e pluralista può esistere una morale laica, l’etica invece è universale. (A cura di Valentina Fizzotti)

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    Palermo si prepara a ricordare padre Pino Puglisi, ucciso dalla mafia 16 anni fa

    ◊   Ogni anno, da 16 anni, l’anniversario della morte di padre Pino Puglisi commuove Palermo, la città dove il “sacerdote antimafia” è stato assassinato per porre fine alla sua opera di carità e di giustizia. Le celebrazioni, che culmineranno il 18 settembre – giorno della sua della morte – si aprono oggi con una Messa nella parrocchia di San Gaetano a Brancaccio, il quartiere del capoluogo siciliano dove padre Puglisi ha condotto la propria battaglia. Domani alle 10.30 – si legge su Avvenire - il programma prevede un pellegrinaggio al Cimitero di Sant’Orsola sul tema “Un fiore per Padre Pino Puglisi”, mentre grande attenzione è rivolta, inoltre, alla fiaccolata, che si svolgerà, sempre a Brancaccio, lunedì sera, alle 21 e che avrà per tema: “Finché non sorge come stella la sua giustizia”. “È il segno – sottolinea il parroco don Maurizio Francoforte – che la gente di qui vuole essere promotrice di questa giustizia, come luce che si irradia nelle vie della città. Brancaccio non più luogo dell’eccidio, ma della resurrezione. Per questo un bambino concluderà la fiaccolata”. Un appello forte alla cittadinanza, in ricordo di Padre Puglisi, viene intanto lanciato dall’arcivescovo di Palermo mons. Paolo Romeo che, ieri sera, presentando il programma delle commemorazioni, ha invitato tutti a “far vibrare nell’intera diocesi quel cuore che ha tanto amato Dio, la Chiesa, gli uomini. Solo così il suo ministero tragicamente interrotto da una mano assassina, potrà continuare a esistere”. (S.G.)

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    Sri Lanka: la Croce Rossa non può entrare in un "campo di riabilitazione"

    ◊   Il governo di Colombo ha vietato al Comitato internazionale della Croce Rossa l’accesso in uno di quei campi (denominati “di riabilitazione” dalle autorità) in cui sono rinchiusi 10mila civili tamil sospettati di essere ex combattenti ribelli o simpatizzanti dei miliziani. La Croce Rossa, che si occupa anche di controllare che la Convenzione di Ginevra sui diritti dell’uomo sia rispettata in caso di prigionieri di guerra, da luglio sta negoziando con difficoltà con il governo dello Sri Lanka per stabilire quali attività potrebbe svolgere nei campi. Compresi i campi profughi, dove vivono quasi 300mila persone dalla fine del conflitto civile fra esercito e ribelli. Sono infatti le autorità locali a controllare gli accessi ai campi. Lunedì il ministero degli Esteri aveva già ordinato l’espulsione dal Paese del portavoce dell’Unicef a Colombo, James Elder, che ad aprile diffuse alcuni comunicati stampa in cui si descrivevano le difficili condizioni dei bambini nei campi. (V.F.)

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    Consiglio d'Europa: 11 settembre, spartiacque nella tutela dei diritti umani

    ◊   “La risposta data all'11 settembre è stato un test per gli impegni che abbiamo assunto nei confronti del rispetto dei diritti umani”. Ad affermarlo è il segretario generale ad interim del Consiglio d'Europa, Maud de Boer Buquicchio, in occasione della conferenza organizzata ieri a Parigi dall'Assemblea parlamentare dell'organizzazione paneuropea, in occasione del suo 60.mo anniversario, con il titolo: “Quale futuro per i diritti umani e la democrazia in Europa”. “Non ci dobbiamo nascondere che l'iniziale reazione a questo tragico evento non abbia lasciato tracce. Alcune - ha aggiunto il segretario del Consiglio d'Europa - sono visibili, altre sono appena sotto la superficie e potrebbero riapparire ogni volta che si ripresenta una nuova crisi che sfida il nostro impegno verso il rispetto dei diritti umani, la democrazia e la supremazia della legge''. Quattro, ha poi sintetizzato il segretario ad interim, i pilastri della missione del Cde sul terreno dei diritti umani: la messa in campo di azioni normative, il controllo degli standard giuridicamente vincolanti, l’attività di assistenza e cooperazione, le campagne di sensibilizzazione dell’opinione pubblica. (S.G.)

