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Sommario del 20/05/2009

Il Papa e la Santa Sede

  • Benedetto XVI ricorda il suo ultimo viaggio: per la pace in Terra Santa non serve "volontà di dominio", ma "mutuo rispetto" tra fedi e popoli
  • Nomine
  • Mons. Marchetto contro la tratta di esseri umani: spezzare il ciclo povertà-abuso-sfruttamento
  • Dialogo cattolico-musulmano: concluso l'incontro di Amman
  • La Lev celebra con un annullo filatelico la Giornata Mondiale del Libro e del Copyright
  • Oggi su "L'Osservatore Romano"
  • Oggi in Primo Piano

  • Sri Lanka: festa nazionale per la fine della guerra contro le Tigri Tamil
  • Somalia. Mons. Bertin: la popolazione sostenga il governo di transizione
  • Suor Margherita Marchione: contro l'evidenza storica la didascalia allo Yad Vashem su Pio XII
  • Presentato in Vaticano il volume “Le Logge di Raffaello. L’Antico, la Bibbia, la Bottega, la Fortuna”
  • La vita nuova nella fede al centro della XII edizione del Religion Today Film Festival
  • Chiesa e Società

  • Swat: aiuti Caritas ai profughi
  • Gerusalemme: poveri tre bambini palestinesi su quattro
  • Terra Santa: a Gaza continua il sostegno della Caritas
  • Gary Krupp: un grande successo il pellegrinaggio del Papa in Terra Santa
  • Libano. Il cardinale Sfeir: la democrazia è alternanza
  • Guatemala: ucciso un sacerdote statunitense
  • Etiopia: aiuti della Chiesa per combattere la carestia
  • I vescovi delle Filippine: la riforma agraria aiuti i più poveri
  • Filippine: insegnanti cattolici offrono lezioni gratis ai ragazzi della periferia di Manila
  • Messico: “Anno giubilare per Xochimilco” nel 475.mo del convento di San Bernardino da Siena
  • Usa: venerdì si celebra la Giornata nazionale di preghiera per i marinai
  • La Chiesa si apra al mondo: così il Patriarca di Mosca e di tutte le Russie Kirill
  • L'arcivescovo di Milano Tettamanzi invita a non umiliare la dignità dei migranti
  • Domani a Palermo conferenza internazionale sulla Tratta di persone
  • Domenica prossima la comunità cattolica cinese in Italia si ritroverà a Napoli
  • Caritas Campania: presso la sede dei vescovi un incontro sulla crisi economica
  • Terni: i quadri dei detenuti in vendita per una iniziativa di solidarietà
  • 24 Ore nel Mondo

  • Aung San Suu Kyi: sale la protesta contro la giunta
  • Il Papa e la Santa Sede



    Benedetto XVI ricorda il suo ultimo viaggio: per la pace in Terra Santa non serve "volontà di dominio", ma "mutuo rispetto" tra fedi e popoli

    ◊   Malgrado i conflitti in Terra Santa e quelli fra i cristiani, la Chiesa da duemila anni prosegue il cammino verso la piena unità. Sono le parole conclusive di Benedetto XVI all’udienza generale di questa mattina in Piazza San Pietro, interamente dedicata al recente viaggio apostolico in Terra Santa. Alla fine dell’udienza, il Papa ha lanciato in inglese un appello in vista della Giornata mondiale delle comunicazioni di domenica prossima, invitando ad un uso positivo delle tecnologie digitali e stimolando soprattutto i giovani a utilizzarle per diffondere il Vangelo. Il servizio di Alessandro De Carolis:

    Pellegrinaggio “di fede”, pellegrinaggio “di pace”: le due strade percorse da Benedetto XVI nell’unica via che lo ha portato per otto giorni lì dove nacque la prima Chiesa. Dal Monte Nebo in Giordania al Santo Sepolcro a Gerusalemme: tra edifici e paesaggi che ricordano, ha detto il Papa, l’indole “pellegrinante” della Chiesa in terra, compresa tra l’essere “già” unita a Cristo e il “non ancora” poter gustare l’eternità da Lui promessa. Un’immagine che descrive anche l’attuale destino della Terra Santa, divisa tra l’essere un luogo sacro eppure diviso da odii e sangue:
     
    “In quella Terra benedetta da Dio sembra a volte impossibile uscire dalla spirale della violenza. Ma nulla è impossibile a Dio e a quanti confidano in Lui! Per questo la fede nell’unico Dio giusto e misericordioso, che è la più preziosa risorsa di quei popoli, deve poter sprigionare tutta la sua carica di rispetto, di riconciliazione e di collaborazione”.

     
    Crocevia di spiritualità e di contrasti lo è, per eccellenza, Gerusalemme, la “città della pace”, che “esprime - ha affermato Benedetto XVI - il disegno di Dio sull’umanità: formare di essa una grande famiglia”, che Cristo ha realizzato con la sua morte, con la quale ha “abbattuto” il “muro dell’inimicizia”:
     
    “Tutti i credenti debbono pertanto lasciare alle spalle pregiudizi e volontà di dominio, e praticare concordi il comandamento fondamentale: amare cioè Dio con tutto il proprio essere e amare il prossimo come noi stessi. E’ questo che ebrei, cristiani e musulmani sono chiamati a testimoniare, per onorare con i fatti quel Dio che pregano con le labbra”.

     
    E’ questa convinzione - cioè che le diverse fedi debbano contribuire alla concordia tra i popoli - che ha portato il Papa, anzitutto nella sua veste di “pellegrino di pace” tra Giordania e Israele, a sostare al Muro del Pianto o nella Cupola della Roccia, la più antica moschea della Terra Santa, o ancora nella penombra dello Yad Vashem, a pregare per la “mai dimenticata” tragedia della Shoah. E ripensando, poco prima, alla rispettosa accoglienza riservatagli dai reali giordani ad Amman e alla possibilità di benedire, in quella nazione, le prime pietre di due nuove chiese, Benedetto XVI ha ribadito un concetto caro e sempre difeso:

     
    “Questo fatto è segno dell’apertura e del rispetto che vigono nel Regno Ascemita per la libertà religiosa e per la tradizione cristiana, e ciò merita grande apprezzamento (...) Quanto è importante che cristiani e musulmani coabitino pacificamente nel mutuo rispetto! Grazie a Dio, e all’impegno dei governanti, in Giordania questo avviene. Ho pregato pertanto affinché anche altrove sia così, pensando specialmente ai cristiani che vivono invece realtà difficili nel vicino Iraq”.
     
    Le Basiliche di Betlemme e Nazareth, oltre quelle di Gerusalemme, con il corollario di incontri e celebrazioni, hanno visto invece il Pontefice nella veste di “pellegrino di fede” e di pastore in visita alle comunità cattoliche di Terra Santa. Betlemme, ha detto in particolare Benedetto XVI, è luogo simbolo “della distanza” che “ancora separa” l’uomo dall’annuncio di pace che lì risuonò in una grotta, duemila anni fa. Betlemme che conosce “precarietà” e “isolamento”, il muro di divisione tra israeliani e palestinesi, è stato anche il posto in cui il Papa ha ricordato di aver invitato “tutti a ricercare la pace con metodi non violenti”:
     
    “Malgrado le vicissitudini che lungo i secoli hanno segnato i Luoghi santi, malgrado le guerre, le distruzioni, e purtroppo anche i conflitti tra cristiani, la Chiesa ha proseguito la sua missione, sospinta dallo Spirito del Signore risorto. Essa è in cammino verso la piena unità, perché il mondo creda nell’amore di Dio e sperimenti la gioia della sua pace”.
     
    Poco prima di terminare l’udienza generale, Benedetto XVI ha ricordato la prossima Giornata mondiale delle comunicazioni ed ha lanciato in lingua inglese un appello perché “tutti coloro che fanno uso delle nuove tecnologie” mediatiche - ha esortato - le utilizzino in “modo positivo” per realizzare il “grande potenziale di questi strumenti” e “per costruire legami di amicizia e di solidarietà che possono contribuire a un mondo migliore”:

     
    “I wish to encourage all those who access cybersapce…
    Desidero incoraggiare tutti coloro che hanno accesso al cyberspazio ad essere attenti a mantenere e a promuovere una cultura di rispetto, di dialogo e di amicizia autentica dove i valori della verità, l'armonia e la comprensione possono prosperare. Giovani, in particolare, mi appello a voi: testimoniate la vostra fede attraverso il mondo digitale! Impiegate le nuove tecnologie per far conoscere il Vangelo, in modo che la Buona Novella di Dio, l'infinito amore per tutte le persone, risuonino in modo nuovo nel nostro mondo sempre più tecnologico”.
     
    L’ultimo pensiero del Papa è stato per l'Ascensione del Signore, che in Vaticano e in altri Paesi viene celebrata domani, mentre in Italia domenica prossima. Questa solennità, ha concluso, “ci invita a guardare a Gesù, il quale prima di salire al cielo, affida agli Apostoli il mandato di portare il suo Messaggio di salvezza fino agli estremi confini della terra”.

