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Sommario del 30/11/2009

Il Papa e la Santa Sede

  • Benedetto XVI a Bartolomeo I nella Festa di Sant’Andrea: il Vescovo di Roma è al servizio dell’unità, nella verità e nella carità
  • Sant'Andrea. Il Papa: ci insegni a seguire Gesù con prontezza e a parlare con entusiasmo di Lui agli altri
  • Lotta alla povertà, stato di diritto e salvaguardia dell'ambiente al centro dell'incontro del Papa con il presidente peruviano Alan García
  • Altre udienze
  • Sinodo dei Vescovi per l'America: Chiesa impegnata contro povertà, corruzione, violenza e circolazione delle armi
  • Oggi su "L'Osservatore Romano"
  • Oggi in Primo Piano

  • Il no ai minareti in Svizzera: critiche dai vescovi e dall’Ue
  • Monumenti illuminati in 1200 città contro la pena di morte
  • In Dialogo con la città: riparte a Napoli l'iniziativa del cardinale Sepe per l'Avvento
  • Chiesa e Società

  • I vescovi africani: la Chiesa non è seconda a nessuno nella lotta all'Aids
  • L’impegno di Missio Austria per le vittime dell’Aids
  • Brasile: i Cappuccini di Rio Grande del Sud festeggiano 10 anni di attività nella lotta contro l'Aids
  • Colombia: Conferenza di revisione del Trattato di Ottawa sulle mine anti-persona
  • Il cardinale Tauran: il dialogo interreligioso non è un’opzione ma una necessità
  • Vietnam: un “parco culturale” al posto del Pontificio istituto San Pio X di Da Lat
  • Critiche al rapporto di Hrw sul massacro nello stadio di Conakry
  • Cuba: nasce il primo blog cattolico sponsorizzato dalla Chiesa
  • L'attività della Caritas peruviana a sostegno di poveri, emarginati e terremotati
  • Il cardinale Bagnasco: il cristianesimo “non ha mire di conquista o di egemonia”
  • Betlemme: la Custodia di Terra Santa apre il Tempo di Avvento
  • Polonia: lettera pastorale dell’arcivescovo di Czestochowa per l’Avvento
  • Francia: con l’Avvento manifestazioni e campagne di solidarietà
  • Australia: iniziativa di solidarietà delle Pontificie Opere Missionarie
  • Processione della Madonna di Guadalupe a Los Angeles sul motto "Non avere paura"
  • Il 22 gennaio l’elezione del nuovo Patriarca della Chiesa ortodossa serba
  • Alla Lateranense congresso internazionale su Galileo, scienza e teologia
  • Torna "Campanile rock", concorso per gruppi musicali che vengono da parrocchie e oratori
  • Dal 12 dicembre “Ritorno al barocco”, 51 itinerari in Chiese e musei di Napoli
  • Dalla Caritas di Roma nuove opportunità per il volontariato
  • Avvento-Natale: pubblicato il Sussidio liturgico-pastorale promosso dalla Cei
  • Italia: la polizia lancia l'allarme virus per la condivisione di "file" in rete
  • 24 Ore nel Mondo

  • L’Iran annuncia la costruzione di 10 nuove centrali nucleari
  • Il Papa e la Santa Sede



    Benedetto XVI a Bartolomeo I nella Festa di Sant’Andrea: il Vescovo di Roma è al servizio dell’unità, nella verità e nella carità

    ◊   Il Vescovo di Roma è al servizio dell’unità dei cristiani, nella verità e nella carità: è quanto scrive Benedetto XVI in un messaggio al Patriarca ecumenico Bartolomeo I in occasione dell’odierna Festa di Sant’Andrea, patrono della Chiesa di Costantinopoli. Alle celebrazioni al Fanar, sede del Patriarcato, partecipa anche una delegazione vaticana guidata dal cardinale Walter Kasper, presidente del Pontificio Consiglio per l’Unità dei Cristiani. Il servizio di Alessandro Gisotti:
     
    La memoria dei martiri, come Sant’Andrea Apostolo, scrive Benedetto XVI, spinga tutti i cristiani a “testimoniare il loro amore davanti al mondo”. Testimonianza d’unità ancor più urgente, oggi, in un momento nel quale il Cristianesimo si confronta con “sfide complesse e crescenti”. Nel messaggio al Patriarca ecumenico Bartolomeo I, il Pontefice sottolinea che le Chiese di Roma e di Costantinopoli “si sono impegnate sinceramente negli ultimi decenni” per far avanzare “il ristabilimento della piena comunione”. Si sofferma, così, sul ruolo del Vescovo di Roma nella Comunione della Chiesa nel primo millennio, tema della plenaria di Cipro della Commissione internazionale congiunta per il dialogo teologico, svoltasi il mese scorso. La Chiesa cattolica, scrive il Pontefice, considera il ministero petrino “come un dono del Signore alla sua Chiesa”. “Questo ministero – afferma Benedetto XVI - non deve essere interpretato nella prospettiva del potere, ma all’interno di un’ecclesiologia di comunione, come un servizio all’unità nella verità e nella carità”. E con Sant’Ignazio d’Antiochia ribadisce che il vescovo della Chiesa di Roma presiede nella carità. Ribadisce, poi, quanto affermato da Giovanni Paolo II nella “Ut unum sint” e poi ripreso nella sua visita al Patriarcato di Costantinopoli nel 2006, e cioè ricercare assieme, ispirati dal modello del primo millennio, le forme nel quale il ministero del Vescovo di Roma possa svolgere un servizio di amore riconosciuto da ognuno e da tutti.

     
    Sebbene “non abbiamo ancora raggiunto il nostro obiettivo”, afferma ancora il Papa nel messaggio, “sono stati fatti molti passi che ci permettono di approfondire i legami tra noi”. La nostra amicizia che cresce, il “mutuo rispetto e la volontà di incontrarci l’un l’altro e riconoscerci come fratelli in Cristo” non dovrebbero essere ostacolati da coloro “che rimangono legati al ricordo di storiche differenze, che impediscono la loro apertura allo Spirito Santo che guida la Chiesa” ed è capace di “trasformare tutte le debolezze umane in opportunità per il bene”. Ha, così, invocato lo Spirito Santo, affinché guidi i cristiani lungo questo percorso promettente ma ancora difficile. Nel momento in cui si procede verso la piena comunione, è l’esortazione del Papa, “dobbiamo offrire già una comune testimonianza lavorando assieme al servizio dell’umanità, specialmente nella difesa della dignità della persona umana, nell’affermazione dei valori etici fondamentali, nella promozione della giustizia e della pace e rispondendo alle sofferenze che continuano ad affliggere il nostro mondo, particolarmente la fame, la povertà, l’analfabetismo e la disuguale distribuzione delle risorse”. Al contempo, si legge nel messaggio, le nostre Chiese possono lavorare assieme per mettere l’accento sulla responsabilità dell’umanità nel salvaguardare il Creato. Il Papa esprime apprezzamento per le tante iniziative prese del Patriarca in questo senso, e ricorda in particolare il recente Simposio di Religione, Scienza e Ambiente, dedicato al fiume Mississippi.

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    Sant'Andrea. Il Papa: ci insegni a seguire Gesù con prontezza e a parlare con entusiasmo di Lui agli altri

    ◊   Oggi dunque la Chiesa festeggia Sant’Andrea Apostolo. Il Papa gli ha dedicato una catechesi durante l’udienza generale del 14 giugno 2006. Ce ne parla Sergio Centofanti.

    Andrea è il fratello minore di San Pietro: proprio a causa del rapporto fraterno tra questi due Apostoli – afferma Benedetto XVI – “la Chiesa di Roma e la Chiesa di Costantinopoli si sentono tra loro in modo speciale Chiese sorelle”. Per sottolineare questo rapporto, Paolo VI restituì nel 1964 la reliquia di Sant’Andrea, fino ad allora custodita nella Basilica Vaticana, al vescovo metropolita ortodosso della città di Patrasso in Grecia, dove secondo la tradizione l'Apostolo venne crocifisso.

     
    Il Papa ricorda che è stato Andrea a seguire per primo Gesù (per questo la Chiesa bizantina lo appella col nome di Protoclito, che significa “primo chiamato”) ed è stato lui a condurre dal Maestro il fratello maggiore, Pietro, dicendo in modo perentorio: “ Abbiamo trovato il Messia”. Ma Andrea è anche il discepolo delle domande: non teme per esempio di chiedere a Gesù come cinque pani e due pesci possano sfamare tanta gente; poi, al Signore che parla della distruzione del Tempio di Gerusalemme, chiede quando ciò avverrà. Le risposte di Gesù non sono mai scontate:

     
    “Dalla vicenda possiamo dedurre che non dobbiamo temere di porre domande a Gesù, ma al tempo stesso dobbiamo essere pronti ad accogliere gli insegnamenti, anche sorprendenti e difficili, che Egli ci offre”.

     
    Andrea – rileva il Papa – è un uomo che cerca e che vuole conoscere più da vicino la realtà di Gesù. E’ un uomo di speranza che porta agli altri la fede noncurante dei pericoli. E mentre Pietro va a Roma, Andrea annuncia Cristo tra i greci. I due fratelli che avevano seguito subito e senza indugi il Maestro al suo invito a diventare pescatori di uomini, muoiono come lui in Croce. Quella di Andrea è a forma di “X”, detta per questo Croce di Sant’Andrea. Secondo un’antica tradizione l’Apostolo, poco prima di morire, la chiama Croce beata, perché prima di lui, ha portato Cristo:

     
    “Noi dobbiamo imparare di qui una lezione molto importante: le nostre croci acquistano valore se considerate e accolte come parte della croce di Cristo, se raggiunte dal riverbero della sua luce. Soltanto da quella Croce anche le nostre sofferenze vengono nobilitate e acquistano il loro vero senso”.

     
    Quindi il Papa conclude:
     
    “L'apostolo Andrea, dunque, ci insegni a seguire Gesù con prontezza (cfr Mt 4,20; Mc 1,18), a parlare con entusiasmo di Lui a quanti incontriamo, e soprattutto a coltivare con Lui un rapporto di vera familiarità, ben coscienti che solo in Lui possiamo trovare il senso ultimo della nostra vita e della nostra morte”.

