Logo 50 Radiogiornale Radio Vaticana
Redazione +390669883674 | +390669883998 | e-mail: sicsegre@vatiradio.va

Sommario del 23/11/2009

Il Papa e la Santa Sede

  • Pace in Medio Oriente e dialogo interreligioso al centro dell'incontro tra il Papa e il premier del Kuwait: sottolineato il contributo della minoranza cristiana nel Paese
  • Altre udienze
  • A Roma i colloqui tra Chiesa cattolica e Comunione anglicana. Intervista con l'arcivescovo Rowan Williams
  • Memoria di San Clemente. Il Papa: la Chiesa non è una struttura politica. Nessuna contrapposizione tra laici e gerarchia
  • Il cardinale Tauran in Indonesia
  • Viaggio in Australia del cardinale Cordes
  • Il cardinale Grocholewski: importante ruolo delle Università cattoliche nel mondo
  • Non si spengono gli echi dell’incontro del Papa con gli artisti: il commento dello storico dell'arte Timothy Verdon
  • Oggi su "L'Osservatore Romano"
  • Oggi in Primo Piano

  • Riforma sanitaria Usa: delusione dei vescovi per il testo approvato al Senato
  • Il presidente iraniano Ahmadinejad in America Latina
  • Italia: aspre polemiche sulla privatizzazione dell’acqua
  • Convegno a Roma sulle pene alternative al carcere
  • Chiesa e Società

  • Si aprirà domani l’Anno Santo in Vietnam
  • Vietnam: è boom di vocazioni sacerdotali
  • Pubblicata in Vietnam la prima raccolta di inni sacri
  • Nord-est dell’India: la pace minacciata dal terrorismo
  • Congo: liberi 22 bambini rapiti dalla guerriglia
  • Ituri: il vescovo di Bunia chiede azioni concrete contro l’ingiustizia
  • Angola: i vescovi auspicano che la Coppa d’Africa sia un’occasione di dialogo e di amicizia
  • Elezioni in Cile. I vescovi: i cittadini siano più attivi e consapevoli
  • Cile: dedicata ai sacerdoti la Giornata di preghiera per la Chiesa perseguitata
  • Bolivia: all’assemblea dei vescovi si parla di evangelizzazione e Missione continentale
  • Filippine: aperta la fase diocesana della "GMG asiatica"
  • Spagna: al via oggi a Madrid la plenaria dei vescovi
  • Le agenzie cattoliche tedesche: aiuti alle vittime dei cambiamenti climatici
  • Proposte, preghiere e dibattiti alle Settimane sociali in Francia
  • Francia: il cardinale Vingt-Trois denuncia i rischi dell’eugenetica
  • Obiezione di coscienza: per i medici cattolici “negarla restringe il diritto di scelta”
  • Movimento Religioni per la Pace: le differenze culturali sono occasione di crescita
  • Per un’etica amica della persona: a Roma, un incontro sulla “Caritas in veritate”
  • Ad Arezzo quattro giorni di confronto sulla sicurezza del paziente
  • Gli esperti di sicurezza on line mettono in guardia dalle truffe informatiche nel periodo natalizio
  • 24 Ore nel Mondo

  • Filippine: oltre 20 morti negli scontri a Mindanao
  • Il Papa e la Santa Sede



    Pace in Medio Oriente e dialogo interreligioso al centro dell'incontro tra il Papa e il premier del Kuwait: sottolineato il contributo della minoranza cristiana nel Paese

    ◊   Benedetto XVI ha ricevuto stamani il premier del Kuwait, Sua Altezza Sheikh Nasser Al-Mohammad Al-Ahmad Al-Sabah, che poi ha incontrato il cardinale segretario di Stato Tarcisio Bertone, accompagnato da mons. Dominique Mamberti, segretario per i Rapporti con gli Stati. “Nel corso dei cordiali colloqui – informa un comunicato della Sala Stampa vaticana - si sono ricordate le ottime relazioni bilaterali ultraquarantennali tra la Santa Sede e il Kuwait e sono stati passati in rassegna alcuni temi di comune interesse, con particolare riferimento alla promozione della pace e del dialogo interreligioso nell’area Medio Orientale. In seguito, si è rilevato il positivo contributo che la significativa minoranza cristiana apporta alla società kuwaitiana, sottolineando la necessaria assistenza pastorale a tale comunità”.

    inizio pagina

    Altre udienze

    ◊   Benedetto XVI ha ricevuto questa mattina anche alcuni presuli della Conferenza episcopale del Brasile (Regione SUL 1), in visita "ad Limina".

    inizio pagina

    A Roma i colloqui tra Chiesa cattolica e Comunione anglicana. Intervista con l'arcivescovo Rowan Williams

    ◊   Al via oggi, a Roma, i lavori della Commissione incaricata di preparare la terza fase del dialogo teologico internazionale tra la Chiesa Cattolica e la Comunione Anglicana. Questo importante appuntamento segue l’incontro di sabato scorso in Vaticano tra il Papa e il primate della Comunione anglicana, l’arcivescovo di Canterbury, Rowan Williams. Tra i temi al centro dei colloqui, la Costituzione apostolica approvata dal Pontefice per gli anglicani che desiderano entrare nella Chiesa cattolica. Su tale questione ascoltiamo quanto ha detto l'arcivescovo Rowan Williams al Papa. L’intervista è di Philippa Hitchen:

    R. – Naturally, I wanted to express some concerns…
    Naturalmente ho voluto esprimere alcune preoccupazioni riguardo al modo in cui è stata annunciata la Costituzione, perché molti anglicani, me compreso, si sono sentiti un po’ in difficoltà, non tanto per i contenuti quanto per alcuni messaggi che sono stati dati; perciò avevo bisogno di confrontarmi col Papa su alcune di queste preoccupazioni e ritengo che siano state espresse e ascoltate in uno spirito molto amichevole.

     
    D. – Cosa le ha detto il Papa, qual è stato il suo messaggio?

     
    R. – I think it was that the Constitution did not represent any change…
    Ritengo che il messaggio sia stato che la Costituzione non rappresenta alcun cambiamento nell’atteggiamento del Vaticano nei confronti della Comunione anglicana: e a questo proposito è stato pubblicato - riguardo al nostro incontro - un Comunicato molto chiaro che parla dei nuovi colloqui tra cattolici e anglicani e che il Papa vuole che proseguano.

     
    D. – Quali sono i suoi sentimenti verso gli anglicani che considerano la conversione al cattolicesimo la scelta migliore?

     
    R. – I think that people who become Catholic...
    Io ritengo che le persone che passano al cattolicesimo lo facciano con convinzione, con coscienza. Buon per loro. Ora, tra quelli che non diventano cattolici, ce ne sono alcuni che sono anglicani tradizionali e che non sono soddisfatti della direzione che la Comunione anglicana sta prendendo circa l‘ordinazione delle donne. Non toccherò qui la questione dell’omosessualità. Quindi, quello che vorrei dire è semplicemente che all’interno della Comunione anglicana è presente una gamma molto ampia di posizioni teologiche che varia dai favorevoli all’ordinazione delle donne, a quelli che credono si tratti di un tema che non dovremmo discutere da soli, ma che dovremmo risolvere con le altre Chiese. Ma è tutto all’interno di uno spettro di posizioni. Non voglio che questo spettro si restringa: ecco perché mi preoccupo di tenere più persone possibili attorno ad un tavolo.

     
    D. – All’inizio di dicembre lei presiederà una funzione ecumenica a Copenaghen, prima della Conferenza sui cambiamenti climatici. Questa è una vera priorità per lei, oggi?

     
    R. – Yes, it is definitely.
    Sì, lo è senz’altro.

     
    D. – Cosa spera venga raggiunto? Qual è il suo messaggio ai leader mondiali che si riuniranno a Copenaghen?

     
    R. – I think the main message...
    Penso che il messaggio principale sia di capire, prima di tutto, che non si può far finta che la questione dei cambiamenti climatici non sia urgente e importante. Quali che siano i dettagli, il problema della degradazione dell’ambiente è davanti ai nostri occhi. Quindi, questa è la prima cosa: è un problema urgente, è visibile, e va affrontato subito. La seconda cosa è che essere impegnati nella salvaguardia dell’ambiente è una buona cosa, che si eviti o meno il disastro del cambiamento climatico. Vivere in armonia con la creazione di Dio è una vita migliore e non il contrario. Quindi, dobbiamo farlo perché è giusto, perché migliora la vita e significa servire Dio. Quindi, è urgente ed è giusto. Metta tutto questo insieme e la conclusione è abbastanza ovvia: facciamo qualcosa!

     
    D. – Come lei sa, si parla di una visita del Papa nel Regno Unito nel 2010. Che accoglienza potrebbe ricevere il Papa dai non cattolici?

     
    R. – I think it would depend…
    Penso che dipenderà molto da come il Papa parlerà a tutta la società britannica e non solo ai cattolici. Penso che sia molto significativo che il cardinale Newman sia il centro della visita, perché Newman non è solo proprietà della Chiesa cattolica romana: è stato uno dei grandi intellettuali e letterati del XIX secolo e io ho incoraggiato il Santo Padre a pensare a Newman in quel senso, come ispirazione di ciò che dirà alla società britannica.

    inizio pagina

    Memoria di San Clemente. Il Papa: la Chiesa non è una struttura politica. Nessuna contrapposizione tra laici e gerarchia

    ◊   La Chiesa celebra oggi San Clemente Romano, terzo Successore di Pietro, venerato fin dai primi secoli del Cristianesimo con il titolo di martire. A questo grande Padre della Chiesa, Benedetto XVI ha dedicato la catechesi dell’udienza generale del 7 marzo 2007. In particolare, il Papa si è soffermato sulla Lettera di San Clemente ai Corinti, un documento che offre una illuminante riflessione sull’identità della Chiesa e sul ruolo dei laici. Ripercorriamo la catechesi su San Clemente nel servizio di Alessandro Gisotti:
     
    “Sotto Clemente, essendo sorto un contrasto non piccolo tra i fratelli di Corinto, la Chiesa di Roma” inviò loro “una lettera importantissima per riconciliarli nella pace” e “rinnovare la loro fede”: Benedetto XVI riprende le parole di Sant’Ireneo per sottolineare quanto sia stato importante questo intervento di Papa Clemente. Un documento in cui i fedeli sono esortati “all’umiltà e all’amore fraterno”. Una Lettera in cui, per la prima volta, compare il termine “laico” nella letteratura cristiana con la quale si indica “membro del popolo di Dio”. In questa Lettera, rileva il Pontefice, San Clemente sottolinea che le membra del Corpo di Cristo sono unite senza distinzione:

     
    “La netta distinzione tra il «laico» e la gerarchia non significa per nulla una contrapposizione, ma soltanto questa connessione organica di un corpo, di un organismo, con le diverse funzioni. La Chiesa infatti non è luogo di confusione e di anarchia, dove uno può fare quello che vuole in ogni momento: ciascuno in questo organismo, con una struttura articolata, esercita il suo ministero secondo la vocazione ricevuta”.
     
    Clemente, prosegue, “esplicita chiaramente la dottrina della successione apostolica”, evidenziando che “le norme che la regolano derivano in ultima analisi da Dio stesso”. Tutto procede “ordinatamente dalla volontà di Dio”, scrive San Clemente. E di qui, afferma Benedetto XVI, viene sottolineato che “la Chiesa ha una struttura sacramentale e non una struttura politica”:

     
    “La Chiesa è soprattutto dono di Dio e non creatura nostra, e perciò questa struttura sacramentale non garantisce solo il comune ordinamento, ma anche questa precedenza del dono di Dio, del quale abbiamo tutti bisogno”.
     