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    Nomine

    ◊   Il Santo Padre ha nominato vescovo di Saginaw (Usa) mons. Joseph R. Cistone, finora vescovo titolare di Case mediane ed ausiliare dell’arcidiocesi di Philadelphia. Mons. Joseph R. Cistone è nato il 18 maggio 1949 a Philadelphia (Pennsylvania) ed è stato ordinato sacerdote il 17 maggio 1975. Nominato vescovo titolare di Case mediane e ausiliare di Philadelphia l’8 giugno 2004, è stato consacrato il 28 luglio successivo. In seno alla Conferenza episcopale è membro del "Committee on Budget and Finance", del "Committee on the Protection of Children and Young People" e del "Subcommittee on African American Affairs".

    Il Santo Padre ha nominato giudice unico dello Stato della Città del Vaticano il prof. avv. Piero Antonio Bonnet, che conserva anche la carica di giudice del Tribunale. Il Papa ha inoltre nominato giudice del medesimo Tribunale il prof. avv. Paolo Papanti-Pelletier, finora giudice aggiunto.

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    Mons. Marchetto contro la tratta di esseri umani: spezzare il ciclo povertà-abuso-sfruttamento

    ◊   “Sulla dignità non si TRATTA”: è lo slogan del Convegno ospitato oggi nel Palazzo Marini, a Roma, dedicato al dramma crescente del traffico di esseri umani e della prostituzione schiavizzata. Incontro promosso dalla Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII, con la partecipazione dell’arcivescovo Agostino Marchetto, segretario del Pontificio Consiglio per i migranti. Il servizio di Roberta Gisotti.

    “Uno dei fenomeni più vergognosi della nostra epoca”, la tratta di persone – ha denunciato mons. Marchetto – un crimine odioso favorito da povertà, arretratezze socio-culturali, ignoranza dei propri diritti, conflitti armati e assenza di leggi adeguate. Ma “anche – ha aggiunto il presule – l’attuale restringimento per i migranti all’accesso regolare ai Paesi sviluppati spinge molti a cercare vie irregolari”. Ma purtroppo “non esistono soluzioni facili”, ha sottolineato il segretario del dicastero vaticano per i migranti, auspicando “un approccio coerente ed integrale”, che punti al “migliore interesse della vittime”, ma anche alla “giusta punizione” per chi ne trae vantaggio e a “misure preventive”.

     
    Solo pochi Paesi - ha stigmatizzato l’arcivescovo Marchetto - proteggono le vittime, dando la possibilità di rimanere nella società ospitante e integrarsi. E se oggi "si fa spesso ricorso - ha osservato ancora il presule - a politiche d’immigrazione più severe, a maggiori controlli alle frontiere e alla lotta al crimine organizzato", questo è “un approccio ristretto e limitato”, insufficiente per contrastare il traffico di esseri se non si affrontano le vere cause del fenomeno, impedendo che le vittime rimpatriate si ritrovino nelle stesse condizioni da cui hanno cercato scampo". Occorre quindi offrire alle vittime o potenziali vittime “possibilità concrete di sfuggire al ciclo povertà-abuso-sfruttamento”. “La misura dell’umanità - ha concluso mons. Marchetto citando l’Enciclica del Papa ‘Spe salvi’ - si determina essenzialmente nel rapporto con la sofferenza e col sofferente”.

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    Dialogo cattolico-musulmano: concluso l'incontro di Amman

    ◊   Si è concluso oggi ad Amman, in Giordania, il primo Colloquio tra il Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso, guidato dal cardinale presidente Jean-Louis Tauran, e l’Istituto Reale per gli Studi tra le Fedi, guidato dal suo direttore, l’ambasciatore Hasan Abu Nimah. Durante l’incontro, dedicato al tema "Religione e società civile" - riferisce un comunicato finale - le parti hanno sottolineato che "le religioni hanno un ruolo specifico da svolgere nella società civile" offrendo il loro contributo al bene comune, trascendendo "interessi politici e ricerca del potere". I partecipanti hanno sottolineato "l'importanza di educare i giovani ai valori del rispetto reciproco e della cultura del dialogo, al rifiuto della violenza, in modo da promuovere la pacifica convivenza". Entrambe le parti hanno poi ribadito "l'importanza della democrazia e dello Stato di diritto", nel rispetto dei "diritti umani fondamentali, in particolare della libertà e della giustizia", del riconoscimento delle minoranze etniche, delle diversità culturali e religiose e dell'uguaglianza tra i cittadini. E’ stato quindi sottolineato "il ruolo che le religioni possono svolgere nel rafforzare la partecipazione e la coesione sociale, dando il loro sostegno specifico per la costruzione di una società stabile e prospera, sulla base del principio di sussidiarietà". È stato infine deciso che il prossimo Colloquio si terrà a Roma entro due anni preceduto da una riunione preparatoria in cui il tema e le modalità sono da definire. Tra gli altri, hanno preso parte al Colloquio, per la Chiesa cattolica: mons. Pier Luigi Celata, segretario del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso, mons. Francis Assisi Chullikatt, nunzio apostolico in Giordania e Iraq, mons. Yasser Ayyash metropolita greco-cattolico in Giordania, mons. Salim Sayeg, vicario patriarcale latino per la Giordania. La delegazione musulmana era composta anche da Seyed Mohammed Ali Abtahi, presidente dell’Istituto per il Dialogo Interreligioso dell’Iran, dal prof. Mohammed al-Sharkawi, docente presso l’Università del Cairo, il prof. Abdul Nasser Abul-Basal, presidente del World Islamic Science and Education University, dal prof. Saoud el Mawla, dell’Università di Beirut. Nella sessione pubblica, tenuta alla fine del Colloquio, il cardinale Tauran e il principe El Hassan bin Talal hanno ringraziato i partecipanti per il loro contributo all’incontro.

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    La Lev celebra con un annullo filatelico la Giornata Mondiale del Libro e del Copyright

    ◊   Un francobollo con relativo speciale annullo filatelico che riproduce un antico Codice Vaticano, ad opera di Maria Carmela Perrini: così la Libreria Editrice Vaticana ricorda oggi la Giornata Mondiale del Libro e del Copyright, celebrata il 23 aprile scorso. Ma come è nata l’idea di questo francobollo? Isabella Piro lo ha chiesto a don Giuseppe Costa, direttore della Libreria Editrice Vaticana:

    R. – L’idea è nata per ricordare la Giornata Mondiale del Libro e del Copyright. Da alcuni anni il Vaticano ha aderito alla Convenzione di Berna e, quindi, al rispetto delle norme che riguardano la pubblicazione dei libri e che riguardano la tutela del lavoro intellettuale. E’ una giornata nella quale si insiste sulla lettura e sul valore del libro, anche a livello internazionale.

     
    D. - Vogliamo descrivere questo annullo filatelico per i nostri ascoltatori?

     
    R. – E’ un valore di 60 centesimi. Riporta l'immagine del Codice Vaticano B, uno dei più antichi manoscritti della Bibbia, che è conservato nella Biblioteca Apostolica Vaticana e, quindi, è un modo anche per ricordare il valore culturale della Biblioteca Vaticana.

     
    D. - Questo francobollo, in realtà, fa parte di un trittico…

     
    R. – Sì, perché si è voluto anche mettere assieme due avvenimenti di particolare interesse culturale. Il primo è il centenario di fondazione dell’Istituto Biblico e l’altro è il convegno mondiale delle biblioteche che si terrà a Milano nel prossimo luglio.

     
    D. - Per l’occasione, oggi, presso le librerie romane della Lev viene realizzata una vendita libraria promozionale con il 15% di sconto: un incoraggiamento alla lettura…

     
    R. – Certamente. E’ un’occasione utile per acquistare dei libri a un prezzo ancora più economico rispetto a quello con cui solitamente li offriamo ai nostri lettori.

     
    D. - Contestualmente a questa giornata, la Lev, in collaborazione con la rivista ‘Rogate’, ha pubblicato una ricerca sulla lettura dei libri da parte dei sacerdoti: cosa è emerso?

     
    R. – E’ emerso che i sacerdoti acquistano dei libri, anche se tante volte non li leggono. E’ emerso anche che c’è una diversità tra la generazione dei sacerdoti più anziani, che sono ancora fedeli all’acquisto e all’uso del libro, e i sacerdoti meno anziani, più giovani, che pur apprezzando il libro come valore culturale, lo usano poco.

     
    D. - Ormai da tempo si dice che i libri scompariranno, soppiantati dalle tecnologie moderne. Secondo Lei è possibile?

     
    R. – No, assolutamente. Non lo dicono soltanto gli scrittori o i lettori appassionati, ma anche gli esperti della materia a un livello internazionale. Il libro ha un linguaggio che è depositato nella memoria di ognuno di noi, appartiene all’archetipo umano, antropologico: potranno diminuire i lettori ma il libro in quanto tale resterà.

     
    D. - Cosa fare, allora, per incoraggiare a leggere di più?

     
    R. – Visitando le librerie, dandosi delle curiosità. Oggi c’è meno lettura perché c’è meno curiosità e il libro può appagare le curiosità, può assicurare un approfondimento tanto più necessario oggi con la superficialità dell’informazione che ci avvolge e che ci attraversa.

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    Oggi su "L'Osservatore Romano"

    ◊   In Terra Santa è possibile uscire dalla spirale della violenza: all'udienza generale il Papa parla del suo recente viaggio in Giordania, Israele e Territori palestinesi.

    Tu che per me come me ti sei fatto povero: in prima pagina, Manuel Nin sull'Ascensione nella tradizione bizantina.

    Si riaccende lo scontro fra Israele e Hamas: in rilievo, nell'informazione internazionale, la situazione in Vicino Oriente.

