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Sommario del 11/11/2009

Il Papa e la Santa Sede

  • Il Papa all'udienza generale: chi ha a cuore l'Europa ne apprezzi e difenda l'eredità cristiana. Appello per gli sfollati di guerra dello Sri Lanka
  • Il nunzio in Sri Lanka: la comunità internazionale aiuti la ricostruzione
  • Nomine
  • Mons. Migliore all'Onu: garantire la libertà religiosa senza alcuna restrizione
  • Francia e Regno Unito con la Santa Sede per un Trattato sul commercio delle armi
  • Oggi su "L'Osservatore Romano"
  • Oggi in Primo Piano

  • Il direttore generale della Fao: sciopero della fame mondiale per il diritto al cibo
  • Petizione al Parlamento di Strasburgo in difesa del Crocifisso a scuola
  • Obama: più soldati per l'Afghanistan
  • Dibattito sulla "Fides et ratio" all'Urbaniana: intervista con mons. Piacenza
  • Convegno alla Lateranense sulla persona umana davanti al Crocifisso
  • Presentato il Cd musicale "Alma Mater", con la voce del Papa, prodotto da San Paolo Multimedia
  • La Chiesa ricorda San Martino, vescovo di Tours. Il Papa: solo con la condivisione è possibile un mondo di pace e giustizia
  • Chiesa e Società

  • Appello della Chiesa per la pace tra Venezuela e Colombia
  • Rapporto 2009 sulla tortura in Colombia: un terzo delle vittime sono minori
  • La Chiesa del Guatemala contesta le disposizioni governative sulla pianificazione familiare
  • Ucciso il sacerdote francescano rapito in Guatemala
  • Campagna mondiale per la raccolta di firme contro l’aborto
  • Movimenti e comunità cristiane d'Europa celebrano i 10 anni del cammino di comunione
  • Aperto l’Anno accademico del Camillianum: Lectio magistralis di mons. Zimowski
  • Ad Assisi l’Assemblea della Cei: attenzione al Sud e rito delle esequie
  • Plenaria della Comece sul Trattato di Lisbona
  • Nuovo sito internet per l’arcidiocesi cattolica della Madre di Dio a Mosca
  • La presenza cappuccina da un secolo nella Repubblica Democratica del Congo
  • Le donne nella Bibbia al centro di un convegno a Roma
  • A Napoli il convegno dell’Associazione musei ecclesiastici italiani
  • Diocesi di Roma: presentato il nuovo sussidio per imparare a pregare
  • Acquistabile on line il calendario 2010 di Benedetto XVI
  • 24 Ore nel Mondo

  • Abu Mazen tende la mano ad Hamas per la riconciliazione tra le fazioni palestinesi
  • Il Papa e la Santa Sede



    Il Papa all'udienza generale: chi ha a cuore l'Europa ne apprezzi e difenda l'eredità cristiana. Appello per gli sfollati di guerra dello Sri Lanka

    ◊   L’Europa è erede di un ricco patrimonio di valori culturali e religiosi, radicati mille anni fa nel continente dai monasteri dell’Ordine di Cluny. Chi ha a cuore il “futuro dell’Europa” apprezzi e difenda questo “umanesimo cristiano”. Con questo pensiero Benedetto XVI ha terminato la catechesi all’udienza generale di questa mattina, in Aula Paolo VI. Il Papa ha anche levato un appello in favore degli sfollati di guerra dello Sri Lanka, affinché la comunità internazionale si muova in loro soccorso e le autorità del Paese trovino rapidamente una soluzione favorevole alla pace. Il servizio di Alessandro De Carolis:

    Spirito e umanità. Le cose di Dio curate come le cose dell’uomo, sia che si trattasse di migliorare la liturgia o di sviluppare l’agricoltura e l’artigianato, diffondere il senso della preghiera o quello della cultura, praticare la carità verso i poveri come l’istruzione per i bambini. Protagonisti di questa imponente rivoluzione sociale e religiosa, ha descritto Benedetto XVI, furono nel Medioevo i circa 1200 monasteri dell’Ordine di Cluny, un movimento incredibilmente vasto considerata l’epoca, che rinnovando la vita dei chiostri rinnovò quella di un intero continente, secondo quell’operosa spiritualità benedettina in parte decaduta. In un contesto - attorno all’anno mille - fatto di invasioni, “povertà diffusa”, “dipendenza delle abbazie dai signori locali, la rivoluzione, ha spiegato il Papa, partì dal di dentro, dal cuore:

     
    “Cluny rappresentò l’anima di un profondo rinnovamento della vita monastica, per ricondurla alla sua ispirazione originaria. A Cluny venne ripristinata l’osservanza della Regola di san Benedetto con alcuni adattamenti già introdotti da altri riformatori. Soprattutto si volle garantire il ruolo centrale che deve occupare la Liturgia nella vita cristiana”.

     
    L’importanza riservata alla liturgia fu grande perché, ha osservato il Pontefice, “i monaci di Cluny erano convinti che essa fosse partecipazione alla liturgia del cielo”. Arte, architettura, musica sacra: tutto venne utilizzato per abbellire e rendere solenni i riti. Questa profonda spiritualità - che presto generò sotto la spinta di Papi e principi - una “fitta rete” di comunità cluniacensi - diffuse i suoi benefici anche sulla Chiesa universale. Due, ha detto il Papa, “erano i mali che affliggevano la Chiesa di quel periodo: la simonia, cioè l’acquisizione di cariche pastorali dietro compenso, e l’immoralità del clero secolare”:
     
    “Gli abati di Cluny con la loro autorevolezza spirituale, i monaci cluniacensi che divennero Vescovi, alcuni di loro persino Papi, furono protagonisti di tale imponente azione di rinnovamento spirituale. E i frutti non mancarono: il celibato dei sacerdoti tornò a essere stimato e vissuto, e nell’assunzione degli uffici ecclesiastici vennero introdotte procedure più trasparenti”.

     
    Ad una Chiesa purificata si accompagnò, grazie a quest’Ordine monastico, un deciso risveglio sociale. I monaci testimoniarono in ogni loro casa, ha notato Benedetto XVI, un forte “impegno di carità” e promossero due istituzioni – le cosiddette “tregue di Dio” e “pace di Dio” - che si opposero al diffuso “spirito di vendetta” del tempo guadagnando “lunghi periodi di non belligeranza” e di rispetto per i luoghi sacri:
     
    “Nella coscienza dei popoli dell’Europa si incrementava così quel processo di lunga gestazione, che avrebbe portato a riconoscere, in modo sempre più chiaro, due elementi fondamentali per la costruzione della società, e cioè il valore della persona umana e il bene primario della pace”.

     
    In sostanza, è stata la considerazione conclusiva del Papa, “mille anni fa, quando era in pieno svolgimento il processo di formazione dell’identità europea”, l’esperienza cluniacense, diffusa tra Italia, Francia, Spagna, Germania, Ungheria “ha apportato il suo contributo importante e prezioso”:

     
    “Ha richiamato il primato dei beni dello spirito; ha tenuto desta la tensione verso le cose di Dio, il primato di Dio; ha ispirato e favorito iniziative e istituzioni per la promozione dei valori umani; ha educato ad uno spirito di pace. Cari fratelli e sorelle, preghiamo perché tutti coloro che hanno a cuore un autentico umanesimo e il futuro dell’Europa sappiano riscoprire, apprezzare e difendere il ricco patrimonio culturale e religioso di questi secoli”.
     
    Prima della benedizione finale, Benedetto XVI ha salutato in modo speciale, fra gli altri, i partecipanti al pellegrinaggio promosso dalla Famiglia dei Discepoli e delle Ancelle del Signore, in occasione del cinquantesimo anniversario della morte del loro fondatore padre Giovanni Minozzi, definito un “umile e tenace apostolo dell’amore di Dio tra i poveri delle regioni meridionali d’Italia”. E un saluto di “particolare affetto” è andato a ufficiali e allievi della Guardia di Finanza della Caserma di Coppito, vicino L’Aquila, diventata “punto di riferimento della popolazione" durante il terremoto in Abruzzo dello scorso aprile. “La medaglia più bella di cui il vostro reparto possa fregiarsi - ha detto il Pontefice - è quella della solidarietà, della quale in questi mesi la vostra struttura è stata protagonista e testimone”.

     
    Infine, Benedetto XVI ha voluto ricordare il dramma degli sfollati di guerra nello Sri Lanka e la loro perdurante condizione di precarietà, a sei mesi dal termine del conflitto che ha insanguinato il Paese:

     
    “Chiedo a tutti i cittadini di adoperarsi per una rapida pacificazione, nel pieno rispetto dei diritti umani, e per una giusta soluzione politica delle sfide che ancora attendono il Paese. Auspico, infine, che la Comunità internazionale si adoperi in favore delle necessità umanitarie ed economiche dello Sri Lanka, ed elevo la mia preghiera alla Vergine Santa di Madhu, affinché continui a vegliare su quella amata Terra”.