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    Lotta alla povertà, stato di diritto e salvaguardia dell'ambiente al centro dell'incontro del Papa con il presidente peruviano Alan García

    ◊   Stamani il Papa ha ricevuto il presidente della Repubblica del Perù, Alan García Pérez, che successivamente ha incontrato il cardinale segretario di Stato Tarcisio Bertone e mons. Dominique Mamberti, segretario per i Rapporti con gli Stati. “I cordiali colloqui – riferisce un comunicato della Sala Stampa vaticana - hanno permesso un fruttuoso scambio di opinioni su temi attinenti all’attuale congiuntura internazionale, specialmente nella regione. Ci si è poi soffermati su alcuni aspetti della situazione in Perù, in particolare sull’impegno del Governo per sradicare la povertà, sulla promozione dello stato di diritto, sulla salvaguardia dell’ambiente, nonché sugli ambiti di collaborazione tra la Chiesa e lo Stato”.

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    Altre udienze

    ◊   Benedetto XVI ha ricevuto questa mattina anche alcuni presuli della Conferenza episcopale del Brasile (Regione Sul 3), in visita "ad Limina", e Sua Altezza Reale e Imperiale Otto d’Asburgo, Arciduca d’Austria, accompagnato da un seguito.

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    Sinodo dei Vescovi per l'America: Chiesa impegnata contro povertà, corruzione, violenza e circolazione delle armi

    ◊   La situazione ecclesiale e sociale nel continente americano è stata al centro dei lavori della 14.ma riunione del Consiglio Speciale per l’America della Segreteria Generale del Sinodo dei Vescovi, che ha avuto luogo il 17 e 18 novembre scorsi. Lo rende noto un comunicato della Sala Stampa vaticana. Durante la sessione, presieduta dal segretario generale del Sinodo dei Vescovi, mons. Nikola Eterović, è stata sottolineata l’attualità del tema dell’Assemblea Speciale per l’America del Sinodo dei Vescovi riunita nel 1997: «Incontro con Gesù Cristo vivo, via per la conversione, la comunione e la solidarietà in America».

    Altro tema trattato è stato quello dell’inculturazione della Buona Notizia: “la rottura tra vita e Vangelo – è stato precisato - è senza dubbio il dramma del nostro tempo. Il processo di inculturazione dipende in grande misura da una equilibrata educazione alla fede, svolta soprattutto dalle famiglie, dalle scuole e dalle università cattoliche e oggi, in modo veramente urgente, attraverso i media, il cui uso corretto e competente costituisce un veicolo di straordinaria efficacia pastorale”. Nella discussione comune si è parlato poi con preoccupazione di problemi come il commercio di droghe, il riciclaggio di guadagni illeciti, la corruzione “notevolmente estesa”, la violenza, la corsa agli armamenti e la facilità con cui possono circolare le armi, anche quelle più sofisticate che non poche volte vengono adoperate dalle organizzazioni della criminalità “minaccia per la pace”. “Dalle Chiese particolari d'America – rileva il comunicato - deve alzarsi una voce profetica che denunci il riarmo e lo scandaloso commercio di armi da guerra, il quale assorbe ingenti somme di denaro che dovrebbero essere, invece, destinate a combattere la miseria ed a promuovere lo sviluppo”. Altri temi affrontati: il fenomeno dell’emigrazione, la discriminazione razziale, il debito estero, le disuguaglianze tra i gruppi sociali, l’irragionevole distruzione della natura. In tutti questi campi la Chiesa offre il suo contributo per il bene comune della società.

    “Iniziativa promettente – si è quindi sottolineato - è la grande missione continentale, in atto nei paesi dell’America Latina, con lo scopo di promuovere la nuova evangelizzazione. Inoltre, un significativo segno di speranza è costituito dalle iniziative pastorali e di promozione umana della Chiesa, dalla solidarietà verso i poveri e gli emarginati di ogni genere”. “Fonte di risposte efficaci alle diverse situazioni critiche – rileva il comunicato - è la dottrina sociale della Chiesa. È importante che in America gli operatori pastorali assimilino questo tesoro e, da essa illuminati, si rendano capaci di leggere la realtà attuale e di cercare delle vie per l'azione. A tale proposito, va privilegiata la formazione dei fedeli laici capaci di lavorare, in nome della fede in Cristo, per la trasformazione delle realtà terrene”. Al termine delle sessioni di lavoro è stata assegnata ai giorni 16-17 novembre 2010 la 15.ma riunione Consiglio Speciale per l'America della Segreteria Generale del Sinodo dei Vescovi.

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    Oggi su "L'Osservatore Romano"

    ◊   Cristo speranza affidabile per tutti gli uomini: all'Angelus il Papa ricorda che il messaggio di Gesù non riguarda solo i credenti.

    L'America scopre la tessera annonaria: in rilievo, nell'informazione internazionale, l'aumento vertiginoso delle richieste di buoni pasto federali.

    Rosso profondo a Dubai: il Governo ha annunciato che non garantirà i debiti.

    In cultura, il messaggio di Benedetto XVI all'arcivescovo Rino Fisichella in occasione del convegno - alla Pontificia Università Lateranense - "Dal telescopio di Galileo alla cosmologia evolutiva. Scienza, filosofia e teologia in dialogo" e ampi stralci della relazione dell'arcivescovo Gianfranco Ravasi.

    Uno storico intellettualmente nel cuore della Chiesa cattolica: Andrea Riccardi, Philippe Levillain e Raffaele Alessandrini ricordano il gesuita Pierre Blet, noto soprattutto per i suoi studi su Pio XII e la seconda guerra mondiale.

    Festa liturgica di sant'Andrea: stralci dal saggio di Luigi Saccone contenuto nel volume "Dal lago di Tiberiade al mare di Amalfi. Il viaggio apostolico di Andrea il primo chiamato" e un articolo sulla fortuna agiografica del santo nella Legenda aurea.

    Il "no" svizzero a nuovi minareti danneggia la libertà religiosa: nell'informazione religiosa, le reazioni dei vescovi elvetici all'esito del referendum svoltosi ieri.

    Il ministero petrino non è potere ma servizio all'unità: nell'informazione vaticana, il messaggio di Benedetto XVI a Bartolomeo I.

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    Oggi in Primo Piano



    Il no ai minareti in Svizzera: critiche dai vescovi e dall’Ue

    ◊   La presidenza di turno svedese dell'Ue ha espresso sorpresa e rammarico per lo svolgimento del referendum con il quale ieri gli svizzeri hanno detto "no" alla costruzione di nuovi minareti sul loro territorio. Secondo i risultati ufficiali del referendum, promosso dalla destra nazional-conservatrice, il 57,5% degli elettori si è espresso contro. Il ministro svizzero di Giustizia e Polizia, Eveline Widmer-Schlump, ha sottolineato: "La decisione riguarda soltanto l'edificazione di nuovi minareti e non significa un rifiuto della comunità dei musulmani, della loro religione e della loro cultura. Il governo se ne fa garante". Per i vescovi svizzeri, si tratta di un duro colpo all’integrazione e alla libertà di religione. Nell’intervista di Massimiliano Menichetti, la riflessione di mons. Felix Gmür, segretario generale della Conferenza episcopale svizzera:

    R. - I vescovi non sono contenti, è un colpo alla libertà di religione. Il Concilio Vaticano II dice chiaramente che è lecito per tutte le religioni la costruzione di edifici religiosi e il minareto è un edificio religioso. E’ un colpo all’integrazione di tutti quelli che vengono in Svizzera.

     
    D. - Perché si è arrivati a vietare la costruzione dei minareti?

     
    R. – Perché la gente ha paura di chi viene da lontano, di chi non si capisce. Poi c’è stata una propaganda assai forte, non hanno parlato solo di minareti ma hanno parlato degli estremisti… Dunque la gente ha paura e adesso si chiude.

     
    D. - Come si vince la paura, secondo lei, per poter cambiare le cose?

     
    R. – Si vince quando si vive insieme perché a Basilea, città dove c’è la percentuale più grande di musulmani in Svizzera, loro hanno respinto l’iniziativa. Pure a Ginevra, dove ci sono tanti musulmani. Hanno vietato la costruzione soprattutto nei cantoni dove ci sono pochi musulmani. Sempre la stessa situazione, quello che non si conosce si respinge.

     
    D. – Voi ribadite: in questo momento è necessario sottolineare che la religione non è un fatto privato, perché secondo voi questo aspetto ha avuto delle ricadute anche sul referendum sui minareti…

     
    R. – Perché quelli che erano per l’iniziativa hanno detto: la religione è una cosa privata. Dunque, loro possono pregare dove vogliono ma non con un minareto in pubblico. Nello stesso tempo dicono: la nostra cultura è cristiana. Ma dire che la cultura è cristiana non è un fatto privato ma pubblico! Qui si deve fare un dibattito perché la società su questo punto è un po’ disorientata, c’è una contraddizione che forse c’è un po’ in tutte le società europee. Anche per quanto riguarda i crocifissi in Italia è la stessa cosa, dicono: è un affare privato

     
    D. – Qual è il vostro appello come vescovo?

     
    R. – Che adesso, ancora di più, dobbiamo aiutare i cristiani nei Paesi musulmani, perché lì i cristiani non sono liberi, non possono costruire chiese, non possono pregare in luoghi pubblici. Adesso, ancora di più, dobbiamo lottare per questi cristiani.

     
    Ma, ieri, gli aventi diritto al voto in Svizzera sono stati chiamati anche a pronunciarsi su un quesito relativo all’esportazione di armi. Fausta Speranza ne ha parlato con Maurizio Simoncelli dell’Archivio Disarmo:

    R. – In Svizzera, in realtà, è già la terza volta che viene affrontato il problema della messa al bando dell’esportazione delle armi: la prima volta era avvenuto agli inizi degli anni Settanta, dove si arrivò addirittura ad un 49 per cento di voti a favore della messa al bando; nel ’97 è stato nuovamente riproposto, ma ugualmente è fallito; ed ora, nuovamente, con il 68,2 per cento dei voti è stato bocciato. Sostanzialmente si chiedeva un impegno della Confederazione nel campo del disarmo e del controllo degli armamenti a livello internazionale e veniva richiesto il divieto di esportazione di transito attraverso la Svizzera di materiale bellico, comprese le relative tecnologie che possono servire alla produzione degli armamenti. Si chiedeva anche un intervento della Confederazione nei confronti di quei distretti, di quelle persone e di quegli addetti che avrebbero risentito ovviamente di questo divieto, ma purtroppo tutto questo non è passato. La Svizzera rimane uno dei principali esportatori di armamenti a livello mondiale. Non è certamente uno dei grandi produttori: siamo intorno al 14.mo posto, ma in realtà contribuisce con un uno per cento della produzione mondiale. Comunque non è poco: parliamo di circa 1.262 milioni di dollari esportati nel quinquennio 2004-2008.

