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Sommario del 03/09/2009
Messaggio del Papa per il Simposio intercristiano: avanzare verso la piena comunione
◊ Conoscere “le ricchezze dottrinali e spirituali che formano il patrimonio dell’oriente e dell’occidente cristiano, diventa indispensabile” per “promuovere un migliore reciproco apprezzamento fra tutti i cristiani”. E’ quanto sottolinea Benedetto XVI in un messaggio indirizzato al cardinale Walter Kasper, presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani, in occasione dell’apertura odierna del XI Simposio intercristiano su Sant’Agostino nella tradizionale occidentale e orientale. Il servizio di Alessandro Gisotti:
Il Papa auspica che il Simposio sia “quanto mai proficuo per scoprire convergenze dottrinali e spirituali utili a costruire insieme la Città di Dio, dove i suoi figli possano vivere nella pace e nella carità fraterna, fondate sulla verità della fede comune”. Il messaggio si sofferma dunque sul tema del Simposio. Il Santo di Ippona, un grande Padre della Chiesa Latina, osserva il Papa, riveste “una fondamentale importanza per la teologia e per la stessa cultura dell’occidente, mentre la ricezione del suo pensiero nella teologia ortodossa si è rivelata piuttosto problematica”. Di qui la necessità di approfondire l’opera dell’autore delle Confessioni. Il Pontefice si rallegra per questa “iniziativa di fraterno incontro e confronto sugli aspetti comuni della spiritualità, che è linfa benefica per un più ampio rapporto fra cattolici e ortodossi”. Il fatto che ci si incontri “alternativamente in un territorio a maggioranza cattolica od ortodossa – rileva – permette poi un contatto reale con la vita concreta, storica, culturale e religiosa delle nostre Chiese”. Svolgendosi dunque quest’anno a Roma, Benedetto XVI mette l’accento sulla memoria degli Apostoli Pietro e Paolo quale “forte stimolo ad avanzare verso la piena comunione”. L’incontro, promosso dall’Istituto Francescano di Spiritualità della Pontificia Università Antonianum e dalla Facoltà Teologica Ortodossa dell’Università Aristoteles di Salonicco, si tiene a Roma presso il Collegio San Lorenzo da Brindisi e l’Istituto Patristico Augustinianum. Apertosi questa mattina con la Santa Messa e l’introduzione di mons. Ioannis Spiteris, vescovo di Corfù, si concluderà sabato 5, con una celebrazione liturgica presso l’Augustinianum.
Il Papa alla proiezione del film su Sant’Agostino: la Verità è più forte di qualunque ostacolo
◊ Un viaggio spirituale per scoprire che la Verità è più forte di ogni sconvolgimento umano: così, Benedetto XVI ha definito il film su Sant’Agostino, proiettato ieri pomeriggio nella Sala degli Svizzeri del Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo. Al termine della proiezione - una sintesi del film, in lingua tedesca - il Papa, che come è noto è particolarmente legato alla figura di Sant’Agostino, ha ringraziato la Rai, la Lux Vide e la tv bavarese Bayerischer Rundfunk, principali produttori del film, e il cast degli attori presenti in Vaticano per l’anteprima. Il servizio di Alessandro Gisotti:
Clip del film
La vita di Sant’Agostino dalle dissolutezze della gioventù all’incontro con Cristo che cambiò la sua vita per sempre. Il legame straordinario con la madre Monica, il grande teologo, il vescovo di Ippona, l’uomo che ha lasciato un segno indelebile nella storia della filosofia. Missione pressoché impossibile sintetizzare la vita di un gigante della fede come l’autore delle Confessioni in tre ore di pellicola. Ma il Papa “agostiniano” ha apprezzato il senso dell’opera che, ha sottolineato alla fine della proiezione, rappresenta “un viaggio spirituale molto distante da noi e tuttavia molto vicino a noi, perché il dramma umano è sempre lo stesso”.
“Abbiamo visto come, in un contesto per noi molto lontano, si rappresenta tutta la realtà della vita umana, con tutti i problemi, le tristezze, gli insuccessi, come pure il fatto che, alla fine, la Verità è più forte di qualunque ostacolo e trova l'uomo. Questa è la grande speranza che rimane alla fine: noi non possiamo trovare da soli la Verità, ma la Verità, che è Persona, ci trova”.
Esternamente, ha constato il Pontefice, “la vita di Sant'Agostino sembra finire in modo tragico: il mondo per il quale e nel quale è vissuto finisce, viene distrutto”:
“Ma come è stato qui affermato, il suo messaggio è rimasto e, anche nei cambiamenti del mondo, esso perdura, perché viene dalla Verità e guida alla Carità, che è la nostra comune destinazione”.
Il Papa non ha mancato di ricordare che proprio una sua osservazione casuale fatta tre anni fa, durante un’intervista alla Radio Vaticana, il 5 agosto del 2006, peraltro nella stessa Sala dove è stato proiettato il film, ha dato inizio al cammino che ha portato a questa “grandiosa rappresentazione”. “Fare un film su Agostino”, era stato l’invito del Papa, e “dimostrare che non ci sono solo brutte situazioni attorno a cui girano tanti nostri film, ma ci sono figure meravigliose della storia, che non sono affatto noiose, ma sono molto attuali”. E quasi riprendendo idealmente queste parole, Benedetto XVI ha espresso ieri l’auspicio che quanti vedranno il film, in programma sugli schermi della Rai in autunno, possano essere trovati dalla Verità e trovare la Carità.
Gli indirizzi d’omaggio al Papa sono stati rivolti dal direttore della televisione bavarese, Bayerischer Rundfunk, Gerhard Fuchs, dal direttore generale della Rai, Mauro Masi, e dal presidente onorario della Lux Vide, Ettore Bernabei.
Udienze
◊ Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina in udienza, nel Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo, alcuni presuli della Conferenza episcopale del Brasile (Ovest 1-2), in visita "ad Limina Apostolorum".
Memoria di San Gregorio Magno. Benedetto XVI: un esempio per i pastori della Chiesa e gli amministratori pubblici
◊ Oggi si celebra la memoria di San Gregorio Magno, Papa e dottore della Chiesa, vissuto nel sesto secolo, negli anni delle cosiddette invasioni barbariche. Benedetto XVI ha dedicato a questa grande figura un Angelus e due catechesi nel corso delle udienze generali del mercoledì. Ce ne parla Sergio Centofanti:
Un esempio per i pastori della Chiesa e gli amministratori pubblici. Benedetto XVI descrive così San Gregorio Magno, un uomo di grande integrità morale, punto di riferimento per tutti, in anni difficili, grazie alla santità di vita, al suo stile semplice e povero: prefetto di Roma a soli 30 anni, diventa monaco, per essere poi acclamato Papa contro la sua volontà. E’ il primo a definire il Vicario di Cristo come “servo dei servi di Dio”. E’ intimamente colpito dall’umiltà del Figlio di Dio che si china a lavare i piedi sporchi dell’umanità. Per Gregorio Magno è questo il compito del pastore d’anime:
“La vita del pastore d’anime deve essere una sintesi equilibrata di contemplazione e di azione, animata dall’amore che - dice - ‘tocca vette altissime quando si piega misericordioso sui mali profondi degli altri. La capacità di piegarsi sulla miseria altrui è la misura della forza di slancio verso l’alto' ” . (Angelus del 3 settembre 2006)
San Gregorio Magno aiuta i poveri, gli ultimi, gli abbandonati. Guarda alle invasioni barbariche con spirito fiducioso e a differenza dell’Imperatore bizantino, che considerava i Longobardi individui rozzi da sconfiggere o sterminare, vede queste popolazioni con gli occhi del buon pastore, preoccupato di annunciare loro la parola di salvezza:
“Con profetica lungimiranza, Gregorio intuì che una nuova civiltà stava nascendo dall’incontro tra l’eredità romana e i popoli cosiddetti ‘barbari’, grazie alla forza di coesione e di elevazione morale del Cristianesimo”. (Angelus del 3 settembre 2006)
Celebri i binomi di questo grande Papa: fai quello che sai, vivi ciò di cui parli, opera quello che conosci. Perché comprendere le cose di fede è nulla se la comprensione non conduce all’azione. E la sua immensa attività parte dal riconoscere con umiltà la propria miseria. Parte dal primato della preghiera:
“Era un uomo immerso in Dio: il desiderio di Dio era sempre vivo nel fondo della sua anima e proprio per questo egli era sempre molto vicino al prossimo, ai bisogni della gente del suo tempo. In un tempo disastroso, anzi disperato, seppe creare pace e dare speranza. Quest’uomo di Dio ci mostra dove sono le vere sorgenti della pace, da dove viene la vera speranza e diventa così una guida anche per noi oggi”. (Udienza generale del 28 maggio 2008)
Le tappe della visita di Benedetto XVI a Brescia il prossimo 8 novembre
◊ Il vescovo di Brescia, mons. Luciano Monari, ha reso noto il programma della visita, il prossimo 8 novembre, di Benedetto XVI nella terra di Paolo VI e di Sant’Arcangelo Tadini. Il 30.mo anniversario della morte di Papa Montini e l’Anno Sacerdotale indetto dal Santo Padre fanno da cornice al viaggio apostolico. Il servizio di Amedeo Lomonaco:
La visita di Benedetto XVI a Brescia, a Botticino e a Concesio, è un omaggio a Papa Paolo VI e a Sant’Arcangelo Tadini. Ad aprire la giornata sarà l’omaggio al sacerdote bresciano. Il Papa si fermerà in preghiera nella parrocchia di Botticino Sera dove si conservano le spoglie del prete bresciano, canonizzato da Benedetto XVI lo scorso 26 aprile. Successivamente, il Pontefice presiederà la Santa Messa in piazza Paolo VI, nel cuore di Brescia e poi reciterà la preghiera mariana dell’Angelus. Nel pomeriggio si recherà a Concesio dove visiterà la casa natale di Giovanni Battista Montini e inaugurerà la nuova sede dell’Istituto Paolo VI. Benedetto XVI si recherà infine nella chiesa parrocchiale di Sant’Antonio, dove è stato battezzato Paolo VI. La visita si colloca nell’orizzonte dell’enciclica Caritas in Veritate, nella quale Benedetto XVI rilegge e rinnova la lezione della “Populorum Progressio” di Papa Montini, e nell’ambito dell’Anno Sacerdotale ricordando Sant’Arcangelo Tadini, sacerdote che seppe interpretare in modo originale lo spirito della “Rerum novarum” di Leone XIII.