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    Il nunzio in Sri Lanka: la comunità internazionale aiuti la ricostruzione

    ◊   E sulla difficile situazione umanitaria e politica dello Sri Lanka sentiamo il nunzio apostolico a Colombo, mons. Joseph Spiteri, cui Stefano Leszczynski ha chiesto un commento alla luce dell’Appello di Benedetto XVI:

    R. – Questo appello tocca due punti molto importanti: da una parte c’è il ritorno degli sfollati di guerra, che sono ancora più di 160 mila ed ancora nei campi da alcuni anni e, dall’altra, una soluzione più duratura del conflitto, che sarà poi a beneficio di tutto il Paese.

     
    D. – Lo Sri Lanka è da poco uscito da un conflitto estremamente sanguinoso. Qual è la situazione in cui si trova a vivere oggi il Paese?

     
    R. – L’ultima fase del conflitto riguardava una regione del nord solamente. Adesso c’è già la possibilità di viaggiare in quasi tutto il Paese. Si vede anche la ricostruzione delle nuove infrastrutture. Il problema ora è quello del lavoro, di ritrovare i posti di lavoro.

     
    D. – Eccellenza, il Santo Padre ha anche auspicato che la comunità internazionale intervenga in maniera più concreta per aiutare il Paese sia da un punto di vista umanitario che economico…

     
    R. – ...prima di tutto per la ricostruzione e quindi anche per aiutare questi sfollati, permettendo loro di ritornare alle proprie case, che sono state però distrutte: ora c’è bisogno di un grande impegno. E’ necessaria, a volte, la ricostruzione di interi villaggi. Lo Sri Lanka, però, ha anche bisogno di appoggio economico per cercare di sostenere quelle poche industrie che vivono grazie all’esportazione. La comunità internazionale dovrebbe poi continuare ad appoggiare e sostenere il dialogo tra tutte le comunità, anche per cercare di trovare delle soluzioni secondo la cultura e le tradizioni locali, ma sempre nel rispetto della piena democrazia e dei diritti di tutti i cittadini. Anche il presidente ha insistito molto sul fatto che tutti i cittadini debbano sentirsi cittadini a pieno titolo e quindi con tutti i loro diritti. Ma anche lì è necessario aiutare le diverse comunità ed intavolare con loro un dialogo più profondo, anche con la partecipazione della diaspora di queste stesse comunità all’estero.

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    Nomine

    ◊   Benedetto XVI ha accettato la rinuncia al governo pastorale della diocesi di Lages (Brasile), presentata da mons. João Oneres Marchiori per raggiunti limiti di età. Gli succede padre Irineu Andreassa, dell’Ordine dei Frati Minori, finora parroco delle Parrocchie di "Sant’Ana" e "Nossa Senhora Aparecida" nella diocesi di Marília. Padre Irineu Andreassa è nato il 15 dicembre 1949 a Iacri, nella diocesi di Marília, Stato di São Paulo, ed è stato ordinato sacerdote il 16 dicembre 1978.

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    Mons. Migliore all'Onu: garantire la libertà religiosa senza alcuna restrizione

    ◊   La manipolazione e l’uso della religione per fini politici rendono il dialogo interreligioso un imperativo. Si devono investigare i pilastri teologici delle diverse fedi per promuovere una reciproca comprensione. E’ quanto ha affermato ieri al Palazzo di Vetro di New York, durante la 64. Assemblea generale dell’Onu, l’osservatore permanente della Santa Sede presso le Nazioni Unite, mons. Celestino Migliore. Il servizio di Amedeo Lomonaco:

    Un secolo e mezzo fa all’inizio della rivoluzione industriale, la religione era definita “l’oppio dei popoli”. Oggi, nel contesto della globalizzazione, è considerata sempre di più la “vitamina dei poveri”. Il contributo unico delle religioni, il dialogo e la cooperazione – sottolinea mons. Celestino Migliore - portano a sollevare lo spirito, a tutelare la vita, a responsabilizzare i deboli. Contribuiscono a tradurre gli ideali in azione, a purificare le istituzioni, a trovare soluzioni alle ingiustizie e a superare situazioni di conflitto attraverso la riconciliazione.

     
    E’ ben noto – osserva il presule – che in tutta la storia persone e leader “hanno manipolato le religioni”. Allo stesso modo, “movimenti ideologici e nazionalistici” hanno visto nelle differenze religiose “un’opportunità” per raccogliere consensi. Recentemente, la manipolazione e l’uso non corretto della religione per fini politici hanno portato ad un dibattito nelle Nazioni Unite. Sta diventando sempre di più “un imperativo” – sottolinea mons. Celestino Migliore - il dialogo interreligioso e interconfessionale volto ad investigare i fondamenti teologici e spirituali di diverse religioni, “in vista di una reciproca comprensione e cooperazione”.

     
    La Santa Sede – aggiunge l’arcivescovo – ha attuato una serie di iniziative per promuovere il dialogo tra confessioni cristiane, con ebrei, buddisti e indù. Questo impegno mira a favorire “un maggiore rispetto”, una comprensione e cooperazione tra credenti di varie denominazioni. Tale impegno incoraggia lo studio delle religioni e promuove la formazione di persone impegnate nel dialogo. I recenti avvenimenti sociali e politici hanno rinnovato l’impegno delle Nazioni Unite ad integrare la riflessione per la costruzione di una cultura basata sulla comprensione interreligiosa.

     
    Obiettivo delle Nazioni Unite – conclude mons. Celestino Migliore – è di sollecitare tutti i segmenti della società a riconoscere, a rispettare e a promuovere i diritti di ogni persona. Compito dell’Onu è di aiutare gli Stati ad assicurare pienamente, a tutti i livelli, l’attuazione del diritto alla libertà religiosa. Un impegno, questo, ribadito nei documenti delle Nazioni Unite che fanno riferimento al pieno rispetto per la promozione non solo della “fondamentale libertà di coscienza”, ma anche della “pratica religiosa, senza alcuna restrizione”.

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    Francia e Regno Unito con la Santa Sede per un Trattato sul commercio delle armi

    ◊   Francia e Regno Unito si uniscono alla Santa Sede nell’impegno per un trattato che limiti il commercio delle armi a livello globale. In un articolo pubblicato ieri dall’Osservatore Romano, il ministro degli Esteri francese, Bernard Kouchner, e quello britannico, David Miliband, sottolineano che, soprattutto nei Paesi poveri, le armi alimentano i conflitti, disgregano la società e impediscono alle famiglie di emergere dalla povertà. Il servizio di Amedeo Lomonaco:

    E’ un urgente imperativo morale affrontare un problema di cui si sta perdendo il controllo: la diffusione incontrollata di armi, spesso provenienti da mercati illegali, che nei Paesi più poveri del mondo, provocano la morte di quasi mille persone al giorno, soprattutto donne e bambini. “Un trattato sul commercio delle armi – osservano i ministri degli Esteri di Francia e Regno Unito – riunirebbe le tessere dell’attuale mosaico di sistemi nazionali e regionali che regolano le esportazioni di armi”. Sono le lacune di questi sistemi – affermano i due ministri – ad aver permesso “il sorgere di mercati illegali di armi”.

     
    Francia e Regno Unito hanno già collaborato a stretto contatto con Ong, gruppi religiosi e attivisti per garantire la Convenzione sulle munizioni a grappolo dello scorso anno, sottoscritta ormai da 100 Paesi. Gli stessi gruppi possono ora svolgere un ruolo importante per rendere “una priorità internazionale” il trattato sul commercio delle armi. Per questo, Francia e Regno Unito collaboreranno con una vasta gamma di Ong e gruppi religiosi per garantire che le loro voci vengano opportunamente ascoltate.

     
    La Santa Sede – aggiungono i due ministri – ha avuto “un ruolo vitale nel contribuire a creare il consenso per arrivare alla convenzione sulle munizioni a grappolo”. “Ora – concludono – speriamo di poter collaborare a stretto contatto con la Santa Sede per questo nuovo trattato”. Secondo il piano concordato presso le Nazioni Unite, i governi hanno stabilito di incontrarsi nel 2010 e nel 2011 per preparare una conferenza diplomatica nel 2012 che avrà il compito di definire un trattato sul commercio delle armi.

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    Oggi su "L'Osservatore Romano"

    ◊   Umanesimo e futuro dell'Europa: all'udienza generale il Papa parla dell'esperienza monastica di Cluny.

    In rilievo, nell'informazione internazionale, un rapporto della Fao in cui si denuncia che è troppo alto il prezzo del cibo nei Paesi poveri.

    Le relazioni magistrali degli arcivescovi Luis Francisco Ladaria Ferrer e Mauro Piacenza al convegno "Fede, ragione e missione: un confronto tra studiosi sulla recezione dell'enciclica di Giovanni Paolo II Fides et ratio" alla Pontificia Università Urbaniana.

    Un articolo di Sandro Barbagallo dal titolo "Se la fama di un genio dipende da una cognata geniale": l'epistolario di Van Gogh in mostra ad Amsterdam.

    Il segreto della Specola Vaticana? Non lavora per denaro: Fabio Colagrande intervista l'astronomo gesuita Guy J. Consolomagno.

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    Oggi in Primo Piano



    Il direttore generale della Fao: sciopero della fame mondiale per il diritto al cibo

    ◊   Conferenza stampa stamane a Roma del direttore generale della Fao, Jaques Diouf, a cinque giorni dall’inizio del Vertice mondiale sull’alimentazione, che si aprirà lunedì prossimo 16 novembre e durerà tre giorni. Grande attesa per questo evento che vedrà nel giorno inaugurale la partecipazione di Benedetto XVI. Il servizio di Roberta Gisotti.