    In cultura, la lettura pubblica - nella traduzione di Maria Brutti - di Ed Parish Sanders al simposio internazionale, a Roma, su san Paolo fra giudaismo e cultura ellenistica, e la prolusione di Romano Penna in occasione della giornata di studio delle Pontificie Accademie per l'Anno paolino.

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    Oggi in Primo Piano



    Sri Lanka: festa nazionale per la fine della guerra contro le Tigri Tamil

    ◊   E’ festa nazionale oggi in Sri Lanka per celebrare la fine della guerra contro i ribelli indipendentisti delle Tigri Tamil (Ltte), durata oltre 26 anni e che ha causato oltre 100 mila morti. In tutta l’area dei combattimenti risolutivi del conflitto l’Esercito regolare sta prendendo il controllo di ciò che rimane degli arsenali ribelli. Ieri è stato mostrato alla Televisione di Stato il corpo senza vita del leader della guerriglia. Il presidente dello Sri Lanka, parlando alla Nazione, ha sottolineato ieri la necessità di avviare un percorso di riconciliazione nazionale, in base al quale tutti i cittadini srilankesi avranno parità di diritti. Stefano Leszczynski ha intervistato Marzia Casolari docente di Storia dell’Asia, presso l’Università di Perugia.

    R. - Proprio sul discorso dell’uniformità tra maggioranza e minoranza c’è una questione aperta. Quindi, l’unitarietà del Paese e la soluzione che si vuole dare al problema dei Tamil, assimilando i Tamil alla maggioranza cingalese. Dal 13mo emendamento della Costituzione dello Sri Lanka è prevista la devolution di poteri alle province a maggioranza Tamil. Su questo punto il governo di Colombo è sempre stato riluttante.

     
    D. - Ci sono stati molti appelli da parte della Comunità internazionale che sono rimasti assolutamente inascoltati. Tuttavia il presidente ha fatto un’apertura abbastanza esplicita al ruolo che gli investitori internazionali possono giocare nelle zone dove è necessaria una ricostruzione. Come si può leggere questo passaggio, potrebbe essere anche un segnale di apertura?

     
    R. – Credo che ora che il governo dello Sri Lanka ha perseguito e raggiunto il suo obiettivo che era quello di eliminare politicamente l’Ltte, credo che necessariamente il governo dello Sri Lanka possa anche abbandonare quell’atteggiamento di chiusura nei confronti delle sollecitazioni che provenivano dalla Comunità internazionale di assumere un atteggiamento più interlocutorio anche perché proprio dal quadro internazionale può venire qualche supporto, qualche aiuto nel dare soluzione al problema Tamil nello Sri Lanka.

     
    D. - Si può dire che con la vittoria militare il problema, la questione, delle tigri Tamil, dei guerriglieri sia effettivamente risolto?

     
    R. – Credo che il pericolo di una ricostituzione di quel movimento, con la forza che aveva prima, sia abbastanza remota. E’ più probabile che i militanti tamil possano diventare lo strumento che dia espressione al malcontento della popolazione qualora il problema tamil non venga risolto in modo adeguato.

     
    D. – Tra l’altro una popolazione che per la gran parte, in questo momento, risulta sfollata in altre zone del Paese in condizioni di vita anche molto difficile...

     
    R. – Sì, se non si dà una soluzione soddisfacente per questa parte della popolazione è possibile che monti un malcontento che poi possa trasformarsi in un conflitto, che si torni in qualche modo alle condizioni di tensione sociale che hanno preceduto l’inizio della guerra civile.

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    Somalia. Mons. Bertin: la popolazione sostenga il governo di transizione

    ◊   E’ ancora giallo sulla presenza di truppe etiopiche in Somalia, dopo il ritiro dei militari di Addis Abeba avvenuto solo 4 mesi fa. Il governo dell'Etiopia nega ogni ridispiegamento militare al di là del proprio confine, ma testimonianze dalla Somalia parlano di soldati etiopici attestati attorno a Beledwayne, 330 km a nord ovest di Mogadiscio. Proprio nella capitale somala, intanto, questa mattina un gruppo di insorti ha attaccato una base della missione dell’Unione africana, uccidendo 3 civili che si trovavano nelle vicinanze. Le violenze seguono gli scontri dei giorni scorsi tra milizie estremiste islamiche e truppe fedeli al nuovo governo transitorio. Del futuro della Somalia si parlerà a Roma, in un apposito vertice che si terrà il prossimo 10 giugno. Per capire quale sia oggi la situazione nel Paese africano, Giada Aquilino ha intervistato mons. Giorgio Bertin, amministratore apostolico di Mogadiscio, raggiunto telefonicamente a Gibuti:

    R. – Senz’altro il governo di transizione che, come si dice, era nato dopo il quindicesimo sforzo di riconciliazione qui a Gibuti si trova un po’ asserragliato, anche a Mogadiscio, forse controlla un terzo del terreno. D’altra parte, è vero che questi fondamentalisti islamici, di diversa appartenenza - con un gruppo più radicale chiamato gli Shabaab - hanno l'obiettivo di prendere completamente in mano la situazione, il potere. La popolazione sta subendo, come ha subito in tutti questi ultimi 19 anni di guerra civile, però con particolare timore; si rendono conto che questi fondamentalisti renderanno la vita molto dura alla loro tradizione che è piuttosto libera. D’altra parte, sembra che le truppe etiopi siano entrate. So che due giorni fa si trovavano ad una decina di chilometri dalla frontiera somala, nella zona dove si trova l’importante città di Beledweyne. Loro però, naturalmente, erano nella parte etiopica. E non è improbabile, in effetti che le truppe etiopiche siano entrate anche per bloccare la grande strada che congiunge Mogadiscio, diciamo il centro sud con il centro nord.

     
    D. – Ci sono testimonianze dirette su questo rientro di truppe etiopi in Somalia?

     
    R. – Sono solo voci però era un po’ presumibile. Bisogna dire anche che, in questi ultimi due mesi, si diceva che qualche battaglione etiopico fosse entrato per dare la caccia a qualche gruppo che si era avvicinato soprattutto ai confini etiopici. Tuttavia, in questo momento, c’è la probabilità che, in effetti, vedendo il governo di transizione traballare, l’Etiopia senta la necessità di rintervenire.

     
    D. – Eccellenza qual è l’auspicio della Chiesa della Somalia?

     
    R. – Che torni la pace. L’auspicio è che il governo attuale resista e che la popolazione si decida ad appoggiare di più questo governo di transizione.

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    Suor Margherita Marchione: contro l'evidenza storica la didascalia allo Yad Vashem su Pio XII

    ◊   “Il 12 marzo 1939 le campane della Basilica di San Pietro risuonavano mentre Eugenio Pacelli riceveva il triregno papale”. Si apre con questo riferimento storico alla cerimonia di incoronazione di Papa Pio XII l’ultimo libro di suor Margherita Marchione edito dalla Libreria Editrice Vaticana. Il volume, intitolato “Papa Pio XII, un’antologia di testi nel 70.mo anniversario dell’incoronazione”, è una raccolta di articoli in italiano e in inglese. Verrà presentato domani pomeriggio a Roma presso  la sala conferenze di Palazzo Marini della Camera dei deputati. Sulla decisione di dedicare un’antologia di testi a Papa Pio XII si sofferma al microfono di Amedeo Lomonaco, proprio l'autrice del libro suor Margherita Marchione:

    R. – Mi trovavo in America per Natale e ho detto: ora si avvicina il settantesimo anniversario dell’incoronazione di Pio XII, il 12 marzo, e nessuno ha pensato a questa data. Ho detto: ci penserò io! Mi sono messa a raccogliere alcuni articoli che avevo scritto e ho pensato di fare una raccolta. Mi pareva una buona idea. Per il 12 marzo il libro era pronto.

     
    D. - Per quanto riguarda il pontificato di Papa Pio XII in questi ultimi anni sono emersi nuovi documenti che attestano l'impegno di Papa Pacelli nell'aiutare gli ebrei durante la seconda guerra mondiale. Quali sono secondo lei i documenti più significativi?

     
    R. – Ce ne sono a centinaia, ci sono le testimonianze. Basta leggere e si capisce subito che Pio XII ha fatto tutto il possibile per aiutare centinaia e centinaia di ebrei. Più di 5 mila ebrei sono stati salvati qui a Roma durante l’occupazione dei nazisti nel 1943-44. Il Papa, poi, ha tolto il regolamento della clausura per dare ai religiosi la possibilità di ospitare gli ebrei.

     
    D. - Nel Museo dell’Olocausto a Gerusalemme il ritratto di Pio XII è ancora accompagnato da una didascalia nella quale si sostiene che il Papa in realtà non aiutò gli ebrei. Perché in questo caso è stata travisata la verità storica?

     
    R. - La storia è chiara, questa didascalia non è affatto storica. Ascoltate quello che io dico e che altri dicono, gli storici e i superstiti che hanno parlato a favore di Pio XII.