Nuova apertura notturna dei Musei Vaticani
◊ Domani riprende l’iniziativa di apertura notturna dei Musei Vaticani, dopo il prolungamento serale in via sperimentale del 24 luglio scorso; i Musei resteranno aperti dalle 19.00 alle 23.00 - con ultimo ingresso alle 21.30 - tutti i venerdì di settembre e di ottobre. Sull’accoglienza di questa iniziativa ascoltiamo il direttore dei Musei Vaticani, Antonio Paolucci, al microfono di Eliana Astorri:
R. – Abbiamo visto proprio quest’interesse, questa simpatia - peraltro riverberata sui giornali e sulle cronache di Roma – ed abbiamo deciso quindi che l’esperimento andava continuato. Ad iniziare da venerdì e per i prossimi venerdì del mese di settembre ed ottobre – le “ottobrate” romane sono giustamente proverbiali – i Musei Vaticani resteranno aperti. Se la cosa funzionerà – e a questo punto sono sicuro che funzionerà dopo l’esperimento del 24 luglio – quest’iniziativa andrà a regime anche il prossimo anno.
D. – E’ quindi un’ulteriore possibilità per visitare ed ammirare cosa esattamente, oltre alle stanze di Raffaello o alla Cappella Sistina?
R. – Ci sono le collezioni archeologiche, i giardini interni, lo spettacolo dei Musei Vaticani, questa sfaccettata pluralità di culture e di capolavori visti nella luce e nell’atmosfera speciale dei pomeriggi e delle sere d’estate. Direi che questa è un’occasione unica che vale la pena sperimentare e continuare.
D. – Come si fa a partecipare a queste visite?
R. – E’ consigliabile comunque la prenotazione, ma chiunque arriverà e si metterà davanti al portone dei Musei entrerà.
D. – Esiste anche la possibilità di avere anche una visita guidata?
R. – Certo. Le nostre guide sono a disposizione. Sono aperti anche tutti gli altri servizi, dal guardaroba al ristoro. E’ come se fosse un giorno normale, anche se siamo in un tardo pomeriggio d’estate. (Montaggio a cura di Maria Brigini)
Oggi su "L'Osservatore Romano"
◊ Il discorso di Benedetto XVI al termine della proiezione del film “Sant’Agostino” al Palazzo Pontificio di Castel Gandolfo
Nell’informazione internazionale, in primo piano l’Afghanistan: Kouchner ribadisce che le truppe straniere abbandoneranno il Paese solo una volta raggiunta la sicurezza
Un articolo di Pierluigi Natalia dal titolo “L’Africa delle donne”
Dopo la Rivoluzione il boom del missionario: in cultura, Claude Prudhomme sulla Francia e l’opera evangelizzatrice all’estero tra il XVIII e il XX secolo
Come ricostruire le chiese dell’Aquila dopo il terremoto: Orlando Antonini, arcivescovo titolare di Formia, Nunzio Apostolico in Paraguay, sull’architettura religiosa abruzzese
Il giro del mondo in ottanta vestiti: Simona Verrazzo presenta una mostra a Londra su Elisabetta II e il Commonwealth
Le dimissioni di Dino Boffo. Il cardinale Bagnasco: inalterabile stima per la sua persona, oggetto di un inqualificabile attacco mediatico
◊ ''Non posso accettare che sul mio nome si sviluppi ancora per giorni e giorni una guerra di parole che sconvolge la mia famiglia e soprattutto trova sempre più attoniti gli italiani''. Così scrive Dino Boffo in una lettera al cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza episcopale italiana, nella quale presenta le dimissioni ''irrevocabili'' e ''con effetto immediato'' sia da Avvenire che dalla tv dei vescovi Tv2000 e da Radio Inblu. ''La mia vita e quella della mia famiglia, le mie redazioni – prosegue Boffo - sono state violentate con una volontà dissacratoria che non immaginavo potesse esistere''. "Nonostante le polemiche" - scatenate dal Giornale guidato da Feltri - "e per l'onestà intellettuale prima del ministro Maroni e poi dei magistrati di Terni – ha aggiunto - si è chiarito che lo scandalo sessuale inizialmente sventagliato contro di me, e propagandato come fosse verità affermata, era una colossale montatura romanzata e diabolicamente congegnata".
Da parte sua il cardinale Bagnasco – rende noto un comunicato della Cei – “prende atto, con rammarico”, delle dimissioni. “Nel confermargli, personalmente e a nome dell’intero episcopato, profonda gratitudine per l’impegno profuso in molti anni con competenza, rigore e passione, nel compimento di un incarico tanto prezioso per la vita della Chiesa e della società italiana”, il porporato “esprime l’inalterata stima per la sua persona, oggetto di un inqualificabile attacco mediatico. Apprezzando l’alta sensibilità umana ed ecclesiale che lo ha sempre ispirato, gli manifesta vicinanza e sostegno nella prova, certo che il suo servizio alla Chiesa e alla comunità civile non verrà meno”.
Piano europeo per il diritto d’asilo. Mons. Ambrosio: un segnale positivo
◊ Un sistema comune europeo per il diritto d’asilo. Il Piano è stato presentato ieri a Bruxelles dal vicepresidente della Commissione europea, Jacques Barrot. L’obiettivo è di porre in atto una politica concertata per accogliere i rifugiati nel rispetto dei principi dell’Onu e della Commissione europea dei diritti dell’uomo. Il Piano dovrebbe partire nel 2010, dopo l’esame del Consiglio europeo in ottobre. Il servizio di Roberta Gisotti.
200 mila rifugiati su 10 milioni in tutto mondo – sono dati Onu - aspettano di essere reinsediati nel 2010, 65 mila nei Paesi dell’Unione Europea, che va detto ne accolgono una quota minoritaria, perché la grande maggioranza si trova fuori dell’Ue, in Paesi in via di sviluppo dell’Asia e dell’Africa. Da qui l’atteso Piano comune europeo per il diritto d’asilo, “un passo importante – ha sottolineato Jacques Barrot - che dimostra una solidarietà concreta con i Paesi terzi” e forse anche per quietare le accese diatribe all’interno dell’Ue su chi debba accogliere i rifugiati e respingere i clandestini. Il Piano prevede infatti – ha spiegato Barrot – “una più stretta cooperazione politica e pratica tra gli Stati membri”. Al nostro microfono abbiamo mons. Gianni Ambrosio, vescovo di Piacenza, delegato della Cei alla Comece, la Commissione degli Episcopati della Comunità Europea.
D. - Eccellenza, dopo tanti rimpalli di responsabilità, possiamo valutare positivamente questo Piano dell’Unione Europea?
R. – Senz’altro. L’Unione Europea non poteva lasciare i singoli Stati ad affrontare appunto tutta la problematica. E’ buona cosa che ci sia una visione d’insieme, in cui davvero i vari aspetti della problematica possano essere considerati.
D. – Il piano prevede un Fondo europeo per i rifugiati ed un Ufficio europeo di sostegno per l’asilo. Questo basta a fugare il dubbio che dopo le parole, le promesse, non seguano i fatti che, sappiamo bene, comportano costi economici per l’accoglienza e per mettere in piedi strutture adeguate?
R. – Credo che sia, comunque, un segnale positivo e forse potrebbero anche esserci degli esempi storici cui richiamarsi per illuminare tutta la complessa situazione. Penso ad esempio ai “boat people” in fuga dal Vietnam dopo la guerra. Certo, occorre davvero un impegno serio e profondo da parte dell’Unione Europea, per mettere a fuoco, appunto, i diversi aspetti di questo problema delicato.
D. - L’Unione Europea dice comunque sì al respingimento degli immigrati clandestini, salvo mettere a rischio la vita delle persone. Un tema spinoso che ha acceso aspre polemiche con l’Alto Commissariato dell’Onu... Che dire a questo punto?