    “La fame può essere sconfitta”, ha esordito Jacques Diouf, sollecitando la stampa a porre attenzione al Vertice, che si aprirà su uno spaccato fallimentare. I poveri non sono infatti diminuiti nel mondo, così come previsto dal Vertice del Millennio, nel 2000, che aveva stabilito di dimezzare il numero degli affamati entro il 2015, da 800 a 400 milioni. Ma arrivati al 2009 le persone sottonutrite nell’intero Pianeta hanno addirittura raggiunto la cifra record di un miliardo e 200 mila. Dunque un abitante su 6 soffre la fame e ogni 6 secondi muore un bambino. Non è solo un problema morale è una minaccia per la pace e la sicurezza. Abbiamo così tanti affamati disperati e arrabbiati – ha spiegato Diouf – fonte di violenze e immigrazioni forzate, destabilizzanti per gli equilibri socioeconomici globali. Al momento 31 Paesi necessitano di aiuti alimentari urgenti, più grave la situazione nell’Africa orientale dove 20 milioni di persone rischiano la vita a causa della siccità unita ai conflitti. Restano inoltre alti i prezzi dei prodotti alimentari nei Paesi più poveri, dove l’80 per cento del bilancio familiare viene speso per il cibo.

     
    I leader mondiali – ha ammonito il direttore generale della Fao – non possono permettersi il lusso di fallire nuovamente. E per uscire dal tunnel occorre destinare il 17 per cento degli aiuti allo sviluppo al settore agricolo, vale a dire 44 miliardi di dollari l’anno. I fatti dimostrano – ha aggiunto Diouf – che dove ci sono stati investimenti e politiche di sostegno sono stati raggiunti gli obiettivi del millennio. Questo è accaduto in 16 Paesi in Africa, Asia, America Latina. Parola d’ordine del Vertice sarà di ‘raddoppiare gli sforzi’ per incrementare gli investimenti pubblici e privati in campo agricolo-alimentare.

     
    La Fao ha aperto sul proprio sito una petizione on line sotto il motto “non sono d’accordo”, rispetto a questa grande ingiustizia che vede negato il diritto primario al cibo ad oltre un miliardo di persone. Da qui l’appello finale di Diouf: “celebriamo tutti alla vigilia del Vertice – ha chiesto - una Giornata di sciopero della fame in segno solidarietà”. Lui lo farà sabato prossimo.

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    Petizione al Parlamento di Strasburgo in difesa del Crocifisso a scuola

    ◊   Dopo la sentita cerimonia a Berlino, i leader dell'Unione Europea hanno voluto che la caduta del Muro, con tutti i suoi significati storici, venisse ricordata anche a Bruxelles. Oggi dunque la capitale delle istituzioni comunitarie ospita iniziative particolari, tra cui una petizione sulla presenza del Crocifisso nelle aule scolastiche. Ce le racconta da Bruxelles la nostra inviata Fausta Speranza:

    “Europa unita e libera” è il titolo della mostra che verrà inaugurata nel primo pomeriggio: è stata spostata per lasciare più spazio stamane al dibattito con i giovani: protagonisti, infatti, di questa cerimonia, accanto al presidente del Parlamento Europeo Buzek, sono 89 giovani europei che hanno in comune la data di nascita: il 9 novembre del 1989. Loro, il Muro non lo hanno vissuto e non lo hanno visto cadere, ma sono la prima generazione nata senza la tangibile rappresentazione della divisione tra libertà e ideologia. Ma il rischio di sempre nuove ideologie è presente: non a caso il Parlamento europeo ha scelto proprio la cerimonia di oggi per lanciare una petizione contro la sentenza della Corte europea per i diritti dell'uomo sul Crocifisso nelle scuole: la Corte fa capo al Consiglio d'Europa che è un organismo di 47 Paesi, diverso dall'Unione Europea, e proprio per questo l'Ue prende le distanze ma fa anche un passo in avanti: con la petizione getta le basi per evitare qualunque attentato alla dimensione culturale e spirituale dell'Unione che non vuole essere solo economica o monetaria o territoriale. E mette nero su bianco: il Crocifisso va rispettato. Dell'iniziativa ne abbiamo parlato con l'onorevole Cristiana Muscardini, firmataria insieme con altri parlamentari europei, Sergio Silvestri, Mario Mauro, David Sassoli, Gianni Pittella:

     
    R. – Prima di tutto c’è da segnalare che in Italia parte dell’informazione e parte della politica hanno risposto con molta ignoranza alla decisione arrivata dalla Corte dei diritti dell'uomo, perché hanno passato questa decisione come se fosse appunto una decisione del Parlamento o delle istituzioni dell’Unione Europea, creando perciò grande confusione anche nei cittadini ed ovviamente grandi rimostranze verso l’Unione Europea, la quale invece non c’entra assolutamente niente. Questa è la Corte dei diritti dell’uomo che dipende dal Consiglio d'Europa, che ha avuto nascita e forza nell’epoca della “cortina di ferro” e che oggi si è espressa sulla richiesta di una persona, una madre, ed è uscita con una sentenza che è assolutamente assurda, perché è evidente che per difendere eventualmente i diritti di un ragazzo non si possono ledere i diritti di altri milioni di ragazzi che possono avere il desiderio di vedere quel Crocifisso; ma soprattutto questa Corte non può, dal punto di vista di una fantasia giuridica, imporre ai cittadini dell’Unione Europea, che sono in grandissima parte abituati a riconoscere nella Croce non soltanto un simbolo religioso ma anche un simbolo di pace e di speranza, non si può immaginare che con una sentenza si possano scardinare le radici della nostra cultura. Da qui noi oggi abbiamo fatto una presentazione di alcune iniziative: un’iniziativa è stata la presentazione – in modo bipartisan – di una dichiarazione scritta. La seconda è un’iniziativa che io ho immediatamente fatto ed iniziato la settimana scorsa: si tratta di una petizione del presidente del Parlamento europeo sulla quale stiamo raccogliendo le firme in Italia. Ci organizzeremo come potremo, sia via Internet sia attraverso banchetti e un po’ anche con il passaparola, perché con questa petizione vogliamo riaffermare – attraverso il Parlamento europeo – che noi non vogliamo calpestate le nostre radici e vogliamo invece che ciò che la storia dell’Europa – che è la speranza di pace e di tolleranza che la Croce rappresenta - non sia mai messa in dubbio.

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    Obama: più soldati per l'Afghanistan

    ◊   Il presidente americano, Barack Obama, chiederà ai Paesi membri della Nato di mettere a disposizione altri 4 mila uomini per l’Afghanistan. Dagli Stati Uniti sarebbe pronto il nuovo piano che prevede l’invio di altri 30 mila soldati. A diffondere l’indiscrezione è il Times di Londra, che cita fonti militari. Da parte sua, la Casa Bianca precisa invece che il presidente sta valutando quattro opzioni di cui discuterà nella riunione del Consiglio di guerra convocato per oggi. Alla fine quale sarà la strategia che passerà? Salvatore Sabatino lo ha chiesto ad Alberto Negri, inviato speciale del quotidiano “Il Sole 24 Ore”, raggiunto telefonicamente a Kabul:

    R. – Abbiamo un Paese che è difficilissimo da controllare. Non sono 120 o 140 mila i soldati che potranno controllare l’Afghanistan: ce ne vorrebbero, forse, 400-500 mila. Neppure i sovietici, ai tempi, con 250 mila uomini ci riuscirono. E’ quindi evidente che l’opzione militare è una parte, ma una parte non preponderante per risolvere la situazione. La parte più importante riguarda l’azione politica all’interno dell’Afghanistan ed anzitutto per stabilizzare la situazione dopo le elezioni che si sono avute, che sono state contestatissime e che hanno riconfermato Karzai; si deve capire poi se Karzai riuscirà a fare un governo più credibile ed efficace di quello che c’è; procedere velocemente con l’addestramento delle truppe; terzo punto e, forse più importante di tutti, è quello di capire chi sostiene dall’esterno la guerriglia talebana.

     
    D. – Intanto ad Istanbul va di scena la Conferenza per la ricostruzione dell’Afghanistan: quali risultati ci possiamo attendere e quali le attese nel Paese?

     
    R. – Non mi sembra questa la Conferenza sulla ricostruzione che possa decidere del futuro del Paese. Questo assolutamente no. Le conferenze sull’Afghanistan, dove si parla di soldi, che poi non vengono erogati ma soltanto sottoscritti a parole, sono completamente inutili. Sono poi ancora più inutili le conferenze con Paesi confinanti che alla fine non fanno quasi niente di quello che dicono di voler fare e ai quali viene chiesto un impegno.