     
    D. – Infatti, alla valutazione di alcuni studiosi israeliani si contrappongono proprio le testimonianze di tanti ebrei che hanno vissuto quei drammatici anni e ricordano oggi il decisivo intervento della Chiesa di Papa Pio XII…

     
    R. – Guardate ai fatti. Guardate alla storia, leggete la storia e imparerete che Pio XII è stato un Santo Papa.

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    Presentato in Vaticano il volume “Le Logge di Raffaello. L’Antico, la Bibbia, la Bottega, la Fortuna”

    ◊   Sintesi di decenni di studi e ricerche, il volume “Le Logge di Raffaello. L’Antico, la Bibbia, la Bottega, la Fortuna”, di Nicole Davos, traduce lo splendore di uno dei capolavori dell’arte ornamentale dell’Occidente: le Logge di Raffaello, per l’occasione eccezionalmente riaperte al pubblico. Presentato ieri presso i Musei Vaticani, il libro fa parte della collana Monumenta Vaticana Selecta, edita da Jaca Book e dalla Libreria Editrice Vaticana. Ce ne parla Claudia Di Lorenzi:

    Capolavoro dell’arte decorativa rinascimentale, vertice espressivo del genio artistico di Raffaello Sanzio da Urbino, le antiche Logge custodite nel cuore dei Palazzi Apostolici si offrono allo stupore del mondo per raccontare con la luce la sacralità del legame fra Dio e l’uomo. Punto di riferimento imprescindibile per generazioni di pittori, l’opera monumentale – nell’analisi offerta dalla Davos - deve la sua “Fortuna” ad un rilettura moderna dello stile classico, che fa dei decori e delle pitture della Domus Aurea di Nerone, come dell’essenzialità dei cicli paleocristiani e medievali, il punto di partenza per una narrazione lineare, armoniosa ed equilibrata del Vecchio e Nuovo Testamento. E’ la cosiddetta “Bibbia di Raffaello” che attraverso una visione del mondo serena e illuminata traduce nel linguaggio pittorico l’armonia e la trascendenza di Dio. E’ l’arte che secondo percorsi molteplici si fa interprete del sacro. Il cardinale Giovanni Lajolo, presidente del Governatorato della Città del Vaticano:

     
    “Anzitutto, dal punto di vista narrativo, esponendo la storia sacra, che è una storia di Dio, ma con gli uomini. Poi, può procedere oltre, può dare il senso dell’armonia, come avviene in Raffaello, della passione, della potenza trascendente di Dio che guida la storia, oppure facendo percepire di più l’intima personalità delle varie figure, così che da esse quasi traspiri il loro senso di fede. In tanti modi l’arte può rappresentare la storia sacra, cioè divina con l’uomo.”

     
    Fra questi, le Logge di Raffaello offrono una lettura del tutto originale. Antonio Paolucci, Direttore dei Musei Vaticani:

     
    “Da una parte la bellezza della pittura antica che veniva scoperta proprio in quegli anni; dall’altra c’è la bellezza, la gloria del vero visibile, della natura: i frutti, i fiori, gli uccelli, le rondini che sfrecciano nel cielo azzurrissimo. Il tutto giustificato e santificato dalla Rivelazione”.

     
    Una sintesi di cui l’autrice ha svelato la trama. Ascoltiamo Nicole Davos:

     
    “Il maestro reinterpreta pittura, stucchi: gli stucchi del Colosseo, sarcofagi, anche gli oggetti piccoli, come monete o gemme. Dio, per esempio, è ripreso in un sarcofago romano dove c’è Bacco. Quindi, lui riprende dei motivi antichi per illustrare il ciclo cristiano, ma torna anche alle basiliche paleocristiane, ai monumenti medievali, per riproporre una Chiesa primitiva, più semplice, di lettura più facile. Una Bibbia che ha avuto un successo enorme”.

     
    Un successo tale che nei secoli a venire, lo stile delle Logge di Raffaello avrebbe influenzato le modalità espressive dell’arte ornamentale. Ancora l’autrice:

     
    “Questa Bibbia ha fissato una nuova iconografia; ogni racconto comincia tranquillamente, poi succedono delle cose molto gravi e poi c’è la fine che è sempre felice. Questo dura fino all’Ottocento. A San Pietroburgo c’è una vera copia ma anche a Washington, nel Capitol, c’è una serie di ornamenti presi direttamente dalle Logge".

     
    Ma la grandezza delle Logge si deve anche al lavoro di un gruppo di giovani artisti, di cui l’autrice del volume ricostruisce identità e ruolo. E’ la cosiddetta Bottega di Raffaello. Ascoltiamo ancora il direttore dei Musei Vaticani:

    “Un libro che finalmente mette in chiaro i nomi e i ruoli dei collaboratori di Raffaello: Giulio Romano, Luca Penni, Giovanni da Udine, spagnoli come Pedro Machuca e come Alonso González de Berruguete, francesi come Guillaume de Marcillat, e poi Perino del Valga e Polidoro Caldara da Caravaggio. Tutto questo incredibile gruppo di ventenni, che lavoravano sotto la regia di Raffaello”.

    Antico, Bibbia e Bottega fanno dunque la Fortuna delle Logge di Raffaello, oggi riconosciute dall’Unesco come patrimonio dell’umanità.

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    La vita nuova nella fede al centro della XII edizione del Religion Today Film Festival

    ◊   Un viaggio per l'incontro delle differenze, condotto attraverso la lente della macchina da presa, con cui si sfideranno artisti di tutto il mondo. È l’obiettivo della XII Edizione del Religion Today Film Festival, il primo evento itinerante dedicato al cinema delle religioni. Tra i collaboratori, esponenti dell’Università Pontificia Salesiana e delle Edizioni Paoline. Alla conferenza stampa tenutasi ieri presso la Sala Marconi della nostra emittente, c’era per noi Alessandra De Gaetano.

    I rapporti attuali tra le religioni, testimonianze di esperienze, tracce del sacro nella storia sono gli argomenti scelti per i documentari, i cortometraggi e i reportages di questa edizione del Religion Today Film Festival, dedicata al tema “Rinascere dall’alto. Vita nuova nella fede”. Una sfida artistica, quella di portare sullo schermo la complessità della dimensione religiosa, arricchita dalla convivenza tra operatori e registi di diverse fedi e nazionalità. Nella filmografia di culture e religioni diverse, ci sono elementi comuni nel trasmettere il linguaggio dell’amore di Dio? Ascoltiamo Don Franco Level, decano dell’Università Pontificia Salesiana:

     
    “Sto vedendo i film in preparazione di questa giornata. L’islam ha un atteggiamento forse più adorante e ha meno pretese catechistiche di noi. Noi sappiamo dov’è Dio, noi sappiamo chi è, noi abbiamo tutte le domande con la risposta. Ho l’impressione che loro non si impegnano in questo modo logico e razionale e sono invece su un atteggiamento di contemplazione. Io credo che dovremmo imparare da loro”.

    Diverse, le città che accoglieranno nel mese di ottobre l’evento, che avrà la sua tappa conclusiva nel 2010 a Sant’Angelo a Fasanella, in provincia di Salerno. Tra le novità di questa edizione, una giuria di migranti con rappresentanti di diverse culture e religioni. Tra i premi assegnati “Nello spirito della fede”, Miglior film a soggetto, Miglior documentario e Miglior cortometraggio. Un riconoscimento sarà inoltre conferito dalla Università Pontificia Salesiana. Ma quali sono le sfide di questo evento? Ascoltiamo Davide Zordan, presidente di Religion Today Film Festival:

    “Solo proporre tanto cinema di qualità, offrire momenti di approfondimento, di valore artistico e poi la sfida della convivenza, di incontro tra persone, che parlano lingue diverse, che hanno sensibilità diverse, che credono in orizzonti di fede diversi, ma che imparano a conoscersi, a stimarsi e a capire meglio anche se stessi”.

    Nell’ambito della kermesse, arricchita da seminari di studio, spettacoli e percorsi didattici per le scuole, un’iniziativa dal titolo “Dialoghi in cammino” è dedicata alla figura di Abramo. Il progetto prevede la formazione di un gruppo di giovani trentini che intraprenderanno un viaggio in Medio Oriente sulle orme di Abramo. L’obiettivo è promuovere una cultura di rispetto e integrazione tra le differenti culture e religioni presenti sul territorio trentino, patria di battesimo del Festival, nato nel 1997. Perché è stato scelto proprio Abramo come figura di riferimento dell’evento, cosa rappresenta? Ascoltiamo ancora Zordan:

    “Si tratta di riconoscere nella sua figura il paradigma dell’accoglienza, preoccupandosi non del problema identitario, di capire chi ha di fronte e in che cosa crede, ma preoccupandosi di aprire la sua casa, la sua tenda, di dare accoglienza, di permettere che lo straniero possa stare bene in sua compagnia. Ecco, vorremmo che questo paradigma diventasse un’immagine del nostro cammino”.