R. – Anche in questo caso io credo che davvero bisogna avere la pazienza di saper tenere insieme gli aspetti che possano anche risultare contrastanti. Tenere insieme vuol dire che davvero la vita delle persone non può mai essere messa a rischio. Quindi, il cuore aperto deve sempre essere caratterizzante le politiche dell’Unione Europea. Nello stesso tempo, però, credo che occorra anche dare qualche segnale a molte persone che si avventurano in mare aperto, su piccole imbarcazioni e che davvero rischiano di sprofondare in mare, nonostante la disponibilità, nonostante l’aiuto. Io credo che occorra davvero mettere insieme questi diversi aspetti, con grande realismo, per evitare le polemiche. Le polemiche spesso sono dovute a visioni distorte da parte di ideologie o di chiusura o di apertura, ma indiscriminate. Ecco, se si riuscisse a guardare in faccia la realtà, ripeto, con cuore aperto, ma anche con mente lucida, forse potremmo davvero riuscire ad affrontare un problema così grande come quello dell’immigrazione.
Iran: sì del parlamento a 18 ministri su 21
◊ Il parlamento iraniano ha terminato oggi le operazioni di voto per la fiducia al nuovo governo del presidente Ahmadinejad. L’assemblea ha approvato 18 dei 21 ministri da lui proposti per il nuovo governo. Il parlamento ha anche concesso la fiducia alla prima donna ministro della Repubblica islamica che diventa titolare del dicastero della Salute. Non ce l’hanno fatta invece le altre due donne indicate per Welfare e Istruzione. Approvata invece la nomina a ministro della Difesa di Ahmad Vahid, ricercato da Interpol perché coinvolto nell'attentato al centro di assistenza ebraico Amia, che nel 1984 causò la morte di 85 persone. Per un commento sul voto di fiducia, Massimiliano Menichetti ha sentito Andra Zanconato, corrispondente dell’Ansa a Teheran:
R. – E’ sicuramente una sorpresa in senso positivo per Ahmadinejad. C’erano state molte polemiche da parte dello stesso schieramento conservatore - che sostiene Ahmadinejad – per le scelte dei ministri. Diceva che questi erano persone poco competenti, la cui unica caratteristica positiva era l’obbedienza al presidente. Alla fine invece le bocciature sono state tre: si tratta di tre ministri non particolarmente importanti, cioè quello dell’Energia, dell’Istruzione e del Welfare. E’ stato un esito più positivo per lui rispetto a quello di quattro anni fa, in occasione dell’insediamento del suo primo governo, quando invece furono bocciati all’inizio quattro ministri, tra cui quello – molto importante – del Petrolio.
D. – Dopo il voto del parlamento Ahmadinejad ha ribadito: “Siamo pronti ad affrontare le nuove sanzioni dei Paesi occidentali”. Ancora una linea dura sul fronte del nucleare?
R. – Sicuramente una linea dei vertici del regime che non è mai cambiata, a partire dall’ayatollah Ali Khamenei. L’Iran ha presentato in questi giorni un pacchetto di proposte che possono essere alla base di nuovi negoziati con l’Occidente. Ribadisce però che sono negoziati che devono prendere in considerazione tutta la situazione politica della sicurezza nella regione, quindi non soltanto il programma nucleare iraniano. L’Iran insiste nel dire che la posizione non è cambiata e che non è disposto a fare passi indietro sul suo programma nucleare.
Sfila a Viterbo la nuova Macchina di Santa Rosa
◊ Si chiama “Fiore del Cielo” la nuova Macchina di Santa Rosa che dalle 21 di questa sera sfilerà a Viterbo da Porta Romana fino alla piazza antistante il Monastero delle clarisse. Qui domenica prossima Papa Benedetto XVI potrà ammirarla dopo che avrà pregato nel Santuario davanti all’urna in cui è conservato il corpo incorrotto della Santa. Il servizio di Antonella Palermo:
Alta 28 metri, costruita in prevalenza in acciaio e alluminio, pesa ben cinque tonnellate. La Macchina di Santa Rosa torna così a stupire per l’ingegno creativo che quest’anno vi ha profuso l’ideatore, l'architetto Arturo Vittori:
“La macchina è studiata dal punto di vista architettonico e compositivo per narrare la storia di Santa Rosa nelle sue vicende principali. La forma a spirale e le serie interne a queste tre spirali – che sono verso il cielo – servono per ricordare i momenti salienti della vita della Santa, come quello della vita terrena, rappresentato dalla sfera, posta nella parte inferiore della macchina. Poi troviamo una sfera mediana che rappresenta invece il miracolo ed il fuoco con il quale viene salvata la Santa. In ultimo, in alto, c’è la sfera bianca che rappresenta la vita spirituale; la sfera che poi sostiene la statua stessa che rappresenta la Santa”.
Nel 1998 è iniziata una lunga ricognizione scientifica operata sul corpo della Santa, che ha consentito di accertare il reale stato del corpo e di aggiornare il sistema conservativo. Madre Annunziata Campus, Superiora del Monastero delle clarisse, ne è stata testimone:
R. - E’ stata una cosa da far venire la pelle d’coca. Se si tocca il suo corpo non si sente freddo ma si sente una temperatura normale. Il Signore si serve anche di questo per farci capire che cos’è l’eternità. Ci fa capire che c’è un’altra vita che non finisce qui. Tanti pensano che la santità consista nel suo corpo incorrotto ma, come ci insegna la Chiesa, è Santa perché durante tutta la sua vita ha compiuto la volontà di Dio. Ha risposto a questa chiamata interiore che sentiva dentro di sé. Penso che tutto questo serva a far scoprire la nostra bellezza di vivere per il Signore.
D. - In questo Santuario Monastero Giovanni Paolo II incontrò le religiose della diocesi 25 anni fa. Qual è il ricordo più vivido di quella visita e quali attese per la venuta di Benedetto XVI?
R. – L’amore così paterno con il quale trattò le nostre sorelle inferme, incoraggiandole ad offrire tutto per il bene della Chiesa. Questo ci è rimasto impresso perché noi siamo rimaste all’esterno, ma le inferme si trovavano dentro, vicino all’urna di Santa Rosa e nella Sala capitolare. Questa visita ci arricchisce anche nella fede, ci dà una conferma maggiore.
In un audio-libro pensieri e insegnamenti di madre Teresa di Calcutta
◊ Un audio-libro per ascoltare in musica parole di madre Teresa di Calcutta: si intitola “Una piccola matita” ed è stato realizzato dalla Caritas e dal Centro europeo per le risorse umane nell’ambito del Progetto culturale ed educativo “phonostorie”, dedicato a grandi personaggi del XX secolo. Sarà distribuito da domani nelle librerie ed è stato presentato stamane in conferenza stampa presso la nostra emittente. C’era per noi Fausta Speranza:
“Una matita nelle mani di Dio”. Con questa definizione la beata Teresa metteva tutti in guardia, e forse per prima se stessa, dall’essere protagonista: possiamo essere solo strumenti con cui Dio scrive pagine d’amore. E’ uno dei suoi più alti insegnamenti e mons. Giuseppe Merisi, presidente della Caritas italiana, sottolinea quanto ci interpelli: “non dobbiamo pensare tutto ciò in una dimensione eroica – avverte – piuttosto Madre Teresa partiva dall’ordinario. Dunque mons. Merisi raccomanda di guardare all’essenziale del bene comune: “di fronte alla globalizzazione ricordando il valore della solidarietà; di fronte all’immigrazione e al bisogno di organizzazione, difendendo il rispetto della dignità dell’uomo”. Non ci sono scritti di Madre Teresa se non le lettere: da lì sono tratti i brani dell’audio-libro, di cui si rivendica l’autenticità visto che su internet spesso circolano testi non controllati. Al valore profondo della testimonianza che non ha bisogno di troppe parole ci riporta lo scrittore Folco Terzani che ha firmato con Sergio Zavoli la prefazione dell’audio-libro e che per ricerca personale ha lavorato con Madre Teresa a Calcutta:
Avevo quasi trent’anni ma non avevo mai visto questa fede in azione, questo modo di agire senza preoccuparsi del domani, dando largamente a sinistra e a destra semplicemente con l’idea che in qualche modo avrebbe funzionato. Era un modo di pensare che non avevo mai visto prima e mi ha colpito subito, fin dal primo giorno che ho visto lei e conosciuto la sua organizzazione, in particolare i morenti che forse, in fondo, erano la maniera migliore per imparare qualcosa. Erano loro i veri maestri. Lei però, riuscendo a mettere insieme anche noi benestanti dell’Occidente, - che arrivavamo un po’ impreparati a Calcutta - con queste persone che appartenevano ad un mondo completamente diverso, che stavano subendo queste sofferenze, facendoci conoscere a vicenda ci ha dato un grandissimo insegnamento. E lo ha fatto senza alcuna parola, perché non riuscivamo proprio a parlare con queste persone che stavano morendo, anche se la morte si riusciva a capirla lo stesso.
Un audio-libro che sarebbe bello pensare nell’Ipod di tanti giovani: un’idea che non meraviglia Terzani:
Sì, si dice che i giovani siano distratti ma non è vero. Sono molto capaci di captare quello che è vero e quello che non lo è, per cui spesso vedono delle cose di cui non sono completamente convinti e vanno in discoteca o fanno altre cose. Se invece si vede una cosa che è davvero bella i giovani – anzi, i bambini – sono i primi a captarla e a sentirla e Madre Teresa era un po’ così, era difficile sfuggire alla verità di questa cosa. Bastano degli esempi veri veri, non a parole, che riescono a smuoverti e a trasformare tutto questo in pratica.