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    Giornata antirazzista in Inghilterra e Galles

    ◊   Domani la Chiesa britannica celebra la Domenica per la Giustizia razziale, che quest’anno coincide con il 25esimo anniversario della fondazione dell’Associazione cattolica per la Giustizia razziale (Carj). Lo slogan della giornata, per tutte le parrocchie cattoliche di Inghilterra e Galles, è “La faccia che cambia della Gran Bretagna e dell'Irlanda”. Sui poster che l’associazione ha inviato a oltre duemila parrocchie - di fianco a un’immagine delle due isole composta di volti multicolore – c’è il versetto del Vangelo di Marco, “Chi voi dite che io sia?” (8.29), e la frase che ricorda che “C’è una sola razza, la razza umana”. Insieme con i manifesti l’associazione ha inviato alcuni spunti di riflessione a partire dai testi biblici, suggerimenti per la preghiera collettiva e una canzone composta ad hoc per l’occasione. “Il razzismo è un peccato che ci divide – ha detto mons. Kieran Conry, vescovo di Arundel e Brighton – Ideologie e comportamenti razzisti non devono trovare posto in una società civilizzata”. Il presule ha spiegato che sin dalla sua nascita l’associazione è stata impegnata “nella lotta al razzismo in tutte le sue forme”, nella società e all’interno della Chiesa stessa. Ma nonostante i molti progressi compiuti anche grazie alle leggi antidiscriminazione, “la realtà del razzismo rimane”. Secondo Conry questo anniversario offre “un’opportunità importante per moltiplicare i nostri sforzi nella lotta contro il razzismo che continua a dividere la nostra società”. (V.F.)

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    Australia: nuovo slancio all'evangelizzazione dei giovani da Pom e scuole cattoliche

    ◊   Continua a dare frutti, in Australia, il grande evento della Giornata Mondiale della Gioventù, che si è svolta a Sydney nel luglio 2008. E’ volta, infatti, a valorizzare la presenza e il contributo dei giovani in seno alla Chiesa, la “partnership strategica” instaurata fra “Catholic Mission Australia” (come sono denominate nel continente le Pontificie Opere Missionarie) e la Conferenza di Pastorale Giovanile delle Scuole cattoliche, organismo che riunisce docenti, animatori e studenti degli istituti scolastici cattolici disseminati in quest’area del pianeta. “Il legame e l’accordo per operare insieme è parte del nostro ruolo primario, quello di sensibilizzare e formare i fedeli cattolici australiani alla missione”, ha sottolineato il laico Martin Teulan, direttore nazionale delle Pom australiane. In una recente assemblea tenutasi a Canberra - ricorda Fides -, oltre 140 educatori e operatori di Pastorale Giovanile delle Scuole Cattoliche si sono riuniti e confrontati per un tempo di formazione e di programmazione delle nuove attività. La presenza delle Pom ha garantito l’inserimento di metodi, eventi, tematiche legate all’evangelizzazione nei programmi di Pastorale Giovanile destinati agli alunni delle scuole cattoliche di ogni ordine e grado. Tali eventi e programmi saranno condotti tramite modalità e linguaggi tipicamente giovanili come rappresentazioni teatrali, videoclip, iniziative musicali che rendano i giovani protagonisti dell’evangelizzazione soprattutto verso i loro coetanei. L’iniziativa si inserisce nel quadro del nuovo progetto globale di Pastorale giovanile presentato e diffuso dalla Chiesa australiana. (S.G.)

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    I monaci benedettini festeggiano cento anni di attività in Corea del Sud