     
    D. – Un voto locale ma che apre a una riflessione di ordine generale…

     
    R. – Anzitutto ha coinciso con il voto contro la costruzione dei minareti. Quindi, sembra emergere che si teme più l’invasione dell’Islam, attraverso i minareti e quant’altro, piuttosto che la vendita delle armi. Il problema di fondo, comunque, è che tutti gli Stati devono operare in sintonia nel campo del controllo degli armamenti. Personalmente, non credo che iniziative di un singolo Paese riescano a risolvere il problema della produzione degli armamenti e del commercio indiscriminato. Ovviamente non sono contrario, ma ritengo che se un Paese non vende armamenti, ci sarà certamente qualche altro Paese che prenderà il suo posto. Da questo punto di vista è, invece, importantissimo operare affinché la Comunità internazionale, la maggior parte dei Paesi, adotti una normativa internazionale per la produzione e il commercio degli armamenti. Pensiamo alle normative che si stanno adottando a livello dell’Unione Europea con il Codice di Condotta e le nuove normative che sono in fase di elaborazione. Pensiamo al Trattato internazionale per il commercio degli armamenti, indicato con la sigla Att. Le Nazioni Unite si stanno impegnando per averlo nel 2012. Bisogna operare a livello internazionale.

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    Monumenti illuminati in 1200 città contro la pena di morte

    ◊   Come ogni 30 novembre torna La “Giornata mondiale delle città per la vita/Città contro la pena di morte” promossa in 1.200 città del mondo dalla Comunità di Sant’Egidio. Giunta all’ottava edizione, la campagna ha acquisito negli anni un consenso sempre crescente da parte di governi, associazioni ed esponenti della società civile. Le città aderenti anche quest’anno illuminano un monumento simbolo per dichiarare il rifiuto alla pena di morte e l’adesione al motto “No Justice without life”. A Roma il Colosseo è stato acceso dalle 19.30 di ieri, mentre oggi pomeriggio è in programma la conferenza internazionale “Città per la vita. Città contro la pena di morte”. Sul significato della giornata Paolo Ondarza ha intervistato Mario Marazziti, portavoce della Comunità di Sant’Egidio.

    R. – Dagli anni ’70 siamo passati da 23 Paesi a circa 140 che hanno abolito la pena capitale. Ormai la pena di morte comincia ad essere qualcosa del passato della storia dell’umanità. E’ terribilmente presente in Paesi come l’Iran, la Cina, l’Arabia Saudita, l’Egitto e in alcuni Stati degli stessi Stati Uniti, ma bisogna dire che sta arretrando come ideologia. Io penso che la risoluzione approvata nel 2007 all’Assemblea generale dell’Onu abbia introdotto un principio fondamentale: è un problema di diritti umani che interessa la comunità mondiale.

     
    D. – Sono 1200 le città in tutto il mondo che aderiscono alla giornata, accendendo altrettanti monumenti e aderendo al motto “No justice without life”, cioè non c’è giustizia senza vita. Un modo questo per dire sì alla giustizia, ma con un occhio sempre attento al rispetto della vita...

     
    R. – Io credo che non si possa difendere la dignità umana, anche nascente, se non c’è una posizione forte e senza eccezioni sulla difesa della vita, che è anche la vita di un eventuale colpevole, come ricordò pure Giovanni Paolo II in una sua visita in Missouri, quando chiese di non procedere con l’esecuzione di un condannato a morte.

     
    D. – Il 30 novembre del 1786, quindi parliamo di 223 anni fa, fu il Granducato di Toscana ad avviare la prima abolizione della pena di morte nella storia. Un precedente importante a livello culturale era stato in Italia anche il pamphlet “Dei delitti e delle pene” di Cesare Beccaria. L’Italia può ancora essere in prima linea in questa battaglia pacifica?

     
    R. – L’Italia, coniugando società civile e lavoro istituzionale, rimane uno dei Paesi a livello planetario più significativi. Dobbiamo dire che geograficamente in Italia c’è poi la Santa Sede che è un’altra cosa, ma che è nello stesso stivale e quindi c’è una contaminazione culturale. Dobbiamo dire che anche dalla Chiesa cattolica viene oggi un messaggio molto forte in questa direzione.

     
    D. – Purtroppo, però, la pena di morte è ancora presente - lo ricordava - in molti Paesi, ed è sostenuta anche da non poche persone che la ritengono un efficace deterrente, una punizione esemplare per i delitti più efferati. Che cosa rispondere a queste giustificazioni?

     
    R. – In nessun Paese del mondo esistono statistiche che dimostrano che la pena di morte ha diminuito i delitti gravi. Al contrario, c’è il caso del Canada che da quando l’ha abolita ha visto calare del 25 per cento proprio i delitti gravi. Negli Stati degli Stati Uniti che mantengono la pena di morte il tasso degli omicidi è salito da quando è stata reintrodotta. Che sia un deterrente è un argomento accademico, ma totalmente indimostrabile; che aggiunga una morte ad una morte già avvenuta è una certezza; che tenda a coinvolgere tutta la società civile nel diventare complice di un omicidio, anch’esso è un elemento che è difficile contestare; che si riduca la violenza, la violenza diffusa, anch’esso purtroppo non è riuscito ancora nessuno a dimostrarlo. Quindi, io credo che dobbiamo aiutare tutte le nostre società a fare il passo che manca per abolirla definitivamente.

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    In Dialogo con la città: riparte a Napoli l'iniziativa del cardinale Sepe per l'Avvento

    ◊   Un Avvento nel segno della speranza: è quello che si propone il cardinale arcivescovo di Napoli, Crescenzio Sepe, con l'iniziativa "In Dialogo con la Città". Giunta alla terza edizione, l'iniziativa cambia formula: quest'anno, infatti, gli incontri non si terranno più nella Cattedrale partenopea, ma saranno itineranti in luoghi particolari del territorio dell'arcidiocesi di Napoli. Proprio su questa novità, Fabio Colagrande ha intervistato il cardinale Crescenzio Sepe:

    R. – Andare nel luogo, del quale noi vogliamo mettere in luce la problematica, ci è sembrato un modo molto più diretto per far partecipare e soprattutto per mostrare l’interesse che la Chiesa ha nei confronti della particolare situazione nella quale si trovano a vivere questi nostri fedeli, che sono sì fedeli, ma anche laici. Questo calarsi nel territorio e quest’incarnare un problema che è sì di ordine pastorale, ma che è anche di ordine civile e culturale, in un particolare contesto favorisce molto il dialogo che vogliamo realizzare.

     
    D. – Potremmo parlare di un atteggiamento missionario?

     
    R. – E’ la risposta all’“andate” di Cristo, “andate e predicate”. Oggi c’è bisogno di aprire le nostre porte, di uscire, di camminare per le strade; c’è bisogno veramente di un contatto diretto che non sia soltanto aleatorio, ma che abbia anche nella fisicità di presenza un modo di esprimere vicinanza, fratellanza, solidarietà e dialogo. Andare laddove vive l’umanità, laddove vive l’uomo con i suoi problemi e con le sue difficoltà.

     
    D. – Avete scelto dei luoghi simbolo della città: l’università, la fabbrica, i grandi magazzini, un ospedale. Tutti luoghi, questi, in cui la Chiesa vuole portare la speranza del Vangelo?

     
    R. – Che cosa dice oggi Cristo agli universitari? Qual è la risposta che la Chiesa e il Signore possono dare a bambini e adulti che stanno in ospedale? Qual è il senso oggi del lavoro in questa drammatica situazione? E qual è l’anima che si deve avere in un ambiente come quello di un grande supermercato? Noi vogliamo dire queste cose. Noi vogliamo portare l’annuncio di Cristo, cercando di dare un’anima a questa realtà così difficile.

     
    D. – Da quando è arcivescovo di Napoli lei ha sempre lavorato, dal punto di vista pastorale, con impegno e sapendo di incontrare problemi sociali anche gravi, come quello della legalità, ma sempre con la speranza. Il suo primo incontro del periodo d’Avvento l’ha avuto con gli universitari, davvero lei vede nei giovani un futuro che riuscirà ad abbattere i muri della illegalità, dell’ingiustizia, della violenza?

     
    R. – Io credo che soprattutto nell’Università e in tutti quegli ambienti e quei luoghi di formazione sono la base su cui costruire questa legalità. E’ vero che c’è tanta illegalità, ma è altrettanto vero che c’è tantissima legalità e i giovani aspirano, i giovani vogliono, i giovani desiderano che qualcuno li guidi e li accompagni in questa loro aspirazione di vivere in una città normale, in una città legale, in una città civile. C’è tanta richiesta, direi che c’è quasi una fame e una sete dei giovani di poter – proprio iniziando da loro – ricostruire una nuova comunità, una nuova società, una nuova città. (Montaggio a cura di Maria Brigini)

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    Chiesa e Società



    I vescovi africani: la Chiesa non è seconda a nessuno nella lotta all'Aids

    ◊   “La Chiesa non è seconda a nessuno nell’affrontare l’Hiv in Africa e nel prendersi cura delle persone sieropositive malate di Aids”. E’ quanto si legge nel messaggio del Simposio delle Conferenze episcopali d’Africa e Madagascar (Secam) per la Giornata Mondiale contro l’Aids che si celebrerà domani. Questa malattia – scrivono i vescovi - continua ad essere devastante ma “non è più tra i temi prioritari nell’agenda dei governi, della società civile e delle organizzazioni internazionali”. “L’assistenza – si legge inoltre nel messaggio ripreso dall’agenzia Fides – è assolutamente più che mai necessaria: il virus Hiv e l’Aids non sono scomparsi”. L’idea che le cure siano ora disponibili per tutti è falsa: solo un terzo di coloro che necessitano di cure le ricevono. “Dopo due anni dall’inizio del trattamento – sottolineano i presuli – solo il 60% di queste persone continuano ad essere curate”. La pandemia compromette inoltre lo sviluppo e la giustizia: “La crisi economica mondiale e la recessione – si ricorda nel documento – hanno un impatto negativo”. L’aumento dei prezzi del cibo e degli altri beni di base ostacola il progresso della terapia. “Solo una strategia basata sull’educazione alla responsabilità individuale nel quadro di una visione morale della sessualità umana, in particolare attraverso la fedeltà coniugale – concludono i vescovi del Secam – può avere un impatto reale sulla prevenzione di questa malattia”. Anche Benedetto XVI ieri all’Angelus ha ricordato la Giornata mondiale contro l’Aids. Il pensiero del Papa è per ogni persona colpita da questa malattia: “La Chiesa – ha detto il Santo Padre - non cessa di prodigarsi per combattere l’Aids, attraverso le sue istituzioni e il personale a ciò dedicato”. “Esorto tutti - ha aggiunto - a dare il proprio contributo con la preghiera e l’attenzione concreta, affinché quanti sono affetti dal virus Hiv sperimentino la presenza del Signore che dona conforto e speranza. Auspico infine che, moltiplicando e coordinando gli sforzi, si giunga a fermare e debellare questa malattia”. Alla vigilia della Giornata, infine, l’Organizzazione Mondiale della Sanità e il Programma dell’Onu sull’Hiv/Aids e Unaids hanno reso note le stime della malattia a livello mondiale. Ammontano a 33,4 milioni di persone portatrici del virus dell’Hiv nel mondo. Il dato è in crescita rispetto a 2 anni fa. Il rapporto sottolinea che i connotati dell’epidemia stanno mutando e che le varie forme di prevenzione non sono certo adeguate a questo cambiamento. (A cura di Amedeo Lomonaco)