Pensando a giovani e meno giovani Terzani aggiunge:
Siamo tanto abituati a conoscere i percorsi di un manager di successo che cresce la sua azienda ma non siamo tanto abituati a conoscere il percorso che porta a spogliarsi di tutto. Per cui sentire questo è già molto importante. Ci sono poi le poche parole di Madre Teresa che, nel suo modo di descrivere i poveri, mi colpiva sempre: aveva uno sguardo che faceva capire di aver passato una vita intera con loro, di conoscerli veramente. I poveri che stanno male sono sempre una cosa che non ha significato se non li hai davanti a te ed invece per lei non erano delle misteriose figure teoriche in Paesi lontani.
Dell’auspicio di ritrovare l’audio-libro nelle cuffiette di qualche ragazzo ne abbiamo parlato anche con il compositore dei brani musicali che accompagnano le letture, Mite Balduzzi:
Tutto il progetto ha proprio questo significato: che un giorno sull’ipod, come si ascolta ‘tizio’, la tal musica, così si ascolti anche questo. Le musiche sono fatte pensando un po’ anche a questo, quindi se qualcuno si aspetta grandi pianoforti, musica classica o violini non li trova. Penso che queste musiche funzionano un po’ come una sorta di cuscino, nel senso che le parole di Madre Teresa si appoggiano sopra, fanno un po’ da piedistallo. Non sono un commento, non sono una colonna sonora, non sono come i commenti dei cartoni animati, non so come dire... E’ proprio una sorta di piedistallo sul quale la parola si appoggia e, al tempo stesso, anche proprio come un cuscino prende la forma della parola. Quindi, una sorta di dialogo anche un po’ sfumato, mediato.
Anche per il maestro Balduzzi, così come hanno detto i qualificati attori che hanno prestato le voci, lavorare a questo audio-libro ha segnato un’esperienza particolare:
Mamma mia! Un’impressione... Non lo so descrivere, non lo so dire a parole. Veramente non lo so dire a parole. Intanto, Madre Teresa la conosciamo tutti. Sappiamo, sappiamo, sappiamo... In verità io mi sono accorto di non sapere niente. Mi verrebbe quasi da dire che alla fine l’impressione più grande, l’effetto più grande è stato quello di spronarmi in qualche modo ad essere come lei, a paragoni fatti per carità di Dio. Come la Sacra Scrittura, che non è una Parola qualunque, sprona a fare quello che dice, questo effetto me lo fa Madre Teresa..
Ban Ki-moon sul clima: "andiamo verso l'abisso"
◊ “Abbiamo il piede incollato sull’acceleratore e ci stiamo dirigendo verso l’abisso”: con queste parole il Segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, ha ammonito la comunità internazionale ad agire con rapidità per far fronte alle conseguenze dei cambiamenti climatici. Tornato da una visita nell’arcipelago norvegese delle Svalbard, a 1200 chilometri dal Polo Nord, dove ha constatato di persona il rapido scioglimento dei ghiacci, - riferisce l'agenzia Misna - Ban Ki-moon è intervenuto alla terza Conferenza mondiale sul clima organizzata a Ginevra dall’Organizzazione meteorologica mondiale (Omm). “Abbiamo scatenato – ha detto il Segretario generale dell’Onu – forze potenti ed imprevedibili, il cui impatto è già visibile: l’ho osservato con i miei occhi”. Per lungo tempo, ha aggiunto Ban Ki-moon, gli scienziati sono stati accusati di suscitare un ingiustificato allarmismo, ma i veri allarmisti sono coloro che rifiutano di intraprendere azioni rapide e decise contro il riscaldamento globale sostenendo che rallenterebbero la crescita economica. “Non possiamo permetterci il lusso di progressi limitati” ha insistito esortando tutti i paesi del pianeta a raggiungere un’intesa per un accordo globale sulla riduzione delle emissioni inquinanti da firmare alla conferenza in programma a Copenaghen tra meno di tre mesi. “Non possiamo fallire”: ha concluso il Segretario generale dell’Onu. (R.P.)
Africa: alluvioni in Burkina Faso, Niger e Senegal
◊ Piogge torrenziali e alluvioni continuano a colpire i paesi dell’Africa occidentale: situazione molto grave in Burkina Faso e in Niger, dove sono segnalate diverse vittime e decine di migliaia di sfollati, timori per altri giorni di maltempo in Senegal. Sulla base dei bilanci forniti ieri sera dal primo ministro del Burkina Faso, Tertius Zongo, nella regione di Ouagadougou le acque hanno travolto e ucciso almeno cinque persone. Sempre secondo il governo, sono invece 110.000 i residenti costretti a lasciare le loro case e a trovare riparo in edifici scolastici o altre strutture messe a disposizione per l’emergenza. Nella capitale del Burkina Faso - riferisce l'agenzia Misna - c'è preoccupazione anche per i danni subiti dalla “Cineteca africana”, un’istituzione storica che custodisce oltre 1500 pellicole provenienti da tutto il continente. Piogge intense hanno colpito anche più a nord, nel Niger centrale, in una regione arida dove le precipitazioni hanno di norma livelli annui molto bassi. La città più colpita è Agadez, dove secondo l’amministrazione locale le piogge hanno causato il crollo di 3500 case e inondato diversi quartieri della città antica. Secondo l’emittente privata "Radio Anfani", le vittime accertate finora sono tre e fra gli edifici danneggiati ci sono i due principali ospedali di Agadez. Delle alluvioni in Burkina Faso e Niger scrivono oggi anche i giornali del Senegal, dove in diverse regioni già nei giorni scorsi sono state adottate misure d’emergenza. Il quotidiano di Dakar "Le Soleil" dà risalto alle previsioni dell’Agenzia meteorologica nazionale: maltempo e alluvioni dovrebbero continuare almeno fino a sabato, con l’arrivo attraverso il Mali della perturbazione che in questi giorni sta interessando il Burkina Faso. (R.P.)
Consiglio Mondiale delle Chiese: Darfur, sfida morale per la comunità internazionale
◊ Il conflitto nella martoriata regione sudanese del Darfur ha scatenato un’incontenibile ondata di violenza e ‘un’immensa crisi umanitaria”. E’ quanto si afferma nella “Dichiarazione sulla crisi del Darfur nel contesto del Sudan” approvata martedì scorso dal comitato centrale del Consiglio Mondiale delle Chiese (Wcc). Nel documento, ripreso dall’agenzia Zenit, si condannano “le atrocità di massa perpetrate contro civili innocenti” e si esorta il governo sudanese “ad assumere la piena responsabilità di difendere i suoi cittadini” senza discriminazioni. Si chiede anche di “permettere l’assistenza umanitaria ininterrotta” per affrontare quella che viene definita “una sfida morale per la comunità internazionale”. Un particolare ringraziamento viene poi ribadito “per il ruolo significativo delle Chiese del Sudan nel promuovere il dialogo interreligioso e nel lavorare per la pace, la giustizia, la riconciliazione e il rispetto per la dignità e il benessere di tutti gli abitanti del Paese”. Nel testo si esorta inoltre il governo sudanese a rispettare le dichiarazioni e gli accordi che ha firmato. Tra questi il più importante è “l’Accordo per la pace e l’intesa” siglato con il Movimento di liberazione del popolo sudanese nel 2005. Secondo dati dell’Onu, sono almeno 1200 i morti dall’inizio dell’anno ad oggi a causa delle violenze avvenute nel Sud Sudan. La situazione rischia di diventare ancora più critica con l’avvicinarsi delle elezioni generali, previste ad aprile. “Se la violenza continuerà – sottolinea David Gressly, coordinatore nel sud della missione Onu in Sudan – sarà molto difficile organizzare il voto”. Ad aprile gli elettori saranno chiamati a scegliere il presidente e a rinnovare il Parlamento. Secondo Gressly il governo del Sud Sudan, finora, ha fatto poco per disarmare le milizie armate. Le Nazioni Unite si trovano ora ad affrontare una corsa contro il tempo per rafforzare polizia ed esercito in vista delle elezioni. (A.L.)
Tragedia aerea in India: muore il governatore Reddy, difensore dei dalit cristiani
◊ In India Rajasekhara Reddy, governatore dell’Andhra Pradesh, è morto in seguito ad una tragedia aerea. Cristiano, 60.enne, esponente di spicco del partito Congress, Reddy era considerato uno dei politici di lungo corso più autorevoli del Paese. Il ritrovamento dei rottami dell’elicottero su cui stava viaggiando insieme con altre quattro persone hanno tolto ogni speranza. La notizia della scomparsa del velivolo è stata diffusa ieri pomeriggio. A piangere la morte improvvisa di Reddy ci sono anche 8 milioni di cristiani dello Stato. “La Chiesa dell’Andhra Pradesh – ha dichiarato ad AsiaNews mons. Marampudi Joji, arcivescovo di Hyderabad - ha perso un difensore degli oppressi ed un campione dei diritti dei dalit cristiani. “Un modello di uomo politico e di leader”, un cristiano “che non ha mai avuto il timore di dichiarare la sua fede”. “Il nostro governatore – ha aggiunto l’arcivescovo - comprendeva le loro sofferenze e le ingiustizie che pativano”. L’impegno di Reddy per i cosiddetti fuori casta era noto. Solo pochi giorni fa, il 26 agosto, aveva promosso una mozione ufficiale dello Stato verso il governo centrale di New Delhi in cui chiedeva di garantire ai dalit cristiani gli stessi diritti riconosciuti ai fuori casta indù. La mozione era stata votata a maggioranza dal Parlamento dell’Andhra Pradesh con la sola opposizione dei nazionalisti indù del Bharatiya Janata Party. (A.L.)