    La Lettera, ricorda ancora il Papa, si conclude con una preghiera per le istituzioni politiche. Così, “all’indomani della persecuzione, i cristiani, ben sapendo che sarebbero continuate le persecuzioni, non cessano di pregare per quelle stesse autorità che li avevano condannati ingiustamente”. Il motivo, constata Benedetto XVI “è anzitutto di ordine cristologico: bisogna pregare per i persecutori, come fece Gesù sulla croce”. Ma, aggiunge, “questa preghiera contiene anche un insegnamento che guida, lungo i secoli, l’atteggiamento dei cristiani dinanzi alla politica e allo Stato”:

     
    “Pregando per le autorità, Clemente riconosce la legittimità delle istituzioni politiche nell’ordine stabilito da Dio; nello stesso tempo, egli manifesta la preoccupazione che le autorità siano docili a Dio e «esercitino il potere, che Dio ha dato loro, nella pace e nella mansuetudine con pietà» (61,2). Cesare non è tutto. Emerge un’altra sovranità, la cui origine ed essenza non sono di questo mondo, ma «di lassù»: è quella della Verità, che vanta anche nei confronti dello Stato il diritto di essere ascoltata”.

    inizio pagina

    Il cardinale Tauran in Indonesia

    ◊   Il cardinale Jean-Louis Tauran, presidente del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso, ha iniziato oggi un importante viaggio in Indonesia, su invito dei vescovi indonesiani. La visita, che durerà fino al 2 dicembre, è organizzata in stretta collaborazione con la nunziatura apostolica e prevede 13 incontri religiosi e accademici con le diverse istanze musulmane del Paese nonché momenti di raduno con la comunità cattolica a Giacarta, Denpasar (Bali), Makassar (Sulawesi-Celebes) e Giogiacarta (Giava). Sono previsti anche colloqui con le autorità indonesiane: il presidente della Repubblica, il ministro degli Esteri e il ministro per gli Affari Religiosi. In Indonesia, ricordiamo, vive il 22% dei musulmani del mondo.

    inizio pagina

    Viaggio in Australia del cardinale Cordes

    ◊   Il cardinale Paul Josef Cordes, presidente del Pontificio Consiglio “Cor Unum”, su invito della Conferenza episcopale australiana, ha iniziato ieri un viaggio di una settimana in Australia per incontrare i vescovi riuniti a Sydney in occasione dell’Assemblea plenaria. “Lo scopo della visita – informa un comunicato di “Cor Unum” - è di rafforzare la testimonianza della Chiesa Cattolica nell’ambito della carità. Benedetto XVI ha fatto della missione della diakonia ecclesiale un punto centrale del suo magistero; tale servizio, unito all’annuncio della Parola di Dio e alla celebrazione dei sacramenti, manifesta la natura più intima della Chiesa”. Il cardinale Cordes rifletterà insieme ai vescovi sugli insegnamenti dell’Enciclica Deus caritas est, alla luce delle varie esperienze delle Chiese locali. Nel corso del suo viaggio, il porporato affronterà il tema delle differenti dimensioni della carità anche in incontri con sacerdoti, seminaristi, operatori delle associazioni caritative e alcuni rappresentanti di associazioni laicali. Terrà inoltre una conferenza sull’Enciclica Caritas in veritate presso l’Università Cattolica Australiana.

    inizio pagina

    Il cardinale Grocholewski: importante ruolo delle Università cattoliche nel mondo

    ◊   Si è svolta nei giorni scorsi, presso la Pontificia Università Gregoriana, l’Assemblea generale della Federazione internazionale delle Università cattoliche. L’incontro, organizzato a vent’anni dalla Costituzione Apostolica di Giovanni Paolo II sulle Università cattoliche, ha offerto l’opportunità di riflettere sulle principali sfide emergenti e sulla missione degli atenei cattolici nelle società multiculturale di oggi. Cosa è emerso? Fabio Colagrande lo ha chiesto al cardinale Zenon Grocholewski, prefetto della Congregazione per l’Educazione Cattolica:

    R. – Penso che il principale frutto di questo incontro sia il rafforzamento della consapevolezza della missione dell’Università cattolica nel mondo. Noi sappiamo che in tutto il mondo sono più o meno 1500 le Università cattoliche, che lavorano in condizioni molto diverse. Abbiamo prestigiose università anche nelle nazioni dove i cattolici sono pochissimi. Per esempio, qualche anno fa sono stato invitato dal governo di Taiwan a visitare l’Università cattolica e le scuole cattoliche in questo Paese, dove i cattolici sono pochissimi. Sappiamo che a Taiwan i cattolici sono l’1,3 per cento, ma l’Università cattolica di Taipei Fu Jen cresce ogni anno di mille studenti. Ha, dunque, un grande prestigio. E’ un bene che queste università cerchino di collaborare tra loro e in questo modo anche di discutere sulla missione dell’Università cattolica nel mondo. Io penso che sia una missione di estrema importanza, perché abbiamo bisogno nella Chiesa di intellettuali cattolici, giuristi cattolici, politici cattolici, giornalisti cattolici, medici cattolici: di questo abbiamo bisogno. E il compito delle Università cattoliche è fare questo. Per noi è una grande gioia che le Università cattoliche crescano. Nascono sempre nuove università ed è una grande gioia che molte di queste abbiano anche un grandissimo prestigio. Penso che l’Università cattolica debba avere due qualità: essere per prima cosa una buona università e poi, dall’altra parte, dal punto di vista dell'identità cattolica, forte. Queste università hanno futuro e potranno veramente contribuire al bene dell’umanità.

     
    D. – Ecco, lei crede che oggi gli atenei cattolici, le facoltà ecclesiastiche, abbiano un ruolo particolare, in un contesto culturale segnato dal secolarismo, dal relativismo, come ha detto il Papa?

     
    R. – Anzi, hanno un grande compito. Io devo dire che ho parlato con un ministro e mi ha detto, in una nazione dove c’è un’Università cattolica, che sono disposti ad appoggiare questa università finanziariamente, se è cattolica; se non è cattolica non gli interessa, perché hanno le loro università. Ma se è cattolica diventa un interlocutore nel mondo accademico che porta la propria specificità. E questo è molto importante. Noi sappiamo che dopo il crollo del comunismo, nei Paesi post-comunisti sono nate delle Università cattoliche. Prima è nata in Ungheria - ed ha anche un grande prestigio - poi in Slovacchia, e adesso speriamo in quella che apriremo in Croazia, dove ho visto tutti molto contenti che ci sia una specifica università che vuole arricchire la discussione a livello nazionale, a livello accademico.

     
    D. – E’ preoccupato del clima culturale che si sta diffondendo in Europa, esemplificato dalla recente sentenza della Corte dei Diritti Umani di Strasburgo sul Crocifisso?

     
    R. – Io penso che questa recente sentenza potrebbe avere anche un effetto positivo. Abbiamo visto tante reazioni: tanti si sono sentiti in un certo senso offesi, perché rispettiamo la minoranza ma dobbiamo rispettare anche la maggioranza. La Croce è un simbolo che non offende nessuno. Se c’è qualcuno aperto agli altri sono proprio quelli che onorano la Croce. Qui c’è una grande apertura. Tutta la storia europea è impregnata fortemente dal cristianesimo. Anche la Francia si proclamava liberale, ma Sarkozy, qui a Roma, ha detto che la Francia ha essenzialmente radici cristiane, che ha cercato di valorizzare. Io penso che questo fatto della Croce costringerà a ripensamenti e ad approfondire la questione e forse avrà un effetto positivo.

    inizio pagina

    Non si spengono gli echi dell’incontro del Papa con gli artisti: il commento dello storico dell'arte Timothy Verdon

    ◊   Dal New York Times ad Al Jazeera, l’incontro di Benedetto XVI con gli artisti nella Cappella Sistina ha destato un grande interesse a livello mondiale. Un evento, quello di sabato scorso, che ha ribadito le straordinarie potenzialità insite nel connubio tra arte e fede. Il Pontefice ha concluso il suo intervento proprio con l’esortazione agli artisti a non aver paura della fede che, ha detto, non toglie nulla al genio e all’arte, ma anzi li esalta e li nutre. Su questo appassionato appello del Papa agli artisti, Alessandro Gisotti ha raccolto la riflessione dello storico dell’arte, mons. Timothy Verdon, di cui la Libreria Editrice Vaticana ha pubblicato ultimamente il volume “L’arte nella vita della Chiesa”:

    R. – In quanto artisti e quindi in quanto persone che hanno ricevuto da Dio un grande talento, a loro volta sono uomini e donne che, come tutti, devono in qualche modo affrontare le domande essenziali della vita e lo devono fare come tutti noi in base ad una visione di fede e di speranza: la speranza, l’arte come espressione della speranza, l’opera d’arte che deve trasmettere la speranza. Il Papa invita gli artisti a non chiudere la propria vita, la propria esperienza, il proprio cuore al loro proprio bisogno di fede e di speranza, di non aver paura che in qualche modo aprendosi a Dio venga meno quell’arte, quel talento che loro sentono forte dentro.

     
    D. – Chiaramente il Papa ha anche sottolineato come la bellezza non possa essere scissa dal bene e, dunque, dalla verità...

     
    R. – Il Santo Padre ha tracciato una distinzione molto netta tra bellezza autentica, che apre il cuore dell’uomo alla libertà, alla speranza, e quella bellezza fasulla, luccicante, fascinosa che alla fine imprigiona il cuore in varie forme di servitù ai poteri di questo mondo: la lussuria, la bramosia del potere e della ricchezza. Il Santo Padre ha insistito che gli artisti hanno la libertà di scegliere tra l’una e l’altra bellezza e lui ha sottolineato questa loro libertà davanti all’immagine cui più volte ha fatto riferimento del "Giudizio finale" di Michelangelo. Quindi, ha parlato a queste persone, che in un certo senso godono di una libertà particolare, e davanti all’immagine del "Giudizio finale" di Michelangelo li ha invitati ad usare bene questo potere. Usarlo bene vuol dire appunto impegnarsi a portare le persone a vedere, a sentire, a sperimentare arti visive, musica, letteratura, ciò che è bene piuttosto ciò che è male.

     
    D. – “L’arte nella vita della Chiesa” si intitola il suo ultimo lavoro. Benedetto XVI, non solo nell’incontro alla Sistina, con i suoi interventi ha rilanciato proprio il rapporto fra arte e religione, con il costante richiamo alla “via pulcritudinis”, la via della bellezza...

     
    R. – Ciò che è veramente bello nell’arte della Chiesa non è solo il guscio esteriore, il dipinto, la scultura, l’edificio; ciò che è veramente bello è il messaggio che questo guscio esteriore, in sé molto importante perché è il veicolo della comunicazione, vuole trasmettere. Uno dei problemi dell’arte del nostro tempo è che si è soffermata sul guscio esteriore, ha parlato della bellezza estetica, dello stile, senza rendersi conto che per la maggior parte della nostra storia l’arte era un mezzo di comunicazione, non solo una cosa bella in sé. Hanno parlato della composizione, della spazialità degli edifici sacri, senza adeguatamente comunicare a quanti oggi vogliono avvicinarsi a queste opere, che avevano una funzione e la funzione era di comunicare la verità.

    inizio pagina

    Oggi su "L'Osservatore Romano"

    ◊   Il potere dell'Amore non si impone ma rispetta la libertà e porta pace: all'Angelus il Papa parla del significato della regalità di Cristo.

    In rilievo, nell'informazione internazionale, il Vicino Oriente: Peres al Cairo rilancia il dialogo israelopalestinese.

    Mimo, funambolo e martire: in cultura, Fabrizio Bisconti sugli artisiti nelle catacombe.

    Sui santi non si sbaglia: Agostino Paravicini Bagliani al convegno "La canonizzazione di santa Francesca Romana. Santità, cultura e istituzioni a Roma tra medioevo ed età moderna".

    Lo scrittore è un asceta: Antonio Spadaro al convegno su Mario Pomilio.

    Costruire la fede: Maria Antonietta Crippa sulle ragioni dell'architettura sacra contemporanea.