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    L’impegno di Missio Austria per le vittime dell’Aids

    ◊   “L’Aids è una piaga terribile. Soprattutto per quanto riguarda gli orfani dell’Aids la sfida non è soltanto l’assistenza medica ma soprattutto dobbiamo cercare di dare un senso alla vita, troppo spesso breve, di questi bambini. La gioia di vivere di questi bambini malati ci insegna il fine ultimo della nostra vita: amare ed essere amati!” afferma mons. Leo-M. Maasburg, direttore nazionale di Missio Austria in una dichiarazione inviata all’agenzia Fides in vista della Giornata mondiale contro l’Aids di domani. I Paesi più colpiti dalla pandemia sono i Paesi in via di sviluppo: il 98% dei morti per Aids si registra infatti nei paesi del sud del mondo. Missio Austria vuole attirare l’attenzione soprattutto sulle gravi conseguenze della pandemia per i bambini, creare una consapevolezza delle ragioni e dei contesti, mostrare possibilità concrete di soluzione. Missio Austria sostiene da anni progetti per la cura dei malati di Aids, per l’aiuto alle vedove e agli orfani, e soprattutto per curare anche gli aspetti psico-sociali e spirituali collegati a questa malattia. “Siamo quasi gli unici ad aiutare le madri malate di Aids e i loro bambini” dice padre John Phuong Dinh Toai, camilliano di 33 anni, che su richiesta dell’arcivescovo vietnamita di Thanh-Pho Ho Chi Minh, il cardinale Jean-Baptiste Pham Minh Man, gestisce un orfanotrofio per bambini con genitori affetti di Aids o che sono già morti per la malattia. Nel paese asiatico l’Aids è un argomento di cui non si parla, e chi ne è colpito si trova ai margini della società. Andreas Thonhauser, redattore capo della rivista missionaria edita da Missio Austria “Alle Welt”, ha raccolto la testimonianza di questo giovane sacerdote che ospita attualmente nella struttura da lui gestita insieme a diversi collaboratori, 60 bambini, mentre altri 300 vengono seguiti nelle loro famiglie. “Cerchiamo di far stare i bambini il più a lungo con i loro genitori” dice padre John, che aveva quasi finito gli studi di medicina quando ha sentito la vocazione e il desiderio di dare qualcosa in più, oltre all’aiuto medico: “Il mio più grande desiderio era, e lo è ancora, di servire gli uomini, di servire Dio e di portare Cristo agli uomini”. Cosi padre John accompagna anche i bambini che nell’orfanotrofio si trovano a doversi confrontare con la morte: “Abbiamo raccolti molti dei nostri bambini dalla strada. Cerchiamo di dare loro una vita degna ma anche una morte dignitosa”. In ogni caso con la sua presenza padre John vuole cambiare in bene la realtà degli orfani di Aids e regalare ai bambini, con la sua disponibilità verso di loro, una esistenza dignitosa. (R.P.)

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    Brasile: i Cappuccini di Rio Grande del Sud festeggiano 10 anni di attività nella lotta contro l'Aids

    ◊   Il Centro per la promozione della persona Hiv-sieropositiva, gestito dall’Associazione Letteraria di San Bonaventura, dell'Ordine dei Frati Minori Cappuccini di Rio Grande del Sud, celebra 10 anni di servizio nel settore della prevenzione, dell’accompagnamento delle persone che vivono con l'Aids, nel ristabilimento dei legami familiari e del re-inserimento sociale. Il 30 novembre, per celebrare questa data, si svolgerà una tavola rotonda con un gruppo di esperti per parlare sulle sfide dell'epidemia a Porto Alegre, con la partecipazione del Dipartimento di Dst e Aids del Ministero della Salute. La Casa Fonte Colombo è anche la sede della Pastorale Aids della Regione Sud 3 della Conferenza episcopale brasiliana, (Rio Grande del Sud) e della rete cattolica per l'Hiv/Aids, attualmente attiva in nove paesi. L'istituzione è diventata un'opera di riferimento per il lavoro con i malati d'Aids nel contesto attuale della pandemia di Hiv/Dst/Aids e secondo i rapporti delle Nazioni Unite, essa rimane una grande sfida, in quanto continua a crescere in Brasile, il numero di infezioni. Inoltre sono ancora 5 milioni i malati che non riescono ad accedere ai medicinali. (R.P.)

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    Colombia: Conferenza di revisione del Trattato di Ottawa sulle mine anti-persona

    ◊   Una marcia di cinque chilometri per le strade della città colombiana di Cartagena cui hanno partecipato superstiti all’esplosione di mine, cluster e altri ordigni, ha aperto ieri i lavori della II Conferenza di revisione del Trattato di Ottawa per la messa al bando delle mine anti-uomo. Fino al prossimo 4 dicembre – rende noto l’agenzia Misna - i rappresentanti di oltre 150 Paesi faranno il punto sui progressi realizzati contro le mine e nella bonifica di territori minati in aree un tempo teatro di conflitto. “Il nostro obiettivo è di liberare il mondo dalle mine anti-persona”, ha detto la presidente della conferenza, Susan Eckey, ambasciatrice della Norvegia in Colombia. “Tutti gli Stati – ha aggiunto - dovrebbero sostenere questo obiettivo e aderire al Trattato”. Parole rivolte in particolare ai 39 Paesi del pianeta che devono ancora firmare, tra cui Stati Uniti, Russia, Cina, India e Pakistan; ai lavori, però, alcuni di questi Paesi saranno presenti con propri osservatori. Washington per la prima volta ha inviato una sua delegazione. “Nonostante i risultati raggiunti – ha poi aggiunto l’ambasciatrice norvegese – sappiamo che questo non è ancora sufficiente”. “I sopravvissuti all’esplosione di una mina dopo aver lottato per vivere sono costretti a lottare per superare barriere fisiche, economiche, culturali e psicologiche”. Firmato nel 1997 ed entrato in vigore nel 1999, al Trattato di Ottawa hanno finora aderito 156 Paesi. La Colombia, Stato che ospita la II Conferenza di revisione, è uno dei Paesi simbolo della lotta alle mine, ma anche il primo al mondo per vittime da mina: nel solo 2009 sono 94 le persone che hanno perso la vita e 450 quelle rimaste ferite. (A.L.)

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    Il cardinale Tauran: il dialogo interreligioso non è un’opzione ma una necessità

    ◊   L’Indonesia, nazione musulmana più popolosa al mondo, è un esempio di società multi-culturale in cui è possibile il dialogo fra le diverse fedi, perché “essere credenti” significa al contempo possedere uno "spirito interreligioso”. È quanto ha affermato il cardinale Jean-Louis Tauran, presidente del Pontificio Consiglio per il Dialogo interreligioso, in visita in questi giorni in Indonesia. “Creare un ponte per il dialogo non è un’opzione, ma una necessità”, ha sottolineato il porporato incontrando Marie Elka Pangestu, Ministro del commercio e il cardinale Julius Riyadi Darmaatmadja, arcivescovo di Jakarta. Il cardinale Tauran ha visitato la moschea di Istiqlal a Jakarta, di fronte alla cattedrale cattolica della capitale. A riceverlo c'era Kiai Hajj Syarifuddin Muhammad, imam della moschea, il quale ha ricordato che “l’Istiqlal non è solo la casa dei musulmani, ma di tutti i fedeli delle diverse religioni”. La moschea, aggiunge il leader religioso musulmano, è un simbolo di “dialogo interreligioso” perché a costruirla è stato l’architetto cristiano Frederich Silaban e mutua il proprio nome dalla parola araba che significa “indipendenza”. Il cardinale Tauran – rende noto l’agenzia AsiaNews - ha ringraziato l’imam per la calorosa accoglienza e ha manifestato parole di apprezzamento per l’atmosfera di “amicizia”. “Sembra che non vi sia – ha commentato – una differenza tra i musulmani indonesiani e i concittadini cristiani”. Dai musulmani, ha poi aggiunto il porporato, i cristiani dovrebbero imparare la forte pratica di fede e la disciplina, come le preghiere al mattino presto. (A.L.)

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    Vietnam: un “parco culturale” al posto del Pontificio istituto San Pio X di Da Lat

    ◊   In Vietnam stanno abbattendo il Pontificio istituto San Pio X di Da Lat. Al suo posto nascerà “un parco culturale e urbano”. L’opera di demolizione è in corso - RIFERISCE L'AGENZIA aSIAnEWS - malgrado le ripetute richieste avanzate dai vescovi del Paese. L’Istituto aveva aperto le porte il 13 settembre 1958. Era stato realizzato dal gesuita padre Ferdinand Lacretelle, giunto a Saigon nel 1957, su richiesta dei vescovi vietnamiti. La responsabilità del seminario era stata affidata alla Compagnia di Gesù. Il primo agosto del 1961 l’ambasciatore Mario Brini pose la prima pietra per la ricostruzione della struttura. L’inaugurazione si tenne il 23 aprile 1964. Il 21 settembre di quello stesso anno, un decreto del governo dell’allora Vietnam del sud garantiva “la perenne proprietà al Consolato del Vaticano”. Fino al 1975 l’Istituto ha accolto seminaristi delle diocesi del Sud. Dopo il 1975, il Pontificio istituto cessò la sua attività di formazione nell’estate del 1977 e nel 1980 fu sottratto dal governo alla Conferenza episcopale. Nel 1987, il governo vietnamita – ricorda AsiaNews - ha aperto le porte all’economia di mercato e il Paese è entrato in un periodo di rinnovamento e di integrazione con il resto del mondo. I vescovi hanno chiesto al governo la restituzione del Pontificio istituto per avere la possibilità di dare una formazione altamente qualificata ai sacerdoti. (A.L.)

