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Sommario del 03/05/2009

Il Papa e la Santa Sede

  • Il Papa ordina 19 diaconi: uniti a Cristo per non farvi inquinare dal mondo. Al "Regina Coeli" parla del viaggio in Terra Santa ed esprime solidarietà per le vittime della nuova influenza
  • Con la Messa presieduta al Santuario di Jasna Góra, il cardinale Bertone ha concluso il suo viaggio in Polonia
  • Presentato il libro di Angelo Montonati dedicato al Beato Tommaso Reggio. Intervista con il cardinale Angelo Sodano
  • Oggi in Primo Piano

  • Elezioni a Panama. Ricardo Martinelli favorito nella corsa alla presidenza
  • Gli operatori sanitari della diocesi di Roma, in pellegrinaggio in Terra Santa, testimoni della gioia per l'arrivo del Papa
  • Raduno nazionale dell'Agesci: lo scoutismo, risposta all'emergenza educativa
  • Una raccolta di firme per il disarmo nucleare lanciata al 39.mo Meeting del primo maggio a Loppiano
  • Chiesa e Società

  • I vescovi del Nicaragua si riuniranno per analizzare la situazione del Paese e un documento che lancia accuse infondate contro il clero
  • Nel mese delle elezioni in India, campagna web contro le minoranze religiose
  • I cristiani manifestano per i profughi tamil coinvolti nel conflitto nello Sri Lanka
  • Episcopati d'Europa: tavola rotonda a Strasburgo su libertà religiosa e educativa
  • Al via domani il Forum nazionale dei cristiani congolesi: l'impegno per la pace
  • Undicesimo Congresso europeo sulla catechesi: l'annuncio delle prime comunità cristiane modello per l'apostolato
  • Messaggio della Commissione giustizia e pace australiana sulla solidarietà in tempi di crisi economica
  • Dal raduno nazionale del Rinnovamento nello Spirito l'invito a rinnovare lo slancio dell'evangelizzazione
  • Spagna. Inaugurato il giubileo di Santo Domingo de la Calzada, vissuto attorno all'anno Mille
  • 24 Ore nel Mondo

  • Nuova influenza: cresce il numero delle vittime. Due contagi in Italia
  • Il Papa e la Santa Sede



    Il Papa ordina 19 diaconi: uniti a Cristo per non farvi inquinare dal mondo. Al "Regina Coeli" parla del viaggio in Terra Santa ed esprime solidarietà per le vittime della nuova influenza

    ◊   I sacerdoti siano immagine di Cristo nel mondo e non si lascino trascinare da una certa mentalità che, dal mondo, arriva ad inquinare la Chiesa fin nei suoi ministri. Ancora una volta, Benedetto XVI è tornato a riflettere su uno dei temi portanti del suo Magistero riguardanti la vocazione e la missione sacerdotale. E lo ha fatto nella Messa solenne presieduta questa mattina nella Basilica di San Pietro, durante la quale ha conferito l’ordinazione sacerdotale a 19 diaconi della diocesi di Roma, sei dei quali di origine non italiana. Al Regina Caeli, poi, il Papa ha chiesto preghiere per il suo prossimo viaggio in Terra Santa e ha espresso solidarietà alle vittime del Messico e degli altri Stati, colpiti dal virus dell'influenza H1N1. Il servizio di Alessandro De Carolis:

    Pietre d’angolo della Chiesa, testimoni credibili alla sequela del Buon Pastore, e non uomini contaminati da un tipo di società che “non conosce Dio” e più spesso ancora non ha alcuna intenzione di conoscerlo. Con la nettezza che lo ha sempre contraddistinto su questo argomento, Benedetto XVI - sviluppando idealmente l’omelia della Messa Crismale dello scorso Giovedì Santo - è tornato a tracciare lo spartiacque che vuole un ministro del Vangelo “nel” mondo ma non “del” mondo.

     
    (canto)

     
    Con l’intensità spirituale e simbolica che un tale gesto riveste, sempre particolarmente coinvolgente, le mani del Papa si sono posate durante la liturgia sulla testa di 19 uomini, alcuni dei quali in età matura, che hanno scelto di seguire le orme degli Apostoli. Metà di loro romani o della provincia, tre italiani - un siciliano, un pugliese e un lombardo - e sei non italiani ma rappresentanti dell’intero pianeta: un diacono nigeriano, uno di Haiti, un croato, uno della Repubblica Ceca, un cileno e un sudcoreano. A loro, Benedetto XVI ha sottoposto il brano del Vangelo di Giovanni che afferma come il mondo non riconosca i sacerdoti perché non riconosce Dio:

     
    “E’ vero, e noi sacerdoti ne facciamo esperienza: il ‘mondo’ (…) non capisce il cristiano, non capisce i ministri del Vangelo. Un po’ perché di fatto non conosce Dio, e un po’ perché non vuole conoscerlo. Il mondo non vuole conoscere Dio per non essere disturbato dalla sua volontà, e perciò non vuole ascoltare i suoi ministri, questo potrebbe metterlo in crisi (…) Questo ‘mondo’ (…) nel senso evangelico, insidia anche la Chiesa, contagiando i suoi membri e gli stessi ministri ordinati (…) è una mentalità, una maniera di pensare e di vivere che può inquinare anche la Chiesa, e di fatto la inquina, e dunque richiede costante vigilanza e purificazione”.

     
    Per non cadere in questo rischio, il sacerdote deve entrare in piena comunione con Cristo, in modo “sacramentale” ma anche “esistenziale”, per essere “consacrato nella verità”. Il mezzo per realizzare questa comunione, ha indicato Benedetto XVI, è innestarsi con la preghiera in quella che Cristo ha levato a Dio perché custodisse i “suoi”:

     
    “Da qui deriva per noi presbiteri una particolare vocazione alla preghiera, in senso fortemente cristocentrico: siamo chiamati, cioè, a ‘rimanere’ in Cristo (…) e questo rimanere in Cristo si realizza particolarmente nella preghiera. Il nostro ministero è totalmente legato a questo ‘rimanere’ che equivale a pregare, e deriva da esso la sua efficacia”.

     
    La Messa quotidiana, dunque, ma anche la Liturgia delle ore, l’adorazione eucaristica, la Lectio divina, il rosario, la meditazione: da qui il sacerdote trae, ha affermato il Papa, la sua “linfa”. Il sacerdote “che prega, e che prega bene - ha soggiunto - viene progressivamente espropriato di sé e sempre più unito a Gesù Buon Pastore”, il cui nome è l’unico “che salva”:

     
    “L’apostolo, e quindi il sacerdote, riceve il proprio ‘nome’, cioè la propria identità, da Cristo. Tutto ciò che fa, lo fa in nome suo. Il suo ‘io’ diventa totalmente relativo all’’io’ di Gesù. Nel nome di Cristo, e non certo nel proprio nome, l’apostolo può compiere gesti di guarigione dei fratelli, può aiutare gli ‘infermi’ a risollevarsi e riprendere a camminare”.