    Quando la scienza è un alberto rigoglioso: Alfonso V. Carrascosa sulle celebrazioni in Spagna per i settant'anni del Consejo Superior de Investigaciones Cientificas.

    inizio pagina

    Oggi in Primo Piano



    Riforma sanitaria Usa: delusione dei vescovi per il testo approvato al Senato

    ◊   Primo sì del Senato americano alla riforma sanitaria. Ma per la Chiesa cattolica è un passo indietro rispetto al testo approvato dalla Camera dei Rappresentanti. Torna la copertura federale agli aborti. Restano inoltre esclusi dai benefici dell’assistenza medica gli immigrati. Il servizio di Roberta Gisotti.

     
    Delusione dei vescovi sul testo della riforma sanitaria - non ancora definitivo – che ha registrato il voto favorevole del Senato, dopo che un altro testo licenziato dalla Camera dei Rappresentanti un paio di settimane fa, aveva invece riscosso il plauso della Chiesa cattolica riguardo il ‘no’ ai finanziamenti federali all’aborto. I vescovi denunciano che il progetto “non conferma l’impegno preso” dal presidente Obama. Da qui una lettera appello - a firma del cardinale Daniel N. DiNardo, della Commissione pro-vita, e dai vescovi William Murphy e John Wester, presidenti delle Commissioni Pace, Giustizia e Sviluppo Umano e Migrazioni – che fa appello ai senatori perché rivedano la copertura delle pratiche abortive e l’obiezione di coscienza, lamentando i costi aggiuntivi che gli assicurati sarebbero costretti a sopportare, impedendo pure alle strutture religiose di offrire ai propri dipendenti una copertura assicurativa conforme ai propri principi. Rivista al ribasso anche la spesa della riforma: se la Camera indicava circa 1200 miliardi di dollari, il Senato non arriva a 850 miliardi. “I vescovi cattolici - è scritto nella lettera – hanno chiesto per decenni una riforma sanitaria accessibile a tutti, specialmente per i poveri e gli emarginati.” Vero è che “il progetto del Senato introduce grandi progressi nell’assistenza alla popolazione”, “Ciò nonostante, se approvato” – rilevano i presuli – lascerebbe 24 milioni di persone fuori dalla copertura assicurativa sanitaria. Questo non è accettabile”, ammoniscono, chiedendo di abolire il divieto quinquennale per gli immigrati regolari di accedere ai benefici dei programmi sanitari e il divieto per gli irregolari di stipulare in proprio assicurazioni sanitarie. Concludono i vescovi che l’assistenza medica per tutti “è un bene comune, un imperativo morale e un urgente priorità nazionale”. L’iter legislativo della riforma sanitaria è dunque ancora lungo e pieno di ostacoli se occorrerà mediare tra i testi di Camera e Senato.

    inizio pagina

    Il presidente iraniano Ahmadinejad in America Latina

    ◊   Comincia dal Brasile la visita in America Latina del presidente iraniano Ahmadinejad. Una tappa che, alla vigilia dell’arrivo del leader della Repubblica islamica, ha scatenato proteste nel Paese sudamericano, dove un migliaio di manifestanti è sceso in piazza nei quartieri centrali di Rio de Janeiro. Alla base della missione di Ahmadinejad, i temi del nucleare, la politica internazionale e il commercio. Il presidente iraniano si recherà anche in Bolivia e Venezuela. Sui motivi di questa missione, Giada Aquilino ha intervistato Marcella Emiliani, docente di Storia e Istituzioni del Medio Oriente all’università di Bologna-Forlì ed esperta di questioni iraniane:

    R. – Non da ora, ma sin dalla sua prima presidenza Ahmadinejad sta cercando di aggregare un fronte chiaramente antiamericano tra i Paesi del Sud del mondo. Ha sempre trovato una sponda - sono grandi amici - in Chavez, presidente del Venezuela, con cui sono arrivati addirittura a prefigurare un mercato del petrolio in euro per contrastare l’assetto attuale.

     
    D. – Eppure in Brasile ci sono state polemiche e proteste contro Ahmadinejad: che fronte è quello che è sceso in piazza?

     
    R. – A parte Chavez, Ahmadinejad non ha una gran buona stampa in America Latina, questo va detto: chiaramente l’America Latina è molto sensibile al vicino americano e sa benissimo che mettersi in rotta di collisione con gli Stati Uniti - per quanto Obama non sia Bush junior - non è una buona politica. Quindi, al presidente brasiliano Lula, per esempio, interessa molto di più una distensione con Obama che non mettersi a fare il “guerrigliero” a livello internazionale: “guerrigliero” nel senso delle intenzioni e dell’andare contro. Però bisogna anche considerare un’altra cosa: il Brasile è uno di quei Paesi che fornisce, nell’ambito della cooperazione Sud-Sud, cioè tra Paesi del Sud del mondo, il maggior numero di tecnologie “adattate”. È un Paese che esporta molte tecnologie in diversi campi, tecnologie di cui l’Iran ha bisogno perché gli sono chiuse le porte della tecnologia occidentale.

     
    D. – Di quale tipo di tecnologia si tratta?

     
    R. – Anche militare, perché i due maggiori venditori a livello internazionale di tecnologie militari, chiamiamole “adattate”, sono proprio il Brasile e Israele. Però sono anche tecnologie che servono per la piccola e media industria meccanica, che servono per l’agricoltura. Quindi il range è molto vasto.

     
    D. – Questa visita nei tre Paesi latinoamericani, tra l’altro, cade nel bel mezzo di una nuova fase di negoziati internazionali sul nucleare iraniano…

     
    R. – L’Iran sta cercando sponde per poter premere, non certo all’interno del Consiglio di Sicurezza o dei 5 più 1, ma nell’ambito dell’Assemblea generale dell’Onu. Detto in parole povere: l’Iran sta perseguendo con estrema determinazione la sua politica nucleare, ma più va avanti più si trova isolato a livello internazionale e quindi si moltiplicano le iniziative per spezzare tale isolamento.

    inizio pagina

    Italia: aspre polemiche sulla privatizzazione dell’acqua

    ◊   In Italia la completa privatizzazione della gestione dell’acqua diventa una realtà. A stabilirlo l’approvazione, qualche giorno fa, di un decreto che liberalizza anche altri servizi pubblici. D’ora in poi gli enti locali potranno affidare il servizio idrico a soggetti privati tramite una gara d’appalto alla quale potranno però continuare a partecipare anche soggetti pubblici. Una vera novità che suscita perplessità e proteste da vari ambienti. Secondo il Ministro per le politiche Comunitarie e padre del provvedimento, Andrea Ronchi, intervistato da Federico Piana, porterà efficienza e risparmio:

    R. – Innanzitutto il bene dell’acqua è un bene prezioso comune, resta pubblico a tutti gli effetti e questo concetto è ulteriormente rafforzato all’interno della nostra legge. Noi abbiamo cercato ovviamente di realizzare un servizio per quanto riguarda il discorso degli utenti. Noi abbiamo una perdita molto secca del 34 per cento degli acquedotti, prezzi diversi su un bene pubblico comune come l’acqua. Quindi noi con questa norma andiamo a razionalizzare il servizio, a migliorarlo e andiamo incontro, anche a livello di costi, alla pubblica opinione e al cittadino.

     
    D. – E a chi dice, ministro, che forse era meglio farla gestire da qualche ente pubblico, lei cosa risponde?

     
    R. – Noi andiamo a dire al servizio pubblico di aprirsi ai privati, secondo regole chiare, perché bisogna aprire il mercato. Si parla tanto di liberalizzazioni e noi stiamo andando su questa strada, ovviamente garantendo qualità del servizio e soprattutto cifre basse.

     
    D. – Ecco, quali sono nel concreto le disposizioni di garanzia?

     
    R. – Nel concreto ci saranno delle partecipazioni di privati che ovviamente avranno la qualità e i requisiti a posto per entrare all’interno dei monopoli, che non sono più tali, al fine proprio di liberare il mercato, di aprire alla concorrenza e quindi di rendere migliore una qualità del servizio. Per esempio è una follia che ancora oggi il 34 per cento dell’acqua venga disperso dagli acquedotti. Soprattutto bisogna evitare un’altra discrasia: costi variabili di un bene prezioso e pubblico come l’acqua.

     
    Contrarie molte organizzazioni della società civile che hanno promesso battaglia per impedire quella che di fatto viene considerata una vera e propria privatizzazione di un bene giudicato essenziale e per questo non gestibile dai privati. Per Paolo Carsetti, segretario del Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua, ad essere messa sotto accusa deve essere anche l’attuale gestione mista pubblico-privata:

    R. – Già abbiamo i primi riscontri rispetto alle conseguenze dirette sui cittadini e anche sulla risorsa. In primis: si è registrato dal 1996 al 2006 un aumento delle tariffe pari al 61 per cento, a fronte di un’inflazione del 25 per cento. Per contro, non è stato un aumento degli investimenti, che era stata una delle motivazioni accampate per dire: “solo i privati possono apportare capitali al fine di ristrutturare la rete idrica”.

     
    D. – Ma non la rassicura il fatto che comunque il controllo rimarrà in mano pubblica?

     
    R. – Effettivamente è una mistificazione quella del controllo pubblico, perché poi, se scendiamo nel concreto, e andiamo a vedere quelle che sono le società misto pubbliche-private ci si chiede: chi è che effettivamente ha in mano il potere decisionale?

     
    D. – Eppure gli acquedotti italiani hanno perdite del 30, 40 per cento...

     
    R. – Sono dieci, quindici anni che si parla di perdite che si aggirano intorno al 30, 40 per cento. Oggi ancora ne parliamo, nonostante ci sia più della metà della popolazione italiana che è gestita da soggetti privati, che hanno le stesse identiche perdite dei nostri acquedotti. Quindi, gli investimenti non sono stati fatti, ma anche perché non c’è concorrenza su un servizio come l’acqua. Si parla di monopolio naturale.

     
    Ma quanto costa realmente ai cittadini l’inefficienza dell’attuale gestione delle acque in Italia? A calcolarlo è stato uno studio realizzato dal prof. Alessandro Marangoni, economista della Bocconi di Milano:

    R. – Noi abbiamo realizzato questa analisi che quantifica in ben 110 miliardi di euro nel nostro Paese il costo, sull’arco di 25 anni, delle carenze del sistema idrico italiano.

     
    D. – Quando lei parla di carenze, cosa intende professor Marangoni? Entriamo nel dettaglio...

     
    R. – Sappiamo che i livelli di perdite sulle reti idriche, a seconda dei territori, vanno dal 30, fino al 45, 50 per cento. Queste perdite non hanno solo un rilievo dal punto di vista ambientale di efficienza del servizio al cittadino, ma hanno un costo economico molto rilevante. Mi spiego: l’acqua è – passatemi il termine – un prodotto che costa, nel senso che indipendentemente dalla provenienza, come per il gas, per il petrolio, per essere utilizzato dall’uomo deve essere lavorato, quindi deve essere accumulato nei bacini, deve essere reso potabile, deve essere trasportato da dove viene prelevato alle case di ciascuno di noi. Tutto questo è comunque un processo industriale e quindi ha dei costi. Se io, dunque, butto via dell’acqua nelle condutture, nelle reti utilities, butto via un prodotto che costa. (Montaggi a cura di Maria Brigini)

    inizio pagina

    Convegno a Roma sulle pene alternative al carcere

    ◊   Negli ultimi anni l’istituzione carceraria è diventata in Italia il mezzo sostitutivo delle carenti risposte sociali: è quanto è stato sottolineato durante il 42.mo Convegno nazionale promosso dal Coordinamento Enti e Associazioni di Volontariato Penitenziario (Seac). Durante l’incontro, conclusosi sabato scorso a Roma ed incentrato sul tema “Lo stato del sistema sanzionatorio e le prospettive”, è stato lanciato un accorato appello alle istituzioni. Ascoltiamo al microfono di Fabio Colagrande, Elisabetta Laganà, presidente del Coordinamento Enti e Associazioni di Volontariato Penitenziario, e Paolo Canevelli, presidente del Tribunale di sorveglianza di Perugia:

    (Elisabetta Laganà)
    R. – Quello che amaramente si può dire, come considerazione iniziale, è che tutto cambia affinché niente cambi. Nel senso che sono 41 anni che ci ritroviamo e facciamo convegni; ogni anno noi lanciamo un grido di allarme in merito alla situazione del carcere e sembra che ogni volta ci sia la speranza di qualche cambiamento, quindi che qualcosa possa succedere nella direzione di rendere più umana la pena. E poi, quando sembra che ci si possa arrivare ... fortunatamente qualche cosa è successo di molto importante, ma queste cose importanti, poi, vengono ridotte, dimenticate o minimizzate … allora, ogni anno, senza presunzione ma senza stancarci, anche con la determinazione che è tipica del volontariato, noi cerchiamo di porre non solo agli addetti ai lavori queste tematiche, per far capire dal di dentro che cosa succede effettivamente nel carcere, e quello che si potrebbe fare affinché le cose possano cambiare, e per spezzare l’assioma “+ carcere = sicurezza”.