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    Chiesa e Società



    Swat: aiuti Caritas ai profughi

    ◊   Caritas Pakistan, con l’aiuto dei vari partner internazionali, è in prima fila nell’assistenza ai “due milioni di profughi in fuga dalla guerra” fra esercito e talebani nella valle di Swat. E’ quanto afferma ad AsiaNews mons. Jospeh Coutts, vescovo di Faisalabad e direttore nazionale di Caritas Pakistan. Il presule sottolinea la “prudenza” con la quale vengono forniti gli aiuti perché la zona “non è sicura” e non si vuole offendere la sensibilità di persone “di fede religiosa diversa”. “La nostra missione – aggiunge mons. Joseph Coutts – è di fornire aiuto, amore e assistenza a quanti vivono nel bisogno, come ci ha insegnato Gesù Cristo”. Mons. Coutts rende anche noto che sinora sono stati forniti 300 materassi e 25 ventilatori nei campi profughi di Mardan, nella North-West Frontier Province (Nwfp). I rifugiati provengono da aree montuose e il caldo torrido dell’estate pakistana – dove si toccano punte di 50 gradi – potrebbe “aggravare l’emergenza”. Al momento, i centri di accoglienza governativi di Sheikh Shahzad e Sheikh Yaseen ospitano circa 20 mila persone e il numero “cresce di giorno in giorno”. “Caritas Pakistan con l’aiuto dei partner internazionali - spiega il vescovo – sta inviando nella zona 2 mila tende per ospitare piccoli nuclei familiari”. Il presule aggiunge che le minoranze religiose sono le più vulnerabili, perché colpite dalla guerra e vittime di abusi e vessazioni. La minoranza sikh è costretta a versare la jizya – tassa che i non-musulmani devono fornire alla comunità islamica –  e famiglie cristiane “vengono cacciate dai campi profughi perché i musulmani non vogliono stare con loro”. Anche per questo Caritas Pakistan si muove “con prudenza”. Sul terreno, intanto, continuano i combattimenti fra esercito e talebani in varie aree della zona di Malakand. A Islamabad è in corso una riunione del governo presieduta dal premier Yousaf Raza Gilani. Al centro dell’incontro ci sono questioni legate alla sicurezza nelle aree tribali, alle operazioni militari nello Swat e i prossimi interventi a favore dei rifugiati. (A.L.)

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    Gerusalemme: poveri tre bambini palestinesi su quattro

    ◊   Tre bambini palestinesi su quattro vivono a Gerusalemme al di sotto della soglia di povertà: è la denuncia contenuta in un rapporto sullo “Stato dei diritti umani a Gerusalemme Est” diffuso dall’Associazione israeliana per i diritti civili (Acri) e ripreso dall’agenzia Misna. Secondo lo studio, i bambini in questione sono figli del 66,8% delle famiglie palestinesi che vivono nella parte orientale della città e che a loro volta vivono con meno di due dollari al giorno. A loro corrispondono il 23% delle famiglie ebraiche nelle stesse condizioni. “La discriminazione tra la percentuale di famiglie povere palestinesi ed ebraiche è dovuta in gran parte al fatto che queste ultime ricevono sussidi, agevolazioni sanitarie e servizi che per i palestinesi sono del tutto inaccessibili” precisa il rapporto, secondo cui questa strategia “mira a spingere i palestinesi a lasciare la città, assicurandole una popolazione in maggioranza ebraica”. La parte orientale della città, aggiunge inoltre lo studio, “ha subìto pesantissime ripercussioni e quasi uno strangolamento economico in conseguenza della costruzione del muro che separa Israele dalla Cisgiordania e che sta lentamente portando al collasso dell’economia palestinese”. Occupata e quindi annessa alla Giordania dopo la guerra del 1948, in seguito alla creazione dello stato di Israele, la parte est di Gerusalemme – che alcuni vorrebbero capitale di un futuro stato palestinese indipendente – fu occupata dall’esercito israeliano durante la guerra del 1967. Nel 1980 il Parlamento approvò la legge fondamentale di Gerusalemme “capitale indivisa di Israele”, dichiarata nulla e priva di validità dalla risoluzione 478 del Consiglio di Sicurezza dell’Onu che invitò gli stati membri a spostare le loro missioni diplomatiche fuori dalla città. Ancora oggi lo status di Gerusalemme costituisce uno dei nodi del processo di pace tra israeliani e palestinesi. (A.L.)

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    Terra Santa: a Gaza continua il sostegno della Caritas

    ◊   La visita di Benedetto XVI ha dato nuova linfa e nuove speranze alle popolazioni di Terra Santa: lo afferma la Caritas di Gerusalemme che sta continuando nella preziosa opera di assistenza e sostegno di famiglie povere, segnate dal conflitto, in difficoltà economiche per la crescente disoccupazione in tutta la regione. La Caritas - riferisce l'agenzia Fides - è in prima linea anche nell’aiuto alla provata popolazione della striscia di Gaza per la quale ha messo in campo risorse del valore di 1,4 milioni di euro, soprattutto in aiuti alimentari, cure mediche, formazione, raggiungendo oltre 10mila famiglie che vivono nella striscia in condizioni di estrema difficoltà. La Caritas ha raccolto a Gaza storie di speranza che portano uno spiraglio di luce su situazioni di lutto, penuria e sconforto. Indubbi benefici si registrano soprattutto attraverso le protesi sanitarie fornite dal “Polio Centre” che la Caritas finanzia e sostiene: numerose persone mutilate dalla guerra hanno ritrovato la possibilità di vivere una vita normale, sono tornate alle loro attività quotidiane, recuperando la possibilità di sentirsi di nuovo utili alle proprie famiglie e alla società. A livello psicologico e morale inoltre – aspetto che conta moltissimo per la ripresa e lo sviluppo di qualsiasi società umana – le parole del Papa, che ha assicurato preghiera e vicinanza a tutti i sofferenti, portando un messaggio di pace per israeliani e palestinesi, hanno avuto un impatto emotivo molto forte sulla popolazione, sia cristiana che musulmana. L’autorità morale del Santo Padre, universalmente riconosciuta, ha restituito conforto alla popolazione palestinese stremata dal conflitto: tutti sperano che la comunità internazionale possa recepire i messaggi di Benedetto XVI, avviando un autentico processo di pace che riporti riconciliazione, stabilità e armonia in Terra Santa. (R.P.)

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    Gary Krupp: un grande successo il pellegrinaggio del Papa in Terra Santa

    ◊   “Pave the Way Foundation” ha ringraziato con una lettera Benedetto XVI per “il coraggio e la forza” che ha manifestato nel suo pellegrinaggio in Terra Santa, dall’8 al 15 maggio. “Desidero esprimerle la mia sincera e sentita gratitudine per aver iniziato e completato il suo pellegrinaggio di grande successo in Terra Santa”, spiega il fondatore e presidente della fondazione interreligiosa, l'ebreo-americano Gary Krupp. “In una regione divisa da differenze politiche, religiose e culturali, percorrere una linea sottile per portare il messaggio di pace di Dio a tutti quanti lo ricercano richiede enorme coraggio e forza”. Nel testo si esprime anche rammarico per le critiche rivolte al Santo Padre da alcuni settori. “Solo chi cerca di mettersi nei panni di un altro riesce a capire veramente le necessità, le paure - sottolinea Krupp - può identificarsi con il dolore di tutti i popoli della regione. Purtroppo, c'è chi ha agende opposte ed è pronto a criticare e a minare i suoi preziosi sforzi nel nome della pace”. “Memore di questo, per favore prenda forza dalla voce di coloro che le hanno parlato in musica al suo arrivo in Israele e dall'apprezzamento di quanti vedono attraverso le critiche e l'ostilità e la negatività di alcuni commentatori”. “Possa Dio – si legge ancora nella lettera ripresa dall’agenzia Zenit - darle la forza di continuare il suo pontificato per molti anni, e ricche benedizioni di successo nel suo sforzo di portare la pace di Dio nel nostro mondo travagliato”. La Pave the Way Foundation è una fondazione dedita “al raggiungimento della pace colmando le differenze con la tolleranza, l'educazione e le relazioni pratiche tra le religioni, mediante scambi culturali, tecnologici e intellettuali”. L'organizzazione “cerca di eliminare l'uso della religione come strumento storicamente utilizzato da alcuni per raggiungere i propri interessi personali e provocare conflitti”. (A.L.)

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    Libano. Il cardinale Sfeir: la democrazia è alternanza

    ◊   “Il potere non può essere monopolizzato da una sola parte politica. La vera democrazia risiede nell’alternanza al potere”. Lo ha detto il patriarca maronita cardinale Nassrallah Sfeir domenica scorsa durante la Messa nella chiesa di Notre–Dame a Bkerké, in Libano. A riferirlo in una nota, ripresa dal Sir, è lo stesso Patriarcato. “Dobbiamo saper leggere le dichiarazioni che in questi giorni stiamo ascoltando e che arrivano da ogni parte. Ciascuna è destinata a far vincere le elezioni e a monopolizzare il potere”, ha affermato il porporato che poi ha aggiunto: “Il Paese appartiene a tutti i suoi figli e non è concepibile che il potere sia monopolizzato da un partito o da un gruppo”. “Come abbiamo già fatto notare, la vera democrazia è quella fondata sull’alternanza al potere. Ciascuno avrà la sua occasione, a condizione di essere paziente, di saper convincere gli elettori sul proprio punto di vista. Speriamo che la calma e la razionalità prevarranno”. Nel marzo scorso, in vista del voto parlamentare del 7 giugno prossimo, i vescovi libanesi avevano diffuso “La Carta dell’azione politica”, 31 articoli “per svegliare le coscienze, purificare le anime, nella speranza che tutti l'osserveranno per rettificare la pratica politica, arte nobile e di grande responsabilità, in vista dello sviluppo della persona umana e della società". (A.L.)