     
    (canto)

     
    Benedetto XVI, che ha concelebrato attorniato dal cardinale vicario, Agostino Vallini, dai vescovi ausiliari e da molti sacerdoti della diocesi di Roma, ha concluso la liturgia in Basilica e si è poi spostato nel suo studio, affacciandosi verso le 12.15 alla finestra che dà sulla Piazza per presiedere alla recita del "Regina Coeli". Con le circa 40 mila persone presenti, il Papa ha condiviso i molti auspici che riempiono il suo cuore alla vigilia del viaggio apostolico in Terra Santa, che inizierà venerdì prossimo. “Mi propongo - ha detto fra gli applausi - di confermare e di incoraggiare i cristiani di Terra Santa, che devono affrontare quotidianamente non poche difficoltà” e, ricordando anche le "grandi sofferenze" che vedono vittime i palestinesi, ha aggiunto:

     
    “Mi farò pellegrino di pace, nel nome dell’unico Dio che è Padre di tutti. Testimonierò l’impegno della Chiesa Cattolica in favore di quanti si sforzano di praticare il dialogo e la riconciliazione, per giungere ad una pace stabile e duratura nella giustizia e nel rispetto reciproco. Infine, questo viaggio non potrà non avere una notevole importanza ecumenica e inter-religiosa. Gerusalemme è, da questo punto di vista, la città-simbolo per eccellenza: là Cristo è morto per riunire tutti i figli di Dio dispersi”.

     
    Benedetto XVI si è poi soffermato con un pensiero di solidarietà alle vittime dell'influenza che sta colpendo in questi giorni il Messico e molti Paesi del pianeta. "Cari fratelli messicani - ha detto in particolare - restate saldi nel Signore. Egli vi aiuterà a superare questa difficoltà". E ancora, preghiere, ricordando la Giornata mondiale di preghiera per le vocazioni, Benedetto XVI aveva chiesto in precedenza “perché - ha auspicato - la grandezza e la bellezza dell’amore di Dio attiri tanti a seguire Cristo sulla via del sacerdozio e in quella della vita consacrata”. E anche perché, aveva aggiunto, “ci siano altrettanti sposi santi, capaci di indicare ai figli, soprattutto con l’esempio, gli orizzonti alti a cui tendere con la loro libertà”.

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    Con la Messa presieduta al Santuario di Jasna Góra, il cardinale Bertone ha concluso il suo viaggio in Polonia

    ◊   Al Regina Caeli, il Papa ha assicurato la sua vicinanza spirituale ai vescovi e ai pellegrini radunati oggi nel santuario polacco di Jasna Góra, consacrato a Maria Santissima "Regina della Polonia", di cui oggi la Chiesa celebra la memoria, ed ha pregato affinchè la “Madre di Cristo protegga la Chiesa in Polonia”, insegni e aiuti a seguire Cristo “e implori per tutta la nazione il dono della pace e di ogni bene”. E a Jasna Góra - al termine del suo viaggio in Polonia iniziato lo scorso 30 aprile - il cardinale segretario di Stato, Tarcisio Bertone, ha presieduto oggi la celebrazione della Messa che coincide anche con la conclusione dei festeggiamenti giubilari per il VII Centenario dell’approvazione pontificia dell’Ordine dei Monaci Paolini e della consegna della Regola di Sant’Agostino. Il servizio di Claudia Di Lorenzi:

    Maria, Madre di Dio e della Chiesa, Vergine del soccorso che mai abbandona i suoi figli, dispensatrice di aiuto, protezione e conforto, sentiero luminoso verso Cristo. Nel giorno in cui la Chiesa universale celebra la memoria di Maria Santissima, Regina della Polonia, da Jasna Góra, ideale “pulpito” della nazione polacca, si riverbera al mondo l’immagine della Madonna, Madre protettrice di tutte le genti, rifugio nella sofferenza e nella prova, modello di devozione e della fede che mai vacilla, guida all’incontro con Gesù. Nell’omelia presso il Santuario dedicato alla Vergine Santissima, dove in passato l’allora Cardinale Karol Wojtyła celebrò la Santa Messa in occasione di questa solennità, il cardinale segretario di Stato, Tarcisio Bertone, ha rammentato il valore universale della “dottrina mariana tipica di Jasna Góra” e la centralità del culto di Maria nella storia del popolo polacco:

    “Questo Santuario è diventato un riferimento reale per la vita nazionale. E quante volte è risuonata in questo luogo la preghiera che abbiamo pronunciato all’inizio della Messa: “O Dio, Tu hai dato al popolo polacco nella Santissima Vergine Maria un meraviglioso aiuto e difesa, concedi propizio, per l’intercessione della nostra Madre e Regina, che la religione goda la libertà e la nostra patria si sviluppi nella pace”.

    Citando la scena evangelica del Calvario, quando ai piedi della croce Gesù affida a Maria il discepolo Giovanni e per mezzo di esso la consacra Madre dell’umanità, il porporato ha ricordato come Maria - che ha sorretto e guidato il popolo “nei momenti di combattimento e nella prova” - sia oggi “simbolo della libertà nazionale e dei sentimenti religiosi dei polacchi”, e insieme faro luminoso per tutte le genti. Soffermandosi sul significato profondo del santuario di Jasna Góra, e citando Papa Giovanni Paolo II nell’Enciclica Redemptoris Mater, il porporato ha detto che proprio “la forza attrattiva e irradiante dei grandi santuari” veicola la mondo la presenza di Maria:

    “Fra i luoghi di questa geografia della fede, Giovanni Paolo II non poteva non ricordare il Santuario di Jasna Góra, che va considerato non solamente come luogo privilegiato dei sentimenti religiosi nazionali, ma prima di tutto come evento di fede, ove Cristo è presente nelle mani di Maria, in modo tangibile e concreto”.

    Un luogo dal quale giunge forte l’invito a seguire Maria nella sua piena adesione alla volontà di Dio. “Il santuario di Jasna Góra può essere definito la Nazaret polacca - ha detto il cardinale Bertone - ove i pellegrini imparano a rispondere sempre “sì” a Dio e a vivere da autentici suoi figli. Jasna Góra è come Betlemme, dove Maria presenta Gesù a tutti” ed “è, in modo singolare, la Cana polacca (…) dove Maria indica Gesù continuamente e a Lui rimanda tutti i pellegrini. (…) Questo santuario - ha aggiunto - è anche il “Calvario polacco”, dove sotto la croce di Cristo e sotto la croce storica dei polacchi è presente sempre Maria, Madre dalla salda fede, che mai ha abbandonato i suoi figli. Infine - ha concluso il segretario di Stato - Jasna Góra è il Cenacolo polacco, ove la Chiesa pellegrina prega insieme con Maria, invocando l’effusione dello Spirito Santo, che non cessa di rinnovare il volto della terra e della storia”. Il cardinale Bertone ha quindi ricordato come la storia del Santuario di Jasna Gora sia strettamente legata a quella dei Padri Paolini che qui svolgono il loro servizio, e che quest’anno celebrano il 700.mo anniversario del riconoscimento pontificio del loro Ordine. A loro ha rivolto l’invito a “vedere il mondo con gli occhi di Dio”:

    “Cari Padri paolini (…) cercate costantemente solo Dio e sforzatevi di andare incontro ai bisogni dell’uomo di oggi. Come San Paolo Primo Eremita, vostro Padre, scegliete la strada del silenzio e della preghiera, che permette di ritrovare il proprio cuore in Dio; cuore dove arde eterno il fuoco dell’amore”.