     
    D. – Dr. Canevelli, da qualche tempo il Seac auspica in particolare interventi legislativi e sociali che riducano l’area della detenzione. Per parlare ai non addetti ai lavori: cosa significa “ridurre l’area della detenzione” e com’è possibile, praticamente?

     
    R. – Anzitutto, ci sono due profili da considerare. Il primo è quello che riguarda un enorme numero di persone che sono ristrette in carcere ancora in attesa del processo, quindi nei confronti di un numero molto rilevante di detenuti che sfiora e va oltre, anche, il 40 per cento delle presenze attuali, si potrebbe immaginare soprattutto per le persone meno “pericolose” di questo gruppo, delle forme alternative di detenzione, in una fase in cui ancora la loro colpevolezza non è stata dimostrata. In secondo luogo, poi, c’è tutto un aspetto che riguarda invece le persone condannate definitivamente che stanno in carcere per espiare la loro pena. Prevedere un’unica sanzione – il carcere uguale per tutti, per tutti i comportamenti – comporta sicuramente delle disuguaglianze. Cosa si può pensare in alternativa? Certo, si può immaginare – come molti altri Paesi hanno – sanzioni che invece non siano completamente privative della libertà personale: il lavoro di pubblica utilità, sanzioni da svolgere nell’ambito della società esterna, sanzioni ricche – anche – di prescrizioni e di contenuto anche afflittivo, se vogliamo. Sanzioni che avrebbero forse un’efficacia anche maggiore come impatto, rispetto alla vittima del reato, e che sicuramente avrebbero un’efficacia maggiore al termine della sanzione, quando poi bisogna fare i conti con l’eventuale rischio di recidiva. Perché tutte le statistiche testimoniano come l’autore di reato che sconta la pena integralmente in carcere, al momento dell’uscita dal carcere ha un rischio molto più elevato di tornare a delinquere rispetto a chi, invece, è stato preso in carico dai servizi sociali dell’amministrazione, dai servizi di rete, dal volontariato; e che, una volta uscito dal carcere, invece, ha un progetto sostenuto da tutta una serie di componenti che gli sono state vicino. (Montaggio a cura di Maria Brigini)

    inizio pagina

    Chiesa e Società



    Si aprirà domani l’Anno Santo in Vietnam

    ◊   Sarà aperto ufficialmente domani, 24 novembre, solennità dei Martiri vietnamiti, l’Anno Santo del Vietnam a So Kien, circa 70 km dalla capitale Hanoi, dove fu consacrata la prima cattedrale del vicariato apostolico di Tonchino. Il cardinale Jean Baptiste Pham Minh Man, arcivescovo di Hôchiminh Ville, in un’intervista alla Fides, illustra gli obiettivi di questo anno giubilare: rafforzare e condividere la fede con gli altri, promuovere la partecipazione dei laici all’edificazione della Chiesa vietnamita, e anche migliorare le relazioni con il governo. “Non abbiamo scuole cattoliche, ma vogliamo confermare le famiglie, le comunità e le associazioni a diventare ‘scuole di fede’ – spiega – abbiamo catechisti in ogni parrocchia, ma a livello pastorale la loro opera non è sufficiente”. In quest’Anno Santo si festeggiano anche i 350 anni dalla nascita dei primi due vicariati apostolici di Tonchino e Cocincina e i 50 anni dall’istituzione della gerarchia in Vietnam. “Ci rivolgiamo in particolare ai giovani e alle famiglie – prosegue – in modo che la popolazione sappia cosa significa per i cristiani una ‘vita di fede’: non un conflitto o un combattimento per il potere e la ricchezza, ma vivere nella verità e nell’amore di Cristo. Far comprendere come la Chiesa possa contribuire al bene comune della popolazione e della nazione”. Quanto ai rapporti con il potere politico, il porporato sottolinea di aver recentemente curato la traduzione in lingua vietnamita della "Caritas in veritate" e di porsi come obiettivo, chiarire che la Chiesa non è un pericolo per il Paese, bensì un contributo allo sviluppo umano. (R.B.)

    inizio pagina

    Vietnam: è boom di vocazioni sacerdotali

    ◊   Negli ultimi cinque anni le vocazioni sacerdotali in Vietnam sono aumentate di quasi il 50%. I sette seminari maggiori del Paese infatti hanno registrato quest’anno 1.349 iscritti, 427 in più rispetto al 2004, ha riferito all’agenzia Ucan padre Joseph Do Manh Hung, segretario generale della Commissione episcopale per il clero e seminaristi. Secondo fonti della Chiesa locale, a favorire di questo trend positivo è stato anche l’ammorbidimento delle restrizioni imposte dal regime comunista alla Chiesa. A partire dal 1986 il Governo di Hanoi ha infatti permesso la riapertura di sei seminari maggiori. A questi si è aggiunto quest’anno quello di Xuan Loc, già succursale del Seminario Maggiore di San Giuseppe di Ho Chi Minh Ville, che ospita attualmente 271 studenti dalle diocesi di Ba Ria, Da Lat, Phan Thiet e Xuan Loc. La maggior parte delle diocesi vietnamite – spiega padre Hung - ha predisposto speciali programmi propedeutici per i candidati. Questo perché tutti i seminari minori sono stati chiusi dopo la riunificazione del Paese nel 1975. Il boom delle vocazioni comincia peraltro a creare qualche problema: le strutture esistenti non bastano più ad accogliere i nuovi seminaristi, mentre i formatori preparati non sono in numero sufficiente. (L.Z.)

    inizio pagina

    Pubblicata in Vietnam la prima raccolta di inni sacri

    ◊   Sono 500, canti antichi ben conosciuti e amati dalla popolazione, composti tra l’inizio della storia della musica di chiesa e l’unificazione del Paese nel 1975, gli inni inseriti nella prima raccolta ufficiale mai pubblicata in Vietnam. Per raccoglierli nella loro forma originale, riferisce Asianews, ci sono voluti quattro anni e finalmente, nel frattempo, è caduta la censura governativa sulla musica ed è stato possibile realizzare il primo volume, che è stato presentato a Hôchiminh Ville nel corso della settimana dedicata alla Conferenza di musica sacra da mons. Paul Nguyen Van Hoa, a capo dello specifico Comitato interno alla Conferenza episcopale. Il secondo libro dovrebbe essere presentato entro la fine del Giubileo del Vietnam, che si aprirà domani. L’assenza, fino ad ora, di un innario ufficiale, aveva comportato l’utilizzo di canti composti dalle singole comunità, alcuni perfino in dialetto, che non avevano una vera corrispondenza teologica, mentre il linguaggio degli inni, come è stato sottolineato, deve essere quello della preghiera: trasparente e comprensibile. Da tempo, in realtà, il Comitato di musica spingeva gli autori di inni a sottoporvi le proprie opere, ma la persistenza della censura governativa alla musica sacra aveva sempre lasciato tale richiesta inascoltata. (R.B.)

    inizio pagina

    Nord-est dell’India: la pace minacciata dal terrorismo

    ◊   “I due attentati esplosivi che ieri hanno provocato la morte di 8 persone dichiarano al mondo che nel nostro Stato c’è un grave problema irrisolto”. Mons. Thomas Menamparampil, arcivescovo di Guwahati, commenta così ad AsiaNews le tre bombe che hanno insanguinato lo Stato indiano dell’Assam. Due bombe sono state piazzate su due bici nei pressi della stazione di polizia di Nalbari esplodendo attorno alle 10 e 30 locali. Dieci minuti dopo un terzo ordigno è scoppiato nella zona del Gopal Bazar. La polizia ha subito concentrato i sospetti sui separatisti del gruppo United Liberation Front of Asom (Ulfa) che da 30 anni combattono nella regione a cavallo tra Cina, Buthan e India per “la sovranità socialista nell’Assam”. Le indagini non escludono tuttavia che l’attentato possa essere anche opera del National Democratic Front of Bodoland (Ndfb), un’altra formazione ribelle che opera nella regione per l’istituzione di uno Stato indipendente dell’etnia bodo che rappresenta il 5,3% della popolazione dell’Assam. Secondo l’arcivescovo di Guwahati le bombe di Nalbari potrebbero essere la risposta ai recenti arresti di alcuni leader dell’Ulfa. “Questi attentati servono ai gruppi militanti per richiamare l’attenzione dell’opinione pubblica e documentare che sono ancora vivi. Ogni volta che un leader politico minaccia di colpire un gruppo ribelle o annuncia di averlo fatto, c’è una risposta violenta. Le dimostrazioni di forza da parte delle autorità non sono la via migliore per persuadere i giovani armati a tornare a discutere la pace”. L’impegno della Chiesa nel tentativo di riconciliazione tra etnie e gruppi in lotta ha ormai una lunga storia. “C’è chi domanda con cinismo a cosa abbiano portato i nostri sforzi". "Ogni volta che partecipo a colloqui so che possono fallire. Ma ogni volta che otteniamo un piccolo contributo alla pace, siamo infinitamente grati: anche una sola vita salvata ha un valore immenso”. Secondo il presule la strada maestra per contribuire alla pacificazione è “dimostrarsi sensibili verso le problematiche, reali o percepite, dei vari gruppi”. Le bombe come quelle di  Nalbari minano questo approccio perché trascinano nella violenza le rivendicazioni. Quando ci sono attentati “noi – conclude il vescovo – ci troviamo in una situazione di impotenza”. (A.L.)

    inizio pagina

    Congo: liberi 22 bambini rapiti dalla guerriglia

    ◊   “Un segnale di speranza”: così il missionario comboniano Romano Segalini, da Watsa, città nel nord-est della Repubblica Democratica del Congo, al confine con l’Uganda, ha raccontato all’agenzia Misna la liberazione di 22 bambini avvenuta qualche giorno fa a Lukuku, nei pressi del centro minerario di Durba. I bambini, 11 maschi e 11 femmine, erano stati rapiti dai ribelli del Lord’s resistance army, Lra, e da mesi vivevano nella foresta. I più piccoli hanno 10-11 anni e tutti quanti hanno subìto violenze fisiche e psicologiche: “Sono traumatizzati e alcuni di loro non sono in buone condizioni di salute – continua il comboniano – speriamo di entrare in contatto con le loro famiglie e riportarli ai loro cari, se lo vorranno”. La maggior parte dei bimbi proviene da zone limitrofe, tranne una bambina figlia di profughi sudanesi, il cui villaggio è stato razziato dai ribelli. Da mesi gli uomini dell’organizzazione Lra sconfinano dall’Uganda nel Congo, in Sudan e fino nella Repubblica Centrafricana per commettere atti di violenza, tanto che il governo ugandese ha ottenuto il consenso dai governi dei Paesi vicini di sconfinare per seguirli. (R.B.)