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    Dibattito sulla "Fides et ratio" all'Urbaniana: intervista con mons. Piacenza

    ◊   Verificare lo stato di ricezione e attuazione dell’Enciclica di Papa Giovanni Paolo II “Fides et ratio” nei diversi ambiti disciplinari, ma anche riscoprire l’attualità di questo documento, capace di suscitare un forte dialogo tra Chiesa e società civile: questi gli obiettivi dell’odierno convegno di studi organizzato dalla Pontificia Università Urbaniana, nell’ambito delle celebrazioni per il decennale dell’Enciclica, sul tema: “Il legame ultimo tra la sapienza teologica e il sapere filosofico”. Il servizio di Cecilia Seppia:

     
    “La fede e la ragione sono come le due ali con le quali lo spirito umano si innalza verso la contemplazione della verità”. E’ questo l’incipit dell’Enciclica “Fides et ratio” scritta da Giovanni Paolo II, che continua ancora oggi a riaffermare la sua attualità, portando con sé la grinta e il coraggio propri del cristianesimo, ma anche lo stimolo costante della ricerca autentica del vero, del bello e del buono. Ma quanto ha inciso questo documento sulla vita della Chiesa e sulla formazione dei sacerdoti? Mons. Mauro Piacenza, segretario della Congregazione per il clero:

     
    “Credo soprattutto ad un livello di una ripresa di coscienza. Dopo una lunga e larga deriva di divorzio tra la fede e la ragione – evidentemente mai nel magistero della Chiesa – nelle mode educative, certamente c’è stato un richiamo forte. E’ vero che il terreno era molto umidificato da altri metodi, però c’era anche una sete di quello a cui il Papa è andato incontro con la 'Fides et ratio'. Quindi direi che questa, lentamente e progressivamente, diventa un’acquisizione proprio nella formazione del clero già nella formazione seminaristica”.

     
    Nessuna contrapposizione dunque tra fede e ragione, né separazione tra sapienza teologica e sapere filosofico, uniti indissolubilmente dalla ricerca della verità. Esiste però un problema di non salda coincidenza tra il contenuto dell’Enciclica e il metodo necessario perché essa si traduca in azione. Ancora mons. Piacenza:

     
    “Nella catechesi, per esempio, ci si è persi moltissimo nei metodi. Non va però dimenticato che il metodo è soltanto uno strumento, è un canale e tale deve rimanere. Ad un certo punto il contenuto dovrebbe coincidere col metodo, fa cioè un tutt’uno. Bisognerebbe fare questo, evitando di esagerare sugli strumenti, sui contenuti, sulle metodologie, se questo è a scapito dell’approfondimento, della sostanza”.

     
    A seguire anche la Lectio magistralis di mons. Luis Ladaria, segretario della Congregazione per la Dottrina della Fede, sulla mutua implicanza tra teologia e filosofia, aiuti indispensabili –secondo il presule- con cui occorre confrontarsi per evitare che la scienza proceda da sola su sentieri tortuosi. Senza dimenticare - come diceva Sant’Agostino - che se la fede non viene pensata è nulla, ma così anche la ragione e ogni tradizione culturale se non si apre a Cristo, e non si lascia da Lui criticare e interpellare.

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    Convegno alla Lateranense sulla persona umana davanti al Crocifisso

    ◊   "La persona umana di fronte al Crocifisso": su questo tema la Pontificia Università Lateranense ha organizzato ieri una giornata di studio alla presenza di docenti di antropologia, storia delle religioni, teologici e medici. In discussione anche la recente sentenza della Corte di Strasburgo sulla presenza del Crocifisso nelle aule scolastiche. Ma come questo simbolo interroga l'uomo contemporaneo? Gabriella Ceraso lo ha chiesto a mons. Antonion Livi, già decano alla facoltà di Filosofia della Lateranense:

     
    R. - La parola e il simbolo materiale del Crocifisso indicano una verità del Vangelo ed ossia che Dio ci ha amati sino a dare suo Figlio, che si è offerto per noi. Per cui è il messaggio dell’amore gratuito, libero ed infinito. Questo messaggio all’uomo di oggi serve per ricordargli che per sapere chi è deve usare la ragione che gli dice che lui è persona libera, responsabile e membro della comunità umana. Ma questo non basta, perché deve anche accettare la rivelazione che con Cristo l’uomo è anzitutto creatura, Figlio del Padre Eterno e poi è proprio per questo fratello.

     
    D. – E' un simbolo universale?

     
    R. – Certo che è universale! perché questa verità sull’uomo non è un mistero rivelato che qualcuno può credere o non credere. E’ una realtà ontologica: l’uomo scopre in se stesso di essere figlio, perché la creazione da parte di Dio non è una invenzione del cristianesimo, ma era già prefigurata in qualche modo nella filosofia pagana. La filosofia cristiana l’ha addirittura dimostrata in maniera razionale: l’uomo non esisterebbe se non ci fosse Chi dà l’essere.

     
    D. – Come guardare alle recenti polemiche dopo la sentenza della Corte Europea dei diritti dell’uomo…

     
    R. – Un Paese che è democraticamente cattolico al 90 per cento e che ha nella sua Costituzione i Patti Lateranensi, ha tutto il diritto di esporre il Crocifisso, proprio perché fa parte delle libere scelte democratiche della nostra patria.

     
    D. – Il confronto con il Crocifisso può fornire un modello per la crescita dell’uomo?

     
    R. – Certo, perché i diritti dell’uomo sono stati portati nella civiltà mondiale proprio dal cristianesimo. Prima del cristianesimo non c’era nemmeno l’idea dell’uguaglianza assoluta degli uomini in base alla loro dignità umana, non c’era tutela di nulla, c’era la prepotenza di gruppo, di setta, di potere. E’ stato proprio il cristianesimo che ha detto: "non ci sono né greci né barbari; né uomo né donna; né ebreo né gentile: sono tutti una sola persona in Gesù Cristo". D’altra parte il cristianesimo tanto ha rispettato il diritto dell’uomo e la libertà da creare per la prima volta nella storia del mondo la laicità. Ricordare tutte queste cose in sintesi con il Crocifisso non è offesa per nessuno, ma è un messaggio positivo per tutti.

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    Presentato il Cd musicale "Alma Mater", con la voce del Papa, prodotto da San Paolo Multimedia

    ◊   La voce di Benedetto XVI ispira il Cd "Alma Mater": canto gregoriano e musica sacra moderna sulle riflessioni e preghiere mariane del Pontefice. Una produzione delle Edizioni San Paolo Multimedia, distribuita da Universal, cui la Radio Vaticana ha concesso alcune registrazioni pubbliche delle parole del Santo Padre. Ieri sera la presentazione in Campidoglio a Roma. C’era per noi, A.V.:

    Un progetto artistico ispirato dalla voce e dalla profonda spiritualità mariana del Papa, suscitato sin da quel primo Regina Coeli pronunciato, anzi interamente cantato, da Benedetto XVI il primo maggio 2005. Nasce così il Cd "Alma Mater", in più lingue, per il quale la Radio Vaticana ha concesso l’utilizzo di otto fra preghiere e riflessioni registrate del Pontefice. Il direttore generale, padre Federico Lombardi:

     
    “Lo scopo di questo Cd è di sperimentare, attorno all’ispirazione fondamentale delle parole del Papa dedicate a temi mariani, la possibilità di un nuovo linguaggio: il linguaggio musicale che si allea al messaggio della saggezza e della spiritualità e raggiunge un uditorio molto ampio, proprio perché la musica è un linguaggio che passa tutti i confini e si può capire in tutte le parti del mondo”.

     
    Finalità spirituale ed evangelica, quella che contraddistingue l’emittente vaticana, di cui il Papa nel dare la sua disponibilità al progetto è stato fonte di comunicazione. Ancora padre Lombardi:

     
    “Il Papa è molto disponibile alla ricerca fatta con intelligenza e con equilibrio di nuovi modi per annunciare il messaggio perenne. E così come è attento alle nuove tecnologie è attento anche ai nuovi linguaggi. E rispetto al prossimo incontro con gli artisti, pensa che la creatività artistica sia alleata dello spirito”.

     
    Alla voce del Papa si sovrappongono, dunque, il canto gregoriano e la musica sacra moderna, secondo l’idea di don Giulio Neroni, direttore artistico della San Paolo Multimedia, che ha prodotto il Cd, distribuito dalla Universal:

     
    “E’ un tentativo di sintonizzarci con il pellegrinaggio di amore a Maria, che il Papa Benedetto XVI sta compiendo, con la visita di tutti i santuari mariani, per pregare la Vergine insieme al popolo e facendosi voce del popolo”.

     
    Devozione popolare diffusa in tutto il mondo, capace di unire nella realizzazione del disco anche tre compositori di diversa estrazione: Stefano Mainetti, cattolico; Nour Eddine, musulmano; e, Simon Boswell, non credente. Tutti hanno riportato viva commozione dall’incontro con le parole del Papa e si sono detti trasformati da questa esperienza. Stefano Mainetti:

     
    “L’aver composto queste tracce di musica con la voce di Sua Santità attraverso il messaggio della Vergine Maria mi è stato di un grande aiuto e mi ha portato a confrontarmi con la fede. Sono stato 'forzato' a credere e non c’è giorno che passi che io non pensi a questo”.

     
    Nour Eddine:
    "E' stata per me una cosa molto naturale: anzitutto perchè io vivo a Roma e mi sveglio la domenica con i canti gregoriani, vado a Santa Maria in Trastevere tutti i giorni. E' stato, quindi, un lavoro con un significato ovvio di coesistenza, di tolleranza, di amicizia, soprattutto in questo momento storico".