    Un saluto finale il segretario di Stato ha rivolto a tutti i fedeli, che ha invitato ad accogliere il messaggio di Maria nella vita quotidiana e a farsi suoi discepoli docili e obbedienti.

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    Presentato il libro di Angelo Montonati dedicato al Beato Tommaso Reggio. Intervista con il cardinale Angelo Sodano

    ◊   “Mai stanco per Dio”: si intitola così il libro scritto dal giornalista Angelo Montonati sulla vita del Beato Tommaso Reggio, arcivescovo di Genova e fondatore delle Suore di Santa Marta. Il volume, pubblicato dalle Edizioni San Paolo, è stato presentato ieri nella Sala Marconi della nostra emittente. Tra i presenti all’incontro, anche il cardinale, Angelo Sodano, decano del Collegio cardinalizio e autore della prefazione del libro. Il servizio di Isabella Piro:

    Una personalità poliedrica, quella del Beato Tommaso Reggio, che il libro di Angelo Montonati racconta in 19 dettagliati capitoli, punteggiati da un ricco inserto fotografico. Nato a Genova nel 1818, Tommaso Reggio viene ordinato sacerdote nel 1841. Negli anni successivi, diventa vicerettore del Seminario di Genova e poi rettore di quello di Chiavari, sempre accompagnato da uno straordinario dinamismo che lo porta a lavorare dalle tre del mattino fino a tarda sera. Ascoltiamo il cardinale Angelo Sodano:

    “Elvandolo agli onori degli altari, il Papa Giovanni Paolo II lo definì come uomo di fede e di cultura: uomo di fede, per questa sua grande visione cristiana della vita e senso apostolico del ministero episcopale; uomo di cultura, perché nell’università, nelle scuole, nel giornalismo cattolico diffuse molto il Vangelo di Cristo”.

    Pioniere del giornalismo cattolico, il Beato Tommaso fonda nel 1851 “Il Cattolico”, primo quotidiano cattolico italiano. Dieci anni dopo, diventa direttore responsabile de “Lo stendardo cattolico”. Nel 1878, fonda l’Istituto delle Suore di Santa Marta, che oggi operano in Italia, Argentina, Brasile, Cile, India e Libano. Ma qual è il carisma di queste religiose? Ancora il cardinale Sodano:

    “Il carisma di servizio. Lui fu anche un pastore sollecito dei bisogni dei poveri, anzi, fu famosa la sua assistenza nel grande terremoto che afflisse Sanremo nel 1887: le vittime furono più di 300. Pensiamo che allora non c’era la rete di assistenza statale e la solidarietà che c’è oggi, quindi l’assistenza ai terremotati fu a carico del vescovo e del clero e della Chiesa. E in questo piano di carità, vedeva la necessità delle parrocchie, dei sacerdoti di avere delle religiose che aiutassero nella parrocchia, negli asili, nell’assistenza agli anziani. E quindi, nello spirito di Santa Marta, che assisteva gli apostoli, fondò questa famiglia religiosa dandole, appunto, il nome ‘Sorelle di Santa Marta’, ‘sorelle del servizio’, perché costituissero in ogni parrocchia dove lavoravano una piccola Betania dove anche si recò Gesù”.

    Come vescovo di Ventimiglia prima ed arcivescovo di Genova poi, Tommaso Reggio è sempre attento a dare un ruolo di protagonista al laicato cattolico, compresa la componente femminile, non solo nell’ambito ecclesiale, ma anche in quello politico e sociale. In questo senso, dona nuovo impulso alle società operaie cattoliche, si impegna in prima persona nella lotta per il riconoscimento del diritto al riposo festivo e ad un orario di lavoro regolamentato. Nell’agosto del 1900, il Beato Tommaso Reggio celebra a Roma le esequie del re Umberto I di Savoia, assassinato a Monza. A settembre dell’anno successivo, inizia ad avvertire un forte dolore al ginocchio destro. Passano i mesi, il quadro clinico si complica ed il Beato Tommaso muore. È il 22 novembre 1901. Le sue ultime parole sono: “Dio solo mi basta”. Ma oggi, quale insegnamento ci lascia, in particolare per i giovani? Ancora il cardinale Sodano:

     
    “Mons. Reggio, a Genova, aprì anche associazioni, scuole cattoliche in un momento difficile, anche, per l’anticlericalismo, la massoneria che in quel momento era forte, a Genova; però trascinò la gioventù, poi, anche ad essere presente nella vita politica. Ed è lì che nacque il grande movimento sociale cristiano”.
     
    Beatificato da Giovanni Paolo II il 3 settembre del 2000, oggi Tommaso Reggio riposa nella casa delle Suore di Santa Marta a Genova, là, dove tutto è cominciato.

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    Oggi in Primo Piano



    Elezioni a Panama. Ricardo Martinelli favorito nella corsa alla presidenza

    ◊   A Panama, due milioni e 200 mila elettori sono chiamati oggi a eleggere il presidente della Repubblica, a rinnovare il parlamento unicamerale e le rappresentanze locali. I sondaggi danno come molto probabile un cambiamento alla guida del Paese, dalla sinistra ai conservatori. Favorito ad assumere la più alta carica dello Stato è l’imprenditore Ricardo Martinelli, leader del partito, da lui fondato, “Cambio Democratico”. In vista dell’appuntamento elettorale, i vescovi del Paese hanno diffuso una lettera pastorale dal titolo “Sull’impegno cittadino di fronte alle prossime elezioni”. Ma quali sono le sfide che attendono il nuovo capo dello Stato? Giancarlo La Vella lo ha chiesto a Luis Badilla:

    R. - La prima riguarda il consolidamento del sistema democratico di questo Paese. E' vero che da diversi anni, per fortuna, Panama transita attraverso una via democratica abbastanza solida, però ci sono dei problemi che derivano dalle sfide sociali. E quindi, seconda cosa, riguarda l’iniquità sociale: Panama è un Paese con una crescita tutto sommato abbastanza alta e sostenuta da diversi anni, però, al tempo stesso, c’è un problema di ridistribuzione della ricchezza fondamentale, e questo mette a repentaglio la stabilità democratica. Per ultimo, inoltre, c’è una sfida non meno importante che riguarda il rapporto con la nuova amministrazione americana: Panama costituisce, in questo momento, per la sicurezza degli Stati Uniti, un pericolo sia dal punto di vista della corruzione - cioè un Paese dove si ricicla molto denaro proveniente dal narcotraffico - e, in secondo luogo, sia del narcotraffico in sé stesso, ovvero il transito sul territorio panamense della cocaina verso gli Stati Uniti.