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    Critiche al rapporto di Hrw sul massacro nello stadio di Conakry

    ◊   Nei giorni scorsi sono arrivati in Guinea i componenti della Commissione d’inchiesta dell’ONU sul massacro del 28 settembre nello stadio di Conakry, che ha provocato almeno 150 morti. Di recente Human Rights Watch (Hrw) ha pubblicato un rapporto su questo crimine che ha però suscitato una lettera di protesta di un gruppo di cittadini guineani, sia cristiani sia musulmani. Nella lettera, inviata all’agenzia Fides, si rimprovera Hrw di aver pubblicato il suo rapporto prima dell’avvio dell’inchiesta dell’ONU sui fatti del 28 settembre. “Visto che il vostro rapporto indica già i colpevoli, senza il rispetto della presunzione di innocenza, ci chiediamo qual è l’interesse dell’inchiesta internazionale annunciato dalle Nazioni Unite?” La lettera contesta soprattutto l’interpretazione etnica e religiosa dei fatti del 28 settembre presentata da Hrw, secondo il quale le forze di sicurezze composte da cristiani e animisti provenienti dalla Guinea forestale avrebbe aggredito i Peul, musulmani della costa. “La manifestazione del 28 settembre era una manifestazione politica che rispondeva ad un appello di tutte le forze vive della Guinea e non era una riunione di un particolare gruppo etnico o religioso” afferma la lettera, nella quale si fanno i nomi di personalità cristiane e della Guinea forestale che manifestavano contro la giunta e che sono state colpite dalle violenze dei militari. “In conclusione, il riferimento alla dimensione etnica e religiosa nel vostro rapporto costituisce una deriva pericolosa che mira a gettare benzina sul fuoco nell’attuale situazione della Guinea e a opporre i musulmani ai forestali e ai cristiani” conclude la lettera. (R.P.)

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    Cuba: nasce il primo blog cattolico sponsorizzato dalla Chiesa

    ◊   Con il sostegno della Conferenza dei vescovi cattolici di Cuba e della Rete informatica della Chiesa latinoamericana (Riial), si è aperto nell’isola caraibica il primo blog affidato ai laici, con lo scopo di servire come “spazio per l’incontro e il dialogo tra i credenti”. Il sito, www.creerencuba.org, è diretto da Sergio Cobarrouy, e la sua redazione si trova nella città Sagua la Grande (Las Villas). Cobarrouy spiega che le diverse pagine del sito sono a disposizione di “chi desidera arricchire la propria esperienza di Dio e, al tempo stesso, sente il bisogno di dare un proprio contributo agli altri, in particolare a tutti coloro che vivono, sognano, lavorano e aspettano sia in Cuba sia all’estero”. Questo piccolo luogo, prosegue il direttore di “Credere in Cuba”, aspira ad essere un canale di comunicazione permanente per raccontare “la ricchezza infinita della testimonianza della fede. Il blog non è tanto un luogo per i lamenti quanto per condividere dubbi, certezze, speranze, gioie e, soprattutto, per parlare e ascoltare”. “Uno spazio che aiuti a preparare i cammini del Signore nel cuore di ognuno”. Sergio Cobarrouy spiega infine che il blog svilupperà diversi temi, avvalendosi anche delle proposte dei lettori; tutto ciò che “contribuisca al miglioramento della persona”, assicura, “sarà pubblicato”. La notizia dell’apertura di questo blog ha avuto grande rilievo nel resto dell’America Latina. Da diverse comunità ecclesiali della regione arrivano non solo complimenti ma anche sentite espressioni di solidarietà. Intanto, ieri, nella città di Santa Clara si sono chiusi i due giorni di lavoro e riflessione organizzati per commemorare il 50.mo anniversario del Primo congresso cattolico nazionale che, nel novembre 1959, segnò un importante momento nella vita ecclesiale cubana. Nel corso dell’evento, oltre a numerose iniziative per ricordare il Congresso con mostre fotografiche e rassegne stampa dell’epoca, si è anche parlato del significato e dell’eredità lasciata dal Congresso nella comunità cattolica cubana. (A cura di Luis Badilla)

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    L'attività della Caritas peruviana a sostegno di poveri, emarginati e terremotati

    ◊   La Caritas del Perù ha pubblicato il suo Bilancio Sociale per l'anno 2008, che riporta i risultati della gestione ai sensi delle norme di responsabilità sociale e dei risultati delle partnership con imprese private, amministrazioni locali ed altri organismi nazionali ed internazionali. Con la presentazione di questo Bilancio Sociale, la Caritas del Perù rende conto, in modo trasparente, delle iniziative per lo sviluppo umano integrale in partnership con 79 aziende, 34 enti pubblici e 36 agenzie di cooperazione: ciò ha consentito di eseguire un bilancio di oltre 80 milioni di "nuovi soles" (27,7 milioni di dollari americani). Il 50% delle organizzazioni partner della Caritas del Perù sono aziende private. Grazie al contributo dei suoi soci, nel 2008 la Caritas del Perú ha sostenuto più di 684.860 peruviani. Inoltre ha trasferito delle pratiche già avviate ai governi distrettuali, provinciali e regionali in 12 dipartimenti; ha continuato nel lavoro di ricostruzione delle zone colpite dal terremoto del 2007 e ha ristrutturato 14 istituti scolastici. Jorge Lafosse, Segretario Generale della Caritas del Perù, ha osservato che "negli ultimi anni, la nostra istituzione è passata dall'essere solo una organizzazione di aiuti a diventare un'istituzione che sollecita, esegue e controlla i progetti per la promozione umana integrale, lo sviluppo e la lotta contro la povertà, nei 24 dipartimenti del Perù. Questo viene fatto secondo quattro linee di azione: lo sviluppo sociale, economico e produttivo, la microfinanza, e l’assistenza umanitaria”. L’importanza sociale di questa attività che viene dalla Chiesa, si avverte nelle parole del Presidente della Caritas del Perù, Mons. Miguel Irizar Campos, Vescovo di Callao: “In questo anno passato abbiamo rafforzato la nostra convinzione che la promozione integrale dei partecipanti ai nostri programmi e progetti avrà successo solo nella misura in cui essi saranno gli artefici della loro storia e della loro crescita personale e comunitaria. Allo stesso tempo, questa consapevolezza è ciò che ci ha incoraggiati a svolgere un ruolo importante come istituzione di coordinamento degli sforzi in favore del bene comune, dei diversi settori in cui noi lavoriamo: società civile, imprese, agenzie di cooperazione e lo Stato, nella loro realtà nazionale, regionale e locale.” (R.P.)

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    Il cardinale Bagnasco: il cristianesimo “non ha mire di conquista o di egemonia”

    ◊   “Il cristianesimo non ha mire di conquista o di egemonia, ma desidera solo servire l’uomo e il mondo sull’esempio e con le parole consolanti ed esigenti di Cristo”. A ribadirlo è stato il cardinale Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova e presidente della Conferenza episcopale italiana, che oggi verrà premiato a Pistoia in occasione della Giornata internazionale della pace organizzata dal Centro Studi Donati. “La via della Chiesa è Cristo”, ha detto il porporato durante l’omelia della messa celebrata ieri nella cattedrale di Pistoia. “E’ percorrendo la via di Cristo che la Chiesa percorre la via dell’uomo. Non la politica, l’economia, la finanza, la sociologia o peggio l’interesse o il potere; solo Cristo è la via della Chiesa e Cristo è la via dell’uomo”. E’ questa, secondo il presidente della Cei, “la via perché il difficile cammino della pace diventi realtà”. “La cristologia è la chiave e il fondamento di un’antropologia autentica”: l’antropologia cristiana – con i suoi valori universali – ha ispirato cultura e civiltà in tutte le epoche e in ogni luogo, fino ai confini del mondo”. La Chiesa – ha aggiunto il cardinale Angelo Bagnasco - è cattolica “non solo perché annuncia il Vangelo a tutti, ma perché rispetta e valorizza ogni cultura e la pone in dialogo positivo con le altre”. Immette nelle diversità sociali e culturali, nelle situazioni umane più diverse, “il filo d’oro del Vangelo”. “Il conferimento di questo premio – ha poi spiegato il porporato commentando il riconoscimento che gli viene assegnato oggi a Pistoia - va ben oltre la mia modesta persona: riconosce l’instancabile opera della Chiesa di ieri e di oggi per aprire strade e creare ponti, affinché gli uomini, i popoli e le nazioni si incontrino e si parlino, si riconoscano fratelli e, insieme, edifichino la civiltà della verità e dell’amore”. “Il Magistero di Benedetto XVI, la sua tenace e coraggiosa iniziativa di riconciliazione – ha concluso il porporato le cui parole sono state riprese dal Sir - sono noti a tutti. Sono un lavorio non conclamato ma umile e paziente”. (A.L.)

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    Betlemme: la Custodia di Terra Santa apre il Tempo di Avvento

    ◊   Con il tradizionale ingresso solenne del Custode di Terra Santa, padre Pierbattista Pizzaballa, si è aperto sabato scorso a Betlemme, il periodo di Avvento. Ad attendere il custode sulla piazza della Mangiatoia c’era il parroco di Betlemme, padre Samuel Fahim, insieme con le autorità civili locali. Secondo quanto riferito dalla Custodia di Terra Santa, “seguendo l’antica strada dei patriarchi, il corteo non è passato per il check-point abituale, ma ha invece attraversato l’enclave israeliana creata attorno alla Tomba di Rachele, rispettando in questo modo lo status quo. L’entrata, se risponde alle esigenze, talvolta pesanti, è tuttavia vissuta dai fedeli come una manifestazione di attenzione per loro da parte della Custodia, da secoli. E attraverso la loro presenza, intendono ringraziare ufficialmente la Custodia, nella figura del suo rappresentante”. Durante la recita dei vespri – ricorda il Sir - i frati francescani hanno acceso la prima candela dell’Avvento. “Quest’anno, - fa sapere ancora la custodia - i francescani hanno voluto dare un senso particolare a questo gesto, commemorando così gli 800 anni dalla fondazione dell’Ordine”. (A.L.)