    inizio pagina

    Ituri: il vescovo di Bunia chiede azioni concrete contro l’ingiustizia

    ◊   Un reale impegno per porre fine al clima d’insicurezza nella Repubblica Democratica del Congo: è quanto chiede mons. Dieudonné Uringi, vescovo di Bunia, capoluogo dell’Ituri. Il presule, in un memorandum inviato ai deputati locali, sollecita anche azioni concrete per promuovere uno sviluppo sostenibile nella regione. Il documento è stato inviato pochi giorni dopo l’uccisione di un sacerdote. Nonostante alcuni progressi per la pace e il miglioramento delle condizioni di vita a Bunia – spiega all’agenzia Misna mons. Dieudonné Uringi - “le terre sono ancora sottoposte a un’insicurezza permanente a causa dell’esistenza di milizie”. La situazione è preoccupante “in particolare nell’area di Geti dove uomini armati commettono misfatti ai danni della popolazione. L’insicurezza permanente sembra diventare fonte di arricchimento per alcuni in tutta impunità”. Il vescovo chiede inoltre con fermezza, giustizia per la morte di padre Jean-Gaston Buli, ucciso nella sua parrocchia di Nyakasanza nella notte tra il 9 e il 10 novembre. Il drammatico evento - ha ricordato il presule durante la messa per i funerali della vittima - “ci ricorda che lo Stato congolese dovrebbe fare più sforzi per porre fine alla violenza, ai saccheggi e alle uccisioni”. Non è più possibile “continuare a sopportare tale situazione”. Una situazione denunciata anche in questi giorni da altre fonti che hanno espresso preoccupazione per la sorte di circa 40.000 sfollati costretti ad abbandonare i loro villaggi a causa delle continue minacce. Rivolgendosi ai deputati dell’Ituri, mons. Uringi ha sottolineato infine che “il Sinodo dei vescovi tenutosi ad ottobre a Roma ha dimostrato con chiarezza la volontà della Chiesa di lavorare per la pace e la riconciliazione in Africa”. Dopo l’uccisione di padre Buli il vescovo ha ordinato la chiusura ‘sine die’ della parrocchia di Nyakasanza. (A.L.)

    inizio pagina

    Angola: i vescovi auspicano che la Coppa d’Africa sia un’occasione di dialogo e di amicizia

    ◊   “La Coppa d’Africa di calcio sia un’occasione per rafforzare il dialogo tra persone di diversa culture, per accrescere la stima e il rispetto per l'altro e per costruire un’amicizia che vada oltre tutte le barriere di razza, cultura o politica”. È quanto auspicano i vescovi di Angola e Sao Tomé e Principe in una nota pastorale pubblicata al termine della seconda Assemblea plenaria, che si è tenuta nella capitale angolana Luanda, da 13 al 20 novembre scorso.“Dal 10 al 31 gennaio 2010, si terrà in quattro città dell'Angola la Coppa d'Africa patrocinata dalla Confederation of African Football” ricordano i vescovi. “Questo evento - riferisce l'agenzia Fides - è un’occasione per riscoprire l'importanza dello sport per promuovere valori quali la lealtà, la perseveranza, l'amicizia, la condivisione, la tolleranza, il rispetto per la verità e la solidarietà”. Per questo motivo i vescovi invitano gli atleti ad avere “un comportamento dignitoso dentro e fuori del campo da gioco” e i giornalisti “a fare il loro dovere di riportare le notizie con imparzialità, evitando di diffondere storie infondate e di sfruttare situazioni che possono creare tensioni e conflitti nell'opinione pubblica”. Tra gli altri temi discussi dalla Plenaria vi erano la visita del Santo Padre in Angola, le conclusioni dell’Assemblea Speciale per l’Africa del Sinodo dei vescovi che verranno seguite da un apposito team post-sinodale, la Plenaria dell'Imbisa (Inter-Regional Meeting of Bishops of Southern Africa) tenutasi nel 2007 a Luanda, la creazione delle diocesi di Viana, Caxito e Namibe, le nomine di nuovi vescovi, e l’inaugurazione della sede centrale dell'Università Cattolica di Angola. Nel comunicato finale dell’Assemblea, i vescovi esprimono la loro solidarietà ai cittadini angolani, espulsi dalla Repubblica Democratica del Congo, invitando tutti i cristiani e le persone di buona volontà a essere solidali con coloro che si trovano in necessità, e di evitare ogni atto di vendetta e di rappresaglia nei confronti dei congolesi che vivono in Angola. I vescovi deplorano inoltre il persistere di gravi disuguaglianze sociali e auspicano che il divario tra ricchi e poveri venga superato. A questo proposito, l’Assemblea Plenaria ha approvato il Messaggio pastorale “Il nostro vivere e agire in Cristo: la dimensione sociale”. (R.P.)

    inizio pagina

    Elezioni in Cile. I vescovi: i cittadini siano più attivi e consapevoli

    ◊   I vescovi cileni hanno lanciato un messaggio al Paese al termine della 98.ma Assemblea plenaria, tenutasi a Punta de Tralca. I presuli hanno invitato i cittadini ad un ruolo più attivo nel processo elettorale in corso: “Invitiamo tutti a cercare le informazioni appropriate e a partecipare alle discussioni sui temi rilevanti per il Paese, come la vita, la dignità umana, il matrimonio e la famiglia, l'istruzione, il lavoro, la sanità, la casa, il rispetto per l'ambiente, la preoccupazione per i nostri popoli nativi, la convivenza pacifica e interculturale, illuminata alla luce del Vangelo”. “Chiediamo anche ai candidati di offrire al Paese, con la maggiore chiarezza e profondità, delle proposte e progetti per queste aree”. Durante l’Assemblea si è riflettuto, in particolare, sul processo della Missione continentale. I vescovi, riprendendo l'ultima enciclica di Benedetto XVI “Caritas in veritate”, hanno ricordato che il vero sviluppo comprende sempre l'essere umano nella sua pienezza. Non si limita alla parte economica ma richiede anche una visione trascendente e spirituale della persona. Richiede una cura speciale per la vita umana e la sua genuina libertà per la promozione di rapporti autentici, in particolare nella famiglia. I presuli – rende noto l’agenzia Fides - hanno anche ricordato la responsabilità sociale dello Stato e dell'impresa perché la crescita sia equa per tutti i cittadini. I vescovi hanno poi espresso la loro gratitudine per i 25 anni della firma del Trattato di pace e amicizia con il popolo dell’Argentina ispirato da Giovanni Paolo II. I presuli hanno infine affidato il Cile alla Vergine Maria Regina della Pace. (A.L.)

    inizio pagina

    Cile: dedicata ai sacerdoti la Giornata di preghiera per la Chiesa perseguitata

    ◊   Oggi milioni di cattolici in tutto il mondo vivono la loro fede e il loro impegno per Cristo in modo eroico. Alcuni mettono addirittura a rischio la loro vita per annunciare il Vangelo. Secondo il Rapporto sulla libertà religiosa nel mondo, elaborato dall’Opera di diritto pontificio “Aiuto alla Chiesa che Soffre” nell'anno 2008 si sono registrati attacchi alla libertà religiosa in oltre 60 paesi. Per sostenere con la forza della preghiera tutti i cristiani che soffrono persecuzione e vengono vessati a causa della loro fede, la Conferenza episcopale del Cile ha istituito nel 2006 la celebrazione annuale di una Giornata di Preghiera per la Chiesa perseguitata, da celebrarsi nel mese di novembre. In tutte le Messe che si celebrano in Cile in quel giorno, si prega quindi in modo particolare per tale intenzione. La Giornata di quest’anno, celebrata ieri in occasione dell'Anno Sacerdotale, è stata dedicata a quei sacerdoti che svolgono il loro ministero con eroismo, sia per la mancanza di risorse finanziarie che per il loro coraggio nel proclamare la Parola di Dio in luoghi dove la Chiesa è perseguitata. Non si possono poi dimenticare anche quei sacerdoti che pur vivendo nelle società occidentali, subiscono comunque l'indifferenza o sono ostacolati nella loro missione da istituzioni o leggi che, in nome di una falsa libertà, violano la libertà religiosa. (R.P.)

    inizio pagina

    Bolivia: all’assemblea dei vescovi si parla di evangelizzazione e Missione continentale

    ◊   Termineranno mercoledì prossimo con un’esortazione ai boliviani, i lavori della 88.ma Assemblea plenaria dell’episcopato locale, che si sono aperti lo scorso venerdì 20 con l’introduzione del presidente della Conferenza dei vescovi e arcivescovo di Santa Cruz, cardinale Julio Terrazas. I presuli, riuniti nella città di Cochabamba, si stanno occupando di tre temi in particolare: il processo di ristrutturazione delle diverse aree del lavoro dell’evangelizzazione, l’elezione dei nuovi responsabili della commissioni episcopali e, infine, un bilancio dell’andamento della Missione continentale, come ha riportato il segretario dell’episcopato per la Pastorale, padre Fernando Bascopé. Il cardinale Terrazas ha ricordato che i vescovi sono riuniti “per trovare i modi di contribuire meglio al cammino di ogni discepolo e missionario di Cristo”. “Senza dubbio - ha osservato il porporato - la realtà che vive la Bolivia ci invita ancora una volta a rinnovare il nostro appello all’edificazione della pace di fronte al clima imperante di violenza, insicurezza cittadina, corruzione e narcotraffico. Tutto ciò che vediamo e ascoltiamo potrebbe essere più incoraggiante se, governanti e governati, cercassimo insieme e con trasparenza di porre in essere azioni che servano a dare dignità all’immagine del Paese”. Sottolineando l’importanza di guardare la realtà “con gli occhi della fede”, e grati al Signore, poiché a ognuno corrisponde oggi “essere artefici dei tempi”, il cardinale Terrazas ha ricordato che il documento di Aparecida invita tutti “a vedere la propria realtà circostante sempre illuminata dalla Luce della provvidenza di Dio” e perciò disponibile a giudicarla “secondo Gesù Cristo, quale Cammino, Verità e Vita”. L’arcivescovo di Santa Cruz ha fatto riferimento anche alla campagna elettorale in corso per il rinnovo, secondo quanto dispone la Costituzione in vigore da qualche mese, di tutte le autorità elette con il voto popolare. “Ci auguriamo che sia democratica e pacifica” e che in ogni momento sia rispettata “l’inviolabilità della coscienza” di ogni cittadino. Il presidente dell’episcopato boliviano, infine, ha fatto riferimento all’agenda di lavoro, evidenziando, in particolare, come il compito di concludere il processo di ristrutturazione della Pastorale sia “fondamentale e prioritario”. “Oggi - ha precisato - dobbiamo passare alla fase esecutiva, dopo un anno di analisi e riflessione. Le nuove strutture chiederanno necessariamente più capacità e più sforzo ai nuovi responsabili e perciò la loro scelta deve essere frutto di un discernimento meditato”, ha concluso. (A cura di Luis Badilla)

    inizio pagina

    Filippine: aperta la fase diocesana della "GMG asiatica"