India: 40mila persone al funerale di padre Colombo, apostolo dei "fuori casta"
◊ Circa 40mila persone hanno dato l’ultimo saluto a padre Augusto Colombo, missionario del Pime, scomparso nella notte del 31 agosto all’età di 82 anni. Il funerale si è svolto nell’ashram Kristu Jyoti e per volontà del sacerdote il corpo è stato sepolto nel santuario del Bambino Gesù di Warangal, nell’Andhra Pradesh. “Il funerale è stata una testimonianza della grandezza di questo umile servo del Signore”, afferma ad AsiaNews mons. Marampudi Joji, arcivescovo di Hyderabad. “Alle esequie erano presenti tre ministri dello Stato, tre membri del parlamento, la comunità indù della zona, quattro vescovi circa 200 tra sacerdoti , religiosi e religiose”. Padre Colombo parlava in modo sciolto il telugu, la lingua dello Stato, e comunicava con la gente dei villaggi nel loro dialetto. Anche per questo era considerato un membro della comunità a tutti gli effetti, indiano tra gli indiani. Ricordandone l’opera di missionario ed “il lavoro instancabile per l’emancipazione sociale della popolazione”, il vescovo di Hyderabad afferma: “Oggi i più poveri e gli emarginati nei distretti di Khammam e Warangal, i fuori-casta nel senso letterale del termine, quelli che vivono alla mercè della maggioranza e del volere delle comunità più forti, vivono con dignità e sono autosufficienti”. Di padre Colombo mons. Joji ricorda che “soprattutto era un santo sacerdote”. “La sua esistenza è stata una testimonianza del vangelo. La sua vita ed il suo lavoro sono stati lo strumento per portare tanti a servire Dio e le altre persone bisognose. Egli ha amato davvero ed è stato un padre per tantissimi poveri delle campagne. (R.P.)
India: il Jharkhand chiede aiuto alla Chiesa per l'emergenza siccità
◊ Lo Stato del Jharkhand chiede aiuto alla Chiesa cattolica per la distribuzione degli aiuti alimentari tra la popolazione colpita dalla siccità. TP Sinha, advisor del governo, ha infatti incontrato sabato scorso il cardinale Telesphore Toppo, arcivescovo di Ranchi, chiedendo in modo formale il coinvolgimento diretto della Chiesa nel programma di Public Distribution System (PDS) che riguarda tutti e 24 i distretti dello Stato. Nel periodo luglio-agosto il Jharkhand ha registrato una diminuzione del 26% delle piogge. A farne le spese sono stati soprattutto i piccoli contadini ed i tribali. Solo il 22% delle risaie hanno raggiunto la quota annuale di produzione. Interi villaggi si sono svuotati ed i loro abitanti hanno raggiunto gli slum delle città. Il governo ha stanziato oltre 2 milioni di dollari per rispondere all’emergenza alimentare che ha colpito buona parte della popolazione in cui il 52% vive sotto la soglia di povertà. L'iniziativa non è piaciuta a Mithilesh Narayan, presidente della Rashtriya Swayamsevak Sangh (RSS), l'associazione di volontari ispirata al nazionalismo indù che accusa ora le autorità dello Jharkhand e l’Indian National Congress del premier Manmohan Singh "di dare in appalto alla Chiesa una delle più importanti responsabilità dello Stato” e la accusa di “perseguire una linea estremista che danneggerà la popolazione”. La RSS raccoglie numerosi gruppi di volontari attivi soprattutto nelle zone tribali. L’associazione indù considera il coinvolgimento ufficiale nel PDS degli organismi caritativi della Chiesa come un’approvazione dell’opera missionaria dei cattolici. Le autorità di Ranchi confermano la decisione di coinvolgere l’associazionismo cattolico e spiegano che essa rientra in un programma a più ampio respiro rivolto a tutte le Ong che possono collaborare nell’attuazione del Sistema di distribuzione degli aiuti. Interpellato sulla vicenda, TP Sinha ha rilevato di aver coinvolto nel progetto anche Pradhan, una Ong che appartiene alla Ramakrishna Mission, perché dia il suo supporto "ma questo - ha detto - non ha generato polemiche come nel caso dei missionari cristiani”. (R.P.)
Pakistan: i vescovi chiedono giustizia per i cattolici
◊ In Pakistan si cerca di far luce sull’ultima strage che lo scorso 28 agosto ha colpito la comunità cristiana. Il prefetto apostolico di Quetta, mons. Victor Gnanapragasam, ha dichiarato all’Osservatore Romano che il massacro compiuto da uomini armati in una bottega gestita da cattolici “non ha nulla a che fare con l’azione di estremisti musulmani”. Secondo il presule l’attacco, compiuto nel centro di Quetta e costato la vita ad almeno 5 persone, è stato condotto da una banda di criminali. L’obiettivo - aggiunge mons. Gnanapragasam - è di terrorizzare per estorcere denaro in cambio di una presunta “protezione”. In Pakistan, intanto, prosegue con estrema lentezza il processo relativo alle violenze avvenute a Gojra, nella regione del Punjub e costate la vita lo scorso primo agosto ad 11 persone. “Anche questa volta – ha detto l’arcivescovo di Lahore, mons. Lawrence Sadanha, presidente della Conferenza Episcopale del Pakistan – i colpevoli rimarranno impuniti”. “Siamo rimasti sconcertati – ha dichiarato il vicario generale di Hyderabad, mons. John Murad – per la lentezza con cui si sta muovendo la giustizia”. “Non è un buon segnale e ritengo che la battaglia contro gli abusi perpetrati a causa dell’attuale legge sulla blasfemia sia ancora molto lunga”, ha aggiunto mons. John Murad all’agenzia UcaNews. In base all’attuale normativa in vigore in Pakistan, ogni presunto insulto al Corano può essere punito con il carcere a vita. Ogni offesa a Maometto è passibile della pena capitale. Secondo dati forniti dalla Commissione Giustizia e Pace della Conferenza Episcopale pakistana dal 1986, dall’anno in cui la legge sulla blasfemia è in vigore, almeno 964 persone sono state accusate di violazioni. La Chiesa ha indetto nei giorni scorsi una petizione popolare raccogliendo firme da presentare al governo per chiedere l’abolizione della legge. La comunità cristiana in Pakistan e le altre minoranze religiose, che spesso subiscono ingiustizie a causa della norma sulla blasfemia, da tempo chiedono la sua modifica o abolizione. Il presidente del Pakistan, Pervez Musharraf, aveva già tentato di riformare la legge nel 2000, ma poi non era riuscito nel suo intento a causa delle pressioni da parte di gruppi fondamentalisti e di partiti religiosi. (A.L.)
Vietnam: il vescovo di Vinh elogia lo spirito cristiano dei cattolici di Tam Toa
◊ Il vescovo di Vinh, mons. Paul Maria Cao Dinh Thuyen, è tornato ad esprimere forte solidarietà con i fedeli della parrocchia di Tam Toa, dove da settimane vi sono violenze contro cattolici e preti da parte di polizia e teppisti ai loro ordini. Parlando durante alcune cerimonie per il rito della confermazione, il prelato ha sottolineato che i fedeli della sua diocesi sopportano molte difficoltà a causa del pregiudizio e della discriminazione da parte delle autorità locali e ha chiesto a tutti i cattolici di pregare perché i fedeli di Tam Toa “possano avere libertà di religione e tranquillità”. L’incidente è iniziato lo scorso 20 luglio, quando la polizia della provincia di Quang Binh ha lanciato un attacco a sorpresa contro un gruppo di parrocchiani indifesi di Tam Toa. I cattolici stavano edificando una tenda da usare come temporanea cappella per i loro servizi liturgici. L’assalto - riferisce l'agenzia AsiaNews - ha prodotto centinaia di feriti; decine di persone sono state arrestate, portate via con camionette e detenute. Nelle settimane successive due preti cattolici sono stati ridotti in fin di vita e poliziotti in borghese e teppisti, pagati dal governo, hanno anche attaccato molte persone nelle strade della città di Dong Hoi solo perché indossavano simboli cristiani, depredando anche le loro case. Il vescovo ha elogiato i suoi fedeli perché hanno dimostrato di essere “popolo di Dio. Molte persone - ha detto - si sono sentite unite ai parrocchiani di Tam Toa, quando sono stati picchiati, arrestati ingiustamente, subito il sequestro illegale delle proprietà, feriti in modo grave”. Mons. Cao Dinh Thuyen ha pure sottolineato che i cattolici non hanno fatto ricorso alla violenza, mostrando di essere “buoni cattolici e buoni cittadini”. In queste settimane, diverse volte almeno 500 mila fedeli della diocesi si sono radunati nei diversi decanati per pregare per i loro fratelli perseguitati e chiedere la liberazione dei cattolici imprigionati. (R.P.)