     
    D. - Non c’è una contraddizione nel parlare di democrazia progredita e, allo stesso tempo, di iniqua distribuzione delle ricchezze?

     
    R. - Sì, c’è una contraddizione, ma questa contraddizione appartiene a tutta la regione latinoamericana. Il problema dell’America Latina degli ultimi anni - che ha avuto una crescita sorprendente dal punto di vista dei cosiddetti indici macroeconomici - è che poi questa ricchezza si è concentrata in pochissime mani, e dunque esiste una contraddizione. Questa è una sfida, e su questa sfida le Chiese latinoamericane - non solo quella di Panama - insistono moltissimo negli ultimi anni.

     
    D. - I vescovi locali hanno pubblicato una lettera esortando la popolazione a partecipare in massa a questo voto: con quali auspici?

     
    R. - Soprattutto a scegliere bene, cioè a dare il voto a coloro che, in qualche modo, hanno fatto propri i problemi della nazione, elencati dai vescovi in diversi modi. Per esempio, il primo problema è la qualità della vita: a Panama è andata peggiorando negli ultimi anni, dal punto di vista dell’inquinamento, del poter vivere bene. Il consumo ha rovinato la qualità della vita perché è un consumo molto esagerato e poco austero. Un secondo problema riguarda la crescita economica che i vescovi denunciano come una crescita economica senza solidarietà sociale: la povertà - un quarto del Paese vive al di sotto dei limiti della povertà - e la corruzione: a Panama è un fenomeno esistente da moltissimi anni, che però sembra ormai arrivato a limiti insostenibili. La corruzione è deleteria per lo sviluppo economico, perché di questa crescita s’impadroniscono tutti i centri di potere corrotti. Infine, la Chiesa ha molto sottolineato - in questo suo documento di esortazione al voto - la qualità dell’educazione: a Panama l’educazione è gratuita, pubblica, e tutti possono accedervi, ma la sua qualità è andata sempre più peggiorando, per via dei programmi scolastici e del bassissimo - o quasi inesistente - sostegno ai docenti, ai maestri, ai professori, che vengono considerati impiegati statali, la terza categoria.

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    Gli operatori sanitari della diocesi di Roma, in pellegrinaggio in Terra Santa, testimoni della gioia per l'arrivo del Papa

    ◊   Gli operatori sanitari della diocesi di Roma sono in questi giorni in pellegrinaggio in Terra Santa per ritrovare le radici della cristianità e riscoprire la fede. Il viaggio è una delle diverse attività di formazione che l’Ufficio per la Pastorale sanitaria organizza per cappellani, assistenti spirituali, religiosi e per quanti lavorano nel settore della sanità. Tiziana Campisi ha raggiunto telefonicamente a Cafarnao mons. Armando Brambilla, vescovo incaricato dell’Ufficio per la Pastorale sanitaria del Vicariato di Roma, e gli ha chiesto quale significato abbia questo pellegrinaggio e quale clima si respiri in Terra Santa a pochi giorni dall’arrivo di Benedetto XVI:

    R. - Vogliamo tornare alle radici e alle fonti della nostra vita cristiana: vedere, constatare con gli occhi quello che ascoltiamo tutte le domeniche, in una realtà che ci manifesta quella che è stata la vita di Gesù, quelli che sono stati i suoi insegnamenti.

     
    D. - Tra qualche giorno, in Terra Santa, arriverà il Papa. Si avverte un clima di attesa?

     
    R. - Sì, ho sentito che qui lo attendono con gioia: c’è questo clima di attesa, di desiderio d’incontrare il Papa, anche tra i non cattolici che vedono comnque in lui l’autorità più alta della Chiesa, che guida un miliardo e 200 mila persone.

     
    D. - Voi state precedendo i passi di Benedetto XVI in Terra Santa…

     
    R. - Per noi è una cosa bella pensare che il Papa, il nostro vescovo, verrà qui. E' sicuramente una cosa molto grande, un’esperienza molto importante. In qualche modo, è come vivere alla sua sequela, anche se noi l’abbiamo anticipato. E penso che anche per lui sarà una ricchezza enorme venire qui, al di là di ciò che dirà, che potrà annunciare nella terra di Gesù: lui che, come Successore di Pietro, ha ricevuto il mandato di pascere degli agnelli e delle pecorelle.

     
    D. - Padre Carmelo Vitrugno, lei è cappellano dell’ospedale romano Sandro Pertini; che clima avete trovato in Terra Santa?

     
    R. - In tutti i luoghi che abbiamo visitato, sono appesi i manifesti e le locandine che annunciano la visita del Santo Padre, e naturalmente c’è molta serenità e molta attesa nei luoghi cattolici. Abbiamo potuto notare qualcosa di straordinario.

     
    D. - La gente del posto, invece, come vi ha accolti?

     
    R. - Naturalmente e tranquillamente. Tutte le notizie che a volte ci arrivano, anche attraverso i mass media, sono certamente indicative di un disagio che esiste. Ma nei confronti dei turisti c’è un grande rispetto ed una grande tranquillità.

     
    D. - Per un operatore sanitario cosa significa un pellegrinaggio in Terra Santa?

     
    R. - C’è il desiderio che i cristiani che operano nel mondo della salute riscoprano le radici cristiane e comincino ad essere testimoni più convinti, visibilmente testimoni.

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    Raduno nazionale dell'Agesci: lo scoutismo, risposta all'emergenza educativa

    ◊   Si conclude oggi un’intensa tre giorni per il mondo degli Scout italiani, che nel Lazio, a Soriano del Cimino, vede due importanti appuntamenti nazionali: il Consiglio Generale dell’Agesci a Bracciano e l’Assemblea generale dell'Associazione italiana Guide e Scouts d'Europa cattolici. Ma cosa insegna ai ragazzi lo spirito Scout? Andrea Rustichelli ne ha parlato con una dei protagonisti del raduno di Bracciano, Agnese Cini Tassinario, presidente dell’Associazione Biblia e già Capo Guida dell’AGESCI:

    R. - Insegna a vivere durante il servizio una serenità di fondo, un certo ottimismo: sorridere anche nelle difficoltà, con una semplicità e un’esemplarità di vita che viene inculcata nei ragazzi e in noi adulti nella vita del campeggio. E una cosa importantissima è anche il rispetto per le culture, le lingue e le religioni diverse dalle nostre.

     
    D. - Lo spirito scout come può nutrire un sentimento migliore, un sentimento completo della cittadinanza?

     
    R. - Lo scout non è una persona che sta con le mani in mano, ma che cerca di essere al servizio della comunità nella quale si trova, che cerca di vivere il suo impegno concreto di cittadino con giustizia e con misericordia, cioè con giustizia e con amore. Quando anche tante associazioni giovanili sono purtroppo venute meno, lo scoutismo ha sempre continuato a vivere, non solo in Italia, ma anche in tutti i Paesi del mondo.