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    Polonia: lettera pastorale dell’arcivescovo di Czestochowa per l’Avvento

    ◊   “Dare una vera testimonianza di Dio che è Carità” è il tema principale della Lettera pastorale di mons. Stanislaw Nowak, arcivescovo di Czestochowa, per l’Avvento. L'arcivescovo - riferisce l'agenzia Fides - esorta i suoi fedeli ad andare con il Vangelo verso gli altri e a dare una vera testimonianza di vita cristiana. “Dobbiamo annunziare Cristo. La Chiesa è missionaria. Chi è unito a Dio-Carità deve portare Dio agli altri - ha scritto Mons. Nowak -. Bisogna testimoniare la fede, la speranza e la carità agli altri, anche a quelli che non credono, e tutto questo bisogna farlo nello spirito della bontà, della vera tolleranza e della cultura. Bisogna portate il Vangelo nelle famiglie. Bisogna evangelizzare! L’arcivescovo di Czestochowa ricorda anche l’importanza della carità sociale e la solidarietà con i più bisognosi: “Essere testimone della Carità significa anche partecipare alla vita sociale. Non ama Dio, chi non porta aiuto ai più bisognosi. Non esiste amore senza la solidarietà sociale. Bisogna testimoniare la misericordia. Andare con la Carità verso gli altri, i poveri, i disoccupati, gli affamati e specialmente i bambini”. In occasione dell’Anno Sacerdotale, mons. Nowak ha chiesto preghiere particolari in tutte le parrocchie, ogni giovedì, per i sacerdoti e per le persone di vita consacrata, con la recita delle Litanie di Cristo Sommo ed Eterno Sacerdote (proposte dal Servo di Dio Giovanni Paolo II), del Santo Rosario e della Coroncina della Divina Misericordia. (R.P.)

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    Francia: con l’Avvento manifestazioni e campagne di solidarietà

    ◊   Sono diverse in Francia le iniziative solidali per l’Avvento. Il 12 dicembre scout e guide di Francia si recheranno a Vienna per raccogliere la Luce di Betlemme, segno di pace trasmesso dai movimenti scout in numerosi Paesi d’Europa. Il 13 dicembre, poi, durante una celebrazione ecumenica che si svolgerà a Parigi, nella chiesa di Saint-Merri, alle,10, la luce di Betlemme sarà condivisa con le diverse delegazioni scout che arriveranno da tutta la Francia per raggiungere le varie diocesi. Con la luce di Betlemme, simbolo di solidarietà e di fraternità, gli scout vogliono raggiungere anche gli ultimi e i più vulnerabili. Il Servizio-Giovani della Missione di Francia per tutto il periodo dell’Avvento darà vita invece a piccole campagne di sensibilizzazione nelle stazioni della metropolitana. “Natale nella metro. La fede là dove non la si attende”: questo lo slogan dell’iniziativa che intende proporre ai passanti un interrogativo su come vivere l’attesa del Natale. E ancora 24 movimenti cristiani lanciano una campagna di riflessione e d’azione perché ciascuno, a partire dall’Avvento, assuma un comportamento più rispettoso nei confronti dell’altro e dell’ambiente. L’iniziativa “Noël autrement” accompagnerà i francesi con la frase “A Natale riscaldiamo i nostri cuori”. (T.C.)

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    Australia: iniziativa di solidarietà delle Pontificie Opere Missionarie

    ◊   “Un piccolo dono natalizio può operare grandi miracoli”: è questo il leit-motiv della campagna di solidarietà che nel periodo di Avvento caratterizzerà le Pontificie Opere Missionarie (Pom) in Australia. “Con soli 20 dollari - si legge nel manifesto delle Pom - puoi aiutare un centro alimentare per i bambini di Baghdad; puoi fornire medicine a 53 bambini in Bangladesh; oppure aiutare l’assistenza a ragazzi disabili in Congo”. Il manifesto - rende noto l'agenzia Fides - sarà diffuso in Avvento in tutte le parrocchie, le scuole cattoliche e le associazioni del territorio australiano. Le Pom intendono offrire un orientamento cristiano per sostenere opere missionarie in tutto il mondo. I ragazzi e le persone che compiranno questa scelta, partecipando alla campagna delle Pom, riceveranno una cartolina. Nella cartolina si esprime la gratitudine della comunità che ha ricevuto il dono. Si precisa anche come sia stato impiegato e abbia portato frutti. (A.L.)

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    Processione della Madonna di Guadalupe a Los Angeles sul motto "Non avere paura"

    ◊   “Non avere paura” è il motto di quest'anno per la processione a Los Angeles della Madonna di Guadalupe, che sarà accompagnata da varie immagini di santi e sacerdoti martiri, tra cui Giovanni Maria Vianney, patrono dei parroci, Miguer Pro, martire messicano e Toribio Román Patrono degli immigrati. Saranno esposte anche immagini di mons. Oscar Arnulfo Romero, vescovo martire di El Salvador e di Papa Giovanni Paolo II. La processione, prevista il prossimo 6 dicembre, è un appuntamento annuale per centinaia di migliaia di ispanici che vivono nella metropoli statunitense, soprattutto nella zona est, dove la processione avrà luogo. Mons. John Moretta, parroco della Chiesa della Resurrezione, che ha coordinato la processione negli ultimi 10 anni, ha spiegato che il motto di quest'anno, “Non avere paura”, è parte del messaggio che la Madonna ha comunicato a San Juan Diego quando gli è apparsa sul colle del Tepeyac dicendogli: “Non sono qui io, che sono tua madre? Di cos'altro hai bisogno?”. “Questo messaggio che la Madonna ha inviato a tutti i suoi figli da quel 1531 è stato scelto dal Comitato Guadalupano 2009 dell'Arcidiocesi di Los Angeles soprattutto in quest'Anno Sacerdotale”, ha spiegato mons. Moretta. La processione – rende noto l’agenzia Zenit - culminerà con una Messa presieduta dal cardinale Rogelio Mahony, arcivescovo di Los Angeles, dai vescovi ausiliari e da una decina di altri sacerdoti. La processione si realizza da quasi 80 anni. Come nel 2008, vi parteciperanno più di 700 giovani provenienti dalle varie parrocchie di Los Angeles. (A.L.)

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    Il 22 gennaio l’elezione del nuovo Patriarca della Chiesa ortodossa serba

    ◊   Sarà eletto il 22 gennaio il nuovo capo della Chiesa ortodossa serba, che succederà al Patriarca Pavle, morto il 15 novembre a Belgrado all'età di 95 anni. Lo ha annunciato il Sinodo della Chiesa ortodossa serba spiegando che i vescovi si riuniranno in conclave per procedere all’elezione del loro nuovo capo spirituale. Il 19 novembre scorso, il metropolita del Montenegro, Amfilohije, locum tenens del trono patriarcale, ha concelebrato, con il Patriarca ecumenico di Costantinopoli, Bartolomeo I, le esequie di Pavle tenutesi nel tempio di San Sava a Belgrado, alla presenza del cardinale Angelo Sodano, latore di un messaggio di cordoglio del Papa. Il Patriarca è eletto da un Concilio fra tre candidati designati dall'assemblea dei vescovi. L'elezione avviene a scrutinio segreto. Alla prima votazione il candidato deve ottenere la maggioranza assoluta. (A.L.)

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    Alla Lateranense congresso internazionale su Galileo, scienza e teologia

    ◊   “1609-2009. Dal telescopio di Galileo alla cosmologia evolutiva: scienza, filosofia e teologia in dialogo”. E’ il tema del Congresso internazionale, apertosi ieri nella Pontificia Università Lateranense. Preceduto da numerose altre iniziative che hanno caratterizzato nei mesi scorsi l’omaggio internazionale al genio pisano, nel IV centenario delle prime osservazioni astronomiche con il telescopio, il convegno è un’ulteriore occasione per sottolineare la capacità di dialogo tra scienza, filosofia e teologia, nella consapevolezza della specificità e dei limiti di queste discipline. Al congresso, promosso dalla Pontificia Accademia delle Scienze, prendono parte noti fisici e matematici, tra cui il premi Nobel Carlo Rubbia, il professore Nicola Cabibbo e filosofi e storici. All’incontro partecipano, inoltre, il cardinale Georges Cottier, mons. Sánchez Sorondo, cancelliere della Pontificia Accademia delle Scienze, mons. Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della Cultura e mons. Rino Fisichella, presidente della Pontificia Accademia per la Vita. Ad aprire il convegno – riferisce il Sir - è stata l’inaugurazione della Mostra di volumi antichi “Magna longeque admirabilia: astronomia e cosmologia nel fondo antico della Biblioteca Beato Pio IX”. L’esposizione è allestita nell’atrio della Lateranense e potrà essere visitata fino al prossimo 11 dicembre. (A.L.)

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    Torna "Campanile rock", concorso per gruppi musicali che vengono da parrocchie e oratori

    ◊   "Campanile rock", atto terzo. Dopo le due edizioni del 2006 e del 2008, si è rimessa in moto la macchina che porterà, nei primi mesi del 2010, alla nuova puntata del concorso che riunisce gruppi musicali giovanili che vengono dalle parrocchie, dagli oratori, dai centri giovanili, dalle associazioni. La novità di quest’anno è il coinvolgimento, tra gli organizzatori, dell’Agesci toscana: i gruppi scout saranno coinvolti nella manifestazione fin dalla fase organizzativa. Un “matrimonio” naturale tra un concorso nato per dare spazio e voce ai giovani e una realtà associativa di ispirazione cristiana che da sempre lavora con i giovani e per i giovani. L’associazione degli scout si affianca così ai “soci fondatori” della manifestazione: insieme a Toscana Oggi, anche Radio Toscana e il consiglio regionale della Fratres. L’associazione, infatti, è impegnata a diffondere e promuovere la donazione di sangue e ha trovato, in Campanile Rock, un modo per far giungere il proprio messaggio ai giovani. Quest’anno poi è previsto anche un sostegno da parte di “Toscana Impegno Comune”, la sigla che raccoglie numerose associazioni cattoliche allo scopo di favorire le iniziative di valore sociale. Il meccanismo del concorso – ricorda Toscana Oggi - non cambia: sono invitati tutti i gruppi, indipendentemente dal genere musicale, e sono ammesse sia cover di canzoni famose che brani originali. La storia del concorso dimostra che dalle parrocchie e dalle realtà del mondo cattolico vengono fuori le cose più diverse, dal rock vero e proprio a generi più “tranquilli”, dai brani di ispirazione religiosa alle canzoni d’amore. Ciò che unisce tutti i gruppi è la voglia di suonare e di trovare nella musica un modo di esprimersi, un’occasione per divertirsi insieme, uno strumento per crescere nell’amicizia. (A.L.)