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    Guatemala: ucciso un sacerdote statunitense

    ◊   In Guatemala un sacerdote statunitense, padre Lawrence Rosenbaugh, è stato ucciso l’altro ieri in seguito ad un’aggressione. Il prete era in auto con a bordo altri 4 missionari. Due uomini armati a volto coperto – riferisce l’agenzia Misna – hanno bloccato il gruppo mentre percorreva una strada rurale che collega le comunità di Chisec e Ixcán, 500 chilometri a nord della capitale guatemalteca. In base alle prime ricostruzioni, padre Lawrence Rosenbaugh è stato subito ucciso. I due uomini armati hanno inoltre ferito padre Jean Claude Nowama, originario della Repubblica democratica del Congo. Non hanno invece riportato ferite gli altri tre missionari, gli statunitensi Ruben Elizondo e Erado Capustra, e il canadese Rodrigo Macaous. Il corpo di padre Rosebaugh, che era parroco della comunità di Ixcán, sarà portato nelle prossime ore a Chicago, sua città d’origine. Padre Nowama è ricoverato presso un ospedale della città di Cobán. In base alle prime testimonianze, la rapina è il movente dell’aggressione. I malviventi sono andati via con 1000 quetzal, circa 100 euro. (A.L.)

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    Etiopia: aiuti della Chiesa per combattere la carestia

    ◊   Il Catholic Relief Service (CRS) avvierà, a breve, la distribuzione di cibo, pari a 50 milioni di dollari americani, alle vittime della carestia in Etiopia. L’organizzazione cattolica umanitaria porterà aiuti a più di un milione di etiopi che soffrono la fame a causa di una grave siccità. Il piano di assistenza per l’emergenza alimentare durerà quattro mesi e sarà supportato dall’Agenzia statunitense per lo sviluppo internazionale. “Ancora una volta – afferma Lane Bankers, rappresentante del CRS in Etiopia ripreso da Cisanews – masse di agricoltori del Paese raccoglieranno poco o nulla dai campi a causa della siccità”. “Il cibo di emergenza – continua – aiuterà la popolazione a sopravvivere in questo momento difficile e ridurrà la necessità delle famiglie di vendere importanti proprietà, come il bestiame o le attrezzature agricole, per procurarsi da mangiare”. Il CRS sta, quindi, pianificando la distribuzione di 87mila tonnellate di cibo a circa un milione e 200mila persone che sono state identificate dal governo come vittime della siccità. Il CRS sta, inoltre, supportando progetti agricoli ed idrici a lungo termine per aiutare il Paese africano a far fronte a situazioni simili. (I.P.)

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    I vescovi delle Filippine: la riforma agraria aiuti i più poveri

    ◊   Il governo filippino è deciso a far approvare entro i primi di giugno il progetto di legge sull'estensione del CARP, la riforma agraria che prevede la ridistribuzione delle terre incolte ai coltivatori diretti. L’assicurazione è giunta dalla stessa Presidente Gloria Macapagal Arroyo durante un incontro con una delegazione della Conferenza episcopale filippina. L’incontro – riferisce il sito dei vescovi - si è svolto nella residenza presidenziale di Malacañang, alla presenza di altri esponenti politici. Durante il colloquio i presuli hanno ribadito, da parte loro, le obiezioni espresse in una dichiarazione pastorale diffusa in mattinata su alcuni emendamenti proposti al disegno di legge. Nella dichiarazione intitolata “La Riforma agraria è uno strumento di giustizia sociale e un atto di saggezza politica”, i vescovi affermano che le modifiche proposte di fatto vanificherebbero gli obiettivi e i vantaggi del provvedimento. “Le proposte sono inaccettabili e in contrasto con le leggi che governano le strutture morali e sociali della nostra società”, si legge nel documento. Secondo il disegno di legge che attende l’approvazione del Congresso di Manila, il CARP dovrebbe essere prolungato per i prossimi cinque anni e rifinanziato con fondi adeguati per permettere gli indennizzi ai latifondisti che restituiscono i terreni non coltivati all'agenzia governativa incaricata di ridistribuirli ai coltivatori diretti. Un'altra parte del rifinanziamento dovrebbe essere destinato invece alle cooperative agricole che aiutano i contadini a migliorare la qualità dei prodotti coltivati, a venderli direttamente ai distributori senza passare attraverso intermediari. Da tempo la Chiesa filippina si batte a favore dei contadini poveri e di una distribuzione più equa della terra. Ancora oggi infatti le aree rurali del Paese pagano l'eredità storica di una forte concentrazione delle proprietà terriere: le due precedenti riforme del 1988 e del 1998, fortemente osteggiate dalle lobby dei latifondisti, si sono rivelate inadeguate e non hanno risolto la questione agraria nel Paese, con un conseguente aumento delle tensioni sociali nelle campagne. (L.Z.)

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    Filippine: insegnanti cattolici offrono lezioni gratis ai ragazzi della periferia di Manila

    ◊   Combattere la povertà e la delinquenza nelle periferie attraverso la formazione scolastica e l’insegnamento dei valori cristiani. Questo è lo scopo del “Club 8586”, associazione cristiana di giovani volontari,  attiva nella capitale filippina, che offre nei fine settimana ai ragazzi di strada catechismo e lezioni  scolastiche gratuite. In questa città, che conta circa 11 milioni di abitanti, molti giovani in età  scolare lavorano lungo le strade come venditori ambulanti e non hanno accesso a un’educazione che consenta  loro prospettive di miglioramento. “Ero un venditore ambulante, vendevo frittelle e banane fritte sui marciapiedi. In questa situazione di povertà, il Club 8586 mi ha aiutato e  anche io ho voluto aiutare gli altri” racconta Raffy Alcantara. Dopo il suo incontro con il Club “8586” avvenuto nel 2003, Alcantara ha potuto proseguire gli studi  e nel 2008 ha vinto il premio Gawad Geny Group, che ogni anno offre borse di studio ai giovani filippini che si sono distinti nell’aiutare la propria comunità. L’organizzazione “Club 8586” opera nella periferia della capitale sin dal 1986. Dal ’97, grazie all’appoggio dell’arcidiocesi di Manila che paga ai volontari il pranzo e gli spostamenti, il Club ha aperto anche nella provincia di Cavite. Qui è nata  la Compagnia di giovani dinamici (Dynamic Teen Company), un gruppo composto oggi da più di 2000 studenti volontari,  che ogni sabato insegna  ai ragazzi delle bidonville a leggere e a scrivere. Nel 2007 – ricorda l’agenzia AsiaNews – è stata lanciata la campagna: “Noi siamo il cambiamento”. Insegnanti ed infermieri offrono il loro prezioso contributo per l’educazione e la salute dei ragazzi. (A.L.)

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    Messico: “Anno giubilare per Xochimilco” nel 475.mo del convento di San Bernardino da Siena

    ◊   Il cardinale Norberto Rivera Carrera, arcivescovo primate del Messico, ha decretato l’“Anno giubilare per Xochimilco” che inizia oggi e si concluderà il 20 maggio 2010, nel 475.mo anniversario dell’edificazione del convento di San Bernardino da Siena a Xochimilco. Attraverso un decreto arcivescovile, il porporato ha proclamato quest’anno giubilare che avrà inizio oggi, con la Festa di San Bernardino da Siena. Nel testo ripreso dall'agenzia Fides, si legge che la proclamazione dell’Anno giubilare “dovrà essere occasione di partecipazione per tutti i membri del popolo di Dio a Xochimilco”; l’Arcivescovo manifesta poi il desiderio che l’iniziativa “susciti opportuni momenti per la riflessione storica e culturale sul ruolo di questo centro di irradiazione di Cristo, e che rappresenti un momento di orgoglio per le nostre radici culturali, legate alla prima evangelizzazione ed un momento di nuovi impulsi per la nostra attuale attività apostolica ed evangelizzatrice”. Il decreto include l’indulgenza plenaria e l’indulgenza parziale. (R.P.)

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    Usa: venerdì si celebra la Giornata nazionale di preghiera per i marinai

    ◊   Sostenere, ricordare e pregare per coloro che lavorano in mare: con questo obiettivo, nel novembre del 2005, la Conferenza episcopale degli Stati Uniti (USCCB) ha indetto la “Giornata nazionale di preghiera e memoria per i marinai e gli uomini del mare”, fissandone la data al 22 maggio. In vista dell’evento, quindi, l’Ufficio nazionale dell’Apostolato del Mare, appartenente al Segretariato per la diversità culturale nella Chiesa della USCCB, ha organizzato una Messa che verrà celebrata giovedì presso la Chiesa di San Domenico, a Washington. A presiedere la celebrazione, sarà l’arcivescovo emerito della città, card. Theodore McCarrick. Incoraggiando i fedeli a partecipare all’iniziativa, mons. Kevin Boland, responsabile dell’Apostolato del Mare, ha ribadito la necessità di pregare “per il benessere e la sicurezza del personale marittimo, per il ruolo vitale che i lavoratori del mare hanno nel trasporto dei beni sulle acque e per le vite che sono state perse in mare”. Il presule ha invitato, quindi, a recitare orazioni speciali durante la ‘Preghiera dei fedeli’ e a celebrare Messa utilizzando il Messale per le celebrazioni della Beata Vergine Maria, Stella Maris. Infine, qualche dato: attualmente, il 90% dei beni mondiali vengono trasportati per mare. I marinai sono, in totale, un milione in tutto il mondo e lavorano su circa 10mila navi commerciali. (I.P.)