    ◊   È la più grande comunità benedettina in Asia e da cento anni tiene accesa la lampada della preghiera nell’Abbazia di Waegwan, in Corea del Sud. Le celebrazioni per questa lunga presenza si terranno, dal 19 al 25 settembre, con un fitto programma di eventi, convegni, liturgie, diffuso nei giorni scorsi. Fra gli appuntamenti più importanti, la dedicazione e l’inaugurazione della nuova chiesa nell’Abbazia, gravemente danneggiata da un incendio nel 2007. L’anniversario - informa Fides -sarà anche l’occasione per ripensare il carisma benedettino in Corea: nella stessa Waegwan si svolgerà, infatti, il Sinodo degli Abati della Confederazione benedettina, un importante momento di condivisione, verifica e programmazione del futuro. L’Abbazia di Waegwan appartiene alla Congregazione Benedettina di Sant’Ottilia che conta 136 monaci, 75 nella sede principale e gli altri dislocati in aree diverse del territorio ma sempre dipendenti dall’Abbazia. Fondata nel 1909 da monaci bavaresi, inizialmente l’Abbazia aveva la sua sede a Tokwon, in Corea del Nord. Dopo la soppressione dei monasteri da parte del regime comunista, nel maggio 1949, i monaci sopravvissuti si riunirono nel 1952 a Waegwan. La comunità è stata elevata ad Abbazia nel 1964. (S.G.)

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    Mons. Crepaldi al Movimento Cristiano Lavoratori: "il lavoro sia una vocazione"

    ◊   Lo scopo del lavoro non è unicamente il lavoro: dietro, infatti, c’è sempre qualcosa di gratuito dovuto al valore della persona e la parte più autentica della ricchezza prodotta è legata a questo aspetto non quantificabile, non afferrabile dalle statistiche. Così, in sintesi, si è espresso, ieri sera, il nuovo arcivescovo di Trieste mons. Giampaolo Crepaldi, intervenuto a Senigallia al raduno del Movimento Cristiano Lavoratori (Mcl). “Molti analisti – ha continuato il presule davanti a una platea di oltre 300 persone – si sono chiesti se una delle cause della crisi finanziaria ed economica sia proprio questa: l'indebolimento della percezione di quanto nel lavoro c’è di necessariamente irriducibile. Si sta perdendo il senso del lavoro come vocazione, e questo ha un costo anche sul piano economico”. Mons. Crepaldi, che presiede l’Osservatorio internazionale Cardinale Van Thuan sulla dottrina sociale della Chiesa, ha incentrato le sue riflessioni sull’ultima enciclica papale – Caritas in Veritate – per ricordare che “Cristo non è venuto a dirci come dobbiamo lavorare, è venuto a illuminare il lavoro; non è venuto a dirci come dobbiamo essere imprenditori, è venuto ad illuminare la realtà dell'economia”. “Chi si occupa del mondo del lavoro - ha poi concluso l’arcivescovo di Trieste – è molto interessato alla giustizia e tende a pensare che prima debba essere raggiunta la giustizia e poi, eventualmente, si debba anche vivere la carità. Ma se andiamo in profondità vediamo che così non è: senza la carità non è possibile nemmeno la giustizia” (S.G.)

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    Movimenti e associazioni cristiane d'Italia insieme per riflettere sul futuro dell'Europa

    ◊   Sono oltre un migliaio le persone che hanno aderito finora a “Insieme per l’Europa”, appuntamento nazionale che raccoglierà movimenti e associazioni cristiane il 19 e 20 settembre prossimi, presso il Centro internazionale di Loppiano (Firenze), nel solco del cammino con altri 250 movimenti europei di varie Chiese. L’antecedente - ricorda il Sir - è rappresentato dalle due grandi manifestazioni svoltesi a Stoccarda nel 2004 e nel 2007. “In un’ora cruciale in cui le sfide della giustizia sociale domandano risposte e impegno condiviso – spiegano gli organizzatori – il popolo dei movimenti si riunisce per offrire il proprio specifico contributo”. Promotori dell’iniziativa, la Comunità Papa Giovanni XXIII, Comunità di Sant’Egidio, Equipe Notre Dame, Movimento dei Focolari, Rinnovamento nello Spirito Santo. La tappa italiana di “Insieme per l’Europa” – informa il Sir – è in sinergia con decine di altre manifestazioni analoghe tenutesi quest’anno in Francia, Belgio, Irlanda del Nord, Ungheria e Slovacchia. Ricco il programma che prevede, tra le altre cose, gli interventi di alcuni dei responsabili centrali dei movimenti e due tavole rotonde per approfondire i temi “Fragilità e famiglia” e “Povertà e economia”. (S.G.)