     
    Simon Boswell:
    "This is a very special...
    E' un ricordo davvero speciale per me, quando ho dovuto pensare alle note da scrivere. Mi piace sentire che quello che ho fatto è stato un lavoro ispirato e ne sono molto contento. Penso sia pieno di rispetto e molto edificante".

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    La Chiesa ricorda San Martino, vescovo di Tours. Il Papa: solo con la condivisione è possibile un mondo di pace e giustizia

    ◊   Da soldato dell’esercito romano a vescovo di Tours: si può riassumere così la vita di San Martino di cui Chiesa oggi fa memoria. Lo ha ricordato stamattina all’udienza generale il Papa esortando a guardare al suo esempio e alla sua “generosa testimonianza evangelica”. Vissuto nel IV secolo, dopo aver abbandonato le armi ed esser stato battezzato, Martino si affidò alla guida di Ilario di Poitiers per approfondire la sua fede. E a lui si deve, soprattutto in Francia, la diffusione del cristianesimo nelle campagne. Il servizio di Tiziana Campisi:

    Martino era un giovanissimo militare della cavalleria imperiale quando in Gallia divise il suo mantello con un mendicante. La tradizione riferisce che fosse Cristo a celarsi dietro le sembianze del povero, pare infatti che lo stesso Gesù gli sarebbe apparso in sogno per ringraziarlo del dono. L’episodio è tra i più noti della vita del vescovo di Tours ricordato anche come il fondatore del primo monastero databile in Europa, a Ligugé, nel 361. Ad istruirlo al cristianesimo e ad ordinarlo sacerdote fu Ilario di Poitiers, poi, nel 371 venne eletto vescovo di Tours e per vent’anni si dedicò alla evangelizzazione delle zone rurali, fondò cenobi e parrocchie e istruì il clero.

     
    Ricordandolo all’Angelus di due anni fa, Benedetto XVI ha sottolineato che nel “gesto caritatevole” della spartizione del mantello con un viandante, si ritrova in San Martino quello stesso amore per il prossimo che “spinse Gesù a moltiplicare i pani per le folle affamate” e “a lasciare se stesso in cibo all’umanità nell’Eucaristia”. E dunque per questo il vescovo di Tours insegna ai cristiani a condividere con amore ciò che si possiede. Da qui l’auspicio del Papa:

     
    "Ci aiuti san Martino a comprendere che soltanto attraverso un comune impegno di condivisione, è possibile rispondere alla grande sfida del nostro tempo: quella cioè di costruire un mondo di pace e di giustizia, in cui ogni uomo possa vivere con dignità. Questo può avvenire se prevale un modello mondiale di autentica solidarietà, in grado di assicurare a tutti gli abitanti del pianeta il cibo, l’acqua, le cure mediche necessarie, ma anche il lavoro e le risorse energetiche, come pure i beni culturali, il sapere scientifico e tecnologico". (Angelus 11 novembre 2007)

     
    Durante il suo ministero episcopale Martino volle proteggere i poveri contro lo spietato fisco romano e si fece promotore della giustizia tra deboli e potenti. La sua popolarità crebbe a tal punto che alla sua morte – avvenuta a Candes – i fedeli di Poitiers e di Tours si contesero il suo corpo. Prevalsero gli abitanti della sua diocesi mentre la Francia, nel corso dei secoli, gli ha tributato onori dedicandogli 4 mila chiese e dando il suo nome a diversi villaggi.

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    Chiesa e Società



    Appello della Chiesa per la pace tra Venezuela e Colombia

    ◊   Il vice presidente della Conferenza Episcopale Venezuelana, mons. Baltazar Porras, arcivescovo di Merida, ha lanciato un appello per la pace dopo le dichiarazioni del presidente del Venezuela, Hugo Chávez, che ha chiamato i militari e civili del suo Paese a prepararsi in caso di azioni militari da parte della Colombia. "Noi, come Chiesa, stiamo lanciando un invito permanente alla pace, a cercare la soluzione dei problemi, non solo bilaterali, ma anche interni" ha detto il presule. L’arcivescovo di Merida - riferisce l'agenzia Fides - ha sottolineato che le dichiarazioni di Chavez aumentano la tensione fra la gente. "Si richiede un alto grado di maturità da parte dei nostri governi per trovare il modo migliore per capire e superare ogni tipo di difficoltà”; “questo non si può fare suonando i tamburi di guerra”, ha detto mons. Baltazar Porras. L’arcivescovo ha affermato inoltre che il Venezuela ha molti problemi interni perché il governo si è concentrato a finanziare alcune nazioni straniere impegnando grandi quantità di denaro per i progetti che riguardano le autostrade, l'elettricità, gli alloggi, le dighe. Ma in Venezuela si registra certamente un elevato deterioramento delle strade, il razionamento dell’elettricità (...). “Il peggiore di tutti i problemi – concluso - è l'insicurezza e le morti violente”. (A.L.)

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    Rapporto 2009 sulla tortura in Colombia: un terzo delle vittime sono minori

    ◊   Sono numeri preoccupanti quelli che si leggono nel rapporto 2009 sulla tortura in Colombia, presentato oggi a Bogotà e realizzato dalla Coalizione Colombiana contro la Tortura. Secondo il documento, quasi un terzo delle vittime sono minori, almeno il 30,4% sono sottoposti a trattamenti crudeli e degradanti. Autori degli abusi fisici a cui si aggiungono quelli psicologici sono i gruppi armati coinvolti nel conflitto colombiano: una guerra dimenticata che ha fatto quasi 4 milioni di sfollati. Negli ultimi anni – riferisce il rapporto - si nota un consistente incremento del ricorso alla tortura psicologica sui minori, da parte di tutti i gruppi paramilitari. Ad esempio, molti minori vengono arruolati e usati in combattimento, altri sono costretti a trasportare armi, rifornire le truppe, trasmettere informazioni e messaggi. Molte bambine e ragazzine diventano schiave sessuali e spesso sono costrette a ricorrere all’aborto se rimangono incinte. La tortura, fisica e psicologica, è usata come mezzo di intimidazione e persecuzione sociale, serve per sottomettere e controllare la popolazione civile, ottenere informazioni e confessioni forzate, reprimere le proteste. Spesso diventa parte integrante dell’addestramento di guerriglieri e soldati. In questo contesto è molto difficile dare dei dati esatti ma si stima che nel 2009 ci siano tra i 14 e i 17 mila combattenti e che uno su quattro sia minore d'età. L’età media dei bambini soldato è scesa da 13,8 anni nel 2002 agli 11,8 anni di quest’anno. Nel caso di gruppi ribelli, i minori sono coinvolti anche in attività concernenti il narcotraffico, la prostituzione infantile e il reclutamento forzato di altri bambini. Soldati e guerriglieri spesso occupano le scuole o costruiscono presidi militari vicino agli istituti. Questa vicinanza genera ancora adesso molte violazioni dei più elementari diritti dell'infanzia, creando un clima di perenne paura. Tra i casi di violenza sessuale registrati dal rapporto quasi la metà sono a danno di minori. Ampia fetta del rapporto è dedicata alle torture in famiglia che rendono i bambini vittime e insieme testimoni di violenza. Una ferita indelebile che per essere superata ha bisogno di terapie adeguate che la stragrande maggioranza delle persone, appartenendo alle fasce più povere della popolazione, non si può permettere. Per l’occasione, Terre des Hommes, l’unica organizzazione italiana che appartiene alla Coalizione Colombiana contro la Tortura, ha lanciato una campagna per sostenere il suo centro di assistenza psicosociale di Bogotá. Con un sms solidale di due euro al 48543 o da rete fissa Telecom è possibile contribuire fino al 22 novembre alla vita di questa struttura che dal 2002 ad oggi ha curato gratuitamente oltre 4.500 persone vittime di tortura.(B.C.)

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    La Chiesa del Guatemala contesta le disposizioni governative sulla pianificazione familiare