     
    D. - Quali sono, secondo lei, le emergenze educative oggi e come lo scoutismo può dare delle risposte?

     
    R. - Le emergenze educative sono molte. Certamente, vediamo anche in politica l’indifferenza di tante persone. “Sono io forse il custode di mio fratello?” dice la Bibbia. Ad un certo punto, accade che molti pensino solo ai propri interessi. Allora bisogna rendersi conto, prima di tutto, noi adulti e poi far rendere conto i ragazzi che siamo tutti, nell’universo intero, figli di uno stesso Padre e responsabili non solo dell’altro che sta male, ma anche del Creato che mi sta intorno e quindi della vita fisica del pianeta. Da qui, nasce un’attenzione molto particolare alla natura, al Creato che ci sta intorno. Questa attenzione alla natura e agli altri è una cosa fondamentale.

     
    D. - Si può essere scout soltanto da giovani o lo scoutismo serba un messaggio per tutti?

     
    R. - Serba certamente un messaggio per tutti. Esiste anche l’Associazione del movimento scout adulti, che cerca sempre un servizio attivo, come negli ospedali o nel servizio agli orfanotrofi o alla Caritas. Fanno qualcosa di concreto e di attivo. Non si smette mai di imparare, di imparare dalla Bibbia, di imparare dalla vita, di crescere nella conoscenza dei propri impegni, perchè lo scoutismo lascia una traccia indelebile.

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    Una raccolta di firme per il disarmo nucleare lanciata al 39.mo Meeting del primo maggio a Loppiano

    ◊   E’ cominciata dalla Cittadella internazionale del Movimento dei Focolari di Loppiano, in provincia di Firenze, una raccolta di firme in favore del disarmo nucleare da presentare alla Conferenza di revisione del Trattato di non proliferazione in programma nel 2010. L’obiettivo è quello di raccogliere dieci milioni di firme in tutto il mondo. L’iniziativa è stata lanciata al 39.mo Meeting del primo maggio scorso, al quale hanno partecipato circa quattromila giovani. Momenti musicali e artistici si sono alternati a testimonianze di Vangelo vissuto, in una giornata di festa e di unità, come ci racconta Valerio Aversano, un giovane proveniente da Taranto, al microfono di Adriana Masotti.

    R. - A Loppiano, si è svolto un grande Meeting per giovani, la festa del primo maggio, che raccoglie giovani da tutta Italia e dall’Europa intorno ad un’idea forte: quella del mondo unito. Ed è una festa che proprio allarga il nostro sguardo, il nostro orizzonte verso l’unità e per questo abbiamo fatto alcuni collegamenti con altre città del mondo dove si svolgono delle manifestazioni simili, anche perché questa festa del primo maggio si inserisce all’interno di una iniziativa che i “Giovani per un mondo unito” - cioè, i giovani del Movimento dei Focolari - portano avanti da circa dieci anni in tutto il mondo: si chiama la “Settimana mondo unito” ed è un momento in cui si concentrano in modo particolare tante iniziative per testimoniare la fraternità vissuta negli ospedali, nelle carceri, a contatto con gli ultimi, con i bambini, con gli anziani. Qui, a Loppiano, è un po’ una sintesi di questa vita che, lungo tutto l’anno, si cerca di portare avanti, ma è anche un momento di lancio. Ed è anche questo un motivo che penso attiri qui tanti pullman pieni di persone, di ragazzi, che vengono a respirare l'atmosfera di unità della cittadella di Loppiano, nella quale si cerca di vivere l’amore reciproco come Gesù ce l’ha insegnato nel Vangelo.

     
    D. - Dunque, momenti di musica, di spettacolo, di racconto di esperienze, tra l’altro anche dall’Abruzzo, dai luoghi colpiti dal terremoto...

     
    R. - Sì, due ragazzi dell’Abruzzo hanno raccontato in particolare come hanno vissuto questi giorni: “Tutto sembrava crollare, in quei momenti”, hanno raccontato, “ma sentivamo forte l’amore di Dio che ci spingeva ad andare oltre la difficoltà, per amare concretamente chi ci era vicino”. E qualcuno diceva: “Noi, che abbiamo vissuto questi momenti così difficili, abbiamo avvertito però anche una grazia, cioè abbiamo avvertito tanti che ci sostenevano, e anche noi sentivamo come una forza che non veniva da noi, ma che ci aiuta ancora adesso ad andare avanti, a ricominciare la vita di ogni giorno”. Insomma, tante esperienze anche da lì di come un momento drammatico, però, ha subito in moto una macchina di fraternità, di amore vissuto concretamente.

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    Chiesa e Società



    I vescovi del Nicaragua si riuniranno per analizzare la situazione del Paese e un documento che lancia accuse infondate contro il clero

    ◊   "Si tratta di un documento pieno di falsità e menzogne". Così, l'arcivescovo di Managua mons. Leopoldo Brenes, presidente della Conferenza episcopale del Nicaragua, ha definito un documento fatto circolare anche sul web nel quale il giornalista Orlando Núñez, consulente del presidente Daniel Ortega per gli affari sociali, nonché ideologo del sandinismo, basandosi su una presunta intervista al missionario spagnolo, padre Gregorio Raya, lancia gavi accuse contro i vescovi e i sacerdoti. "Da parte mia per ora - ha aggiunto mons. Brenes - per un giudizio completo preferirei attendere la riunione dei vescovi. Occorre analizzare il documento e la sua veridicità. Le accuse fatte vengono attribuite al padre Raya, ma egli ha precisato a più riprese di non aver mai rilasciato una tale intervista". Il documento sostiene, tra altre affermazioni, che nella Chiesa nicaraguense esista "molta corruzione" e che spesso "scompaiono i soldi della Caritas o quelli che devono essere inviati in Vaticano". L'arcivescovo della capitale commenta: "La gente, i fedeli, vedono ogni giorno con quale semplicità e modestia viva il nostro clero e i vescovi. Non so di quali soldi da inviare in Vaticano si parli anche perché, caso mai, accade proprio il contrario: è la Santa Sede, e i suoi organismi, ad aiutarci nei momenti difficili o in occasione di iniziative pastorali impegnative. Le falsità sono evidenti". Che il citato documento, presentato con un titolo altisonante forse per renderlo credibile, sia stato elaborato a tavolino si evidenzia in diverse speculazioni, fra cui quella secondo cui la recente nomina da parte del Papa di un vescovo ausiliare per la arcidiocesi di Managua nella persona di mons. Silvio Ortega, sia "una sorta di commissariamento per mettere sotto controllo la situazione". Mons. Brenes risponde: "E' tutto assurdo. Nell'arcidiocesi mancava da molto tempo l'ausiliare poiché il precedente fu nominato vescovo di Matagalpa. In passato addirittura abbiamo avuto contemporaneamente tre vescovi ausiliari, laddove l’ausiliario, per definizione, deve affiancare nel lavoro pastorale l'ordinario diocesano". La stampa locale afferma che il documento sarebbe stato diffuso dall'ufficio della signora Rosario Murillo, moglie del presidente e portavoce del governo - cosa mai smentita - e riporta anche le dichiarazioni del sacerdote spagnolo Gregorio Raya, parroco della chiesa di "San Martín de Porres" (provincia di Juigalpa). "Non conosco il giornalista che dice di avermi intervistato e certamente dalla mia bocca non è mai uscito una tale quantità di barbarie", dichiara padre Raya all'agenzia Efe e aggiunge: "Temo che si stia preparando la mia espulsione dal Paese". Da ricordare che questo sacerdote alcune settimane fa denunciò l’intenzione di alcune autorità provinciali di togliere alla Chiesa l'amministrazione dei dispensari farmaceutici che esistono nelle zone rurali, sollevando un coro di proteste. Intanto, molti gravi problemi del Paese attendono soluzione e le richieste di dialogo a livello nazionale, con tutti i settori della società - richieste che l'episcopato appoggia perché ritiene si debba evitare ogni tipo di polarizzazione e scontro - restano inascoltate. In Nicaragua, dopo le elezioni municipali, criticate fuori e dentro del Paese perché poco "trasparenti e democratiche", è molto cresciuta la sfiducia cittadina nelle istituzioni e in molti, nelle opposizioni ma anche nella società civile, temono svolte autoritarie che il Nicaragua ha già vissuto con conseguenze e lutti dolorosi. (A cura di Luis Badilla)