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    Mons. Piero Coda: la teologia non è un'esclusiva dei sacerdoti

    ◊   “Fare teologia”, ovvero pensare la fede, non è un’esclusiva dei sacerdoti ma è un compito proprio di ogni cristiano, in forza del Battesimo e dell’appartenenza alla Chiesa. Lo ha detto il presidente dell’Associazione teologica italiana (Ati), mons. Piero Coda, all’inaugurazione del XXI Congresso Nazionale dell’Associazione che si è chiuso ieri ad Andria, provincia di Bari. Alla riflessione su “Teologia della Scrittura. Attestazione e interpretazioni”, tema di quest’anno, hanno partecipato circa 150 teologi e teologhe da tutta Italia. “Occorre ribadire con forza e determinazione che la vocazione e il ministero alla e della teologia non è una specificazione del ministero presbiterale – ha chiarito mons. Coda - ma per sé promana dall’identità battesimale di tutti i cristiani nell'ascolto della Parola di Dio. Questo dato, elementare e basilare, che emerge a chiare lettere dal rinnovamento conciliare, oggi appare per molti versi offuscato”. Mons. Coda ha messo in guardia dal “consistente pericolo di un riduzionismo clericale del ministero della teologia” e nel replicare a chi accusa i teologi di latitanza o scarso coraggio, ha spiegato che se da una parte “nella comunità ecclesiale lo spazio e il ruolo riconosciuti alla teologia sono spesso sottostimati” e a livello culturale “la teologia, quella seria, è ancora troppo poco presente”, dall'altra “la qualità della teologia è sensibilmente maturata in Italia e non mancano nuove e promettenti leve”. A mancare, forse è “la ricerca costante e disarmata del riferimento radicale e stupito, crocifiggente e gioioso alla Scrittura”. La teologia, ha spiegato, "è in essenza serva e perciò amica della Parola che la Scrittura attesta e comunica”. La terza giornata del Congresso è iniziata con la Messa presieduta dal segretario generale della Cei, mons. Mariano Crociata, membro anch’egli dell’Ati, che ha incoraggiato i teologi a “stare, in maniera significativa ed efficace, dentro il dibattito culturale non solo accademico, ma anche sociale”. (V.F.)

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    E' morto in Spagna il padre gesuita Iglesias, ex provinciale di Spagna

    ◊   E’ deceduto ieri in Spagna il padre gesuita Ignacio Iglesias, conosciuto per le sue importanti cariche nella Compagnia di Gesù, per il suo apostolato in particolare nell’ambito degli Esercizi spirituali e per le sue attivitá negli istituti religiosi, in particolare quando è stato presidente per quattro anni della Confer (Conferenza spagnola dei religiosi). Era nato a Monteras (Salamanca), in Spagna, il 28 maggio del 1925. E’ entrato nel noviziato dei gesuiti a Salamanca nel 1941. Dopo gli studi di filosofia a Comillas (Santander), Ignacio Iglesias ha studiato teologia a Frankfurt (Austria). E’ stato ordinato sacerdote nel 1956. Dopo alcuni anni con incarichi di responsabilità a Comillas (Santander) è stato nominato Provinciale della Provincia dei gesuiti di León al’eta di 44 anni. Nel 1972 è stato destinato alla Curia generale di Roma, dove é stato nominato assistente di Spagna ed è diventato uno tra i piú stretti collaboratori del Preposito generale padre Pedro Arrupe. Padre Iglesias ha dichiarato più volte che questa è stata una tra le piú importanti esperienze della sua vita. Dopo nove anni in posti di governo nella Curia generalizia dei gesuiti é stato nominato Provinciale di Spagna. Nel periodo 1982-1986 é stato eletto presidente della Confer. E’ stato anche direttore della rivista di spiritualità gesuita "Manresa". Negli ultimi anni sembrava essere riuscito a superare la grave malattia che lo aveva colpito, e aveva ripreso le sue attività pastorali. Ma ieri, inaspettatamente, è deceduto nella residenza del Cuore di Gesú di Valladolid. Le esequie avranno luogo oggi pomeriggio a Villagarcia de Campos (Valladolid). (A cura di padre Ignacio Arregui)

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    24 Ore nel Mondo



    Afghanistan: attacco talebano alla vigilia della pubblicazione dei risultati delle elezioni