    ◊   La Chiesa del Guatemala, attraverso un’esortazione indirizzata alle autorità di governo, esprime preoccupazione per la recente normativa approvata dall’esecutivo sulla pianificazione familiare e la salute riproduttiva. Il documento è stato firmato dall’arcivescovo della capitale, il cardinale Rodolfo Quezada Toruño, e da mons. Víctor Hugo Palma Paúl, vescovo di Escuintla, presidente della Commissione per la pastorale educativa. Per i vescovi guatemaltechi il testo, approvato anche da parte dell’Assemblea nazionale, presenta numerose irregolarità concettuali e non poche ambiguità per quanto riguarda ad esempio termini come “genere”, “popolazioni emarginate”, “barriere mediche”. Vocaboli che impediscono di capire ciò di cui si sta esattamente parlando. D’altra parte, il testo in alcune sue direttive è apertamente incostituzionale poiché non rispetta un articolo della Costituzione che consacra la libertà di insegnamento e il diritto dei genitori a scegliere l’educazione dei propri figli.Non meno grave, a giudizio dei vescovi del Guatemala, è il fatto che numerose istituzioni pubbliche e private sono autorizzate a comprare, vendere e distribuire farmaci in rappresentanza del Ministero della Salute per garantire - si dice - “l’accesso alle risorse per la pianificazione familiare”. Segnalato esplicitamente è il caso della ong “Afrofam”, che fin dall’inizio ha perseguito il solo scopo di promuovere i metodi contraccettivi. Dal punto di vista dell’educazione integrale, i presuli del Guatemala ritengono rischioso il regolamento in questione perché parziale, incompleto e insidioso visto che la sua filosofia di base è l’attività sessuale e basta. Perciò le norme “non rispettano l’evoluzione psicopedagogica dei bambini e degli adolescenti nell’ambito dei rapporti affettivi”; il sesso appare quasi come “una pura attività fisiologica e in nessun momento come relazionale” e poco o nulla si dice sulla persona umana, sulla sua dignità, sul fine della procreazione e sulla famiglia in quanto nucleo essenziale della società. Insomma un testo da rifiutare perché inaccettabile dal punto di vista costituzionale, giuridico, medico e pedagogico. I vescovi si rivolgono pertanto ai genitori, agli educatori e alle famiglie richiamando la loro attenzione su queste norme e chiedono una drastica revisione del regolamento. Per i vescovi, questo testo dimostra che il Paese è di fronte ad “un analfabetismo umanistico e pedagogico” molto grave. “Alcuni - si legge nella nota - chiamano bene il male” e dicono di voler difendere la verità ma usano “il linguaggio ambiguo e falsano le cose parlando di ‘giustizia, salute ed educazione’ quando, in realtà, attentano alla vita e alla dignità della persona”.(A cura di Luis Badilla)

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    Ucciso il sacerdote francescano rapito in Guatemala

    ◊   Grande dolore nella parrocchia di Ocotepeque, in Guatemala, dopo il ritrovamento del corpo senza vita di padre Miguel Angel Hernandez, il sacerdote francescano di 45 anni rapito lo scorso fine settimana. Il religioso – riferisce Fides – è stato trovato in un hotel nella città di Esquipulas, a circa 220 chilometri a est della capitale, colpito da diverse coltellate. Si attende ora l’esito dell’autopsia ma i suoi confratelli chiedono piena luce su quanto accaduto. In America Latina è cresciuta negli ultimi tempi la violenza contro missionari e religiosi. Solo ieri un altro sacerdote è stato brutalmente assassinato in Brasile, si tratta del quarto in cinque mesi. (B.C.)

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    Campagna mondiale per la raccolta di firme contro l’aborto

    ◊   E’ stata toccata quota 500mila firme per la campagna a favore del concepito. Un’iniziativa – riferisce Zenit – promossa da vari gruppi internazionali come l'Istituto di Politica Familiare e nata come reazione al tentativo dei movimenti pro-aborto che l'anno scorso, in occasione del 60.mo anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo, ha voluto promuovere il diritto all'interruzione di gravidanza. Le persone interessate a sostenere l'iniziativa possono firmare la dichiarazione via Internet, sulla pagina www.c-fam.org/campaigns/lid.3/default.asp. Il modulo da firmare è in 19 lingue e ricorda che la Dichiarazione Universale è il raggiungimento di uno standard comune per tutte le persone e tutte le Nazioni. Pertanto è necessario dare una giusta considerazione al diritto alla vita di ogni essere umano, dal suo concepimento alla morte naturale, e che ogni bambino o bambina ha il diritto di essere concepito, di nascere e di essere educato nella sua famiglia, basata sul matrimonio tra un uomo e una donna. Considera anche la famiglia il gruppo di unità naturale e fondamentale della società, e il diritto di ogni bambino o bambina di essere educato dai suoi genitori, che hanno la priorità e il diritto fondamentale di scegliere il tipo di educazione da dare ai figli.(B.C.)

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    Movimenti e comunità cristiane d'Europa celebrano i 10 anni del cammino di comunione

    ◊   Una preghiera di ringraziamento è prevista per questa sera alle 20.30 nella Basilica di Santa Maria in Trastevere a Roma per ricordare i dieci anni dalla nascita di “Insieme per l’Europa”, il cammino di comunione tra movimenti e comunità di varie Chiese europee iniziato ad Augsburg, in Germania, in occasione della storica firma della Dichiarazione congiunta cattolico-luterana sulla Giustificazione. Fino a domani sono previste una serie di iniziative nell’ambito dell’incontro annuale degli “Amici Insieme per l’Europa”, promossa dal Comitato orientatore composto dai responsabili di: Communität Christusbruderschaft Selbitz – Comunità di Sant’Egidio, Convegno dei Responsabili di movimenti e comunità evangelici, Fondacio-Chrétiens pour le monde, Movimento dei Focolari, Rinnovamento Carismatico Cattolico, Schonstatt, Syndesmos, YMCA. Scopo dell’incontro è rinnovare sette “sì” che riguardano la famiglia, la vita, l’ambiente, l’economia solidale, la pace, la solidarietà con i poveri, l’accoglienza agli immigrati. All’iniziativa, in corso presso la Comunità di Sant’Egidio, partecipano cento responsabili di 50 movimenti e comunità delle Chiese: cattolica, ortodossa, anglicana, evangelico-luterana da 13 Paesi europei. L’impegno comune è dunque quello di contribuire a rivitalizzare l’anima cristiana del vecchio continente, perché il difficile cammino di unità europea si sviluppi nella visione dei Padri fondatori: come famiglia di popoli fratelli, non chiusa su se stessa, ma aperta sul mondo, contribuendo all’unità della famiglia umana. Un “patto” d’amore scambievole nello spirito del Vangelo che continua a consolidarsi ormai da un decennio.(B.C.)

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    Aperto l’Anno accademico del Camillianum: Lectio magistralis di mons. Zimowski

    ◊   “Il principio della dignità della persona è talmente fondamentale che si deve esprimere in un grande ‘sì’ alla vita umana e deve essere posto al centro della riflessione etica sulla ricerca biomedica che, nel mondo di oggi, riveste un’importanza sempre maggiore”. E’ quanto ha detto questa mattina il presidente del Pontificio Consiglio per gli Operatori Sanitari, mons. Zygmunt Zimowski, nel corso della sua Lectio magistralis tenuta al Camillianum, l’Istituto Internazionale di Teologia Pastorale Sanitaria, in occasione dell’inaugurazione dell’Anno accademico. Secondo il presule, le scienze mediche sono giunte a conoscere meglio le strutture biologiche dell’uomo e il processo della sua generazione. “Questi sviluppi – ha proseguito - sono certamente positivi e meritano di essere sostenuti quando servono a superare o a correggere patologie e concorrono a ristabilire il normale svolgimento dei processi generativi”. “Ma essi sono negativi - ha ammonito mons. Zimowski - e pertanto non si possono condividere quando implicano la soppressione di esseri umani o usano mezzi che ledono la dignità della persona oppure sono adottati per finalità contrarie al bene integrale dell’uomo”. Secondo il presidente del Pontificio Consiglio per gli Operatori Sanitari, ormai è chiaro che “la grande sfida della vita umana riguarda anzitutto e soprattutto il suo inizio, l’embrione come essere umano e il suo essere come persona”. Nel corso della cerimonia di inaugurazione sono state presentate dal preside del Camillianum, padre Luciano Sandrin, le iniziative dell’Istituto e in modo particolare il master in “Bioetica e diritti umani”, che si organizzerà in convenzione con la Libera Università Maria Ss.ma Assunta (Lumsa). Presenti tra gli altri, mons. José Luis Redrado Machite, segretario del Pontificio Consiglio della Pastorale per gli Operatori Sanitari, che ha presieduto la cerimonia eucaristica e padre Renato Salvatore, moderatore generale del Camillianum e Superiore generale dell’Ordine dei Ministri degli Infermi.(A cura di Davide Dionisi)

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    Ad Assisi l’Assemblea della Cei: attenzione al Sud e rito delle esequie

    ◊   Documento sul Mezzogiorno, rito delle esequie e sguardo sui problemi del Paese sono fra gli argomenti principali della 60.ma Assemblea dei vescovi italiani in corso ad Assisi. Il testo sui problemi del sud è ormai quasi pronto e, come ha spiegato questa mattina ai giornalisti l’arcivescovo di Campobasso, mons. Giancarlo Bregantini, la sua parola chiave sarà la reciprocità. In pratica ci si propone di far “dialogare il Sud e il Nord, nella convinzione che la questione meridionale sia in realtà una questione di tutta l’Italia”. Secondo il presule “il Nord può dare al sud l’organizzazione, mentre il sud può contraccambiare con le motivazioni”, cioè con quei valori che il Nord rischia di perdere. In questo scenario anche il problema della mafia è un problema nazionale. Da combattere su più fronti, primo fra tutti quello culturale. Ieri il segretario generale della Cei, Mariano Crociata, aveva anticipato che il testo conterrà una condanna esplicita di tutte le mafie, nello stile del famoso “grido” di Giovanni Paolo II nella Valle dei Templi di Agrigento. In proposito il vescovo aveva anche ricordato che è “automaticamente fuori dalla Chiesa” chi aderisce a queste organizzazioni malavitose. Allargando poi lo sguardo sulla situazione italiana, mons. Crociata aveva ribadito il “no” ad una visione apocalittica della situazione e respinto la tesi di chi ritiene che la “democrazia italiana sia in declino”. I problemi ci sono, ma creare allarmismi non serve a nulla. Nell’assemblea si è parlato anche del nuovo rito delle esequie. Un’occasione per invitare i fedeli a non esorcizzare il pensiero dell’unica certezza della vita di un uomo, ha notato mons. Crociata, e per confermare che anche la cremazione è ammessa, purché non sia fatta in spregio alla fede nella risurrezione del corpo. (Da Assisi, Mimmo Muolo)

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    Plenaria della Comece sul Trattato di Lisbona

    ◊   In programma dal 18 al 20 novembre a Bruxelles l’assemblea plenaria della Comece, la Commissione degli Episcopati della Comunità Europea, sul tema: “Dopo la ratifica del Trattato di Lisbona e la decisone della Corte costituzionale tedesca: Quale avvenire per l’integrazione europea?”. I lavori – riferisce il Sir - si apriranno nel pomeriggio di mercoledì e in serata i vescovi parteciperanno al ricevimento annuale del Katholisches Büro e della Chiesa luterana di Germania. Tra gli interventi in programma una relazione di Frank Schorkopf, direttore Istituto di diritto internazionale ed europeo dell’Università di Göttingen, dal titolo: “La prospettiva della Corte costituzionale tedesca” e quello di Enzo Moavero Milanesi, giudice presso la Corte europea di giustizia su “La prospettiva della Corte europea di giustizia”. (B.C.)