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    La Chiesa si apra al mondo: così il Patriarca di Mosca e di tutte le Russie Kirill

    ◊   Una Chiesa che sia più aperta e più vicina all’uomo accettando alcune trasformazioni ma nel rispetto della dottrina. E’ quanto auspica il Patriarca di Mosca e di tutte le Russie, Kirill, in un’intervista concessa al quotidiano russo “Izvestia” - e riportata dall'agenzia Asca - in occasione dei primi cento giorni dalla sua elezione. “I teologi e i missionari contemporanei - ha detto il Patriarca - hanno l’obbligo di imparare ad insegnare le verità eterne in rapporto con la nostra epoca, a manifestare la presenza di Cristo nel mondo attuale, nella vita di oggi”. Il Patriarca Kirill si sofferma, in particolare, sul divario fra la pratica religiosa, ferma al 10-12%, ed il numero dei battezzati ortodossi in Russia, che secondo le stime varia fra il 60 e l'80%. “Non è sufficiente accogliere l’ortodossia come una tradizione culturale. Bisogna comprendere e abbracciare i suoi fondamenti spirituali ed etici”. “L’adesione esteriore – spiega il Patriarca - deve essere seguita da una vita interiore”. “Ci sono certi aspetti della vita della Chiesa – conclude - che esigono un'attenzione importante e forse anche delle trasformazioni” restando tuttavia fedeli alla dottrina, perché "Dio non cambia".. (A.L.)

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    L'arcivescovo di Milano Tettamanzi invita a non umiliare la dignità dei migranti

    ◊   “È l’individualismo a minare la solidarietà. Questa forma di solitudine genera in sequenza paura, chiusura, rifiuto dell’altro, specie se portatore di una diversità. Come purtroppo accade verso gli immigrati”: lo ha detto il cardinale di Milano Dionigi Tettamanzi in una lunga intervista pubblicata oggi dal Corriere della Sera e ripresa dall'agenzia Misna nella quale il porporato affronta problemi e speranze della città e durante la quale ha più volte parlato di solidarietà, carità, attenzione verso i più deboli, con particolare riferimenti ai migranti. “C’è una fatica della nostra società a confrontarsi con l’immigrazione – ha aggiunto il Cardinale - una realtà che è un problema ma che resta un'opportunità. È all’immigrazione che Milano deve non poco della sua fortuna: questa città è frutto di ripetuti e successivi processi di integrazione. È una memoria da recuperare, una memoria che è incarnata anche dalla sapienza biblica nel libro del Levitico: 'Tratterete lo straniero, che abita fra voi, come chi è nato fra voi; tu lo amerai come te stesso; poiché anche voi foste stranieri'”. Interrogato sulle modalità con cui attuare una politica dell’accoglienza nella legalità, il cardinale di Milano risponde: “Occorre intervenire per regolare doverosamente il fenomeno migratorio, garantendo la legalità, attivandosi di concerto con le altre nazioni e le istituzioni sovranazionali, sempre nel rispetto dell’inviolabile dignità di ogni persona. Una dignità spesso umiliata nei paesi d’origine degli immigrati: non possiamo dimenticare da quali condizioni fuggono coloro che bussano alle nostre porte. La politica deve muoversi — ma qui le lacune sono evidenti — sul piano della progettazione, per immaginare e realizzare modelli di convivenza e di integrazione, aggregando tutte quelle forze sociali, culturali, educative, istituzionali che ne hanno competenza. Chiesa compresa”. (R.P.)

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    Domani a Palermo conferenza internazionale sulla Tratta di persone

    ◊   “Tratta di persone:dieci anni dopo la costituzione del comitato intergovernativo ad hoc per l’elaborazione del protocollo di Palermo”, è il confronto che si aprirà a Palermo, domani e venerdì prossimo, con la conferenza internazionale, promossa da L'OIM - Organizzazione Internazionale per le Migrazioni, in collaborazione con l’Unicri (l’Istituto Interregionale delle Nazioni Unite per la Ricerca sul Crimine e la Giustizia), l’Università degli Studi di Palermo e l’Aiccre (Associazione Italiana per il Consiglio dei Comuni e delle Regioni d’Europa). Nel 2000 la città di Palermo aveva ospitato la Conferenza internazionale per l’apertura alla firma della Convenzione delle Nazioni Unite contro il Crimine Organizzato Transnazionale (Un Toc) e, in particolare, di uno dei tre Protocolli aggiuntivi, sulla Prevenzione, Repressione e Contrasto della Tratta di Esseri Umani. Lo scopo della conferenza di questo fine settimana è di accertare lo stato attuale della ratifica del Protocollo, analizzare le sfide che l’applicazione dello stesso comporta e promuoverne il processo di ratifica. Si indagherà anche sul fenomeno della tratta nei suoi aspetti giuridici nazionali e internazionali. L’evento è patrocinato dal Dipartimento per le Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri ed intende commemorare il decimo anniversario dell’inizio delle negoziazioni che portarono all’elaborazione del Protocollo sulla Tratta, riunendo insieme proprio coloro che nel 1999-2000 presero parte all’elaborazione della Convenzione e dei Protocolli aggiuntivi. Prenderanno parte ai lavori della due giorni: Giusto Sciacchitano, Sostituto Procuratore della Direzione Nazionale Antimafia, Peter Schatzer Capo Missione dell’Oim in Italia, Sandro Calvani, direttore dell’ UNICRI, il sen. Roberto Di Giovan Paolo, Segretario Generale dell’Aiccre, Tana De Zuleta, Esperta dell’Osce diversi altri esperti, nonché docenti universitari e rappresentanti di istituzioni governative, inter-governative e non governative nazionali ed internazionali. In Italia, tra sfruttamento lavorativo, sessuale, servitù domestica e altre forme di sfruttamento le vittime del fenomeno, al centro della conferenza internazionale, sono migliaia: solo lo sfruttamento sessuale registrerebbe un numero di vittime compreso tra le 29.000 e le 38.000 persone. Inoltre, la tratta è spesso associata con fenomeni affini ma distinti come l’immigrazione irregolare, la prostituzione o il lavoro sommerso e, dunque, presenta difficoltà di accertamento, riscontrabili nel fatto che su oltre 1 milione di vittime stimate solo un’esigua percentuale viene identificata, assistita e protetta e solo una media di 6mila perpetratori vengono perseguiti ogni anno. (A.V.)

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    Domenica prossima la comunità cattolica cinese in Italia si ritroverà a Napoli

    ◊   Domenica prossima, 24 maggio, si celebra la seconda “Giornata Mondiale di preghiera per la Chiesa in Cina” istituita da Benedetto XVI nella Lettera ai cattolici cinesi firmata il 27 maggio 2007, solennitа di Pentecoste. “Carissimi Pastori e fedeli tutti, - ha scritto il Papa - il giorno 24 maggio, che è dedicato alla memoria liturgica della Beata Vergine Maria, Aiuto dei Cristiani – la quale è venerata con tanta devozione nel santuario mariano di Sheshan a Shanghai - in futuro potrebbe divenire occasione per i cattolici di tutto il mondo di unirsi in preghiera con la Chiesa che è in Cina”. Sulla scia della grande partecipazione alla celebrazione di questa Giornata l’anno scorso, e grazie anche alla grande attenzione e disponibilità del cardinale Crescenzio Sepe, arcivescovo di Napoli, la comunità cattolica cinese in Italia celebrerà la Giornata nella città partenopea, in collaborazione con l’arcidiocesi napoletana. L’appuntamento per tutti i cinesi residenti in Italia, cattolici e non cattolici, è nel Duomo di Napoli alle ore 11 di domenica 24 maggio per rispondere a questa chiamata del Papa. “Sono invitate - si legge nel comunicato ripreso dall'agenzia Fides - tutte le comunità cinesi di ogni diocesi in Italia, e sono benvenuti tutti i cinesi in Italia, tutti i missionari, e tutte le suore delle diverse congregazioni” offrendo ulteriori informazioni sul sito: www.zanmeizhu.it. Dopo la solenne Eucaristia che sarà presieduta dal cardinale Sepe in lingua italiana e cinese, ci sarà anche un momento di fraternità ed il Convegno sulla pastorale e l’evangelizzazione della comunità cinese in Italia. (R.P.)

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    Caritas Campania: presso la sede dei vescovi un incontro sulla crisi economica

    ◊   “L'attuale crisi economico-finanziaria e le ricadute sui poveri” è l’argomento di discussione promosso dalla delegazione regionale Caritas della Campania presso la sede della Conferenza episcopale regionale (Cec) a Pompei. Il direttore della rivista “La Civiltà Cattolica”, padre Giampaolo Salvini sarà il principale relatore dell’incontro, il terzo appuntamento promosso dalla Caritas campana sulla crisi finanziaria. In particolare si discuterà delle conseguenze della crisi - che ha colpito duramente la Regione, dove già alto era il tasso di disoccupazione – riferisce l’agenzia Sir. All'incontro “sono invitati, per l’importanza del tema e il prestigio del relatore, tutti i membri dei vari gruppi delle Caritas diocesane ed i rappresentanti di enti e associazioni di volontariato, che collaborano con le stesse” spiega don Carmine Giudici, incaricato regionale di Caritas Campania. Don Giudici ricorda anche che “sarà dedicato un primo momento dell'assemblea ad un aggiornamento sull’emergenza terremoto in Abruzzo e sull’impegno che come delegazione Caritas Campania siamo chiamati ad assumerci nei prossimi mesi in una delle zone della diocesi de L’Aquila”. (A.V.)