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    Dal 12 dicembre “Ritorno al barocco”, 51 itinerari in Chiese e musei di Napoli

    ◊   Dal 12 dicembre all'11 aprile 2010 torna “Ritorno al Barocco”, un nuovo appuntamento con il mondo dell’arte. Si tratta di un progetto espositivo che punta a far conoscere e scoprire chiese, musei, palazzi e certose in tutta la Campania frutto di quella stagione, definita “barocco napoletano”. Il percorso nella storia dell’arte ma soprattutto nella storia di Napoli, centro dei 51 itinerari proposti, comprende anche 6 esposizioni tematiche in altrettante sedi museali partenopee: Palazzo Reale, la Certosa e il museo di San Martino, il museo di Capodimonte, Castel Sant'Elmo, il museo Duca di Martina. Non sono presentate solo opere di grandi artisti - da Caravaggio a Solimena - ma anche disegni, sculture, gioielli, ceramiche e porcellane provenienti da collezioni private, musei italiani e stranieri. Si tratta di circa 500 opere mai esposte in pubblico o restaurate della produzione artistica di 150 anni di un linguaggio figurativo e culturale peculiare del territorio. (A.L.)

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    Dalla Caritas di Roma nuove opportunità per il volontariato

    ◊   Partiranno domani due nuovi servizi che la Caritas diocesana di Roma promuove in collaborazione con il IX Municipio: la consegna di pasti a domicilio per gli anziani indigenti che risiedono nel territorio e l’apertura di una mensa sociale, solo nei giorni festivi, presso la Cittadella “Santa Giacinta” a Ponte Casilino. Per i due servizi la Caritas diocesana di Roma offre l’opportunità a quanti lo desiderano di impegnarsi come volontari: sono richieste le presenze nei giorni feriali dalle ore 9.00 alle ore 13.00 e nei festivi dalle ore 10.00 alle 14.00. I volontari o gruppi interessati – con particolare riguardo ai residenti e alle parrocchie del IX Municipio – possono fare riferimento al Settore Volontariato della Caritas: tel. 06.69886112/138. L'e-mail è: sett.volont@caritasroma.it (A.L.)

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    Avvento-Natale: pubblicato il Sussidio liturgico-pastorale promosso dalla Cei

    ◊   E’ disponibile in tutte le librerie cattoliche e on line sul sito www.chiesacattolica.it/liturgia il sussidio liturgico-pastorale per l’Avvento e il Natale 2009 curato dall’Ufficio liturgico Nazionale e promosso dalla Segreteria Generale della Conferenza episcopale italiana. Il sussidio, edito da San Paolo, si apre con l'introduzione di mons. Mariano Crociata, segretario Generale della Conferenza episcopale italiana: “Il sussidio pastorale, oltre ad essere segno di un atteggiamento di servizio, intende indicare una strada: quella della collaborazione e della messa in comune delle competenze. Prima ancora, però, ci muove la convinzione della fecondità dell’Anno liturgico come itinerario educativo del cristiano”. “Vivere secondo la domenica”, per usare la celebre espressione di Sant’Ignazio di Antiochia, conferisce all’esistenza del credente, una forma particolare, che si caratterizza come ecclesiale e comunitaria, costruita sulla parola di salvezza e sulla carità. “Lo mostra chiaramente anche il sussidio, con la sua articolazione secondo i verbi fondamentali della vita cristiana: annunciare, celebrare, testimoniare. Sono questi i verbi dell’uomo rialzato dall’incarnazione di Dio”. L’Avvento, in particolare, è tempo fecondo per crescere nella speranza, per imparare il vangelo dell’umiltà e dell’attesa. “È il paradosso cristiano: il Bambino davanti a cui ci commoviamo è il nostro Maestro. La debolezza della sua umanità, la nostra forza”. Afferma il grande mistico Meister Eckhart: “Il dono più grande è che siamo figli di Dio e che egli generi in noi suo Figlio”. Perché “il più nobile desiderio di Dio è generare. Egli non è  soddisfatto prima di aver generato in noi suo Figlio. Nello stesso modo, l’anima non è mai soddisfatta, se in essa non nasce il Figlio di Dio. È allora che scaturisce la grazia”. “Ricordiamolo - conclude mons. Mariano Crociata - in un tempo in cui occorre ritrovare il senso pieno e la gioia del generare”. (A.L.)

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    Italia: la polizia lancia l'allarme virus per la condivisione di "file" in rete

    ◊   Attenzione alle condivisioni di file in rete: c'e' il rischio di incappare, senza volerlo, nell'illegalità o in pericoli seri per i propri dati personali e per la stessa 'salute' del computer, esposto all'azione dannosa di virus: a lanciare l’allarme è la Polizia italiana che mette in guardia i navigatori dalle insidie nascoste nei portali di condivisione. ''Questi siti - sottolinea Andrea Rossi, dirigente del Compartimento di Roma della Polizia Postale e delle Telecomunicazioni - sono di per sè perfettamente legali. Il problema sorge quando ci si scambia file protetti da copyright, violando così la legge''. ''Chi va in questi siti a cercare materiale video, ad esempio un film da scaricare, deve sempre tener presente che chi vuole far circolare in rete contenuti vietati dalla legge ovviamente non li chiama mai con il loro vero nome ed utilizza denominazioni fittizie”. Puo' capitare - avverte Rossi - che al posto del film cercato ci si ritrovi nel computer foto e materiali pedopornografici, con il rischio di finire sotto inchiesta e di dover giustificare la presenza di certe immagini nella memoria del proprio Pc''. Non basta: ''in questo modo - rileva il Capo del compartimento della Polizia delle Telecomunicazioni di Roma - puo' anche capitare di importare involontariamente sul proprio computer pericolosi virus informatici in grado di riportare al mittente le password del computer 'infetto' o altri dati personali riservati dell'utente caduto vittima del virus”. Ultimamente, si sono moltiplicate le denunce relative a casi di violazione della posta elettronica, in parte per la vulnerabilità delle chiavi d'accesso e in parte per l’azione di questi virus, che sono in grado di trasmettere al mittente i dati della vittima. Scaricare gratis file protetti da copyright, quindi, può essere molto pericoloso. Ed anche costoso, se si considerano “le spese da sostenere per 'ripulire' la memoria del computer''. (A.L.)

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    24 Ore nel Mondo



    L’Iran annuncia la costruzione di 10 nuove centrali nucleari

    ◊   Ha scatenato reazioni internazionali a catena l’annuncio fatto ieri dall’Iran riguardo all’approvazione del piano per la realizzazione di 10 nuovi siti per l’arricchimento dell’uranio. Secondo il portavoce della Casa Bianca, Robert Gibbs, gli ulteriori impianti sono “un esempio della scelta di Teheran di isolarsi” dal resto del mondo. Anche la Russia si è detta “molto preoccupata” per le ultime decisioni della Repubblica islamica. Dall’Europa, è arrivato il commento della diplomazia francese, secondo cui quello dell’Iran è un “gioco molto pericoloso”, “ostinandosi ad ignorare le esigenze di una grande agenzia indipendente come l’AIEA”. Anche l’Italia è intervenuta nel dibattito: il ministro degli Esteri, Franco Frattini, ha ricordato che “la nostra mano tesa verso l’Iran non resterà tale per tanto tempo ancora”. Sulla decisione di Teheran, Giada Aquilino ha intervistato Bijan Zarmandili, giornalista e scrittore iraniano:
     
    R. - Questo spossante tira e molla del governo iraniano sul nucleare è destinato ad andare avanti probabilmente ancora per alcune settimane. Infatti, entro dicembre scade il tempo concesso all’Iran per decidere definitivamente sul proprio piano atomico e dopo di che potrebbero scattare nuovamente le sanzioni contro l’Iran. Bisogna vedere se la sfida iraniana sarà in qualche modo un preludio per una concessione sul nucleare, oppure un irrigidimento definitivo. Cioè, bisognerebbe vedere se l’Iran è in grado di sopportare un isolamento - anche economico - a livello mondiale e andare avanti lo stesso con le proprie forze, tenendo conto che già la crisi economica è molto grave e nello stesso tempo bisognerebbe vedere se tutte le componenti del regime iraniano sono su questa linea.

     
    D. - Tempo fa Teheran sembrava aver accettato la proposta di arricchimento dell’uranio all’estero, adesso appare definitivamente archiviata. L’Onu come si muoverà e soprattutto la Russia e la Cina che linea avranno?

     
    R. – La Russia e la Cina fin qui sono state sostenitrici di una linea iraniana, anche se con alti e bassi, e comunque su loro l’Iran ha potuto contare. Un voto contrario e un avvicinamento in particolare della Russia alle posizioni di Washington e a quella occidentale sono un elemento nuovo riguardo alla situazione nucleare iraniana. Un altro punto di segno opposto dovrebbe essere il primo approccio diretto tra l’Iran e l’America sul nucleare. Ricordiamoci che per la prima volta dal mese di ottobre in poi, alle riunioni dei 5 più 1 - e ai diversi negoziati che ci sono stati nel frattempo - la delegazione americana ha negoziato direttamente con l’Iran.

     
    Israele: probabile negoziato con Hamas per liberare Shalit
    Saranno probabilmente liberati 980 detenuti palestinesi in cambio del soldato Gilad Shalit, da oltre tre anni prigioniero di Hamas a Gaza. Il governo israeliano lo ha detto all'Alta Corte di Giustizia di Israele, in risposta ad una petizione avanzata da alcune famiglie di vittime del terrorismo. È stato reso noto che in una fase iniziale saranno liberati 450 detenuti, alcuni dei quali sono responsabili dei più sanguinosi attentati contro la popolazione civile in Israele. Secondo voci insistenti, Israele e Hamas sarebbero prossimi a un accordo, mediato da un inviato tedesco.

    Afghanistan
    Alla vigilia dell’attesissimo annuncio del presidente Obama sulla nuova strategia militare in Afghanistan, continuano a susseguirsi le indiscrezioni sull’incremento delle truppe. Secondo la stampa statunitense, almeno 9000 soldati americani sono pronti a partire nei prossimi giorni. Le prime unità combattenti saranno dislocate nella turbolenta provincia meridionale di Helmand, roccaforte dei talebani dove si trovano già altri 10mila marines. Dal canto suo, la Gran Bretagna ha confermato ufficialmente che altre 500 unità sono pronte a entrare in azione. Intanto è stato rinvenuto in un fiume della provincia afghana di Badghis il cadavere di un soldato statunitense di cui non si avevano più notizie da 27 giorni.