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    Nuovo sito internet per l’arcidiocesi cattolica della Madre di Dio a Mosca

    ◊   In costante aggiornamento il nuovo sito web ufficiale dell’arcidiocesi della Madre di Dio a Mosca. Cliccando su www.cathmos.ru – riferisce Zenit – è possibile trovare tutte le informazioni utili riguardanti le attività della Chiesa cattolica. Attualmente disponibile solo in lingua russa, il sito è diviso in diverse aree come quella dedicata a mons. Paolo Pezzi, arcivescovo della Madre di Dio a Mosca, all’orario delle sue attività, alle sue omelie, alle lettere pastorali e alle interviste. Navigando si può arrivare a capire la struttura della curia diocesana con i suoi diversi uffici e organismi e si ottengono anche informazioni su tutte le parrocchie dell’arcidiocesi. Una parte del sito è dedicata all’attività pastorale e caritativa; un’altra area presenta la dimensione spirituale della vita cristiana cattolica. E' possibile, inoltre, trovare pagine dedicate alla liturgia e alle preghiere principali della tradizione cattolica latina. Da qui si può accedere alle varie comunità di vita consacrata e ai movimenti laicali che sono presenti sul territorio diocesano ma anche a notizie sui vari istituti culturali ed educativi. Ampio spazio è dedicato a foto e video di alcuni eventi significativi, nonché immagini storiche e attuali di chiese cattoliche che si trovano sul territorio.(B.C.)

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    La presenza cappuccina da un secolo nella Repubblica Democratica del Congo

    ◊   In Belgio, è stato ricordato il primo centenario della presenza dei Cappuccini nella Repubblica Democratica del Congo (ex Zaire) e dell’espansione del carisma francescano-cappuccino nel Paese. La Messa d’apertura è stata celebrata nella cattedrale di Anversa da mons. Johan Jozef Bonny, arcivescovo della città belga. Dopo la celebrazione, gli invitati hanno condiviso un pranzo di fraternità a bordo di un battello sul fiume d’Escaut, da dove partirono i primi sei missionari fiamminghi. Per l’occasione è stato presentato il libro del centenario “Cent ans de vie capucine au Congo: 1910-2010”. Scritto in quattro lingue (olandese, francese, italiano e lingala) sotto la direzione di fra Kamiel Teuns, la pubblicazione ripercorre la storia dell’evangelizzazione dagli inizi, grazie all’opera di religiosi belgi e italiani, fino alla costituzione della vice provincia generale del Congo nel 1994. I Cappuccini hanno non solo impiantato l’Ordine nella nazione, ma hanno fondato nuove missioni; hanno formato il clero locale; hanno contribuito allo sviluppo sociale con progetti mirati all’insegnamento e alla salute; hanno realizzato libri di grammatica e messo per iscritto lingue solo parlate; hanno infine promosso la formazione dei catechisti, la traduzione della Bibbia in lingue locali e introdotto un rito proprio nella liturgia (rito zairese). La implantatio Ordinis ha ricevuto un grande apporto anche grazie all’impegno dei fratelli non chierici. Dopo diversi tentativi, solo a partire dal 1977 è iniziata la formazione dei frati autoctoni. Attualmente quelli presenti nella vice provincia sono 70, tra di loro solo 4 religiosi non sono congolesi ma belgi e italiani.(A cura di padre Egidio Picucci)

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    Le donne nella Bibbia al centro di un convegno a Roma

    ◊   “I personaggi femminili importanti all'interno delle Scritture” è il tema del convegno che si è svolto ieri presso l’Università Lateranense e promosso dall’ufficio diocesano per l’ecumenismo e il dialogo. Un’analisi all’interno della Bibbia e attraverso San Paolo, considerato il primo propugnatore dell'uguaglianza. Un aspetto evidenziato – riporta Roma Sette – da don Giuseppe Pulcinelli, docente alla Lateranense che ha tenuto una relazione proprio su “San Paolo e le donne nella Chiesa”. L’Apostolo delle Genti, ha osservato il sacerdote, nei suoi scritti non ha mai voluto esporre il suo pensiero sull’universo femminile, ma “ha contribuito a far luce sul ruolo ricoperto dalle donne in quel periodo”. Don Pulcinelli ha analizzato alcuni passi delle Lettere ai Corinzi e ai Galati ed ha parlato dell’epistola inviata ai Filippesi, nella quale si ricordano Evodia e Sintiche, due donne che hanno combattuto per il Vangelo insieme a San Paolo. Quindi il riferimento alla figura di Febe, di cui si parla nella Lettera ai Romani, che viene nominata come “sorella nella fede, diacono e patrona”. Con il termine “diacono” San Paolo designava sé stesso o i suoi collaboratori nell’esercizio del ministero apostolico, quindi è un riconoscimento importante per una donna; mentre con “patrona” si intende rilevare un ruolo di guida, di prestigio umano e cristiano. Il contributo di San Paolo è stato evidenziato anche dal biblista valdese Daniele Garrone che ha ricordato che ci sono vari esempi nell’Antico Testamento di importanti figure femminili già a partire dalla Genesi.(B.C.)

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    A Napoli il convegno dell’Associazione musei ecclesiastici italiani

    ◊   A partire da oggi e fino al 14 novembre a Napoli, si terrà il convegno dell’Associazione musei ecclesiastici italiani (Amei), sul tema: “L'allestimento come segno identitario nel museo diocesano”. Dopo il saluto del cardinale Crescenzio Sepe, arcivescovo di Napoli, molte le testimonianze – riferisce il Sir – che saranno presentate a rappresentare la vivacità che caratterizza l’azione di diversi istituti culturali, diffusi su tutto il territorio italiano. Durante il convegno si parlerà di musei diocesani di recente istituzione, come Torino, Pontremoli, Livorno, Caltagirone; di musei in allestimento o in progettazione, come Reggio Calabria, Cuneo, Iglesias; di nuove tecnologie; di ripensamenti di musei, come Milano e Genova. Ci sarà anche un’esperienza dall’Europa, con Joachim Plotzek che parlerà del Kolumba di Colonia.(B.C.)

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    Diocesi di Roma: presentato il nuovo sussidio per imparare a pregare

    ◊   “Ogni cristiano possa imparare a pregare con la lectio divina in ogni momento della sua vita”: è l’auspicio che il cardinale Agostino Vallini, vicario del Papa per la diocesi di Roma, ha espresso presentando il sussidio diocesano: “La lectio divina: imparare a pregare con la Parola di Dio”. Il sussidio – rende noto il settimanale diocesano Roma Sette - sarà disponibile sul sito www.vicariatusurbis.org. L’obiettivo è di promuovere la pratica della preghiera nelle parrocchie e nelle altre realtà ecclesiali di Roma. La lectio divina – ha detto il porporato - si sviluppa attraverso quattro momenti. Inizia con la lettura del testo biblico “in modo pacato e tranquillo”. E’ l’atteggiamento dell’ascolto, proprio come avviene “dinanzi ad una persona che parla”. Segue la meditazione. “Non si legge il testo semplicemente per conoscerlo – ha aggiunto il porporato - ma perché sia luce per la nostra vita”. Il momento successivo è quello della preghiera nel quale l’uomo, dopo aver ascoltato, “risponde a Dio e Gli parla”. L’ultimo momento – ha affermato il cardinale Agostino Vallini – è quello della contemplazione. Man mano che maturerà l’esperienza della preghiera, “crescerà il desiderio di contemplare l’opera già compiuta da Dio”. L’invito alla pratica della lectio divina è rivolto a tutti: “Ne hanno bisogno i giovani in ricerca della loro vocazione nella vita, con l’aiuto di maestri di preghiera per crescere nella dimensione interiore e aprire il cuore al soffio dello Spirito”. “Ne hanno bisogno i genitori – ha detto il porporato – per comprendere sempre meglio il difficile compito di testimoni ed educatori”. “Ne hanno bisogno i pastori, i consacrati, gli insegnanti, le guide, i laici cristiani impegnati nella società”. “Solo un costante rapporto con la Parola di Dio nella preghiera – ha concluso il vicario del Papa per la diocesi di Roma – fa sì che la fede diventi adulta e capace di illuminare gli altri”. (A.L.)