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    Terni: i quadri dei detenuti in vendita per una iniziativa di solidarietà

    ◊   Una vendita di beneficenza con le opere pittoriche dei detenuti del carcere di Terni: è l’iniziativa che verrà inaugurata domani al Museo diocesano di Terni, intitolata “In piccoli spazi di tempo”. Sono 30 le opere esposte, realizzate dai detenuti durante le attività del laboratorio artistico promosso dalla Caritas diocesana e dall’associazione di volontariato “San Martino”. Nella mostra vengono raccolte “le emozioni dei detenuti", si legge in una nota della diocesi di Terni-Narni-Amelia e ripresa dal Sir. “Emozioni vissute nel laboratorio artistico durante la socializzazione e l’evoluzione relazionale, mentre si apprendono le tecniche del disegno e del colore. A volte è difficile rispettarsi, smussare alcune parti spigolose del proprio carattere, superare i pregiudizi e le antipatie, sostenersi e scambiarsi informazioni e pareri. Ma i colori, i pennelli, le tele, aiutano tanto: arrivano alla loro coscienza e accendono le emozioni positive, della gratificazione e dei sani proponimenti”. Da questo è scaturito anche “il desiderio di sentirsi utili nel sociale”: il ricavato della vendita dei lavori verrà destinato al Fondo di solidarietà delle Chiese umbre per le famiglie disagiate. (A.L.)

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    24 Ore nel Mondo



    Aung San Suu Kyi: sale la protesta contro la giunta

    ◊   Terzo giorno di processo per la leader dell’opposizione birmana, Aung San Suu Kyi. Mentre la giunta militare al potere ha ammesso una decina di giornalisti nel carcere in cui è detenuta, a Yangon monta la protesta: ieri, 500 sostenitori della Lega nazionale per la democrazia si sono scontrati con la polizia durante una manifestazione inscenata per chiedere la liberazione della donna. Il servizio di Marco Guerra:

    ''Vi ringrazio molto per essere venuti qui e per il vostro sostegno''. La leader dell’opposizione birmana si è rivolta così ai rappresentanti di almeno 10 ambasciate straniere e al ristretto gruppo di giornalisti ai quali è stato concesso di seguire il terzo giorno di processo nel carcere dove è detenuta l’attivista per i diritti umani. ''Non vi posso incontrare uno ad uno, ma spero di potervi incontrare tutti in giorni migliori'', ha poi aggiunto il Premio Nobel per la pace che è apparsa in discrete condizioni di salute e vestita in un abito tradizionale birmano. Quelle di San Suu Kyi sono le prime parole dall’ultimo mandato di arresto di giovedì scorso, a causa dell'intrusione nella sua abitazione di un americano che ha superato tutte le misure di sicurezza alle quali è sottoposta da anni. Dopo i primi due giorni di processo a porte chiuse, la presenza della stampa e dei diplomatici stranieri è stata comunque l’unica concessione che la Giunta militare ha permesso alla donna dal suo trasferimento in carcere. Ieri, sono stati ascoltati 22 testimoni, quasi tutti poliziotti, che confermerebbero l’accusa per la quale San Suu Kyi è punibile con una pena da tre a cinque anni di carcere, periodo che la escluderebbe dalla partecipazione alle elezioni politiche che la Giunta intende organizzare nel 2010. Intanto, sale il coro di proteste della comunità internazionale. Dieci Premi Nobel per la pace hanno chiesto in una lettera all’Onu l’immediato rilascio del leader dell'opposizione birmana.

     
    Afghanistan
    Ancora una strage di civili in Afghanistan. L'Isaf, la forza a guida Nato, ha reso noto di aver ucciso otto persone in un raid aereo diretto contro talebani nel sud del Paese, poche ore prima le forze americane hanno riconosciuto di aver ucciso tra 20 e 30 civili in un bombardamento condotto il 4 maggio nell'ovest dell’Afghanistan. Vittime anche tra le truppe della coalizione internazionale. Secondo la polizia afghana, due militari stranieri, la cui nazionalità non è ancora stata precisata, sono rimasti uccisi nell'esplosione di un ordigno che ha colpito il convoglio di mezzi sul quale viaggiavano alle porte di Kabul. Da parte loro, i comandi dell'Isaf e delle forze Usa si sono limitati a rendere noto che un'esplosione ha colpito un convoglio di truppe straniere.

    Indonesia
    È di almeno 98 morti e 15 feriti il bilancio ancora provvisorio di un incidente aereo avvenuto questa mattina in Indonesia, che ha visto un velivolo militare con 109 persone a bordo schiantarsi al suolo in fase di atterraggio, colpendo anche diverse case.

    Iran: testato nuovo missile
    Il nuovo missile Sejjil-2 è stato sperimentato oggi dall’Iran. E’ stato il presidente iraniano, Mahmud Ahmadinejad, a darne notizia nel corso di una visita alla città di Semnan, a 200 chilometri a est di Teheran, nelle cui vicinanze è stato effettuato il lancio. Il missile ha una gittata di duemila chilometri ed è in grado di raggiungere, tra l’altro, il territorio israeliano. “Sul piano strategico questo lancio non cambia nulla per noi, mentre dovrebbe preoccupare gli europei”, ha dichiarato Dany Ayalon, viceministro degli Esteri israeliano. Il nuovo missile è un modello più avanzato dello Shahab-3, già testato in passato.

    Economia
    Ancora segnali negativi delle principali economie del mondo. Il prodotto interno lordo (Pil) del Giappone è crollato del 15,2% su base annua nel primo trimestre del 2009, per quello che è il peggior calo mai registrato dal 1955, anno di inizio delle statistiche. Il dato preoccupa il premier, Taro Aso, che comunque registra segnali positivi dalla ripresa degli ordini. Di segno negaitvo anche il Pil spagnolo che registra un calo del 3% nel primo trimestre 2009, rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. Anche in questo caso bisogna andare indietro diversi decenni, e in particolare al 1959, per trovare una contrazione più consistente. Infine, continua la frenata dell’industria italiana. A marzo, secondo i dati Istat, gli ordinativi hanno registrato una flessione del 26% rispetto allo stesso mese del 2008 e del 2,7% rispetto a febbraio. Ancora peggio il fatturato del settore auto, che ha registrato una flessione del 29,9% su base annua.
     
    Usa - Auto
    L’automobile americana del futuro sarà più piccola, consumerà e inquinerà di meno. Le nuove direttive per le case costruttrici sono state annunciate ieri dallo stesso presidente statunitense, Barak Obama, e consentiranno un sensibile risparmio in termini economici e un minor impatto ambientale. Positive le reazioni dell’industria automobilistica. Il servizio da New York di Elena Molinari:

    Barack Obama ha proposto per la prima volta nella storia americana uno standard unico nazionale sulle emissioni delle auto, che consentirà di ridurre la dipendenza del Paese dal petrolio e fornirà alle case automobilistiche linee-guida certe per lo sviluppo di nuovo prodotti. Il piano del presidente americano - che fissa a circa 15 chilometri al litro il limite per i consumi entro il 2016 - ha raccolto infatti l’appoggio dei costruttori e del sindacato dell’auto, United Auto Workers. Risparmieremo 1,8 miliardi di barili di petrolio, ha spiegato ieri Obama, più di quanto abbiamo importato lo scorso anno dall’Arabia Saudita, Venezuela, Libia e Nigeria e il risparmio, ha aggiunto, equivale anche a togliere dalla strada per un intero anno, 53 milioni di veicoli. Gli effetti positivi sull’ambiente non dovrebbero mancare: le emissioni si ridurranno di 900 milioni di tonnellate. A fianco del presidente, alla Casa Bianca, c’erano gli amministratori delegati delle maggiori case automobilistiche, soddisfatti che una direttiva nazionale consenta loro, finalmente, di produrre lo stesso tipo di auto per tutti gli Stati americani.

     
    Colombia
    Il Senato della Colombia ha approvato la convocazione di un referendum popolare per approvare o rifiutare una modifica della costituzione che consentirebbe al presidente Alvaro Uribe di ricandidarsi per un terzo mandato nelle elezioni del 2010. Il progetto dovrà ora affrontare ancora due passaggi e, in caso di approvazione, dovrebbe portare i cittadini del Paese latinoamericano alle urne tra ottobre e novembre.

    Italia
    In Italia, il dibattito politico è ancora rivolto alle polemiche riguardanti la condanna dell'avvocato inglese, David Mills, a 4 anni e sei mesi per corruzione in atti giudiziari. La sentenza chiama in causa il premier, Silvio Berlusconi, riguardo a due procedimenti giudiziari sulla Fininvest. Pd e Italia dei Valori chiedono al presidente del Consiglio di dimettersi e difendersi in tribunale. La maggioranza fa invece quadrato intorno a Berlusconi, che ieri ha annunciato che riferirà in parlamento, denunciando una giustizia ad orologeria, in riferimento alle ormai prossime elezioni europee.

    Spagna terrorismo
    Diciassette nordafricani, sospettati di finanziare al Qaeda, sono stati arrestati questa mattina dalla polizia spagnola nella città basca di Bilbao. Gli immigrati, di nazionalità algerina e marocchina, sono accusati di far parte di una banda criminale dedita al traffico di droga e altre attività criminali che sarebbero servite a finanziare la rete terroristica nel Maghreb.(Panoramica internazionale a cura Marco Guerra)

     
    Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LIII no. 140

     
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