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    Nel mese delle elezioni in India, campagna web contro le minoranze religiose

    ◊   Una campagna per screditare le minoranze religiose e rinfocolare il nazionalismo religioso negli elettori. In occasione della maratona elettorale per il rinnovo della Camera bassa parlamentare e del governo, in India i partiti e i movimenti integralisti indù hanno diffuso via web messaggi denigratori contro cristiani e musulmani. E’ ciò che denunciano movimenti e associazioni cristiane indiane attraverso l’agenzia Fides, che riporta le frasi raccolte su internet: “Vuoi forse che l’India sia convertita del tutto in una nazione cristiana? Vuoi che gli indù siano del tutto emarginati? Se non ti auguri tutto ciò, vota per i movimenti che difendono l’India come nazione indù”. O ancora: “Vuoi che i talebani prendano il potere in India e che entri in vigore la sharia? Vuoi che il terrorismo entri nella tua casa? Se la tua risposta è no, vota i partiti indù”. Tutti slogan accompagnati da altre e più provocatorie e minacciose affermazioni, come l’accusa ai cristiani di operare conversioni con l’inganno, la frode o il denaro, approfittando soprattutto delle fasce di popolazione più povere e meno istruite. Altrettanto forti le accuse ai musulmani indiani che, secondo gli integralisti indù, sarebbero “avamposto dei talebani del Paese”, “difensori dei terroristi” che vogliono sovvertire l’ordine costituito e far trionfare in India il credo di Maometto. Un discorso che fa leva sui sentimenti di patriottismo, nazionalismo e orgoglio religioso indù, e che invita i cittadini a mobilitarsi in massa per difendere la nazione indiana e i credenti indù dai presunti attacchi delle altre comunità religiose. Secondo i movimenti cristiani che contrastano la campagna (come il “Christian Secular Forum”), essa “risponde esattamente all’ideologia radicale, condita di odio e falsità, che nel recente passato ha acceso gli animi e causato i massacri dei cristiani in Orissa, come dei musulmani in Gujarat”. La Chiesa cattolica sollecita tutti i cittadini a partecipare alle elezioni, giacché il voto è un “sacro dovere di ogni cittadino”, esercizio di coscienza utile a costruire un Paese migliore, dove regnino l’armonia, la pace, la fratellanza. (C.D.L.)

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    I cristiani manifestano per i profughi tamil coinvolti nel conflitto nello Sri Lanka

    ◊   “Fermate il genocidio nello Sri Lanka”. Lo chiedono a New Delhi centinaia di religiosi che nei giorni scorsi hanno lanciato un appello contro le violenze ai danni della popolazione tamil, durante un sit in di protesta organizzato dall’Ecumenical Christian Forum for human Rights (Ecfhr). Secondo le stime, sarebbero oltre 173 mila i rifugiati costretti a vivere nei campi controllati dall’esercito governativo, in condizioni igienico-sanitarie precarie, con poco cibo e lontani dalle proprie famiglie. A centinaia - si legge sull’Osservatore Romano - fra sacerdoti, suore, seminaristi e pastori protestanti hanno denunciato la drammatica situazione umanitaria delle migliaia dei rifugiati, vittime del conflitto in corso da decenni, e hanno chiesto al governo indiano e all’Onu un maggiore impegno per la pacificazione dell’area. Padre Benedict Barnabas, tra gli organizzatori della manifestazione, ha ricordato che “le operazioni di guerra proseguono in una grave e reiterata violazione dei diritti umani, nonostante le assicurazioni del governo srilankese” e che, a dispetto delle informazioni diffuse, “le atrocità contro i tamil continuano”. L’accesso alla zona dove sono in corso gli scontri - riferisce padre Barnabas - è consentito solo alla Croce Rossa internazionale e a poche organizzazioni religiose e umanitarie fra cui La Caritas. Padre Damien Fernando, direttore dell’organismo caritativo ecclesiale nello Sri Lanka, assicura che “nonostante il perdurare delle difficoltà, i volontari continueranno a portare cibo, acqua e medicine senza tregua”. Hanno aderito all’iniziativa le principali istituzioni cristiane presenti nel Paese, fra cui la Catholic Bisshop’s Conference of India e il National Council oh Churches in India. Intervenuto alla manifestazione, l’arcivescovo di Delhi, Vincent Michael Concessao, ha condannato gli attacchi alla popolazione indifesa ed ha ribadito il suo sostegno alla comunità ecclesiale. (C.D.L.)

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    Episcopati d'Europa: tavola rotonda a Strasburgo su libertà religiosa e educativa

    ◊   Il Consiglio delle Conferenze Episcopali d’Europa (Ccee), in collaborazione con la Conferenza episcopale italiana (Cei) e con la Missione permanente della Santa Sede presso il Consiglio d’Europa, ha organizzato per domani, presso il Consiglio d’Europa di Strasburgo, una Tavola Rotonda sul tema “Libertà di educare. Libertà religiosa oggi in Europa”. L’incontro avviene in occasione della presentazione dell’indagine europea su “L’insegnamento della religione: una risorsa per l’Europa” e riunirà numerose personalità del mondo politico ed ecclesiale. In apertura dei lavori, interverranno mons. Aldo Giordano, osservatore permanente della Santa Sede presso il Consiglio d’Europa e il vescovo Mariano Crociata, segretario generale della Cei; a seguire la presentazione dell’indagine citata, a cura di don Vincenzo Annicchiarico, responsabile del Servizio per l’insegnamento della religione della Cei. Prenderà quindi la parola il cardinale Péter Erdő, presidente del Ccee, al quale è affidata la prolusione sul tema “Educazione religiosa e formazione dell’uomo e del cittadino europeo”. A concludere l’iniziativa sarà una tavola rotonda su “Istituzioni europee e insegnamento della Religione”: vi parteciperanno, tra gli altri, il Commissario europeo, Ján Figel’, responsabile dell’educazione, della formazione e della gioventù, Mario Mauro, vicepresidente del Parlamento europeo, padre Piotr Mazurkiewicz, segretario generale della Comece, e padre Duarte da Cunha, segretario generale del Ccee, moderatore del dibattito. (M.V.)