Croazia : i vescovi contro la proposta di togliere i crocifissi nei luoghi pubblici
◊ “ La croce è il simbolo di una civiltà e non di una religione o di una Chiesa”. Con queste parole si è espresso il settimanale « Glas Koncila» considerato la voce della Chiesa in Croazia, in risposta alla proposta avanzata alcune settimane fa, dal presidente della Repubblica, Stjepan Mesi, di togliere i simboli religiosi dal locali pubblici, invitando la Chiesa cattolica croata ad accogliere la sua iniziativa. Secondo il Capo dello Stato la presenza del crocifisso nei ministeri, ospedali, caserme e scuole, è in contrasto con i principi di uno Stato che basa la sua laicità su un articolo della Costituzione secondo cui “ tutte le comunità religiose sono uguali davanti alla legge e separate dallo Stato”. Dal canto loro i presuli croati hanno invitato Mesi a “riflettere sul fatto di non vedere la croce come un tabù e a non demonizzarne il significato”. La parole del Presidente croato non sono state gradite neanche dai cittadini croati e non solo quelli cattolici, che rappresentano quasi il 90% della popolazione. C’è chi è convinto che la questione dei simboli religiosi sarà a lungo oggetto di discussione politica e che vedrà schierati su fronti opposti i partiti del centrodestra, che hanno attaccato Mesi, e il Partito popolare croato, centrista, di cui fa parte il capo dello Stato. (G.C.)
Sudafrica : speranze e timori della Chiesa per i Mondiali di calcio 2010
◊ “Church in the ball” è la campagna che la Chiesa cattolica sudafricana ha lanciato a tutte le diocesi del Paese per avviare iniziative di promozione della pastorale dello sport e di accoglienza dei visitatori che proverranno da tutto il mondo in occasione dei “ Mondiali di calcio” che si volgeranno nel Paese africano a giugno-luglio 2010. I vescovi – riferisce l'agenzia Zenit - hanno invitato le comunità ad offrire la propria disponibilità ad accogliere i gruppi che visiteranno il Sudafrica l’estate prossima. Secondo quanto ha spiegato uno dei responsabili della campagna, Tony Rowland, “il calcio è considerato lo sport più popolare del Sudafrica, per molti è molto di più di uno sport, è una religione o uno stile di vita”. “ Spero - continua - che questo avvenimento sia l’occasione propizia per unire le famiglie intorno alle partite, e che non si limiti solo agli uomini nei pub”. Ma accanto alle speranze e ai progetti che la Chiesa auspica che siano realizzati, vi è anche la forte preoccupazione degli effetti negativi che un tale evento potrebbe comportare, in primis quelli della droga e della prostituzione. C’e’ stato già chi, come suor Melanie O’ Connor, ha sottolineato più volte il problema per il quale il sud dell’Africa soffre già da anni. Si teme che l’aumento del turismo possa portare allo sfruttamento dei bambini per la prostituzione, anche perché le scuole durante i Mondiali chiuderanno e ciò potrebbe esporli a maggiori rischi. (G.C.)
Domani al via la VI edizione di "Missione Ecuador"
◊ “Missionario di Cristo, tu sei la speranza dell’Ecuador” sarà il tema della “Missione Ecuador 2009” in programma da domani a domenica 13 settembre, come si legge nel comunicato inviato all’agenzia Fides dall’Università Tecnica Particolare di Loja. L’iniziativa, sostenuta dal presidente della Conferenza episcopale dell’Ecuador, mons. Antonio Arregui Yarza, è giunta alla sesta edizione e segue due direttive: “evangelizzazione e servizio”. Lo scopo principale è quello di giungere fino “alle comunità in situazioni di maggiore necessità appartenenti alle diverse province del territorio ecuadoriano”. In pratica, centinaia di giovani universitari partecipano a “laboratori di formazione umana e professionale” e “mossi da un generoso entusiasmo cristiano”, “condividono la loro vita con le persone dei luoghi di missione, portando loro la gioia del Vangelo e ponendo le loro conoscenze al servizio dello sviluppo umano e spirituale dei fratelli più bisognosi”. Gli organizzatori fanno anche sapere che il traguardo a lunga scadenza cui la missione punta è che “attraverso il servizio di evangelizzazione e di impegno sociale realizzato per diversi anni consecutivi, si giunga ad uno sviluppo spirituale, socio-umano ed economico del Paese”. Significative le testimonianze sul “grande cambiamento e l’impatto avuto nella propria vita” di coloro che hanno partecipato alle precedenti edizioni. In particolare, alcuni “giovani missionari” raccontano, tra le altre esperienze, l’opportunità ricevuta “di conoscere la propria gente, farsi nuovi amici, e attraverso la convivenza, preoccuparsi delle persone che vivono intorno a noi, lasciando un’impronta che permetta loro di cambiare vita e di dare una nuova direzione alla nostra”. (R.P.)
Il vescovo di Lourdes visita il principale Santuario mariano scozzese di Carfin
◊ Mons. Jacques Perrier, vescovo di Tarbes e Lourdes, visiterà la grotta di Carfin, il principale santuario mariano della Scozia, da domani al 6 settembre, in occasione dell’annuale pellegrinaggio nazionale che avrà luogo domenica prossima. Mons. Perrier è il primo vescovo di Lourdes che si reca al santuario scozzese e si auspica che la sua visita contribuisca a stringere maggiori legami tra i due santuari mariani europei. Padre Thomas Millar, parroco della parrocchia di San Francesco Saverio, nella cui giurisdizione ricade il santuario di Carfin, ha ricordato che l’invito a mons. Perrier a visitare Carfin era stato rivolto già lo scorso anno, nel 150° anniversario delle Apparizioni di Lourdes, ma a causa delle molteplici iniziative che si sono succedute a Lourdes, il vescovo è stato impossibilitato ad accettarlo fino ad ora. Mons. Perrier guiderà la fiaccolata mariana nel pomeriggio di domani; sabato celebrerà la Santa Messa e presiederà la processione con il Santissimo Sacramento; infine domenica guiderà la recita del rosario e terrà una meditazione sul 150° anniversario delle Apparizioni di Lourdes. La grotta di Carfin, dedicata a Nostra Signora di Lourdes, è stata costruita per iniziativa dell’allora parroco di San Francesco Saverio, padre Thomas Taylor, negli anni 20 del secolo scorso, per riprodurre la grotta di Massabielle. Il santuario venne costruito dai parrocchiani del luogo, molti dei quali erano minatori. Venne inaugurato alla fine del 1922 e presto divenne luogo di pellegrinaggio per i cattolici scozzesi e di altre parti del mondo. Negli anni seguenti si sono aggiunti alla grotta una cappella, la Via Crucis, altre statue di santi. Il complesso sacro è dedicato, oltre che a Nostra Signora di Lourdes, anche a Santa Teresa di Lisieux, la cui statua venne collocata vicino a quella della Vergine, in occasione della sua beatificazione a Roma, il 29 aprile 1923. (R.P.)
Aperto a Fatima il Simposio del clero portoghese
◊ “Ravviva il dono che è in te” è il tema del VI Simposio del clero del Portogallo che si è aperto ieri a Fatima. Il Simposio che decorre ogni tre anni, si inserisce volutamente nello spirito dell’Anno sacerdotale convocato da Benedetto XVI nel rispondere alle istanze di rinnovamento della vita ministeriale e vocazionale attraverso la richiesta di una formazione permanente del clero. Di quest’ultimo aspetto padre Jorge Madureira , segretario della Commissione episcopale per le vocazioni, ha affermato durante l’incontro, che “ essa è un dovere del sacerdote nei confronti della sua persona e della sua missione“. Parlando poi della situazione delle vocazioni ha detto che “non è vero che il calo delle vocazioni è globale, dal momento che a livello mondiale c’è un aumento numerico e in alcuni Paesi la crescita è addirittura esuberante”. Al centro dell’apertura del Simposio sono state le conferenze di padre Anselm Grun, dell’ abbazia benedettina di Munsterschwarzach, in Germania. Tra i conferenzieri di oggi, il padre gesuita Rocha e Melo, il patriarca di Lisbona, il cardinale Josè da Cruz Policarpo, e padre Josè Tolentino Mendonca, della facoltà di teologia dell’Università cattolica di Lisbona. Nella giornata di domani, protagonista dell’incontro, sarà padre Amedeo Cencini, procuratore generale dei Figli della carità (Canossiani) e consultore della Congregazione per gli istituti di vita consacrata e le società di vita apostolica. A concludere domani il simposio sarà il cardinale Claudio Hummes, prefetto della Congregazione per il clero. Il tema “Ravviva il dono che è in te” nell’ispirarsi ad una frase di San Paolo a Timoteo, al quale chiede di vivificare il dono di Dio che è presente il lui, desidera sollecitare i sacerdoti in Portogallo ad aderire pienamente alla stessa logica di rigenerazione e approfondimento del proprio mandato sacerdotale. ( G.C.)
Intervento del preposito generale dei Gesuiti per la preparazione del Capitolo dei Comboniani
◊ La seconda giornata di preparazione al 17.mo Capitolo generale dei Comboniani è stata caratterizzata ieri, dall’intervento del preposito generale della Compagnia di Gesù, padre Adolfo Nicolas, incentrato sul tema: “Evangelizzazione, grazia della Chiesa e risposta di Dio al popolo, a partire dalla realtà del continente asiatico”. Il discorso di padre Adolfo Nicolas – rende noto l’agenzia Misna - è stato particolarmente apprezzato dai partecipanti al Capitolo. Durante l’incontro si è sottolineato, in particolare, che l’esperienza del divino si fonde in una concezione della vita, in un sistema di pensiero che trasforma e configura il senso e il modo di vivere. L’esperienza religiosa ha bisogno, per la stessa natura della persona umana, di compiere questo cammino. Il missionario è chiamato ad accompagnare chi cerca Dio e il senso della vita, ad entrare cioè nella profondità dei misteri che nemmeno lui conosce. Come insegna anche la grande teologia occidentale, Dio non si conosce ma è possibile entrare in contatto con Lui. Nella ricchezza è facile parlare di speranza, solo nella povertà si può testimoniarla come certezza. Durante l’incontro è stato poi ricordato che l’Asia rappresenta per i Comboniani l’ultima apertura a nuovi campi d’evangelizzazione. La sapienza orientale - ha sottolineato padre Adolfo Nicolas - è quella di andare al fondo della realtà, del senso delle cose per scoprire la sapienza della vita nascosta nelle cose e nei fatti che constatiamo nel quotidiano. (A.L.)