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    Acquistabile on line il calendario 2010 di Benedetto XVI

    ◊   Tredici pose - 12 mesi più la copertina - che ritraggono il Papa nei suoi viaggi apostolici dall’Australia all’Africa. E’ quanto contiene il calendario ufficiale 2010 di Benedetto XVI, realizzato dal servizio fotografico dell’Osservatore Romano. Per la prima volta – riferisce Zenit – è acquistabile su internet accedendo al sito www.hdhcommunications.com, la libreria internazionale on line dedicata al mondo cattolico, che propone anche i dvd del Centro Televisivo Vaticano e una selezione di titoli della Libreria Editrice Vaticana. Disponibile anche il calendario commemorativo dedicato a Giovanni Paolo II. Nel 2010 saranno ricordati i 5 anni dalla sua scomparsa.(B.C.)

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    24 Ore nel Mondo



    Abu Mazen tende la mano ad Hamas per la riconciliazione tra le fazioni palestinesi

    ◊   Mano tesa ad Hamas per la riconciliazione tra le fazioni palestinesi da parte del presidente dell'Autorità nazionale palestinese (Anp), Abu Mazen, che ha chiesto di non procrastinare ulteriormente l’applicazione dell’accordo messo a punto nei negoziati egiziani. Ma è ancora un popolo diviso quello che oggi ha commemorato il quinto anniversario della morte del suo leader storico, Yasser Arafat. Decine di migliaia di persone si sono comunque riunite pacificamente a Ramallah, davanti alla sede del governo che contiene la tomba dell'uomo che ha portato la causa palestinese sulla scena mondiale. Prosegue, intanto, l’impegno della diplomazia internazionale per il rilancio del processo di pace in Medio Oriente. Stamani, il primo ministro israeliano, Netanyahu, è giunto a Parigi per colloqui con il presidente francese, Sarkozy. Il capo di governo dello Stato ebraico arriva da Washington, dove ieri ha discusso con il presidente degli Stati Uniti, Obama, in merito ai negoziati con i palestinesi e al programma nucleare di Teheran. Sempre ieri, Sarkozy ha invitato il leader dell'Anp, Abu Mazen, a “proseguire la sua azione al servizio della pace”. La scorsa settimana, Abu Mazen aveva annunciato l'intenzione di non candidarsi alle elezioni presidenziali del 24 gennaio, a causa dello stallo nei negoziati di pace.

    Pakistan
    Non si ferma la violenza in Pakistan, dove almeno 10 talebani sono stati uccisi in un raid aereo nel nord del Paese, in risposta all’omicidio di due soldati avvenuto ad un posto di blocco, poco fuori la città di Bai Zai. Intanto, è salito a 30 vittime il bilancio dell’attacco kamikaze avvenuto ieri mattina in un mercato di Charsadda, città ai confini con l'Afghanistan. Almeno 100 le persone rimaste ferite.

    Teheran: scarcerato studente danese
    Rilasciato lo studente danese arrestato il 4 novembre a Teheran, in occasione del corteo organizzato per il 30.mo anniversario dell'occupazione dell'ambasciata americana e poi sfociato in manifestazioni antigovernative, durante le quali erano stati fermati anche quattro giornalisti stranieri, tutti rilasciati nei giorni successivi. Restano invece in carcere i tre escursionisti americani, accusati di spionaggio.

    Somalia
    Ennesima azione della pirateria somala a largo delle coste del Corno d’Africa. I predoni hanno catturato una nave cargo battente bandiera delle Isole Marshall, che trasportava sostanze chimiche dal Kuwait al Sudafrica. Un esponente del Programma di assistenza ai naviganti dell'Africa Orientale, con base in Kenya, ha reso noto che la nave si chiama Filitsa e che aveva a bordo tre ufficiali greci e un numero ancora ignoto di marinai filippini.

    Obama commemora le vittime della strage di Fort Hood
    "Nessuna fede giustifica questi atti omicidi". Così si è espresso ieri il presidente americano, Obama, in visita alla base militare di Fort Hood, in Texas, per commemorare le 13 vittime della strage di giovedì, commessa da uno psichiatra militare. Oltre 10 mila le persone presenti alla cerimonia. Da New York, il servizio di Elena Molinari:

    È stata una cerimonia identica a quelle per i militari caduti in guerra, il funerale di Fort Hood in Texas, con la lettura dei nomi delle vittime e il saluto con 21 colpi di salve di cannone. “Può essere difficile comprendere la logica contorta che ha portato a questa tragedia - ha detto Barack Obama, affiancato dalla moglie Michelle - una cosa però sappiamo per certo, che nessuna fede e nessun Dio li condona e che l’assassino sarà punito sia in questo mondo che nel prossimo”. Al presidente americano è toccato il difficile compito di rassicurare la nazione sconvolta dall’orrore di una strage, a metà frutto della guerra e a metà dell’estremismo islamico, ma che ha colpito nel cuore dell’America. Prima dei funerali il presidente e la first lady hanno incontrato le famiglie dei deceduti e i militari feriti dallo psichiatra militare, che ha compiuto il massacro. Resta però la realtà sconcertante che le autorità militari Usa fossero al corrente dei contatti tra lo psichiatra dell’esercito e un imam ferocemente antiamericano. Le agenzie di intelligence intercettarono i messaggi di posta elettronica tra l’autore della strage e Anwar al-Awlaki, ma non li giudicarono sufficienti a far scattare un’inchiesta. Hasan, inoltre, un anno mezzo fa aveva chiesto ai suoi superiori dell’ospedale militare di Walter Reed di concedere ai militari musulmani la possibilità di obiezione di coscienza, congedandosi prima del tempo per non combattere in guerra contro i fratelli islamici.

     
    Washington: giustiziato il “cecchino” che terrorizzò la capitale americana
    E’ stato giustiziato con un'iniezione letale il “cecchino” di Washington, che assassinò dieci persone nell'ottobre del 2002, nel Greensville Correctional Center di Jarrat, in Virginia. John Allen Muhammad è morto senza una parola. L'esecuzione ha avuto luogo dopo che il governatore della Virginia, Timothy Kaine, ha respinto la richiesta di grazia che era stata avanzata, adducendo la malattia mentale del detenuto. Anche la Corte suprema statunitense aveva respinto un ultimo appello in extremis degli avvocati di Muhammad.

    Brasile: maxi black-out in Brasile e Paraguay
    Almeno 40 milioni di persone sono rimaste al buio in Brasile e Paraguay e con loro anche il Cristo Redentor, monumento simbolo di Rio. Il black-out che ha colpito principalmente San Paolo e Rio de Janeiro è durato alcune ore. A causare il blocco è stata una tempesta particolarmente violenta in qualche punto della rete di trasmissione elettrica di Itaipù, alla frontiera tra il Brasile e il Paraguay. Il governatore dello Stato di Rio, Sergio Cabral, ha posto la polizia in stato di allerta e ha inviato le forze della polizia speciale a presidiare le principali arterie della città.

    Unione Europea
    Le nomine di presidente e responsabile della politica estera dell’Unione Europea - cariche istituite dal Trattato di Lisbona - saranno decise nel corso di un summit straordinario il 19 novembre prossimo a Bruxelles. Lo ha reso noto stamani la presidenza di turno svedese, facendo sapere che incomincerà subito un secondo giro di consultazioni con i leader di tutti 27 Paesi membri. Favorito alla presidenza resta il belga Van Rompuy, sostenuto da Parigi e Berlino, anche se Londra insiste per candidare Tony Blair. Per quanto riguarda la carica di ministro degli Esteri, dopo la definitiva uscita di scena del capo della diplomazia britannica, Miliband, il leader democratico italiano, Massimo D’Alema, sembra godere di un posizione di relativo vantaggio.

    Italia: Rutelli fonda “Alleanza per l'Italia”
    Il neonato movimento “Alleanza per l’Italia” è il nuovo soggetto politico presentato oggi a Roma dall'ex leader della Margherita, Francesco Rutelli. Il ruolo del portavoce è stato assegnato a Bruno Tabacci, che nei giorni scorsi aveva a sua volta lasciato l'Udc. Il progetto partirà ufficialmente tra un mese con la prima convention che si svolgerà a Parma, l'11 e il 12 dicembre.

    Usa: al più presto un accordo per la riduzione dei gas serra
    Nuovo appello del segretario di Stato americano, Hillary Clinton, perché si arrivi ad un compromesso al summit globale sul clima, che si terrà a Copenhagen il prossimo dicembre. “Non possiamo permettere che la ricerca della perfezione ostacoli i negoziati”, ha spiegato il segretario di Stato Usa durante una conferenza stampa, tenuta a margine del Forum economico Asia-Pacifico (Apec), a Singapore. I colloqui saranno volti a raggiungere un accordo globale, prima della scadenza del Protocollo di Kyoto, sulla riduzione delle emissioni di gas. (Panoramica internazionale a cura di Marco Guerra e Chiara Pileri)
     
    Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LIII no. 315

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