    ◊   Sette agenti di polizia sono morti in un attacco dei talebani nella provincia di Kunduz, in Afghanistan. Gli inquirenti nutrono sospetti di possibili legami di due poliziotti con i talebani che li hanno lasciati in vita. La settimana scorsa Kunduz è stata anche teatro di un raid della Nato che ha provocato decine di morti. Intanto sale l’attesa per la pubblicazione, prevista per stasera, dei risultati finali delle elezioni presidenziali del 20 agosto. Dopo lo spoglio del 92% delle schede, Karzai è in netto vantaggio con il 54,1% delle preferenze - risultato che gli consentirebbe di evitare il ballottaggio - contro il 28,3% del rivale Abdullah. Per i risultati ufficiali bisognerà però attendere che la Commissione di vigilanza indaghi sulle numerose denunce di brogli che potrebbero portare alla verifica di almeno 500mila schede. A riguardo la comunità internazionale chiede velocità nelle operazioni di accertamento affinché si giunga presto ai risultati ufficiali delle elezioni per evitare gravi destabilizzazioni.

    Commemorazioni 11 settembre
    “Per otto volte è passato l’11 settembre, sono trascorsi quasi 3000 giorni, almeno un giorno per ognuna di quelle persone che ci hanno portato via. Ma nessun passaggio di stagione può lenire il dolore delle perdite, né il tempo, né le notti scure potranno sminuire il significato di questo momento”. Sono le parole con cui il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, ha scelto di commemorare le vittime degli attentati del 2001. Lo ha fatto a Washington, nel luogo dell'impatto del terzo dei quattro aerei dirottati da Al Qaeda. Tradizionale cerimonia anche a Ground Zero. Da New York, Elena Molinari:

    Gli Stati Uniti non esiteranno a dare la caccia ad Al Quaeda e ai suoi alleati. Barack Obama alla sua prima commemorazione dell’11 settembre ha voluto così assicurare agli americani che la sua amministrazione non ha messo da parte la lotta al terrorismo, presa com’è dalla politica interna e nemmeno ha rinunciato al ricordo. Il presidente americano è stato infatti accusato dalla destra di aver svuotato la ricorrenza del suo senso patriottico quando ha proclamato che l’anniversario del peggior attacco terroristico su suolo americano diventi una giornata nazionale del ricordo e del volontariato. Dall’azione unita, non solo nel dolore, ma anche nella determinazione a sostenere il Paese che amiamo – ha detto infatti Obama dal Pentagono – dove in giornata aveva deposto una corona con la moglie. Ha quindi incontrato i parenti delle 184 vittime morte nello schianto dell’aereo di linea contro il Ministero della Difesa di Washington. Ai newyorkesi il presidente si è invece rivolto con un articolo, pubblicato dal tabloid “Daily News”: “Ogni anno in questo giorno – ha scritto - siamo tutti newyorkesi. Sappiate mettervi per un giorno al servizio degli altri nel vostro quartiere e con i vicini”. Ha anche aggiunto che “è il modo migliore per onorare quei quasi 3000 morti”. A Ground Zero per l’amministrazione c’era il vice-presidente Joe Biden, qui per commemorare gli attentati. Sono stati elencati come sempre i caduti nello schianto delle Torri Gemelle.

     
    Somalia: colpi di mortaio su ospedale e carcere provocano 13 morti
    Nuova fiammata di violenza in Somalia fra le milizie islamiche radicali e le forze del debole governo di transizione, appoggiato dalla comunità internazionale. Sono almeno 13 le persone rimaste uccise ieri a Mogadiscio in seguito a colpi di mortaio sparati dai ribelli integralisti. I razzi e i proiettili lanciati contro il porto della città sono caduti in quartieri vicini. Un colpo di mortaio è finito nel cortile dell’Ospedale Martini facendo 10 morti. Un altro è caduto sull’edificio vicino della prigione dove sono morte 3 guardie. Il numero dei feriti ammonta a 20.

    Iraq
    Ancora violenza in Iraq. Una forte esplosione vicino al Ministero della Sanità, nel centro di Baghdad, ha provato la morte di tre civili e il ferimento di altre 8 persone. Un'altra vittima a seguito di un'esplosione si registra in un quartiere nord della città. La notte scorsa, cinque poliziotti iracheni sono rimasti uccisi in un assalto di militanti, nella città settentrionale di Kirkuk.
     Israele – Egitto
    Il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, sarà in Egitto domani, per incontrare il presidente Hosni Mubarak. Al centro dei colloqui, il processo di pace tra palestinesi e israeliani e i nuovi insediamenti in Cisgiordania. Il viaggio di Netanyahu segue di pochi giorni quello effettuato dal leader di Hamas, Khaled Mashaal, che lo scorso fine settimana si è recato al Cairo per i negoziati per la liberazione del soldato israeliano Gilad Shalit, rapito nel 2006 da militanti palestinesi a Gaza.