    Clima
    Una riduzione del 50% delle emissioni inquinanti entro il 2050 rispetto ai livelli del 1990. Questo prevede la bozza preparata dal governo danese in vista della conferenza di Copenaghen sul clima. Ce ne parla Salvatore Sabatino:

    Il testo, che è una proposta e potrebbe diventare la base per un accordo politico al termine degli incontri di Copenhagen, suggerisce che è necessario mantenere l'aumento medio globale di temperature entro e non oltre i 2 gradi Celsius, così come chiede che l'80% del taglio delle emissioni inquinanti sia a carico dei Paesi ricchi. Una risposta chiara, dunque, alle richieste delle economie emergenti, che da sempre hanno sottolineato le difficoltà economiche che produrrebbe una conversione dei propri sistemi industriali. Tra queste, in prima linea Cina e India che la scorsa settimana, dopo anni di reticenza, hanno accettato un piano di riduzione dei gas serra. Pechino e Nuova Delhi hanno visto di buon occhio il passo avanti fatto dal presidente Obama, che ha inoltre voluto rilanciare il vertice di Copenhagen, annunciando la sua presenza. Un summit, insomma, quello che si svolgerà nelle prossime 2 settimane nella capitale danese, che chiede a questo punto decisioni concrete, come la proposta presente nella bozza europea, votata dall’Europarlamento, e che sottolinea il rilancio dell'impegno comunitario, tradotto nella richiesta ai Paesi partner di almeno 30 miliardi di euro all'anno per i Paesi in via di sviluppo fino al 2020. Segnali, questi, di un cambiamento di rotta della comunità internazionale, che mette finalmente al centro la delicata questione dei cambiamenti climatici. Modificazioni che si traducono in aumenti di temperature, in scioglimento di ghiacciai, in uragani sempre più numerosi, in alluvioni, frane, innalzamento del livello dei mari; in un concetto: sconvolgimenti che portano a morte e distruzione. Copenhagen, dunque, diviene un punto essenziale di incontro e confronto, non però di arrivo. Sono gli stessi esperti internazionali, infatti, a parlare dell’inizio di una discussione seria e globale. Nella speranza che dalle parole si passi finalmente ai fatti.

     
    Honduras: elezioni presidenziali
    Il candidato conservatore Porfirio Pepe Lobo ha proclamato la propria vittoria nelle elezioni presidenziali che si sono svolte ieri in Honduras. Con il 60% delle schede già scrutinate, Lobo ha il 55,9% delle preferenze. Il rivale Elvin Santos, che ha preso il 30% dei voti, ha riconosciuto la sconfitta. Lobo si è rivolto al Paese, profondamente diviso da quando a fine giugno è stato deposto il presidente Manuel Zelaya, annunciando di voler avviare un “dialogo nazionale”.
     
    Uruguay
    L’ex guerrigliero candidato della coalizione di centrosinistra, José Mujica, è il nuovo presidente dell’Uruguay. A scrutini quasi ultimati, Mujica si aggiudica il 53% dei voti del ballottaggio per le presidenziali tenutosi ieri, contro il 43% raccolto dal conservatore Luis Alberto Lacalle. Dopo l’annuncio della sua vittoria, l’ex ribelle tupamaro ha rivolto parole concilianti all’opposizione affermando che non ci sono “ne’ vinti ne’ vincitori”.

    Vertice ibero-americano
    Si aperto ieri ad Estoril, in Portogallo, l’annuale conferenza ibero-americana, che vede la presenza dei capi di Stato e di governo dei Paesi iberici e latino-americani. Quest’anno il vertice ha come tema “Innovazione e conoscenza”. La tre giorni sarà comunque l’occasione per avvicinare le posizioni sui focolai di crisi latino-americani, primo fra tutti l’Honduras.

    Spagna: tre sequestrati in Mauritania, emerge pista Al Qaeda
    Tre cooperanti spagnoli di cui non si hanno ancora notizie potrebbero essere stati sequestrati dal movimento di Al Qaeda del Maghreb. Il ministro degli Interni di Madrid, Alfredo Rubalcaba, ha detto che è probabile che ''siamo di fronte a un sequestro da parte di islamici radicali''. Le circostanze della scomparsa dei tre cooperanti, Albert Vilalta, Roque Pascual e Alicia Gamez, membri della Ong “Barcelona Acciò Solidaria” (Bas), ancora non sono chiare. I tre, ha precisato il ministero degli Esteri di Madrid in una nota, facevano parte di un convoglio umanitario di 13 veicoli che procedeva verso Dakar, in Senegal, con 20 tonnellate di materiale.

    Dubai: crollo delle borse
    Chiusura in forte perdita per le Borse di Dubai e Abu Dhabi dopo il terremoto finanziario che ha coinvolto la holding immobiliare Dubai World. Il listino di Dubai ha perso il 7,3% con tutti i gruppi bancari ed edilizi in picchiata. Giu' anche la borsa di Abu Dhabi, con il -8,3%. La riapertura dei mercati era attesa con un certo timore considerando che nella scorsa settimana è emerso che una parte considerevole del debito del colosso immobiliare fa capo alle banche degli Emirati Arabi.
     
    Italia: Influenza A
    In Italia c’è un solo caso di mutazione del virus A/H1N1: un paziente di Monza che ha avuto una polmonite grave ma poi si è ripreso. ''Solo la vaccinazione ci protegge dal virus incattivito da eventuali mutazioni'', ha detto il viceministro della Salute, Ferruccio Fazio. Sulla situazione in seguito a questa mutazione Debora Donnini ha intervistato il virologo Fabrizio Pregliasco dell’Università di Milano.

    R. – La situazione è ancora tutta da studiare. Sicuramente questa evidenza di questo nuovo virus non è piacevole, perché colpisce più facilmente le vie respiratorie profonde ed è un qualcosa che si è visto nei casi gravi. In questo momento è sporadica la sua presenza e dobbiamo ancora valutare quanto è rilevante rispetto al resto, però potrebbe essere un aiuto a fare quello che sapevamo. In genere c’è nelle pandemie una seconda ondata che tipicamente segue a breve distanza rispetto ad una prima invasione del virus, che non colpisce tutte le persone.

     
    D. – A questo punto chi ha fatto il vaccino, chi ha già avuto questo tipo di influenza, è al sicuro o potrebbe essere nuovamente colpito?

     
    R. – Chi ha già fatto l’influenza sicuramente ormai è tranquillo, perché ha superato questa possibilità di infezione. Il vaccino funziona ancora e, comunque, va praticamente bene a quelli che hanno fatto il vaccino con l’adiuvante, perché l’adiuvante è stato fatto proprio per questo, cioè per proteggere in modo più ampio da virus che sapevamo potevano mutare.

     
    D. – Ci sono farmaci attualmente che sono in grado di curare con certezza anche casi che hanno appunto avuto questa mutazione?

     
    R. – Di fatto Tamiflu e Relenza, i due farmaci antivirali, hanno dimostrato di essere efficaci anche per questa situazione, anche se casi gravi non impediscono purtroppo una pesante situazione clinica per il paziente.

     
    D. – Cosa raccomandare alle persone?

     
    R. – Vaccinarsi è importante. Attenzione alle regole di buon senso e nessun allarmismo: questo virus è raro e normalmente causa un’infezione normale che guarisce nell’arco di tre o quattro giorni.

     
    D. – Per il vaccino, come disponibilità, a che punto siamo?

     
    R. – Si sta incrementando la quota di vaccinazioni. Purtroppo non c’è stata una grande adesione e questo è un male. La disponibilità, però, è via via crescente.

     
    Sudan: presunta collaborazione del Giappone per missione Onu
    Il Giappone sta valutando l'ipotesi di inviare un contingente delle proprie Forze di Autodifesa in Sudan il prossimo anno, per partecipare alla missione internazionale di peacekeeping nel sud del Paese, sotto l'egida delle Nazioni Unite. Secondo le indiscrezioni del quotidiano Yomiuri Shimbun, Tokyo sarebbe intenzionata a inviare in Africa alcune centinaia di militari, che avrebbero principalmente compiti di supporto alla ricostruzione del Paese e alla gestione di strutture di soccorso civile e sanitario per la popolazione locale.

    Turchia: incidenti per l’anniversario della fondazione del Pkk
    Vari incidenti sono avvenuti ieri in alcune località della Turchia meridionale, a prevalenza curda, in occasione del 31mo anniversario della fondazione del separatista Partito dei Lavoratori del Kurdistan (Pkk). Ancora incerto il bilancio delle vittime nel quartiere Akdeniz di Mersin, sulla costa mediterranea, dove circa 400 persone hanno assalito una stazione di polizia con lanci di bottiglie incendiarie, pietre e petardi ed hanno dato alle fiamme alcuni negozi. Per disperdere la folla, la polizia ha aperto il fuoco. A Dyiarbakir, invece, due ragazzi di 17 anni hanno lanciato bottiglie incendiarie contro la sede del Partito di radici islamiche Giustizia e Sviluppo - Akp, al governo - del premier Tayyip Erdogan.

    Russia: incidenti nella regione del CaucasoAncora violenze nel turbolento Caucaso russo. Abrek Gadzhiev, capo del distretto di Magaramkent, capitale della Repubblica del Daghestan, è rimasto vittima di un attentato. Il funzionario è stato ucciso a colpi di arma da fuoco, mentre viaggiava in auto in direzione della capitale. Il suo autista è rimasto gravemente ferito. Sempre nella regione caucasica una linea ferroviaria è stata danneggiata da un'esplosione, avvenuta poco prima che il treno, proveniente da Tioumen, giungesse a Baku, capitale dell'Azerbajan. Fonti di polizia hanno reso noto che non ci sono stati feriti.

    Usa: strage di agenti di polizia
    Svolta nelle indagini sulla strage di quattro agenti statunitensi, uccisi in un agguato vicino alla base militare McChord, nello Stato di Washington. Il sospettato della sparatoria è accerchiato dalla polizia e secondo il portavoce dell'ufficio dello sceriffo Ed Troyer “potrebbe essere morto per le ferite riportate”.

    Canada: idrovolante precipita nel pacifico, sei dispersi
    Sei persone risultano disperse e altre due sono state soccorse dopo che un idrovolante si è inabissato nel Pacifico, davanti alle coste della regione di Vancouver - ovest del Canada. L'aereo proveniva dall'isola Saturna, vicino alla frontiera tra Canada e Stati Uniti, dopo uno scalo per imbarcare alcuni passeggeri diretti a Vancouver, quando è precipitato per ragioni ancora sconosciute. (Panoramica internazionale a cura di Marco Guerra e Chiara Pileri)

     
    Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LIII no. 334

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