    ◊   I giovani sono “gli agenti del cambiamento, sono il lievito della società, sono la speranza per l’evangelizzazione della Chiesa e per il futuro del continente asiatico: con l’Asian Youth Day (AYD - la Giornata Asiatica della Gioventù) vogliamo aiutarli a rafforzare la loro fede, infondere loro entusiasmo, renderli protagonisti della missione”. Così mons. Joel Baylon, Presidente della Commissione episcopale filippina per i giovani, sintetizza all'agenzia Fides la natura e gli obiettivi dell’Asian Youth Day. Il raduno della gioventù cattolica d’Asia ha aperto la sua fase diocesana. Oggi inizierà la sua celebrazione internazionale. La cerimonia di apertura è prevista nella diocesi di Imus, a sud di Manila, con la partecipazione di numerosi vescovi. Mons. Baylon è a capo del Comitato organizzatore dell’evento che è stato definito “la GMG asiatica” e che riunirà oltre 900 giovani filippini, in rappresentanza delle diocesi, e 600 delegati da 22 paesi asiatici. Il tema principale dell’evento suona come un richiamo: “Giovani asiatici, riunitevi, condividete la Parola, vivete l’Eucarestia!”. Un richiamo che sarà ascoltato anche da giovani di paesi in cui la Chiesa vive situazioni difficili come Cina, Laos, Myanmar, Vietnam. Gli obiettivi di questa GMG asiatica, spiega mons. Baylon sono “prima di tutto aiutare i giovani a rinnovare la propria fede e approfondire l’amore verso la Parola di Dio e l’Eucarestia. Inoltre speriamo che sappiano trovare Dio nelle realtà del nostro tempo, nei problemi e nelle sfide che affrontano ogni giorno. Così – terzo obiettivo – potranno diventare autentici agenti di cambiamento e missionari nella loro famiglia, comunità, Chiesa, nazione”. La chiusura dell’Asian Youth Day è prevista per sabato 28 novembre. Mons. Rolando Tirona, presidente dell’Ufficio per il laicato e per la famiglia della FABC, la Federazione delle Conferenze Episcopali d’Asia, celebrerà l’Eucaristia di ringraziamento. (A.M.)

    inizio pagina

    Spagna: al via oggi a Madrid la plenaria dei vescovi

    ◊   I vescovi della Spagna si riuniscono a partire da oggi, a Madrid, per la loro 94.ma plenaria, sotto la presidenza del cardinale arcivescovo di Madrid, Antonio María Rouco Varela, che terrà la prolusione; è presente il nunzio apostolico in Spagna, arcivescovo Renzo Fratini. Nel corso dei lavori, destinati a protrarsi fino al 27 novembre, i presuli eleggeranno un nuovo membro del Comitato esecutivo, in sostituzione del cardinale Carlos Amigo Vallejo, dal 5 novembre arcivescovo emerito di Siviglia e terranno un incontro con dirigenti e collaboratori di “Mani Tese”, nel 50.mo anniversario di fondazione della Ong cattolica, attiva nella lotta alla fame, alle malattie e al sottosviluppo. Tra i punti salienti in agenda della plenaria, figura la riflessione sulla crisi economica alla luce dell’enciclica di Benedetto XVI “Caritas in veritate”, a cura di mons. Santiago García Aracil, arcivescovo di Mérida-Badajoz e presidente della Commissione episcopale di Pastorale sociale. I vescovi si soffermeranno inoltre sull’esercizio del sacerdozio in Spagna, nel contesto dell’Anno Sacerdotale indetto dal Papa Benedetto XVI. Da parte sua, mons. Casimiro López Llorente, vescovo di Segorbe-Castellón e presidente della Commissione episcopale per l’insegnamento e la catechesi, informerà la plenaria sull’introduzione nelle diocesi del Catechismo “Gesù è il Signore”, mentre l’arcivescovo di Toledo, mons. Braulio Rodríguez Plaza, aggiornerà sui preparativi del Congresso eucaristico nazionale in programma a Toledo nel maggio 2010. Un ulteriore tema dei lavori riguarda la preparazione della Giornata Mondiale della Gioventù, da tenersi a Madrid nel mese di agosto 2011; la GMG è organizzata dall’arcidiocesi di Madrid, in speciale collaborazione con la Conferenza episcopale spagnola per quanto attiene al suo svolgimento nelle altre diocesi del Paese; sull’argomento prenderanno la parola il nuovo vescovo di San Sebastián José Ignacio Munilla Aguirre, responsabile del dipartimento di Pastorale giovanile dell’episcopato, che informerà sulle attività di competenza della Conferenza e il vescovo ausiliare di Madrid, César Franco Martínez, coordinatore arcidiocesano della GMG, dal quale verranno informazioni sugli aspetti organizzativi affidati all’Arcidiocesi madrilena. (M.V.)

    inizio pagina

    Le agenzie cattoliche tedesche: aiuti alle vittime dei cambiamenti climatici

    ◊   Il “Gruppo di lavoro cattolico per gli Aiuti d’emergenza” (Katholischer Arbeitskreis Not- und Katastrophenhilfe, Kank) del quale fanno parte anche le Pontificie Opere Missionarie in Germania – Missio Aachen e München – e l’Infanzia Missionaria tedesca “Die Sternsinger”, ha chiesto in questi giorni di compiere sforzi maggiori per la riduzione dei gas serra da parte dei Paesi industrializzati e per assegnare aiuti finanziari ai Paesi vittime dei cambiamenti climatici.
    Come sottolinea il portavoce del gruppo di lavoro e responsabile di “Caritas international”, Oliver Müller, in una nota inviata all’agenzia Fides, i partner dei progetti nelle regioni colpite dalle catastrofi naturali ricordano spesso che per i cambiamenti climatici sono maggiormente responsabili i paesi industrializzati, “di conseguenza questi Paesi dovrebbero anche riparare fin da ora ai danni che questi cambiamenti provocano, soprattutto nei Paesi in via di sviluppo”. Citando la dichiarazione dei vescovi tedeschi del 2006, i membri del Kank sottolineano anche che “non si tratta di elemosina, ma di giustizia”. Il cambiamento climatico globale provoca sempre più frequentemente catastrofi naturali, uragani, piogge torrenziali e inondazioni o siccità. Tutto questo distrugge l’ambiente naturale di vita e le fonti di guadagno, provoca un aumento della povertà, minaccia gli sforzi di sviluppo e fa crescere l’ingiustizia globale. Secondo le previsioni del Foro intergovernativo sul cambiamento climatico (Intergovernmental Panel on Climate Change, Ipcc) nei prossimi anni il rischio di catastrofi aumenterà rapidamente in molte regioni del mondo. Maggiormente colpiti saranno proprio i Paesi più deboli, quelli in via di sviluppo, e i numerosi poveri che vivono in queste regioni. (R.P.)

    inizio pagina

    Proposte, preghiere e dibattiti alle Settimane sociali in Francia

    ◊   Aumentare il sostegno finanziario del 40% ai movimenti solidali, garantire un finanziamento costante alle nuove forme di solidarietà, creare all’interno delle aziende un codice etico per la formazione dei nuovi assunti. Sono alcune delle proposte lanciate durante l’84.ma edizione delle Settimane sociali di Francia (Ssf), conclusasi ieri a Parigi. “Non si tratta solo di essere avamposti della lotta contro la precarietà – ha detto Jerom Vignon, presidente di Ssf – ma di contrastare l’aria di questo tempo che dissolve lo spirito di solidarietà nella società”. Ai margini dei lavori, lo scrittore e giornalista Bernard Lecomte ha sottolineato al Sir che “i media potrebbero fare molto di più per raccontare quanto di positivo si riesce a realizzare con iniziative di solidarietà”. “Oggi – ha aggiunto – i media sembrano più attenti alla tecnica che all’etica e questo non li rende soggetti propositivi di una cultura della solidarietà”. “La solidarietà tra generazioni – ha spiegato inoltre Jerom Vignon – deve essere al primo posto e senza ulteriori ritardi nelle riflessioni e nelle scelte che la cultura, la politica e l’economia devono compiere perché non ci sia interruzione della comunicazione tra diverse età”. Il programma delle Settimane Sociali è stato ricco non solo di interventi e dibattiti. Grande rilevanza è stata data alla preghiera. All’ingresso dei grandi padiglioni del Parco delle Esposizioni, sede dei lavori, è stata allestita una cappella dove i fratelli della comunità di Taizé hanno animato la preghiera. Tra le iniziative ha riscosso particolare successo anche il Forum teatrale: la compagnia “Non abbandoneremo mai la speranza” ha portato in scena delle situazioni di esclusione sociale tratte dalla realtà. (A.L.)

    inizio pagina

    Francia: il cardinale Vingt-Trois denuncia i rischi dell’eugenetica

    ◊   Il presidente della Conferenza episcopale francese, il cardinale André Vingt-Trois, arcivescovo di Parigi, denuncia il rischio dell'eugenetica nell'utilizzo della “diagnosi preimpianto”. “Il Comitato consultivo nazionale dell'etica – sottolinea il cardinale - ha offerto una notifica sulle questioni etiche collegate alla diagnosi prenatale: questa opinione apre la possibilità al rilevamento della sindrome di Down nella diagnosi reimpianto”. Il porporato spiega che tale diagnosi “rappresenta una grave trasgressione etica perché cerca di eliminare gli embrioni non conformi: questa trasgressione è stata accettata dalla legislazione, nello stretto contesto del rilevamento di malattie genetiche di ‘particolare gravità’, considerate incurabili al momento della diagnosi”. In questa occasione, però, si compie un nuovo passo: “Il fatto di ampliare questa ricerca alla Trisomia 21 - denuncia il cardinale André Vingt-Trois - rappresenta un ulteriore passo verso l'utilizzo eugenetico della diagnosi reimpianto”. “Nulla – aggiunge l’arcivescovo di Parigi - impedirà che domani venga estesa alla ricerca di altre malattie, compresa la soddisfazione dei desideri personali”. "Senza nascondere le difficoltà che incontrano le persone affette dalla Sindrome di Down, bisogna ricordare che non si tratta di un'anomalia mortale". "Non ci troviamo forse davanti a un rifiuto insidioso delle nostre società moderne ad accogliere le persone con handicap?. Con l'avvicinarsi della revisione delle leggi sulla bioetica – conclude il porporato - la dichiarazione del Comitato consultivo nazionale dell'etica non è esente da preoccupazioni per il rischio di abusi eugenetici, rischio sottolineato nel rapporto del Consiglio di Stato e dagli Stati generali della Bioetica”. (A.L.)

    inizio pagina

    Obiezione di coscienza: per i medici cattolici “negarla restringe il diritto di scelta”

    ◊   Il presidente della Federazione internazionale delle associazioni dei medici cattolici (Fiamc), Josep Maria Simón Castellví, nel suo intervento all’XI Congresso Cattolici e Vita pubblica svoltosi a Madrid, in Spagna, e riportato dall'agenzia Zenit, ha parlato di obiezione di coscienza, sottolineando l’abbandono della professione medica da parte di molti dottori, fatto che mina il diritto dei pazienti a scegliere un medico di cui condivida i valori. “In questo modo diminuisce l’accesso a una sanità di qualità”, ha spiegato, scagliandosi in particolare contro la decisione dell’amministrazione Obama di ribaltare la legge sulla sanità Health and Human Service Rule, del dicembre 2008. “Un notevole passo indietro per i diritti della coscienza che la legge tutelava”, ha detto. Anche altre azioni di Obama, secondo Castellví, “minano il rispetto per la vita e la dignità umana e la libertà delle religioni, negli Stati Uniti e negli altri Paesi del mondo”. Il presidente della Fiamc è contrario a un’eccessiva regolamentazione dell’obiezione di coscienza: “È l’ultimo baluardo della persona, il suo ambito di intimità in cui prenderà decisioni e ne sarà responsabile”. Il medico ha concluso il suo intervento citando l’esempio di John C. Fleming, che nel marzo scorso scrisse al presidente Usa della discriminazione dei professionisti che si rifiutavano di praticare aborti, e del beato austriaco Franz Jägerstätter, martire dell’ideologia nazista. (R.B.)

    inizio pagina

    Movimento Religioni per la Pace: le differenze culturali sono occasione di crescita