    Iran nucleare
    Appare sempre più complicato il raggiungimento di un accordo internazionale sul nucleare. Gli Usa confermano la richiesta, fatta ieri, di un incontro con l’Iran, mentre l’Unione Europea è spaccata, dopo l’opposizione di Russia e Cina ad un inasprimento delle sanzioni contro Teheran. Il servizio di Alessandra De Gaetano:

    Gli Stati Uniti sono pronti a mettere alla prova la volontà di dialogo di Teheran dopo la proposta iraniana sulla non proliferazione nucleare che è stata definita deludente dalle autorità di Washington: lo ha detto il portavoce del Dipartimento di Stato Crowley, confermando la richiesta di un incontro urgente con Teheran fatta ieri dal Gruppo 5+1. Gli Usa parlano anche di una risoluzione, che dovrebbe essere discussa il 24 settembre al Palazzo di Vetro, che esorti tutti i Paesi con armi nucleari ad avviare passi per il disarmo. Intanto l’Unione Europea è spaccata: potrebbe procedere da sola, e non in ambito Onu, vista l’opposizione di Russia e Cina, ad un indurimento delle sanzioni in corso verso l’Iran. Putin si è mostrato ostile a qualsiasi intervento militare contro l’Iran e all’introduzione di nuove sanzioni che, ha dichiarato, “porterebbero ad un’esplosione di terrorismo”. Intanto, dal fronte iraniano, pugno duro contro l’opposizione interna e nessun cedimento sul nucleare: queste le linee dettate ieri dall’ayatollah Khamenei, che ha ribadito, durante la preghiera del venerdì di Teheran, che la Repubblica islamica persisterà nei suoi diritti sul nucleare senza piegarsi al nemico.

    Italia
    Il ruolo dei Parlamenti è "insostituibile". Lo ha detto il presidente della Repubblica Napolitano, ricevendo i presidenti dei Parlamenti dei Paesi del G8. "La necessità per i governi di assumere decisioni tempestive ed efficaci non significa che si possa sfuggire a un corretto rapporto tra l'esecutivo e l'assemblea parlamentare” ha poi aggiunto il capo di Stato. Intanto continua la discussione politica all’interno degli schieramenti dopo le polemiche tra il presidente della Camera Fini e il Popolo delle Libertà. Oggi Rutelli (Partito Democratico) intervenendo agli Stati Generali dell’Udc non ha escluso una possibile futura alleanza con l’ex leader di An e Casini.

     
    Cina – Urumqui
    In Cina un giovane di 19 anni è stato condannato a 15 anni di prigione per aver aggredito un passante con una siringa a Urumqui. La sentenza a margine di un primo processo dopo una serie di attacchi avvenuti nel nord-ovest musulmano del territorio cinese.

    Tribunale Internazionale – Bosnia
    L’ex capo politico dei Serbi di Bosnia, Radovan Karadzic, in attesa di essere giudicato dal Tribunale Penale internazionale dell’Aja per la ex Yugoslavia, ha chiesto agli Stati Uniti la presentazione di documenti a sua discolpa. In pratica, secondo Karadzic, i materiali proverebbero che i Caschi Blu dell’Onu avrebbero violato l’embargo delle Nazioni Unite e avrebbero rifornito di armi l’esercito della Bosnia Erzegovina.

    Influenza A – Europa
    Nessuna emergenza per l’influenza A, anche se il virus continua a espandersi. Secondo i dati più recenti, nel mondo sono 50.470 le persone contagiate e i morti sono 3.460. In Europa, nelle ultime 24 ore, sono stati 455 i nuovi casi accertati, 128 dei quali in Italia. Il Paese più colpito è la Germania, seguita dal Regno Unito. (Panoramica internazionale a cura di Marco Guerra)
     
    Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LIII no. 255

     
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