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    Al via domani il Forum nazionale dei cristiani congolesi: l'impegno per la pace

    ◊   Si apre domani a Kinshasa, nella Repubblica Democratica del Congo (Rdc), il “Forum nazionale dei cristiani congolesi, al quale sono attesi i delegati di ognuna della diocesi del Paese, rappresentanti delle altre confessioni cristiane, di associazioni laicali e congolesi della diaspora. Al centro delle discussioni, la costruzione di una pace durevole nella Rdc, un tema che sarà affrontato attraverso vari ambiti di riflessione: il buon governo, la formazione di una leadership competente e onesta, il ruolo della Chiesa in una nuova democrazia, la giustizia e la sicurezza. Il “Forum” si pone anche come momento di preparazione alle elezioni del 2011 e intende individuare al riguardo gli elementi portanti di un’ampia campagna di formazione al voto, di sensibilizzazione degli elettori alla responsabilità elettorale e di divulgazione dei programmi e orientamenti dei candidati. (M.V.)

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    Undicesimo Congresso europeo sulla catechesi: l'annuncio delle prime comunità cristiane modello per l'apostolato

    ◊   Si svolgerà da domani a Roma, e fino al sette maggio, l'11.mo Congresso europeo sulla catechesi, promosso dal Consiglio delle Conferenze episcopali d’Europa (Ccee) sul tema “La comunità cristiana e il primo annuncio”. Sulla scorta delle esperienze maturate nelle missioni cittadine è stato deciso di incentrare il convegno sul momento “sorgivo” della formazione cristiana, quello del primo annuncio, un’istanza largamente condivisa dagli Episcopati nell’attuale contesto europeo, segnato dalla secolarizzazione e interessato da un fenomeno migratorio di ampie proporzioni. La riflessione sarà caratterizzata da tre prospettive, a partire dall’approccio teologico, con la relazione del cardinale Walter Kasper dal titolo “Che cosa provoca la Chiesa oggi ad andare verso il primo annuncio”. Si procederà quindi con l’approccio culturale, proposto dal padre gesuita, Michael Paul Gallagher, dell'Università Gregoriana e Lateranense, che tratterà il tema “Gli interrogativi del mondo contemporaneo e la visione cristiana dell’uomo”. Infine, il prof. Gianni Colzani, della Pontificia Università Urbaniana, svilupperà il tema sotto l’angolatura ecclesiologica, con un contributo dal titolo “Perché una comunità possa essere missionaria”. (M.V.)

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    Messaggio della Commissione giustizia e pace australiana sulla solidarietà in tempi di crisi economica

    ◊   Analizza il costo sociale della crisi economica e il suo impatto sulla società australiana il messaggio diffuso in occasione della festa di San Giuseppe artigiano, il primo maggio, dall’Australian Catholic Social Justice Council, che corrisponde alla Commissione Giustizia e pace della Conferenza episcopale australiana. Nel documento - riferisce l’agenzia Fides - i presuli ribadiscono l’importanza del lavoro per il benessere delle famiglie, la necessità di un salario minimo per le persone in difficoltà o disoccupate, l’urgenza di politiche sociali in grado di mitigare l’impatto di disoccupazione e povertà ed il potenziamento di strumenti di assistenza sociale (istruzione, salute, ammortizzatori) per i gruppi più vulnerabili. Inoltre, ribadiscono l’impegno della Chiesa australiana a fianco delle famiglie povere, dei disoccupati, delle comunità emarginati. L’Australia - sottolineano i vescovi locali - è una nazione giovane e ricca, ma non esente dalle sfide della crescente povertà, disoccupazione e divario fra ricchi e poveri. Secondo le stime ufficiali, l’11% della popolazione vive sotto la soglia di povertà, e una parte - circa 412 mila - sono bambini. Per contrastare il dilagare del consumismo, il materialismo e l’edonismo nella società australiana, i presuli invitano ad un maggiore impegno nella solidarietà, per favorire l’inclusione dei più poveri e cooperare al bene comune. (C.D.L.)

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    Dal raduno nazionale del Rinnovamento nello Spirito l'invito a rinnovare lo slancio dell'evangelizzazione

    ◊   Si sono chiusi i lavori a Rimini della 32. ma Convocazione nazionale del Rinnovamento nello Spirito Santo. Quattro giorni di preghiera intensa, di interventi e relazioni. I quasi 20 mila partecipanti rientrano nelle loro case con il mandato: “Andate e proclamate il Vangelo”, rinnovato durante i giorni del raduno. E’ stato questo il cuore della relazione finale pronunciata stamani dal presidente del Rinnovamento, Salvatore Martinez, a conclusione di queste giornate riminesi sul tema ‘Andate e proclamate al popolo tutte queste parole di vita’. “Siamo pronti a rendere il nostro servizio a Dio”, ha detto Martinez, “siamo un popolo che ha trovato nuovo vigore nell’annuncio del Vangelo, in un mondo che necessita di un vero rinnovamento spirituale. Chiediamo allo Spirito che questo ‘andate e proclamate’ si faccia cultura, si faccia storia”. A conclusione, il presidente Martinez ha anche indicato i tre atteggiamenti con cui il mandato all’evangelizzazione deve essere vissuto: anzitutto, “aumentare la preghiera, perché è pregando che si riceve lo Spirito”. Poi “essere umili, non cercare vanagloria” e infine “amare di più e lasciare che l’Amore di Dio circoli in noi”. Hanno così trovato una significativa eco le parole di Papa Benedetto XVI, che nel suo messaggio di saluto al Rinnovamento aveva proprio auspicato che “questa assise susciti una gioiosa testimonianza evangelica”. Alla Convocazione è intervenuto anche il cardinale Stanislaw Rylko, presidente del Pontificio Consiglio per i Laici: “Nessun cristiano può tenere il tesoro evangelico solo per sé”, ha detto il porporato nell’omelia, “deve condividerlo con gli altri, deve annunciarlo. Sono qui per ringraziarvi a nome del Santo Padre - ha concluso - per quello che fate per la Chiesa, per la stupenda testimonianza della fede che date con il vostro servizio”. (A cura di Luciano Castro)

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    Spagna. Inaugurato il giubileo di Santo Domingo de la Calzada, vissuto attorno all'anno Mille