    ◊   Differenze culturali che non devono essere “una minaccia”, bensì “un’occasione di crescita”: così il movimento multireligioso internazionale Religioni per la Pace commenta alla Zenit l’iniziativa ‘White Christmas’ organizzata nel Comune di Coccaglio, in provincia di Brescia, contro i migranti irregolari. “Quando ci si rifà al Natale non si possono trascurare i racconti evangelici sulla nascita di Gesù – scrivono dall’organizzazione – che riferiscono del rifiuto opposto a Maria e Giuseppe di un luogo ospitale in cui partorire il figlio. Tale rifiuto veniva attribuito proprio all’essere forestieri. Il messaggio non si presta a equivoci e si ricollega alla questione dell’accoglienza dello straniero”. Lo straniero, secondo il movimento, è infatti per definizione colui che versa in una condizione di “maggiore instabilità e vulnerabilità” e fa così emergere “l’intima sensazione di precarietà insita nella condizione umana”. “Quali conseguenze potrà avere nel tempo la frustrazione per una dignità umana non considerata e perciò sostanzialmente violata?”, si chiede Religioni per la Pace, riconoscendo da un lato “le preoccupazioni degli abitanti storici”, ma considerando anche “un compito civile per tutti l’impegno costante per la riconciliazione in comunità divise, rese inquiete da timori e sospetti reciproci”. Un obiettivo forse ambizioso, ancora, quello del “raggiungimento di un livello sempre migliore di un’integrazione rispettosa delle differenze”, per il quale, però, vale la pena di lavorare. Oggi, intanto, gli stranieri residenti nel territorio, circa seimila appartenenti a 40 etnie diverse su una popolazione di 30mila abitanti tra i Comuni di Rovato, Coccaglio ed Erbusco, ribattezzatisi gli uomini dello ‘United colors of Christmas’, sono scesi in piazza con slogan e manifesti. Sono circa un centinaio. (R.B.)

    inizio pagina

    Per un’etica amica della persona: a Roma, un incontro sulla “Caritas in veritate”

    ◊   “Per un’etica amica della persona, in politica ed in economia”: è il titolo di una conferenza sull’Enciclica Caritas in veritate, che si svolgerà mercoledì 25 novembre, alle ore 20.30, a Roma, presso la Domus Sessoriana (piazza Santa Croce in Gerusalemme, 10). All’incontro, organizzato dalla Compagnia di San Giorgio, parteciperanno il prof. Flavio Felice, presidente del Centro Studi Tocqueville-Acton e docente di dottrine economiche e politiche alla Pontificia Università Lateranense e gli onorevoli Paola Binetti e Raffaello Vignali, rispettivamente deputato del Partito democratico e del Popolo della Libertà. L’incontro ha la finalità di approfondire il messaggio della Caritas in veritate di Benedetto XVI sotto il profilo economico e politico. (A.G.)

    inizio pagina

    Ad Arezzo quattro giorni di confronto sulla sicurezza del paziente

    ◊   Al via domani ad Arezzo la quarta edizione per il “Forum Risk management in sanità”, l’appuntamento annuale più importante nella sanità italiana nel campo della sicurezza del paziente e momento di confronto delle migliori pratiche sanitarie. Tema della 4 giorni di dibattiti e appuntamenti espositivi sarà “La persona al centro”, argomento sul quale si confronteranno tutti gli attori del Sistema Sanitario Nazionale. Tra i numerosi temi al centro dell’evento, la responsabilità professionale, la sicurezza delle apparecchiature medico-diagnostiche, la gestione del rischio clinico, e l’evoluzione della professione sanitaria, ma anche la sicurezza dei dispositivi medici per l’home care, l’etichettatura degli alimenti, la sicurezza dei pazienti in sala operatoria. Protagonista poi il futuro, con la robotica, la telemedicina e la sanità elettronica, al centro del piano presentato dal Ministero della Salute assieme al Ministero della Pubblica Amministrazione e dell’Innovazione. Nell’area espositiva sarà allestito un ampio spazio per la simulazione, sale operatorie dove le 30 aziende produttrici di tecnologie partecipanti potranno presentare le soluzioni più sicure e innovative per la diagnostica, la cura, l’assistenza e la riabilitazione. In programma anche due letture magistrali di grande rilevanza: “Criteri internazionali di valutazione della sanità”, tenuta dal prof. Stuart Rosenberg (presidente Ceo - Harvard Medical School) e “Il paziente come guida al cambiamento”, con la prof.ssa Rebecca O’Malley, della World Alliance for Patient Safety. (S.S.)

    inizio pagina

    Gli esperti di sicurezza on line mettono in guardia dalle truffe informatiche nel periodo natalizio

    ◊   Durante il periodo natalizio aumenta il rischio di truffe informatiche. L’obiettivo dei truffatori è di sottrarre non solo denaro agli utenti, ma anche dati personali e informazioni finanziarie. Vengono creati siti e ideate truffe con riferimenti legati al Natale che possono trarre in inganno anche gli utenti più esperti. Negli ultimi due anni sono stati sottratti diversi miliardi di dollari con molteplici tecniche truffaldine. Per cercare di arginare le truffe legate al mondo della rete McAfee, società californiana esperta in tecnologie di sicurezza online, ricorda le più frequenti truffe informatiche utilizzate nel periodo natalizio. Una delle principali consiste nel cosiddetto “phishing di beneficenza”: gli hacker sfruttano la maggiore predisposizione alla generosità inviando e-mail che sembrano provenire da enti di beneficienza. In realtà, si tratta di siti web fasulli creati per appropriarsi di donazioni o delle informazioni delle carte di credito. Il suggerimento degli esperti è di effettuare le donazioni solo attraverso i siti ufficiali delle associazioni prescelte. Un’altra truffa consiste nell’invio di fatture fasulle da parte di servizi di consegna apparentemente legittimi. Si chiedono i dettagli della carta di credito per il riaccredito sul conto. In altri casi viene richiesta la compilazione di un modulo per ricevere il pacco. Al termine della compilazione, vengono carpite le informazioni oppure viene installato automaticamente un virus sul computer. Prima di procedere con la compilazione di un modulo on line è consigliabile verificare l'esattezza dell'indirizzo del sito. Quelli truffaldini, generalmente, abbondano di numeri e lettere. Un altro crimine informatico è legato ai Social Networking. Soprattutto durante il periodo natalizio vengono inviate “nuove richieste di amicizia” che, in realtà, non provengono da siti autorizzati. Cliccare sui link contenuti in queste e-mail può portare all’installazione automatica di virus che consentono agli hacker di sottrarre informazioni personali. E' consigliabile non rispondere a questo tipo di richieste se non si conosce l'identità di chi le ha inviate. Un’altra tecnica utilizzata dai pirati informatici è quella dei biglietti natalizi elettronici: anche in questo caso gli allegati di posta possono nascondere molteplici insidie. Prima di aprire tali allegati è preferibile effettuare una scansione con un apposito programma antivirus. Su Internet si trovano inoltre siti che invitano potenziali acquirenti ad acquistare regali costosi ad un prezzo scontato. L’obiettivo è di spingere a comprare prodotti che poi non verranno consegnati. E’ in aumento anche il furto d’identità online. Mentre gli utenti fanno acquisti e navigano, gli hacker possono spiare la loro attività nel tentativo di rubare informazioni personali. Il consiglio degli esperti, in questo caso, è di non fare mai acquisti online da un computer utilizzando una rete Wi-Fi non protetta. Bisogna prestare attenzione anche ai canti natalizi: una suoneria e uno sfondo a tema natalizio possono infatti contenere virus in grado di infettare il computer. Prima di scaricare il file bisogna essere certi dell’attendibilità del sito che offre tali servizi. Un altro furto che dilaga durante le feste natalizie è quello delle password: gli hacker accedono a dettagli bancari o della carta di credito dei consumatori. E’ consigliabile cambiare frequentemente le password. Una truffa frequente è poi quella dell’invio di e-mail che sembrano arrivare da istituti finanziari. Si chiede di confermare informazioni relative al proprio conto. In realtà il sito è falso. In genere uno spazio web fasullo, pur presentando la stessa grafica, ha un indirizzo simile a quello reale. Controllare l'indirizzo del sito è quindi la prima mossa da compiere per evitare questo tipo di truffa. Un'altra pratica truffaldina è infine quella della richiesta di un "riscatto" in cambio dell’accesso ai propri file. Il truffatore rende illeggibili alcuni file dell’utente chiedendo il pagamento di una somma per consentirne nuovamente l’apertura. In questo caso il consiglio degli esperti è di proteggere i propri file con l’utilizzo di password. (A.L.)

    inizio pagina

    24 Ore nel Mondo



    Filippine: oltre 20 morti negli scontri a Mindanao

    ◊   Si è trasformato in un bagno di sangue nelle Filippine lo scontro tra fazioni di gruppi politici opposti nell’area di Mindanao. Almeno 21 i morti e decine i feriti. Secondo le prime ricostruzioni, un centinaio di uomini armati avrebbero assalito un gruppo al seguito di un politico locale, vice sindaco di Buluan, Ibrahim Mangudadatu, per impedirgli di presentare la sua candidatura a governatore provinciale. L’incandescente clima politico nelle Filippine, alle prese anche con il grave fenomeno del terrorismo estremista islamico, fa temere soprattutto in vista delle elezioni generali del maggio 2010. Stefano Leszczynski ha intervistato Paolo Affatato, dell’associazione "Asia Maior", esperto dell’area:

    R. – Certo, le elezioni saranno un passaggio molto importante nella storia di questo Paese. Ricordiamo che si eleggerà il presidente, il vice presidente, le due Camere del Parlamento nonché circa 17mila governi locali; quindi, il processo di avvicinamento a questo evento crea una certa tensione ed è accompagnato da episodi di violenza che si sono verificati anche nelle scorse tornate elettorali.

     
    D. – Ci sono ragioni più profonde di questi disordini all’interno delle Filippine? È il segnale di qualcosa che va effettivamente cambiato nel Paese?

     
    R. – È da alcuni anni che il Paese sta vivendo un capitolo relativo al rispetto dei diritti umani molto preoccupante. La scia di uccisioni extragiudiziali, soprattutto ai danni di avvocati, giudici, attivisti politici nonché giornalisti, sindacalisti, religiosi, tutti esponenti impegnati nella società civile, va aumentando. Molti osservatori hanno notato con disappunto proprio la mancata volontà politica nel governo di Manila di bloccare questi fenomeni. Pensiamo che complessivamente, in circa otto anni del governo dell’attuale presidente Arroyo, sono state documentate 977 vittime di omicidi extragiudiziali, 201 persone sparite, oltre mille vittime di torture, 1.500 arresti illegali: ecco, sono cifre che danno l’idea di un perdurante clima di impunità che di fatto ha reso le Filippine molto più insicure e che fa registrare un grande degrado dello Stato di diritto.

     
    D. – In questo contesto si innesca poi l’altro grave problema, quello del terrorismo di matrice islamica …

     
    R. – Questo è un altro problema che da oltre 30 anni attraversa il Paese e che non è stato ancora risolto. Sono in corso negoziati, c’è un processo di pace che ha subito una brusca interruzione nel 2008 e che adesso le parti cercano di riannodare.

     
    Afghanistan
    La Procura della Repubblica afghana ha avviato le indagini per appropriazione indebita e sospetta corruzione di due ministri del governo uscente del presidente Hamid Karzai. Al riguardo il vice procuratore della repubblica, Fazal Muhammad Faqiryar, ha confermato che un gruppo di magistrati sta raccogliendo elementi su due ministri e su altri funzionari del governo, che potrebbero essere implicati in un giro di tangenti. Il magistrato ha però smentito che contro di loro sia stato spiccato un mandato di cattura. Da tempo, i Paesi impegnati nella Forza multinazionale militare di assistenza all'Afghanistan (Isaf) hanno chiesto a Karzai di impegnarsi nella lotta alla corruzione nel Paese e lo stesso capo dello Stato ha promesso un impegno totale. Intanto, quattro soldati americani e tre afghani sono morti nelle ultime ore in Afghanistan in due diversi attacchi: in Afghanistan meridionale e nella regione orientale. Dall'inizio del conflitto, sono 927 i militari statunitensi morti in Afghanistan.