Egitto: identificato in una biblioteca un frammento del Codex Sinaiticus
◊ Uno studente greco, Nikolas Sarris, durante le ricerche per il suo dottorato, ha scoperto nel monastero di Santa Caterina sul Sinai, in Egitto, un frammento disperso della Bibbia più antica, il Codex Sinaiticus. Le sue origini sono poco conosciute. Qualcuno ha ipotizzato che sia stato scritto in Egitto, associandolo alle 50 copie della Bibbia commissionate dall’Imperatore romano Costantino nel 300 d.c. in seguito ad una sua possibile conversione. Il documento fu ritrovato sempre nello stesso monastero da Konstantin von Tischendorf tra il 1844 e il 1859. In questo arco di tempo il filologo tedesco riuscì a rinvenire fogli di pergamena che hanno contribuito a riunire gran parte dell’ Antico Testamento e tutto il Nuovo. Ritornando alla scoperta di Sarris, lo studioso ha riconosciuto casualmente il frammento della Bibbia del Sinai mentre esaminava una serie di fotografie di manoscritti presso la biblioteca del monastero, scoprendo tra l’altro che il frammento era stato riciclato per la rilegatura di un volume del 18° secolo. Avendo prestato la sua collaborazione alla digitalizzazione per la British Library è stato in grado di riconoscere subito il pezzo del Codice. Dopo il rinvenimento Sarris ha contattato Padre Justin, bibliotecario del monastero, cha ha comprovato che si trattava di un pezzo di pergamena appartenente all’antica Bibbia e che corrisponderebbe al Capitolo 1 e al versetto 10 del libro di Giosuè. Del frammento trovato, solo una parte è visibile sulla superficie della rilegatura, ma le altri parti potrebbero trovarsi negli strati inferiori. Quest’ultima operazione avrebbe però bisogno degli strumenti necessari di cui la biblioteca attualmente non dispone anche se, come ha sottolineato Padre Justin, presto potrebbe dotarsi delle tecnologie adatte per portare avanti la scoperta .(G.C.)
Pellegrinaggio delle Famiglie per la Famiglia promosso dal Rinnovamento nello Spirito
◊ Sabato prossimo si terrà il secondo Pellegrinaggio nazionale delle Famiglie per la Famiglia, promosso dal Rinnovamento nello Spirito Santo (RnS) in collaborazione con la Prelatura Pontificia di Pompei, il Pontificio Consiglio per la Famiglia, l’Ufficio Nazionale per la Pastorale della Famiglia della CEI, e con il patrocinio delle Province di Salerno e di Napoli e dei Comuni di Scafati e di Pompei. A rimarcare il valore e l’importanza di questo ‘speciale Pellegrinaggio’ a sostegno delle famiglie è stato il Papa, il 19 ottobre scorso. Durante la visita pastorale al Santuario di Pompei, Benedetto XVI ha affermato che il suo viaggio era in “continuità ideale” con il Pellegrinaggio delle Famiglie. Il Pellegrinaggio nazionale delle Famiglie per la Famiglia, anche in questa seconda edizione, vuole essere un corale gesto di preghiera nel quale genitori e figli, nonni e nipoti, anziani e giovani si mettono in cammino per testimoniare la bellezza e l’originalità della famiglia e della vita cristiana. Durante il percorso da Scafati a Pompei, di circa 4 Km, i 10 mila pellegrini previsti reciteranno uno speciale Rosario della Famiglia, in ‘sette misteri’, tra canti, testimonianze, preghiere e silenzi. Il programma della giornata prevede: alle 14.00, accoglienza presso l’area mercatale di Scafati (adiacente il Palazzetto dello sport – Palamangano); alle 15.00, animazione, preghiere, canti, esortazioni; alle 16.00, inizio del cammino verso il Santuario della Beata Vergine del Rosario di Pompei; alle 18.30, arrivo nella piazza del Santuario, saluto di mons. Carlo Liberati, arcivescovo prelato di Pompei, recita degli Atti di affidamento a Maria delle famiglie e dei ragazzi alla vigilia dell’anno scolastico; alle 19.00, Santa Messa, presieduta dal cardinale Ennio Antonelli, Presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia; alle 20.30, congedo. Insieme a Salvatore Martinez, presidente nazionale RnS, tanti saranno gli ospiti ed i rappresentanti di Movimenti e Associazioni. Tra gli altri, interverranno: don Giovanni D’Ercole, capo ufficio nella sezione Affari generali della Santa Sede; lo scrittore Vittorio Messori,; il presidente delle Acli, Andrea Olivero; il giornalista Paolo Brosio e l’attrice Claudia Koll. (A.L.)
"The road" al Festival del Cinema di Venezia
◊ "Come viandanti di una favola inghiottiti e persi nelle viscere di una bestia di granito”. Con questa immagine Cormac McCarty squarcia il paesaggio iniziale del suo fortunato romanzo "The Road" e vi deposita i due protagonisti. Un padre ed un figlio, entrambi senza nome, vagano per una terra devastata e abbrutita da una apocalisse anch’essa senza nome, di cui non si conosce dunque l’origine e il motivo. Solo le conseguenze: “I minuti della terra, continua lo scrittore, scanditi nel silenzio, le sue ore, i giorni, gli anni senza sosta”. Anni senza speranza, anni senza futuro. Fedelmente trasponendo le pagine sullo schermo, il regista australiano John Hillcoat riproduce questa tragica, assurda desolazione, la disperazione del volto, l’assurdità della vita ridotta a brandelli di logicità. Oltre i simbolismi e le metafore, "La Strada" è la rappresentazione tragica del male sociale di cui l’uomo è causa e vittima contemporaneamente. Viggo Mortensen è il padre che cerca di condurre il figlio fino al bordo del mare come se quella massa grigia potesse gridare: "Sì, la vita c’è, il domani anche". Ma le strade che percorrono dicono il contrario: quella poca umanità sopravvissuta è affamata e la fame genera mostri, genera cannibali. Spietato il libro, spietato il film: crudo, secco, dirompente e assoluto nella sua sintesi tragica. L’umanità ha perso la traccia di se stessa e la traccia di Dio, che non si nomina, non si sente, non si prega: le mani congiunte, un gesto dal vago ricordo, sono per ringraziare chi ha lasciato disgraziatamente ad altri un poco di cibo e un giorno in più di vita che non è più tale. Comprensibilmente, il grigiore del panorama disfatto entra nell’anima dei due personaggi e da lì trasmigra in quel sentimento di vuoto, repulsione, paura che giustamente ghermisce lo spettatore. E’ una riflessione amarissima, che solo tenuamente si apre al sorriso, forse inutile, del finale. Ed è cinema che sa, nel poco e nel silenzio, dire moltissimo. (Da Venezia, Luca Pellegrini)
Grecia: il premier Karamanlis indice elezioni anticipate
◊ Le elezioni anticipate in Grecia si terranno il prossimo 4 ottobre. Lo ha annunciato il primo ministro Costas Karamanlis, che già ieri aveva manifestato l'intenzione di sciogliere le Camere puntando ad un nuovo mandato per risolvere la crisi economica del Paese. Nella tarda mattinata di oggi l’incontro con il presidente Karolos Papoulias per chiedere lo scioglimento del Parlamento lunedì prossimo. A Giulio Gelibter, giornalista dell’Ansa ad Atene, Stefano Leszczynski ha chiesto come si sia sviluppata la crisi di governo:
R. – L’opposizione chiede da mesi nuove elezioni. Fino a questo momento, però, Karamanlis aveva resistito e aveva sempre negato l’ipotesi di elezioni anticipate. Negli ultimi giorni si parlava dell’ipotesi di un rimpasto per evitare le elezioni. Alla fine, però, ha vinto la decisione di andare alle urne probabilmente perché, dato che i sondaggi sono sempre più favorevoli al partito socialista Pasok, sarebbe il danno minore.
D. – Il principale rimprovero a Karamanlis è di non essere riuscito ad attuare delle misure efficaci contro la crisi economica...
R. – Effettivamente non ha promosso delle grandi riforme, anche se ha messo in atto un pacchetto anticrisi – come nel resto dei Paesi europei – in misura forse minore date le dimensioni dell’economia greca. Nello stesso discorso di ieri ha però detto: “Andiamo alle elezioni perché bisogna fare delle riforme strutturali”. Riforme che tra l’altro gli vengono chieste anche dall’Unione Europea, alla quale la Grecia sta chiedendo adesso di avere più tempo – fino al 2012 invece del 2010 – per portare il deficit del bilancio sotto il tre per cento.