    ◊   Un monaco eremita, chiamato Domingo Garcia, nato attorno all’anno 1010 in una piccola città della provincia di Burgos, in Spagna, è diventato, dopo molti anni di opere di carità e di assitenza sociale uno dei Santi piú popolari di Spagna, con il nome di Santo Domingo della Calzada. Quest’anno ricorre il nono centenario della sua morte, avvenuta nel 1109 nella città che porta il suo stesso nome, nella regione della Rioja. Per l’occasione è stato convocato un anno giubilare. La cerimonia di apertura del giubileo è stata presieduta, lo scorso 1 maggio, nella Cattedrale di Santo Domingo della Calzada, dal presidente della Conferenza episcopale spagnola e arcivescovo di Madrid, il cardinale Antonio Maria Rouco Varela. All’inizio della cerimonia, mons. Juan José Omella, vescovo della diocesi, ha letto il decreto della Santa Sede con la concessione dell’anno giubilare. In seguito, è stato letto il documento della Penitenziaria Apostolica che stabilisce le condizioni per poter ricevere l’indulgenza plenaria durante l’anno giubilare, che si concluderà il 12 maggio del 2010. Il cardinale Rouco, come celebrante principale, ha pronunciato poi l’omelia nella quale ha messo in risalto lo spirito di servizio e di carità di Santo Domingo, con la fondazione della città, la costruzione di importanti opere per i pellegrini del “Camino di Santiago di Compostela”, e la carità in favore degli abitanti della città. Questo giubileo coinciderà poi per alcuni mesi con il prossimo anno giubilare del Camino di Santiago, che si terrà nel 2010. Tra le tappe di uno degli itinerari di questo Camino, Santo Domingo della Calzada è uno tra i luoghi storici piú conosciuti e apprezzati dai pellegrini. Nel rispetto di una simpatica tradizione popolare, in un angolo della Cattedrale di Santo Domingo vengono conservati in una gabbia un gallo ed una gallina, in riferimento ad un miracolo attribuito al Santo. Lo stesso cardinale Rouco, nella sua omelia ha fatto accenno, in tono di buon umore, a questa tradizione quando, nel pronunciare queste parole, si è udito qualche suono suono provenire dalla gabbia. (A cura di Ignacio Arregui)

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    24 Ore nel Mondo



    Nuova influenza: cresce il numero delle vittime. Due contagi in Italia

    ◊   E’ stato nuovamente aggiornato il bilancio dell’epidemia dell'influenza A/H1N1. L’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) parla di 20 morti - 19 nel solo Messico e uno negli Stati Uniti - 787 i casi accertati di nuova influenza in 17 Paesi. Settanta i contagi in Canada e 13 in Spagna, salgono a due i casi in Italia ma entrambi i pazienti sono già guariti. Il servizio di Benedetta Capelli:

    Il bilancio della nuova influenza continua a salire, ma le autorità del Messico - Paese epicentro dell’epidemia - parlano di una fase di stabilizzazione. Restano in vigore le misure decise dal governo messicano per evitare il contagio: le partite di calcio, ad esempio, sono giocate da ieri a porte chiuse per evitare assembramenti di persone. Nessuna modifica invece per il calendario delle consultazioni legislative del 5 luglio, mentre domani inizia la campagna elettorale. Piena collaborazione è stata promessa dal presidente degli Stati Uniti, Barak Obama, in una telefonata al suo omologo messicano, Calderon. Da registrare la completa guarigione dell’allevatore canadese, recentemente tornato dal Messico, che aveva infettato i suoi maiali. L’agenzia di Ottawa che si occupa di sicurezza alimentare ha ribadito che la carne suina resta sicura. Un concetto rinforzato ieri anche dalla Fao che ha assicurato comunque una maggiore sorveglianza. Per l’Organizzazione mondiale della sanità, una pandemia è ancora “imminente” ma la fase di allerta resta ferma a 5. Intanto, la stessa l’Oms ha chiesto scorte di antivirali ad un noto colosso farmaceutico svizzero. Sotto controllo la situazione in Italia, lo ha assicurato il governo. Dopo il caso registrato a Massa Carrara - l’uomo di ritorno dal Messico è già guarito - oggi un'analoga notizia riguarda un altro paziente curato presso l’Istituto Spallanzani di Roma. Si tratta di un ragazzo di 25 anni, tornato dal Paese centroamericano, nemmeno ricoverato e completamente guarito. Violenti scontri infine sono scoppiati Al Cairo tra allevatori di maiali e la polizia dopo la decisione del governo egiziano di abbattere in via cautelativa almeno 300 mila suini per eliminare rischi per la salute pubblica.

     
    Somalia-pirateria
    Sempre più insicure le acque della Somalia. Una nave pakistana carica di merci è stata sequestrata dai pirati che però si sono detti disponibili a trattare un eventuale rilascio. Undici i predoni fermati dalla marina militare francese. Ieri i pirati avevano catturato altre due imbarcazioni: un cargo ucraino carico di mezzi dell’Onu e una nave che trasportava viveri. Si è conclusa, intanto, la missione in Somalia di Margherita Boniver, inviato speciale del ministro degli Esteri italiano, Franco Frattini, per le emergenze umanitarie. Scopo della spedizione - definita “molto soddisfacente” dalla Boniver - è di risolvere la vicenda del “Buccaneer”, l’imbarcazione sequestrata lo scorso 11 aprile nel golfo di Aden. A bordo del natante ci sono 16 membri dell’equipaggio, 10 dei quali di naizonalità italiana.

    Afghanistan-cronaca
    Nuova escalation di violenza in Afghanistan. Quattro civili, tra questi due bambini, hanno perso la vita nell’esplosione di una bomba davanti ad un commissariato di polizia nella provincia di Helmand, roccaforte dei talebani. Una ragazzina di 13 anni è morta in un incidente, avvenuto vicino Herat, che ha visto coinvolta una pattuglia di militari italiani. L’auto, a bordo del quale c’era la tredicenne e altre due persone, procedeva a velocità sostenuta e non si è fermata all’alt, provocando la reazione armata dei soldati. Sul caso è stata aperta un'inchiesta.

    Pakistan-Valle dello Swat
    Dopo l’applicazione della sharia nella valle dello Swat, zona tribale nel nordovest del Pakistan, è stata annunciata la creazione di un supremo Tribunale islamico. Nelle scorse settimane, la decisione di applicare la legge coranica aveva suscitato accese polemiche, messe a tacere grazie alla disponibilità degli insorti a trattare con il governo di Islamabad per la pace nell’area.

    Albania-parlamentare ucciso
    Sgomento in Albania per l’uccisione di un parlamentare socialista dell’opposizione. Fatmir Xhindi, 49 anni, è stato raggiunto ieri sera da colpi di kalashnikov vicino alla propria abitazione a Roskovec, 120 chilometri a sud di Tirana. L’assassinio avviene a meno di due mesi dalle prossime elezioni politiche nel Paese, fissate per il 28 giugno.

    Austria-valanghe
    Sei alpinisti cechi sono rimasti uccisi da una valanga che li ha travolti sulle piste di Soelden, una delle località più frequentate delle Alpi austriache. L’incidente è avvenuto ieri ma i soccorsi non sono potuti intervenire a causa del maltempo. Stamani, il ritrovamento dei corpi senza vita. (Panoramica internazionale a cura di Benedetta Capelli)

    Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LIII no. 123

     
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