    Pakistan
    Una trentina di estremisti islamici sono morti in bombardamenti e scontri con reparti dell'esercito nel Pakistan nord-occidentale. I combattimenti sono avvenuti nella Orakzai Agency, una delle aree tribali del Pakistan alla frontiera con l'Afghanistan, dove le forze di sicurezza hanno distrutto alcune basi dei talebani. Intanto, le autorità pachistane hanno reso noto che l'aviazione ha bombardato per due ore posizioni talebane nelle aree di Spery, Kherkai e Sewal nella regione tribale di Bajaur. Il bilancio è di almeno cinque militanti uccisi, due stranieri, e quattro feriti. Sempre nel Bajaur, forze regolari si sono scontrate con un commando composto da varie decine di talebani di cui undici sono stati uccisi, compreso il loro leader Rafiullah. In un'altra operazione è stato distrutto il nascondiglio di un estremista a Terkhu e uccise le due persone che si trovavano al suo interno. Infine a Quetta, capoluogo della provincia pachistana del Balucistan, un commando ha aperto il fuoco contro tre agenti di polizia a Qali Baro uccidendone due e ferendo gravemente il terzo.

    Libano - Siria
    Non si hanno notizie sulla scomparsa di Nawwar Abbud, un seguace del movimento vicino a Rifaat al Ass, zio dell'attuale presidente siriano Bashar al Assad e da trent'anni in esilio perchè in contrasto col regime di Damasco. Sulla vicenda, si leva la voce di Human Rights Watch. Il servizio di Chiara Pileri:

    All'indomani delle celebrazioni per l'indipendenza in Libano, l'organizzazione internazionale Human Rights Watch (Hrw) ha oggi sollecitato il governo di Beirut a dare risposte sulla sorte di Nawwar Abbud, un oppositore siriano residente in Libano, da mesi scomparso nel nulla. L’uomo venne prelevato dal suo ufficio di Tripoli il 24 dicembre scorso, per essere interrogato dai servizi di sicurezza libanesi. Secondo i militari sarebbe stato rilasciato 24 ore dopo il fermo, ma di lui da allora non si hanno più notizie. ''Il Libano ha celebrato la sua indipendenza, ma non è stato capace di voltare pagina sulle sparizioni forzate'', ha affermato il responsabile locale di Human Rights Watch. ''Se si vuole che la gente inizi a sentirsi tutelata dal governo, le forze dell'ordine devono operare nel modo più trasparente e responsabile possibile''. Il timore, secondo i familiari e il legale che sta seguendo la vicenda, è che l’uomo scomparso sia stato trasferito in Siria. Secondo però la sicurezza generale libanese, nei giorni successivi alla sua sparizione, in nessuno dei punti di frontiera ufficiali ci sarebbero tracce del passaggio di Abbud.

     
    Australia - emissioni Co2
    Circa 130 manifestanti sono stati arrestati oggi davanti al parlamento di Canberra, capitale dell’Australia, mentre in Senato infuriava il dibattito sul progetto di riduzione delle emissioni di Co2. Il governo laburista di Kevin Rudd sta cercando di far approvare questo programma prima del vertice Onu sul clima di Copenaghen. I dimostranti hanno chiesto che l'Australia si impegni a ridurre le emissioni, entro il 2020, del 40% rispetto al 2000. Diversi parlamentari conservatori si stanno invece opponendo alla promessa chiave della campagna elettorale di Rudd, affermando che danneggerà l'occupazione e l'industria, mentre i Verdi Australiani, partito ambientalista, noti comunemente come "The Greens", lo respingono perché troppo debole.

    Ue - Ambiente
    La Ue vuole raggiungere un accordo “ambizioso e vincolante” sul clima a Copenaghen. È la volontà riaffermata dai ministri dell'Ambiente della Ue, riuniti oggi a Bruxelles per un consiglio straordinario che serve a mettere a punto gli ultimi dettagli della proposta con la quale l'Unione europea intende presentarsi unita a Copenaghen. Alla riunione di Bruxelles è presente anche il negoziatore dell'Onu, Ivo de Boer. Come annunciato giovedì scorso dal presidente francese Sarkozy, dalla cancelliera tedesca Merkel e dal premier danese Rasmussen, i leader europei saranno tutti presenti a Copenaghen il 17 e il 18 dicembre prossimi. Finora, sono 65 i capi di Stato e di governo che hanno confermato la loro partecipazione alla conferenza dell'Onu.

    Regno Unito - alluvione Cumbria
    Alcuni residenti nella contea inglese di Cumbria hanno passato la quarta notte fuori dalle loro abitazioni a causa delle inondazioni dei giorni scorsi. Molte strade rimangono inagibili, sei i ponti crollati. Più di 1.300 case sono state danneggiate e agli abitanti è stato consigliato di non rientrare negli edifici. Forti piogge continuano a interessare la maggior parte del Regno Unito e ci sono 21 allarmi inondazioni nel Paese, ma secondo i meteorologi le precipitazioni non alzeranno significativamente il livello dei fiumi. Soltanto l’allarme che riguarda il fiume Eamont presuppone una seria minaccia di pericolo. Sei delle allerte alluvioni sono in vigore in Scozia, dieci nel nord-ovest dell'Inghilterra e due nelle Midlands.

    Presidenziali in Romania
    Andranno al ballottaggio il prossimo 6 dicembre il presidente in carica, Traian Basescu ed il suo rivale, l'esponente socialista Mircea Geoana. Stando al risultato dello spoglio del 74% circa delle schede, Basescu risulta in testa con il 32,84%, Geoana al secondo posto con il 29,82% dei voti. Oltre al voto per il rinnovo della carica di presidente, i romeni ieri sono stati chiamati a pronunciarsi, tramite referendum, sulla riforma proposta da Basescu per ridurre da 471 a 300 il numero dei legislatori e creare una camera unica. Basescu avrebbe rivolto un appello al parlamento perché proceda rapidamente con la riforma. Il referendum, anche se non porta automaticamente a cambiamenti istituzionali, mette in discussione, per la prima volta dal crollo del comunismo, la riforma del Parlamento. Gli organismi che hanno curato l'organizzazione e la supervisione del voto avevano ricevuto, già poche ore dopo l'apertura dei seggi, centinaia di denunce di irregolarità, relative a voti comprati e brogli.

    Nagorno-Karabakh
    I colloqui che i presidenti di Armenia e Azerbaigian hanno avuto ieri a Monaco di Baviera sulla questione del Nagorno-Karabakh sono stati “costruttivi” e hanno fatto registrare un “progresso” negli sforzi di soluzione della lunga disputa tra le due repubbliche caucasiche. Lo hanno detto i rappresentanti del "Gruppo di Minsk" in seno all'Osce (Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa), che fungono da mediatori nella trattativa. I due presidenti hanno incaricato i rispettivi ministri degli Esteri di proseguire il lavoro, e il prossimo appuntamento sarà un incontro dei capi delle due diplomazie alla vigilia del Consiglio ministeriale dell'Osce, in programma l'1 e 2 dicembre ad Atene. Il Nagorno-Karabak è una enclave armena (a maggioranza di popolazione cristiana) nell'Azerbaigian musulmano, al centro di una lunga disputa territoriale tra le due repubbliche ex sovietiche del Caucaso. Una guerra nei primi Anni Novanta provocò 30 mila morti e centinaia di migliaia di profughi. Una tregua è in atto dal 1994. Sabato scorso il presidente azero Aliev aveva definito l'incontro di ieri come l'ultima chance, minacciando un nuovo conflitto armato in caso di mancato accordo.

    Cambogia
    Gli avvocati delle vittime dei Khmer rossi hanno accusato oggi Kaing Guek Eav, detto il compagno “Duch”, per il tentato raggiro contro il Tribunale speciale internazionale ordinato dall'Onu che lo sta giudicando. Duch è accusato di crimini di guerra e contro l'umanità, in particolar modo per aver “supervisionato” l'esecuzione di oltre 15mila persone nella prigione di Tuol Sleng, da lui diretta fra il 1975 e il 1979, anni in cui i Khmer Rossi si sono macchiati di crimini terribili. Kaing Guek Eav è il primo dei cinque dirigenti del regime ad essere giudicato e il primo a collaborare con la giustizia.

    Cina - condanna dissidente
    Nuova condanna - a tre anni di reclusione - per il noto dissidente cinese Huang Qi, giudicato colpevole questa volta di una non meglio precisata accusa di "possesso illegale di segreti di Stato". La denuncia arriva dall'organizzazione "Chinese Human Rights Defenders" (Chrd), secondo la quale la sentenza è da mettere in relazione alle attività svolte a sostegno delle famiglie che, durante il terremoto nel maggio del 2008, persero i propri figli nei crolli degli edifici scolastici. Huang era già stato tenuto in prigione tra il febbraio 2003 ed il mese di giugno 2005 per "istigazione al rovesciamento dello Stato", ma aveva ripreso le sue attività a tutela dei diritti umani dopo la sua scarcerazione. Il dissidente è stato quindi arrestato nuovamente nel giugno 2008, dopo aver dato notizia delle proteste realizzate dai genitori dei bambini morti nel terremoto ed aver rilasciato interviste a giornali stranieri.

    Cina - esplosione miniera
    Aumenta a 104 il bilancio delle vittime dell'esplosione di grisù, avvenuta sabato in una miniera a Hegang, provincia nord-occidentale cinese dello Heilongjiang. Circa dieci donne, parenti delle vittime, si sono radunate oggi di fronte alla miniera per protestare, scontrandosi con le forze dell'ordine. L'esplosione, il più grave incidente in una miniera verificatosi negli ultimi due anni, era avvenuta nelle prime ore di sabato, quando sotto terra si trovavano oltre 500 minatori. Le donne denunciano la mancanza di informazioni e l'impossibilità di comunicare con le autorità. Alcune donne sono state caricate con la forza su un mezzo e portate via. La polizia e le guardie della miniera hanno formato un cordone per impedire l'ingresso nella miniera, mentre uomini che non si sono voluti qualificare hanno impedito che le donne parlassero con i giornalisti, coprendo le telecamere. Proprio ieri un'altra esplosione ha causato la morte di 11 minatori nella provincia meridionale dell'Hunan.

    Hong Kong - riforma costituzionale
    Un gruppo di deputati di Hong Kong minacciano di dimettersi in massa per contrastare le proposte di riforma costituzionale avanzate dal governo. Il risultato della protesta potrebbe essere la destituzione di un deputato per ognuno dei cinque distretti elettorali dell'ex colonia britannica, o più drasticamente la rinuncia in massa di tutti i 23 deputati pro democrazia. I deputati sostengono che, anche se entro il 2007 al territorio di Hong Kong doveva essere riconosciuto un sistema pienamente democratico, attualmente solo la metà dei 60 deputati viene eletta direttamente, mentre gli altri sono indicati da lobby professionali vicine al governo scelto da Pechino. La riforma costituzionale, proposta la settimana scorsa, richiede di aggiungere altri dieci deputati, la metà dei quali eletti e gli altri scelti dai consiglieri dei distretti, e amplia da 796 a 1.200 membri il comitato elettorale per la scelta del segretario capo.

    Indonesia
    È ancora provvisorio il bilancio delle vittime dell'ennesimo affondamento di un traghetto nelle acque a largo dell'isola indonesiana di Karimun, vicino a Sumatra: 29 morti, 17 dispersi, mentre sono 250 le persone tratte in salvo. Il "Dumai Express 10", aveva una capienza di 273 persone ma aveva a bordo al momento del naufragio 291 persone, compresi 13 membri dell'equipaggio. Le operazioni per recuperare i superstiti sono state rese difficili dal maltempo, le persone galleggiavano alla deriva in acque infestate dagli squali. (Panoramica internazionale a cura di Fausta Speranza e Chiara Pileri)

     
    Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LIII no. 327

     
    E' possibile ricevere gratuitamente, via posta elettronica, l'edizione quotidiana del Bollettino del Radiogiornale. La richiesta può essere effettuata sulla home page del sito www.radiovaticana.va/italiano.

    inizio pagina