D. – I recenti attentati, in particolare quello avvenuto nei giorni scorsi di fronte alla Borsa, hanno influenzato questa crisi politica o sono eventi del tutto indipendenti?
R. – Dubito che gli attentati abbiano avuto un’influenza sulla decisione che stava probabilmente maturando da tempo. La situazione e l’insicurezza provocata dall’aumento della criminalità – dovuta in parte all’immigrazione clandestina – e l’insicurezza legata al terrorismo sono invece elementi di erosione del consenso del governo Karamanlis.
D. – Lui si ripresenta comunque con l’obiettivo di tornare al governo?
R. – Sì, sicuramente. Nel discorso di ieri ha già chiesto un nuovo mandato per portare avanti le riforme. Secondo i sondaggi non ha nessuna possibilità di essere rieletto perché danno oggi il sei per cento di scarto al Pasok. Ricordiamo che vinse le elezioni europee con il 4,4 per cento di scarto. C’è quindi una progressione a favore del Pasok.
Economia Previsioni Ocse
La recessione mostra i primi segni di rallentamento. Il Pil delle prime sette economie mondiali (G7) dovrebbe scendere quest'anno del 3,7%. Lo prevede l'Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (Ocse), rivedendo la stima di giugno che annunciava un calo del 4,1%. Tuttavia l'Ocse consiglia prudenza: la ripresa arriverà prima del previsto, ma sarà abbastanza debole per tutto il prossimo anno.
Processo Politkovskaia
La Corte Suprema russa ha deciso oggi di rinviare alla procura gli atti del processo sulla morte della giornalista Anna Politkovskaia, accogliendo così le richieste dei familiari della vittima dopo l'assoluzione di tutti gli imputati nel procedimento di primo grado. L'effetto della decisione è quella di cancellare il processo bis che si era aperto con un'udienza preliminare il 5 agosto scorso dopo l'annullamento della precedente sentenza assolutoria. Si apre quindi un nuovo procedimento che unirà due filoni d‘inchiesta precedentemente presi in esame separatamente.
Cipro
E’ nuovamente crisi tra greco-ciprioti e turco-ciprioti. Oggi sarebbe dovuta iniziare a Nicosia la seconda tornata di colloqui per la riunificazione dell’isola tra il presidente della parte greca, Cristophias, ed il leader di quella turca, Talat. Un incidente diplomatico ha fatto però saltare l’incontro: ad un gruppo di pellegrini greco-ciprioti è stato impedito, per motivi burocratici, di partecipare ad una cerimonia religiosa nel nord dell’isola. Ma dietro l’episodio, che ha provocato la rottura momentanea dei rapporti, potrebbe esserci qualcos’altro. Lo conferma, al microfono di Giancarlo La Vella, Furio Morroni, responsabile della sede Ansa di Ankara:
R. – Proprio il giorno prima c’era stata, nella parte nord, una brevissima visita – indubbiamente significativa – del ministro degli Esteri turco, Ahmet Davutoglu, il quale aveva avuto dei colloqui con il leader Talat. Le dichiarazioni che Davutoglu aveva fatto dopo l’incontro devono aver dato fastidio alla parte greco-cipriota. L’incidente di frontiera è quindi diventato un pretesto per far sentire il proprio rincrescimento e disaccordo. Davutoglu ha giustamente detto che si deve andare avanti ed arrivare ad una soluzione. I greco-ciprioti non possono però illudersi d’imporre la loro soluzione: c’è anche la Turchia che è garante della parte turco-cipriota. Su questo si è sviluppato quindi un braccio di ferro, tant’è vero che i negoziati sono stati interrotti.
D. – A questo punto, per ricreare quel clima positivo che si è respirato fino a pochi mesi fa, cosa ci vorrebbe e chi dovrebbe intervenire anche a livello di comunità internazionale?
R. – Sia i turco-ciprioti sia i greco-ciprioti hanno lanciato chiari messaggi. I colloqui sono diretti ed è meglio che non intervenga nessuno: né la Grecia né la Turchia e neanche l’Europa. Al massimo, dato che questi colloqui si tengono sotto l’egida delle Nazioni Unite, potrebbero far loro qualche tentativo di mediazione. Lo farà senz’altro l’inviato Alexander Downer. Credo però che alla fine la cosa sarà superata, soprattutto perché c’è un elemento umano molto importante in questi colloqui: l’amicizia personale tra i due leader Talat, il turco-cipriota, e il greco-cipriota Hristofias. I due uomini, a mio parere, vogliono una soluzione e riallacceranno i fili del colloquio.
Iraq
Tre persone hanno perso la vita e 13 sono rimaste ferite in due distinti attentati in Iraq. Un kamikaze a Mosul ha sparato ad un uomo e a sua moglie e quindi si è fatto esplodere all'arrivo della polizia, ferendo sette agenti e un militare. In un altro attacco, nella città di Ramadi, cinque agenti sono rimasti feriti nell'esplosione di una bici-bomba esplosa contro la casa di un alto funzionario. Due militari statunitensi sono morti invece in un incedente stradale nel nord del Paese.
Afghanistan
Ancora vittime fra le truppe della coalizione internazionale in Afghanistan. Un soldato britannico è stato ucciso nel sud del Paese per l’esplosione di un ordigno. Meno di 24 ore prima a Kabul un kamikaze talebano si è fatto esplodere davanti ad una moschea, uccidendo almeno 23 persone, tra le quali il numero due dei servizi segreti afghani. L’attentato è giunto nel giorno in cui sono stati diffusi gli ultimi risultati delle elezioni presidenziali, che vedono il presidente Hamid Karzai non molto lontano da una riconferma del suo mandato. E poche ore prima, sempre a Kabul, era stato presentato il rapporto Onu sulla produzione di oppio nel Paese. Ce ne parla Salvatore Sabatino:
E’ il secondo anno consecutivo. La produzione di oppio in Afghanistan cala fortemente, facendo segnare un -22% nella coltivazione. A riferirlo è il rapporto pubblicato a Kabul dall'Ufficio delle Nazioni Unite contro la Droga e il Crimine, che parla di prezzi ai minimi storici e di sequestri di droga in aumento grazie alle operazioni delle forze Nato. "Occorre colpire i centri nevralgici del mercato della droga, arrestare i trafficanti e gli insorti che li proteggono" ha dichiarato il direttore esecutivo dell'Ufficio Onu, Antonio Maria Costa, il quale ha parlato pure di incentivi per far abbandonare la coltivazione di papaveri. "Occorre – ha detto – conquistare il cuore e il portafoglio dei contadini, garantendo loro sicurezza, cibo e occupazione”. Un appello ripetuto già lo scorso anno, e che non è rimasto inascoltato, visto che rispetto al 2008 oltre 800.000 persone hanno abbandonato la coltivazione. Negli ultimi dodici mesi, inoltre, il crollo dei prezzi ha ridotto il valore totale della produzione del 40%, sceso 438 milioni di dollari. Dall’altra parte, però, resta preoccupante la crescente corruzione di alcuni funzionari governativi e il riciclaggio di denaro sporco; fattori, questi, che continuano a mettere a rischio la fiducia dell'opinione pubblica e la sicurezza dello Stato.
Indonesia
E’ salito ad almeno 49 morti e oltre 420 feriti il bilancio del terremoto che ieri ha colpito l’isola di Giava nel sud dell’Indonesia. Le cifre sono ancora provvisorie dal momento che all’appello mancano decine di dispersi. Ingenti i danni materiali. L’epicentro della scossa, 7 gradi della scala Richter, è stato registrato al largo dell’isola di Giava. Dopo il terremoto era stato lanciato l'allarme tsunami, poi revocato.
Cina: tensioni interetniche nel Xinjiang
Nuovi segni di tensione ad Urumqi, capitale della Regione Autonoma del Xinjiang, nel nordovest della Cina. Almeno mille dimostranti cinesi si sono riuniti in una piazza centrale della città chiedendo alle autorità protezione contro presunti attacchi subiti da uighuri, membri della locale minoranza etnica turcofona e musulmana. Secondo fonti ospedaliere, nei giorni scorsi numerose persone sono state ricoverate per ferite che sarebbero state inferte con delle siringhe. Si tratta delle prime proteste di cui si ha notizia dopo le violenze di luglio tra uighuri e immigrati cinesi di etnia han, nelle quali hanno perso la vita quasi duecento persone.
Thailandia
Undici persone, fra cui un militare, sono state uccise ieri in diversi episodi di violenza nel sud della Thailandia, al confine con la Malaysia. Dal gennaio del 2004 più di 3.900 persone, musulmane o buddiste, sono state assassinate in regioni nel sud del Paese.
Influenza A
Con l’avvicinarsi della stagione invernale in tutto il mondo sale l’allerta sulla diffusione dell’influenza A/H1N1. Pechino ha approvato l'immissione sul mercato di un nuovo vaccino contro il virus prodotto dal laboratorio cinese Sinovac. Anche l’Europa si organizza: i ministri della sanità dei 27 si riuniranno in via straordinaria il 12 ottobre a Bruxelles. Intanto, a margine della riunione dell’unità di crisi, il sottosegretario alla Salute italiano, Ferruccio Fazio ha ribadito che entro ottobre saranno disponibili 48 milioni di dosi di vaccino, prevedendo per dicembre il picco dei contagi sebbene in modo meno virulento che in altri Paesi. (Panoramica internazionale a cura di Marco Guerra)
Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LIII no. 246
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